PolieCo Magazine n8 dicembre 2009

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n. 8 - Dicembre 2009 M A G A Z I N E Free Service srl Edizioni - Falconara M. (AN) - Supplemento n. 1 al n. 12 Dicembre 2009 di Regioni&Ambiente - Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DGB Ancona periodico Omologato

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EDITORIALE

SOMMARIOFlussi illeciti di rifiutiL’AUDIZIONE DEL POLIECO ALLA COMMISSIONE BICAMERALE D’INCHIESTA SUL CICLO DEI RIFIUTIIl Presidente Enrico Bobbio ed il Direttore Claudia Salvestrini riportano l’esperienza di osservazioni sul campo del PolieCo

p. 3

Progetti per l’economia del ricicloPOLIECO, UNA CONFERMA DI VITALITÀSvolta l’Assemblea per il rinnovo degli Organi direttivi

di Lorena Cecchini p. 5

IL DIRITTO INTERNAZIONALE, COMUNITARIO E DOMESTICO DELL’ECONOMIACOME DIRITTO LIQUIDO Prima parte

di Franco Silvano Toni di Cigoli p. 7

Per il secondo anno consecutivo, pun-tuale, alla scadenza dell’anno solare, giunge l’ultimo numero del PolieCo Ma-gazine, che induce, ovviamente, alla stesura di bilanci e, per quanto riguarda l’attività di comunicazione e veicolazio-ne delle proprie istanze e di quelle del comparto del riciclo, non possiamo che essere orgogliosi delle attività promosse durante questo anno, seppur in un con-testo nazionale ancora troppo gravato da incertezze normative e pericolose fluttuazioni del mercato.Accanto all’attività dei Corsi di For-mazione, promossi con il supporto tecnico-scientifico della Fondazio-ne Santa Chiara per lo Studio del Diritto e dell’Economia dell’Am-biente, che hanno visto numerosi e titolati Docenti incontrare Tecnici di Enti Locali, Amministratori, Operatori del settore, Rappresentanti degli Or-gani di Controllo durante 8 incontri in altrettante Regioni d’Italia (Puglia, 12 febbraio; Sardegna, 23 aprile; Veneto, 14 maggio; Emilia-Romagna, 17 giu-gno; Lombardia, 9 luglio; Toscana, 14 settembre; Campania, 15 ottobre

sole presenze (che in totale superano ampiamente le 2.000 unità), infatti, le continue domande di replica che ci pervengono da ogni parte d’Italia, ci indicano chiaramente quanto bisogno di informazione sulle tematiche am-bientali ci sia nel Paese e ci corrobora sulla bontà delle iniziative intraprese.Come Consorzio non possiamo sot-trarci alla funzione pubblica del nostro operare, pertanto, continueremo si-curamente nel cammino intrapreso volto a perseguire un rinnovo della coscienza ambientale del Paese, che, come ci ricordano in tanti, non può prescindere da un approccio etico al problema della gestione dei rifiuti, non scevro da una particolare attenzione per ciò che concerne la loro poten-zialità economica. A questo punto, non resta che augura-re a tutti una buona lettura e porgere, allo stesso tempo, i migliori Auguri di Buon Natale e Felice Anno nuovo.

e Marche, 17 dicembre).L’attività di formazione/informazione del PolieCo si è estrinsecata anche attraverso alcuni eventi di rilevanza nazionale: Convegno “Il diritto pena-le comunitario in materia di tutela dell’ambiente” - Roma, 25 marzo, Sa-la del Garante; 1° Forum nazionale sull’Economia dei rifiuti - Ischia, 25 e 26 settembre; Convegno “Da rifiuto a risorsa” - Cerea (VR) 26 e 27 no-vembre.Sarebbe riduttivo pensare al succes-so di queste iniziative sulla base delle

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n. 8 - Dicembre 2009Informazione

