Politica economica e finanziaria (PEF) · 1 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia -...

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1 Appunti di Alessio Brunelli facoltà di economia - Genova Politica economica e finanziaria (PEF) PARTE 1 Appunti presi a lezione La crescita italiana e politiche utili per migliorare la crescita: la crescita italiana rispetto al PIL è in questi ultimi anni inferiore a quella dei paesi europei (USA meglio di UE, UE meglio di Italia). Analisi fatta rispetto al PIL, al PIL x ore lavorate e le ore lavorate. L'Italia ha una produttività molto bassa questo si vede dal PIL x ore lavorate. La crescita dell'Europa nel lungo periodo in termini di PIL reale prezzi costanti è aumentato parecchio negli ultimi anni, in Italia invece negli ultimi anni è sempre sceso cioè aumentato ma sempre di meno. Le cause per l'Italia? Diminuzione della competitività (articolo di tabellini), Aumento debito pubblico che ha fato sì che in presenza di una recessione non potesse essere usato lo strumento della politica fiscale della spesa pubblica perché dobbiamo sempre pagare gli interessi dei titoli che i compratori dei titoli detengono e una grossa fetta del bilancio dello stato va in interessi, Invecchiamento della popolazione. Dopo la seconda guerra mondiale il tasso di crescita era del 6% ed era export-led cioè trainato dall'esportazione perché c'erano tassi di cambio vantaggiosi tra 81 e 95 domanda estera reale aumento del 5% ma poi essa cala al 3.8 tra 96 e 2001 e poi diminuisce dell'1 % nel 2002 quindi dal 90 in poi le esportazioni non hanno tirato molto perché noi esportiamo beni a bassa competitività cioè moda e pochi beni con tecnologia incorporata, esportavamo lavatrici ed elettrodomestici, automobili, stile ma tecnologie pochissima. Esaotte a Genova esporta macchinari medici ma nei paesi sottosviluppati, bisogna produrre prodotti con tecnologia avanzata e l'Italia deve investire nella ricerca. Per alcuni prodotti è aumentata la concorrenza perché ci sono nuovi paesi esportatori come la Cina grazie alla quale non esportiamo più magliette. Guardando indice commercio del paese/commercio mondiale = 2 volte il rapporto tra PIL del paese e PIL mondiale, questo vale per l'Europa, mentre per l'Italia è 1 cioè l'Italia esporta meno che gli altri paesi europei. I nostri prodotti sono comprati meno all'estero perché comprendono poco progresso tecnico incorporato e sono facilmente imitabili. Bisogna entrare nell'ottica del prezzo: in Italia il costo del lavoro comparato a quello di India o Cina è troppo alto quindi gli imprenditori vanno a insediarsi là, inoltre abbiamo poca ricerca sui prodotti. Indicatori della potenzialità dell'introduzione dell'innovazione: guarda tabella 1. Sono politiche che cercano di far migliorare la produttività del paese quindi politiche dell'offerta tipo diffondere uso internet o scolarizzazione e i giovani italiani bravi se ne vanno. 1998: Investimento in ricerca e sviluppo presa come % del PIL: Italia investe in ricerca e sviluppo lo 0.5 del PIL, l'UE l'1 e USA 2.

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1 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

Politica economica e finanziaria

(PEF)

PARTE 1

Appunti presi a lezione

La crescita italiana e politiche utili per migliorare la crescita: la crescita italiana rispetto al PIL è in

questi ultimi anni inferiore a quella dei paesi europei (USA meglio di UE, UE meglio di Italia).

Analisi fatta rispetto al PIL, al PIL x ore lavorate e le ore lavorate. L'Italia ha una produttività molto

bassa questo si vede dal PIL x ore lavorate. La crescita dell'Europa nel lungo periodo in termini di

PIL reale prezzi costanti è aumentato parecchio negli ultimi anni, in Italia invece negli ultimi anni è

sempre sceso cioè aumentato ma sempre di meno.

Le cause per l'Italia?

Diminuzione della competitività (articolo di tabellini),

Aumento debito pubblico che ha fato sì che in presenza di una recessione non potesse essere

usato lo strumento della politica fiscale della spesa pubblica perché dobbiamo sempre

pagare gli interessi dei titoli che i compratori dei titoli detengono e una grossa fetta del

bilancio dello stato va in interessi,

Invecchiamento della popolazione.

Dopo la seconda guerra mondiale il tasso di crescita era del 6% ed era export-led cioè trainato

dall'esportazione perché c'erano tassi di cambio vantaggiosi tra 81 e 95 domanda estera reale

aumento del 5% ma poi essa cala al 3.8 tra 96 e 2001 e poi diminuisce dell'1 % nel 2002 quindi dal

90 in poi le esportazioni non hanno tirato molto perché noi esportiamo beni a bassa competitività

cioè moda e pochi beni con tecnologia incorporata, esportavamo lavatrici ed elettrodomestici,

automobili, stile ma tecnologie pochissima. Esaotte a Genova esporta macchinari medici ma nei

paesi sottosviluppati, bisogna produrre prodotti con tecnologia avanzata e l'Italia deve investire

nella ricerca. Per alcuni prodotti è aumentata la concorrenza perché ci sono nuovi paesi esportatori

come la Cina grazie alla quale non esportiamo più magliette.

Guardando indice commercio del paese/commercio mondiale = 2 volte il rapporto tra PIL del paese

e PIL mondiale, questo vale per l'Europa, mentre per l'Italia è 1 cioè l'Italia esporta meno che gli

altri paesi europei. I nostri prodotti sono comprati meno all'estero perché comprendono poco

progresso tecnico incorporato e sono facilmente imitabili. Bisogna entrare nell'ottica del prezzo: in

Italia il costo del lavoro comparato a quello di India o Cina è troppo alto quindi gli imprenditori

vanno a insediarsi là, inoltre abbiamo poca ricerca sui prodotti.

Indicatori della potenzialità dell'introduzione dell'innovazione: guarda tabella 1. Sono politiche che

cercano di far migliorare la produttività del paese quindi politiche dell'offerta tipo diffondere uso

internet o scolarizzazione e i giovani italiani bravi se ne vanno.

1998: Investimento in ricerca e sviluppo presa come % del PIL: Italia investe in ricerca e sviluppo

lo 0.5 del PIL, l'UE l'1 e USA 2.

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2 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

% brevetti non USA registrati in USA: Giappone 45%, Germania 14%, Canada Francia UK 5 %,

Italia 2%. Il brevetto è un'arma a doppio taglio perché può limitare la crescita perché dà uso

esclusivo però al tempo stesso se riesco a farmi brevettare provo ancora di più a creare brevetti.

In Italia sono anche mancati gli investimenti: nelle imprese italiane la quota dei profitti al netto

delle spese amministrative meno % valore aggiunto è aumentata di 5 punti ma questi 5 punti in più

non si sono tradotti in maggiore investimento, l'investimento è funzione del tasso di interesse ma

anche della possibilità di un guadagno dato da una domanda attesa ma la domanda stava

diminuendo quindi perché investire?

Non investivano anche perché

il 95% delle imprese italiane ha meno di 10 addetti e sono le grandi imprese che hanno soldi

per investire in ricerca e sviluppo

in generale questo fatto spiega i bassi I in RS

c'è una bassa accumulazione di profitto

permangono in Italia i settori maturi (se si guarda curva di vendita di prodotto nuovo

all'inizio è basso poi aumenta tanto poi si assesta questo come quantità).

Perché non crescono le imprese italiane?

Perché spesso sono imprese familiari e si cresce quotando l'impresa ma la famiglia non

vuole perdere il controllo societario perché vuole che rimanga sua.

Le grandi imprese sono poche mancano di dinamismo perché sono in mano allo stato infatti

più del 50% del PIL è prodotto dallo stato e se produce lo stato c'è poca concorrenza e

Brunetta prova in modo anche poco simpatici a far aumentare la produttività del settore

pubblico. Bisognerebbe privatizzare per rendere efficiente tipo per distribuzione acqua e

elettricità cosa che si sta facendo in Italia mentre in USA cercano di fare sanità da noi c'è ma

c'è inefficienza.

In Italia ci sono anche problemi del lavoro e dei sindacati: doppio mercato del lavoro sotto

sindacato c'è contratto a tempo indeterminato che protegge e possono essere inefficienti

mentre i precari non sono protetti ed è un problema.

Altro problema è che con l'invecchiamento della popolazione le spese per il mantenimento

dei vecchi pesano sui contributi pensionistici dei pochi che lavorano, in Italia la natalità è la

minore del mondo. Le politiche per la famiglia non sono state fatte: dal 45 ad oggi le

famiglie sono state sempre sole per avere figli anche per malattie e handicap, anche Francia

e Svezia avevano questi problemi ma hanno fatto politiche e ora non hanno natalità così

bassa, questo si fa con aiuti asili nido quindi le mamme possono andare al lavoro e altre

cose, per questo bisogna avere almeno due figli così i due genitori che vanno in pensione

sono sostituiti dai due figli. Poi più la popolazione è vecchia e meno c'è capacità di innovare

perché sono i giovani che hanno idee e innovano. E il fatto che è alto l'onere sui giovani per

mantenere i vecchi fa sì che in Italia ci sia tanto lavoro nero. + popolazione anziana + spesa

pensionistica + debito manca spesa pubblica – politiche per famiglia – figli + popolazione

anziana....

Quota dei profitti al netto degli ammzzortamenti è il rapporto tra profitti e salari e quindi se

aumenta significa che sono calati i salari ma gli investimenti non sono aumentati perché le

imprese sono pessimistiche cioè non avevano fiducia nelle loro esportazioni o comunque

nella loro domanda, se avessero prodotto cose innovative avrebbero potuto pensare alle

esportazioni.

95% sono piccole i due autori la pensano in modo opposto.

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3 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

Spiega il permanere in settori maturi: non è vero perché anche le piccole imprese possono

innovare.

Le grandi imprese in Italia non producono cose innovative.

Le imprese sono poco flessibili nel lavoro: i sindacati stanno perdendo forza perché le

imprese sono piccole e lontane per cui non c'è un luogo unico dove riunirsi che è una cosa

importante. Lavoratori a tempo indeterminato e determinato che sono giovani che non hanno

soldi e quindi non mettono su famiglia non fanno figli la popolazione invecchia e poi è un

gatto che si morde la coda.

Quando una famiglia ha un'azienda ed ha tanti figli uno dei figli prende la fiaccola ma se

uno ha uno o due figli e questi non hanno voglia di occuparsene l'azienda viene venduta o

muore.

Il debito pubblico è la differenza tra la spesa dello stato e le tasse che incassa questo deficit

può essere coperto o emettendo moneta o emettendo dei titoli pubblici e per questi titoli

pubblici lo stato dovrà pagare questi interessi. Se oltre ad avere deficit deve pagare i

contributi di anzianità perché i contributi che arrivano dalle imprese non bastano allora

aumenta ancora e bisogna emettere altri titoli. Siamo entrati nell'UE con la promessa di

avere il 60 % del PIL formato dal debito. In quel momento era il 110 poi siamo arrivati al

100 e con una crisi come quella attuale l'unica soluzione non è quella di aumentare la

moneta perché poi il tasso di interesse non si abbassa oltre un certo limite quindi bisogna

aumentare la spesa pubblica ma se lo stato non può usarlo perché si è bruciato questa

possibilità negli anni 80 allora non potrà fare molto. Il debito pubblico è uno stock, poi c'è

un flusso che è il disavanzo in ogni anno Quindi stock del 60% del PIL e disavanzo del 3%

così sarebbe diminuito del 3% all'anno. Il problema di avere un elevato debito pubblico non

consente di aumentare la spesa pubblica nei momenti di recessione quando serve, non si

possono ridurre le tasse, la spesa pubblica deve andare ai consumi e non agli investimenti

pubblici.

Grafico IS LM: la LM è crescente perché se a parità di interessa aumenta il reddito la

moneta aumenterò quindi parte il tasso di interesse. Se aumenta G la IS si sposta verso

destra quindi aumenta il tasso di interesse e questo spiazza l'investimento privato.

La competitività delle imprese: dipende anche dal costo del lavoro. Il costo del lavoro per

unità di prodotto è uguale a C/Q di prodotti e se dividiamo entrambi per N abbiamo C/N che

è il costo del lavoratore per ora lavorata, a denominatore abbiamo la produttività cioè

prodotto per occupato quindi il costo del lavoro sarà più alto se aumenta il numeratore o

diminuisce il denominatore ovvero la produttività. Il numeratore dipenderà dal livello dei

salari. In Italia un lavoratore lavora meno che in USA. N è le ore lavorate oppure il numero

dei lavoratori.

Quindi abbiamo problemi legati alla bassa innovazione, al tipo di prodotto che vendiamo, le

imprese non si stabiliscono da noi perché abbiamo un sacco di vincoli burocratici

inefficienti, in più al Sud con la camorra non verrà mai un'impresa straniera.

Quali sono le politiche economiche adatte ad una situazione del genere? Sono politiche dal

lato dell'offerta, le politiche dal lato della domanda sono più rapide come aumento della G

oppure politica monetaria. L'invecchiamento della popolazione è una cosa che ne influenza

tante altre quindi bisognerebbe cercare di migliorare questo, fare asili nido premi per chi ha

più bambini fare sì che la donna lavori quando vuole, la popolazione attiva cioè chi è in

grado di lavorare si crea il tasso di partecipazione cioè chi lavora e in Italia questo è il più

basso d'Europa, diminuire i prezzi delle case dare soldi per mantenere gli anziani di cui poi

si occupano le donne, inserire le donne nel mercato del lavoro. Poi l'istruzione abbiamo

università inefficienti quindi creare la voglia di studiare perché siano competitivi gli

studenti.

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4 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

Politiche del lavoro nella slide sono quelle per la formazione del lavoro, politiche

anticorporative sono quelle per la concorrenza, politiche della legalità vuol dire creare

imprese al Sud stando tranquilli, politiche per l'immigrazione quindi noi non facciamo figli

ma forse loro sì e poi fanno lavori che gli italiani non hanno voglia di fare.

Interpretazione di Tabellini: i problemi della crescita dipendono da struttura produttiva verso

settori scarsamente tecnologica ed avendo settori maturi queste produzioni sono imitate da

settori emergenti che faranno a costo minore. Secondo motivo scarsa capacità di innovare.

Altri paesi sono riusciti a ristrutturarsi verso settori più innovativi e fare questo non è

semplice perché bisogna lasciare il mercato libero e incoraggiare verso certi settori e non

mettersi a produrli lui come ha fatto l'Italia mettendo acciaieria in Calabria.

Sotto certe ipotesi lo scambio tra due paesi avviene se c'è vantaggio comparato e lo vediamo

domani.

Ragioni di scambio: importazioni nominali ed esportazioni nominali cioè compresi i prezzi.

Come si può fare il salto di iniziare a produrre cose più tecnologiche? Secondo lui non con

aumento di investimenti in ricerca e sviluppo. Secondo lui c'è bisogno di cervelli e le

imprese sono piccole e non innovano, è dai giovani che viene la capacità di innovare e i

giovani in Italia non hanno spazio. Anche nelle università bisogna creare giovani che siano

capaci di innovare.

Teoria dei vantaggi comparati: serve a spiegare gli scambi e serve a capire perché la

globalizzazione è così criticata.

Un paese si specializzerà nella esportazione di un bene su cui ha un vantaggio comparato. Per

capire serve il concetto di costo opportunità: la quantità di un bene a cui occorre rinunciare per

produrne un altro. Quantità di panini a cui occorre rinunciare per produrre una mela = costo

opportunità = 1.5. E' quello a cui devo rinunciare proprio perché le risorse sono limitate.

