PMI Forze locali, capacità mondiali

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Policy Brief © OCSE 2000 Giugno 2000 Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico Introduzione Le piccole e medie imprese (PMI) rappresentano oggi più del 95% delle imprese, for- niscono il 60-70% dell’occupazione, e generano una larga parte dei nuovi posti di lavoro nelle economie dei paesi dell’OCSE. Esse possiedono inoltre specifici punti di forza e di debolezza che richiedono l’attuazione di adeguate politiche. Con l’avvento delle nuove tecnologie e della globalizzazione si è ridotta l’importanza delle economie di scala in molte attività, mentre si sono rafforzate le capacità potenziali delle piccole imprese. Tuttavia, molti dei problemi tradizionali ai quali le PMI devono far fronte – mancanza di finanziamenti, difficoltà di sfruttamento della tecnologia, capacità manageriali limitate, scarsa produttività, vincoli normativi – si aggravano in un sistema globalizzato e in un ambiente dominato dalla tecnologia. È quindi indispensabile per le piccole imprese migliorare le loro competenze mana- geriali, la loro capacità di raccogliere informazioni e potenziare il loro supporto tec- nologico. A questo fine, l’obbiettivo dei governi dovrebbe essere quello di agevolare l’accesso delle PMI ai finanziamenti, alla raccolta di informazioni e ai mercati inter- nazionali, e principalmente tramite l’introduzione di strutture regolamentari, legisla- tive ed economiche, miranti a facilitare la crescita e lo sviluppo delle piccole imprese e ad accrescere le capacità imprenditoriali. Per dinamizzare il settore delle PMI è indispensabile attuare al più presto iniziative destinate a promuovere i partenariati tra il settore pubblico e quello privato, e inco- raggiare la creazione di reti e raggruppamenti di piccole imprese. Il raggruppamento delle PMI in sistemi di produzione regionali spesso rende quest’ultime più flessibili, e capaci di rispondere alle esigenze della clientela, delle grandi imprese. In questo modo le PMI possono mettere in comune le loro risorse e dividere i costi per la for- mazione, la ricerca e il marketing. Inoltre, il raggruppamento facilita lo scambio di personale, la diffusione della tecnologia e crea nuove opportunità per rendere il lavoro più efficace ed efficiente. E soprattutto, le reti regionali e i sistemi di sostegno possono aiutare le PMI ad affrontare le sfide della globalizzazione. Individualmente o in gruppo, le PMI sono oggi alla ricerca di maggiori opportunità sul piano mondiale tramite alleanze strategiche, franchising e joint ventures. Le iniziative politiche dei vari governi dovrebbero tenere conto dei fattori regionali e locali che frenano la capacità imprenditoriale e basarsi su queste peculiarità per inco- raggiare il partenariato tra le piccole imprese. Ecco perché, nel condurre le loro poli- tiche, i governi devono utilizzare le istituzioni locali, i gruppi industriali e le associazioni imprenditoriali per creare e rafforzare le cooperazioni che consentiranno alle PMI di sostenere la competitività mondiale. Avvalendosi della forza locale, le azioni nei confronti delle piccole e medie imprese devono orientare le nuove dinami- che dell’imprenditorialità e il raggruppamento delle piccole imprese, in modo da per- mettere di affrontare le sfide imposte dalla globalizzazione delle economie. Cosa sono le PMI? Quale è il loro contributo economico? In quali settori operano le PMI? Perché l’imprenditorialità è importante? In quale modo le piccole imprese sono innovative? Che tipi di finanziamenti sono necessari per le PMI? Le PMI sono attive sul mercato mondiale? Quale ruolo svolgeranno le PMI nel commercio elettronico? In quale modo le PMI possono contribuire a uno sviluppo sostenibile? Cosa dovrebbero fare i governi? Quale è il ruolo dell’OCSE? Per ulteriori letture Dove contattarci? Piccole e medie imprese: Forze locali, capacità mondiali

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Quale è il loro contributo economico? Introduzione In quale modo le PMI possono contribuire a uno sviluppo sostenibile? Perché l’imprenditorialità è importante? Le PMI sono attive sul mercato mondiale? In quale modo le piccole imprese sono innovative? Quale è il ruolo dell’OCSE? Cosa sono le PMI? Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico Dove contattarci? Per ulteriori letture G iu g n o 2 0 0 0 © OCSE 2000

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Policy Brief

© OCSE 2000

Giugno 2000

Cosa sono le PMI?

Quale è il loro contributoeconomico?

In quali settori operano lePMI?

Perché l’imprenditorialitàè importante?

