PowerPoint sull'Ebraismo

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“Stabilirò la mia alleanzaalleanza con te e con la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza”. (Gn 17,7)

Il termine ebraico berit (“alleanza”, “patto”), è uno dei termini più importanti della Scrittura. Esso esprime la scelta che Dio ha fatto verso il suo popolo, un legame stretto di amicizia e di amore.

Dio crea l’uomo LIBEROLIBERO

Dio vuole creare un’amiciziaamicizia con l’uomo

L’alleanza è il “si”“si” dell’uomo a Dio

Questo si concretizza con il “si” di AbramoAbramo

Abramo è il padre nella fedepadre nella fede, è il capostipite del popolo ebraico.

«Il Signore disse ad Abram: “Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra”, Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore». (Gn 12,1-4)

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A causa di una carestia, GiacobbeGiacobbe (figlio di Isacco che è figlio di Abramo) si trasferisce con tutto il su popolo in Egitto, per raggiungere il figlio GiuseppeGiuseppe, che in quel paese aveva fatto fortuna, dopo essere stato venduto dai fratelli ad una carovana di Ismaeliti.

Dopo un primo momento di convivenza pacifica con gli Egiziani, gli Ebrei vengono ridotti in schiavitù per circa quattro secoli, fino a quando, sotto il faraone Ramses II Dio sceglie a Mosè per salvare il suo popolo.

Celebrata la Pasqua gli ebrei sono condotti da Mosè fuori dall’Egitto per giungere alla terra promessa. L’alleanza tra Dio e il popolo si rafforzerà nel deserto, luogo di crisi, ma anche di grandi rivelazioni.

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Gli ebrei giungono, dopo un esilio di 40 anni in Palestina (la terra promessa ad Abramo!), condotti da Giosuè che era succeduto a Mosè.

La conquista della Terra di Canaan è lunga e viene portata a termine nel corso dei secoli sotto la monarchia.

Il periodo da GiosuèGiosuè alla monarchia si chiama età dei GiudiciGiudici, capi che hanno poteri militari e civili, considerati rappresentanti di Dio nel dirimere le controversie interne ed esterne al popolo.

Successivamente ai Giudici abbiamo il periodo dei ReRe (Saul, Davide, Salomone) per affrontare la difficile situazione politica.

Il re viene scelto da Dio attraverso l’unzione del profeta e guida il popolo facendo le veci di Dio.

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Alla morte di Salomone il regno si divideregno si divide in due parte: il regno di Giuda (al sud) e il regno d’Israele (al nord) che verranno conquistati il secondo dagli Assiri e il primo dai Babilonesi che sconfiggono gli Assiri.

Nabuccodonosor, re dei Babilonesi, distruggerà il tempio fatto costruire da Salomone e porterà Israele in esilio per 50 anni. Gli esiliati ritorneranno a casa grazie alla vittoria di Ciro re dei Persiani sui Babilonesi.

Gli Ebrei non saranno più un popolo pienamente libero ma saranno sempre dominati da vari imperi.

Verso il 45-50 d.C. la ribellione contro Roma porterà all’assedio e conquista di Gerusalemme da parte dei Romani. Essi distruggeranno il Tempio (oggi non rimane che un muro) e inizia la dispersione degli Ebrei.

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La dispersione degli Ebrei nel mondo (diaspora) iniziata con le conquiste Assire e Babilonesi si accentua con la distruzione romana.

La convivenza degli Ebrei con le altre popolazioni non è sempre stata facile: confusioni, errori e pregiudizi, hanno dato vita a un vero e proprio mito ebreo che è stato alla base dell’antiebraismo e si è codificato in due affermazioni:

- Il popolo ebraico è responsabile della morte di Gesù (deicidio)

- La sua dispersione è la giusta punizione a questo delitto.

Antiebraismo: Antiebraismo: ostilità verso gli Ebrei per la loro religione.

AntisemitismoAntisemitismo:: Persecuzione contro la razza ebraica.

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Fino all’XI sec. le ripercussioni rimasero prive di conseguenze decisive.

Nonostante gli Ebrei fossero sottoposti ad una legislazione particolare, continuarono a mescolarsi in Occidente senza distinguersi né nell’impiego, né nella lingua né negli abiti.

I problemi sorsero nel 1100 d.C.: dopo le prime due crociate gli Ebrei furono posti fuori dalla società e nel Nord dell’Europa i crociati massacrarono gli Ebrei considerati infedeli.

Nel 1215 il Concilio Lateranense IV stabilì che gli ebrei dovevano portare segni di riconoscimento (la ruota gialla sull’abito e il cappello a punta).

