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1 PON GOVERNANCE E AZIONI DI SISTEMA ASSE E – Capacità Istituzionale – Obiettivo Specifico 5.1 Capacity SUD Europa 2020: strategie e opportunità per l'Area Vasta Brindisina Raffaele Colaizzo Brindisi, 16 maggio 2013

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PON GOVERNANCE E AZIONI DI SISTEMAASSE E – Capacità Istituzionale – Obiettivo Specifico

5.1

Capacity SUD

Europa 2020: strategie e opportunitàper l'Area Vasta Brindisina

Raffaele ColaizzoBrindisi, 16 maggio 2013

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Obiettivi del Seminario

• Discutere “cosa si può fare” con gli strumenti della nuova programmazione 2014-2020, in particolare a livello territoriale

• Fare il punto della situazione sulla preparazione dei programmi 2014-2020, evidenziando i nodi maggiormente critici

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Europa 2020 e politiche del QSCLe priorità di Europa 2020

Crescita intelligente: migliorare le prestazioni dell'UE nei campi dell'istruzione, della ricerca e innovazione, della società digitale

Crescita sostenibile: creare un'economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e competitiva, attraverso la riduzione delle emissioni, lo sviluppo di nuove tecnologie e metodi di produzione, etc.

Crescita solidale: costruire un'economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione economica, sociale e territoriale, anche attraverso l'investimento in competenze e formazione, la modernizzazione dei mercati del lavoro e i sistemi previdenziali

Approccio comune per la coesione e lo sviluppo

Le politiche per la coesione (basate su FESR, FSE e FC), lo sviluppo rurale

(FEASR) e la politica marittima e della pesca (FEAMP) condividono un Quadro Strategico Comune orientato ai risultati, alla verifica dei progressi

e all'armonizzazione delle disposizioni di esecuzione e degli obblighi in

materia di controllo.

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Gli obiettivi di Europa 2020

OccupazioneInnalzamento al 75% del tasso di occupazione (per la fascia di età compresa tra 20 e 64 anni)

R&S / innovazioneAumento degli investimenti in ricerca e sviluppo ed innovazione al 3% del PIL dell'UE (pubblico e privato insieme)

Cambiamenti climatici /energia

(i) Riduzione delle emissioni di gas serra del 20% (o persino del 30%, se le condizioni lo permettono) rispetto al 1990; (ii) 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili; (iii) Aumento del 20% dell'efficienza energetica.

Istruzione(i) Riduzione degli abbandoni scolastici al di sotto del 10%; (ii) Aumento al 40% dei 30-34enni con un'istruzione universitaria

Povertà / emarginazioneAlmeno 20 milioni di persone a rischio o in situazione di povertà ed emarginazione in meno

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Quattro “novità” per il 2014 - 2020

Approccio comune dei fondi

Le politiche per la coesione (FESR, FSE e FC), lo sviluppo rurale (FEASR) e il settore marittimo e della pesca (FEAMP) sono integrate in un Quadro Strategico Comune orientato ai risultati, alla verifica dei progressi e all'armonizzazione delle regole.

Concentrazione tematica

Le priorità del Quadro Strategico Comune 2014 – 2020 sono concentrate su undici obiettivi tematici, connessi con la Strategia di Europa 2020 ed orientati alla crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva

Approccio territoriale rafforzato

Le nuove politiche di coesione propongono un rafforzato approccio territoriale, da promuovere attraverso l'estensione dello Sviluppo Locale Partecipativo, il ricorso ad Investimenti Territoriali Integrati, la conferma dello sviluppo urbano

CondizionalitàLa proposta di Regolamento richiede a Stati Membri e Regioni di soddisfare delle condizionalità ex ante (requisiti) per poter accedere ai fondi ed assegna ai Programmi una riserva di efficienza e di efficacia in base a delle condizionalità ex post.

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Il bilancio pluriennale 2014 - 2020

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La struttura della propostadi Regolamento Recante Disposizioni Comuni (RRDC)

Disposizioni Comuni(Parte II RRDC)

Contiene le disposizioni comuni che si applicano a tutti gli strumenti strutturali compresi nel QSC. Si riferisce a FESR, FSE, FC, FEASR e FEAMP (Fondi del QSC). Identifica i principi generali del sostegno, gli elementi comuni di pianificazione e programmazione strategica (tra cui un elenco di obiettivi tematici comuni basato sulla strategia Europa 2020) e disposizioni sul QSC a livello di Unione e sui contratti di partenariato da concludere con ciascuno Stato membro.

Disposizioni specifichesu FESR, FSE e FC(Parte III RRDC)

La parte II contiene disposizioni specifiche relative al FESR, al FSE e al FC. Esse riguardano la missione e gli obiettivi della politica di coesione, il quadro finanziario, le modalità di programmazione e rendicontazione, i grandi progetti e i piani d'azione comuni. La parte II stabilisce i requisiti dei sistemi di gestione e di controllo nell'ambito della politica di coesione ed elabora le modalità di controllo e gestione finanziaria.

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I documenti chiave

Quadro Strategico Comune(artt. 10-12 RRDC)

Definisce gli elementi per una direzione strategica chiara del processo di programmazione e per il coordinamento settoriale e territoriale degli interventi dell'Unione nel quadro dei Fondi del QSC e delle altre politiche, in linea con gli obiettivi della strategia Europa 2020.

