POSTE ITALIANE SPA SPED. ABB. PT DL 335/2003 … · servizio e perché è disposto a “gui-dare”...

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NOTIZIE PERIODICO DEL SEGRETARIATO ATTIVITÀ ECUMENICHE ANNO XIV - N. 1 - MARZO 2011 I n un ben noto passo dei Fratelli Karamazov Alioscia dice ad Ivan: Io penso che per tutti il primo dovere al mondo sia di amare la vita . E all’obiezione di Ivan – Amare la vita più che il senso di essa? – Alioscia replica: Senza dubbio, amarla ante- riormente a ogni logica […], giac- ché solo a questo patto potrò affer- rarne il senso. Pur potendo prestarsi a qualche eccesso interpretativo, queste parole illuminano una verità. E una verità applicabile a diversi piani e diversi aspetti dell’esperienza umana. Anche nell’ambito della vita di fede? Anche in quello dell’impegno ecu- menico? Io credo di sì, ed è per que- sto che le ricordo. Quando leggiamo o sentiamo enun- ciare, da una o altra parte, le condi- zioni alle quali dovrebbe attenersi il dialogo ecumenico, i principi dottri- nali da presupporre o di cui diffidare, le linee da cui partire e quelle oltre le quali sarebbe rischioso spingersi, non possiamo certamente scrollare le spalle e spazzare il campo con sbri- gativa insofferenza, in nome di un irrazionale spontaneismo o di un entusiasmo acritico; ma non possia- mo nemmeno sottrarci all’impressio- ne che, rimanendo troppo ancorati a quelle premesse, il rigore si trasfor- mi in rigidezza, e la preoccupazione di non correre avventure incontrolla- te paralizzi l’impresa prima ancora di darle inizio. Che insomma, per tor- nare alle parole di Dostoevskij, ci si preoccupi talmente della logica, del- la preliminare definizione del senso del cammino ecumenico, da rinviar- ne la vera esperienza e, così, da non saperne proprio afferrare il senso. Per salvarci da questa impasse, allo- ra, è necessario che torni a sgorgare in noi la corrente dell’amore. Un amore, beninteso, che non è puro flusso sentimentale; un amore, soprattutto, di cui non possediamo noi la sorgente, ma che è stato river- Editoriale di Meo Gnocchi AUGURI MARIA POSTE ITALIANE SPA SPED.ABB. PT DL 335/2003 ART. 1 COMMA 2 LO/MI SOMMARIO Editoriale p. 1 Saluto di Maria Vingiani p. 1 Il SAE ha un nuovo sito p. 2 Il convegno di Bergamo p. 3 Buon compleanno Maria p. 4-5-8 Notizie p. 6 In breve dai gruppi p. 6 Aspettando Kingston p. 7 Visita dei Luterani p. 7 Maria Vingiani e Stefano Ercoli M aria Vingiani desidera esprimere anche da queste pagine del notiziario la propria commozione e la propria gratitu- dine per le innumerevoli manife- stazioni di affetto, di felicitazione e di augurio ricevute da singoli e gruppi. Confida che, attraverso la propria persona, queste attesta- zioni di apprezzamento e di rico- noscenza si estendano a tutto il S AE, e siano auspicio e stimolo alla continuità e allo sviluppo del suo impegno ecumenico, cui non verrà mai meno la propria appas- sionata partecipazione e la pro- pria preghiera. sato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato (Rm 5,5), e che perciò va sempre nuova- mente invocato e accolto in spirito di povertà e di preghiera. La chiarezza dei principi, dei metodi e delle distin- zioni è indispensabile nel dialogo; ma solo un autentico amore – della parola di Dio e di quell’unum per cui Gesù ha pregato – può renderlo fecondo, spingendoci oltre i limiti provvisori dei nostri concetti e dei nostri traguardi. Si va dall’Amore alla verità, scriveva Paul Couturier, l’apostolo dell’ecumenismo in anni di contrasti e diffidenze; voler otte- nere l’unità degli spiriti nella verità prima dell’Unità dei cuori mediante la preghiera nella carità di Cristo Salvatore è voler piantare un albero capovolto. Dovremo dunque amare e desiderare l’incontro e la comunione con i fra- telli – si potrà chiedere allora, para- frasando nuovamente Dostoevskij – amare e desiderare l’unità prima di avere determinato puntigliosamente tutte le condizioni per iniziare il cammino che vi può condurre e la mappa delle vie da percorrere? Pri- ma di avere stabilito fino a quali margini è consentito arrivare e fino a che punto è possibile esplorare nuovi orizzonti? Prima di avere fis- sato in partenza, secondo i nostri cri- teri, il modello teorico dell’unità a cui tendere e il vocabolario con cui definirlo? La risposta di Alioscia – il cuore amante che vede più lontano della mente lucida e fredda di Ivan – sarebbe netta. Ma anche quella di Paul Couturier, che non si stancava di pregare e di far pregare per l’U- nità voluta da Cristo, con i mezzi voluti da Lui . Quell’Unità di cui potremo scoprire più chiaramente i contorni nella misura in cui ne ini- zieremo l’esperienza avanzando sul- la via dell’amore.

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NOTIZIEPERIODICO DEL SEGRETARIATO ATTIVITÀ ECUMENICHE ANNO XIV - N. 1 - MARZO 2011

In un ben noto passo dei FratelliKaramazov Alioscia dice ad Ivan:

Io penso che per tutti il primo dovereal mondo sia di amare la vita. Eall’obiezione di Ivan – Amare la vitapiù che il senso di essa? – Aliosciareplica: Senza dubbio, amarla ante-riormente a ogni logica […], giac-ché solo a questo patto potrò affer-rarne il senso. Pur potendo prestarsi a qualcheeccesso interpretativo, queste paroleilluminano una verità. E una veritàapplicabile a diversi piani e diversiaspetti dell’esperienza umana.Anche nell’ambito della vita di fede?Anche in quello dell’impegno ecu-menico? Io credo di sì, ed è per que-sto che le ricordo. Quando leggiamo o sentiamo enun-ciare, da una o altra parte, le condi-zioni alle quali dovrebbe attenersi ildialogo ecumenico, i principi dottri-nali da presupporre o di cui diffidare,le linee da cui partire e quelle oltre lequali sarebbe rischioso spingersi,non possiamo certamente scrollare lespalle e spazzare il campo con sbri-gativa insofferenza, in nome di unirrazionale spontaneismo o di unentusiasmo acritico; ma non possia-mo nemmeno sottrarci all’impressio-ne che, rimanendo troppo ancorati aquelle premesse, il rigore si trasfor-mi in rigidezza, e la preoccupazionedi non correre avventure incontrolla-te paralizzi l’impresa prima ancoradi darle inizio. Che insomma, per tor-nare alle parole di Dostoevskij, ci sipreoccupi talmente della logica, del-la preliminare definizione del sensodel cammino ecumenico, da rinviar-ne la vera esperienza e, così, da nonsaperne proprio afferrare il senso.Per salvarci da questa impasse, allo-ra, è necessario che torni a sgorgarein noi la corrente dell’amore. Unamore, beninteso, che non è puroflusso sentimentale; un amore,soprattutto, di cui non possediamonoi la sorgente, ma che è stato river-