Nel 1290 furono espulsi dall’Inghilterra e nel 1492 dalla Spagna.

Nel XVI sec. vennero reclusi nel GHETTO: uno spazio chiuso da una porta dove gli Ebrei potevano vivere. Al tramonto le porte venivano chiuse da un custode pagato dagli Ebrei che non potevano uscire fino all’alba.

GHETTO:GHETTO: In Italia il primo quartiere ebraico

sorse a Venezia, dove gli ebrei vennero relegati nell’isola lagunare di

Gheto, da qui il termine “ghetto”.

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Nell’epoca della Rivoluzione Rivoluzione francesefrancese la situazione cambiò. Si prese coscienza della secolare ingiustizia e discriminazione contro gli Ebrei.

Nel 1776 gli Stati Uniti furono il primo paese ad abolire tutte le restrizioni contro gli ebrei. (In Italia gli Ebrei ottennero i pieni diritti a partire dal Piemonte nel 1848 e via via con l’unificazione questo si allargò nelle varie regioni).

Ma l’antiebraismo non scomparve. L’assimilazione, per esempio, nella classe borghese fu dettata da motivi economicimotivi economici.

Nel XIX sec. l’antigiudaismo si colorì di tinte nazionalistiche diventando antisemitismo.

Le comunità ebraiche situate in territorio zarista furono colpite da vessazioni violente e massacri (particolarmente grave fu il massacro di Odessa del 1905). La polizia segreta zarista stilò nei primi anni del ‘900 un testo antisemita: il Protocollo dei saggi di Sion sfruttato in seguito dai nazisti.

La teoria della razza ebraica come razza inferiorerazza inferiore nacque in ambiente tedesco dall’idea che se un popolo è stato oppresso per tanti secoli deve avere un difetto “genetico” che lo ha portato alla debolezza, all’incapacità di difendersi.

Nel 1938 iniziò una violenta persecuzione in Germania e anche in Italia furono approvate le leggi razziali.

Dal 1939 al ’45 furono sterminati circa 6 milioni di Ebrei (ShoahShoah = distruzione)

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Son morto con altri centoSon morto ch'ero bambino

Passato per il caminoE adesso sono nel vento,E adesso sono nel vento.

Ad Auschwitz c'era la neveIl fumo saliva lento

Nel freddo giorno d'invernoE adesso sono nel vento,E adesso sono nel vento.

Ad Auschwitz tante personeMa un solo grande silenzioÈ strano, non riesco ancora

A sorridere qui nel vento,A sorridere qui nel vento

Io chiedo, come può un uomoUccidere un suo fratelloEppure siamo a milioniIn polvere qui nel vento,In polvere qui nel vento.

Ancora tuona il cannone,Ancora non è contentaDi sangue la belva umanaE ancora ci porta il vento,E ancora ci porta il vento.

Io chiedo quando saràChe l'uomo potrà imparareA vivere senza ammazzareE il vento si poserà,E il vento si poserà.

Io chiedo quando saràChe l'uomo potrà imparareA vivere senza ammazzareE il vento si poserà,E il vento si poserà.

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Nel 1947 l’ONU decise di dividere la 1947 l’ONU decise di dividere la PalestinaPalestina in due stati, uno arabo e l’altro ebraico.

Nel 1948 fu proclamata l’indipendenza dello Stato d’Israele ed ebbe inizio la prima guerra arabo-israeliana.

Il Vaticano riconobbe solo nel 1993 lo Stato d’Israele.

Per Sionismo (da Sion, la collina di Gerusalemme dove sorge la parte più antica della città) si intende il movimento che si propone di guidare il ritorno degli ebrei in Israele e la formazione di uno Stato ebraico.

L’idea del ritorno nella terra dei padre affonda le sue radici nella Bibbia. A Pasqua, è tradizione salutarsi con “l’anno prossimo a Gerusalemme”.

Con il sionismo, alla valenza religiosa si aggiunse quella politica. Fu il giornalista ebraico ungherese Herzl a farsi promotore del movimento. Egli lavorava a Parigi quando, nel 1894, un ufficiale ebreo francese fu accusato ingiustamente di spionaggio e condannato all’ergastolo. In questo clima si sentì la necessità di una soluzione politica. Nel 19171917 il governo britannico permise di creare in Palestina (protettorato inglese) un “focolare “focolare nazionale” per il popolo ebreo. nazionale” per il popolo ebreo.

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Il libro sacro degli Ebrei è la Bibbia composta da 39 libri suddivisi in: TorahTorah (la legge, il cammino); Nebi’imNebi’im (scritti profetici); Ketubim Ketubim (scritti sapienziali).