L’AUDIZIONE DEL POLIECO ALLA COMMISSIONEBICAMERALE D’INCHIESTA SUL CICLO DEI RIFIUTI

Mentre l’Europa stava vivendo il suo primo giorno di uffi-cializzazione, grazie all’attuazione del Trattato di Lisbona, che, ricordiamo, avrà degli effetti notevoli anche per ciò che riguarda la legislazione nazionale in campo ambientale (in quanto rafforza l’autorità gerarchica dell’UE sul diritto domestico del settore ambiente), contemporaneamente, proprio il 1 dicembre, i vertici istituzionali del Consorzio PolieCo, nella fattispecie, il Presidente Enrico Bobbio e il Direttore, Claudia Salvestrini, hanno partecipato ad una audizione della Commissione Parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, facendo emergere quanto osservato e percepito negli ultimi anni nel sistema-Paese.Dopo aver ricordato ai presenti come l’audizione dei rappresentanti del Consorzio Nazionale per il riciclaggio dei rifiuti dei beni a base di polietilene rientra nell’ambi-to dell’approfondimento che la Commissione stessa sta svolgendo sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella Regione Sicilia, il Presidente della Commissione, On. Gaetano Pecorella, ha passato il testimone all’On. Giovanni Fava, relatore per la Sicilia, il quale ha motivato la richiesta di audizione sottolineando come nell’ambito dei lavori preliminari che la Commissione sta preparando sulla Sicilia stessa, si siano già avuti, in diversi contesti, riscontri relativi ad atipiche presenze di attività di espor-tazione di rifiuti dai porti siciliani, ribadendo, tra l’altro, come tali riscontri siano già stati ribaditi dall’Agenzia per le dogane.“Vorremmo quindi sapere – ha chiesto l’On. Fava – se anche a voi risulti la presenza di organizzazioni dedite al trasporto di rifiuti transfrontalieri fuori dell’Unione Eu-ropea, in particolare verso i Paesi dell’area Mediorientale e dell’estremo Oriente. Tali materiali rappresentati da im-ballaggi in polietilene e materiali di questo tipo, sarebbero trasportati per essere riciclati in quei Paesi e poi immessi nel ciclo dei materiali recuperati”.“Ci è stato segnalato – ha proseguito – che spesso questa attività viene svolta in modo fittizio, laddove i rifiuti parto-no verso destinazioni delle quali non si conosce l’identità certa, anzi in alcuni casi verso aziende inesistenti o non di tipo industriale”.Dal momento che per quanto riguarda il prezzo al mercato si tratta di materiali poveri, anche per ciò che concerne lo smaltimento, la curiosità principale della Commissione è quella di conoscere le implicazioni economiche di queste dinamiche; sapere se si tratta di fatti isolati o di vere e proprie organizzazioni che operano sistematicamente per danneggiare anche lo Stato, perché, qualora i sospetti dei rumours raccolti, fossero confermati, si dimostrerebbe la volontà di taluni di guadagnare due volte magari quan-do si tratti di rifiuti attribuiti al sistema CONAI (credito IVA più il contributo ANCI-CONAI per lo smaltimento) a fronte di un’immissione nel mercato di rifiuti che transi-tano illecitamente i confini nazionali per ritornare, dopo

lavorazioni che sembrano essere pericolose per la salute e per l’ambiente, magari dai Paesi dell’Asia, sotto forma di prodotti per uso casalingo, medicale e ospedaliero, per l’infanzia, ecc. quindi con dei rischi anche per la salute dei consumatori.A prendere la parola per primo è stato lo stesso Presidente del PolieCo, Enrico Bobbio, che ha ricordato come: “La gestione del PolieCo è atipica rispetto al sistema consorti-le. Undici anni fa, infatti, abbiamo deciso con la nostra prima delibera che il Consorzio avrebbe dovuto occupar-si dei rifiuti non acquisendone la proprietà e che questi avrebbero dovuto essere mercanteggiati da chi nel tempo ha maturato una capacità imprenditoriale che porta ad avere esperienza. Questa scelta, inizialmente criticata, è stata la nostra carta vincente”.Dopo aver osservato come questa scelta di terzietà abbia permesso al PolieCo di avere un contributo al Consorzio (CAC) quindici volte più basso rispetto agli altri Consorzi di filiera CONAI, dal momento che i Consorziati PolieCo hanno completa libertà di movimento, il Presidente ha sot-tolineato come: “sui nostri operatori effettuiamo un’azione di monitoraggio, di ausilio, di sostegno, di controllo e di verifica, ma lasciamo loro il mercato del rifiuto… Questo ci ha permesso di superare due procedure, fatte ad arte a Bruxelles, sia sulla concorrenza che sul mercato. Abbiamo inoltre uno Statuto che, contrariamente a quello degli altri Consorzi, ha ricevuto il placet dell’Antitrust”.Il Presidente è entrato, quindi nell’argomento dell’audi-zione evidenziando, proprio per la Regione Sicilia una atipicità riscontrata dal PolieCo: “Contrariamente agli altri Consorzi, il PolieCo ha i migliori risultati al Sud. I nostri Consorziati raccolgono e trasportano 200.000 tonnellate di polietilene solo in Sicilia, delle quali riusciamo a riciclare oltre 62.000 tonnellate, quindi , il 15% del totale in Italia, subito dietro la Lombardia che ha un polmone particolare di capacità industriale”.Nel presentare la dimostrazione che lavorando si possono ottenere buoni risultati sia al Nord che al Sud, il Presidente ha quindi reso una memoria di quanto accennato sul caso Sicilia dal Relatore della Commissione.“Il problema accennato dall’On. Fava – ha dichiarato il Presidente – è nato nel 1999, quando i Consorziati si sono rivolti a noi per lo strano fenomeno della “sparizione” di materiale di riciclo. Solo in Sicilia 48 aziende si occupano dei trasporti e della raccolta del prodotto che trattiamo e ben 21 impianti trattano, riciclano e trasformano il polie-tilene da prodotto di scarto a prodotto riutilizzabile”.“Queste aziende – ha detto il Presidente – ci hanno lan-ciato un messaggio disperato perché non trovavano più materiale. Abbiamo cercato di capire la genesi di questa sparizione e interpellato le autorità di controllo, che hanno reagito in maniera molto collaborativa. L’Agenzia delle dogane ci è stata molto vicina, pur non conoscendo com-pletamente il problema”.

