Polimorfismo: la presenza di due o più...

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Polimorfismo: la presenza di due o più forme alleliche in una specie; ovvero la presenza di alleli che mostrano variazioni in una data posizione.

Polimorfismi della lunghezza dei frammenti di restrizione (RFLP): i primi marcatori genetici utilizzati.

Il marcatore genetico

è la lunghezza dei

frammenti di

restrizione che

contengono al loro

interno una particolare

sequenza.

Altri marcatori genetici:

Ripetizioni in tanden in numero variabile (VNTR) o minisatelliti contengono regioni lunghe 10 ÷ 100 bp, ripetute in numero variabile di volte: stessa sequenza, differente numero di ripetizioni. In ogni individuo, VNTR basate sullo stesso motivo ripetuto possono comparire soltanto una volta o più volte nel genoma, con differente lunghezze su differenti cromosomi.

La distribuzione delle lunghezze delle ripetizioni è il marcatore.

Alec Jeffrey sviluppò il “DNA finger-printing” basato sui minisatelliti.

DNA finger-printing

Polimorfismi di brevi ripetizioni in tandem (STRP) o microsatelliti: sono regioni lunghe soltanto 2 ÷ 5 bp, ma ripetute molte volte, tipicamente 10 ÷ 30 copie consecutive. Come marcatori, gli STRP hanno sulle VNTR parecchi vantaggi, uno dei quali è la distribuzione più uniforme nel genoma umano.

Rilevazione mediante amplificazione con la PCR seguita dal sequenziamento dell’amplicone.

Il “profiling” del DNA basato sugli STRP ha rimpiazzato il “DNA finger-printing”.

Questi marcatori genetici non sono comunemente localizzati entro geni codificanti per proteine, ma ci sono alcune eccezioni, come le ripetizioni CAG nel gene per la corea di Huntington ed alcuni altri geni patologici.

Applicazioni mediche dei marcatori genetici:

a. nella tipizzazione per identificare i donatori compatibili per trapianti;

b. nell’ identificazione della suscettibilità ad una malattia;

c. nella previsione della variabilità individuale nella risposta ai farmaci (farmacogenomica).

Polimorfismo a singolo nucleotide (SNP): un polimorfismo provocato dal cambiamento di un singolo nucleotide e responsabile della maggior parte della variazione genetica tra individui.

Tutte le persone, eccetto i fratelli o le sorelle identici, hanno sequenze di DNA esclusive. Le differenze complessive tra le sequenze genomiche di individui non imparentati corrispondono a circa 0,1%. Molte delle differenze tra individui hanno la forma di SNP. Esistono anche molte corte delezioni.

Ciascuno di noi ha un insieme accumulato di SNP che rispecchia mutazioni avvenute nei nostri progenitori.

Alcuni gruppi di SNP vengono coereditati come blocchi, mentre altri no. Le mutazioni in differenti molecole di DNA di cromosomi diploidi si separano entro una singola generazione, per assortimento. Le mutazioni sullo stesso cromosoma si separano più lentamente, per ricombinazione.

Le mutazioni nella stessa molecola di DNA nei cromosomi diploidi si dissocieranno per effetto di eventi di ricombinazione che avvengono tra i loro loci. Maggiore è la distanza tra due siti, maggiore è la frequenza di ricombinazione.

Gli aplotipi sono combinazioni locali di polimorfismi genetici che tendono ad essere coereditati.

Combinazioni discrete di SNP nelle regioni povere di ricombinazione definiscono l’aplotipo o “genotipo aploide” di un individuo.

Gli aplotipi permettono una caratterizzazione molto economica di interi genomi. Semplificano la ricerca dei geni responsabili di malattie o di altre correlazioni fenotipo-genotipo.

Nel genoma umano, le proteine del MHC, noto nella specie umana come sistema HLA(Human Leucocyte Antigen), sono codificate in una regione di 4 Mb sul

cromosoma 6p21.31.

Il sitema è altamente polimorfico con 50 ÷ 150 alleli per

ogni locus.

La serie delle proteine MHC espresse definisce un

aplotipo parziale di un individuo. Rispetto ad altri blocchi

aplotipici, la regione MHC presenta una variabilità

individuale insolitamente ampia.

Le regione MHC contiene oltre 120 geni espressi che codificano per proteine che:

forniscono il meccanismo con cui il sistema immunitario distingue le molecole “self” dalle molecole “non-self”;

determinano i profili individuali di competenza per la resistenza alle malattie;

sono utili marcatori per la determinazione delle affinità tra popolazioni umane ed animali e per la ricostruzione delle migrazioni su grande scala delle popolazioni e delle interazioni tra queste.