Hp di Ricardo:

Lx ci dice la tecnologia utilizzata. Ieri abbiamo illustrato il fatto che l'Italia non esporta abbastanza,

ora stiamo interpretando il fatto attraverso un modello.

Che il prezzo coincida con le ore lavoro = che ci sia solo l'offerta e non anche la domanda che serve

per determinare il prezzo ma non le interessa.

Sembra che al Portogallo non convenga esportare perché ha un vantaggio assoluto in tutti e due i

beni.

La parte da sapere è lo schema con il ragionamento, da più precisamente non è molto importante.

Se pensiamo alla produzione italiana questo modello è statico mentre l'Italia prima produceva

magliette e la lavatrici scambiandole con la Cina col riso adesso la Cina riesce a produrre le

magliette con un vantaggio comparato superiore e fra un po' riuscirà pure a produrre le lavatrici.

le funzioni di produzione si evolvono man mano quindi le cose cambiano e possiamo immaginare

che se produciamo prodotti facilmente imitabili dai paesi che si stanno sviluppando allora non

riusciremo più ad esportare

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5 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

Politiche della famiglia in Italia Del Boca:

In Italia non c'è lavoro part-time perché al datore di lavoro non conviene. Nemmeno ai sindacati

conviene che il lavoro part-time venga favorito perché è distaccato dai problemi del lavoro quindi

non porta avanti battaglie per un lavoratore che fa 5 ore e se ne va a casa.

La globalizzazione che è collegata alla perdita di competitività italiano, i movimenti di capitali si

sono notevolmente intensificati quindi parleremo della crisi finanziaria, poi della crisi del '29.

aumento scambi: merci, servizi capitali. Aumento interrelazione: maggiori accordi commerciali,

scambi culturali, migrazione dei popoli. Alle volte per globalizzazione si intendono anche i

problemi relativi alla globalizzazione infatti all'inizio della globalizzazione i lavoratori con scarsa

abilità perdono il proprio lavoro perché arrivano i lavoratori dall'estero quindi si crea un divario dei

redditi in base al tipo di lavoro perché i redditi dei lavori non specializzati si abbassano nettamente

quindi si indicava il problema che la globalizzazione poneva. Poi dal vedere i problemi nei paesi

sviluppati si è passati a vedere i problemi nei paesi sottosviluppati cioè le multinazionali che

sfruttano i paesi sottosviluppati insediano in quei paesi le loro imprese.

Indice del grado di apertura di un paese: esp/PIL oppure (esp + imp)/PIL. Gli USA sono talmente

grandi che sono già globalizzati di loro. La Germania diminuisce nel 50 per grande recessione e

guerra.

Enorme aumento dei movimenti internazionali dei capitali.

Aspetti fiscali: paesi che attirano imprese perché devono pagare molte meno tasse quindi

concorrenza tra stato e stato per aspetto fiscale.

Cause Globalizzazione: diminuzione costi di trasporto e costi di comunicazione (internet) → i call

center sono in India perché parlano bene l'inglese e anche prodotti ad alto contenuto tecnologico

perché ci sono paesi con buone università.

Abolizione dazi: apertura dei confini. Prima non c'era la convertibilità delle monete e anche non si

potevano esportare i capitali. Aree valutarie in Europa e Sud america ce ne sono due.

Circolo virtuoso: il fatto di poter esportare certi beni ad es nei paesi asiatici ha fatto sì che ci sia

stato un aumento della specializzazione (Ricardo). Riduzione dei costi significa riduzione dei prezzi

e quindi aumento dei commerci e poi aumento della specializzazione.

I paesi specializzati dovrebbero specializzarsi nella produzione di servizi (ricerca, brevetti).

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6 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

Maggiore concorrenza o oligopolio? Prodotti cinesi che arrivano i prezzi scendono molto (minore

inflazione grazie a globalizzazione) nel breve maggiore concorrenza, poi too big to fail (vengono ad

avere anche più potere degli stati) si impongono.

Aumento efficienza ma anche aumento equità? Settori protetti (cemento o parrucchieri cioè il fatto

che si siano aggiunti altri stati non li tocca, cemento è troppo costoso da trasportare, parrucchiere

non lo vado a cercare lontano), diminuzione delle rendite governo prodi per diminuire i costi ed

essere più competitivi nel mondo.

Krugman: Pvs esportano anche manufatti semplici mentre prima esportavano solo una materia

prima o un bene alimentare,

Critica dei no global: nei pvs i lavoratori sono pagati pochissimo perché non avevano alternative;

questo movimento tende a ridurre il commercio internazionale come fa Tremonti. Contro lo

sfruttamento nei paesi sottosviluppati propone il modello che fa l'esempio USA Messico. Il Messico

ha un vantaggio comparato nel produrre magliette, quindi USA si specializzerà nella produzione di

pc.

Anche i salari dei paesi non sviluppati migliorano. Salari reali = quante magliette ottengo in un'ora

lavoro. Teoricamente nel settore in cui vengono pagati più salari ci saranno più lavoratori quindi poi

i salari scenderanno e si uguaglieranno a quelli del settore in cui vengono pagati salari più bassi. Se

il prezzo si inserisce in quella fascia allora c'è lo scambio e quindi una specializzazione. Dopo lo

scambio i salari reali sono maggiori.

Iniziamo a parlare della crisi finanziaria, delle cause della crisi finanziaria. Origine: bolla

speculativa dei prezzi delle case. Ci sono comunque state diverse crisi recentemente e quindi c'è un

problema nel sistema che bisogna risolvere. Bolla speculativa la prima era stata del tulipano in

Olanda la gente comprava tulipani perché faceva prestigio ma anche perché la gente pensava che

domani il tulipano sarebbe valso di più. In genere un'azione dipende dai profitti attesi tuttavia se la

gente vede che le azioni crescono e magari c'è boom e la gente vuole comprare qualcosa allora la

gente pensa che di comprarsi l'azione così poi la rivende e ci guadagna. Quando faccio un acquisto

così amo il rischio perché ho la fiducia che riuscirò a capire quando la bolla speculativa starà per

scoppiare e venderò l'azione oppure sono persone che non si rendono conto del rischio così alla fine

il valore del bene non è più collegato ai valori fondamentali. Però la gente non compra più per

motivi fondamentali ma per speculare. La bolla sulle case si è formata perché era scoppiata da poco

una bolla nel reparto della new economy (nanotecnologie). Liquidità enorme negli USA c'era

perché c'era stato 11 settembre cioè Greenspan ha inondato il mercato di liquidità, quindi il tasso di

interesse è calato parecchio e così ci sono stati due effetti: 1 le banche erano abituate a guadagnare

bene allora abituate a periodi di grandi profitti di fronte ad un tasso basso iniziano a dare mutui sulle

case, fare un mutuo con un i basso avrebbe raccolto molto successo. Solo che questi mutui sono

stati dati senza garanzie. La garanzia che la banca si prendeva era la casa cioè che la casa avrebbe

aumentato il suo valore che è una cosa rischiosa come abbiamo visto prima. Inoltre abitudine a

rifinanziare il mutuo cioè man mano che la casa prendeva valore su quel valore aggiunto si

facevano fare un altro mutuo. Grafico: è un prezzo relativo quindi correlato all'inflazione → se i

prezzi delle case crescessero esattamente con l'inflazione la linea sarebbe parallela all'asse x. Invece

il mercato delle case segue i cicli economici (boom aumento, recessione diminuzione). Nell'ultima

parte del grafico del ciclo si vede che c'è una recessione (linea rossa) ma i prezzi salgono perché c'è

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7 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

tanta liquidità e quindi fare mutui è convenienti. L'autorità monetaria per far scendere i aumenta il

prezzo dei titoli quindi il i scende (relazione inversa tra i e prezzo dei titoli), agire sulle riserve,

agire sul tasso di sconto tasso overnight (tasso che la bc fa alle banche per i prestiti che queste

chiedono a breve periodo) . Tasso di sconto, EURIBOR, bot cct questi sono i tassi in ordine

crescente.

I mutui sono stati dati senza garanzie (subprime) allora per limitare il rischio hanno tagliato a

pezzetti i mutui a seconda di varie caratteristiche tipo il lavoro di quello che ha preso il mutuo e poi

li hanno rinpacchettati cioè se va male il legno va bene il meccanico ma non hanno pensato che se

la bolla scoppiava allora sarebbe peggiorato tutto. Inoltre alla fine non sapevano più cosa ci fosse

dentro quindi le hanno fatte valutare dalle agenzie di rating che le hanno valutate bene e poi li

hanno venduti a tutto il mondo. Quando c'è stata la crisi allora nessuna sapeva che cosa c'era in

circolazione quindi si sono chiuse le banche e non si facevano più credito perché sapevano che non

si sarebbero potuti fidare. Un problema era la scarsa vigilanza operata in quel periodo dalle banche,

dovrebbero avere una base di riserva legale, in Usa hanno creato società a lato delle banche che

quindi non dovevano avere il vincolo della riserva legale e quindi era un casino (le hanno create

perché gli facevano gola i profitti di prima). Quando c'è pericolo di inflazione la bc diminuisce

l'offerta di moneta e così contrae la produzione facendo salire il tasso di interesse. Dopo il 2004 i

tassi cominciano a salire soprattutto in USA. Un problema grosso dell'Europa è che la bce

determina il tasso però il potere di vigilanza è rimasto nei vari stati, non è un prestatore di ultima

istanza cioè garantisce contro i fallimenti e questo scollamento tra politica e vigilanza genera dei

problemi. Quindi aumentando i tassi la gente non riusciva più a pagarli, coi tassi alti nessuno era più

interessato a fare mutui quindi a comprare case allora la bolla è anche scoppiata. Le banche non si

prestavano più i soldi tra di loro quindi l'attività finanziaria nell'agosto del 2007 si è bloccata. Allora

la banca centrale si è sostituita ai prestiti interbancari.

Le banche italiane si erano disinteressate dei mutui sub prime mentre le altre banche si erano

interessate ai titoli dei mutui subprime e dicevano che le banche italiane era troppo interessate a

trattare coi politici invece che cercare come fare soldi coi titoli, ma intanto questo ci ha protetti.

Quando c'è un crack finanziario le banche falliscono, ci rimettono chi aveva i soldi in queste banche

ci rimettono le imprese che collaboravano con queste banche quindi anche crisi reale.

Tanti dicono che siamo in una situazione di azzardo morale: lo stato nel 2008 ha fatto fallire leaman

brother ma ha salvato altre banche quindi in futuro si dirà posso rischiare intanto mi salverà lo stato,

oppure il concetto del too big to fail cioè se fallisse ci sarebbe un danno enorme perché le banche

sono correate con tantissimi altri soggetti.

Mondo economico molto interconnesso specie per le banche, certo che gli USA hanno lasciato

fallire alcune banche ma molte altre le hanno rilevate, nazionalizzate. Così le banche si sentono

protette allora si possono correre anche maggiori rischi. Allora si sta pensando come rendere i

fallimenti delle banche non convenienti per le banche stesse così rischiano un po' meno. Argentina:

quando investitori internazionali si sono accorti che c'era la possibilità che fallisse allora non hanno

dato più prestiti e sono fallite davvero. Quindi i fallimenti possono accadere sia per grandi problemi

sia per non gravi problemi di liquidità ma se poi c'è la corsa agli sportelli allora fallisce. Dal 2007

ad oggi: nel 2007 le banche non volevano più farsi tra loro prestiti interbancari → quando una

banca ha problemi di liquidità temporaneo allora chiede un prestito interbancario, deposita dei titoli

come garanzia all'altra banca e poi i titoli le vengono resi. I tassi sono molto bassi ma se le banche

non hanno più fiducia e pensano che i titoli che le vengono dati in garanzia sono titoli spazzatura

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8 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

allora il prestito non glielo dà → dal 2007 in avanti le banche non si sono più date prestiti perché

non sapevano cosa ci fosse dentro. In questo momento sono intervenute le banche centrali di vari

paesi. I finanziamenti a brevissimo termine sono detti repo, per questa operazione si pagherà un

interesse che è il costo dell'operazione. L'unica differenza tra operazione di prima e quella in cui c'è

una banca centrale è che emette moneta però non aumenta la massa monetaria quindi non si hanno

effetti sul tasso di interesse perché è troppo breve il periodo. Ancora oggi non si fanno prestiti tra di

loro perché non si fidano e non si sa ancora oggi a quanto ammontino questi titoli. Dopo il periodo

in cui si è cercato di restaurare la liquidità di queste banche si è perso fiducia nel credito quindi la

corsa agli sportelli e la banca ha una riserva legale ma se c'è corsa agli sportelli non è abbastanza. In

USA si è pensato al piano Fondson: creare un fondo con le tasse dei contibuenti con cui ritirare i

titoli spazzatura → sollevazione generale perché quelle banche che stavano fallendo avevano negli

prima guadagnato un sacco di soldi quindi i cittadini non volevano assolutamente rimetterci, proprio

loro che invece erano stati colpiti più di tutti. Il fallimento di Leaman Brother date le sue

connessioni con tutto il mondo finanziario americano ha portato al blocco del sistema bancario

americano (tutti avevano rapporti con LB). Tanto più grande è la banca tanto più si compiono sforzi

per non farla fallire (too big to fail).

Stiggins ha sempre studiato le inefficienze del mercato e dice di non fidarsi del mercato (il contrario

della mano invisibile): la mano invisibile non funziona semplicemente perché non c'è. Asimmetrie

informative anche ha studiato: diversa posizione di una persona che va ad affidarsi ad una banca che

gli propone prodotti di cui non sa nemmeno cosa c'è dentro → asimmetria informativa è causa di

molti problemi.

Too big to fail: Altro autore: questo tipo di crisi finanziarie si sono verificate sono verificate

recentemente solo in stati emergenti → le banche non si fidano più delle banche di quel paese

quindi fallimento. Come è successo questo negli stati uniti? Negli USA l'evoluzione del reddito

degli Usa negli ultimi 30 anni ha avuto un aumento molto forte e lui dice che questo sviluppo è

stato molto trainato dal settore finanziario (1980 deregolamentazione dei mercati per incentivare il

mondo finanziario). Il settore finanziario è diventato grande grazie a queste decisioni politiche e

questo ha dato ai banchieri un enorme peso politico quindi una oligarchia del mondo finanziario.

Molto dipendeva dal fatto che in America avere soldi dà prestigio quindi gli americani dicevano che

se il settore finanziario va bene allora sta dando ricchezza al paese. Secondo lui le banche non

hanno assunto i rischi perché sono stati trasferiti sulle generazioni future. Se impediamo alle banche

di fallire il rischio non va su loro stesse ma si trasferisce su tutti i cittadini. Grande fiducia c'era da

parte dei politici nella capacità delle banche di gestire il rischio → divento così importante che

penso sia giusto che il rischio di fallire lo posso trasferire sul governo così come era successo nei

paesi non sviluppati. Oligarchia nel senso che pochi potenti potevano avere influenza sulle decisioni

del governo. Cosa si può fare di fronte a questa situazione? Fare una regolamentazione molto chiara

sul processo di fallimento, finora si è negoziato il non fallimento di situazione in situazione →

vorrebbe una regolamentazione in cui le banche hanno 30 giorni per decidere se ricapitalizzare dopo

di che il governo... Altra proposta: se le imprese sono troppo grosse dividerle per rompere il potere

di queste oligarchie.

Introdurre una tassa sui movimenti finanziari: l'aveva proposta all'inizio degli anni 70 in cui c'erano

cambi molto flessibili e così per evitare che le banche speculassero su questa cosa si sarebbe potuta

mettere una piccola tassa così si sarebbero limitati i movimenti.

