Poltrone e buste paga, la guerra infinita · ni che avevamo pronti i progetti di edilizia sa - ......

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TORINO CRONACA SABATO 15 OTTOBRE 2011 Roma taglia, la Città della salute rischia di saltare SARA STRIPPOLI S INDACATI a confronto sullo scottante tema della mobilità degli operatori del- la sanità. Ieri, in una giornata in cui le or- ganizzazioni sindacali si sono confrontate per tutto il giorno con l’assessore alla Sanità Paolo Monferino, impegnato anche nella prima seduta del tavolo sulla non-autosuffi- cienza, l’assessore al bilancio regionale Gio- vanna Quaglia conferma la preoccupazione sul rischio che anche il progetto della Città della salute possa subire dei ritardi: «Se da Roma arriverà un taglio di un miliardo, è cer- to che la faccenda ci riguarderà perché siamo noi, con la Lombardia e il Veneto le tre regio- ni che avevamo pronti i progetti di edilizia sa- nitaria. In questo contesto anche le due Città della salute di Novara e Torino potrebbero slittare». Prima di dare certezze, chiarisce «bisognerà però capire, nella conferenza Sta- to- Regioni non ci era stato anticipato nulla». Nell’incontro sulla mobilità, i sindacati hanno ribadito che prima di discutere nel merito la possibilità concreta che il persona- le sanitario possa essere spostato tenendo conto delle diverse attività degli ospedali, è necessario conoscere la nuova mappa degli ospedali: «Il tema deve essere rimandato», dice Vincenzo Di Leo della Cgil. Per Gabriele Gallone dell’Anaao è comunque preferibile che sia l’assessorato a dettare i principi: «Non ci fidiamo dei commissari che possono fare scelte dettate da criteri che potrebbero avere poco a che fare con la funzionalità degli ospe- dali». Sulla legge per creare un fondo per la non autosufficienza annunciato da Monferi- no, Giovanna Ventura della Cisl chiede an- che il coinvolgimento dei Comuni: «Anche loro devono mettere a disposizione dei fondi che poi saranno redistribuiti». ASSESSORE Paolo Monferino è assessore regionale alla Sanità da luglio © RIPRODUZIONE RISERVATA Poltrone e buste paga, la guerra infinita

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TORINO

CRONACAn VII

SABATO 15 OTTOBRE 2011

la Repubblica

(segue dalla prima di cronaca)

LETTO e sottoscritto. Ma sitratta di Milano e il fatto chela metropoli lombarda ab-

bia lo stesso problema di Torinonon è di alcun conforto.

Lì almeno se ne parla e il primocittadino ha preso un impegnoche vorremmo prendesse anchePiero Fassino in un momento incui sembra esserci un particolareaccanimento sull’uso impropriodi alcuni spazi urbani, una sorta di«piazza selvaggia» che deturpasenza soluzione di continuità ilcentro storico di Torino in un sus-seguirsi di fiere, eventi, manife-stazioni discutibili nella forma enella sostanza. Non è un tema dialta politica e forse per questo puòrisultare poco affascinante ma èun problema di buona ammini-strazione. E già questo potrebbebastare.

Non è neppure un argomentonuovo ma anche questa non do-vrebbe essere una buona ragioneperché venga ridimensionato atrascurabile capriccio di questo oquel quartiere della città. Oppureper dire che c’è altro di più impor-

tante e che, in tempo di crisi, è unlusso occuparsi delle piazze il cuiuso, pensa e dice qualcuno, servetutto sommato a portare ossigenoalle casse del comune. Ma, comeper il passato, si tratta di argo-mentazioni poco sostenibili: pri-ma di tutto perché non è così, poiperché non si può accettare l’ideadi una discutibile estetica urbani-stica nel nome di una difficoltà fi-nanziaria che nel caso specificopotrebbe essere affrontata diver-samente e con eguali risultati.Quel che è certo è che in una città,che abbia a cuore la sua immagi-ne, questo non si fa. Non si tra-sformano le piazze in un gigante-sco lego, un cantiere a cielo aper-to nel quale si montano e si smon-tano accampamenti, tendopoli efiere da strapaese.

La funzione, per non dire il de-stino, di luoghi come piazza Vitto-rio, la più bombardata delle piaz-

ze torinesi (ma non l’unica), nonpuò essere quella di contenitoredelle più stravaganti iniziative.Non è stata creata per essere que-sto e non si può imporre a chi viabita, oltre al frastuono mai risol-to della movida dei suoi portici edelle immediate vicinanze, anchela perenne occupazione con pal-chi simili a patiboli che sopravvi-vono da una settimana all’altra inattesa di riti strampalati. Né si puòpensare che abbia senso la sceltadi consegnare piazza Cln a unmercatino di formaggi e salumicome se fosse il più adeguato deiluoghi per questo genere di com-merci. Così come è difficile im-maginare che non vi sia altro po-sto che non sia piazza Carignanoper ospitare banchetti di pseudo-brocanteur che non hanno nulladi interessante da esibire e menoche mai sul «sagrato della Patria».

Se si esclude la scelta meditata

e voluta di questo utilizzo dellepiazze più belle e importanti del-la città — e si deve sperare che siacosì — resta la spiegazione eco-nomica ovvero l’idea che le piaz-ze adibite a bancomat trovino laloro ragione nella possibilità di ri-mediare alle ridotte disponibilitàfinanziare del Comune con qual-siasi strumento: una strada scivo-losa che, leggi permettendo, po-trebbe portare anche all’aperturadi casinò. Ma si sa che non è così eche ai tagli dissennati del governoBerlusconi, che tolgono certa-mente il sonno all’argentier di Pa-lazzo di Città, non si può rispon-dere in qualsiasi modo.

Specialmente se si può evitaredi farlo.

Ci sono spazi — anche questoricorre nel discorso di Pisapia co-me eco di osservazioni fatte inpassato a Torino — che potrebbe-ro prestarsi benissimo al tipo di

eventi che invece si continua aconcentrare nelle piazze stori-che. Ci sono parchi, giardini, piaz-ze meno centrali, diversi tipi di«contenitori» che potrebbero ad-dirittura trovare una funzione cheoggi non hanno, scoprire una vi-talità sinora negata con effetti po-sitivi anche per le zone in cui essisi trovano. Non è necessario in-golfare il centro, temendo senzaragione che il pubblico o gli ac-quirenti possano non affluire inposti diversi da quelli «abusati».Una buona campagna di infor-mazione rimedierebbe a questolimite sempre che esso sia tale.

E allora? Allora il sindaco piùamato d’Italia — secondo un’in-dagine dell’Istituto di ricerca Da-tamonitor — farebbe cosa buonase tra gli impegni della sua ammi-nistrazione includesse anche larazionalizzazione dell’uso dellepiazze. Non è nostalgia dell’agoràgreca né un sofisticato vagheggia-mento del geometrico lirismometafisico di De Chirico ma sem-plicemente la riconsegna ai citta-dini delle piazze per quello che so-no e non per altre funzioni.