Gli aplotipi MHC controllano la compatibilità donatore-ricevente nei trapianti;

Gli aplotipi MHC influenzano la suscettibilità allo sviluppo di patologie autoimmuni;

Gli aplotipi MHC determinano i “pattern” di resistenza alla malattia;

Gli aplotipi MHC influenzano la scelta del partner sessuale, attraverso l’associazione tra l’aplotipo MHC e l’odore corporeo.

Delezioni e duplicazioni di segmenti cromosomici (CNVs) sono i maggiori responsabili della variazione tra gli individui e sono un fattore fondamentale nell’evoluzione umana ed in molte malattie, come le malattie mentali, i disordini dello sviluppo e le neoplasie. I CNVs si formano ad una più alta velocità di altri tipi di mutazioni e ciò avviene con meccanismi simili sia nei batteri, nei lieviti che negli esseri umani.

Alcuni esempi che mostrano come la variabilità del numero di copie di geni specifici può offrire un vantaggio selettivo:

Il gene dell’amilasi salivare, AMY1, mostra variazione del numero di copie nelle popolazioni umane e la quantità di amilasi salivare è direttamente proporzionale al numero di copie del gene AMY1. Il numero medio di copie di AMY1 è più alto nelle culture che consumano un alto livello di amido rispetto a quelle che ne consumano poco.

Esiste una correlazione tra il il numero di copie del gene della chemochina CCL3La e la suscettibilità all’HIV/AIDS.

Tuttavia la maggior parte delle CNVs negli esseri umani sembra essere non adattativo o svataggioso, ed è presente perché non è stato ancora epurato. Approssimativamente il 75% del CNV viene ritrovato con una frequenza di meno del 3% nelle popolazioni umane, suggerendo un origine stocastica ed una manutenzione della maggior parte di queste variazioni.

I polimorfismi genetici ci forniscono la possibilità di predire le differenze tra individui nella suscettibilità alle malattie.

I “biomarkers” di suscettibilità includono: polimorfismi nel metabolismo di farmaci/carcinogeni, nella capacità di riparare il DNA e nei geni che controllano la crescita cellulare.

I polimorfismi genetici ci forniscono la possibilità di predire le differenze tra individui nella suscettibilità alle malattie.

I “biomarkers” di suscettibilità includono: polimorfismi nel metabolismo di farmaci/carcinogeni, nella capacità di riparare il DNA e nei geni che controllano la crescita cellulare.

I polimorfismi negli enzimi che metabolizzano farmaci/carcinogeni sono un determinante importante nella suscettibilità individuale alle neoplasie ed alle reazioni avverse ai farmaci. Tali polimorfismi possono essere dovuti a fattori ereditabili e/o fattori ambientali.

Metabolismo dei farmaci: 1) reazioni di ossidazione mediate dagli enzimi citocromi P450 nel fegato 2) coniugazioni come glucorinidazione, sulfazione ed acetilazione.

Uno dei citocromi P450, CYP2D6 è molto importante nel metabolismo di farmaci usati in clinica con circa il 25-50 % di questi che vengono metabolizzati da questo enzima.

I polimorfismi negli enzimi che metabolizzano farmaci/carcinogeni sono un determinante importante nella suscettibilità individuale alle neoplasie ed alle reazioni avverse ai farmaci. Tali polimorfismi possono essere dovuti a fattori ereditabili e/o fattori ambientali.

Metabolismo dei farmaci: 1) reazioni di ossidazione mediate dagli enzimi citocromi P450 nel fegato 2) coniugazioni come glucorinidazione, sulfazione ed acetilazione.

Uno dei citocromi P450, CYP2D6 è molto importante nel metabolismo di farmaci usati in clinica con circa il 25-50 % di questi che vengono metabolizzati da questo enzima.

Il polimorfismo dell’enzima CYP2D6 risulta in metabolizzatori modesti, intermedi, efficienti ed ultrarapidi (UM) dei farmaci substrati di questo enzima.

E’ plausibile che il genotipo ultrarapido, dove esiste più di gene attivo su di un allele, sia il risultato di una selezione dovuto ad una dieta selettiva in certe popolazioni del nord est dell’Africa. Il fenotipo UM si ritrova nel 5,5% della popolazione dell’ovest europeo.

