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ͻ Comune di Cormano – Schema di funzionamento della rete ecologica - In rosso le aree oggetto di intervento 1.3.2 Comune di Novate Milanese Il PGT di Novate persegue l’obiettivo primario di un riassetto ecologico del territorio che sappia compensare, tramite interventi mirati, i nuovi carichi antropici che vi si svilupperanno nei prossimi anni. In tal senso il Piano prevede particolari ambiti sensibili del territorio adibite esclusivamente a compensazione ambientale da attivarsi con i proventi generati dalle normali attività edilizie che daranno attuazione alle previsioni contenute nel Documento di Piano. La concatenazione di queste aree adibite a compensazione ecologica con gli ambiti verdi esistenti, sia urbani che del PLIS daranno compimento alla rete ecologica comunale e contribuiranno ad estendere le connessioni ecologiche di livello provinciale e/o regionale. Nello specifico il Piano recepisce ed articola nella sezione delle norme relativa ai "vincoli e tutele paesistico ambientali ed ecologiche" la rete ecologica provinciale. Nella fattispecie, il Corridoio ecologico secondario e La Dorsale Verde Nord coincidono con gli ambiti agricoli di interesse paesistico - AG1 (PLIS della Balossa), gli ambiti agricoli di Parco Nord Milano PLIS Balossa

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Comune di Cormano – Schema di funzionamento della rete ecologica - In rosso le aree oggetto di

intervento

1.3.2 Comune di Novate Milanese

Il PGT di Novate persegue l’obiettivo primario di un riassetto ecologico del territorio che

sappia compensare, tramite interventi mirati, i nuovi carichi antropici che vi si

svilupperanno nei prossimi anni. In tal senso il Piano prevede particolari ambiti sensibili

del territorio adibite esclusivamente a compensazione ambientale da attivarsi con i

proventi generati dalle normali attività edilizie che daranno attuazione alle previsioni

contenute nel Documento di Piano. La concatenazione di queste aree adibite a

compensazione ecologica con gli ambiti verdi esistenti, sia urbani che del PLIS daranno

compimento alla rete ecologica comunale e contribuiranno ad estendere le connessioni

ecologiche di livello provinciale e/o regionale.

Nello specifico il Piano recepisce ed articola nella sezione delle norme relativa ai

"vincoli e tutele paesistico ambientali ed ecologiche" la rete ecologica provinciale. Nella

fattispecie, il Corridoio ecologico secondario e La Dorsale Verde Nord coincidono con gli

ambiti agricoli di interesse paesistico - AG1 (PLIS della Balossa), gli ambiti agricoli di

Parco Nord Milano

PLIS Balossa

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valore territoriale - AG2 e gli ambiti dei corsi d'acqua - ACQ, per i quali il Piano prevede

opportuni interventi di salvaguardia e valorizzazione. In particolare, l'obiettivo

principale è quello di valorizzare il PLIS della Balossa quale nodo essenziale di continuità

del sistema ecologico fra il Parco Nord e il Parco delle Groane.

Infatti, il Piano sottolinea che l’area protetta di interesse sovracomunale si trova in una

condizione di tutela e di necessità di connessione con gli altri parchi del Nord Milano

particolarmente complessa, che richiede, da un lato, il rispetto e la protezione dei

corridoi di collegamento esistenti e, al contempo, azioni di individuazione di nuovi

varchi e connessioni verdi (con gli altri parchi della rete ecologica del nord Milano) tra la

Balossa e l’agglomerato edificato circostante.

Dunque il Piano persegue il grande obiettivo di garantire la creazione di corridoi di

connessione tra il territorio di Novate (a partire dal PLIS della Balossa) fino al confine

comunale di Milano.