Editorialedi Meo Gnocchi

AUGURI MARIA

POSTE ITALIANE SPA SPED. ABB. PT DL 335/2003 ART. 1 COMMA 2 LO/MI

SOMMARIOEditoriale p. 1

Saluto di Maria Vingiani p. 1

Il SAE ha un nuovo sito p. 2

Il convegno di Bergamo p. 3

Buon compleanno Maria p. 4-5-8

Notizie p. 6

In breve dai gruppi p. 6

Aspettando Kingston p. 7

Visita dei Luterani p. 7

Maria Vingiani e Stefano Ercoli

M aria Vingiani desideraesprimere anche da queste

pagine del notiziario la propriacommozione e la propria gratitu-dine per le innumerevoli manife-stazioni di affetto, di felicitazionee di augurio ricevute da singoli egruppi. Confida che, attraverso lapropria persona, queste attesta-zioni di apprezzamento e di rico-noscenza si estendano a tutto ilSAE, e siano auspicio e stimoloalla continuità e allo sviluppo delsuo impegno ecumenico, cui nonverrà mai meno la propria appas-sionata partecipazione e la pro-pria preghiera.

sato nei nostri cuori per mezzo delloSpirito Santo che ci è stato dato (Rm5,5), e che perciò va sempre nuova-mente invocato e accolto in spirito dipovertà e di preghiera. La chiarezzadei principi, dei metodi e delle distin-zioni è indispensabile nel dialogo;ma solo un autentico amore – dellaparola di Dio e di quell’unum per cuiGesù ha pregato – può renderlofecondo, spingendoci oltre i limitiprovvisori dei nostri concetti e dei

nostri traguardi. Si va dall’Amorealla verità, scriveva Paul Couturier,l’apostolo dell’ecumenismo in annidi contrasti e diffidenze; voler otte-nere l’unità degli spiriti nella veritàprima dell’Unità dei cuori mediantela preghiera nella carità di CristoSalvatore è voler piantare un alberocapovolto.Dovremo dunque amare e desiderarel’incontro e la comunione con i fra-telli – si potrà chiedere allora, para-frasando nuovamente Dostoevskij –amare e desiderare l’unità prima diavere determinato puntigliosamentetutte le condizioni per iniziare ilcammino che vi può condurre e lamappa delle vie da percorrere? Pri-ma di avere stabilito fino a qualimargini è consentito arrivare e finoa che punto è possibile esplorarenuovi orizzonti? Prima di avere fis-sato in partenza, secondo i nostri cri-teri, il modello teorico dell’unità acui tendere e il vocabolario con cuidefinirlo?La risposta di Alioscia – il cuoreamante che vede più lontano dellamente lucida e fredda di Ivan –sarebbe netta. Ma anche quella diPaul Couturier, che non si stancavadi pregare e di far pregare per l’U-nità voluta da Cristo, con i mezzivoluti da Lui. Quell’Unità di cuipotremo scoprire più chiaramente icontorni nella misura in cui ne ini-zieremo l’esperienza avanzando sul-la via dell’amore.

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Il SAE ha un nuovo sitoWWW.SAENOTIZIE.IT

NOTIZIE

PERIODICO DEL SEGRETARIATOATTIVITÀ ECUMENICHEPiazza S. Eufemia, 2 - 20122 MilanoTel. 02.878569 - Fax [email protected]

Anno XIV - numero 1marzo 2011

Autorizzazione N. 631dell’11 ottobre 1997

DIRETTORE RESPONSABILE:Donatella Saroglia

SEGRETARIA DI REDAZIONEAntonella Timpani

REDAZIONE:Elena Milazzo Covini - AdrianaGrippiolo - Emmanuele Paschetto -Francesca Bianchi - Myriam Venturi

STAMPAGrafiche Bora Via Manzoni, 38 - Concorezzo

Come ormai tutti sanno, è attivoil Sito del SAE completamente

rinnovato. Siamo tutti molto riconoscenti aGiancarlo Branchini per l’ottimolavoro svolto, per la sua disponibi-lità a continuare in questo preziososervizio e perché è disposto a “gui-dare” chi abbia necessità di assi-stenza per imparare ad aggiornareil Sito. Grazie anche a tutti coloro che, davarie realtà, hanno contribuito adarricchire i vari link: non li citiamosolo per non rischiare di dimenti-care qualcuno, ma siamo certi diinterpretare la riconoscenza di tuttii soci nei loro confronti!Naturalmente, ora che il nostroSito è più vivace e ricco di prima,urge anche l’impegno dei singoli edei gruppi, aff inché sia sempreaggiornato per documentare almeglio il cammino ecumenico cheviene svolto in Italia dal SAE. Non dimentichiamo che il SAE, inquanto associazione interconfes-sionale di laici, è unico nel suogenere: avere uno spazio adeguatosul WEB significa entrare in dialo-go con persone (speriamo moltigiovani!) che, diversamente, nonavremmo avuto la possibilità diraggiungere. Proprio per la velocità con cui sipossono inserire informazioni sulSito e per l’abbattimento dei costiche ciò comporterebbe, si sta stu-diando l’ipotesi (per ora, una meraipotesi) di rendere il nostro giorna-le SaeNotizie solo in formato elet-tronico. Non ci sarebbe così piùbisogno di stamparlo né di spedirloa mezzo posta.Si tratta di capire se e quando tuttociò sarà possibile. Già molti sociricevono SaeNotizie per e-mail,oltre che per posta normale. Molti,inoltre, hanno dichiarato di nonavvertire la necessità di averlo car-taceo poiché preferiscono leggerlosul computer di casa, dal quale, senecessario, lo possono tranquilla-

