Play It! | Terza edizione

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LA MUSICA F DELL’ITALIA E FESTIVAL III EDIZIONE 26-27-28-29 MARZO 2014 concerti | incontri

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Il programma completo del festival dedicato ai suoni di oggi e di domani | Firenze | Teatro Verdi | 26 - 27 - 28 - 29 marzo 2014

Transcript of Play It! | Terza edizione

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LA MUSICA FDELL’ITALIA

EFESTIVAL III EDIZIONE

26-27-28-29 MARZO 2014

concerti | incontri

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fondazioneorchestra regionaletoscana

Consiglio di AmministrazioneClaudio Martini PresidenteDaniela Misul VicepresidenteMarco BertiniMarta Blasi StefanelliRicciotti CorradiniRita CucèAlda GiannettiGiancarlo NutiniGiulio Cesare RicciAdriano TintoriRiccardo Zucconi

Collegio dei Revisori dei ContiRoberto Giacinti PresidenteRino CacciamaniPaolo Formichi

Direttore generaleMarco Parri

Direttore servizi musicaliPaolo Frassinelli

Direttore comunicazioneRiccardo Basile

Ufficio sviluppo e fundraisingElisa Bonini

AmministrazioneSimone GrifagniCristina Ottanelli

Ufficio del personalePatrizia BrogioniAndrea Gianfaldoni

SegreteriaStefania Tombelli | Direzione GeneraleTiziana Goretti | Direzione ArtisticaAmbra Greco | Area ComunicazioneSimona Capristo | Play It!

Servizi tecnici OrchestraFrancesco VensiAngelo Del Rosso

Ospitalità e sala Teatro VerdiFulvio PalmieriPaolo Malvini

Palcoscenico Teatro VerdiAlfredo RidiWalter SicaCarmelo MeliSandro RussoAlessandro Goretti

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26-27-28-29 MARZO 2014

concerti | incontri

festival iii edizione

LA MUSICA FDELL’ITALIA

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L’Orchestra della Toscana con il suo Festival Play It! intende presentarsi soprattutto e semplicemente come un

terreno libero della musica, un percorso indipendente che attraversa e lega l'Italia, uno scorcio sul futuro che al tempo stesso suona in controtempo, in un Paese sempre più in balia di una spettacolarità inseguita a tutti i costi.

Queste le caratteristiche di una manifestazione che vuole offrire spazio, visibilità e ascolto alle realtà musicali attuali italiane, un osservatorio sui migliori giovani talenti e un punto a capo nella pagina dedicata ai grandi protagonisti di oggi. Un cimento rivolto a chiunque desideri allenare le proprie abitudini d'ascolto, esperti, professionisti, ma anche semplici curiosi, pronti a mordere la musica d'arte di oggi.

Per l'entusiasmo, la convinzione, lo sguardo coraggiosamente rivolto avanti, ringrazio gli artisti coinvolti in questa partita, gli interpreti, i professori che sono l’anima dell'Orchestra della Toscana e tutto il personale che lavora con passione quotidiana per l’ORT.

Grazie infine alle istituzioni pubbliche per il loro sostegno, ai lungimiranti mecenati privati e alla Fondazione ORT, che ha creduto sin dal primo istante in questo progetto, commissionando anche la scrittura di numerose partiture. Senza la visione illuminata di tutti questi amici, la musica di domani sarebbe muta.

Giorgio Battistelli

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I EDIzIOnE (OTTOBRE 2011) Riccardo Panfili premio sezione musica da cameracon il brano Mappe immaginarie per ensemble (2011)Carla Reborapremio sezione musica sinfonicacon il brano Quimeras (Chimere)suite per orchestra (2011)Sylvano Bussotti premio alla carriera

II EDIzIOnE (OTTOBRE 2012)

Matteo Franceschini premio sezione musica da cameracon il brano Middle eightper ensemble (2012)Paolo Marchettini premio sezione musica sinfonicacon il brano Mercy per orchestra (2012)Giacomo Manzoni premio alla carriera

Albo d’oRo PlAY IT!

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Per onorare il percorso musicale di Azio Corghi, già collaboratore del Premio nobel José Saramago per diverse opere musicali (Blimunda 1989, Divara 1993, Il Dissoluto Assolto 2005), l’ORT chiuderà le quattro giornate del festival con l’esecuzione del brano … Her Death! (Ritratto di Sarah) scritto da Corghi nel 2005 e accompagnato dalla drammaturgia poetica di Quirino Principe, e con la consegna al maestro del Premio PLAY IT! 2014 alla carriera.

Per la terza edizione è previsto il premio Play It! al compositore che risulterà il vincitore dalla selezione fatta dai Professori dell’Orchestra della Toscana e dai Direttori d’orchestra.

I premi sono realizzati dal maestro orafo Paolo Penko

PRemIo PlAYIT! 2014

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■ Mercoledì 26 Marzo

Fabio Maestri direttore Mario Marzi saxofono alda Caiello soprano

Francesco GiomiLFO # 1 improvvisazione creativa per ensemble (2014)

Prima Assolutacommissione Fondazione ORT

Federico GardellaOssessiOni di POntOrmO per due gruppi strumentali e percussioni (2014)

Prima Assolutacommissione Fondazione ORT

Fabio Niederthe Water FLOW On their Way per orchestra e voce femminile piangente (vers. 2014)

Prima Assolutacommissione Fondazione ORT

Luca Francesconi trama per saxofono e orchestra (1987) Prima Italiana

Carmine emanuele Cella the manhattan distance per orchestra (2010 rev.2014) Prima Italiana

■ Giovedì 27 Marzo

CarLo rizzari direttorealda Caiello soprano

Daniele Ghisi

Próximaper voce femminile ed ensemble (2011-12)su testi di Gustavo Adolfo Bécquer

Prima Italiana

Marco Lena in the dark (2014) Prima Assolutacommissione Fondazione ORT

Daniela terranova stasis in darkness. then the BLue (2013-14)

Prima Assolutacommissione Fondazione ORT

Girolamo Deracotaci minimodramma per voce e orchestra (2013)

Prima Italiana

Paolo Marchettinithe mOnths have ends per soprano e orchestra (2014)su cinque poesie di Emily Dickinson

Prima Assolutacommissione Fondazione ORT

CAlendARIo ConCeRTI

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■ venerdì 28 Marzo

toNiNo battista direttoreFrancesco Dillon violoncello

Giovanni VerrandotraveLLing icOn On raBBit-skin gLueper ensemble (2013-14)

Prima Assolutacommissione Fondazione ORT

andrea Manzoli BLOOming per 9 strumenti (2013-14)

Prima Assoluta commissione Fondazione ORT

Matteo FranceschinivOceconcerto per violoncello e orchestra (2012)

Prima Italiana

Francesco Filidei FinitO Ogni gestO per sei strumenti (2010) Prima Italiana

alessandra ravera L’imPetO cOme acqua sgOrga per orchestra (2013) Prima Assoluta

■ Sabato 29 Marzo

FraNCesCo LaNziLLotta direttoreLorna Windsor voce

Gilberto bosco daL desertO per otto esecutori (2003) Prima Assoluta

emanuele Casale aLLegrO cOn BOcca per ensemble e elettronica (2011)

Prima Italiana

Marcello FiloteidOv’è La vittOria? per quartetto d’archi ed elettronica (2014)

Prima Assolutacommissione Fondazione ORT

riccardo Nova harivamśa cOmPendium per orchestra (2013-14)

Prima Assolutacommissione Fondazione ORT

azio Corghi

…her death! (ritrattO di sarah)drammaturgia poetica di quirino Principeper attrice-cantante e orchestra (2005)

CAlendARIo ConCeRTI

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PRogRAmmA InConTRI PlAY IT 2014

■ martedì 18 marzo ore 15:00Conservatorio Luigi Cherubini, piazza delle Belle Arti, 2 - Sala del BuonumoreGiorGio battiStelliFirenze e le musiche possibili

■ martedì 18 marzo ore 18:00Libreria Feltrinelli, via Cerretani 30/32 rGiorGio battiStellialeSSandra ravera, Marco lenaPlay it! 2014 – Un incontro con il pubblico

■ martedì 25 marzo ore 15:00Università di Firenze, via Gino Capponi 9 - Dipartimento Sagas, primo piano - Aula 12GiorGio battiStelli e MaUrizio aGaMennoneFirenze, la musica e il mondo

QUattro converSazioni coordinate da GiorGio battiStelliTeatro Verdi via Ghibellina 99

■ mercoledì 26 marzo ore 11:00GianlUiGi Mattietti - Ecosistemi della nuova musicacon eliSabetta torSelli

■ giovedì 27 marzo ore 11:00Marco Mazzolini - Musicabilità del mondocon Michele Manzotti

■ venerdì 28 marzo ore 11:00Paolo Petazzi - Uno spazio per il pensiero musicale di oggicon FranceSco erMini Polacci

■ sabato 29 marzo ore 11:00QUirino PrinciPe - Musica forte, musica debolecon eleonora neGri

Play it! propone un ciclo di incontri dal titolo‘la creativitÀ SoStenibile’Il tema verrà sviluppato sotto diverse angolazioni, in sedi e contesti differenti

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Compositore formatosi alla scuola di Franco Donatoni, ha studiato direzione d’orchestra con Franco Ferrara alla Chigiana di Siena. È invitato sul podio di numerose formazioni, da camera e sinfoniche, in Italia e in Francia. Ha diretto più volte alla Biennale di Venezia, al Festival Musica d’Oggi, al Sinopoli Festival, e alla Rai nuova Musica di Torino. Fra le prime esecuzioni assolute citiamo Alfred, Alfred di Donatoni, Lighea e Jehyll di Sbordoni, Dannata Epicurea di D’Amico, Studio 2012 di Manzoni, Sinfonia terza di Solbiati. Attualmente é direttore artistico del Festival Operaincanto (narni).