Il Presidente Enrico Bobbio ed il Direttore Claudia Salvestrini riportano l’esperienza di osservazioni sul campo del PolieCo

Flussi illeciti di rifiuti

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“Abbiamo quindi dovuto spendere molte energie e risor-se finanziarie per dare il nostro supporto tecnico a una struttura che non aveva molta esperienza nel settore dei rifiuti”.Dalle osservazioni fatte nel tempo, sono emersi particolari che il Presidente ha invitato ad ascoltare dalla viva voce del Direttore Claudia Salvestrini.“La Sicilia è una delle regioni dove sembra risultare più alta l’esportazione di rifiuti verso Paesi non comunitari”, ha dichiarato il Direttore PolieCo ammettendo che l’espe-rienza del Consorzio, in questo campo prende l’avvio con le prime segnalazioni che sono partite nel 2000, quando, effettivamente, la macchina consortile, approntata tra il 1998 e il 1999, ha cominciato a muoversi.“Non abbiamo mai riscontrato, tranne qualche carico a Pozzallo – ha detto la Salvestrini – esportazioni destinate a Paesi europei”.Successivamente, il Direttore PolieCo ha ricostruito alcune fasi dei trasporti illeciti cui ha assistito e relazionato sulle 8 missioni compiute in Cina per conto del Consorzio (Ndr: per maggiori informazioni e approfondimenti, si veda l’art. “il fenomeno dell’esportazione dei rifiuti”, a firma dello stesso Direttore PolieCo, sul numero di dicembre 2008 del PolieCo Magazine).Dopo aver accennato a possibili ed eventuali coinvol-gimenti e triangolazioni fra aziende che operano nella criminalità, altre aziende che operano nel settore ed im-portatori asiatici, l’audizione si è conclusa con l’intervento del Presidente Bobbio che, nel rinnovare il ringraziamento per l’interesse dimostrato dai Membri della Commissione stessa nei confronti del lavoro svolto quotidianamente dal PolieCo, ha voluto sottolineare alcuni aspetti proble-matici della gestione dei rifiuti in Italia che dovrebbero preoccupare le Amministrazioni del Paese, in tutte le sue forme.

