Piume - TASI · 2013. 2. 20. · Piume Teatro dei Fauni Il canto rubato agli uccelli della foresta...

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Piume Teatro dei Fauni Il canto rubato agli uccelli della foresta Debutto Minusio, Oratorio S. G. Bosco nell’ambito di Minispettacoli domenica 24 febbraio ore 15.00 e ore 17.00 Spettacolo di narrazione, teatro d’oggetti e musica Idea e testo di Santuzza Oberholzer, musiche di Vicky De Stefanis con Santuzza Oberholzer e Vicky De Stefanis, Regia Walter Broggini Brevissimo Un essere malvagio ha rubato il canto degli uccelli. Questi, dopo ingegnosi tentativi falliti di riprendersi le loro voci, chiedono aiuto ad un ragazzo che vive in armonia con la natura, nella foresta più grande del mondo: l’Amazzonia. Narrazione, musica dal vivo e teatro d’oggetti che rappresenta gli uccelli con strumenti musicali. Per pubblico da 5 anni. Comunicato stampa I pappagalli, gli aironi, i colibrì, i cuculi, e il capo di tutti gli uccelli: il gufo, sono molto preoccupati perché un essere malvagio, Avatisu li perseguita, ha anche rubato la loro voce. Dopo vari tentativi di ritrovare i loro canto gli uccelli si affidano ad un ragazzo che vive sulle rive del lago Ipavu, nella foresta più grande del mondo: l’Amazzonia. Nello spettacolo si alternano momenti di narrazione, musica dal vivo e i suoni meravigliosi degli uccelli che sono costruiti e rappresentati con strumenti musicali tradizionali della foresta sud americana. Lo spettacolo, tratto da una leggenda Guaranì, narra di una popolazione che vive in armonia con la natura, della sua sensibilità per valori fondamentali come l’amicizia e la giustizia. La voce, il canto di cui gli uccelli sono stati privati rappresenta la loro identità, il loro diritto di essere se stessi in modo integro e completo, di esprimersi, ognuno con le proprie caratteristiche e inclinazioni. La comunità dei pennuti diventa una parodia dell’umanità, anche tra di loro c’è il sognatore, il pettegolo, l’opportunista e l’inventore. Il mondo degli uccelli ha sempre affascinato e fatto sognare l’essere umano, la loro vita misteriosa, il loro apparire e sparire, il volo stesso, hanno stimolato la fantasia e portato questi animali a diventare simboli importanti e protagonisti di racconti mitici già nell’antico Egitto, Persia e Grecia. Nella nostra leggenda gli uccelli rappresentano molto bene la situazione di molti popoli autoctoni, tra cui molte comunità dell’Amazzonia, ai quali è stato tolto e ancora si sta rubando il diritto di cantare il proprio canto. “La gente del villaggio si vestì con le piume variopinte che avevano donato gli uccelli. Si fece una gran festa, tutti gli uccelli appollaiati sugli alberi attorno alla piazza cantavano, il ragazzo suonava il flauto e la gente ballava. Più tardi gli uccelli guardarono in direzione del sole che stava tramontando. Quando poco a poco il cielo si scurì smisero di cantare. La gente ne fu rattristata. Ma appena il sole annunciava un nuovo giorno, gli uccelli ricominciarono a cantare e ancora adesso fanno così, cantano di giorno e tacciono di notte.”

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Piume Teatro dei Fauni

Il canto rubato agli uccelli della foresta Debutto Minusio, Oratorio S. G. Bosco nell’ambito di Minispettacoli

