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Political Network Le 10 regole d’oro per una civile convivenza tra politica e social network di Costanza Calabresi e Andrea Carnevali

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Political NetworkLe 10 regole d’oro per una civile convivenza tra politica e social network

di Costanza Calabresi e Andrea Carnevali

Nei racconti dei nostri nonni e genitori pos-siamo trovare i manifesti elettorali, le sezio-ni di partito, la diffusione di giornali porta

a porta, i comizi in piazze affollate e gli autoparlanti fissati sulle cappotte di macchine che giravano nelle strade per giorni interi. Insomma un modo di far po-litica “fisico” in cui, soprattutto a livello locale, era facile comprendere l’umore dell’elettorato.

Con il sopraggiungere dei nuovi media, prima la ra-dio e dopo la televisione, la comunicazione politica ha perso la sua “fisicità” ed è diventata sempre più unidirezionale. Fino agli anni settanta questi nuovi mezzi sono stati affiancati dai vecchi, ma già dagli anni ottanta sono cominciate a venir meno molte del-le forme di aggregazione che avevano caratterizzato la politica del passato.Oggi i media sono aumentati, c’è internet, i social network, ma soprattutto c’è Facebook che, con i suoi 18 milioni di utenti registrati nel nostro paese di cui 12 milioni vi accedono quotidianamente [dati genna-io 2011], è diventata la nuova piazza virtuale, luogo di aggregazione e scambio d’opinioni, impossibile da ignorare in campagna elettorale e, più in generale, nella vita di un politico che vuole dialogare con il suo elettorato.Facile a dirsi, meno a farsi. Vi presentiamo le nostre 10 regole d’oro una civile convivenza tra politica e social network.

sommarioL’onorevoLe è su Facebook Le 10 regoLe d’oro case history

L’ONOREVOLE E’ SU FACEBOOK“L’onorevole è su Facebook” è il titolo di un artico-lo uscito su L’Espresso il 25 Febbraio 2011 a firma di Alessandro Gilioli dedicato ad una ricerca curata dal gruppo di lavoro di Stefano Epifani, docente di Comunicazione d’impresa all’università “La Sapien-za” di Roma sullo stato e le tendenze della politica on line nel nostro Paese. Tra un dato e l’altro emerge una fotografia scattata a tutti i parlamentari, i sindaci dei comuni capoluo-go di provincia e tutti gli amministratori under 30 dei comuni con più di 20 mila abitanti. Il monitoraggio, durato dal 2008 al 2010, è servito a comprendere se, e come, i politici si relazionano con il Web, i Blog e i

Social Network. Il risultato è un immagine dalle tinte chiaro/scure. Ma andiamo con ordine:«[…] il dato più evidente è la forte seduzione che sui politici nostrani ha iniziato ad esercitare Facebook. Diretto e immediato, facile da usare anche per chi non ha conoscenze informatiche di alcun tipo, il so-

cial network di Zuckerberg si è rivelato negli ultimi due anni la nuova Mecca per esponenti di ogni partito e amministratori pubblici di tutti i livelli. Prendiamo i parlamentari, ad esempio: il 35 per cen-to di loro ha un profilo su un social network, mentre soltanto il 13 per cento ha un blog. Non è difficile ca-pirne il motivo: il blog esige un impegno di scrittura e una continuità di presenza che onorevoli e senatori spesso non possono o non vogliono garantire, mentre su Facebook o Twitter bastano poche righe - anche frettolose e non necessariamente argomentate - per segnalarsi ai propri elettori o comunque dare l’im-pressione (a volte fondata, a volte no) di un dialogo informale e “scravattato” con i cittadini.

Ancora più alta è la percen-tuale dei sindaci che si affi-dano ai siti sociali: il 43,9 per cento, contro il 10,3 per cento che gestisce un blog. Se poi si passa ad analizza-re il terzo target della ricer-ca di Epifani - quello degli amministratori under 30 - i “social network user” arri-vano addirittura al 67, 7 per cento del totale (e al 98,4 di quelli che hanno una qual-che forma di presenza on line) mentre i blogger si fermano all’11,1 per cento. [...] fa specie che ancora oggi (dopo tutto quello che si è scritto sugli straordinari risultati ottenuti su Internet

da Obama nella sua campagna del 2008) oltre il 40 per cento dei parlamentari italiani non abbia nessu-na forma di presenza in Rete: né un sito, né un blog, né un profilo su un social network. [...] il dato non si discosta molto (38 per cento) tra i sindaci, che inve-ce vengono eletti direttamente, e anche tra i giovani

amministratori c’è un 31 per cento che in Rete “non esiste”.» Quindi, riassumendo, emerge che il blog viene poco utilizzato perché richiede troppo impegno, mentre i social network, e Facebook nello specifico, non man-cano mai. Poi c’è una grande parte di politici che è

