PPT "Riprendiamoci i Nostri Sogni"

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Power Point creato dalle classi 2°A e 3°A della Scuola Secondaria Paritaria di 1°Grado "R. Venerini" per il progetto Legalità dell'anno scolastico 2014/2015.

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L’educazione

ci fa vivere

meglio:

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Sulla scia delle vere regole di vita

1. Osservare con diligenza le regole

2. Parlare con un tono rispettoso senza urlare

3. Non assumere mai atteggiamenti inadeguati o sleali

4. Non litigare: essere sempre rispettosi e corretti

5. Avere sempre un comportamento responsabile

6. Essere sempre propositivi e leali

7. Aiutarsi e sostenersi nel lavoro reciprocamente

8. Accogliere e prodigarsi per il diverso

9. Potenziare l’autonomia personale

10.Aprire mente e cuore a ciò che dona vita vera

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8.

E’ bello saper aiutare

e sostenere chi si

trova in difficoltà.

Essere sempre guidati

da fede e amore.

9

Una cosa molto

importante è essere

leali e sinceri con gli

amici in famiglia e a

scuola.

7.

Ci piacerebbe poter

esprimere le nostre

opinioni e

confrontarle con gli

altri:

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11.

A scuola è importante

essere seri,

responsabili, attenti e

studiosi. Fare i

buffoni, non va bene.

12.

Imparare a saper

condividere, idee,

opinioni, iniziative,

momenti gioiosi.

10.

Un consiglio che darei

ai miei amici è quello

di ascoltare i genitori:

sono essi la nostra

sicurezza.

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14.

Per vivere bene è

molto importante

riflettere prima di

agire o di fare

qualche cosa.

15.

Cercare di vedere

negli altri sempre il

lato positivo. Saper

consolare e donare

gioia.

13.

Il lavoro svolto ci ha

insegnato tante cose:

ora tocca a noi

metterle in pratica e

vivere bene.

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Regole

Per una buona

Educazione

A scuola:

Per una

buona

Educazione

A scuola:

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LE REGOLE PER VIVERE BENE A SCUOLA

1. L’Abbigliamento idoneo

2. La Puntualità responsabile

3. L’Importanza del saluto

4. La forza di parole gentili e cortesi

5. La gioia della condivisione

6. Il rafforzamento di capacità attentive

7. Il consolidamento di un impegno serio

8. La conquista di una maturazione responsabile

9. La padronanza nei contenuti oggetto di studio

10.Un cammino di crescita all’insegna dei veri valori

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Cosa avete imparato da questo Lavoro?

Questo lavoro ci ha fatto approfondire il significato delle regole in classe e ci

ha aiutato a crescere e maturare. Conoscere meglio ciò che rende la

classe più geniale e meglio rispondente alle esigenze di ognuno, è

molto importante e fa stare tutti meglio e lavorare con più profitto.

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Quale Regola vi ha fatto riflettere maggiormente e perché?

Ogni gruppo ha lavorato su due regole, illustrandole con dei fumetti, a noi ha

colpito la regola che dice: “Rafforzare le abilità attentive!” perché con facilità siamo distratti. Ce n’è anche un’altra

che ci ha coinvolto: “Compiere un cammino di crescita all’insegna dei valori”! Sono obiettivi belli e forti.

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Cosa suggeriresti perché l’’agire sia meno caotico?

Evitare litigi, spinte, gesti maleducati…

Tenere le mani al suo posto … Non rientrare in aula, se non per

necessità … Rispettare i più piccoli e gli indifesi

… Sentire la ricreazione come un

momento di riposo e di condivisione …

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Quali regole vorreste realizzare all’interno della classe?

Noi tutti ci dobbiamo impegnare

seriamente ad essere educati e rispettosi, mai crederci superiori o

deridere qualcuno… Dobbiamo essere più solleciti e

responsabili nello studio, nel lavoro di preparazione

e nell’attenzione in classe

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Dando uno sguardo d’insieme: quali consigli?

Puntare meno il dito contro gli

altri … Prima di parlare, riflettere … Relazionarsi con rispetto e

gentilezza ... Non fare mai scherzi volgari … Credere in se stessi e negli altri ... Agire con schiettezza e sincerità …

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«Quando non si adora Dio si diventa

adoratori del male. La 'ndrangheta è

adorazione del male. E il male va

combattuto, bisogna dirgli di no. La Chiesa

deve sempre più spendersi perché il bene

possa prevalere. I mafiosi sono scomunicati,

non sono in comunione con Dio».