Il polimorfismo di CYP2D6 ha un’influenza significativa sulla farmacocinetica di circa il 50% dei farmaci in uso clinico.

Le conseguenze del polimorfismo alle dosi ordinarie dei farmaci possono essere o reazioni avverse o nessuna risposta al farmaco.

Il polimorfismo dell’enzima CYP2D6 risulta in metabolizzatori modesti, intermedi, efficienti ed ultrarapidi (UM) dei farmaci substrati di questo enzima.

E’ plausibile che il genotipo ultrarapido, dove esiste più di gene attivo su di un allele, sia il risultato di una selezione dovuto ad una dieta selettiva in certe popolazioni del nord est dell’Africa. Il fenotipo UM si ritrova nel 5,5% della popolazione dell’ovest europeo.

Il polimorfismo di CYP2D6 ha un’influenza significativa sulla farmacocinetica di circa il 50% dei farmaci in uso clinico.

Le conseguenze del polimorfismo alle dosi ordinarie dei farmaci possono essere o reazioni avverse o nessuna risposta al farmaco.

Polimorfismi nella riparazione del DNA o nel processamento del DNA danneggiato sono noti da lungo tempo per quanto riguarda rari disordini ereditari che coinvolgono difetti della riparazione del DNA o della stabilità cromosomica.

Circa 130 geni diversi sono coinvolti nella nell’escissione del DNA o nella riparazione delle basi.

Inoltre, una bassa efficienza nella riparazione del DNA è stata associata con un’aumentata suscettibilità a neoplasie della pelle, del cervello, del polmone, dello stomaco, del seno, della vescica, del collo/testa e del colon.

Polimorfismi nella riparazione del DNA o nel processamento del DNA danneggiato sono noti da lungo tempo per quanto riguarda rari disordini ereditari che coinvolgono difetti della riparazione del DNA o della stabilità cromosomica.

Circa 130 geni diversi sono coinvolti nella nell’escissione del DNA o nella riparazione delle basi.

Inoltre, una bassa efficienza nella riparazione del DNA è stata associata con un’aumentata suscettibilità a neoplasie della pelle, del cervello, del polmone, dello stomaco, del seno, della vescica, del collo/testa e del colon.

Più di 100 geni sono coinvolti come regolatori positivi (proto-oncogeni) o negativi (geni onco-soppressori) della crescita cellullare, così come il ciclo cellulare e l’apoptosi.

Polimorfismi di questi geni che includono p53, p21, Her/neu, ras, APC, IL-10 e ciclina D1, possono essere associati allo sviluppo di neoplasie.

Più di 100 geni sono coinvolti come regolatori positivi (proto-oncogeni) o negativi (geni onco-soppressori) della crescita cellullare, così come il ciclo cellulare e l’apoptosi.

Polimorfismi di questi geni che includono p53, p21, Her/neu, ras, APC, IL-10 e ciclina D1, possono essere associati allo sviluppo di neoplasie.

Si definisce associazione genetica il caso di due o più tratti in una popolazione di individui, di cui almeno un tratto è chiaramente noto essere di origine genetica.

Gli studi di associazione genetica hanno lo scopo di saggiare se alleli di un singolo locus o frequenze di genotipi (o più generalmente, frequenze di aplotipi multilocus) differiscono tra due gruppi di individui (controlli sani e pazienti).

L’associazione genetica può essere tra fenotipi, tra un fenotipo ed un polimorfismo genetico, come un SNP, o tra due polimorfismi genetici. L’associazione tra due polimorfismi genetici avviene quando non c’è un’associazione “random” dei loro alleli; ciò risulta dalla loro prossimità nello stesso cromosoma – linkage genetico.

Si definisce associazione genetica il caso di due o più tratti in una popolazione di individui, di cui almeno un tratto è chiaramente noto essere di origine genetica.

Gli studi di associazione genetica hanno lo scopo di saggiare se alleli di un singolo locus o frequenze di genotipi (o più generalmente, frequenze di aplotipi multilocus) differiscono tra due gruppi di individui (controlli sani e pazienti).

L’associazione genetica può essere tra fenotipi, tra un fenotipo ed un polimorfismo genetico, come un SNP, o tra due polimorfismi genetici. L’associazione tra due polimorfismi genetici avviene quando non c’è un’associazione “random” dei loro alleli; ciò risulta dalla loro prossimità nello stesso cromosoma – linkage genetico.

