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HARRY POTTER E IL PRINCIPE MEZZOSANGUE DI J.K. ROWLING 1

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HARRY POTTER E IL PRINCIPE MEZZOSANGUE

DIJ.K. ROWLING

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A Mackenzie,la mia bellissima figlia,

dedicoil suo gemello di carta e inchiostro

CAPITOLO UNO

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L’ALTRO MINISTROEra quasi mezzanotte e il Primo Ministro era seduto da solo nel suo ufficio, leggendo un lungo promemoria che gli scivolava nel cervello senza lasciare la minima traccia di significato dietro di sé. Aspettava la telefonata del Presidente di un paese molto lontano e, tra il chiedersi quando quello sciagurato avrebbe telefonato, e cercare di reprimere gli spiacevoli ricordi di quella che era stata una lunghissima settimana stancante e difficile, non c’era grande spazio nella sua testa per qualsiasi altra cosa. Quanto più cercava di concentrarsi sulle parole scritte nel foglio che aveva davanti, tanto più chiaramente il Primo Ministro poteva vedere l’espressione gongolante di uno dei suoi avversari politici. Questo particolare avversario era apparso nei telegiornali quello stesso giorno, non solo per elencare tutti i terribili fatti che erano accaduti nell’ultima settimana (come se qualcuno avesse bisogno di un promemoria) ma anche per spiegare minuziosamente come ogni singolo fatto fosse uno sbaglio del governo.

Il battito del Primo Ministro accelerò al solo pensiero di queste accuse, perché non erano né giuste, né vere. Per quale ragione al mondo il governo avrebbe potuto fermare il crollo di quel ponte? Era offensivo per chiunque insinuare che non investivano abbastanza denaro nei ponti. Il ponte aveva meno di dieci anni e i migliori esperti erano perplessi nello spiegare per quale motivo si era spezzato nettamente in due, facendo precipitare una dozzina di auto nelle profonde acque del fiume sottostante. E come osava qualcuno insinuare che era la scarsità di poliziotti ad aver causato quei due sgradevoli e ben pubblicizzati omicidi? O che il governo avrebbe dovuto in qualche modo prevedere lo strano uragano nell’ovest del paese che aveva causato così tanti danni alle cose e alle persone? Ed era stato per colpa del governo che uno dei suoi assistenti, Herbert Chorley, aveva scelto proprio quella settimana per comportarsi in modo così strano da dover tornare a trascorrere molto più tempo con la sua famiglia?

“Un triste stato d’animo ha colpito il paese,” aveva concluso l’avversario, nascondendo a mala pena il suo largo sorriso.

E sfortunatamente, questo era esattamente vero. Il Primo Ministro si sentiva così; le persone veramente sembravano più tristi del solito. Perfino il tempo era deprimente; tutta questa nebbiolina fredda a metà luglio… Non era giusto, non era normale…

Voltò la seconda pagina del promemoria, vide quanto era andato avanti e lo relegò come compito sgradevole. Allungando le braccia sopra la testa girò tristemente lo sguardo su tutto il suo ufficio. Era una bella stanza, con un raffinato camino di marmo di fronte alla lunga finestra a ghigliottina, saldamente chiusa come riparo dall’insolito freddo. Con un leggero brivido, il Primo Ministro si alzò e si avvicinò alla finestra, guardando la leggera nebbiolina che premeva sul vetro. Fu allora, mentre stava in piedi dando le spalle alla stanza, che sentì un delicato colpo di tosse alle sue spalle.

Raggelò, naso contro naso con la sua immagine impaurita riflessa sul vetro scuro. Conosceva quella tosse. L’aveva già sentita prima. Si voltò molto lentamente verso la stanza vuota.

“Si?” chiese, cercando di sembrare più coraggioso di come si sentiva.3

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Per un breve momento si concesse l’assurda speranza che nessuno gli avrebbe risposto. Tuttavia, subito una voce rispose, una voce nitida, decisa, che dava l’impressione di leggere un discorso preparato. Proveniva – come il Primo Ministro aveva capito al primo colpo di tosse – da un omino simile ad una rana che indossava una lunga parrucca d’argento e che era raffigurato in una piccola, sudicia pittura ad olio posta nell’angolo più lontano della stanza.

“Al Primo Ministro dei Babbani. Urge un incontro. Prego rispondere immediatamente. Cordialmente, Caramell.”

L’uomo del ritratto guardò interrogativamente il Primo Ministro.“Ehm,” disse il Primo Ministro, “senta… Non è un buon momento per me… Sto

aspettando una telefonata, capisce… dal Presidente di…”“Questo può essere sistemato,” disse il ritratto immediatamente. Il cuore del Primo

Ministro perse un colpo. Era molto impaurito.“Ma davvero spererei proprio di parlare…”“Possiamo fare in modo che il Presidente si dimentichi di chiamare. Telefonerà

invece domani notte,” disse l’omino. “Per cortesia risponda immediatamente al signor Caramell.”

“Io… oh… molto bene,” disse debolmente il Primo Ministro. “Sì, vedrò Caramell.”Si precipitò dietro alla scrivania, raddrizzando la cravatta mentre correva. Aveva

appena ripreso il suo posto e assunto un’espressione che sperava fosse disinvolta e non impressionata, quando delle luminose fiamme verdi presero vita nel vuoto focolare del caminetto di marmo. Osservava, cercando di non lasciar trapelare un moto di sorpresa o timore, quando un uomo corpulento apparve tra le fiamme, ruotando velocemente come una trottola. Alcuni secondi più tardi era atterrato su un raffinato tappeto antico, spazzando via la cenere dalle maniche del suo lungo mantello gessato, una bombetta verde acido in mano.

“Ah… Primo Ministro,” disse Cornelius Caramell, avanzando a grandi passi verso di lui con la mano tesa. “Felice di rivederla.”

Il Primo Ministro non poteva onestamente ricambiare questo complimento, così non disse assolutamente nulla. Non era neppure lontanamente contento di rivedere Caramell, le cui occasionali apparizioni, oltre ad essere veramente allarmanti da sole, di solito significavano che era sul punto di ascoltare delle bruttissime notizie. Caramell, inoltre, appariva decisamente logorato dalle preoccupazioni. Era più magro, più calvo, più grigio e il suo volto aveva uno sguardo spento. Il Primo Ministro aveva visto quello sguardo in altri uomini politici prima d’ora, e non aveva mai preannunciato niente di buono.

“Come posso aiutarla?” chiese, stringendo molto velocemente la mano di Caramell e indicando la sedia più dura di fronte alla scrivania.

“È difficile sapere da dove iniziare,” borbottò Caramell, avvicinando la sedia, sedendosi e posando la bombetta verde sulle ginocchia. “Che settimana, che settimana…”

“Ne ha avuta una terribile anche lei?” chiese freddamente il Primo Ministro, sperando di far capire che ne aveva già avute abbastanza senza bisogno di un aiuto extra da parte di Caramell.

“Sì, certo,” rispose Caramell, strofinando stancamente gli occhi e guardando cupamente il primo Ministro. “Ho avuto una settimana uguale alla sua, Primo Ministro. Il ponte di Brockdale… gli omicidi di Bones e Vance… per non parlare della confusione nell’ovest del paese…”

“Lei… ehm… i suoi… voglio dire, qualcuno della sua gente è… è coinvolto in questi… questi fatti?”

Caramell fissò il Primo ministro con uno sguardo piuttosto severo. “Certo che lo è,” disse, “avrà senza dubbio capito cosa sta succedendo?”

“Io…” balbettò il Primo Ministro.Era proprio quell’atteggiamento a rendere così spiacevoli le visite di Caramell. Dopo

tutto era il Primo Ministro e non gradiva essere trattato come uno studente ignorante. Ma indubbiamente, era stato così sin dal suo primissimo incontro con Caramell nella

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sua primissima sera come Primo Ministro. Ricordava come fosse ieri e sapeva che lo avrebbe ricordato fino alla morte.

Se ne stava solo, in quello stesso ufficio, assaporando il trionfo che alla fine era arrivato dopo tanti anni di sogni e macchinazioni, quando aveva sentito un colpo di tosse dietro di lui, proprio come poco prima, e si era girato per scoprire che quel piccolo orribile ritratto gli stava parlando, annunciando che il Ministro della Magia stava per arrivare e presentarsi.

Naturalmente, aveva pensato che la lunga campagna e la tensione delle elezioni l’avessero fatto impazzire. Era rimasto completamente terrificato trovando un ritratto che gli parlava, comunque questo era niente rispetto a quello che aveva provato quando un tizio, che diceva di essere un mago, era uscito dal caminetto e gli aveva stretto la mano. Era rimasto senza parole durante tutta la cortese spiegazione di Caramell sul fatto che esistevano tuttora, in tutto il mondo, maghi e streghe che vivevano in segreto e lo rassicurava che non l’avrebbe importunato riguardo a questo, poiché il Ministro della Magia era responsabile dell’intera comunità magica e faceva sì che i non maghi non avessero sentore di ciò. Era, disse Caramell, un compito difficile che comprendeva ogni cosa dalle leggi per un uso responsabile del manico di scopa al tenere sotto controllo i draghi (il primo ministro ricordava a questo punto di essersi appoggiato alla scrivania per un sostegno). Caramell aveva poi dato un colpetto quasi paterno sulla spalla dell’ancora ammutolito Primo Ministro.

“Non si preoccupi,” aveva detto, “è molto probabile che non mi vedrà più. L’importunerò solo se succederà qualcosa di grave, qualcosa che potrebbe interessare i babbani – i non maghi, voglio dire. Altrimenti, vivi e lascia vivere. E devo dire, che la sta prendendo molto meglio del suo predecessore. Cercò di scaraventarmi fuori dalla finestra, credendo che fossi uno scherzo dell’opposizione.”

A queste parole, il Primo Ministro aveva per lo meno ritrovato la voce. “Lei… lei non è uno scherzo, allora?”

Era stata la sua ultima, estrema speranza.“No,” rispose Caramell gentilmente. “No, mi dispiace ma non lo sono. Guardi.”E aveva trasformato la tazza da the del Primo Ministro in un criceto.“Ma,” aveva detto il Primo Ministro senza fiato, guardando la tazza masticare

l’angolo del suo prossimo discorso, “ma perché… perché nessuno me l’ha detto…?”“Il Ministro della Magia rivela se stesso – o se stessa solo al Primo Ministro Babbano

in carica,” aveva risposto Caramell, riponendo la bacchetta nella giacca. “Lo riteniamo il modo migliore per mantenere la segretezza.”

“Ma allora,” aveva balbettato il Primo Ministro, “perché l’ex primo Ministro non mi ha avvisato…?”

A queste parole, Caramell era proprio scoppiato a ridere.“Mio caro Primo Ministro, lei andrebbe mai a dirlo a qualcuno?”Ancora ridacchiando, Caramell aveva gettato della polvere nel caminetto, era

entrato nelle fiamme smeraldine ed era svanito in un sibilo. Il Primo Ministro era rimasto fermo, completamente immobile, e si era reso conto che non avrebbe mai potuto, per tutta la vita, osare accennare a questo incontro ad anima viva, perché chi, in tutto il mondo, gli avrebbe creduto?

Aveva impiegato un po’ di tempo per riprendersi dallo shock. Per un po’, aveva cercato di convincersi che Caramell era stato nient’altro che un’allucinazione dovuta alla mancanza di sonno nel corso della faticosa campagna elettorale. In un vano tentativo di sbarazzarsi di tutti i ricordi di questo spiacevole incontro, aveva donato il criceto ad una contentissima nipotina e ordinato al suo segretario privato di rimuovere il ritratto dell’uomo disgustoso che aveva annunciato la venuta di Caramell. Comunque, con grande sgomento del Primo Ministro, era stato impossibile rimuovere il ritratto. Dopo che vari falegnami, uno o due capomastri, uno storico dell’arte e il Cancelliere dello Scacchiere avevano tutti cercato inutilmente di strapparlo dal muro, il Primo Ministro aveva abbandonato il tentativo e si era semplicemente risolto a sperare che le cose rimanessero ferme e silenziose per il resto del suo mandato. Ogni tanto avrebbe giurato di aver visto, con la coda dell’occhio, l’occupante del quadro sbadigliare o, forse, darsi una grattatina al naso; addirittura, una o due volte,

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semplicemente uscire dalla cornice e lasciare dietro di sé nient’altro che una distesa di scuro e fangoso canovaccio di tela. Comunque, si era abituato a non guardare molto a lungo il quadro e, sempre, per dirsi con fermezza che gli occhi l’avevano tratto in inganno quando qualcosa del genere era capitato.

Poi, tre anni dopo, in una notte come questa, il Primo ministro era da solo nel suo ufficio quando il ritratto gli aveva annunciato l’imminente arrivo di Caramell che era sbucato fuori dal caminetto, bagnato fradicio e in uno stato di considerevole agitazione. Prima ancora che il Primo Ministro potesse chiedere perché stava gocciolando sul suo Axminster, Caramell aveva iniziato a farneticare di una prigione che il Primo Ministro non aveva mai sentito nominare, di un uomo chiamato “Serious” Black, di qualcosa che assomigliava a “Hogwarts” e di un bambino chiamato Harry Potter, tutte cose che non avevano il più remoto significato per il Primo Ministro.

“… sono appena arrivato da Azkaban,” aveva ansimato Caramell versando, in una tasca, una grande quantità d’acqua dall’orlo della bombetta. “In mezzo al Mare del Nord, sa, un volo cattivo… i Dissennatori sono in subbuglio” – rabbrividì – “non avevano mai subito un’evasione finora. Ad ogni modo, dovevo venire da lei, Primo Ministro. Black è un noto assassino di babbani e potrebbe aver intenzione di raggiungere Tu-Sai-Chi… Ma naturalmente, lei non ha mai saputo chi sia Tu-Sai-Chi!” Aveva fissato il Primo Ministro senza speranza per un momento, poi aveva detto, “Bene, sediamoci, sediamoci, è meglio che le faccia un riassunto… Prenda del whisky…”

Il Primo Ministro si risentì abbastanza di essere invitato a sedersi nel suo ufficio e che gli venisse offerto il suo stesso whisky, ma nonostante ciò si sedette. Caramell estrasse la bacchetta, evocando dal nulla due grandi bicchieri pieni di un liquido ambrato, ne spinse uno nella mano del Primo Ministro e tirò a sé una sedia.

Caramell aveva parlato più di un’ora. Ad un certo punto, si era rifiutato di dire un determinato nome a voce alta e l’aveva invece scritto su un pezzo di pergamena, che aveva ficcato nella mano priva di whisky del Primo Ministro. Quando alla fine Caramell si era alzato per andarsene, anche il primo Ministro si era alzato in piedi.

“Così lei pensa che…” Aveva dato un’occhiata al nome stretto nella sua mano sinistra. “Lord Vol…”

“Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato!” aveva ringhiato Caramell.“Mi scusi… Lei pensa che Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato sia ancora vivo,

quindi?”“Beh, Silente lo dice,” rispose Caramell, mentre chiudeva il mantello gessato fino al

mento, “ma non l’abbiamo mai trovato. Mi creda, non è pericoloso finché non ha un aiuto, quindi è di Black che dobbiamo preoccuparci. Lancerà questo allarme, allora? Perfetto. Bene, spero di non doverla rivedere un’altra volta, Primo Ministro! Buona notte.”

Ma si erano incontrati ancora un’altra volta. Meno di un anno prima un Caramell dall’aspetto afflitto era apparso dal nulla nel gabinetto per informare il Primo Ministro che c’era stata una fastidiosa seccatura alla Coppa del Mondo di Kwiddich (o qualcosa che suonava allo stesso modo) e che alcuni babbani erano rimasti “coinvolti”, ma il Primo Ministro non doveva preoccuparsi, il fatto che il marchio di Tu-Sai-Chi fosse apparso di nuovo, non significava nulla. Caramell era sicuro che si trattasse di un incidente isolato e l’Ufficio per le Relazioni coi Babbani si stava occupando di tutte le modifiche della memoria mentre loro parlavano.

“Oh, e quasi dimenticavo,” aveva aggiunto Caramell. “Stiamo importando tre draghi stranieri e una sfinge per il Torneo Tremaghi, davvero una routine, ma il Dipartimento per la Regolazione e il Controllo delle Creature Magiche mi ha detto che è scritto nel trattato che dobbiamo avvisarla nel caso di importazione di creature altamente pericolose.”

“Io… che cosa… draghi?” farfugliò il Primo Ministro.“Sì, tre,” rispose Caramell. “E una sfinge. Bene, buona giornata a lei.”Il Primo Ministro aveva sperato al di là di ogni speranza che i draghi e la sfinge

fossero la cosa peggiore, ma non era stato così. Meno di due anni dopo, Caramell era

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schizzato fuori dal camino ancora una volta, questa volta con la notizia che c’era stata una evasione di massa da Azkaban.

“Un’evasione di massa?” aveva ripetuto con voce rauca il Primo Ministro.“Non c’è bisogno di preoccuparsi, non c’è bisogno di preoccuparsi!” aveva urlato

Caramell, già con un piede nelle fiamme. “Li riuniremo in un attimo… pensavo solo che dovesse saperlo!”

E prima che il Primo Ministro potesse gridare, “Ora, aspetti solo un momento!” Caramell era svanito in una pioggia di scintille verdi.

Qualsiasi cosa potesse dire la stampa e l’opposizione, il Primo Ministro non era uno sciocco. Non gli era sfuggito che, nonostante le promesse di Caramell al loro primo incontro, si erano incontrati un sacco di volte, né che Caramell diventava sempre più agitato ad ogni visita. Le poche volte che aveva avuto il piacere di pensare al Ministro della magia (o, come spesso chiamava Caramell nella sua testa, l’Altro Ministro), il Primo Ministro non poteva che temere che, la prossima volta in cui Caramell sarebbe apparso, l’avrebbe fatto con notizie ancora più gravi. Perciò, la scena di Caramell che scendeva ancora una volta dal camino, con l’aspetto arruffato e nervoso e severamente sorpreso che il Primo Ministro non avesse capito perché esattamente fosse lì, era pressappoco la cosa peggiore che gli era capitata nel corso di quella eccezionalmente deprimente settimana.

“Come posso sapere cosa sta succedendo nella… ehm… comunità magica?” sbottò subito il Primo Ministro. “Ho un paese da gestire e preoccupazioni sufficienti al momento senza…”

“Abbiamo le stesse preoccupazioni,” lo interruppe Caramell. “Il ponte di Brockdale non è collassato. Non c’è stato veramente un uragano. E la famiglia di Herbert Chorley sarà più al sicuro senza di lui. Al momento stiamo dando disposizioni perché sia trasferito all’Ospedale di San Mungo per le Malattie e le Ferite Magiche. Il trasferimento dovrebbe essere effettuato stanotte.”

“Cosa state… Mi scusi io… Che cosa?” si infuriò il primo ministro.Caramell prese un grande, profondo respiro e disse, “Primo Ministro, sono

veramente spiacente di dirle che è tornato. Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato è tornato.”

“Tornato? Quando dice «tornato»… è vivo? Voglio dire…”Il Primo Ministro cercò di ricordare i dettagli di quell’orribile conversazione di tre

anni prima, quando Caramell gli aveva raccontato di un mago che tutti temevano, un mago che aveva commesso migliaia di terribili crimini prima della sua misteriosa scomparsa quindici anni prima.

“Sì, vivo,” rispose Caramell. “Questo se… non lo so… un uomo può dirsi vivo se non può essere ucciso? Io non lo capisco completamente, e Silente non si spiega fino in fondo… tuttavia, ha sicuramente un corpo e cammina e parla e uccide, così, suppongo, per lo scopo della nostra discussione, sì, è vivo.”

Il Primo Ministro non sapeva cosa rispondere ma, per una lunga abitudine di voler apparire ben informato su ogni argomento che si presentava, cercò di ricordare ogni dettaglio delle precedenti conversazioni.

“Serious Black è con… ehm… Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato?”“Black? Black?” rispose Caramell distrattamente, rigirando rapidamente la

bombetta tra le dita. “Intende Sirius Black? Per la barba di Merlino, no. Black è morto. È venuto fuori che eravamo… ehm… in errore riguardo a Black. Dopo tutto era innocente. E non era nemmeno in combutta con Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Voglio dire,” aggiunse sulla difensiva, ruotando ancora più velocemente la bombetta, “tutte le prove… avevamo più di quindici testimoni oculari… ma in ogni caso, come ho detto, è morto. Assassinato, in verità. Nel Ministero della Magia. Effettivamente, è in corso una indagine…”

Con sua grande sorpresa, a queste parole il Primo Ministro sentì un lieve moto di compassione per Caramell. Fu, comunque, offuscato quasi immediatamente da un moto di compiacimento al pensiero che, nonostante fosse lui stesso ignorante in materia di materializzazioni fuori da un caminetto, non aveva mai avuto un assassinio in uno dei suoi dipartimenti mentre era in carica… Non ancora, comunque…

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Mentre il Primo Ministro toccava furtivamente il ferro della sua scrivania, Caramell continuò, “Ma Black è fuori discussione ora. Il punto è, Primo Ministro, che siamo in guerra e devono essere presi dei provvedimenti.”

“In guerra?” ripeté nervosamente il Primo ministro. “Sicuro che non sia un po’ un’esagerazione?”

“Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato si è ora riunito ai suoi seguaci che fuggirono da Azkaban in gennaio,” rispose Caramell, parlando ancora più velocemente e roteando così rapidamente la bombetta da sembrare una macchia verde acido. “Da che sono usciti, hanno causato il caos. Il ponte di Brockdale… è stato lui, Primo Ministro, ha minacciato di uccidere una massa di babbani se non mi fossi schierato dalla sua parte e…”

“Buon Dio, così è colpa sua se quelle persone sono state uccise e io devo risolvere problemi riguardanti corde difettose e giunti corrosi e non so che altro!” disse furiosamente il Primo Ministro.

“Colpa mia!” disse Caramell, arrossendo. “Sta dicendo che lei avrebbe ceduto ad un ricatto come questo?”

“Probabilmente no,” rispose il primo Ministro, alzandosi e misurando a grandi passi la stanza, “ma avrei concentrato tutti i miei sforzi nel catturare il ricattatore prima che commettesse delle tali atrocità!”

“Lei pensa realmente che io non stia già facendo ogni sforzo?” chiese animatamente Caramell. “Ogni Auror del ministero stava… e sta… cercando di trovarlo e riacciuffare i suoi seguaci, ma stiamo parlando di uno dei più potenti maghi di tutti i tempi, un mago che è sfuggito alla cattura per quasi tre decenni!”

“Così, suppongo che stia cercando di dirmi che ha anche causato l’uragano nell’ovest del paese?” disse il Primo Ministro, con la rabbia che aumentava ad ogni passo. Era furioso per aver scoperto la ragione di tutti questi terribili disastri e di non poterlo dire in pubblico, dopo tutto era peggio che se fosse stata colpa del governo.

“Non c’è stato nessun uragano,” rispose Caramell miseramente.“Mi scusi!” sbraitò il primo ministro, ora praticamente pestando i piedi su e giù.

“Alberi sradicati, tetti scoperchiati, lampioni divelti, danni spaventosi…”“Sono stati i Mangiamorte,” disse Caramell. “I seguaci di Colui-Che-Non-Deve-

Essere-Nominato. E… e sospettiamo un coinvolgimento dei giganti.”Il Primo Ministro arrestò il suo cammino come se avesse colpito un muro invisibile.

“Cosa è coinvolto?”Caramell fece una smorfia. “Ha usato i giganti l’ultima volta, quando voleva

ottenere risultati eclatanti,” disse. “L’Ufficio Cancellazione della Memoria ha lavorato tutto il giorno, abbiamo mandato squadre di Obliviatori a cercare di modificare la memoria di tutti i babbani che hanno visto cosa è realmente accaduto, abbiamo la maggior parte del Dipartimento per la Regolazione e il Controllo delle Creature Magiche che corre qua e là per il Somerset, ma non riusciamo a trovare i giganti… è stato un disastro.”

“Non lo dica!” esclamò furiosamente il primo Ministro.“Non voglio negare che il morale sia abbastanza basso al Ministero,” disse

Caramell. “Con tutto questo, e la perdita di Amelia Bones.”“La perdita di chi?”“Amelia Bones. Capo del Dipartimento per l’Applicazione della Legge Magica.

Pensiamo che Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato l’abbia uccisa personalmente, perché era una strega di grande talento e… e tutte le prove dicono che c’è stato un vero combattimento.”

Caramell si schiarì la gola e, con sforzo, sembrò, smise di ruotare la sua bombetta.“Ma questi omicidi erano sui giornali,” disse il Primo Ministro, momentaneamente

distratto dalla sua collera. “I nostri giornali. Amelia Bones… è stato proprio dichiarato, che era una donna di mezza età che viveva sola. È stato un… un orribile omicidio, vero? Ha avuto veramente tanta pubblicità. La polizia è confusa, sa.”

Caramell sospirò. “Be’, certo che lo è,” disse. “Uccisa in una stanza che era chiusa dal di dentro, vero? Noi, d’altra parte, sappiamo esattamente chi è stato, ma non che

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questo ci aiuti un po’ nel catturarlo. E poi c’era Emmeline Vance, forse non ha sentito parlare di lei…”

“Oh sì che ne ho sentito parlare!” disse il Primo Ministro. “In realtà è successo proprio qui, dietro l’angolo. I giornali hanno avuto un bel daffare con quella faccenda: «dissesto di legge e ordine pubblico nel cortile dietro la sede del Primo Ministro…»”

“E come se tutto questo non fosse abbastanza,” disse Caramell, parlando apertamente al Primo Ministro, “abbiamo Dissennatori che si aggirano dappertutto, attaccando la gente a sinistra, a destra e al centro…”

C’era una volta un tempo più felice in cui quest’affermazione sarebbe stata incomprensibile per il Primo Ministro, ma ora era più informato.

“Pensavo che i Dissennatori facessero la guardia ai prigionieri ad Azkaban,” disse prudentemente.

“Lo facevano,” disse Caramell stancamente. “Ma ora non più. Hanno abbandonato la prigione e si sono uniti a Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Non fingerò che non sia stato un colpo.”

“Ma,” disse il Primo Ministro, con un senso di incipiente terrore, “non mi aveva detto che erano le creature che portavano via la speranza e la felicità alla gente?”

“Esatto. E si stanno diffondendo. Questo è ciò che sta causando tutta questa foschia.”

Il Primo Ministro sprofondò, fiacco, nella sedia più vicina. L’idea di creature invisibili che si aggiravano per le città e le campagne, spargendo afflizione e disperazione tra i suoi elettori, lo faceva sentire alquanto debole.

“Ora guardi qui, Caramell… lei deve fare qualcosa! È responsabilità sua come Ministro della Magia!”

“Mio caro Primo Ministro, lei può onestamente pensare che io sia ancora il Ministro della Magia dopo tutto questo? Sono stato destituito tre giorni fa! L’intera comunità magica ha urlato per due settimane per farmi dimettere. Non li ho mai visti così uniti in tutto il mio mandato!” disse Caramell, con un coraggioso accenno di sorriso.

Il Primo Ministro era momentaneamente rimasto senza parole. A dispetto della sua indignazione per la posizione nella quale era stato messo, provava comunque ancora simpatia per l’uomo dall’aspetto deperito che gli sedeva di fronte.

“Mi spiace molto,” disse infine. “Se c’è qualcosa che posso fare?”“È molto gentile da parte sua, Primo Ministro, ma non c’è nulla. Sono stato mandato

qui stasera per aggiornarla sugli eventi recenti e per presentarla al mio successore. Pensavo che avrebbe dovuto già essere qui, ma di certo è molto impegnato, al momento, con tante cose che stanno accadendo.”

Caramell lanciò uno sguardo in direzione del ritratto del brutto omino che portava la lunga parrucca dai riccioli argentati, che si stava frugando nell’orecchio con la punta di una penna. Intercettando lo sguardo di Caramell, il ritratto disse, “Sarà qui in un momento, sta solo finendo una lettera a Silente.”

“Gli auguro buona fortuna,” disse Caramell, apparendo, per la prima volta, amareggiato. “Ho scritto a Silente due volte al giorno nelle scorse due settimane, ma non ha voluto cambiare idea. Se fosse stato disposto a convincere il ragazzo, potrei ancora essere… Be’, forse Scrimgeour avrà più successo.”

Caramell sprofondò in quello che era chiaramente un silenzio afflitto, ma questo fu rotto quasi immediatamente dal ritratto, che improvvisamente parlò con la sua voce aspra, ufficiale.

“Al Primo Ministro dei babbani. Si chiede un incontro. Urgente. Prego rispondere immediatamente. Rufus Scrimgeour, Ministro della Magia.”

“Sì, sì, bene,” disse il Primo Ministro distrattamente, e indietreggiò appena quando le fiamme nel focolare divennero nuovamente verde smeraldo, si alzarono e rivelarono la presenza di un altro mago che roteava al loro interno, che rigettarono un momento dopo sull’antico tappeto.

Caramell si alzò in piedi e, dopo un attimo di esitazione, il Primo Ministro fece lo stesso, guardando il nuovo arrivato tirarsi su, spolverare il lungo mantello nero, e guardarsi intorno.

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Il primo sciocco pensiero del Primo Ministro fu che Rufus Scrimgeour assomigliava a un vecchio leone. C’erano striature di grigio nella sua criniera di capelli fulvi e nelle sue sopracciglia cespugliose; aveva penetranti occhi giallastri dietro un paio di occhiali con la montatura di metallo e una certa flessuosa grazia anche se camminava zoppicando lievemente. Dava un’immediata impressione di astuzia e tenacia; il Primo Ministro pensò che capiva per quale motivo la comunità dei maghi preferiva Scrimgeour a Caramell come leader, in questi tempi pericolosi.

“Piacere” disse il Primo Ministro educatamente, porgendo la mano.Scrimgeour la strinse rapidamente, i suoi occhi passarono in rassegna la stanza,

quindi tirò fuori una bacchetta da sotto il suo mantello.“Caramell le ha detto tutto?” chiese, camminando a grandi passi verso la porta e

battendo leggermente sul buco della serratura con la sua bacchetta. Il Primo Ministro sentì la serratura scattare.

“Ehm… sì,” disse il Primo Ministro. “E se non le dispiace, preferirei che la porta restasse aperta.”

“Io preferirei non essere interrotto,” disse Scrimgeour sbrigativamente, “o visto,” aggiunse, puntando la sua bacchetta alle finestre, cosicché le tende si mossero rapidamente fino a chiudersi. “Giusto, be’, io sono un uomo molto occupato, quindi veniamo agli affari. Prima di tutto, abbiamo bisogno di discutere della sua sicurezza.”

Il Primo Ministro si levò in tutta la sua altezza e rispose, “Sono assolutamente soddisfatto della sicurezza che ho già raggiunto, grazie mil…”

“Be’, noi no,” intervenne Scrimgeour. “Ci saranno scarse prospettive per i babbani se il loro Primo Ministro verrà sottoposto alla Maledizione Imperius. Il nuovo segretario nel suo ufficio fuori…”

“Non mi sto sbarazzando di Kingsley Shacklebolt, se è quello che sta insinuando!” disse il Primo Ministro calorosamente. “È altamente efficiente, riesce a fare due volte il lavoro di tutti gli altri…”

“Questo perché è un mago,” disse Scrimgeour, con un fremito di sorriso. “Un Auror altamente addestrato, che è stato assegnato a lei per sua difesa.”

“Ora, aspetti un momento!” esclamò il Primo Ministro. “Voi non potete semplicemente infilare la vostra gente nel mio ufficio, decido io chi lavora per me…”

“Pensavo che lei fosse felice di Shacklebolt?” disse Scrimgeour freddamente.“ Lo sono… cioè, lo ero…”“Quindi non c’è nessun problema, vero?” disse Scrimgeour.“Io… be’, finché il lavoro di Shacklebolt continua ad essere… ehm… eccellente,”

disse il Primo Ministro flebilmente, ma Scrimgeour sembrava ascoltarlo appena.“Ora, riguardo a Herbert Chorley, il suo assistente,” continuò. “Quello che ha

intrattenuto il pubblico impersonando un’anatra.”“Che mi dice di lui?” chiese il Primo Ministro.“Ha chiaramente reagito a una Maledizione Imperius di basso livello,” disse

Scrimgeour. “Gli ha fatto marcire le cervella, ma potrebbe essere ancora pericoloso.”“Stava solo starnazzando!” disse il Primo Ministro debolmente. “Sicuramente un po’

di riposo… Forse esagera col bere…”“Una squadra di Guaritori dell’Ospedale di San Mungo per le Malattie e Ferite

Magiche lo sta esaminando mentre noi parliamo. Per quanto ne so, ha cercato di strangolare tre di loro,” disse Scrimgeour. “Io credo che sia meglio che lo allontaniamo dalla società babbana per un po’ di tempo.”

“Io… be’… Andrà tutto bene per lui, vero?” disse il Primo Ministro ansiosamente.Scrimgeour si strinse semplicemente nelle spalle, dirigendosi ormai di nuovo verso

il caminetto.“Bene, questo è veramente tutto quello che avevo da dire. La terrò al corrente degli

sviluppi, Primo Ministro… o, tutto sommato, probabilmente sarò troppo occupato per farlo di persona, nel qual caso manderò qui Caramell. Ha accettato di restare con l’incarico di consulente.

Caramell tentò di sorridere, ma non ci riuscì; riuscì solo a sembrare come se avesse un mal di denti. Scrimgeour stava già rovistando nella sua tasca per prendere la misteriosa polvere che rendeva il fuoco verde. Il Primo Ministro guardò sconfortato

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verso i due per un momento, quindi le parole che aveva lottato per reprimere tutta la sera, esplosero infine da lui.

“Ma per l’amor del cielo… voi siete maghi! Voi potete fare magie! Sicuramente voi potete… be’… sistemare ogni cosa!”

Scrimgeour si voltò lentamente sul posto e scambiò uno sguardo incredulo con Caramell, che stavolta tentò davvero di tenere a bada un sorriso, mentre diceva gentilmente, “Il problema è, che anche la controparte può fare magie, Primo Ministro.”

E con questo i due maghi saltarono, uno dopo l’altro, nel lucente fuoco verde e sparirono.

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CAPITOLO DUE

SPINNER’S ENDA molte miglia di distanza, la fredda nebbia che aveva premuto contro le finestre del Primo Ministro s’era lentamente spostata sopra un fiume sporco che serpeggiava fra argini esageratamente alti coperti di vegetazione e immondizia. Un’immensa ciminiera, rovina di una fabbrica ormai fuori uso, si ergeva, indistinta e sinistra. Non si sentiva alcun suono tranne il sussurro dell’acqua nera e non si vedeva alcun segno di vita a parte una volpe scarna che si era portata furtivamente lungo l‘argine per annusare speranzosa alcuni vecchi incarti di pesce fritto e patatine nascosti nell’erba alta.In quel momento, però, con un leggerissimo pop, una figura snella ed incappucciata apparve dal nulla sulla riva del fiume. La volpe rimase immobile, gli occhi attenti fissi su quello strano, nuovo fenomeno. La figura sembrò orientarsi per qualche istante, poi iniziò a camminare con passo veloce e leggero, il lungo mantello che frusciava sull’erba.Con un altro pop, più forte del precedente, si materializzò un’altra figura.“Aspetta!”Il grido aspro fece sobbalzare la volpe, che ora era appiattita nel sottobosco e la fece saltare dal suo nascondiglio fino sull’argine. Ci fu un lampo di luce verde, un guaito, e la volpe cadde riversa a terra, morta.La seconda figura rivoltò l’animale con la punta di un piede.“Solo una volpe,” disse con noncuranza una voce femminile. “Avevo pensato che potesse essere un Auror… Cissy, aspetta!” Ma la sua preda, che si era fermata per guardare il lampo di luce, stava già arrampicandosi sull’argine dal quale la volpe era appena caduta.“Cissy… Narcissa… ascoltami…”La seconda donna raggiunse la prima e le afferrò il braccio, ma l’altra si divincolò.“Indietro, Bella!”“Devi ascoltarmi!”“Ti ho già ascoltato. Ho preso la mia decisione. Lasciami stare!”La donna chiamata Narcissa raggiunse la cima dell’argine, dove una vecchia cancellata separava il fiume da una stretta via pavimentata a ciottoli. L’altra donna, Bella, la seguì subito. Fianco a fianco rimasero in piedi a guardare le file e file di cadenti case di mattoni, con le finestre buie e senza vita nell’oscurità. “Lui vive qui?” Chiese Bella in tono di dispregio. “Qui? In questo letamaio da babbani? Dobbiamo essere le prime della nostra specie ad aver mai messo piede…”

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Ma Narcissa non stava ascoltando; si era infilata attraverso un varco nella barriera arrugginita e stava già affrettandosi ad attraversare la strada.“Cissy, aspetta!”Bella la seguì, col mantello che le sventolava dietro, e vide Narcissa che raggiungeva velocemente, attraverso un vialetto fra due case, una seconda via quasi identica. Alcuni dei lampioni erano rotti; le due donne correvano attraverso pozze di luce e profonda oscurità. L’inseguitrice raggiunse la sua preda proprio mentre voltava un angolo, riuscendo questa volta ad afferrarle fermamente il braccio ed a farla voltare in modo tale da guardarsi in faccia.“Cissy, non devi farlo, non puoi fidarti di lui…”“L’Oscuro Signore si fida di lui, non è vero?”“L’Oscuro Signore sta… credo… sbagliando,” Bella ansimò, e i suoi occhi scintillarono per un istante sotto il cappuccio, mentre si guardava intorno per controllare che fossero veramente sole. “In ogni caso, ci è stato detto di non parlare del piano con nessuno. Questo è un tradimento nei confronti del Signore Oscuro…”“Piantala, Bella!” ringhiò Narcissa, mentre estraeva una bacchetta da sotto il mantello, puntandola minacciosamente contro l’altra donna. Bella si limito a ridere.“Cissy, proprio a tua sorella? Non lo faresti…”“Non c’è più niente che non farei!” Narcissa mormorò, con una nota isterica nella voce, e mentre abbassava la bacchetta come se fosse un coltello, ci fu un altro lampo di luce. Bella lasciò andare il braccio di sua sorella come se bruciasse.“Narcissa!”Ma Narcissa era corsa avanti. Strofinandosi il braccio, la sua inseguitrice continuò a seguirla, senza però avvicinarsi, mentre si addentravano nel labirinto deserto di case di mattoni. Alla fine Narcissa s’avviò velocemente per una via chiamata Spinner’s End, al di sopra della quale la svettante ciminiera della fabbrica sembrava incombere come un gigantesco dito ammonitore. I suoi passi echeggiavano sui ciottoli mentre passava davanti a finestre coperte di assi e rotte, finché non raggiunse proprio l’ultima casa, dove una luce fioca filtrava attraverso le tende di una stanza a piano terra.Aveva bussato alla porta prima che Bella, imprecando sottovoce, la potesse raggiungere. Insieme aspettarono, ansimando leggermente, aspirando l’odore del fiume sporco che la brezza notturna portava loro. Dopo pochi secondi, sentirono dei movimenti dietro la porta e s’aprì uno spiraglio. Si intravedeva parte di un uomo che le stava guardando, un uomo con lunghi capelli neri divisi a metà intorno ad una faccia giallastra con gli occhi neri.Narcissa tirò indietro il cappuccio. Era così pallida che sembrava splendere nell’oscurità; i lunghi capelli biondi che le scendevano sulla schiena le davano l’aspetto di una persona annegata.“Narcissa!” disse l’uomo, aprendo un po’ di più la porta, così che la luce investì entrambe, lei e sua sorella. “Che piacevole sorpresa!”“Severus,” disse lei con un sussurro teso. “Posso parlarti? È urgente.”“Ma certo.”Lui si fece indietro per permetterle di entrare in casa. Sua sorella, ancora con il cappuccio addosso, la seguì senza attendere inviti.“Piton,” disse seccamente mentre gli passava davanti.“Bellatrix,” rispose lui, con la bocca appena piegata in un sorrisetto sprezzante mentre chiudeva di scatto la porta dietro di loro.Erano entrati direttamente in un minuscolo soggiorno che dava l’idea di una cella ovattata d’oscurità. I muri erano completamente ricoperti di libri, la maggior parte dei quali rilegati in vecchia pelle nera o marrone; un divano consunto, una vecchia poltrona e un tavolo traballante erano raggruppati nella pozza di luce proveniente da un lampadario a candele appeso al soffitto. Il posto aveva un’aria di abbandono, come se non fosse usualmente abitato.Piton indicò a Narcissa il divano. Lei si tolse il mantello, lo gettò da una parte e si sedette, guardandosi le mani bianche e tremanti raccolte in grembo. Bellatrix abbassò molto lentamente il cappuccio. Scura per quanto era chiara sua sorella, gli occhi con le

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palpebre pesanti e una mandibola forte, non tolse gli occhi di dosso a Piton, mentre andava a mettersi, in piedi, dietro a Narcissa.“Allora, cosa posso fare per voi?” chiese Piton, sistemandosi nella poltrona di fronte alle due sorelle.“Noi… siamo soli, vero?” Chiese Narcissa a bassa voce.“Si, certo. In effetti c’è Codaliscia qui, ma i parassiti non contano, vero?”Puntò la bacchetta al muro di libri dietro di sé e, con un bang, una porta nascosta si aprì, rivelando una stretta scala sulla quale stava immobile un uomo basso.“Come certamente hai notato, Codaliscia, abbiamo ospiti,” disse Piton pigramente.L’uomo scese curvo gli ultimi scalini ed entrò nella stanza. Aveva occhi piccoli, acquosi, un naso appuntito e mostrava un sorriso sgradevole. Accarezzava con la sinistra la mano destra, che sembrava ricoperta di un guanto di argento luminoso.“Narcissa!” squittì lui, “e Bellatrix! Incantevoli…”“Codaliscia ci porterà qualcosa da bere, se volete,” disse Piton. “E tornerà nella sua stanza.”Codaliscia si tirò indietro come se Piton gli avesse tirato qualcosa.“Non sono il tuo servo!” Squittì lui, evitando lo sguardo di Piton.“Davvero? Avevo l’impressione che il Signore Oscuro ti avesse destinato qui per aiutarmi.”“Aiutare, sì… ma non per prepararti da bere e… e pulire la casa!”“Non avevo idea, Codaliscia, che tu aspirassi ad incarichi più pericolosi,” disse Piton suadente. ”La cosa si può sistemare facilmente: parlerò al Signore Oscuro…”“Gli posso parlare io stesso, se voglio.”“Certo che puoi,” disse Piton beffardo. “Ma nel frattempo, portaci qualcosa da bere. Un po’ di quel vino fatto dagli elfi andrebbe bene.”Codaliscia esitò per un istante, come se volesse ancora discutere, ma poi si voltò e passò attraverso una seconda porta nascosta. Si sentì sbattere e un tintinnio di bicchieri. In pochi secondi era di ritorno, portando con sé una bottiglia polverosa e tre bicchieri sopra un vassoio. Posò tutto sul tavolo traballante e si allontanò in fretta dalla loro presenza, sbattendo la porta coperta di libri dietro di sé.Piton versò il vino rosso sangue nei tre bicchieri e porse due di essi alle sorelle. Narcissa mormorò un grazie mentre Bellatrix non disse niente, ma continuò a guardare torva Piton. Questo non sembrò scomporlo; al contrario, sembrava divertito.“Al Signore Oscuro,” disse, alzando il bicchiere e svuotandolo. Le sorelle lo imitarono. Piton riempì di nuovo i bicchieri.Mentre Narcissa beveva il secondo bicchiere, disse in fretta, “Severus, mi dispiace di essere arrivata qui in questo stato, ma dovevo vederti. Penso che tu sia il solo che può aiutarmi…”Piton alzò una mano per fermarla, poi puntò di nuovo la bacchetta verso la porta nascosta della scala. Si sentì un colpo e uno squittio, seguito dal rumore di Codaliscia che risaliva in fretta le scale.“Le mie scuse,” disse Piton. “Ha iniziato ad origliare alle porte di recente, non so che cosa vuole farsene…stavi dicendo, Narcissa?”Lei respirò profondamente rabbrividendo e cominciò di nuovo.“Severus, so che non dovrei essere qui, mi è stato ordinato di non dire niente a nessuno, ma…”“Allora dovresti tenere la bocca chiusa!” Ringhiò Bellatrix. “Particolarmente in questa compagnia!”“«In questa compagnia»?” ripeté Piton sardonico. “E cosa intendi dire con questo, Bellatrix?”“Non mi fido di te, Piton, come tu ben sai!”Narcissa fece un rumore che avrebbe potuto essere quello di un pianto strozzato, e si coprì il volto con le mani. Piton posò il bicchiere sul tavolo e si sedette di nuovo, con le mani sui braccioli della poltrona, sorridendo al volto accigliato di Bellatrix.“Narcissa, penso che dovremmo ascoltare quello che Bellatrix è impaziente di dire; ci risparmierà tediose interruzioni. Bene Bellatrix, continua,” disse Piton. “Come mai non ti fidi di me?”

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“Un centinaio di ragioni!” Disse lei ad alta voce, camminando a grandi passi da dietro il divano fino a sbattere il bicchiere sul tavolo. “Da dove iniziare! Dove eri quando l’Oscuro Signore è caduto? Perché non facesti alcun tentativo di trovarlo quando sparì? Che cosa hai fatto in tutti questi anni in cui sei vissuto all’ombra di Silente? Perché hai impedito al Signore Oscuro di procurarsi la Pietra Filosofale? Perché non sei tornato subito quando l’Oscuro Signore è rinato? Dove eri qualche settimana fa, quando abbiamo combattuto per recuperare la profezia per il Signore Oscuro? E perché, Piton, Harry Potter è ancora vivo, quando l’hai avuto in tuo potere per cinque anni?”Lei fece una pausa, il petto le saliva e scendeva rapidamente, le guance arrossate. Dietro di lei Narcissa sedeva senza un movimento, con il volto ancora nascosto fra le mani.Piton sorrise.“Prima di risponderti… sì, Bellatrix, ho intenzione di risponderti! Potrai riportare le mie parole agli altri che mormorano alle mie spalle, e raccontano false dicerie sul mio tradimento al Signore Oscuro! Prima di rispondere, dico, lasciami fare una domanda a mia volta. Pensi veramente che il Signore Oscuro non mi abbia rivolto, una per una, tutte queste domande? E pensi veramente che, se non avessi potuto dare risposte soddisfacenti, io sarei seduto qui a parlare con voi?”Lei esitò.“Io so che lui ti crede, ma…““Pensi che stia facendo un errore? O che io lo abbia in qualche modo raggirato? Imbrogliato il Signore Oscuro, il più grande mago, il più abile Legilimens che il mondo abbia mai visto?”Bellatrix non disse niente, ma, per la prima volta, mostrò un’aria di sconfitta. Piton non insistette. Riprese il suo bicchiere, diede un sorso, e continuò, “Tu chiedi dove ero quando il Signore Oscuro cadde. Ero lì dove egli mi aveva ordinato di essere, alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, perché voleva che spiassi Albus Silente. Tu Sai, immagino, che ho preso il posto per ordine del Signore Oscuro?”Lei annuì impercettibilmente e poi aprì la bocca, ma Piton la anticipò.“Tu chiedi perché non ho cercato di trovarlo quando sparì. Per le stesse ragioni di Avery, Yaxley, i Carrows, Greyback, Lucius,” inchinò leggermente il capo verso Narcissa, “e molti altri non cercarono di trovarlo. Ho pensato che fosse finito. Non sono fiero di questo, mi sbagliavo, ma è così… se lui non avesse perdonato coloro che persero la fede in quei momenti, gli sarebbero rimasti ben pochi seguaci.”“Avrebbe ancora me!” disse Bellatrix appassionatamente. “Me, che ho passato tanti anni ad Azkaban per lui!”“Sì, è vero, decisamente ammirevole,” disse Piton con voce annoiata. “Naturalmente, non è che in prigione tu gli sia stata di grande aiuto, ma il gesto è stato bello, senza dubbio…““Il gesto!” gridò lei; nella furia sembrava quasi impazzita. “Mentre io sopportavo i Dissennatori, tu te ne stavi ad Hogwarts, comodamente interpretando il ruolo del cocco di Silente!”“Non del tutto,” disse Piton con calma. “Non mi ha mai voluto assegnare la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure, sai. Sembrava pensare, ah, che questo potesse portare ad una ricaduta… riportarmi indietro sui miei passi.”“Questo è stato il tuo sacrificio per il Signore Oscuro, non insegnare la tua materia preferita?” lo beffò lei. “Perché sei rimasto lì tutto quel tempo, Piton? Stavi ancora spiando Silente per un padrone che credevi morto?”“Niente affatto,” disse Piton, “anche se il Signore Oscuro è compiaciuto del fatto che io non abbia mai abbandonato il mio posto: avevo sedici anni di informazioni su Silente da dargli quando lui è tornato, un regalo di bentornato ben più utile dell’incessante ricordo di quanto Azkaban sia spiacevole …”“Ma tu sei rimasto…““Sì Bellatrix, io sono rimasto,” disse Piton, tradendo un filo d’impazienza per la prima volta. “Avevo un lavoro comodo che ho preferito alla detenzione ad Azkaban. Stavano rastrellando tutti i Mangiamorte, come sai. La protezione di Silente mi ha tenuto fuori di prigione, era estremente conveniente e me ne sono servito. Ripeto: il Signore

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Oscuro non si lamenta del fatto che rimasi al mio posto, quindi non vedo perché lo faccia tu.”“Penso che poi tu volessi sapere,” continuò, un po’ più ad alta voce, visto che Bellatrix stava dando segno di volerlo interrompere, ”perché mi posi fra il Signore Oscuro e la Pietra Filosofale. La risposta è facile da dare. Lui non sapeva se poteva fidarsi di me . Pensava, come te, che io avessi cambiato da fedele Mangiamorte a tirapiedi di Silente. Lui era in condizioni pietose, debolissimo, condivideva il corpo di un mago mediocre. Non osò rivelarsi ad un vecchio alleato che avrebbe potuto denunciarlo a Silente o al Ministero. Sono veramente dispiaciuto che non si sia fidato di me. Sarebbe tornato al potere tre anni prima. Per come era, io vidi soltanto l’avido e indegno Raptor che cercava di rubare la Pietra e, lo ammetto, ho fatto tutto quel che potevo per ostacolarlo.”Bellatrix storse la bocca come se avesse preso una sgradevole dose di medicina.“Ma tu non venisti a lui quando egli tornò, non volasti da lui quando sentisti bruciare il Marchio Nero…““É vero, tornai da lui due ore dopo. Tornai su ordine di Silente.”“Di Silente?” cominciò lei, in tono d’insulto.“Pensa!” Disse Piton di nuovo impaziente. “Pensa! Aspettando due ore, solo due ore, mi assicurai di poter rimanere ad Hogwarts come spia! Lasciando che Silente pensasse che stavo tornando accanto al Signore Oscuro solo perché mi era stato ordinato, ho potuto passare informazioni su Silente e l’Ordine della Fenice da allora in poi! Considera questo Bellatrix: il Marchio Nero stava diventando sempre più forte da mesi, sapevo che egli sarebbe tornato presto, tutti i Mangiamorte lo sapevano! Io ho avuto moltissimo tempo per pensare a quel che volevo fare, per pianificare le mie mosse, per scappare come Karkaroff, non è vero?”“Il dispiacere iniziale del Signore Oscuro per il mio ritardo svanì del tutto, ti assicuro, quando gli spiegai che gli ero rimasto fedele, nonostante Silente pensasse che ero il suo uomo. Sì, il Signore Oscuro aveva pensato che lo avessi lasciato per sempre, ma si sbagliava.”“Ma a cosa sei stato utile?” sogghignò Bellatrix. ”Quali utili informazioni abbiamo ricevuto da te?”“Le mie informazioni sono state comunicate direttamente al Signore Oscuro,” disse Piton. “Se lui sceglie di non condividerle con te…”“Lui con me condivide tutto!” Disse Bellatrix, prendendo subito fuoco. “Mi chiama la sua più leale, la più fedele…”“Davvero?” disse Piton, con una delicata intonazione della voce che suggeriva la sua incredulità. “Lo pensa ancora dopo il fiasco al Ministero?”“Non è stata colpa mia!” disse Bellatrix, arrossendo. “Il Signore Oscuro, in passato, ha affidato a me i suoi più preziosi… se Lucius non avesse…““Non osare… non osare dare la colpa a mio marito!” disse Narcissa, con voce bassa e minacciosa, guardando sua sorella.“Spartirsi la colpa non serve a nulla,” disse Piton soavemente. “Quel che è stato fatto è stato fatto.”“Ma non da te!” Disse Bellatrix furiosa. “No, tu eri di nuovo assente quando il resto di noi era in pericolo, non è così, Piton?”“I miei ordini erano di rimanere indietro,” disse Piton. “Forse non sei d’accordo col Signore Oscuro, forse pensi che Silente non si sarebbe accorto se avessi unito le mie forze ai Mangiamorte per combattere l’Ordine della Fenice? E poi – perdonami – tu parli di pericolo… stavate fronteggiando sei adolescenti, non è vero?”“Furono raggiunti presto, come sai molto bene, da metà dell’Ordine!” ringhiò Bellatrix. “E, visto che parliamo dell’Ordine, ancora pretendi di non poter rivelare dove si trova il loro Quartier Generale, non è vero?”“Non sono il Custode Segreto, non posso dire dov’é. Penso tu capisca come funziona questo incantesimo, o no? Il Signore oscuro è soddisfatto delle informazioni sull’Ordine che io gli ho passato. Hanno portato, come forse avete immaginato, alla recente cattura e all’omicidio di Emmeline Vance, ed ha certamente aiutato a liberarci di Sirius Black, sebbene ti riconosca ogni merito per averlo fatto fuori.”