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SALVATORE TROPEA

PIAZZA VITTORIONON UNA FIERA DI STRAPAESE

Roma taglia, la Città della salute rischia di saltareSARA STRIPPOLI

SINDACATI a confronto sullo scottantetema della mobilità degli operatori del-la sanità. Ieri, in una giornata in cui le or-

ganizzazioni sindacali si sono confrontateper tutto il giorno con l’assessore alla SanitàPaolo Monferino, impegnato anche nellaprima seduta del tavolo sulla non-autosuffi-cienza, l’assessore al bilancio regionale Gio-vanna Quaglia conferma la preoccupazionesul rischio che anche il progetto della Cittàdella salute possa subire dei ritardi: «Se daRoma arriverà un taglio di un miliardo, è cer-

to che la faccenda ci riguarderà perché siamonoi, con la Lombardia e il Veneto le tre regio-ni che avevamo pronti i progetti di edilizia sa-nitaria. In questo contesto anche le due Cittàdella salute di Novara e Torino potrebberoslittare». Prima di dare certezze, chiarisce«bisognerà però capire, nella conferenza Sta-to- Regioni non ci era stato anticipato nulla».

Nell’incontro sulla mobilità, i sindacatihanno ribadito che prima di discutere nelmerito la possibilità concreta che il persona-le sanitario possa essere spostato tenendoconto delle diverse attività degli ospedali, ènecessario conoscere la nuova mappa degli

ospedali: «Il tema deve essere rimandato»,dice Vincenzo Di Leo della Cgil. Per GabrieleGallone dell’Anaao è comunque preferibileche sia l’assessorato a dettare i principi: «Nonci fidiamo dei commissari che possono farescelte dettate da criteri che potrebbero averepoco a che fare con la funzionalità degli ospe-dali». Sulla legge per creare un fondo per lanon autosufficienza annunciato da Monferi-no, Giovanna Ventura della Cisl chiede an-che il coinvolgimento dei Comuni: «Ancheloro devono mettere a disposizione dei fondiche poi saranno redistribuiti».

ASSESSORE

Paolo Monferino è assessoreregionale alla Sanità da luglio© RIPRODUZIONE RISERVATA

Poltrone e buste paga, la guerra infinitaScontro nel Pd sulle retribuzioni dei manager al vertice di Gtt e AmiatPAOLO GRISERI

LA GUERRA, giurano i be-ne informati, è solo all’i-nizio: «Ne vedrete delle

belle». Guerra tutta interna allediverse anime del Pd torinese.Guerra senza esclusione di col-pi che viene da lontano e mi-naccia di andare lontano. Il pri-mo botto è arrivato ieri, venti-quattr’ore dopo che un consi-gliere comunale dell’area Gari-glio ha ricevuto ufficialmentela documentazione sulle retri-buzioni di Gtt che aveva chiestonel luglio scorso. Nelle carteuna verità clamorosa che ha su-bito fatto il giro della città: l’am-ministratore delegato dell’a-zienda dei trasporti, RobertoBarbieri, si è autonominatoconsulente di se stesso (con l’a-vallo unanime del cda) e conquesto sistema aggiunge la bel-lezza di 160 mila euro ai 90 milache annualmente percepisceper la carica. Sommando le dueretribuzioni, raggiunge i 250mila euro lordi annui. Analoga-mente Maurizio Magnabosco,ad di Amiat, si è dato un incari-co da dirigente commerciale.

Lo scandalo è che queste fur-bizie vengono escogitate men-tre il Comune sta tentando intutti i modi di ridurre il deficit eaddirittura di vendere una par-te delle ex municipalizzate aiprivati per fare cassa. Ma va ri-conosciuto che la trovata di as-sumere se stessi (o affidarsi del-le consulenze) non è stata in-ventata da Barbieri e Magna-

bosco, due manager chiamati asuo tempo dal sindaco Chiam-parino a rappresentare il Co-mune nei consigli di ammini-strazione. In particolare, l’arri-vo di Barbieri a Gtt venne vistocon sospetto dall’area vicina aDavide Gariglio che dell’azien-da dei trasporti era stato ammi-nistratore delegato prima di di-ventare presidente del Consi-glio regionale ai tempi dellagiunta Bresso. Oggi l’attacco al-la retribuzione di Barbieri sa-rebbe una mossa per mettere indifficoltà l’ad e favorire un ri-torno dell’area Gariglio allaguida del Gtt.

Ma prima di Barbieri, è la re-plica degli avversari di Gariglionel Pd, anche l’ad TommasoPanero, garigliano, aveva usatolo stratagemma dell’autoas-sunzione prima della scadenzadel mandato da manager. OraPanero è alla guida di TorinoMetano, la società che potreb-be essere riassorbita nel rias-setto delle utilities comunali (ein quel caso lo stesso Panero sivedrebbe ridurre gli emolu-menti di 100 mila euro l’anno).

Più e oltre lo scandalo delleretribuzioni, colpisce la durez-za dello scontro tra le anime delPd, una sorta di prosecuzione

della battaglia delle primariecon altri mezzi. L’area che ap-poggia Barbieri invitava ieri se-ra a non lasciarsi andare «a faci-li moralismi. E’ certamente di-sdicevole usare questi strata-gemmi - osservava un consi-gliere comunale del Pd - ma bi-sogna anche riflettere sul fattoche un amministratore delega-to di Gtt governa oltre 5 mila di-pendenti e che un direttore fi-nanziario di quell’azienda su-pera i 200 mila euro di retribu-zione. Può un ad guadagnare lametà del suo direttore finan-ziario?».

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Barbieri, ad in corsoTurati, ha aggiunto160 mila eurocome consulentedi se stesso

Analoga operazionedi Magnabosco:si è dato un incaricoda dirigentecommerciale

Su sitotorino.

repubblica.itil retroscena

dell’asprabattaglia checoinvolge levarie anime

del Pdsugli

stipendidei managerdelle aziende

pubbliche

NEL MIRINO

A sinistraRobertoBarbieri, adnapoletanodi Gtt: haanche unaconsulenzada 160 milaeuro oltre alnormalestipendioA fianco:MaurizioMagnaboscoex managerFiat, poialla Sagat edi recenteall’Amiat

Regione, Pdlstoppa l’assunzionedi 209 precari

«IL MARTEDÌ promettonoe il venerdì fanno marciaindietro». A lanciare l’ac-

cusa contro il Pdl è il capogruppodel Pd a Palazzo Lascaris, Aldo Re-schigna. Oggetto è la confermadefinitiva di 209 precari della Re-gione: «La maggioranza, ieri, inprima Commissione, ha dato di-mostrazione di cos’è capace. Indiscussione c’era il disegno di leg-ge della giunta per la stabilizza-zione dei precari. Gli stessi chemartedì avevano protestato da-vanti al Consiglio regionale e a cuiera stato garantita una soluzioneche portasse alla conferma. Incommissione c’è stata la marciaindietro del Pdl. Prima il consi-gliere Gianluca Vignale, poi il ca-pogruppo Luca Pedrale, hannochiesto e ottenuto la sospensionedell’esame del provvedimento,aprendo un problema serio neirapporti tra la giunta e la sua mag-gioranza. La scelta fa tornare in al-to mare il destino dei 209 giovani»

Il problema nella maggioranzasembra esserci davvero: Pedraleinfatti in un comunicato ha repli-cato a Reschigna: «In accordo conl’assessore al Personale Giovan-na Quaglia, si è deciso di procede-re ad un rapido approfondimen-to giuridico e tecnico prima di ap-provare definitivamente la leggesui dipendenti regionali precari.Perché c’è il rischio di impugna-zione del governo nazionale».Peccato che l’assessore Quaglialo smentisca: «È stato Pedrale achiedere la sospensione, io nonne sapevo nulla. E credo ancheche molti altri del suo stesso grup-po lo volessero. Non credo ci sa-ranno però conseguenze perchégià la prossima settimana il prov-vedimento tornerà in discussio-ne».