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9 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

Azzardo morale e politica economica: lo stato abbia detto ai cittadini che aumenterà la massa

monetaria del 3%, il governo pensa perché non sfruttare un po' la situazione e alzarlo del 4% così

aumenta il reddito e diminuisce i e annuncia di farlo aumentare del 3 invece lo fa aumentare del 4.

La curva di Philips: se diminuisce l'inflazione aumenta il tasso di disoccupazione nel breve periodo,

questa curva è stata trovata empiricamente. Nel 68 è arrivato Friedman e ha detto che questa curva

non è giusta perché e bisogna leggere i fogli. Se aumentano i salari reali vale la pena lavorare di più,

ma se aumentano i salari nominali e i prezzi i salari reali rimangono costanti e quindi non c'è stato

un vantaggio. Da A nel grafico se si va a destra vuol dire prendere la prima alternativa, se si va in

alto è la seconda alternativa. Il politico dice che d'ora in poi non salverà più le banche

Come si forma il tasso di cambio, IS-LM. Quali sono i fattori che hanno determinato una

diminuzione del tasso di crescita italiana, quali politiche utili per la ripresa, Abbassamento dei tassi

del 2001 causa scoppio bolla NE e ha influito sulla crisi, perché le banche si rifiutavano di fare

prestiti interbancari nel 2007, perché la Fed non sono intervenute subito (perché esiste il problema

dell'azzardo morale).

Come è successa la crisi finanziaria maggiore del '29. La produzione industriale tra il 25 e il 38, il

paese più colpito sono stati gli USA. Il Pil statunitense si è dimezzato nel 29, mentre la GB è quella

che è stata colpita di meno. La crisi è stata nel 29 ma il calo massimo del Pil si ha nel 1932, tra anni

dopo lo scoppio della bolla speculativa sulle azioni del '29. Allora gli effetti della crisi si vedono

successivamente, le aspettative adattive fanno sì che ci sia questo ritardo cioè non si riesce subito a

capire la gravità della situazione. La causa sui libri di storia economica viene messa in relazione col

collasso nel commercio internazionale. Certo che c'è un collasso ma è la crisi che è stata la causa

del crollo del commercio internazionale. Dopo la crisi con l'imposizione di dazi viene la crisi del

commercio internazionale. Quando in un paese c'è scarsità di domanda il paese si difende

chiudendo le importazioni quindi mettendo dazi. Ma questo non aiuta perché anche l'altro paese li

mette e così cade il commercio internazionale ma se c'è una crisi globale non è così che ci si

difende. Grosso dibattito tra economisti di quei tempi se questa recessione è stato causato da una

carenza di domanda di beni oppure dal lato dell'offerta di moneta cioè. Il libro di keynes è stato

scritto in risposta alla crisi. Tasso di disoccupazione 3,2 è molto basso. Settembre ottobre 29

scoppia la bolla speculativa sulle azioni (tutti non si basano per l'acquisto sul suo valore

fondamentale, ma si basano solo sulla speculazione cioè sul fatto che un domani la rivenderanno ad

un valore maggiore). Lo scoppio della bolla speculativa ha dato il primo colpo alla produzione

perché le persone che hanno acquistato azioni l'hanno fatto allo scoperto cioè senza avere soldi e

poi le rivendono ad un prezzo più basso e quindi c'è un abbassamento del consumo (lato reale)

perché questo dipende anche dal capitale accumulato. Quindi il primo effetto della crisi è l'aspetto

reale poi c'è quello finanziario. Le persone che hanno acquistato le azioni l'hanno fatto ritirando i

soldi dalle banche che si sono trovate di fronte ad un sacco di persone che volevano ritirare i propri

soldi, prima per poter pagare i debiti poi per corsa agli sportelli (lato finanziario). Quando c'è una

corsa agli sportelli la banca non ha la possibilità di pagare tutti. Le riserve legali non sono

sufficienti e la banca fallisce. I fallimenti bancari non erano ancora stati da un punto di vista legale

protetti. Disoccupazione sale e Pil scende, cala moltissimo l'investimento perché dipende molto dal

tasso di interesse (se è basso un investitore investe meglio), ma Keynes dice che l'investimento

dipende dagli animal spirits dell'investitore (istinto che l'imprenditore ha verso il futuro, mi

immagino i profitti attesi, nel momento attuale l'imprenditore può riorganizzare l'impresa rende più

efficiente o licenzia se può però aspetta a fare investimenti solo nel momento che l'attività riprende

e poi quando riprende la produzione deve essere velocissimo per non arrivare ultimo). Il pil cade

fino al 33. Il pil si riprende nel 34 così come gli investimenti e il consumo ma l'occupazione non

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10 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

sale, cioè gli imprenditori prima di riassumere ci pensano parecchio probabilmente subito strizzano

i lavoratori che hanno. Gli imprenditori c'è un effetto ritardato sull'occupazione, quando c'è un

boom l'imprenditore non assume subito nuovi lavoratori perché devono essere ben sicuri che il

boom sia stabile prima di assumere nuovi lavoratori quindi una volta licenziati ce ne passa prima

che siano ripresi. La spesa pubblica non si comporta troppo male da quando cominciano a

diffondersi le idee keynesiane (le politiche monetarie quando i è basso non serve perché c'è la

trappola della liquidità perché il tasso più di tanto non scende perché è già vicino allo 0, quindi una

politica fiscale di aumento della G può servire, ovviamente se non si ha un enorme debito pubblico

come l'Italia).

Slide: crolla il mercato azionario quindi scende la ricchezza finanziaria, il consumo è funzione

anche della ricchezza quindi crolla il consumo. Cadono gli investimenti in edilizia perché non

arrivano più immigrati quindi questa delle case è una conseguenza. Si sposta la IS per diminuzione

dei consumi e degli investimenti. Il consumo è in funzione della ricchezza reale, i prezzi rimangono

costanti la ricchezza finanziaria crolla quindi i consumi crollano, fossero crollati i prezzi allora i C

non sarebbero crollati. Conseguenze successive: Fallimenti banche quindi meno prestiti per gli

investitori quindi I più difficile non solo quindi per gli animal spirits. Politica fiscale non è nei primi

anni accomodante (dovrebbe essere anticiclichica invece è prociclica). Il tasso di interesse nominale

è effettivamente sceso (tasso di interesse reale?). La conferma della crisi reale ce l'abbiamo dal fatto

che i è sceso.

Interpretazione monetarista: altri dati monetari → tasso di interesse nominale = tassi di interesse

reale più inflazione, il tasso scende, la M scende (probabilmente è M3 poco liquida), tasso di

inflazione scende nel 31 i prezzi scendono del 10 % alla fine non è che scendano o salgano tanto. La

quantità di moneta in termini reali scende un pochettino rimane più o meno costante. Ipotesi

monetarista: l'M1 cioè il circolante + depositi diminuisce del 25 % tra il 29 e il 33. Contrazione

dell'offerta di moneta; il tasso di disoccupazione sale parecchio. Allora i monetaristi dicono che è

l'LM che si è spostata quindi contrazione del reddito perché non ci sarà più moneta per fini

speculativi quindi il tasso di interesse sale. Con questa interpretazione il i sale in realtà scende, la

moneta in termini reali dovrebbe essere costante.. La prima causa è finanziaria, lo scoppio della

bolla, poi si arriva ad una crisi reale. Lezione imparata dai governi dalla grande depressione: non ha

funzionato la cura della crisi cioè la politica monetaria. Causa finanziaria poi reale, la politica

monetaria non serviva perché i non poteva neanche scendere troppo. IS spostata a sx se la LM stava

ferma allora il reddito sarebbe sceso nel punto A. Alcuni economisti dicono che la causa del perché

non siano riusciti a recuperare dalla recessione è perché i salari non sono stati flessibili cioè non

diminuivano abbastanza. Anche lasciando la stessa Q di moneta ma se prezzi e salari diminuiscono

allora la quantità di moneta in termini reali dovrebbe aumentare, LM si sarebbe spostata a dx e il

tasso sarebbe stato minore quindi si sarebbe tornati all'equilibrio con un reddito come prima. M1 è

circolante più depositi e diminuisce H è solo circolante ed è costante allora i depositi diminuiscono

perché le banche falliscono quindi la gente preferisce tenere i soldi sotto il materasso piuttosto che

in banca, il moltiplicatore dei depositi non ha funzionato quindi il credito è diminuito. Quindi la

politica corretta non era aumentare M ma era aumentare H quindi aumentare il circolante ed

immettere moneta quindi i monetaristi hanno avuto ragione sulla cura quindi aumentare il circolante

in modo da non restringere la liquidità del sistema.

Una deflazione vuol dire che l'inflazione diventa negativa non solo che scende l'inflazione, se i

prezzi stanno diminuendo aspetto a comprare un bene durevole perché voglio comprare ad un

prezzo inferiore che ci sarà un domani visto che i prezzi stanno diminuendo. Quindi l'incertezza

frena i consumi in beni durevoli e investimenti. E bisogna tener conto anche di un altro fattore: un

altro motivo che rafforza la depressione è che gli investitori tengono conto di r e non di i quindi se

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11 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

l'inflazione è negativa allora r è maggiore di i quindi quando c'è deflazione il r è alto quindi gli

investimenti saranno ancora minori perché I va nel senso opposto a i.

Problemi della vigilanza che ci sono stati fino ad ora.

Crisi del '29 abbiamo visto che è stata una crisi reale perché sono arretrati di botto gli investimenti

reali ma anche i monetaristi potrebbero avere ragione perché fallendo le banche non c'è stato più il

moltiplicatore dei depositi. Molto importanti in una crisi del genere sono le aspettative: quando i

consumatori avranno fiducia che le banche sono riprese, quando le imprese avranno fiducia che i

consumi riprenderanno. Gli investimenti non dipendono tanto dal tasso di interesse nominale cioè

reale più inflazione attesa ma dipendono dal tasso di interesse reale. Quindi se i è vicino a 0 e c'è

una deflazione il tasso di interesse reale che è i – inflazione e c'è inflazione negativa allora quel

meno diventa + e il tasso reale sale. Tasso nominale è quello che rendono i BOT. Quando facciamo

IS LM non c'è il prezzo perché abbiamo supposto che siano fissi quindi mettiamo i in ordinata. IS

LM ci dice le quantità e non i prezzi. Se ci mettiamo il tasso di inflazione allora facciamo un

modello lievemente cambiato. Se mi aspetto che il tasso di inflazione scenda perché dovrei

comprare un bene durevole? Lo comprerò dopo ad un prezzo più alto. La domanda di moneta nei

mercati monetari dipende da i non da r. Se il tasso di inflazione scende dato un certo livello di i

allora r sale quindi la LM si sposta verso sinistra. Se c'è una grossa recessione il primo effetto è la

IS che si sposta a sinistra quindi r scende e se c'è una deflazione la LM si sposterà verso sinistra

quindi r via via salirà e Y via via diminuirà man mano che i prezzi scendono sempre di più. Analisi

di Keynes: non aveva senso fare politica monetaria perché il tasso più di tanto non sarebbe sceso e

l'investimento non sarebbe aumentato, secondo lui aveva senso fare una politica della domanda

fiscale così la IS si risposta in su aumenta reddito quindi consumo quindi reddito e il fatto che esista

una propensione al consumo che fa sì che si innesti il moltiplicatore. L'Italia si trova in posizione

migliore perché non ha i problemi dei mutui subprime d'altro lato però visto che calano le

esportazioni perché altri paesi sono stati colpiti di più quindi cala il nostro reddito e il nostro

consumo quindi di fronte a questa recessione non possiamo fare niente perché abbiamo un debito

troppo alto. Interpretazione monetarista: fa luce sulla cura → nella crisi non si ha avuto un effetto

del moltiplicatore dei depositi perché le banche erano fallite quindi l'autorità avrebbe dovuto

aumentare il circolante. Secondo alcuni economisti c'è stato un problema relativo al perdurare per

troppi anni della crisi (tassi di disoccupazione molto alti) e secondo alcuni economisti questo effetti

prolungato della crisi è stato perché i salari erano rigidi e non scendevano verso il basso.

L'inflazione scendeva di più di quanto scendevano i salari.

Per la globalizzazione il problema americano si è diffuso a macchia d'olio. Quale tipo di intervento

si può porre in atto per risolvere le crisi finanziarie soprattutto a livello di cooperazione a livello

internazionale. Scopi: protezione dei consumatori → se c'è monopolio non ho scelta; asimmetrie

informative cioè il consumatore non ha le stesse informazioni dell'intermediario finanziario.

Assicurazione dei depositi →

Possiamo scegliere diversi tipi di regolamentazione finanziaria: bisogna vedere se ha le competenze

sufficienti

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12 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

Per costruire IS parte da risparmio e investimento. Quando lo stato fa la contabilità per forza

risparmio uguale ad investimento C+S = C+I alla fine dell'anno quello che non viene venduto lo

mettiamo nell'investimento (scorte di investimento e scorte di beni di consumo). Ciò che è

consumato è uguale a quello comprato perché a secondo membro ci sono anche le scorte oltre a

quello prodotto. Ex post viene sempre uguale, ma date delle scelte a priori fatte dagli investitori e

dai consumatori capire se queste scelte si sono realizzate. Se non modificano le loro scelte allora

boh. C'è equilibrio quando il risparmio ex ante è uguale al risparmio ex post e allo stesso modo

l'investimento ex ante sarà uguale all'investimento ex post. Allora in equilibrio il risparmio ex ante

deve essere uguale all'investimento ex ante. Per costruire la IS partiamo da qui e mettiamo

sull'ordinata il risparmio e l'investimento ex ante e sulle ascisse Y. L'offerta di beni segue la

domanda quindi è più importante la domanda in questo modello è il livello della domanda che

determina l'offerta, gli imprenditori aspettano che parta la domanda per aumentare la produzione →

è un modello di breve periodo. Saper vedere dove è eccesso di offerta e dove l'eccesso di domanda.

Domanda di moneta per fini transativi e domanda di moneta a fini speculativi quindi quanto minore

è i tanto più mi conviene tenere liquidità perché tenere titoli rende poco. Quindi la domanda di

moneta decresce al decrescere del tasso di interesse. E per un basso livello di i la domanda diventa

infinitamente elastica questo è il pezzo famoso della trappola della liquidità. Poi metto la retta

verticale che è l'offerta di circolante della BC, così dal punto di incontro si forma quel tasso di

interesse. Se il reddito cresce la curva si sposta a destra. La gente ha bisogno di più soldi da tenere

in tasca quindi venderà i titoli e il tasso sale. Per vendere i titoli occorre che il prezzo dei titoli sia

minore di quello di prima allora quegli stessi titoli che danno un interesse fisso allora salirà il tasso

di interesse. Se aumenta il reddito quindi aumenta il tasso di interesse.

Dietro alla LM c'è un certo livello dei prezzi che considero considerando M/p e il reddito reale, se il

livello dei prezzi aumenta il livello di equilibrio del tasso di interesse non sarà più quello ma sarà

più elevato.