Terni, 1956FAbIo mAesTRI

Dirige regolarmente l’Orchestra dell’Accademia di S.Cecilia, chiamato come assistente musicale di Antonio Pappano. Invitato da Abbado per una serie di concerti dell’Orchestra Mozart a Bologna e Lucerna, si è esibito con le più prestigiose orchestre e in Italia al San Carlo di napoli, con i Pomeriggi Musicali, e l’ORT. Ha diretto la Sinfonica di Montréal al Festival Knowlton con Fontane di Roma, Pini di Roma di Respighi e Il Campanello di Donizetti, il Gianni Schicchi di Puccini, l’Heure Espagnole di Ravel, l’Adina di Rossini al Reate Festival, e una nuova produzione del Rigoletto a Bari e a Genova.

Catania, 1964CARlo RIzzARI

dIReTToRI

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Compositore cresciuto alla scuola di Sciarrino, Stockhausen, nono, Donatoni, nel 1985 inizia la carriera di direttore. Dopo gli insegnamenti di Daniele Gatti, ha collaborato con Péter Eötvös e ha raggiunto traguardi prestigiosi: sul podio dell’Ensemble Modern di Francoforte, al Teatro di Spoleto per Satyricon di Maderna, la prima di Orfeo cantando… tolse di Adriano Guarnieri al Cantiere d’arte di Montepulciano, Hommage a Berio a Tolone. Direttore del Parco della Musica Contemporanea Ensemble, esegue un repertorio moderno e contemporaneo, tra cui A Floresta è jovem di nono e Laborintus II di Berio.

Gaeta, 1960TonIno bATTIsTA

Tra i più i giovani direttori emergenti nel panorama musicale italiano, Francesco Lanzillotta ha diretto al Teatro San Carlo di napoli, alla Fenice di Venezia, al Teatro Filarmonico di Verona, al Verdi di Trieste. Vincitore del primo premio al concorso “Valentino Bucchi” e al concorso “nino Rota”, ha debuttato recentemente sul podio dell’Orchestra Sinfonica della RAI con una serie di concerti dedicati a Stravinskij e Berlioz, nonché ha diretto Historie du soldat e La fuga in maschera al San Carlo, Il Maestro di cappella all’Opera de nancy e Il piccolo spazzacamino di Britten al Comunale di Treviso.

Roma, 1977FRAnCesCo lAnzIlloTTA

dIReTToRI

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Vincitore di numerosi concorsi, si esibisce nelle sale più prestigiose al mondo con importanti orchestre internazionali e nei maggiori festival tra cui la Biennale di Venezia, Salisburgo e Ravenna Festival. Ventennale la sua collaborazione con la Scala di Milano sotto la direzione di Muti, Berio, de Burgos, Sinopoli, Abbado, Chung, Harding, Dudamel ecc. Ha inciso per BMG, Sony Classic, EMI, Edipan, Stradivarius, Agorà e Amadeus. Docente di saxofono al Verdi di Milano, tiene corsi di perfezionamento e masterclass ad Oporto, Amsterdam, Lisbona, Francoforte, Pechino, Washington, Londra, Vienna e Caracas.

San Giovanni in Marignano (RN), 1964mARIo mARzI

Diplomata in pianoforte e in canto al Conservatorio di Perugia, e cantante prediletta da Luciano Berio per le sue Folksongs, si è esibita sotto la guida di direttori quali Brüggen, Chung, Gergiev, Renzetti, Ausbury, Rundel, Angius. È invitata regolarmente nei maggiori teatri e festival musicali europei. Con un repertorio che spazia da Monteverdi, Bach, Mozart, Rossini, fino ai contemporanei Berio, Schönberg, Poulenc, Mosca, nono, Bussotti, Sciarrino, Dallapiccola, Boulez, Castiglioni, Maderna, è una delle maggiori interpreti nel panorama europeo per versatilità, raffinatezza e capacità espressive.

Orvieto, 1965AldA CAIello

solIsTI

sAxoFono

soPRAno

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Formatosi prima sotto la guida di Andrea nannoni a Firenze, e dopo con Bijlsma, Brunello, Geringas e Rostropovich, studia composizione con Salvatore Sciarrino. Con una brillante carriera internazionale caratterizzata da un repertorio vario e originale, ha un profondo interesse per la contemporaneità, collaborando con Ivan Fedele, Luca Francesconi, Philip Glass, Sofija Gubaidulina, Toshio Hosokawa, Arvo Pärt e con musicisti sperimentali come Matmos, Pansonic, William Basinsky, e John zorn. Recenti le registrazioni di Variazioni di Sciarrino e della Ballata di Giacinto Scelsi, con l’Orchestra della RAI.

Torino, 1973FRAnCesCo dIllon

Britannica d’adozione italiana, soprano, liederista, chanteuse, attrice, è da sempre impegnata come interprete di musica italiana e musica d’oggi. In scena come Donna Anna (Glyndebourne), Euridice (TMP Châtelet, Parigi), Norina (Verona), Despina (Piccolo Teatro di Milano), e nel Pierrot Lunaire al Covent Garden di Londra, collabora con Abbado, Bruggen, Leonhardt. È interprete di opere dei compositori del novecento quali Messiaen, Dallapiccola, Berio, Cage, Kurtág, Crumb, Tzortzis. Il suo approccio libero, e rigoroso le consente di interpretare, insieme a Palumbo, anche pagine di musica jazz.

Orpington (UK), 1956loRnA WIndsoR

solIsTI

vIolonCello

soPRAno

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Tutto quello che si ascolta nasce all’istante in maniera completamente spontanea grazie al contributo dei musicisti e di un “conductor”.

Il progetto riprende alcuni concetti sviluppati dal grande improvvisatore Butch Morris (recentemente scomparso) integrandoli in maniera originale con una serie di esperienze derivate dalla musica elettroacustica e modulandoli in schemi creativi completamente personali. Il conductor insegna agli interpreti, attraverso una serie di incontri operativi, un vocabolario di segni ideografici e simboli che permettono di costruire insieme un lavoro musicale in tempo reale, sviluppando e trasformando singoli elementi timbrici, melodici, armonici, così come strutture più organizzate come ripetizioni, frasi e soli. Una musica che ancora maggiormente può essere inquadrata come espressione collettiva, in cui la sensibilità creativa dei partecipanti incontra la spontaneità dell’improvvisazione, alla ricerca di nuove forme linguistiche.

LFO come Low Frequency Oscillator. nei sintetizzatori elettronici è uno strumento che serve a modulare il suono conferendogli un andamento nel tempo: così anche il conductor apre e chiude il suono dei musicisti, lo cambia, lo trasforma guidando il discorso musicale in un percorso estemporaneo.LFO come Light Freedom Orchestra. Un nuovo modo di intendere l’orchestra e il suonare dal vivo insieme agli altri: non seguire una partitura scritta ma una composizione che nasce e si sviluppa nel momento stesso in cui viene suonata. Una libertà “leggera” che sollecita l’espressività dei singoli musicisti, la lega a quella del “conductor” e la veicola in maniera estemporanea verso un percorso drammaturgico stabilito dal conductor insieme a loro.