"Non lasciatevi rubare la speranza, cari

giovani, l'ho detto tante volte, lo ridico

oggi", ha aggiunto papa Francesco. "E non

fatevi rubare la speranza, lo dico a tutti".

Ha quindi rivolto parole di incoraggiamento,

parlando con grande forza, a tutti i membri

della Chiesa, fedeli, catechisti, volontari.

Una Messa già sentita come «storica» dai

calabresi Papa Francesco in Calabria

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Papa Francesco ha chiesto ai mafiosi di convertirsi - senza però parlare esplicitamente di scomunica, come nel discorso in Calabria, in occasione del suo incontro con le vittime alla chiesa romana di San Gregorio VII. «Convertitevi c'è tempo per non finire nell'inferno, che è quello che vi aspetta se non cambiate strada», le dure parole rivolte al termine della veglia di preghiera «ai grandi assenti, ma protagonisti: uomini e donne di mafia». «Per favore cambiate vita! Convertitevi, fermate di fare il male! Noi preghiamo per voi: convertitevi ve lo chiedo in ginocchio è per il vostro bene», ha ripetuto. «Questa vita che vivete - ha continuato con voce profonda Francesco - non vi darà felicità, gioia. Potere e denaro che avete adesso da tanti affari sporchi, dai crimini mafiosi sono denaro insanguinato, potere insanguinato non potrai portarlo all'altra vita». «Avete avuto un papà e una mamma pensate a loro e convertitevi».

Promuovere la dignità della persona significa riconoscere che essa possiede diritti inalienabili di cui non può essere privata ad arbitrio di alcuno e tanto meno a beneficio di interessi economici.

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Sabato 7 febbraio 2015 noi alunni di classe IIA e IIIA abbiamo visto il film “La mafia uccide solo

d’estate”, realizzato da Pif (Pierfrancesco Diliberto), un personaggio televisivo che siamo abituati a

conoscere attraverso i programmi del canale televisivo MTV in cui documenta con la sua telecamera

e contemporaneamente commenta fatti, luoghi, persone e curiosità dei nostri giorni.

Il suo film è girato con questa tecnica ma è ambientato a Palermo durante gli anni ’80 e ’90.

I personaggi che fanno parte di questa storia sono parecchi e il protagonista, nonché narratore della

vicenda è Arturo, il quale si innamora di Flora, la figlia di un ricco banchiere.

Fin da piccolo si comincia ad interessare alla politica e dell’attualità vedendo per la prima volta in

televisione il presidente del consiglio Giulio Andreotti, per il quale ha una vera passione.

Nel film vengono riportate anche parecchie tragedie, quali: l’attentato a Boris Giuliano, incontrato

tutti i giorni dal ragazzo al bar; la morte di Pio la Torre e quella di Carlo Alberto Della Chiesa

(quest’ultimo aveva addirittura concesso un’intervista ad Arturo, vincitore di un concorso per giovani

giornalisti); l’attentato a Rocco Chinnici, il quale morì a causa di una bomba installata fuori dalla sua

casa ed infine le stragi in cui persero la vita Giovanni Falcone, presso Capaci, e Paolo Borsellino, in

Via d’Amelio.

Alcuni di questi uomini di politica o di legge noi studenti li conoscevamo già, come ad esempio

proprio Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Da come li abbiamo visti nel film i cittadini di Palermo, rispetto ai fatti di sangue che si compiono

attorno a loro, si possano descrivere con una sola parola: “OMERTÀ”. Il significato che abbiamo

trovato nel dizionario per questo termine è: “regola della malavita organizzata e consuetudine

culturale dei luoghi da essa dominati, che obbligano al silenzio sull'autore di un delitto e sulle

circostanze di esso”.

Tutto diverso è, invece, l’atteggiamento di Arturo rispetto ai fatti terribili che avvenivano intorno a lui:

egli prende da subito una posizione, interessandosi alle vicende e alle decisioni politiche.

Ci ha molto colpito anche il fatto che, alla fine del film, Arturo voglia far conoscere a suo figlio, sin da

molto piccolo, gli orrori delle stragi mafiose e l’impegno di tanti uomini di stato contro di essa.

