PPT "Riprendiamoci i Nostri Sogni"
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Sulla scia delle vere regole di vita
1. Osservare con diligenza le regole
2. Parlare con un tono rispettoso senza urlare
3. Non assumere mai atteggiamenti inadeguati o sleali
4. Non litigare: essere sempre rispettosi e corretti
5. Avere sempre un comportamento responsabile
6. Essere sempre propositivi e leali
7. Aiutarsi e sostenersi nel lavoro reciprocamente
8. Accogliere e prodigarsi per il diverso
9. Potenziare l’autonomia personale
10.Aprire mente e cuore a ciò che dona vita vera
8.
E’ bello saper aiutare
e sostenere chi si
trova in difficoltà.
Essere sempre guidati
da fede e amore.
9
Una cosa molto
importante è essere
leali e sinceri con gli
amici in famiglia e a
scuola.
7.
Ci piacerebbe poter
esprimere le nostre
opinioni e
confrontarle con gli
altri:
11.
A scuola è importante
essere seri,
responsabili, attenti e
studiosi. Fare i
buffoni, non va bene.
12.
Imparare a saper
condividere, idee,
opinioni, iniziative,
momenti gioiosi.
10.
Un consiglio che darei
ai miei amici è quello
di ascoltare i genitori:
sono essi la nostra
sicurezza.
14.
Per vivere bene è
molto importante
riflettere prima di
agire o di fare
qualche cosa.
15.
Cercare di vedere
negli altri sempre il
lato positivo. Saper
consolare e donare
gioia.
13.
Il lavoro svolto ci ha
insegnato tante cose:
ora tocca a noi
metterle in pratica e
vivere bene.
Regole
Per una buona
Educazione
A scuola:
Per una
buona
Educazione
A scuola:
LE REGOLE PER VIVERE BENE A SCUOLA
1. L’Abbigliamento idoneo
2. La Puntualità responsabile
3. L’Importanza del saluto
4. La forza di parole gentili e cortesi
5. La gioia della condivisione
6. Il rafforzamento di capacità attentive
7. Il consolidamento di un impegno serio
8. La conquista di una maturazione responsabile
9. La padronanza nei contenuti oggetto di studio
10.Un cammino di crescita all’insegna dei veri valori
Cosa avete imparato da questo Lavoro?
Questo lavoro ci ha fatto approfondire il significato delle regole in classe e ci
ha aiutato a crescere e maturare. Conoscere meglio ciò che rende la
classe più geniale e meglio rispondente alle esigenze di ognuno, è
molto importante e fa stare tutti meglio e lavorare con più profitto.
Quale Regola vi ha fatto riflettere maggiormente e perché?
Ogni gruppo ha lavorato su due regole, illustrandole con dei fumetti, a noi ha
colpito la regola che dice: “Rafforzare le abilità attentive!” perché con facilità siamo distratti. Ce n’è anche un’altra
che ci ha coinvolto: “Compiere un cammino di crescita all’insegna dei valori”! Sono obiettivi belli e forti.
Cosa suggeriresti perché l’’agire sia meno caotico?
Evitare litigi, spinte, gesti maleducati…
Tenere le mani al suo posto … Non rientrare in aula, se non per
necessità … Rispettare i più piccoli e gli indifesi
… Sentire la ricreazione come un
momento di riposo e di condivisione …
Quali regole vorreste realizzare all’interno della classe?
Noi tutti ci dobbiamo impegnare
seriamente ad essere educati e rispettosi, mai crederci superiori o
deridere qualcuno… Dobbiamo essere più solleciti e
responsabili nello studio, nel lavoro di preparazione
e nell’attenzione in classe
Dando uno sguardo d’insieme: quali consigli?
Puntare meno il dito contro gli
altri … Prima di parlare, riflettere … Relazionarsi con rispetto e
gentilezza ... Non fare mai scherzi volgari … Credere in se stessi e negli altri ... Agire con schiettezza e sincerità …
«Quando non si adora Dio si diventa
adoratori del male. La 'ndrangheta è
adorazione del male. E il male va
combattuto, bisogna dirgli di no. La Chiesa
deve sempre più spendersi perché il bene
possa prevalere. I mafiosi sono scomunicati,
non sono in comunione con Dio».