Firenze, 1963 Mercoledì 26 | ore 21.00FRAnCesCo gIomI

LFO # 1improvvisazione creativa per ensemble (2014)prima assolutacommissione Fondazione ORTdurata 12 minuti

direttore Francesco Giomi

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Tra il 1554 e il 1556 Jacopo Carucci, detto il Pontormo, tenne un diario. non si tratta di un diario inteso in senso letterario, quanto piuttosto di un resoconto, minuziosamente dettagliato, delle sue ossessioni: in queste pagine, accurate descrizioni delle sue abitudini alimentari (annotate in relazione a considerazioni di carattere medico) trovano posto al fianco degli studi per gli affreschi del Coro della Basilica di San Lorenzo a Firenze, il capolavoro a cui Pontormo stava lavorando in quegli anni e che non riuscì a portare a termine. La pittura di Pontormo è un’arte abitata dalle proprie ossessioni ed è in questo che risiede la sua modernità; ho iniziato a comporre queste Ossessioni di Pontormo, per due gruppi strumentali e percussioni, con in mente queste riflessioni: come immaginare una musica capace di riverberare quelle ossessioni? Come rendere invisibili le “figure” dando corpo ai loro sguardi? Ho pensato, allora, di dividere l’ensemble in due gruppi strumentali, senza però arrivare a definirli attraverso una dialettica delle parti; al contrario, i due

gruppi “dicono” quasi la stessa musica, si conformano quasi attraverso gli stessi “gesti”, ma è proprio in questa sottile alterità che prende forma il carattere ossessivo di una musica pensata in analogia con la pittura di Pontormo.

Milano, 1979 Mercoledì 26 | ore 21.00FedeRICo gARdellA

OSSESSIOnI DI POnTORMOper due gruppi strumentali e percussioni (2014)prima assolutacommissione Fondazione ORT

Edizioni Suvini zerbonidurata 11 minuti

direttore Fabio Maestri

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“E’ una composizione femminile. Il suono dell’orchestra è emanazione della donna piangente. Per questo motivo le frequenze basse sono quasi assenti.Si sentono e si vedono le lacrime della donna. E’ tutto questo ironico? non posso rispondere. La composizione ha una struttura rigorosa incentrata su sette isole sonore. I gongs thailandesi ne segnalano ogni volta la presenza. Le isole nella seconda parte del lavoro si sovrappongono formando delle super-strutture. nella terza parte della makroforma la voce femminile s’inabissa e si allontana dal suono dell’orchestra. Alla fine rimane sono il rumore dell’acqua.”

Testo (trad. Fabio nieder)

“The tender Blossom is gone...I cry! I wish I could melt...turn into Water to be one with Rivers´huge Wawes...go upstream to the source of the Rivers”

Trieste, 1957FAbIo nIedeR

THE WATER FLOW On THEIR WAyper orchestra e voce femminile piangente (vers. 2014)fusione di testi tradizionali armeni e azeriprima assoluta commissione Fondazione ORT

Casa Ricordidurata 15 minuti

voce femminile Alda Caiellodirettore Fabio Maestri

Mercoledì 26 | ore 21.00

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Perché trama? Trama significa ordito, filigrana, ma anche complotto, macchinazione. non solo, in teatro è il filo narrativo stesso del racconto. E questo filo lo insinuo in un contesto astratto e complesso quale il linguaggio contemporaneo. Anzi la struttura linguistica ne diviene il tramite e il mezzo, come in realtà dovrebbe sempre essere.Sembrava non fosse più possibile raccontare storie. Come se fossimo privati di una facoltà che sembrava inalienabile, la più certa e sicura di tutte: la capacità di scambiare esperienze.La nostra generazione non è d’accordo. O meglio, la storia va avanti e un nuovo impulso vitale rende indispensabile come l’aria l’invenzione di un filo narrativo, la ricomposizione di una unità interiore che riesca a parlare con altri individui. Dunque questa “trama”, questo fil rouge è importantissimo ora, inteso come trasparenza, chiarezza formale, capacità di controllare e comunicare un pensiero musicale, equilibrio tra energia e risultato.Vi è però una condizione ineliminabile affinché si riesca a tracciare questa linea chiara nell’aria. E’ la capacità di elaborare

un linguaggio sufficientemente articolato e profondo per interpretare una realtà così complessa.Altrimenti non si hanno neppure i vocaboli per raccontare.La nostra foresta di simboli quotidiani è intricatissima, molto ricca e stimolante; ma anche caotica e crudele, a volte terrificante.Un filo però c’ è, o dobbiamo inventarlo: è indispensabile trovare una “trama”.

Milano, 1956 Mercoledì 26 | ore 21.00luCA FRAnCesConI

TRAMAper saxofono e orchestra (1987)prima italiana

Casa Ricordidurata 20 minuti

saxofono Mario Marzidirettore Fabio Maestri

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Il prende ispirazione dalla geometria. nel quotidiano siamo portati a pensare che sia una soltanto la strada più breve tra due luoghi. Da un punto di vista matematico, tuttavia, ciò si è dimostrato falso: seguendo alcune speciali regole è possibile infatti definire più strade “brevi” per collegare dei luoghi. Tali strade si chiamano “distanze” e la “distanza di Manhattan” è appunto una di essere. Utilizzando questo tipo di distanza, si trovano sempre almeno due strade più brevi per collegare due punti. Questo pezzo cerca di creare un equivalente musicale della geometria di Manhattan: anche qui c’ è sempre la possibilità di raggiungere la meta attraverso due strade vi sono cioè due soluzioni per lo stesso problema. Sul piano formale il pezzo è organizzato in due sezioni che rappresentano le strade che collegano i due punti: ciascuna sezione costituisce lo sviluppo musicale di queste idee. non vi è un unico modo di guardare alla realtà: questo pezzo tenta di esprimere l’idea che è sempre possibile trovare almeno due prospettive diverse per guardare la realtà.

Monteciccardo (PU), 1976 Mercoledì 26 | ore 21.00CARmIne emAnuele CellA

THE MAnHATTAn DISTAnCEper orchestra (2010 rev. 2014)

prima italiana

Edizioni Suvini zerbonidurata 12 minuti

direttore Fabio Maestri

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Prendendo le mosse dalle Rimas di Gustavo Adolfo Bécquer, il brano si costruisce intorno a tre sostantivi più ricorrenti nell’opera del poeta sivigliano: “luz”, “ojos” e “mundo” (luce, occhi e mondo). Ogni termine identifica una delle tre sezioni in cui il brano è suddiviso: in ognuna di queste sezioni il testo è ottenuto attraverso un ricamo che cuce, annullando la distanza spaziale, frammenti di poesie differenti, accomunati da una vicinanza sintattica, semantica o fonetica in relazione ai tre termini chiave.

Ognuno di questi termini-chiave è esplorato musicalmente in relazione al concetto di vicinanza, e di percezione della distanza (nello spazio e nel tempo): la luce (“próxima a expirar”) nella sua vicinanza agli occhi per vedere e mettere a fuoco, gli occhi come primo mezzo per un “approssimarsi” al mondo, e il mondo stesso come rappresentazione fattuale di spazio e tempo. Il testo è spesso trattato per risonanza fonetica, con un’attenzione particolare alle /z/ e le /j/, o per sottrazione semantica, dove parole,

come per esempio “mondo” vengono “fagocitate” da immagini musicali, che rimandano al tempo stesso a un altrove, un non-luogo in cui i gesti sonori diventano simboli.

Trescore Balneario (BG), 1984 Giovedì 27 | ore 21.00dAnIele ghIsI

PRóxIMAper voce femminile, flauto, clarinetto, pianoforte, viola e violoncello (2011-12)su testi di Gustavo Adolfo Bécquerprima italiana

Casa Ricordidurata 12 minuti

voce femminile Alda Caiellodirettore Carlo Rizzari

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(1)luzluz que en cercos temblorososbrilla, próxima a expirar

nevada cumbre en que el día su postrera luz refleja

fantasma de niebla y luz

(2)yo, que a tus ojos en mi agoníalos ojos vuelvo

ante mis ojos,la imagen de tus ojos se quedócomo la

mas no te encuentro a ti, que es tu mirada:unos ojos, los tuyos

ojos negros,por ver

cuando se clavan tus ojosen un invisible objeto

si alguna vez tus labios rojosquema invisible atmósfera abrasada

porque son, niña, tus ojosverdes como elverdes los tienen

y sin

unos ojos que reflejenlos ojos que los miran;mientrastus ojoshúmedos

(3)soy yo, que al acasocruzo el mundo, sin pensar

mientras haya

yo soy el invisibleanillo que sujetael mundo de la formaal mundo de la idea.

por una

por

PRóxIMAtesto di Gustavo Adolfo Bécquer

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“La sintesi del tempo costituisce il presente nel tempo, anche se il presente non è una dimensione del tempo: solo il presente esiste. La sintesi costituisce quindi il tempo come presente vivente, e il passato e futuro come dimensioni di tale presente”

Gilles Deleuze

In the dark è uno studio sull’ultima scena di Othellosexmachine, opera scritta nel 2013 da una riscrittura dell’Othello di Shakespeare insieme allo scrittore Cristian Ceresoli. La scena è collocata nella città di Famagosta, laddove tra il 1506 e il 1508 il governatore di Cipro uccide la moglie Desdemona. Oggi la città di Famagosta è considerata una città fantasma, da quando gli abitanti greco-ciprioti furono convinti ad abbandonare pacificamente le proprie case dall’esercito turco in seguito alla minaccia di invasione del 1974. Tuttora Famagosta e il quartiere turistico esclusivo di Varosha sono zone inaccessibili: ogni cosa è rimasta congelata nel tempo esattamente come era quarant’anni fa, con i soli segni degli agenti atmosferici,

delle piante e degli animali a segnarne la differenza. In questo ambiente si svolge l’ultima parte di Othellosexmachine. Qui si ritrovano i personaggi in una macabra rappresentazione del rito di Othello e Desdemona, nascosti da maschere che escono dal punto di congiunzione tra la rappresentazione della tragedia greca e una festa in maschera come poteva accadere nel quartiere turistico di Varosha prima del 1974.La versione per strumenti a fiato, strumenti a percussione e pianoforte si articola in tre parti su un materiale armonico omogeneo. La prima parte è una reiterazione ossessiva di un modello ritmico su un lontano lamento, la seconda parte è caratterizzata dal registro grave e scuro degli strumenti a fiato mentre la terza ripete un modello di moto obliquo tra l’andamento discendente del pianoforte e l’andamento orizzontale degli strumenti a fiato che determina una separazione ma con il punto di distacco sempre presente.In the dark nasce anche da una mia personale riflessione sul concetto di ripetizione come categoria estetica.