DA GENNAIO IN LIBRERIAGLI ATTI DELLA 47ª SESSIONEDI FORMAZIONE ECUMENICA

Sognare la comunione.Costruire il dialogo

Cento anni di speranza ecumenica

Chianciano Terme25-31 luglio 2010

a cura delSegretariato Attività Ecumeniche

Àncora - Milano 2011

È un testo ricco di interessantirelazioni e meditazioni: sarebbeun peccato non farlo conoscere!!!

mente stampare.Ora, sappiamo che alcuni non pos-siedono ancora la connessioneInternet, anche se sono sempre dimeno i non-informatizzati. La Redazione si sta chiedendo qua-le sia la scelta migliore. Perciò, si è ritenuto opportunochiedere collaborazione a tutti voisia esprimendo un parere in meritosia comunicando alla Segreteriadel SAE il vostro eventuale indiriz-zo e-mail.Nel sollecitare questi suggerimen-ti, ricordiamo anche che SaeNoti-zie vive della collaborazione di tut-ti i gruppi: GRAZIE a chi già si attivaspontaneamente e GRAZIE anche achi vorrà farlo d’ora in poi!

La Redazione

La prossima sessione di formazio-ne ecumenica estiva sarà a Chian-ciano (Si) dalla sera di domenica24 luglio al pranzo di sabato 30luglio sul tema:

Camminare in novità di vita(Rm 6,4)

In dialogo sull’etica

Il 23 febbraio scorso il nostro pre-sidente è stato ricevuto in udienzaa Roma dal cardinal Kurt Koch,presidente del Pontificio Consi-glio per la Promozione dell’Unitàdei Cristiani. Il cardinale, invitatoalla prossima sessione, avevadovuto declinare l’invito per coin-cidenti impegni, ma ha pronta-mente accolto la richiesta di unincontro personale. Nel disteso eaffabile colloquio Mario Gnocchigli ha presentato il SAE, nella suastoria e nelle sue finalità, nei suoicaratteri specifici e nell’articola-zione delle sua attività. È statanaturalmente menzionata MariaVingiani, alla quale il cardinale havoluto esprimere un segno dellasua stima e della sua benevolenza.

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Il convegno di primavera a Bergamo. 9 - 10 aprile 2011

L’ALTRO, L’INCONTRO, LA RELAZIONE

Sarà la prima volta che Bergamoospita un convegno del SAE. Né a

Bergamo si è f inora costituito ungruppo locale del SAE, che valga,come più volte avviene, a preparare esostenere il convegno con la propriapresenza e la propria iniziativa. Ma èproprio questo uno dei motivi che han-no suggerito al Consiglio dei GruppiLocali, lo scorso novembre, la sceltadi Bergamo come sede di questoincontro primaverile: il desiderio,cioè, di entrare più direttamente incontatto con una realtà locale in cui ilSAE non ha ancora espresso la propriapresenza, ma in cui ritiene di trovareun terreno spiritualmente fertile edecumenicamente sensibile. Ce logarantisce la presenza di persone ami-che che a questo convegno daranno illoro qualificato contributo, come lapastora e teologa Janique Perrin, cuiè affidata la cura della locale chiesavaldese, e don Patrizio Rota Scala-brini, valente biblista e delegato dio-cesano per l’ecumenismo. Cui ag-giungiamo il nostro socio Paolo Aute-litano, che a Bergamo lavora e che sista adoperando per la buona riuscitadel convegno.Non va trascurata l’antica e singolarestoria della comunità evangelica diBergamo – poi aggregatasi alla chiesavaldese – che ha recentemente cele-brato il duecentesimo anniversariodella propria fondazione. Si costituì infatti nel 1807 intorno a unnucleo di riformati svizzeri stabilitisiper ragioni di lavoro nella città, e suoprimo pastore fu Gian Gaspare Orelliche l’anno seguente benedisse le noz-ze di Alessandro Manzoni con la rifor-

mata svizzera Enrichetta Blondel.Alla provincia e alla diocesi di Berga-mo, appartiene Sotto il Monte, paesenatale di Angelo Roncalli, in cui orarisiede il suo segretario e custode del-la sua memoria, mons. Loris France-sco Capovilla; e lì presso, a Fontanel-la, sorge l’abbazia di S. Egidio, ovetrascorse tutta l’ultima parte della suavita e ora è sepolto padre DavidMaria Turoldo. Luoghi carichi disuggestione ecumenica, ai quali sipropone una visita a margine del con-vegno.Il tema, formulato nel titolo L’altro,l’incontro, la relazione. Un approccioecumenico, è scaturito dal Consigliodei Gruppi Locali quasi come pro-paggine di quello della Sessione. Ilconvegno, nei margini ristretti di tem-po consentiti dal calendario di que-st’anno, lo declinerà sotto diverseangolature.Partiremo dalla dimensione antropo-logica: ne tratterà l’amico e sociomilanese prof. Carlo Sala, docente dif ilosof ia, che ci parlerà del Viverecome essere in relazione, seguendo ilfilo del pensiero dialogico, da Ebner eBuber a Lévinas, a Guardini e ad Hil-lesum. Dalla filosofia passeremo alla teolo-gia con padre Vladimir Zelinsky, checon la propria sensibilità ortodossa ciintrodurrà alla contemplazione del-l’intima relazione esistente nella vitastessa di Dio, proponendoci Immaginidella Trinità. La riflessione si svilupperà poi a livel-lo ecclesiologico, e in orizzonte spe-cificamente ecumenico, con l’inter-vento di padre Tecle Vetrali su Ecu-