"Non lasciatevi rubare la speranza, cari
giovani, l'ho detto tante volte, lo ridico
oggi", ha aggiunto papa Francesco. "E non
fatevi rubare la speranza, lo dico a tutti".
Ha quindi rivolto parole di incoraggiamento,
parlando con grande forza, a tutti i membri
della Chiesa, fedeli, catechisti, volontari.
Una Messa già sentita come «storica» dai
calabresi Papa Francesco in Calabria
Papa Francesco ha chiesto ai mafiosi di convertirsi - senza però parlare esplicitamente di scomunica, come nel discorso in Calabria, in occasione del suo incontro con le vittime alla chiesa romana di San Gregorio VII. «Convertitevi c'è tempo per non finire nell'inferno, che è quello che vi aspetta se non cambiate strada», le dure parole rivolte al termine della veglia di preghiera «ai grandi assenti, ma protagonisti: uomini e donne di mafia». «Per favore cambiate vita! Convertitevi, fermate di fare il male! Noi preghiamo per voi: convertitevi ve lo chiedo in ginocchio è per il vostro bene», ha ripetuto. «Questa vita che vivete - ha continuato con voce profonda Francesco - non vi darà felicità, gioia. Potere e denaro che avete adesso da tanti affari sporchi, dai crimini mafiosi sono denaro insanguinato, potere insanguinato non potrai portarlo all'altra vita». «Avete avuto un papà e una mamma pensate a loro e convertitevi».
Promuovere la dignità della persona significa riconoscere che essa possiede diritti inalienabili di cui non può essere privata ad arbitrio di alcuno e tanto meno a beneficio di interessi economici.
Sabato 7 febbraio 2015 noi alunni di classe IIA e IIIA abbiamo visto il film “La mafia uccide solo
d’estate”, realizzato da Pif (Pierfrancesco Diliberto), un personaggio televisivo che siamo abituati a
conoscere attraverso i programmi del canale televisivo MTV in cui documenta con la sua telecamera
e contemporaneamente commenta fatti, luoghi, persone e curiosità dei nostri giorni.
Il suo film è girato con questa tecnica ma è ambientato a Palermo durante gli anni ’80 e ’90.
I personaggi che fanno parte di questa storia sono parecchi e il protagonista, nonché narratore della
vicenda è Arturo, il quale si innamora di Flora, la figlia di un ricco banchiere.
Fin da piccolo si comincia ad interessare alla politica e dell’attualità vedendo per la prima volta in
televisione il presidente del consiglio Giulio Andreotti, per il quale ha una vera passione.
Nel film vengono riportate anche parecchie tragedie, quali: l’attentato a Boris Giuliano, incontrato
tutti i giorni dal ragazzo al bar; la morte di Pio la Torre e quella di Carlo Alberto Della Chiesa
(quest’ultimo aveva addirittura concesso un’intervista ad Arturo, vincitore di un concorso per giovani
giornalisti); l’attentato a Rocco Chinnici, il quale morì a causa di una bomba installata fuori dalla sua
casa ed infine le stragi in cui persero la vita Giovanni Falcone, presso Capaci, e Paolo Borsellino, in
Via d’Amelio.
Alcuni di questi uomini di politica o di legge noi studenti li conoscevamo già, come ad esempio
proprio Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Da come li abbiamo visti nel film i cittadini di Palermo, rispetto ai fatti di sangue che si compiono
attorno a loro, si possano descrivere con una sola parola: “OMERTÀ”. Il significato che abbiamo
trovato nel dizionario per questo termine è: “regola della malavita organizzata e consuetudine
culturale dei luoghi da essa dominati, che obbligano al silenzio sull'autore di un delitto e sulle
circostanze di esso”.
Tutto diverso è, invece, l’atteggiamento di Arturo rispetto ai fatti terribili che avvenivano intorno a lui:
egli prende da subito una posizione, interessandosi alle vicende e alle decisioni politiche.
Ci ha molto colpito anche il fatto che, alla fine del film, Arturo voglia far conoscere a suo figlio, sin da
molto piccolo, gli orrori delle stragi mafiose e l’impegno di tanti uomini di stato contro di essa.
DI SEGUITO ALCUNE NOSTRE RIFLESSIONI
EMERSE DAL DIBATTITO SUCCESSIVO ALLA VISIONE DEL FILM:
Io penso che se mi fossi trovata in quel preciso contesto mi sarei interessata
particolarmente, proprio come il protagonista, avrei preso una posizione e avrei
cercato di informarmi più possibile.