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Inchinò il capo ed alzò il bicchiere verso di lei. L’espressione di lei non si addolcì.“Stai evitando la mia ultima domanda, Piton. Harry Potter. Avresti potuto ucciderlo in ogni momento nei passati cinque anni.Non l’hai fatto. Perché?”“Hai discusso di questo con il Signore Oscuro?” Chiese Piton.“Lui… ultimamente, noi… lo sto chiedendo a te, Piton!”“Se io avessi ucciso Harry Potter, il Signore Oscuro non avrebbe potuto usare il suo sangue per rigenerarsi, diventando invincibile…”“Pretendi di aver previsto che avrebbe usato così il ragazzo!” lo schernì lei.“Non lo pretendo, no; non avevo alcuna idea dei suoi piani; ho già confessato che pensavo che il Signore Oscuro fosse morto. Sto solo cercando di spiegare perché al Signore Oscuro non è dispiaciuto che Potter sopravvivesse, almeno fino all’anno scorso…”“Ma perché lo hai tenuto in vita?”“Non hai capito quel che ho detto? È stata solo la protezione di Silente a tenermi fuori da Azkaban! Non credi che assassinare il suo studente preferito avrebbe potuto metterlo contro di me? Ma c’è stato molto più di questo. Dovrei ricordarti che, quando Potter arrivò per la prima volta ad Hogwarts, giravano ancora molte storie su di lui, si diceva che lui stesso fosse un grande mago Oscuro, che era quello il motivo per cui era sopravvissuto all’attacco del Signore Oscuro. In verità molti dei vecchi seguaci del Signore Oscuro pensarono che Potter potesse essere una bandiera intorno alla quale avremmo tutti potuto unirci di nuovo. Ero curioso, lo ammetto, e per niente propenso ad ucciderlo nel momento in cui mise piede nel castello.Naturalmente, divenne ben presto evidente per me che egli non aveva alcun talento straordinario. È riuscito ad uscire da tante situazioni difficili per una semplice combinazione di assoluta fortuna e aiuto di amici di maggior talento. Lui è completamente mediocre, sebbene sia arrogante e compiaciuto di sé come suo padre prima di lui. Ho fatto di tutto per farlo cacciare da Hogwarts, che non è certo un posto che fa per lui, ma ucciderlo, o permettere che fosse ucciso davanti a me? Sarei stato uno sciocco a correre il rischio, con Silente lì vicino.”“E con tutto questo noi dovremmo creder che Silente non abbia mai sospettato di te?” chiese Bellatrix. ”Lui non avrebbe idea di chi veramente gode della tua lealtà, egli si fiderebbe ancora completamente di te?”“Ho recitato bene la mia parte,” disse Piton. “E tu sottovaluti la più grande debolezza di Silente: deve credere nel lato migliore delle persone. Gli ho raccontato una storia di profondo rimorso quando mi sono unito al suo staff, fresco dai miei giorni da Mangiamorte, e lui mi ha accolto a braccia aperte… sebbene, come dicevo, non mi abbia mai permesso, per quanto era in suo potere, di avvicinarmi alle Arti Oscure. Silente è stato un grande mago… oh sì, lo è stato” (poiché Bellatrix aveva emesso un verso mordace) “il Signore Oscuro lo sa. Mi compiaccio nel dire, però, che Silente sta invecchiando. Il duello con il Signore Oscuro il mese scorso lo ha scosso. Ha riportato una seria ferita dato che i suoi riflessi sono più lenti di quanto lo fossero in passato. Ma in tutti questi anni, non ha mai smesso di fidarsi di Severus Piton, e in questo sta il mio grande valore di fronte al Signore Oscuro.”Bellatrix aveva ancora l’aria infelice, sebbene apparisse incerta su come attaccare ancora Piton nel migliore dei modi. Approfittando del suo silenzio, Piton si voltò verso sua sorella.“Ora… sei venuta a chiedermi aiuto, Narcissa?”Narcissa guardò verso di lui, sul suo viso era evidente la disperazione.“Sì Severus. Io… io penso che tu sia l’unico che può aiutarmi, non ho altri a cui chiedere. Lucius è in prigione e…”Lei chiuse gli occhi e due grandi lacrime filtrarono attraverso le palpebre.“Il signore Oscuro mi ha proibito di parlarne,” continuò Narcissa, con gli occhi ancora chiusi. “Lui desidera che nessuno conosca il piano. È… è molto segreto. Ma…”“Se lui l’ha proibito, non dovresti parlarne,” disse subito Piton. “La parola del Signore Oscuro è legge.”Narcissa rimase senza fiato, come se lui le avesse gettato addosso dell’acqua fredda. Bellatrix sembrava soddisfatta, per la prima volta da quando era entrata in quella casa.

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“Ecco!” disse a sua sorella con aria trionfante. “Anche Piton lo dice: ti è stato detto di non parlare, quindi rimani in silenzio!”Ma Piton si alzò in piedi e andò a grandi passi verso la piccola finestra, spiò attraverso le tende la via deserta, poi le richiuse con uno scatto. Si girò verso Narcissa, accigliato.“Si da il caso che io conosca il piano,” disse a bassa voce. “Sono uno dei pochi con i quali il Signore Oscuro ha parlato. Ciò non toglie che, se io stesso non fossi stato a conoscenza del segreto, Narcissa, saresti stata colpevole di alto tradimento nei riguardi del Signore Oscuro.”“Ho pensato che tu dovessi conoscerlo!” disse Narcissa, respirando più liberamente. “Egli ha così tanta fiducia in te, Severus…”“Conosci il piano?” disse Bellatrix, mentre la sua fugace espressione di soddisfazione veniva rimpiazzata da una espressione offesa. “Tu lo conosci?”“Certamente,” disse Piton, “Ma di che aiuto hai bisogno, Narcissa? Se pensi che io possa persuadere il Signore Oscuro a cambiare idea, temo che non ci sia speranza, nessuna speranza.”“Severus,” sussurrò lei, con le lacrime che le scendevano lungo le guance pallide. “mio figlio… il mio unico figlio…”“Draco dovrebbe essere fiero,” disse Bellatrix con indifferenza. “Il Signore Oscuro gli sta riconoscendo un grande onore. E devo dire una cosa di Draco: lui non si sta tirando indietro di fronte al suo dovere, sembra felice di avere un’occasione per mettersi alla prova, è eccitato alla prospettiva…”Narcissa iniziò a piangere più forte, continuando a lanciare sguardi supplicanti a Piton.“È perchè ha 16 anni e non ha idea di quello che c’è in serbo per lui! Perché, Severus? Perché mio figlio? È troppo pericoloso! Questa è una vendetta per l’errore di Lucius, lo so!”Piton non disse nulla. Volse lo sguardo dalle sue lacrime come se fossero una cosa indecente, ma non poteva fingere di non sentirla.“È per questo che ha scelto Draco, non è vero?” continuò. “Per punire Lucius?”“Se Draco riesce,” disse Piton, continuando a guardare altrove, “sarà onorato sopra tutti gli altri.”“Ma se non riesce!” singhiozzò Narcissa. “Come può, se il Signore Oscuro stesso…?”Bellatrix restò senza fiato. Narcissa sembrava aver perso di coraggio.“Io volevo dire… che nessuno prima di adesso è mai riuscito… Severus… ti prego… tu sei, sei sempre stato, l’insegnante preferito di Draco… sei un vecchio amico di Lucius… ti supplico… sei il preferito del Signore Oscuro, il suo consigliere più fidato… gli parlerai, lo convincerai…?”“Il Signore Oscuro non si farà convincere, ed io non sono abbastanza stupido da provarci,” disse Piton chiaro e tondo. “Non posso certo fingere che il Signore Oscuro non sia adirato con Lucius. Era al comando. Si è fatto catturare, insieme a tanti altri e, per giunta, non è nemmeno riuscito a recuperare la profezia. Sì, il signore Oscuro è adirato, Narcissa, molto adirato davvero.”“Allora ho ragione, ha scelto Draco per vendetta!” disse Narcissa con voce strozzata. “Non vuole che riesca, vuole che venga ucciso nel tentativo!”Quando Piton non rispose, Narcissa sembrò perdere anche quel po’ di riserbo che le era rimasto. Si alzò, arrivò barcollando fino a Piton e afferrò il davanti della sua veste. La faccia di lei era vicina alla sua, le lacrime di lei cadevano sul suo petto, lei ansimò, “Potresti farlo tu. Potresti farlo tu al posto di Draco, Severus. Tu riusciresti, naturalmente tu riusciresti, ed egli ti ricompenserebbe al di sopra di tutti noi…”Piton le afferrò i polsi e si liberò dalla sua stretta. Guardando il suo viso segnato dalle lacrime, disse lentamente, “Vuole che lo faccia io, alla fine, penso. Ma è determinante che Draco debba provarci per primo. Vedi, nell’improbabile caso che Draco riesca, potrei rimanere a Hogwarts un po’ più a lungo, compiendo il mio utile ruolo di spia.”“In altre parole, a lui non importa se Draco viene ucciso!”“Il Signore Oscuro è molto adirato,” ripeté con calma Piton. “Non ha potuto ascoltare la profezia. Sai bene come me, Narcissa, che lui non perdona facilmente.”Lei si raccolse su se stessa, cadendo ai suoi piedi, singhiozzando e gemendo sul pavimento.

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“Mio figlio…il mio unico figlio…”“Dovresti essere orgogliosa!” disse Bellatrix spietatamente. “Se avessi figli, sarei felice di offrirli al servizio del Signore Oscuro!”Narcissa diede un gridolino di disperazione e si afferrò i lunghi capelli biondi. Piton si chinò, la afferrò per le braccia, la fece alzare e la condusse di nuovo sul sofà. Poi versò ancora un po’ di vino e le mise a forza il bicchiere in mano.“Narcissa, basta così. Bevi questo. Ascoltami.”Lei si calmò un poco. Tremando, bevve un sorso di vino versandosene un po’ addosso. “Potrebbe essere possibile… che io aiuti Draco.”Lei si tirò su, con il viso bianco come un foglio di carta, gli occhi immensi.“Severus… oh, Severus… lo aiuteresti? Ti prenderesti cura di lui, facendo attenzione affinché non si faccia male?”“Posso provare.”Lei gettò il bicchiere che slittò attraverso tutto il tavolo, mentre lei scivolava giù dal divano e si inginocchiava ai piedi di Piton, prendeva la sua mano fra le proprie e vi posava sopra le sue labbra.“Se è tua intenzione proteggerlo… Severus, lo giurerai? Farai il Voto Infrangibile?”“Il Voto Infrangibile?” L’espressione di Piton era vuota, indecifrabile: Bellatrix tuttavia sbottò in una risata di trionfo.“Ma lo hai sentito, Narcissa? Sì, lui ci proverà, ne sono sicura… le solite parole vuote, il solito inutile serpeggiare… naturalmente seguendo gli ordini del Signore Oscuro!”Piton non guardò Bellatrix. I suoi occhi neri erano fissi su quelli pieni di lacrime di Narcissa che continuava a tenergli stretta la mano.“Certamente Narcissa, farò il Voto Infrangibile,” disse semplicemente. “Forse tua sorella consentirà ad essere il nostro Garante.”Bellatrix rimase a bocca aperta. Piton si abbassò in modo da inginocchiarsi di fronte a Narcissa. Sotto gli occhi stupefatti di Bellatrix, afferrarono ciascuno la mano destra dell’altro.“Ti servirà la bacchetta, Bellatrix,” disse Piton con freddezza.Lei la tirò fuori, ancora stupita.“E ti devi avvicinare un po’,” disse lui.Lei si avvicinò tanto da stare in piedi proprio accanto a loro e pose la punta della bacchetta sulle loro mani unite.Narcissa parlò.“Vuoi tu, Severus, vegliare su mio figlio Draco, mentre cerca di adempiere i desideri del Signore Oscuro?”“Lo voglio,” disse Piton. Una lingua brillante di fuoco uscì dalla bacchetta e si avvolse intorno alle loro mani come un filo incandescente.“E vuoi tu, al meglio delle tue capacità, proteggerlo dal pericolo?”“Lo voglio,”disse Piton.Una seconda lingua di fuoco uscì dalla bacchetta e si intrecciò alla prima, producendo una bella catena incandescente.“E, se fosse necessario… se sembrasse che Draco possa fallire…” sussurrò Narcissa (la mano di Piton si contorse tra le sue, ma lui non la tirò indietro), porterai tu a termine la missione che il Signore Oscuro ha ordinato a Draco di compiere?”Ci fu un momento di silenzio. Bellatrix li osservava, la bacchetta sopra le loro mani strette, gli occhio spalancati.“Lo voglio,” disse Piton.La faccia stupefatta di Bellatrix si illuminò di rosso al bagliore della terza lingua di fuoco, che uscì dalla bacchetta, si intrecciò alle altre e si legò strettamente alle loro mani unite, come una corda, come un serpente di fuoco.

CAPITOLO TRE

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VOLERI E NON VOLEREHarry Potter stava russando sonoramente. Era rimasto seduto su una sedia alla finestra della sua camera per quasi quattro ore, fissando la strada che si oscurava, e s’era finalmente addormentato con un lato della faccia premuto contro il vetro freddo, gli occhiali di traverso e la bocca semi aperta.

L’appannamento che il fiato aveva lasciato sulla finestra, luccicava nel riverbero arancione delle luci provenienti dalla strada e la luce artificiale gli tingeva la faccia di tutti i colori, così da farlo sembrare un fantasma sotto la massa di disordinati capelli neri.

La stanza era invasa dalle sue cose e da una buona quantità di sporcizia. Piume di civetta, torsoli di mela, e cartine di caramelle sparse sul pavimento, una quantità di libri d’incantesimi disordinatamente mischiati ai vestiti spiegazzati sul letto ed una massa di giornali ammucchiati nella parte illuminata della scrivania. I titoli di uno di questi riportava:

HARRY POTTER: IL PRESCELTO

Continuano a circolare voci sui recenti disordini misteriosi al Ministero della Magia, durante i quali Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato è stato visto un’altra volta.

“Non siamo autorizzati a dire niente su quanto successo, non chiedetemi altro” ha detto un agitato Obliviatore, rifiutatosi di dare il proprio nome, mentre lasciava il Ministero l’altra notte.

Fonti ben informate all’interno del Ministero, tuttavia, hanno confermato che i maggiori fastidi si sono avuti presso la favolosa stanza delle Profezie.

Nonostante sino ad ora i portavoce del Ministero abbiano persino negato l’esistenza di questa stanza, un numero crescente di persone, nella comunità dei Maghi, crede che i Mangiamorte in servizio siano stati rinchiusi ad Azkaban per essersi introdotti nel ministero ed aver tentato di rubare una profezia. La natura di questa profezia è sconosciuta, benché sia convinzione comune che riguardi Harry Potter, la sola persona conosciuta che sia sopravvissuta alla Maledizione che Uccide e che, cosa altrettanto risaputa, era presente al Ministero nella notte in questione. Qualcuno si è spinto a chiamare Potter il “Prescelto”, convinto che la profezia lo nomini come il solo in grado di sconfiggere Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.

Altri luoghi in cui possano essere conservate riproduzioni della profezia, se esistono, sono sconosciuti, benché… (Continua a pagina 2, colonna 5)

Un secondo quotidiano era aperto stava vicino al primo. Vi campeggiava il seguente titolo:

SCRIMGEOUR SOSTITUISCE CARAMELL

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Una grossa porzione della prima pagina mostrava una grande foto in bianco e nero di un uomo con una criniera leonina di capelli spessi e la faccia devastata. La foto si muoveva – l’uomo faceva cenni verso il soffitto.

Rufus Scrimgeour, ex Capo dell’Ufficio Auror nel Dipartimento di Applicazione della Legge Magica, ha sostituito Cornelius Caramell come Ministro della Magia. La nomina è stata salutata con grande entusiasmo dalla comunità dei Maghi, sebbene circolino voci di dissensi fra il nuovo Ministro e Albus Silente, nuovamente reinsediato Stregone Capo del Wizengamot, come si è scoperto a poche ore dall’insediamento di Scrimgeour.

I rappresentanti di Scrimgeour ammettono che ha incontrato Silente subito dopo aver preso possesso dell’alto incarico, ma rifiutano di commentare gli argomenti della discussione. Si che Albus Silente…(Continua a pagina 3, colonna 2)

Alla sinistra di questo giornale ce n’era un altro, che era stato sfogliato in modo che mostrasse il titolo:

PROVVEDIMENTI DEL MINISTERO PER LA SICUREZZA DEGLI STUDENTI

Il nuovo Ministro della Magia, Rufus Scrimgeour, ha parlato oggi delle nuove forti misure prese dal suo Ministero per assicurare la sicurezza degli studenti che ritorneranno questo autunno alla Scuola di Stregoneria e Magia di Hogwarts.

“Per ovvie ragioni, il Ministero non entrerà in dettagli riguardo il preciso piano di sicurezza posto in essere,” ha detto il Ministro, sebbene un dipendente abbia confermato che le misure includono incantesimi difensivi e magie, un complesso insieme di contro-maledizioni, e una piccola task force di Auror dedicati solamente alla protezione della scuola di Hogwarts.

Molti sembrano rassicurati dalla presa di posizione del Ministro sulla sicurezza degli studenti. La signora Augusta Paciock ha detto, “Mio nipote, Neville – buon amico di Harry Potter, casualmente, ha combattuto i Mangia Morte insieme a lui nel Ministero in Giugno e …

Ma il resto di questa storia era nascosta da una grossa gabbia per uccelli che la copriva. All’interno si trovava una magnifica civetta delle nevi. Gli occhi ambrati sorvegliavano prepotentemente la stanza, la sua testa si girava occasionalmente per osservare il suo padrone che russava. Una volta o due aveva picchiato il becco impaziente, ma Harry era addormentato troppo profondamente per sentirla.

Un grosso baule ingombrava il centro della stanza. Il coperchio era aperto: sembrava pronto, ed invece era ancora vuoto tranne, a ricoprire il fondo, un resto di vecchia biancheria, caramelle, boccette d’inchiostro vuote, e penne rotte. Vicino, sul pavimento giaceva un opuscolo color porpora con scritto, in caratteri eleganti:

Distribuito dal Ministero della Magia

PROTEGGI LA TUA CASA E LA FAMIGLIA CONTRO LE FORZE OSCURE

La comunità dei Maghi è attualmente sotto attacco da parte di un organizzazione che si fa chiamare Mangiamorte. Osservando le seguenti semplici norme di sicurezza potrete proteggere voi, la vostra famiglia, e la vostra casa dall’attacco.

1) Si consiglia di non lasciare mai la casa vuota.2) Particolare attenzione dovrà essere fatta durante le ore notturne. Quando

possibile, conviene completare i propri spostamenti prima del cadere della notte.3) Controllate le misure di sicurezza sulla vostra casa, facendo attenzione di

avvisare tutti i membri della casa delle misure d’emergenza prese come Scudi,

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Incantesimi di Disillusione, e, in caso di membri della famiglia minorenni, Materializzazioni casuali.

4) Accordatevi su domande di sicurezza con gli amici più vicini e con la famiglia per riconoscere eventuali Mangiamorte camuffati sotto altri aspetti mediante l’uso di Pozione Polisucco (vedere pagina 2)

5) Se doveste accorgervi che un membro della famiglia, un collega, un amico, o un vicino si comporta in modo strano, contattate la Squadra di Applicazione della Legge Magica subito. Potrebbero essere vittima della Maledizione Imperius (vedere pagina 4)

6) Se il Marchio Nero dovesse apparire sopra una qualunque abitazione o su qualche palazzo, NON ENTRATE, ma contattate immediatamente l’Ufficio degli Auror.

7) Voci non confermati sostengono che i Mangiamorte ora possano usare Inferi (vedi pagina.Ogni avvistamento di un Inferio, o incontro con esso, dovrà essere segnalato al Ministero IMMEDIATAMENTE.

Harry grugnì nel sonno e la faccia gli scivolò sulla finestra di un pollice o più, facendo penzolare ancora di più gli occhiali, ma non si svegliò. Una sveglia, riparata da Harry, parecchi anni prima, ticchettava leggermente sul davanzale, segnando un minuto alle undici. Accanto, tenuta ferma dalla mano rilassata di Harry, c’era un pezzo di pergamena coperta da piccola obliqua scrittura. Harry l’aveva letta così spesso, da quando era arrivata tre giorni prima, che sebbene fosse stata consegnata in uno stretto rotolo, ora si manteneva completamente aperta.

Caro Harry,Se lo ritieni opportuno, verrei al numero 4 di Privet Drive venerdì prossimo alle

ventitre per scortarti alla Tana, dove sei stato invitato a passare il resto delle tue vacanze scolastiche.

Se sei d’accordo, avrei bisogno della tua assistenza per una questione che spero di risolvere durante il tragitto verso la Tana. Ti illustrerò ciò con maggiore precisione quando ci vedremo.

Sii così gentile da spedire la risposta con questo stesso gufo. Sperando di vederti venerdì,

Sinceramente tuoAlbus Silente

Sebbene la conoscesse a memoria, Harry aveva letto la missiva ogni pochi minuti dalle sette di quella sera, quando aveva preso posto per la prima volta dietro la finestra della camera da letto, che consentiva una discreta visibilità su entrambi i lati di Privet Drive. Sapeva che era inutile rileggere le parole di Silente. Harry aveva rispedito il suo “Sì” con il gufo che l’aveva consegnata, come richiesto, e tutto quello che poteva fare adesso era aspettare, che Silente stesse veramente per arrivare, oppure no.

Ma Harry non aveva fatto i bagagli. Gli sembrava troppo bello per essere vero che stessero venendo a recuperarlo dai Dursley dopo soli quindici giorni in loro compagnia. Non poteva scrollarsi di dosso la sensazione che qualcosa non fosse andato per il verso giusto – la sua risposta per Silente fosse andata persa; Silente poteva avere degli intoppi e non riuscire ad andare a prenderlo; la lettera poteva non essere stata mandata da Silente, dopo tutto, ma essere solo un trucco, uno scherzo o magari una trappola. Harry non era stato capace di fare i bagagli prima di restare deluso e dover disfare tutto. La sola azione fatta in vista della possibilità di dover partire, era stata quella di chiudere la sua candida civetta, Edvige, al sicuro nella sua gabbia.

Sulla sveglia, la lancetta dei minuti raggiunse il numero dodici e, in quel preciso istante, i lampioni sulla strada si spensero.

Harry si svegliò come se l’improvvisa oscurità fosse un segnale d’allarme. Si raddrizzo frettolosamente gli occhiali e, staccando la guancia dal vetro, pigiò contro la finestra il naso, invece, e dette un’occhiata obliqua verso il sottostante marciapiede. Una figura alta con un lungo mantello ondeggiante procedeva sulle pietre del giardino.

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Harry saltò su come se avesse preso la scossa, dette un calcio alla sedia ed iniziò ad afferrare qualsiasi cosa raccogliendola da terra e scagliandola nel baule. Aveva appena gettato un pacco di vestiti, due libri di incantesimi, un pacchetto di croccante attraverso la stanza, che il campanello della porta suonò. Nel salotto al piano inferiore, suo zio Vernon urlò, “Chi ha il coraggio di suonare a quest’ora della notte?”

Harry si bloccò con un telescopio d’ottone in una mano ed un paio di scarpe da ginnastica nell’altra. Aveva completamente dimenticato di avvertire i Dursley che Silente sarebbe venuto. Fu pervaso da una sensazione di panico misto a ilarità, oltrepassò il baule con difficoltà ed aprì velocemente la porta della stanza giusto in tempo per sentire una voce profonda dire, “Buona Sera. Dovreste essere i Dursley. Oso supporre che Harry vi abbia detto che sarei venuto per prenderlo?”

Harry scese le scale due gradini alla volta, frenando improvvisamente parecchi passi prima della fine delle scale in quanto una lunga esperienza gli aveva insegnato a rimanere, quanto più possibile, a distanza di sicurezza dalle braccia dello zio. Sulla soglia della porta era ritto un uomo alto, magro, con capelli e barba argentati lunghi sino alla cintura. Occhiali a mezza luna erano appuntati sul suo naso aquilino e indossava un lungo mantello nero da viaggio e un cappello a punta. Vernon Dursley, i cui baffi erano folti quanto quelli di Silente, benché neri, e che vestiva un pigiama color pulce, osservava il visitatore come se non potesse credere ai suoi occhi porcini.

“A giudicare dal suo aspetto di sconcertata incredulità, Harry non vi ha avvertito del mio arrivo,” disse Silente compiaciuto. “In ogni caso, presupporremo che mi abbiate invitato calorosamente ad entrare in casa vostra. Non ritengo saggio attendere a lungo sulla porta in questi tempi così difficili.”

Superò di poco la soglia e chiuse la porta dietro di se.“E’ passato molto tempo dalla mia ultima visita,” disse Silente, puntando il naso

aquilino verso zio Vernon. “Devo dire che le vostre ortensie sono veramente rigogliose.”

Vernon Dursley non disse assolutamente nulla. Harry non dubitava che la parola gli sarebbe ritornata, e presto – le vene dello zio pulsavano sulle tempie segnalando che stava arrivando ad un livello pericoloso – ma qualcosa di Silente pareva avergli tolto temporaneamente il fiato. Forse era il suo eclatante aspetto da mago o, forse, poteva essere che perfino zio Vernon potesse rendersi conto che di fronte a lui aveva un uomo difficile da tiranneggiare.

“Ah, buona sera Harry,” disse Silente, guardandolo attraverso i suoi occhiali a mezza luna con un espressione molto soddisfatta. “Eccellente, eccellente.”

Queste parole parvero risvegliare zio Vernon. Era chiaro, per quel che gli concerneva, che un uomo che potesse guardare Harry e dire “eccellente” era un uomo che lui non avrebbe potuto mai guardare negli occhi.

“Non vorrei sembrare offensivo…” iniziò, con un tono che sprigionava offese in ogni sillaba.

“… ma, tristemente, casuali offese capitano tremendamente spesso,” Silente completò la frase gravemente. “Meglio non dire niente del tutto, mio caro. Ah, e questa deve essere Petunia.”

La porta della cucina si era aperta, ed era apparsa la zia di Harry, con i guanti di gomma e un grembiule sopra la camicia da notte, chiaramente sorpresa a metà delle sue consuete pulizie, da fare prima di coricarsi, di tutte le superfici della cucina. La sua faccia cavallina non mostrava alcuna sorpresa.

“Albus Silente,” si presentò Silente, vedendo che zio Vernon non accennava a presentarlo. “Ci siamo scambiati delle lettere, certo.” Harry pensò che fosse un modo per ricordare a zia Petunia che già una volta le aveva spedito una Strillettera, ma zia Petunia non replicò. “E questo deve essere vostro figlio, Dudley?”

Dudley aveva fatto capolino in quel momento per sbirciare dalla porta del salotto. La sua grossa testa bionda che poggiava direttamente sul colletto del pigiama a strisce, sembrò stranamente inespressiva, la bocca aperta per la sorpresa e la paura. Silente aspettò un attimo o due, apparentemente per vedere se qualcuno dei Dursley avesse da dire qualcosa, ma sorrise al prolungarsi del silenzio.

“Devo presumere che mi abbiate invitato in salotto?”

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Dudley schizzò via appena Silente lo oltrepassò. Harry, stringendo ancora il telescopio e le scarpe, salto giù dagli ultimi scalini e seguì Silente, che si era seduto sulla poltrona vicina al fuoco e guardando intorno con espressione di vivo interesse. Sembrava terribilmente fuori posto.

“È vero… è vero che ce ne andiamo, Signore?” Chiese Harry ansiosamente.“Si, in effetti è così, ma ci sono prima alcune cose da discutere,” rispose Silente.

“Ed è preferibile non doverlo fare all’aperto. Dovremo approfittare dell’ospitalità di tuo zio e di tua zia ancora per poco.”

“Voi permettete, non è vero?”Vernon Dursley era entrato nella stanza, Petunia era alle sue spalle e Dudley si

rintanava dietro di loro.“Si,” affermò Silente semplicemente, “è necessario.”Estrasse la bacchetta con tale rapidità che Harry riuscì a seguirlo a malapena; con

un colpetto disinvolto, il divano venne avanti e colpì le ginocchia di tutti e tre i Dursley costringendoli a cadere seduti. Un altro movimento della bacchetta e il divano tornò alla sua posizione originale.

“Dobbiamo metterci comodi,” disse Silente con simpatia.Mentre rimetteva a posto la bacchetta in tasca, Harry notò che aveva la mano

annerita e raggrinzita; sembrava come se la carne fosse stata bruciata.“Signore… che è successo alla sua …?”“Dopo, Harry,” disse Silente. “Per favore siediti.”Harry si accomodò nella poltrona rimanente, cercando di non guardare i Dursley

che sembravano pietrificati nel loro silenzio. “Mi sarei aspettato che mi fosse offerto qualcosa da bere,” affermò Silente verso zio

Vernon, “ma l’evidenza, fino ad ora, dimostra che ciò sarebbe tanto ottimistico da rasentare la stupidità.”

Un terzo tocco di bacchetta, e una bottiglia polverosa e cinque bicchieri comparvero a mezz’aria. La bottiglia si inclinò e versò una generosa quantità di liquido denso e colorato in ognuno dei bicchieri, che galleggiavano davanti ad ogni persona nella stanza.

“L’eccellente idromele aromatico di Madama Rosmerta,” esclamò Silente, alzando il bicchiere verso Harry, che prese il suo e cominciò a centellinare. Non aveva mai assaggiato niente del genere, prima, ma gli piacque immensamente. I Dursley, scambiandosi un breve sguardo impaurito, cercarono di ignorare del tutto i loro bicchieri, impresa difficile, visto che fluttuavano dolcemente a lato della loro testa. Harry non poté accantonare il sospetto che Silente si stesse divertendo un mondo.

“Bene, Harry,” disse Silente, girandosi dalla sua parte, “è sorto un problema che spero tu sia in grado a risolvere per noi. E quando dico «noi», intendo l’Ordine della Fenice. Ma prima di tutto devo dirti che il testamento di Sirius è stato aperto la settimana scorsa e che ti lascia erede di tutti suoi averi.”

Sul divano, la testa di zio Vernon si girò, ma Harry non lo guardò, non poté dire altro eccetto che, “Oh. Bene.”

“E’ così, senz’altro,” continuò Silente. “Aggiungi una ragionevole quantità d’oro al tuo conto alla Gringott ed erediti tutti gli averi di Sirius. La parte un po’più problematica del lascito...”

“Il suo padrino è morto?” disse zio Vernon sonoramente dal divano. Silente e Harry si girarono entrambi a guardarlo. Il bicchiere di idromele stava percuotendo insistentemente la testa di Vernon che tentò di spingerlo via. “E’ morto? Il suo Padrino?”

“Si,” affermò Silente. Non chiese perché Harry non l’avesse detto ai Dursley. “Il nostro problema,” continuò verso Harry, come se non ci fosse stata alcuna interruzione, “è che Sirius ti ha lasciato anche il numero dodici di Grimmauld Place.”

“Gli ha lasciato una casa?” disse zio Vernon interessato, i suoi piccoli occhi si strinsero, ma non gli fu risposto nulla.

“Potete tenervelo come quartier generale,” rispose Harry. “Non mi interessa. Potete tenerlo, non lo voglio davvero.” Harry non intendeva mai più rimettere piede al numero dodici di Grimmauld Place. Pensava che sarebbe stata frequentata per sempre

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dalla memoria di Sirius, furtivamente vagante tra quelle oscure ed ammuffite stanze solitarie, imprigionata dentro posti che avrebbe voluto disperatamente lasciare.

“È molto generoso da parte tua,” affermò Silente. “Siamo stati costretti, però, ad abbandonare temporaneamente l’edificio.”

“Come mai?”“Be’,” rispose Silente, ignorando i mugolii di zio Vernon, che era colpito in testa,

sempre più spesso, dall’insistente bicchiere di idromele, “la tradizione della famiglia Black decretava che la casa dovesse essere ereditata in linea diretta dal più prossimo erede maschio col nome «Black». Sirius era l’ultimo in linea ereditaria con il fratello Regulus, morto prima di lui ed entrambi senza figli. Mentre le sue volontà dichiaravano esplicitamente l’idea di lasciare a te la casa, non si può escludere la possibilità che alcuni incantesimi siano stati messi in atto per assicurarsi che non possa essere posseduta da altri che purosangue.”

Un immagine nitida dell’urlante, becero ritratto della madre di Sirius esposto nell’ingresso del numero dodici di Grimmauld Place, comparve nella mente di Harry. “Scommetto che ci sono,” rispose.

“Appunto,” disse Silente. “E se tali incantesimi esistono, allora la proprietà della casa passerebbe al più anziano parente vivente di Sirius, e questo significa sua cugina, Bellatrix Lestrange.”

Senza accorgersi di quello che stava facendo, Harry balzò di colpo in piedi; il telescopio e le scarpe che teneva rotolarono sul pavimento. Bellatrix Lestrange, l’omicida di Sirius, ereditare la sua casa?

“No,” esclamò.“Bene, ovviamente anche noi preferiremmo che non l’avesse,” disse calmo Silente.

“La situazione è delicata e complicata. Non sappiamo se l’incantesimo che abbiamo piazzato, per esempio, rendendolo indisegnabile, rimarrà adesso che la proprietà è passata dalle mani di Sirius. Potrebbe darsi che Bellatrix si presenti alla porta in ogni momento. Naturalmente abbiamo spostato tutto finché la situazione non si sarà chiarita,”

“Ma come farete a scoprire se mi sarà permesso ereditarla?”“Fortunatamente,” disse Silente, “c’è un semplice test.”

Egli mise il suo bicchiere vuoto su un tavolino posto a lato della sua poltrona ma, prima che egli potesse fare qualunque cosa, zio Vernon urlò, “Potete discutere i vostri sporchi affari fuori di qui?”

Harry si guardò intorno. Tutti e tre i Dursley si riparavano con le braccia sulla testa mentre i loro bicchieri picchiavano sulle loro teste, schizzando il contenuto ovunque.

“Oh, mi dispiace,” disse Silente in modo cortese, e alzò di nuovo la bacchetta. Tutti e tre i bicchieri scomparvero. “Ma potevate berli, sapete.”

Fissò zio Vernon per vedere se l’avrebbe assalito con una serie di improperi, ma questi si ritirò tra i cuscini con zia Petunia e Dudley e non rispose nulla, tenendo d’occhio la bacchetta di Silente con i suoi occhi porcini.

“Vedi,” riprese Silente, tornando ad Harry e di nuovo parlando come se zio Vernon non avesse proferito parola, “se hai ereditato la casa, hai anche ereditato…”

Egli mosse per la quinta volta la bacchetta. Ci fu un basso rumore, e apparve un elfo domestico con un grugno per naso, gigantesche orecchie da pipistrello ed enormi occhi iniettati di sangue, strusciando sul peloso tappeto dei Dursley e coperto da un sudicio cencio. Zia Petunia emise un urlo acuto; nulla di così sporco, per quanto poteva ricordare, era mai entrato in casa sua. Dudley sollevò dal pavimento i larghi e rosa piedi nudi avvicinandoli quanto più poteva alla testa, come se pensasse che la creatura potesse corrergli su per i pantaloni del pigiama. e zio Vernon mugghiò, “Cosa diavolo è questo?”

“Kreacher,” concluse Silente.“Kreacher non vuole, Kreacher non vuole, Kreacher non vuole!” gracchiò l’elfo

domestico, tanto rumorosamente quanto zio Vernon, pestando i suoi lunghi piedi grinzosi e tirandosi le orecchie. “Kreacher appartiene a Miss Bellatrix, oh si, Kreacher appartiene ai Black, Kreacher vuole andare con la sua nuova padrona, Kreacher non

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vuole andare con quel ragazzaccio di un Potter, Kreacher non vuole, non vuole, non vuole…”

“Come puoi vedere, Harry,” disse forte Silente, per superare Kreacher coi suoi continui gracidii di “Non vuole, Non vuole, Non vuole…”, “Kreacher sta mostrando una certa riluttanza a passare in tua proprietà.”

“Non m’interessa,” disse Harry di nuovo, osservando con disgusto il contorcersi ed il picchiarsi dell’elfo domestico. “Non lo voglio.”

“Non voglio, non voglio, non voglio!”“Preferiresti passasse di proprietà di Bellatrix Lestrange? Pur sapendo che ha

vissuto al quartier generale dell’Ordine delle Fenice l’anno scorso?”“Non voglio, non voglio, non voglio!”Harry fissava Silente. Sapeva che non potevano permettersi che Kreacher andasse

a vivere con Bellatrix Lestrange, ma l’idea di possederlo, di avere la responsabilità di una creatura che aveva tradito Sirius era ripugnante.

“Dagli un ordine,” propose Silente. “Se è diventato di tua proprietà dovrà obbedirti, altrimenti dovremo pensare a qualche altro sistema per impedirgli di entrare in contatto col suo legittimo proprietario”

“Non voglio, non voglio, non voglio, NON VOGLIO!”La voce di Kreacher era diventata un urlo. Harry non riuscì a pensare a nient’altro

da dire se non: “Kreacher, stai zitto!”Per un momento sembrò che Kreacher fosse rimasto soffocato. Si toccò la gola, la

sua bocca stava ancora lavorando furiosamente, gli occhi fuori dalle orbite. Dopo pochi secondi fece un singulto affranto, si buttò a faccia in giù sul tappeto (zia Petunia inorridì) e batté sul pavimento con mani e piedi, sfogandosi in una manifestazione d’ira violenta ma completamente silenziosa.

“Bene, questo semplifica le cose,” disse Silente allegramente. “Sembra che Sirius sapesse quello che stava facendo. Sei il legittimo proprietario del numero dodici di Grimmauld Place e di Kreacher.”

“Devo… Dovrei tenerlo con me?” chiese inorridito Harry, mentre Kreacher si gettava ai suoi piedi.

“No se non lo vuoi,” ripose Silente. “Se posso darti un consiglio, potresti mandarlo ad Hogwarts a lavorare nelle cucine. In questo modo gli altri elfi domestici potrebbero tenerlo d’occhio.”

“Giusto,” disse Harry sollevato, “Giusto, farò così. Ehm… Kreacher… voglio che tu vada ad Hogwarts a ti metta a lavorare nelle cucine con gli altri elfi domestici.”

Kreacher, che adesso giaceva supino con gambe e braccia all’aria, dette ad Harry uno sguardo di profondo disgusto e, con una altro forte crack, scomparve.

“Bene,” disse Silente. “C’è anche l’argomento ippogrifo, Fierobecco. Hagrid lo sta curando da quando Sirius è morto, ma Fierobecco è tuo adesso, così se preferisci dargli un’altra sistemazione…”

“No,” confermò di nuovo Harry, “può stare con Hagrid. Penso che Fierobecco lo preferisca.”

“Hagrid ne sarà felice,” affermò Silente, sorridendo. “Era entusiasta di rivedere Fierobecco. Casualmente avremmo deciso, nell’interesse della sicurezza di Fierobecco, di ribattezzarlo «Alicrespe» per il futuro, anche se dubito che il Ministero possa riconoscere l’ippogrifo di cui aveva dichiarato la condanna a morte. Ora, Harry, è pronto il tuo baule?”

“Ehm…”“Dubitavi che venissi?” suggerì Silente astutamente.“Vado e… ehm… lo finisco,” rispose concisamente Harry, raccogliendo velocemente

il telescopio e le scarpe a tennis.Gli ci vollero un po’ più di dieci minuti per caricare tutto quello di cui aveva bisogno.

Alla fine era riuscito a tirar fuori il mantello dell’Invisibilità da sotto il letto, chiudere bene il calamaio di inchiostro cangiante e forzare il coperchio del baule a chiudersi nonostante il calderone. Poi, trascinando il baule con una mano e la gabbia di Edvige con l’altra, discese di nuovo dalle scale.

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Fu un po’ deluso nel vedere che Silente non lo aspettava nell’ingresso, perché significava che avrebbe dovuto tornare in salotto.

Nessuno parlava. Silente mormorava silenziosamente, apparentemente di buon umore, ma l’atmosfera era più densa di un budino alla crema freddo, e Harry non degnò i Dursley di uno sguardo ai mentre diceva, “Professore… sono pronto adesso.”

“Bene,” disse Silente. “Solo un’ultima cosa, allora.” E si girò per parlare ai Dursley un'altra volta.

“Come certamente sapete, Harry diventa maggiorenne fra un anno …”“No,” rispose zia Petunia, parlando per la prima volta dall’arrivo di Silente.“Scusi?” chiese Silente cortesemente.“No, non lo diventa. E’ di un mese più giovane di Dudley, e Dudders avrà diciotto

anni solo l’anno successivo al prossimo.”“Ah,” disse piacevolmente Silente, “ma nel mondo della Magia, si diventa

maggiorenni all’età di diciassette anni.”Zio Vernon mormorò “ridicolo,” ma Silente lo ignorò, “Ora, come già sapete, il mago chiamato Lord Voldemort è ritornato in questo

paese. La comunità Magica è attualmente in stato di guerra. Harry, che Lord Voldemort ha già tentato di uccidere in numerose occasioni, è in grande pericolo ora quanto il giorno in cui lo lasciai alla vostra porta quindici anni fa, con una lettera di spiegazioni sui suoi genitori assassinati ed esprimendo il desiderio che lo poteste tenere come se fosse vostro.”

Silente fece una pausa, e nonostante la sua voce rimanesse calma e chiara ed egli non mostrasse alcun evidente segno di rabbia, Harry sentì un certo senso di gelo emanare da lui e notò che i Dursley si strinsero leggermente l’uno all’altro.

“Non avete fatto quello che vi avevo chiesto. Non avete mai trattato Harry come un figlio. Egli non ha ricevuto altro da voi che indifferenza e spesso crudeltà. La cosa migliore che possa dire è che almeno è sfuggito al terrificante danno che avete inflitto al ragazzo sfortunato che siede in mezzo a voi.”

Sia zia Petunia che zio Vernon si guardarono attorno istintivamente, come se si aspettassero di vedere qualcun altro oltre Dudley.

“Noi… maltrattare Dudders? Ma che…?” iniziò zio Vernon furiosamente, ma Silente alzò l’indice ottenere silenzio, un silenzio che sembrò come se avesse stregato zio Vernon togliendogli la favella.

“La magia che avevo evocato quindici anni fa ha come effetto che Harry è profondamente protetto fintanto che può ancora chiamare questa «casa» questo luogo. Per quanto miserabile sia stato qui, per quanto malaccetto, per quanto maltrattato, alla fine gli avete permesso, a malincuore, di avere una sua stanza. Questa magia cesserà di funzionare nel momento in cui Harry compirà diciassette anni; in altre parole, al momento che diventerà un uomo. Vi chiedo solo questo: che permettiate ad Harry di ritornare, per l’ultima volta, in questa casa prima del suo diciassettesimo compleanno, cosa che consentirà di garantire che quella protezione continui fino a quel momento.”

Nessuno dei Dursley disse nulla. Dudley si stava accigliando silenziosamente come se stesse cercando di ricordare quando era stato maltrattato, zio Vernon si guardò attorno come se avesse qualcosa di traverso nella gola; zia Petunia, invece, era stranamente arrossita.

“Bene, Harry… è tempo di andarcene” affermò Silente alla fine, alzandosi e sistemandosi il lungo mantello nero. “Al prossimo incontro,” disse ai Dursley, che lo guardavano come se questo momento potesse aspettare per sempre per quanto li riguardava e, dopo aver indossato il cappello, uscì dalla stanza.

“Arrivederci,” disse Harry ai Dursley con risentimento, e seguì Silente, che si fermò davanti al baule di Harry, su cui era posata la gabbia di Edvige.

“Non voglio appesantirmi con questi adesso,” disse, prendendo di nuovo la bacchetta. “Li manderò alla Tana ad aspettarci là. Comunque, prendi il tuo Mantello dell’Invisibilità… giusto ce ne fosse bisogno.”

Harry estrasse il mantello dal baule con un po’ di difficoltà, cercando di non mostrare a Silente la confusione che c’era dentro. Quando l’ebbe messo nella tasca

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interna della sua giacca, Silente scosse la bacchetta ed il baule, la gabbia ed Edvige svanirono. Silente allora agitò di nuovo la bacchetta, e la porta esterna si aprì sopra una fredda, nebbiosa oscurità.

“Ed ora, Harry, muoviamo i nostri passi nella notte e seguiamo questa fugace avventura tentatrice.”

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CAPITOLO QUATTRO

HORACE SLUGHORNNonostante avesse passato ogni istante dei giorni passati in cui era stato sveglio

sperando disperatamente che Silente venisse a prenderlo, Harry si sentiva chiaramente a disagio a lasciare Privet Drive insieme a lui. Non aveva mai avuto una vera e propria conversazione con il preside al di fuori di Hogwarts prima; in genere tra loro c’era sempre stata una scrivania. Inoltre il ricordo del loro ultimo incontro faccia a faccia continuava ad intromettersi nei suoi pensieri, e questo accresceva abbastanza l’imbarazzo di Harry; aveva alzato parecchio la voce in quella occasione, per non dire che aveva fatto del suo meglio per mandare in frantumi diversi tra i più costosi beni di Silente.

Silente, comunque, sembrava completamente rilassato.“Tieni la tua bacchetta pronta, Harry,” disse allegramente.“Ma io credevo che non mi fosse permesso usare la magia al di fuori della scuola,

Signore?”“Se c’è un attacco,” disse Silente, “ti do il permesso di usare ogni contro-fattura o

contro-maledizione che potrebbe venirti in mente. Comunque, non penso che tu abbia bisogno di preoccuparti di essere attaccato per questa notte.”

“Perché Signore?”“Sei insieme me,” disse semplicemente Silente. “Questo è sufficiente, Harry.”Fece una brusca fermata alla fine di Privet Drive.“Naturalmente non hai ancora passato l’esame di Materializzazione, vero?” Disse.“No,” rispose Harry. “Credevo che fosse necessario avere diciassette anni.”“Infatti,” disse Silente. “allora dovrai tenerti molto saldamente al mio braccio. La

mia sinistra, se non ti spiace – come hai notato il braccio destro è un po’ fragile al momento.”

Harry strinse l’avambraccio offerto da Silente.“Ottimo,” disse Silente. “Bene, andiamo.”Harry sentì il braccio di Silente dare uno strattone e raddoppiò la presa; la

successiva sensazione che percepì fu che tutto diventò nero; era pesantemente schiacciato da tutte le parti; non poteva respirare, c’erano delle fasce di ferro che si stringevano intorno al suo petto; i suoi bulbi oculari venivano forzati all’interno della testa; i suoi timpani venivano spinti sempre più dentro il suo cranio e poi …

Respirò a pieni polmoni l’aria fresca della notte e aprì gli occhi che lacrimavano. Si sentiva come se avesse appena attraversato forzatamente uno stretto tubo di gomma. Ci vollero pochi secondi prima che realizzasse che Privet Drive era svanito. Lui e Silente stavano in piedi in quello che sembrava essere una piazza di un villaggio deserto, nel centro della quale si trovavano un vecchio monumento ai caduti e poche panchine. Non appena recuperò i sensi, Harry realizzò che si era appena Materializzato per la prima volta nella sua vita.

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“Stai bene?” Domandò Silente, guardando verso di lui preoccupato. “È una sensazione che necessita di un po’ di pratica prima di farci l’abitudine.”

“Sto bene,” disse Harry, sfregandosi le orecchie, che sentiva come se avessero lasciato Privet Drive con una certa riluttanza. “Anche se credo di preferire le scope.”

Silente sorrise, chiuse il suo mantello da viaggio un po’ di più intorno al collo, e disse, “ per di qua.”

Si muoveva a passo svelto, davanti ad una locanda vuota e a poche case. L’orologio di una vicina chiesa segnava quasi mezzanotte.

“Così dimmi, Harry,” chiese Silente. “La tua cicatrice … ti ha fatto ancora male?”Inconsciamente Harry portò la mano alla fronte e si accarezzò il marchio a forma di

saetta.“No,” rispose, “e il fatto mi ha meravigliato. Pensavo che mi avrebbe fatto male

tutto il tempo ora che Voldemort sta diventando di nuovo così potente.”Lanciò uno sguardo a Silente e vide che aveva un’espressione soddisfatta. “Io, invece, la pensavo diversamente da te,” disse Silente. “Lord Voldemort ha

finalmente realizzato che hai goduto di un pericoloso accesso ai suoi pensieri e sentimenti. Sembra che ora si stia servendo dell’Occlumanzia contro di te.”

“Bene, non me ne lamento,” disse Harry, che non aveva nostalgia né dei sogni agitati né degli allarmanti flash nella mente di Voldemort.

Girarono un angolo, oltrepassando una cabina del telefono e una pensilina per gli autobus. Harry si voltò a guardare ancora verso Silente. “Professore?”

“Harry?”“Ehm – dove siamo esattamente?”“Questo, Harry, è l’incantevole villaggio di Budleigh Babberton.”“E che cosa stiamo facendo qui?”“Ah, sì, è vero, non te l’ho detto,” disse Silente. “Bene, ho perso il conto del numero

di volte che ho detto questa frase negli ultimi anni, ma siamo, ancora una volta, a corto di un membro dello staff. Siamo qui per persuadere un mio vecchio collega ad abbandonare il pensionamento e tornare ad Hogwarts.”

“Come posso essere d’aiuto in ciò, signore?”“Oh, penso che troveremo il modo di renderti utile,” disse Silente vagamente. “Qui

a sinistra, Harry.”Proseguirono su una strada ripida, angusta e fiancheggiata da case. Tutte le

finestre erano scure. Lo strano freddo che c’era stato per due settimane a Privet Drive continuava anche qui. Pensando ai Dissennatori, Harry gettò un’occhiata sopra le sue spalle e strinse per sicurezza la bacchetta che aveva in tasca.

“Professore, perché non possiamo semplicemente Materializzarci direttamente in casa del suo vecchio collega?”

“Perché sarebbe altrettanto maleducato quanto abbattere a calci la porta di ingresso,” disse Silente, “la buona educazione impone che diamo ai compagni maghi la possibilità di vietarci di entrare. In ogni caso, molte abitazioni di maghi sono magicamente protette da Materializzatori indesiderati. Ad Hogwarts, per esempio…”

“… non puoi Materializzarti in nessun luogo all’interno degli edifici o sotterranei,” concluse velocemente Harry. “Me l’ha detto Hermione Granger.”

“E ha ragione. Giriamo ancora a sinistra.”

L’orologio della chiesa suonò la mezzanotte dietro di loro. Harry si domandava come mai Silente non riteneva maleducato fare visita ad un vecchio collega così tardi, ma ora che la conversazione era stata instaurata, aveva domande ben più pressanti da fare.

“Signore, ho letto sulla Gazzetta del Profeta che Caramell è stato congedato…”“Corretto,” disse Silente, illuminando ora una strada scoscesa di lato. “È stato

sostituito, cosa che sono sicuro saprai, da Rufus Scrimgeour, che era il capo dell’ufficio degli Auror.”

“Lui è … lei pensa che sia bravo?” Domando Harry.“Una domanda interessante,” disse Silente. “È capace, sicuramente. Una

personalità più decisa e forte di Cornelius.”

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“Si ma io volevo dire …”“Lo so cosa intendevi. Rufus è un uomo d’azione e, avendo combattuto Maghi

Oscuri per la maggior parte della sua vita lavorativa, non sottovaluta Lord Voldemort.”Harry aspettò, ma Silente non aggiunse altro in merito al litigio con Scrimgeour che

la Gazzetta del Profeta aveva riportato, e lui non ebbe la faccia tosta di affrontare l’argomento, così lo cambiò.

“E … Signore … Ho letto anche di Madama Bones.”“Si,” disse Silente semplicemente. “Una perdita terribile. Era una grande strega.

Appena qui sopra, credo…ohi.”Aveva indicato con la mano ferita.“Professore, cosa è successo alla sua …?”“Non ho tempo di spiegartelo ora,” disse Silente. “È una storia sensazionale,

desidero darle giusto rilievo.” Sorrise ad Harry, che capì che non era un rimprovero, ma che aveva il permesso di

continuare con le domande.“Signore – ho ricevuto via gufo un volantino del Ministero della Magia, sulle misure

di sicurezza che dovremmo tutti tenere contro i Mangiamorte …”“Si, ne ho ricevuto uno anche io,” disse Silente, ancora sorridendo. “L’hai trovato

utile?”“Non realmente.”“No, penso di no. Non mi hai domandato, per esempio, quale è il mio gusto preferito

di marmellata, per verificare che io sono senza ombra di dubbio il professor Silente e non un impostore.”

“No non l’ho fatto …” Harry iniziò, non completamente sicuro se fosse stato rimproverato o meno.

“Come riferimento per il futuro, Harry, è il lampone … sebbene certamente, se io fossi un Mangiamorte, mi assicurerei di verificare quali sono le mie marmellate preferite prima di impersonare me stesso.”

“Ehm … corretto,” disse Harry. “Bene, su quel volantino, parlava di qualcosa circa gli Inferi. Cosa sono esattamente? Il volantino non era molto chiaro.”

“Sono dei cadaveri,” rispose Silente tranquillamente. “Corpi morti che sono stati stregati per eseguire gli ordini di Maghi Oscuri. Non si sono visti Inferi per un lungo periodo, comunque, non dall’ultima volta quando Voldemort era potente … Lui ha ucciso un numero sufficiente di persone da mettere in piedi un esercito, certamente. Questo è il posto, Harry, proprio qui …”

Erano vicino ad un piccola, graziosa casetta in pietra circondata da un giardino. Harry era troppo impegnato a digerire l’orribile idea degli Inferi per prestare attenzione a qualsiasi altra cosa, ma non appena raggiunsero il cancello d’entrata, Silente si fermò di colpo e Harry gli finì addosso.