Il mercato del lavoro: dobbiamo distinguere due parti che formano l'equilibrio cioè i lavoratori

quindi cosa chiedono i lavoratori e gli imprenditori quindi che salario chiedono gli imprenditori. Gli

imprenditori stabiliscono i costi dei beni in funzione del mark-up: ai costi variabili si aggiunge una

certa percentuale e questa percentuale va a remunerare il suo profitto e i costi fissi. Se consideriamo

una economia chiusa i costi variabili che hanno le imprese sono le materie prime, ma soprattutto il

costo del lavoro. Gli altri costi si annullano perché nell'aggregato i costi di un imprenditore sono i

ricavi per un altro. Allora il prezzo sarà W+mW=W(1+m). Questo m il politico può farlo variare

perché se apre il mercato aumenta la concorrenza e m diminuisce. Quindi poi si trova un salario di

equilibrio. Equilibrio nel mercato del lavoro: se siamo in equilibrio p=pe quindi ai prezzi che i

lavoratori si attendono sennò non saremmo in equilibrio. Le politiche dal lato dell'offerta servono

per far variare il reddito e l'occupazione ma sono di lungo periodo. Allora metto più concorrenza tra

le imprese così hanno meno potere e diminuisce il mark up e la disoccupazione diminuisce.

Potremmo essere in disequilibrio su punti della curva che non sono quello di equilibrio e per far

tornare l'equilibrio dobbiamo agire sulla curva di domanda.

Abbiamo visto il mercato del lavoro. Salario reale ordinate e disoccupazione su ascisse funzione

decrescente. Se il salario reale atteso è uguale al salario reale contrattato allora sarà uguale a

1/(1+m) e la disoccupazione sarà uguale alla. Il tasso di disoccupazione naturale non è quello

frizionale ma è quel tasso di disoccupazione che non fa aumentare o scendere il livello dei prezzi

quindi non fa variare l'inflazione. Negli anni 80 90 il tasso naturale in Italia era sul 10% poi si è

abbassato. Se siamo in A cioè più in basso e più a destra ma sempre sulla curva allora gli

imprenditori saranno disposti a pagare di più e la disoccupazione diminuisce, discorso opposto se si

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13 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

è in B. se vogliamo far spostare questa curva dobbiamo fare politiche che diminuiscano il mark-up

quindi per diminuire la disoccupazione la retta deve alzarsi e quindi fare politiche

antimonopolistiche per la concorrenza. Oppure spostare in basso la curva togliendo potere ai

sindacati. Quindi si agisce i sul lato delle imprese o sul lato dei lavoratori. Politiche per rendere più

competitivi i lavoratori allora la WS si abbassa e diminuisce u che è lo scopo anche dei due modi

precedenti. In Italia è molto basso il tasso di partecipazione. Per cui sarebbe importante aumentare

questo perché poi si ripercuote sulle curve indirettamente. Tutte queste politiche sono dette dal lato

dell'offerta.

In un paese aumenta la domanda e quindi la produzione quindi gli imprenditori non assumono

subito i lavoratori ma facciamo finta che aumenti subito l'occupazione. Se L rimane costante quindi

nessuno di nuovo entra nel mercato del lavoro allora la disoccupazione diminuisce. Allora gli

imprenditori per il modello del mark-up allora aumentano i prezzi.

Modello Fleming: fa capire che se siamo in un'economia con cambi fissi cioè l'autorità del paese si

impegna a mantenere costante il proprio tasso di cambio allora perde lo strumento monetario che

deve essere usato per mantenere costantre il cambio in un regime a cambi fissi è solo la politica

fiscale che funziona, invece in un regime a cambi flessibili quindi che variano in base all'offerta e

domanda di una certa valuta allora in questo caso la politica monetaria può essere utilizzata invece

si perde lo strumento fiscale. E' un modello alla Keynes cioè l'offerta si adegua alla domanda. Ho

una IS che ha anche importazioni ed esportazioni ed ho anche una LM e fisso subito quel livello del

tasso di interesse che è ugale a quello internazionale perche così non si muovono i capitali e ho il

cambio fisso vedremo che la LM deve per forza posizionarsi qui quindi la LM comunque dipende

dal livello di moneta nel paese. Supponiamo politica monetaria estensiva quindi immette moneta la

LM si sposta a destra quindi la produzione aumenta il tasso scende così diventa minore del tasso

internazionale e i capitali escono e automaticamente la quantità di moneta si riduce e quindi poi la

LM si sposta a sinistra e torna indietro nel lungo periodo così il tasso torna uguale a quello

internazionale. Se invece l'autorità usa la politica fiscale quindi aumenta la spesa pubblica allora la

IS va a destra a e aumentano i tassi e la produzione ma allora i diventa maggiore di i internazionale

e la LM va a destra perché aumenta la quantità di moneta e si torna ad un livello maggiore di Y e

i=i internazionale. Il livello della moneta dipende dal livello del tasso di interesse internazionale.

Non lo facciamo nei tassi di cambio flessibili perché è troppo lungo ma qui invece è il tasso che

dipende dal livello della moneta e così il divario tra tassi può essere mantenuto.

Ora ci riferiamo ad una economia monetaria internazionale cioè quello che fa un paese nei confronti

del mondo per tenere cambi fissi o variabili. Cosa vuol dire cambio fisso? Fisso rispetto ad un'altra

valuta e quindi ci vuole un accordo tra due paesi. Un tempo si prendeva l'oro come valuta di

riferimento. Se andavi lì con 35 dollari allora dovevano darti un'oncia d'oro.

Appunti martina su tassi di cambio.

1870-1913 gold standard in questo periodo era la GB il primo del mondo molte colonie e scambi,

1920-1929 gold standard poi crisi del 29 e quindi crolla il sistema gold standard quindi nel 29 per

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14 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

evitare il contagio hanno chiuso le importazioni per difendere la produzione nazionale e più un

economia è aperta e più facilmente si trasmette la crisi, 1944 Woods ha cercato di rimettere in moto

gli scambi internazionali perché aumentano la specializzazione del paese e nel complesso il mondo

ci guadagna (Ricardo). Specializzando la produzione aumenta la produzione mondiale. Così si crea

il sistema del gold exchange standard cioè gli N-1 paesi tengono come riserve sia oro che dollari, e

l'ennesimo paese mantiene il suo cambio agganciato all'oro. Il vantaggio è che non dovrebbe portare

problemi di asimmetria, man mano che aumenta il reddito reale si dovrebbe emettere moneta. I

paesi poi hanno iniziato a chiedere oro in cambio di dollari ma avevano emesso troppi dollari allora

si perde la parità con l'oro.

Quali sono gli obiettivi di politica economica in una economia aperta? 1- occupazione cioè pieno

impiego. 2- stabilità dei prezzi inflazione a livello basso e costante obiettivo della banca europea 3-

livello ottimo del conto corrente. Qual'è il livello ottimo della bilancia del conto corrente? Che è

l'ultimo di questi obiettivi. In un modello a cambi fissi la politica monetaria deve essere usata per

tenere fissi questi cambi. Ottimo significa che le importazioni devono essere uguali alle

esportazioni? Cioè nel lungo periodo non può essere sempre in avanzo o sempre in disavanzo. Però

nel breve medio periodo supponiamo di essere un paese in disavanzo di conto corrente quindi

importazioni maggiori delle esportazioni quindi in pratica sta prendendo a prestito soldi dall'estero

perché bisogna sempre pensare che c'è un flusso di beni e un flusso finanziario. Se un paese ha

occasioni di investimento molto redditizie è corretto che il resto del mondo vada ad investire in

questo paese. Questi investimenti in futuro renderanno e quindi in futuro riuscirà a pagare questo

debito verso l'estero. Il problema è quando in un paese si sbaglia la politica economica e allora si

crea un consumo troppo elevato quindi importazione di beni e deficit della bilancia commerciale

come è il caso degli USA. Quindi per capire il livello ottimo bisogna andare a vedere i singoli casi

come i tre esempi precedenti (me ne manca uno). Ci possono essere dei casi in cui questo avanzo o

disavanzo è eccessivo e pericoloso. Tipo consumi troppo eccessivi allora come ripagherà il debito

che sta accumulando, oppure il rientro da una situazione di deficit può essere imposto dagli altri

paesi (Argentina), anche avere un avanzo continuo (Cina) vuol dire che quel paese sta accumulando

risorse all'estero e quando i dollari americani si svaluteranno allora potrà essere pericoloso, inoltre

quando uno ha un avanzo eccessivo significa che sto facendo investimenti all'estero boh. Se un

paese è troppo in avanzo come Germania in anni 80 poi gli altri paesi attivano politiche

protezionistiche nei confronti di questo paese. Quindi bisogna considerare i rischi di avere un

grosso continuo avanzo o disavanzo.

Torniamo al regime di gold standard: altro meccanismo di riequilibrio che riguarda le partite

correnti cioè le esportazioni e le importazioni ed è basato sui prezzi. Se una notte i 4/5 della moneta

inglese sparisce o è distrutta i prezzi automaticamente devono scendere per permettere gli scambi

compreso il prezzo del lavoro quindi i salari, se scendono questi prezzi i beni della gran bretagna

diventano molto più competitivi di quelli esteri, quindi entra un flusso di moneta in gran bretagna

finché non si torna al livello precedente (considerazione di Hume). Questo meccanismo quinid si

basa sui prezzi e non tanto sui tassi di interesse di cui abbiamo parlato ieri.

Un ultima considerazione: accordo di Bretton-Woods gold exchange standard allora i paesi sono

incoraggiati a tenere riserve in oro e in dollari e è solo l'ennesimo paese che deve tenere agganciata

la propria valuta all'oro. Quindi tenere agganciata la moneta degli usa all'oro è un vincolo per la

politica monetaria degli stati uniti. Supponiamo che gli usa aumentino la moneta, aumentano i

prezzi dei beni negli usa, e quindi aumenta anche il prezzo dell'oro, aumentando il prezzo dell'oro si

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15 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

rischia di non poter più mantenere quel rapporto di scambio tra dollaro e oro che ora 35 dollari per

oncia di oro. L'altro vincolo è quello che effettivamente è successo: aumento di moneta in usa,

aumenta il reddito, aumentano le importazioni usa e i dollari escono, aumentano le riserve delle

altre banche centrali, siccome in questo sistema gli usa si sono obbligati a trasformare i dollari in

oro qualora qualcuno lo richiedesse allora ad un certo punto facendo gli usa continuamente questa

politica espansiva potevano non essere più in grado di trasformare i dollari in oro. Perché si è

arrivati in questa situazione nel 73? man mano che aumenta il reddito nei paesi aumenteranno anche

le loro riserve valutarie quindi se nel tempo i redditi aumentano sono aumentate anche le riserve

valutarie, queste riserve preferivano tenerle in dollari piuttosto che in oro perché il dollaro rendeva

qualcosa cioè con i titoli americani ti danno una cedola e quindi è meglio che tenerle in oro. Le

banche centrali usa capiscono che se gli chiedono convertibilità non riescono a scambiarli. È un

problema anche di fiducia: finché i paesi si fidavano dell'Argentina andavano tutti ad investire lì

perché se ti fidi che ti pagheranno allora li investi, se perdi la fiducia e tutti ritirano i soldi allora le

banche falliscono. Per evitare il problema delle riserve in dollari sarebbe bastato alzare il prezzo

dell'oro, tuttavia questo avrebbe portato a flussi inflazionistici quindi non fu fatto.

Slide: la situazione creata col BW dopo il 45 gli usa che spendevano di più (consumano più di

quanto potrebbero) e gli altri stati accettano questa situazione perché esportano negli usa.

L'economica dopo la seconda guerra mondiale in europa era distrutta così col piano marshall ci

hanno dato i soldi così potevano anche gli usa esportare e l'italia è riuscita a crescere

economicamente grazie alle esportazioni. Questa situazione di avanzo e disavanzo si è ripetuta per

il Giappone e per il rapporti Cina Usa. Se il dollaro si svaluta la Cina che ha accumulato dollari non

è contenta che il dollaro si svaluti. Si crea un equilibrio tra questi due paesi che è un po' malato

perché salta non appena i paesi non hanno più fiducia nel dollaro. Alcuni nel 2004 dicevano che si

era ricreata la situazione del BW nei confronti di dollari e Cina. (dopo la seconda guerra mondiale

serviva una moneta forte di cui la gente si fidasse per farci gli scambi commerciali se vai in un altro

paese e porti dollari tutti li avrebbero accettati). La Cina tiene questi dollari in riserve non li mette

in circolazione quindi il cambio non si aggiusta. Ad un forte deficit commerciale si accompagna

sempre un forte dificit pubblico (doppio disavanzo pericoloso). La gente si aspettava una caduta del

dollari quindi aumento esportazioni, aumento prezzi interni salari e quindi spirale inflazionistica (ha

tirato fuori anche il mark-up). Il nuovo BW è che il centro sono gli stati uniti i mercati emergenti

sono asiatici e vogliono dollari come riserve perché questi rendono e la Cina non vuole cambiare il

suo tasso di cambio così le esportazioni cinesi vanno in tutto il mondo ma se il dollaro si svaluta

allora le esportazioni cinesi vengono bloccate. Einchengreen: questa situazione non può reggere

perché è una situazione da cartello (dei paesi si uniscono per perseguire un interesse comune) negli

anni 60 i paesi avevano questo interesse collettivo di mantenere la loro valuta sottovalutata rispetto

al dollaro ma c'è sempre il rischio che qualcuno rompa questo cartello: è interesse dei singoli paesi

cambiare la loro valuta in dollari prima che lo facciano gli altri se c'è rischio di inconvertibilità (la

Francia ha rotto il cartello). Negli anni 2000 la situazione di cartello è quella dei paesi asiatici e

sudamericani ma è una situazione diversa perché da un lato ci sono paesi a maggioranza islamica

quindi hanno voglia di mettere in difficoltà gli Usa. Inoltre i paesi emergenti sono molto diversi

politicamente ed economicamente per quello che riguarda il tipo di beni che esportano. Un motivo

ulteriore è: se lo yuan è a buon mercato vengono fatti molti investimenti in imprese in Cina da parte

di europei e americani (mettono le loro imprese in Cina). Se uno fa investimenti dai cinesi alla

lunga i cinesi possono non gradire questo. Un altro motivo per cui la situazione di ora è diversa da

quella di prima è che oggi ci sono tante monete che possono essere usate come riserva (euro).

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16 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

Articolo De Cecco: vantaggi cambi fissi → chi esporta e importa ha più certezza quindi non deve

fare assicurazioni perché il sa il prezzo quale sia, se ci sono cambi variabili ci sono grandi occasioni

di speculazioni.

Col sistema dei cambi flessibili è aumentato il volume del mercato finanziario perché sono

aumentate le possibilità di speculare.

Produzione, tassi di interesse, tassi di cambio.

Affinché ci sia equilibrio nel mercato dei beni la produzione deve essere uguale alla domanda di

beni nazionali. Il tasso di reale è utilizzato perché alle imprese interessano gli investimenti in virtù

dei beni e non degli Euro.

Aumento del tasso riduzione investimenti riduzione domanda e poi c'è il moltiplicatore.

Secondo la parità scoperta del tasso di interesse, il tasso di interesse nazionale dev'essere uguale al

tasso di interesse estero meno il tasso di deprezzamento atteso della moneta estera.

Nel caso di restrizione monetaria negli USA il tasso di interesse aumenta quindi i titoli statunitensi

diventano più convenienti allora gli investitori vorranno vendere euro per ottenere dollari per

acquistare titoli statunitensi, la vendita di euro per dollari genera un apprezzamento del dollaro.

Un aumento del tasso di interesse provoca due effetti:

1_ effetto diretto sull'investimento

2_ effetto attraverso il tassi di cambio. Un aumento del tasso di interesse genera un apprezzamento

un aumento del tasso di interesse riduce la produzione direttamente e indirettamente, attraverso il

tasso di cambio (un aumento del tasso d'interesse genera un apprezzamento)

supponiamo che la spesa pubblica diminuisca quindi la IS si sposta verso sinistra il tasso di

interesse diminuisce e il tasso di cambio diminuisce.