Casalmaggiore (CR), 1974 Giovedì 27 | ore 21.00mARCo lenA

In THE DARK(2014)prima assoluta commissione Fondazione ORTdurata 8 minuti

direttore Carlo Rizzari

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nel titolo si nasconde una citazione dei primi versi della poesia Ariel, un testo che, per ricchezza di significati e difficoltà interpretative, è considerato tra i più controversi dell’opera visionaria di Sylvia Plath (grande voce poetica del novecento anglofono, vincitrice post mortem del Pulitzer Prize 1982, nata a Boston, ma naturalizzata inglese, morta suicida a soli trent’anni nel 1963). Vi si racconta una folle corsa a cavallo: metafora della vita stessa, della corsa che ci accomuna in quanto uomini e che ha come meta la morte. La “stasi” è un’immobilità apparente, culla di un’inquietudine interiore. La ricchezza polisemica del testo è tale da apparire a tratti, in una visione metapoetica, una riflessione stessa sull’atto creativo, di qualsiasi natura esso sia. La stasi è dunque anche il silenzio, l’introversa riflessione dalla quale prende forma la materia sonora, seguendo direzioni e ragioni insite al suono stesso. Il primo gesto orchestrale riproduce un soffio, assimilabile al respiro umano, che viene inghiottito, rimanendo quasi soffocato, da una strappata lacerante

degli archi che apre uno squarcio nel buio, dal quale ci si stacca lentamente per costruire un ultimo grande slancio verso la luce.

Udine, 1977 Giovedì 27 | ore 21.00dAnIelA TeRRAnovA

STASIS In DARKnESS. THEn THE BLUE

(2013-14)prima assolutacommissione Fondazione ORT

Edizioni Suvini zerbonidurata 13 minuti

direttore Carlo Rizzari

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Si può con un “gesto musicale assoluto” comporre l’opera lirica più corta della storia della musica?

Taci. Il monito (termine e gesto, usato ed abusato in tutta la storia musicale dell’opera che canta italiano) a chi è rivolto ... ad una persona? Ad un pensiero? Ad una emozione? Al pubblico? A se stessi? nell’era del “frammento” esprimere un respiro che è circondato dal vuoto che lo contiene è la massima espressione “umana” che possa rappresentare l’uomo nel “momento”, nel suo “ora”, che inevitabilmente diventa un’intuizione: colpo di faro. Come Sant’Agostino descrive nei suoi scritti “... l’intuizione (il presente) è racchiusa tra un tempo passato (memoria) e un tempo futuro (l’infinito avvenire)”, entrambi i punti sono inesistenti, questo fa si che il momento-frammento possa racchiude in sè l’intuizione, rendendola viva, percettiva ... oggettivamente soggettiva e di conseguenza nell’espressione del teatro musicale, una soggettività collettiva racchiusa tra rimandi sonori del passato

e aspettativa d’un futuro: intuizione dell’essere ora: tutti verso uno, il Teatro; universo. Quindi, se la superficie intatta di uno specchio rappresenta un unicum (il pubblico), l’azione che la deflagra, il gesto, minima frazione temporale, apre l’opera ai molteplici spazi possibili contenuti all’interno del suo essere unicum; l’oggettività umana diventa soggettiva, rifrange. Racchiudendo tutto in un “gesto”, dalla parola all’orchestra, alla gestualità, al teatro ... si crea l’occasione e l’opportunità di raggiunge il massimo concept nel minimo possibile spazio-dramma: il titolo, che è libretto, musica, azione, tutto ... è minimodramma. Una forma spiroidale che si alimenta e si sviluppa a mo’ di frattale sonoro. Diventa infinita c corale. Visione. Teatro del silenzio.

Libretto:: Taci.: ...

Cittanova (RC), 1976 Giovedì 27 | ore 21.00gIRolAmo deRACo

TACIminimonodramma per voce e orchestra (2013)prima italiana

Edizioni Sconfinartedurata 8 secondi

voce femminile Alda Caiellodirettore Carlo Rizzari

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The Months have ends per soprano e orchestra, su cinque poesie di Emily Dickinson, è un lavoro intriso di nostalgia, di senso di caducità dell’esperienza umana, fisica e spirituale. Qualora si riscontri una certa aggressiva passionalità o vigore emozionale (Wild night!), queste sono frutto di un’idealizzazione più che di un reale vissuto.Il senso d’inadeguatezza e di triste meccanicità che segue un evento doloroso (After great pain), il canto di un uccello che rende l’estremo saluto agli uomini (a Tain went through a burial Gate) è seguito dal desiderio umano di celebrare la vita attraverso il canto stesso (I shall keep singing!).La fine dei giorni è vista come dolce riposo dalle sofferenze umane (The Months have ends);gli uomini, come bambini, che pur stanchi del giorno trascorso, non vogliono lasciare da soli i loro rumorosi giochi della vita.

Roma, 1974 Giovedì 27 | ore 21.00PAolo mARCheTTInI

THE MOnTHS HAVE EnDSper soprano e orchestra (2014)

su cinque poesie di Emily Dickinsonprima assolutacommissione Fondazione ORTdurata 15 minuti

soprano Alda Caiellodirettore Carlo Rizzari

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IWild nights - Wild nights!Were I with theeWild nights should beOur luxury!

Futile ‐ the winds -To a Heart in port -Done with the Compass -Done with the Chart!

Rowing in Eden -Ah, the Sea!Might I but moor - tonight -In thee!

IIAfter great pain, a formal feeling comes -The nerves sit ceremonious, like Tombs -The stiff Heart questions "was it He, that bore,"And "yesterday, or Centuries before"?

The Feet, mechanical, go round -A Wooden way Of Ground, or Air, or Ought -Regardless grown,A Quartz contentment, like a stone

This is the Hour of Lead -Remembered, if outlived,As Freezing persons, recollect the Snow -First - Chill - then Stupor - then the letting go -

CInQUE POESIE DI EMILy DICKInSOn (1830 – 1886)traduzione di Giuseppe Ierolli

Inotti selvagge - notti selvagge!Fossi io con tenotti selvagge sarebberoLa nostra voluttà!

Futili - i venti -Per un Cuore in porto -Via il Compasso -Via la Mappa!

Vogare nell'Eden -Ah, il Mare!Potessi soltanto ormeggiare - stanotte -In te!

IIDopo una grande pena, un sentimento formale subentra -I nervi siedono cerimoniosi, come Tombe -Il Cuore irrigidito si chiede "fu proprio Lui, che soffrì,"E "Ieri, o Secoli fa?"

I Piedi, meccanicamente, vanno tutt'intorno -Un Legnoso percorsoDi Terra, o Aria, o Altro -Incuranti del divenire,Un appagamento di Quarzo, come una pietra -

Questa è l'Ora Plumbea -Ricordata, se si sopravvive,Come un Assiderato, rammenta la neve - Prima - il Freddo -poi lo Stupore - poi il lasciarsi andare -

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IIIA train went through a burial gate,A bird broke forth and sang,And trilled, and quivered, and shook his throatTill all the churchyard rang;

And then adjusted his little notes,And bowed and sang again.Doubtless, he thought it meet of himTo say good bye to men.