Accordo dipartenariato

(artt. 13–15 RRDC)

Trasferisce le disposizioni del QSC nel contesto nazionale e stabilisce gli impegni per raggiungere gli obiettivi dell'Unione attraverso la programmazione dei Fondi del QSC. Viene preparato dallo Stato Membro con la partecipazione dei partner in base al sistema della governance a più livelli

Programma(artt. 23–27 RRDC)

Definisce le priorità, gli obiettivi specifici e le dotazioni finanziarie dei Fondi del QSC e il corrispondente cofinanziamento nazionale. Comprende le modalità per garantire l'attuazione coordinata dei Fondi del QSC

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PACCHETTO LEGISLATIVO UE (Regolamenti e QSC)FESR, FSE, FC, FEASR, FEAMP

ACCORDO DI PARTENARIATOFESR, FSE, FC, FEASR, FEAMP

Livello Nazionale o Regionale

Programmi Operativi FESR

Programmi di SR FEASR

Programmi Operativi FSE

Programmi OperativiFC

Livello UE

Livello Nazionale

Programmi Operativi Plurifondo

(FESR, FSE, FC)

Programmi Operativi FEAMP

Quadro della program-mazione

2014 - 2020

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Obiettivi tematici (art. 9 RRDC)

① Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione

② Migliorare l'accesso alle TIC, nonché il loro impiego e qualità

③ Promuovere la competitività delle PMI, l'agricoltura (FEASR) e la pesca e acquacoltura (FEAMP)

④ Sostenere la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori

⑤ Promuovere l'adatta-mento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi

⑥ Tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse

⑦ Promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infra-strutture di rete

⑧ Promuovere l'occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori

⑨ Promuovere l'inclusione sociale e combattere la povertà

⑩ Investire nelle competenze, nell'istru-zione e nell'apprendi-mento permanente

⑪ Rafforzare la capacità istituzionale e promuo-vere un'amministrazione pubblica efficiente

I regolamenti dei singoli fondi identificano priorità collegate agli OT

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Obiettivi e copertura territoriale dei fondiObiettivi

(art. 81 RRDC)Copertura territoriale

(art. 82 RRDC)

Investimenti in favore della crescita e dell'occupazione negli Stati membri e nelle regioni, con il sostegno di tutti i Fondi

Cooperazione territoriale europea, con il sostegno del FESR.

Regioni meno sviluppate, il cui PIL pro capite è inferiore al 75% della media del PIL dell'UE a 27

Regioni in transizione, il cui PIL pro capite è compreso tra il 75% e il 90% della media del PIL dell'UE a 27

Regioni più sviluppate, il cui PIL pro capite è superiore al 90% della media del PIL dell'UE a 27.

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Tre categorie di regioni

< 75% della media UEPIL/pro capite*

*indice EU27=100

75-90 % > 90%

Regioni meno sviluppate

Regioni in transizione

© EuroGeographics Association for the administrative boundaries

Canarie

Guyana

Riunione

Guadalupa/Martinica

Madeira

Azzorre

Malta

La mappa delle regioni 2014 - 2020

Regioni più sviluppate

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Concentrazione tematica FESR(art. 4 della Proposta di Regolamento FESR)

1. Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione

2. Tecnologie Informazione e Comunicazione

3. Competitività

4. Economia a basse emissioni di carbonio

5. Adattamento al cambiamento climatico

6. Ambiente ed uso efficiente delle risorse

7. Sistemi di trasporto sostenibile

8. Occupazione e lavoro

9. Inclusione sociale

10. Competenze, istruzione, apprendimento

11. Capacità istituzionale

RS e RiT: almeno 80%RmS: almeno 50%

RS e RiT: almeno 20%RmS: almeno 6%

RS e RiT: almeno 80%RmS: almeno 50%

RS e RiT: almeno 80%RmS: almeno 50%

RS e RiT: almeno 80%RmS: almeno 50%

RS e RiT: almeno 80%RmS: almeno 50%

RS e RiT: almeno 80%RmS: almeno 50%

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Concentrazione tematica FSE(art. 4 della Proposta di Regolamento FSE)

1. Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione

2. Tecnologie Informazione e Comunicazione

3. Competitività

4. Economia a basse emissioni di carbonio

5. Adattamento al cambiamento climatico

6. Ambiente ed uso efficiente delle risorse

7. Sistemi di trasporto sostenibile

8. Occupazione e lavoro

9. Inclusione sociale e lotta alla povertà

10. Competenze, istruzione, apprendimento

11. Capacità istituzionale

SM: almeno 20%

RS: almeno 80%RiT: almeno 70%RmS: almeno 60%

Concentrazione

su 4 priorità

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Priorità tematiche FSEAccesso all'occupazione Inclusione attiva

Integrazione NEET Integrazione delle comunitàemarginate

Spirito imprenditorialee creazione di impresa

Lotta contro la discriminazione

Uguaglianza e conciliazione Accesso a servizi socialie cure sanitarie

Adattamento lavoratori, imprese e imprenditori

Economia sociale e imprese sociali

Invecchiamento attivoe in buona salute

Strategie di sviluppo localerealizzate dalla collettività

Modernizzazione e rafforzamentoistituzioni del mercato del lavoro

Capacità istituzionale ed efficacia diAA.PP. e servizi pubblici

Abbandono scolastico precoce,uguaglianza accesso all'istruzione

Capacità del partenariato

Qualità, efficacia e aperturadell'istruzione superiore

Accesso allaformazione permanente

Rispetto al totale dello stanziamento di FESR e FSE, la quota FSE sarà pari al 25% nelle regioni meno sviluppate, al 40% nelle regioni di transizione e al 52% nelle regioni più sviluppate

Inclusione sociale e lotta alla povertà

Capacità Istituzionale

Occupazione e mobilità professionale

Istruzione, competenze, formazione

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Il Quadro Strategico ComuneAllegato I RRDC e Atto Delegato