In quale modo le piccoleimprese sono innovative?

Che tipi di finanziamentisono necessari per le

PMI?

Le PMI sono attive sulmercato mondiale?

Quale ruolo svolgerannole PMI nel commercio

elettronico?

In quale modo le PMIpossono contribuire a uno

sviluppo sostenibile?

Cosa dovrebbero fare igoverni?

Quale è il ruolodell’OCSE?

Per ulteriori letture

Dove contattarci?

Piccole e medie imprese: Forze locali, capacità mondiali

Introduzione

Le piccole e medie imprese (PMI) rappresentano oggi più del 95% delle imprese, for-niscono il 60-70% dell’occupazione, e generano una larga parte dei nuovi posti dilavoro nelle economie dei paesi dell’OCSE. Esse possiedono inoltre specifici punti diforza e di debolezza che richiedono l’attuazione di adeguate politiche. Con l’avventodelle nuove tecnologie e della globalizzazione si è ridotta l’importanza delle economiedi scala in molte attività, mentre si sono rafforzate le capacità potenziali delle piccoleimprese. Tuttavia, molti dei problemi tradizionali ai quali le PMI devono far fronte –mancanza di finanziamenti, difficoltà di sfruttamento della tecnologia, capacitàmanageriali limitate, scarsa produttività, vincoli normativi – si aggravano in unsistema globalizzato e in un ambiente dominato dalla tecnologia.

È quindi indispensabile per le piccole imprese migliorare le loro competenze mana-geriali, la loro capacità di raccogliere informazioni e potenziare il loro supporto tec-nologico. A questo fine, l’obbiettivo dei governi dovrebbe essere quello di agevolarel’accesso delle PMI ai finanziamenti, alla raccolta di informazioni e ai mercati inter-nazionali, e principalmente tramite l’introduzione di strutture regolamentari, legisla-tive ed economiche, miranti a facilitare la crescita e lo sviluppo delle piccole impresee ad accrescere le capacità imprenditoriali.

Per dinamizzare il settore delle PMI è indispensabile attuare al più presto iniziativedestinate a promuovere i partenariati tra il settore pubblico e quello privato, e inco-raggiare la creazione di reti e raggruppamenti di piccole imprese. Il raggruppamentodelle PMI in sistemi di produzione regionali spesso rende quest’ultime più flessibili,e capaci di rispondere alle esigenze della clientela, delle grandi imprese. In questomodo le PMI possono mettere in comune le loro risorse e dividere i costi per la for-mazione, la ricerca e il marketing. Inoltre, il raggruppamento facilita lo scambio dipersonale, la diffusione della tecnologia e crea nuove opportunità per rendere illavoro più efficace ed efficiente. E soprattutto, le reti regionali e i sistemi di sostegnopossono aiutare le PMI ad affrontare le sfide della globalizzazione. Individualmente oin gruppo, le PMI sono oggi alla ricerca di maggiori opportunità sul piano mondialetramite alleanze strategiche, franchising e joint ventures.

Le iniziative politiche dei vari governi dovrebbero tenere conto dei fattori regionali elocali che frenano la capacità imprenditoriale e basarsi su queste peculiarità per inco-raggiare il partenariato tra le piccole imprese. Ecco perché, nel condurre le loro poli-tiche, i governi devono utilizzare le istituzioni locali, i gruppi industriali e leassociazioni imprenditoriali per creare e rafforzare le cooperazioni che consentirannoalle PMI di sostenere la competitività mondiale. Avvalendosi della forza locale, leazioni nei confronti delle piccole e medie imprese devono orientare le nuove dinami-che dell’imprenditorialità e il raggruppamento delle piccole imprese, in modo da per-mettere di affrontare le sfide imposte dalla globalizzazione delle economie. ■

Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico

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2 Policy BriefPiccole e medie imprese: Forze locali, capacità mondiali

Cosa sono le PMI?Le PMI sono imprese non consociatee indipendenti che assumono unnumero limitato di dipendenti. Que-sto numero varia nelle statitisticheuff icial i da un paese a ll ’a l tro.Nell’Unione Europea, per esempio, illimite massimo è generalmente di250 dipendenti. Tuttavia, in alcunipaesi il limite è fissato a 200 dipen-denti, mentre negli Stati Uniti le PMIincludono imprese con circa 500dipendenti Le piccole imprese con-tano in genere non più di 50 dipen-denti, mentre nelle micro-impreselavorano al massimo dieci, e inalcuni casi cinque persone. Anche ilvolume d’affari costituisce un para-metro di definizione delle PMI.Nell’Unione Europea, le PMI devonoavere un fatturato che non superi i40 milioni di euro e/o un bilancio diesercizio non superiore ai 27 milionidi euro. ■