completamente all’oscuro dei nuovi media.La cosa più interessante, però, viene da come queste nuove forme di comunicazione vengono usate:«[...] accanto al 40 per cento che ignora il Web c’è un altro 42 per cento che è quasi come se lo ignoras-se, limitando la sua presenza on line a un sito-vetrina, privo di interattività, senza dialogo con gli utenti, sen-za commenti: solo un triste catalogo di foto posate e, se va bene, di dichiarazioni all’Ansa. In pratica, un dépliant digitale che permette al politico di dire che è in Rete, ma non serve né a lui né a chi vorrebbe inte-ragire con lui, oltre tutto con un’alta percentuale di siti che vengono abbandonati nell’oblio appena finita la campagna elettorale. Ma l’indifferenza di tanti politici verso le potenzialità interattive della Rete è dimostrata anche da altri dati: ad esempio, perfino tra i non molti onorevoli che hanno un blog (il 13 per cento, come si è detto) quasi la metà non accetta alcun dialogo e alcun commento, nemmeno “postmoderato”: io parlo e tu ascolti, ma se tu parli io non ascolto. Insomma, il con-trario di quello che dovrebbe essere Internet.» Così, in assenza di una vera e propria strategia di lungo respiro, ci s’improvvisa senza una chiara consapevolezza del mezzo a disposizione intendendo il Web come un me-dia tradizionale e unidirezionale.

LE DIECI REGOLE D’ORO

a Fatti affiancare da professionisti. Facebook, Twitter & co. vanno molto di moda, ma se non utilizzati bene possono trasformarsi in un boomerang.

b Se non li hai mai utilizzati cerca di prendere confidenza con i social e metti in conto che ti porteranno via del tempo. La tua strategia web è come un abito realizzato su misura, non è necessario essere presenti su tutte le piattaforme se poi non hai il tempo o il piacere di aggiornarle.c Poni in primo piano il monitoraggio della tua reputazione online e offline.d Cura il tuo profilo anche graficamente. Il luogo che accoglie la discussione ne determina anche i toni

e gli umori.e Non far aggiornare i tuoi account da persone inesperte e non automatizzare i tuoi profili social con

feed rss. Serve umanità per allacciare discussioni.f Essere se stessi e naturali è il miglior modo per presentarsi agli altri. Proprio come nella vita reale.g Aggiorna spesso in real time il tuo account con foto, video e opinioni, anche se non attinenti alla tua

vita istituzionale. Un politico è anche un uomo e il pretesto per una discussione può arrivare anche da una canzone.h Offri contenuti spendibili dai tuoi sostenitori, se proprio non ci riesci organizza almeno momenti di

confronto online in orari stabiliti.i Non perdere occasione per confrontarti ed esprimere la tua opinione, rispondi alle domande o alle

critiche che ti arrivano in modo chiaro e mai aggressivo.j Non censurare mai gli argomenti spinosi e le critiche. Cancella solo spam e argomenti non appropria-

ti senza eccedere. Mantieni il tuo spazio di discussione pulito e con toni moderati.

Matteo RenziFacebook 52.000 fanIndice articolato con applicazioni che ne amplificano la partecipazione. Par-

la in prima persona, i suoi articoli e le sue riflessioni sono accolti con entusiasmo dalla sua community.

Giuliano PisapiaFacebook 15.200 fan Indice snello e molto scolastico, ma comunque efficace a sviluppare di-

scussioni. Pubblica link ad articoli che reputa inte-ressanti, commenta e lancia appuntamenti funzionali alla sua campagna.

Vincenzo De LucaFacebook 73.400 fanBuona interazione con i vari strumenti a disposizione, foto e video sempre ag-

giornati. Parla in prima persona ed ha un ottimo rap-porto con la community.Ha un elenco di gruppi Facebook che lo sostengono, in modo da moltiplicare l’interazione tra i suoi soste-nitori.

Nichi VendolaFacebook 416.800 fanNon potevamo non citare l’Obama della politica italiana. Aggiorna pun-

tualmente la sua pagina con i suoi appuntamenti e spostamenti e commenta le notizie più interessanti ricevendo centinaia di feedback.

Mattia Calise Facebook 1.500 fanIl giovanissimo candidato sindaco di Milano per il Movimento 5 Stelle, ri-

esce a far sua la filosofia della rete. Andrebbero però tolte le sezioni che non vengono utilizzate.

Luigi De Magistris Facebook 130.300 fanI fan che lo seguono sono molto attivi e lasciano sulla sua bacheca centinaia

di link e commenti ogni giorno che rendono la sua pagina viva più di quanto non faccia lui. Non parla molto in prima persona e non aggiorna gli appunta-menti della sua campagna elettorale, ma ha da poco aperto la sua pagina per la candidatura a sindaco di Napoli con moltissime foto e video.

Debora Serracchiani Facebook 51.700 fanTutti gli interventi sono di Debora Ser-racchiani in persona! (Quella “vera”)

come dice nella sua fan page. E gli aggiornamenti sono anche tanti, cinque o sei al giorno con foto, vi-deo, personali punti di vista sugli accadimenti della politica italiana e una copertura pressoché totale su iniziative, radio e tv dove è presente.

CASE HISTORYIn alcuni casi la presenza su social network, e Facebook in particolare, è da elogiare. Ecco alcuni casi da seguire, se non per convinzione politica almeno per padronanza del mezzo:

Ebook realizzato e distribuito da Republic+Queen, un network di liberi professionisti nel campo dell’advertising ed un blog multiautore,

terreno di scambio per lo studio delle nuove tendenze della comunicazione sul web.

Ringraziamo Riccardo Mannelli per la gentile concessione dei suoi disegni

Se vuoi proporti come redattore scrivi a [email protected] info: http://republicandqueen.com

Testi: Costanza Calabresi e Andrea CarnevaliIdeazione grafica ed impaginazione: Ale Sordi