“Oh santo cielo. Oh cielo, cielo, cielo.”Harry seguì il suo sguardo sul sentiero che si snodava accuratamente davanti e si

sentì mancare. La porta di ingresso penzolava fuori dai cardini.Silente gettò un rapido sguardo avanti e indietro la strada. Sembrava alquanto

deserta.“Fuori la bacchetta e seguimi, Harry,” disse con calma.Aprì il cancello e camminò rapidamente e in silenzio sul sentiero del giardino, con

Harry alle calcagna, poi spinse la porta d’ingresso molto lentamente, con la bacchetta alzata e pronta.

“Lumos.”La punta della bacchetta di Silente si illuminò, gettando la sua luce su un angusto

corridoio. Alla sinistra, un’altra porta era aperta. Stringendo la bacchetta illuminata, Silente camminò nel salotto con Harry sempre immediatamente dietro di lui.

Una scena di totale devastazione si presentò ai loro occhi. Un grande orologio a pendolo giaceva ridotto in pezzi ai loro piedi, il quadrante rotto, il pendolo che giaceva al di fuori dalla cassa come una spada abbandonata. Un pianoforte era di lato, i tasti sparpagliati sul pavimento. Le rovine di un lampadario a bracci penzolavano affianco. I

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cuscini giacevano svuotati, le piume fuoriuscivano lentamente dagli squarci sui lati; frammenti di vetro e porcellane giacevano come polvere su ogni cosa. Silente alzò la sua bacchetta ancora più in alto, così che la sua luce fosse puntata sui muri, dove una sostanza rosso scuro e gelatinosa era stata schizzata sulla carta da parati. Un piccolo respiro di Harry fece voltare Silente.

“Non molto attraente, no?” Disse gravemente. “Si, qualcosa di orribile è accaduto qui.”

Silente si mosse con cautela nel mezzo della stanza, scrutando minuziosamente i rottami ai suoi piedi. Harry lo seguì, guardandosi intorno, mezzo spaventato per cosa poteva scoprire nascosto tra le rovine del piano o del sofà capovolto, ma non c’era alcun segno di un corpo.

“Forse c’è stata una lotta e – e l’hanno trascinato via, Professore?” Harry suggerì, cercando di non immaginare quanto malamente dovesse essere ferito un uomo per lasciare quelle macchie che imbrattavano i muri.

“Non credo,” disse Silente con calma, scrutando dietro una poltrona imbottita che giaceva di lato.

“Lei pensa che lui sia …?”“Ancora qui da qualche parte? Si.”E senza preavviso, Silente si lanciò, immergendo la punta della sua bacchetta nel

sedile della poltrona che urlò, “Ohi!”“Buona sera, Horace,” disse Silente raddrizzandosi di nuovo.Harry rimase a bocca aperta. Dove una frazione di secondo prima c’era stata una

poltrona, ora c’era accovacciato un uomo enormemente grasso, calvo, vecchio che si massaggiava il basso ventre e lanciava occhiatacce a Silente con occhi arrabbiati e pieni di lacrime.

“Non c’era nessun bisogno di conficcare la bacchetta così forte,” disse bruscamente, mettendosi con difficoltà in piedi. “Mi hai fatto male.”

La luce della bacchetta illuminò la sua testa lucida, i suoi occhi prominenti, i suoi enormi, grigi baffi da tricheco, ed i bottoni luccicanti della giacca di velluto marrone che indossava sopra un paio di pantaloni di un pigiama di seta lilla. La sua testa raggiungeva a fatica il mento di Silente.

“Cosa mi ha tradito?” Grugnì non appena si mise in piedi, ancora massaggiando il basso ventre, Sembrava sorprendentemente impassibile per uno che è stato appena scoperto mentre fingeva di essere una poltrona.

“Mio caro Horace,” disse Silente, sembrando divertito, “se i Mangiamorte fossero davvero venuti a chiamarti, il Marchio Nero sarebbe stato sulla casa.”

Il mago si batté una grassa mano sulla fronte.“Il Marchio Nero,” borbottò. “Lo sapevo che c’era qualcosa … ah bene. Comunque

non avrei avuto tempo, avevo appena finito di ritoccare la mia tappezzeria quando siete entrati nella stanza.”

Sospirò così forte da far fluttuare le punte dei suoi baffi.“Gradisci la mia assistenza per ripulire?” Chiese Silente educatamente.“Si grazie,” disse l’altro.Si misero schiena contro schiena, il mago alto e magro ed il mago basso e

grassottello, e fecero ondeggiare le loro bacchette in uno stesso identico ampio movimento.

I mobili volarono indietro nelle loro posizioni originali, le decorazioni si riformarono a mezz’aria, le piume entrarono nei cuscini, i libri strappati si ripararono da soli non appena approdarono sugli scaffali, le lanterne ad olio salirono sui tavoli laterali e si riaccesero; una vasta collezione di cornici d’argento ridotte in pezzi volarono luccicando attraverso la stanza e discesero, intere e immacolate su una scrivania; strappi, incrinature e buchi si rimarginarono ovunque, e le mura si pulirono da sole.

“Che tipo di sangue era, per inciso?” Domandò Silente sovrastando con la voce i rintocchi del nuovamente immacolato orologio a pendolo.

“Sui muri? Drago,” urlò il mago di nome Horace, mentre, con un assordante stridio e tintinnio, il lampadario a braccio si avvitava da solo al soffitto.

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Ci fu un suono metallico finale del piano, e poi silenzio.“Si, drago,” ripeté il mago in maniera loquace. “La mia ultima bottiglia, e i prezzi

sono alle stelle al momento. Ma può ancora essere riutilizzato.”Si mosse pesantemente verso una piccola bottiglia di cristallo che era sulla

credenza e la mise davanti alla luce, esaminando il liquido denso al suo interno.“Hmm. Un po’ impolverato.”Mise la bottiglia a posto sulla credenza e sospirò. Fu allora che il suo sguardo cadde

su Harry.“Oh,” disse, mentre i suoi occhi larghi e rotondi volavano sulla fronte di Harry e

sulla cicatrice a forma di saetta che la solcava. “Oh!”“Lui,” disse Silente, muovendosi come per fare le presentazioni, “è Harry Potter.

Harry, lui è un mio vecchio amico e collega, Horace Slughorn.”Slughorn si girò verso Silente, con un’espressione furbesca. “Così questo è il modo

con cui tu pensi di persuadermi, non è vero? Bene, la risposta è no, Albus.”Spinse via Harry, volse risolutamente il viso dall’altro lato con l’aria di un uomo che

cerca di resistere alle tentazioni.

“Suppongo che possiamo berci un drink, dopo tutto?” chiese Silente. “Alla salute dei vecchi tempi?”

Slughorn esitò.“Va bene allora, un drink,” disse senza alcuna grazia.Silente sorrise ad Harry e gli porse una sedia non dissimile da quella che Slughorn

aveva recentemente interpretato, che stava proprio accanto al fuoco che bruciava nuovamente e ad una lampada ad olio che brillava intensamente. Harry prese posto con la chiara impressione che Silente per qualche ragione, voleva tenerlo il più visibile possibile. Certamente quando Slughorn, che era impegnato con caraffe e bicchieri, si voltò di nuovo verso la stanza, i suoi occhi caddero immediatamente su Harry.

“Mah,” disse, guardando rapidamente altrove come se temesse di ferirsi gli occhi. “Ecco …” Diede un drink a Silente, che si era messo a sedere senza invito, spingendo il vassoio a Harry, e poi sprofondò nei cuscini del riparato sofà e in un silenzio scontento. Le sue gambe erano così corte che non toccavano il pavimento.

“Bene, come te la passi Horace?” Chiese Silente. “Non troppo bene,” disse Slughorn subito. “Torace debole. Affannato. Anche i

reumatismi. Non mi posso più muovere come ero abituato. Certo, questo è quanto ci aspetta. L’età. La stanchezza.”

“E tuttavia ti sei dovuto muovere abbastanza velocemente per prepararci un tale benvenuto con un così breve preavviso,” disse Silente. “Non puoi aver avuto più di tre minuti di preavviso?”

Slughorn rispose, per metà irritato e per metà orgoglioso, “Due. Non ho sentito il mio Incantesimo Bloccaintrusi, stavo facendo un bagno. Comunque,” aggiunse severamente, dando l’impressione di fare un passo indietro, “rimane il fatto che sono un uomo vecchio, Albus. Un vecchio uomo stanco che si è guadagnato il diritto ad una vita tranquilla con qualche comodità.”

Certamente aveva queste cose, pensò Harry, guardando intorno la stanza. L’aria sapeva di chiuso e era in disordine, eppure nessuno avrebbe potuto dire che non era confortevole; c’erano morbide sedie e poggiapiedi, bevande e libri, scatole di cioccolatini e cuscini ben imbottiti. Se Harry non avesse conosciuto chi viveva lì, avrebbe ipotizzato un’anziana signora ricca e carica di fronzoli.

“Non sei ancora vecchio quanto me, Horace,” disse Silente. “Bene, forse dovresti pensare al pensionamento anche tu,” disse Slughorn in

maniera diretta. I suoi occhi a forma di pallida uva spina avevano scoperto la mano ferita di Silente. “Le tue reazioni non sono più quelle di una volta, vedo.”

“Hai proprio ragione,” disse Silente serenamente, tirando indietro la manica per rivelare la punta di quelle dita bruciate e annerite; la loro vista fece venire ad Harry spiacevoli brividi sulla nuca. “Indubbiamente sono più lento di come ero. Ma d’altro canto …”

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Alzò le spalle e spalancò le braccia, come per dire che l’età ha le sue compensazioni, e Harry notò un anello sulla mano ferita che non aveva mai visto indossare da Silente prima. Era largo, di fattura piuttosto rozza e di un materiale che sembrava oro, ed aveva incastonata una pesante pietra nera spaccata proprio nel mezzo. Anche gli occhi di Slughorn indugiarono per un momento sull’anello, e Harry notò un lieve cipiglio increspare per un attimo la sua ampia fronte.

“Così, tutte queste precauzioni contro gli intrusi, Horace … sono a beneficio dei Mangiamorte o mie?” domandò Silente.

“Cosa potrebbero volere i Mangiamorte da un povero vecchio malridotto e rimbecillito come me?” domandò Slughorn.

“Immagino che avrebbero voluto che tu deviassi il tuo considerevole talento verso la coercizione, tortura e morte,” disse Silente. “Mi stai veramente dicendo che non sono ancora venuti a reclutarti?”

Slughorn guardò Silente funestamente per un momento, poi mormorò, “Non ho dato loro modo. E’ da un anno che mi sposto continuamente. Mai fermo in un porto per più di una settimana. In movimento da una casa Babbana ad un’altra – i proprietari di questo posto sono in vacanza alle Canarie – è stato molto piacevole, mi dispiacerà lasciarlo. È abbastanza semplice una volta che sai come fare, con un semplice Incantesimo di Congelamento su questi assurdi allarmi antifurto che usano al posto degli Spioscopi e ci si assicura che i vicini non si accorgano di nulla mentre si porta dentro il pianoforte.

“Ingegnoso,” disse Silente. “Ma suona un’esistenza piuttosto stancante per un vecchio rimbecillito malconcio in cerca di una vita serena. Ora, se tu tornassi ad Hogwarts –“

“Se stai per dirmi che la mia vita sarebbe più tranquilla in una scuola piena di pesti, risparmiati il fiato, Albus! Anche se mi sono tenuto nascosto, mi hanno raggiunto alcune strane voci da quando Dolores Umbridge vi ha lasciato! Se è così che tratti gli insegnanti in questi giorni –“

“La professoressa Umbridge è entrata in conflitto con una mandria di centauri,” disse Silente. “Credo che tu, Horace, avresti avuto tanto buon senso da non incamminarti a grandi passi nella foresta e chiamare una mandria di centauri arrabbiati «sporchi mezzosangue».”

“Questo è quello che ha fatto?” disse Slughorn. “Idiota di una donna. Non mi è mai piaciuta.”

Harry soffocò una risatina e sia Silente sia Slughorn si girarono a guardarlo.“Scusate,” disse Harry frettolosamente. “È solo che – nemmeno a me è piaciuta.”Silente si alzò alquanto improvvisamente.“Stai andando?” domandò Slughorn immediatamente, con l’aria speranzosa.“No, mi stavo chiedendo se potevo utilizzare il tuo bagno,” disse Silente.“Oh,” disse Slughorn, chiaramente deluso. “La seconda porta sulla sinistra in fondo

al corridoio.”Silente si allontanò a grandi passi dalla stanza. Non appena la porta si chiuse dietro

di lui, ci fu silenzio. Dopo pochi istanti, Slughorn si mise in piedi e sembrò incerto su cosa fare. Diresse uno sguardo furtivo ad Harry, poi si diresse verso il fuoco e girò la schiena verso questo, riscaldando il suo largo fondoschiena.

“Non pensare che io non sappia perché ti ha portato qui,” disse improvvisamente.Harry semplicemente guardò Slughorn. Gli occhi umidicci di Slughorn scivolarono

sulla cicatrice di Harry, questa volta cogliendo anche il resto della sua faccia.“Somigli molto a tuo padre.”“Si, mi è stato detto,” disse Harry.“Eccetto che per gli occhi. Hai –““Si, gli occhi di mia madre.” Harry l’aveva sentito così tante volte che lo trovava un

po’ logorante.“Mah. Si, bene, un insegnante non dovrebbe avere dei preferiti, certamente, ma lei

era una delle mie preferite. Tua madre,” aggiunse Slughorn, in risposta allo sguardo interrogativo di Harry. “Lily Evans. Una delle alunne più brillanti a cui io abbia mai

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insegnato. Vivace, sai. Ragazza affascinante. Ero solito dirle che avrebbe dovuto stare nelle mia Casa. E di solito ricevevo indietro risposte molto impertinenti.”

“Quale era la sua Casa?”“Ero il Capo dei Serpeverde,” disse Slughorn. “Ohm ora,” andò avanti velocemente,

guardando l’espressione sulla faccia di Harry e ammonendolo con il suo dito tozzo, “non vorrai prendermi in antipatia per questo!. Tu sarai Grifondoro come lei, suppongo. Si, di solito succede nelle famiglie. Sebbene non sempre. Hai sentito di Sirius Black? Devi averne sentito – è stato sui giornali per lo scorso paio d’anni – è morto poche settimane fa -!

Fu come se una mano invisibile torcesse gli intestini di Harry e li tenesse stretti.“Bene, comunque, era un grande amico di tuo padre a scuola. L’intera famiglia

Black era stata nella mia Casa, invece Sirius finì nei Grifondoro! Vergogna – era un ragazzo di talento. Ebbi suo fratello, Regulus, quando arrivò, ma mi sarebbe piaciuta la serie completa.”

Suonò come un collezionista entusiasta la cui offerta fosse stata superata ad un’asta. Apparentemente perso nelle sue memorie, guardava il muro opposto girandosi pigramente sul posto in modo da assicurare un calore uniforme al suo di dietro.

“Tua madre era Babbana di nascita, certamente. Non ci potevo credere quando lo scoprii. Pensavo che doveva essere purosangue, era così brava.”

“Una delle mie migliori amiche è Babbana di nascita,” disse Harry, “ ed’è la migliore del nostro anno.”

“Strano come a volte capiti, no?” disse Slughorn.“No davvero,” disse Harry freddamente.Slughorn guardò verso di lui sorpreso.“Non devi pensare che io abbia dei pregiudizi!” disse. “No, no, no” Non ho appena

detto che tua madre era una delle mie studentesse preferite? E c’era anche Dirk Cresswell nell’anno dopo il suo – ora capo dell’Ufficio Relazioni con i Goblin, certamente – un altro Babbano di nascita, uno studente molto dotato, e ancora mi da delle eccellenti informazioni sugli avvenimenti alla Gringotts!”

Saltellava su e giù un po’, sorridendo in maniera soddisfatta, mentre indicava sulla credenza le molte scintillanti fotografie incorniciate, ognuna popolata con piccoli abitanti in movimento.

“Tutti i miei ex-studenti, tutti assunti. Puoi notare Barnabas Cuffe, editore della Gazzetta del Profeta, lui è sempre interessato ad ascoltare le mie opinioni sulle le notizie del giorno. E Ambrosius Flume, di Mielandia – un cesto ogni compleanno, e tutto perchè io gli diedi un’introduzione a Ciceron Harkiss che gli procurò il suo primo lavoro. E dietro – puoi vederla se solo sporgi il collo – quella è Gwenog Jones, che è il capitano de Le Arpie di Holyhead … la gente rimane sempre meravigliata nel sentire che sono in rapporti privilegiati con le Arpie, e ho biglietti gratis ogni qualvolta li voglio!”

Questo pensiero sembrò rallegrarlo enormemente.“E tutte queste persone sanno dove è finito lei, in modo da mandarle tutta questa

roba?” domandò harry, che non poté fare a meno di meravigliarsi perché i Mangiamorte non avessero ancora seguito le tracce di Slughorn se cesti di dolci, biglietti del Quidditch e visitatori desiderosi dei suoi consigli e opinioni potevano trovarlo.

Il sorriso scivolò dalla faccia si Slughorn così velocemente come il sangue dai muri.“Certamente no,” disse, guardando giù verso Harry. “Ho perso i contatti con tutti da

un anno.”Harry aveva l’impressione che le parole scioccassero Slughorn stesso, sembrò

alquanto sconvolto per un momento. Poi scrollò le spalle.“Comunque … il mago prudente tiene giù la testa in questi periodi. Va benissimo

che Silente parli, ma occupare un posto ad Hogwarts proprio ora sarebbe equivalente a dichiarare la mia pubblica alleanza all’Ordine della Fenice. Anche se sono sicuro che sono degni di ammirazione e coraggiosi e tutto il resto, non sono personalmente attratto dal loro tasso di mortalità –“

“Non è necessario unirsi all’Ordine per insegnare ad Hogwarts,” disse Harry, che non riuscì a trattenere una nota di derisione nella sua voce. Era difficile simpatizzare

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con l’esistenza confortevole di Slughorn quando si ricordava di Sirius, rannicchiato in una caverna e nutrito di topi. “Molti degli insegnanti non ne fanno parte, e nessuno di loro è stato mai ucciso – certo, senza contare Raptor, ma lui ha avuto quello che si meritava considerando che stava lavorando con Voldemort.”

Harry era sicuro che Slughorn doveva essere uno di quei maghi che non potevano sopportare di udire il nome di Voldemort pronunciato ad alta voce e non fu impreparato: Slughorn ebbe un brivido e un grido di protesta, che Harry ignorò.

“Penso che lo staff sia più al sicuro della maggior parte della popolazione finché il preside è Silente; si presume che lui sia l’unico che Voldemort abbia mai temuto, o no?” proseguì Harry.

Slughorn fissò lo sguardo nel vuoto per un momento o due. Sembrava che stesse riflettendo sulle parole di Harry.

“Bene si, è vero che Colui che Non Deve Essere Nominato non ha mai cercato uno scontro con Silente,” mormorò con riluttanza. “E suppongo che si potrebbe dimostrare che dal momento che non mi sono unito ai Mangiamorte, Colui che Non Deve Essere Nominato difficilmente mi può considerare un amico … in tal caso, io potrei essere più al sicuro se fossi un po’ più vicino ad Albus … non posso fingere che la morte di Amelia Bones non mi abbia scosso … se lei, con tutti i contatti e la protezione del Ministero …”

Silente rientrò nella stanza e Slughorn sobbalzò come se avesse dimenticato che era in casa.

“Oh, eccoti, Albus,” disse. “Ci hai messo molto tempo. Disturbi di stomaco?”“No, stavo semplicemente leggendo le riviste Babbane,” disse Silente. “Adoro i

modelli per i lavori a maglia. Bene, Harry, abbiamo abusato dell’ospitalità di Horace abbastanza.; penso che sia tempo per noi di andare.”

Per niente riluttante ad obbedire, Harry balzò in piedi. Slughorn sembrò colto di sorpresa.

“State andando?”“Si, certo. Penso di riconoscere una causa persa quando ne vedo una.”“Persa … ?”Slughorn sembrò agitato. Si gingillò i grassi pollici e si agitò con irrequietezza non

appena vide Silente allacciarsi il mantello da viaggio e Harry chiudere la lampo della giacca.

“Bene, mi spiace che tu non voglia il lavoro, Horace,”disse Silente, alzando la mano ferita in un saluto di commiato. “Hogwarts sarebbe stata felice di vederti tornare ancora. Malgrado le nostre misure di sicurezza fortemente aumentate, sarai sempre il benvenuto per una visita, se tu lo desiderassi.”

“Si … bene … molto generoso …. Come dire …”“Arrivederci, allora.”“Arrivederci,” disse Harry.Erano arrivati alla porta d’ingresso quando ci fu un urlo dietro di loro.“Va bene, va bene, lo farò!”Silente si girò a guardare Slughorn che stava senza fiato sull’uscio del salotto.“Abbandonerai il pensionamento?”“Si, si,” disse Slughorn con impazienza, “Devo essere matto, ma sì,”“Fantastico,” disse Silente, sorridendo radiosamente. “Allora, Horace, ti vedremo il

primo settembre.”“Si, suppongo di si,” grugnì Slughorn.Quando si mossero sul sentiero del giardino, la voce di Slughorn riecheggiò dietro di

loro, “vorrò un aumento di stipendio, Silente!”Silente soffocò una risata. Il cancello del giardino si chiuse dietro di loro, e si

diressero indietro giù per la collina attraverso una nebbia scura e avvolgente.“Ben fatto, Harry,” disse Silente.“Ma io non ho fatto nulla,” disse Harry sorpreso.“Oh si che hai fatto. Hai mostrato ad Horace esattamente cosa ci guadagnerà

tornando ad Hogwarts. Ti è piaciuto?”“Ehm …”

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Harry non era sicuro se Slughorn gli piaceva o meno. Riteneva che fosse a suo modo una persona gradevole, ma gli era anche sembrato vanitoso e, nonostante dicesse il contrario, troppo sorpreso del fatto che una Babbana di nascita potesse diventare una buona strega.

“Horace,” disse Silente, sollevando Harry dalla responsabilità di dire qualcosa sull’argomento,“adora i comfort. Inoltre gli piace la compagnia di persone famose, di successo e di potere. Gli piace la sensazione che lui influenzi queste persone. Non ha mai voluto occupare il trono lui stesso; preferisce stare dietro le quinte – più spazio per allargarsi, vedi. È sua abitudine selezionare con attenzione i suoi «preferiti» ad Hogwarts, a volte per la loro ambizione o cervello, altre volte per il loro fascino o talento, e ha una straordinaria abilità nel scegliere quelli che stanno per diventare eccezionali nei loro vari ambiti. Horace formò una specie di club dei suoi preferiti con lui al centro, introducendoli ai membri del club e fornendo utili contatti, e raccogliendo sempre qualche vantaggio indietro, che sia una scatola gratis dei suoi ananas canditi preferiti o la possibilità di raccomandare il prossimo membro junior dell’Ufficio Relazioni con i Goblin.”

Ad Harry venne immediatamente in mente la vivida immagine di un grosso ragno gonfio, che tesse la tela intorno a sé, tirando il filo qui e là per attirare il suo ampio e succoso bottino di mosche più vicino.

“Ti dico tutto ciò,” continuò Silente, “non per metterti contro Horace – o, come potremmo chiamarlo ora, Professor Slughorn – ma per metterti in guardia. Indubbiamente cercherà di reclutarti. Tu saresti il gioiello della sua collezione; «Il Ragazzo Sopravvissuto» … o, come ti chiamano in questi giorni, «Il Prescelto»,”

A queste parole, una brivido di freddo, che non aveva nulla a che fare con la nebbia circostante, scese su Harry. Si ricordò le parole che aveva udito poche settimane prima, parole che avevano per un significato particolare e terribile:

Nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive …Silente aveva smesso di camminare, all’altezza della chiesa che avevano passato

prima.“E questo è tutto, Harry. Se vuoi aggrapparti al mio braccio.”Questa volta preparato, Harry era pronto per la Materializzazione, ma la trovò

ancora poco piacevole. Quando la pressione scomparve e fu di nuovo in grado di respirare, era in un viottolo di campagna accanto a Silente e guardando avanti alla silhouette del suo secondo edificio preferito al mondo: la Tana. Nonostante la sensazione di paura che lo aveva appena attraversato, il suo spirito non poté fare a meno di cambiare alla sua vista. Ron era lì dentro … e così anche la Signora Weasley, che cucinava meglio di chiunque altro lui conoscesse …”

“Se non ti spiace, Harry,” disse Silente, non appena oltrepassarono il cancello, “mi piacerebbe scambiare due parole con te prima di separarci. In privato. Forse qui?”

Silente indicò uno sgabuzzino di pietra diroccato dove i Weasley tenevano i manici di scopa. Un pò perplesso, Harry seguì Silente attraverso la porta scricchiolante in uno spazio un pò più piccolo di una credenza. Silente illuminò la punta della sua bacchetta, così che risplendesse come una torcia, e sorrise verso Harry.

“Spero mi perdonerai per averne fatto menzione, Harry, ma sono soddisfatto e anche un pizzico orgoglioso di quanto bene tu sembri tenere duro dopo tutto quello che è successo al Ministero. Permettimi di dirti che penso che Sirius sarebbe stato orgoglioso di te.”

Harry deglutì, la sua voce sembrava averlo abbandonato. Non credeva che avrebbe potuto resistere a parlare di Sirius; era stato doloroso abbastanza ascoltare Zio Vernon parlarne. “Il tuo padrino è morto?” e ancora peggio sentire il nome di Sirius buttato lì casualmente da Slughorn.

“È stato crudele,” disse Silente gentilmente, “che tu e Sirius abbiate avuto così poco tempo per stare insieme. Una fine brutale a quello che avrebbe dovuto essere un lungo e felice rapporto.”

Harry annuì, i suoi occhi fissavano con risolutezza il ragno che si stava arrampicando sul cappello di Silente. Sapeva che Silente aveva capito, che addirittura poteva sospettare che appena fino a quando non era arrivata la sua lettera, Harry

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aveva trascorso quasi tutto il tempo dai Dursley sdraiato sul suo letto, rifiutando il cibo, e stando alla finestra appannata, pieno di un freddo vuoto che gli veniva da associare ai Dissennatori.

“È difficile,” disse finalmente Harry, con un filo di voce, “anche solo rendermi conto che non mi scriverà più.”

I suoi occhi gli bruciarono improvvisamente e sbattè le palpebre. Si sentì stupido ad ammetterlo, ma il fatto che aveva avuto qualcuno fuori da Hogwarts che si preoccupava di quello che gli succedeva, quasi come un genitore, era stata una delle cose migliori dello scoprire il suo padrino … e ora la posta via gufo non gli avrebbe mai più portato tale consolazione …

“Sirius ha rappresentato molto per te di quello che mai tu prima avevi avuto,” disse Silente gentilmente, “Naturalmente, la perdita è devastante …”

“Mentre ero dai Dursley,” interruppe Harry, con una voce che diventava più forte, “ho capito che non posso ritirarmi o crollare. Sirius non avrebbe voluto questo, no? E comunque la vita è troppo corta … Guarda a Madama Bones, a Emmeline Vance … potrei essere io il prossimo, o no? Ma se così fosse,” disse fieramente guardando diritto negli occhi blu di Silente che risplendevano alla luce della bacchetta, “mi assicurerò di portare con me tanti Mangiamorte quanti potrò, e anche Voldemort se sarò in grado di farlo.”

“Hai parlato proprio come il vero figlio di tuo padre e tua madre e il degno figlioccio di Sirius!” disse Silente, con una pacca di approvazione sulla schiena di Harry. “Mi tolgo il cappello di fronte alle tue parole – o meglio lo farei, se io non avessi paura di inondarti di ragni.”

“E ora, Harry, in merito ad un argomento affine … ho dedotto che hai letto la Gazzetta del profeta nelle scorse due settimane?”

“Si,” disse Harry, con il cuore che batteva un po’ più velocemente.“Quindi tu avrai visto che le notizie non sono semplicemente trapelate, è stata una

vera inondazione di notizie, riguardo alla tua avventura nella Stanza delle Profezie?”“Si,” disse ancora Harry. “E ora tutti sanno che io sono quello –““No, non lo sanno,” interruppe Silente. “Ci sono solo due persone sulla faccia della

terra a conoscenza del contenuto completo della profezia fatta su te e Lord Voldemort, e stanno entrambe in questo puzzolente stanzino delle scope pieno di ragni. È vero, comunque, che molti hanno indovinato, correttamente, che Voldemort mandò i suoi Mangiamorte a rubare una profezia, e che la profezia riguardava te.

“Ora, io penso di avere ragione nell’affermare che tu non hai detto a nessuno che tu sai cosa diceva la profezia?”

“E’ così,” disse Harry.“Una saggia decisione, tutto sommato,” disse Silente. “Sebbene ritengo che tu

dovresti fare un’eccezione a favore dei tuoi amici, il sig. Ronald Weasley e la Signorina Hermione Granger. Si,” continuò, quando Harry lo guardò stupito, “penso che dovrebbero sapere. Rendi loro un cattivo servizio non confidando loro questa cosa così importante.”

“Io non volevo…““… preoccuparli o spaventarli?” disse Silente, scrutando Harry dall’alto dei suoi

occhiali a mezzaluna. “O forse, non volevi confessare che tu stesso sei preoccupato e spaventato? Tu hai bisogno dei tuoi amici, Harry. Come tu hai detto così giustamente, Sirius non avrebbe voluto che tu ti chiudessi in te stesso.”

Harry non disse nulla, ma Silente non sembrò aspettare una risposta. Continuò, “Passando ad un altro argomento, sebbene collegato, è un mio desiderio che tu prenda lezioni private con me quest’anno.”

“Private… con lei?” disse Harry, sorpreso fuori dal suo silenzio preoccupato.“Si. Penso che è tempo che io dia una mano più grande alla tua istruzione.”“Cosa mi insegnerà, Signore?”“Oh, un po’ di questo e un po’ di quello,” disse Silente con leggerezza.Harry aspettò speranzoso, ma Silente non aggiunse particolari, così gli domando

qualcos’altro che lo aveva un po’ infastidito.

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“Se prenderò lezioni da lei, non dovrò più avere lezioni di Occlumanzia da Piton, no?”

“Professor Piton, Harry … comunque no, non dovrai.”“Bene,” disse Harry con sollievo, “perché erano uno…“Si fermò, attento a non dire ciò che veramente pensava.“Penso che la parola «fiasco» sarebbe quella giusta in questo caso,” disse Silente,

annuendo.Harry rise.“Bene, questo significa che non vedrò molto il Professor Piton d’ora in avanti,”

disse, “perché non mi lascerà frequentare Pozioni senza che io abbia un «Eccellente» al mio G.U.F.O., che so di non avere avuto.”

“Non contare i tuoi G.U.F.O. prima che ti siano consegnati,” disse Silente gravemente. “Cosa che, ora che ci penso, dovrebbero avvenire proprio oggi, più tardi. Ora, altre due cose, Harry, prima di separarci.

Per prima cosa, vorrei che tu tenessi il tuo mantello dell’Invisibilità con te sempre da questo momento in poi. Anche all’interno di Hogwarts. Per ogni evenienza, mi capisci?”

Harry annuì.“E infine, mentre sei qui, la Tana è stata dotata delle più alte misure di sicurezza

che il Ministero della Magia possa fornire. Queste misure possono causare un certo numero di inconvenienti ad Arthur e Molly – tutta la loro posta, per esempio, viene ispezionata al Ministero prima di essere spedita qui. Loro non ci fanno caso, il loro unico interesse è la tua sicurezza. Comunque potrebbe essere una magra ricompensa se tu rischiassi l’osso del collo mentre sei da loro.”

“Capisco,” disse Harry velocemente.“Molto bene, allora,” disse Silente, aprendo la porta dello stanzino delle scope ed

uscendo nel cortile. “Vedo una luce in cucina. Non priviamo Molly più a lungo della possibilità di lamentasi di quanto sei sciupato.”

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CAPITOLO CINQUE

UN ECCESSO DI FLEMMAHarry e Silente si avvicinarono alla porta posteriore della Tana, come al solito

circondata dagli usuali rifiuti come vecchi stivaloni di gomma e calderoni arrugginiti. Harry poteva sentire il sommesso chiocciare delle galline addormentate provenire da un capanno distante. Silente bussò tre volte ed Harry colse un immediato movimento al di là della finestra della cucina.

“Chi è?” domandò una voce nervosa che riconobbe per quella della signora Weasley. “Annunciatevi!”

“Sono io, Silente, accompagno Harry.”La porta si aprì immediatamente. La bassina e paffutella signora Weasley era ritta

sulla soglia, con indosso una vecchia vestaglia verde.“Harry, caro! Scusami, Albus, mi hai fatto prendere uno spavento, avevi detto di

non contare sul vostro arrivo prima del mattino!”“Siamo stati fortunati,” rispose Silente, guidando Harry oltre la soglia. “Slughorn si

è dimostrato molto più facile da convincere di quanto mi aspettavo. Per merito di Harry, naturalmente. Ah, salve Ninfadora!”

Harry si guardò intorno e vide che la signora Weasley non era da sola, malgrado l’ora tarda. Una giovane strega, con il pallido viso a forma di cuore e bruni capelli color topo, era seduta al tavolo stringendo strettamente tra le mani una grande tazza.

“Salve, Professore,” disse. “Ciao, Harry”“Ciao, Tonks”Harry pensò che sembrava contratta, persino ammalata, e che avesse qualcosa di

forzato nel sorriso. Certamente aveva un aspetto meno colorito del solito senza quella sua tipica tonalità di capelli rosa gomma da masticare.

“Sarà meglio che vada,” disse velocemente, alzandosi e tirandosi il cappotto sulle spalle. “Grazie per il the e per la simpatia, Molly.”

“Per favore, non andartene a causa mia,” disse Silente con cortesia, “Non posso restare, ho argomenti urgenti da discutere con Rufus Scrimgeour.”

“No, no, devo proprio andare,” disse Tonks, senza incrociare lo sguardo di Silente. “ ’Notte…”

“Cara, perché non vieni a cena nel weekend, vengono anche Remus e Malocchio…?”

“No, veramente, Molly… grazie lo stesso… Buona notte a tutti.”Tonks si affrettò nel cortile oltrepassando Silente ed Harry; pochi passi dopo i

gradini d’ingresso, fece dietrofront e svanì nell’aria. Harry fece caso allo sguardo preoccupato della signora Weasley.

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“Bene, ti vedrò ad Hogwarts, Harry,” disse Silente. “Abbiti cura. Molly, sempre ai tuoi ordini.”

Fece un piccolo inchino verso la Signora Weasley e seguì Tonks, svanendo esattamente nel medesimo punto. La signora Weasley chiuse la porta sul cortile vuoto e guidò Harry, spingendolo per le spalle, nella piena luce della lanterna sul tavolo per giudicarne l’aspetto.

“Sei come Ron,” sospirò, squadrandolo dall’alto in basso. “Entrambi sembrate essere stati colpiti da un Incantesimo Allungante. Giuro che Ron è cresciuto di dieci centimetri dall’ultima volta che gli ho comprato la divisa scolastica. Hai fame, Harry?

“Oh, sì,” rispose Harry, che si era appena reso conto di quanta fame avesse.“Siediti, caro, mentre metto su qualcosa.”Appena Harry si fu seduto, un peloso gatto fulvo col muso schiacciato gli saltò sulle

ginocchia e vi si sistemò facendo le fusa.“Allora Hermione è qui?” domandò allegramente carezzando Grattastinchi dietro le

orecchie.“Oh sì, è arrivata l’altro ieri,” rispose la signora Weasley mentre colpiva una

capiente pentola d’acciaio con la bacchetta. Questa balzò sulla stufa con un sonoro fragore e iniziò a bollire all’istante. “Sono tutti a letto, naturalmente, non ti aspettavamo ancora per molte ore. Ecco…”

Diede un altro colpetto alla pentola. Questa si sollevò in aria, volò verso Harry, e si inclinò. La signora Weasley vi fece scivolare una ciotola al di sotto giusto in tempo per intercettare il denso e fumante getto di minestra di cipolle.

“Pane, caro?”“Grazie, signora Weasley.”Lei agitò la bacchetta sopra la spalla, un filone di pane ed un coltello volarono

graziosamente fino a posarsi sul tavolo; mentre il pane si affettava da solo e la pentola ritornava sulla stufa, La signora Weasley si sedette di fronte a lui.

“E così hai persuaso Horace Slughorn ad accettare il lavoro?”Harry annuì, la bocca così piena di minestra bollente da non poter parlare.“Insegnò ad Arthur e me,” raccontò la signora Weasley. “È stato ad Hogwarts per

generazioni, iniziando all’incirca nello stesso periodo di Silente, credo. Ti è piaciuto?”Con la bocca di nuovo piena di pane, Harry scrollò le spalle e scosse la testa in

modo vago.“Capisco cosa vuoi dire,” disse la signora Weasley annuendo prudentemente a sua

volta. “Naturalmente sa essere affascinante quando vuole, ma ad Arthur non è mai piaciuto molto. Il Ministero è pieno di passati pupilli di Slughorn, è sempre stato incline a raccomandare qualcuno, ma non ha mai speso molto tempo per Arthur – non gli sembrava che fosse uno con grandi abilità e ambizioni. Be’, questo dimostra che anche Slughorn può sbagliare. Non so se Ron te l’ha detto in qualcuna delle sue lettere – è appena successo – ma Arthur è stato promosso!”

Harry inghiottì un grosso boccone di minestra bollente e gli sembrò che la gola diventasse arroventata. “Grande!” ansimò.

“Sei un tesoro,” disse la signora Weasley con un gran sorriso, forse scambiandone gli occhi lucidi per l’emozione alla notizia. “Sì, Rufus Scrimgeour ha predisposto diversi nuovi uffici in seguito alla situazione attuale, ed Arthur è stato messo a capo dell’Ufficio per il Ritrovamento e la Confisca di Incantesimi Difensivi e Oggetti Protettivi Contraffatti. È un lavoro importante, ha dieci persone che dipendono da lui ora.

“Cosa esattamente… ?”“Be’, vedi, con tutto questo panico per Tu-Sai-Chi, cose strane sono state messe in

circolazione per essere vendute ovunque, cose che dovrebbero proteggere da Tu-Sai-Chi e dai Mangiamorte. Puoi immaginare di quale genere di cose si tratti – cosiddette pozioni protettive che non sono altro che brodo con una goccia di pus di bubotubero, o istruzioni per fatture difensive che invece ti fanno cadere le orecchie… be’, alla fine si tratta per lo più di gente proprio come Mundungus Fletcher, gente che non ha mai fatto un solo giorno di lavoro onesto nella vita e sfrutta la paura di tutti, salvo che di tanto in tanto spunta qualcosa di veramente malvagio. L’altro giorno Arthur ha confiscato una scatola di Spioscopi stregati che quasi certamente era stata messa in

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giro da un Mangiamorte. Capisci, allora, si tratta proprio di un lavoro molto importante, e gli ho detto che sarebbe stato veramente stupido rifiutare per continuare a perdersi dietro spine elettriche e tostapane e tutto il resto di quell’inutile ciarpame da Babbani.” La signora Weasley terminò la tirata con uno sguardo arcigno, come se fosse stato Harry a suggerire che fosse normale perdersi dietro alle spine elettriche.

“Il signor Weasley è ancora al lavoro?” chiese Harry.“Si. Proprio così, è un pizzico in ritardo… Ha detto che sarebbe tornato verso

mezzanotte…”Si voltò a guardare il grosso orologio poggiato in bilico su una pila di lenzuola,

contenute nella cesta dei panni lavati, riposta all’estremità del tavolo. Harry lo riconobbe immediatamente: aveva nove lancette, ciascuna contrassegnata dal nome di un componente della famiglia, e di solito era fissato ad una parete del soggiorno dei Weasley, ma da dove si trovava adesso si poteva capire che la signora Weasley aveva preso l’abitudine di portarlo con lei in tutta la casa. Ognuna delle nove lancette puntava su “pericolo mortale”, in quel momento.

“È già da un po’ che è così,” disse la signora Weasley con un tono di voce che voleva far sembrare casuale, “fin da quando Tu-Sai-Chi si è mostrato allo scoperto. Credo che tutti siano in pericolo mortale, adesso… non credo che sia un fatto solo della nostra famiglia… ma non conosco nessun altro che possegga un orologio come questo, perciò non posso verificare. Oh!”

Con un’improvvisa esclamazione indicò il quadrante dell’orologio. La lancetta del signor Weasley si era spostata su in viaggio.

“Arriva!”E come previsto, un attimo dopo ci fu un colpo alla porta sul retro. La signora

Weasley balzò in piedi si affrettò a raggiungerla. Tenendo una mano sulla maniglia ed il volto accostato al battente, chiese sommessamente, “Arthur, sei tu?”

“Sì,” giunse la voce affaticata del signor Weasley. “Ma potrei dirlo anche se fossi un Mangiamorte, cara. Fai la domanda!”

“Oh, sinceramente…”“Molly!”“Va bene, va bene… Qual è la tua aspirazione più profonda?”“Scoprire come fanno a volare gli aeroplani.”La signora Weasley annuì e ruotò la maniglia, ma sembrava che il signor Weasley la

stesse trattenendo dall’altro lato in quanto la porta restò rigorosamente chiusa.“Molly! Devo farti la domanda anche io, prima!”“Arthur, veramente, è proprio insensato…!”“Come ti piace che io ti chiami quando siamo soli insieme?”Per quanto debole fosse la luce della lanterna, Harry era certo che la signora

Weasley fosse arrossita violentemente; lui stesso sentì improvvisamente un fiotto di calore alle orecchie ed al collo, inghiottì velocemente la minestra, sbattendo il cucchiaio sul bordo della ciotola per produrre il massimo rumore possibile.

“Mollymolle,” sussurrò la mortificata signora Weasley in una fessura sul bordo della porta.

“Giusto,” disse il signor Weasley. “Ora puoi farmi entrare.”La signora Weasley aprì la porta rivelando il marito, un mago magro e stempiato

con un paio di occhiali bordati di corno che indossava un polveroso mantello lungo da viaggio.

“Ancora non capisco perché dobbiamo ripetere questa storia tutte le volte che torni a casa,” affermò la signora Weasley, ancora rosa in volto mentre aiutava il marito a togliersi il mantello. “Voglio dire, un Mangiamorte avrebbe potuto obbligarti e rivelargli la risposta prima di prendere il tuo posto!”

“Lo so, cara, ma è la procedura del Ministero, ed io devo dare l’esempio. Che buon profumino… minestra di cipolle?”

Il signor Weasley si voltò speranzoso verso il tavolo.“Harry! Non ti aspettavamo fino al mattino!”

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Si strinsero la mano, e il signor Weasley si lasciò cadere nella sedia accanto a quella di Harry mentre la signora Weasley metteva anche davanti a lui una scodella di minestra.

“Grazie, Molly. È stata una dura notte. Qualche idiota ha iniziato a vendere Medaglie Metamorfiche. Basta infilarle al collo per essere in grado di cambiare il proprio aspetto a piacere. Centomila travestimenti, tutto per dieci Galeoni!”

“E cosa accade veramente se uno l’infila al collo?”“La maggior parte delle volte si diventa solo di un uniforme e sgradevole color

arancione, ma ad un paio di persone sono anche spuntate verruche grandi come tentacoli per tutto il corpo. Come se al S.Mungo non ci fosse già abbastanza da fare!”

“Sembra una di quelle cose che Fred e George troverebbero divertenti,” notò la signora Weasley esitante. “Sei certo…?

“Sicuro che lo sono!” esclamò il signor Weasley. “I ragazzi non farebbero nulla del genere, non ora che la gente ha così bisogno di protezione!”

“Allora per questo hai fatto tardi, Medaglie Metamorfiche?”“No, abbiamo avuto sentore di una malvagia fattura deviata giù ad Elephant and

Castle, però per fortuna la Squadra per l’Applicazione della Legge Magica l’aveva già disinnescata quando siamo arrivati…”

Harry represse uno sbadiglio dietro la mano.“A letto,” intimò l’attenta signora Weasley immediatamente. “Ho preparato la

stanza di Fred e George, l’avrai tutta per te.”“Come mai, loro dove sono?”“Oh, loro sono a Diagon Alley, poiché sono molto indaffarati dormono in un

appartamentino sopra il loro negozio di Scherzi,” rispose la signora Weasley. “Devo dire che all’inizio non approvavo, ma sembra proprio che abbiano un certo qual fiuto per gli affari! Vai, caro, il tuo baule è già di sopra.”

“ ’Notte, signor Weasley,” augurò Harry, spingendo indietro la sedia. Grattastinchi gli balzò con grazia via dal grembo e se la svignò fuori dalla stanza.

“ ’Notte, Harry,” replicò signora Weasley.Harry vide la signora Weasley lanciare un’occhiata all’orologio nel cesto dei panni

mentre uscivano dalla cucina. Tutte le lancette erano di nuovo sulla posizione di “pericolo mortale.”

La stanza da letto di Fred e George era al secondo piano. La signora Weasley puntò la bacchetta verso la lampada sul comodino e la accese subito, immergendo la stanza in una piacevole luce dorata. Benché un grosso vaso di fiori fosse stato posto sulla scrivania che fronteggiava la piccola finestra, il loro profumo non riusciva a coprire il persistente odore di qualcosa che Harry pensò fosse polvere da sparo. Una parte considerevole del pavimento era occupata da un cospicuo numero di scatole di cartone non marcate e legate, in mezzo a queste stava il baule scolastico di Harry. La stanza appariva come se fosse stata usata come magazzino temporaneo.

Edvige fischiò felice verso Harry dal suo trespolo, sulla sommità di un grosso guardaroba, poi si tuffò fuori dalla finestra. Harry sapeva che aveva aspettato di vederlo prima di andare a caccia. Harry augurò la buona notte alla signora Weasley, indossò il pigiama, e s’infilò in uno dei letti. C’era qualcosa di duro nella federa. Vi cercò dentro a tastoni e tirò fuori un’appiccicosa caramella porpora e arancio, che riconobbe essere una Pastiglia Vomitosa. Sorridendo tra sé, si accoccolò e si addormentò immediatamente.

Pochi secondi dopo, o almeno così parve ad Harry, fu svegliato, all’aprirsi della porta, da quello che sembrò un colpo di cannone. Sedendosi dritto, sentì il raspare delle tende che venivano aperte: L’abbagliante luce del sole gli sembrò che lo colpisse violentemente ad entrambi gli occhi. Schermandoseli con una mano, con l’altra cercò speranzoso i suoi occhiali.

“Che…sta…succedendo?”“Non sapevamo che fossi già qui!” Disse una voce alta ed eccitata, e lui ricevette

un brusco colpo sul cocuzzolo della testa.“Ron, non prenderlo a botte!” Esclamò una voce di ragazza con tono di rimprovero.

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La mano di Harry trovò gli occhiali ed egli li inforcò, ma la luce era così intensa che ancora vedeva con difficoltà. Una lunga ombra indistinta gli tremolò davanti per un attimo; lui socchiuse gli occhi e la figura di Ron Weasley andò a fuoco con un largo sorriso rivolto in basso verso di lui.

“Tutto bene?”“Mai stato meglio,” esclamò Harry, strofinandosi la cima della testa e crollando di

nuovo sui cuscini. “Tu?”“Non male,” rispose Ron, tirando verso di sé uno degli scatoloni di cartone e

sedendosi su di essa. “Quando sei arrivato? Mamma ce l’ha detto solo adesso.”“All’incirca all’una di stanotte.”“I Babbani sono stati a posto? Ti hanno trattato bene?”“Come al solito,” disse Harry, mentre Hermione si accovacciava sul bordo del suo

letto, “non è che mi abbiano parlato molto, ma per me è meglio così. Tu come stai, Hermione?”

“Oh, sto bene,” disse Hermione, che stava esaminando Harry come se fosse ammalato di qualcosa. Pensò di sapere cosa ci fosse dietro e, visto che non aveva nessuna voglia di parlare della morte di Sirius o di tutti i penosi argomenti del momento, disse, “Che ore sono? Ho saltato la colazione?”

“Non preoccuparti per questo, Mamma ti sta portando su un vassoio; lei pensa che tu sia denutrito,” disse Ron facendo roteare gli occhi. “Allora, come è andata?”

“Nulla di speciale, sono solo stato in isolamento da mio zio e mia zia, no?“Ma finiscila!” sbottò Ron. “Te ne sei andato in giro con Silente!”“Non è stato tanto eccitante. Ha solo voluto che lo aiutassi a persuadere quel

vecchio professore a sospendere per un po’ la pensione. Si chiama Horace Slughorn.”“Oh,” sbottò Ron, sembrando deluso. “Pensavamo…”Hermione lanciò uno sguardo di allarme a Ron, e Ron virò di bordo alla massima

velocità.“… pensavamo che dovesse trattarsi di qualcosa del genere.”“Davvero?” disse Harry, divertito.“Certo… certo, ora che la Umbridge se n’è andata, abbiamo bisogno ovviamente di

un nuovo professore di Difesa contro la Arti Oscure, no? Allora, ehm, com’è?”“Somiglia un po’ a un tricheco, ed è stato il direttore dei Serpeverde,” rispose

Harry. “Qualcosa che non va, Hermione?”Lei lo stava guardando come se si aspettasse che strani sintomi si manifestassero

in ogni momento. Modificò velocemente l’espressione del viso in un sorriso stiracchiato.

“No, naturalmente no! Be’, uhm, ti è sembrato che Slughorn sia un buon insegnante?”

“Non so,” rispose Harry. “Non potrà certo essere peggio della Umbridge, no?”“Io conosco qualcuno che è peggio della Umbridge,” disse una voce dalla soglia. La

sorella minore di Ron brancolò nella stanza, sembrava irritata. “Ciao, Harry.”“Che ti è successo?” domandò Ron.“Lei,” rispose Ginny, lasciandosi cadere di peso sul letto di Harry. “Mi sta facendo

impazzire.”“Che ha fatto stavolta?” chiese Hermione comprensiva.“È il modo in cui mi parla… si potrebbe credere che io abbia tre anni!”“Lo so,” aggiunse Hermione, abbassando la voce. “È così piena di sé.”Harry era stupito di sentire Hermione parlare in quel modo della signora Weasley e

non si sentì di rimproverare Ron quando intervenne con astio, “La volete smettere con lei per cinque secondi?”

“Oh, va bene, difendila,” rispose Ginny con asprezza. “Lo sappiamo tutti che non riesci ad averne abbastanza di lei.”

Sembrava uno strano commento da fare riferendosi alla madre di Ron. Iniziando a capire che doveva esserci qualcos’altro, Harry chiese, “Di chi state…?”

La risposta alla questione, però, si presentò prima che potesse finire la domanda. La porta della camera si aprì di nuovo ed Harry istintivamente si tirò le coperte fino al

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collo così violentemente che Hermione e Ginny scivolarono dal letto finendo sul pavimento.

Una giovane donna era ferma sulla soglia, una donna di tale bellezza mozzafiato che la stanza sembrava essere stata privata dell’aria. Era alta e slanciata, con lunghi capelli biondi e sembrava emanare un debole bagliore argentato. Per completare questa visione di perfezione, sorreggeva il vassoio pesante e sovraccarico della colazione.

“ ’Arry,” esclamò con voce gutturale. “È taánto tempo!”Appena si mosse velocemente attraverso la soglia verso di lui, fu possibile vedere la

signora Weasley che saltellava dietro di lei con espressione un po’ irritata.“Non c’era bisogno di portare su il vassoio, stavo per farlo io stessa!”“Non sci’è probleéma,” Disse Fleur Delacour, appoggiando il vassoio sulle ginocchia

di Harry e poi precipitandosi a baciarlo su entrambe le guance: lui sentì un bruciore nei punti in cui lei l’aveva toccato. “ ‘o talmente desideraáto di rivedeérlo. Ricordaáte la mia sorellina Gabrielle? Non la smette mai di parlaáre di ‘Arry Potter. Sarebbe deliziaáta di vedeérti ancora.”

“Oh… c’è anche lei?” gracchiò Harry.“No, no, stupidoótto,” disse Fleur con una risata tintinnante, “Inteéndo la prossima

estaáte, quaándo noi… non lo saái?”I suoi grandi occhi blu si spalancarono e lei guardò con aria di rimprovero verso la

signora Weasley, che replicò, “Ancora non abbiamo avuto il tempo di dirglielo.”Fleur si girò di nuovo verso Harry agitando tanto la sua chioma argentata che colpì

la signora Weasley sul viso.“Bill ed io stiaámo per sposaársci!”“Oh,” sospirò Harry inespressivo. Non lo aiutò constatare come la signora Weasley,

Hermione e Ginny evitavano accuratamente di incrociare lo sguardo. “Wow. Ehm… congratulazioni!”

Lei si abbassò di slancio su di lui e lo baciò ancora una volta.“Bill è moólto occupaáto al momeénto, lavoóra durameénte, ed io sono soólo part-

time alla Gringótt per il mio Angleése, alloóra mi ha fátto veniíre qui per quaálche giórno per fármi conóscere meglio la sua famiíglia. Ero coscì felisce di sentiíre che sareésti venuto… non sci’è moólto da faáre qui, se non ti piaásciono la cuscina e le galline. Be’… goditi la colascioóne, ‘Arry!”

Con queste parole si voltò con grazia e sembrò levitare fuori dalla stanza, chiudendo delicatamente la porta dietro di sé.