Dunque il messaggio che ha voluto dare il regista (che è anche l’attore che interpreta
Arturo) al pubblico è informarlo sull’accaduto sotto forma di una simpatica
commedia, ma anche denunciare l’omertà dei cittadini di Palermo.
Diventando adulta io vorrei un mondo rispettoso del valore della e persona e sincero,
in cui tutti collaborino per una vita migliore, in pace e libera. Sono proprio questi,
infatti, i valori in cui credo io, pur sapendo la difficoltà nell’affermarli.
(Gioia, classe IIIA)
Penso che se mi fossi trovata in quel preciso contesto non sarei rimasta con le mani
in mano ma avrei cercato un modo per impegnarmi. Il messaggio che il regista vuole
trasmettere infatti è l’essere altruisti, non pensare solo a sé stessi per paura, ma farsi
coraggio ed aiutare la gente. Diventando adulta vorrei un mondo senza conflitti,
perché siamo tutti uguali e allo stesso livello. Non ci sono persone meglio di altre.
(Maddalena, classe IIIA)
Io penso che il regista con questo film voglia sensibilizzare soprattutto le nuove
generazioni a saper combattere le mafia, a conoscere gli atti terribili che essa è in
grado di compiere e a lottare perché queste persone non rimangano impunite.
(Stefano, classe IIIA)
La mafia è ancora da temere. Dato che non sono una persona nota, quindi non
esposta alle minacce della mafia, avrei aderito alle proteste della popolazione,
perché non si poteva rimanere muti dopo tutti i soprusi attuati dall’organizzazione
criminale. Quindi aderisco al messaggio che il regista ci vuole dare: non
dobbiamo tacere, perché nel silenzio la mafia cresce di potere e di numero.
Opponiamoci a questi criminali, parliamo e combattiamoli con gli strumenti dello
Stato, in questo modo potremo vincere questi soggetti! Potremo forse pensare
allora ad un’Italia nuova, in cui il crimine non entri più nella politica e nelle
nostre vite, in cui gli uomini giusti non muoiano perché danno fastidio a persone di
un certo calibro mafioso, come ad esempio Totò Riina.
Vorrei un mondo in cui ci sia sì progresso, ma si guardi con un occhio di riguardo
al passato e alle lezioni che ci può dare, un mondo giusto.
(Vittorio, classe IIIA)
Ciò che avrei fatto io sarebbe stato una via di mezzo tra il comportamento di Arturo e
quello dei palermitani. Sostengo la stessa idea conclusiva di Arturo: “i genitori hanno
due doveri verso i figli: il primo è difenderli dalla malvagità dell’uomo, il secondo è
insegnargli a riconoscerla.” È esattamente ciò che egli cerca di fare con il figlio, anche
in tenera età, quando il piccolo non può esattamente comprendere la serietà e
l’importanza di determinati avvenimenti. Il messaggio che, credo, Pif volesse mandare
con il film è combattere l’omertà in Sicilia e magari in tutta Italia. Diventando adulta,
vorrei proprio questo , che l’omertà si cancellasse e non ricapitasse più qualcosa di
simile a questo, anche perché una formica non può smuovere una montagna, ma tante
sì. (Giulia, classe IIIA)
Il messaggio che il regista ha voluto dare è quello di denuncia contro la mafia, vista
inizialmente con gli occhi di un bambino, poi con quelli di tutti i palermitani. Io credo
nella giustizia e nell’onestà e sono proprio questi i principali fattori del mondo in cui
vorrei vivere un giorno, diventando adulta. Ho sempre sognato un paese in cui la gente,
quando mette un piede fuori casa, non ha paura che le succeda qualcosa, magari
mentre passeggia, come è successo nel film. Vorrei un mondo pieno di bontà, pace,
amore, giustizia… un mondo in cui è facile trovare lavoro, così tutti avranno un tetto
sopra la testa, senza bisogno di rubare. Vorrei un mondo in cui il motto sia: “Abbasso
la superficialità, viva l’umiltà!”….peccato che non esiste e non esisterà mai.