Obiettivi tematici

Obiettivi fondamentali (quantificati) dei Fondi

Azioni fondamentali di ciascun Fondo

Principi generali di attuazione

Complementarità e coordinamento

Quadro Strategico Comune

Il QSC stabilisce i principali settori di intervento, definisce i mezzi per garantire la coerenza con le politiche economiche degli Stati membri e dell'Unione, i meccanismi di coordinamento tra i Fondi del QSC e con altre politiche e altri strumenti pertinenti dell'Unione, i principi orizzontali e gli obiettivi strategici trasversali, le modalità per affrontare le sfide territoriali cui rispondere, azioni indicative di elevato valore aggiunto europeo e i principi corrispondenti per la loro realizzazione e le priorità

Specificità territoriali delle Azioni

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Contenuti dell’Accordo di PartenariatoModalità per garantire l'allineamento con la strategia dell'Unione per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva (analisi delle disparità e delle esigenze di sviluppo, sintesi valutazioni ex ante, obiettivi strategici, principi orizzontali, elenco dei PO)Approccio integrato allo sviluppo territoriale sostenuto dai Fondi del QSC, che stabilisce i meccanismi di coordinamento a livello nazionale e regionale nonché le modalità dell'approccio integrato per lo sviluppo territoriale

Approccio integrato per rispondere ai bisogni specifici delle aree geografiche particolarmente colpite dalla povertà o dei gruppi di destinatari a più alto rischio di discriminazione o esclusione

Modalità per garantire un'esecuzione efficace, che specifichi il quadro dei risultati attesi, l'adempimento delle condizionalità ex ante, la verifica dell'addizionalità, le azioni intraprese per associare il partenariato

Modalità per garantire l'attuazione efficiente dei Fondi del QSC, tra cui valutazioni sulle azioni necessarie di capacity building, riduzione degli oneri amministrativi per i beneficiari, modalità per lo scambio di dati

(a)

(b)

(c)

(d)

(e)

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Contenuti dei Programmi Operativi

Strategia per il contributo del programma operativo al raggiungimento della strategia complessiva dell'Unione per una crescita intelligente, sostenibile e inclusivaPer ciascun asse prioritario: obiettivi, indicatori, azioni, gruppi di destinatari e territori specifici, azioni da realizzare, categorie di intervento

Approccio integrato allo sviluppo territoriale definito nel CdP, con l'identificazione dei meccanismi di coordinamento, delle strategie territoriali, delle azioni interregionaliApproccio integrato definito nel CdP per rispondere alle esigenze specifiche delle zone geografiche particolarmente colpite dalla povertà o dei gruppi bersaglio a più alto rischioModalità per garantire un'esecuzione efficace, che specifichi il quadro dei risultati attesi, l'adempimento delle condizionalità ex ante, le azioni intraprese per associare i partner

(a)

(b)

(c)

(d)

(e)

Modalità per garantire l'esecuzione efficiente dei Fondi, tra cui l'impiego dell'assistenza tecnica, le azioni su capacity building e oneri amministrativi, l'elenco dei grandi progetti

(f)

Piano di finanziamento

Disposizioni di attuazione

(g)

(h)

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Due aspetti innovativi del RRDC

Programmi Operativi (art. 87 – 88)

Un Programma Operativo può essere cofinanziato da FESR e FSE. I singoli Assi sono monofondo ma vale una clausola di flessibilità del 5% dell'importo dell'Asse

Piano d'Azione Comune (artt. 93 -98)

Un piano d'azione comune è un intervento definito in relazione alle realizzazioni e ai risultati che conseguirà. Comprende un gruppo di progetti, escluse le infrastrutture, realizzati sotto la responsabilità del beneficiario, nell'ambito di uno o più PO. Le realizzazioni e i risultati del Piano sono convenuti fra lo Stato membro e la Commissione. Il beneficiario è un organismo di diritto pubblico. Il sostegno pubblico è pari ad almeno 10 milioni di euro. È oggetto di decisione comunitaria.

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Risorse finanziarie (art. 84 RRDC)

Le risorse globali dei Fondi sono pari a 325,24 miliardi di euro. All'Obiettivo “Investimenti” sono assegnati 313,29 miliardi (96,3%), all'Obiettivo CTE 8,95 miliardi (2,8%), alla Youth Employment Initiative (Top-up) 3 miliardi di euro (0,9%)

Distribuzione in corso di negoziato delle risorse dell'Obiettivo “Investimenti” (aprile 2013) 66,40

21,2%

1,390,4%

164,3052,4% 49,50

15,8%

31,7010,1%

Regioni meno sviluppate Regioni in transizione Regioni più sviluppate

Fondo di coesione Regioni ultraperiferiche

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Integrazione e territorio nei Fondi

Commissione Europea (2012), Investimenti Territoriali Integrati, Scheda Informativa scaricabile da: http://ec.europa.eu/regional_policy/what/future/proposals_2014_2020_en.cfm

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Strumenti di integrazione

Obiettivo di coesione

territoriale

Approccio di policy integrato,

territoriale, multidimensionale

Sviluppo Locale Partecipativo

Investimenti Territoriali Integrati

Applicazione di una singola metodologia di SLOP per tutti i Fondi e le regioni

Estensione approccio LEADER

S t r u m e n t i d i i n t e g r a z i o n eFondiFondi

del QSC

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Lo sviluppo locale partecipativo(artt. 28 – 31 RRDC)

Gruppi di Azione Localecomposti da rappresentanti locali pubblici e privati, in cui néil settore pubblico, néun singolo gruppo di interesse ha più del 49% dei diritti di voto (art. 28 c. 1 lettera b)

Strategie territoriali di sviluppo locale integrate e multisettoriali (art. 28 c. 1 lettera c)

Concentrazione su territori sub-regionali specifici (art. 28 c. 1 lettera a)

Bisogni e potenzialità locali, innovazionenel contesto locale, istituzione di una rete, cooperazione(art. 28 c. 1 lettera d)

Lo SLOP è facoltativo per il FESR, il FSE e il FEAMP, ma è obbligatorio per il FEASR. I Fondi del QSC contribuiscono allo sviluppo locale in modo coerente e coordinato. Lo SLO sostenuto dai Fondi del QSC è realizzato nell'ambito di una o più priorità del programma