La TorahTorah (i primi 5 libri) è la carta fondamentale che costituisce Israele come popolo eletto. La Torah è un modello di vita per giungere alla felicità.

Gli Ebrei credono in un Dio che si rivela nella storia. Non, dunque, un Dio astratto ma concreto, che rivela il suo nome (“Io sono colui che sono” Es 3,3-15) e che si fa vicino al suo popolo liberandolo (Es 3,7-8)

Gi Ebrei credono che il loro Dio è unico e uno (Es 20,2-6). Unico perché non c’è altro Dio al di fuori di Lui. È vietato farsi un idolo di Dio perché egli è totalmente totalmente AltroAltro per questo non si può rappresentare né pronunciare il nome

Gli ebrei si rivolgono a .(JHWH = יהוחיהוח))Dio chiamandolo Adonai (= Signore). Adonai (= Signore). Per questo gli Ebrei sono nemici di ogni idolatria e totalitarismo; cioè di qualsiasi cosa che si voglia sostituire a Dio.

Gli Ebrei credono che il Dio che li ha salvati e liberati dalla schiavitù è anche il Dio che ha creato e dato la vita, li ha eletti e ha mantenuto la sua promessa donando loro la terra per essere popolo.

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Gli Ebrei credono che il Dio che li ha creati e liberati è anche il Dio che ha voluto stringere un’alleanza con il suo popolo, un patto di fedeltà e di amore. Il popolo ebraico con questa alleanza è stato chiamato a rispondere all’iniziativa di Dio con la fede e con la legge.

La fede degli Ebrei è una fede che nasce dall’ascolto della Parola di Dio (Dt 5,1ss), dalla memoria (Dt 6,6-8) e dalla celebrazione dei grandi eventi salvifici che Dio ha operato in mezzo al Suo popolo (Es 12,1-14; Sal 136)

Gli Ebrei credono nell’avvento di un’era messianica ben tratteggiata dal profeta Isaia (11,1-9) dove si vivrà per sempre nella pace di Dio. Le profezie sono un invito a compiere tutte le opere del Messia, le opere, cioè, di giustizia e di pace che in qualche modo contribuiscono a realizzare già fin da ora il Regno di Dio e ad accelerarne la venuta. L’elezione da parte di Dio non è un privilegio ma un impegno per Dio e per il Suo Regno di giustizia.

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I due triangoli hanno anche un altro senso. Il triangolo con il vertice verso l’alto rappresenta l’elemento femminile e l’acqua, mentre quello con il vertice verso il basso rappresenta l’elemento maschile e il fuoco. La loro unione rimanda ad una visione dualistica della realtà che vede convivere in armonia i due elementi.

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Il libro sacro degli Ebrei è la BibbiaBibbia. È lo stesso nome del testo sacro dei cristiani, e infatti coincide con i libri della prima parte della Bibbia cristiana.

La Bibbia ebraica è chiamata TanachTanach sulla base delle iniziali T N KT N K dei tre corpi dei testi che la compongono: TTorahorah (la Legge); NNebimebim (Profeti); ; KKetubimetubim (gli Scritti).

La parte più importante è la Torah che comprende i cinque libri che contengono l’insegnamento di Mosé (per gli ebrei ortodossi sono libri dati direttamente da Dio a Mosé): Genesi (Bereshith); Esodo Genesi (Bereshith); Esodo (Emot); Levitico (Wayyira’); Numeri (Emot); Levitico (Wayyira’); Numeri (Namidbar); Deuteronomio (Haddevarim).(Namidbar); Deuteronomio (Haddevarim).

Nella Bibbia cristiana la Torah è chiamata Pentateuco.

La Torah è una guida che include la legge di vita degli ebrei. Vi sono 613 precetti dei quali 365 negativi.365 negativi. Rispettandoli si dice “si” a Dio. Le leggi, per gli ebrei, non vanno spiegate, ma sono la proclamazione di un codice di amore, un modo visibile per accettare che Dio ha scelto Israele. Tra questi precetti ci sono le Dieci ParoleDieci Parole che erano custodite nel Tempio, distrutto dai babilonesi nel V sec. a. C.

La Torah non può trattare ogni situazione della vita. La sua applicazione e senso vennero trasmessi per lo più oralmente e vennero raccolti nel II sec. dal rabbino Judah ha-Nasi nella Mishnah, ovvero “ciò che viene “ciò che viene imparato più volte”imparato più volte”. Essa divenne la base per il Talmud babilonese del VI sec. d.C. il quale, diviene importante per la convinzione che una legge orale accanto a quella scritta sono le vie per la santità.