Comune di Novate Milanese – Assetto della rete ecologica - In rosso le aree oggetto di intervento

PLIS Balossa

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2. Ambiti territoriali di riferimento

2.1 Il Parco Regionale Nord Milano Il Parco Nord Milano si estende per circa 640 ettari tra i quartieri della periferia nord di

Milano. La sua ideazione risale alla fine degli anni '60 ma è solo nel 1975 che viene

riconosciuto dalla Regione Lombardia come parco regionale. La sua gestione è affidata

ad un Ente composto dai sei Comuni intorno al Parco e dalla Provincia di Milano.

Il parco sorge in un contesto tra i più densamente urbanizzati d'Europa, caratterizzato

dalla presenza di storiche fabbriche (oggi quasi del tutto scomparse a seguito della de-

industrializzazione) e grandi quartieri edilizi che, nel tempo, hanno saldato la periferia

nord di Milano al suo hinterland senza alcun disegno urbanistico.

Grazie all'istituzione del Parco, le residue aree libere presenti nel contesto urbanizzato

sono state in parte bonificate, rinverdite ed attrezzate per la fruizione pubblica; in

parte sono rimaste intatte, a testimonianza delle profonde modificazioni subite dal

territorio. Il Parco è dotato di Piano Territoriale di Coordinamento approvato con la

D.G.R. 06.08.2002, n. 7/10206;

I primi significativi interventi di forestazione risalgono al 1983, quando furono messe a

dimora alcune migliaia di piante che oggi mostrano già un buon livello di crescita tanto

che i boschi più maturi presenti nel Parco oggi coprono una superficie che va oltre 60

ettari e i filari che bordano i percorsi ciclopedonali, sono composti da piante con altezze

intorno ai 15-20 metri.

Il Parco Nord Milano attualmente può contare su circa 350 ettari di verde, organizzati in

zone boschive, radure, filari, macchie arbustive, siepi e piccoli specchi d'acqua. Oggi il

parco continua con la metodologia di lavoro utilizzata in tutti questi anni ad espandersi

e a crescere, consapevole del proprio ruolo sociale, urbanistico ed ecologico.

La creazione e lo sviluppo negli anni di zone di bosco fitto, alternato ad ampie radure,

filari di alberi e arbusti ha favorito un sorprendente aumento della presenza della fauna

catalogabile principalmente in varie specie di uccelli, piccoli mammiferi, insetti e

anfibi. Si riscontra ad esempio la presenza del gufo comune, l'allocco e la civetta, che si

sono stanziati in diverse zone; oppure alcuni esemplari di gheppio che si recano spesso a

caccia di roditori sui grandi prati del Parco.

Tra le altre specie di uccelli è significativamente in aumento la presenza di pettirossi,

cinciallegre, cinciarelle e torcicolli. Così come è interessante la visita, in taluni periodi

dell'anno, dell'upupa e del lucherino, e la nidificazione ripetuta dell'averla piccola.

Infine è ormai stabilmente insediato nei boschi del Parco il picchio rosso maggiore e, più

recentemente, il picchio verde.

Un mammifero presente in maniera rilevante è l'arvicola che ha trovato nelle praterie

del Parco un ideale habitat. Grandi abitatori, invece, delle zone cespugliose sono i

conigli selvatici, inseriti abusivamente a scopo venatorio molti anni fa e

progressivamente aumentati di numero.

Si devono inoltre segnalare alcuni casi di ritrovamento di tracce della volpe e della

donnola, le cui presenze non occasionali contribuirebbero non poco a tenere sotto

controllo la colonia di conigli, altrimenti priva di predatori naturali.

La realizzazione del "laghetto" presso l'ingresso parco di viale Suzzani, ha favorito lo

sviluppo di vari insetti, quali la libellula e il gerride. Per quanto riguarda gli anfibi si

segnalano il rospo smeraldino e la rana verde.