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Elementi chiave dello SLOP

Strategia di SLO

Le strategie di SLO, che devono includere tutti gli elementi di cui all'art. 29 della PdRG, sono selezionate da un comitato istituito dall’AdG dei programmi. La selezione e l'approvazione di tutte le strategie di SLO vanno completate entro il 31.12.2015 (art. 29 c. 3 e c. 4)

Strategia di SLO e Contratto di Partenariato

Gli Stati membri dovranno specificare nel contratto di partenariato in che modo intendono sostenere lo SLOP e indicare i programmi e le aree in cui sarà possibile utilizzarlo. Questo tipo di sviluppo è facoltativo per il FESR, il FSE e il FEAMP, ma è obbligatorio per il FEASR.

Integrazione traFondi del QSC

I Fondi del QSC contribuiscono allo sviluppo locale in modo coerente e coordinato (art. 28 c. 2).

MultisettorialitàLo SLO sostenuto dai Fondi del QSC è realizzato nell'ambito di una o più priorità del programma (art. 28 c. 5).

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Elementi chiave dello SLOP (segue)

Rilevanza del ruolo dei GAL

I gruppi di azione locale elaborano e attuano le strategie di sviluppo locale (art. 30 c. 1), svolgendo anche importanti compiti di coordinamento e gestione (art. 30 c. 3)

Incentivi

Per i PO dove un intero asse prioritario viene attuato tramite lo SLOP, il tasso massimo di cofinanziamento del FESR e/o del FSE a livello di ciascun asse prioritario sarà aumentato di 10 punti percentuali. Nel caso del FEASR, in base alle circostanze, il tasso massimo di cofinanziamento per lo SLOP può andare dall'80 % al 90 %, mentre per il FEAMP è pari al 75 %

Costi preparatori e gestionali

I Fondi finanziano anche azioni preparatorie e costi di gestione e animazione della strategia di sviluppo locale (art. 31). Nel caso delle strategie plurifondo, sarà possibile finanziare i costi di esercizio e l'organizzazione della strategia di sviluppo locale tramite un unico fondo (il Fondo Lead)

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Contenuti della Strategia di Sviluppo Locale(a) Definizione del territorio e della popolazione

interessati dalla strategia

(b) Analisi delle esigenze di sviluppo e delle potenzialità del territorio, compresa un'analisi dei punti di forza, delle carenze, delle opportunità e dei rischi

(c) Descrizione della strategia e dei suoi obiettivi, illustrazione del carattere integrato e innovativo della strategia e gerarchia di obiettivi, con indicazione di obiettivi precisi e misurabili per le realizzazioni e i risultati. La strategia deve essere coerente con i programmi pertinenti di tutti i Fondi del QSC interessati

(d) Descrizione del processo di associazione della comunità all'elaborazione della strategia

(e) Piano d'azione che traduca gli obiettivi in azioni concrete

(f) Descrizione delle modalità di gestione e sorveglianza della strategia, che dimostri la capacità del gruppo di azione locale di attuarla, e una descrizione delle modalità specifiche di valutazione

(g) Piano di finanziamento della strategia, compresa la dotazione prevista a titolo di ciascun Fondo del QSC

Le strategie di sviluppo locale sono selezionate da un comitato istituito a tale scopo dalle autorità di gestione dei programmi.

La selezione e l'approvazione di tutte le strategie di sviluppo locale sono completate entro il 31 dicembre 2015.

La decisione dell'autorità di gestione che approva una strategia di sviluppo locale stabilisce la dotazione a titolo di ciascun Fondo del QSC. Definisce inoltre i ruoli delle autorità responsabili dell'esecuzione dei programmi in questione per tutti i compiti attuativi connessi alla strategia.

È conferito alla Commissione il potere di adottare atti delegati a norma dell'articolo 142 riguardanti la definizione del territorio e della popolazione interessati dalla strategia

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Investimenti Territoriali Integrati (art. 99 RRDC)

Commissione Europea (2012), Investimenti Territoriali Integrati, Scheda Informativa.

Se una strategia di sviluppo territoriale richiede un approccio integrato che comporti investimenti nell'ambito di più assi prioritari di uno o più PO, l'azione è eseguita sotto forma di Investimento Territoriale Integrato.

I PO interessati individuano gli ITI previsti e stabiliscono la dotazione finanziaria indicativa di ciascun asse prioritario destinata agli ITI.

Lo Stato membro o l'AdG può designare uno o più organismi intermedi, compresi enti locali, organismi di sviluppo regionale o organizzazioni non governative, cui delegare la gestione e l'attuazione di un ITI.

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Elementi chiave degli ITI

Dominioterritoriale

Qualsiasi area geografica con caratteristiche territoriali particolari può essere oggetto di un ITI, da quartieri urbani specifici con svantaggi a livello urbano, metropolitano, urbano-rurale, sub-regionale o interregionale.

Applicabilità alle Reti

Un ITI può offrire iniziative integrate in unità con caratteristiche simili all'interno di una regione, anche se distanti dal punto di vista geografico (ad esempio, una rete di città di piccole o medie dimensioni). Non è obbligatorio che un ITI copra l'intero territorio di un'unità amministrativa.

Applicabilità nella CTE

Gli ITI possono essere realizzati nell'ambito della Cooperazione Territoriale Europea (CTE), ad esempio per implementare una strategia integrata per lo sviluppo urbano in città transfrontaliere.

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Elementi chiave degli ITI (segue)

Finalità

Gli ITI dovranno contribuire agli obiettivi tematici dei rispettivi assi prioritari dei programmi operativi partecipanti, nonché agli obiettivi di sviluppo della strategia territoriale.