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L’intera giornata dell’ebreo è contraddistinta dal ricordoricordo e dalla celebrazionecelebrazione dell’operare di Dio. È consuetudine, per l’ebreo, coprirsi il capo, come segno di rispetto per l’onnipotenza divina, servendosi della Kippà, piccolo copricapo circolare.

Altri due oggetti legati alla preghiera quotidiana sono:

• i tefillin (filatteri): due piccoli astucci di pelle nera legati con lacci rispettivamente sul braccio sinistro e sulla fronte. Essi contengono manoscritti su pergamena e alcuni brani biblici. Il loro uso è legato a ciò che viene prescritto dallo Shema Israel; si mettono per la preghiera del mattino, tranne il sabato e la festa.

• il tallit o taled (scialle da preghiera): un quadrato di stoffa con dei fiocchi attaccati all’estremità. È bianco, ornato con righe azzurro scuro e si indossa nella preghiera del mattino. (ad esso si ispira la bandiera israeliana)

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SHEMA ISRAEL“Ascolta, Israele, e bada di metterli in pratica, perché tu sia felice e perché tu sia felice e cresciate molto di numero nel Paese dove scorre latte e cresciate molto di numero nel Paese dove scorre latte e miele, come il Signore, Dio dei padri, ti ha detto. Ascolta Israele: il Signore è nostro Dio; il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le tue forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li riscriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte”. (Dt 11,15-19)

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Il sabato è per l’ebraismo un giorno molto particolare. Il suo aspetto più noto è di presentarsi come una giornata di riposo (non si può scrivere, accendere un fuoco, scambiare, viaggiare, commerciare …).

Il verbo “cessare” in ebraico è “shavat” da cui “shabbat”= sabato. Il settimo giorno (il sabato) non si lavora, è il giorno in cui ci si rianima attraverso quei valori e quei sentimenti che non possono essere coltivati durante la settimana quando si è presi dalle proprie preoccupazioni. È il giorno in cui si sta con la famiglia, con la comunità e si celebra l’azione di Dio.

La giornata ebraica va da tramonto a tramonto, per cui il venerdì sera gli Ebrei si riuniscono nella sinagoga per attendere il sabato e pregare. Intanto in casa è già stato preparato tutto; la padrona di casa ha acceso i lumi del sabato e ha preparato il cibo e apparecchiato la tavola, dove, dopo la preghiera in sinagoga, la famiglia si raduna per recitare il kiddush, ossia la preghiera di santificazione della giornata. Il capofamiglia, prende in mano il calice colmo di vino e poi il pane, recita la preghiera di benedizione. Fa passare il calice perché tutti ne bevano, poi intinge il pane nella saliera, lo mangia con il sale e distribuisce un pezzetto a tutta la famiglia.

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Il sabato mattina si va in sinagoga e si legge la Torah, poi si torna a casa e si recita di nuovo il kiddush. Il sabato è un giorno di gioiagioia.

Quando, poi, in cielo sono apparse le prime stelle, in sinagoga e poi in casa, c’è il saluto al sabato, l’Havdalà, benedizione che separa il sabato dal tempo profano.

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È la festa più importante. Anticamente era una festa di primavera dove i pastori ringraziavano per la nascita dei nuovi agnelli. La storicizzazione della festa ha collegato l’agnello e i pani non lievitati al ricordo della liberazione dall’Egitto dove gli Ebrei mangiarono agnello arrostito, erbe amare e pane non lievitato (Es12,1-20).

La Pasqua dura 7 gg. Il culmine del rito è la celebrazione della cena (seder = ordine) che si svolge la prima sera. Prima del pasto si pronuncia l’Haggadah, un racconto molto antico che narra la liberazione dall’Egitto. Durante la cena si consuma: uovo sodo (simbolo della vita), l’agnello in ricordo del sacrificio pasquale; un impasto di diversi frutti (mele cotogne, uvetta) di colore rossastro per ricordare la malta con cui gli Ebrei facevano i mattoni; il pane azzimo, in ricordo del pane non lievitato; le erbe amare per ricordare l’amarezza della schiavitù.

Anticamente era una festa del raccolto. Si celebra sette settimane dopo la Pasqua, per ricordare l’alleanza di Dio con il suo popolo sul monte Sinai (il dono del Decalogo)

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Celebrata in Feb. – Mar. è la festa che ricorda lo scampato pericolo degli ebrei di Persia che sfuggono all’odio del re e del primo ministro Amman, grazie ad Ester, ebrea, divenuta regina di Persia. (Purim = “le sorti” ed indica le sorti tirate da Amman) Nelle Sinagoghe si legge il libro di Ester e la gente invita a casa dove si deve andare vestiti in maniera stravagante e si mangiano dolci speciali.