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Per quanto attiene alla flora, tra gli alberi di alto fusto, gli arbusti e le piante

ornamentali, attualmente il Parco Nord conta la presenza di oltre 100 specie, tra le

quali il 30 per cento autoctone. Vi si trovano essenze quali la farnia, il cerro, l'olmo

campestre, il pioppo bianco, il pioppo nero e l'acero campestre, il ciliegio selvatico, il

pino silvestre, oltre ad alberi di origine esotica quali la quercia rossa, il pino

dell'Himalaya ed altri come l'ontano napoletano, il frassino maggiore, l'acero di monte e

l'acero riccio. Tra gli inserimenti di arbusti selvatici è stato favorito il pado, il prugnolo,

il biancospino, lo spincervino, il nocciolo e la frangola. Inoltre vi sono alcune timide

presenze quali il Galanthus nivalis e il Leucojum vernum, più conosciuti come bucaneve

e campanellino di primavera, l'anemone dei boschi (Anemone nemorosa), la Corydalis

intermedia e la Scilla bifolia, tutte piante oggi protette da specifiche leggi regionali.

Il Parco Nord Milano oltre ad essere un esempio concreto di sviluppo sostenibile per

tutto il territorio, oggi costituisce un elemento rifondante nel nord-Milano per la tutela

e potenziamento della biodiversità, tanto da essere stato individuato come elemento

secondario delle rete ecologica regionale.

Il territorio del Parco Nord Milano

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2.2 Il Parco Locale di Interesse Sovracomunale della Balossa Il Parco della Balossa è stato riconosciuto con la D.G.P. n. 332 del 21/05/2007 e

interessa i comuni di Cormano e Novate Milanese.

Il Parco si estende su una superficie di 150 ettari di territorio delimitato dall'asse

autostradale dell'A4 a sud, dalla superstrada Milano-Meda ad est e dalla strada

provinciale Rho-Monza a nord. Il Parco delle Groane a nord-ovest, il Parco Nord Milano a

sud-est e il PLIS del Grugnotorto-Villoresi a nord-est costituiscono il quadro di

riferimento dell’area protetta a livello provinciale.

Il territorio del Parco appartiene alla prima cintura periurbana e si caratterizza come

uno dei pochi spazi “vuoti” circondati dall’edificato e dalle infrastrutture. Ciò

nonostante offre ancora degli scorci molto interessanti dal punto di vista paesaggistico,

nonostante si sviluppi su un’area che accoglie un sistema molto complesso di funzioni e

usi del suolo eterogenei e scarsamente coerenti, appoggiati ad un sistema di reti locali

che non ne favoriscono l’integrazione, essendo tutte le strutture urbane organizzate per

gemmazione o aggregazione ai perimetri dei diversi nuclei urbani (Cormano, Novate

M.se, Milano).

Il territorio del Parco della Balossa – Fonte: Provincia di Milano

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Nel territorio in cui sorge il Parco, emerge l’assenza di una qualsivoglia forma di

paesaggio caratterizzante in maniera univoca l’ambito, i cui bordi urbani non

costituiscono mai margine definito tra una situazione effettivamente “urbana” e

un’altra riconoscibile come “agricola”. Questa condizione riguarda sia gli affacci delle

strutture edilizie accostate e contrapposte, solo in apparenza omogenee nella regolarità

della rappresentazione planimetrica, in realtà composte dalle più diverse tipologie che

generano un complessivo effetto di disordine.

Il Parco è nato, dunque, per garantire una continuità del fondamentale sistema

ecologico fra il Parco Nord e il Parco delle Groane, nonché come “enclave verde”

costituita essenzialmente da terreni agricoli, pur con le forti restrizioni determinate

dalle sue esigue dimensioni.

2.1.1 Storia del Parco

L’area del Parco della Balossa appartiene alla prima cintura periurbana e si caratterizza

come uno dei pochi spazi “vuoti” circondati dall’edificato e dalle infrastrutture. Ciò

nonostante offre ancora degli scorci molto interessanti dal punto di vista paesaggistico,

soprattutto verso nord. Lungo la strada vicinale che costituisce per un tratto il confine

sud del Parco, la visuale è libera, si percepisce lo spazio aperto e, nelle giornate

limpide, si vedono a nord - ovest il Monte Rosa, verso nord le Prealpi e a nord - est le

due Grigne ed il Resegone.