“Il mondo del riciclo è stranissimo – ha chiosato il Pre-sidente Bobbio – noi siamo leader mondiali del riciclo delle materie plastiche come tecnologia. L’Italia consuma 5 milioni di termoplastici nel mondo industriale, di cui 2 milioni sono rappresentati da polietilene. Nel campo delle materie vergini, 1.800.000 tonnellate sono materiale riciclato che per un gioco stranissimo, potrebbe sparire dal nostro mercato”.“Il mercato dell’accessorio dell’auto, che è il più conosciuto a livello mondiale, si basa su mezzo centesimo di euro al Kg di prodotto. Il prodotto riciclato costa il 40-60% del costo della materia vergine. La capacità dei nostri sistemi produttivi è tale che la fantasia italiana riesce a commisurare tecnica e riciclo. Se questi venissero a sparire rischieremmo di perdere l’80% del mercato dell’accessorio dell’auto e degli altri accessori”.Con un ulteriore esempio, ha spiegato che: “ormai il tu-bo della lavatrice è fatto in Cina perché costa un quarto rispetto a quello prodotto in Italia. Se questo discorso si allargasse a tutti i prodotti, perderemmo non già il mercato del riciclo, bensì tutto il mercato…”.Avviandosi alla conclusione con un piccolo focus sulla necessità di implementare le attività di monitoraggio e controllo sui flussi, il Presidente ha concluso il suo in-tervento affermando che: “L’Italia da sola non fa nulla. Potremmo certo gridare ma i rifiuti prenderebbero co-munque la strada della Germania o della Lituania e non risolveremmo comunque il problema”.La soluzione, secondo il Presidente è da ricercarsi in un sistema di monitoraggio a livello europeo, con la colla-borazione di tutti gli Stati membri.La posta in gioco è alta, perché, oltre ad una seria ipoteca sull’ambiente e la salute dei cittadini: “il vero pericolo è perdere nell’arco di dieci anni, tutto il mercato”.

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n. 8 - Dicembre 2009Eventi

POLIECO, UNA CONFERMA DI VITALITÀ

Si è svolta il 9 dicembre scorso l’Assemblea indetta da Po-lieCo per il rinnovo degli Organi direttivi.Alle ore 10, nella Sala Capranichetta dell’Hotel Nazionale, in Piazza Montecitorio a Roma, è stato raggiunto il quorum del 48,88% e la votazione ha avuto inizio. Alla guida del Consorzio nazionale per il riciclaggio dei ri-fiuti dei beni a base di polietilene - che svolge la sua attività senza scopo di lucro dal 1998, in applicazione del Decreto Ronchi - è stato confermato Enrico Bobbio. (ndr: per informazioni sul rinnovo del Consiglio di Ammi-nistrazione, si veda il relativo Box).“È questo un momento delicato di transizione – ha detto il Presidente Bobbio – dovuto al fatto che stiamo recependo la direttiva europea per la revisione della legge 152/06, cosa che provoca non pochi problemi organizzativi. Per questo è necessaria continuità, visto che i risultati del Consorzio confermano la validità del Consiglio”. Il Consorzio PolieCo sta vivendo una stagione di intensa attività che si esprime attraverso la stipula di numerosi ac-cordi di programma. Il Presidente Bobbio ha ricordato in particolare quello con la Curti srl, la rinomata azienda italiana produttrice di risi, che dedica grande attenzione al riutilizzo degli scarti di produ-zioni agricole e quindi dell’intera filiera agro-alimentare. Con la sinergia è possibile far coincidere l’esigenza di dover destinare a recupero energetico il polietilene di scarto dei processi di recupero e rigenerazione svolti dai consorziati e la necessità dell’Azienda di reperire materiali da utilizzare a recupero energetico.Reduce dall’importante Forum internazionale che si è te-nuto ad Ischia lo scorso settembre, dal titolo: “Economia dei Rifiuti”, il PolieCo intende ribadire anche per il futuro – ha precisato Bobbio - la necessità che per le esigenze di mercato del nostro Paese, il riciclo si confermi una delle fonti più intelligenti per bypassare la tendenziale scarsità di materie prime.“Con Ischia – ha ribadito Bobbio - abbiamo assistito alla nascita di una “Cernobbio finanziaria dei rifiuti”, dove Governo, forze dell’ordine, pubbliche amministrazioni e im-prese si apprestano ora ad individuare nuove soluzioni nella gestione dei rifiuti, nel rispetto della sostenibilità economica e ambientale, oggi fattore che riconferma la sua importanza quale punto chiave per una migliore qualità della vita”.Il Consorzio, che vede il suo core system nella capacità im-prenditoriale dei propri Soci, sta allargando i suoi orizzonti in materia di riciclo anche al mondo agricolo, predisponen-do una serie di incontri per concordare gli argomenti con l’appoggio di convenzioni in corso di realizzazione con le Province per la raccolta di rifiuti in agricoltura; in definitiva, si vuole esportare ciò che si realizza a livello industriale anche nel settore dell’agricoltura, attraverso la creazione di sistemi integrati di gestione dei rifiuti provenienti dalle imprese agricole, stimolando un’applicazione concreta della normativa, aumentando l’efficacia dei controlli pubblici mi-nimizzando gli oneri burocratici a carico delle imprese.