(Lucrezia, classe IIIA)
La mafia uccide solo d’estate è un film delicato ma anche forte e drammatico, capace di
raccontare attraverso gli occhi innocenti di un bambino le crudeltà della mafia. Un film che
fa riflettere, perché ancora una volta racconta la nostra storia e la storia di quegli uomini e
quelle donne che hanno cercato di combatterla sacrificando la propria vita. Si può parlare
di “nostra storia” perché la mafia può attaccare tutti noi che ci sentiamo al sicuro e lontani
ma essa, per essere abbattuta, deve essere combattuta da ogni cittadino. Il regista ci vuole
far capire che la mafia è capace di crescere e diventare più potente grazie all’omertà e ai
silenzi, ma anche di diminuire ed estinguersi tramite l’azione e la lotta di ogni persona.
E credo che Pif, inserendo nel film le scene degli attentati realmente accaduti, voglia farci
riflettere facendoci capire che si può parlare di temi forti anche con sottile ironia ma senza
dimenticare. E’ molto difficile mettersi nei panni dei personaggi del film, perché di mafia si
sente spesso parlare ma di solito si pensa che ci siano solo due parti coinvolte: chi combatte
la mafia e la mafia stessa. In realtà la mafia influenza la vita di tutti e non solo dei mafiosi e
di chi la combatte. Probabilmente la paura di rimetterci la vita mi porterebbe al silenzio e
all’omertà.
(Andrea A., classe IIIA)
Se fossi stata nei panni dei palermitani avrei cercato di adottare il metodo che ritengo
più giusto, ovvero non fare la finta cieca davanti agli avvenimenti che dimostravano la
presenza della mafia. Il regista, secondo me, ha voluto coinvolgere il pubblico negli
eventi più tragici della nostra storia recente riguardante la mafia attraverso la sua
storia con Flora.
(Francesca P., classe IIIA)
In quel contesto, considerando la mia età, onestamente non avrei preso nessuna posizione per
paura. Il messaggio trasmesso dal regista è rivolto a tutti i giovani giornalisti e attivisti
siciliani che hanno affrontato la verità senza nascondersi, diventando troppo spesso vittime
di mafia.
Poiché credo nei valori della famiglia, del rispetto, dell’amicizia e della lealtà vorrei vivere
in un mondo dove regna la pace e la serenità e non in una realtà come quella che ho visto nel
film.
(Andrea N., classe IIIA)
Se mi fossi trovata in quel contesto mi sarei affiancata a chi fosse stato sinceramente
contrario alla mafia. Se non avessi visto miglioramenti e la situazione nella mia città fosse
peggiorata, sarei emigrata altrove. Il regista ha voluto quindi dare un messaggio ben
preciso: essere sinceri, anche se a volte non è semplice, sapersi distinguere dalla massa,
riuscendo ad esporre le proprie idee in modo pulito. Fin dall’inizio cercare di far capire e far
distinguere alle persone ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Io credo che l’unione faccia
la forza e quindi se le persone vogliono collaborare per sconfiggere ciò che le infastidisce e
credono fino in fondo nei loro valori, possono riuscire a superare ogni ostacolo. Consiglio di
andare fino alla fine e rischiare, anche se spesso è molto pericoloso. Una sola persona è
come una goccia versata in un vaso: una sola non farebbe la differenza, ma se ognuno di noi
ci mettesse l’impegno e ne versasse una, non ci vorrebbe molto per riempirlo.
(Francesca I., classe IIIA)
Io non avrei fatto un atto di omertà, anche se avessi avuto una famiglia, ma ci avrei
comunque riflettuto bene, perché la vita è una sola. Il regista ci ha voluto trasmettere la
rilevanza degli eroi che hanno combattuto contro la mafia e io, crescendo, vorrei avere
appunto un mondo più onesto e meno corrotto, soprattutto in politica.
(Luca V., classe IIIA)
Al suo posto, io mi sarei preoccupata molto, e avrei temuto che qualche attentato capitasse
ad una persona cara. Questo film, mi è piaciuto molto, sono felice di averlo visto.
Il regista ci vuole far capire quanta gente atroce e cattiva esista nel mondo, disposta a
commettere cose orribili pur di ottenere ciò che desidera.
(Naomi, classe IIA)
Io non uscirei neanche fuori di casa per la paura e non andrei mai ad intervistare dei politici,
poiché, dato che loro venivano uccisi dalla mafia, sarebbe potuto capitare qualcosa anche a
me. Quindi io non mi sarei mai avvicinata a loro.