Il Parco nasce per garantire una continuità del fondamentale sistema ecologico fra il

Parco Nord e il Parco delle Groane. Una scelta importante delle due amministrazioni in

un contesto urbanizzato come quello del nord Milano.

Nell'anno 2004 il Comune di Cormano ha proceduto alla perimetrazione del Parco

mediante variante al proprio PRG, definitivamente approvata in Consiglio Comunale il

5/04/04. Il Parco è riconosciuto dalla Provincia di Milano come Parco Locale di Interesse

Sovracomunale il 3 Aprile del 2006.

A sua volta, il Comune di Novate Milanese ha introdotto il Parco nel proprio PRG

mediante variante, approvata in Consiglio Comunale il 18/07/06.

Il 27 dicembre 2006 i due comuni hanno siglato una convenzione che regola i rapporti tra

gli enti e la gestione dl Parco.

2.1.2 Ambiente e territorio

Il territorio del Parco rappresenta un'enclave compatta, attorno alla quale si trova un

sistema urbano composito, sia in termini funzionali sia sotto il profilo qualitativo.

Il Parco della Balossa si trova nel cuore di una delle porzioni del territorio provinciale

milanese a più elevato grado di urbanizzazione. Interessa parte dei Comuni di Novate

Milanese e Cormano con terreni, a vocazione prevalentemente agricola, che coprono una

superficie di 150 ettari circa e, tutti contigui tra loro, formano un’area compatta,

interclusa nell’urbanizzato e compresa tra la SP 46 (Rho - Monza) a nord, la A 4 (Torino -

Trieste) a Sud e la SP 44 (Milano - Meda) a est.

Sul lato meridionale il Parco trova un confine nel tracciato autostradale dell’A4 e in una

zona a prevalente carattere produttivo. Il fronte occidentale, verso Novate Milanese,

trova un margine in massima parte ben definito formato da insediamenti residenziali

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affacciati ad una strada perimetrale che disegna un preciso confine. A nord le aree

hanno un limite nel tracciato viario della Rho-Monza e nelle zone residenziali

immediatamente più a nord. Infine sul lato orientale il tracciato stradale della vecchia

Comasina fa da confine mantenendo la separazione dal sistema insediativo piuttosto

articolato di Cormano.

Dalla lettura degli strumenti urbanistici comunali emerge, all’interno del perimetro del

Parco, una preponderante presenza di aree destinate a uso agricolo, accanto ad alcune

aree destinate ad attrezzature di livello sovracomunale, localizzate nel territorio di

Cormano.

Le aree ricoperte da vegetazione del Parco della Balossa sono formate per la maggior

parte da vegetazione d’origine antropica, come coltivazioni erbacee, prati avvicendati,

coltivazioni orticole, orti familiari e giardini privati per la resta

L'attuale patrimonio vegetazionale di tipo boschivo del Parco della Balossa rappresenta

una minima parte (1%) della vegetazione presente nel Parco della Balossa. Le

coltivazioni erbacee, prati da vicenda, coltivazioni orticole, orti familiari e giardini

privati coprono circa l’80% del territorio del Parco. I terreni non più soggetti a

coltivazione da parte dell’uomo registrano la presenza di specie tipiche delle terre

incolte quali la seppola canadese (Conyza canadensis), il farinello comune (Chenopodium

album), la sanguinella (Digitaria sanguinalis), il romice crespo (Rumex crispus) e il

pabbio comune (Setaria viridis), e specie maggiormente legate ai prati stabili polifiti

quali il trifoglio (Trifolium repens, Trifolium pratense), il dente di leone (Taraxacum

officinale) e la silene rigonfia (Silene vulgaris). La vegetazione naturaliforme di tipo

boschivo coincide pressoché unicamente con una fascia boscata lungo i fontanili inattivi