Ma l’azione di PolieCo mira ad intervenire nel sistema di gestione dell’ambiente in maniera sempre più estesa, allacciando intese bilaterali anche con le Associazioni am-bientaliste come il WWF, con cui sono in corso precisi accordi per la ripresa produttiva nelle zone terremotate dell’Abruzzo. Tra questi è recente l’iniziativa con cui è stato presentato il progetto nazionale “Rifiuti: zero in condotta” realizzato dal WWF Italia in collaborazione con il Consorzio PolieCo per avvicinare insegnanti e alunni al problema dei rifiuti, attraverso iniziative e laboratori che insegnino a ridurre la produzione di scarti, evitare gli sprechi, avviare corrette procedure di smaltimento e soprattutto promuovere nei gio-vani una nuova consapevolezza sul tema controverso della sostenibilità a partire dalla scuola, il territorio e la società. “Se perdiamo il riciclo – ha detto sempre Bobbio nel corso della giornata – ricordiamoci che perdiamo il 60% del mer-cato nazionale e una grossa opportunità di fare sistema”.La crisi non sembra aver provocato particolari ripercussioni economiche sul Consorzio, dal momento che la rendicon-tazione del bilancio, come ha sottolineato Alessandro Zavaglia, sembra caratterizzarsi come “anticiclico”. Le risultanze contabili per l’anno trascorso mostrano che il volume di affari del consorzio non ha subito cali, al Contra-rio i segnali sono positivi, mostrando un ampliamento della base degli iscritti e dunque una certa propensione a versare il contributo. Anche i costi si mantengono stabili, elemento che permette di elargire il 50% di contributi al riciclaggio riconosciuto alle imprese.Il Presidente Bobbio – nell’attesa che fossero esplicate le procedure per le votazioni del nuovo Direttivo del Consorzio - ha affrontato il tema che riguarda il trattamento degli scarti legati allo smaltimento dei fanghi: “Un problema – ha detto Bobbio – perché sono ben 80 mila le tonnellate di fanghi che incidono notevolmente sui costi e per il cui trattamento è stato siglato un accordo con il Ministero dell’Industria”. A fine giornata l’Assemblea dei Soci di PolieCo ha visto an-che la presenza dell’ex Ministro dell’Ambiente e dlla Tutela del Territorio e del Mare, Alfonso Pecoraro Scanio che ha manifestato l’auspicio di costruire una rete sana e solida tra i diversi operatori pubblici e privati del settore dei rifiuti, una sorta di “lobby bianca intorno al riciclo”.

Svolta l’Assemblea per il rinnovo degli Organi direttivi

Progetti per l’economia del riciclo

di Lorena Cecchini

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IL “PROGETTO FANGHI”