L’ipotesi più accreditata è che ilcapogruppo del Popolo delle Li-bertà abbia preso questa autono-ma iniziativa per cercare di avvi-cinarsi a Vignale e al gruppo didissidenti Pdl di “Progett’azio-ne”. Anche perché il posto di as-sessore che gli era stato promesso(e che proprio Quaglia dovrebbelasciare libero nell’ambito del-l’annunciato rimpasto di giunta)per ora non sembra in procinto diarrivare.

(m,trab.)

Il caso

La maggioranza si divide

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Nessuno ci ha maicoinvolto in ma-niera diretta, manoi siamo una re-altà importante.

E allora la Regione venga inprovincia diCuneo condati al-lamanoe tecnici pronti a spie-garci non solo quali sono i pro-getti,ma soprattuttoperché liritengono vantaggiosi.Voglia-mo capire chiaramente per-ché sono convinti di poter ri-sparmiare accorpando le dueAsl, scorporando gli ospedalidalle aziende sanitarie locali emettendoli in rete». È un corounanime quello dei sindacidelle Conferenze dell’Asl Cn1e Cn2. Si sono ritrovati a Fos-sano per studiare una «tatti-ca»comune.Una settantina in tutto,

più alcuni delegati da chi nonpoteva essere presente. Tuttii primi cittadini delle «settesorelle» e poi i piccoli Comu-ni, della Langa come dellamontagna, dal confine con laLiguria o con Asti e Torino.Tutti convinti che i progettisulla sanità della Regione nonsiano spiegati inmaniera chia-ra. «C’è una grossa confusio-ne tra il piano socio sanitarioe quello economico - ha sotto-lineato il sindaco di Cuneo Al-berto Valmaggia -. Sono duecose ben distinte e allora laRegione, se ci sono realtà conproblemi di bilancio, interven-ga direttamente e non trasci-ni tutto il territorio in un cam-biamento cheperaltro non ab-biamocondiviso».È il mancato confronto che

lamentano in particolare i sin-daci della Granda, che hannodefinito l’AmministrazioneCo-ta «Torinocentrica. Non si èmai seduta al tavolo con noi».Per questo si è deciso che do-vranno essere la Rappresen-tanzadei sindaci dell’Asl Cn1 equella della Cn2 a consegnaread un delegato della Regione,megliosedirettamente il presi-dente Cota o l’assessore allaSanità Paolo Monferino, il do-cumento approvato ieri al-l’unanimità. Tre i punti chia-ve: mantenere l’attuale confi-gurazione delle due Asl; asse-

gnare all’Asl Cn1 e alla Cn2 undirettoregeneralededicato (oraè GiovanniMonchiero in tutte edue le aziende, ndr.) per unarcodi tempo utile a assicurare cer-tezzadi continuità alle pianifica-zioni aziendali in corso, ma an-che strumenti di partecipazionealla realizzazione del nuovoPia-nosociosanitario regionale.L’ultimopunto sul documen-

to riguarda in particolare l’AslCn2: si chiede di prevedere nelPiano sanitario una deroga spe-cifica che consenta all’Aziendadi continuare a gestire sia i ser-vizi territoriali sia l’ospedale, al-meno fino all’entrata in funzio-

ne della nuova strutturadi Ver-duno. «Sono le aziende, gli enti,le realtà del territorio di Alba eBra che hanno creduto nel pro-getto del nuovo ospedale - haspiegato il sindaco diAlbaMau-rizioMarello -: in primis è statal’Asl Cn2 e adesso non voglia-mo che venga scorporata dal-l’ospedale.Dobbiamo fare senti-re la nostra voce, che è quella di500 mila cittadini, quella di unterritorio che è più vasto dell’in-teraLiguria».Bruna Sibille, sindaco di

Bra: «è necessario fare tutte lebattaglie possibili per far capi-re a questaamministrazione re-

gionale quanto la realtà del Cu-neese sia diversa da quella diTorino. Dobbiamo anche chie-dere alla Provincia che faccia lasua parte, perché sono convin-ta ci siano ancora margini sucui lavorare». Anche il sindacodi Fossano, Francesco Balocco,quello di Saluzzo, Paolo Ale-manno, e di Savigliano, SergioSoave, hanno chiesto «piùascol-to, a costo di nonpresentarci al-le riunioni se non si sarà dimo-strata disponibilità e attenzio-ne». La Regione presto riceve-rà il documento che rappresen-ta la volontà dei 250 sindaci del-laprovincia diCuneo.

“Decisioni gravie nonascoltano

il territorio”

Alberto Valmaggia, sindaco di Cuneo, èil presidente della Conferenza dei sinda-ci dell’Asl Cn1.

Perché un incontro tutti insieme?«È necessario prendere una posizioneunitaria su questa ipotesi che la Regioneha iniziato a discutere nei giorni scorsi,peraltro soltanto in commissione. Finoad ora si è fatto un gran parlare ma leproposte concrete mancavano. In ognicaso già da quando le ‘’voci’’ hanno inizia-to a circolare abbiamo voluto subito op-porci all’ipotesi di unificazione. Non perpartito preso, ma perché non ne com-

prendiamo il vantaggio. Ci devono con-vincere che l’unificazione è fonte di ri-sparmio con dati e calcoli allamano».

Ora si parla di scorporamento tra Asl eospedali.

«Si, e non siamo d’accordo. Siamo con-vinti che l’unicità dell’Albese debba esse-re mantenuta e rispettata proprio per-ché ha intrapreso la difficile strada del-l’ospedale di Verduno. Anche il territo-rio della Cn1 sta facendo un percorso dicrescita importante».

Il processo di accorpamento delle vec-chie Asl nella Cn1 è terminato?

«In realtà no, la fase di unificazione è an-cora in corso. In più è stato aperto l’ospe-dale diMondovì: ulteriori stravolgimentinon servono davvero a migliorare le co-se, ma soltanto a creare confusione. Epoi le nostre Asl stanno abbastanza be-ne, lo dimostrano i bilanci ed il serviziofornito a tutti i cittadini».