Tuttavia il “linkage” può essere incompleto per effetto del “crossing-over” durante la meiosi. La frequenza del “crossing-over” non è uguale in tutte le porzioni del cromosoma (minore in regione pericentromerica). E’ stato stimato che 80% della ricombinazione genomica avvenga in non più di 25% del genoma umano.

Quando la distanza tra due loci cromosomici è molto ridotta, idealmente 0 cM, c’è solo uno stato possibile – “linkage”- così l’equilibrio è formalmente impossibile. Perciò, quando il “crossing-over” non avviene mai tra i loci, sono detti essere nel disequilibrio di “linkage”.

Tuttavia il “linkage” può essere incompleto per effetto del “crossing-over” durante la meiosi. La frequenza del “crossing-over” non è uguale in tutte le porzioni del cromosoma (minore in regione pericentromerica). E’ stato stimato che 80% della ricombinazione genomica avvenga in non più di 25% del genoma umano.

Quando la distanza tra due loci cromosomici è molto ridotta, idealmente 0 cM, c’è solo uno stato possibile – “linkage”- così l’equilibrio è formalmente impossibile. Perciò, quando il “crossing-over” non avviene mai tra i loci, sono detti essere nel disequilibrio di “linkage”.

Tipi di approcci per gli studi di associazione:

Studi caso - controllo confronto tra pazienti e soggetti sani per la frequenza del genotipo o dell’aplotipo.

Studio di famiglie i genitori dei pazienti sono usati come controlli.

Tipi di approcci per gli studi di associazione:

Studi caso - controllo confronto tra pazienti e soggetti sani per la frequenza del genotipo o dell’aplotipo.

Studio di famiglie i genitori dei pazienti sono usati come controlli.

Malattie causate da una combinazione di multipli fattori genetici e fattori ambientali.

Numerosi studi di associazione hanno permesso di identificare i fattori di rischio genetico per alcune comuni malattie:

Diabete mellito di tipo I HLA, gene dell’insulina, gene CTLA4;

Mallattia di Alzheimer gene dell’APOE;

Trombosi venosa profonda mutazione del fattore V;

Morbo di Crohn mutazione di NOD2, variazione genetica nel cromosoma 5q31.

Malattie causate da una combinazione di multipli fattori genetici e fattori ambientali.

Numerosi studi di associazione hanno permesso di identificare i fattori di rischio genetico per alcune comuni malattie:

Diabete mellito di tipo I HLA, gene dell’insulina, gene CTLA4;

Mallattia di Alzheimer gene dell’APOE;

Trombosi venosa profonda mutazione del fattore V;

Morbo di Crohn mutazione di NOD2, variazione genetica nel cromosoma 5q31.

Nel genoma umano ci sono probabilmente tra 10 ed i 30 milioni di SNPs, circa uno ogni 100 – 300 basi. Di questi SNP, circa 4 milioni sono SNPs comuni, con entrambi gli alleli di ogni SNP che ha una frequenza sopra il 20%.

La presenza di un particolare allele di SNP in un individuo viene determinata con il saggio (tipizzazione genetica) di un campione di DNA genomico.

La coeredità di alleli SNP degli aplotipi produce associazioni tra tali alleli nella popolazione.

Nel genoma umano ci sono probabilmente tra 10 ed i 30 milioni di SNPs, circa uno ogni 100 – 300 basi. Di questi SNP, circa 4 milioni sono SNPs comuni, con entrambi gli alleli di ogni SNP che ha una frequenza sopra il 20%.

La presenza di un particolare allele di SNP in un individuo viene determinata con il saggio (tipizzazione genetica) di un campione di DNA genomico.

La coeredità di alleli SNP degli aplotipi produce associazioni tra tali alleli nella popolazione.

Lo scopo del “Internatinal HapMap Project” è stato quello di determinare i “patterns” comuni della variazione di sequenza del DNA nel genoma umano, caratterizzando le varianti di sequenza, le loro frequenze e le correlazioni tra esse, in campioni di DNA da popolazioni con antenati da parti dell’Africa, dell’Asia e dell’Europa.

Lo scopo finale di questo progetto internazionale è quello di sviluppare uno strumento di ricerca che possa aiutare i ricercatori a scoprire i fattori genetici che contribuiscono alla suscettibilità alle malattie, alla protezione contro le malattie ed alla risposta ai farmaci.

Lo scopo del “Internatinal HapMap Project” è stato quello di determinare i “patterns” comuni della variazione di sequenza del DNA nel genoma umano, caratterizzando le varianti di sequenza, le loro frequenze e le correlazioni tra esse, in campioni di DNA da popolazioni con antenati da parti dell’Africa, dell’Asia e dell’Europa.