Fontanile Nuovo e Fontanile Novello. Lo strato arboreo risulta dominato in modo

esclusivo dalla Robinia (Robinia pseudoacacia), pianta alloctona che ha sostituito quasi

ovunque le specie autoctone, e dal Sambuco (Sambucus nigra), mentre quello arbustivo

risulta dominato pressoché interamente da Rovi (Rubus sp). Lo strato erbaceo risulta

piuttosto interessante, in quanto la presenza di specie tipicamente nemorali come

l’edera arborea (Hedera helix), il sigillo di Salomone (Polygonatum multiflorum), il

ranuncolo (Ranunculus ficaria), e la pervinca (Vinca minor) attribuirebbero alla fascia

boscata il significato di elemento residuale di boschi naturaliformi che probabilmente

caratterizzavano più estensivamente l’area tempo addietro.

I campi coltivati sono in misura molto esigua delimitati da siepi e filari, costituiti

generalmente da ligustro (Ligustrum vulgaris), e da alcuni rari elementi igrofili come il

Salice bianco (Salix alba) e alcuni gelsi (Morus sp).

Le potenzialità faunistiche del Parco della Balossa sono uno degli ambiti nei quali vi sono

le maggiori possibilità di sviluppo. La morfologia del territorio la sua collocazione in

prossimità dei centri urbani e i progetti di rimboschimenti e di ripristino dei canali di

irrigazione possono rappresentare elementi di forte crescita sotto questo aspetto.

Attualmente sono presenti diverse specie di uccelli, come la cornacchia grigia, rondine,

rondone, balestruccio, ballerina bianca, l’usignolo e la capinera, tipiche degli

agroecosistemi con coltivazioni di tipo tradizionale e siepi.

Fra i mammiferi ricordiamo il riccio, la talpa, il coniglio selvatico, il toporagno e, di più

elevate dimensioni, la donnola, specie estremamente adattabile e piuttosto diffusa. E’

inoltre plausibile ipotizzare la presenza, anche se con popolazioni meno numerose, delle

seguenti specie ornitiche: Merlo, Fringuello, Cardellino, Verzellino Verdone, tutte

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osservabili anche in ambiti urbani (parchi e giardini), ma legate ad una certa diversità

strutturale.

Sono presenti inoltre alcune specie di anfibi (rospo smeraldino e rana verde) e di rettili

(lucertola muraiola e biacco), largamente diffuse in tutto il territorio lombardo, grazie

anche alla loro capacità di colonizzare ambienti urbanizzati.

3. Obiettivi da perseguire

Il progetto si propone di tutelare e incrementare la biodiversità e la qualità ambientale,

del territorio della Balossa e, nel contempo, razionalizzarne e potenziarne modalità di

tutela, gestione e fruizione attraverso l’unione con il Parco Regionale nord Milano.

La costituzione di un'unica grande area protetta nel nord Milano risulta fondamentale

premessa agli interventi di deframmentazione strutturale, di miglioramento ambientale,

di ricostruzione di habitat, di mantenimento di alcune tipologie colturali, di diffusione di

buone pratiche agronomiche, di realizzazione di connessioni ecologiche di vasta scala

poste quale obiettivo dal PTR, dal PTCP e dagli strumenti urbanistici dei comuni

interessati.

In quest’ottica l’area del PLIS della Balossa, integrata nel Parco Nord Milano,

assurgerebbe quindi a tassello fondamentale e definito nella connessione tra aree

protette di livello regionale in un ambito territoriale come quello del nord Milano

connotato da elevate criticità ambientali e da importanti barriere infrastrutturali. Più

nel dettaglio la tutela di livello regionale del PLIS della Balossa avrebbe il sicuro effetto

di garantire reale continuità del fondamentale sistema ecologico fra il Parco Nord e il

Parco delle Groane, nonché l’assoluta salvaguardia di una “enclave verde” costituita

essenzialmente da terreni agricoli, pur con le forti restrizioni determinate dalle sue

esigue dimensioni.