Quale è il loro contributo economico?Le PMI hanno un ruolo importantis-simo nella crescita economica dei

paesi dell’OCSE, in quanto creatricidi gran parte dei nuovi posti dilavoro. Più del 95% delle impresedell ’OCSE sono delle PMI, chegarantiscono il 60/70% dell’occupa-zione della maggior parte dei paesi.Mentre da un lato le grandi impreseriducono e subappaltano varie atti-vità, dall’altro il peso delle PMInell’economia è in continua crescita.Inoltre, l’aumento della produttività– e di conseguenza la crescita econo-mica – è fortemente influenzata dallacompetitività legata alla nascita e allascomparsa di imprese più piccole.Questo processo implica una grandemobilità dei posti di lavoro – eun’animazione fittizia del mercatodel lavoro – che è a sua volta parteintegrante del processo competitivoe dei mutamenti strutturali. Menodella metà delle piccole start-upsopravvive per più di cinque anni, esolo un ridottissimo numero riesce afar parte del gruppo delle impreseleader nel campo delle innovazioni edei servizi. Questo dato conferma lanecessità per i governi di riformare lepolitiche e il contesto strutturalelegati alla creazione e allo sviluppodelle imprese, e mirati a ottimizzare

la partecipazione alla loro crescitaeconomica. ■

In quali settori operano le PMI?

La maggior parte delle PMI opera nelsettore dei servizi, che nei Paesidell’OCSE rappresenta oggi i dueterzi dell ’att ività economica edell’occupazione. Le piccole impreselavorano principalmente nei settoridel commercio all’ingrosso e al detta-glio, dell’industria alberghiera, dellecomunicazioni e dei servizi alleimprese, e dell’edilizia. Sempre neiPaesi dell’OCSE, le piccole e medieimprese sono presenti nell’industriamanifatturiera e forniscono almenola metà dei posti di lavoro in questosettore. Si osserva inoltre che le pic-cole imprese sono sempre più attivenel settore dell’alta tecnologia,dell’informazione e della comunica-zione, e della biotecnologia.

Le PMI predominano nell’impor-tante branca dei servizi strategici alleimprese, inclusi quelli dei software edell’elaborazione di informazioni,della ricerca e dello sviluppo, del

10-505.9%

< 1093.0%

50-2490.9%

> 2490.2% 100-499

8%

> 5004%

0-950%

10-9938%

Quote delle PMI sull’attività aziendale globlale

A. Unione Europea : quote in percentualeper categoria dimensionale

B. Stati Uniti : quote in percentuale in base alledimensioni dell’azienda (economia totale)

Fonte: Base di dati OCSE/Eurostat sulle statistiche delle PMI.

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Quote delle PMI sull’attività aziendale globlale

A. Unione Europea : quote in percentualeper categoria dimensionale

B. Stati Uniti : quote in percentuale in base alledimensioni dell’azienda (economia totale)

Fonte: Base di dati OCSE/Eurostat sulle statistiche delle PMI.

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Quote delle PMI sull’attività aziendale globlale

A. Unione Europea : quote in percentualeper categoria dimensionale

B. Stati Uniti : quote in percentuale in base alledimensioni dell’azienda (economia totale)

Fonte: Base di dati OCSE/Eurostat sulle statistiche delle PMI.

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marketing, della gestione aziendale,e delle risorse umane. La tendenzacrescente delle maggiori industriemanifatturiere a subappaltare alcuneattività, unita all’introduzione dinuove tecnologie che hanno per-messo alle PMI di guadagnare nuovefette di mercato, ha condotto, in que-st i ul timi anni, a una cresci taannuale del 10% dei servizi ad altocontenuto di conoscenza. Il fatto chela dimensione media di un’impresanel settore dei servizi rappresentiuna frazione della dimensione mediadi un’azienda rispetto al settoremanifatturiero o dell’economia ingenerale è un segno del peso dellePMI in questo campo. ■

Perché l’imprenditorialità è importante?

La vitalità dell’attività imprendito-riale è fondamentale per lo sviluppodelle piccole imprese. Gli imprendi-tori sono coloro che sanno cogliere leopportunità, corrono dei rischi e svi-luppano nuovi beni e servizi. Sonoloro che determinano le dinamicheeconomiche – nascita, sviluppo, crisie declino delle imprese – e che stimo-lano l’intera crescita economica. Tut-tavia, il processo imprenditorialeresta misterioso. In ogni paese, i fat-tori sociali, culturali e politici influi-scono non solo sulla disponibilità diopportunità imprenditoriali, maanche sulla capacità di assumererischi e sulla mobilità delle risorse.Tra i fattori che frenano l’imprendo-rialità si possono includere il gradod’istruzione e la formazione, nonchéle norme e gli ostacoli istituzionaliche scoraggiano la creazione di nuoveimprese, ma anche l’espansione delleattività già esistenti.