La signora Weasley emise un suono che sembrava un “tsze!”“Mamma la odia,” disse Ginny con calma.“No, che non la odio!” sussurrò la signora Weasley irritata. “Dico solo che si tratta

di un fidanzamento affrettato, ecco tutto!”“Si sono conosciuti da un anno,” disse Ron che sembrava stranamente traballante e

fissava la porta chiusa.“Be’, non è da molto! So perché è successo, naturalmente. È tutta quest’incertezza

per il fatto che Tu-Sai-Chi è tornato, la gente pensa che potrebbe essere morta il giorno dopo, e si precipita a prendere ogni sorta di decisioni che normalmente richiederebbero più tempo. Era la stessa cosa l’ultima volta che era potente, da tutte le parti gente che fuggiva per sposarsi…”

“Compresi tu e Papà,” s’intromise Ginny maliziosamente.“Be’, sì, io e tuo padre eravamo fatti l’uno per l’altra, che senso c’era ad

aspettare?” precisò la signora Weasley. “Invece Bill e Fleur… be’… cos’hanno veramente in comune? Lui è un lavoratore, una persona coi piedi per terra, mentre lei è…”

“Una vacca,” concluse Ginny annuendo. “Ma Bill non è tanto uno con i piedi per terra. Fa lo Spezzaincantesimi, no? Gli piace un po’ di avventura, un po’ di fascino… credo che sia per questo che si sia messo con Flemma.”

“Smettila di chiamarla così, Ginny,” intimò la signora Weasley aspramente, mentre Harry ed Hermione ridevano. “Be’, è meglio che vada a… Mangia le uova finché sono calde, Harry.”

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Lasciò la stanza con espressione preoccupata. Ron sembrava ancora leggermente rintronato; scuoteva la testa come per schiarirsela, come un cane che cerca di scuotere via l’acqua dalle orecchie.

“Non ti sei ancora abituato a lei, visto che vive nella stessa casa?” domandò Harry.“Be’, sì,” rispose Ron, “ma quando salta fuori all’improvviso, come quando…”“È patetico,” sbuffò Hermione furiosa, allontanandosi a grandi passi il più possibile

da Ron e girandosi a guardarlo a braccia incrociate appena raggiunto il muro.“Non vorrai mica averla attorno per sempre?” domandò Ginny a Ron incredula.

Quando lui rispose con una semplice scrollata di spalle, esclamò, “Be’, Mamma sta cercando di far finire tutto ciò, ci scommetto quello che vuoi.”

“Come ha intenzione di riuscirci??” chiese Harry.“Sta cercando di fare in modo di avere Tonks presente a cena. Credo che speri che

Bill possa innamorarsi di Tonks. Spero che lo faccia, preferirei molto di più avere lei in famiglia.”

“Si, e funziona,” disse Ron sarcastico. “Ascolta, a nessun uomo sano di mente potrebbe piacere Tonks quando Fleur è nei dintorni. Voglio dire, Tonks è anche carina quando non fa quelle cose stupide col naso e coi capelli, ma…”

“Non è maledettamente più carina di Flemma?” esclamò Ginny.“Ed è anche molto più intelligente, è un Auror!” aggiunse Hermione dall’angolo.“Fleur non è stupida, è stata abbastanza in gamba da entrare nel Torneo

Tremaghi,” ribatté Harry.“Non ti ci mettere anche tu!” disse Hermione aspramente.“Credo che ti piaccia come Flemma dice «’Arry», vero?” domandò Ginny

sprezzante.“No,” la fermò Harry, desiderando di non aver parlato, “Volevo solo dire che

Flemma… voglio dire, Fleur…”“Preferirei molto di più avere Tonks in famiglia,” ripeté Ginny. “Almeno fa ridere.”“Non è che abbia fatto ridere molto, ultimamente,” notò Ron. “Tutte le volte che

l’ho vista mi è sembrata sempre di più somigliare a Mirtilla Malcontenta.”“Questo non è per niente carino,” scattò Hermione. “Lei ancora non ha superato

quello che è successo… sai… voglio dire, era suo cugino!”Il cuore di Harry sprofondò. Si era arrivati a Sirius. Raccolse la forchetta ed iniziò a

riempirsi la bocca di uova strapazzate, sperando di evitare ogni invito a partecipare a questa parte della conversazione.

“Tonks e Sirius a stento si conoscevano!” esclamò Ron. “Sirius è stato ad Azkaban durante metà della vita di lei e prima ancora le loro famiglie non s’incontravano mai…”

“Non è questo il punto,” lo interruppe Hermione. “Lei crede che sia per la sua incapacità che lui è morto.”

“Ma come le è venuto in mente?” domandò Harry, nonostante tutto.“Be’, lei stava combattendo contro Bellatrix Lestrange, no? Credo solo che se fosse

riuscita a metterla fuori gioco, Bellatrix non avrebbe ucciso Sirius.”“Questa è una stupidaggine,” intervenne Ron.“È il senso di colpa dei sopravvissuti,” disse Hermione. “So che Lupin ha cercato di

parlargliene, ma lei è ancora veramente giù. Sta persino avendo problemi con il suo Metamorfismo!”

“Con il suo…?”“Non può cambiare aspetto come era solita fare,” spiegò Hermione. “Penso che i

suoi poteri siano stati danneggiati dallo shock, o qualcosa del genere.”“Non sapevo che potesse succedere,” disse Harry.“Neanche io,” rispose Hermione. “Ma credo che se uno è veramente depresso…”La porta si aprì di nuovo e la signora Weasley vi fece sporgere la testa. “Ginny,”

mormorò, “vieni giù con me ad aiutarmi per il pranzo.”“Sto parlando con loro!” protestò Ginny, indignata.“Subito!” disse la signora Weasley, ed andò via.“Vuole solo che stia lì in modo da non dover restare sola con Flemma!” disse Ginny

irritata. Fece roteare i lunghi capelli rossi in un’ottima imitazione di Fleur e camminò impettita attraverso la stanza con le braccia sollevate come una ballerina.

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“Anche tutti voi fareste bene a scendere altrettanto in fretta,” aggiunse mentre se ne andava.

Harry approfittò del temporaneo silenzio per mangiare un altro po’ di colazione. Hermione guardava attentamente all’interno delle scatole di Fred e George, benché ogni tanto lanciasse una sguardo di sbieco verso Harry. Ron, che al momento si stava servendo da solo di un toast di Harry, ancora fissava sognante verso la porta.

“Questo cos’è?” domandò Hermione alla fine, sollevando quello che sembrava un piccolo cannocchiale.

“Che ne so,” disse Ron, “ma se Fred e George l’hanno lasciato qui, probabilmente non è ancora pronto per il negozio di scherzi, perciò stai attenta.”

“Tua Mamma ha detto che il negozio di scherzi sta andando bene,” disse Harry. “Ha detto che Fred e George hanno sviluppato un vero fiuto per gli affari.”

“Questo è minimizzare,” precisò Ron. “Stanno facendo Galeoni a palate! Non vedo l’ora di vedere il posto, ancora non siamo stati a Diagon Alley perché Mamma dice che deve esserci anche Papà, per maggiore sicurezza, e lui è stato veramente occupato al lavoro, ma sembra che sia magnifico.”

“E che mi dite di Percy?” domandò Harry; il terzo dei fratelli Weasley era entrato in rotta con il resto della famiglia. “Parla di nuovo con tua madre e tuo padre?”

“Niente,” disse Ron.“Ma ora sa che tuo padre ha avuto ragione per tutto il tempo, sul fatto che

Voldemort fosse tornato…”“Silente dice che per la gente è più facile perdonare gli altri quando sono in torto,

che non quando hanno ragione,” s’intromise Hermione. “L’ho sentito mentre lo diceva a tua madre, Ron.”

“Sembra proprio una di quelle cose cerebrali che Silente potrebbe dire,” acconsentì Ron.

“Mi darà lezioni private, quest’anno,” buttò lì Harry tanto per dire.Ron si strangolò con il suo pezzo di toast ed Hermione restò senza fiato.“La prendi con tranquillità,” notò Ron.“L’ho appena ricordato,” disse Harry sinceramente. “Me l’ha detto stanotte nel

vostro ripostiglio delle scope.”“Accidenti… lezioni private con Silente!” esclamò Ron, sembrava impressionato. “Mi

chiedo perché lui voglia…?”La sua voce sfumò. Harry vide lui ed Hermione scambiarsi occhiate. Harry poggiò

coltello e forchetta, il cuore gli batteva troppo velocemente, considerato che tutta la sua attività era star seduto nel letto. Silente aveva detto di farlo… Perché non adesso? Fissò lo sguardo sulla forchetta splendente alla luce solare che gli illuminava il grembo, e disse, “Non so esattamente perché voglia che io segua queste lezioni, ma credo che sia a causa della profezia.”

Né Ron né Hermione aprirono bocca. Harry aveva l’impressione che entrambi si fossero congelati. Continuò, ancora parlando alla forchetta, “Sapete, quella che loro stavano cercando di rubare al Ministero.”

“Nessuno sa cosa abbia detto, però,” fece notare Hermione velocemente. “Si è rotta.”

“Però il Profeta dice…” cominciò Ron, ma Hermione l’interruppe, “Sc…”“Il Profeta ha ragione,” confermò Harry, alzando lo sguardo verso di loro con un

grande sforzo: Hermione sembrava impaurita e Ron sbalordito. “Quella palla di vetro che si è rotta non era la sola registrazione della profezia. L’ho sentita per intero nell’ufficio di Silente, lui era quello a cui la profezia è stata fatta, così ha potuto riferirmela. Da quello che dice,” Harry prese fiato un attimo, “sembra che io sia il solo che ha la possibilità di uccidere Voldemort… almeno, diceva che nessuno di noi può vivere mentre l’altro sopravvive.”

Tutti e tre si guardarono in silenzio per un momento. Poi ci fu un forte scoppio ed Hermione svanì in una nuvola di fumo nero.

“Hermione!” gridarono Harry e Ron; il vassoio della colazione scivolò sul pavimento con fragore.

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Hermione emerse, tossendo, fuori dalla nuvola, stringendo il telescopio e ostentando un occhio pesto di un porpora brillante.

“L’ho strizzato… e quello mi ha colpito!” singhiozzò.Ed infatti, adesso, videro un piccolo pugno alla fine di una lunga molla che sporgeva

dall’estremità del cannocchiale.“Non preoccuparti,” la tranquillizzò Ron che stava chiaramente cercando di non

ridere, “Mamma lo metterà a posto, è brava nella guarigione delle piccole ferite…”“Oh, bene, non pensiamo a questo adesso!” replicò Hermione rudemente. “Harry,

oh, Harry…”Si sedette di nuovo sul bordo del suo letto.“Ce lo siamo chiesti, dopo essere tornati dal Ministero… chiaramente non volevamo

parlarne con te, ma da quanto aveva detto Lucius Malfoy della profezia, di come questa trattasse di te e Voldemort, be’, abbiamo pensato che potesse significare qualcosa del genere… Oh, Harry…” Lo guardò fisso, e poi sussurrò, “Hai paura?”

“Non tanto come prima,” rispose Harry. “La prima volta che l’ho sentita, ero… ma adesso, mi sembra come se avessi sempre saputo che lo avrei dovuto fronteggiare, alla fine…”

“Quando abbiamo sentito che Silente ti sarebbe venuto a prendere di persona, abbiamo pensato che avrebbe potuto dirti o mostrarti qualcosa che aveva a che fare con la profezia,” disse Ron diligentemente. “E avevamo quasi ragione, no? Non ti si sarebbe messo a darti lezioni se tu fossi stato spacciato, non avrebbe perso tempo – deve pensare che hai una possibilità!

“È vero,” disse Hermione. “Mi chiedo cosa ti insegnerà, Harry? Magia difensiva veramente avanzata, credo, probabilmente… potenti contromaledizioni… controfatture…”

Harry non stava veramente ascoltando. Una sensazione di calore, che non aveva nulla a che fare con la luce del sole, gli si stava diffondendo dentro: una salda occlusione al petto sembrava si stesse dissolvendo. Sapeva che Ron ed Hermione erano più colpiti di quanto lasciassero vedere, ma il solo fatto che fossero ancora lì dalla sua parte, pronunciando favorevoli parole di conforto, e non rifuggendo da lui come se fosse contaminato o pericoloso, aveva un valore superiore a quanto avrebbe mai potuto dir loro.

“… e incantesimi evasivi in genere,” concluse Hermione. “Be’, almeno sai di una lezione che avrai quest’anno, che è molto di più che per Ron e me. Mi chiedo, quando arriveranno i risultati dei nostri G.U.F.O.?”

“Non dovrebbe mancare molto, è passato un mese,” fece notare Ron.“Un momento,” esclamò Harry, come se gli ritornasse in mente un’altra parte della

conversazione della notte precedente. “Penso che Silente abbia detto che i risultati dei nostri G.U.F.O. sarebbero arrivati oggi!”

“Oggi?” strillò Hermione. “Oggi? Ma perché non l’hai… – Oh mio Dio – avresti dovuto dirlo…”

Schizzò in piedi.“Vado a vedere se per caso è arrivato qualche gufo…”Quando Harry arrivò giù, dieci minuti più tardi, completamente vestito e reggendo il

suo vassoio della colazione, trovò Hermione seduta al tavolo della cucina in preda a grande agitazione, mentre la signora Weasley cercava di attenuare la sua somiglianza a metà con un panda.

“Proprio non si smuove,” stava dicendo ansiosamente la signora Weasley, ferma alle spalle di Hermione e con in mano la bacchetta ed una copia de «L’Aiutante del Guaritore» aperta a «Lividi, Tagli e Abrasioni». “Questo ha sempre funzionato prima, proprio non lo capisco.”

“Sarà un’idea di Fred e George per uno scherzo divertente, quella di fare in modo che non venga via per sempre!” disse Ginny.

“Ma deve andare via!” Gridò Hermione. “Non posso andare in giro conciata così per sempre!”

“Non è così, cara, troveremo un antidoto, non preoccuparti,” disse la signora Weasley rassicurante.

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“Bill mi ha deétto che Fred e Geoórge sono molto diverteénti!” aggiunse Fleur tranquillamente.

“Già, non riesco a respirare per il gran ridere,” scattò Hermione.Saltò in piedi e cominciò a girare avanti e indietro per la cucina, intrecciando le dita.“Signora Weasley, è proprio, proprio sicura che stamattina non sia arrivato nessun

gufo?”“Sì, cara, l’avrei notato,” rispose la signora Weasley con pazienza. “Ma sono appena

le nove, c’è ancora molto tempo…”“So di aver fatto un pasticcio in Antiche Rune,” borbottò Hermione agitata, “ho

sicuramente sbagliato gravemente una traduzione. E la pratica di Difesa Contro le Arti Oscure non è andata affatto bene. Al momento pensavo che Trasfigurazione fosse andata bene, ma tornando indietro…”

“Hermione, stai zitta, non sei la sola ad essere nervosa!” esplose Ron. “E quando avrai preso undici «Eccellente» ai G.U.F.O. …”

“No, no, no!” Esclamò Hermione agitando le mani istericamente. “So di aver sbagliato tutto!”

“Cosa succede se si è bocciati?” Domandò Harry genericamente ai presenti, ma fu Hermione a rispondere.

“Si discutono le opzioni con il Direttore della propria Casa, l’ho chiesto alla Professoressa McGranitt alla fine dell’ultimo trimestre.”

Lo stomaco di Harry si contorse. Desiderò aver mangiato meno a colazione.“A Beauxbatons,” intervenne Fleur con sufficienza, “abbiaámo un differeénte modo

di faáre le coóse. Credo milioóre. I nostri esaámi sono fissaáti al seésto anno di studi, non al quiínto, e poi…”

Le parole di Fleur furono interrotte da un grido. Hermione indicava oltre la finestra della cucina. Tre puntini neri erano chiaramente visibili in cielo, ingrandendosi col passare del tempo.

“Sono certamente gufi,” disse Ron con voce rauca, saltando in piedi per raggiungere Hermione alla finestra.

“E ce ne sono tre,” aggiunse Harry affrettandosi ad affiancarla sull’altro lato.“Uno per ciascuno,” sussurrò Hermione terrificata. “Oh no… oh no… oh no…”Afferrò strettamente sia Ron che Harry per i gomiti.I gufi stavano volando direttamente verso la Tana, tre begli esemplari bruni,

ciascuno dei quali, diventò evidente appena si furono un po’ avvicinati sul percorso che portava alla casa, trasportava una voluminosa busta quadrata.

“Oh no!” Squittì Hermione.La signora Weasley si accalcò dietro di loro ed aprì la finestra della cucina. Uno,

due, tre, i gufi vi passarono attraverso ed atterrarono sul tavolo in formazione. Tutti e tre sollevarono la zampa destra.

Harry si avvicinò. La lettera indirizzata a lui era legata alla zampa del gufo centrale. Lui la slegò con dita tremanti. Alla sua sinistra, Ron stava cercando di staccare i suoi risultati. Sulla destra, le mani di Hermione si agitavano talmente che stava facendo tremare l’intero gufo.

Nella cucina nessuno parlava. Alla fine Harry riuscì ad aprire la busta. Velocemente tirò fuori la pergamena e la aprì.

RISULTATI DEL GIUDIZIO UNICO FATTUCCHIERE ORDINARIO

Voti positivi: Eccellente (E) Voti negativi:Scadente (S)Oltre Ogni Previsione (O) Desolante (D)Accettabile (A) Troll (T)

HARRY JAMES POTTER HA OTTENUTO

Astronomia ACura delle Creature Magiche OIncantesimi O

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Difesa Contro le Arti Oscure EDivinazione SErbologia OStoria della Magia DPozioni OTrasfigurazione O

Harry lesse la pergamena diverse volte, col respiro che diventava più facile ad ogni lettura. Era tutto a posto: aveva sempre saputo che sarebbe stato bocciato in Divinazione, e non aveva avuto possibilità di passare Storia della Magia in quanto era svenuto a metà dell’esame, ma aveva passato tutti gli altri! Fece scorrere le dita su tutti i voti… era andato bene in Trasfigurazione ed Erbologia, aveva anche avuto “Oltre Ogni Aspettativa” in Pozioni! E meglio di ogni cosa, aveva ottenuto “Eccellente” in Difesa Contro le Arti Oscure!

Si guardò intorno. Hermione gli dava le spalle ed aveva la testa inclinata, ma Ron guardava deliziato.

“Sono stato bocciato solo in Divinazione e Storia della Magia, ed a chi importa di quelle?” disse ad Harry felicemente. “Qui… facciamo a cambio…”

Harry diede un’occhiata ai voti di Ron: non c’era nessun “Eccellente”…“Lo sapevo che saresti stato il migliore in Difesa Contro le Arti Oscure,” disse Ron,

dando un colpetto sulla spalla di Harry. “È andata bene, no?”“Ben fatto!” disse la signora Weasley orgogliosamente, arruffando i capelli di Ron.

“Sette G.U.F.O., più di quanto Fred e George hanno ottenuto insieme!”“Hermione?” tentò Ginny, in quanto Hermione ancora non si era girata. “Com’è

andata?”“Io… non male,” sussurrò Hermione con un filo di voce. “Oh, piantala,” disse Ron, raggiungendola con un balzo e strappandole i risutati di

mano. “Sì, dieci “Eccellente” ed un “Oltre ogni Aspettativa” in Difesa contro le Arti

Oscure.” La guardò, per metà divertito e per metà esasperato. “Sei proprio delusa,

non è vero?

Hermione scosse il capo, ma Harry scoppiò a ridere.

“Be’, siamo studenti per il M.A.G.O. adesso!” sogghignò Ron. “Mamma, ci sono altre salsicce?”

Harry ancora una volta abbassò lo sguardo sui suoi risultati. Erano buoni come aveva sperato. Ebbe solo una piccola, spiacevole, sensazione di rammarico… Era la fine della sua ambizione di diventare Auror. Non si era assicurato un voto adeguato in Pozioni. Aveva sempre saputo che non ci sarebbe riuscito, ma accusò lo stesso uno sprofondamento allo stomaco quando guardò di nuovo a quella piccola “O” nera.

Era strano, in realtà, rendersi conto che era stato un Mangiamorte travestito quello che, per primo, aveva detto ad Harry che sarebbe stato un buon Auror, ma in qualche modo l’idea gli era entrata dentro, e non riusciva veramente a pensare a nient’altro che gli piacesse fare. Per di più era sembrato il destino più adatto per lui fin da quando aveva udito la profezia poche settimane prima… nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive… non sarebbe stato all’altezza delle aspettative della profezia, e non avrebbe dato a se stesso l’occasione per sopravvivere, se avesse fatto parte di quel gruppo di maghi altamente addestrati il cui lavoro era proprio quello di scovare e uccidere Voldemort?

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CAPITOLO SEI

LA DEVIAZIONE DI DRACOHarry oltrepassò i confini che delimitano il giardino della Tana per tutte le rimanenti

poche settimane. Trascorse molta parte del tempo giocando a Quidditch, due contro due, nell’orto dei Weasley (lui ed Hermione contro Ron e Ginny, ed essendo Hermione terrificante e Ginny una buona giocatrice, le squadre erano ragionevolmente ben equilibrate) e mangiando, di sera, tripla porzione di tutto ciò che la signora Weasley gli poneva di fronte.

Avrebbe potuto essere una tranquilla vacanza felice se non fosse stato per le notizie di scomparse, incidenti strani e persino di morti che ora apparivano sul Profeta quasi giornalmente. Qualche volta Bill ed il signor Weasley portavano le notizie prima che apparissero sul giornale. Con gran dispiacere della signora Weasley, i festeggiamenti per il sedicesimo compleanno di Harry furono rovinati da spaventose notizie portate alla festa da Remus Lupin, che sembrava torvo e macilento, i capelli marroni striati abbondantemente di grigio e le vesti ancor più logore e rappezzate del solito. 

“Ci sono stati un altro paio di attacchi dei dissennatori, ” annunciò mentre la signora Weasley gli passava una grande fetta di torta di compleanno. “Hanno anche trovato il corpo di Igor Karkaroff in una baracca su nel nord. Il marchio Nero era stato evocato su di essa… sinceramente, sono sorpreso che sia sopravvissuto per un anno dalla diserzione dai Mangiamorte: il fratello di Sirius, Regulus, ci era riuscito solo per pochi giorni, che io ricordi.” 

“Si, bene,” borbottò la signora Weasley, aggrottando la fronte, “forse vogliamo parlare di qualcosa di diff…” 

“Hai sentito quella di Florian Fortebraccio, Remus? ” Chiese Bill, intento ad offrire vino rosso a Fleur. “L’uomo che vendeva…

“… gelati in Diagon Alley?” Interruppe Harry, con una spiacevole sensazione di vuoto al fondo dello stomaco. "Era solito regalarmi il gelato. Cosa gli è successo?”  

“Portato via con la forza, a giudicare dallo stato del suo locale.”   "Perché?” chiese Ron, mentre la signora Weasley guardava Bill in cagnesco.   “Chi lo sa? Deve averli offesi in qualche modo. Era un brav’uomo, Florian.”  

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“Parlando di Diagon Alley,” disse il signor Weasley, “sembra che anche Olivander se ne sia andato.”  

“Il fabbricante di bacchette?” disse Ginny, sbigottita.   “Proprio lui. Negozio è vuoto. Nessun segno di lotta. Nessuno sa se abbia lasciato

volontaria-mente o se sia stato rapito.” “Ma le bacchette… come farà la gente con le bacchette?” “Se le faranno fare da un altro costruttore,” rispose Lupin. “Ma Olivander era il

migliore, e se gli altri lo avessero preso non sarebbe cosa buona per noi.”  Il giorno successivo a questo the di compleanno alquanto tetro, ricevettero le

lettere da Hogwarts con le liste dei libri. Quella di Harry racchiudeva una sorpresa: era stato fatto Capitano della squadra di Quidditch.  

“Questo ti equipara ai prefetti!” Mormorò Hermione con lacrime di gioia. “Anche tu ora puoi usare il nostro bagno speciale e tutto il resto!” 

“Wow, ricordo quando Charlie portava uno di questi,” disse Ron, esaminando il badge con allegria. “Harry, è così bello, sei il mio Capitano… se mi terrai in squadra, suppongo, ah, ah…” 

“Bene, suppongo che non si possa rimandare oltre il viaggio a Diagon Alley ora che avete queste,” sospirò la signora Weasley guardando la lista di Ron. “Andremo sabato, sempre che vostro padre non debba tornare al lavoro. Non voglio andare senza di lui.” 

“Mamma, pensi onestamente che Tu-Sai-Chi si stia nascondendo dietro uno scaffale al Ghirigoro?” ridacchiò Ron.  

“Fortebraccio e Olivander sono in ferie, allora?” Disse la signora Weasley, infiammandosi di colpo. “Se pensate che la sicurezza sia roba da ridere potete starvene a casa ed io mi procurerò le vostre cose da sola…”  

“No, voglio venire, voglio vedere il negozio di Fred and George!” Rispose Ron rudemente.

"Rivedi quanto hai detto, giovane uomo, prima che io decida che sei troppo immaturo per venire con noi!” rispose con ira la signora Weasley strattonando l’orologio traballante in cima ad un mucchio di panni appena lavati, le cui nove lancette erano tutte puntate su «pericolo mortale». “E questo vale anche per il ritorno ad Hogwarts!”

 Ron tornò a guardare Harry, scetticamente, appena sua madre fece volare tra le sue braccia il cesto della biancheria con sopra l’orologio traballante, precipitandosi poi fuori dalla stanza.

“Accidenti… non si può scherzare su niente da queste parti…”  Tuttavia Ron fu molto attento a non scherzare più su Voldemort, nei giorni a

seguire. Sabato arrivò senza altri scoppi della signora Weasley, sebbene apparisse molto tesa a colazione. Bill, che era in casa con Fleur (con grande piacere di Hermione e Ginny), passò ad Harry, attraverso la tavola, una borsa piena di monete.

  “Dov’è la mia?” domandò Ron a sua volta, con gli occhi spalancati.   “Questo era già di Harry, idiota,” esclamò Bill. “L’ho prelevato dalla tua camera

alla Gringott per te, Harry, poiché ci vogliono circa cinque ore, al momento, perché il pubblico possa accedere al proprio oro, in quanto i goblin hanno rinforzato moltissimo la sicurezza. Due giorni fa una Sonda di Onestà ha bloccato Arkie Philpott con la sua… Be’, credimi, così è più facile.”

  “Grazie, Bill,” disse Harry, intascando il suo oro.   “Ed è seémpre coscì premuroóso,” espresse in tono sommesso ed adorante Fleur,

accarezzando il naso di Bill. Ginny fece finta di vomitare sui suoi cereali alle spalle di Fleur. Harry si strozzò con i suoi cornflakes, e Ron gli diede vari colpetti sulle spalle.

  Era un giorno nuvoloso e tetro. Una delle macchine speciali del Ministero della Magia, sulle quali Harry aveva già viaggiato una volta, li stava aspettando nel cortile quando uscirono di casa stringendosi nei mantelli.

 “È bene che papà possa usarle di nuovo,” apprezzò Ron, distendendosi lussuriosamente mentre la macchina si allontanava tranquillamente dalla Tana, Bill e Fleur salutavano dalla finestra della cucina. Lui, Harry, Hermione, e Ginny erano comodamente seduti in uno spazio confortevole sui sedili posteriori.

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“Non prendeteci l’abitudine, è solo per via di Harry,” disse il signor Weasley voltandosi indietro. Lui e la signora Weasley erano davanti con il conducente del Ministero. I sedili anteriori erano diligentemente allungati così da sembrare un sofà a due. “Harry necessita del massimo grado di sicurezza. E ci saranno misure di sicurezza addizionali anche al Paiolo Magico.”

  Harry non disse nulla. Non aveva molta voglia di fare shopping circondato da un

battaglione di Auror. Aveva riposto il Mantello dell’Invisibilità all’interno dello zaino e credeva che, se era stata una cosa abbastanza buona per Silente, doveva necessariamente esserlo anche per il Ministero ma, ora che ci pensava, non era tanto sicuro che il Ministero fosse a conoscenza del suo mantello.

“Eccoci, finalmente,” disse il conducente dopo un lasso di tempo sorprendentemente breve, parlando per la prima volta mentre rallentava in Charing Cross Road e si fermava davanti al Paiolo Magico. “Vi aspetto, avete idea di quanto tempo dovrò attendere?”

  “Un paio d’ore, Penso,” disse la signora Weasley. “Ah, bene, lui è qui!”  Harry imitò il signor Weasley e si voltò di scatto a guardare attentamente fuori dal

finestrino. Non c’erano Auror all’esterno della locanda, al loro posto la gigantesca figura e la barba scura di Rubeus Hagrid, il guardiacaccia di Hogwarts, che indossava un lungo cappotto di pelliccia di castoro e sorrideva alla vista Harry, indifferente degli sguardi sbigottiti dei passanti Babbani.

“Harry!” disse protendendosi, stringendo Harry in un abbraccio stritolante nel momento stesso in cui lui fece un passo fuori dalla macchina. “Fierobecco… cioè Alicrespe… ce lo devi vedere, Harry, è così felice di esserci di nuovo all’aria aperta…”

  “Sono lieto che sia contento,” disse Harry, sogghignando e massaggiandosi le costole. “Non dovremmo conoscere la «sicurezza», ricorda!”

“Lo so, ma ci è come ai vecchi tempi, no? Il Ministero ci voleva mandare una caterva di Auror, ma Silente ci ha detto che lo dovevo fare io,” rispose Hagrid fieramente, ingrossando il torace ed infilandosi i pollici nelle tasche. “Andiamo adesso… dopo di te, Molly, Arthur…”

 Il Paiolo Magico era, per la prima volta a memoria di Harry, completamente vuoto. Di tutta la folla di una volta rimaneva solo Tom, il proprietario avvizzito e sdentato. Alla loro entrata alzò lo sguardo, speranzoso, ma prima che potesse parlare Hagrid disse pomposamente, “Noi oggi ci passiamo soltanto, Tom, ce lo capisci, affari di Hogwarts, sai.”

 Tom annuì tristemente col capo e tornò a strofinare i bicchieri. Harry, Hermione, Hagrid, ed i Weasley attraversarono il bar e uscirono nel piccolo cortile gelato sul retro dove erano ammucchiati i bidoni della spazzatura. Hagrid sollevò il suo ombrello rosa e picchiò su certi mattoni sul muro che si aprirono immediatamente a formare un’arcata da cui accedere ad una ventilata strada lastricata. Passarono attraverso l’entrata e si fermarono, guardandosi attorno.

Diagon Alley era cambiata. Le scintillanti e colorate vetrine che esponevano libri di incantesimi, ingredienti di pozioni e calderoni non si vedevano più, occultati da grandi manifesti del Ministero della Magia che vi erano stati incollati sopra. Molti di questi tetri manifesti dall’aria ufficiale mostravano una versione ingrandita dell’opuscolo Ministeriale sulla sicurezza, opuscolo divulgato all’inizio dell’estate, altri riproducevano, però, le foto in movimento ed in bianco e nero dei Mangiamorte che si sapevano essere liberi. Bellatrix Lestrange sogghignava dalla vicina farmacia. Un certo numero di vetrine erano state coperte con assi di legno, comprese quelle della Gelateria Florian di Florian Fortebraccio. Per contro, un certo numero di squallide bancarelle erano spuntate lungo la strada. Nella più vicina, che era stata eretta davanti al Ghirigoro sotto una macchiata tenda a strisce, c’era un cartone appuntato che riportava la seguente scritta: 

AMULETI: Efficaci contro Lupi Mannari, Dissennatori ed Inferi. Una piccola strega decrepita faceva sbatacchiare verso i passanti bracciate di

emblemi d’argento montati su catenelle.

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“Uno per la giovane ragazza, signora?” Chiese alla signora Weasley al suo passaggio, sbirciando Ginny. “Per proteggere il suo grazioso collo?”

“Se fossi in servizio…” interloquì il signor Weasley, folgorando arrabbiato la venditrice di amuleti.  

“Si , ma non puoi arrestare nessuno ora, caro, andiamo di fretta,” interruppe la signora Weasley, consultando nervosamente una lista. “Penso sia meglio andare al negozio di Madama McClan prima, Hermione ha bisogno di vestiti nuovi, e la toga di Ron mostra troppo di gran parte della caviglia, ed anche tu ne hai bisogno di una nuova, Harry, sei cresciuto così tanto… andiamo ora, tutti…”

“Molly, non ha senso che andiamo tutti da Madama McClan,” disse il signor Weasley. “Perché loro tre non vanno con Hagrid, e noi andiamo al Ghirigoro e prendere i libri di tutti?”

“Non so,” disse la signora Weasley ansiosamente, chiaramente divisa tra il desiderio di finire gli acquisti velocemente e la voglia di rimanere tutti insieme. “Hagrid, tu pensi…?”

“Non ti ci preoccupare, loro ci staranno bene con me, Molly,” la rassicurò Hagrid, sventolando in aria la sua mano grande come il coperchio di un bidone della spazzatura. La signora Weasley non sembrava molto convinta, ma acconsentì alla separazione, affrettandosi verso il Ghirigoro col marito e Ginny mentre Harry, Ron, Hermione ed Hagrid si dirigevano verso il negozio di Madama McClan.

Harry notò che molte delle persone che incrociavano avevano lo stesso sguardo preoccupato della signora Weasley e che nessuno si fermava a parlare con gli altri. Gli acquirenti stavano tutti uniti in gruppo, concentrati nei propri affari. Nessuno sembrava andare a far spese da solo.

  “Potremmo starci un po’ spremuti lì tutti noi,” disse Hagrid, fermandosi all’esterno del negozio di Madama McClan e rannicchiandosi per scrutare attraverso una finestra. “Io ci starò di guardia fuori, va bene?”

  Così Harry, Ron ed Hermione entrarono insieme nel piccolo negozio. Sembrava vuoto, a prima vista, ma la porta non fece in tempo a chiudersi dietro di loro che sentirono una voce familiare giungere da dietro una rastrelliera piena di tonache ornate verdi e blu.

“… non un bambino, in caso tu non lo sappia, Madre. Sono perfettamente in grado di fare i miei acquisti da solo.”

  Ci fu uno schioccare ed una voce, che Harry riconobbe essere quella della proprietaria, Madama McClan, disse, “Ora, caro, tua madre ha completamente ragione, nessuno di noi pensa di andare in giro per conto proprio, non è cosa da fare per un bambino…” 

“Cerchi di stare attenta con quello spillo, va bene!” Un ten-ager con il viso pallido ed appuntito e capelli biondo pallido apparve dal

retro della rastrelliera, indossando una veste verde scuro di bella fattura che brillava di spilli sull’orlo della manica. Camminò a larghi passi fino allo specchio per rimirarsi. Ci mise qualche minuto prima di accorgersi di Harry, Ron ed Hermione riflessi alle sue spalle. Strinse gli occhi grigi.

 “Se ti stai chiedendo il motivo di quest’odoraccio, Madre, è per il fatto che è appena entrata una sporca mezzosangue,” disse Draco Malfoy.

 “Non c’è alcun bisogno di usare un linguaggio del genere!” sentenziò Madama McClan, affrettandosi ad uscire da dietro l’appendiabiti con in mano un metro ed una bacchetta. “E non voglio nemmeno vedere bacchette sguainate nel mio negozio!” aggiunse rudemente, dopo che con un’occhiata alla porta aveva visto sia Harry che Ron in posizione con le bacchette pronte e puntate su Malfoy. Hermione, leggermente arretrata rispetto a loro, bisbigliò, “No, non fatelo, veramente, non importa.”

"Sì, vi piace fare magie fuori dalla scuola,” sghignazzò Malfoy. “Chi ti ha fatto l’occhio nero, Granger? Voglio mandargli dei fiori.”

  “Ne ho abbastanza!” sbraitò decisa Madama McClan, guardando sopra le sue spalle come supporto. “Madama … per favore…”

  Narcissa Malfoy spuntò da dietro l’appendiabiti a rastrelliera.

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  “Mettetele via,” disse freddamente a Harry e Ron. "Se attaccate ancora mio figlio, posso assicurarvi che sarà l’ultima cosa che fate.”

“Davvero?” rispose Harry, facendo un passo avanti e fissando quella faccia arrogante che, per il suo pallore, sembrava quello della sorella. Era alto quanto lei, adesso. “Andando a cercare un gruppetto dei suoi amici Mangiamorte per farci fuori, vero?”

  Madama McClan squittì e si strinse le mani al cuore.   “Sul serio, non dovreste accusare… è una cosa pericolosa da dire… via le

bacchette, per favore!”   Ma Harry non la ripose. Narcissa Malfoy sorrise sgradevolmente. “Vedo che l’essere il favorito di Silente ti ha dato un falso senso di sicurezza, Harry

Potter. Ma Silente non c’è sempre a proteggerti.”   Harry guardò l’intero negozio con aria di sfida. "Wow… guarda un po’… ora non

c’è! Perché non ci prova, allora? Potrebbero anche trovarle una cella doppia ad Azkaban insieme con quel perdente di suo marito!”

  Malfoy fece un movimento brusco verso Harry, ma inciampò nella veste troppo lunga. Ron sghignazzo sonoramente.

  “Non osare parlare a mia madre in quel modo, Potter!” ringhiò Malfoy.   “Va tutto bene, Draco,” disse Narcissa, trattenendolo con le sottili dita bianche

sulla spalla. "Mi aspetto che Potter si riunisca col suo caro Sirius prima che io mi riunisca con Lucius.”

Harry sollevò la bacchetta.  “Harry, no!” lo ammonì Hermione, afferrandogli la mano e tentando di abbassarla.

“Pensaci… Tu non devi… avresti tanti di quei problemi...” Madama McClan rabbrividì per un momento sul posto, quindi decise di agire come

se niente fosse successo e nella speranza che non accadesse. Si inchinò davanti a Malfoy, che stava ancora sbirciando Harry.

 “Penso che questa manica sinistra debba scendere ancora un po’, caro, lasciamela solo…”

“Ahi!” tuonò Malfoy, allontanandole la mano con uno schiaffo. “Guarda dove metti gli spilli, donna! Madre… non penso di volerlo ancora…”

Si sfilò la veste da sopra la testa e la getto sul pavimento ai piedi di Madama McClan.

“Hai ragione, Draco,” disse Narcissa, sbirciando contemporaneamente Hermione, “ora so che tipo di feccia frequenta questo negozio… Troveremo di meglio al Twilfitt and Tatting's.”

Detto questo, entrambi si avviarono a grandi passi fuori dal negozio, Malfoy ben attento ad urtare Ron il più duramente possibile mentre passava.

“Bene, veramente!” disse Madama McClan, tirando su la veste caduta e passandovi su l’estremità della bacchetta come se si trattasse di un aspirapolvere, finché non fu rimosso tutto lo sporco.

Fu disattenta durante l’intera la prova delle nuove vesti di Ron ed Harry e cercò di vendere ad Hermione un abbigliamento da mago anziché uno da strega e, quando finalmente li accompagnò fuori dal negozio, aveva l’aria di essere felice di vedere le loro schiene allontanarsi.

“Preso tutto?” chiese radioso Hagrid quando tornarono da lui.“All’incirca,” disse Harry. “Hai visto i Malfoy?” “Sì,” rispose Hagrid, noncurante. “Ma non ci avrebbero osato di fare qualcosa in

mezzo a Diagon Alley, Harry. Non ti ci preoccupare di loro.” Harry, Ron ed Hermione si scambiarono uno sguardo, ma prima che potessero far

recedere Hagrid da questa confortante asserzione, il signore e la signora Weasley insieme a Ginny apparvero tutti carichi di pacchi di libri.

“State tutti bene?” chiese la signora Weasley. “Prese le vostre divise? Bene allora, possiamo fare una scappatina in farmacia e all’Emporio dei Gufi sulla strada per il negozio di Fred and George… State vicini, adesso…”

  Né Harry né Ron comprarono alcun ingrediente in farmacia, visto che non avrebbero continuato lo studio di Pozioni, ma entrambi comprarono, all’Emporio dei

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Gufi, una grande scatola di biscottini gufici per Edvige e Leotordo. Con la signora Weasley che controllava l’orologio ogni minuto circa, poi, si allontanarono lungo la strada alla ricerca dei Tiri Vispi Weasley, il negozio di scherzi aperto da Fred e George.

“Non posiamo proprio restare a lungo,” disse la signora Weasley. “Possiamo solo dare una rapida occhiata e tornare alla macchina. Dovremmo essere vicini, questo è il numero 92... 94...”

“Whau,” esclamò Ron, arrestandosi. Messe al riparo dai monotoni manifesti ammuffiti delle vetrine circostanti, le vetrine

di Fred e George colpivano gli occhi come un’esposizione di fuochi d’artificio. Chiunque passasse per caso nei dintorni, si voltava a guardare le vetrine, ed alcune persone sbalordite s’erano appena fermate incantate. La vetrina di sinistra era straordinariamente piena di un assortimento di oggetti che ruotavano, scoppiettavano, lampeggiavano, rimbalzavano ed urlavano. Ad Harry si inumidirono gli occhi al solo guardarli. La vetrina destra era coperta da un gigantesco poster pomposo come quello Ministeriale, ma adornato di lettere gialle e lampeggianti:

  Perché Essere Preoccupati Per Tu-Sai-Chi?

Si DOVREBBE essere preoccupati perTU-SAI-CHE

Quel Senso di Costipazione - Che Attanaglia la Nazione!  Harry scoppiò a ridere. Sentì un flebile gemito dietro di lui e, voltatosi a guardare,

vide la signora Weasley esterrefatta, ammutolita, a guardare il poster. Le sue labbra si muovevano silenziosamente, mimando il nome “TU –SAI-CHE.”

“Saranno uccisi nel loro letto!” Bisbigliò. “No che non lo saranno!” Disse Ron che, come Harry, stava ridendo. “È fortissimo!” Lui ed Harry entrarono nel negozio. Era strapieno di clienti. Harry non riuscì ad

avvicinarsi agli scaffali. Si guardò attorno, osservando le scatole ammucchiate fino al soffitto: c’erano le Merendine Marinare che i gemelli avevano perfezionato nel precedente anno ad Hogwarts, che non avevano terminato. Harry s’accorse che i Torroni Sanguinolenti erano molto richiesti dall’unica scatola aperta rimasta sullo scaffale. C’erano casse piene di bacchette finte, le più economiche che si trasformavano in un pollo di gomma o in un paio di mutande quando agitate, le più care che percuotevano l’utente disattento sulla testa e sul collo. C’erano scatole di piume che si distinguevano in vari tipi: Auto-Scriventi, Verifica-Formule e Risposta-Breve. Si aprì un piccolo spazio nella folla ed Harry si spinse verso il bancone dove un gruppo di deliziati ragazzini di 10 anni stava guardando un minuscolo uomo di legno che lentamente saliva verso una vera coppia di forche poste su in una scatola che portava la scritta: “Boia Riutilizzabile — Incantalo o ti impiccherà!”

“«Incantesimo Sogni ad Occhi Aperti Brevettato»” Hermione era riuscita a farsi spazio verso un grande display presso il bancone e

stava leggendo le informazioni sul retro di una scatola che sorreggeva un’illustrazione colorata raffigurante un bellissimo giovane ed una ragazza in estasi sul ponte di una nave pirata.

“«Un semplice incantesimo ed entrerete in un sogno ad occhi aperti estremamente realistico della durata di trenta minuti, di alta qualità, facile da utilizzare nel bel mezzo di una lezione e virtualmente non identificabile (effetti secondari includono una espressione vacua e un lieve sbavare). Non vendibile ai minori di sedici anni» Sai,” disse Hermione, alzando lo sguardo su Harry, “è veramente una magia straordinaria!”

“Per quello che hai detto, Hermione,” disse una voce dietro loro, “ne puoi avere tre al prezzo di uno.”

Fred era in piedi di fronte a loro, raggiante, vestito di un completo magenta che s’intonava magnificamente con i suoi capelli color fiamma.

“Come stai, Harry?” Si strinsero la mano. “E che è successo ai tuoi occhi, Hermione? “

“Il tuo telescopio pugile,” rispose mestamente. “Oh accidenti, mi ero scordato di quelli,” rispose Fred. “Qui...”

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Sfilò un tubetto dalla tasca e glielo porse. Lei ne svitò il tappo con circospezione facendone uscire una densa pasta gialla.

“Mettine un pochino, il livido se ne andrà in un’ora,” disse Fred. “Dovevamo trovare una pozione decente per rimuovere gli ematomi, avendo testato molti prodotti su noi stessi.” 

Hermione lo guardò nervosa. “È sicura, vero?” chiese. “Certo che lo è,” asserì Fred con più enfasi. “Vieni, Harry, ti faccio fare un giro.” Harry lasciò Hermione che ungeva l’occhio nero con la pomata e seguì Fred verso il

retro del negozio, dove vide un reparto di carte da gioco e trucchi con la corda. “Trucchi magici Babbani!” sentenziò Fred felicemente, indicandoli. “Per tipi strani

come papà, sai, quelli che adorano la roba dei Babbani. Non rendono molto, ma abbiamo abbastanza clienti fissi, sono delle grandi novità… oh, ecco George...”

Il gemello di Fred strattonò energicamente la mano di Harry. “Gli fai fare un giro? Vieni sul retro, Harry, è là che facciamo veramente soldi…

metti in tasca qualcosa, tu, e pagherai molto più che non in Galeoni!” aggiunse per avvisare un ragazzino che tirava di scatto la mano fuori da un catino etichettato con una scritta nera: Marchio Nero Commestibile – Per far Ammalare Chiunque!

George spostò una tenda a lato dei trucchi Babbani ed Harry vide una stanza buia e meno affollata. I pacchetti dei prodotti allineati su questi scaffali erano più pacati. 

“Abbiamo appena sviluppato questa linea più seria,” disse Fred. “Strano come sia successo…”

“Non crederesti se ti dicessi quante persone, anche gente che lavora al Ministero, non sappia fare un Incantesimo Scudo decente,” disse George. “Naturalmente non hanno avuto te come insegnante, Harry.”

“Giusto... bene, pensavamo ad un Cappello Scudo un po’ per ridere, sai, una sfida ai tuoi compagni a farti una fattura mentre lo indossi e guardare la sua faccia quando la fattura rimbalza. Ma il Ministero ne ha comprati cinquecento per il suo equipaggiamento ai dipendenti! E stiamo ancora ricevendo ordini massicci!”

“Così abbiamo esteso l’incantesimo a Mantelli Scudo, Guanti Scudo,….”  “... Voglio dire, non possono fare molto contro le Maledizioni Senza Perdono, ma per

le fatture minori o per il malocchio…” “E poi abbiamo pensato a tutto il settore di Difesa contro le Arti Oscure, perché è

talmente redditizio,” continuò George entusiasticamente. “Questo è recentissimo. Guarda, Polvere Oscurante Istantanea, l’abbiamo importata dal Perù. Pratico se si vuole scappare in fretta.”

“Ed i Detonatori Adescanti stanno giusto andandosene dagli scaffali, guarda,” proseguì Fred, indicando un numero di certe specie di trombe dall’aspetto arcano che si affrettavano a mettersi fuori vista. “Ne fai cadere uno furtivamente ed essi corrono a nascondersi e producono un forte suono piacevole, dandoti il diversivo di cui hai bisogno.”

“Pratico,” disse Harry, impressionato. “Qui,” disse George, acciuffandone una coppia e tirandola ad Harry. Una giovane strega con capelli corti e biondi fece capolino dalla tenda. Harry vide

che anche lei aveva le vesti magenta dello staff. “C’è un cliente qui fuori che chiede di un calderone finto, Signor Weasley e Signor

Weasley,” disse. Harry trovò veramente insolito sentir chiamare Fred e George “Signor Weasley,” ma loro si avviarono a grandi passi.

“Hai ragione, Verity, arrivo,” rispose prontamente George. "Harry, serviti da solo di tutto ciò che vuoi, Ok? Tutto gratis.”

“Non posso accettarlo!” replicò Harry, che aveva già estratto il sacchetto dei soldi per pagare i Detonatori Adescanti.

“Tu non paghi qui,” esclamò Fred con fermezza restituendo l’oro ad Harry.“Ma…” “Tu ci hai dato i soldi per iniziare, non l’abbiamo dimenticato,” disse George

prontamente. "Prendi tutto ciò che desideri e ricordati soltanto di dire alla gente dove li hai presi, se te lo chiede.”

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George spostò la tenda per andare ad aiutare il cliente, e Fred ricondusse Harry nella parte principale del negozio per trovare Hermione e Ginny ancora occupate a fissare gli Incantesimi Sogni ad Occhi Aperti Brevettati.

“Voi ragazze non avere ancora visto la nostra speciale AmmiraStrega?” chiese Fred. “Seguitemi, signore...”

Nei pressi della vetrina c’era un insieme di prodotti rosa shocking che un gruppo di ragazze eccitate stava guardando ridendo entusiasticamente. Hermione e Ginny esitarono, sembrando sospettose.

“Eccole,” disse Fred fieramente. "Il miglior set di pozioni d’amore che possiate mai trovare.”

Ginny inarcò scetticamente un sopraciglio. “Funzionano?” chiese. “Certo che funzionano, fino ad un massimo di 24 ore, per un tempo che dipende dal

peso del ragazzo in questione…”“... e dal fascino della ragazza,” aggiunse George, ricomparso improvvisamente al

loro fianco. “Ma non possiamo venderlo a nostra sorella,” aggiunse, diventando improvvisamente serio, “non quando sta già uscendo con cinque ragazzi circa, per quanto ne sappiamo…”

“Qualunque cosa abbiate sentito da Ron, è una grossa bugia,” rispose calma Ginny, sporgendosi per prendere un vasetto rosa dallo scaffale. “Cos’è?”

“Elimina Pustole in Dieci Secondi,” rispose Fred. “Eccellente per ogni cosa, dai foruncoli ai punti neri, ma non cambiare argomento. Al momento stai o non stai uscendo con un ragazzo chiamato Dean Thomas?”

“Sì,” disse Ginny. “E l’ultima volta che l’ho visto era decisamente un ragazzo e non cinque. Cosa sono questi?”

Indicava un certo numero di palle di pelo rotonde, un po’ meno vistose ma sempre rosa o porpora, tutte rotolanti in fondo ad una gabbia mentre emettevano uno squittio acuto. 

“Sbuffi Pigmei,” disse George. “puffskein in miniatura, non possiamo allevarli in fretta quanto vorremmo. Che mi dici di Michael Corner?”

“L’ho scaricato, non sapeva perdere,” disse Ginny, inserendo un dito tra le sbarre della gabbia e guardando gli Sbuffi Pigmei affollarvisi attorno. “Sono veramente carini!”

“Sono piuttosto coccolosi, sì,” riconobbe Fred. “Ma tu stai passando da un ragazzo all’altro un po’ troppo velocemente, no?”

Ginny si girò a guardarlo, le mani sui fianchi. Aveva negli occhi lo stesso bagliore della signora Weasley, tanto che Harry si sorprese nel non vedere Fred indietreggiare.

“Non sono fatti tuoi. E grazie tante a te,” aggiunse irosamente rivolta a Ron, che era appena apparso, carico di mercanzia, al fianco di George, “per non aver spettegolato di me con questi due!”

“Sono tre Galeoni, nove Falci ed uno Zellino,” disse Fred, esaminando le numerose scatole tra le braccia di Ron. "Paga."

“Sono vostro fratello!” “Ed è nostra anche la roba che stai sgraffignando. Tre Galeoni e nove Falci. Ti posso

fare lo sconto dello Zellino.” “Ma io non ho tre Galeoni e nove Falci!” “Allora faresti meglio a rimettere a posto la roba, e fai attenzione a metterla nello

scaffale giusto.” Ron calciò molte scatole, imprecò e fece un gestaccio a Fred che sfortunatamente

fu visto dalla signora Weasley, che aveva scelto proprio quel momento per comparire.“Se ti vedo farlo un’altra volta ti faccio una fattura che ti incollerà tutte le dita,”

disse severamente.“Mamma, posso avere uno Sbuffo Pigmeo?” chiese a sua volta Ginny. “Un che?” rispose cautamente la signora Weasley.“Guarda, sono così graziosi...” La signora Weasley si spostò per guardare gli Sbuffi Pigmei, così Harry, Ron e

Hermione ebbero momentaneamente la visuale libera sulla vetrina. Draco Malfoy, da

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solo, si affrettava in strada. Oltrepassò i Tiri Vispi Weasley, si guardò alle spalle. Un secondo più tardi, era uscito dalla visuale della vetrina e lo persero di vista.

“Mi chiedo dove sia sua madre.” disse Harry, aggrottando le sopracciglia. “L’avrà mollata, a quel che sembra,” rispose Ron. “Perché, in ogni caso?” disse Hermione. Harry non disse nulla. Stava ragionando con molta concentrazione. Narcissa Malfoy

non avrebbe lasciato volentieri che il suo prezioso figlio si allontanasse dalla sua vista. Malfoy doveva aver fatto uno sforzo enorme per togliersi dalle sue grinfie.

Harry, provando avversione per Malfoy, era sicuro che la ragione non potesse essere innocente.

Si guardò intorno. La signora Weasley e Ginny erano rannicchiate sugli Sbuffi Pigmei. Il signor Weasley stava esaminando felicemente un pacchetto di carte da gioco truccate fatte dai Babbani. Fred e George erano impegnati con i clienti. Dall’altra parte della vetrina, Hagrid dava loro le spalle, controllando la via su ogni lato.