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DI SEGUITO ALCUNE NOSTRE RIFLESSIONI

EMERSE DAL DIBATTITO SUCCESSIVO ALLA VISIONE DEL FILM:

Io penso che se mi fossi trovata in quel preciso contesto mi sarei interessata

particolarmente, proprio come il protagonista, avrei preso una posizione e avrei

cercato di informarmi più possibile.

Dunque il messaggio che ha voluto dare il regista (che è anche l’attore che interpreta

Arturo) al pubblico è informarlo sull’accaduto sotto forma di una simpatica

commedia, ma anche denunciare l’omertà dei cittadini di Palermo.

Diventando adulta io vorrei un mondo rispettoso del valore della e persona e sincero,

in cui tutti collaborino per una vita migliore, in pace e libera. Sono proprio questi,

infatti, i valori in cui credo io, pur sapendo la difficoltà nell’affermarli.

(Gioia, classe IIIA)

Penso che se mi fossi trovata in quel preciso contesto non sarei rimasta con le mani

in mano ma avrei cercato un modo per impegnarmi. Il messaggio che il regista vuole

trasmettere infatti è l’essere altruisti, non pensare solo a sé stessi per paura, ma farsi

coraggio ed aiutare la gente. Diventando adulta vorrei un mondo senza conflitti,

perché siamo tutti uguali e allo stesso livello. Non ci sono persone meglio di altre.

(Maddalena, classe IIIA)

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Io penso che il regista con questo film voglia sensibilizzare soprattutto le nuove

generazioni a saper combattere le mafia, a conoscere gli atti terribili che essa è in

grado di compiere e a lottare perché queste persone non rimangano impunite.

(Stefano, classe IIIA)

La mafia è ancora da temere. Dato che non sono una persona nota, quindi non

esposta alle minacce della mafia, avrei aderito alle proteste della popolazione,

perché non si poteva rimanere muti dopo tutti i soprusi attuati dall’organizzazione

criminale. Quindi aderisco al messaggio che il regista ci vuole dare: non

dobbiamo tacere, perché nel silenzio la mafia cresce di potere e di numero.

Opponiamoci a questi criminali, parliamo e combattiamoli con gli strumenti dello

Stato, in questo modo potremo vincere questi soggetti! Potremo forse pensare

allora ad un’Italia nuova, in cui il crimine non entri più nella politica e nelle

nostre vite, in cui gli uomini giusti non muoiano perché danno fastidio a persone di

un certo calibro mafioso, come ad esempio Totò Riina.

Vorrei un mondo in cui ci sia sì progresso, ma si guardi con un occhio di riguardo

al passato e alle lezioni che ci può dare, un mondo giusto.

(Vittorio, classe IIIA)

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Ciò che avrei fatto io sarebbe stato una via di mezzo tra il comportamento di Arturo e

quello dei palermitani. Sostengo la stessa idea conclusiva di Arturo: “i genitori hanno

due doveri verso i figli: il primo è difenderli dalla malvagità dell’uomo, il secondo è

insegnargli a riconoscerla.” È esattamente ciò che egli cerca di fare con il figlio, anche

in tenera età, quando il piccolo non può esattamente comprendere la serietà e

l’importanza di determinati avvenimenti. Il messaggio che, credo, Pif volesse mandare

con il film è combattere l’omertà in Sicilia e magari in tutta Italia. Diventando adulta,

vorrei proprio questo , che l’omertà si cancellasse e non ricapitasse più qualcosa di

simile a questo, anche perché una formica non può smuovere una montagna, ma tante

sì. (Giulia, classe IIIA)

Il messaggio che il regista ha voluto dare è quello di denuncia contro la mafia, vista

inizialmente con gli occhi di un bambino, poi con quelli di tutti i palermitani. Io credo

nella giustizia e nell’onestà e sono proprio questi i principali fattori del mondo in cui

vorrei vivere un giorno, diventando adulta. Ho sempre sognato un paese in cui la gente,

quando mette un piede fuori casa, non ha paura che le succeda qualcosa, magari

mentre passeggia, come è successo nel film. Vorrei un mondo pieno di bontà, pace,

amore, giustizia… un mondo in cui è facile trovare lavoro, così tutti avranno un tetto

sopra la testa, senza bisogno di rubare. Vorrei un mondo in cui il motto sia: “Abbasso

la superficialità, viva l’umiltà!”….peccato che non esiste e non esisterà mai.