L’imprenditorialità varia da unaregione all’altra. Alcune regioni oaree locali sono famose per i lororaggruppamenti di imprese dinami-

che che tirano profitto dallo “spillo-ver” di informazioni e altri fattoriintangibili. In tutti i paesi esistonoparticolari aree in cui l’attivitàimprenditoriale è estremamente ele-vata, per esempio, la Silicon Valleynegli Stati Uniti, Arezzo e Modena inItalia, Valenza in Spagna, Norim-berga in Germania, e Gnosjö in Sve-zia. Il capitale intellettuale, culturalee sociale, associato alle reti localiincide sullo sviluppo delle connes-sioni tra queste imprese. Raggrup-parsi può essere particolarmentevantaggioso per le piccole impreseche, a causa delle loro dimensioni,non possono finanziare certi serviziinterni come la formazione, laricerca o il marketing. Esso presentainoltre il vantaggio di incrementareprogressivamente la competitivitàdei gruppi di imprese e di offrire lorola possibilità di competere sul pianomondiale. Il successo dei distretti edei raggruppamenti è caratterizzatodal continuo emergere di nuoveimprenditorialità.

In molti paesi dell’OCSE, aumenta ilnumero di donne manager. Leimprese gestite da donne rappresen-tano oggi da un quarto a un terzodelle attività economiche mondiali.In vari paesi, in particolare negliStati Uniti e in Canada, la crescita delnumero di donne manager sta persuperare l’intera crescita di nuoveimprese. Tuttavia, esistono ancoraostacoli all’espansione delle impresegestite da donne, per cui si rivelanecessario acquisire una miglioreconoscenza e raccogliere più datisull’imprenditorialità femminile, sulsuo ruolo nella società e nell’econo-mia, al fine di intraprendere dellepolitiche di successo. Bisognerebbequindi stimolare la diffusione dellapresenza delle donne managernell’economia mondiale, fornirefinanziamenti adeguati ai bisognidelle imprese gestite da donne, non-

ché proporre corsi di studio e forma-zioni in grado di dare un impulsoall’imprenditorialità femminile. ■

In quale modo le piccole imprese sono innovative?

Secondo alcuni dati statistici, circa il30-60% delle PMI appartenentiall’area dell’OCSE sono definiteinnovative in senso lato. Sebbene,rispetto alle grandi imprese, dispon-gano di minori mezzi per la ricerca elo sviluppo, possiedono maggiorimezzi di innovazione, quali ad esem-pio la creazione e il ridisegno (re-engeneering) di prodotti o servizicapaci di rispondere alle esigenze dinuovi mercati, di nuovi approcciorganizzativi per accrescere la pro-duttività, o lo sviluppo di nuove tec-niche per aumentare le vendite. Lepolitiche governative o gli approcciche limitano la creatività, la compe-titività, l ’assunzione di rischi eun'adeguata redditività del capitaleinvestito, rappresentano veri e pro-pri ostacoli al comportamento inno-vativo delle piccole imprese.

Esiste un nucleo di piccole imprese acrescita elevata, straordinariamenteinnovative, che costituiscono il 5-10% delle imprese in continuaespansione. In molti paesi, il lorotasso di creazione di posti di lavorosupera quello delle grandi imprese.Si tratta soprattutto di imprese forni-trici di tecnologia e in grado di ope-rare nel campo della ricerca e dellosviluppo. Localizzate in gran parte insettori altamente specializzati e inregioni caratterizzate da un’intensaattività economica e da distretti, que-sti campioni della crescita econo-mica sono spesso riuniti in reti diimprese più o meno ufficiali. Le PMIa crescita elevata hanno un ruolochiave nello sviluppo di nuovi pro-dotti e di mercati in settori comequelli delle tecnologie informatiche

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4 Policy BriefPiccole e medie imprese: Forze locali, capacità mondiali

e della biotecnologia e sono all’avan-guardia della “ nuova economia ”. ■

Che tipi di finanziamenti sono necessari per le PMI?La difficoltà di ottenere finanzia-menti costituisce il maggiore osta-colo alla crescita delle piccoleimprese. L’estrema variabilità deiprofitti, della durata di vita e dellosviluppo delle PMI, rispetto allegrandi imprese, genera particolariproblemi di finanziamento. Dirigentie manager di piccole imprese man-cano spesso di esperienza in campocommerciale e/o non hanno un pas-sato imprenditoriale. Tanto per laproduzione che per il marketing, iprimi stadi della crescita sono carat-terizzati dall’incertezza. Le piccoleimprese innovative operano in con-testi molto complessi e che mutanorapidamente, e contano molto suattività immateriali. Inoltre, le PMIincontrano spesso difficoltà per otte-nere finanziamenti poiché le banchee gli istituti tradizionali di prestitosono contrari ai finanziamenti diimprese rischiose.