“Qui sotto, svelti,” disse Harry, estraendo il Mantello dell’Invisibilità dallo zaino. “Oh... non so, Harry,” replicò Hermione, guardando incerta verso la signora

Weasley. “Andiamo!” replicò Ron. Hermione esitò solo un secondo, quindi s’infilò sotto il mantello con Harry e Ron.

Nessuno si accorse della loro sparizione. Erano tutti interessati ai prodotti di Fred e George. Harry, Ron ed Hermione si strinsero per oltrepassare la porta il più velocemente possibile, ma nel tempo che ci misero ad arrivare alla strada, Malfoy era sparito con altrettanto successo.

“È andato in quella direzione,” mormorò Harry il più sottovoce possibile, affinché Hagrid, che stava canticchiando sottovoce, non potesse sentire. “Andiamo.”

Si affrettarono, scrutando attentamente a destra ed a sinistra, attraverso le porte e le vetrine dei negozi, sino a che Hermione non indicò avanti.

“È lui, no?” sussurrò. “Ha girato a sinistra?” “Che sorpresa,” bisbigliò Ron. In quanto Malfoy s’era guardato attorno e, quindi, era scivolato fuori vista in

Notturn Alley. “Svelti, o lo perdiamo,” disse Harry, accelerando. “Possono vederci i piedi!" disse Hermione ansiosa, col mantello svolazzante attorno

alle loro caviglie. Era ormai sempre più difficile, per loro, nascondersi tutti e tre sotto il mantello.

“Non importa,” rispose Harry impaziente, “muoviamoci!” Notturn Alley, la strada laterale dedicata alle Arti Oscure, però, sembrava

completamente deserta. Scrutarono attentamente nelle vetrine mentre le superavano ma nessun negozio sembrava avere clienti. Harry suppose che fosse un po’ fuori luogo, in tempi di pericolo e sospetto, acquistare manufatti oscuri… o almeno, essere visti durante l’acquisto.

Hermione gli diede un pizzicotto. “Ahi!” “Sch! Guarda! È lì!” disse in un soffio all’orecchio di Harry. Erano arrivati al livello del solo negozio in Notturn Alley che Harry avesse mai

visitato: Magie Sinister, che vendeva una gran varietà di oggetti malvagi. In mezzo a casse piene di teschi e vecchie bottiglie, c’era Draco Malfoy in piedi e voltato di spalle rispetto a loro, appena visibile al di là del grosso armadio nero in cui Harry si era nascosto, una volta, per sfuggire a Malfoy ed a suo padre. A giudicare dai movimenti delle mani, Malfoy stava discutendo animatamente. Il proprietario del negozio, il signor Sinister, un uomo untuoso e curvo, era in piedi di fronte a Malfoy. Aveva una strana espressione, un misto tra rancore e paura.

“Se soltanto potessimo sentire quel che sta dicendo!” Disse Hermione. “Possiamo!” Rispose Ron eccitato. “Un attimo… dannazione…” Tirò fuori una coppia di scatole tra quelle più grandi tra cui annaspava. “Orecchie Oblunghe, guarda!”

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“Fantastico!” disse Hermione, mentre Ron dipanava i lunghi fili color carne e cominciava ad infilarli sotto la porta. “Oh, spero che la porta non sia Imperturbabile...”

  “No!” fu la risposta allegra di Ron. “Ascoltate!”   Appoggiarono insieme le orecchie all’estremità del filo e ascoltarono con

attenzione, attraverso di essi la voce di Malfoy si sentiva forte e chiara, come se fosse stata accesa una radio.

“Lo sa riparare?” “Può darsi,” disse Sinister, in un tono che suggeriva che non era disposto a

impegnarsi. “Tuttavia è necessario che io lo veda. Perché non lo porta al negozio?” “Non posso,” disse Malfoy. "Deve restare fisso. Volevo solo chiederle cosa fare.” Harry vide Sinister leccarsi nervosamente le labbra. “Be’, senza vederlo, posso solo dire che è un lavoro veramente difficile, forse

impossibile. Non posso garantire nulla.” “No?” chiese Malfoy, ed Harry seppe, dal tono usato, che Malfoy lo stava

schernendolo. “Forse questo le darà maggiore fiducia.”Si mosse verso Sinister e spari dalla vista dietro l’armadio. Harry, Ron ed Hermione

si spinsero di fianco nel tentativo di vederlo ancora, ma tutto quello che poterono vedere fu Sinister che sembrava veramente spaventato.

“Ne parli con qualcuno,” disse Malfoy, “e ci sarà una punizione. Conosce Fenrir Greyback? È un amico di famiglia, farà una visita improvvisa di tanto in tanto per essere sicuro che al problema sia rivolta tutta l’attenzione necessaria.”

“Non ci sarà alcun bisogno di...” “Questo lo decido io,” rispose Malfoy. “Be’, è meglio che vada. E non dimentichi di

tenere quello al sicuro. Ne ho bisogno.” “Forse preferisce portarlo via subito?” “No, certo che non voglio, stupido, piccolo uomo, che figura farei a portarlo per

strada? Solo non venderlo.” “Certamente no… signore.” Sinister fece lo stesso inchino che Harry aveva visto fare a Lucius Malfoy. “Non una parola con nessuno, Sinister, compresa mia madre, capito?” “Certo, certo,” mormorò Sinister, inchinandosi ancora.L’attimo successivo, il campanello della porta tintinnò forte all’uscita di Malfoy che

sembrava veramente soddisfatto di se stesso. Passò così vicino ad Harry, Ron ed Hermione che sentirono il del mantello fluttuare ancora sulle ginocchia. All’interno del negozio, Sinister era rimasto raggelato. Il suo untuoso sorriso era svanito. Sembrava preoccupato. 

“Di cosa parlava?” mormorò Ron, riavvolgendo le Orecchie Oblunghe. “Non so,” borbottò Harry, intento a pensare. “Vuole far aggiustare qualcosa… e

vuole che qualcosa sia messo da parte qui… Avete visto cosa indicava quando ha detto «quello?»”

“No, era dietro l’armadio.” “Voi due restate qui,” bisbigliò Hermione. “Cosa fai....?” Ma Hermione era già uscita dal mantello. Si controllò i capelli nel vetro, quindi

s’infilò decisa nel negozio, facendo risuonare di nuovo il campanello. Ron infilò rudemente le Orecchie Oblunghe sotto la porta passandone un estremità ad Harry.

“Salve, mattinata orribile, vero?” disse brillantemente Hermione rivolgendosi a Sinister, che non rispose, ma che la guardò. Borbottando cordialmente, Hermione si mire a girellare tra l’accozzaglia di oggetti in vetrina.

“È in vendita questa collana?” chiese, fermandosi di fronte ad una di questi. “Se ha millecinquecento galeoni,” rispose il signor Sinister freddamente.“Oh… ehm… no, non ne ho così tanti,” rispose Hermione vagando in giro. “E...

quanto per questo simpatico… uhm… teschio?” “Sedici Galeoni.” “Così è in vendita? E può… prenderlo chiunque?” Il signor Sinister la squadrò bieco. Harry aveva la sgradevole sensazione che

sapesse perfettamente cosa Hermione era entrata a fare. Apparentemente anche

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Hermione sentì di essere stata scoperta, perchè improvvisamente gettò all’aria ogni cautela.

“La questione è che… ehm… il ragazzo che è appena stato qua, Draco Malfoy, bene, è un mio amico, ed io voglio comprargli un regalo di compleanno, ma lui ha già tutto, ed io non voglio prendergli le stesse cose, così… uhm…”

Ad Harry era sembrata una storia che non reggeva molto, ed evidentemente anche Sinister la pensava così.

“Fuori,” le disse bruscamente. “Vada fuori!” Hermione non se lo fece dire due volte, si precipitò fuori dalla porta con Sinister alle

calcagna. Non appena il campanello trillò di nuovo, Sinister le sbatté dietro la porta apponendovi il cartello di «Chiuso».

“Ah bene,” disse Ron, tirando il mantello sopra Hermione. “Pregevole tentativo, ma eri un po’ ovvia…”

“Bene, la prossima volta puoi mostrarmi come fare, Maestro del Mistero!” proruppe con asprezza.

Ron ed Hermione bisticciarono sino al ritorno ai Tiri Vispi Weasley, dove dovettero per forza fermarsi per evitare di essere scoperti dagli sguardi veramente ansiosi con cui la signora Weasley ed Hagrid si guardavano attorno, avendo chiaramente notato la loro assenza. Una volta nel negozio, Harry si tolse rapidamente il Mantello dell’Invisibilità, lo mise nello zaino e sostenne, d’accordo con agli altri due e in risposta alle accuse della signora Weasley, che erano stati a lungo nella stanza sul retro, e che era probabile che non avesse cercato con sufficiente attenzione.

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CAPITOLO SETTE

LO SLUG CLUBHarry passò gran parte dell’ultima settimana di vacanza ragionando sul significato del comportamento di Malfoy a Notturn Alley. Quello che lo aveva maggiormente disturbato era stata l’espressione soddisfatta sul volto di Malfoy quando era uscito dal negozio. Nulla che rendesse Malfoy così felice poteva essere una buona notizia. Con sua leggera irritazione comunque, né Ron né Hermione sembravano curiosi quanto lui riguardo le attività di Malfoy; o almeno sembrava che discuterne fosse loro venuto a noia dopo pochi giorni.

“Si, sono ormai d’accordo che è un comportamento dubbio, Harry” disse Hermione un po’ impazientemente. Era seduta sul davanzale nella stanza di Fred e George con i piedi sopra una delle scatole di cartone e aveva solo alzato lo sguardo a malincuore dalla suo nuovo libro di Traduzione Avanzata di Rune. “Ma non abbiamo concordato che potrebbero esserci un mucchio di spiegazioni?”

“Forse ha rotto la sua Mano della Gloria” disse Ron vagamente, mentre tentava di correggere l’inclinazione dell’ultimo ramoscello del suo manico da scopa. “Ricordi quel braccio raggrinzito che aveva?”

“Ma cosa intendeva quando ha detto «Non dimenticare di tenere quell’altro al sicuro?»” chiese Harry per l’ennesima volta. “Mi è suonato come se Sinister avesse un altro oggetto come quello rotto, e Malfoy li volesse entrambi.”

“Lo credi?” disse Ron, cercando adesso di raschiare via un po’ di sporco dal manico della sua scopa.

“Gia, lo credo.” disse Harry. Dato che né Ron né Hermione rispondevano, aggiunse, “Il padre di Malfoy è ad Azkaban. Non credete che Malfoy voglia vendicarsi?”

Ron alzò lo sguardo, sbattendo gli occhi.“Malfoy, vendetta? Cosa potrebbe fare al riguardo?”“Questo è il mio problema, non lo so!” esclamò Harry frustrato. “ma sta

progettando qualcosa e penso che dovremmo prendere la cosa seriamente. Suo padre è un Mangiamorte e … “

Harry si interruppe, gli occhi fissi sulla finestra dietro Hermione, la bocca aperta. Un pensiero allarmante gli si era appena presentato alla mente.

“Harry?” chiese Hermione con voce ansiosa. “Cosa c’è che non va?”“La cicatrice non ti fa male un’altra volta, vero?” chiese Ron nervosamente. “È un Mangiamorte, “ disse Harry lentamente. “Ha preso il posto di suo padre

come Mangiamorte!”Ci fu silenzio; poi Ron esplose in una risata. “Malfoy? Ha sedici anni, Harry! Pensi

che Tu-Sai-Chi potrebbe volere Malfoy come seguace?”

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“Mi sembra veramente improbabile, Harry,” aggiunse Hermione con una voce quasi autoritaria. “Cosa ti ha fatto pensare … ?”

“Da Madama McClan. Lei non lo ha toccato, ma lui ha urlato e ha allontanato con forza il braccio quando lei ha cercato di arrotolare la manica. Era il suo braccio sinistro. Era stato marchiato con il Marchio Nero.”

Ron e Hermione si guardarono l’un l’altra.“Beh…” disse Ron, con un tono assolutamente scettico.“Credo che volesse solo andarsene da lì, Harry,” disse Hermione.“Ha mostrato a Sinister qualcosa che noi non abbiamo visto,” Harry continuò con

ostinazione. “Qualcosa che ha veramente spaventato Sinister. Era il Marchio, lo so – stava mostrando a Sinister con chi stava facendo affari, hai visto quanto lo ha preso seriamente Sinister!”

Ron e Hermione si scambiarono un altro sguardo“Non sono sicura, Harry…”“Già, io ancora non ritengo che Tu-Sai-Chi possa volere Malfoy come seguace…”Seccato, ma assolutamente convinto di essere nel giusto, Harry raccolse in fretta il

sudicio mucchio di vestiti di Quidditch e se ne andò dalla stanza; la signora Weasley li aveva sollecitati da giorni di non lasciare, fino all’ultimo, le loro cose da lavare e impacchettare. Nel pianerottolo andò a sbattere contro Ginny, che stava ritornando nella sua camera portando un mucchio di vestiti appena lavati.

“Io non andrei in cucina proprio ora,” gli consigliò, “C’è un mucchio di Flemma in giro.”

“Starò attento a non scivolarci dentro” Harry sorrise.E infatti, quando entrò in cucina fu per trovarci Fleur seduta al tavolo di cucina,

presa da una flusso continuo di progetti per il suo matrimonio con Bill, mentre la signora. Weasley teneva d’occhio un mucchio di broccoli che si auto sbucciavano e sembrava di cattivo umore.

“… Bill ed io abbiaàmo quasi desciso per solo due damiscelle d’onore, Ginny e Gabrielle che sciaranno molto dolci inssieme. Io pensso di vestirle in oro pallido – rosa saàrebbe davvero orrribile con i capelli di Ginny –“

“Ah, Harry!” esclamò la signora Weasley ad alta voce, interrompendo il monologo di Fleur. “Bene, Devo spiegarti i piani per la sicurezza per il viaggio ad Hogwarts domani. Andremo nuovamente con le auto del Ministero, e ci saranno degli Auror ad attenderci alla stazione-“

“Tonks ci sarà?” chiese Harry, consegnandole la roba di Quidditch.“No, non credo , è stata assegnata da qualche altra parte da quanto Arthur ha

potuto sapere.”“Si è lasciata andare, quella Tonks,” rifletté Fleur, osservando il proprio

meraviglioso riflesso nel retro di un cucchiaino da the. “Un grande errore a dire il vero –“

“Si, grazie,” disse la signora Weasley aspramente interrompendo nuovamente Fleur. “Sarebbe meglio darsi da fare, Harry, voglio i bauli pronti questa sera, se possibile, così non ci sarà la solita confusione dell’ultimo minuto.”

E in effetti la loro partenza il mattino successivo fu più tranquilla del solito. Le auto del Ministero arrivate silenziosamente fino di fronte alla Tana li trovarono che aspettavano con i bauli stipati, il gatto di Hermione, Grattastinchi, chiuso al sicuro nel suo cesto da viaggio; Edvige, il gufo di Ron, Leotordo; e il nuovo Pygmy Puff color porpora, Arnold, erano nelle gabbie.

“Au revoir, ‘Arry,” disse Fleur con voce roca, dandogli un bacio di addio. Ron si affrettò a farsi avanti, guardandola speranzoso, ma Ginny allungò il piede e Ron cadde, allungando mani e piedi nella polvere davanti a Fleur. Furioso, rosso in volto, e coperto di terra, si affrettò a salire nell’auto senza dire neppure arrivederci.

Non c’era l’allegro Hagrid ad attenderli alla Stazione di King’s Cross. Al suo posto, due barbuti Auror, con l’aspetto truce, vestiti con neri abiti Babbani, si mossero verso di loro nel momento in cui le auto si fermavano e, camminando a fianco del gruppo, li condussero a passo di marcia dentro la stazione senza dire una parola.

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“Veloci, veloci, attraverso la barriera,” esclamò la signora Weasley che sembrava un po’ innervosita da questa austera efficienza. “Harry è meglio che tu vada per primo, con –“

Guardò con curiosità uno degli Auror, che facendo un breve cenno con la testa, Harry per un braccio , e tentò di dirigerlo verso la barriera tra le piattaforme nove e dieci.

“Posso camminare, grazie,” sbottò Harry irritato, liberando con uno strattone il braccio dalla stretta dell’Auror. Diede una spinta al suo carrello diretto verso la massiccia barriera, ignorando il suo silenzioso compagno e si ritrovò, un secondo più tardi, fermo sulla piattaforma nove e ¾ dove l’Espresso per Hogwarts, rosso scarlatto, stava scaricando vapore sopra la folla.

Hermione e i Weasley lo raggiunsero in pochi secondi. Senza aspettare il parere del suo Auror dall’aspetto risoluto, Harry fece cenno a Ron e Hermione di seguirlo sulla piattaforma, cercando uno scompartimento vuoto.

“Non possiamo, Harry,” disse Hermione, guardandolo dispiaciuta. “Ron ed io dobbiamo andare nella prima carrozza, quella dei prefetti e poi ispezionare i corridoi per un po’.”

“Oh, già, dimenticavo,” disse Harry.“Sarebbe meglio che andaste dritti sul treno, tutti quanti, avete solo pochi minuti

prima di partire,” disse la signora Weasley, controllando il suo orologio. “Bene, spero tu abbia un piacevole trimestre, Ron…”

“Signor Weasley, posso dirle una cosa?” chiese Harry, prendendo la decisione d’impulso.

“Certamente,” disse il signor Weasley, guardandolo leggermente sorpreso, ma seguendo tuttavia Harry fuori dalla portata d’orecchio degli altri.

Harry aveva pensato molto attentamente ed era arrivato alla conclusione che, se doveva parlarne con qualcuno, il signor Weasley era la persona più adatta; innanzitutto perché lavorava al Ministero ed era dunque nella migliore posizione per fare ulteriori controlli, e secondo, perché pensava che non ci fossero molti rischi che il signor Weasley si arrabbiasse.

Poteva vedere la signora Weasley e l’Auror dall’aspetto severo lanciare ad entrambi degli sguardi sospettosi mentre si spostavano lontano.

“Mentre eravamo a Diagon Alley,”cominciò Harry, ma il signor Weasley lo anticipò con una smorfia.

“Sto per scoprire dove tu, Ron, e Hermione siete spariti mentre avreste dovuto essere nel retrobottega del negozio di Fred e George?”

“Come fa a …?”“Harry, andiamo. Stai parlando con l’uomo che ha cresciuto Fred e George.”“Er… già, bene, non eravamo nel retrobottega.”“Molto bene, ora, ascoltiamo il peggio.”“Allora, abbiamo seguito Draco Malfoy. Abbiamo usato il mio Mantello

dell’Invisibilità.”“Avevate qualche particolare motivo per farlo, o era una semplice capriccio?”“Perché pensavo che Malfoy stesse combinando qualcosa,” disse Harry, senza fare

caso allo sguardo di esasperazione mescolata a divertimento del signor Weasley. "Se l'era svignata lontano da sua madre e volevo sapere perché."

“Naturalmente dovevi saperlo,” disse il signor Weasley, con tono rassegnato. “Allora? Hai scoperto perché?”

“È andato da Magie Sinister,” disse Harry, “e ha cominciato a intimidire il tipo lì dentro, Sinister, perché lo aiutasse a riparare qualcosa. E ha detto che voleva che Sinister gli tenesse da parte qualcos’altro. Sembrava che parlasse di qualcosa di uguale a ciò che aveva bisogno di riparare. Come se fossero un paio di oggetti uguali. E…”

Harry prese un profondo respiro.“C’era qualcosa d’altro. Ho visto Malfoy saltare a un chilometro quando Madama

McClan ha cercato di toccare il suo braccio sinistro. Credo che sia stato marchiato con il Marchio Nero. Credo che abbia rimpiazzato il padre come Mangiamorte.”

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Il signor Weasley sembrò colto di sorpresa. Dopo un momento disse, “Harry, dubito che Tu-Sai-Chi voglia permettere a un sedicenne…”

“C’è qualcuno che davvero sappia cosa Tu-Sai-Chi vuole o non vuole?” chiese Harry con rabbia.

“Signor Weasley, mi scusi, ma non vale la pena investigare? Se Malfoy vuole riparare qualcosa, e ha necessità di minacciare Sinister perché lo faccia, si tratta probabilmente di qualcosa di Oscuro o di pericoloso, non crede?”

“Lo dubito, ad essere onesto, Harry,” disse il signor Weasley lentamente.”Vedi, quando Lucius Malfoy è stato arrestato, abbiamo fatto irruzione a casa sua. Abbiamo portato via ogni cosa che potesse essere pericolosa.”

“Penso che abbiate dimenticato qualcosa,” disse Harry caparbiamente.“Bene, potrebbe essere,” disse il signor Weasley, ma Harry sentiva che il signor

Weasley lo diceva per compiacerlo.Ci fu un fischio dietro a loro; quasi tutti erano saliti sul treno e le porte erano chiuse.“È meglio che ti muova!” disse il signor Weasley, mentre la signora Weasley

gridava “Harry, svelto!”Corse avanti e i signori Weasley lo aiutarono a caricare il baule sul treno.“Ora, mio caro, verrai da noi per Natale, siamo già d’accordo con Silente, così ci

vedremo abbastanza presto,” disse la signora Weasley attraverso il finestrino, mentre Harry sbatteva la porta chiudendola dietro di sé e il treno cominciava a muoversi. “Vedi di stare attento a te e…”

Il treno guadagnava velocità.“.. comportati bene e …”Stava correndo per stare al passo con il treno.“… tieniti al sicuro!”Harry continuò a salutarli fino a quando il treno fece una curva e i signori Weasley

scomparvero dalla vista, poi si girò per vedere dove erano andati gli altri. Immaginò che Ron e Hermione fossero segregati nella carrozza dei prefetti, ma Ginny era poco distante lungo il corridoio e stava parlando con alcuni amici. Si incamminò nella sua direzione, trascinando il baule.

La gente lo fissava spudoratamente mentre si avvicinava. Schiacciavano persino la faccia contro il finestrino del loro scompartimento per guardarlo. Si aspettava un aumento nella quantità di bocche aperte e sguardi fissi che avrebbe dovuto sopportare questo trimestre dopo tutte le chiacchiere su “Il Prescelto” apparse nella Gazzetta del Profeta, ma non gli piaceva la sensazione di stare sotto i riflettori. Diede un colpetto sulla spalla a Ginny.

“Vorresti tentare di trovare uno scompartimento?”“Non posso, Harry. Ho detto che avrei incontrato Dean,” disse Ginny vivacemente.

“Ci vediamo dopo.”“Va bene,” disse Harry. Sentì una strana fitta di irritazione mentre lei se ne andava

via, i lunghi capelli rossi che le danzavano sulla schiena. Aveva cominciato ad abituarsi alla sua presenza durante l’estate così tanto che si era quasi dimenticato che Ginny non stava appresso a lui, Ron e Hermione, mentre era a scuola.

Guardò di sottocchio e poi si osservò attorno: era circondato da ragazze che lo guardavano incantate.

“Ehi, Harry!” sentì una voce familiare provenire dietro di lui.“Neville!” disse Harry con sollievo, girandosi per vedere un ragazzo dalla faccia

paffuta affannarsi verso di lui.“Ciao, Harry!” disse una ragazza con lunghi capelli e larghi occhi pallidi che era

proprio dietro Neville.“Luna, ciao, come stai?”“Molto bene, grazie” disse Luna. Teneva ben stretto a sé un giornale; a grandi

lettere sulla prima pagina annunciava che, all’interno, c’erano un paio di Spettrocchiali gratuiti.

“Il Cavillo va ancora forte, eh?” chiese Harry, che sentiva una certo affetto per il giornale, dato che gli aveva fatto una intervista esclusiva l’anno precedente.

“Oh sì, le vendite sono alte,” disse contenta Luna.

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“Andiamo a cercare dei posti a sedere,” disse Harry, e i tre si misero in moto lungo il treno attraverso sciami di studenti che li fissavano silenziosamente. Alla fine trovarono uno scompartimento vuoto, e Harry si spicciò, con sollievo, ad entrare.

“Stanno addirittura fissando noi?” disse Neville, indicando se stesso e Luna, “perché stiamo con te!”

“Stanno fissando te perché anche tu eri al Ministero,” disse Harry mentre issava il suo baule nella rastrelliera per i bagagli. “La nostra piccola avventura c’era tutta nella Gazzetta del Profeta, devi averla vista.”

“Sì, ho pensato che la nonna si sarebbe arrabbiata per tutta la pubblicità,” disse Neville, “ma era davvero compiaciuta. Dice che sto cominciando a non essere da meno di mio padre finalmente. Mi ha comprato una nuova bacchetta, guarda!”

La tirò fuori e la mostrò a Harry.“Ciliegio e crine di unicorno,” disse fieramente. “Pensiamo che sia proprio una delle

ultime che Olivander abbia venduto, è svanito il giorno dopo.. oh, vieni qui Trevor!”E si tuffò sotto il sedile per riprendere il suo rospo che aveva fatto uno dei suoi

numerosi tentativi di raggiungere la libertà.“Ci saranno ancora incontri dell’ E.S. quest’anno, Harry?” chiese Luna, che stava

staccando un paio di psichedelici occhiali dalla parte centrale de Il Cavillo.“Non ha più importanza ora che ci siamo sbarazzati dell’Umbridge, no?” disse

Harry, sistemandosi. Neville urtò la testa contro il sedile e emerse dal di sotto. Sembrava molto deluso.

“Mi piaceva l’E.S.! Ho imparato un sacco con te!”“Mi divertivo agli incontri anch’io,” disse Luna tranquillamente. “Era come avere

degli amici.”Questa era una di quelle cose sgradevoli che Luna spesso diceva e che creavano a

Harry una sgradevole sensazione di pena mista a imbarazzo. Prima che potesse rispondere, comunque, ci fu dell’agitazione al di fuori della porta del loro scompartimento ; un gruppo di ragazze del quarto anno stavano bisbigliando e ridacchiando tra loro dall’altra parte del vetro.

“Chiediglielo tu!”“No, tu!”“Lo farò io!”E una di loro, una ragazza dall’aspetto spavaldo con larghi occhi neri, un mento

prominente e lunghi capelli neri, si fece strada attraverso la porta.“Ciao, Harry. Sono Romilda, Romilda Vane,” disse ad alta voce e con baldanza.

“Perché non vieni nel nostro scompartimento? Non sei obbligato a stare con loro,” aggiunse con un teatrale bisbiglio, indicando il sedere di Neville, che sbucava, di nuovo, da sotto il sedile mentre cercava a tentoni Trevor tutt’intorno e Luna, che aveva indossato adesso i suoi Spettrochiali gratuiti, che le davano l’aria di un pazzo gufo multicolore.

“Sono miei amici,” disse Harry con freddezza.“Oh,” disse la ragazza, guardandolo molto sorpresa. “Oh, D’accordo.”E si tirò indietro, chiudendo la porta scorrevole dietro di lei.“La gente si aspetta che tu abbia amici più forti di noi,” disse Luna, dimostrando

ancora una volta la sua attitudine ad una imbarazzante onestà.“Voi siete forti,” disse Harry bruscamente. “Nessuno di loro era al Ministero. Non

hanno combattuto con me.”“È una cosa piacevole da sapere,” disse con un raggiante sorriso Luna, e spinse i

suoi Spettrocchiali contro il naso e si sistemò per leggere Il Cavillo.“Non lo abbiamo affrontato, però,” disse Neville , emergendo da sotto il sedile con

lanugine e polvere tra i capelli e un Trevor rassegnato nella mano. “Tu l’hai fatto.. Dovevi sentire mia nonna parlare di te. «Quell’Harry Potter ha più spina dorsale di tutto l’intero Ministero messo insieme!» Darebbe di tutto per avere te come nipote…”

Harry ridacchiò a disagio e cambiò argomento con i risultati dei G.U.F.O. appena ne ebbe la possibilità.

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Mentre Neville recitava i suoi voti e si chiedeva se gli sarebbe stato permesso di prendere un M.A.G.O. in Trasfigurazione, con solo “Accettabile,” Harry lo guardava senza veramente ascoltarlo.

L’infanzia di Neville era stata rovinata da Voldemort tanto quanto quella di Harry,

ma Neville non aveva idea di quanto vicino era stato a subire il destino di Harry. La profezia avrebbe potuto riferirsi ad entrambi loro, benché, per qualche sua imperscrutabile ragione, Voldemort avesse scelto di credere che si riferisse ad Harry.

Se Voldemort avesse scelto Neville, ci sarebbe stato Neville seduto di fronte ad Harry a portare addosso la cicatrice a forma di fulmine e il peso della profezia... Oppure no? La madre di Neville sarebbe morta per salvarlo, come Lily era morta per Harry? Sicuramente lo avrebbe fatto… Ma se fosse stata incapace di mettersi tra suo figlio e Voldemort? Ci sarebbe poi stato nessun “ Prescelto” alla fine? Una sedile vuoto dove ora sedeva Neville e un Harry senza cicatrice che avrebbe potuto ricevere un bacio di addio dalla propria madre e non da quella di Ron?

“Tutto bene, Harry? Mi sembri strano,” disse Neville.Harry iniziò.“Scusa… io…”“Un Wrackspurt ti ha preso?” chiede Luna con tono comprensivo, scrutando Harry

attraverso i suoi enormi occhiali colorati.“Io… cosa?”“Un Wrackspurt … sono invisibili. Entrano volando attraverso le orecchie e ti

confondono il cervello,” disse. “Penso di averne sentito uno ronzare qui attorno.”Agitò le mani nell’aria come se stesse scacciando qualche grande e invisibile

farfalla notturna. Harry e Neville si guardarono negli occhi l’un l’altro e,, cominciarono in fretta a parlare di Quidditch.

Il tempo dietro i finestrini del treno era incerto come era stato per tutta l’estate, passarono attraverso distese ininterrotte di nebbia gelata, poi dentro una debole, limpida luce solare. Fu durante uno di questi tratti di sereno, mentre il sole era visibile quasi direttamente in cielo, che Ron e Hermione entrarono finalmente nello scompartimento.

“Speriamo che il carrello del pranzo si sbrighi, sto morendo di fame,” disse Ron con evidente desiderio, crollando pesantemente dentro il sedile accanto a Harry e massaggiandosi lo stomaco. “Ciao Neville, ciao Luna. Sapete l’ultima?” aggiunse girandosi verso Harry. “Malfoy non sta svolgendo i suoi compiti da prefetto. È ancora seduto nel suo scompartimento con gli altri Serpeverde, lo abbiamo visto quando ci siamo passati.”

Harry si tirò a sedere dritto, interessato. Non era da Malfoy perdere l’opportunità di dimostrare il suo potere come prefetto, potere del quale aveva felicemente abusato tutto l’anno precedente.

“Cosa stava facendo quando lo hai visto?”“Il solito,” disse Ron senza interesse, facendo un gesto volgare con la mano. “Non è

da lui comunque, non è vero? Bene… questo è …” fece un’altra volta il gesto con la mano, “ma perché non era fuori di lì a tiranneggiare quelli del primo anno?”

“Non so,” disse Harry, ma la mente stava correndo. Non era quello un segnale che Malfoy aveva cose più importanti in mente che tiranneggiare gli studenti più giovani?

“Forse avrebbe preferito la Squadra d’Inquisizione,” disse Hermione. “Forse essere un prefetto gli sembra banale dopo quello.”

“Non lo penso,” disse Harry. “Penso che lui è…”Ma prima che potesse esporre la sua teoria, la porta dello scompartimento si aprì di

nuovo e una ragazza del terzo anno senza fiato entrolì dentro.“Devo consegnare queste a Neville Paciock e Harry P-Potter,” balbettò, mentre i

suoi occhi incontravano quelli di Harry e diventava rossa. Stava porgendo loro due rotoli di pergamena annodati con nastri viola. Perplessi, Harry e Neville presero i rotoli indirizzati a ciascuno di loro e la ragazza uscì incespicando dallo scompartimento.

“Cosa è?” domandò Ron, mentre Harry lo srotolava.

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“Un invito,” disse Harry-

“Harry,sarei lieto se volessi raggiungermi per un mangiare un boccone nello scompartimento C.Sinceramente, Professor H.E.F. Slughorn”

“Chi è il Professor Slughorn?” chiese Neville, guardando perplesso il suo invito.“Un nuovo professore,” disse Harry. “Bene, suppongo che dobbiamo andare, no?”“Ma cosa vuole da me?” disse Neville, nervosamente, come se lo aspettasse una

punizione.“No ho idea,” disse Harry, cosa che non era interamente vera, sebbene non avesse

alcuna prova che il suo presentimento fosse corretto. “Ascolta,” aggiunse, colpito da un improvviso colpo di genio, “andiamo sotto il Mantello dell’Invisibilità, così possiamo dare una bella occhiata a Malfoy per strada, vedere cosa sta combinando.”

Questa idea, comunque, finì nel nulla: i corridoi, che erano stipati di gente di guardia per il carrello del pranzo, era impossibile da superare indossando il Mantello. Harry lo rimise via con rammarico nel suo sacco, riflettendo che sarebbe stato piacevole indossarlo solo per evitare tutti quegli sguardi fissi su di sé, che sembravano essere aumentati di intensità da quando aveva camminato lungo il treno l’ultima volta.

Ogni tanto gli studenti passavano rumorosamente fuori dal loro scompartimento per guardarlo meglio. L’eccezione era Cho Chang, la quale balzò dentro il suo scompartimento quando vide Harry arrivare. Mentre Harry passò davanti al finestrino la vide coinvolta in una decisa conversazione con la sua amica Marietta, che indossava uno spesso strato di trucco che non copriva interamente le varie formazioni di foruncoli che ancora le attraversavano il visoda una parte all’altra. Con un sorrisetto compiaciuto, Harry proseguì.

Quando raggiunsero lo scompartimento C, videro subito che loro non erano i soli invitati da Slughorn, anche se a giudicare dall’entusiasmo di Slughorn nell’accoglierli, Harry era quello atteso con più calore.

“Harry, ragazzo mio!” disse Slughorn alzandosi di scatto nel vederlo così che il suo grande addome coperto di velluto sembrò riempire tutto lo spazio restante dello scompartimento. La sua lucente testa pelata e i grandi baffi argentati lucevano così brillanti alla luce del sole come i bottoni dorati del suo panciotto. “Lieto di vederti, lieto di vederti! E tu devi essere il signor Paciock!”

Neville ondeggiò la testa, guardandolo atterrito. Ad un gesto di Slughorn, si sistemarono uno di fronte all’altro nei due soli sedili vuoti, che erano vicino alla porta. Harry lanciò uno sguardo attorno agli altri invitati. Riconobbe un Serpeverde del suo stesso anno, un ragazzone nero con zigomi alti e lunghi occhi obliqui; c’erano anche due ragazzi del settimo anno che Harry non conosceva, schiacciati nell’angolo vicino a Slughorn e con l’espressione di chi non era completamente sicura di come fosse arrivata lì, Ginny.

“Allora, conoscete tutti?” Slughorn chiese ad Harry e Neville. “Blaise Zabini è del vostro anno, naturalmente…”

Zabini non diede alcun segno di riconoscimento o di saluto e neppure Harry o Neville: gli studenti di Griffondoro e Serpeverde si detestavano reciprocamente per principio.

“Questo è Cormac McLaggen, forse vi sarete incrociati…? No?”McLaggen, un grande ragazzo con i capelli come fili di metallo, sollevò una mano e

Harry e Neville gli fecero un cenno in risposta.“… e questo è Marcus Belby, non so se…?”Belby, che era piccolo e con l’aspetto nervoso, fece un sorriso forzato.“… e questa affascinante giovane signorina mi ha detto che vi conosce!” terminò

Slughorn.Ginny fece una smorfia a Harry e Neville da dietro la schiena di Slughorn.“Bene, questo è molto piacevole,” disse Slughorn comodamente. “Una occasione

per conoscerci tutti un po’ meglio. Qui, prendete un tovagliolo. Ho impachettato il mio

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pranzo, il carrello, da come mi ricordo, è pieno di Bacchette Magiche alla liquirizia, e il sistema digestivo di un povero vecchio signore non è proprio adatto a quel genere di cose. Fagiano, Belby?”

Belby iniziò, e accettò quello che sembrava mezzo fagiano freddo.“Ho appena raccontato al giovane Marcus che ho avuto il piacere di insegnare a suo

zio Damocles,” Slughorn disse a Harry e Neville, facendo passare ora un cestino di panini. “ Eccezionale mago, eccezionale, e il suo Ordine di Merlino molto meritato. Vedi spesso tuo zio, Marcus?”

Sfortunatamente, Belby aveva appena preso un gran boccone di fagiano; nella fretta di rispondere a Slughorn mandò giù troppo velocemente, diventando viola e cominciando a soffocarsi.

“Anapneo,” disse Slughorn calma, puntando la sua bacchetta verso Belby, le cui vie aeree sembrarono liberarsi all’istante sgombre.

“No… non molto, no,” boccheggiò Belby, con gli occhi lacrimanti.“Bene, naturalmente, oserei dire che è occupato,” disse Slughorn, guardando con

aria dubbiosa Belby. “Dubito che abbia inventato la Pozione di Aconito senza un considerevole duro lavoro!”

“Immagino...” disse Belby, che sembrava spaventato dall’idea di prendere un altro boccone di fagiano fino a che non era sicuro che Slughorn avesse finito con lui. “Eh... lui e mio padre non vanno molto d’accordo, vede, così io non lo conosco realmente così tanto...”

La sua voce sembrò perdersi lontano mentre Slughorn gli porgeva un freddo sorriso e si girava invece verso McLaggen.

“Ora, tu Cormac,” disse Slughorn, “ per caso so che tu vedi molto tuo zio Tiberius, perché lui ha una splendida fotografiadi voi due a caccia di nogtails, penso, nel Norkfolk?”

“Oh, sì, è statoproprio divertente, certamente,” disse McLaggen, “Andammo con Bertie Higgs e Rufus Scrimgeour – prima ovviamente che diventasse Ministro...”

“Ah, conosci anche Bertie e Rufus?” disse con un sorriso Slughorn, offrendo ora attorno a sè un piccolo vassoio di pasticcini; in qualche modo a Belby non furono offerti. “Ora ditemi...”

Era come Harry aveva sospettato. Ciascuno sembrava essere stato invitato perché aveva relazioni con qualcuno di ben conosciuto o influente – ciascuno a parte Ginny. Zabini, che era stato interrogato dopo McLaggen, si scoprì avere una strega di famosa bellezza per madre (per quello che Harry potè capire, era stata sposata sette volte, ognuno dei suoi mariti era morto misteriosamente e le aveva lasciato un mucchio di quattrini). Il prossimo era il turno di Neville. Furono dieci minuti di vero disagio, perché i genitori di Neville, Aurors molto noti, erano stati torturati fino alla pazzia da Bellatrix Lestrange e da una coppia di amiconi Mangiamorte. Alla fine del colloquio con Neville, Harry aveva l’impressione che Slughorn si riservasse il giudizio, anche per vedere se aveva parte deltalento dei genitori.

“E ora,” disse Slughorn, movendosi notevolmente nel suo sedile con l’aria di un presentatore che introduceva la star principale. “Harry Potter! Da dove cominciare? Ritengo di aver a malapena scalfito la superficie quando ci siamo incontrati durante l’estate!”

Contemplò Harry per un momento cose se egli fosse un pezzo particolarmente grande e succulento di fagiano, poi disse, “«Il Prescelto», così ti chiamano ora!”

Harry non disse nulla. Berlby, McLaggen e Zabini lo stavano tutti fissando.“Naturalmente,” disse Slughorn, guardando Harry con molta attenzione, “ci sono

state dicerie per anni… Mi ricordo quando- beh- dopo quella terribile notte- Lily- James- e tu sopravvivesti- e la voce era che tu dovevi avere poteri oltre l’ordinario…”

Zabini diede un piccolo colpo di tosse che stava chiaramente ad indicare un divertito scetticismo. Una voce adirata esplose da dietro Slughorn.

“Ehi, Zabini, dato che tu sei così pieno di talento... a metterti in mostra...”“Oh, cara!” sogghignò Slughorn facilmente, guardando verso Ginny che stava

guardando con occhi furiosi Zabini oltre la circonferenza del pancione di Slughorn. “Devi fare attenzione, Blaise. Ho visto questa giovane signorina mettere in pratica la

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più fantastica Fattura Orcovolante mentre passavo nella sua carrozza! Non la farei arrabbiare se fossi in te”

Zabini si limitò a lanciare uno sguardo sprezzante.“Comunque,” disse Slughorn, rivolgendosi di nuovo a Harry. “Queste dicerie

quest’estate. Naturalmente, uno non sa a cosa credere, è ben risaputo che la Gazzetta scrive inesattezze, fa errori - ma là sembra non esserci dubbio, dato il numero di testimoni, che ci sia stato una notevole agitazione al Ministero e che tu fossi lì al centro di tutto ciò!”

Harry, che non riusciva a veder alcuna strada al di fuori di quella senza dire apertamente bugie, accennò con il capo ma nondimeno non disse nulla. Slughorn lo guardò sorridendo.

“Così modesto, così modesto, nessuna meraviglia che Silente straveda - eri lì, allora? Ma il resto delle storie - così sensazionali, naturalmente, uno non sa a cosa credere - questa profezia di cui si favoleggia per esempio…”

“Non abbiamo ascoltato nessuna profezia,” disse Neville, diventando rosso geranio mentre lo diceva.

“Esatto,” disse Ginny lealmente. “Neville ed io eravamo entrambi lì, e tutta questa spazzatura su “Il Prescelto” è la Gazzetta che gonfia le cose come al solito”

“Eravate entrambi lì, davvero?” chiese Slughorn con grande interesse, guardando da Ginny a Neville, ma entrambi sedevano chiusi come ostriche davantial suo sorriso di incoraggiamento. “Sì... bene... è vero che la Gazzetta spesso esagera, naturalmente...” Slughorn continuò, con un tono di voce di leggero disappunto. “ Ricordo che il caro Gwenog mi disse - Gwenog Jones, intendo, naturalmente, il Capitano delle Arpie di Holyhead “

Vagava senza meta in prolisse reminescenze, ma Harry aveva la chiara impressione che Slughorn non avesse ancora finito con lui, e che non fosse stato convinto da Neville e Ginny.

Il pomeriggio si trascinò tra molti altri aneddoti riguardanti illustri maghi ai quali Slughorn aveva insegnato, e tutti avevano molto graditoil fare partedi quello che lui chiamava lo “Slug Club” a Hogwarts. Harry non vedeva l’ora di andarsene, ma non vedeva come poteva farlo educatamente. Finalmente il treno uscì da un’altro lungo tratto di nebbia verso un rosso tramonto, e Slughorn si guardò attorno, sbattendo le palpebre nella luce del tramonto.

“Santo cielo, si sta già facendo scuro! Non mi ero accorto che avevano acceso le lampade! Sarà meglio che andiate e indossiate le vostre divise, tutti voi. McLaggen, dovrete passare un giorno da me e farvi prestare quel libro sui Nogtails. Harry, Blaise... passate quando volete. Lo stesso per voi, signorina,” fece l’occhiolino a Ginny. “Bene, andate, andate!”

E spinse oltre Harry nel corridoio che si stava oscurando, Zabini gli lanciò un’occhiata molto sgradevole, che Harry restituì con gli interessi.

Lui, Ginny e Neville seguirono Zabini lungo il treno.“”Sono contento che sia finito,” bisbigliò Neville. “Strano uomo, no?”“trivellasi, un po’,” disse Harry, gli occhi su Zabini. “Come hai finito per arrivare lì,

Ginny?”“Mi ha visto lanciare un incantesimo su Zacharias Smith,” disse Ginny, “ricordate

quell’idiota di Tassorosso che era nell’ E.S.? Continuava ancora e ancora a chiedermi cosa era accaduto nel Ministero e alla fine mi ha dato così fastidio che gli ho fatto il malocchio… quando è arrivato Slughorn ho pensato che fosse arrivato per punirmi, ma ha semplicemente detto che era un incantesimo fatto molto bene e mi ha invitato per il pranzo. Folle, eh?”

“Ragione migliore che invitare qualcuno solo perchè ha una madre famosa,” disse Harry, guardando con aria accigliata la nuca di Zabini, “o perchè il loro zio...”

Ma si zittì. Un’idea gli stava venendo in mente, una idea spericolata, ma potenzialmente meravigliosa... tempo un minuto e Zabini sarebbe rientrato nello scompartimento dei Serpeverde del sesto anno e Malfoy sarebbe stato seduto lì, pensando di non essere udito da nessuno eccetto i suoi fedeli Serpeverde... se Harry poteva solo entrare, non visto, dietro di lui, cosa avrebbe potuto sentire o vedere? Era

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vero, mancava poco alla fine del viaggio – la stazione di Hogsmeade era lontana meno di mezz’ora, a giudicare dallo stato selvaggio dello scenario che scorreva dietro i finestrini – ma nessun altro sembrava pronto a prendere sul serio i sospetti di Harry, così doveva fornire loro una prova.

“Vi vedrò dopo, voi due,” disse Harry in un sussurro, prendendo il suo Mantello dell’Invisibilità e gettandoselo sopra.

“Ma cosa stai...?” chiese Neville.“Dopo!” sussurrò Harry, lanciandosi dietro a Zabini il più silenziosamente possibile,

benchè lo sferragliare del treno rendesse ogni precauzione quasi inutile.Il corridoio era quasi completamente pieno ora. Quasi tutti era rientrati nei loro

scompartimenti per cambiarsi con le divise della loro casa e imballare le loro cose. Anche se era così vicino da poter seguire Zabini senza toccarlo, Harry non fu abbastanza veloce da scivolare nello scompartimento quando Zabini aprì la porta. Zabini stava ormai richiudendola quando Harry mise avanti in fretta il piede per evitare che si chiudesse.

“Cosa ha di storto questa porta?” disse Zabini con ira e scagliò la porta scorrevole ripetutamente contro il piede di Harry.

Harry afferrò la porta e la aprì con forza; Zabini, ancora stringendo la maniglia, crollò verso di fianco in grembo a Gregory Goyle, e nella confusione che seguì , Harry balzò nello scompartimento, precipitandosi nel sedile temporaneamente vuoto di Zabini, e issò se stesso nella rastrelliera dei bagagli. Per fortuna Goyle e Zabini stavano ringhiando uno contro l’altro, con gli occhi di tutti puntati addosso, per Harry che era abbastanza sicuro che i piedi e le caviglie fossero stati visibili mentre il Mantello sventolava attorno a lui; effettivamente ci fu un orribile momento in cui pensò di aver visto gli occhi di Malfoy seguire le sue scarpe da ginnastica mentre scalciava cercando di arrampicarsi fuori dal suo campo visivo.; ma poi Goyle chiuse violentemente la porta e lanciò Zabini lontano da sé, Zabini crollò nel suo sedile con l’aspetto arruffato, Vincent Tiger ritornò ai suo i fumetti, e Malfoy, ridacchiando, si distese lungo due sedili con la sua testa sulle ginocchia di Pansy Parkinson. Harry si raggomitolò scomodamente sotto il Mantello, assicurandosi che ogni minima parte di sé rimanesse nascosta, e osservò Pansy accarezzare i lisci capelli biondi sulla fronte di Malfoy, sorridendo compiaciuta, come se chiunque avrebbe smaniato per essere al suo posto. Le lanterne oscillavano dal soffitto della carrozza emettendo una viva luce su tutta la scena: Harry poteva leggere ogni parola del fumetto di Tiger direttamente sotto di lui.

“Così, Zabini,” disse Malfoy, “cosa voleva Slughorn?”“Solo cercare di mettere insieme gente famosa,” disse Zaini, che stava ancora

guardando bieco Goyle. “Non che sia riuscito a trovarne molti”Questa informazione non sembrò piacere a Malfoy.“Chi altro è stato invitato?” domandò.“McLaggen da Grifondoro ,” disse Zabini.“Oh, già, suo zio è unpezzo grosso al Ministero,” disse Malfoy.“... qualcuno di nome Belby, da Corvonero...”“Non lui, è uno stupido!” disse Pansy.“… e Paciock, Potter, e la ragazza Weasley.” Terminò Zabini.Malfoy si mise a seder immediatamente, sbattendo la mano di Pansy di lato.“Ha invitato Paciock?”“Certo, immagino di sì, dato che Paciock c’era,” disse Zabini in tono indifferente.“Cosa ha Paciock da interessare Slughorn?”Zabini si strinse le spalle.“Potter, il preziosissimo Potter, ovviamente voleva dare un’occhiata al Prescelto,”

sogghignò Malfoy, “ma quella ragazza Weasley! Cosa ha di speciale quella?”“Piace ad un mucchio di ragazzi,” disse Pansy, guardando Malfoy con la coda

dell’occhio per vedere la sua reazione. “Anche tu pensi che sia bella da vedere, non è vero Blaise, e sappiamo come sei difficile da accontentare!”

“Non intendo toccare un sudicio traditore della nostra razzacome lei, qualunque sia il suo aspetto,” disse Zabini con freddezza, e Pansy sembrò compiaciuta. Malfoy si stesesdi nuovo sulle sue ginocchia e lasciò che riprendesse ad accarezzargli i capelli.

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“Bene, pietà per i gusti di Slughorn. Forse comincia ad essere un po’ vecchio. Peccato, mio padre spesso dice che è stato un gran mago ai suoi tempi. Mio padre era un suo favorito. Slughorn probabilmente non sapeva che ero sul treno, o…”

“Non ci conterei su un invito,” disse Zabini. “Mi ha chiesto del padre di Nott quando sono arrivato per primo. Erano vecchi amici, sembrerebbe, ma quando ha sentito che è stato catturato al Ministero non mi è sembrato felice, e Nott non ha ricevuto un invito, non è vero? Non credo che a Slughorn interessino i Mangiamorte.”

Malfoy sembrò adirato, ma si costrinse a far uscire una strana risata priva di umorismo.

“Bene, chi si preoccupa di cosa gli interessa? Chi è lui, alla fine? Solo uno stupido insegnante.” Malfoy sbadigliò ostentatamente. “Voglio dire, potrei non essere più ad Hogwarts il prossimo anno, che importanza ha per me se piaccio o no a qualche vecchio grasso che ha fatto il suo tempo?”

“Cosa significa che potresti non essere ad Hogwarts il prossimo anno?” chiese Pansy con tono indignato, smettendo immediatamente di sistemarli i capelli.

“Bene, non si sa mai,” disse Malfoy con l’accenno di un sorriso compiaciuto. “Potrei - ehm - essere passato a maggiori e migliori cose.”

Rannicchiato nella rastrelliera dei bagagli sotto il suo Mantello, il cuore di Harry cominciò a correre a tutta velocità. Cosa avrebbero detto Ron e Hermione di questo? Tiger e Goyle erano rimasti a bocca aperta davanti a Malfoy; apparentemente non avevano neppure una vaga idea di nessun piano per passare a maggiori e migliori cose. Anche Zabini si era permesso una espressione di curiosità che rovinava il suo arrogante profilo. Pansy ricominciò il lento lisciare dei capelli di Malfoy, stupita.

“Intendi… Lui?”Malfoy si strinse le spalle.“Mia madre vuole che io completi la mia educazione, ma personalmente. non vedo

come possa essere considerata così importante di questi tempi. Intendo dire, pensate a questo… Quando il Signore Oscuro avrà il comando, sarà importante quanti G.U.F.O. o M.A.G.O. qualcuno avrà preso? Non credo proprio… dipenderà tutto dal tipo di servizio che riceverà, dal livello di devozione che gli sarà mostrato.”

“E tu pensi che sarai capace di fare qualcosa per lui?” chiese Zabini aspramente. “A sedici anni saremmo anche già pienamente qualificati?”

“Lo ho appena detto, no? Forse non gli interessa se non sono qualificato. Forse il lavoro che vuole farmi fare non è nulla che richieda di essere qualificato per farlo,” disse Malfoy tranquillamente.

Tiger e Goyle erano entrambi seduti con le bocche aperte come gargoyle. Pansy fissava giù verso Malfoy come se non avesse mai visto nulla di così maestoso.

“Posso vedere Hogwarts,” disse Malfoy chiaramente assaporando l’effetto che aveva creato mentre puntava il dito fuori dal finestrino che si oscurava. “Sarà meglio che ci mettiamo le divise.”

Harry era così indaffarato a fissare Malfoy che non si accorse che Goyle si stava allungando verso il proprio bagaglio; mentre lo faceva oscillare verso il basso, colpì con forza Harry su un lato della testa. Si lasciò sfuggire un involontario rantolo di dolore e Malfoy guardò verso la rastrelliera dei bagagli, aggrottando le sopracciglia.

Harry non temeva Malfoy, ma ora non gli paiceva molto l’idea di essere scoperto mentre si nascondeva sotto il Mantello dell’Invisibilità da un gruppo di ostili Serpeverde. Gli occhi ancora lacrimanti e la testa ancora pulsante, tirò a sé la bacchetta, attento a non muovere il Mantello, e attese, trattenendo il fiato. Con sollievo, Malfoy sembrò decidere che si era immaginato il rumore; raccolse le sue cose come gli altri, chiuse il suo bagaglio e, mentre il treno rallentava fino ad avanzare a lenti sobbalzi, si avvolse un nuovo pesante mantello da viaggio attorno alle spalle.

Harry poteva vedere i corridoi riempirsi nuovamente e sperò che Hermione e Ron avessero tirato fuori le sue cose sulla piattaforma al posto suo; era bloccato dove era fino a quando lo scompartimento non fosse stato completamente vuoto. Infine, con un sobbalzo finale, il treno si fermò del tutto. Goyle aprì con impeto la porta e si fece

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strada a forza in un combriccola del secondo anno, allontanandoli a pugni, con Tiger e Zabini che lo seguivano.

“Ti vai,” disse Malfoy a Pansy, che lo stava aspettando con la mano allungata come se sperasse che lui la stringesse. “Devo solo controllare qualcosa.”