menismo, chiese in relazione: padreTecle vi convoglierà oltre alla propriacompetenza teologica, tutta la ric-chezza della propria esperienza diret-ta in campo interconfessionale e inter-nazionale.Janique Perrin, infine, si volgerà alversante etico e culturale del tema,fornendo linee d’orientamento Per unethos dell’accoglienza e della relazio-ne; un tema oggi quanto mai attuale eurgente.La giornata di sabato si concluderàprima di cena con la celebrazioneeucaristica, e proseguirà dopo cenacon l’Assemblea generale dei soci delSAE. A presiedere la celebrazioneeucaristica sarà don Patrizio RotaScalabrini, che ci aiuterà a meditarele letture della liturgia della Parola.Domenica mattina dapprima incontre-remo i rappresentanti di alcune comu-nità religiose e gruppi culturali pre-senti nella città, e quindi ci trasferire-mo nella chiesa valdese, dove il con-vegno si concluderà con il culto pre-sieduto dalla pastora Janique Perrin:una relazione fraterna nella preghierae nell’ascolto della Parola.Per chi sarà a Bergamo già dal pome-riggio di venerdì il programma potràavere un preludio suggestivo: la gita aSotto il Monte, con visita ai luoghironcalliani e all’abbazia di Fontanella;e presso la casa di papa Giovanni spe-riamo di incontrare mons. Capovilla.Sarà un convegno contenuto nel tem-po, ma – ci pare – non privo di elemen-ti di interesse e di momenti spiritual-mente intensi. Ci auguriamo che siaanche, come sempre, un incontro difraterna letizia e di reciproco incorag-giamento per il nostro impegno, loca-le e nazionale. Speriamo di incontrar-ci numerosi a Bergamo, dunque!

La PresidenzaBergamo: una veduta di Città Alta

Janique Perrin. Pastora a Bergamo

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Nessuno, credo, ha fatto per l’e-cumenismo più di quanto abbia

fatto Maria Vingiani. Nessun papa ha fatto tanto, neppureGiovanni XXIII che pure ha fattomolto: nella Chiesa cattolica, è statoil primo, a quel livello, a tracciare ilsolco, ma poi è Maria che ha semi-nato, e Dio ha fatto crescere. Nessun vescovo ha fatto tanto,anche se ricordiamo con gratitudinemons. Riva, mons. Ablondi, mons.Savio, mons. Giachetti ed altriancora che hanno fatto tanto per l’e-cumenismo in Italia, in ambiti econtesti diversi, ma non tanto quan-to Maria. Nessun teologo o pastore ha fattotanto, anche se ricordiamo con gra-titudine l’opera di don GermanoPattaro, mons Luigi Sartori, i pasto-ri Renzo Bertalot, Mario Sbaff i,Valdo Vinay e molti altri: hanno fat-to tanto, ma non tanto come Maria. Nessun laico, né cattolico né evan-gelico, ha fatto tanto quanto la laicaMaria, anche se il SAE è un movi-mento di laici e laiche, e solo graziea loro esso esiste, e vive e opera dapiù di cinquant’anni. Nessuno hafatto tanto quanto Maria che non èstata solo una pioniera del movi-mento ecumenico in Italia, ma lo hasuscitato, gli ha dato vita dando vitaal SAE, perché l’ecumenismo italia-no non è pensabile senza il SAE e ilSAE non è pensabile senza Maria.Ecco perché nell’occasione di que-sto felice, novantesimo complean-no, non possiamo fare altro che direun grande grazie a Dio per avereispirato, guidato e benedetto Mariae la sua opera, e un altro grande gra-zie a Maria, per aver ubbidito allavocazione ricevuta. Noi tutti ne abbiamo tratto e conti-nuiamo a trarne grande beneficio.

Paolo Riccateologo valdese

La Comunità ortodossa romenad’Italia partecipa con gioia al

90° compleanno della prof. MariaVingiani, fondatrice del SAE, movi-mento ecumenico inedito promossoda e per i laici.Munita di una vasta cultura ancheteologica e di uno spiccato dono dicomunicatrice, ma anche di spirito

profetico e di forti convinzioni ecu-meniche, la prof. Vingiani ha ilmerito indelebile di aver riunito cat-tolici, protestanti e, in seguito,anche ortodossi attorno alla Paroladi Dio, sin dai tempi pre-ecumenici. Attraverso il SAE, Maria Vingiani hafavorito l’incontro di cristiani orto-dossi di diverse giurisdizionipatriarcali, e in modo particolare delPatriarcato Romeno, con qualificatimembri e insigni rappresentanti del-le realtà ecclesiali presenti in Italia eha contribuito alla loro integrazionenell’ecumenismo italiano. Nellostesso tempo ha messo a loro dispo-sizione l’ambone SAE per far cono-scere la fede, la spiritualità e la men-talità del cristianesimo orientale.Le sessioni di formazione ecumeni-ca del Passo della Mendola riman-gono nella memoria come occasionidi interessanti incontri personali, diconoscenza e di fraterno confrontoteologico, con l’opportunità di fareindimenticabili esperienze intercon-fessionali, a volte anche interreli-giose, di preghiera, di spiritualità edi riflessione su temi riguardanti laChiesa e la fede in rapporto alla cul-tura laica.Il SAE conserva ancora la sua impor-tanza profetica. L’opera della fonda-trice e prima presidente rimane comepietra fondamentale dell’ecumeni-smo italiano perché continua a crea-re una diffusa mentalità ecumenicaanche tra quelli che di ecumenismonon si occupano in modo speciale.Per tutto questo la benediciamo e leesprimiamo riconoscenti ringrazia-menti. Ad multos annos, cara Maria.

Arciprete Traian Valdman decano della Chiesa Ortodossa

Romena in Italia

Nell’inverno 67-68 Maria Vin-giani, con la sua abituale sensi-

bilità ecumenica, si accorse che,malgrado il Concilio Vaticano IIappena concluso, per le coppie inter-confessionali nulla era cambiato:per il loro matrimonio vigevanoancora le norme del Codice di Dirit-to Canonico del 1917. Raccolsequindi il grido di dolore che si alza-va da quelle situazioni e decise cheera giunto il momento di parlarne inun convegno del SAE. Affidò perciòa un giovane prete, don Mario Pola-stro, che svolgeva il suo sacerdozioa Pinerolo, e a un laico cattolico,Gianni Marcheselli, che viveva sullasua “pelle” il tema, perché avevasposato una evangelica, la conduzio-ne di un gruppo di studio dedicato aimatrimoni misti in Italia per il Con-vegno SAE del 1968 a Camaldoli. Era la prima volta che in Italia siaffrontava l’argomento in modo cosìapprofondito. Il dossier introduttivosuscitò grande interesse e per moltepersone quello fu l’inizio di un’av-ventura che segnò la vita. Da quel-l’intuizione, in ambito cattolico,nacque una revisione della prassimatrimoniale delle coppie intercon-fessionali che dal Motu Proprio diPaolo VI del 1970 giunse, a piccolipassi, f ino alla riformulazione delCodice di Diritto Canonico del1983, passando anche attraverso laformazione delle Commissioni Cat-tolica e Valdese-Metodista per lastesura di un Testo Comune e di unTesto applicativo.A Maria dunque la gratitudine nonsolo delle coppie italiane, ma anchedi altre nazioni, perché questi docu-menti sono stati studiati anche all’e-stero. Con essi è stata pure presen-tata l’esperienza del SAE, che non haeguali in altri paesi, anche per que-sto dobbiamo essere grati a Maria,che ci ha allenati all’apertura all’al-tro attraverso l’aprirsi all’Uno.