Integrazione degli interventi

Gli ITI possono essere finanziati dal FESR e dal FSE ma non è obbligatorio combinare tutti i fondi in ciascun ITI. È auspicabile che l'ITI combini il FESR e il FSE per collegare i piccoli investimenti alle infrastrutture fisiche. Ciò è particolarmente importante nello sviluppo urbano sostenibile. Negli ITI possono essere attuati strumenti finanziari

Governance

L'AdG del PO ha la responsabilità ultima della gestione e dell'implementazione delle operazioni di un ITI. Tuttavia, può designare organismi intermediari, inclusi autorità locali, organismi di sviluppo regionale oppure organizzazioni non governative per adempiere ad alcune o a tutte le attività di gestione e implementazione.

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ITI e SLOPSLOP

(artt. 28 - 31 RRDC)ITI

(art. 99 RRDC)

È un approccio strettamente dal basso verso l'alto. Il gruppo di azione locale stabilisce il contenuto della strategia di sviluppo locale e le operazioni soggette a finanziamento.

Gli ITI possono essere costruiti dall'alto verso il basso, dal basso verso l'alto o con una combinazione dei due approcci.

Lo sviluppo locale partecipativo può essere la componente di una strategia urbana integrata implementata mediante un ITI

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Le città nel 2014 - 2020Sviluppo Urbano Sostenibile

(art. 7 Reg. FESR)Piattaforma Sviluppo Urbano

(art. 8 Reg. FESR)

Il FESR sostiene, nell'ambito dei PO, lo sviluppo urbano sostenibile attraverso azioni integrate. Ciascuno SM stabilisce nel proprio contratto di partenariato un elenco di città in cui devono essere realizzate queste azioni e la loro dotazione annua indicativa.

Almeno il 5 % delle risorse del FESR per ciascuno Stato membro è investito in azioni integrate mediante gli ITI, attraverso una delega di gestione e attuazione conferita alle città.

La Commissione istituisce una Piattaforma per lo sviluppo urbano per promuovere lo sviluppo di capacità, la creazione di reti tra città e lo scambio di esperienze sulla politica urbana a livello dell'Unione nei settori attinenti alle priorità d'investimento del FESR e allo sviluppo urbano sostenibile.

Partecipano alla Piattaforma un massimo di 300 città, con un massimo di 20 città per ciascuno Stato membro.

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Obiettivi, territori, strumenti

Obiettivi tematiciInterventi non territorializzati

Interventi territoriali

CittàAree

interneAreerurali

Altri territori

Obiettivo Tematico 1

Obiettivo Tematico 2

. . . . . .

Sviluppo Locale Partecipativo

Investimenti Territoriali Integrati

Altri strumenti di integrazione territoriale

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Condizionalità

Ex ante(art. 17)

Ex post (art. 18 e 20)

Macroeconomiche(art. 21 e 22)

Garantiscono che sussistano le condizioni necessarie per un uso efficace del sostegno dell'Unione. Il rispetto delle condizionalità ex ante viene accertato dalla Commissione nell'ambito della valutazione del contratto di partenariato e dei programmi. Nei casi in cui non venga soddisfatta una condizionalità ex-ante, la Commissione ha il potere di sospendere i pagamenti a favore del programma.

La condizionalità ex post rafforza l'accento posto sui risultati e sulla realizzazione degli obiettivi della strategia Europa 2020. Si basa sul conseguimento di tappe fondamentali relative al raggiungimento degli obiettivi dei programmi inclusi nel contratto di partenariato connessi agli obiettivi di Europa 2020.

I Fondi del QSC possono, se necessario, essere riorientati per rispondere ai problemi economici che un paese si trova ad affrontare. Questo processo è basato su modifiche del contratto di partenariato e dei programmi a sostegno delle raccomandazioni del Consiglio volte ad affrontare gli squilibri macroeconomici e le difficoltà socioeconomiche.

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Lo schema delle condizionalità ex ante (All. V RRDC)

Obiettivo tematico Condizionalità ex ante Criteri di adempimento

Gli undici Obiettivi tematici del RRDC, art. 9

Identifica le condizionalità per ciascun Obiettivo Tematico

Individua i criteri in base ai quali sarà valutato se una condizionalità è rispettata o meno

Area Condizionalità ex ante Criteri di adempimento

Sono identificate 7 aree: Antidiscriminazione, Parità di Genere, Disabilità, Appalti Pubblici, Aiuti di Stato, Normativa ambientale connessa a VIA e VAS, Sistemi Statistici

Identifica le condizionalità per ciascuna Area

Individua i criteri in base ai quali sarà valutato se una condizionalità è rispettata o meno

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Classificazione delle condizionalità ex ante

1914

3Esistenza di strategie e/o piani, nazionali e/o regionali, rispondenti a specifici criteri

Recepimento di direttive comunitarie e/o di principi, strategie e meccanismi dell'Unione

Esistenza di sistemi di valutazione nazionali o regionali su determinati fenomeni

Il RRDC elenca 36 condizionalità ex ante, di cui 28 relative agli Obiettivi tematici e 8 alle Aree

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Intervallo

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Bilancio UE2014 - 2020

Il bilancio 2014-2020 (Quadro Pluriennale Finanziario) della Unione Europea è ancora in corso di negoziato fra il Parlamento ed il Consiglio. La sua approvazione è una condizione preliminare perché il nuovo ciclo di politiche comunitarie possa partire, avendo ricevuto stanziamenti finanziari certi.

Regolamenti e Quadro Strategico Comune

Sono state pubblicate versioni provvisorie del Regolamento recante disposizioni comuni (che include una parte relativa ai fondi del QSC ed una riguardante le politiche di coesione), del Regolamento FESR, del Regolamento FSE e del Regolamento FEASR. È anche stata pubblicata una versione provvisoria del Quadro Strategico Comune. Questi documenti sono in fase di negoziato.