È il capodanno ebraico, cade in autunno e dura 2 gg. È il compleanno del mondo e il giorno in cui viene emesso il giudizio su ogni creatura. Caratteristico è suonare lo shofar (corno)shofar (corno) che indica la presenza di Dio e richiama al pentimento, infatti dopo 10 gg. c’è il giorno dell’espiazione.

15 gg. dopo la festa dell’anno nuovo. Prima era la festa di chiusura della vendemmia poi è passata a ricordare la peregrinazione e la permanenza degli Ebrei nel deserto. Molti Ebrei costruiscono nei loro giardini delle tende e per 7 giorni mangiano lì.

È il giorno in cui si devono espiare i propri peccati con: la preghiera; il digiuno; il pentimento. Non si può mangiare né bere da sera a sera e si sta gran parte della giornata in Sinagoga a pregare. Termina la giornata con il suono dello Shofar e finisce il digiuno.

È la memoria della vittoria di Giuda Maccabeo sui Seleucidi e la nuova dedicazione del Tempio. Dura 8 gg.; Le famiglie, ogni giorno, accendono una candela sul candelabro ad otto braccia.

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Durante la vita nomade nel deserto, la presenza di Dio in mezzo al popolo era indicata dalla tenda del convegnotenda del convegno dove stava l’Arca dell’Alleanza. Giunti in Israele, Salomone fece costruire un TempioTempio per deporre l’Arca dove gli Ebrei si recavano, in occasione delle maggiori festività, in pellegrinaggio. Il tempio veniva gestito dai sacerdoti.

Dopo la distruzione da parte dei romani, del tempio rimane solo il muro occidentale: il “muro del pianto”“muro del pianto” dove si va a pregare e si suole lasciare un biglietto con una preghiera tra le fessure.

Durante l’esilio gli ebrei istituiscono la sinagoga sinagoga (casa di riunione)(casa di riunione) dove andavano a pregare e a leggere la Torah. Non essendoci più il tempio è rimasta la sinagoga il luogo di preghiera.. Lo studio della Parola sostituisce i sacrifici e il rabbinorabbino (maestro) sostituisce il sacerdote.

L’interno è a pianta rettangolare, non si trovano raffigurazioni umane. C’è, invece, il matroneo, il posto di preghiera delle donne. Sempre si trovano: l’Arca Santa (Aron); un armadio contenente i rotoli della legge e il podio per leggere la Torah. Poi si trova la lampada sempre accesa che ricorda la lampada del Tempio e la presenza della Torah.

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La nascita è una grande gioia e anche l’obbedienza al comando di Dio: “Siate fecondi e moltiplicatevi” (Gn 1,28). Se il nato è un maschio, viene circonciso all’ottavo giorno. Questo gesto è per farlo entrare nell’alleanza di Abramo.

A 13 anni il ragazzo entra nella maggiore età religiosa. Con questa cerimonia l’ebreo assume i diritti e i doveri religiosi e sociali, tra cui lo studio della Torah. Nelle comunità riformate anche le ragazze a 12 anni celebrano il barbar mitsvah.mitsvah.

Il matrimonio è la risposta alla parola di Dio “Non è bene che l’uomo sia solo” (Gn 2,18). I fidanzati sono posti sotto un baldacchino, simbolo del loro focolare. Dopo la lettura dell’atto di matrimonio, si recitano le sette benedizioni nuziali e poi lo sposo rompe il bicchiere dal quale ha bevuto con la sposa, in ricordo della distruzione del tempio.

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È chi “annuncia, notifica, proclama qualcosa”. Questo termine greco viene usato per tradurre l’ebraico nabhi’ = nabhi’ = chiamatochiamato. Il profeta è colui che vive un’esperienza mistica di Dio ed è chiamato a denunciare con la sua bocca e a testimoniare con la sua vita, a volte anche contro la sua volontà ciò che Dio gli comanda. Quando Israele si allontana da Dio, il profeta è il portatore del giudizio divino. I profeti nella Bibbia si dividono in anteriori (dove si narra soprattutto quello che hanno fatto loro) e posteriori (pre-esilici, esilici e post-esilici) all’VIII sec.