Secondo me il messaggio che il regista ci vuole trasmettere e che c’è sempre qualcuno che ci
protegge e che dobbiamo imparare ad essere coraggiosi e aiutare sempre gli altri perché
ognuno di noi è molto importante.
Vorrei tanto che il mondo cambiasse e che tutti gli uomini capissero che bisogna aiutarsi e
che non bisogna far del male a nessuno e che tutti noi diventassimo più educati.
(Jaslene, classe IIA)
A causa della mafia, molti palermitani, per non essere uccisi, dovevano stare zitti e fare
finta di niente (appunto il termine omertà) mentre essa uccideva man mano sempre più
gente.
Anche la vita di Arturo era abbastanza complicata a causa della mafia ma lui non ha perso
la speranza tanto che è riuscito anche a diventare un giornalista. Io mi sarei comportato
diversamente dai palermitani: non avrei fatto finta di niente mentre la mafia uccideva
persone innocenti, anch’io mi sarei opposto a questa organizzazione criminale.
Poche persone hanno il coraggio di affrontarla(Falcone e Borsellino sono quelli che
ricordiamo di più)
Secondo me il regista ha voluto farci capire che cos’era la mafia vissuta in quel tempo,
quali eroi sono morti ma non invano, infatti hanno combattuto coraggiosamente contro
questa terribile organizzazione criminale.
(Francesco, classe IIA)
Io non so come mi sarei comportato, mi sarebbe piaciuto avere il coraggio che hanno avuto
i giudici Falcone e Borsellino che hanno continuato a fare il loro lavoro di lotta contro la
mafia facendo arrestare i mafiosi, nonostante sapessero per questo di essere in pericolo.
Secondo me il regista ha voluto trasmetterci il messaggio che non dobbiamo rassegnarci ai
soprusi e alla prepotenza di chi è più grande o più forte di noi ma dobbiamo lottare contro
le ingiustizie e contro l’indifferenza.
Io credo nella giustizia, nel rispetto del prossimo e vorrei vivere in un mondo in cui questi
valori vengono rispettati.
(Luca, classe IIA)
Probabilmente non so se sarei stata in grado di dire la verità e di battermi per essa, avrei
creduto all’idea comune, cioè che la Mafia non esisteva, che tacere era meglio che parlare e
attirarsi addosso dei guai.
Avrei preferito confondermi tra la folla, per non passare dei guai, anche se so che questo
pensiero, questo concetto moralmente sbagliato, questo dubbio, mi avrebbe sempre
perseguitato.
I grandi uomini politici non contrastavano assolutamente le idee dei cittadini, per loro era
preferibile che pensassero che la mafia non esistesse che omicidi, delitti e misfatti fossero
all’ordine del giorno, che era preferibile insomma, coprirsi gli occhi e le orecchie e
proseguire la loro normale vita.
Il film esprime lo sdegno e la rabbia che c’è nei palermitani, ma anche nelle persone di tutta
Italia, nei confronti della mafia.
Vuole dire quanto bisogna credere in degli ideali ed in un futuro migliore, che nella vita non
basta chiudere gli occhi e aspettare che i problemi scivolino via.
Alla fine, tutto ciò che è stato compiuto di sbagliato viene a galla, non serve a nulla
nascondersi, perché non combattere questo mostro a molte teste?
Impegnarsi per sostenere la lotta contro la mafia, come tanti hanno fatto prima di noi,
sacrificando le loro vite, azzerando contatti con amici, parenti … pur di costruire fondata su
degli ideali, per un futuro migliore!
Tutti noi oggi dobbiamo moltissimo a tutti coloro che hanno combattuto duramente, quasi
sempre pagando con la vita.
(Marta, classe IIA)
Se fosse per me io avrei reagito come ha fatto Arturo: e quindi avrei cercato di fare
qualcosa di costruttivo.
Il messaggio che ha voluto dare il regista è che la mafia va combattuta fino a
perderci la vita, e vuole che noi ci ricordiamo ancora oggi di uomini di giustizia
che sono stati uccisi, per sconfiggere la mafia. I valori sociali che credo siano più
importanti sono la famiglia, la fede, l’amicizia e la salute, credo che siano le cose
più importanti, perché sono quei valori che ti fanno vivere bene. Io credo anche ad
un mondo migliore, senza più mafia o ladri, senza più delinquenza e ignoranza,
un mondo in cui tutti sono felici, un mondo in cui non cui siano più guerre e
differenze di colore. Mi piacerebbe un mondo di sola pace.