(Lucrezia, classe IIIA)

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La mafia uccide solo d’estate è un film delicato ma anche forte e drammatico, capace di

raccontare attraverso gli occhi innocenti di un bambino le crudeltà della mafia. Un film che

fa riflettere, perché ancora una volta racconta la nostra storia e la storia di quegli uomini e

quelle donne che hanno cercato di combatterla sacrificando la propria vita. Si può parlare

di “nostra storia” perché la mafia può attaccare tutti noi che ci sentiamo al sicuro e lontani

ma essa, per essere abbattuta, deve essere combattuta da ogni cittadino. Il regista ci vuole

far capire che la mafia è capace di crescere e diventare più potente grazie all’omertà e ai

silenzi, ma anche di diminuire ed estinguersi tramite l’azione e la lotta di ogni persona.

E credo che Pif, inserendo nel film le scene degli attentati realmente accaduti, voglia farci

riflettere facendoci capire che si può parlare di temi forti anche con sottile ironia ma senza

dimenticare. E’ molto difficile mettersi nei panni dei personaggi del film, perché di mafia si

sente spesso parlare ma di solito si pensa che ci siano solo due parti coinvolte: chi combatte

la mafia e la mafia stessa. In realtà la mafia influenza la vita di tutti e non solo dei mafiosi e

di chi la combatte. Probabilmente la paura di rimetterci la vita mi porterebbe al silenzio e

all’omertà.

(Andrea A., classe IIIA)

Se fossi stata nei panni dei palermitani avrei cercato di adottare il metodo che ritengo

più giusto, ovvero non fare la finta cieca davanti agli avvenimenti che dimostravano la

presenza della mafia. Il regista, secondo me, ha voluto coinvolgere il pubblico negli

eventi più tragici della nostra storia recente riguardante la mafia attraverso la sua

storia con Flora.

(Francesca P., classe IIIA)

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In quel contesto, considerando la mia età, onestamente non avrei preso nessuna posizione per

paura. Il messaggio trasmesso dal regista è rivolto a tutti i giovani giornalisti e attivisti

siciliani che hanno affrontato la verità senza nascondersi, diventando troppo spesso vittime

di mafia.

Poiché credo nei valori della famiglia, del rispetto, dell’amicizia e della lealtà vorrei vivere

in un mondo dove regna la pace e la serenità e non in una realtà come quella che ho visto nel

film.

(Andrea N., classe IIIA)

Se mi fossi trovata in quel contesto mi sarei affiancata a chi fosse stato sinceramente

contrario alla mafia. Se non avessi visto miglioramenti e la situazione nella mia città fosse

peggiorata, sarei emigrata altrove. Il regista ha voluto quindi dare un messaggio ben

preciso: essere sinceri, anche se a volte non è semplice, sapersi distinguere dalla massa,

riuscendo ad esporre le proprie idee in modo pulito. Fin dall’inizio cercare di far capire e far

distinguere alle persone ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Io credo che l’unione faccia

la forza e quindi se le persone vogliono collaborare per sconfiggere ciò che le infastidisce e

credono fino in fondo nei loro valori, possono riuscire a superare ogni ostacolo. Consiglio di

andare fino alla fine e rischiare, anche se spesso è molto pericoloso. Una sola persona è

come una goccia versata in un vaso: una sola non farebbe la differenza, ma se ognuno di noi

ci mettesse l’impegno e ne versasse una, non ci vorrebbe molto per riempirlo.

(Francesca I., classe IIIA)

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Io non avrei fatto un atto di omertà, anche se avessi avuto una famiglia, ma ci avrei

comunque riflettuto bene, perché la vita è una sola. Il regista ci ha voluto trasmettere la

rilevanza degli eroi che hanno combattuto contro la mafia e io, crescendo, vorrei avere

appunto un mondo più onesto e meno corrotto, soprattutto in politica.

(Luca V., classe IIIA)

Al suo posto, io mi sarei preoccupata molto, e avrei temuto che qualche attentato capitasse

ad una persona cara. Questo film, mi è piaciuto molto, sono felice di averlo visto.

Il regista ci vuole far capire quanta gente atroce e cattiva esista nel mondo, disposta a

commettere cose orribili pur di ottenere ciò che desidera.