Lo scopo finale di questo progetto internazionale è quello di sviluppare uno strumento di ricerca che possa aiutare i ricercatori a scoprire i fattori genetici che contribuiscono alla suscettibilità alle malattie, alla protezione contro le malattie ed alla risposta ai farmaci.

Il “1000 Genomes project”, iniziato nel 2008, è una ricerca internazionale che ha lo scopo di creare un catalogo molto dettagliato della variazione genetica umana. Gli scienziati hanno pianificato di sequenziare i genomi di almeno 1000 partecipanti anonimi di diversi gruppi etnici.

Nel 2010 il progetto ha terminato la fase preliminare, mentre il sequenziamento di 1092 genomi è stato riportato in una pubblicazione su Nature dell’ottobre 2012.

Il progetto ha coinvolto numerosi gruppi di ricerca interdisciplinari in tutto il mondo (Cina, Italia, Giappone, Kenia, Nigeria, Perù, Gran Bretagna e Stati Uniti).

Il “1000 Genomes project”, iniziato nel 2008, è una ricerca internazionale che ha lo scopo di creare un catalogo molto dettagliato della variazione genetica umana. Gli scienziati hanno pianificato di sequenziare i genomi di almeno 1000 partecipanti anonimi di diversi gruppi etnici.

Nel 2010 il progetto ha terminato la fase preliminare, mentre il sequenziamento di 1092 genomi è stato riportato in una pubblicazione su Nature dell’ottobre 2012.

Il progetto ha coinvolto numerosi gruppi di ricerca interdisciplinari in tutto il mondo (Cina, Italia, Giappone, Kenia, Nigeria, Perù, Gran Bretagna e Stati Uniti).

Cambiamenti nel numero e nell’ordine dei geni crea la diversità genetica entro le popolazioni e tra le popolazioni.

I genomi di tutti gli individui, eccetto i gemelli monozigoti, sono unici. Come le impronte digitali , i genomi forniscono un’identificazione personale unica.

I genomi di ogni persona combina i genomi derivati dai due genitori. Perciò, i genomi sono anche capaci di indicare le parentele, in particolare , di identificare la paternità.

Il genoma di ogni persona contiene geni che influenzano, caratteri riconoscibili, come il colore degli occhi.

A differenza delle impronte digitali i genomi contengono molte più informazioni su una persona rispetto alla semplice identificazione. Problemi etici e giuridici.

I genomi di tutti gli individui, eccetto i gemelli monozigoti, sono unici. Come le impronte digitali , i genomi forniscono un’identificazione personale unica.

I genomi di ogni persona combina i genomi derivati dai due genitori. Perciò, i genomi sono anche capaci di indicare le parentele, in particolare , di identificare la paternità.

Il genoma di ogni persona contiene geni che influenzano, caratteri riconoscibili, come il colore degli occhi.

A differenza delle impronte digitali i genomi contengono molte più informazioni su una persona rispetto alla semplice identificazione. Problemi etici e giuridici.

Le caratteristiche molecolari sono impiegate da 100 anni per identificare le persone e le parentele:

1) Gruppi sanguigni A, B, AB e O dimostra solo l’innocenza, non la colpevolezza.

2)Le sequenze del DNA sono invece in grado di fornire una prova positiva di colpevolezza o paternità a) RFLP; b) VNTR (“DNA fingerprinting”, Alec Jeffreys 1984) tuttavia per questa identificazione si richiedono grandi quantità di DNA non degradato (10 ÷ 50 ng di DNA di lunghezza non inferiore a 20000 ÷

25000 bp); c) con lo sviluppo della PCR si sono

amplificate e poi saggiate (sequenziamento del DNA)

corte regioni notoriamente variabili nella popolazione.

Le caratteristiche molecolari sono impiegate da 100 anni per identificare le persone e le parentele:

1) Gruppi sanguigni A, B, AB e O dimostra solo l’innocenza, non la colpevolezza.

2)Le sequenze del DNA sono invece in grado di fornire una prova positiva di colpevolezza o paternità a) RFLP; b) VNTR (“DNA fingerprinting”, Alec Jeffreys 1984) tuttavia per questa identificazione si richiedono grandi quantità di DNA non degradato (10 ÷ 50 ng di DNA di lunghezza non inferiore a 20000 ÷

25000 bp); c) con lo sviluppo della PCR si sono

amplificate e poi saggiate (sequenziamento del DNA)

corte regioni notoriamente variabili nella popolazione.