Le connessioni descritte, una volta messe in atto, assicurerebbero, peraltro, un indubbio

miglioramento della qualità ambientale di un vasto contesto di riferimento ed un

incremento della biodiversità. Inoltre, vista l'elevata antropizzazione del territorio,

questi interventi dovrebbero anche aumentare in modo sensibile la qualità della vita dei

cittadini residenti nell'area, fornendo loro una rete di spazi verdi in cui la natura trovi la

possibilità di affermarsi.

4. Valutazione degli effetti dell’ampliamento dell’area sul

territorio

Il territorio interessato dall’unione al Parco Nord Milano del PLIS della Balossa ricade nei

comuni di Cormano e Novate Milanese. Trattasi di una zona di confine dove il suolo è

stato fortemente trasformato, in cui l’urbanizzato è diventato l’elemento separatore

degli spazi aperti liberi e agricoli che una volta separavano, invece, l’urbanizzato.

In virtù di questa sua caratterizzazione l’inserimento all’intero di un parco regionale

gioverà ad approfondire i caratteri ecologici, le potenzialità di connessione e diventerà

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premessa strutturale agli interventi necessari per costituire una concreta rete ecologica

che si innervi sulle aree urbanizzate delle città e faccia sistema con le aree libere

urbane esistenti.

Come già illustrato, la pianificazione sovracomunale (Rete ecologica regionale e

provinciale) e locale (Piani di Governo del Territorio - Rete ecologica comunale)

individuano in questa parte di territorio, pur fortemente urbanizzato, un ambito

strategico per il collegamento ecologico del nord Milano. La formazione di un’area verde

di più ampio respiro diventa inoltre elemento strategico di ricomposizione naturalistica

di un paesaggio antropizzato e debolmente riconoscibile.

La funzione di core areas del Parco Regionale Nord Milano e del Plis della Balossa e i

varchi/corridoi ecologici messi in luce dalla Rete Ecologica nei suoi diversi livelli,

trovano, nell‘unione amministrativa tra i due soggetti, una connessione reale ed efficace

con evidenti ricadute positive sugli ambiti territoriali di riferimento.

5.Prospettive future

Il Parco Nord Milano e il PLIS della Balossa, distano poche centinaia di metri ma il loro

concreto collegamento coinvolge un’area caratterizzata dalla presenza di una fittissima

rete di autostrade e strade locali; tuttavia la possibilità di coinvolgere in questo

processo estensivo anche le aree in comune di Milano garantirebbe la ricomposizione di

un territorio frastagliato nel quale si trovano aree verdi di qualità ambientale. In

aggiunta a tutto ciò il loro collegamento fisico rappresenterebbe un tassello essenziale

per la deframmentazione del varco individuato dalla Rete Ecologica Regionale affinché

le due realtà siano unificate in un “unicum” territoriale.

Data la strategicità di questa porzione di tessuto urbano, risulta particolarmente

importante valutare una serie di interventi di protezione e ulteriore miglioramento degli

habitat presenti, rafforzando la connessione tra il Parco Nord ed il Plis della Balossa.

Sicuramente il reticolo di strade presenti a ridosso dell'A4 rende molto difficile

realizzare un'ampia connessione con passaggi ed aree verdi tuttavia la realizzare di un

varco dedicato soprattutto a garantire il passaggio dell'avifauna assicurerebbe da subito

un’evidente mitigazione dell'impatto delle infrastrutture presenti.

L'elemento connettivo posto tra Parco Nord e Plis della Balossa avrebbe quindi, da un

lato, un significato ecologico e di passaggio per la fauna e, dall’altro, diventerebbe

determinate nel miglioramento della qualità ambientale di questo settore densamente

urbanizzato, con ricadute positive anche sull’assetto sociale dei quartieri coinvolti.

Va ricordato come la fascia fortemente urbanizzata a nord di Milano sia interessata

anche da un elemento primario della RER: un varco da deframmentare. E’ questa la

parte di territorio che potrebbe essere oggetto di una futura connessione ecologica.