1) Monoteismo

2) Culto

3) Storia, politica e giustizia

4) La rinnovata alleanza

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L’arte di digerire la propria vita con successo; la conoscenza pratica delle leggi che governano il mondo; l’esperienza trasmessa come testamento spirituale da padre a figlio; la parola o l’azione adatta in un dato momento ma ancor più è “emanazione della potenza di Dio, riflesso della luce perenne (Sap 7,25-26). Il saggio era colui che, attraverso le doti personali, lo studio, l’esperienza, la capacità di ascoltare Dio e seguire le sue vie sapeva fare le cose giuste al momento giusto. (Il saggio per eccellenza è il re Salomone).

Le forme letterarie sono: l’indovinello; il proverbio; l’enigma; la favola; l’allegoria; gli inni; le preghiere; le narrazioni autobiografiche.

I libri sapienzialilibri sapienziali sono:

• Proverbi

• Giobbe

• Siracide

• Qoelet o Ecclesiaste

• Sapienza

La sapienza si divide in:

COSMICACOSMICA: significa riconoscere che tutte le cose sono create da Dio. È rispettare e fare buon uso del creato, rispettando l’ordine pensato da Dio.

POLITICAPOLITICA: significa improntare la vita, le scelte quotidiane, le relazioni sociali e politiche secondo i valori di un umanesimo religioso.

TEOLOGICATEOLOGICA: significa illuminare l’esperienza, la vita quotidiana, l’intelligenza con la luce della fede.

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Poiché Dio è Signore della vita e della morte, essa si annuncia con una benedizione: “benedetto sia il Giudice di Verità”. In punto di morte l’ebreo, e chi gli è vicino, recitano lo Shemà Israel. Dopo la morte, il corpo viene deposto a terra e coperto con un lenzuolo e viene acceso un lume presso il capo. Poi il corpo viene lavato e fasciato con bende e se è un uomo viene avvolto nel suo mantello delle preghiere. La salma viene deposta in una portantina e sopra si pone un drappo nero. Per gli ebrei in diaspora, se possibile, si mette un sacchetto con la terra di Palestina sotto il capo. La bara viene esposta a amici e parenti e i maschi presenti compiono 7 giri intorno.

Dopo le benedizioni, il cadavere viene posto nella nuda terra per favorire la decomposizione (per diventare presto polvere è raggiungere presto i padri). I presenti, a turno, gettano terra.

PIETRE invece di FIORIPIETRE invece di FIORISulle tombe si pongono sassi perché i fiori, esseri viventi, sono considerati fuori luogo. Pietra,

inoltre, in ebraico even (אבןאבן), significa anche peso e risulta dalla sovrapposizione di padre e figlio

( בןבן+אבאאבא ). Così la morte, come macigno, colpisce i viventi di padre in figlio.

Tornati a casa del defunto, i familiari si riuniscono per ricordare le doti, recitare preghiere, ricevere visite. Sono i 7 gg. di lutto stretto. Per il primo pasto si prepara un uovo sodo (è rotondo, non ha né un inizio né una fine, segno che la vita del defunto continua attraverso i suoi discendenti). Per i quattro venerdì successivi la sera si apparecchia una tavola in onore del defunto che si ritiene torni a visitare la propria casa.

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Escatologia:Escatologia: con questo termine si

intendono le concezioni e le

credenze che hanno attinenza con le

“ultime cose” (dal greco tà éschata). Queste guardano

tanto il destino dell’individuo dopo la morte quanto il futuro

dell’umanità e del mondo.

L’ebraismo biblico non conosce ancora un aldilà ultraterreno. La parte non corporea dell’individuo discende nello sheol, una rappresentazione del mondo degli inferi vicina all’adeade greco. Nell’ebraico biblico la parola “acharit” non indica ancora il tempo fine, bensì un futuro felice, individuale o collettivo su questa terra. Il futuro dell’individuo è la sua discendenza.

All’epoca del secondo Tempio si sviluppano nuove rappresentazioni del futuro e viene formandosi la credenza nella risurrezione. Tale credenza mantiene la concezione biblica dell’unità di corpo e anima trasferendo però il futuro dell’uomo al tempo escatologico della fine. In tale cornice compare l’idea del paradisoparadiso (l’Eden di Genesi). Nei testi rabbinici si distingue tra il “paradiso celeste”“paradiso celeste” (il luogo dei beati defunti) e il “paradiso terrestre”“paradiso terrestre” (quello di Adamo ed Eva).

Dal momento che c’è anche la punizione dei peccati viene introdotta l’idea di inferno. L’inferno di cui parlano i testi rabbinici è una sorta di purgatorio, un luogo dove, per un anno, si espiano i peccati e poi tutti in Paradiso.

C’è un giudizio del singolo e poi una volta in paradiso il giudizio finale con la risurrezione e l’avvento del cielo nuovo e la terra nuova.