Un modo per farsi ascoltare?«Se non basterà il documento approvatoall’unanimità si potrebbe pensare a coin-volgere direttamente la cittadinanza,magari con una raccolta firme». [L. SER.]

domandea

Maurizio Marellosindaco di Alba

SANITÀIL PIANOPIEMONTESE

domandea

Alberto Valmaggiasindaco di Cuneo

«Le scelte fondamentali della Regioneguardano solo a Torino, alle esigenzedella metropoli. Dimenticando le parti-colarità del resto del Piemonte e la suavirtuosità.Unsuicidiopolitico.Ci oppor-remoanchesedamesinessunoci ascol-ta».MaurizioMarello, sindacodiAlba epresidente dellaConferenza dei sindacidell’AslCn2, è tra i più agguerriti nel di-re «no» all’unionedelle dueAsl, scorpo-randogliospedali in rete.

Che cosa intende?«Oggi la sanità, prima ancora la ripar-tizione delle risorse dopo i tagli alla

scuola e ai servizi socioassistenziali.Domani l’affidamento della gestionedei rifiuti, che andranno alle Provinceche si vogliono abolire. Tutto calibratosull’area metropolitana. Si dimenticache il Piemonte è anche altrove».

Ma il voto nelle province è stato deci-sivo per eleggere Cota.

«Appunto. Una grave incoerenza politi-ca».

O siete voi a difendere «interessi dibottega»?

«Affatto. Qui difendiamo i cittadini e iservizi che hanno saputo costruire emeritare in questi anni. Nella Granda,più estesa della Liguria, indispensabilidue Asl per due aree non omogenee.Serve un forte ospedale a Cuneo, serveche Verduno sia ancorato al suo terri-torio. Alla Fiera del Tartufo ho incon-trato informalmente Cota, gli ho spie-gato questo, gli ho detto che gli sprechisono a Torino e non qui. Lui vuole pro-seguire su questa strada. Ma noi oggisiamo tutti uniti, sebbene su posizionidi partenza opposte. La riforma cosìimpostata è sbagliata». [L. B.]

DibattitoLAURA SERAFINI

FOSSANO

L’assemblea dei Comuni ha raccolto sempre più adesioni

Settanta sindaci a confronto sulle scelte della Regione

«Riforma calibratasoltanto suTorino

Un suicidio politico»

4 3

«I risparmi sui costivanno dimostratidati allamano»

U

52 Cuneo e provincia LA STAMPA

SABATO 15 OTTOBRE 2011

CN

Arrabbiati, insoddisfat-ti. Tutti si oppongonoalla decisione della

Regione di «unire le due Aslcuneesi, scorporando gliospedali per metterli in re-te». «In più - attaccano - nes-suno ci ha spiegato cosa dav-vero succederà». Primi cit-tadini e amministratori boc-ciano la riforma.Sono d’accordo città e pa-

esi che, all’apparenza, han-no esigenze agli antipodi.Michele Galliano, assessoreai Servizi sociali di Gottasec-ca: «Giovanni Monchiero(commissario delle due Asl,ad agosto nominato alla gui-da anche dell’Asl Cn1, ndr.)è professionista stimato, maa nessuno piace questa im-posizione della giunta regio-nale. Già paghiamo l’impove-rimento del nuovo ospedaledi Mondovì; Ceva ha perso ilpunto nascita e si minaccia-va di chiudere il Pronto soc-corso».Edoardo Pelissero, sinda-

co di Marene: «Due Asl che

lavorano bene non vanno uni-te, ma imitate. Sappiamo chesi deve razionalizzare, nessu-no pretende che tutti gli ospe-dali abbiamo tutte le speciali-tà». «Un territorio immenso,insensata un’Asl sola» diceErnesto Taretto, sindaco diLevice. Luigi Icardi, sindacodi Santo Stefano Belbo e con-sigliere provinciale della Le-ga Nord: «La Regione sa, co-me tutti, che si deve rispar-miare; il territorio è perples-so e ha le sue ragioni. Si devemediare, ricordando che ilpiccolo ospedale sotto casa ècostoso e pericoloso».Ada Forneris, assessore di

Valdieri: «Scelta irrazionale:non si uniscono territori di-versi quando ancora l’Asl Cn1deve perfezionare la fusionedi tre anni fa».Franca Biglio, sindaco di

Marsaglia: «Accorpare, uni-re, tagliare, dalla sanità ai cen-tri con meno di mille abitanti.Scelte di cui siamo stufi, che

lasciano indietro i più deboli etolgono servizi». «L’esperien-za di Verduno e i soldi raccoltidalla Fondazione per l’ospeda-le sono un patrimonio da nondisperdere» dice Per CarloGallo, sindaco di Piobesi.Sabrina Bruno, assessore

di Pianfei: «Accorpare vuol di-re perdere i servizi». La colle-ga di Roccaforte, RosalbaDho: «Non è un ‘’no’’ a priori,ma la consapevolezza cheun’altra unione porterà lonta-ne le risorse, quindi i servizi».Chiara Verra, assessore diVillafalletto: «Abbiamo servi-zi vicini, in paese c’è il centroprelievi. Unificare le Asl, met-tere in rete gli ospedali? C’è iltimore di creare disagi ai cit-tadini».Mario Riu, sindaco di Cara-

magna: «Contesto la decisio-ne della Regione di separareospedale e Asl, credo nel mo-dello che ha funzionato fino-ra». «Abbiamo lavorato tantoall’unificazione degli ospedali

di Alba e Bra ora c’è il rischioche i servizi vengano polveriz-zati» spiega l’assessore di Ca-stiglione Tinella Luca Arione.Non intende accettare l’accor-pamento neancheMarzia Ma-noni, sindaco di Santa Vitto-ria d’Alba: «Sono sempre lerealtà più virtuose ad esserepenalizzate».Busca ha un suo ospedale

con un bacino di utenza moltovasto, «per questo chiedere-mo alla Regione di non cancel-lare i servizi offerti» spiega ilconsigliere Ezio Donadio.Gianpaolo Rovera, vicesinda-co di Dronero: «Sicuramentela Regione deve risparmiare,ma sarebbe impensabile farfare centinaia di chilometri ainostri residenti, magari perraggiungere Verduno».Bruno Roà, sindaco di Ca-

stellino Tanaro parla di «unariforma economica necessa-ria con cui i costi potrebberoessere ottimizzati: stiamo an-dando verso l’unione ancheper i Comuni».Rischio «caos nei servizi»

in caso di accorpamento per ilprimo cittadino di Vottigna-sco, Daniela Costamagna:«Vorrei capire bene quali so-no le ripercussioni. Noi siamoabituati a rivolgerci a Savi-gliano e a Cuneo dove c’è unbuon servizio: non vogliamoche diminuisca la qualità».