Dato il tasso di interesse estero e il tasso di cambio futuro atteso, il tasso di interesse di equilibrio

determina il tasso di cambio di equilibrio.

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17 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

In politica monetaria restrittiva il tasso di cambio aumenta e il tasso di cambio si apprezza perché

c'è la parità dei tassi di interesse.

Regimi dei tassi di cambio:

flessibili → il tasso di cambio può fluttuare

fissi → il tasso di cambio rimane invariato in termini di valuta estera

parità mobile del tasso di cambio → il tasso di deprezzamento viene predeterminato nei confronti di

una valuta estera (perché sappiamo già che in futuro la valuta si deprezzerà)

bande di oscillazione → i tassi di cambio bilaterali possono fluttuare entro determinate bande di

oscillazione (SME è un esempio)

in un sistema di cambi fissi la banca centrale rinuncia alla politica monetaria mentre la politica

fiscale è ancora più efficace

PARTE 2

Il problema del currency standard: USA aumenta la quantità di moneta, il tasso di interesse USA

diminuisce, venduti dollari e acquistati marchi (i estero> i USA), tensioni sul cambio allora due

possibilità →

1. rivalutazione (i cambi sono fissi quindi si dice rivalutazione e non apprezzamento)

2. BC tedesca compra dollari e vende marchi (mette marchi in circolazione ed espande la sua

moneta anche se in quel momento non aveva un particolare interesse ad espandere la sua

moneta).

Gold exchange standard: perché l'aggancio all'oro pone un vincolo alla politica degli USA? Se

aumenta la moneta, i prezzi dei beni aumentano nel medio periodo, aumenta il prezzo dell'oro,

quindi non possono più tenere agganciato a quel prezzo dell'oro dovrebbero modificare quel prezzo.

Perché si può creare il currency standard anche in presenza di cambi flessibili? Dal 73 cambi

flessibili ma molti paesi tengono il loro cambio agganciato all'oro come la Cina, gli USA importano

molto dalla Cina e quindi hanno bilancia dei pagamenti sbilanciata, questo porterebbe ad una

svalutazione del dollaro, ma all'inizio non si è deprezzato, i dollari della BC cinese non va nei

redditi dei cinesi ma teneva i dollari in riserve valutarie per non far variare il cambio perché se lo

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18 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

avesse messo in circolazione lo yuan si sarebbe apprezzato quindi all'inizio il cambio è rimasto

costante e i cinesi hanno comprato molti titoli di stato americani.

La Norvegia è un esportatore di petrolio, il suo cambio è agganciato al dollaro, il prezzo del petrolio

è sceso.

I cambi sono flessibili, il prezzo del petrolio scende, il petrolio è un bene con bassa elasticità al

prezzo (tanto è usato per le centrali di energia quindi serve per la produzione di tutti i beni del

paese) quindi se un paese esporta petrolio e la domanda è rigida allora non è vero che aumenta la

quantità di petrolio domandato quindi nel breve la Norvegia avrà meno entrate per il petrolio.

Usiamo il modello IS-LM se diminuiscono le esportazioni, la IS si sposta a sinistra, il tasso di

interesse diventa minore di quello internazionale, quindi escono capitali dal paese quindi diminuisce

la moneta e la LM si sposta a sinistra. Se in A c'era piena occupazione in C abbiamo una

sottoccupazione del paese, per uscire dalla recessione il paese può aumentare la spesa pubblica così

la IS si sposta a destra quindi la diminuzione delle esportazioni viene sostituita da un aumento di

spesa pubblica. Le esportazioni diminuiscono perché essendo il petrolio rigido la variazione del

prezzo non fa aumentare la quantità venduta quindi p*q di ieri dava un certo valore delle

esportazioni, ora q è come prima ma il prezzo è sceso quindi il valore delle esportazioni è

diminuito.

Si può usare la curva AS-AD per studiare le variazioni dei prezzi. Partiamo da una situazione di

equilibrio con un certo prezzo e un certo Y, supponiamo che si faccia una politica (aumento spesa

pubblica o moneta a seconda che si sia in cambi fissi o variabili) tale per cui la AD si sposta a destra

(per lo stesso prezzo vengono domandati più beni), man mano che la domanda aggregata aumenta i

prezzi aumentano. La AS è crescente perché gli imprenditori per convincere i lavoratori ad entrare

nel mercato del lavoro devono promettere salari nominali maggiori e quindi devono anche

aumentare i prezzi per il principio del mark-up. I lavoratori entrano nel marcato pensando che il

prezzo rimanga uguale al p precedente, quando si accorgono che i prezzi sono aumentati allora si

accorgono che il loro salario reale è rimasto immutato. Allora per restare nel mercato del lavoro

chiedono salari maggiori e la curva AS si sposta verso sinistra. Il nuovo punto di equilibrio ci fa

vedere che i salari sono ancora aumentati e qualche lavoratore sarà uscito dal mercato del lavoro.

Tutto questo si fermerà quando il prezzo atteso dei lavoratori sarà uguale a quello che si forma. IN

CAMBI FISSI: Se prezzo aumenta e il prezzo interno è maggiore del prezzo internazionale allora il

tasso di cambio reale si deprezza quindi si perde competitività quindi le esportazioni diminuiscono e

la AD si sposta a sinistra così nel medio periodo si torna alla situazione iniziale. IN CAMBI

FLESSIBILI: se i prezzi interni sono maggiori di quelli esteri allora si può deprezzare il cambio

come ha fatto spesso la lira, i prezzi aumentano la moneta si deprezzava così i beni rimanevano

competitivi sui mercati internazionali ma poi si crea un circolo vizioso perché il deprezzamento

causa una diminuzione delle importazioni ma visto che le esportazioni tirano allora gli imprenditori

producono di più ed importano anche di più ma importare costa di più quindi per gli imprenditori

importare costava di più così aumentano i costi delle imprese quindi col mark up aumentano i prezzi

e i salari di conseguenza quindi così dopo poco i prezzi erano di nuovo maggiori di quelli

internazionali. (guardare i grafici M).

Svezia nel 1982: si trovava in questa situazione → bilancio in deficit, disoccupazione stava

aumentando, la bilancia commerciale era in deficit, la corona era sopravvalutata. La politica

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19 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

adottata dalla Svezia fu una diminuzione della spesa pubblica e una svalutazione. Così nel 1986

avevano già ottenuto questi risultati: deficit diminuito, bilancia commerciale in pareggio,

investimento interno aumentato del 40%, disoccupazione diminuita. Se la corona è sopravvalutata si

produce sia un deficit commerciale sia delle attese di svalutazione che sono pericolose perché

spesso si realizzano (con pochi soldi vendono tanto di quella moneta perché cercano di speculare

sulla probabile svalutazione allo scoperto tu tieni i soldi in un paese perché il tasso di interesse è

maggiore di quello internazionale). Così si ha anche un deficit pubblico perché deve pagare un tasso

di interesse più alto di quello internazionale (gli interessi sul debito pubblico rientrano nel deficit

pubblico). La divergenza dei tassi di interesse è dovuta alle attese di svalutazione. Man mano che la

corona viene svalutata aumenta la domanda. Guardare appunti M perché non ho capito. Gli

investimenti dipendono dagli animal spirit credere che il governo avrà una politica seria e stabile,

delle leggi che non cambiano e delle persone che non imbrogliano questo fa andare gli imprenditori

ad investire in Svezia.

Le aspettative:

capitolo XIV edizione intera Blanchard.

Consumatore: acquisto automobile. Come sarà reddito in futuro? → sia che pagherà a rate

sia che non pagherà a rate. Ci sarà una recessione domani? Il mio posto di lavoro è sicuro?

Non valuterà l'acquisto di un bene durevole solo sulla base del reddito corrente ma anche dei

redditi attesi, le prospettive di rettido future

imprenditore: deve decidere se investire; osserva aumento vendite, è temporaneo o

permanente? → se temporaneo non devo modificare la mia capacità produttiva, se

permanente sì. Così come se devo fare un investimento per calcolarlo faccio il valore attuale

delle rendite future di quell'investimento.

Dirigente fondo pensioni: scelta di portafoglio. Osserva espansione mercato azionario,

aumenterà ancora? → perché il prezzo delle azioni sta aumentando anche se le aspettative

non sono buone ancora? Perché le BC degli stati hanno emesso liquidità e i titoli rendono

molto poco quindi la liquidità devo investirla da qualche parte e allora compro azioni quindi

probabilmente si sta creando un'altra bolla.

Ne segue che:

molte decisioni economiche non dipendono soltanto da quanto accade oggi, ma anche dalle

aspettative sul futuro

Il capitolo XIV del Blanchard parla di questo:

tassi di interesse nominali e reali

valore presente scontato atteso

tassi interesse nominali e reali nel modello IS-LM

crescita della moneta, inflazione, tassi di interesse nominali e reali

1. r = i + p

compriamo un bene tipo un chilo di pane, oggi lo pago p euro, se li prendo a prestito domani

li devo rendere a p*(1+i). Non prendiamo il valore del pane in termini nominali ma

dobbiamo restituirlo in relazione agli altri beni. 10 euro lo devo dividere per dieci euro per

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20 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

avere 1 e poi io so che è una seggiola. In futuro la seggiola varrà 10 euro diviso il suo prezzo

atteso al tempo t+1. Quindi tornando all'esempio del pane: 1 kg di pane oggi lasciamo

perdere. Il tasso di inflazione è (p t+1 atteso – p t) / p t → (p t+1 atteso / p t) -1. Copiare le

formule dalla Marti dei passaggi per arrivare da una cosa ad un altra. Alla fine viene che il

tasso di interesse nominale ha un addendo in più di quello che siamo abituati a scrivere ma

quell'addendo che è un prodotto di due fattori aventi valori molto piccoli ( 2 / 6 %) è

trascurabile perché assume valori infinitesimali.

Guardare grafico che confronta tasso di interesse reale e tasso di interesse reale. Il tasso di

interesse nominale negli USA decresce, il tasso di interesse reale segue l'andamento di

quello nominale che però scende molto per via dell'inflazione che sale molto, invece il trend

del reale è costante. La differenza tra reale e nominale è dovuta all'inflazione. All'inizio

degli anni 80 l'inflazione era alta e per farla diminuire hanno fatto una stretta monetaria così

sono aumentati i tassi di interesse. Tanti obiettivi tanti strumenti: se oltre a diminuire

l'inflazione vogliamo anche tenere il reddito costante allora dobbiamo fare stretta monetaria

e anche magari diminuire le tasse.

2. Valore presente scontato atteso di una sequenza di pagamenti è il valore oggi di tale

sequenza attesa (non sappiamo esattamente i pagamenti quando e di quanto saranno) di

pagamenti.

Calcolo del valore presente scontato atteso:

supponiamo che il tasso di interesse nominale a un anno sia it. Prendere a prestito un euro

oggi vuol dire pagare (1+it) domani.

Quanti euro vale oggi un euro l'anno prossimo? 1/ (1+it) valore presente scontato atteso di

un euro l'anno prossimo.

Se prestiamo un euro per due anni otterremo (1+it) * (1+it) fra due anni.

Un euro fra due anni che valore ha ora? 1 / (1+it) * (1+it)

se suppongo che il valore del tasso di interesse cambierà allora sarà 1 / (1+it) * (1+it+1)

da qui la formula generale: il valore presente scontato di una serie di pagamenti, $z, è dato

da: ogni pagamento è moltiplicato per il suo fattore di sconto. Ma io non conosco i tassi di

interesse futuri e anche posso non conoscere i pagamenti futuri. Allora il primo addendo è

noto perché me lo fanno subito, ma per tutti gli altri addendi metto tutti i valori attesi sia la

somma che mi daranno è attesa sia i tassi di interesse attesi. Il valore attuale dipende:

positivamente, dalle aspettative sui pagamenti futuri.

Negativamente, dai tassi di interesse, presenti e attesi.

Aspettative razionali: c'è stato un momento in cui si pensava che l'homo economicus fosse

molto razionale e riuscisse a prevedere i modelli e quindi sapere con certezza che cosa

sarebbe successo in futuro ad esempio se so le curve di domanda e offerta e ora c'è un

momento di eccesso di offerta allora so in futuro che prezzo si andrà a determinare. Di fatto

non è così.

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21 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

Il libro fa poi degli esempi che non sono particolarmente rilevanti.

3. Usare una formula o l'altra cioè se usare nella formula il tasso di interesse nominale o reale

dipende dallo scopo che ho. Nella grande depressione era importante vedere il tasso di

interesse reale perché l'inflazione era negativa quindi il tasso di interesse reale aumentava

quindi il tasso di interesse reale non era conveniente.

IS Y = C (Y-T) + I (Y,r) + G

LM M/P = YL (i)

nella LM devo considerare il tasso di interesse nominale perché alla base ci sta la scelta tra

detenere moneta e detenere titoli, nella IS invece no.

IS Y = C (Y-T)+ I (Y, i-p) + G

guardare grafico che fa Blanchard per la IS-LM per arrivare dal tasso nominale al tasso

reale: nelle ordinate mette il tasso di interesse nominale e poi nel i di equilibrio detrae

l'inflazione.

Effetto Fischer: partiamo da una situazione in cui l'inflazione è nulla. Se poi il reddito sarà

del 3 % allora anche il tasso di aumento della moneta deve aumentare anche questa del 3%

ma poi anche del 4-5. all'inizio scendono sia il tasso di interesse reale sia il nominale, poi il

tasso reale torna al livello di prima mentre il tasso nominale sale fino al punto in cui è

uguale al valore iniziale più l'aumento della crescita monetaria.

Grafico di inflazione e tasso nominale: il tasso di interesse nominale varia al variare

dell'inflazione quindi il tasso di interesse reale è abbastanza costante, le variazioni del tasso

nominale dipende molto dall'inflazione.

Perché all'inizio c'è una discesa del tasso di interesse e poi aumenta? (spiegazione effetto

Fischer. Per spiegare questo ci serve il modello IS-LM. Vedere appunti Marti. L'inflazione

attesa è sempre costante se non si arriva da un periodo di inflazione. Ora che c'è depressione

nessuno si aspetta l'inflazione, arriverà ma non ora quindi l'inflazione attesa è costante.

1. fino a che l'inflazione rimane costante, l'andamento di i è circa uguale all'andamento di r.

vero fino a che l'inflazione attesa è uguale all'inflazione effettiva

2. se l'inflazione nominale > inflazione nominale attesa allora il costo reale effettivo di

prendere a prestito è < del tasso di interesse reale effettivo.

Prima degli anni 70 l'inflazione italiana era bassa poi negli anni 70 lotte sindacali soprattutto

nella FIAT così depressione e seguito da aumento della produzione senza aumento dei salari

cioè hanno fatto lavorare di più i lavoratori, hanno sfruttato i terroni che salivano facendoli

dormire in fabbrica. Poi all'inizio degli anni 70 i lavoratori si sono incazzati così lotte

sindacali degli anni 70 dopo le quali c'è stato aumento del petrolio, le nazioni che

producevano petrolio hanno fatto cartello e hanno aumentato di botto il prezzo del petrolio

nel 73 e nel 79. in quegli anni l'inflazione è balzata perché shock petrolifero che fa

aumentare il livello dei prezzi poi aumenti salariali con scala mobile (aumento salari pari ad

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22 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

aumento prezzi). Così inflazione molto elevata. In Germania non è successo così: l'obiettivo

della BC tedesca era non far salire i prezzi perché aveva già sperimentato o shock

dell'inflazione qualche anno prima così voleva fortemente evitarlo. Come si fa a tenere bassa

l'inflazione? La politica monetaria deve essere accomodante così agli aumenti di reddito

segue aumento di moneta e va tutto bene. In Italia non è stato fatto perché c'era il terrorismo

e una politica dura sarebbe stato uno scontro. In quegli anni un imprenditore come Feltrinelli

lo hanno trovato morto sotto un pilone ed hanno detto che era stato uno di destra ad

ucciderlo perché lui era di sinistra (anni di piombo). Negli anni 70 le persone non

particolarmente ricche investivano i loro risparmi in BOT, il tasso di inflazione era basso e

quindi non c'era l'idea che il valore reale dei BOT potesse essere molto basso, quindi

l'inflazione attesa era bassa mentre l'inflazione effettiva era alta allora in termini reali i soldi

investiti in BOT che non erano agganciati all'inflazione (o al tasso di interesse nominale

visto che reale è nominale + inflazione), non solo fruttano poco perché il tasso di interesse

nominale sale perché l'inflazione è alta ma anche quando il capitale viene restituito in

termini reali ci si trova ad avere molto meno di quello che era stato messo lì. Poi gli italiani

hanno capito che conveniva mettere da parte i soldi quindi consumano meno in modo da

mantenere inalterata la ricchezza finanziaria.