Myriam Venturi Marchesellimetodista

Era il 1968 quando approdai perla prima volta al SAE; alla prima

Sessione del triennio di Camaldoli,su Libertà religiosa ed ecumenismo.Fu un incontro decisivo. Spiravaancora l’aria frizzante e tonica del

BUON COMPLEANNO MARIA

Maria Vingiani con Trajan Valdman eGeorge Vasilescu

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Concilio, cui ben s’intonava l’atmo-sfera spirituale di Camaldoli; e inquel clima le riflessioni sulla libertàreligiosa, gli scambi di esperienzedei gruppi di studio, la varietà delletestimonianze di fede e di vita spiri-tuale – compresa quella ebraica –aprivano l’animo a un orizzontedilatato, a un respiro nuovo e fecon-do. Un’apertura importante ancheper quei giovani monaci che vedevoin ascolto ai margini della sala.Da allora ilSAE e l’ecu-menismo hacostituito unadimensionee s s e n z i a l edel mio itine-rario cristia-no. Una delleprime riper-cussioni diquesto incon-tro con gli altri è stato l’impulso ascavare più a fondo nel patrimoniodi fede che mi aveva consegnato lamia chiesa, per ritrovarne il nucleocentrale e vitale, che tanto più si illu-minava nel riverbero delle diversetestimonianze.Nel SAE sono nate amicizie che fan-no parte inscindibile della mia for-mazione e della mia storia persona-le; amicizie che in parte hanno subi-to lo strappo della morte, ma checontinuano a vivere nella memoria enella donazione spirituale che ne horicevuto.Il primo incontro diretto con Mariaavvenne già a quella prima Sessione;ma fu nella successiva che mi invitòa farmi promotore di un gruppolocale nella mia città. Iniziativa chesi realizzò negli anni successivi.Gradualmente venni chiamato adassumere responsabilità all’internodell’associazione, ed ebbe inizio uncammino che mi ha portato fin qui…

Mario Gnocchicattolico, attuale presidente del Sae

Di lei avevo sentito parlare comedi un mito da quando seguivo,

al Cenacolo di Milano, condotta damia cognata Cecilia, gli incontriecumenici guidati da don Luigi Sar-tori. Appena i miei f igli furonoabbastanza cresciuti per potersiautogestire in vacanza arrivai a LaMendola. Fui travolta dalla ricchez-

za e dalla molteplicità degli inter-venti, dalla vivacità dei corsisti,parecchi tanto giovani, e dalla capa-cità di Maria di entusiasmare e ditrascinare verso la sua visione didialogo e di ecumenismo. Maria eratanto minuscola di statura quantoforte e grande nel trasmettere il suocarisma ecumenico, in particolare ilcarisma dell’ecumenismo che sivive nel SAE. Dopo qualche perples-sità espressa a Cecilia decisi di

entrare a farparte del SAE:potevo esseresocia? Sareistata all’al-tezza?Dopo di leisono diventa-ta presidentedel SAE, eancora non cicredo. Ma il

SAE ha resistito alla mia presidenzagrazie ai solidissimi principi su cuisi basa, laicità, libertà, rispetto ereciprocità, serietà di ricerca, fon-dati saldamente nell’ascolto dellaParola e nella preghiera.Il SAE è ancora vitale grazie a queifondamenti e non è stato diff icileneanche per me, piccola non solonel fisico, mantenere la rotta indica-ta. A nome mio e anche di quellaparte del SAE che ho accompagnato,dico ancora: GRAZIE, Maria.

Elena Milazzo Covini, cattolicapresidente del Sae dopo Maria

Mi piace dire che l’incontro conil SAE abbia segnato per me

l’ingresso nella vita di fede adulta.Nel 1982, avevo 19 anni, ero impe-gnata nella mia parrocchia e un fratefrancescano, padre Corrado Trabuc-chi, mi portò ad un incontro ecume-nico a Torino, conobbi così il pasto-re battista Enrico Paschetto, il par-roco ortodosso George Vasilescu, ilvescovo di Pinerolo mons. PietroGiachetti. Insieme a Mariuccia Mar-tinetti (allora responsabile del grup-po Sae-Piemonte), in un solo pome-riggio, incontrai tutte le personeche, accompagnandomi nell’avven-tura del SAE, avrebbero profonda-mente segnato il mio cammino suc-cessivo, aprendo il mio orizzontecristiano a nuove ed affascinantiprospettive.

Per qualche mese, cercando di com-prendere che cosa fosse questo SAE,sentii ripetere spesso il nome diMaria Vingiani, con stima, rispetto,affetto, anche da parte di preti epastori: cosa che appagava molto ilmio orgoglio femminile! Qualche mese dopo l’ho conosciutanella suggestiva cornice delle Vallivaldesi, dov’era stato organizzatoun convegno di primavera. L’hosubito eletta, nel cuore, mia catechi-sta da adulta. Grazie a Maria, infat-ti, in quel momento, io, giovane cat-tolica innamorata del Concilio Vati-cano II, compresi che cosa signifi-casse concretamente essere laicanella Chiesa e questo, ancora oggi,rappresenta per me una vocazione dilibertà e di responsabilità, che nelSAE trova una concretezza unica estimolante, arricchita com’è dallacondivisione del cammino consorelle e fratelli di diversa confes-sione. Grazie e auguri Maria, miasplendida catechista!