Pansy uscì. Ora Harry e Malfoy erano soli nello scompartimento. La gente era già passata oltre, scendendo nella nera piattaforma. Malfoy si spostò verso la porta dello scompartimento e abbassò le tende, così che la gente nel corridoio non potessero osservare. Poi si chinò verso il bagaglio.

Harry osservò giù oltre il bordo della rastrelliera di bagagli, con il cuore che batteva un po’ più veloce. Cosa voleva nascondere Malfoy a Pansy? Stava per cedere il misterioso oggetto rotto che era così importante da riparare?

"Petrificus Totalus!"Senza preavviso, Malfoy puntò la sua bacchetta verso Harry, che fu

istantaneamente paralizzato. Come al rallentatore, ruzzolò fuori dalla rastrelliera dei bagagli e cadde dando un colpo spaventoso, tale da far tremare il pavimente, ai piedi di Malfoy, il Mantello dell’Invisibilità intrappolato sotto di lui, l’intero corpo in vista con le gambe ancora piegate in una posizione di rigida genuflessione. Non poteva muovere un muscolo: poteva solo fissare lo sguardo verso Malfoy, che sorrideva apertamente.

“Lo immaginavo,” disse giubilante. “Ho sentito il bagaglio di Goyle colpirti. E ho immaginato di vedere un lampo bianco attraversarel’aria dopo che Zabini era entrato…” I suoi occhi si soffermarono per un momento sulle scarpe da ginnastica. “Eri tu che bloccavi la porta quando Zabini sta entrando, no?”

Esaminò Harry per un momento.“Non hai sentito nulla di importante, Potter. Ma poiché ho te qui…”E picchiò con forza sulla faccia di Harry. Harry sentì il naso rompersi, il sangue

zampillare ovunque.“Questo è per mio padre. Ora, vediamo…”Malfoy trascinò via il Mantello da sotto il corpo immobilizzato di Harry e lo tirò sopra

di lui.“Non ho considerato che non ti ritroveranno fino al rientro del treno a Londra,”

disse tranquillamente. “Ci vediamo in giro, Potter… o no.”E facendo attenzione a calpestare le dita di Harry, Malfoy uscì dallo

scompartimento.

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CAPITOLO OTTO

IL TRIONFO DI PITONHarry non era in grado di muovere neppure un muscolo. Giaceva sotto il Mantello

dell’Invisibilità con il sangue che, dal naso, gli colava caldo e bagnato sul volto, ascoltando le voci ed i passi nel corridoio. Il suo pensiero immediato fu che certamente qualcuno avrebbe controllato lo scompartimento, prima che il treno partisse di nuovo. Subito dopo gli sopravvenne, però, la sconsolata comprensione del fatto che, anche se qualcuno avesse guardato nello scompartimento, in ogni caso lui non sarebbe stato né visto né sentito. Il meglio che poteva sperare era che qualcuno entrasse e gli inciampasse sopra.

Harry non aveva mai odiato Malfoy quanto dal momento in cui giaceva là, come una ridicola tartaruga girata sul dorso, con il sangue che gli gocciolava disgustosamente nella bocca aperta. In che stupida situazione si era cacciato… ed ora anche quegli ultimi rari rumori di passi si stavano allontanando. Tutti si stavano sparpagliando lungo la buia piattaforma là fuori: poteva sentire i bauli trascinati che sfregavano per terra ed un chiassoso chiacchiericcio.

Ron e Hermione avevano certo pensato che avesse lasciato il treno senza di loro. Quando fossero arrivati a Hogwarts ed avessero preso posto in Sala Grande, dopo aver guardato su e giù lungo il tavolo di Grifondoro alcune volte, avrebbero finalmente realizzato che non c’era ed allora, senza alcun dubbio, si sarebbe già trovato a metà della strada di ritorno verso Londra.

Cercò di emettere qualche suono, fosse anche un grugnito, ma gli era impossibile. Allora si ricordò che alcuni maghi, come Silente ad esempio, potevano fare magie anche senza pronunciare a voce alta le relative formule, così cercò di attirare a sé la bacchetta, che gli era sfuggita di mano, ripetendo più e più volte le parole Accio bacchetta! nella mente, ma non accadde proprio nulla.

Gli sembrò di udire lo stormire delle fronde degli alberi che circondavano il lago ed il lontano fischio di un gufo, ma nessun indizio che gli potesse suggerire che lo stavano cercando o addirittura (si vergognò un pochino per averlo sperato) voci allarmate che si domandavano dove fosse finito Harry Potter. Una sensazione di disperazione si diffuse in lui mentre immaginava il convoglio di carrozze, trainate dai Thestral, inerpicarsi verso la scuola e gli echi attutiti delle risate provenienti dallo scompartimento dove Malfoy stava narrando del suo attacco a Harry ai suoi compagni Serpeverde.

Il treno sobbalzò, facendo rotolare Harry di lato. Ora fissava la polverosa parte inferiore dei sedili invece del soffitto. Il pavimento cominciò a vibrare quando la locomotiva prese vita con un rombo potente. L’Espresso stava ripartendo e nessuno sapeva che lui era ancora lì…

All’improvviso sentì il Mantello dell’Invisibilità volare via ed una voce sopra la testa dire, “Ciao Harry.”

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Ci fu un lampo di luce rossa ed il corpo di Harry si sbloccò. Era finalmente in grado di mettersi in una più dignitosa posizione seduta, strofinò via rudemente il sangue dai lividi con il dorso della mano e sollevò la testa guardando in alto verso Tonks, che aveva in mano il Mantello dell’Invisibilità che gli aveva appena tirato via.

“Sarebbe meglio se uscissimo di qui, e alla svelta,” disse, mentre i finestrini venivano oscurati dal vapore ed il treno si avviava ad uscire dalla stazione. “Muoviti, saltiamo.”

Harry la seguì di corsa nel corridoio. Lei aprì la porta del treno e balzò sulla piattaforma, che sembrava scorrere sotto di loro mentre il treno prendeva lo slancio. La seguì, barcollando un po’ nell’atterraggio, quindi si raddrizzò in tempo per vedere la luccicante locomotiva scarlatta prendere velocità, girare l’angolo, e sparire dalla vista.

L’aria fredda della notte gli alleviò il pulsare al naso. Tonks lo stava guardando. Era arrabbiato e imbarazzato per essere stato trovato in quella ridicola posizione. Lei gli restituì silenziosamente il Mantello dell’Invisibilità.

“Chi te lo ha fatto?”“Draco Malfoy,” disse Harry amaramente. “Grazie di… beh…”“Di niente,” disse Tonks, ma senza sorridere. Da quello che Harry poteva vedere

nell’oscurità, aveva un aspetto miserabile e capelli color topo come quando l’aveva incontrata alla Tana. “Posso sistemarti il naso, se stai fermo.”

Harry non concordava molto con questa idea. Avrebbe preferito recarsi da Madama Chips, l’infermiera del castello, nella quale riponeva maggiore fiducia quando si trattava di Incantesimi di Guarigione, ma gli sembrava scortese dirlo, così rimase immobile e chiuse gli occhi,

“Episkey” disse Tonks.Il naso di Harry diventò molto caldo, e poi molto freddo. Alzò una mano e lo tastò

con circospezione. Sembrava essere stato sistemato.“Grazie mille!”“È meglio se ti rimetti il mantello, così possiamo andare verso la scuola,” disse

Tonks, sempre senza sorridere. Mentre Harry si sistemava sotto il mantello, la strega fece ondeggiare la bacchetta: dalla punta emerse un’immensa creatura argentea a quattro zampe che subito svanì nell’oscurità.

“Era un Patronus?” chiese Harry, che aveva già visto Silente mandare un messaggio come quello.

“Sì, sto informando il castello che ti ho trovato, altrimenti si preoccuperanno. Andiamo, è meglio non perder tempo.”

Si misero in moto verso il sentiero che conduceva alla scuola.“Come hai fatto a trovarmi?”“Ho notato che non eri sceso dal treno e sapevo che avevi quel mantello. Ho

pensato che ti stessi nascondendo per qualche ragione. Quando ho visto che le tendine di quello scompartimento erano state abbassate, ho pensato che fosse meglio controllare.”

“Ad ogni modo, cosa stavi facendo qui?” chiese Harry.“Sono di stanza qui a Hogsmeade, ora, per fornire un’ulteriore protezione alla

scuola,” disse Tonks.“Ci sei solo tu qui, o… ?”“No, ci sono anche Proudfoot, Savage, e Dawlish.”“Dawlish, quell’Auror che Silente attaccò l’anno scorso?”“Esatto.”Arrancarono sul sentiero buio e deserto, seguendo le tracce appena lasciate dalle

carrozze. Harry sbirciava di traverso Tonks, da sotto il mantello. L’anno precedente si era dimostrata curiosa (al punto di diventare anche un po’ seccante talvolta), aveva riso con facilità e fatto scherzi. Ora sembrava più vecchia e molto più seria e determinata. Tutto questo era la conseguenza di ciò che era accaduto al Ministero? Con disagio ricordò che Hermione gli aveva suggerito di dirle qualcosa di confortante, riguardo a Sirius, tipo che non era stata per nulla colpa sua, ma lui non era mai riuscito a farlo. Era ben lontano dall’incolparla della morte di Sirius; non era colpa sua più che di chiunque altro (e certo era molto meno colpevole che lui stesso), ma non gli piaceva

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parlare di Sirius, se solo poteva evitarlo. Così scarpinarono in silenzio nella notte fredda, il lungo mantello di Tonks che ondeggiava sul terreno dietro di loro.

Essendo sempre passato di lì sulle carrozze, Harry non si era mai reso bene conto di quanto la stazione di Hogsmeade distasse da Hogwarts. Con suo gran sollievo, finalmente, vide le alte colonne ai lati del cancello, ognuna con un cinghiale alato sulla sommità. Aveva freddo, era affamato e desiderava veramente lasciarsi alle spalle questa nuova, triste Tonks. Ma quando allungò la mano per aprire il cancello, lo trovò chiuso con una catena.

“Alohomora!” esclamò con sicurezza, puntando la bacchetta sul lucchetto, ma non accadde nulla.

“Non funziona con queste,” spiegò Tonks. “Le ha stregate personalmente Silente.”Harry si guardò intorno, “Posso scavalcare il muro,” suggerì.“Non puoi,” affermò Tonks. “Ci sono incantesimi anti-intrusi su tutte le mura. Le

misure di sicurezza sono state rafforzate cento volte questa estate.”“Bene, allora,” disse Harry, cominciando a trovare fastidiosa quella sua mancanza

di aiuto, “Suppongo che dovrò dormire qui fori ed attendere domattina.”“Qualcuno sta venendo qui per te,” disse Tonks, “Guarda.”Una lanterna si muoveva a scatti a diversi passi dal castello. Harry fu così felice di

vederla che si sentiva anche disposto a sopportare le stizzite critiche di Gazza sul suo ritardo e lo sbraitare circa il fatto che la regolare applicazione di serrapollici avrebbe di molto migliorato il suo rispetto degli orari. Fu solo quando la fiammeggiante luce gialla si trovò a poco più di dieci passi da loro, ed egli si tolse il Mantello dell’Invisibilità così da poter essere visto, che riconobbe, con un moto di puro disgusto, il naso a uncino illuminato dal basso ed i lunghi, unti, capelli neri di Severus Piton.

“Bene, bene, bene,” sogghignò Piton, estraendo la bacchetta ed aprendo subito il lucchetto, così che le catene si riavvolsero indietro ed il cancello si aprì cigolando. “Gentile, da parte tua, renderti visibile, Potter, sebbene tu abbia evidentemente deciso che indossare la divisa scolastica avrebbe sminuito la tua apparizione.”

“Non ho potuto cambiarmi, non avevo il mio…” cercò di giustificarsi Harry, ma Piton lo oltrepassò.

“Non c’è alcun bisogno che tu rimanga, Ninfadora, Potter è abbastanza… ah… al sicuro nelle mie mani.”

“Pensavo che fosse stato Hagrid a ricevere il messaggio,” rispose Tonks, accigliandosi.

“Hagrid era in ritardo per il banchetto d’inizio anno, proprio come Potter qua, così l’ho ricevuto io. E, per inciso,” disse Piton, rimanendo indietro per permettere a Harry di oltrepassarlo, “ero curioso di vedere il tuo nuovo Patronus.”

Le sbatté il cancello in faccia con un sonoro fragore, richiuse le catene sempre con la bacchetta e quelle strisciarono, tintinnanti, al loro posto.

“Penso che fosse molto meglio il precedente,” disse Piton, con malizia facilmente riconoscibile nella voce. “Quest’ultimo sembra debole.”

Mentre Piton sollevava la lanterna, Harry vide, fugacemente, uno sguardo di violenta emozione e di collera sul volto di Tonks. Poi fu nuovamente inghiottita dall’oscurità.

“Buonanotte,” le gridò Harry oltre la spalla, mentre si incamminava verso la scuola con Piton. “Grazie per… tutto.”

“Arrivederci, Harry.”Piton non parlò per circa un minuto. A Harry pareva che dentro di lui si stessero

generando ondate di odio così potenti che gli sembrava inverosimile che Piton non ne sentisse quanto gli bruciasse. Aveva detestato Piton fin dal loro primo incontro, ma Piton si era messo sempre ed irrevocabilmente oltre ogni possibilità di perdono, da parte di Harry, a causa del suo atteggiamento verso Sirius. Qualsiasi cosa Silente avesse affermato, ed Harry aveva avuto tempo di rifletterci su durante l’estate, aveva concluso che le sprezzanti osservazioni di Piton sul rimanere nascosto al sicuro, mentre il resto dell’Ordine della Fenice era fuori a combattere contro Voldemort, erano probabilmente state il fattore più potente che aveva spinto Sirius a precipitarsi al Ministero la notte in cui era morto. Harry si era aggrappato a quest’idea, perché gli

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permetteva di incolpare Piton, la qual cosa era soddisfacente, e anche perché era consapevole che, se c’era qualcuno che non era dispiaciuto per la morte di Sirius, quello era proprio l’uomo che camminava a grandi passi accanto a lui nell’oscurità.

“Cinquanta punti in meno a Grifondoro per il tuo ritardo, direi,” disse infine Piton. “E, vediamo, altri venti punti in meno per il tuo abbigliamento da Babbano. Non credo, sai, che ci sia mai stata una Casa che abbia cominciato così presto a perdere punti: non abbiamo ancora cominciato a mangiare il pudding. Può darsi che tu abbia stabilito un primato, Potter.”

Il furore e l’odio ribollivano in Harry come fiamme incandescenti, ma avrebbe preferito rimanere immobilizzato per tutto il tragitto di ritorno verso Londra, piuttosto che raccontare a Piton perché era in ritardo.

“Suppongo tu volessi fare un’entrata ad effetto, vero?” Continuò Piton. “E senza l’automobile volante a disposizione, hai deciso che irrompere in Sala Grande nel pieno del banchetto d’inizio anno avrebbe creato un effetto sensazionale.”

Harry rimase ancora in silenzio, anche se si aspettava che il suo petto potesse esplodere da un momento all’altro. Sapeva che Piton era andato a prenderlo per questo motivo, per quei pochi minuti in cui poteva stuzzicarlo e tormentarlo senza che qualcun altro potesse ascoltare.

Alla fine raggiunsero la gradinata del castello e, mentre la grande porta di quercia si apriva nel vasto salone di ingresso, tutto parato a festa, uno scoppio di chiacchiere e di risate ed il tintinnio di piatti e bicchieri li accolse dalle porte aperte della Sala Grande. Harry si chiese se avrebbe potuto indossare il Mantello dell’Invisibilità e, quindi, raggiungere il suo posto lungo il tavolo di Grifondoro (che, disgraziatamente, era quello più lontano dall’ingresso) senza essere notato. Proprio come se gli avesse letto nella mente, però, Piton disse, “Nessun mantello. Puoi entrare cosicché chiunque ti veda, che è esattamente quello che volevi, ne sono certo.”

Harry si girò sui due piedi ed avanzò con decisione attraverso la porta aperta: qualunque cosa pur di andar via da Piton. La Sala Grande, con i quattro lunghi tavoli delle Case e, in fondo, il tavolo degli insegnanti, era decorata come al solito con candele sospese nell’aria che rendevano scintillanti e luminosi i piatti sotto di loro. Fu una dolorosa ma sfavillante visione per Harry che, ad ogni modo, camminò così veloce che aveva già sorpassato il tavolo di Tassorosso prima che gli studenti cominciassero a guardarlo e, quando si alzarono in piedi per vederlo meglio, aveva già individuato Ron e Hermione, e s’era diretto lungo la panca, infilandosi tra loro.

“Dove sei stato… accidenti, cos’hai fatto alla faccia?” chiese Ron, strabuzzando gli occhi come chiunque altro nelle vicinanze.

“Perché, cosa c’è che non va?” chiese Harry, afferrando un cucchiaio per osservarsi nel suo distorto riflesso.

“Sei pieno di sangue!” esclamò Hermione. “Vieni qui…”Alzò la bacchetta, pronunciò “Tergeo!” ed il sangue secco svanì.“Grazie,” disse Harry, palpandosi la faccia ora pulita. “Come sembra il mio naso?”“Normale” mormorò Hermione con ansia. “Perché non dovrebbe? Harry, cos’è

successo? Eravamo molto spaventati per te!”“Ve lo dirò più tardi,” tagliò corto Harry. Era ben consapevole che Ginny, Neville,

Dean e Seamus li stavano ascoltando di nascosto. Anche Nick-Quasi-Senza-Testa, il fantasma di Grifondoro, fluttuava sopra la panca per origliare.

“Ma…” esclamò Hermione.“Non ora, Hermione,” disse Harry, con tono volutamente minaccioso. Sperava

proprio che tutti loro pensassero che era stato coinvolto in qualcosa d’eroico, che implicasse preferibilmente un paio di mangiamorte ed un Dissennatore. Malfoy doveva già aver diffuso quanto più possibile la sua storia, ovviamente, ma c’era sempre qualche probabilità che non avesse ancora raggiunto tutte le orecchie dei Grifondoro.

Si stese oltre Ron per afferrare un paio di cosce di pollo ed una manciata di patatine, ma prima che le potesse prendere, quelle svanirono per essere rimpiazzate con il pudding.

“Ti sei perso lo Smistamento, comunque,” disse Hermione, mentre Ron affondava la mano in una grossa torta di cioccolato.

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“Il Cappello ha detto qualcosa d’interessante?” chiese Harry, prendendo un pezzo di crostata alla melassa.

“Più o meno le solite cose, davvero… raccomandandoci di rimanere tutti uniti di fronte ai nemici, lo sai.”

“Silente non ha fatto alcun accenno a Voldemort?”“Non ancora, ma di solito rinvia il suo discorso alla fine del banchetto, no? Non ci

manca molto, ormai.”“Piton ha detto che anche Hagrid era in ritardo…”“Hai visto Piton? Come mai?” bofonchiò Ron, mentre si strafogava di dolci.“Mi ci sono imbattuto per caso” rispose Harry evasivamente.“Hagrid aveva solo pochi minuti di ritardo,” spiegò Hermione. “Guarda, ti sta

salutando, Harry.”Harry alzò lo sguardo verso la tavola degli insegnanti e fece un largo sorriso ad

Hagrid, che lo stava ancora salutando. Hagrid non era ancora del tutto riuscito a comportarsi con la dignità della Professoressa McGranitt, Capocasa dei Grifondoro, la cui sommità del capo spuntava all’incirca tra il gomito e la spalla di Hagrid, al quale era seduta a fianco e che stava osservando con disapprovazione i loro entusiastici saluti. Harry fu sorpreso di vedere l’insegnante di Divinazione, la Professoressa Cooman, seduta all’altro lato di Hagrid. Raramente lasciava la sua torre e non l’aveva mai vista al banchetto di inizio anno prima di allora. Era stravagante come al solito, rilucente di collane e scialli svolazzanti, gli occhi resi enormi dalle lenti degli occhiali. Avendola sempre considerata un po’ un’imbrogliona, Harry era rimasto scioccato quando aveva scoperto, alla fine del precedente anno scolastico, che era stata proprio lei a fare la profezia che aveva indotto Lord Voldemort ad uccidere i suoi genitori e ad attaccare Harry stesso. Questa scoperta lo rendeva ancora meno desideroso di ritrovarsi in sua compagnia, ma, con suo sollievo, da quest’anno poteva abbandonare Divinazione. I suoi occhi, grandi come fari, ruotarono nella sua direzione ed egli volse velocemente lo sguardo verso il tavolo di Serpeverde. Draco Malfoy, tra rauche risate ed applausi, stava mimando il momento in cui gli aveva spaccato il naso. Harry abbassò lo sguardo a fissare la sua torta alla melassa, di nuovo in preda all’ira. Cosa avrebbe dato per poter affrontare Malfoy faccia a faccia…

“Allora, cosa voleva il Professor Slughorn?” chiese Hermione.“Sapere cos’era realmente successo al Ministero.” Rispose Harry.“Lui e chiunque altro, qui dentro,” arricciò il naso Hermione. “Sul treno tutti ci

hanno rivolto domande su questo, vero Ron?”“Sì,” rispose Ron. “Tutti volevano sapere se tu sei davvero il «Prescelto»…”“Ci sono state diverse discussioni su quel tema anche tra i fantasmi,” li interruppe

Nick-Quasi-Senza-Testa, inclinando verso Harry la sua testa quasi del tutto staccata, che oscillò pericolosamente nella gorgiera. “Sono considerato un po’ come un’autorità in tema di Potter; è largamente risaputo che siamo amici.. ho garantito alla comunità dei fantasmi, ad ogni modo, che non ti avrei importunato per ottenere informazioni. «Harry Potter sa che può riporre in me la massima confidenza» ho detto loro. «Preferirei morire piuttosto che tradire la sua fiducia. »”

“Che non vale poi molto, visto che sei già morto,” osservò Ron.“Ancora una volta, dimostri la stessa sensibilità di un’ascia non affilata,” rispose

Nick-Quasi-Senza-Testa con tono offeso, e si sollevò in aria scivolando verso l’estremità più lontana del tavolo di Grifondoro proprio mentre Silente si alzava in piedi alla tavola degli insegnanti. Il brusio e le risate che echeggiavano nella Sala cessarono quasi istantaneamente.

“Auguro la miglior serata a tutti voi!” esclamò sorridendo apertamente con le braccia allargate come se volesse abbracciare l’intera sala.

“Cos’è successo alla sua mano?” mormorò Hermione con un filo di fiato.Non era l’unica ad averlo notato. La mano destra di Silente era tutta nera e

sembrava morta proprio come lo era nella notte in cui era andato a prendere Harry dai Dursley. La sala era piena di mormorii. Silente, interpretandoli correttamente, sorrise solo e fece scivolare la manica color oro e porpora sulla mano ferita.

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“Nulla di cui preoccuparsi,” disse con disinvoltura. “Ed ora… ai nostri nuovi studenti, benvenuti, ai nostri vecchi studenti, bentornati! Un altro anno pieno d’istruzione magica vi attende…”

“La sua mano era già così quando l’ho visto questa estate,” sussurrò Harry a Hermione “Pensavo che sarebbe guarita per l’inizio della scuola, ma… forse Madama Chips non è stata in grado di farlo.”

“Sembra come se fosse morta,” disse Hermione, con un’espressione nauseata. “Ci sono certe ferite che non si possono curare… antichi sortilegi… e ci sono veleni senza antidoti…”

“… e il signor Gazza, il nostro guardiano, mi ha chiesto di dire che sono completamente fuori legge tutti gli scherzi comprati nel negozio Tiri Vispi Weasley.”

“Coloro che desiderano giocare nella squadra di Quidditch della propria Casa, forniscano il loro nominativo al Capocasa, come al solito. Stiamo anche cercando nuovi commentatori per le partite di Quidditch, gli interessati facciano altrettanto.

“Siamo lieti di dare il benvenuto ad un nuovo membro del personale insegnante per quest’anno, il Professor Slughorn,” Slughorn si alzò, la testa pelata che luccicava alla luce delle candele e la grossa pancia, avvolta in una alta cintura, che gettava ombra sulla tavola, “che è un mio vecchio collega e che ha accettato di riassumere il suo vecchio posto di Professore di Pozioni.”

“Pozioni?”“Pozioni?”La parola echeggiò attraverso la sala mentre tutti si chiedevano se avevano udito

bene.“Pozioni?” esclamarono Ron e Hermione all’unisono, girandosi a fissare Harry. “Ma

tu avevi detto…”“Il Professo Piton, invece,” disse Silente, alzando la voce per sovrastare il

rumoreggiare della sala, “prenderà la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure.”“No!” urlo Harry così forte che molte teste si girarono nella sua direzione. Ma non

gliene importava nulla. Fissava il tavolo degli insegnati, assolutamente furioso. Perché, dopo tutto questo tempo, la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure era stata affidata a Piton? Non era ormai ampiamente noto da anni che Silente non si fidava di lui per questo incarico?

“Ma Harry, avevi detto che Slughorn sarebbe diventato il nuovo Professore di Difesa Contro le Arti Oscure!” esclamò Hermione.

“Pensavo che fosse così!” rispose Harry, spremendosi il cervello per cercare di ricordare quando Silente glielo aveva detto, ma, ora che ci pensava, non era in grado di rammentare se Silente gli avesse mai detto cosa avrebbe insegnato Slughorn.

Piton, che era seduto alla destra di Silente, non si alzò in piedi quando fu fatto il suo nome. Sollevò solo una mano in un indolente riconoscimento dell’applauso che proveniva dal tavolo di Serpeverde, nondimeno Harry era sicuro di aver scorto un lampo di trionfo in quel viso che odiava così tanto.

“Bene, almeno c’è una buona notizia,” disse con astio. “Piton se ne sarà andato per la fine dell’anno scolastico.”

“Cosa intendi dire?” chiese Ron.“Quella cattedra porta iella. Nessuno è durato per più di un anno… Raptor è

addirittura morto… Personalmente terrò le dita incrociate per un’altra morte… ““Harry!” esclamò Hermione scioccata, con tono di rimprovero.“Potrebbe semplicemente tornare ad insegnare Pozioni alla fine dell’anno” obiettò

Ron con ragionevolezza. “Quello Slughorn potrebbe non voler rimanere a lungo. Come Moody.”

Silente si schiarì la voce. Harry, Ron e Hermione non erano i soli che stavano parlando. Nell’intera Sala Grande era esploso un grande ronzio di fitte conversazioni alla notizia che Piton aveva finalmente realizzato il suo più grande desiderio. Apparentemente inconsapevole della sensazionale natura della notizia che aveva appena comunicato, Silente non disse nient’altro in merito alle nomine degli insegnanti, ma attese alcuni secondi per assicurarsi che il silenzio fosse completo prima di continuare.

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“Ora, come tutti in questa Sala sanno, Lord Voldemort ed i suoi seguaci sono ancora una volta in libertà e stanno riacquistando potere.”

Il silenzio sembrava tendersi e sciogliersi mentre Silente parlava. Harry sbirciò verso Malfoy. Non stava guardando Silente, ma stava muovendo la forchetta a mezz’aria come una bacchetta, come se trovasse le parole del Preside non degne della sua attenzione.

“Non potrò mai sottolineare con sufficiente forza quanto sia pericolosa l’attuale situazione, e quanta attenzione ognuno di noi debba porre per assicurarsi di rimanere al sicuro dentro Hogwarts. Le difese magiche del castello sono state rafforzate durante l’estate, ed ora siamo protetti in nuovi e più potenti modi, ma dobbiamo ancora guardarci scrupolosamente dalla negligenza da parte di qualsiasi studente o membro del corpo insegnate. Vi esorto, quindi, ad attenervi ad ogni restrizione che i vostri insegnanti vi imporranno per la vostra sicurezza, per quanto seccante possiate trovarla… in particolare la regola di rimanere a letto oltre l’orario del silenzio. Vi prego vivamente, qualsiasi cosa strana o sospetta possiate notare dentro o fuori del castello, di riferirla immediatamente ad un insegnante. Confido che vi comportiate, costantemente, con il massimo riguardo per la vostra ed altrui sicurezza.”

Gli occhi azzurri di Silente passarono velocemente in rassegna gli studenti, poi sorrise ancora una volta.

“Ma ora i vostri letti vi attendono, caldi e confortevoli proprio come voi li desiderate, e so che la vostra principale necessità è di riposarvi bene prima delle lezioni di domani. Permettetemi quindi di augurarvi la buonanotte. Andate, andate!”

Con l’usuale assordante stridore, le panche furono sposate e le centinaia di studenti cominciarono ad uscire dalla Sala Grande diretti ai loro dormitori. Harry, che non aveva affatto fretta di uscire con la folla vociante, né di avvicinarsi tanto a Malfoy da permettergli di raccontare nuovamente la storia del naso spaccato, così rimase indietro, fingendo di allacciarsi le scarpe da ginnastica, permettendo così alla maggior parte dei Grifondoro di superarlo. Hermione si lanciò a svolgere i suoi compiti da prefetto, ovvero scortare quelli del primo anno, ma Ron rimase con Harry.

“Cos’è veramente successo al tuo naso?” gli chiese, quando furono molto indietro rispetto alla calca che premeva per uscire dalla Sala Grande, e non furono più a portata d’orecchi di nessuno.

Harry glielo raccontò. Il fatto che Ron non ridesse era un saldo segno della loro amicizia.

“Avevo visto Malfoy mimare qualcosa riguardo ad un naso,” mormorò cupamente.“Sì, be’, non importa,” rispose Harry amaramente. “Ascolta quello che stava

dicendo prima che si accorgesse che io ero là…”Harry pensava che Ron sarebbe rimasto sbalordito dalle vanterie di Malfoy. Con

quella che Harry considerò espressione di autentica testardaggine, tuttavia, Ron si dimostrò assolutamente non impressionato.

“Avanti Harry, stava solo pavoneggiandosi con la Parkinson… Quale missione gli avrebbe mai affidato Tu-Sai-Chi?”

“Come sai che Voldemort non ha bisogno di avere qualcuno a Hogwarts? Potrebbero essere il primo…”

“Vorrei che tu la finissi di dirci quel nome, Harry,” lo rimproverò una voce dietro di lui. Harry guardò dietro le sue spalle e vide Hagrid scuotere la testa.

“Silente usa quel nome,” affermò Harry con decisione.“ Sì, ma lui ci è Silente!” mormorò Hagrid in modo enigmatico.“Com’è che stavi ad essere in ritardo, Harry? Ero preoccupato.”“Ritardi vari sul treno, “rispose Harry,. “Tu perché eri in ritardo?”“Ci ero con Grop,” spiegò Hagrid festosamente. “Ci avevo perso il sapere di che ora

era. Ora ci ha una nuova casa sulle montagne, ce l’ha data Silente… una bella caverna grande. È molto più contento che quando era nella foresta. Ci siamo fatti una bella chiacchierata.”

“Veramente?” chiese Harry facendo ben attenzione a non incrociare lo sguardo di Ron. L’ultima volta che aveva incontrato il fratellastro di Hagrid, un gigante selvaggio

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con la tendenza a strappar via gli alberi dalle loro radici, il suo vocabolario comprendeva cinque parole, due delle quali neppure pronunciate correttamente.

“Oh sì, è veramente migliorato,” esclamò Hagrid pieno d’orgoglio. “Ti stupirai. Penso che ci insegno a fare il mio assistente.”

Ron sbuffò rumorosamente, ma cercò di farlo passare per un violento starnuto. Ora erano di fronte al grande portone di quercia dell’ingresso.

“Comunque, vi ci vedo domani, subito alla prima lezione del pomeriggio. Venite presto e ci potrete salutare Fiero… cioè Alicrespe!”

Sollevando un braccio in un festoso addio, uscì dalla porta immergendosi nell’oscurità.

Harry e Ron si guardarono l’un l’altro. Harry intuì che anche Ron sarebbe voluto sprofondare.

“ Non segui più Cura delle Creature Magiche, vero?”Ron scosse la testa. “Neppure tu, giusto?”Anche Harry scosse la testa.“E neppure Hermione,” mormorò Ron, “vero?”Harry scosse ancora la testa. Non voleva pensare a quello che Hagrid avrebbe

detto, una volta realizzato che i suoi tre studenti preferiti avevano abbandonato la sua materia.

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CAPITOLO NOVE

IL PRINCIPE MEZZOSANGUEHarry e Ron incontrarono Hermione in sala comune prima di colazione, la mattina

seguente. Sperando di avere qualche supporto alla sua teoria, Harry non perse tempo a raccontare ad Hermione quello che aveva sentito dire da Malfoy sull’Espresso di Hogwarts.

“Ma ovviamente voleva solo farsi bello con la Parkinson, non credi?” Interruppe Ron rapidamente, prima che Hermione potesse dire altro.

“Be’,” rispose lei incerta, “Non so… Potrebbe anche darsi che Malfoy si volesse mostrare più importante di quello che è… ma questa è una grossa bugia da raccontare…”

“Esatto,” disse Harry, ma non poté approfondire la cosa, perché troppe persone stavano cercando di ascoltare la loro conversazione, per non parlare di chi lo stava guardando insistentemente e di chi gli mormorava dietro.

“È da maleducati parlare alle spalle,” sbottò Ron, rivolto direttamente ad un minuscolo ragazzino del primo anno, appena ebbe raggiunto la coda per uscire dal buco del ritratto. Il ragazzo, che aveva bisbigliato qualcosa su Harry con i suoi amici coprendosi la bocca con la mano, si voltò improvvisamente rosso di vergogna e capitombolò fuori dal buco spaventato. Ron sogghignò.

“Amo essere uno del sesto anno. E cercheremo di ritagliarci un po’ di tempo libero quest’anno. Intere ore in cui sederci qui e rilassarci.”

“Avremo bisogno di quel tempo per studiare, Ron!” Disse Hermione, appena arrivati alla fine del passaggio.

“Si, ma non oggi,” rispose Ron. “Oggi conto di fare un bel riposino.”“Aspetta!” esclamò Hermione, tirando fuori un braccio e fermando un ragazzo del

quarto anno, che stava tentando di spingerla con un disco verdino tendente al giallo tenuto stretto in mano. “I Frisbee Zannuti sono vietati, consegnamelo,” dichiarò severamente. Il ragazzo, corrucciato, le consegnò il Frisbee ringhioso, che finì sotto il braccio di Hermione, e seguì i suoi amici. Ron aspettò che se ne andasse, quindi strappò il Frisbee dalla presa di Hermione.

“Fantastico, ho sempre desiderato averne uno.”Le rimostranze di Hermione furono interrotte da una sonora risatina. Lavanda

Brown, apparentemente, aveva trovato molto divertente la risposta di Ron. Continuò a ridere anche mentre passava, lanciando uno sguardo a Ron da sopra le spalle. Ron pareva piuttosto soddisfatto di stesso.

Il soffitto della Sala Grande era sereno, blu e punteggiato da delicate nuvole a ciuffi, proprio come la parte di cielo che si poteva vedere attraverso le grandi finestre bifore. Mentre si gettavano su porridge, uova e pancetta, Harry e Ron raccontarono ad Hermione della conversazione imbarazzante avuta con Hagrid la sera precedente.

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“Ma lui non può realmente pensare che avremmo continuato a seguire Cura delle Creature Magiche!” Disse, guardandoli afflitta. “Voglio dire, quando mai abbiamo espresso… lo sai… dell’entusiasmo?”

“Ma è così, comunque, no?” Chiese Ron, trangugiando un uovo fritto intero. “Noi siamo gli unici della classe faceva qualche sforzo, perché vogliamo bene ad Hagrid. Ma lui è convinto che ci piaccia quella stupida materia. Pensate di conoscere nessuno che l’abbia portata come materia ai M.A.G.O.?”

Né Harry né Hermione risposero; non ce n’era bisogno. Sapevano bene perfettamente che nessuno del loro anno avrebbe continuato Cura delle Creature Magiche. Evitarono gli sguardi di Hagrid e risposero al suo vivace saluto con la mano con scarso entusiasmo, quando lo videro lasciare il tavolo degli insegnanti dieci minuti dopo.

Dopo aver fatto colazione, rimasero al loro posto aspettando che la professoressa McGranitt lasciasse il tavolo degli insegnanti. La distribuzione degli orari delle classi era molto più complicata del solito, quest’anno, in quanto la professoressa McGranitt doveva prima assicurarsi che ognuno fosse riuscito a raggiungere il necessario livello nel G.U.F.O. necessario a continuare con i corsi dei M.A.G.O. di loro scelta.

Per Hermione fu subito chiaro che avrebbe continuato con Incantesimi, Difesa contro le Arti Oscure, Trasfigurazione, Erbologia, Aritmanzia, Antiche Rune, e Pozioni, e partì sparata per la prima lezione di Antiche Rune senza ulteriori difficoltà. Neville richiese un po’ più di tempo per l’organizzazione. La sua faccia rotonda era in ansia mentre la professoressa McGranitt guardava le sue materie e le confrontava coi suoi risultati dei G.U.F.O.

“Erbologia, bene,” confermò. “La professoressa Sprite sarà contenta di vederti di nuovo con un G.U.F.O. ‘Eccezionale’. E tu hai avuto ‘Oltre le Aspettative’ per Difesa Contro le Arti Oscure. Ma il problema è Trasfigurazione. Mi spiace Paciock ma un «Accettabile» non è davvero abbastanza per continuare al livello del M.A.G.O.- Proprio non ritengo possibile che tu possa far fronte ai compiti richiesti.”

Neville chinò la testa. La professoressa McGranitt lo scrutò attraverso gli occhiali quadrati.

“Perché vuoi continuare Trasfigurazione, comunque? Non ho mai avuto l’impressione che ti piacesse molto.”

Neville la guardò infelice e mormorò qualcosa come “ Mia nonna lo vuole.”“Mah,” sbuffò la professoressa McGranitt. “È arrivato il momento che tua nonna

impari ad essere fiera del nipote che ha, piuttosto che a quello che pensa che vorrebbe avere, specialmente dopo ciò che è successo al Ministero.

Neville si voltò rosso e ammiccando confuso, la professoressa McGranitt non gli aveva mai fatto un complimento, prima.

“Mi spiace Paciock, ma non posso tenerti nella mia classe di M.A.G.O.- Noto che hai ottenuto un ‘Oltre le Aspettative’ nel G.U.F.O. di Incantesimi… perché non tenti un M.A.G.O. in Incantesimi?”

“Mia nonna pensa che Incantesimi sia una scelta minore,” mormorò Neville.“Prendi Incantesimi,” disse la Professoressa McGranitt, “ed io scriverò un rigo ad

Augusta ricordandole che solo perché lei fa fallito nel suo G.U.F.O in Incantesimi, la materia non è necessariamente priva di valore.”

Sorridendo leggermente per la faccia di compiaciuta incredulità di Neville, la professoressa McGranitt toccò un orario vuoto con la punta della bacchetta e lo consegnò, ora con lo schema delle nuove lezioni, a Neville.

La professoressa McGranitt passò oltre a Calì Patil, che come prima domanda chiese se Firenze, il bel centauro, avrebbe continuato ad insegnare Divinazione.

“Lui e la professoressa Cooman si divideranno le classi fra loro durante l’anno.” Disse la professoressa McGranitt, con un cenno di disapprovazione nella voce; era risaputo che disprezzasse la materia di Divinazione. “Il sesto anno è stato preso dalla professoressa Cooman.”

Calì tolse Divinazione in cinque minuti sembrando leggermente depressa.

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“Eccoci a Potter, Potter…” Disse la professoressa McGranitt, consultando le sue note mentre si voltava verso Harry. “Incantesimi, Difesa contro le Arti Oscure, Erbologia, Trasfigurazione… tutto bene. Devo dire che sono soddisfatta per l’obiettivo che hai raggiunto in Trasfigurazione, Potter, molto soddisfatta. Adesso, perché non hai segnato di continuare con Pozioni? Pensavo che tu volessi diventare un Auror?”

“E’ vero, ma lei mi aveva detto che dovevo prendere ‘Eccezionale’ al G.U.F.O., professoressa.”

“Ed era così finché il professor Piton insegnava la materia. Il professor Slughorn, tuttavia, è del tutto felice di accettare al M.A.G.O. studenti con ‘Oltre le Aspettative’ al G.U.F.O. Vuoi continuare con Pozioni?”

“Si,” disse Harry, “ma non ho comprato ne i libri ne gli ingredienti, né alcunché…”“Sono sicura che il professor Slughorn potrà prestarti qualcosa,” disse la

professoressa McGranitt. Molto bene, Potter, eccoti l’orario. Oh, ci sono anche una ventina di speranzosi che hanno già si sono iscritti per la squadra di Quidditch di Grifondoro. Ti passerò la lista a tempo debito così che tu possa fissare le prove con comodo.”

Dopo pochi minuti, a Ron furono assegnate le stesse materie di Harry, e i due lasciarono il tavolo insieme.

“Guarda,” disse Ron compiaciuto, controllando il suo orario, “Abbiamo un buco libero ora… e uno dopo l’intervallo… e dopo pranzo… eccellente.”

Ritornarono nella sala comune, vuota ad eccezione di sei studenti del settimo anno, compresa Katie Bell, la sola componente rimasta della squadra originale di Quidditch di Grifondoro a cui Harry si era unito il primo anno.

“Ero certa che l’avresti avuta tu, ben fatto” lo chiamò dal fondo, indicando la spilla di Capitano sul petto di Harry. “Fammi sapere quando farai i test di ammissione!”

“Non essere sciocca,” disse Harry, “Non hai certo bisogno di provare, ti ho vista giocare per cinque anni…”

“Non devi iniziare così,” lo ammonì. “Per quello che ne sai, ci potrebbe essere qualcuno molto meglio di me là fuori. Ottime squadre sono state rovinate prima d’ora perché il capitano teneva vecchi giocatori, o perché ci metteva i propri amici…”

Ron si sentì a disagio e si mise a giocare con il Frisbee Zannuto che Hermione aveva confiscato allo studente del quarto anno e che sfrecciava attraverso la sala comune, ringhiando e tentando di staccare pezzi dalla tappezzeria. Grattastinchi lo puntava con i gli occhi gialli e soffiava ogni volta che gli arrivava troppo vicino.

Un’ora dopo, con riluttanza, lasciarono l’assolata sala comune per andare a Difesa Contro le Arti Oscure quattro piano più in basso. Hermione stava già aspettando in coda fuori, portando una bracciata di pesanti libri e guardando in su.

“Ci hanno dato moltissimi compiti per Antiche Rune,” disse ansiosamente quando Harry e Ron la raggiunsero. “Quarantacinque centimetri di riassunto, due traduzioni, e deve essere pronto per mercoledì!”

“Vergogna,” rispose Ron sbadigliando.“Aspetta,” disse lei risentita. “Scommetto che Piton ci caricherà ancora di più.”La porta della classe si aprì mentre parlava, e Piton uscì nel corridoio, la faccia

pallida incorniciata come sempre da due ciuffi di untuosi capelli neri. Il silenzio cadde immediatamente tra i ragazzi in fila.

“Dentro,” ordinò. Harry si guardò intorno mentre entravano. Piton aveva già imposto la sua

personalità nell’aula; era più tetra del solito, con le tende chiuse sulle finestre ed i candelabri accesi. Nuove figure erano appese ai muri, molte di loro mostravano gente chiaramente sofferente che presentava orribili ferite o parti del corpo stranamente contorte. Nessuno parlò mentre si sedevano, guardando intorno nella penombra le raccapriccianti immagini.

“Non vi ho chiesto di aprire i libri,” disse Piton, chiudendo la porta e spostandosi per vedere la classe da dietro la cattedra. Hermione ripose rudemente in cartella la sua copia di “Senza-Volto a Confronto” e la mise sotto la sedia. “Desidero parlarvi, e voglio la vostra più completa attenzione.”

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I suoi occhi neri scrutarono tutte le loro facce, indugiando per una frazione di secondo di più su Harry che sugli altri.

“Avete avuto cinque insegnanti in questa materia finora, credo.”Lo credi… come non li avessi guardati tutti venire ed andare, sperando di poter

essere il successivo, pensò sarcasticamente Harry. “Naturalmente, questi insegnanti hanno avuto i loro metodi e le loro priorità. Vista

questa confusione sono sorpreso che molti di voi abbiano sgraffignato un G.U.F.O. in questa materia. E sarò ancora più stupito se tutti voi riuscirete prendere il M.A.G.O., che è molto più difficile.”

Piton iniziò a girare lungo i muri della classe, parlando adesso a bassa voce. La classe allungò il collo per riuscire a seguirlo. “Le Arti Oscure,” disse Piton, “sono molte, diverse, sempre mutanti, ed eterne. Combatterle è come combattere un mostro a molte teste, a cui, ogni volta che si taglia un collo, spunta una nuova testa più feroce ed esperta di prima. Voi state combattendo con ciò che è slegato, mutevole, indistruttibile.”

Harry osservò Piton. Una cosa era rispettare le Arti Oscure come un pericoloso nemico, e un altre era parlarne come stava facendo Piton, con un carezzevole affetto nella voce.

“Le vostre difese,” disse Piton, a voce un po’ più alta, “devono essere inoltre talmente flessibili e creative quanto le Arti che tentate di sconfiggere. Queste immagini,” ne indicò alcune come se percorresse il passato, “danno una appropriata rappresentazione di quello che succede a subisce, per esempio, la Maledizione Cruciatus” (mosse la bacchetta verso una strega che stava chiaramente urlando in agonia); “chi sente il Bacio del Dissennatore” (un mago raggomitolato e con gli occhi inespressivi, appoggiato contro un muro); “o chi provoca l’aggressione di un Infero” (una massa sanguinolenta sul il pavimento).

“È stato visto un Infero, allora?” Disse Calì Patil a voce alta. “È confermato, li sta usando?”

“Il Signore Oscuro ha usato gli Inferi in passato,” disse Piton, “questo significa che dovreste pensare che li possa usare di nuovo. Ora…”

Passò di nuovo lungo l’altro lato della classe sino alla cattedra, e poi di nuovo per la classe, ed essi lo guardavano camminare, con le sue nere vesti ondeggianti dietro di lui.

“… siete, credo, del tutto nuovi all’uso di incantesimi non verbali. Qual è il vantaggio di un incantesimo non verbale?”

La mano di Hermione si drizzò in aria. Piton perse un po’ di tempo guardandosi intorno per cercare chiunque altro, per essere certo di non avere altra scelta, prima di dire bruscamente, “Molto bene… signorina Granger?”

“L’avversario non ha nessun avviso del tipo di magia che si sta per usare,” disse Hermione, “ciò concede una frazione di secondo di vantaggio.”

“Una risposta copiata parola per parola dal Libro Standard di Incantesimi, Livello 6,” disse Piton sdegnosamente (in un angolo, Malfoy rideva sotto i baffi), “ma corretta in sostanza, sì, coloro che sono più bravi nell’uso di incantesimi magici silenziosi, guadagnano un elemento sorpresa nel loro fare magie. Non tutti i maghi riescono a farlo, ovviamente. È una questione di concentrazione e di potere della mente che ad alcuni…” Il suo sguardo andò maliziosamente verso Harry un’altra volta, “… manca.”

Harry sapeva che Piton si riferiva alle loro disastrose lezioni di Occlumanzia dell’anno precedente. Rifiutò però di abbassare lo sguardo, ma guardò torvo Piton finché questi non guardò altrove.

“Vi dovrete dividere a coppie,” continuò Piton. “Uno cercherà di lanciare all’altro un incantesimo senza parlare. L’altro tenterà di respingere l’incantesimo ugualmente in silenzio. Provate.”

Sebbene Piton non lo sapesse, Harry aveva insegnato a metà classe (quelli che erano stati membri dell’ ES) come fare un Incantesimo Scudo l’anno precedente. Nessuno di loro aveva mai lanciato incantesimi senza parlare, comunque. Si susseguirono un ragionevole numero di inganni. Molte persone stavano semplicemente mormorando gli incantesimi, invece di dirli ad alta voce. Come al solito bastarono dieci

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minuti ad Hermione per riuscire ad annullare l’Incantesimo Gambemolli lanciato dal mormorante Neville, senza profferire una sola parola, cosa che avrebbe fatto indubbiamente guadagnare venti punti ai Grifondoro da qualsiasi altro insegnante ragionevole, pensò Harry con rammarico, ma che Piton aveva ignorato. Scivolò fra loro mentre provavano, assomigliando come sempre ad un pipistrello troppo cresciuto, indugiando a guardare Harry e Ron che si esercitavano nel compito.

Ron, che si supponeva dovesse colpire Harry con una fattura, era rosso in faccia, le labbra strettamente compresse nello sforzo di resistere alla tentazione di pronunciare l’incantesimo. Harry teneva la bacchetta alzata, aspettando sulle spine di respingere un incantesimo che sembrava invece non arrivasse mai.

“Patetico, Weasley,” disse Piton dopo un attimo. “Ecco, lascia che ti mostri…”Girò la sua bacchetta verso Harry, così veloce che Harry reagì d’istinto.

Dimenticandosi completamente di non dover parlare, gridò, “Protego!” Il suo Incantesimo Scudo fu così forte che Piton perse l’equilibrio e colpì un banco.

L’intera classe si voltò e ora guardava l’espressione minacciosa di Piton che si era rialzato.

“Ti ricordi che ho detto che ci si doveva esrcitare in incantesimi non verbali, Potter?”

“Si,” rispose Harry duro.“Si, Signore.”“Non c’è bisogno che mi chiami «signore», Professore.”Le parole gli erano sfuggite prima di rendersi conto di cosa avesse detto. Parecchie

persone rimasero a bocca aperta, inclusa Hermione. Dietro Piton, comunque, Ron, Dean, e Seamus fecero un sorriso di apprezzamento.

“Punizione, sabato sera, nel mio ufficio,” disse Piton. “Io non ho preferenze per nessuno, Potter… nemmeno per il «Prescelto»”.

“Sei stato eccezionale, Harry!” Ridacchiò Ron, una volta che furono al sicuro sulla via dell’intervallo per la lezione successiva.

“Non avresti dovuto dirglielo,” affermò Hermione, guardando con cipiglio verso Ron. “Che ti aveva fatto?”

“Stava cercando di mandarmi una maledizione, nel caso non te ne fossi accorta!” Sbuffò Harry. “Ne ho avute a sufficienza di queste durante le lezioni di Occlumanzia! Perché non ha usato un'altra cavia invece? A che gioco sta giocando Silente, comunque, lasciandogli insegnare Difesa? L’hai sentito parlare delle Arti Oscure? Le ama! Tutte quelle cose non definite, indistruttibili…”

“Bene,” disse Hermione, “penso che parli in modo abbastanza simile a te.”“Simile a me?”“Si, quando ci dicevi che cosa vuol dire trovarsi faccia a faccia con Voldemort. Tu ci

dicevi che non era sufficiente memorizzare un insieme di formule, tu dicevi che eri semplicemente te stesso, il tuo cervello e il tuo istinto. Bene, non è quello che Piton ci stava dicendo? Questo si acquista solo con l’essere coraggiosi e pensare rapidamente.”

Harry era talmente impreparato al fatto che lei avesse memorizzato le sue parole come se fossero tratte da un Libro Standard degli Incantesimi, che non replicò.

“Harry! Ehi, Harry!”Harry si guardò attorno. Jack Sloper, uno dei Battitori della squadra di Quidditch di

Grifondoro dell’anno precedente, stava correndogli incontro tenendo un rotolo di pergamena.

“Per te,” sbuffò Sloper. “Senti, ho sentito che sei il nuovo Capitano. Quando inizieranno le selezioni?”

“Non sono ancora sicuro,” rispose Harry, pensando tra se che Sloper sarebbe stato molto fortunato a tornare in squadra. “Te lo farò sapere.”

“Oh, bene. Spero che sia per questo weekend…”Ma Harry non lo sentì. Aveva riconosciuto subito la sottile scrittura obliqua sulla

pergamena. Lasciando Sloper nel mezzo del discorso, corse via con Ron ed Hermione, srotolando la pergamena appena furono un po’ lontani.

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Caro Harry,Vorrei iniziare le nostre lezioni private questo Sabato. Cortesemente vieni nel mio

ufficio alle otto di stasera. Spero ti sia divertito nel primo giorno di scuola.Tuo sinceramenteAlbus Silente

P.S. mi piacciono i Pallini Acidi.

“Gli piacciono i Pallini Acidi?” disse Ron, che aveva letto il messaggio da dietro le spalle di Harry e sembrava alquanto perplesso.

“E’ la parola d’ordine per passare il gargoyle fuori del suo studio,” disse Harry a bassa voce. “Ah! Piton non sarà contento… Non potrò andare in punizione da lui!”

Lui, Ron ed Hermione passarono l’intero intervallo a pensare a quello che Silente avrebbe insegnato ad Harry. Ron credeva che, molto probabilmente, dovesse trattarsi di fatture spettacolari e maledizioni che i Mangiamorte che non conoscevano. Hermione rispose che quelle cose erano illegali, e riteneva più probabile che Silente volesse insegnare a Harry magie difensive avanzate. Dopo la pausa, lei andò ad Aritmanzia mentre Harry e Ron ritornarono alla sala comune dove iniziarono, brontolando, i compiti di Piton. Questi risultarono così difficili che non li avevano ancora finiti quando Hermione si unì a loro per l’ora libera dopo pranzo (sebbene lei accelerasse considerevolmente il processo). Avevano appena finito, quando suonò la campanella per la doppia lezione di Pozioni e si avviarono per il percorso familiare giù verso il sotterraneo della classe che, per così tanto tempo, era stata quella di Piton.