L’accesso al capitale di rischio per lePMI è oggi sempre più facilitato dalladiffusione dei mercati azionari pri-vati, ma si osservano notevoli diffe-renze da un paese all’altro. Gliinvestitori privati non solo offronoalle compagnie del capitale dirischio, ma ugualmente una consu-lenza manageriale, un monitoraggiodelle performance, e di iniettarenuovo capita le di r ischio conl’espandersi dell’attività. Il capitaledi rischio può essere erogato dafondi specializzati, i quali raccol-gono denaro da diverse fonti: privati,corporazioni, agenzie governative,fondi pensionistici, banche e compa-gnie d’assicurazione, donazioni efondazioni ; o può essere anche for-

nito direttamente dai diversi investi-tori.

Ancora più importanti del livello deifondi di capitale di rischio sono lefasi dell’attività e i settori industrialiai quali sono destinati, ed anche laqualità dei meccanismi di distribu-zione. In Canada e negli Stati Uniti,più dei tre quarti della totalità degliinvestimenti in capitale di rischiofinanziano le prime fasi di espan-sione delle imprese, contro menodella metà in Europa. Negli StatiUniti, circa l’80% del capitale dirischio viene investito nei settori dialta tecnologia, contrariamente aquanto avviene in Europa e in Giap-pone, dove le start-up possono con-tare soltanto sui crediti finanziari.Un mercato di capitale di rischiosano non serve solo ai finanziamenti,ma consente anche un ’ott imagestione dell’informazione e dei pro-blemi che possono sorgere quandoinnovatori, imprenditori e finanzierisi consultano e collaborano perl'avvio di imprese a rischio. Fornireun flusso adeguato di fondi alle PMIè una tappa fondamentale per stimo-lare l’imprenditorialità e per creareun’economia vivace. ■

Le PMI sono attive sul mercato mondiale?

Le piccole imprese si focalizzanogeneralmente sui mercati nazionali emolte di loro continueranno ad ope-rare all’interno delle loro frontiere.Ma altre cominciano progressiva-mente a farsi strada sul mercatomondiale, spesso aiutate da connes-sioni e raggruppamenti con altreimprese. Circa il 25% delle impresemanifatturiere sono oggi mondial-mente competitive e questa percen-tuale dovrebbe presto aumentare.Quasi un quinto delle imprese mani-fatturiere realizzano dal 10 al 40%del loro fatturato all’estero. Attual-

mente, il 25-35% delle esportazionidi prodotti manufatti nel mondoproviene dalle PMI, che incidono peruna piccola parte sull’investimentoestero diretto. Queste PMI attive sulmercato internazionale registranogeneralmente una crescita più rapidadelle loro consorelle nazionali.

Le reti consentono alle PMI di asso-ciare i vantaggi della piccola scaladimensionale e della maggiore flessi-bilità all’economie di scala e di scoposu diversi mercati – regionale, nazio-nale e mondiale. Rispetto alle grandiimprese, le piccole imprese riesconomeglio a far fronte alle fluttuazionidei mercati, all’evoluzione dei gustidei consumatori e ai cicli di vita piùridotti dei prodotti, differenziandoli eadeguandoli ai consumatori. I nuovistrumenti di comunicazione facili-tano la ricerca di partner stranieri. Siassiste pertanto ad una partecipa-zione crescente delle PMI alle alle-anze strategiche internazionali e allejoint venture, da sole o in gruppo.Alcune grandi multinazionali si asso-ciano con piccole imprese fornitrici dicompetenze tecnologiche, al fine diridurre le spese per la ricerca e lo svi-luppo, i tempi di risposta per i nuoviprodotti e introdursi sui mercatiemergenti. Da parte loro, le PMI sirecano oltre confine per formarealleanze e joint venture con piccoleimprese globalizzate.