(Naomi, classe IIA)

Io non uscirei neanche fuori di casa per la paura e non andrei mai ad intervistare dei politici,

poiché, dato che loro venivano uccisi dalla mafia, sarebbe potuto capitare qualcosa anche a

me. Quindi io non mi sarei mai avvicinata a loro.

Secondo me il messaggio che il regista ci vuole trasmettere e che c’è sempre qualcuno che ci

protegge e che dobbiamo imparare ad essere coraggiosi e aiutare sempre gli altri perché

ognuno di noi è molto importante.

Vorrei tanto che il mondo cambiasse e che tutti gli uomini capissero che bisogna aiutarsi e

che non bisogna far del male a nessuno e che tutti noi diventassimo più educati.

(Jaslene, classe IIA)

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A causa della mafia, molti palermitani, per non essere uccisi, dovevano stare zitti e fare

finta di niente (appunto il termine omertà) mentre essa uccideva man mano sempre più

gente.

Anche la vita di Arturo era abbastanza complicata a causa della mafia ma lui non ha perso

la speranza tanto che è riuscito anche a diventare un giornalista. Io mi sarei comportato

diversamente dai palermitani: non avrei fatto finta di niente mentre la mafia uccideva

persone innocenti, anch’io mi sarei opposto a questa organizzazione criminale.

Poche persone hanno il coraggio di affrontarla(Falcone e Borsellino sono quelli che

ricordiamo di più)

Secondo me il regista ha voluto farci capire che cos’era la mafia vissuta in quel tempo,

quali eroi sono morti ma non invano, infatti hanno combattuto coraggiosamente contro

questa terribile organizzazione criminale.

(Francesco, classe IIA)

Io non so come mi sarei comportato, mi sarebbe piaciuto avere il coraggio che hanno avuto

i giudici Falcone e Borsellino che hanno continuato a fare il loro lavoro di lotta contro la

mafia facendo arrestare i mafiosi, nonostante sapessero per questo di essere in pericolo.

Secondo me il regista ha voluto trasmetterci il messaggio che non dobbiamo rassegnarci ai

soprusi e alla prepotenza di chi è più grande o più forte di noi ma dobbiamo lottare contro

le ingiustizie e contro l’indifferenza.

Io credo nella giustizia, nel rispetto del prossimo e vorrei vivere in un mondo in cui questi

valori vengono rispettati.

(Luca, classe IIA)

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Probabilmente non so se sarei stata in grado di dire la verità e di battermi per essa, avrei

creduto all’idea comune, cioè che la Mafia non esisteva, che tacere era meglio che parlare e

attirarsi addosso dei guai.

Avrei preferito confondermi tra la folla, per non passare dei guai, anche se so che questo

pensiero, questo concetto moralmente sbagliato, questo dubbio, mi avrebbe sempre

perseguitato.

I grandi uomini politici non contrastavano assolutamente le idee dei cittadini, per loro era

preferibile che pensassero che la mafia non esistesse che omicidi, delitti e misfatti fossero

all’ordine del giorno, che era preferibile insomma, coprirsi gli occhi e le orecchie e

proseguire la loro normale vita.

Il film esprime lo sdegno e la rabbia che c’è nei palermitani, ma anche nelle persone di tutta

Italia, nei confronti della mafia.

Vuole dire quanto bisogna credere in degli ideali ed in un futuro migliore, che nella vita non

basta chiudere gli occhi e aspettare che i problemi scivolino via.

Alla fine, tutto ciò che è stato compiuto di sbagliato viene a galla, non serve a nulla

nascondersi, perché non combattere questo mostro a molte teste?

Impegnarsi per sostenere la lotta contro la mafia, come tanti hanno fatto prima di noi,

sacrificando le loro vite, azzerando contatti con amici, parenti … pur di costruire fondata su

degli ideali, per un futuro migliore!

Tutti noi oggi dobbiamo moltissimo a tutti coloro che hanno combattuto duramente, quasi

sempre pagando con la vita.

(Marta, classe IIA)

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Se fosse per me io avrei reagito come ha fatto Arturo: e quindi avrei cercato di fare

qualcosa di costruttivo.