Il Presidente Bobbio ha portato all’esame dell’Assemblea una problematica riguardante le determinazioni da adottare per lo smaltimento dei fanghi provenienti dalle operazioni di lavaggio di plastiche degli impianti di riciclo.Il problema nasce innanzitutto da un vuoto normativo, na-turalmente legato al D. Lgs. 152/06, che lascia presupporre una scarsa conoscenza da parte del settore pubblico dei processi di riciclaggio e rigenerazioni dei rifi uti plastici in questione. Infatti, il Decreto non chiarisce se i fanghi prove-nienti dalle operazioni accennate, debbano essere considerati rifi uti, né esiste traccia di attribuzione ai composti di uno specifi co codice CER. Il problema dello smaltimento dei fanghi, quale risultanza del trattamento di teli agricoli e pacciamature contenenti un’alta percentuale di terra residuale, è stata sollevata recentemente da diversi consorziati, che attendono, con l’ausilio di PolieCo, l’avvio di una soluzione che renda economicamente vantag-gioso proseguire l’attività di recupero e riciclo delle plastiche agricole, per il cui problema il Consorzio è pronto ad affi an-care i propri tecnici a quelli delle strutture pubbliche, nel tentativo di una soluzione soddisfacente della tematica.Per ovviare al problema “rifi uto sì, rifi uto no”, l’Arpa Emilia-Romagna, ad esempio, ha pensato di assimilare tali residui ai fanghi provenienti da impianti di depurazione, conside-randoli così alla stregua di rifi uti speciali non pericolosi da conferire a discarica autorizzata. Decisione questa che ha però lo svantaggio di provocare la lievitazione dei costi di smaltimento, rendendoli talmente onerosi per le aziende da ritenere assolutamente defi citario il riciclaggio massiccio delle plastiche utilizzate in agricoltura, tanto da ipotizzare l’abbandono della raccolta e trattamento di questa tipologia di rifi uti. Il parere del Dipartimento Energia e Rifi uti della Regione La-zio, ha invece ipotizzato la possibilità di considerare i residui assimilabili alle terre e rocce da scavo, di natura organica, mentre quelli in oggetto sono però di origine naturale. Quella di assoggettare i fanghi provenienti dal lavaggio di plastiche degli impianti di riciclo alla normativa delle terre e rocce da scavo, attualmente è oggetto di proposta per la formulazione di linee guida regionali recepibili dall’Istituto superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale (ISPRA) e dal Sistema delle Agenzie Regionali e Provinciali per l’Am-biente (ARPA-APPA). Da tener conto, però, che questa declassifi cazione (da rifi uto a materiale) sarebbe possibile qualora le indagini chimico-fi siche escludessero la presenza di inquinanti eccedenti i limiti consentiti. “PolieCo si impegna – ha concluso il Presidente Bobbio – a trattare la materia con le competenti istituzioni pubbliche, confi dando in una profi cua collaborazione, con la speranza che possa sfociare nella defi nizione di norme specifi che per la determinazione di questo tipo di materiali e del loro smaltimento”.

ELEZIONE CDA POLIECO

Il giorno 9 dicembre 2009 a Roma in Piazza Monte-citorio, 131 presso la sala Capranichetta, si è svolta l’Assemblea dei Consorziati PolieCo, Consorzio Na-zionale per il riciclaggio dei rifi uti dei beni a base di polietilene, che ha rinnovato le cariche del Consiglio di Amministrazione secondo quanto stabilito dallo Statuto.

Sono risultati Eletti:

Enrico Bobbio

Tommaso Campanile

Natale Castagna

Silvio Pompei

Antonio Amatucci

Stefano Masini

Mario Troisi

Mirella Galli

Walter Regis

Adriano Ventucci

Rimane invariata la precedente confi gurazione del CDA, a conferma della grande fi ducia accordata dai Consor-ziati e dal valore del buon lavoro dimostrato durante il triennio appena concluso.

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n. 8 - Dicembre 2009Approfondimento

Franco Silvano Toni di Cigoli - Docente di Diritto del Commercio Internazionale all’Università di Padova e Regular Fellow at the British Institute on International and Comparative Law in London

IL DIRITTO INTERNAZIONALE, COMUNITARIO E DOMESTICO DELL’ECONOMIACOME DIRITTO LIQUIDO[Paradigmaticità della materia ambientale e variazioni sul tema conriguardo ai soggetti, alle regole ed ai modelli organizzativi]*

Il tema che in qualche modo dovrebbe esse-re approcciato nello spazio riservatomi nella Terza sessione dei lavori è voluto al fine di introdurre gradi di lettura - e quindi di comprensione - del-la “connessione” tra diritto ed economia allorquando detta con-nessione sia osservata da una linea prospet-tica atta a privilegiare la materia ambientale [e subito, al fine di re-