Lavori in corso

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Il Position Paper della Commissione

La Commissione Europea ha individuato sfide da affrontare, quattro priorità di finanziamento e una serie di raccomanda-zioni puntuali per la costruzione delle politiche di coesione 2014-2020 in Italia. Questo documento è una base di partenza del negoziato fra Autorità Nazionali e Commissione Europea per definire l’Accordo di Partenariato e i Programmi Operativi

Primi orientamenti nazionali

Il documento “Metodi e Obiettivi” (c.d. documento Barca) ha identificato un “nuovo” metodo di lavoro per le politiche di coesione 2014-2020, basato su sette innovazioni di metodo e tre opzioni strategiche. Questi elementi sono alla base della costruzione dell’Accordo di Partenariato.

Accordo di Partenariato

Sulla base del confronto avvenuto in quattro tavoli tecnici fra DPS, Ministeri e Regioni, è stata elaborata una parziale “versione in corso d’opera” dell’Accordo di Partenariato, che presenta quadri di riferimento, risultati attesi, azioni e indicatori per ciascun Obiettivo Tematico

Lavori in corso (2)

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Programmi Operativi

Le Regioni stanno avviando il lavoro di preparazione dei Programmi Operativi sulla base di uno schema di lavoro predisposto dalla Commissione. I Programmi dovranno naturalmente essere coerenti con l’Accordo di Partenariato.

Condizionalità ex ante

Tutte le Amministrazioni (nazionali e regionali) interessate all’attuazione delle politiche di coesione stanno lavorando per soddisfare le condizionalità ex ante, che consistono nella maggior parte dei casi nella costruzione di quadri di riferimento strategici e/o normativi in cui ordinare l’intervento dei Fondi.

Lavori in corso (3)

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Milestones della programmazione

[1]Adozione (UE) RDDC e QSC Entro tre mesi

[2]Trasmissione

CdP e PO (SMCE)

Entro tre mesi

[3]Osservazioni (CE) a CdP e

POEntro sei

mesi da [2]

[4]Decisione

(CE) su CdP e PO Entro fine 2015

[5]Selezione e

approvazione SSL

Entro 2 anni da [4] o fine

2016

[6]Adempimento condizionalità

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Il Position Paper della Commissione

Le sfide principali

Il position paper discute le criticità della situazione italiana in riferimento agli obiettivi della Strategia Europa 2020, agli squilibri macroeconomici e di bilancio, alle disparità regionali interne. Vengono identificate quattro aree critiche a cui corrispondono altrettante priorità di finanziamento (v. punto successivo)

Le priorità di finanziamento (funding priorities)

Sono identificate quattro priorità che raggruppano gli Obiettivi Tematici. Per ciascuna priorità vengono identificate sub-priorità e obiettivi specifici (appendice B).

Fattori di successo

Sono identificate 15 condizionalità ex ante critiche da trattare con particolare attenzione nel caso italiano. Viene richiamato il rilievo dell’Accordo di Partenariato per la definizione della strategia dello sviluppo territoriale integrato.

Priorità per la Cooperazione Territoriale Europea

Vengono brevemente identificate delle priorità per i programmi di CTE transfrontalieri e transnazionali, oltre che per la politica marittima

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Appendice A – Programmazione ed attuazione efficaci

Sono individuate delle regole per aumentare le probabilità di successo della programmazione ed attuazione degli interventi

Appendice B – Fabbisogni di finanziamento ed obiettivi tematici

Viene ricostruito un quadro strategico basato su Funding Priorities, Obiettivi tematici, Assi Prioritari e Obiettivi Specifici. Per ciascun obiettivo si identifica una tempistica per alcune condizionalità ex ante e si danno raccomandazioni per la programmazione

Appendice C – Oneri amministrativi

Vengono identificate delle linee di azione per migliorare l’azione amministrativa e partenariale

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Priorità di finanziamento ed obiettivi tematiciAmbiente

imprenditoriale innovativo

Infrastrutture e gestione

risorse naturali

Lavoro, inclusione,

capitale umano

Efficienza PA

1. R&S e innovazione ■ 1

2. Tecnologie IC ■ 2 ■ 2 ■ 2

3. Competitività ■ 3

4. Economia a basse emissioni di carbonio

■ 4

5. Adattamento al cambiamento climatico

■ 5

6. Ambiente ed uso efficiente delle risorse

■ 3

7. Sistemi di trasporto sostenibile ■ 1

8. Occupazione e lavoro ■ 1

9. Inclusione sociale ■ 2

10. Competenze e istruzione ■ 3

11. Capacità istituzionale ■ 1

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Il “decalogo” della Commissione(interpretato da noi)

1. Concentrarsi sulle “condizionalità critiche”: smart specialization, attuazione dello Small Business Act, completamento delle strategie nazionali e regionali in settori critici (es. trasporti, adeguamento ai cambiamenti climatici, etc.), ecc.

2. Condurre una estesa azione di capacity building, per ridurre gli oneri amministrativi per le imprese, promuovere l’e-government e l’e-public procurement, garantire l’efficienza del sistema giudiziario, rafforzare gli organismi coinvolti nella gestione e attuazione dei programmi dei Fondi QSC

3. Assicurare il pieno coordinamento delle politiche attraverso l'implementazione di quadri strategici e di piano, coordinamento, chiara ripartizione delle responsabilità

4. Fare un maggiore ricorso ai programmi nazionali, eliminare le aree di sovrapposizione fra Programmi, evitare i programmi interregionali

5. Sfruttare il potenziale di sinergia con gli altri strumenti UE, quali Connecting Europe Facility, Orizzonte 2020, etc.