Il messaggio che ha voluto dare il regista è che la mafia va combattuta fino a

perderci la vita, e vuole che noi ci ricordiamo ancora oggi di uomini di giustizia

che sono stati uccisi, per sconfiggere la mafia. I valori sociali che credo siano più

importanti sono la famiglia, la fede, l’amicizia e la salute, credo che siano le cose

più importanti, perché sono quei valori che ti fanno vivere bene. Io credo anche ad

un mondo migliore, senza più mafia o ladri, senza più delinquenza e ignoranza,

un mondo in cui tutti sono felici, un mondo in cui non cui siano più guerre e

differenze di colore. Mi piacerebbe un mondo di sola pace.

(Maria Teresa, classe IIA)

Io in quei tempi, per paura, non mi sarei interessato troppo alla mafia in modo da

non essere coinvolto, sapendo quello che sarebbe successo.

Il regista secondo me vuole esprimere i suoi sentimenti nei confronti della mafia,

raccontando le cose orribili che ha fatto e dire che nel mondo ci sono persone che

non capiscono il vero senso della vita e quindi ricorrono alla violenza.

(Matthieu, classe IIA)

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Carta d’identità cognome : LA TORRE

nome : PIO

luogo di nascita: Palermo

data di nascita : 24 dicembre 1927

luogo di morte: Palermo

data di morte: 30 aprile 1982

professione : sindacalista

causa di morte : ucciso dalla mafia, mentre guidava la

macchina da una raffica di proiettili

azioni antimafia: Propose la legge che introduceva il reato

di associazione mafiosa ed la norma per la confisca dei beni

ai mafiosi. Fu componente della Commissione Parlamentare

Antimafia e fu tra i redattori della relazione di minoranza

della Commissione antimafia, che accusava Giovanni

Gioia, Vito Ciancimino, Salvo Lima ed altri uomini politici

di avere rapporti con la mafia

NEL NOSTRO PERCORSO DI APPROFONDIMENTO ABBIAMO

POTUTO CONOSCERE NOMI FONDAMENTALI NELLA LOTTA

ALLA MAFIA ……….

……. NOMI DI IERI ……………

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Carta d’identità cognome : GIULIANO

nome : GIORGIO BORIS

luogo di nascita: Piazza Armerina

data di nascita : 22 ottobre 1930

luogo di morte: Palermo

data di morte: 21 luglio 1979

professione : Commissario capo della squadra mobile

causa di morte : ucciso in un bar di Palermo dal mafioso

Leoluca Bagarella (legato al clan di Cosa Nostra) perché stava indagando su di lui.

azioni antimafia: poco prima di morire Giuliano aveva avviato

un’indagine sul riciclaggio di denaro sporco guadagnato dalla mafia, scovando numerosi complici all’interno di società

finanziarie e banche coinvolte in queste attività illegali.

Aveva anche indagato sulla scomparsa del giornalista Mauro de

Mauro (anch’egli impegnato in indagini giornalistiche sulla

mafia siciliana)

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Carta d’identità

cognome : CHINNICI

nome : ROCCO

luogo di nascita: Misilmeri

data di nascita : 19 gennaio 1925luogo di morte: Palermo

data di morte: 29 luglio 1983

professione : magistrato

causa di morte : attentato con auto imbottita di esplosivo

davanti alla sua abitazione.

azioni antimafia: guidò la creazione del “Pool antimafia”,

in cui fece lavorare i giovani Falcone e Borsellino;

condusse il lavoro istruttorio per il maxi processo

antimafia di Palermo del 1986-1987.

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Carta d’identità

cognome : DALLA CHIESA

nome : CARLO ALBERTO

luogo di nascita: Saluzzo

data di nascita : 27 settembre 1920

luogo di morte: Palermo

data di morte: 30 aprile 1982

professione : vicecomandante generale dell’Arma dei

carabinieri e prefetto di Palermo

causa di morte : ucciso dalla mafia assieme alla moglie,

mentre stavano viaggiando in auto

azioni antimafia:fu nominato prefetto di Palermo per la

lotta a Cosa Nostra, avendo egli già ottenuto grandi

risultati nella lotta alle Brigate Rosse nel Nord Italia.

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Carta d’identità

cognome : FALCONE

nome : GIOVANNI

luogo di nascita: Palermo

data di nascita : 18 maggio 1939

luogo di morte: Palermo

data di morte: 23 maggio 1992

professione : magistrato

causa di morte : attentato mafioso (Strage di Capaci)

azioni antimafia: lavorò nel “Pool antimafia” voluto da

Chinnici; collaborò alle indagini per il Maxi processo

antimafia di Palermo del 1986-1987. Nel gennaio '90, Falcone

coordinò anche un'importante inchiesta che condusse

all'arresto di trafficanti di droga colombiani e siciliani.