stringere e rendere così più maneggiabili i contenuti del discorso in atto, diremo che la materia ambientale è qui paradigmaticamente epitomata nella gestione dei rifiuti - altrimenti detta waste management - proprio per prestare attenzione ai soggetti, alle regole ed ai modelli organizzativi di questa gestione].Visto che - in specie anche al fine di disegnare un’etica dell’economia dei rifiuti - chi mi ha preceduto ieri ha fatto riferimento alla “Caritas in veritate” [il riferimento è alla Lettera Enciclica del Pontefice Benedetto XVI, data in Roma, presso San Pietro, il 29 giugno 2009, nella solennità dei SS. Apostoli Pietro e Paolo], e visto che anche oggi la stessa Enciclica verrà citata di nuovo, mi permetto di dare ulteriore eco al testo della stessa. Se così fosse letto il Capitolo IV, ru-bricato con “Sviluppo dei popoli, diritti e doveri, ambiente”, e, di detto capitolo, fosse in particolare letta la parte legata all’ambiente, si potrebbe trovare [alla fine del paragrafo 48] un ordine di approccio alle tematiche ambientali dando priorità, nell’elencazione proposta, al riferimento all’ambito “giuridico” ed a quello “economico” [tra gli altri proposti, quale quello politico e quello culturale] proprio al fine di reperire anche lo strumentario idoneo per misurarsi con l’ambiente. Diritto ed economia diventano così anche misura delle cose ambientali e del loro combinarsi in problemi [da affrontare] ed in soluzioni [da veder trovate]. Quindi parlare di diritto e di economia per parlare, più in particolare, delle tematiche di gestione dell’ambiente [ed, ancor più specifi-catamente, di gestione dei rifiuti] non solamente “fa bene” ma serve “a fare bene”.Tutto ciò premesso, cerchiamo di delineare quali possano essere alcune delle linee di tendenza, alcune delle prospet-tive di quello che potremmo chiamare il “diritto prossimo venturo dell’economia” nell’ambito datoci [ancora quello gestionale ambientale e dei rifiuti]. Si tratta certamente di un diritto prossimo venturo che deve fare i conti con elementi e circostanze che si configurano di terribile frammentazione e terribile complessità. E per meglio precisare il generale as-sunto, è buona norma ricorrere ad uno dei Maestri che ormai

accomuna generazioni di sensibili giuristi [e che tutti noi conosciamo]: si tratta di Paolo Grossi (tra l’altro, diventato recentemente uno dei giudici della Corte Costituzionale); nel dare a Paolo Grossi la parola - nel tentativo di avere una prima sintesi delle linee prospettiche del “diritto prossimo venturo” in discorso - scopriamo come questi, nel riferirsi a questo nuovo e prossimo diritto, dica come lo stesso si trovi già [nel suo divenire] a fare i conti soprattutto con tre “frangenti”: - il primo frangente è rappresentato dalla rapidità del mu-

tamento sociale nella civiltà contemporanea;- il secondo frangente è rappresentato dalla complessità,

appunto, della civiltà contemporanea;- il terzo frangente è rappresentato dall’universalizzazione,

dalla globalizzazione [detta all’inglese] o dalla mondializ-zazione [detta alla francese].

Allora, quello che, con i detti frangenti così ordinati [in quella che indubbiamente si configura solamente come una short list, perché altri potrebbero essere i citabili frangenti], potreb-be essere veduto solo come primo contenuto di un discorso di assoluta teoria generale [anche se uno dei miei Maestri diceva che non c’è nulla di più pratico che una buona teoria generale] - si può invece configurare come primo riassunto di ciò che la giurisprudenza e la dottrina angloamemericana, cosiccome quella continentale [e mi limito così a ciò che è comunemente descritto come Western Legal Tradition oppure Western Legal Order, così quindi e conseguentemente limitandomi alla “parte occidentale del diritto” - perché un allargamento degli orizzonti del diritto sarebbe foriero solo di “confusione”], hanno ormai focalizzato anche come carat-teristica di quel “diritto prossimo venturo”, che ci viene così incontro subito connotato da una rapida mutevolezza, da una intrinseca e poliedrica complessità e da una strutturata globalità. Addirittura, i più “avventurieri o “avventuristi” tra i giuristi dicono che non si tratti di un diritto “dell’avvenire” ma di un diritto “dell’avvenuto”, con ciò imponendoci di riconsiderare il “diritto prossimo venturo” da cui abbiamo preso le mosse come - invece e con ogni probabilità - “diritto presente e corrente”.Proviamo così nel nostro argomentare a descrivere qualche tratto atto a meglio rappresentare [se non a caratterizzare] questo diritto ormai fluidificato dalla sua succennata mute-volezza, complessità e globalità.

* Il presente contributo è qui pubblicato, come evidenziato in epigrafe, nella sua prima parte e costituisce la trascrizione dell’intervento effettuato dall’Autore al Forum Internazionale, I edizione, in materia di Economia dei Rifiuti, tenutosi ad Ischia il 25 e 26 settembre 2009, organizzato da Ambrosetti e PolieCo. La trascrizione di detto intervento sarà oggetto di completamento nei prossimi numeri di questa Rivista.

Prima Parte

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