IVI shall keep singing!Birds will pass meOn their way to yellower Climes -Each - with a Robin's expectation -I ‐ with my Redbreast -And my Rhymes -

Late ‐ when I take my place in summer -But ‐ I shall bring a fuller tune -Vespers ‐ are sweeter than matins - Signor -Morning - only the seed - of noon -

VThe Months have ends - the years ‐ a knot -no Power can untieTo stretch a little furtherA Skein of Misery -

The Earth lays back these tired livesIn her mysterious Drawers -Too tenderly, that any doubtAn ultimate Repose -

The manner of the Children -Who weary of the Day -Themselves - the noisy PlaythingThey cannot put away -

IIIUn corteo attraversava un funebre cancello,Un uccello venne improvviso e cantò,E trillò, e vibrò, e si agitò la sua golaFinché tutto il camposanto ne risuonò;

E poi aggiustò le sue piccole note,E s'inchinò e cantò ancora.Senza dubbio, riteneva suo dovereDire addio agli uomini.

IVTerrò in serbo il canto!Gli uccelli mi oltrepasserannonel loro cammino verso Climi più Gialli -Ciascuno - con le aspettative di un Tordo -Io - col mio PettirossoE le mie Rime -

Più tardi - quando prenderò posto nell'estate -Allora - produrrò una più piena melodia -I vespri - sono più dolci dei mattutini - Signore -Il mattino - solo il seme - del meriggio -

VI Mesi hanno termine - gli Anni - un nodo -Che nessuna Forza può scioglierePer allungare un poco più oltreIl Groviglio della Sofferenza -

La Terra ripone queste stanche vitenei suoi misteriosi Cassetti -Troppo teneramente, perché qualcuno dubitiUn definitivo Riposo -

Alla maniera dei Bambini -Che si stancano del Giorno -Da sé - il rumoroso Giocattolonon possono mettere via -

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nella storia dell’iconografia sacra, esiste una tradizione, innanzitutto Russa, che offriva al credente la possibilità di un contatto costante con i propri protettori spirituali. E’ la tradizione dell’icona da viaggio, spesso un dittico o trittico che conteneva immagini di santi, angeli, divinità, concepito in modo tale che il credente potesse non separarsi mai dall’immagine venerata, sviluppando anzi un contatto fisico e quasi carnale con essa. Caratteristica delle icone da viaggio è frequentemente la vivacità dei colori, accecanti, forzati, luminosi: esse sono racchiuse da due valve che ne proteggono il contenuto, quasi a svelare un mondo al tempo stesso privato per il rito e iridescente per il contenuto. “Travelling icon on rabbit-skin glue” (Icona da viaggio su colla di coniglio) è una miniatura di due movimenti del mio brano “Multiplicity” per percussioni e orchestra, trascritti qui per ensemble da camera, con quell’intenzione di svelarne la parte più rilucente, accecante, affrescata. In uno spazio più piccolo, ho cambiato la struttura e l’orchestrazione, esplorando da vicino

(in modo corporeo) le caratteristiche timbriche degli strumenti tradizionali e di quelli aggiunti per l’occasione, per sostituire la ponderosità della massa con l’eccezionalità dei singoli suoni.

Sanremo, 1965 Venerdì 28 | ore 21.00gIovAnnI veRRAndo

TRAVELLInG ICOn On RABBIT-SKIn GLUEper ensemble (2013-14)prima assoluta commissione Fondazione ORT

Edizioni Suvini zerbonidurata 9 minuti

direttore Tonino Battista

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Una delle tecniche musicali di proliferazione materica che più mi hanno interessato fin dai primi studi compositivi è la variazione (intesa come elemento nuovo e rigeneratore piuttosto che come artificio virtuosistico/decorativo).In Blooming, attraverso il concetto di variazione cerco di riappropriarmi, di rileggere e di riscrive un’idea musicale lievemente appuntata diverso tempo fa, ma mai formalizzata.L’idea centrale del brano è quella di raccogliere all’interno di un’unica arcata narrativa diverse immagini musicali tutte riconducibili ad una successione accordale rappresentante il materiale “primordiale”. Momenti sincronici (accordi “armonici – inarmonici”- secondo l’accezione spettralista) e momenti diacronici (linee e profili melodici) vengono messi in continua relazione dialettica attraverso i parametri dell’eterofonia (ritmica ed armonica) e della risonanza (integrale o selettiva).

Atri (TE), 1977 Venerdì 28 | ore 21.00AndReA mAnzolI

BLOOMInGper 9 strumenti (2013-14)prima assoluta commissione Fondazione ORT

Edizioni Suvini zerbonidurata 10 minuti

direttore Tonino Battista

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Il violoncello è senza dubbio lo strumento che più possiamo accostare alla voce umana. La profondità del suono, la sua ricchezza, versatilità ed energia, producono sensazioni e vibrazioni molto fisiche, umane, dove la percezione può trascendere ciò che più è ovvio, logico, naturale.nel percorso di composizione, la “voce” del violoncello è dunque il nucleo generatore, la scintilla creativa.Il brano è composto da episodi che studiano, approfondiscono ed interpretano le diverse componenti che caratterizzano la voce (intensità, altezza, timbro, estensione). Mi interessava lavorare su un percorso in divenire, sulla tensione e la necessità di arrivare ad un punto focale, necessario, risolutivo: far cantare il violoncello.Voce è dunque costruito su una graduale e consapevole scoperta della propria identità, un percorso di conoscenza e sviluppo che il violoncello compie in quanto entità. Il solista scopre in principio la fisicità del proprio strumento, la sua fisionomia; al tatto ne riconosce la materia inaugurando così un personale viaggio di crescita e mutazione. In un percorso dinamico e cangiante che inizialmente va dal “parlato”

al “cantato”, la “voce” del violoncello tocca le innumerevoli sfaccettature e possibilità che lo caratterizzano: grida, sussurra, si trasforma in verso animale, in manifestazione della natura, diventa attore, personaggio, protagonista di una scena d’opera, voce intima della coscienza, per infine esplodere in un canto, in un flusso pulsante e dinamico che coinvolge l’orchestra come una sorta di trascinante coro monodico, di “polifonico” monologo. La profondità del suo essere, la ritualità e l’aura quasi sacrale che avvolge lo strumento, nella sezione conclusiva lo proiettano in una dimensione eterea, sognante, sospesa, come a tenere per sé in dolce segreto le molteplici metamorfosi del suo essere “voce”.

Trento, 1979 Venerdì 28 | ore 21.00mATTeo FRAnCesChInI

VOCEconcerto per violoncello e orchestra (2012)prima italiana

Casa Ricordidurata 16 minuti

violoncello Francesco Dillondirettore Tonino Battista

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“Quando è finito ogni gesto d’amore”: un verso del Novissimum Testamentum di Edoardo Sanguineti quanto mai efficace nel confrontare l’amore alla sua morte. Da esso avevo già fatto nascere il titolo di un concerto per violoncello ed orchestra: “Ogni gesto d’amore”, una lenta discesa agli inferi intessuta sulla scala cromatica, con uno spiraglio di luce finale. Sanguineti moriva improvvisamente per un aneurisma il 18 maggio 2010 pochi giorni dopo la prima del pezzo, lasciando un vuoto incolmabile nel disastrato panorama culturale italiano. Dopo inutili tentativi di fuggire dal solco che aveva scavato in me “Ogni gesto d’amore”, ho deciso di seguirne lo stesso cammino, costruendo la forma e le melodie sulla scala cromatica discendente, fino al bivio vicino al quale, la prima volta, avevo indugiato.

Poi ho seguito l’altra direzione.

Pisa, 1973 Venerdì 28 | ore 21.00FRAnCesCo FIlIdeI

FInITO OGnI GESTOper sei strumenti (2010)prima italiana

Edizioni Musicali Rai Tradedurata 12 minuti

direttore Tonino Battista

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“L’impeto poetico è grande, forte come l’istinto primigenio; esso ha in sé il proprio ritmo inflessibile e sgorga come acqua dalle montagne.” (Rainer Maria Rilke)

L’impeto creativo è la sostanza dell’arte, consente di elevare l’uomo in quella dimensione spirituale più alta rispetto all’ esistenza materiale. Il brano è l’ esaltazione musicale di questo istinto umano, l’impeto poetico, un’irrinunciabile forza vitale che porta l’uomo ad uno stato di fervore e sommovimento dell’anima.Sarà l’istinto poetico a definire lo spazio sonoro nel momento stesso in cui propone l’immagine, l’idea timbrica o gestuale attorno alla quale si articola il brano.Dal punto di vista formale, il lavoro si presenta come un’unica grande arcata ascendente distinta in sei episodi, pur nella continuità del discorso musicale, come una sorta di metamorfosi costante dell’idea originaria. L’ arcata iniziale è animata da rapidi profili ascendenti, che creano picchi di frequenza e intensità, lasciando una traccia all’ascolto che descrive nella microforma l’arcata complessiva del brano. La ripetitività della struttura, la

riconoscibilità degli elementi musicali in gioco e l’ omogeneità dei gesti, sottolineano l’idea di flusso che sgorga; le diverse linee, cangianti e dinamiche, si svelano scorrendo su un’unica trama che si dilata e restringe coinvolgendo l’ orchestra in un processo continuo di rigenerazione degli eventi. Gli episodi sono caratterizzati da una duplicità di energie, lirismo e vigore, che vivono in un’ alternanza fra momenti di tensione e calma apparente con una spinta direzionale continua fino al climax del brano che chiude il movimento a “ondate” che lo caratterizza.Un percorso di energie teso alla ricerca di un’unità spaziale cui si giunge solo alla fine.La gestualità strumentale è accompagnata da evidenti contrasti dinamici: i rapidi movimenti ascendenti, i climax intensi o i contrappunti orientati verso punti culminanti, costituiscono un’idea di forza, energia e brillantezza, unita alla voglia di oltrepassare un limite impenetrabile. Il processo creativo discostandosi dal tempo quotidiano, mette in evidenza tutto ciò che brama dentro di noi per essere conosciuto. Credo che l’arte sia un modo di sublimare l’ esperienza umana e la rappresentazione simbolica di momenti della nostra esistenza.