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Carta d’identità

cognome : BORSELLINO

nome : PAOLO EMANUELE

luogo di nascita: Palermo

data di nascita : 19 gennaio 1940

luogo di morte: Palermo

data di morte: 19 luglio 1992

professione : magistrato

causa di morte : attentato mafioso(via

D’Amelio, Palermo)

azioni antimafia: lavorò nel “Pool antimafia”

voluto da Chinnici; collaborò alle indagini per

il Maxi processo antimafia di Palermo del 1986-

1987; fu procuratore della repubblica di

Marsala; nei mesi prima della morte rilasciò

molte interviste e prese parte convegni in cui

denunciava la debolezza dello stato italiano

nella lotta alla mafia.

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Carta d’identità

cognome : PUGLISI

nome : PINO

luogo di nascita: Palermo

data di nascita : 15 settembre 1937

luogo di morte: Palermo

data di morte: 15 settembre 1993

professione : sacerdote

causa di morte : attentato mafioso in pieno giorno sotto

casa propria

azioni antimafia: seguì le problematiche sociali delle

periferie di Palermo e in particolare del suo quartiere,

“Il Brancaccio”; creò il centro giovanile “Padre Nostro”

per allontanare i giovani dalla malavita.

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………….E NOMI DI OGGI…………

Carta d’identità

cognome : ROBERTI

nome : FRANCO

luogo di nascita: Napoli

data di nascita : 16 novembre 1947

professione : Procuratore nazionale antimafia dal 2013

azioni antimafia: fino al 2011 è stato sostituto procuratore

nazionale antimafia presso la Direzione Nazionale Antimafia

ed è stato poi nominato procuratore aggiunto della Repubblica

di Napoli. È stato quindi coordinatore della Direzione

Distrettuale Antimafia della Procura di Napoli e di Salerno,

fino alla carica attuale.

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Carta d’identità

cognome : DI MATTEO

nome : NINO

luogo di nascita: Palermo

data di nascita : 26 aprile 1961

luogo di morte: Palermo

professione : magistrato

azioni antimafia: ha indagato sulle stragi di

Falcone, Borsellino, Chinnici e Saetta; attualmente è

impegnato nelle indagini sulla presunta trattativa

Stato-Mafia; dopo la minaccia di morte ricevuta da

Totò Riina vive sotto scorta.

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«La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”» (I.Asimov)

«Restituire violenza alla violenza moltiplica la violenza, aggiungendo una più profonda oscurità a una notte che è già

priva di stelle. L’oscurità non può allontanare l’odio, solo

l’amore può farlo.» (M. L. King)

«La violenza non è forza, ma debolezza, né mai può

essere creatrice di cosa alcuna,, ma soltanto di

distruzione.» (B. Croce)

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«A che serve fare guerre se tu non sei

capace di fare questa guerra profonda

contro il male?... Essa comporta dire di

no all’odio fratricida e alle menzogne di

cui si serve, dire di no alla violenza in

tutte le sue forme, dire di no alla

proliferazione delle armi e del loro

commercio illegale.» (Papa Francesco)

«Apprendere che nella battaglia della vita si può facilmente

vincere l’odio con l’amore, la menzogna con la verità, la

violenza con l’abnegazione dovrebbe essere un elemento

fondamentale nell’educazione…» (Gandhi)

«Violentare le coscienze è un grave danno fatto all’uomo.

E’ il più doloroso colpo inferto alla sua dignità umana. E’

in un certo senso, peggiore dell’infliggere la morte fisica,

dell’uccidere.» (Giovanni Paolo II)

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Ognuno di noi sente dentro di sé una inclinazione, un carisma. Un progetto che rende ogni uomo unico e irrepetibile. Questa chiamata, questa vocazione è il segno dello Spirito Santo in noi. Solo ascoltare questa voce può dare senso alla nostra vita.

E' importante parlare di mafia, soprattutto nelle scuole, per combattere contro la mentalità mafiosa, che è poi qualunque ideologia disposta a svendere la dignità dell'uomo per soldi. E se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto…”.

Chi usa la violenza non è un uomo, è una bestia. Se siete ancora uomini fatevi vedere alla luce del sole, parliamone, incontriamoci…

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