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Con il termine Con il termine KasherutKasherut si intende la normativa si intende la normativa ebraica inerente al cibo. L’ aggettivo ebraica inerente al cibo. L’ aggettivo kasherkasher o o kosherkosher (letteralmente adatto) indica gli alimenti che si (letteralmente adatto) indica gli alimenti che si possono consumare, appunto perché possono consumare, appunto perché adattiadatti alle alle regole. Di contro, ciò che è considerato proibito, viene regole. Di contro, ciò che è considerato proibito, viene definito definito taref. taref. Mangiare cibi puri consente all’ Ebreo di Mangiare cibi puri consente all’ Ebreo di avere un corpo, una mente e uno spirito sano in avere un corpo, una mente e uno spirito sano in quanto la natura degli elementi consumati e quanto la natura degli elementi consumati e successivamente metabolizzati diventano parte del successivamente metabolizzati diventano parte del corpo stesso e vanno a determinare le caratteristiche corpo stesso e vanno a determinare le caratteristiche dell’individuo.dell’individuo.

La Kasherut è sostanzialmente fondata sulla Torah ( il La Kasherut è sostanzialmente fondata sulla Torah ( il principale testo religioso per l’ebraismo) e sull’ principale testo religioso per l’ebraismo) e sull’ interpretazione che i rabbini danno di essa.interpretazione che i rabbini danno di essa.

Originariamente, Dio creò l’uomo come un essere Originariamente, Dio creò l’uomo come un essere vegetariano, anche se sovrano di tutti gli animali. E’ vegetariano, anche se sovrano di tutti gli animali. E’ solo dopo il Diluvio, con Noè, che la carne entra a far solo dopo il Diluvio, con Noè, che la carne entra a far parte dei cibi concessi all’uomo: se non fosse per parte dei cibi concessi all’uomo: se non fosse per questa motivazione, in pratica non esisterebbe la questa motivazione, in pratica non esisterebbe la normativa sul cibo, in quanto principalmente normativa sul cibo, in quanto principalmente incentrata sulla questione dell’ alimentazione incentrata sulla questione dell’ alimentazione carnivora.carnivora.

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Il tabù principale è il sanguesangue perché in esso risiede la vita. La carne per essere mangiata deve essere macellata seguendo particolari regole. Inoltre esistono animalianimali considerati puri e altri impuri e di questi non ci si può cibare.

Quali sono gli animali puri?

Quadrupedi: È lecito nutrirsi degli animali ruminanti dotati di zoccolo diviso (bovini, ovini) non gli equini e i suini. No alla carne di lepre, conigli, predatori.

Volatili: Per quanto riguarda questo gruppo, la distinzione tra animali proibiti e non è molto complicata. Generalmente è consentito il pollame e specie simili (tacchino) ed i palmipedi (anatra, oca). Vietati invece i rapaci e gli animali notturni.

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Animali acquatici: Sono permessi sono quelli che hanno pinne e squame. Sono quindi proibiti:

 

• tutti i molluschi lamellibranchi (vongole, cozze, ostriche) e i cefalopodi (seppie, polpi, calamari);

• tutti i crostacei (aragoste, granchi, scampi, mazzancolle, gamberi e gamberetti).

Insetti ed Invertebrati: E’ proibito il consumo di tutti i tipi di insetti e di animali invertebrati (rane, serpenti, vermi, ecc.).

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Shechità: essa è la macellazione rituale come richiesta nella Torah. Ciò deve avvenire in modo da ottenere una morte rapida e quanto più possibile indolore dell’animale e contemporaneamente un veloce e abbondante dissanguamento. Questo è necessario in quanto per gli Ebrei il sangue è proibito. Per ottenere questo risultato lo Shohet ( colui che ha le necessarie competenze per espletare questa funzione), mediante l’utilizzo di un coltello molto affilato privo di dentatura, pratica un taglio netto che recide esofago,trachea e vena giugulare.

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Bedikà: ovvero il controllo sanitario. La norma vieta di cibarsi di qualsiasi animale portatore di una lesione in un organo vitale che ne causerebbe il decesso entro un anno. Questa mansione, particolarmente delicata e complessa, è affidata ai Bodekim, che effettuano un controllo molto più severo rispetto a quello dei veterinari. Capita quindi che bestie ritenute impure per gli Ebrei, superino tranquillamente il controllo veterinario.