(Maria Teresa, classe IIA)
Io in quei tempi, per paura, non mi sarei interessato troppo alla mafia in modo da
non essere coinvolto, sapendo quello che sarebbe successo.
Il regista secondo me vuole esprimere i suoi sentimenti nei confronti della mafia,
raccontando le cose orribili che ha fatto e dire che nel mondo ci sono persone che
non capiscono il vero senso della vita e quindi ricorrono alla violenza.
(Matthieu, classe IIA)
Carta d’identità cognome : LA TORRE
nome : PIO
luogo di nascita: Palermo
data di nascita : 24 dicembre 1927
luogo di morte: Palermo
data di morte: 30 aprile 1982
professione : sindacalista
causa di morte : ucciso dalla mafia, mentre guidava la
macchina da una raffica di proiettili
azioni antimafia: Propose la legge che introduceva il reato
di associazione mafiosa ed la norma per la confisca dei beni
ai mafiosi. Fu componente della Commissione Parlamentare
Antimafia e fu tra i redattori della relazione di minoranza
della Commissione antimafia, che accusava Giovanni
Gioia, Vito Ciancimino, Salvo Lima ed altri uomini politici
di avere rapporti con la mafia
NEL NOSTRO PERCORSO DI APPROFONDIMENTO ABBIAMO
POTUTO CONOSCERE NOMI FONDAMENTALI NELLA LOTTA
ALLA MAFIA ……….
……. NOMI DI IERI ……………
Carta d’identità cognome : GIULIANO
nome : GIORGIO BORIS
luogo di nascita: Piazza Armerina
data di nascita : 22 ottobre 1930
luogo di morte: Palermo
data di morte: 21 luglio 1979
professione : Commissario capo della squadra mobile
causa di morte : ucciso in un bar di Palermo dal mafioso
Leoluca Bagarella (legato al clan di Cosa Nostra) perché stava indagando su di lui.
azioni antimafia: poco prima di morire Giuliano aveva avviato
un’indagine sul riciclaggio di denaro sporco guadagnato dalla mafia, scovando numerosi complici all’interno di società
finanziarie e banche coinvolte in queste attività illegali.
Aveva anche indagato sulla scomparsa del giornalista Mauro de
Mauro (anch’egli impegnato in indagini giornalistiche sulla
mafia siciliana)
Carta d’identità
cognome : CHINNICI
nome : ROCCO
luogo di nascita: Misilmeri
data di nascita : 19 gennaio 1925luogo di morte: Palermo
data di morte: 29 luglio 1983
professione : magistrato
causa di morte : attentato con auto imbottita di esplosivo
davanti alla sua abitazione.
azioni antimafia: guidò la creazione del “Pool antimafia”,
in cui fece lavorare i giovani Falcone e Borsellino;
condusse il lavoro istruttorio per il maxi processo
antimafia di Palermo del 1986-1987.
Carta d’identità
cognome : DALLA CHIESA
nome : CARLO ALBERTO
luogo di nascita: Saluzzo
data di nascita : 27 settembre 1920
luogo di morte: Palermo
data di morte: 30 aprile 1982
professione : vicecomandante generale dell’Arma dei
carabinieri e prefetto di Palermo
causa di morte : ucciso dalla mafia assieme alla moglie,
mentre stavano viaggiando in auto
azioni antimafia:fu nominato prefetto di Palermo per la
lotta a Cosa Nostra, avendo egli già ottenuto grandi
risultati nella lotta alle Brigate Rosse nel Nord Italia.
Carta d’identità
cognome : FALCONE
nome : GIOVANNI
luogo di nascita: Palermo
data di nascita : 18 maggio 1939
luogo di morte: Palermo
data di morte: 23 maggio 1992
professione : magistrato
causa di morte : attentato mafioso (Strage di Capaci)
azioni antimafia: lavorò nel “Pool antimafia” voluto da
Chinnici; collaborò alle indagini per il Maxi processo
antimafia di Palermo del 1986-1987. Nel gennaio '90, Falcone
coordinò anche un'importante inchiesta che condusse
all'arresto di trafficanti di droga colombiani e siciliani.