Roma, 1977 Venerdì 28 | ore 21.00AlessAndRA RAveRA

L’IMPETO COME ACQUA SGORGAper orchestra (2013)prima assoluta

Edizioni Sconfinartedurata 9 minuti

direttore Tonino Battista

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Alcuni frammenti, quasi dei “paesaggi musicali”, si susseguono senza soluzione di continuità. La lontananza temporale dal viaggio qui forse ripercorso, la suggestione di una serie    di opere pittoriche e di immagini fotografiche sovrapposte ai ricordi, provocano un’ operazione che vuole collegare insieme astrazione e realtà, esperienza vissuta e finzione.

Torino, 1946 Sabato 29 | ore 21.00gIlbeRTo bosCo

DAL DESERTOper otto esecutori (2003)prima assoluta

Edizioni Suvini zerbonidurata 6 minuti

direttore Francesco Lanzillotta

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nella ricerca musicale di Emanuele Casale, Allegro con bocca rientra tra i pezzi di carattere ludico ed è caratterizzato da una scrittura essenziale e immediata, dall’elevata valenza comunicativa. nelle prime battute è esposta una figurazione ad arco riconoscibile distintamente e intorno alla quale si sviluppa l’intera composizione. Tale figurazione simboleggia la ricerca di una comunicazione diretta e veloce, che non indugia o temporeggia: così il gioco contrappuntistico nel quale viene inserita si fa via via stringente e la sua ridondante presenza ne sfoca i tratti, sino alla comparsa di nuovi elementi sonori frammentati e distribuiti tra i vari strumenti; tecnicamente si parlerebbe di “puntillismo ritmico” e, per rimanere nello spirito della composizione, si può pure parlare di “groove”, nella sua accezione di coinvolgente gioco ritmico ed anche di ludico divertimento.Il titolo di questo brano può essere considerato parte integrante del processo compositivo. Allegro con bocca e altri titoli come Esistere lago,

nulla e un tempo (2007) e Buongiorno stanza audace (2009) fanno pensare a scritti dadaisti che, discostandosi dalle consuetudini grammaticali, enfatizzano il significante – la forma poetica – rispetto al significato – un contenuto vago e allusivo. Allegro con bocca è stato commissionato da ny Musikk per la Oslo Sinfonietta.

Roberta Milanaccio

Catania, 1974 Sabato 29 | ore 21.00emAnuele CAsAle

ALLEGRO COn BOCCAper ensemble e elettronica (2011)prima italiana

Casa Ricordidurata 11 minuti

direttore Francesco Lanzillotta

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Una delle lingue meno parlate dagli italiani è l’italiano. Quando vogliamo dire qualcosa che ci appartiene emotivamente usiamo il dialetto. Per questo ho deciso di far tradurre in romanesco, napoletano, perugino, veneziano, romagnolo siciliano e salentino, alcune idee che ci dovrebbero stare a cuore: i primi dodici articoli della Costituzione. Ma i nuovi italiani ormai usano anche altre lingue: rumeno, cinese, inglese, arabo o spagnolo, mentre francese e tedesco si parlano da sempre in alcune zone. Grazie all’elettronica le voci che leggono gli articoli in 7 lingue e in 7 dialetti possono diventare puro suono o mantenere il significato originario. L’ obiettivo è tenere tutto insieme. E in musica stare insieme si traduce: “quartetto d’archi”, il luogo dove ognuno può farsi sentire senza prevaricare. Elettronica e quartetto sono fusi perché “A Repubbrica, è una e nun se po’ spartì”, urlano che “nuje schifamme ‘a guerra pe’ se mettere a coppa all’ata gente”, e ricordano che “Ognun e po prighè e su dio” anche se “U Statu e a Chiesa cattolica cumanninu

ppi cuntu so”. Il risultato è un contrappunto timbrico fitto, sostenuto, agli archi, dalla rielaborazione lentissima dell’inno nazionale, che qua e là diventa riconoscibile (è una sorpresa, non diffondete la voce). P.S. Quando cantiamo “siam pronti alla morte” intendiamo la nostra, non quella degli altri.

Roma, 1966 Sabato 29 | ore 21.00mARCello FIloTeI

DOV’È LA VITTORIA?per quartetto d’archi ed elettronica (2014)prima assoluta commissione Fondazione ORT

Edizioni Musicali Rai Tradedurata 13 minuti

direttore Francesco Lanzillotta

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Art. 1L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 2La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 4La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Art. 5La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.

Art. 6La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

Art.7Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi.

Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.[1]

Art. 8Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. [2]

Art. 9La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione.

Art. 10L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici. [3]

Art. 11L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Art. 12La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.

LA COSTITUzIOnE ITALIAnAPRInCIPI FOnDAMEnTALI

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L’Harivamśa (la stirpe di Hari) è il 19mo ed ultimo libro del Mahābhārata ed è a tutti gli effetti il suo antefatto. Le prime strofe raccontano di come la “terra” pregò gli dèi di liberarla dal peso eccessivo degli umani che con le loro lotte, la loro sete di potere ed il loro consumo eccessivo la stavano distruggendo. Il ritmo solenne ed ipnotico di questi stupefacenti ed attualissimi versi, composti circa duemila anni fa sul metro shloka di 32 sillabe, mi ha guidato durante tutta la stesura di questo brano. nella cultura vedica i metri poetici erano considerati vere e proprie divinità e spesso, sia nei veda che nei poemi epici successivi, agiscono come entità reali modificando il corso degli eventi. In questo brano orchestrale, che farà parte di un progetto video/coreografico basato sui 19 libri del Mahābhārata ed interamente cantato in sanscrito, ho utilizzato un metro di 38 unità. Un “personaggio” ritmico presente a tutti i livelli, una sorta di demiurgo che determina, anche quando non appare, tutti gli eventi musicali.

Milano, 1960 Sabato 29 | ore 21.00RICCARdo novA

HARIVAMśA COMPEnDIUMper orchestra (2013-14)prima assoluta commissione Fondazione ORT

Casa Ricordidurata 16 minuti

direttore Francesco Lanzillotta

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La shakespeariana figura di Ophelia, godette di vasta popolarità soprattutto nel tardo Ottocento poiché costituiva l’esempio della donna folle d’amore che si sacrifica e dimostra la sua venerazione per l’uomo che ama. Ophelia si adorna di fiori, per evidenziarne il simbolico parallelo con il proprio corpo, abbandonandosi alla follia e affidandosi all’acqua per trovarvi la morte. Fra le numerose opere letterarie, pittoriche e musicali che si riferiscono al concetto ottocentesco del culto dell’infermità femminile, è interessante riportare l’interpretazione del personaggio di Ophelia offerta da Sarah Bernhardt. L’ attrice si rendeva perfettamente conto di quanto fascino esercitasse sugli uomini il tema della donna morente con la mente offuscata dalla pazzia. Ella ne fece uso in ogni occasione per rendere oggetto di culto l’eccentricità della propria immagine portandosi dietro, nelle tournées, ciò che lei definiva la sua bara. Fotografie che la ritraevano mentre giaceva in quello stato di quasi perfetta beatitudine circolavano fra i suoi ammiratori. Il caso di Sarah Bernhardt prova quanto il culto dell’infermità

Cirié (TO), 1937 Sabato 29 | ore 21.00AzIo CoRghI

fosse intimamente connesso al bisogno della donna di attirare l’attenzione su di sé, al fine di essere riconosciuta come un’ entità a sé stante e non come un anonimo “fiore di virtù”. Ophelia, è un personaggio che non trova collocazione in un determinato periodo storico: la sua ombra si proietta dal secolo immaginato da Shakespeare fino al