I governi concordano nel ricono-scere che la dimensione delle PMIcostituisce spesso un ostacolo al lorosviluppo sul piano internazionale.Tra mite i c red i t i governa t iv iall’esportazione e le agenzie di pro-mozione, le PMI dispongono di unalarga gamma di servizi finanziari e digestione di rischi, tra i quali assicu-razione, garanzie bancarie e consu-lenza. Grazie ai siti Internet dedicatialle PMI e ad altri mezzi elettronici,è oggi possibile ottenere informa-zioni sui mercati stranieri e sulle

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5 Policy BriefPiccole e medie imprese: Forze locali, capacità mondiali

esportazioni. Le PMI usufruisconoinoltre di vari supporti per parteci-pare alle esposizioni internazionali ealle fiere, preparare strumenti dimarketing in lingua straniera e farecircolare la loro pubblicità all’estero.È comunque importante che gli aiutiforniti dai governi non intralcino losviluppo del mercato privato dei ser-vizi di informazione, ma che restinofocalizzati sui vantaggi pubblicidell’informazione. ■

Quale ruolo svolgeranno le PMI nel commercio elettronico?

L’avvento del commercio elettronicovia Internet offre considerevoliopportunità alle PMI per ampliare laloro base di clienti, immettere nuoviprodotti e razionalizzare le loro atti-vità. Le piccole imprese possonousare il commercio elettronico per

proporre prodotti e servizi piùrispondenti alle esigenze dei consu-matori, gestire i processi delle forni-ture e delle giacenze, e ridurre itempi di consegna. Le PMI adottanogeneralmente le nuove tecnologiecon ritardo rispetto alle imprese piùgrandi e ciò risulta vero anche perl’utilizzo delle tecnologie Internet.La causa di questo comportamentopuò essere attribuita a taluni ostacoliinterni che ostacolano l’utilizzo delcommercio elettronico da parte dellePMI, quali la scarsa conoscenza dellacomplessità dei sistemi elettronici,l’inadeguatezza delle competenze e icosti iniziali troppo elevati per svi-luppare una strategia di commercioelettronico efficace.

Gli altri ostacoli all’uso del commer-cio elettronico per le PMI sonoesterni, come l’accesso e i costi delleinfrastrutture. È necessario che igoverni dei paesi dell’OCSE conti-nuino a liberalizzare i mercati delle

telecomunicazioni e che promuo-vano misure volte a rendere compe-titivi le infrastrutture, i prezzi e iservizi delle tecnologie dell'informa-zione e della comunicazione. Inoltre,la difficoltà nel costruire una reputa-zione e fidelizzare i clienti rende lePMI più vulnerabili delle grandiimprese relativamente ai problemilegati all’autenticazione e alla certifi-cazione, ai dati di sicurezza e di con-fidenzialità e all ’esito delle liticommerciali. A questo fine, è indi-spensabile creare per il commercioelettronico un ambiente di lavoroefficace. Malgrado l’esistenza di que-sti ostacoli, sono state create nume-rose start-up che operano sui mercatielettronici e alcune piccole impresesi stanno convertendo al commercioelettronico ; ciò conferma le grandipossibilità offerte alle PMI in questocampo. ■

Giappone (1994)

Austria

Danimarca

Grecia

Svezia

Spagna

Norvegia

Australia (1997)

Svizzera

Italia

Regno Unito

Portogallo

Francia

Irlanda

Europa

Germania

Finlandia

Belgio

Islanda

Paesi Bassi

Stati Uniti

Canada

0.00 0.05 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30 0.35 0.40 0.45

Primi stadi

Espansione

Acquisti e vari

Investimenti in capitale di rischio relativi al PIL, 1995-98

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Investimenti in capitale di rischio relativi al PIL, 1995-98

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In quale modo le PMI possono contribuire a uno sviluppo sostenibile?Numerose sono le iniziative avviateper migliorare l’impatto ambientaledelle imprese attraverso misuremiranti a ridurre gli oneri e a inco-raggiare uno sfruttamento efficacedelle energie e delle risorse. Tuttavia,le piccole imprese sono in generemeno informate delle grandi impresesulle esternalità dell’ambiente circo-stante e sulla legislazione che regolale loro attività. Possiedono inoltrescarse risorse per investire in miglio-ramenti ambientali e in strumentimanageriali capaci di rendere le lorooperazioni più sostenibili. Ma adispetto di queste lacune, le PMIsono in grado di occupare nicchie dimercato nello sviluppo e nella ven-dita di servizi e beni ambientali.Incoraggiare tutti i tipi di PMI aricercare soluzioni sostenibili è unastraordinaria sfida. Grazie ai pro-gressi delle tecnologie dell’informa-zione e delle comunicazioni, i governied altri enti hanno a disposizione imezzi per contattare, informare econvincere i piccoli attori dell’eco-nomia, ma è necessario che i governimettano in atto efficaci strategieambientali, e che le piccole impresesiano più consapevoli della loroimportanza. ■