Trattasi infatti di una parte di territorio che costituisce un elemento chiave non solo del

disegno della rete ecologica, in quanto punto di collegamento tra i pachi Nord Milano e

della Balossa ma anche come elemento di connessione tra i diversi e svariati sistemi

verdi urbani e sistemi verdi territoriali che qui si confrontano per puro accostamento o

casualità, senza costruire relazioni stabili e durature che servano al mantenimento e

potenziamento della biodiversità.

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L’inserimento di tali aree all’interno di un unica area protetta di livello regionale

sarebbe quindi funzionale a garantire l’effettiva connessione tra tali diverse aree

protette e quindi a dare concretezza ad un tratto della REP, per altro in stretta

connessione con un elemento primario della RER ed in coerenza con le strategie e gli

obiettivi della pianificazione territoriale comunale, inserendosi inoltre in un quadro

consolidato di attività già intraprese, per la tutela e valorizzazione delle componenti

naturali, a partire dall’istituzione dei due Parchi.

Nel Pgt di Milano la rete ecologica viene considerata come un progetto la cui attuazione

deve confrontarsi con le caratteristiche fisiche concrete e materiali del territorio (prati,

aree permeabili, siepi e filari, boschi, fiumi e canali, parchi urbani, ambiti con

potenzialità ecologica, nuove aree verdi recuperate o da recuperare, ecc.). In tal senso

gli spazi, a volte di marcata naturalità, a volte di naturalità residua o restituita dalle

condizioni di abbandono sono da intendersi come spazi di “appoggio” ed elementi

funzionali alla rete ecologica comunale.

Pertanto, gli effetti e la funzionalità della rete ecologica, oltre che sull’efficienza del

sistema ecologico incidono sulle dotazioni di verde urbano (pubblico e privato)

costruendo un fondamentale insieme di spazi indispensabile al mantenimento e al

miglioramento della qualità ambientale.

La trattazione della REC di Milano avviene nel Piano dei Servizi, e questa scelta deriva

dall’effettivo riconoscimento dalla possibilità di attuare la rete stessa attraverso la

disciplina delle aree verdi esistenti e in progetto individuate dal Pgt, secondo quanto

definito dall’art. 6 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano dei Servizi, nonché

dalle previsioni del Documento di Piano e dal Piano delle Regole (in particolare negli

Ambiti di Trasformazione Urbana – ATU, negli Ambiti di Rinnovamento Urbano – ARU e

nei piani attuativi obbligatori, in cui si programma una cessione di almeno il 50% della

superficie per finalità verdi). In tal senso i tematismi individuati nella REC - relativi al

recepimento della RER, della REP - e i tematismi specifici di livello comunale

individuano obiettivi e strategie di carattere generale che superano i limiti delle singole

aree con la più ampia finalità di consolidare le caratteristiche naturali dell’ecosistema

urbano nonché a qualificarne gli elementi paesaggistici.

Dunque l’area di progetto è ricca di temi progettuali su cui attivare un disegno unitario

ambientale che serva non solo ad organizzare meglio il frastagliato contesto insediativo

ma soprattutto a diminuire il forte livello urbanizzativo e l’elevato grado di

scomposizione delle aree libere, costituendo, quindi, la messa in relazione delle core

areas fondamentali (Parco Nord e Parco Balossa) contestualmente con la

rifunzionalizzazione ambientale delle restanti aree libere puntuali (stepping stones).

Inoltre l’attivazione di tale procedura di ampliamento rappresenterebbe il punto di

ingresso del sistema ecologico sovralocale su Milano.

Un tale disegno costituirebbe, infine, un idoneo e più che necessitato ingresso e

raccordo delle reti ecologiche regionali e provinciali con quella comunale, nonché il

dialogo tra aree verdi locali e aree verdi di valenza sovracomunali.

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Comune di Milano – La struttura della città

pubblica - Rete ecologica – In rosso le aree

oggetto di intervento

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