domenica 24 febbraio ore 15.00 e ore 17.00

Spettacolo di narrazione, teatro d’oggetti e musica Idea e testo di Santuzza Oberholzer, musiche di Vicky De Stefanis con Santuzza Oberholzer e Vicky De Stefanis, Regia Walter Broggini Brevissimo Un essere malvagio ha rubato il canto degli uccelli. Questi, dopo ingegnosi tentativi falliti di riprendersi le loro voci, chiedono aiuto ad un ragazzo che vive in armonia con la natura, nella foresta più grande del mondo: l’Amazzonia. Narrazione, musica dal vivo e teatro d’oggetti che rappresenta gli uccelli con strumenti musicali. Per pubblico da 5 anni. Comunicato stampa I pappagalli, gli aironi, i colibrì, i cuculi, e il capo di tutti gli uccelli: il gufo, sono molto preoccupati perché un essere malvagio, Avatisu li perseguita, ha anche rubato la loro voce. Dopo vari tentativi di ritrovare i loro canto gli uccelli si affidano ad un ragazzo che vive sulle rive del lago Ipavu, nella foresta più grande del mondo: l’Amazzonia. Nello spettacolo si alternano momenti di narrazione, musica dal vivo e i suoni meravigliosi degli uccelli che sono costruiti e rappresentati con strumenti musicali tradizionali della foresta sud americana. Lo spettacolo, tratto da una leggenda Guaranì, narra di una popolazione che vive in armonia con la natura, della sua sensibilità per valori fondamentali come l’amicizia e la giustizia. La voce, il canto di cui gli uccelli sono stati privati rappresenta la loro identità, il loro diritto di essere se stessi in modo integro e completo, di esprimersi, ognuno con le proprie caratteristiche e inclinazioni. La comunità dei pennuti diventa una parodia dell’umanità, anche tra di loro c’è il sognatore, il pettegolo, l’opportunista e l’inventore. Il mondo degli uccelli ha sempre affascinato e fatto sognare l’essere umano, la loro vita misteriosa, il loro apparire e sparire, il volo stesso, hanno stimolato la fantasia e portato questi animali a diventare simboli importanti e protagonisti di racconti mitici già nell’antico Egitto, Persia e Grecia. Nella nostra leggenda gli uccelli rappresentano molto bene la situazione di molti popoli autoctoni, tra cui molte comunità dell’Amazzonia, ai quali è stato tolto e ancora si sta rubando il diritto di cantare il proprio canto. “La gente del villaggio si vestì con le piume variopinte che avevano donato gli uccelli. Si fece una gran festa, tutti gli uccelli appollaiati sugli alberi attorno alla piazza cantavano, il ragazzo suonava il flauto e la gente ballava. Più tardi gli uccelli guardarono in direzione del sole che stava tramontando. Quando poco a poco il cielo si scurì smisero di cantare. La gente ne fu rattristata. Ma appena il sole annunciava un nuovo giorno, gli uccelli ricominciarono a cantare e ancora adesso fanno così, cantano di giorno e tacciono di notte.”

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Biografia Santuzza Oberholzer Nasce a Locarno, impara l'arte a bottega presso vari burattinai poi alla Scuola di teatro dell’università di Quito dove poi insegna. Dal 1976 al 1983 è attiva in Messico ed Ecuador. Dal 1986 dirige il Teatro dei Fauni per cui scrive i testi, progetta le figure cura regie e recita. Riceve tra gli altri il premio Festival internazionale di Tehran Iran, “Les Jeux répubblicains CH, “Ospite illustre della città di La Habana” nel 2005 e il premio TASI “Donna della scena 2009”. Vicky De Stefanis Nasce a Locarno, lavora con il Teatro dei Fauni dal 1997, è burattinaia e cantante. Si forma a Ginevra, Milano, Brasile e nella stessa compagnia Teatro dei Fauni. Dal 2003 al 2006 ha presentato spettacoli in Brasile dove ha diretto un gruppo di teatro infantile e condotto un programma radiofonico per bambini. Nel T.d.Fauni inventa spettacoli costruisce figure, recita e tiene i laboratori. Il Teatro dei Fauni nasce nel 1986 ed è composto da persone provenienti dal mondo del teatro, dei burattini e della musica, arti che compongono le produzioni della Compagnia. Il teatro di figura, si presta particolarmente alla rappresentazione dei personaggi di antichi miti e fiabe: in questa direzione si è orientata la ricerca. Le figure archetipe che popolano questi racconti sono cariche di poesia e di simboli di forte attualità; la ricchezza di elementi magici trova nel teatro di oggetti il suo spazio espressivo ideale. Dal 2002 produce spettacoli di narrazione sia per bambini che per adulti. Particolare attenzione è rivolta ai personaggi femminili, spesso trascurati nel teatro tradizionale come nella storia degli ultimi due millenni. Gli spettacoli in italiano sono spesso tradotti in altre lingue e sono stati presentati in: Austria, Belgio, Brasile, Canada, Repubblica Ceca, Cile, Cuba, Ecuador, Francia, Germania, Italia, Iran, Madagascar, Messico, Slovacchia, Spagna, Svizzera, Turchia. L’attività comprende rappresentazione di spettacoli teatrali itineranti in teatri e scuole, animazioni teatrali di piazza e in biblioteche, laboratori per adulti e bambini di tecniche ed espressione del teatro e teatro di figura. Dal 1998 il Teatro dei Fauni organizza a Locarno il festival internazionale "Il castello incantato". Spazio scenico: m 7 x 5 adattabile a spazi più grandi e anche un pochino più piccoli Teatro dei Fauni tel. 0041 91 751 11 51 via alla Scuola 10 MOB. 0041 79 331 35 56 CH-6605 Locarno Monti [email protected] www.teatro-fauni.ch