Cosa dovrebbero fare i governi?Per accrescere il ruolo delle PMI nelcampo della ristrutturazione econo-mica, i governi dovrebbero promuo-vere l’imprenditorialità, facilitare lacreazione di nuove imprese e inco-raggiarne lo sviluppo, nonché for-nire agevolazioni per l’accesso aicapitali di rischio e ad altri tipi difinanziamenti. Per raggiungere que-sti obbiettivi, i governi stanno pren-

dendo misure per incentivare losviluppo dei mercati azionari secon-dari e consentire maggiori facilità diinvestimento e disinvestimento pergli investitori; alleggerire le impostesui redditi del capitale e altri divi-dendi e permettere un più largo usodei diritti d’opzione come compen-sazione per le piccole imprese.Un’altra iniziativa presa dai governi èquella di incoraggiare i finanzia-menti di reti commerciali allo scopodi creare contatti tra le piccoleimprese ed eventuali investitori.

Lo snellimento dei vincoli normativiper le piccole imprese potrebbe dareun impulso all’imprenditorialitàAlcuni problemi derivano soprat-tutto dalle normative create perrispondere alle esigenze delle grandiimprese e alle generali e pressantirichieste di regolamentazione. Per lePMI, gli alti costi di adeguamento, lecomplesse procedure amministra-tive, le disposizioni economiche cheintralciano certe attività, costitui-scono uno dei vincoli che più fre-nano il loro sviluppo. Vari paesitentano di semplificare le procedureamministrative e burocratiche, ridu-cendo gli ostacoli amministrativi,snellendo le procedure e diminu-endo i costi di adeguamento per lePMI, inclusi i costi di avviamentoper i sportell i unici (one-stopshops). Allo stesso tempo, lo scarsopotere contrattuale e la scarsa liqui-dità delle PMI, rende quest’ultimefortemente dipendenti dai quadrinormativi che garantiscono la solvi-bilità delle transazioni e la correttaesecuzione delle norme economiche.

Una più larga diffusione dei raggrup-pamenti d'imprese può contribuiread accrescere il rendimento e la com-petitività delle PMI. L’organizzazionein distretti consente alle PMI di otte-nere gli stessi vantaggi delle grandiimprese, e di continuare a trarre pro-fitto dalla specializzazione e dalla

flessibilità. I governi locali, regionalie nazionali possono promuovere lacooperazione tra le piccole impresefornendo le strutture adatte ai parte-nariati tra le diverse imprese e tra ilpubblico e il privato. I governihanno un ruolo indiretto nel pro-cesso di creazione di raggruppa-menti, ed intervengono soprattuttotramite aiuti per lo sviluppo dellecompetenze e l’emancipazione dellerisorse, nonché l’eliminazione degliostacoli che impediscono una mag-giore interazione tre le imprese.

Per realizzare le iniziative e leriforme destinate alle PMI, i governistanno preparando particolari servizie p rogra mm i . In mo l t i pa e s idell’OCSE, le agenzie che si occu-pano di PMI hanno il compito dipromuovere lo sviluppo delle pic-cole industrie attraverso l’erogazionedi capitali, la riforma delle normefiscali, la riduzione degli ostacoliamministrativi, stimolando la forma-zione manageriale e professionale,facilitando la circolazione delleinformazioni e promuovendo un piùampio accesso ai mercati. I pro-grammi miranti ad accrescere la tec-nologia di base delle PMI includonoil credito d’imposta per la Ricerca elo Sviluppo, prestiti e sovvenzioniper le attività innovative, e pro-grammi di diffusione delle tecnolo-gie. Si osserva inoltre che diversipaesi dell’OCSE stanno adottandouna cultura della valutazione (eva-luation culture) che prevede unostudio accurato dei programmi alfine di determinarne la pertinenza ela validità. La valutazione dei pro-grammi delle PMI è fondamentaleper giustificare i loro costi e fornireloro consulenze per la progettazionedi programmi futuri.