3. Il tasso di interesse reale varia molto meno del tasso di interesse nominale.

Vero. Guardare il grafico che rappresenta il tasso nominale e il tasso reale e si vede che il

nominale scende costantemente mentre il reale è circa costante. Questo si verifica per effetto

dell'inflazione che fa variare molto di nominale.

4. Reale = nominale / Prezzi.

Falso. Dare poi spiegazione del come si trova la formula.

5. Nel medio periodo il tasso di interesse reale non è influenzato dal tasso di crescita M.

equazione di Fisher.

6. L'effetto di Fisher afferma che, nel medio periodo, il tasso di interesse nominale non è

influenzato dall'aumento della moneta.

Falso perché è esattamente il contrario di quello che abbiamo detto prima. Nel grafico di

Fisher si ha che l'inflazione attesa è 0 quindi la moneta aumenta esattamente di quanto

aumenta il reddito reale. Supponiamo shock monetario aumento M, nel modello IS-LM se

aumenta la moneta la LM si sposta a destra questo fa diminuire il tasso di interesse. Perché

aumentando la moneta il tasso di interesse diminuisce? Aumentano i prezzi dei titoli quindi

scende il tasso di interesse. Per convincere la gente a comprare i titoli deve promettere un

prezzo maggiore così la gente compra i titoli e vista la relazione inversa tra prezzo e tassi i

tassi scendono. Poi c'è che la discesa del tasso di interesse fa aumentare l'investimento.

Quindi in un primo momento c'è una discesa del tasso di interesse nominale e se l'inflazione

attesa è zero il tasso reale dovrebbe scendere esattamente di quanto scende i. Ora

analizziamo il modello AS-AD: penso perché nel breve periodo abbiamo visto cosa succede

con il modello IS-LM, ora vogliamo vedere cosa succede dopo. L'aumento dell'offerta di

moneta porta un aumento del reddito. Quindi l'aumento della domanda che abbiamo visto

nella IS-LM è seguito da un aumento immediato dell'offerta. Ma se supponiamo che gli

imprenditori abbiamo dei costi crescenti per aumentare la capacità produttiva allora la AD si

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23 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

sposta a destra e man mano che cresce la domanda di beni cresce anche la domanda di

lavoro da parte degli imprenditori così i lavoratori chiedono dei salari reale maggiori quindi

aumento dei costi che significa aumento dei prezzi. Per questo la Y non aumenta tanto

quanto aumenta nel modello IS-LM e i prezzi non restano costanti. Invece per questa cosa

che succede i prezzi aumentano e Y aumenta meno. Quando gli imprenditori cominciano a

rivedere in alto i propri prezzi i inizia ad aumentare. Nel punto in cui si va nel AS-AD non è

un punto stabile perché i prezzi sono aumentati e i salari reali reali sono diminuiti quindi i

lavoratori aumentano le aspettative sull'inflazione. Quindi la AS si sposterà finché

l'inflazione attesa è uguale a quella effettiva e cioè nel punto D che è in corrispondenza del

Yn. Il tasso di interesse nominale quindi sale fino a quando il tasso di interesse nominale è

salito di tanto quanto è salito il tasso di inflazione e così la LM si risposta verso sinistra fino

al punto di prima nella IS. Quindi i va in alto fino a coprire l'aumento dell'inflazione mentre

il tasso reale torna al livello di prima.

7. Il valore oggi di un pagamento nominale sicuro non può essere maggiore del pagamento

nominale stesso.

Vero. Perché il pagamento futuro deve essere attualizzato secondo un tasso di interesse

nominale che non può essere minore di zero.

8. È possibile che i sia negativo? Perché?

Se io presto dei soldi posso prestarli gratuitamente ma che sia negativo direi proprio di no.

Se presto dei soldi vuol dire che rinuncio a qualcosa oggi per avere qualcosa domani.

9. È possibile che il tasso di interesse reale sia negativo?

Vero.

10. Quali sono gli effetti di un tasso di interesse reale negativo su chi dà e su chi prende a

prestito?

Chi dà: chi dà a prestito ci perde perché alla fine del periodo ha meno in termini reali di

quello che aveva all'inizio. Chi prende: pagherà una somma in termini reali minore di quello

che aveva ottenuto all'inizio. Quindi il debitore ci guadagna e il principale debitore in Italia

è lo Stato e sarà lui a guadagnarci quindi.

11. Per calcolare il valore presente scontato atteso in quali casi vorreste pagamenti reali e tassi

reali e pagamenti nominali e tassi nominali?

I pagamenti possono essere in termini reali o nominali e il tasso di sconto può essere in

termini reali o nominali.

Stimare il valore presente scontato atteso dei profitti dell'investimento di un nuovo

macchinario → reale perché il macchinario produce beni.

Stimare il valore attuale di un titolo di stato a 20 anni → nominale.

12. Se siamo in America latina dove inflazione attesa è 40% preferiamo usare la formula esatta.

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24 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

13. Oggi volete risparmiare 2.000 $ per il momento in cui andrete in pensione, fra 40 anni.

Potete scegliere tra 2 piani:

non pagare imposte oggi, mettere il denaro in un conto che non frutta interessi e pagare

imposte del 25% dell'ammontare totale ritirato al momento del pensionamento.

Pagare imposte oggi pari al 20% dell'ammontare investito oggi, mettere il resto su un conto

fruttifero e non pagare imposte al momento del ritiro.

14. Qual'è il valore presunto scontato atteso se il tasso di interesse nominale è è il 1% o i è il

10%.

15. quale piano scegliereste?

Ancora una cosa sull'effetto Fisher: negli anni '80 in America succedeva questo → aumentava la

moneta (c'era inflazione) e immediatamente il tasso di interesse nominale si alzava anziché

abbassarsi. La moneta si alza il prezzo dei titoli a reddito fisso aumenta e il saggio di interesse

nominale si abbassa. Questo non succede, perché? Perché la gente aveva capito che sarebbe

successo come l'effetto Fisher. Per che motivo andava direttamente sulla linea rossa dell'inflazione?

Immaginiamo di avere dei titoli, se li vendo subito mi rendono di più → subito il prezzo dovrebbe

alzarsi quindi dovrei aspettare a venderli. Ma se so che poi il prezzo si abbasserà mi conviene

venderli subito e poi riacquistarli quando il prezzo è basso. Supponiamo che il tasso di interesse non

si alzi subito: subito scende perché l'autorità monetaria compra titoli e per convincerla a farseli dare

offre un prezzo maggiore quindi il tasso si abbasso. Titolo del valore nominale di 1000 che ogni

anno rende come interesse 60 cioè mi staccano una cedola da 60. Allora lo stato comprerà i titoli a

1200 ma la cedola che si stacca è sempre 60 quindi il tasso di interesse è 1200/60 quindi è sceso, se

il prezzo scendesse accadrebbe il contrario. Se io so che in futuro il tasso di interesse nominale

crescerà allora mi conviene vendere ora e comprare quando il tasso starà per crescere e il prezzo dei

titoli sarà basso. Se tutti vendono titoli il tasso di interesse sale subito.

Oggi parliamo di come gli economisti hanno modellizzato le aspettative, se fanno un modello

econometrico esistono dei dati presi dal passato per formulare le aspettative, se è un modello teorico

invece non si prendono dati dalla realtà si mettono delle ipotesi e si fa il modello. In passato c'erano

aspettative basate su valori passati: se il tasso di interesse in passato si è abbassato penso che si

potrà abbassare ancora questo è sbagliato perché come abbiamo visto prima la gente aveva previsto

la situazione futura ed aveva agito di conseguenza. Queste aspettative si chiamano aspettative

adattive: estrapolo il comportamento passato cioè tengo conto solo del comportamento del passato

→ rivedo la previsione passata tenendo conto dell'errore di previsione compiuto. Pte è il prezzo che

mi aspetto all'inizio per tutto il tempo t (un anno, un mese), pet-1 è la previsione che ho fatto

all'inizio del periodo passato. Questa differenza la pongo uguale alla previsione meno quello che si

è verificato per un certo lambda compreso tra 0 e 1 e che è l'errore, se lambda è 1 allora non ho fatto

errore dire. Poi si sviluppa l'equazione e si ottiene che la mia aspettativa è ponderata e qualcos'altro.

Poi si ricava un'altra formula di pet-1 che si sostituisce alla formula sopra (M passaggi matematici e

formule). Se poi faccio la formula per tutti i periodi successivi allora ho una formula che tiene conto

di tutte le previsioni che ho fatto in passato e di tutti gli errori che ho commesso. Poiché lambda è

compreso tra 0 e 1 le aspettative più lontane nel tempo vanno a valori piccoli. Sono pesi decrescenti

in progressione geometrica i vari 1-lambda. Pte è dunque pari ad una media ponderata dei prezzi

effettivi passati, con pesi decrescenti in progressione geometrica. Quali sono le caratteristiche di

queste aspettative adattive? Formalizzate intorno agli anni 60,

1. nessuna nuova notizia può modificare il valore dell'aspettativa (sto facendo un investimento

e mi sono fatto i calcoli in base a calcoli fatti sul passato, e viene scoperto un giacimento

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25 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

petrolifero e io per il prezzo della energie calerà molto e io non posso mettere questa

informazione nel modello).

2. Gli errori di previsione conducono a revisioni PARZIALI delle aspettative; dunque lungo

cammino verso l'equilibrio. Solamente in stato stazionario, quando la variabile non cambia

più, solo allora non vi saranno errori. Ma lo stato stazionario non esiste. (forse la migliore

previsione è quella che tiene conto solo dei dati immediatamente precedenti)

Gli economisti successivi dicono che si deve prevedere anche quello che succederà in futuro non

solo considerare il passato. In media io anticipo il valore futuro che assumerà una variabile. In

media = non faccio mai degli errori sistematici, prevedo sempre un prezzo inferiore a quello futuro

o sempre superiore a quello futuro (supponiamo di avere un fucile che spari ad un bersaglio, un

certo fucile spara sistematicamente a sinistra o sempre a destra di un bersaglio), invece così se

facciamo un errore è un errore casuale cioè può essere in eccesso o in difetto. Aspettativa razionale

di una variabile esclude che gli agenti possano commettere errori sistematici di previsione. In media

gli errori che compio sono uguali a zero cioè sbaglio un po' da una parte e un po' dall'altra.

OFFERTA AGGREGATA A LA LUCAS:

come ha formulato la sua curva di offerta aggregata. Perché ha formulato questo modello? Voleva

capire perché in un mondo in cui sono aspettative razionali cioè gli errori che fanno sono casuali

esistono degli spostamenti dal valore della produzione naturale visto che è quello a cui si giungerà?

Quindi perché esiste il ciclo? Perché ogni tanto il prodotto aumenta più del prodotto naturale e

perché ogni tanto ci sono recessioni? Y segnato è il livello naturale della produzione più il divario

tra prezzo effettivo e prezzo atteso. Se prezzi effettivi sono maggiori di quelli attesi avremo un

prodotto superiore, se il contrario saremo in recessione. Hp del modello: concorrenza perfetta,

prezzi flessibili (perché spesso si dice nei modelli che il salario è rigido e non scende invece lui

toglie questa ipotesi troppo lontana dalla realtà). Il mondo è come se fosse fatto di isole (tanti

mercati locali in cui produco e vendo il prodotto) e io conosco solo il prezzo che si forma nel mio

mercato e non conosco il livello aggregato dei prezzi (nel mondo). In concorrenza perfetta è il

mercato che forma il prezzo non il singolo produttore. Se vede variare il prezzo del proprio prodotto

lui vede nel suo piccolo mercato il prezzo che aumenta, varierà la produzione o no? Sì se è solo il

prezzo del suo prodotto che aumenta mentre il prezzo degli altri beni non aumenta, se però fosse

una variazione di tutti i prezzi dei beni allora non gli converrebbe aumentare la produzione. Allora

dice che i cicli dipendono da confusione che gli imprenditori fanno tra variazioni assolute di prezzo

e variazioni relative (in America latina inflazione alta quindi non modifica la propria offerta). Le

scelte degli agenti saranno basate sul confronto tra prezzo corrente sul mercato locale e il prezzo

atteso per il livello generale dei prezzi. Cosa possiamo concludere? Che solo le variazioni inattese

hanno effetti reale, le variazioni attese no perché sono già incorporate nel modello. In pratica se non

so da cosa dipende l'aumento dei prezzi allora in parte io aumenterò la mia produzione.

Alcuni economisti hanno detto che la politica economica è inefficace: se gli agenti sono in grado di

prevedere le conseguenze di un aumento di moneta e sanno che nel medio breve ci sarà un aumento

del saggio nominale allora anticipano il livello finale dell'interesse. Quindi la politica monetario in

questo caso non aveva alcuna efficacia perché il tasso di interesse non sarebbe sceso e quindi non si

avrebbe avuto un effetto positivo sul reddito tramite l'investimento. Si basavano su aspettative

razionali il ragionamento di prima quindi quelle razionali non sono positive. Solo schocks inattesi

hanno effetti reali, solo politiche economiche inattese avranno effetti reali. Ma che senso ha fare

una politica di schock inattesi? Poi subito la gente lo incorporerebbe e quindi posso fare schock

inatteso una volta, due volte poi la gente lo sa. Quindi si ha un divario tra il livello di reddito

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26 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

naturale e quello effettivo quindi esiste il ciclo solo se il prezzo effettivo è diverso da quello atteso e

quindi se la politica monetaria è inattesa.

Formazione del prezzo dei titoli: prima parte della 15 edizione 2006, 14 del 2009.

struttura dei tassi di interesse, relazione tra titoli a breve, a lunga, azioni.

C'è una struttura non un solo tasso di interesse. Dal tasso di sconto (overnight = se manca della

liquidità alle banche la chiedono alla banca centrale a un tasso chiamato tasso di sconto, poi tasso

interbancario con cui si prestano i soldi tra loro le banche, tasso delle obbligazioni di stato). Questi

titoli emessi sul mercato differiscono per vari motivi:

1. rischio di insolvenza (emessi da enti più o meno sicuri)

2. maturità (periodo di tempo durante il quale l'ente che emette il titolo promette di effettuare i

vari pagamenti

Analizzeremo titoli di Stato e obbligazioni (società).

Nell'analisi considereremo costante il rischio di insolvenza (che si chiama rating, ci sono società che

valutano il rischio delle obbligazioni AAA, AA+, AA... C), e valuteremo titoli con diversa maturità.