Donatella Sarogliacattolica

Mi unisco volentieri a tutti colo-ro che rendono grazie a Dio

per i novanta anni di Maria Vingia-ni. Sono stati novanta anni vissuticon grande intensità, intellettuale espirituale, che hanno portato fruttonella sua azione politica e ammini-strativa, e ancora più nel suo servi-zio ecclesiale. Con grande intelli-genza e lungimiranza essa si è impe-gnata a vivere in pienezza il suo bat-tesimo operando per la riconcilia-zione fra i cristiani e fra tutti gliuomini. Il SAE cui essa ha dato vitacostituisce un felice luogo d’incon-tro fra cristiani delle diverse chiese econtinua a servire la causa dell’u-nità in tutte le regioni d’Italia, irra-diando anche al di là dei nostri con-f ini. Maria resta una nostra carasorella maggiore che ha incisoprofondamente nella vita personaledi ciascuno di noi e che ha saputoindicarci, vivendo in piena fedeltà alcuore della sua chiesa, la via dell’u-nità e della riconciliazione. Maria,continua ad esserci vicina con la tuatestimonianza, il tuo affetto e la tuaamicizia!

Giovanni Cereti sacerdote cattolico

Meo Gnocchi con Maria Vingiani

Continua in ultima

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Piacenza, Giuseppe Stefanini cheaveva appena rinnovato la sua adesio-ne al Sae. Preghiamo per loro e per iloro cari, grati per averli potuti incon-trare sul cammino dell’Ecumenismo.

Unendoci agli amici del Rinnovamen-to nello Spirito, ricordiamo pure LuigiPietripaoli, di Milano, spentosi qual-che mese fa, dopo avere a lungo assi-stito la cara moglie. Luigi era statoResponsabile Nazionale per l’Ecume-nismo all’interno del Rinnovamentonello Spirito. Dopo avere conosciuto ilSAE, ne era diventato socio, parteci-pando anche attivamente ad una Ses-sione, in veste di consulente di ungruppo di studio. La sua gentilezza esensibilità lo rendevano indimentica-bile compagno di ricche e sagge con-versazioni.

Non possiamo non ricordare TulliaZevi (92 anni) e Maria Girardet (84anni), che si sono spente a Roma apoche ore di distanza, rispettivamenteil 22 e il 24 gennaio. Sono due figurestoriche tra le minoranze religioseitaliane e sono state signif icative

Anche su questo numero, ci troviamo apubblicare il ricordo di soci e socie chehanno condiviso la stessa passioneecumenica e che non sono più tra noi.Ci scusiamo se, a volte, non siamocompleti, ma succede che non ricevia-mo tutte le comunicazioni necessarie. Analogamente, ci scusiamo se non dia-mo notizia della morte di parenti – sep-pur stretti – dei nostri soci o amici, perovvie ragioni di spazio, con la solaeccezione per coloro che più sonoconosciuti all’interno del SAE, a causadegli incarichi che ricoprono.Così, in questo numero, vogliamostringerci in particolare a SimoneMorandini e alla sua famiglia, perl’improvviso decesso del papà. Gli sia-mo accanto nel ricordo e nella preghie-ra, con tutta la nostra gratitudine.Abbracciamo però anche tutti i soci,gli amici e collaboratori che, pur nonpotendone dare notizia, abbiano subitoun grave lutto in famiglia. Il Signore,che tutti conosce nel profondo del cuo-re, li accolga fra le sue braccia mater-ne-paterne, con immenso affetto.Ricordiamo invece al Signore la sociadi Belluno, Lidia Deon, e il socio di

in breve dai gruppi • in breve dai gruppi

N O T I Z I E N O T I Z I E N O T I Z I E N O T I Z I E N O T I Z I E

Da Reggio CalabriaSi è conclusa recen-temente una vicendache parecchi ricor-deranno perché ave-va interessato ancheil SAE nazionale:alcuni anni fa ilGruppo SAE di Reg-gio Calabria avevasostenuto MariaKongolo in un pro-

getto per l’acquisto di un’ambulanzache doveva essere utilizzata da unacongregazione di suore a Lumumba-shi (la sua città) per soccorrere le par-torienti in difficoltà. Alla raccolta deifondi aveva contribuito in manieratangibile il SAE nazionale in una delleSessioni e in seguito alcuni Gruppilocali avevano mandato le loro offer-te: si era raggiunta la somma di circaquattro milioni di lire.Il progetto-ambulanza non è andato abuon fine perchè, in seguito alla recru-descenza della guerra nel Congo-exZaire, le suore avevano dovuto inter-

rompere il loro servizio di assistenzasanitaria. La somma raccolta era stataallora consegnata a Maria Kongolo, atitolo di microcredito, per dare allasua famiglia la possibilità di avviareun’attività che assicurasse un redditominimo, con la speranza di poteradattare all’Africa il modello di auto-sviluppo sostenibile realizzato inIndia dall’ASSEFA.Purtroppo anche questo progetto nonha avuto seguito e Maria, all’iniziodello scorso anno, ha restituito 500euro, una parte della somma che le erastata prestata. Ci è sembrato doveroso, quindi, utiliz-zare comunque questi soldi, secondola finalità iniziale, in favore dell’Afri-ca. Perciò abbiamo deciso di onorarela memoria del nostro amico PadrePiergiorgio, missionario saveriano inZambia, destinando la somma ad unprogetto di promozione scolastica del-l’associazione Maestri di speranzache alcuni giovani di Reggio Calabriahanno avviato dopo una visita allamissione in cui lui operava.

anche per il SAE. Tullia Zevi, giornalista, fu la primapresidente donna dell’Unione dellecomunità ebraiche italiane (UCEI),rappresentò l’anima laica dell’ebrai-smo del nostro paese e firmò nel 1987l’Intesa che regola i rapporti tra l’U-CEI e la Repubblica Italiana. Maria Sbaffi Girardet, metodista emoglie del pastore valdese GiorgioGirardet, svolse numerosi incarichinell’Unione delle Chiese metodiste evaldesi e nella Federazione delle Chie-se evangeliche in Italia e f irmò nel2000 insieme a mons. Alberto Ablondiil Testo applicativo sui matrimoni mistitra cattolici e valdesi o metodisti (cf IlRegno-doc. 3,2001, 108).