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… Il decalogo

6. Promuovere un’adeguata progettazione delle operazioni e dimensioni progettuali più consistenti

7. Garantire l’integrazione sul territorio attraverso lo sviluppo locale partecipativo e gli investimenti territoriali integrati. Adottare criteri trasparenti per la selezione delle aree in cui avranno luogo gli interventi integrati.

8. Eliminare interventi di minore efficacia o pertinenza (es. eventi e marketing territoriale, strade e autostrade, cattura delle risorse ittiche)

9. Migliorare l’efficienza delle verifiche gestionali ed accrescere la stabilità del personale delle strutture amministrative delle autorità di gestione

10. Migliorare l’indipendenza e garantire la congruità delle dotazioni delle autorità di audit

La complementarità tra i Fondi QSC deve essere progettata a livello politico, attuata attraverso soluzioni specifiche di attuazione, tra cui, se del caso, Investimenti Territoriali Integrati e Sviluppo Locale di tipo partecipativo.

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Il documento “Metodi e Obiettivi”Le sette innovazioni

Risultati attesi

Nella programmazione operativa, gli obiettivi stabiliti saranno definiti sotto forma di risultati attesi che si intende attuare in termini di qualità di vita delle persone e/o di opportunità delle imprese.

Azioni

I programmi operativi faranno seguire alla indicazione dei risultati attesi quella delle azioni con cui conseguirli. I programmi operativi conterranno indicazioni non generiche, ma circostanziate delle azioni che si intendono finanziare. All'approvazione dei programmi operativi non seguirà l’avvio di un confronto su “cosa effettivamente fare” ma l'attuazione delle decisioni già assunte.

Tempi previsti e sorvegliati

I PO assoceranno a ogni azione i tempi previsti di attuazione. Tali tempi saranno tradotti in previsioni novennali dei pagamenti. A questo sistema previsivo corrisponderà un forte sistema centrale di sorveglianza, rendendo sistematiche le “campagne dei sopralluoghi” realizzate nel 2012 dall'Unità di Verifica degli Investimenti Pubblici

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Apertura

Sarà garantita trasparenza e apertura delle informazioni che quelle innovazioni producono; e rafforzamento delle possibilità di mobilitazione dei soggetti interessati e del partenariato. Per quanto riguarda la trasparenza e l’apertura, le informazioni verranno rese disponibili secondo formati unificati nazionali

Partenariato mobilitato

Al principio europeo del partenariato sarà data vera attuazione, sia estendendolo alla fase discendente della programmazione (al disegno dei bandi in primo luogo), sia coinvolgendo nella “valutazione pubblica aperta”, oltre alle parti economiche e sociali, tutti i soggetti potenzialmente influenzati.

Valutazione di impatto

Sarà data centralità e impulso alla valutazione di impatto, ossia alla valutazione del se, in quale misura ed eventualmente per quali soggetti, le azioni adottate abbiano effettivamente effetti per la qualità di vita delle persone e/o le opportunità delle imprese.

… le sette innovazioni (segue)

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Forte presidio nazionale

Sarà consolidata la natura non-contrattabile delle “regole del gioco” che saranno approvate nell'Accordo di partenariato (una volta concluso il confronto aperto da questo documento). Verranno lanciate da parte nazionale azioni di co-progettazione strategica territoriale in aree selezionate sulla base dei prototipi già avviati con il Piano Azione Coesione. Si rafforzerà il presidio assicurato dal DPS, trasformandone l'organizzazione (Agenzia). Sarà inoltre valutata la possibilità che il centro assuma più ampi ruoli di gestione dei programmi operativi.

… le sette innovazioni (segue)

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Le tre opzioni strategiche

Cittadinanza e industria nel Mezzogiorno

La strategia combatte i due deficit essenziali della cittadinanza (dalla sicurezza personale, alla legalità, alla giustizia, all'istruzione, alla qualità dell'aria e dell'acqua, al trasporto pubblico, alla cura di infanzia e anziani, alla rete digitale) e della attività produttiva privata, in primo luogo manifatturiera, ma anche agricola, commerciale e di servizi del welfare.

Città

La programmazione dei Fondi comunitari considererà le città come “città funzionali”; distinguerà tra grandi città/aree metropolitane, città medie e sistemi di piccoli comuni; punterà sulla “rete delle grandi città metropolitane” per rafforzare la competitività dell'Europa; rafforzerà la cooperazione e co-decisione tra diversi livelli di governo.

Aree Interne

Questa opzione mira a tutelare il territorio e la sicurezza degli abitanti affidandogliene la cura, promuovere la diversità naturale e culturale e il policentrismo aprendo all'esterno, rilanciare lo sviluppo e il lavoro attraverso l'uso di risorse potenziali male utilizzate.

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Il “menù” della bozza di AdP

11 Obiettivi tematici (ma l’OT 11 “Capacità Istituzionale” è ancora da definire)

Linee di indirizzo strategico

Risultati attesiIndicatori

quantificabili

Settori AzioniFondi del QSC

interessati

La bozza di AdP individua, per ciascun obiettivo tematico, una serie di risultati attesi (associati a indicatori quantificabili) e un elenco molto dettagliato di azioni, fra cui i programmatori regionali dovrebbero scegliere (a valere sui fondi del QSC) quelle prioritarie in relazione alle proprie esigenze di sviluppo e coesione

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Orientamenti per le Città nella bozza di AdP

1.

Aumentare la responsabilità delle amministrazioni comunali “importanti” nel progettare ed attuare la politica di coesione, attraverso modelli di organizzazione e strumenti operativi che consentano una ampia delega.

2. Permettere alle città, costruendo programmi plurifondo, di utilizzare in modo diretto non solo il FESR ma anche il FSE

3.Costituire modelli e pratiche che garantiscano il coordinamento e lo scambio tra l’amministrazione comunale ed i numerosi altri soggetti responsabili di investimenti con risorse aggiuntive localizzati nelle città.

4.