Quando giunsero nel corridoio, videro che c’erano solo una dozzina di persone promosse al livello di M.A.G.O.- Tiger e Goyle non ce l’avevano fatta ad ottenere il livello di G.U.F.O. necessario, evidentemente, ma quattro Serpeverde ce l’avevano fatta, incluso Malfoy. C’erano quattro Corvonero e un Tassorosso, Ernie Macmillan, che ad Harry piaceva nonostante le maniere piuttosto pompose.

“Harry,” disse Ernie magniloquente, offrendogli la mano appena Harry si avvicinò, “non abbiamo avuto possibilità di salutarci questa mattina a Difesa Contro le Arti Oscure. Buona lezione, penso, ma l’Incantesimo Scudo è ormai roba vecchia, certamente, per noi vecchi membri dell’ES… e come state voi, Ron… Hermione?”

Prima che potessero rispondere “bene”, la porta del sotterraneo si aprì e la pancia di Slughorn lo precedette fuori dalla porta. Mentre passavano nella stanza, con i suoi grandi e folti baffi curvi sopra la bocca raggiante, salutò con particolare entusiasmo Harry e Zabini.

Il sotterraneo era, insolitamente, già pieno di vapori e strani odori. Harry, Ron, e Hermione annusarono interessati passando a distanza da alcuni calderoni fumanti. I quattro Serpeverde presero un tavolo assieme, così fecero i quattro Corvonero. Questo lasciava Harry, Ron, ed Hermione a condividere il tavolo con Ernie. Scelsero quello più vicino ad un calderone giallo oro che emetteva uno degli odori più allettanti che Harry avesse mai sentito: era qualcosa che gli ricordava insieme la crostata con la melassa, l’odore del legno della scopa usata, e qualche profumo di fiori che gli sembrava di aver sentito alla Tana. Scoprì che stava respirando molto lentamente e profondamente e che i fumi della pozione sembravano riempirlo come una bevanda. Lo assalì un grande appagamento. Si appoggiò su Ron che gli rispose con un pigro sorriso.

“Bene, bene, bene,” disse Slughorn, il cui profilo massiccio tremolava fra lo scintillio dei vapori. “Tirate fuori le bilance, tutti, e gli ingredienti per le pozioni, e non dimenticate la vostra copia di Pozioni Avanzate…”

“Signore?” Disse Harry, alzando la mano.“Harry, ragazzo mio?”“Non avevo comprato il libro o le bilance o nient’altro… e così Ron… perché non

pensavamo di poter seguire il M.A.G.O., come sa…”

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“Ah, si, me l’ha accennato la professoressa McGranitt… non vi preoccupate, miei cari ragazzi, non vi preoccupate per nulla. Potete usare gli ingredienti dello scaffale del laboratorio oggi, e sono sicuro di potervi prestare alcune bilance, e ci sono un bel mucchio di vecchi libri qui, farete con questi finché non potrete ordinarli al Ghirigoro…”

Slughorn s’avvicino allo scaffale d’angolo e, dopo aver cercato un attimo, tirò fuori due copie molto consunte di Pozioni Avanzate di Libatius Borage, che dette ad Harry e Ron insieme a due set di bilance ossidate.

“Bene,” disse Slughorn ritornando davanti alla classe e gonfiando il già grosso petto a tal punto che i bottoni del panciotto minacciarono di scoppiare. “Ho preparato un po’ di pozioni per voi da osservare, di quelle che avete già studiato, e riconoscere. per completare il vostro M.A.G.O. dovrete essere in grado di fare questo genere di cose. Dovreste averne sentito parlare, anche se non lo avete mai fatto. Qualcuno sa dirmi cos’è questa?”

Indicò il paiolo più vicino al tavolo dei Serpeverde. Harry si alzò leggermente sulla sedia per vedere che aspetto avesse la superficie dell’acqua che bolliva continuamente in quel calderone.

La mano allenata di Hermione si alzò prima di tutti. Slughorn la indicò.“E’ Veritaserum, una pozione senza odore e senza colore che forza chi la beve a

dire la verità,” disse Hermione.“Molto bene, molto bene!” Disse felice Slughorn. “Ora,” continuò puntando al paiolo

vicino al tavolo dei Corvonero, “questa qui è alquanto più conosciuta… mostrata in molti avvisi del Ministero anche recentemente… chi può…?”

La mano di Hermione fu la più veloce anche questa volta.“È Pozione Polisucco, Signore,” disse. Anche Harry aveva riconosciuto il suo bollire lento, la consistenza di fango del

secondo calderone, ma non se la prese con Hermione perché si era preso il merito di rispondere alla domanda. Lei, dopotutto, era la sola che era riuscita a farla, quando erano al secondo anno.

“Eccellente, eccellente! Ora, questa qua… si, mia cara?” disse Slughorn, guardando ora con aria leggermente divertita, appena la mano di Hermione si sollevò in alto.

“E’ Elisir d’Amore!” “E’ così, infatti. Può sembrare che sia sempre sciocco chiederlo,” disse Slughorn,

che sembrava piuttosto impressionato, “ma penso che sappiate cosa fa?” “È la più potente pozione del mondo!” disse Hermione.“Quasi giusto! L’hai riconosciuta, presumo, dal suo aspetto madreperlaceo?”“E dal vapore che sale in spirali caratteristiche,” disse Hermione con entusiasmo, “e

si suppone che odori in maniera diversa per ognuno di noi, a seconda di ciò che ci attrae, e io direi che può profumare di erba tagliata e pergamena nuova e…”

Ma diventò lievemente rossa e non completò la frase.“Posso chiederti il tuo nome, mia cara?” Disse Slughorn, ignorando l’imbarazzo di

Hermione.“Hermione Granger, Signore.”“Granger? Granger? Puoi avere qualche discendenza con Hector Dagworth-Granger,

che fondò la Più Straordinaria Società di Pozionisti?”“No. Non credo, Signore. Io sono nata da Babbani.”Harry vide Malfoy avvicinarsi a Nott e mormorare qualcosa. Entrambi

sogghignarono, ma Slughorn non mostrò sbigottimento. Guardò raggiante da Hermione a Harry, al contrario, che le sedeva vicino.

“Oh! «Una delle mie migliori amiche è nata Babbana, ed è la migliore nel nostro anno!» Penso che questa sia l’amica di cui hai parlato, Harry?”

“Si, signore,” rispose Harry. “Bene, bene, darò venti punti ben guadagnati a Grifondoro, signorina Granger,”

disse Slughorn gioviale.Malfoy fece una faccia come quella che aveva la volta che Hermione gli dette un

pugno in faccia. Hermione si voltò verso Harry e, con espressione raggiante, mormorò, “Gli hai veramente detto che sono la migliore del nostro anno? Oh, Harry!”

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“Be’, e cosa c’è di strano?” Mormorò Ron, che per qualche motivo sembrava piuttosto annoiato. “Tu sei la migliore nel nostro anno… Gliel’avrei potuto dire anch’io se me l’avesse chiesto!”

Hermione sorrise ma lo zittì con un gesto per poter ascoltare quello che stava dicendo Slughorn. Ron sembrava in po’ di cattivo umore.

“L’Elisir d’Amore non crea realmente amore, certo. E’ impossibile creare o imitare l’amore. No, questa causa soltanto una potente infatuazione o ossessione. E’ probabilmente la più pericolosa e potente pozione in questa stanza… oh, sì,” disse, accennando seriamente col capo verso Malfoy e Nott, entrambi scetticamente sorridenti. “Quando avrete visto molto di più nella vita come ho fatto io, non sottovaluterete il potere di un’ossessione d’amore…”

“E ora,” disse Slughorn, “è il momento di iniziare a lavorare.”“Signore, non ci ha parlato di ciò che c’è in questo,” disse Ernie Macmillan,

puntando verso un paiolo nero piccolo che stava sulla cattedra di Slughorn. La pozione che c’era dentro sbollentava allegramente. Era di colore oro fuso e larghe gocce stavano guizzavano come pesci d’oro lungo la superficie, però non se n’era versata una sola.

“Oh,” disse slughorn di nuovo. Harry era sicuro che Slughorn non aveva dimenticato la pozione per niente, ma aveva aspettato per ottenere un effetto teatrale. “Sì, Cioè. Bene, quella, signore e signori, è una curiosa pozione chiamata Felix Felicis. Io l’ho bevuta,” e si girò sorridendo, guardando verso Hermione, che aveva fatto un sussulto sensibile, “sa quali sono gli effetti che ha la Felix Felicis, signorina Granger?”

“E’ fortuna liquida,” disse eccitata Hermione. “Rende fortunati!” L’intera classe sembrava essere più attenta. Harry si accorse che Malfoy, adesso,

lisciava i suoi unti capelli biondi tirandoli indietro, perché stava finalmente prestando a Slughorn la sua completa attenzione.

“Abbastanza giusto, altri dieci punti a Grifondoro. Sì, è una piccola pozione divertente, la Felix Felicis,” disse Slughorn. “Enormemente difficile da fare, e disastrosa se si sbaglia. Comunque, se preparata correttamente, come è stata fatta questa, vi accorgerete che tutti i vostri sforzi avranno successo… almeno finché durano gli effetti.”

“Perché la gente non la beve sempre allora, Signore?” chiese Terry Boot con fervore.

“Perché presa in eccesso, può causare vertigini, imprudenza, ed una pericolosa confidenza,” disse Slughorn. “Troppe buone cose, sapete… Sono altamente tossiche in larga quantità. Ma presa con parsimonia e molto occasionalmente….”

“L’ha mai presa, Signore?” Chiese Michael Corner con grande interesse. “Due volte in tutta la mia vita,” rispose Slughorn. “Una volta quando avevo

ventiquattro anni, e una volta quando ne avevo cinquantasette. Due cucchiai a colazione. Due giorni perfetti.”

Guardò sognante nel vuoto. Che stesse recitando o no, pensò Harry, l’effetto era ottimo.

“E questo,” disse Slughorn, tornando apparentemente sulla terra, “è quello che avrete come premio in questa lezione.”

Ci fu silenzio tale che ogni bolla e gorgoglio delle pozioni intorno sembrava amplificato dieci volte.

“Una piccola bottiglia di Felix Felicis,” disse Slughorn, prendendo una minuscola bottiglia di vetro tappata dalla tasca e mostrandola a tutti. “Sufficiente per dodici ore di fortuna. Dall’alba al tramonto, sarete fortunati in qualsiasi cosa farete.”

“Ora, devo avvisarvi che Felix Felicis è una sostanza proibita nelle competizioni organizzate… eventi sportivi, per esempio, esami, o elezioni. Così il vincitore potrà usarla solo in una giornata normale… e vedere come questa giornata normale possa diventare straordinaria!”

“Ecco,” riprese Slughorn, improvvisamente vivace, “cosa dovete fare per vincere questo premio favoloso? Bene, andando a pagina dieci di Pozioni Avanzate. Abbiamo poco più di un’ora, che dovrebbe essere sufficiente per fare un decente tentativo di preparare il Distillato della Morte Vivente.

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“So che è più complessa di quelle che avete fatto finora, e non mi aspetto una pozione perfetta da nessuno. La persona che la farà meglio, comunque, vincerà questa piccola dose di Felix. Su! Avanti!”

Si sentì stridere mentre ciascuno tirava fuori il proprio calderone e ci furono dei forti rumori dovuti al fatto che qualcuno cominciava ad aggiungere peso alle proprie bilance, ma nessuno parlava. La concentrazione nella la stanza era tangibile.

Harry notò Malfoy che sfogliava febbrilmente la sua copia di Pozioni Avanzate. Non poteva essere più chiaro che realmente Malfoy volesse quella giornata fortunata. Harry si piegò rapidamente sopra il libro stropicciato che Slughorn gli aveva prestato.

Con fastidio vide che il precedente proprietario aveva scritto su tutte le pagine, così che i margini erano neri come le pozioni stampate. Piegandosi per decifrare gli ingredienti (anche qui il precedente proprietario aveva fatto annotazioni e cancellato parole) Harry si affrettò verso lo scaffale di riserva per trovare quello che gli serviva. Come li gettò nel calderone, vide Malfoy tagliare radici di valeriana più velocemente che poteva.

Ognuno si guardava intorno per vedere quello che faceva il resto della classe. Questo era un vantaggio e uno svantaggio in Pozioni, perché è più difficile mantenere segreto quello che fai. Dopo dieci minuti, l’intera stanza era piena di vapori bluastri. Hermione, ovviamente, sembrava aver fatto più presto. La sua pozione rassomigliava già al «liquido liscio, di colore ribes nero» descritto come lo stadio ideale a metà preparazione.

Avendo finito di tagliuzzare le sue radici, Harry si piegò di nuovo sul libro. Era veramente molto irritante dover tentare di decifrare le indicazioni sotto tutte quelle stupide scritte del precedente proprietario, che per qualche ragione aveva sostituito le istruzioni per preparare i Fagioli Soporiferi tagliati con le scritte alternative:

Tagliare col lato piatto di un coltello d’argento, strizzare il succo piuttosto che tagliarlo.

“Signore, penso che conosciate mio nonno, Abraxas Malfoy?”Harry guardò su. Slughorn stava passando in quel momento al tavolo dei

Serpeverde.“Sì,” disse Slughorn senza guardare Malfoy, “Mi è dispiaciuto sapere che era morto,

benché certo non sia strano morire del Vaiolo dei Draghi a quell’età.E andò oltre. Harry si chinò di nuovo sul calderone, ridendo con foga. Avrebbe

potuto dire che Malfoy si aspettava di essere trattato come Harry o Zaini. Forse sperava anche in un trattamento di favore del tipo di quello ricevuto da Piton. Sembrava che Malfoy non potesse contare su null’altro che sul talento per vincere la bottiglia di Felix Felicis.

I Fagioli Soporiferi stavano dimostrandosi duri da tagliare. Harry si voltò verso Hermione.

“Puoi prestarmi il tuo coltello d’argento?”Lei annui col capo in modo impaziente, non togliendo lo sguardo dalla pozione, che

era ancora di un rosso profondo, mentre secondo il libro avrebbe dovuto virare ad una leggera tonalità di lilla adesso. …”

Harry ruppe i suoi fagioli con la parte piatta del coltello. Con sua meraviglia, sprizzarono immediatamente così tanto succo che si meravigliò come dei fagioli raggrinziti potessero contenerne così tanto. Rapidamente lo versò tutto nel calderone e vide, con sua sorpresa, che la pozione cangiava esattamente al lilla come descritto nel libro.

Il fastidio per il precedente proprietario svanì di botto, Harry adesso scrutava le successive righe delle istruzioni. Secondo il libro, doveva rimescolare in senso anti-orario finché la pozione non tornasse chiara come acqua. Secondo le indicazioni del precedente proprietario, avrebbe dovuto aggiungere un giro in senso orario ogni sette in senso antiorario. Poteva il vecchio proprietario aver ragione una seconda volta?

Harry mescolò in senso antiorario e, trattenendo il fiato, ne fece uno in senso orario, L’effetto fu immediato. La pozione cangiò ad un rosa pallido.

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“Come stai andando?” domandò Hermione, rossa in faccia e con i capelli sempre più disordinati nel fumo del suo calderone. La sua pozione era ancora decisamente porpora.

“Aggiungi un giro in senso orario…”“No, no, il libro dice senso antiorario!” disse bruscamente.Harry scrollò le spalle e continuò quello che stava facendo. Sette giri in senso anti-

orario, uno in senso orario, pausa…sette giri in senso anti-orario, uno in senso orario…Dall’altra parte del tavolo, Ron stava imprecando velocemente sotto voce. La sua

pozione sembrava un liquido color liquirizia. Harry si guardò intorno. Per quello che poteva vedere, nessun altra pozione era diventata pallida come la sua. Si sentì eccitato, una cosa del genere non era mai successa in quel sotterraneo.

“Ed ora basta… su!” ordinò Slughorn. “Smettete di mescolare, per favore!” Slughorn si mosse lentamente fra i tavoli, osservando dentro i calderoni. Non fece

commenti, ma occasionalmente dava una mescolata o un’annusata. Alla fine raggiunse il tavolo dove erano seduti Harry, Ron, Hermione, e Ernie. Sorrise in modo mesto nel vedere la sostanza bituminosa nel calderone di Ron. Passò oltre al miscuglio da marina militare di Ernie. Fece un cenno di approvazione alla pozione di Hermione. Poi vide quella di Harry, ed un’espressione di incredula sorpresa gli spuntò in faccia.

“Il sicuro vincitore!” urlò al sotterraneo. “Eccellente, eccellente, Harry! Buon Dio, è chiaro che hai ereditato il talento di tua madre. Aveva una mano felice a Pozioni, Lily! Eccola qui, allora, eccola qui… una bottiglia di Felix Felicis, come promesso, e usala bene!”

Harry fece scivolare la piccola bottiglia di liquido dorato nella sua tasca interna, sentendo una strana combinazione di felicità, per gli sguardi furiosi sulle facce dei Serpeverde, e di senso di colpa, per l’espressione delusa di Hermione. Ron sembrava semplicemente ammutolito.

“Come hai fatto?” Gli sussurrò all’orecchio mentre uscivano dal sotterraneo.“Un colpo di fortuna, presumo,” disse Harry, perché Malfoy era a tiro di voce. Una volta che furono tranquillamente sistemati al tavolo dei Grifondoro per cena,

comunque, si sentì abbastanza sicuro da poterglielo dire. La faccia di Hermione si pietrificava vieppiù ad ogni parola del racconto.

“Pensi forse che ti stia prendendo in giro?” Concluse, infastidito dalla sua espressione.

“Beh, non era esattamente qualcosa di tuo, non è vero?” Rispose lei indispettita. “Ha solo seguito istruzioni differenti dalle nostre,” disse Ron, “avrebbe potuto

causare una catastrofe, non è così? Ma ha preso il rischio e questo ha pagato.” Fece un sospiro. “Slughorn avrebbe potuto dare quel libro a me, ma no, ne ho preso uno senza scritte all’interno. Vomitato, guardando la pagina cinquantadue ma…”

“Aspetta,” disse una voce vicina all’orecchio sinistro di Harry e lui senti una rapido soffio di quell’odore di fiori che l’aveva colpito nel sotterraneo di Slughorn. Si guardò intorno e vide che Ginny si era unita a loro. “Ho sentito giusto? Hai preso ordini da qualcosa che qualcuno ha scritto in un libro, Harry?”

Sembrava allarmata e arrabbiata. Harry sapeva che cosa stava pensando, per una volta.

“Non è nulla,” disse rassicurante, abbassando la voce. “Non è come, sai, il diario di Riddle. E’ solo un vecchio libro di testo con degli appunti sopra.”

“Ma tu hai fatto quello che ti ha detto?”“Ho approfittato di un paio di suggerimenti scritti a margine, onestamente, Ginny,

non c’è nulla di strano …”“Ginny ha centrato l’argomento,” disse Hermione, riprendendosi di nuovo.

“Dobbiamo controllare che non ci sia nulla di strano lì dentro. Voglio dire, tutte quelle istruzioni, chi le conosce?”

“Ehi!” disse Harry indignato, mentre lei prendeva la sua copia di Pozioni Avanzate dalla cartella ed alzava la bacchetta. “Specialis Revelio!” disse, toccando velocemente la copertina.

Non successe nulla di nulla. Il libro stava semplicemente lì, sembrava vecchio e sporco e addentato dai cani.

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“Hai finito?” Chiese irritato Harry. “O vuoi aspettare e vedere se fa alcuni passi indietro?”

“Sembra a posto,” rispose Hermione, guardando il libro ancora sospettosa. “Io dico, che non sembra davvero essere… un libro di testo.”

“Bene. Allora lo posso riavere,” disse Harry, tirandolo via dal tavolo, ma gli cadde di mano e cascò aperto sul pavimento.

Nessun altro stava guardando. Harry si chinò per riprenderlo, e fu così che vide qualcosa scritto lungo il bordo del retro copertina nella stessa piccola scrittura stretta delle istruzioni con cui aveva vinto la bottiglia di Felix Felicis, ora al sicuro e nascosta in un vecchio paio di calzini nel suo baule in camera.

Questo libro è di proprietà del Principe Mezzosangue.

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CAPITOLO DIECI

LA CASA DEI GAUNTPer tutto il resto delle lezioni di Pozioni della settimana, Harry continuò a seguire le

istruzioni del Principe Mezzosangue ogni volta che differivano da quelle di Libatius Borage, con il risultato che, in occasione della loro quarta lezione, Slughorn mostrò tutta la sua ammirazione per le capacità di Harry, affermando che raramente era stato l’insegnante di qualcuno così dotato. Né Ron, né tanto meno Hermione, erano contenti di questo. Benché Harry si fosse offerto di condividere il suo libro con entrambi, Ron mostrava maggiore difficoltà nel decifrare la calligrafia rispetto ad Harry, ed Harry non poteva certo leggere ad alta voce altrimenti sarebbe sembrato strano. Nel frattempo Hermione procedeva risolutamente con quelle che lei chiamava istruzioni “ufficiali”, diventando però sempre più irascibile quando portavano a risultati inferiori rispetto a quelli del Principe.Harry continuava, senza insistenza, a chiedersi chi fosse stato il Principe Mezzosangue. Nonostante la gran mole di compiti che avevano ricevuto gli avesse impedito di leggere l’intera copia di Pozioni Avanzate, lo aveva sfogliato abbastanza per notare che vi era appena una pagina sulla quale il Principe non aveva preso appunti, e che non tutti riguardavano le pozioni. Qua e là vi erano indicazioni per quelli che sembravano incantesimi che il Principe stesso aveva inventato.

“O lei stessa,” disse Hermione irritata, cogliendo alcune parole che Harry rivolgeva a Ron sabato sera nella sala comune. “Potrebbe essere stata una ragazza. Penso che la calligrafia assomigli più a quella di una ragazza che a quella di un ragazzo.”

“Era chiamato il Principe Mezzosangue,” disse Harry. “Quante ragazze sono state Principi?”

Hermione sembrava non avere una risposta a questa domanda. Aggrottò semplicemente la fronte e strappò via il suo componimento sui «Princípi della Smaterializzazione» da Ron che stava cercando di leggerlo alla rovescia.

Harry guardò l’orologio e, in tutta fretta, rimise la vecchia copia di Pozioni Avanzate nello zaino.

“Sono quasi le otto, farei meglio ad andare o sarò in ritardo da Silente”.“Ooooh!” ansimò Hermione, alzando subito lo sguardo. “Buona fortuna! Ti

aspetteremo, vogliamo ascoltare quello che ti ha insegnato!”

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“Spero vada tutto bene,” disse Ron, ed entrambi lo guardarono uscire attraverso il buco del ritratto.

Harry camminava lungo i corridoi deserti, sebbene dovette fare frettolosamente un passo dietro una statua quando la Professoressa Cooman comparve da dietro l’angolo, borbottando tra sé e sé mentre mescolava un mazzo di carte da gioco sudice, che leggeva mentre camminava.

“Due di picche: conflitto” mormorava, mentre oltrepassava il luogo dove Harry si era accovacciato, nascosto. “Sette di picche: cattivo auspicio. Dieci di picche: violenza. Fante di picche: un giovane scuro, probabilmente nei guai, uno a cui non piace l’esaminatore…”

Si fermò di colpo, proprio al lato opposto della statua di Harry.“Beh, non può essere vero,” disse, seccata, ed Harry la udì borbottare di nuovo

energicamente mentre si muoveva nuovamente, lasciando dietro di sé nient’altro che un leggero odore di sherry scadente. Harry aspettò finché non fu quasi del tutto sicuro che fosse andata via, poi si affrettò di nuovo finché non raggiunse il luogo nel corridoio del settimo piano dove un unico gargoyle era ritto contro il muro.

“Pallini Acidi,” disse Harry e il gargoyle balzò di lato; il muro dietro ad esso scivolò via, e comparve una scala di pietra che si muoveva a spirale, sulla quale Harry saltò, così che venne trasportato senza scosse fin sulla porta con il battente d’ottone che portava direttamente all’ufficio di Silente.

Harry bussò.“Avanti,” disse la voce di Silente.“Buonasera, signore,” rispose Harry entrando nell’ufficio del preside.“Ah, buonasera Harry. Siediti,” disse Silente, sorridendo. “Spero tu abbia trascorso

una piacevole prima settimana dal ritorno a scuola”“Si, grazie, signore,” disse Harry.“Devi essere stato occupato, già una punizione!” “Ehm,” iniziò Harry goffamente,

ma Silente non sembrava troppo rigido.“Mi sono accordato con il Professor Piton perché tu sconti la punizione il prossimo

sabato.”“Bene,” disse Harry, che aveva faccende molto più urgenti in testa che la punizione

di Piton, e adesso si guardava furtivamente intorno alla ricerca di qualche indizio che potesse aiutarlo a capire cosa Silente avesse in programma di fare con lui quella sera. L’ufficio circolare sembrava lo stesso di sempre. I delicati strumenti d’argento erano posati su tavolini con lunghe gambe sottili, emettendo sbuffi di fumo e ronzii. I ritratti dei vecchi presidi e direttrici sonnecchiavano nelle loro cornici, e la magnifica fenice di Silente, Fanny, era appollaiata sul trespolo dietro la porta, guardando Harry con chiaro interesse. Non sembrava affatto che Silente avesse fatto spazio per esercitarsi in duello.

“Allora, Harry,” disse Silente con tono più serio. “Sono sicuro che sarai curioso di sapere cosa ho programmato per te durante queste – non avendo modo migliore di chiamarle – lezioni?”

“Si, signore.” “Bene, ho deciso che sia tempo, ora che tu sai che cosa ha indotto Voldemort a

cercare di ucciderti quindici anni fa, che tu venga a conoscenza di certe informazioni.” Ci fu una pausa.“Alla fine dell’ultimo trimestre, ha detto che mi avrebbe rivelato tutto,” disse Harry.

Era difficile trattenere una nota di accusa nella voce. “Signore,” aggiunse.“E così ho fatto,” disse Silente serenamente. “Ti ho detto tutto ciò che so. D’ora in

avanti, dovremo abbandonare il solido fondamento dei fatti e viaggeremo insieme attraverso le putride paludi della memoria fino alla selva delle più sfrenate congetture. Da qui in avanti, Harry, io potrei essere tanto dolorosamente in errore quanto Humphrey Belcher, che credeva che i tempi fossero maturi per un calderone fatto di formaggio.”

“Ma lei crede di avere ragione?” chiese Harry.

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“Naturalmente, ma come ti ho già dimostrato, commetto errori come chiunque. Infatti, essendo… perdonami… un po’ più esperto rispetto alla maggior parte degli uomini, i miei errori tendono ad essere relativamente più grandi.”

“Signore,” disse Harry esitante, “quello che sta per dirmi ha qualcosa a che fare con la profezia? Mi aiuterà a… sopravvivere?”

“Ha molto a che fare con la profezia,” disse Silente con estrema disinvoltura, come se Harry gli avesse chieste del tempo il giorno successivo, “e certamente spero che ti aiuterà a sopravvivere.”

Silente si alzò e girò intorno al tavolo, oltre Harry, che si voltò impaziente sul posto per vedere Silente piegarsi verso l’armadietto accanto alla porta. Quando Silente si raddrizzò, teneva un basso catino di pietra dall’aria familiare con strani simboli incisi intorno al bordo. Silente pose il Pensatoio sul tavolo di fronte ad Harry.

“Sembri spaventato.”Infatti Harry stava fissando il pensatoio con un po’ d’apprensione. Le sue precedenti

esperienze con lo strano congegno che registrava e rivelava pensieri e ricordi, sebbene altamente istruttive, erano state anche spiacevoli. L’ultima volta che ne aveva toccato il contenuto, aveva visto molto più di quanto avrebbe desiderato. Ma Silente stava sorridendo.

“Questa volta entrerai nel pensatoio con me… e, ancora più eccezionalmente, con il permesso di farlo.”

“Dove stiamo andando, signore?” “In viaggio giù per il sentiero che porta alla memoria di Bob Ogden,” disse Silente,

tirando fuori dalla tasca una bottiglia di cristallo contenente una sostanza biancastra che girava vorticosamente.

“Chi era Bob Ogden?”“Venne assunto dal Dipartimento di Applicazione della Legge Magica,” disse Silente.

“È morto qualche tempo fa, ma non prima che lo avessi rintracciato e convinto a confidarmi queste memorie. Lo seguiamo in una visita che fece nel corso dei suoi compiti. Se vuoi prepararti Harry…”

Ma Silente aveva una certa difficoltà nel togliere via il tappo dalla bottiglia di cristallo: la sua mano ferita sembrava irrigidita e dolorante.

“Vuole… vuole che provi io, Signore?”“Non preoccuparti, Harry…”Silente puntò la bacchetta sulla bottiglia, e subito il tappo scivolò via.“Signore… come si è ferito la mano?” chiese ancora una volta Harry, guardando le

dita annerite con un misto di disgusto e pietà.“Adesso non è il momento di parlare di questo, Harry. Non ancora. Abbiamo un

appuntamento con Bob Ogden.”Silente versò l’argenteo contenuto della bottiglia nel Pensatoio, nel quale cominciò

a girare vorticosamente e a luccicare, né liquido né gassoso. “Dopo di te,” disse Silente indicando la ciotola. Harry si piegò in avanti, prese un respiro profondo e immerse il viso nella sostanza argentea. Sentiva che i piedi abbandonare pian piano il pavimento dell’ufficio. Stava cadendo, precipitando nella turbinante oscurità e poi, improvvisamente, venne catapultato in un’abbagliante luce solare. Prima che i suoi occhi si fossero adattati a tale luce, Silente giunse accanto a lui.

Si trovavano in un sentiero di campagna delimitato da alte, aggrovigliate siepi d’arbusti, sotto un cielo estivo tanto azzurro quanto un non-ti-scordar-di-me. A dieci piedi da loro, circa, c’era un piccolo uomo grasso con occhiali talmente grandi che riducevano i suoi occhi a macchioline tipo nei. Stava leggendo una segnaletica di legno che spuntava dai rovi sul lato sinistro della strada. Harry sapeva che quest’uomo doveva essere Ogden. Era l’unico che vedeva ed inoltre indossava quello strano assortimento di vestiti molto spesso scelti da maghi inesperti che cercavano, in tutti i modi, di passare per babbani: in questo caso, Ogden indossava la giacca di un frac e ghette su un costume da bagno rigato tipo body. Prima ancora che Harry avesse avuto il tempo di memorizzare qualcosa di più che il suo aspetto bizzarro, Ogden si era mosso con passo veloce giù per il sentiero.

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Silente ed Harry lo seguirono. Mentre passavano la segnaletica di legno, Harry alzò lo sguardo ai due bracci. Su quello che puntava verso la via da cui provenivano era scritto: “Great Hangleton, 5 miglia.” Il braccio che indicava la direzione presa da Ogden diceva “Little Hangleton, 1 miglio.”

Percorsero un viottolo senza vedere niente di interessante, se non siepi d’arbusti, l’immenso cielo azzurro sopra di loro e l’elegante sagoma del frac di fronte a loro, poi il sentiero svoltò a sinistra e svanì declinando ripido giù per un pendio, cosicché ebbero un’improvvisa e inaspettata vista dell’intera vallata che si spiegava di fronte a loro. Harry riusciva a vedere un villaggio, indubbiamente Little Hangleton, posto tra due ripide colline, con la chiesa e il cimitero che si distinguevano nettamente. Attraverso la vallata, posta sul lato opposto del pendio, c’era una graziosa casa di campagna circondata da un grande prato verde e vellutato.

Ogden aveva iniziato a saltellare riluttante a causa del pendio bagnato. Silente allungò il passo ed Harry si affrettò per raggiungerlo. Pensava che Little Hangleton dovesse essere la loro ultima destinazione e si chiedeva, come nella notte in cui avevano incontrato Slughorn, perché dovessero avvicinarsi da una tale distanza. Ben presto, comunque, si rese conto che sbagliava a pensare che si stessero dirigendo al villaggio. Il sentiero voltò a destra e, girato l’angolo, videro il bordo del frac di Odgen svanire attraverso un buco nella siepe.

Silente ed Harry lo seguirono in un stretto e sporco sentiero delimitato da siepi ben più alte e selvagge di quelle viste prima. Il percorso era tortuoso, pieno di sassi e buche, in pendenza proprio come l’altro, e sembrava dirigersi verso un insieme di alberi oscuri poco più sotto. ben presto il sentiero si schiudeva nel bosco, infatti, e Silente ed Harry si fermarono dietro ad Ogden, che si era fermato a sua volta e aveva estratto la bacchetta.

Nonostante il cielo sereno, i vecchi alberi di fronte lanciavano ombre cupe, oscure e fredde, e ci volle qualche secondo prima che Harry riuscisse a scorgere la costruzione per metà nascosta tra tronchi ingarbugliati. Ad Harry sembrava uno strano posto da scegliere per una casa, o comunque una decisione piuttosto bizzarra quella di lasciar crescere tutti quegli alberi che non facevano altro che ostacolare tutta la luce e la vista della vallata sottostante. Si chiedeva se fosse disabitata. I muri erano coperti di muschio ed erano cadute così tante tegole dal tetto che vi erano travicelli ben visibili dappertutto. Tutto intorno crescevano ortiche, le loro estremità raggiungevano persino le imposte, anch’esse minuscole e piene di lerciume. Comunque, proprio mentre era arrivato alla conclusione che probabilmente nessuno avrebbe potuto viverci, una delle imposte venne spalancata con un vocio e ne uscì un leggero gocciolio di vapore o fumo, come se qualcuno stesse cucinando.

Ogden fece con calma qualche passo avanti e, sembrò ad Harry, che fosse piuttosto prudente. Mentre le ombre oscure degli alberi scendevano su di lui, si fermò nuovamente fissando la porta d’ingresso, su cui qualcuno aveva inchiodato un serpente morto.

Subito dopo ci fu un mormorio e una sorta di scoppio, e un uomo vestito di stracci cadde dall’albero più vicino, atterrando in piedi proprio di fronte ad Ogden, che fece un balzo indietro così veloce che inciampò sulle code del suo stesso frac.

“Non sei il benvenuto.”L’uomo che si trovava davanti a loro aveva folti capelli talmente sporchi che

avrebbero potuto essere di qualsiasi colore. Gli mancavano alcuni denti. I suoi occhi erano piccoli e scuri e fissavano in direzioni opposte. Poteva quasi sembrare comico, ma non lo era affatto. Ciò che la sua vista generava era un senso di terrore ed Harry non poteva biasimare Ogden per aver fatto qualche passo indietro prima di iniziare a parlare.

“Ehm… buongiorno. Vengo dal Ministero della Magia…” “Non sei il benvenuto.”“Ehm… mi dispiace… ma credo di non riuscire a capirla,” disse nervosamente

Ogden.

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Harry pensò che Ogden fosse estremamente confuso. Lui comprendeva benissimo le parole dello sconosciuto che agitava una bacchetta in una mano e un piccolo coltello sporco di sangue nell’altra.

“Tu lo capisci, ne sono sicuro, Harry?” disse con calma Silente. “Si, naturalmente,” disse Harry, un po’ confuso. “Perché Ogden non riesce…?”Ma come i suoi occhi scorsero di nuovo il serpente morto sulla porta, capì

improvvisamente.“Sta parlando Serpentese?“Molto bene,” disse Silente annuendo e sorridendo.L’uomo vestito di stracci si stava avvicinando ad Ogden, coltello in una mano,

bacchetta nell’altra.“Guardi, ora…” iniziò Ogden, ma era troppo tardi: ci fu una sorta di scoppio e

Ogden cadde a terra, stringendo il naso, mentre una disgustosa sostanza giallastra e appiccicosa gli schizzava tra le dita.

“Morfin!” disse forte una voce .Un uomo anziano arrivò in gran fretta dal cottage, sbattendo la porta dietro di sé,

cosicché il serpente morto oscillò in maniera alquanto patetica. Quest’uomo era più piccolo del primo e stranamente proporzionato: le spalle erano molto larghe e le braccia oltremodo lunghe, tanto che, con i suoi occhi castano chiaro, i corti capelli aridi e il volto raggrinzito, dava l’idea di una vecchia potente scimmia. Si fermò accanto all’uomo col coltello, che adesso stava ridacchiando alla vista di Ogden per terra.

“È il Ministero?” chiese l’uomo più anziano, guardando giù verso Ogden.“Esatto!” Disse Ogden incollerito, sfiorandosi il volto. “E lei, suppongo sia il signor

Gaunt?”“Si, sono io” disse Gaunt. “Ti ha colpito in faccia, vero? “Si, mi ha colpito!” rispose bruscamente Ogden.“Avrebbe dovuto avvisarci del suo arrivo, non crede?” disse Gaunt in maniera

aggressiva. “Questa è proprietà privata. Non può pretendere di poter passeggiare qui dentro senza aspettarsi che mio figlio si difenda.”

“Si difenda da cosa esattamente?” chiese Ogden, cercando di rialzarsi.“Ficcanaso. Intrusi. Babbani e sporcizia del genere.” Ogden si puntò la bacchetta al naso, da cui stava ancora fuoriuscendo una gran

quantità di un qualcosa che dava l’idea di pus giallo e subito il flusso si arrestò. Il signor Gaunt sibilò con l’angolo della bocca verso Morfin.

“Entra in casa. Non discutere.”Questa volta, preparato, Harry riconobbe il Serpentese. Riusciva a capire non solo

ciò che veniva detto, ma distingueva anche il sibilo magico che era tutto ciò che Ogden poteva ascoltare. Morfin sembrava essere sul punto di ribattere ma, quando suo padre gli lanciò uno sguardo minaccioso, cambiò idea dirigendosi verso il cottage con una strana andatura traballante e sbattendosi dietro la porta principale, cosicché il serpente oscillò tristemente un’altra volta.

“Sono qui per suo figlio, signor Gaunt,” disse Ogden, mentre puliva l’ultima macchia di pus dalla parte anteriore della giacca. “Quello era Morfin, non è vero?”

“Si, era Morfin,” disse con indifferenza l’anziano. “Lei è un purosangue?” chiese improvvisamente con tono aggressivo.

“Questo non c’entra,” rispose Ogden freddamente, ed Harry sentì crescere il suo rispetto per Ogden.

Apparentemente Gaunt la pensava diversamente. Lanciò uno sguardo obliquo a Ogden e mormorò con quello che voleva chiaramente essere un tono offensivo, “Adesso mi ci penso, ho visto nasi come il suo giù al villaggio.”

“Non ne dubito, se lascia mano libera ai suoi figli nel farli,” disse Ogden. “ Forse potremmo continuare questa conversazione dentro?”

“Dentro?”“Si, signor Gaunt. Mi sembra di averglielo già detto. Sono qui per Morfin. Abbiamo

mandato un gufo…”“Non sopporto i gufi,” disse Gaunt. “ Non apro le lettere.”

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“Allora non può certo lamentarsi del fatto di non aver avuto nessun preavviso della mia visita.” Disse aspramente Ogden. “Mi trovo qui a causa di una grave infrazione della legge magica, che ha avuto luogo qui nelle prime ore di questa mattina…”

“Va bene, va bene, va bene!” mugugnò Gaunt. “Entriamo in questa maledetta casa, allora, e che buon pro vi faccia!”

La casa sembrava avere tre minuscole stanze. Due porte portavano alla stanza principale, che fungeva da cucina e soggiorno insieme. Morfin era seduto su di una sudicia poltrona accanto al fuoco attorcigliando una vipera viva tra le grosse dita e cantandole in serpentese in tono sommesso:

“Sibila, sibila, piccola serpe,striscia sul pavimentofai la brava con Morfin o ti inchioderà alla porta.”

Ci fu uno scalpiccio nell’angolo accanto alla finestra aperta, ed Harry si rese conto che c’era qualcun altro nella stanza, una ragazza il cui vestito grigio stracciato aveva esattamente lo stesso colore del sudicio muro di pietra dietro di lei. Si trovava in piedi accanto ad una pentola fumante posta su uno sporco fornello nero, e stava ciondolando accanto ad uno scaffale su cui vi erano pentole e padelle dall’aspetto squallido. I suoi capelli erano lisci e opachi, ed aveva un viso non particolarmente bello, pallido e piuttosto triste. I suoi occhi, come quelli del fratello, guardavano in due direzioni diverse. Sembrava un po’ più pulita dei due uomini, ma Harry pensò di non aver mai visto una persona dall’aspetto così sconfitto.

“Mia figlia, Merope,” disse Gaunt malvolentieri, mentre Ogden la guardava con sguardo indagatore.

“Buon giorno,” disse Ogden.La ragazza non rispose, ma lanciò uno sguardo impaurito verso il padre e si voltò,

continuando a riordinare le pentole sullo scaffale.“Bene, signor Gaunt,” disse Ogden, “per andare dritto al punto, abbiamo ragione di

credere che suo figlio, Morfin, abbia usato la magia di fronte ad un Babbano l’altra notte sul tardi.”

Ci fu un rumore fragoroso. Merope aveva fatto cadere una delle pentole.“Raccoglila!” urlò Gaunt “Ecco, cibo sul pavimento come fanno alcuni sporchi

Babbani, a che ti serve la bacchetta, inutile sacco di letame?”“Signor Gaunt, per favore!” disse Ogden con voce sconvolta, mentre Merope, che

aveva già raccolto la pentola, arrossì divenendo di un rosso scarlatto a chiazze, fece nuovamente cadere la pentola, tirò fuori lentamente la bacchetta dalla tasca, e la puntò alla pentola mormorando un frettoloso e impercettibile incantesimo che lanciò la pentola dall’altra parte del pavimento, e la fece sbattere sul muro opposto rompendola in due.

Morfin emise una sciocca risata. Gaunt urlò, “Riparala, inutile lunatica che non sei altro, riparala!”.

Merope inciampò attraversando la stanza ma prima che avesse il tempo di sollevare la bacchetta, Ogden aveva sollevato la sua dicendo fermamente “Reparo”. La pentola si aggiustò immediatamente.

Gaunt fissò per un momento Ogden come se stesse per urlargli contro, ma sembrò pensarci meglio: al contrario, si prese gioco di sua figlia, “Per fortuna questo simpatico uomo del Ministero è qui, non è vero? Può darsi che ti porterà via dalle mie mani, può darsi che non gli dispiacciano gli sporchi Magonò…”

Senza guardare nessuno o ringraziare Ogden, Merope raccolse la pentola da terra e la riportò con mani tremanti sullo scaffale. Poi rimase tranquilla con la schiena contro il muro tra la finestra sudicia e il fornello, come se non desiderasse nient’altro che sprofondare in quel muro di pietra e svanire nel nulla.

“Signor Gaunt,” iniziò di nuovo Ogden, “come le ho detto: la ragione della mia visita…”

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“L’ho già ascoltata la prima volta!” scattò Gaunt. “E allora? Morfin ha dato a un Babbano quello che si meritava… cosa c’è di strano?”

“Morfin ha infranto la legge magica,” disse Ogden severamente.“Morfin ha infranto la legge magica.” Gaunt imitò la voce di Ogden, facendola

austera e cantilenante. Morfin ridacchiò di nuovo. “Ha dato una lezione ad uno sporco Babbano, è illegale questo?”

“Si,” disse Ogden “mi dispiace, lo è.”Tirò fuori un piccolo rotolo di pergamena dalla tasca e lo srotolò.“E quella cos’è, adesso, la sua sentenza?” chiese Gaunt con voce sempre più

stizzita.“È una convocazione del Ministero per un’udienza…”“Convocazione! Convocazione? Chi si crede di essere, per convocare mio figlio da

qualche parte?”“Sono il Capo della Squadra di Applicazione della Legge Magica,” disse Ogden.“E lei crede che noi invece siamo feccia, vero?” urlò Gaunt avanzando ora verso

Ogden, con un dito dall’unghia gialla e sporca puntato al suo petto. “Feccia che arriva di corsa non appena il Ministero gli dice di farlo? Ha la minima idea di con chi sta parlando, lei, sporco piccolo mezzosangue, ce l’ha?”

“Avevo l’impressione di stare parlando al Signor Gaunt,” disse Ogden, guardandolo con sospetto, ma restando fermo al suo posto.

“Esatto!” ruggì Gaunt. Per un momento Harry pensò che Gaunt stesse per fare un brutto gesto con la mano, ma poi si rese conto che stava mostrando ad Ogden l’orribile anello di pietra nera che portava sul dito medio, agitandolo davanti agli occhi di Ogden. “ Lo vede questo? Lo vede questo? Sa cos’è? Sa da dove viene? Per secoli è stato nella nostra famiglia, ecco da dove proveniamo, e completamente purosangue! Sa quanto mi è stato offerto per questo, con lo stemma di Peverell inciso sulla pietra?”

“Non ne ho davvero idea,” disse Ogden chiudendo gli occhi mentre l’anello scivolava a un pelo dal suo naso, “e questo non è pertinente, signor Gaunt. Suo figlio ha commesso…”

Con un urlo di rabbia, Gaunt corse verso sua figlia. Per una frazione di secondo Harry pensò che stesse per soffocarla mentre le mani le circondavano la gola; subito dopo, la stava trascinando verso Ogden tirandola per una catena che aveva intorno al collo.

“Lo vede questo?” Urlò ad Ogden, agitando un pesante medaglione d’oro, mentre Merope sputacchiava e respirava affannosamente.

“Lo vedo, lo vedo!” disse subito Ogden .“Apparteneva a Serpeverde!” urlò Gaunt. “Apparteneva a Salazar Serpeverde! Noi

siamo i suoi ultimi discendenti in vita, cosa ne dice di questo, eh?” “Signor Gaunt, sua figlia!” disse Ogden allarmato, ma Gaunt aveva già mollato la

presa; Merope vacillò lontano da lui, tornò al suo angolino massaggiandosi il collo e cercando di respirare.

“Quindi!” disse trionfalmente Gaunt, come se avesse appena risolto uno dei punti più complicati al di là di ogni loro possibile lite. “Non si rivolga a noi come se fossimo sporcizia sotto le sue scarpe! Generazioni di purosangue , tutti maghi… più di quanto lei possa affermare, sono sicuro!”

E prese a sputare sul pavimento ai piedi di Ogden. Morfin ridacchiò ancora. Merope, rannicchiata accanto alla finestra, con la testa china e la faccia nascosta tra i lisci capelli, non diceva nulla.

“Signor Gaunt” disse ostinatamente Ogden, “Sono spiacente ma né i suoi antenati né io abbiamo niente a che fare con l’argomento in questione. Sono qui a causa di Morfin, di Morfin e del Babbano che ha avvicinato l’altra notte sul tardi. Le nostre informazioni” – diede uno sguardo in basso al rotolo di pergamena – “affermano che Morfin ha compiuto un malocchio al Babbano in questione, causandogli un’orticaria al quanto dolorosa.”

Morfin se la rise.“Sta zitto, ragazzo” ringhiò Gaunt in serpentese e Morfin fece silenzio di nuovo.

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“E allora? Anche se lo avesse fatto?” disse Gaunt insolentemente ad Ogden, “Credo abbiate già provveduto a pulire la sporca faccia di Babbano che si ritrova, così come la sua memoria…”

“Non è questo il punto, non è vero, signor Gaunt?” disse Ogden. “Questo è stato un attacco ingiustificato su di un indifeso…”

“Ah, ho capito che era un amante dei Babbani dal primo momento che l’ho vista”, sogghignò Gaunt e sputò di nuovo sul pavimento.

“Questa discussione non ci sta portando da nessuna parte,” disse fermamente Ogden. “È chiaro, dall’atteggiamento di suo figlio, che non prova alcun rimorso per quello che ha fatto.” Guardò nuovamente sul rotolo di pergamena. “Morfin si presenterà all’udienza il 14 settembre per rispondere dell’accusa di aver usato la magia davanti ad un Babbano e aver causato danni e dolori allo stesso Babb…”

Ogden si interruppe. Dalla finestra aperta entravano tintinnii, rumori di cavalli e forti voci che ridacchiavano. Evidentemente il tortuoso sentiero che portava al villaggio passava vicinissimo al boschetto che circondava la casa. Gaunt si bloccò allargando gli occhi e cercando di ascoltare. Morfin sibilò qualcosa e si voltò nella direzione da cui provenivano le voci con espressione bramosa. Merope alzò il capo. Harry notò che la sua faccia era diventata completamente bianca.

“Mio Dio, che pugno nell’occhio!” risuonò la voce di una ragazza, in maniera talmente chiara attraverso la finestra aperta che sembrava quasi si trovasse nella stanza con loro. “Tuo padre non ha potuto sbarazzarsi di questo tugurio, Tom?”

“Non è nostro,” disse la voce di un ragazzo.” Tutto ciò che si trova nell’altro lato della valle appartiene a noi, ma quel cottage appartiene a un vecchio vagabondo di nome Gaunt, e ai suoi figli. Il figlio è quasi del tutto pazzo, dovresti ascoltare alcune delle storie che raccontano al villaggio…”

La ragazza rise. I tintinnii e i rumori diventavano sempre più forti. Morfin fece per alzarsi dalla poltrona. “Resta seduto” lo ammonì suo padre in Serpentese.

“Tom,” disse ancora la ragazza, così vicina da essere certamente accanto alla casa, “Potrei sbagliarmi… ma qualcuno ha inchiodato un serpente su quella porta?”

“Buon Dio, hai ragione!” disse l’uomo. “Sarà stato il ragazzo, te l’ho detto che ha qualche rotella fuori posto. Non guardarlo, Cecilia, cara.”

I tintinni e i rumori adesso ritornavano ad essere deboli.“«Cara»”, bisbigliò Morfin in Serpentese, guardando sua sorella. “«Cara», Così l’ha

chiamata. Quindi è probabile che non ti voglia più.”Merope era così bianca che Harry era sicuro che sarebbe svenuta da un momento

all’altro.“Di che si tratta?” disse rapidamente Gaunt in Serpentese passando con lo sguardo

dal figlio alla figlia. “Di cosa stavi parlando, Morfin?”“Le piace andare appresso a quel Babbano,” disse Morfin con un espressione

crudele sulla faccia mentre fissava la sorella, che adesso sembrava terrificata. “Sempre in giardino quando passa, scrutandolo attraverso la siepe, non è vero? E la notte scorsa…”

Merope scosse la testa di scatto, implorando, ma Morfin andò avanti senza pietà, “Sempre fissa alla finestra aspettando che tornasse a casa a cavallo, non è vero?”

“ Ferma alla finestra per guardare un Babbano?” disse con calma Gaunt.Tutti e tre i Gaunt sembravano aver dimenticato Ogden che li guardava disorientato

e irritato per la nuova interruzione di incomprensibili sibili e stridii.“È vero?” chiese Gaunt con voce implacabile, facendo un passo o due verso la

ragazza sempre più terrorizzata. “Mia figlia… una purosangue discendente di Salazar Serpeverde… che muore di desiderio per un sudicio Babbano dal sangue sporco?”

Merope scosse freneticamente il capo, spingendosi quanto più poteva contro il muro, apparentemente incapace di parlare.

“Però io l’ho colpito, Padre!” ridacchiò Morfin. “L’ho colpito mentre passava e non sembrava più così carino con l’orticaria su tutto il corpo, vero, Merope?”

“Tu, piccola, disgustosa Magonò, tu, sporca piccola traditrice del tuo stesso sangue!” ringhiò Gaunt perdendo il controllo, mentre afferrava la figlia per la gola.

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Sia Harry che Ogden urlarono “No!” nello stesso momento; Ogden alzò la sua bacchetta e urlò, “Relascio!”

Gaunt venne scagliato indietro, lontano da sua figlia; inciampò su di una sedia e cadde di schiena. Con un urlo di rabbia, Morfin si alzò con un balzo dalla sedia e corse verso Ogden, brandendo il suo coltello coperto di sangue e scoccando malefici indiscriminatamente dalla bacchetta.

Ogden scappò via per salvarsi la pelle. Silente indicò che dovevano seguirlo ed Harry obbedì, con l’eco delle grida di Merope ancora nelle orecchie.

Ogden sfrecciò lungo il percorso e giunse al sentiero principale, le mani sul capo, quando si scontrò con il maestoso cavallo castano cavalcato da un giovane coi capelli scuri molto carino. Sia lui che la bella ragazza che gli cavalcava accanto su un cavallo grigio risero alla vista di Ogden, che balzò via dal fianco del cavallo e riprese a correre, con il frac svolazzante, coperto di polvere dalla testa ai piedi, dirigendosi precipitosamente verso il sentiero.

“Credo sia abbastanza, Harry” disse Silente. Afferrò Harry dal gomito e lo trascinò via. Un momento dopo erano entrambi in volo leggeri nell’oscurità, fino a che non atterrarono, dritti in piedi, nell’ufficio di Silente illuminato ora dalla luce del crepuscolo.

“Cosa è accaduto alla ragazza nel cottage?” chiese subito Harry, mentre Silente accendeva qualche altra lampada con un colpo di bacchetta. “Merope, o qualunque sia il suo nome?”

“Oh, è sopravvissuta,” disse Silente risedendosi dietro il suo tavolo e indicando ad Harry di sedersi anche lui. “Ogden si è materializzato al Ministero ed è tornato in quindici minuti con alcuni rinforzi. Morfin e suo padre hanno tentato di opporsi, ma sono stati schiantati entrambi, allontanati dal cottage e, successivamente, condannati dal Wizengamot. Morfin, che aveva già un precedente per aver attaccato un Babbano, fu condannato a tre anni da scontare nella prigione di Azkaban. Orvoloson, che aveva ferito alcuni impiegati del ministero oltre ad Ogden, ricevette sei mesi.”