Tullia Zevi

Maria Congolo

QUOTE

ASSOCIATIVE

Socio ordinario ll 42

Socio familiare ll 21

Socio giovane ll 16

Sostenitore ll 78

Socio garante ll 155

Amici del SAE offerta libera

Codice IBAN

IT18 J030 6909 4701 0000 0003 585

o CCP n. 40443202 intestati a:

Segretariato Attività Ecumeniche

piazza S. Eufemia, 2 - 20122 Milano

(compilare in stampatello)

Dall’elaborazione dei numerosi sugge-rimenti ricevuti è scaturita una nuovabozza di Dichiarazione, più snellarispetto alla precedente (ad es. lo studiobiblico, gli approfondimenti e le “prati-che virtuose” sono stati raccolti a par-te). Questa seconda versione è statanuovamente sottoposta al vaglio dellechiese e dei gruppi; è del febbraio 2011la terza bozza, quella definitiva.Mi emoziona pensare che, anche se nonsarò presente alla grande convocazionegiamaicana, il documento che verràproclamato sarà anche un po’ mio! C’è chi, con accento amaro, ritiene diaver già visto tanti, troppi documenti(inutili) come questo. Forse è vero, maYou may say I’m a dreamer – dopo laBaez scomodo Lennon – e come cristia-na sarei a disagio se non fosse pubblica-ta una Dichiarazione in cui si dica a

chiare lettereche le chiesenon sono credi-bili come testi-moni di pace secontinuano apresentarsi divi-se e se non lavo-rano congiunta-mente aff inchétutti possanovivere liberi dal-la paura (pacenella società), ilcreato sia protet-

to (pace con la terra), a ciascuno siagarantita la dignità (pace nel mercatoeconomico) e ogni vita umana sia pro-tetta (pace fra i popoli). Non si possono certo ignorare le diffi-coltà del cammino – perché la pace giu-sta è mèta e itinerario– e pesanti aporie,come la condanna di ogni forma di vio-lenza, che però deve fare i conti con iresidui della nozione di “guerra giusta”e la prassi di contenimento violento del-la violenza permessa dall’ONU. Biso-gna inoltre prendere coscienza dellaresponsabilità che abbiamo, soprattuttoverso le nuove generazioni, ogni voltache, come singoli o come chiese, ci fac-ciamo complici di logiche di sopraffa-zione, di sfruttamento, di consumo scri-teriato. Ma siamo chiamati ad essere chiesericonciliate e riconcilianti, chiese ver-di, chiese libere dai poteri forti, chiesemultietniche, testimoni coraggiose diCristo e della sua pace là dove odio epaura sono diventati la regola. We are not afraid, we are not afraid, weare not afraid TODAY!

Elza Ferrario

W e shall overcome ... we shall over-come some day... We shall live in

peace … we shall live in peace someday, cantava Joan Baez, quasi 50 annifa; sembra che il Consiglio Ecumenicodelle Chiese (WCC nella sigla interna-zionale) abbia avuto nelle orecchie que-sto inno di tante battaglie civili quandoha scelto di concludere il Decennio(2001-2011) per Sconfiggere la Violen-za (Decade to Overcome Violence) conuna Convocazione Ecumenica Interna-zionale, che si terrà a Kingston, in Gia-maica, il prossimo maggio (dal 17 al25), sul tema della Pace. Di certo, il WCC ha dichiarato la fontedella sua ispirazione: la Bibbia; comecristiani e non solo come cittadini, cioè,non possiamo tirarci indietro dalla sfidacosì urgente della pace. Il titolo scelto per la convocazione è ilversetto di Luca(2,14) Gloria aDio e pace sullaterra, che ciricorda che lapace è dono diDio e responsa-bilità degliuomini. Il documentopreparatorio èstato invece inti-tolato: Dichia-razione ecume-nica sulla pacegiusta, dove l’aggettivo rimanda a unbinomio biblico cruciale, GIUSTIZIA ePACE (cf Sal 85,11), oltre che alla storiarecente del WCC, che dalla metà deglianni ’80 ha iniziato un cammino dicomunione e di impegno sui temi dipace, giustizia e salvaguardia del crea-to. Tutti e tre fortemente presenti nellaConvocazione di Kingston, che si muo-ve secondo quattro linee guida: pacenella società, pace con la terra, pacenel mercato economico, pace tra ipopoli. Riguardo al documento preparatorio,bisogna sottolineare che “è girato” peril mondo poiché il Comitato Centraledel WCC ha voluto coinvolgere diretta-mente le chiese, i movimenti, le asso-ciazioni ecumeniche e tutti i gruppi sen-sibili ai temi trattati, indirizzando lorola prima stesura della Dichiarazione,con l’invito a suggerire miglioramenti.Proprio questo è forse l’aspetto più affa-scinante dell’appuntamento giamaica-no: come SAE di Milano abbiamo rispo-sto all’appello, dedicando diversiincontri del 2009 alla stesura di un con-tributo che è stato inviato a Ginevra.

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ASPETTANDO KINGSTON

Murales Kingston

VISITA DEI LUTERANI

Durante la Settimana di Preghieraper l’Unità dei Cristiani, una dele-

gazione di 19 rappresentanti dellaVELKD (Chiesa Evangelica LuteranaUnita in Germania che riunisce circa11 milioni di luterani in Germania),guidata dal vescovo capo JohannesFriedrich, ha fatto visita a Milano e aRoma. La visita è espressione dellaparticolare attenzione che il mondoluterano tedesco riserva alla ChiesaCattolica nei settori dei rapporti eccle-siali e teologici ma anche della comuneresponsabilità sociale.A Milano, la delegazione ha avutoproficui e intensi incontri con l’arci-vescovo card. Dionigi Tettamanzi econ la Commissione per l’ecumeni-smo e il dialogo con mons. Gianfran-co Bottoni, con il Consiglio delleChiese Cristiane di Milano e con laChiesa Cristiana Protestante (comu-nità luterana e riformata). Il vescovo dr. Johannes Friedrich hatenuto un’allocuzione sulle sfide dellaconvivenza tra diverse religioni nell’o-dierna Europa, del rapporto tra chiesecristiane e il mondo islamico; è partitodalle esperienze di convivenza tra con-fessioni cristiane diverse che in Germa-nia si sono avute lungo i secoli, ivi com-presa la colpevole marginalizzazione dicomunità cristiane minoritarie e dellecomunità ebraiche. Il vescovo prof. Friedrich Weber haesposto alcune tesi circa i prossimi pas-si concreti nel dialogo teologico tra lechiese, durante una tavola rotonda pro-mossa dal Consiglio delle Chiese Cri-stiane di Milano. Weber ha auspicatoche si arrivi quanto prima a una Dichia-razione congiunta sull’eucarestia. A Roma, la delegazione ha incontratopapa Benedetto XVI, il Pontif icioConsiglio per la promozione dell’unitàdei cristiani con il card. Kurt Koch, laComunità di Sant’Egidio e il Concisto-ro della Chiesa Evangelica Luterana inItalia. Ai partner cattolici è stato rivoltol’invito a commemorare in chiave ecu-menica la Riforma protestante e a com-piere ulteriori sforzi per mettersi al ser-vizio di coppie e famiglie interconfes-sionali.Per la Federazione LuteranaMondiale, la celebrazione del centena-rio dev’essere di grande portata ecume-nica nel cammino dell’unità dei cristia-ni: la Riforma non deve essere motivodi divisione ma di ritrovata unità. Ungiardino con alberi che provengono datutto il mondo e che cresceranno insie-me nel corso degli anni sarà inauguratoa Wittemberg dove Lutero espose le suetesi nel 1517.