“DueAsl eccellentiEsempio da imitare”

RetroscenaBORATTO- SERAFINI

FOSSANO

MicheleGallianoassessore

diGottasecca«Sconosciuti

idettaglidella riforma»

ErnestoTarettosindacodiLevice

«ConunicaAslarischioqualità

deiservizi»

Pier CarloGallo

sindacodiPiobesi

«Cosìsiperdel’esperienza

dell’AslCn2»

FrancaBiglio

sindacodiMarsaglia

«Cosìpaganosoltanto

ipiùdeboli»

Bruno Roàsindaco

diCastellinoTanaro

«Cidimostrinocheservea

risparmiare»

Ezio DonadioConsiglieredi

Busca«Chiederemodimantenere

i servizidell’ospedale»

AdaFornerisassessorediValdieri

«Inquestimesinonsiamomaistatiascoltati»

EdoardoPelissero

sindacodiMarene

«Nonunite2Aslche lavorano

bene»

LuigiIcardi

sindacodiS.StefanoBelbo

«Servonorisparmima

restanoidubbi»

SabrinaBruno

assessorediPianfei

«Accorpareequivalea

perdereservizi»

RosalbaDho

assessorediRoccaforte

«Montagnaecollina:aree

troppodiverse»

Mario Riusindaco

diCaramagna«Unascelta

sbagliataaccorpare

Asleospedali»

GianpaoloRovera

vicesindacoDronero

«Impensabilefaretantikm

perunavisita»

Luca Arioneassessore

diCastiglioneTinella

«Si rischiaunapolverizzazio-

ne»

DavideSannazzaro

assessorediCavallermaggiore

«Temiamochegliutenti siano

penalizzati»

MarziaManoni

sindacodiSantaVittoria«Arimetterci

sonosempre ipiùvirtuosi»

Casa di riposoTrasloco di posti letto

da Genola a Savigliano

DanielaCostamagna

SindacodiVottignasco

«Si rischiail caostrai servizi»

I «Salute e alimentazio-ne: opportunità per lo svi-luppodel territorio».È il con-vegno organizzato dal Ci-pes Piemonte, in collabora-zione con Asl Cn1 e Cn2, inprogramma oggi dalle 9 aCuneo, dalla sede dell’uni-versità in via Ferraris di Celle2. Prevista una tavola roton-da coordinata dal vicepresi-dente della Fondazione Crt,Giovanni Quaglia. Tra i rela-tori, il presidente Unionca-mere Ferruccio Dardanello,il presidente della Fondazio-ne CrcEzio Falco, il presiden-te di Amos Maurizio Grossoe il direttore di Agenas Ful-vio Moirano. [L. B.]

CuneoSi parla di salute

e alimentazioneI I posti letto per non auto-sufficienti della casa di riposodi Genola potrebbero esserespostati alla «Chianoc» di Savi-gliano, che necessita di nuoviposti. Il documento è stato fir-mato dal Comitato dei sindacidel distretto sociosanitario diFossano-Savigliano. «La casadi riposo di Genola per mante-nere quei posti letto dovrebbespostarsi in una nuova struttu-ra più ampia, che dovrebbe es-sere realizzata ad hoc - spiegaMario Riu, presidente del Comi-tato di distretto -. Il documen-to prevede che la casa di ripo-so di Genola rimanga la stessae i posti letto per non auto-suf-ficienti vengano trasferiti allaChianoc di Savigliano». [L. SER.]

SABATO 15 OTTOBRE 2011 Cuneo e provincia 53LA STAMPA

CN

Nessuno ci ha maicoinvolto in ma-niera diretta, manoi siamo una re-altà importante.

E allora la Regione venga inprovincia diCuneo condati al-lamanoe tecnici pronti a spie-garci non solo quali sono i pro-getti,ma soprattuttoperché liritengono vantaggiosi.Voglia-mo capire chiaramente per-ché sono convinti di poter ri-sparmiare accorpando le dueAsl, scorporando gli ospedalidalle aziende sanitarie locali emettendoli in rete». È un corounanime quello dei sindacidelle Conferenze dell’Asl Cn1e Cn2. Si sono ritrovati a Fos-sano per studiare una «tatti-ca»comune.Una settantina in tutto,

più alcuni delegati da chi nonpoteva essere presente. Tuttii primi cittadini delle «settesorelle» e poi i piccoli Comu-ni, della Langa come dellamontagna, dal confine con laLiguria o con Asti e Torino.Tutti convinti che i progettisulla sanità della Regione nonsiano spiegati inmaniera chia-ra. «C’è una grossa confusio-ne tra il piano socio sanitarioe quello economico - ha sotto-lineato il sindaco di Cuneo Al-berto Valmaggia -. Sono duecose ben distinte e allora laRegione, se ci sono realtà conproblemi di bilancio, interven-ga direttamente e non trasci-ni tutto il territorio in un cam-biamento cheperaltro non ab-biamocondiviso».È il mancato confronto che

lamentano in particolare i sin-daci della Granda, che hannodefinito l’AmministrazioneCo-ta «Torinocentrica. Non si èmai seduta al tavolo con noi».Per questo si è deciso che do-vranno essere la Rappresen-tanzadei sindaci dell’Asl Cn1 equella della Cn2 a consegnaread un delegato della Regione,megliosedirettamente il presi-dente Cota o l’assessore allaSanità Paolo Monferino, il do-cumento approvato ieri al-l’unanimità. Tre i punti chia-ve: mantenere l’attuale confi-gurazione delle due Asl; asse-

gnare all’Asl Cn1 e alla Cn2 undirettoregeneralededicato (oraè GiovanniMonchiero in tutte edue le aziende, ndr.) per unarcodi tempo utile a assicurare cer-tezzadi continuità alle pianifica-zioni aziendali in corso, ma an-che strumenti di partecipazionealla realizzazione del nuovoPia-nosociosanitario regionale.L’ultimopunto sul documen-

to riguarda in particolare l’AslCn2: si chiede di prevedere nelPiano sanitario una deroga spe-cifica che consenta all’Aziendadi continuare a gestire sia i ser-vizi territoriali sia l’ospedale, al-meno fino all’entrata in funzio-

ne della nuova strutturadi Ver-duno. «Sono le aziende, gli enti,le realtà del territorio di Alba eBra che hanno creduto nel pro-getto del nuovo ospedale - haspiegato il sindaco diAlbaMau-rizioMarello -: in primis è statal’Asl Cn2 e adesso non voglia-mo che venga scorporata dal-l’ospedale.Dobbiamo fare senti-re la nostra voce, che è quella di500 mila cittadini, quella di unterritorio che è più vasto dell’in-teraLiguria».Bruna Sibille, sindaco di

Bra: «è necessario fare tutte lebattaglie possibili per far capi-re a questaamministrazione re-

gionale quanto la realtà del Cu-neese sia diversa da quella diTorino. Dobbiamo anche chie-dere alla Provincia che faccia lasua parte, perché sono convin-ta ci siano ancora margini sucui lavorare». Anche il sindacodi Fossano, Francesco Balocco,quello di Saluzzo, Paolo Ale-manno, e di Savigliano, SergioSoave, hanno chiesto «piùascol-to, a costo di nonpresentarci al-le riunioni se non si sarà dimo-strata disponibilità e attenzio-ne». La Regione presto riceve-rà il documento che rappresen-ta la volontà dei 250 sindaci del-laprovincia diCuneo.