…HER DEATH! (RITRATTO DI SARAH) per attrice-cantante e orchestra (2005)

drammaturgia poetica di Quirino Principe

Casa Ricordidurata 20 minuti

voce Lorna Windsordirettore Francesco Lanzillotta

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diciannovesimo ma… la sua “polvere” può arrivare fino a noi.nella drammaturgia poetica di Quirino Principe i suoi interlocutori non hanno alcun motivo di sussistere realmente poiché il dialogo di Ophelia avviene con la musica. Rimane l’alternanza fra parola cantata e parola recitata, affidate alla stessa interprete, che fa parte del suo interrogarsi. Le citazioni, sia di carattere testuale che musicale, riguardano alcuni frammenti di HAMLET (nell’originale inglese di William Shakespeare) e un “masque” di William Lawes (1602-1645) compositore di teatro, attivo presso la corte inglese, che fece parte dei King’s Men Players.L’ orchestra è formata da Flauto, Armonica a bocca cromatica (oppure Fisarmonica con registrazione “Musette”) Percussioni e Archi. Delle Percussioni fa parte anche la Glassarmonica (sostituibile eccezionalmente con una serie di Bicchieri musicali). La scelta dell’organico è frutto di un’ osservazione musicologica attinente la scena della pazzia dalla Lucia di Lammermoor donizettiana. nell’autografo dell’opera, invece della tradizionale parte del Flauto obbligato (probabilmente d’altro autore), in origine era indicato uno strumento definito “armonico”. Facilmente si può dedurre che si trattasse di una Glassarmonica o di un gruppo di Bicchieri musicali. L’idea di affiancare alla Voce femminile un timbro puro, nitido e trasparente, prodotto da un “movimento rotante”, la dice lunga sul genio teatrale e sull’intuizione di Donizetti. Ancor più si può apprezzare la scelta dell’autore se si pensa che, a cavallo fra Sette e Ottocento, gli esecutori dell’Armonica a cristalli rotanti erano donne e che l’uso dello strumento (inventato da Benjamin Franklin nel

1762) iniziò a decadere intorno al 1830 perché si riteneva che lo sfregamento dei bordi di cristallo avesse effetti negativi sul sistema nervoso dell’interprete. Di qui l’idea di contrappuntare il testo drammaturgico di …HER DEATH! con timbri strumentali (Glassarmonica e Flauto) caratterizzanti le vicende della suddetta scena della Lucia.La successione degli eventi si produce come un fantasmatico flash-back. Vi si intrecciano il racconto di W.G.Robertson, relativo alla foto di Sarah Bernhardt, la lettura di alcuni frammenti tratti dal shakespeariano HAMLET e la rilettura “in chiave di attualità” della scena della pazzia di Ophelia.La descrizione della fotografia pubblicitaria che ritrae Sarah Bernhardt nella bara, avvia e chiude il dramma.

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InTRODUzIOnE

(ansimando) …Her death!

(canticchiando) …trarallerì-lerà…

(provando a recitare) …Her death was…doubtful…

(raccontando) Un giorno, cercando fra gli oggetti curiosi stipati in quelle stanze, mi capitò di trovare, in una piccola cornice nera, una fotografia che ritraeva una fanciulla morta in una bara.

(1) (recitando) …Her death was doubtful; and, but that great command o’ersways the order, she should in ground unsanctified have lodged, till the Last Trumpet. For charitable prayers, shards, flints, and pebbles should be thrown on her. Yet here she is allow’d her virgin crants, her maiden strewments, and the bringing home of bell and burial. No more be done: we should profane the service of the dead to sing a requiem…

(raccontando) non c’era niente di angoscioso in quella fotografia, solo una dolcezza commovente, e mi resi conto, mentre mi affrettavo a riporla, d’aver scoperto qualche tragico segreto.

Improvvisamente lui apparve chiedendo:La conoscete, vero?no, sussurrai.

(2) (recitando) …Lay her in the earth…and from her fair and unpolluted flesh may violets spring ! Flowers to flower… I thought thy bride-bed to have deck’d, sweet maid, and not have strew’d thy grave !Hold off the earth awhile, till I have caught her once more in mine arms. O fair Ophelia !

(raccontando) E lei, l’avevo mai conosciuta? Avrei potuto conoscerla da viva?Osservate attentamente la fotografia… non è morta, disse lui sorridendo.

PRIMA PARTE

(nervosa)E lui, l’avete visto?(ambigua, fingendo di incipriarsi il viso)Un prodotto di bellezza… “fin de siècle”!(irritata) L’avete visto?no? Ma sì, alto così…(infuriata) Sì, piccolo, vi dico!(tagliente)Che scoperta: un bambino!(interrogativa e perplessa)Oggi, è San Valentino?

…HER DEATH! (RITRATTO DI SARAH)drammaturgia poetica di Quirino Principe

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(cantando) Tu Valentino, e io Valentina alla finestra, col nastro in testa…

Lui, l’avete visto?(in tono confidenziale)Lui è quello che mi molestae mi ha piantata laggiù, in cantina…(gridando, con orrore)Oh, quanta polvere là… su quelle casse!(continuando a fingere di incipriarsi il viso)Avete visto?

(cantando) Alto così… non camminava, le prime notti un po’ piangeva,

ma poi, silenzio; in fondo, era bravo.(sottovoce, come ricordando)Ma poi, silenzio… chi mi diceva:«Il resto… il resto… il resto è silenzio?»(divertita)Questa io l’ho già sentita!(amabile)Voi, l’avete sentita?(insinuante e ansiosa)E voi… lui, l’avete visto?(tagliente)Che scoperta: un bambino!

(cantando) Alto così… capelli bianchi, la barba candida, gli occhi stanchi.

E gli gridava: «no! Metti giù!»(in tono distaccato e didattico)Mi difendeva… ma non c’è più.(con voce “normale” e ragionevole)…è probabile che sia morto,anzi, è morto del tutto,e… me ne sono accorta.(stupita)Oh, quanta polvere su quella bara!(assente)…quanta polvere!

InTERMEzzO I

(ansimando) …Her death!

(raccontando) Un giorno, cercando fra gli oggetti curiosi stipati in quelle stanze…

(3) (recitando) …My lord, I have remembrances of yours, that I have longed long to re-deliver: I pray you, now, receive them. You know right well you did, and, with them, words of so sweet breath composed as made the things more rich. Their perfume lost, take these again, for to the noble mind rich gifts wax poor when givers prove unkind. There, my lord…

(riprendendo a raccontare) …fra gli oggetti curiosi stipati in quelle stanze, mi capitò di trovare una piccola fotografia in una cornice nera…

(ansimando) …Her death!

(recitando)…What means your lordship?

SECOnDA PARTE

(canticchiando) …trarallerì-lerà…

(narrando)Mi suonano alla porta;io, che sono un po’ pazza...gli apro…

(ricordando) Giù l’hanno messo, il posto è umido;

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c’erano lumi, un po’ d’incenso e tanto fumo, cani randagi… È tutto quanto c’è da sapere. C’è un’ombra densa con gocce nere sopra le croci. Passano i giorni, giornate buie, notti tagliate da strane luci. Lo penso spesso: passano i giorni, cani randagi rodono l’osso, a volte immagino che lui ritorni.

Ve l’ho già domandato?Oggi, è San Valentino?

(cantando) Tu Valentino, e io Valentina alla finestra, col nastro in testa… (canticchiando) …trarallerì-lerà…

(riprendendo a narrare)Mi suonano alla porta;io, che sono un po’ pazza,gli apro… (mutando tono)e lui… lui apre la porta, entra nella stanza,e… quel che è fatto è fatto.

L’avete visto, voi, ancora?

Sapete, voi, chi c’è laggiù? (cantando) Chi c’è laggiù, in cantina? Ma sì, un bambino

alto così… …capelli candidi, barba di neve… …mi difendeva… e poi cadeva… (timorosa) Forse confondo… …è l’altro… è lui? non so… non so…

negli occhi ho gocce grigie, come nebbia,non so, non so più nulla.(ride singhiozzando sommessamente)

InTERMEzzO II

(4) (recitando) …Oh, what a noble mind is here o’erthrown!The courtier’s, soldier’s, scholar’s, eye, tongue, sword;the expectancy and rose of the fair state,the glass of fashion, and the mould of form,the observed of all observers, quite, quite down!Oh, woe is me, to have seen what I have seen, see what I see!

(raccontando) …non c’era niente di angoscioso in quella fotografia, solo una dolcezza commovente…

(recitando)And I, of ladies most deject and wretched,that suck’d the honey of his music vows,now see that noble and most sovereign reason,like sweet bells jangled out of tune, and harsh;that unmatch’d form and feature of

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blown youthblasted with ecstasy. Oh, woe is me, to have seen what I have seen, see what I see!

(raccontando)…e mi resi conto d'aver scoperto un tragico segreto.