Potenziare il ruolo delle Città metropolitane. Si considera l’ipotesi di un Programma nazionale per le città metropolitane per il periodo 2014-2020 e la costruzione nei Programmi a titolarità delle Regioni di spazi per le città medie titolari di importanti funzioni urbane.

5.Valorizzare e diffondere le proposte di città impegnate in strategie di qualità per la crescita e per la sostenibilità, garantendo loro spazio nei programmi regionali

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Orientamenti per le Aree Interne

Obiettivi generali

• Mettere in sicurezza il territorio (prevenendo fenomeni quali alluvioni e erosioni del suolo).

• Promuovere la diversità naturale e culturale presente in queste aree.

• Valorizzarne le risorse potenziali sotto utilizzate e innescare processi di crescita.

Elementi strategici

• Progettare e agire e nei luoghi ma definire una forte strategia nazionale

• Sfruttare la programmazione comunitaria in materia di aree interne per coniugare azioni di sviluppo locale e una gestione associata dei servizi

• Approfittare della costruzione di una strategia per le aree interne per introdurre politiche ordinarie per la scuola, la salute e la mobilità

• Assegnare i fondi ricorrendo soprattutto ad una pianificazione territoriale unitaria – e in un secondo momento, e se necessario ai bandi.

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Opzioni attuative

Ipotesi minimalista

La strategia per le aree interne viene attuata dalle Regioni attraverso i Programmi operativi regionali, stabilendo precise condizionalità su servizi associati, azione ordinaria e pianificazione

Ipotesi riformista

Comprende quella ”minimalista” ma vi aggiunge il lancio di progetti pilota che operano secondo una metodologia nazionale gestita e partecipata a livello locale – da Comuni, associazioni di Comuni, etc. I progetti saranno costruiti attraverso strumenti negoziali quali, ad esempio, gli APQ – o la definizione di un CLLD – che, tema per tema, vedranno fortemente coinvolte le Amministrazioni più rilevanti e interessate

Ipotesi “di attacco”

Comprende le prime due ipotesi ma prevede una “confederazione” di progetti pilota, con la costruzione di una piattaforma di conoscenze e competenze. I progetti potranno essere finanziati dalla politica regionale (POR), agricola, di sviluppo rurale (PSR), con il FSC, ma anche da finanziamenti ordinari di settore.

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[… ] Accelerare il completamento del Piano Nazionale Banda Larga nei territori (aree rurali, marginali, ovvero aree interne) che, eventualmente, non ancora una copertura stabile di connettività in banda larga ad almeno 2 Mbps al 2013 (FESR, FEASR), Obiettivo Tematico 2, Settore 1

Stimolare, in particolare nelle aree interne e nelle aree rurali, la diffusione e l’utilizzo del web, dei servizi pubblici digitali e degli strumenti di partecipazione in rete per favorire l’empowerment dei cittadini (con particolare riferimento ai giovani e ai cittadini svantaggiati), nonché l’acquisizione di competenze avanzate da parte delle imprese (FESR, FEASR), Obiettivo Tematico 2, Settore 3

Sostegno ai PIF (progetti integrati di filiera) come strumenti per il potenziamento delle filiere (FEASR), Obiettivo Tematico 3, Settore 1

Costruire un “paniere” di azioni territoriali(è solo un esempio)

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Miglioramento della competitività del territorio rurale al fine di promuovere e valorizzare le risorse locali presenti. Sostegno a imprese ed enti locali al fine di restaurare o migliorare la qualità del paesaggio, promuovere la collocazione sul mercato dei prodotti tipici, […] (FESR, FEASR), Obiettivo Tematico 3, Settore 4

Ammodernamento della rete di illuminazione pubblica attraverso la sostituzione delle fonti luminose con sistemi improntati al risparmio energetico con maggiore efficienza e durata e alla riduzione inquinamento luminoso (FESR), Obiettivo Tematico 4, Settore 1

Sostegno a sistemi di raccolta e trattamento di biomasse vergini locali, utilizzabili per la produzione di calore in impianti a elevato rendimento e basse emissioni (FESR, FEASR), Obiettivo Tematico 4, Settore 4

… Un “paniere” di azioni territorializzabili

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Interventi di messa in sicurezza dei territori più esposti a rischio idrogeologico e di erosione costiera, con particolare riguardo alla manutenzione straordinaria del reticolo idraulico e privilegiando ove possibile pratiche di ingegneria naturalistica (FESR, FEASR), Obiettivo Tematico 5, Settore 1

Interventi per la tutela e la valorizzazione di aree di attrazione naturale di rilevanza strategica tale da consolidare e promuovere processi di sviluppo (FESR, FEASR, FEAMP), Obiettivo Tematico 6, Settore 2

Interventi per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale nelle aree di attrazione di rilevanza strategica tale da consolidare e promuovere processi di sviluppo (FESR, FEASR), Obiettivo Tematico 6, Settore 2

… Un “paniere” di azioni territorializzabili

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Azioni per l’inserimento occupazionale giovanile nei settori che offrono maggiori prospettive di crescita (es. green economy, blue economy, servizi alla persona, servizi socio-sanitari, valorizzazione del patrimonio culturale, ICT) (FSE), Obiettivo Tematico 8, Settore 1

Finanziamento piani di investimento per Comuni associati per realizzare nuove infrastrutture o recuperare quelle esistenti (asili nido, centri ludici, servizi integrativi prima infanzia, ludoteche e centri diurni per minori, comunità socioeducative) conformi alle normative regionali di riferimento (FESR), Obiettivo Tematico 9, Settore 3

Sviluppo delle competenze e delle abilità trasversali per l’occupazione: educazione all’imprenditorialità e spirito di impresa, etc. (FSE), Obiettivo Tematico 10, Settore 6

… Un “paniere” di azioni territorializzabili

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