“Decisioni gravie nonascoltano

il territorio”

Alberto Valmaggia, sindaco di Cuneo, èil presidente della Conferenza dei sinda-ci dell’Asl Cn1.

Perché un incontro tutti insieme?«È necessario prendere una posizioneunitaria su questa ipotesi che la Regioneha iniziato a discutere nei giorni scorsi,peraltro soltanto in commissione. Finoad ora si è fatto un gran parlare ma leproposte concrete mancavano. In ognicaso già da quando le ‘’voci’’ hanno inizia-to a circolare abbiamo voluto subito op-porci all’ipotesi di unificazione. Non perpartito preso, ma perché non ne com-

prendiamo il vantaggio. Ci devono con-vincere che l’unificazione è fonte di ri-sparmio con dati e calcoli allamano».

Ora si parla di scorporamento tra Asl eospedali.

«Si, e non siamo d’accordo. Siamo con-vinti che l’unicità dell’Albese debba esse-re mantenuta e rispettata proprio per-ché ha intrapreso la difficile strada del-l’ospedale di Verduno. Anche il territo-rio della Cn1 sta facendo un percorso dicrescita importante».

Il processo di accorpamento delle vec-chie Asl nella Cn1 è terminato?

«In realtà no, la fase di unificazione è an-cora in corso. In più è stato aperto l’ospe-dale diMondovì: ulteriori stravolgimentinon servono davvero a migliorare le co-se, ma soltanto a creare confusione. Epoi le nostre Asl stanno abbastanza be-ne, lo dimostrano i bilanci ed il serviziofornito a tutti i cittadini».

Un modo per farsi ascoltare?«Se non basterà il documento approvatoall’unanimità si potrebbe pensare a coin-volgere direttamente la cittadinanza,magari con una raccolta firme». [L. SER.]

domandea

Maurizio Marellosindaco di Alba

SANITÀIL PIANOPIEMONTESE

domandea

Alberto Valmaggiasindaco di Cuneo

«Le scelte fondamentali della Regioneguardano solo a Torino, alle esigenzedella metropoli. Dimenticando le parti-colarità del resto del Piemonte e la suavirtuosità.Unsuicidiopolitico.Ci oppor-remoanchesedamesinessunoci ascol-ta».MaurizioMarello, sindacodiAlba epresidente dellaConferenza dei sindacidell’AslCn2, è tra i più agguerriti nel di-re «no» all’unionedelle dueAsl, scorpo-randogliospedali in rete.

Che cosa intende?«Oggi la sanità, prima ancora la ripar-tizione delle risorse dopo i tagli alla

scuola e ai servizi socioassistenziali.Domani l’affidamento della gestionedei rifiuti, che andranno alle Provinceche si vogliono abolire. Tutto calibratosull’area metropolitana. Si dimenticache il Piemonte è anche altrove».

Ma il voto nelle province è stato deci-sivo per eleggere Cota.

«Appunto. Una grave incoerenza politi-ca».

O siete voi a difendere «interessi dibottega»?

«Affatto. Qui difendiamo i cittadini e iservizi che hanno saputo costruire emeritare in questi anni. Nella Granda,più estesa della Liguria, indispensabilidue Asl per due aree non omogenee.Serve un forte ospedale a Cuneo, serveche Verduno sia ancorato al suo terri-torio. Alla Fiera del Tartufo ho incon-trato informalmente Cota, gli ho spie-gato questo, gli ho detto che gli sprechisono a Torino e non qui. Lui vuole pro-seguire su questa strada. Ma noi oggisiamo tutti uniti, sebbene su posizionidi partenza opposte. La riforma cosìimpostata è sbagliata». [L. B.]

DibattitoLAURA SERAFINI

FOSSANO

L’assemblea dei Comuni ha raccolto sempre più adesioni

Settanta sindaci a confronto sulle scelte della Regione

«Riforma calibratasoltanto suTorino

Un suicidio politico»

4 3

«I risparmi sui costivanno dimostratidati allamano»

U

52 Cuneo e provincia LA STAMPA

SABATO 15 OTTOBRE 2011

CN

Arrabbiati, insoddisfat-ti. Tutti si oppongonoalla decisione della

Regione di «unire le due Aslcuneesi, scorporando gliospedali per metterli in re-te». «In più - attaccano - nes-suno ci ha spiegato cosa dav-vero succederà». Primi cit-tadini e amministratori boc-ciano la riforma.Sono d’accordo città e pa-

esi che, all’apparenza, han-no esigenze agli antipodi.Michele Galliano, assessoreai Servizi sociali di Gottasec-ca: «Giovanni Monchiero(commissario delle due Asl,ad agosto nominato alla gui-da anche dell’Asl Cn1, ndr.)è professionista stimato, maa nessuno piace questa im-posizione della giunta regio-nale. Già paghiamo l’impove-rimento del nuovo ospedaledi Mondovì; Ceva ha perso ilpunto nascita e si minaccia-va di chiudere il Pronto soc-corso».Edoardo Pelissero, sinda-

co di Marene: «Due Asl che

lavorano bene non vanno uni-te, ma imitate. Sappiamo chesi deve razionalizzare, nessu-no pretende che tutti gli ospe-dali abbiamo tutte le speciali-tà». «Un territorio immenso,insensata un’Asl sola» diceErnesto Taretto, sindaco diLevice. Luigi Icardi, sindacodi Santo Stefano Belbo e con-sigliere provinciale della Le-ga Nord: «La Regione sa, co-me tutti, che si deve rispar-miare; il territorio è perples-so e ha le sue ragioni. Si devemediare, ricordando che ilpiccolo ospedale sotto casa ècostoso e pericoloso».Ada Forneris, assessore di

Valdieri: «Scelta irrazionale:non si uniscono territori di-versi quando ancora l’Asl Cn1deve perfezionare la fusionedi tre anni fa».Franca Biglio, sindaco di

Marsaglia: «Accorpare, uni-re, tagliare, dalla sanità ai cen-tri con meno di mille abitanti.Scelte di cui siamo stufi, che

lasciano indietro i più deboli etolgono servizi». «L’esperien-za di Verduno e i soldi raccoltidalla Fondazione per l’ospeda-le sono un patrimonio da nondisperdere» dice Per CarloGallo, sindaco di Piobesi.Sabrina Bruno, assessore

di Pianfei: «Accorpare vuol di-re perdere i servizi». La colle-ga di Roccaforte, RosalbaDho: «Non è un ‘’no’’ a priori,ma la consapevolezza cheun’altra unione porterà lonta-ne le risorse, quindi i servizi».Chiara Verra, assessore diVillafalletto: «Abbiamo servi-zi vicini, in paese c’è il centroprelievi. Unificare le Asl, met-tere in rete gli ospedali? C’è iltimore di creare disagi ai cit-tadini».Mario Riu, sindaco di Cara-

magna: «Contesto la decisio-ne della Regione di separareospedale e Asl, credo nel mo-dello che ha funzionato fino-ra». «Abbiamo lavorato tantoall’unificazione degli ospedali