TERzA PARTE

Chi c’è laggiù? I giorni passano, e sotto l’erba la terra ingrassa. non c’era culla: solo una barba, barba di neve giù giù nel fondo. Passano i giorni, cani randagi, e a volte immagino che lui ritorni. Ma cado subito, nell’ansia, e dubito che sia difficile. Ho poca fede, però credetemi: ce n’era uno che entrò quel giorno (tempo che fu!), c’era il secondo caduto a picco, (ecco, ora vedo…!!!) e l’altro, piccolo, andato a fondo: erano tre, e li ho perduti. Ora è inutile darmi conforto. Chi è morto, è morto, non torna più.

Io come polvere…E lui? L’avete visto?

…l’acqua corrente mi trascina lontano… E lui… trarallerìmprovvisamente,traralleràpparve…e mi chiese:la conoscete vero?

(raccontando) Osservai attentamente la fotografia…(divertita)

…Her death was doubtful…

(raccontando) non è morta, finge! dissi sorridendo.E' un ritratto di Sarah Bernhardt.

FInALE

(5) (canta il "masque" di Lawes)In Envye of te night That keeps her Revells here,With my unwelcome Light Thus I invade her sphere,Proclaiming Warre to Cinthia and all her starrs,That like so many spangles dresse her Azure TresseBecause I cannot a Guest Ile rise,Ile rise to shame Moone and put out all her Eyes.

(canticchiando) …trarallerì-lerà…

(ansimante si allontana e scompare)…Her death!

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nOTE

Traduzione italiana e indicazione dei luoghi dai quali sono tratti i passi shakespeariani di HAMLET (riprodotti in grassetto nella drammaturgia poetica)

(1) …Her death was doubtful… (…Una morte dubbiosa…) Atto V, scena I…una morte dubbiosa la sua e, se non fosse prevalso un gran comando sulla regola, ella avrebbe dovuto albergare in terreno non consacrato; in luogo di caritatevoli preghiere… cocci, selci e ciottoli dovrebbero esser gettati su di lei; pure, qui le si concedono la sua ghirlanda virginale, la sua infiorata veste da fanciulla e l'accompagnamento al cimitero con campana e funerale. In questo momento, il canto del requiem risuonerebbe come profanazione dell'ufficio dei morti…

(2) …Lay her in the earth… (…deponetela nella terra…) Atto V, scena I…deponetela nella terra… e dalla sua incontaminata carne possano spuntare le viole! Fiori ad un fiore… Pensavo che avrei adornato il tuo letto di sposa, non la tua tomba! Trattenete la terra finché io la possa ancora abbracciare. Oh, vaga Ofelia!

(3) …My lord, I have remembrances … (…mio buon signore…) Atto III, scena I…Mio buon signore, io ho certi vostri ricordi che da tempo desidero restituire: ora vi prego, accoglieteli. Voi sapete benissimo che me li avete dati; e con essi parole composte da così dolci fiati che resero questi oggetti più preziosi. Svanito il loro profumo, siano essi di nuovo vostri, poiché per l'animo nobile

i ricchi doni divengon poveri quando i donatori si mostrano crudeli. Ecco, mio signore. …Che significa questo, mio signore?

(4) …Oh, what a noble mind… (…oh, quale nobile animo…) Atto III, scena I…oh, quale nobile animo è qui sconvolto! L'occhio, la lingua, la spada del cortigiano, del soldato, del dotto, lo specchio della moda e il modello delle creanze, osservato da quanti fanno osservanza, del tutto, del tutto caduto! E io, la più afflitta e infelice delle donne, che ho succhiato il miele delle sue musicali promesse, ora vedo quella nobile e veramente sovrana ragione, stonata e stridula come dolci campane sbatacchiate; quella impareggiabile forma e figura di fiorente giovinezza annichilita dalla follia, oh, misera me, che ho visto quel che ho visto, che vedo quel che vedo!

(5) Traduzione italiana del "masque" di William Lawes

Mossa da invidia per la notte,che tiene qui le sue baldorie,con la mia luce non gradita così io invado la sua sfera,proclamando guerra a Cinzia e a tutte le sue stelle,che adornano la sua treccia azzurra con il loro luccichio.Poiché non posso essere ospite,mi leverò per gettare vergogna sulla luna e per spegnere tutti i suoi sguardi.

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vIolInI

Andrea Tacchi *Daniele Giorgi * Chiara Morandi *Paolo Gaiani **Marco Pistelli (** 26 e 27)Marcello D’Angelo (** 28 e 29)Patrizia BettottiStefano BianchiGabriella ColomboFrancesco Di CuonzoMarian EllemanChiara FolettoAlessandro GianiSusanna Pasquariello

vIole

Stefano zanobini *Pier Paolo Ricci (** 26 e 28)Caterina Cioli (** 27 e 29)Alessandro Franconi

vIolonCellI

Luca Provenzani * (**29)Augusto Gasbarri ** (*29)Stefano BattistiniGiovanni Simeone

ConTRAbbAssI

Gianpietro zampella *Amerigo Bernardi *Luigi Giannoni **

FlAuTI

Michele Marasco *Michele Ruggeri *

PIAnoFoRTe/CelesTA

Sara Danti (26, 27 e 29)

ARPA

Cinzia Conte * (26 e 27)

FIsARmonICA/bAJAn

Igor zobin * (26 e 29)

sInTeTIzzAToRe

Salavatore Mele * (26)

*prime parti**concertino

IsPeTToRe d’oRChesTRA e ARChIvIsTA

Alfredo Vignoli

oboI

Alessio Galiazzo *Flavio Giuliani *

ClARIneTTI

Marco Ortolani *Giuseppe Gentile

FAgoTTI

Paolo Carlini *Umberto Codecà *

CoRnI

Andrea Albori *Paolo Faggi *

TRombe

Donato De Sena *Guido Guidarelli *

TRombonI

Stefano Bellucci *Marcello Angeli (28)Roberto Basile (28)

bAsso TubA

Riccardo Tarlini * (26 e 27)

TImPAnI

Morgan M.Tortelli *

PeRCussIonI

Sebastiano nidiAndrea Bindi (28 e 29)Matteo Scarpettini (26)

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Fondata nel 1980, l’ORT ha sede a Firenze e oggi è considerata una tra le migliori orchestre in Italia.È formata da 45 musicisti, tutti professionisti eccellenti che sono stati applauditi nei più importanti teatri italiani come il Teatro alla Scala, l’Auditorium del Lingotto di Torino, l’Accademia di Santa Cecilia di Roma e nelle più importanti sale europee e d’oltreoceano, dall’Auditorio nacional de Musica di Madrid alla Carnegie Hall di new york. Collabora con musicisti illustri: da Salvatore Accardo, Martha Argerich, Rudolf Barshai, yuri Bashmet, Giorgio Battistelli, a Luciano Berio, Frans Brüggen, Myung-Whun Chung, Gianluigi Gelmetti, Daniel Harding,

Eliahu Inbal, yo-yo Ma e Uto Ughi.Interprete duttile di un ampio repertorio che dalla musica barocca arriva fino ai compositori contemporanei l’Orchestra riserva un particolare spazio alla ricerca musicale al di là delle barriere fra i diversi generi, sperimentando possibilità inedite di fare musica e verificando le relazioni fra scrittura e improvvisazione. In questa direzione l'Orchestra ha incontrato musicisti come Franco Battiato, Stefano Bollani, Richard Galliano, Heiner Goebbels, Butch Morris, Enrico Rava, Ryuichi Sakamoto.Incide per Emi, Ricordi, Agorà, Dreyfus.

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PlAYIT! 2012

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i prossimi appuntamenti

16aPriLe

mercoledìore 21.00

25aPriLe

venerdìore 21.00

L’ort e CHaPLiN

proiezione dei film con musica dal vivo

tyMotHy broCk direttore

DaNieL sMitHdirettoreCHLoË HaNsLiPviolino

musiche di Beethoven, Adams, Ives

8aPriLe martedì

ore 21.00

PaoLo CariGNaNidirettoreLaura PoLVereLLimezzosoprano

PrevenditaBiglietteria

del Teatro Verdi via Ghibellina 97 | Firenze

tel. 055 212320

musiche diBeethovenBerioSchubert

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Crediamo che la cultura rappresentiun volano di sviluppo del territorio, arricchisca la società e assicuri la crescita consapevole delle nuove generazioni. Siamo convinti che la musica possa nutrire lo spirito e il corpo, che contribuisca a far crescere le nuove generazioni attraverso un ascolto consapevole dell’affascinante mondo musicale in cui viviamo, un mondo in continua trasformazione.

La nostra proposta musicale è rivolta a tutti e suggerisce una libertà di ascolto che spazia nel tempo, dal passato al presente. Lavoriamo con impegno e passione perchè siamo convinti che con una musica intelligente e bella si possa vivere meglio. Cerchiamo amici disposti a condividere il nostro lavoro, affiancandoci nel percorso e sostenendoci nella nostra visione di una città più armoniosa.

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