Nikkùr: o eliminazione del nervo sciatico. Il divieto di mangiare il nervo sciatico deriva dal racconto della Genesi della lotta di Giacobbe con l’angelo e dal fatto che Giacobbe ne uscì zoppo. Si procede quindi alla purificazione della carne da quelle parti di grasso che venivano offerte come sacrificio sull’altare e che per questo era proibito mangiare.

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Kasherizzazione: o salatura, si fa in casa. Prima di essere cucinata, la carne deve essere sottoposta a dei trattamenti per eliminare completamente il sangue. I passaggi da fare sono solitamente tre:

• un primo lavaggio, in cui si immerge la carne in acqua per 30’

• la salatura vera e propria, che consiste nel ricoprire la carne con abbondante sale grosso per 1h, ponendola su una superficie perforata o su un piano inclinato in modo da far defluire completamente i residui di sangue;

• un secondo lavaggio, ripetuto due o tre volte, per sciacquare via il sale.

Un caso particolare è costituito dal fegato: essendo impossibile estrarre tutto il sangue attraverso la salatura, per renderlo idoneo al consumo è necessario cucinarlo sulla fiamma viva (alla brace) in modo da far ricadere il sangue direttamente sul fuoco.

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Non è mai ammesso il consumo di parti di un animale vivo (il latte e le uova non sono considerati tali ).

Una norma importante riguarda il divieto di mescolare carne e latticini all’interno dello stesso pasto. La Torah ordina in tre passi di “non cuocere il capretto nel latte di sua madre”. Partendo da questa imposizione, sono assolutamente vietati:

• la cottura contemporanea di carne e latte o latticini;

• la commistione nello stesso pasto dei due ingredienti ( dopo la carne, devono passare almeno sei ore prima di mangiare latticini; dopo i latticini prima di mangiare la carne bisogna lavarsi bene la bocca );

• l’uso di stoviglie misto, anche in tempi diversi.

Per quanto riguarda quest’ultimo punto, solo dopo un accurato processo di lavaggio con acqua a 100 °C e solo per determinati materiali (porcellana e vetro ), è possibile passare da un uso di carne ad un uso di latte e viceversa.

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LatticiniLatticini: sono permessi i formaggi cagliati con cagli di animali kasher o ottenuti con caglio chimico; tra i grassi di condimento sono  vietati il burro, il lardo, la sugna, mentre sono permessi oli vegetali e grasso d’oca.

Il vinovino è permesso solo se prodotto interamente da individui Ebrei osservanti del sabato e tutto il processo lavorativo, dalla spremitura all’imbottigliamento, deve avvenire sotto lo stretto controllo di personale di origine ebraica per evitare il contatto con sostanze considerate impure.

Per i prodotti della terraprodotti della terra, la Torah vieta la mescolanza di specie diverse nella semina e negli innesti, così come e proibito cibarsi del primo frutto di un nuovo albero in base all’idea che ogni primogenito appartiene al Signore. L’uomo non possiede niente di definito e la terra non è un suo esclusivo patrimonio; proprio per questo motivo, negli anni, ad immagine del ciclo settimanale che prevede sei giorni lavorativi ed uno di riposo, è previsto un anno sabbatico in cui avviene la remissione dei debiti e la terra viene lasciata a riposo. Durante quest’anno, gli Ebrei osservanti badano a non far uso di vegetali coltivati da Ebrei che non seguono questa regola, mentre è lecito consumare ciò che viene prodotto su campi di proprietà non ebraica

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GesùGesù è un ebreo nato e formatosi in seno al suo popolo; il Dio che Egli annuncia non è altro rispetto a quello di Israele; per comprendere lui è dunque necessario comprendere la terra e la gente dalle quali è venuto.

Gesù è ebreo fra Ebrei.Gesù è ebreo fra Ebrei. È educato secondo i principi della cultura e della religione ebraica, è circonciso (Lc 2,21-23), frequenta la sinagoga e il tempio e mette in pratica la Torah (Lc 4,16-20).

Oggi si è consapevoli che non si può comprendere a pieno la figura di Gesù se la si sradica da Israele.

La Chiesa riconosce pienamente le proprie radici nel popolo di Israele chiamato da Dio all’alleanza. Questo concetto è stato ribadito più volte da papa Giovanni XXIII quando ha visitato a Roma la sinagoga ed ha abbracciato il rabbino Toaff. In questa occasione il papa ha riconosciuto negli Ebrei “fratelli maggiori “fratelli maggiori dei cristiani”dei cristiani”.

La storia ebraica si fonda sul riconoscimento dell’alleanza stipulata da Dio con Abramo e sull’attesa del Messia. Non tutti gli ebrei hanno riconosciuto Gesù come l’atteso e il popolo eletto si è diviso in due.

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