Maggiore è il rischio di insolvenza, minore è il rating, maggiore è il tasso di interesse. Infatti si

chiama premio al rischio la differenza di interesse dovuta a questo rating. Si chiamano titoli

spazzatura (trash) i titoli ad alto rischio. Titoli di puro sconto = quelli che mi danno un unico

pagamento, non mi danno ogni anno qualcosa ma mi danno soltanto la somma finale che

comprenderà l'interesse che periodo per periodo mi è maturato. Valore facciale = pagamento alla

scadenza. Titoli con cedole = quelli che hanno diversi pagamenti più il rimborso finale. Ci sono

quindi due tassi. Tasso alla cedola = cedola / valore facciale. Rendimento corrente = cedola / prezzo

titolo (a seconda dell'evoluzione del tasso di interesse può essere diverso dal valore facciale. es.

valore facciale 100.000, prezzo 80.000, cedola 4.000, tasso alla cedola 4%, rendimento corrente

5%. altre definizioni: misura corretta del tasso di interesse di un titolo = rendimento alla scadenza o

rendimento (circa il tasso di interesse medio pagato dal titolo nella sua vita). I tassi possono essere a

breve (<1), a medio (1<t<10), a lungo (> 10). indicizzazione = CCT che indicizzano rispetto al

tasso di interesse dei precedenti 6 mesi, ci sono anche titoli francese indicizzati rispetto

all'inflazione.

Esiste una curva che si chiama curva dei rendimenti e che ci dice la struttura dei vari tassi di

interesse cioè che relazione c'è tra il rendimento di un titolo e la sua maturità. Questa curva si

muove nel tempo e ora spieghiamo perché si muove e cosa possiamo capire leggendola. Ordinate i

rendimenti, ascisse la scadenza. Nel gennaio 93 i tassi erano quelli, quindi è effettiva perché in quel

momento si aveva quella situazione, il rendimento del titolo si modifica a seconda dell'evoluzione

del prezzo del titolo (se tutti richiedono un titoli il tasso di interesse scende). Infatti la curva dei

rendimenti nel 95 era molto diversa da quella del 93. nel 95 c'è curva molto più piatta. Cerchiamo di

capire da cosa dipende il rendimento del titolo e cosa possiamo ricavare da una certa curva dei

rendimenti fatta in un certo modo o in un altro. Evidentemente dipende dalle aspettative delle

persone. NB: nelle curve dei rendimenti reali la differenza di rendimento include anche il premio

del rischio (a 30 anni il rischio è molto più alto perché chissà cosa può succedere da qui a 30 anni).

1. prezzo dei titoli come valore attuale: titolo annuale con valore facciale di 100 dopo un anno.

Qual'è il prezzo attuale del titolo (p1t)?; oppure ho un titolo biennale che paga 100 dopo due

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27 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

anni (p2t). Supponiamo che i1t sia il tasso di interesse nominale a un anno, iet+1 il tasso di

interesse nominale atteso in t+1. Quindi uno ce l'ho, l'altro lo stimo. Se calcolo il valore

attuale di questi due titoli. Il prezzo del primo titolo è 100 / 1+i1t. Il prezzo del secondo

titolo è 100 / (1+i1t)*(1+iet+1). Il secondo titolo avrà quindi un valore inferiore al primo.

Un altro modo per calcolare i prezzi dei titoli:

2. prezzo dei titoli come arbitraggio: sono quelle che rendono volatile mercato finanziario.

Faccio l'operazione inversa → oggi compro un titolo che vale 1 e al tempo t+1 varrà …

quello biennale è un più complesso: comunque è il valore che il titolo biennale ha dopo un

anno. Se il prezzo del titolo è pari a p2t se spendo un euro quanto posso comprarne di questo

titolo? 1 / il suo prezzo. Se lo vendo dopo un anno cosa ci ricavo? Ricavo il prezzo atteso di

un titolo annuale per l'anno t+1. A questo punto faccio l'operazione di arbitraggio cioè

confronto quello annuale e quello biennale

la curva dei rendimenti sale per via del rischio ma poi dipende anche tanto dalle aspettative perché

con la formula del tasso medio collego maturità e tassi di interesse e nella formula ci sono tutte le

aspettative quindi dipende dalle aspettative. Può anche essere inclinata negativamente.

Nel gennaio 93 la curva era ripida perché la gente nel 93 è in una situazione tale che si aspetta una

stretta monetaria da parte della Fed. Nel 95 la curva si è alzata però si è anche appiattita. Allora i

mercati avevano previsto giusto nel 93? un po' sì perché il tasso passa dal 3 al 5 % nei titoli a un

anno però si aspettano anche che la stretta non continui in futuro quindi si aspettano che il tasso

rimarrà costante. Quindi possiamo vedere cosa si aspettano i mercati e se i mercati avevano previsto

giusto. (appunti M ultima parte sulle curve IS-LM).

19 novembre 2009 previsioni OCSE

Il debito pubblico salira' di 10 punti percentuali quest'anno al 115% del pil e nel 2011 arrivera' al

120% del pil. E' quanto prevede l'Ocse nel capitolo sull'Italia del suo ultimo Outlook economico.

Il rapporto deficit pil si attestera' al 5,5% nel 2009, al 5,4% nel 2010 e al 5,1% nel 2011. "A causa

dell'alto debito pubblico - si legge nel rapporto - l'Italia non ha introdotto stimoli si larga scala.

PMI Economia/Economia/Italia

Fmi: in Italia deficit/pil al 5,6% nel 2009 e 2010

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Istanbul, 01 ott –

I conti pubblici italiani registreranno un rapporto deficit/pil del 5,6% nel 2009 e nel 2010. Sono

queste le stime aggiornate dell'Fmi contenute nel 'Weo' diffuso a Istanbul. Il dato e' stato riveduto al

rialzo per quest'anno (da 5,4% nel 'Weo' di aprile) e migliorato per il 2010 (da 5,9%). Il rapporto

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28 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

debito/pil sara' pari al 115,8% quest'anno (115,3% in aprile) e al 120,1% nel 2010 (121,1%). Il dato

italiano sul deficit/pil e' inferiore a quello relativo alla media dell'Eurozona (6,2% nel 2009 e

6,6% nel 2010). Il dato italiano sul rapporto deficit/pil quest'anno e nel 2010 (dal 2,7% del

2008) esce bene da confronto internazionale: meglio dell'Italia, a livello di conti pubblici, fa la

Germania con 4,2% nel 2009 e 4,6% nel 2010 (-0,1% nel 2008), mentre il costo della crisi

spinge verso l'alto il dato della Francia (7% nel 2009 e 7,1% nel 2010 dopo 3,4% nel 2008),

della Gran Bretagna (11,6% e 13,2% dopo 5,1%), del Giappone (10,5% e 10,2% dopo 5,8%) e

degli Stati Uniti (12,5% e 10% dopo 5,9%). Per tutte le economie avanzate, in pratica i Paesi del

G7, i piu' colpiti dalla crisi finanziaria, il rapporto defici/pil balza quest'anno al 10,1% dal 4,6% del

2008, per poi scendere al 9% nel 2010.

Nel Rapporto, l'Fmi sottolinea, tuttavia, che "malgrado deficit pubblici gia' ampi e debito in

aumento in molti Paesi, i piani di sostegno congiunturale devono essere mantenuti fino a che la

ripresa non ha basi solide e, anzi, potrebbero dover essere ampliati o prolungati oltre i termini

previsti se dovessero concretizzarsi i rischi che ancora permangono". Allo stesso tempo, i Governi

devono anche impegnarsi a tagliare in modo sostanziale i deficit nel medio termine e devono

iniziare ad affrontare questo nodo gia' ora, anticipando le riforme necessarie per porre le finanze

pubbliche su basi piu' sostenibili. Il Fondo sottolinea che alcuni Paesi, come l'Italia e il

Giappone, hanno sostenuto livelli molto elevati di debito per un certo periodo di tempo.

Fortunatamente, continua il Rapporto, nessuno dei due Paesi e' stato tra i piu' colpiti dalla

crisi finanziaria, riuscendo cosi' ad evitare pesanti oneri. Nondimeno, l'Italia ha accusato un

forte aumento dei premi di rischio sul debito pubblico durante la crisi e, per questo, ha dovuto

rinunciare a piani di sostegno congiunturale di una certa ampiezza, mentre il Giappone si e'

salvato grazie al fatto che il suo debito pubblico e' in mano soprattutto a istituzioni pubbliche

nazionali. In un orizzonte piu' ampio, le pressioni sulla struttura di spesa e sul debito delle

economie avanzate "aumentera'" e, ricorda il Fondo, "i mercati hanno la tendenza ad adeguarsi

rapidamente a punti di vulnerabilita' che si sviluppano, invece, lentamente". nel frattempo, il costo

di un debito molto piu' elevato rispetto al passato per le economie avanzate "e' il minor spazio di

manovra per misure anticicliche e di sostegno finanziario nel caso di una nuova crisi".

Statistiche Eurostat rapporto deficit/PIL

Dal 1997 al 2008

-2,7; -2,8; -1,7; -0,8; -3,1; -2,9; -3,5; -3,5; -4,3; -3,3; -1,5; -2,7

Cause delle ampie fluttuazioni dei prezzi delle azioni:

(i punti di svolta possono dipendere da situazioni macro quindi crisi di fiducia oppure per bolle

speculative)

1. largamente imprevedibili (enorme fiducia nell'efficienza (il prezzo delle azioni contiene in

sé tutte le informazioni disponibili, in questo modo rimane solo una parte dipendente dal

caso) del mercato, se i mercati sono efficienti non c'è nessun motivo per l'autorità di

intervenire, bisogna lasciar fare al mercato, chiaramente così non è stato, il mercato doveva

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29 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

prevedere anche la crisi finanziaria e farvi fronte, c'erano informazioni sui titoli nel mercato

che i soggetti non conoscevano

2. possiamo interpretare in parte (e spesso ex post) la reazione a news o a interventi di politica

economica. La reazione è diversa a seconda che la domanda sia:

ATTESA: allora il suo effetto è già stato incorporato nei prezzi; e non vi saranno variazioni

INATTESA: reazioni

ES. : intervento di politica monetaria inatteso (hp: i=r perché p=0). Aumenta M → diminuisce i,

quindi doppio effetto1- aumenta Q 2- aumento I → aumento Y → aumenta D → aumenta Q

altro ES: aumento esogeno inatteso della spesa nei consumi. Aumenta C → aumenta Y → aumenta

i → diminuisce Q. ma anche aumenta D → diminuisce Q. il risultato dipende dall'inclinazione della

LM: quanto più è rigida (cioè tanto maggiore è il legame tra M e Y), tanto maggiore sarà l'aumento

di i, tanto più prevarrà il primo effetto.

Ma allora da cosa dipende questa elasticità maggiore o minore della LM? Digressione della LM →

teoria quantitativa della moneta. MV=PY. Non esiste relazione tra M e i. in questo caso la LM sarà

perfettamente verticale. Importanza della politica monetaria e inefficienza della politica fiscale

(aumenta IS → aumenta i). lo si vede anche linearizzando la LM.

Marcati finanziari efficienti?

Negli ultimi trent'anni si pensava di sì. Mercato definito efficiente se i prezzi riflettono tutta

l'informazione disponibile. Deve accadere:

1. raccolgono tutta l'informazione disponibile

2. la elaborano correttamente (conoscono il modello e il modello interpretativo è unico)

non si compiono errori sistematici di previsione=le aspettative sono razionali.

Corollario: se un mercato è efficiente è improbabile battere sistematicamente il mercato. Cioè

compio errori in eccesso o in difetto con la stessa probabilità quindi non riesco a speculare cosa che

non accade nella realtà, quindi la speculazione non è destabilizzante e si torna sempre al punto di

equilibrio.

Altra interpretazione: mercato composto da gruppi di soggetti economici con diversi fini (non

massimizzare l'utile ma prendere utile e fermarsi lì, altri che vogliono massimizzare l'utile ecc.).

Ricerca in corso.

Evidenza empirica: c'è reazione alle news. Quali probabili mercati efficienti? Come si possono

fermare queste bolle speculative che sono altamente destabilizzanti e che sono le persone che

entrano all'ultimo nel mercato che ci perdono cioè la gente comune.

LE BOLLE SPECULATIVE: qualche definizione → arbitraggio= sfruttare le occasioni di

divergenza dei tassi di rendimento di titoli simili, a parità di rischio.

VALORE FONDAMENTALE DI UNA AZIONE: l'azione dà diritto a riscuotere una serie infinita

di dividendi nel futuro. Dunque:

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30 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

VF: valore attuale della sommatoria dei dividendi futuri scontati ai saggi di interesse attesi nei vari

periodi.

Se c'è una bolla speculativa significa che c'è una divergenza tra il prezzo e il suo valore

fondamentale.

Esempio limite: consideriamo una società che non dia mai dividendi quindi il suo valore

fondamentale è pari a zero. Eppure il prezzo di questa azione può salire nel tempo. Perché? Io posso

essere disposto a pagare una somma positiva quando mi aspetto che il prezzo a cui posso vendere

quell'azione in futuro sia più alto di quello di oggi. La gente può pensare che questa società non dia

dividendi ma abbia degli utili molto grandi. Eccetera.

Consideriamo ora un caso più generale: dividendo è maggiore di zero e sia pagato tra un anno.

Chiamiamo q il prezzo di questa azione. Vogliamo individuare il prezzo dell'azione con

un'operazione di arbitraggio cioè voglio decidere si comprare un titolo che mi corrisponde un certo

interesse o questa azione. Ho un'obbligazione che mi rende il 3%

quando è che prevale la bolla? Quando c'è un clima ottimistico che mi fa pensare che io ci

guadagnerò in conto capitale. In quel momento il valore fondamentale sarà maggiore del prezzo

dell'azione. E poi scoppia la bolla.

SONO DA FARE CAPITOLI 13-14-15 E QUELLO CHE SI CHIAMA POLITICA FISCALE.

Il bilancio della pubblica amministrazione è dato dalle entrate (T) – spesa pubblica (G) – interessi

sul debito (iB) → bisognerebbe usare il tasso di interesse reale in realtà. Le tasse possono essere

costituite da imposte dirette o da imposte indirette. Inizio anni 70 T era costituita da imposte

indirette (ripartizione più spalmata su tutti i cittadini, indipendentemente dal loro reddito). Dopo il

70 la quota principale di T è costituita da imposte dirette (IRPEF, modello unico) → il peso delle

imposte è funzione del reddito dei cittadini. Per quanto riguarda G: la maggior parte della spesa

dello Stato è costituita da spese fisse: stipendi per pubblica amministrazione, per insegnanti,

professori, sanità. NEL 95 il PIL per più della metà era costituito dalla spesa pubblica, interessi

passivi il 21% del 53%, il resto è G (spesa pubblica= spesa + investimenti) sono il 35% di 53%, TR

(trasferimenti= pensioni, contributi alla produzione) sono 43% del 53%. Nel 2007 gli interessi sono

il 5% del PIL invece del 10% ma questo solo perché i tassi di interesse sono diminuiti. Deficit =

125,505, deficit primario (escluso gli interessi) è -72,627 quindi se non ci fossero gli interessi

saremmo in attivo. FISCAL TRED: le entrate della pa cioè le tasse e le imposte sono intese in tassi

nominali → le imposte sono a scaglioni cioè i redditi maggiori pagano di più. Se l'imposta tassa il

valore nominale e il valore nominale cresce nel tempo perché c'è inflazione le imposte aumentano

non tanto perché è aumentato il reddito reale ma perché è aumentato il reddito nominale quindi così

le entrate dello stato aumentano. C'è un aumento delle entrate che deriva dall'aumento

dell'inflazione invece che dall'aumento del reddito. È molto importante fare questa distinzione fra

deficit e deficit primario. Dal 51 al 73 vanno di pari passo, nel 73 crisi petrolifera il finanziamento

del deficit può avvenire con moneta (la BC emette moneta) oppure tramite emissione dei titoli

pubblici che la gente compra. Con la crisi petrolifera emette molta moneta e si indebita molto e

quindi gli interessi si alzano. Andare in deficit quindi emettere dei titoli pubblici che saranno

rimborsati in futuro significa spostare la spesa attuale sui cittadini futuri cioè chiedo a prestito oggi

ma quando dovrò rimborsare questi titoli dovrò chiedere di più ai cittadini per pagare questi titoli.