Carta d’identità
cognome : BORSELLINO
nome : PAOLO EMANUELE
luogo di nascita: Palermo
data di nascita : 19 gennaio 1940
luogo di morte: Palermo
data di morte: 19 luglio 1992
professione : magistrato
causa di morte : attentato mafioso(via
D’Amelio, Palermo)
azioni antimafia: lavorò nel “Pool antimafia”
voluto da Chinnici; collaborò alle indagini per
il Maxi processo antimafia di Palermo del 1986-
1987; fu procuratore della repubblica di
Marsala; nei mesi prima della morte rilasciò
molte interviste e prese parte convegni in cui
denunciava la debolezza dello stato italiano
nella lotta alla mafia.
Carta d’identità
cognome : PUGLISI
nome : PINO
luogo di nascita: Palermo
data di nascita : 15 settembre 1937
luogo di morte: Palermo
data di morte: 15 settembre 1993
professione : sacerdote
causa di morte : attentato mafioso in pieno giorno sotto
casa propria
azioni antimafia: seguì le problematiche sociali delle
periferie di Palermo e in particolare del suo quartiere,
“Il Brancaccio”; creò il centro giovanile “Padre Nostro”
per allontanare i giovani dalla malavita.
………….E NOMI DI OGGI…………
Carta d’identità
cognome : ROBERTI
nome : FRANCO
luogo di nascita: Napoli
data di nascita : 16 novembre 1947
professione : Procuratore nazionale antimafia dal 2013
azioni antimafia: fino al 2011 è stato sostituto procuratore
nazionale antimafia presso la Direzione Nazionale Antimafia
ed è stato poi nominato procuratore aggiunto della Repubblica
di Napoli. È stato quindi coordinatore della Direzione
Distrettuale Antimafia della Procura di Napoli e di Salerno,
fino alla carica attuale.
Carta d’identità
cognome : DI MATTEO
nome : NINO
luogo di nascita: Palermo
data di nascita : 26 aprile 1961
luogo di morte: Palermo
professione : magistrato
azioni antimafia: ha indagato sulle stragi di
Falcone, Borsellino, Chinnici e Saetta; attualmente è
impegnato nelle indagini sulla presunta trattativa
Stato-Mafia; dopo la minaccia di morte ricevuta da
Totò Riina vive sotto scorta.
«La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”» (I.Asimov)
«Restituire violenza alla violenza moltiplica la violenza, aggiungendo una più profonda oscurità a una notte che è già
priva di stelle. L’oscurità non può allontanare l’odio, solo
l’amore può farlo.» (M. L. King)
«La violenza non è forza, ma debolezza, né mai può
essere creatrice di cosa alcuna,, ma soltanto di
distruzione.» (B. Croce)
«A che serve fare guerre se tu non sei
capace di fare questa guerra profonda
contro il male?... Essa comporta dire di
no all’odio fratricida e alle menzogne di
cui si serve, dire di no alla violenza in
tutte le sue forme, dire di no alla
proliferazione delle armi e del loro
commercio illegale.» (Papa Francesco)
«Apprendere che nella battaglia della vita si può facilmente
vincere l’odio con l’amore, la menzogna con la verità, la
violenza con l’abnegazione dovrebbe essere un elemento
fondamentale nell’educazione…» (Gandhi)
«Violentare le coscienze è un grave danno fatto all’uomo.
E’ il più doloroso colpo inferto alla sua dignità umana. E’
in un certo senso, peggiore dell’infliggere la morte fisica,
dell’uccidere.» (Giovanni Paolo II)
Ognuno di noi sente dentro di sé una inclinazione, un carisma. Un progetto che rende ogni uomo unico e irrepetibile. Questa chiamata, questa vocazione è il segno dello Spirito Santo in noi. Solo ascoltare questa voce può dare senso alla nostra vita.
E' importante parlare di mafia, soprattutto nelle scuole, per combattere contro la mentalità mafiosa, che è poi qualunque ideologia disposta a svendere la dignità dell'uomo per soldi. E se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto…”.
Chi usa la violenza non è un uomo, è una bestia. Se siete ancora uomini fatevi vedere alla luce del sole, parliamone, incontriamoci…