di Alba e Bra ora c’è il rischioche i servizi vengano polveriz-zati» spiega l’assessore di Ca-stiglione Tinella Luca Arione.Non intende accettare l’accor-pamento neancheMarzia Ma-noni, sindaco di Santa Vitto-ria d’Alba: «Sono sempre lerealtà più virtuose ad esserepenalizzate».Busca ha un suo ospedale

con un bacino di utenza moltovasto, «per questo chiedere-mo alla Regione di non cancel-lare i servizi offerti» spiega ilconsigliere Ezio Donadio.Gianpaolo Rovera, vicesinda-co di Dronero: «Sicuramentela Regione deve risparmiare,ma sarebbe impensabile farfare centinaia di chilometri ainostri residenti, magari perraggiungere Verduno».Bruno Roà, sindaco di Ca-

stellino Tanaro parla di «unariforma economica necessa-ria con cui i costi potrebberoessere ottimizzati: stiamo an-dando verso l’unione ancheper i Comuni».Rischio «caos nei servizi»

in caso di accorpamento per ilprimo cittadino di Vottigna-sco, Daniela Costamagna:«Vorrei capire bene quali so-no le ripercussioni. Noi siamoabituati a rivolgerci a Savi-gliano e a Cuneo dove c’è unbuon servizio: non vogliamoche diminuisca la qualità».

“DueAsl eccellentiEsempio da imitare”

RetroscenaBORATTO- SERAFINI

FOSSANO

MicheleGallianoassessore

diGottasecca«Sconosciuti

idettaglidella riforma»

ErnestoTarettosindacodiLevice

«ConunicaAslarischioqualità

deiservizi»

Pier CarloGallo

sindacodiPiobesi

«Cosìsiperdel’esperienza

dell’AslCn2»

FrancaBiglio

sindacodiMarsaglia

«Cosìpaganosoltanto

ipiùdeboli»

Bruno Roàsindaco

diCastellinoTanaro

«Cidimostrinocheservea

risparmiare»

Ezio DonadioConsiglieredi

Busca«Chiederemodimantenere

i servizidell’ospedale»

AdaFornerisassessorediValdieri

«Inquestimesinonsiamomaistatiascoltati»

EdoardoPelissero

sindacodiMarene

«Nonunite2Aslche lavorano

bene»

LuigiIcardi

sindacodiS.StefanoBelbo

«Servonorisparmima

restanoidubbi»

SabrinaBruno

assessorediPianfei

«Accorpareequivalea

perdereservizi»

RosalbaDho

assessorediRoccaforte

«Montagnaecollina:aree

troppodiverse»

Mario Riusindaco

diCaramagna«Unascelta

sbagliataaccorpare

Asleospedali»

GianpaoloRovera

vicesindacoDronero

«Impensabilefaretantikm

perunavisita»

Luca Arioneassessore

diCastiglioneTinella

«Si rischiaunapolverizzazio-

ne»

DavideSannazzaro

assessorediCavallermaggiore

«Temiamochegliutenti siano

penalizzati»

MarziaManoni

sindacodiSantaVittoria«Arimetterci

sonosempre ipiùvirtuosi»

Casa di riposoTrasloco di posti letto

da Genola a Savigliano

DanielaCostamagna

SindacodiVottignasco

«Si rischiail caostrai servizi»

I «Salute e alimentazio-ne: opportunità per lo svi-luppodel territorio».È il con-vegno organizzato dal Ci-pes Piemonte, in collabora-zione con Asl Cn1 e Cn2, inprogramma oggi dalle 9 aCuneo, dalla sede dell’uni-versità in via Ferraris di Celle2. Prevista una tavola roton-da coordinata dal vicepresi-dente della Fondazione Crt,Giovanni Quaglia. Tra i rela-tori, il presidente Unionca-mere Ferruccio Dardanello,il presidente della Fondazio-ne CrcEzio Falco, il presiden-te di Amos Maurizio Grossoe il direttore di Agenas Ful-vio Moirano. [L. B.]

CuneoSi parla di salute

e alimentazioneI I posti letto per non auto-sufficienti della casa di riposodi Genola potrebbero esserespostati alla «Chianoc» di Savi-gliano, che necessita di nuoviposti. Il documento è stato fir-mato dal Comitato dei sindacidel distretto sociosanitario diFossano-Savigliano. «La casadi riposo di Genola per mante-nere quei posti letto dovrebbespostarsi in una nuova struttu-ra più ampia, che dovrebbe es-sere realizzata ad hoc - spiegaMario Riu, presidente del Comi-tato di distretto -. Il documen-to prevede che la casa di ripo-so di Genola rimanga la stessae i posti letto per non auto-suf-ficienti vengano trasferiti allaChianoc di Savigliano». [L. SER.]

SABATO 15 OTTOBRE 2011 Cuneo e provincia 53LA STAMPA

CN

Sabrina
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Sabrina
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TORINO

CRONACA� IX

LUNEDÌ 17 OTTOBRE 2011

la Repubblica

“Città della salute”, diagnosi incertaTre ombre sul futuro del polo sanitario: i fondi, l’area e l’organizzazioneMARCO TRABUCCO

LA CITTÀ della Salute nonsta di nuovo tanto bene.Una diagnosi precisa sulla

malattia che l’affliggerebbe non èancora stata fatta, ma i sintomi cisono, sono almeno tre. E sono in-quietanti.

Il primo è il più grave e riguar-da i soldi. Tra i provvedimenti ap-provati dal governo durante l’ul-timo Consiglio dei ministri, ve-nerdì, è comparso, a sorpresa,anche il taglio di un miliardo dieuro destinato all’edilizia sanita-ria. «Non è ancora chiaro se queifinanziamenti sono stati abolitio, semplicemente, non si sonoancora trovati i soldi e si farà ilpossibile per trovarli — spiegal’assessore al Bilancio della Re-gione Giovanna Quaglia — ne sa-premo di più oggi. Abbiano chie-sto chiarimenti al Ministero».Quello che è chiarissimo è che sequel miliardo non ci sarà la Cittàdella Salute di Torino rischia dimorire prima di essere nata. DaRoma infatti si aspettano i primifondi, 270 milioni. Senza quelli èdifficile che la Regione con le suesole forze possa pensare di avvia-re i cantieri di un’opera che com-plessivamente costerebbe circa

un miliardo. Se quella dei finanziamenti è

l’ombra più scura, negli ultimigiorni sembra tornata in discus-sione anche la collocazione delnuovo ospedale. Dopo l’accan-tonamento dell’ipotesi di Gru-gliasco, prima la firma dell’accor-do tra ateneo e Regione poi l’ap-provazione da parte del Senatoaccademico dell’intesa con il Co-mune sembravano aver dato ilvia definitivo al nuovo progetto:quello che prevede la nascita del-la Città della salute «a puntate»nell’area che ospita Molinette,Sant’Anna e Regina Margherita eche prevedeva l’apertura, comeprimo gradino, del cantiere per lacostruzione della nuova torrechirurgica proprio delle Molinet-te. Altre due torri sarebbe poi na-te sopraelevando l’attuale Coes(il centro onco-ematologico) eper il polo materno e infantile exnovo sull’area dell’ex Bacigalu-po, in corso Spezia. Altre aree poisarebbero state rese disponibili