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31 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

Nei periodi di guerra il debito si alza molto e si giustifica dicendo che è meglio anche per le

generazioni future fare questo così non avranno Hitler in casa.

Un problema che lo stato dovrebbe porsi quando va in deficit è dovrebbe aumentare la spesa

pubblica o diminuire le imposte? Si è notato che quando si aumenta G l'aumento è molto difficile da

far tornare indietro, cioè crea delle aspettative (pensioni più alte, trasferimenti maggiori) che poi è

molto complicato ridurre, al contrario se si riducono le imposte è poi facile aumentarle. Quindi

seguendo questo ragionamento sarebbe meglio abbassare le imposte. Però se siamo in un periodo di

crisi e abbasso le imposte non è detto che si traduca in acquisti maggiori perché magari risparmia.

Lo stato nei momenti di crisi vuole sostituirsi alla spesa privata. Aumentare la G o diminuire T

hanno effetti diversi sulle varie voci del PIL e sul tasso di interesse quindi ha delle conseguenze sul

reddito futuro. Aumento di G sposta IS in alto quindi aumento tassi di interesse quindi si spiazza

l'investimento privato. Questo può essere un bene ma anche un male. Abbassare le imposte

dovrebbe avere più effetto su un aumento del consumo.

Beni pubblici= beni il cui utilizzo da parte di una persona non limita l'utilizzo da parte di altre

persone (un parco, un faro...). La pa non ricerca l'utile. Se i beni pubblici fossero prodotti da privati

la loro produzione sarebbe inferiore a quella ottimale. Nella produzione del bene pubblico c'è

sempre il problema del free rider cioè usa questo servizio senza pagare e senza poter scoprire chi lo

usa senza pagarlo. D'altro lato la gestione pubblica di un bene pubblico potrebbe essere meno

efficiente di quella privata. Anche la gestione privata ha comunque i suoi limiti: la qualità del

prodotto offerto potrebbe diminuire avvicinandosi alla fine della concessione (se distribuisse acqua

non si preoccuperebbe della qualità dell'acqua). Debito pubblico= insieme dei titoli emessi dallo

stato per coprire il disavanzo di bilancio (comprende anche la quota di interessi sui titoli emessi in

passato). Attenzione: T,G,B sono flussi cioè ogni anno bisogna pagare queste cose, B è uno stock

perché bisogna pagare i titoli emessi in precedenza. Bt-1 quindi all'inizio dell'anno t è lo stock di

debito pubblico esistente alla fine dell'anno t-1 o all'inizio dell'anno t. vediamo l'andamento del

debito quindi del valore dei titoli del passato. Sale subito molto e arriva al 120% poi sale per la

guerra poi scende e poi risale. Dopo la seconda guerra il debito si abbassa molto perché nessuno

voleva comprare i titoli di stato perché non si fidavano della solidità dello stato cioè era a rischio

default. Poi sale negli anni 70 per le crisi petrolifere e brigate rosse che sono come una guerra. Poisi

ha divorzio tra tesoro e banca centrale cioè il tesoro non può più chiedere di emettere moneta alla

banca centrale.

Lo stato funziona come uno stabilizzatore automatico: funzionamento anticiclico. Nel momento di

crisi aumenta un po' G perché aumentano i trasferimenti per cassa integrazione per licenziamenti

ma soprattutto diminuisce T perché diminuisce il reddito nominale e le entrate dello stato si

abbassano. Secondo i Keynesiani questi stabilizzatori automatici spiegano la maggiore stabilità

delle economie degli anni 50.

è importante capire se un deficit è causato da politiche economiche espansive oppure da una

recessione. Nel 1975 dopo aumento prezzi petrooliferi la maggior parte dei paesi eurpei vanno in

deficit, siamo in presenza di una recessione non di una politica espansiva.

Altro esempio che non ho copiato.

DISAVANZO CORRETTO PER IL CICLO

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32 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

è giusto perseguire la regola del pareggio del bilancio in ogni periodo? Se ogni anni cerchiamo il

pareggio nel bilancio quel disavanzo che si produce per effetto della recessione cioè per il ciclo e

noi alziamo le tasse per far andare comunque in pareggio il bilancio si crea una recessione ancora

più forte.

Partendo anche da un pareggio a livello di reddito naturale o di piena occupazione in recessione si

crea automaticamente il deficit. Quindi se in una recessione dovessimo ridurre la G avremmo una

recessione ancora più forte. Per questo il bilancio pubblico è uno stabilizzatore automatico

dell'economia.

In conclusione: il disavanzo e l'avanzo di bilancio in sé dice poco se non è confrontato col ciclo.

Vediamo un grafico che aiuta a capire bene l'effetto del ciclo. Sulle ascisse il livello del redditto e

sulle ordinate il bilancio pubblico. Se supponiamo che la retta delle ascisse sia il pareggio di

bilancio. Supponiamo di considerare la linea nera quella centrale → a livello di reddito naturale

siamo in pareggio, se il reddito aumenta il bilancio migliora invece se diminuisce il bilancio

peggiora quindi il deficit che si ha in A e l'avanzo che si ha in B sono dovuti semplicemente agli

effetti degli stabilizzatori automatici del reddito. Se potessimo ogni volta riportare i punti

eliminando gli effetti del ciclo ci ritroveremo nel pareggio. Se considero la curva di bilancio II o III

sto facendo delle politiche economiche. La II in C hanno fatto una stretta fiscale = diminuito la

spesa pubblica o aumentato la tassazione. La cosa opposta accade nella linea III in cui a livello di

pieno impiego siamo già in disavanzo, la politica è stata questa volta espansiva. L'avanzo che

abbiamo in D' è per effetto di questo. Se ci spostiamo a destra del reddito naturale l'inflazione

aumenta (il livello naturale è quello per cui l'inflazione né aumenta né diminuisce). Nel breve

abbiamo una politica espansiva o restrittiva, ma nel lungo torneremo ad una situazione di pareggio

di bilancio. Nel grafico dopo vediamo che subito abbiamo un avanzo rispetto al ciclo quindi siamo

con valori positivi, dopo invece andiamo sotto e quindi c'è deficit. Il punto è che se il deficit è

dovuto alla recessione non ci dobbiamo troppo preoccupare.

Discutiamo la proposizione di Barrow-Ricardo:

di cosa si tratta: quando lo stato fa un deficit quindi emette dei titoli, non moneta, titoli per ripagare

questo suo buco e i titoli vengono comprati dai cittadini, questi titoli che si trovano nei portafogli

dei cittadini sono ricchezza netta? Oppure i cittadini sanno che in futuro lo stato dovrà aumentare le

tasse per eliminare il disavanzo? E quindi in futuro i cittadini saranno più poveri, quella povertà in

futuro si compenserà coi titoli di oggi quindi quei titoli in tasca non sono una ricchezza netta.

Esempio: a parità di G, riduce le tasse per 1 miliardo e si finanzia coi titoli, allo stesso tempo c'è un

annuncio che l'anno prossimo aumenterà la tassazione per poter rimborsare questo debito. Se il caso

fosse questo la gente potrebbe fare due cose ma una è più importante. I cittadini aumentano il

risparmio di tanto quanto è necessario l'anno prossimo per pagare l'aumento di tassazione. Il

risparmio privato aumenta di tanto quanto diminuisce il risparmio pubblico → l'aumento di G o

meglio la riduzione di T non ha effetti sulla produzione.

Vediamo formalmente cosa accade con le formule: e tutto questo non l'ho scritto.

Quali critiche sono state mosse a questa proposizione?

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33 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

Il modello si basa su ipotesi molto specifiche → non mette le imposte: le imposte invece provocano

delle distorsioni nell'economia cioè la produzione può scendere o aumentare a seconda che metto

più o meno imposte (questa critica non troppo importante).

La cosa importante è che l'orizzonte temporale dei consumatori è uguale a quello del governo: se si

alta il deficit il peso del debito pubblico può ricadere su persone che non sono ancora nate. Il

governo non è una persona. Può essere che i cittadini di questa generazione non abbiamo intenzione

di risparmiare a favore delle generazioni future.

Inoltre il governo non annuncia certo quando emette dei titoli che aumenterà le tasse per ripagare

titoli e la gente non ci pensa.

Qual'è l'evidenza empirica? Si guarda un grafico con risparmio pubblico e risparmio privato e non si

vede una corrispondenza tra le due variabili.

Oltre alla legge finanziaria esiste il DPEF, che viene discusso sei mesi prima. Questo ha un

obiettivo più a lungo termine cioè dice la posizione del governo nel medio periodo e ogni giugno

viene fatta per i successivi 4 anni. La legge finanziaria contiene le cifre precise e viene rivista più

volte all'anno, ogni tanto esce il tesoretto → esce quando nella finanziaria si fanno previsioni

pessimistiche e quando si rivede il tutto si trova che ci sono dei soldi in più. Nel 2008 innovazione:

il nucleo della manovra finanziaria si sposta dalla LF alla manovra finanziaria, anticipata e discussa

in estate, quando si discute il DPEF. L'obiettivo del deficit: fabbisogno primario (G-T) + spesa per

interessi / PIL e finanzia il debito attraverso l'emissione di titoli di stato.

Per fare la LF si parte dal bilancio consuntivo che non è esatto perché è una previsione poi si fanno

le previsioni di crescita del PIL. Si vede che nei primi 6 mesi del 2005 il rapporto deficit pil= 5% da

qui si analizza l'andamento tendenziale (dovrebbe essere 4-4,5%) ma l'obiettivo concordato con

l'unione europea doveva essere il 4,3 % → si calcola il deficit senza la manovra e si vede qual'è la

differenza tra entrate e uscite e si trovano i mezzi per coprire questa differenza. Il nuovo rapporto si

calcola non lo so.

Nei due anni in cui il deficit scende è perché è un momento positivo per il ciclo come avevamo

visto ieri.

FINANZIAMENTO DEL DEFICIT:

può avvenire con titoli o con moneta. Iniziamo con finanziamento con titoli:

come avviene? Stato chiede prestiti ai cittadini su cui pagano interessi: emette titoli, ritira moneta e

questa moneta è spesa per finanziare il deficit.

La quantità di moneta rimane invariata, la cosa che aumenta sono i titoli pubblici nelle mani dei

cittadini cioè aumenta il debito pubblico. Attenzione: il deficit è un FLUSSO, il debito è uno

STOCK cioè man mano che lo stato immette titoli nuovi senza ritirare quelli vecchi questo stock

aumenta. Valore totale titoli emessi dalle AP e detenuti dai cittadini). Se il debito è finanziato solo

con titoli (e non con moneta) allora il deficit di un anno è pari alla variazione del debito dello stesso

anno. G-T+rBt-1. t-1 è lo stock alla fine del periodo t-1 o all'inizio del periodo t. il deficit andrebbe

scritto in termini reali quindi tenendo conto dell'inflazione. Facendo così il debito dal 82 al 92 è

raddoppiato invece che quadruplicato. Quadruplicato viene se è calcolato con valori nominali. Per

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34 Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova

calcolarlo in valori nominali si calcola con G – T + iB. Però è giusto tener conto dei valori reali e

non nominali. Quale sarà la differenza tra reale e nominale? È il tasso di inflazione moltiplicato per

lo stock di moneta. Cioè uguale a tasso di inflazione*debito pubblico.

L’inflazione e il calcolo del disavanzo di bilancio

Le misure ufficiali del disavanzo di bilancio sono costruite (omettendo gli indici temporali) come la somma degli interessi nominali, iB, più la spesa pubblica in beni e servizi, G, meno le imposte al netto dei trasferimenti, T:

misura ufficiale del disavanzo = iB + G – T

Questa è una misura della variazione del debito nominale. Se è positiva, il governo sta spendendo più di

quanto incassa, e deve pertanto emettere nuovo debito. Se è negativa, il governo rimborsa parte del debito esistente. Ma questa misura non va bene per misurare la variazione del debito reale, cioè la variazione di quanto il governo dovrà ripagare in termini di beni, anziché di moneta. Per capirne la ragione, supponiamo che la misura ufficiale del disavanzo sia uguale a zero: il governo non emette né rimborsa titoli del debito pubblico. Supponiamo che l’inflazione sia positiva e uguale al 10%. In questo caso, alla fine dell’anno, il valore reale del debito sarà diminuito del 10%. Quindi, se definiamo –

come dovremmo – il disavanzo come la variazione del valore reale del debito, il governo di fatto registra un avanzo di bilancio uguale al 10% del valore iniziale del debito. In generale: se B è il debito e π l’inflazione, la misura ufficiale del disavanzo sovrastima la misura corretta di un ammontare pari a πB. La misura corretta del disavanzo infatti è uguale a:

cioè al 10% del valore iniziale del debito. In generale: se B è il debito e π l’inflazione, la misura ufficiale del disavanzo sovrastima la misura corretta di un ammontare pari a πB. La misura corretta del disavanzo infatti è uguale a:

misura corretta del disavanzo = iB + G – T –πB = (i –π)B + G – T = rB + G – T

dove r = i –π è il tasso di interesse reale¹. La misura corretta del disavanzo è quindi uguale agli interessi reali più la spesa pubblica meno le imposte al netto dei trasferimenti, cioè la misura che abbiamo usato

nel testo. La differenza tra la misura ufficiale e quella corretta è uguale a πB. Questo significa che quanto maggiore è il tasso di inflazione (π) o il livello del debito (B), tanto più imprecisa sarà la misura ufficiale del disavanzo. Nei paesi in cui l’inflazione e il debito sono entrambi molto elevati, la misura ufficiale potrebbe

indicare un disavanzo molto grande, anche in presenza di un debito reale decrescente. Per questo motivo dovremmo sempre tener conto dell’inflazione ogni qual volta deriviamo conclusioni sull’andamento della politica fiscale.

La figura 1 mostra la misura ufficiale e la misura corretta per l’inflazione del disavanzo degli Stati Uniti dal 1968. La misura ufficiale mostra un disavanzo in tutti gli anni dal 1970 al 1997. La misura corretta, invece, mostra un’alternanza di avanzi e disavanzi fino alla fine degli anni Settanta. Tuttavia, entrambe le misure mostrano il forte peggioramento avvenuto dopo il 1980, il miglioramento durante gli anni Novanta e come è deteriorato ulteriormente a partire dal 2000.

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Da oggi negli Stati Uniti, l’inflazione si aggira attorno al 2% all’anno, il rapporto debito/PIL pari a circa il 40% e la differenza tra le due misure è circa uguale a 2% per 40%, cioè a un valore di circa 0,8% del PIL. In altre parole, un disavanzo ufficiale pari 2% del PIL corrisponde un deficit reale pari a (2%-0,8%)=1,2% del Pil.

¹ Si noti che qui r è il tasso di interesse nominale meno l’inflazione effettiva: dovrebbe quindi essere chiamato «tasso

di interesse reale effettivo» per distinguerlo dal «tasso di interesse reale» che abbiamo definito nel capitolo 6 come il tasso di interesse nominale meno l’inflazione attesa.