L’amplificazione mediante PCR ha portato ad un notevole miglioramento della sensibilità (basta 1 ng di DNA per identificare regioni di 100 bp).

Il metodo prevede:

1) amplificazione mediante PCR di un STR contenente 2 ÷ 5 bp, ripetuta tra qualche volta ad una dozzina di volte. Si producono ampliconi di 200 ÷ 500 bp. I loci usati comunemente presentano 5 ÷ 20 alleli comuni, e vengono saggiati 8 ÷ 15 loci.

2) sequenziamento degli ampliconi.

L’amplificazione mediante PCR ha portato ad un notevole miglioramento della sensibilità (basta 1 ng di DNA per identificare regioni di 100 bp).

Il metodo prevede:

1) amplificazione mediante PCR di un STR contenente 2 ÷ 5 bp, ripetuta tra qualche volta ad una dozzina di volte. Si producono ampliconi di 200 ÷ 500 bp. I loci usati comunemente presentano 5 ÷ 20 alleli comuni, e vengono saggiati 8 ÷ 15 loci.

2) sequenziamento degli ampliconi.

DNA mitocondriale umano (16569 bp): contiene una regione ipervariabile di 100 bp, che varia dell’1 ÷

2% tra individui non imparentati (differenze in 8

posizioni). Vantaggi dell’uso del DNA mitocondiale:

molto abbondante e stabile.

Identificazione del genere: identificazione di qualsiasi

sequenza che sia peculiare del cromosoma Y per

dimostrare l’origine maschile. In alternativa, ricerca della

versione corta (cromosoma X; - 6bp) e versione lunga

(cromosoma Y) del gene per l’angiotensina. ♂, due

bande; ♀, una banda.

DNA mitocondriale umano (16569 bp): contiene una regione ipervariabile di 100 bp, che varia dell’1 ÷

2% tra individui non imparentati (differenze in 8

posizioni). Vantaggi dell’uso del DNA mitocondiale:

molto abbondante e stabile.

Identificazione del genere: identificazione di qualsiasi

sequenza che sia peculiare del cromosoma Y per

dimostrare l’origine maschile. In alternativa, ricerca della

versione corta (cromosoma X; - 6bp) e versione lunga

(cromosoma Y) del gene per l’angiotensina. ♂, due

bande; ♀, una banda.

“Forensic DNA phenotyping” (FDP) è un campo giovane della genetica forense ed include, nel senso più ampio, l’estrazione dell’informazione sui fenotipi umani attraverso l’analisi molecolare di campioni biologici di una scena del crimine.

Attualmente, FDP coinvolge principalmente la predizione dal DNA delle caratteristiche esternamente visibili (EVCs) dell’uomo ed alcune volte la deduzione dal DNA dell’etnicità degli antenati.

Con il progresso delle conoscenze di genetica umana, si è cominciato a capire quali geni sono coinvolti nel EVCs come la pigmentazione della pelle, il tipo dei capelli od il peso corporeo.

“Forensic DNA phenotyping” (FDP) è un campo giovane della genetica forense ed include, nel senso più ampio, l’estrazione dell’informazione sui fenotipi umani attraverso l’analisi molecolare di campioni biologici di una scena del crimine.

Attualmente, FDP coinvolge principalmente la predizione dal DNA delle caratteristiche esternamente visibili (EVCs) dell’uomo ed alcune volte la deduzione dal DNA dell’etnicità degli antenati.

Con il progresso delle conoscenze di genetica umana, si è cominciato a capire quali geni sono coinvolti nel EVCs come la pigmentazione della pelle, il tipo dei capelli od il peso corporeo.

Per quei EVCs, come il colore degli occhi e dei capelli, un numero ragionevolmente piccolo di marcatori (varianti del DNA o SNPs) sono stati identificati, così da permettere una larga proporzione di variazione delle caratteristiche e pertanto fornire una forte accuratezza della predizione.

E’ stato già prodotto un saggio del DNA, validato per uso forense, che permette di predire il colore degli occhi del sospettato.

Per quei EVCs, come il colore degli occhi e dei capelli, un numero ragionevolmente piccolo di marcatori (varianti del DNA o SNPs) sono stati identificati, così da permettere una larga proporzione di variazione delle caratteristiche e pertanto fornire una forte accuratezza della predizione.

E’ stato già prodotto un saggio del DNA, validato per uso forense, che permette di predire il colore degli occhi del sospettato.