Ulrich Eckert

Ho conosciuto per la prima vol-ta Maria Vingiani al SAE, ai

tempi della Mendola e credo dipoter aggiungere “ed è stato benecosì”, perché l’ho incontrata assie-me a quella che è stata la sua auten-tica creatura. Poi devo aggiungere che una speciedi destino non poteva fare a menodi farci incontrare; non solo era vis-suta a lungo a Venezia (e a Mestreabita tuttora una sua sorella), maentrambi, anche se in tempi diversi,abbiamo lavorato a San Donà diPiave; e suo cognato ha suonato almatrimonio mio con Laura; mi siapermesso di ricordare anche a quel-

la sera romana nella quale, da pocotempo Presidente dell’Unione delleComunità Ebraiche Italiane, mi erorifugiato solitario in una pizzeriaper consumare un rapido pasto pri-ma di andare a dormire, senzapoter prevedere che di lì a poco nonsarei stato solo: stavano infatti perentrare Maria e le sue cugine e fuper me una “solitudine” memorabi-le!A parte gli scherzi, credo di poteraffermare che ci siamo sentiti amicifin dal primo approccio: certo, era-vamo diversi per la nostra apparte-nenza religiosa e per le nostre espe-rienze di vita sia pubblica che pri-vata. Ma questo non solo non è maistato un ostacolo; è stato, al contra-rio, uno stimolo ad avvicinarci e,almeno da parte sua, con una sanacuriosità di conoscermi, di appro-fondire la mia personalità e di

costruire con maturità e intelligen-za la nostra amicizia.Ed è strano: di quegli anni conser-vo un particolare ricordo nel quale,a rigore, non c’entra il nostro rap-porto personale e tanto meno la miaappartenenza ebraica: si tratta del-la meditazione su Maria – la Mariadella Teologia cristiana – che ilnostro comune indimenticabileamico Martin Cunz le aveva dedi-cato con affetto e con la delicatezzadi cui lui era capace.Certo, non avevamo i medesimigiudizi su tutto e su tutti, ma c’èforse qualcuno che crede sul serioche questo sia necessario per capir-si e per amarsi? Capirsi non signifi-

ca identificarsi, ammesso che que-sto sia realizzabile nella nostra vitaterrena.; al tempo stesso, significamolto di più. In questo, il merito diMaria è stato ancora maggiore: hasaputo creare una atmosfera di ami-cizia, ha saputo non solo avvicinarema anche, forse soprattutto, faravvicinare fra di loro coloro chepartecipavano a quelle sessioniQueste poche parole, che accenna-no a tante cose ma non esaurisconoquelle esperienze, te le dedicocome un ricordo prezioso, un ricor-do di amicizia sincera e di quell’a-more nel quale vorremmo, in questitempi aspri e minacciosi, che tuttipotessero ritrovarsi per costruireassieme fiducia e speranza.Ti abbraccio fraternamente

Amos Luzzattogià presidente Comunità Ebraiche

in Italia

Mio marito ed io, negli anni ‘70,eravamo da poco giunti a

Rovereto. Un giorno ci colpì unalocandina, che annunciava un incon-tro ecumenico presieduto dalla prof.Maria Vingiani: poiché f in dallanostra gioventù ci eravamo semprelasciati coinvolgere dalla dimensioneecumenica (in anni in cui nelle nostreChiese se ne parlava ancora assaipoco), subito ci recammo all’incon-tro. Era in una sala molto lunga e noi,dal fondo, a mala pena riuscivamo avedere la relatrice: una persona dipiccola statura, vivace, con un timbrodi voce particolare. Con nostro stupore, sentimmo chenel corso della relazione, Maria Vin-giani (poiché era proprio lei!) nomi-nava molti nomi a noi noti: di Pastori,di studiosi, di ecumenici ante litte-ram. Al termine, percorremmo infretta tutta la sala per accostarci a leie presentarci: Emidio e Florestana,valdesi, operatori a Milano nellaChiesa Valdese e nella Chiesa Meto-dista, trasferiti a Rovereto per motividi lavoro. Fu un’empatia a primavista! Maria ci parlò del suo vissutoecumenico, del SAE, delle Sessioniestive... e quella stessa estate miomarito ed io partimmo per La Men-dola! Esperienza indimenticabile. Al tempo, il SAE prevedeva comesoci effettivi solo cattolici: ma inquello stesso anno vi fu, per volontàdi Maria Vingiani, l’apertura del SAE

a tutte le confessioni cristiane.Nel Direttivo, di cui Presidente eraMaria, vennero nominati 2 vicepresi-denti, uno cattolico e uno protestan-te: io venni eletta insieme a SimoneMorandini.Per molti anni fummo sempre pre-senti alle Sessioni estive della Men-dola e alle Sessioni primaverili, spar-se nei luoghi più ameni dell’Italia. Con Maria, mio marito ed io abbiamovissuto momenti di gioia e momentidi dolore, sempre nel pieno rispettodell’identità di ciascuno e nella ric-chezza di uno scambio che consenti-va non solo la conoscenza reciprocama, nella conoscenza, la possibilità diun dialogo franco e aperto. “TuttiUno” (Giov. 17), ma con le bracciaprotese verso l’Altro, a qualunquepopolo, etnia, fede religiosa apparte-nesse: tutti uno nell’amore.

Florestana Piccoli Sfreddavaldese, già vicepresidente del SAE

Segue dalle pagine 4-5

Maria Vingiani con Amos Luzzatto