Creare maggiori opportunità peraccrescere la competitività delle PMIè una sfida che non riguarda esclusi-vamente gli enti responsabili delle

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7 Policy BriefPiccole e medie imprese: Forze locali, capacità mondiali

politiche a loro destinate : l’attua-zione di normative adeguate, di qua-dri legislativi e finanziari per favorirela creazione e la crescita di piccoleimprese dipende da un largo numerodi istituzioni a ogni livello governa-tivo – locale, regionale, nazionale einternazionale. ■

Quale è il ruolo dell’OCSE?I rappresentanti dei 29 paesi membridel Gruppo di Lavoro del ComitatoIndustria sulle Piccole e MedieImprese si riuniscono due volteall’anno per discutere della perfor-mance e delle politiche delle PMI. Itassi di occupazione e di crescitadelle piccole imprese vengono com-para t i in base agl i indi ca to r idell’OCSE, e delle analisi vengonocondotte sull’imprenditorialità, idistretti, le imprese a forte crescita,

la formazione manageriale, il com-mercio elettronico e altri temi, perdeterminare le tendenze attuali e perattirare l’attenzione sulle difficoltàdelle PMI. Gli approcci e i pro-grammi riguardanti problemi speci-f i c i qua l i l a d i f fu s ione d e l l atecnologia e l’entità dei finanzia-menti sono accuratamente studiati alfine di definire le migliori misure daadottare.

L’OCSE lavora inoltre al migliora-mento delle statistiche sulle PMI. Ledivergenze esistenti riguardo alledefinizioni sulle dimensioni delleimprese e alle classificazioni dei set-tori, rendono difficile una validacomparabilità dei dati sul pianointernazionale. Nella maggior partedei paesi, non vi é un’unica fonte checopra le inprese di diverse dimen-sioni, le loro percentuali relativeall’occupazione e il loro fatturato. Lestatistiche attuali ignorano spesso le

imprese più piccole e alcune indu-strie, tendono a sottovalutare ilnumero delle nuove imprese, e sonospesso realizzate a intervalli irrego-lari. Per poter individuare la popola-zione delle PMI, occorre un registroche includa le imprese di ogni set-tore e dimensione, e che sia regolar-mente aggiornato. Questo tipo dicensimento delle imprese consenti-rebbe di calcolare le percentuali didurata di vita e di raccogliere cam-pioni di entrata e di uscita dai mer-cati, basandosi sull’attività aziendalee sul lavoro straordinario. L’OCSEspera di aumentare la raccolta, intutti i paesi, di dati comparabili sullepiccole imprese, inclusi quelli sulledonne manager, e in particolare tra-mite dei registri completi sulle atti-vità aziendali, evitando di creareulteriori ostacoli burocratici e ammi-nistrativi alle PMI. ■

Homepages delle PMI■ Australia – www.smallbusiness.info.au

■ Austria – www.bmwa.gv.at

■ Belgio – www.cmlag.fgov.be

■ Canada – www.strategis.ic.gc.ca

■ Corée – www.smba.go.kr

■ Danimarca – www.em.dk

■ Finlandia – www.vn.fi/ktm

■ Francia – www.pme-commerce-artisanat.gouv.fr

■ Germania – www.ihk.de/BMWi/g7-sme

■ Giappone – www.sme.ne.jp

■ Global/G7 – www.gin.sme.ne.jp

■ Grecia – www.eommex.gr

■ Irlanda – www.enterprise-ireland.com

■ Italia – www.minindustria.it

■ Messico – www.siem.gob.mx

■ Norvegia – www.nhd.dep.no

■ Nuovo Zelanda – www.med.govt.nz

■ Paesi Bassi – www.minez.nl

■ Polonia – www.cup.gov.pl

■ Portogallo – www.iapmei.pt

■ Regno Unito – www.dti.gov.uk

■ Republica Ceca – www.mpo.cz

■ Spagna – www.ipyme.org

■ Stati Uniti – www.business.gov

■ Svezia – www.smelink.se

■ Svizzera – www.pmeinfo.ch

■ Turchia – www.kosgeb.gov.tr

■ Unione Europea – www.europa.eu.int

■ Ungheria – www.gm.hu

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Per ulteriori letture

■ The OECD Small and Medium Enterprise Outlook: 2000 Edition ForthcomingISBN 92-64-17656-X, US$48, 223 p.

■ Regulatory Reform for Smaller Firm,1999Free on Internet : www.oecd.org/dsti/sti/industry/indcomp/prod/reg-ref.pdf

■ Strategic Business Services, 1999ISBN : 92-64-17123-1, US$48, 256p.

■ Women Entrepreneurs in Small and Medium-sized Enterprises, 1998ISBN 92-64-16040-X, US$16, 280 p.

■ Fostering Entrepreneurship, 1998ISBN 92-64-16139-2, US$29, 288 p.

■ Internet:www.oecd.org/dsti/sti/industry/smes/

Francia

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Germania

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Giappone

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Stati Uniti

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