nei pressi del Lingotto e degli exMercati generali. Nei giorni scor-si però la IV commissione del Co-mune ha di nuovo avanzato qual-che dubbio sulla collocazione: «Èevidente che sarebbe opportunoprendere in considerazione l’uti-lizzo di altre aree del territorio co-munale — ha dichiarato la presi-dente Lucia Centillo (Pd) — e che

la Città della Salute potrebbe es-sere più adeguatamente costrui-ta ex novo che attraverso ristrut-turazioni dell’esistente». Tra leipotesi è tornata di moda quelladell’area Fiat Avio (dietro il cen-tro Fiere del Lingotto) dove giàEnzo Ghigo aveva ipotizzato dicostruire l’ospedale: «È sempli-cemente impossibile — taglia

corto Quaglia — per due motivi: ilprimo è che lì sta partendo il can-tiere del nuovo palazzo unicodella Regione, con tutti gli appal-ti già fatti. Il secondo è che su quelterreno non c’è l’agibilità per co-struire ospedali».

Già, ma anche se Fassinoavrebbe confermato all’assesso-re alla sanità regionale Paolo

Monferino la sua intenzione diandare avanti con il progetto ap-provato, qualche inquietudineserpeggia. Soprattutto perchénon più di un mese fa la Facoltà diMedicina, per bocca del suo pre-side (e possibile futuro rettoredell’Università) Ezio Ghigo ave-va esplicitato tutte le sue perples-sità sulla bozza di progetto pre-

parata dall’Aress: non tanto sullacollocazione quanto sull’orga-nizzazione che avrebbe visto af-ferire a quel centro anche ospe-dali minori come quelli di Mon-calieri, Chieri e Carmagnola:«Così — aveva detto Ezio Ghigo— il progetto diventa ingoverna-bile».

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Il caso Solo Cuneo ha avviato il Consiglio tributario: ma dal 2012 è obbligatorio per tutti i capoluoghi

La lotta all’evasione in Piemontesi ferma sulla porta del municipioFABIO TANZILLI

SE PER combattere l’eva-sione fiscale bisogna parti-re dal basso, in Piemonte la

strada è ancora lunga. Ad oggi,nella regione, l’unico capoluo-go ad aver avviato il ConsiglioTributario municipale è Cuneo.Tutti gli altri, da Torino ad Ales-sandria, non hanno ancora ap-provato il nuovo regolamentoche permette la reale operativitàdi questo ufficio. L’aspetto pa-radossale è che sulla carta sonostati istituiti – in alcuni casi, co-me a Torino - fin dagli anni ’80,ma non hanno mai funzionato.

Al Consiglio spetta fare inda-gini e controlli sui residenti.Un’arma fondamentale percombattere chi non paga le tas-

se, il cui punto di forza sta pro-prio nel fatto che il Comune èl’ente più vicino e che conoscemaggiormente il cittadino, sen-za attendere l’intervento deglienti centrali che solitamente dioccupano dei controlli (Agenziadell’entrate, Guardia di Finan-za). Inoltre i Comuni, grazie aquesto ufficio, potranno tratte-nere il 100% delle risorse patri-moniali recuperate. Con la ma-novra estiva di Tremonti, dal2012 sarà obbligatorio far fun-zionare quest’organo in tutti iComuni sopra i 5000 abitanti,approvando entro il 31 dicem-

bre 2011 il regolamento attuati-vo. «A differenza di Cuneo, i Co-muni di Torino, Alessandria,Asti, Vercelli, Verbania, Biella eNovara non hanno ancora ap-provato il nuovo regolamentoper far funzionare i Consigli tri-butari» spiega l’avvocato Da-niela Bauduin, autrice conGiancarlo Ferrero del libro-in-chiesta intitolato «L’economiasommersa e lo scandalo dell’e-vasione fiscale». A Cuneo sonogià avanti: «Entro ottobre saràpubblicato il bando per la sele-zione dei componenti, che do-vranno avere competenze tec-

niche – spiega l’assessore al bi-lancio Manassero - faremo duegiornate di formazione con l’A-genzia delle Entrate e l’Anci perla collaborazione tra gli entipubblici nell’opera di accerta-mento». E nel resto del Piemon-te? A Torino, fino ad oggi, non èstato ancora reso operativo ilConsiglio tributario, istituito findal 1986, ma dagli uffici fannosapere che ci stanno lavorando.Esisteva un vecchio Consiglio,ormai inutile. Ora, con il nuovobilancio, sarà varato quellonuovo. Ad Alessandria la giuntasi è mossa da agosto, chiedendoal Consiglio Comunale di ap-provare il nuovo regolamento.Ad Asti, Vercelli, Verbania, Biel-la e Novara è invece tutto fermo.

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Oggi da Roma sicapirà meglio seci sarà il taglioda un miliardonella sanità

Fondazione Tempia

Biella, i malati di tumorehanno un’arma in più

IPAZIENTI oncologici piemontesi han-no un’arma in più per combattere. LaFondazione Edo e Elvo Tempia di Biella

ha inaugurato il suo laboratorio di oncolo-gia molecolare, che si aggiunge a quello difarmaco genomica dei tumori attivo da die-ci anni e considerato tra i migliori centri ita-liani. La diagnostica molecolare è diventatasempre più importante, negli ultimi anni, esi è affiancata all’analisi istologica per mi-gliorare l’esattezza della diagnosi, analiz-zando il Dna di ciascun paziente e riuscen-do così a prevedere le sue reazioni alle di-verse terapie possibili. Il nuovo laboratoriolavora in convenzione con l’Anatomia Pa-tologica dell’Ospedale “Maggiore della Ca-rità” di Novara e in particolare con il Labo-ratorio di Patologia Molecolare, guidato dalProf. Renzo Boldorini, indagando su mela-noma, tumori della tiroide, del colon-rettoe gastro-intestinali-stromali (Gist). Fannoparte dello staff del Laboratorio i Dottori diRicerca Maria Scatolini (biotecnologa me-dica) ed Enrico Grosso (biologo molecola-re). Info su www.fondoedotempia.it

AVVOCATO E AUTRICE

Daniela Bauduin ha scritto“L’economia sommersa”

VIA LIBERA DI MASSIMA

Nonostante i dubbi nelPd Fassino avrebbe datol’ok a Monferino sullaCittà della Salute. Sotto:Quaglia, a destra Cotacon il rettore Pelizzetti

È un’accogliente struttura socio-assistenziale All’interno Nuclei di Residenza Assistenziale e Residenza Sanitaria Assistenziale

Camere ad uno o due letti con bagno Bagni-protettiSale mediche Palestra per riabilitazioneSale da pranzo o per la ricreazione, con televisori a coloriSalone per riunioni ed attività di animazioneParco, Biblioteca, Cappella per le funzioni religiose

Prossima aperturanuovo reparto

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