“Orvoloson?” ripeté Harry con stupore.“Esatto,” disse Silente, sorridendo in segno di approvazione. “Sono felice di vedere

che stai comprendendo.”“Quel vecchio era…?”“Il nonno di Voldemort, sì,” disse Silente. “Orvoloson, suo figlio Morfin, e sua figlia

Merope, erano gli ultimi discendenti dei Gaunt, una famiglia di maghi molto antica, nota per una certa instabilità e violenza che si è ripetuta attraverso le generazioni a causa della loro abitudine di sposare i propri cugini. Una mancanza di facoltà mentali, unita a eccessive manie di grandezza, lasciano intendere che l’importante famiglia sia andata logorandosi sempre più per diverse generazioni, prima della nascita di Orvoloson. Lui, come hai visto, venne lasciato nello squallore e nella povertà più assoluta, con un temperamento pessimo, una gran quantità di arroganza e orgoglio, e un paio di oggetti di famiglia che custodiva gelosamente tanto quanto suo figlio e certamente molto più di sua figlia.”

“Quindi, Merope,” disse Harry inclinandosi in avanti sulla sedia e fissando Silente, “Quindi Merope era… Signore, questo significa che lei era … la madre di Voldemort?”

“Sì”, disse Silente. “E da quello che è accaduto abbiamo anche avuto un’apparizione fugace del padre. Te ne sei accorto?”

“Il Babbano attaccato da Morfin? L’uomo a cavallo?”“Davvero molto bene,” disse Silente, sorridendo. “Si, quello era Tom Riddle Senior,

il Babbano di bell’aspetto che aveva l’abitudine di andare a cavallo oltre il cottage dei Gaunt e per il quale Merope Gaunt provava una segreta e ardente passione.”

“E finirono per sposarsi?” Disse Harry incredulo, incapace di immaginare che due persone tanto diverse si fossero innamorate.

“Credo tu stia dimenticando,” disse Silente “che Merope era una strega. Non credo che i suoi poteri magici si siano presentati al meglio quando era terrorizzata dal padre. Una volta che Orvoloson e Morfin furono al sicuro ad Azkaban, una volta che rimase sola e libera per la prima volta nella sua vita, allora, sono sicuro, sia stata in grado di dare libero sfogo alle sue abilità e abbia programmato la sua fuga dalla vita disperata che aveva condotto per diciotto anni.”

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“Non ti viene in mente nessun metodo cui Merope sia potuta ricorrere per far si che Tom Riddle dimenticasse la sua compagna Babbana e si innamorasse invece di lei?”

“La maledizione Imperius?” Suggerì Harry. “O una pozione d’amore?”“Molto bene. Personalmente credo che abbia usato una pozione d’amore. Sono

sicuro che le sarà sembrata più romantica, e non penso abbia incontrato molte difficoltà, durante qualche calda giornata, quando Riddle stava cavalcando da solo, a convincerlo a prendere un bicchiere d’acqua. In tutti casi, pochi mesi dopo la scena a cui abbiamo appena assistito, il villaggio di Little Hangleton godeva di un tremendo scandalo. Puoi immaginare i pettegolezzi che cominciarono a circolare quando il figlio del signore del villaggio scappò con Merope, la figlia del vagabondo.”

“Ma lo shock degli abitanti del villaggio fu niente a confronto di quello di Orvoloson. Ritornò da Azkaban, sicuro di trovare la figlia al lavoro che aspettava il suo ritorno con un pasto caldo già pronto in tavola. Invece, trovò solo due centimetri di polvere e il suo biglietto d’addio, dove spiegava cosa aveva fatto.”

“Da quello che sono stato in grado di scoprire, egli non menzionò mai più il suo nome e da quel momento in poi non accennò più al fatto di avere una figlia. Lo shock per l’abbandono della figlia contribuì probabilmente alla sua scomparsa prematura… o forse semplicemente non aveva mai imparato a nutrirsi da solo. Azkaban aveva indebolito moltissimo Orvoloson, e non fece neanche in tempo a vedere tornare lo stesso Morfin al cottage.”

“E Merope? Lei… lei è morta, non è vero? Voldemort non venne cresciuto in un orfanotrofio?”

“Si, infatti,” disse Silente. “Dobbiamo certamente fare una gran quantità di supposizioni qui, benché credo non sia difficile dedurre cosa accadde. Vedi, pochi mesi dopo il loro matrimonio riparatore, Tom Riddle ritornò alla casa di Little Hangleton senza sua moglie. Ai vicini disse di essere stato tradito e preso in giro. Sono sicuro che quello che intendeva dire era di essere stato sotto un incantesimo che ora era svanito, benché molto probabilmente egli non osò usare queste precise parole per paura di essere considerato pazzo. Quando udirono cosa stava dicendo, comunque, gli abitanti del villaggio supposero che Merope avesse mentito a Tom Riddle fingendo di essere in attesa di un bambino, e che lui fu costretto a sposarla per questa ragione.”

“Ma lei ebbe il suo bambino.”“Sì, ma non prima di un anno dal loro matrimonio. Tom Riddle la lasciò mentre era

ancora incinta.”“Cosa andò storto?” chiese Harry. “Perché la pozione d’amore non funzionò più?”“Anche questa è un’ipotesi”, disse Silente, “ma io credo che Merope, che era

profondamente innamorata di suo marito, non riuscì a sopportare l’idea di continuare a schiavizzarlo attraverso la magia. Credo che scelse di non dargli più la pozione. Forse, innamorata com’era, si era convinta che lui in cambio si sarebbe innamorato di lei. Può darsi che pensasse che sarebbe rimasto per il bene del bambino. Se è andata così, si sbagliò su entrambi i fronti. Lui la lasciò, non la rivide mai più, e non si preoccupò mai di scoprire cosa fosse diventato suo figlio.”

Il cielo fuori era nero e le lampade dell’ufficio di Silente sembravano risplendere più di prima.

“Credo sia tutto per stasera, Harry,” disse Silente dopo un momento o due.“Si, Signore,” disse Harry.Si alzò, ma non andò via.“Signore… è importante conoscere tutte queste cose sul passato di Voldemort?”“Credo sia molto importante,” disse Silente.“E… ha qualcosa a che fare con la profezia?”“Ha tutto a che fare con la profezia”.“Bene,” disse Harry, un po’ confuso, ma rassicurato al tempo stesso.Si voltò per andare, ma poi gli venne in mente un’altra domanda e si voltò indietro

di nuovo. “Signore, ho il permesso di dire a Ron ed Hermione tutto ciò che mi ha detto?”

Silente prese in considerazione la proposta per un momento, poi disse, “Si, credo che il Signor Weasley e la signorina Granger abbiano dato prova di essere amici fidati.

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Ma Harry, devo però chiederti di dire loro di non rivelare niente di tutto ciò a nessuno. Non sarebbe una buona idea se circolassero informazioni su quanto so, o sospetto di sapere, sui segreti di Voldemort.”

“No, Signore, posso garantirle che lo dirò solo a Ron ed Hermione. Buona notte.”Si voltò di nuovo, era quasi arrivato alla porta quando lo vide. Appoggiato su uno

dei tavolini dalle lunghe gambe sottili che reggevano così tanti aggeggi d’argento dall’aspetto fragile, c’era un brutto anello d’oro incastonato con una grande pietra nera rotta.

“Signore” disse Harry fissandolo. “Quell’anello…”“Si?” disse Silente.“Lei indossava quell’anello quando siamo andati a trovare il Professor Slughorn

quella notte.”“Si.” Annuì Silente.“Ma non è quello… Signore, non è lo stesso anello che Orvoloson Gaunt ha mostrato

ad Ogden?”Silente chinò la testa. “Esattamente lo stesso.”“Ma come è arrivato…? Lo ha sempre avuto lei?”“No, l’ho acquisito di recente,” disse Silente. “Proprio pochi giorni prima che venissi

a prenderti a casa dei tuoi zii.”“Allora deve essere stato intorno allo stesso periodo che si è ferito la mano,

signore?”“Circa quel periodo, si, Harry.”Harry esitò. Silente stava sorridendo.“Signore, come esattamente…?”“È troppo tardi, Harry. Ascolterai la storia un’altra volta. Buona notte.”“Buona notte, signore.

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CAPITOLO UNDICI

HERMIONE DA’ UNA MANOCome Hermione aveva previsto, i momenti liberi di quelli del sesto anno non erano

ore di beato relax, come Ron si aspettava, ma tempo in cui tentare di rimanere al passo con la montagna di compiti che venivano loro assegnati. Non solo studiavano come se dovessero dare un esame ogni giorno, ma le stesse lezioni erano più esigenti di quanto lo fossero mai state prima. Harry riusciva a malapena a capire la metà di quanto spiegava loro la professoressa McGranitt in quei giorni. La stessa Hermione aveva dovuto chiederle di ripetere alcuni argomenti anche più di una volta. Incredibilmente, e con crescente risentimento di Hermione, la materia preferita di Harry era subito diventata Pozioni, per merito del Principe Mezzosangue.

Ora erano richiesti Incantesimi non verbali, e non solo in Difesa Contro le Arti Oscure, ma anche in Incantesimi e Trasfigurazione. In Sala Comune o all’ora dei pasti, Harry poteva vedere spesso compagni col volto congestionato e teso come se avessero abusato del Tu-Sai-Che di Fred e George. Sapeva anche, però, che in realtà si stavano sforzando per fare qualche incantesimo senza pronunciarne la formula ad alta voce. Era un sollievo poter uscire all’aperto verso le serre. In Erbologia erano alle prese con piante molto più pericolose che mai ma, almeno, erano autorizzati ad imprecare ad alta voce se i Tentacoli Velenosi cercavano di colpirli furtivamente alle spalle.

Una conseguenza dell’enorme quantità di compiti e delle ore passate freneticamente a fare pratica con gli incantesimi non verbali fu che Harry, Ron ed Hermione non avevano avuto possibilità di trovare il tempo, fino a quel momento, per andare a visitare Hagrid. Lui non veniva più al tavolo degli insegnanti per i pasti, un

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cattivo presagio, e nelle rare occasioni in cui l’avevano incrociato nei corridoi o nei prati all’esterno, non erano misteriosamente riusciti a farsi notare o a raggiungerlo con i loro saluti.

“Dobbiamo andarci e spiegare,” affermò Hermione, adocchiando l’enorme sedia vuota di Hagrid al tavolo degli insegnanti durante la colazione il sabato mattina.

“Abbiamo le selezioni di Quidditch stamattina!” esclamò Ron. “E dovremmo anche far pratica di quell’incantesimo Aguamenti per Vitious! E poi, mi dici come facciamo? Come facciamo a dirgli che odiamo quella sua stupida materia?”

“Non è vero che la odiamo!” replicò Hermione“Parla per te, io non ho dimenticato gli Schiopodi,” rispose Ron cupamente. “E

posso anche farvi notare che abbiamo una facile scappatoia… L’avete sentito raccontare che continua ad andare da quell’idiota del suo fratellastro… noi saremmo dovuti andare ad insegnare a Grop il modo per allacciarsi le scarpe, se ci fossimo andati.”

“Odio il non poter parlare con Hagrid,” affermò Hermione un po’ turbata.“Ci andremo dopo il Quidditch,” la rassicurò Harry. Anche a lui mancava Hagrid, per

quanto, come Ron, pensava fosse meglio non avere non aver mai a che fare con Grop in vita loro. “Le selezioni potrebbero durare tutta la mattina, però, considerato il numero di persone che si è proposto.” Era un po’ nervoso nell’affrontare la sua prima difficoltà come Capitano. “Non capisco come mai la squadra sia così popolare in questo periodo.”

“Oh, ma va’, Harry,” sbottò Hermione, all’improvviso impaziente. “Non è il Quidditch ad essere popolare, sei tu! Non sei mai stato così interessante e, francamente, non sei mai stato nemmeno così desiderabile.”

Ron ingollò un pezzo enorme di aringa affumicata. Hermione gli rivolse uno sguardo sdegnoso prima di rivolgersi di nuovo ad Harry.

“Ora tutti sanno che avevi detto la verità, no? L’intero mondo magico ha dovuto ammettere che avevi ragione riguardo al ritorno di Voldemort e che veramente hai combattuto contro di lui due volte, negli ultimi due anni, riuscendo a sfuggirgli in entrambi i casi. Adesso, poi, tutti ti chiamano il «Prescelto»… be’, ancora non capisci perché la gente è affascinata da te?”

Harry sentì all’improvviso come se nella Sala Grande facesse molto caldo, benché il soffitto mostrasse ancora un cielo freddo e piovoso.

“E poi hai subito tutta quella persecuzione da parte del Ministero che cercava di farti passare per un malato di mente ed un bugiardo. Si vedono ancora i segni dove quella donna diabolica ti ha fatto scrivere con il tuo stesso sangue, e tu continui ancora a tenerti in disparte da tutta questa storia…”

“Anche su di me si vedono ancora i segni dove quei cervelli mi hanno attaccato al Ministero, guarda,” disse Ron, sollevando le maniche della divisa.

“E come se non bastasse, sei anche cresciuto di circa 30 centimetri durante l’estate,” concluse Hermione ignorando Ron.

“Io sono alto,” proruppe Ron, senza che nessuno ci facesse caso.I gufi postini arrivarono in quel momento, precipitandosi attraverso le finestre

schizzate di pioggia, spruzzando tutti di goccioline d’acqua. Molti ricevevano più posta del solito: genitori ansiosi che desideravano contattare direttamente i loro figli e, allo stesso tempo, rassicurarli che tutto andava bene a casa. Harry non aveva ricevuto alcuna lettera dall’inizio del trimestre. Il suo solo corrispondente regolare ora era morto e, per quanto avesse sperato che Lupin potesse scrivergli ogni tanto, finora era rimasto deluso. Fu molto sorpreso, perciò, di vedere la sua candida Edvige volare in tondo in mezzo e tutti quei gufi bruni o grigi. Lei atterrò proprio di fronte a lui trasportando un grande pacco squadrato. Un attimo più tardi, un pacco identico atterrò di fronte a Ron, schiantandosi insieme al suo piccolo gufo esausto, Leotordo.

“Ah!” esclamò Harry aprendo l’involto fino a mettere in mostra la nuova copia di “Pozioni Avanzate” appena giunta dal Ghirigoro.

“Oh, bene,” disse Hermione deliziata. “Così adesso puoi restituire quella copia tutta segnata.”

“Sei pazza?” replicò Harry. “Mi tengo quello! Guarda, ho già pensato a tutto…”

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Tirò fuori la vecchia copia di “Pozioni Avanzate” dalla cartella e colpì la copertina con la bacchetta mormorando “Diffindo!” La copertina si staccò. Ripeté la stessa cosa con il libro nuovo (Hermione guardava scandalizzata). Dopodichè scambiò le copertine e diede un colpetto ad entrambe dicendo “Reparo!”.

Con questo, la vecchia copia del Principe divenne come nuova e la freschissima copia avuta dal Ghirigoro sembrò essere quella di seconda mano.

“Restituirò a Slughorn la nuova. Non avrà nulla da lamentarsi, costa nove Galeoni.”Hermione strinse le labbra con fare di rabbiosa disapprovazione, ma fu distratta da

un terzo gufo che era atterrato davanti a lei con una copia della Gazzetta del Profeta. Lei aprì il giornale rudemente ed esaminò la prima pagina.

“È morto qualcuno che conosciamo?” domandò Ron con voce volutamente noncurante. Ripeteva la stessa domanda ogni mattina, quando Hermione apriva il giornale.

“No, ma ci sono stati altri attacchi da parte di Dissennatori,” rispose Hermione. “E un arresto.”

“Eccellente, chi?” domandò Harry pensando a Bellatrix Lestrange.“Stan Picchetto,” replicò Hermione.“Cosa?” esclamò Harry sbalordito.“«Stanley Picchetto, bigliettaio del Nottetempo, il popolare mezzo di trasporto del

mondo magico, è stato arrestato con il sospetto di aver partecipato alle attività dei Mangiamorte. Il signor Picchetto, 21 anni, è stato preso in custodia dopo un’incursione nella sua casa di Clapham…»”

“Stan Picchetto un Mangiamorte?” disse Harry ricordando che erano passati tre anni da quando aveva incontrato quel ragazzo brufoloso per la prima volta. “Impossibile!”

“Può darsi che sia stato posto sotto la Maledizione Imperius,” suppose Ron pensoso. “Non si può mai dire.”

“Non sembra,” spiegò Hermione, che aveva continuato a leggere. “Qui dice che è stato arrestato perché gli hanno sentito raccontare alcuni piani segreti dei Mangiamorte in un pub.” Alzò lo sguardo rivelando sul volto un’espressione preoccupata. “Se fosse stato sotto la Maledizione Imperius, difficilmente sarebbe andato a spifferare in giro i loro piani, no?”

“Sembra che volesse far sembrare di essere più di quel che è,” disse Ron. “Non era quello che pretendeva di essere sul punto di diventare Ministro della Magia mentre cercava di far colpo su quella Veela?”

“Già, proprio lui,” confermò Harry. “Non so a che gioco stanno giocando nel prendere Stan sul serio.”

“Probabilmente vogliono dare l’impressione che stanno facendo qualcosa,” disse Hermione accigliata. “La gente è terrificata… lo sai che i genitori delle gemelle Patil le vogliono ritirare da scuola? Ed Eloise Midgeon si è appena ritirata. Il padre è venuta a prenderla la notte scorsa.”

“Cosa!” Scattò Ron, guardando Hermione con occhi stralunati. “Ma Hogwarts è più sicura delle loro case, per forza! Ci sono gli Auror, e tutti quegli incantesimi protettivi extra, e c’è Silente!”

“Non credo che lui ci sia sempre,” fece notare Hermione molto tranquillamente mentre alzava lo sguardo verso il tavolo degli Insegnanti, oltre il bordo del Profeta. “Non l’hai notato? Il suo posto è stato vuoto almeno quanto quello di Hagrid, la scorsa settimana.

Harry e Ron alzarono insieme lo sguardo verso il tavolo degli Insegnanti. La sedia del Preside era proprio vuota. Ora che ci pensava, Harry non aveva più visto Silente fin dalla loro lezione privata della settimana precedente.

“Credo che abbia lasciato la scuola per fare qualcosa con l’Ordine,” sussurrò Hermione. “Voglio dire… sembra tutto così grave, no?”

Harry non rispose, ma sapeva che tutti e tre stavano pensando alla stessa cosa. Il giorno prima c’era stato un orribile incidente, ed Hannah Abbott era stata fatta uscire, durante la lezione di Erbologia, per essere informata del fatto che la madre era stata trovata morta. Non vedevano Hannah fin da allora.

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Quando lasciarono il tavolo dei Grifondoro per dirigersi al campo di Quidditch, cinque minuti più tardi, sorpassarono Lavanda Brown e Calì Patil. Ricordando ciò che Hermione aveva detto riguardo al fatto che i genitori delle gemelle Patil volevano ritirarle da scuola, Harry non fu sorpreso di vedere le due, legate da grande amicizia, sussurrare tra di loro apparentemente affrante. Ciò che sorprese Harry fu che, appena Ron arrivò alla loro altezza, Calì subito sferrò a Lavanda una gomitata e Lavanda si guardò intorno e rivolse a Ron un ampio sorriso. Ron ammiccò verso di lei, poi sfoggiò un sorriso esitante. Il suo modo di camminare divenne in qualche modo più impettito. Harry resistette alla tentazione di scoppiare e ridere, ricordando che Ron si era trattenuto allo stesso modo quando aveva saputo che Malfoy gli aveva rotto il naso. Hermione, dal canto suo, sembrò fredda e distante per tutto il tragitto verso lo stadio attraversando la fredda acquerugiola nebbiosa, e si diresse a cercare un posto in tribuna senza augurare a Ron buona fortuna.

Come Harry aveva previsto, le selezioni durarono per la maggior parte della mattina. Metà della Casa del Grifondoro sembrava essersi radunata lì, da quelli del primo anno che tenevano strette alcune orribili vecchie scope della scuola, selezionate dal mucchio, fino ad alcuni del settimo anno che torreggiavano sugli altri con fare freddamente intimidatorio. Quest’ultimo gruppo comprendeva un robusto ragazzo dai capelli ispidi che Harry riconobbe immediatamente per averlo incontrato sull’ Hogwarts Express.

“Ci siamo incontrati sul treno, nello scompartimento del vecchio Sluggy,” disse questi confidenzialmente emergendo dal gruppo per stringere la mano ad Harry. “Cormac McLaggen, Portiere.”

“Non partecipasti alle selezioni dell’anno scorso, vero?” chiese Harry, notando quanto fossero ampie le spalle di McLaggen e pensando che potesse bloccare tutti e tre gli anelli senza neanche muoversi.

“Ero in infermeria quando ci furono le selezioni,” rispose McLaggen, con una certa tracotanza. “Avevo mangiato una libbra di uova di Doxy per scommessa.”

“Va bene,” replicò Harry. “Be’… se vuoi aspettare lì…” Indicò verso il bordo del campo, nei pressi di dove Hermione era seduta. Pensò di vedere un guizzo di irritazione passare sul viso di McLaggen e si chiese se si aspettasse di avere un trattamento di favore perché entrambi favoriti del “vecchio Sluggy”.

Harry decise di cominciare con degli esercizi di base, chiedendo a tutti i candidati di dividersi in gruppi di dieci e di fare, in volo, un giro del campo. Questa si rivelò essere una buona decisione: il primo gruppo di dieci era composto da quelli del primo anno, e fu più che evidente che nessuno aveva mai volato a lungo precedentemente. Un solo ragazzino riuscì a restare in volo per più di pochi secondi, e ne restò così sorpreso che andò immediatamente a sbattere contro uno dei pali delle porte.

Il secondo gruppo era composto da dieci delle ragazze più insulse che Harry avesse mai conosciuto che, al fischio di Harry, l’unica cosa di cui furono capaci fu quella di mettersi a ridacchiare e ad abbracciarsi l’una con l’altra. Romilda Vane era una di queste. Quando disse loro di lasciare il campo, lo fecero con totale spensieratezza ed andarono a sedersi sulle panche dando fastidio a tutti gli altri.

Quelli del terzo gruppo si scontrarono tra di loro a metà del loro giro del campo. La maggior parte di quelli del quarto gruppo erano venuti senza scope. Quelli del quinto gruppo erano di Tassorosso.

“Se c’è qualcun altro che non è di Grifondoro,” ruggì Harry, che cominciava ad essere veramente infastidito, “se ne vada adesso, per favore!”

Ci fu una pausa, poi una coppia di piccoli Corvonero si allontanò correndo dal campo, con qualche sbuffo e qualche risata.

Dopo due ore, qualche protesta e diversi scoppi d’ira, tra cui uno che aveva provocato la rottura di una Comet Duecentosessanta e diversi denti rotti, Harry aveva trovato i tre cercatori: Katie Bell, che rientrava in squadra dopo un eccellente prova, una nuova scoperta di nome Demelza Robins, che aveva una speciale abilità a scansare i bolidi, e Ginny Weasley, che aveva volato magnificamente per tutta la prova e, in aggiunta, aveva segnato diciassette volte. Per quanto soddisfatto delle sue scelte,

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Harry aveva dovuto urlare fino a diventare rauco con tutti quelli che avevano protestato, e adesso stava affrontando la stessa battaglia con i Battitori scartati.

“La mia decisione definitiva è questa e se non ve ne andate dalla selezione dei Portieri vi faccio un maleficio,” urlò.

Nessuno dei battitori che aveva scelto aveva lo stesso talento di Fred e George, ma era abbastanza soddisfatto di loro: Jimmy Peakes, un ragazzo del terzo anno basso, ma dalle spalle ampie, era riuscito a far spuntare sulla nuca di Harry un bernoccolo grande come un uovo, per la ferocia con cui aveva colpito un bolide, e Ritchie Coote, che sembrava allampanato ma aveva un’ottima mira. Entrambi raggiunsero in panchina Katie, Demelza e Ginny per seguire la selezione dell’ultimo componente della squadra.

Harry aveva volutamente lasciato per ultima la selezione del Portiere, sperando di avere uno stadio meno affollato e minore pressione sui concorrenti. Sfortunatamente, invece, si erano aggiunti agli spettatori tutti quelli che erano stati scartati ed un buon numero di persone che erano scese in ritardo dopo una lauta colazione, così lo stadio era più affollato che mai. Harry diede uno sguardo a Ron, che aveva sempre avuto problemi a mantenere il sangue freddo. Harry aveva sperato che l’aver vinto la gara finale, l’anno precedente, lo avesse sbloccato, ma apparentemente non era così: Ron aveva assunto un tenue colorito verdastro.

Nessuno dei primi cinque aspiranti riuscì a parare più di due tiri ciascuno. Con gran disappunto di Harry, Cormac McLaggen riuscì a parare quattro tiri su cinque. Sull’ultimo, però, si mosse nella direzione completamente opposta, il pubblico rise e fischiò mentre McLaggen tornava a terra digrignando i denti.

Ron sembrava sul punto di svenire quando montò sulla sua Tornado Undici.“Buona fortuna” gridò una voce dalle tribune. Harry lanciò uno sguardo

aspettandosi fosse Hermione, ed invece si trattava di Lavanda Brown. Harry avrebbe voluto nascondere il viso tra le mani, come fece lei un attimo più tardi, ma considerò che come Capitano gli toccava mostrare un po’ di fermezza in più, e tornò a voltarsi per osservare la prova di Ron.

Non avrebbe dovuto preoccuparsi. Ron parò una, due, tre, quattro, cinque rigori tutti di fila. Deliziato, e trattenendosi a stento dall’unirsi alle acclamazioni della folla, Harry si voltò verso McLaggen per dirgli che, sfortunatamente, Ron l’aveva superato, ma trovò il volto arrossato di McLaggen a pochi centimetri dal suo. Fece un rapido passo indietro.

“Sua sorella non ha fatto un tiro serio,” disse McLaggen minaccioso. Aveva una vena che gli pulsava sulla tempia identica a quella che spesso Harry aveva scorto sulla tempia di zio Vernon. “Gli ha fatto fare una parata facile.”

“Stupidaggini,” replicò Harry con freddezza. “Era proprio quello che ha quasi mancato.”

McLaggen fece un passo verso Harry, che si irrigidì sul posto.“Dammi un’altra possibilità.”“No,” rispose Harry. “Hai fatto la tua prova. Ne hai parati quattro. Ron ne ha parati

cinque. Il Portiere è Ron, ha vinto in modo corretto. Levati dai piedi.”Per un momento ebbe l’impressione che McLaggen l’avrebbe picchiato, ma questi si

accontentò di una smorfia maligna e se ne andò precipitosamente, brontolando all’aria fresca quelle che sembravano minacce.

Harry si voltò verso la sua nuova squadra che lo aspettava raggiante.“Ben fatto,” disse con voce rauca. “Avete volato tutti veramente bene…”“Sei stato magnifico, Ron!”Questa volta si trattava veramente di Hermione che correva verso di loro dalle

tribune. Harry vide Lavanda uscire dal campo a braccetto con Calì con il volto atteggiato ad un’espressione un po’ stizzita. Ron sembrava estremamente soddisfatto di se stesso ed ancora più alto del solito, quando si girò sorridendo verso la squadra e verso Hermione.

Dopo aver fissato la data del loro primo allenamento completo per il giovedì successivo, Harry, Ron ed Hermione salutarono il resto della squadra e si diressero verso la capanna di Hagrid. Un sole sbiadito cercava di far capolino dalle nuvole, in

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quel momento, e finalmente aveva smesso di piovigginare. Harry si sentì terribilmente affamato. Sperava che, da Hagrid, ci fosse qualcosa da mangiare.

“Credevo di non riuscire a prendere il quarto tiro,” continuava Ron gongolando. “Un tiro insidioso di Demelza, l’avete visto, pieno di effetto…”

“Si, si, sei stato magnifico,” rispose Hermione un po’ distratta.“Sono stato più bravo di quel McLaggen, in ogni caso,” insisté Ron con voce

soddisfatta. “Avete visto come si è tuffato nella direzione sbagliata al quinto tiro? Sembrava quasi essere sotto incantesimo Confundus…”

Con gran sorpresa di Harry, a queste parole Hermione arrossì istantaneamente. Ron non si accorse di nulla, era troppo occupato a descrivere ogni rigore parato in tutti i più piccoli dettagli.

Il grande ippogrifo grigio, Fierobecco, era impastoiato di fronte alla capanna di Hagrid. Fece scattare il becco al loro avvicinarsi e rivolse la testa smisurata nella loro direzione.

“Oh cielo,” esclamò Hermione nervosamente. “È ancora alquanto spaventoso, vero?”

“Ma vai, lo hai cavalcato, no?” fece notare Ron. Harry si avvicinò ed accennò un inchino rivolto all’ippogrifo, senza interrompere il contatto visivo o ammiccare. Qualche secondo dopo, Fierobecco s’inchinò a sua volta.

“Come stai?” Gli chiese Harry a voce bassa, avvicinandosi ed accarezzandogli la testa piumata. “Ti manca? Ma qui stai bene con Hagrid, vero?”

“Ehi!” si udì urlare.Hagrid aveva svoltato, a passi svelti, attorno l’angolo della sua capanna indossando

un ampio grembiule a fiori e trasportando un sacco di patate. Il suo enorme segugio, Thor era alle calcagna; abbaiò sonoramente e balzò avanti.

“Stateci lontani da lui! Vi staccherà le dita… oh. Ci siete voi.”Thor saltava attorno a Ron ed Hermione tentando di leccar loro le orecchie. Hagrid

si fermò e li guardò per una frazione di secondo, poi si voltò e si precipitò in casa, sbattendo la porta dietro di sè.

“Oh cielo!” Esclamò Hermione affranta.“Non ti preoccupare per lui,” disse Harry con decisione. Si diresse direttamente alla

porta e bussò con forza.“Hagrid! Apri, vogliamo parlarti!”Dall’interno non giunse alcun suono.“Se non apri la porta, la facciamo saltare in aria!” Intimò Harry, estraendo la

bacchetta.“Harry!” Esclamò Hermione scioccata. “Non puoi veramente…”“Certo che posso!” rispose Harry. “Stai indietro…”Prima che potesse aggiungere altro, però, la porta si apri di nuovo come Harry

sapeva che sarebbe accaduto, e sulla soglia c’era Hagrid che li guardava torvo e sembrava, nonostante il grembiule a fiori, veramente minaccioso.

“Sono un insegnante!” Ruggì verso Harry. “Un insegnante, Potter! Come ti ci permetti di farci saltare la mia porta!”

“Mi dispiace, Signore,” rispose Harry, enfatizzando l’ultima parola mentre riponeva la bacchetta nella veste.

Hagrid sembrò frastornato.“Da quando mi ci chiami «Signore», tu?”“Da quando tu mi chiami «Potter»?”“Oh, molto sveglio,” grugnì Hagrid. “Molto divertente. Vorresti farmela in barba a

me, vero? Va bene, vienici dentro, tu ingrato piccolo…”Borbottando cupamente, fece un passo indietro e li lasciò entrare. Hermione si infilò

dietro Harry sembrando alquanto spaventata.“Be’?” proruppe Hagrid, irritato, appena Harry, Hermione e Ron si furono seduti

attorno all’enorme tavolo di legno. Thor poggiò immediatamente la testa sulle ginocchia di Harry sbavandogli su tutto il vestito. “Di che ci si tratta? Dispiaciuti per me? Pensate che ci stia solo o chissà che?”

“No,” rispose Harry seccamente. “Volevamo vederti.”

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“Ci sei mancato!” soggiunse Hermione tremando.“Vi ci sono mancato, eh?” Sbuffò Hagrid. “E già. Giusto.”Lui passeggiò in giro, brusco, mettendo in infusione il the nel suo enorme bollitore

di rame, borbottando per tutto il tempo. Alla fine sbatté sul tavolo tre tazze, grandi quanto un secchio, piene di un the scuro come il mogano e un piatto dei suoi pasticcini duri come la pietra. Harry era talmente affamato che, nonostante conoscesse la cucina di Hagrid, questa volta ne prese uno.

“Hagrid,” iniziò Hermione timidamente quando lui si unì al gruppo sedendosi al tavolo e cominciando a pelare le patate con tale brutalità da suggerire che ogni tubero gli avesse fatto un’offesa personale, “avremmo voluto veramente continuare Cura delle Creature Magiche, sai.”

Hagrid sbuffò nuovamente. Ad Harry sembrò quasi come se provenisse da fantasmi racchiusi nelle patate, ed era profondamente grato del fatto che non fossero per la loro cena.

“Volevamo!” ripeté Hermione. “Ma nessuno di noi poteva inserirla nell’orario delle lezioni!”

“E già. Giusto,” disse Hagrid nuovamente.Si sentì un bizzarro suono di qualcosa che sguazzava e si girarono per vedere da

dove provenisse: Hermione si fece sfuggire un piccolo urlo e Ron balzò dalla sedia e si precipitò dall’altra parte del tavolo, lontano dal grosso barile che si trovava nell’angolo e che loro avevano notato a malapena. Era pieno di qualcosa che aveva l’apparenza di vermi lunghi trenta centimetri, che si contorcevano viscidi e bianchi.

“Cosa sono, Hagrid?” Chiese Harry, cercando di sembrare interessato anziché disgustato, mettendo via subito il suo pasticcino roccioso, però.

“Solo larve giganti,” rispose Hagrid.“E quando cresceranno che…?” domandò Ron preoccupato.“Non ci cresceranno proprio per niente,” rispose Hagrid. “Ce le ho prese per darcele

da mangiare ad Aragog.”Senza alcun preavviso, scoppiò in lacrime.“Hagrid!” urlò Hermione alzandosi di scatto, correndo intorno al tavolo per il lato

più lungo per evitare il barile coi vermi, e abbracciandogli le spalle che sobbalzavano. “Che c’è?”

“Ci è… lui…” singhiozzò Hagrid, gli occhi scuri grondanti mente si asciugava il viso con il suo grembiule. “Ci si tratta… Aragog… penso che… ci stia per morire… C’è stato malato per tutta l’estate e non ci migliora… non so che farci se… se lui… ci siamo stati insieme per tanto tempo…”

Hermione gli diede dei colpetti sulla spalla, sembrando totalmente incapace di dire qualcosa. Harry immaginava come lei dovesse sentirsi. Aveva visto Hagrid presentare un selvaggio cucciolo di drago come se fosse un orsacchiotto di peluche, lo aveva visto cantare la ninna nanna a scorpioni giganti con pungiglioni e ventose per succhiare il sangue, lo aveva visto tentare di ragionare col suo brutale fratellastro gigante, ma questo era forse il più incomprensibile di tutti i suoi mostri: il gigantesco ragno parlante, Aragog, che aveva la tana nel profondo della Foresta Proibita e dal quale lui e Ron erano riusciti a scappare per il rotto della cuffia quattro anni prima.

“C’è… c’è qualcosa che possiamo fare?” chiese Hermione, ignorando le smorfie frenetiche di Ron e il suo scuotere la testa.

“Non credo ci possiamo nulla, Hermione,” gemette Hagrid, tentando di arrestare il flusso di lacrime. “Vedi, c’è che il resto della tribù… la famiglia di Aragog… ci stanno ad essere un po’ strani ora… un po’ agitati…”

“Sì, abbiamo visto un po’ di questo loro aspetto,” disse Ron sottovoce.“… Non credo che ci sia sicuro per nessuno, tranne me, andarci vicino alla colonia

al momento,” concluse Hagrid, soffiandosi il naso con forza nel grembiule ed sollevando lo sguardo. “Grazie per esserti offerta, però, Hermione… Ci significa molto…”

Passato questo momento, l’atmosfera parve notevolmente più serena, e per quanto né Harry né Ron avessero mostrato alcuna intenzione di portare larve giganti come

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cibo per l’enorme ragno mortale, sembrò che Hagrid avesse assunto come dato di fatto che a loro sarebbe piaciuto poterlo fare, e tornò di nuovo ad essere se stesso.

“Ehm, ho sempre saputo che ci avreste trovato complicato di infilarmi nel vostro orario,” disse con voce rauca, versando loro un altro po’ di the. “Anche se insistendoci per avere delle giratempo…”

“Non le avremmo avute,” rispose Hermione. “Abbiamo frantumato l’intero stock di giratempo del Ministero, quando siamo stati lì l’estate scorsa. Era riportato nella Gazzetta del Profeta.”

“Ah, be’ allora,” borbottò Hagrid. “Non c’era proprio modo che ci potevate farlo… Mi dispiace di… ce lo sapete… Sono stato dispiaciuto per Aragog… e mi ci domandavo, se la Professoressa Caporal ci fosse stata lei, voi…”

Al che tutti e tre affermarono categoricamente e falsamente che la Professoressa Caporal, che aveva sostituito Hagrid qualche volta, era stata un’insegnante pessima, con il risultato che, quando Hagrid li salutò al cadere del crepuscolo, sembrava molto più allegro.

“Sto morendo di fame,” disse Harry appena la porta si fu chiusa alle sue spalle e si furono avviati si prati scuri e deserti. Aveva lasciato perdere con i pasticcini rocciosi dopo aver sentito un sinistro rumore di rottura provenire da uno dei suoi denti posteriori. “E stasera ho anche la punizione con Piton, perciò non è che abbia molto tempo per la cena…”

Appena entrarono nel castello, scorsero Cormac McLaggen entrare nella Sala Grande. Dovette fare due tentativi per passare nella porta. La prima volta andò a sbattere contro lo stipite. Ron scoppiò semplicemente in una maligna risata sguaiata e lo seguì velocemente nella Sala, ma Harry bloccò Hermione per un braccio e la tirò indietro.

“Cosa?” Iniziò Hermione sulla difensiva.“Se qualcuno me lo chiedesse,” disse Harry pacatamente, “direi che McLaggen

sembra proprio essere stato colpito da un incantesimo Confundus. E guarda caso aspettava proprio davanti al posto dov’eri seduta tu.”

Hermione arrossì.“Oh, va bene allora, l’ho fatto,” sussurrò. “Ma avresti dovuto sentire cosa andava

dicendo di Ron e Ginny! In ogni caso ha un carattere orribile, hai visto come ha reagito quando lo hai scartato… non avresti voluto un tipo come lui in squadra.”

“No,” ammise Harry. “No, Credo che tu abbia ragione. Ma non credi sia stata una cosa disonesta, Hermione? Voglio dire, sei un prefetto, no?”

“Oh, finiscila,” scattò lei quando lo vide sogghignare.“Che fate voi due?” domandò Ron ricomparendo sulla soglia della Sala Grande con

fare sospettoso.“Niente,” risposero Harry e Hermione all’unisono, e si affrettarono dietro Ron. Il

profumo di arrosto provocò una fitta allo stomaco affamato di Harry, ma non avevano fatto neanche tre passi verso il tavolo dei Grifondoro, che il Professor Slughorn si parò loro di fronte bloccando il cammino.

“Harry, Harry, proprio la persona che speravo di trovare!” disse amichevolmente a voce alta, giocherellando con la punta dei suoi baffi da tricheco e spremendo l’enorme ventre. “Speravo di incrociarti prima di cena! Che ne diresti di venire nella mia stanza per un assaggio di zuppa, stanotte? Faremo una festicciola, giusto per le stelle emergenti, ho chiesto a McLaggen di venire, ed a Zabini, alla graziosa Melinda Bobbin… non so, la conosci? La sua famiglia possiede una grande catena di Farmacie… e, naturalmente, spero molto che anche la Signorina Granger voglia farmi l’onore di partecipare.”

Slughorn indirizzò ad Hermione un breve sguardo finendo di parlare. Era come se Ron non fosse presente. Slughorn non lo degnò nemmeno di uno sguardo.

“Non posso venire, Professore,” rispose Harry immediatamente. “Sono in punizione con il Professor Piton.”

“Oh caro!” esclamò Slughorn con una comica faccia lunga. “Caro, caro, facevo conto su di te, Harry! Be’, adesso, giusto una parolina col Professor Piton per spiegare

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la situazione, e sono certo che riuscirò a persuaderlo a rimandare la tua punizione. Sì, ci vediamo dopo!”

Si affrettò fuori dalla Sala.“Non ha alcuna possibilità di persuadere Piton,” affermò Harry appena Slughorn fu

fuori dalla portata della voce. “Questa punizione è già stata rimandata una volta. Piton può farlo per Silente, ma non credo che lo farebbe per chiunque altro.”

“Oh, vorrei che tu potessi venire, non voglio andarci da sola!” esclamò Hermione ansiosamente. Harry sapeva che stava pensando a McLaggen.

“Dubito che sarai sola, probabilmente avrà invitato anche Ginny,” disse Ron aspramente, in quanto sembrava non aver preso bene il fatto di essere stato ignorato da Slughorn.

Finita la cena si diressero verso la torre del Grifondoro. La Sala Comune era molto affollata, come se molte persone avessero appena finito la cena, in ogni caso loro riuscirono a trovare un tavolo ed a sedersi. Ron, che era rimasto imbronciato fin dall’incontro con Slughorn, incrociò le braccia e alzò lo sguardo accigliato verso il soffitto. Hermione raccolse una copia del Profeta della Sera che qualcuno aveva abbandonato su una sedia.

“Novità?” chiese Harry.“Proprio nulla…” Hermione aveva aperto il giornale e stava cercando nelle pagine

interne. “Oh, guarda, c’è tuo padre, Ron… sta bene!” aggiunse immediatamente notando lo sguardo allarmato di Ron. “Dice solo che è andato ad ispezionare casa Malfoy. «Questa seconda perquisizione alla residenza del Mangiamorte non sembra aver prodotto risultati. Arthur Weasley, dell’Ufficio per il Ritrovamento e la Confisca di Incantesimi Difensivi ed Oggetti Protettivi Contraffatti, ha detto che la sua squadra ha agito in base ad una soffiata riservata.»”

“Già, io!” esclamò Harry. “Gli parlai di Malfoy e dell’oggetto che voleva che Sinister riparasse mentre eravamo a King’s Cross! Be’, se non è a casa loro, qualunque cosa sia, potrebbe averla portata ad Hogwarts con sé…”

“Ma come avrebbe potuto fare, Harry?” chiese Hermione con uno sguardo meravigliato mentre riponeva il giornale. “Siamo stati tutti perquisiti all’arrivo, no?”

“Davvero?” domandò Harry, preso alla sprovvista. “Io no!”“Oh no, certo che no, avevo dimenticato che sei arrivato in ritardo… be’, Gazza ci

ha fatti scorrere addosso dei Sensori Segreti quando siamo entrati nell’Atrio. Qualsiasi oggetto Oscuro sarebbe stato trovato. Lo so per il fatto che a Tiger è stata confiscata una Testolina. Così, capisci, Malfoy non può aver introdotto nulla di pericoloso.

Momentaneamente spiazzato, Harry osservò per un po’ Ginny Weasley giocare con Arnold, lo Pygmy Puff, prima di trovare un’obiezione valida.

“Qualcuno potrebbe averglielo mandato con un gufo, allora,” affermò. “Sua madre o qualcun altro.”

“Anche tutti i gufi vengono perquisiti,” rispose Hermione. “Lo ha detto Gazza mentre faceva passare quei Sensori Segreti ovunque potesse arrivare.”

Completamente sconcertato, stavolta, Harry non trovò nulla per obiettare. Apparentemente non c’era alcun modo in cui Malfoy avrebbe potuto introdurre a scuola un pericoloso oggetto Oscuro. Guardò speranzoso Ron che era seduto con le braccia conserte, sbirciando verso Lavanda Brown.

“Ti viene in mente in quale modo Malfoy…?”“Oh, finiscila, Harry,” sbottò Ron.“Ascolta, non è colpa mia se Slughorn ha invitato me ed Hermione a quella stupida

festa, nessuno di noi due ci vuole andare, lo sai!” esclamò Harry infiammandosi.“Be’, poiché non sono stato invitato a nessuna festa,” concluse Ron alzandosi,

“penso proprio che me ne andrò a letto.”Si diresse con decisione verso la porta del dormitorio dei ragazzi, lasciando Harry

ed Hermione che lo fissavano.“Harry?” lo chiamò la nuova cacciatrice, Demelza Robins, comparendogli

improvvisamente alle spalle. “Ho un messaggio per te.”“Dal Professor Slughorn?” chiese Harry speranzoso.

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“No… dal Professor Piton,” rispose Demelza. Il cuore di Harry sprofondò. “Dice che devi andare al suo ufficio alle otto e mezza per la punizione… ehm… non importa quanti inviti a feste tu abbia ricevuto. E vuole che tu sappia che dovrai scegliere i Vermicoli marci da quelli buoni da usare in Pozioni e… dice anche che non ci sarà bisogno di portare guanti protettivi.”

“Va bene,” sospirò Harry sconsolato. “Mille grazie, Demelza.”

CAPITOLO DODICI

ARGENTO E OPALIDov’era Silente, e cosa stava facendo? Harry vide il Preside solo altre due volte

nelle settimane successive. Lo vide raramente a pranzo, inoltre, ed Harry era sicuro che Hermione fosse nel giusto nel pensare che lui lasciasse la scuola per diversi giorni ogni volta. Silente aveva dimenticato le lezioni che si pensava dovesse dare ad Harry? Il Preside aveva detto che le lezioni avrebbero avuto a che fare con la profezia. Harry si era sentito rafforzato e confortato, mentre ora si sentiva un po’ abbandonato.

A metà Ottobre ci fu la prima gita ad Hogsmeade. Harry s’era chiesto se queste gite sarebbero state ancora permesse, date le misure di sicurezza intorno alla scuola sempre crescenti, ma fu lieto di sapere che sarebbero andati. Era sempre positivo stare fuori dal castello per qualche ora.

Harry si svegliò presto la mattina della gita, era una giornata tempestosa ed ingannò il tempo prima di colazione leggendo la sua copia di Pozioni Avanzate. Di solito non leggeva i libri di scuola quando stava sdraiato a letto. Un comportamento del genere, come Ron giustamente gli fece notare, era indecente per chiunque a parte Hermione, che era completamente strana proprio per questo. Harry sentiva, comunque, che difficilmente la copia del Principe Mezzosangue di Pozioni Avanzate poteva essere considerata un libro di testo. Più Harry procedeva con la lettura, più si rendeva conto di quanto fosse ricco, non solamente dei semplici suggerimenti o trucchi

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sulle pozioni che stavano facendo guadagnare tanto splendore alla sua reputazione con Slughorn ma, scarabocchiati ai lati, anche ingegnose fatture e malefici che, Harry era sicuro a giudicare dalle cancellazioni e revisioni, fossero state inventate dallo stesso Principe.

Harry aveva già provato ad usare alcune delle formule inventate dal Principe. C’era un maleficio che faceva crescere le unghie dei piedi in modo terribilmente velocemente (la provò su Tiger nel corridoio, con esiti molto divertenti). Una fattura che incollava la lingua al palato (usata un paio di volte, fra gli applausi generali, su un inconsapevole Argus Gazza). Quella più utile, probabilmente, era Muffliato, un incantesimo che riempiva le orecchie di chiunque stesse vicino con un ronzio irriconoscibile, così che lunghe conversazioni potessero essere tenute in classe senza essere ascoltate per sbaglio. L’unica persona che non trovava questi incantesimi divertenti, era Hermione, che assumeva una rigida espressione di completa disapprovazione, e rifiutava di parlare con Harry se lui aveva usato la formula Muffliato su qualcuno nelle vicinanze.

Seduto sul letto, Harry mise il libro di fianco, per esaminare più da vicino le istruzioni scarabocchiate per un incantesimo che sembrava aver causato qualche problema al Principe. C’erano troppe cancellazioni e modifiche ma, finalmente, calcato in un angolo della pagina c’era uno scarabocchio:

Levicorpus (n-vbl)Mentre il vento e il nevischio sbattevano incessantemente sulla finestra, e Neville

russava sonoramente, Harry fissò le lettere tra parentesi. N-vbl… che doveva significare «non verbale». Harry era piuttosto dubbioso, non sapeva se sarebbe stato in grado di fare questo particolare incantesimo. Aveva ancora difficoltà con gli incantesimi non verbali, e Piton gli criticava immediatamente questi errori ad ogni lezione di Difesa contro le Arti Oscure- il principe, però, si era dimostrato un professore molto più in gamba di Piton fino a questo punto.

Puntando la mano verso un punto indistinto, fece un gesto verso l’alto e disse Levicorpus! all’interno della sua testa.

“Aaaaaaaargh!”Ci fu un lampo di luce, e la stanza si riempì di voci: tutti s’erano svegliati, Ron era

quello che aveva urlato. Harry fece cadere il libro di Pozioni Avanzate preso dal panico. Ron era rovesciato a mezz’aria dondolando come se un uncino invisibile lo tenesse sollevato per la caviglia.

Scusa!” gridò Harry, mentre Dean e Seamus ridevano come matti, e Neville si tirava su da terra, dato che era caduto dal letto. “Aspetta… ti faccio scendere…”

Cercò a testoni il libro di pozioni e lo sfogliò rapidamente freneticamente, cercando di trovare la pagina giusta. Alla fine la trovò ed interpretò la parola illeggibile sotto la formula, pregando che fosse il contro incantesimo. Harry pensò Liberacorpus! con tutta la sua mente.

Ci fu un altro lampo di luce e Ron cadde scompostamente sul suo materasso. “Scusa!” disse di nuovo Harry debolmente, mentre Dean e Seamus

continuavavano a ridere sgangheratamente. “Domani,” disse Ron con voce soffocata, “Farai meglio a mettere la sveglia.”

Nel tempo che impiegarono a vestirsi, imbottendosi con diversi maglioni fatti a mano della signora Weasley e indossando mantello, sciarpe e guanti, lo shock di Ron era passato e aveva deciso che la nuova formula di Harry era molto divertente; così divertente, infatti, che non perse tempo e raccontò ad Hermione la storia non appena si sedettero per la colazione.

“... e c’è stato un’altro lampo di luce e sono caduto di nuovo sul letto!” Ron fece un grande sorriso e si servì da solo, prendendo delle salsicce.

Hermione non abbozzò neanche un sorriso durante il racconto, una volta finito indirizzò la sua espressione di fredda disapprovazione verso Harry

“L’incantesimo, per caso, era un altro di quelli presi dal tuo libro di pozioni?” chiese.Harry si accigliò.“Vuoi sempre immaginare agli esiti peggiori, non è vero?”“Lo era?”

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“Beh…si, l’ho trovato lì, e allora?”“Quindi hai semplicemente deciso di provare un incantesimo scritto a mano e

sconosciuto per vedere cosa sarebbe successo?”“Che cosa importa se era scritto a mano?” disse Harry, preferendo non rispondere

al resto della domanda.“Perchè probabilmente la formula non è una di quelle approvate dal Ministro della

Magia,” disse Hermione. “E poi,” aggiunse, appena Harry e Ron portarono gli occhi al cielo, “perchè sto iniziando a credere che questo Principe avesse un carattere un po’ sfuggente”

“Era per ridere!” disse Ron, inclinando una bottiglia di ketchup sulle sue salsicce. “Solo una risata, Hermione, nient’altro!”

“Persone che dondolano appese per la caviglia?” disse Hermione. “Chi spreca il proprio tempo e le proprie energie per trovare un incantesimo come questo?”

“Fred e George,” disse Ron stringendo le spalle, “è il loro genere di cose. E, ehm…”“Mio padre,” disse Harry. S’era ricordato solo adesso.“Cosa?” dissero Ron ed Hermione insieme.“Mio padre usò quest’incantesimo,” disse Harry. “Io… me lo ha detto Lupin.”Quest’ultima parte non era vera. Harry aveva visto suo padre usare l’incantesimo

su Piton, infatti, ma non aveva mai raccontato a Ron ed Hermione di quella particolare escursione nel Pensatoio. Ora, comunque, gli venne in mente una splendida possibilità. Il Principe MezzoSangue poteva essere stato…?

“Forse tuo padre lo ha usato, Harry,” disse Hermione, “ma non è stato l’unico. Noi abbiamo visto un intero gruppo di persone usarlo, nel caso te ne fossi dimenticato. Persone che dondolavano in aria. Galleggiavano tutti insieme, impotenti, senza nessuno che li aiutasse.”

Harry la guardò fissamente. Si sentì depresso, anche lui ricordava il comportamento dei Mangiamorte alla Coppa del Mondo di Quidditch. Ron andò in suo aiuto.

“Quella è stata una cosa diversa,” esclamò. “Loro ne stavano abusando. Harry e suo padre si sono semplicemente fatti una risata. A te non piace il Principe, Hermione,” aggiunse, indicandola severamente con una salsiccia, “perché lui è più bravo di te in Pozioni…”

“Non c’entra niente con questo!” disse Hermione, le guance che arrossivano. “Penso solo che sia veramente da irresponsabili provare a fare un incantesimo quando non sai neanche a cosa serva, e smettetela di parlare a proposito del «Principe» come se fosse veramente un nobile, scommetto che è solo uno stupido soprannome, e non mi sembra sia stato una persona così simpatica!”

“Non vedo da cosa tu lo possa capire,” disse Harry animatamente. “Se io volessi diventare un Mangiamorte non andrei a vantarmi in giro dicendo di essere «Mezzosangue», non trovi?”

Appena detto ciò, Harry ricordò che suo padre era stato un puro-sangue, ma cercò di spingere fuori questo pensiero dalla mente; si sarebbe preoccupato di questo più tardi…

“I Mangiamorte non possono essere tutti purosangue, non sono rimasti abbastanza maghi puro-sangue,” disse Hermione con decisione. “Credo che la maggior parte di loro sia mezzosangue, ma fanno finta di essere puri. Sono solo i maghi figli di babbani che loro odiano, loro sarebbero contenti di farvi arruolare con loro.”

“Non c’è nessuna possibilità che mi accettino come Mangiamorte!” disse Ron indignato, un pezzo di salsiccia volò via dalla forchetta ora brandita verso Hermione e colpì Ernie Macmillan in testa. “La mia intera famiglia è considerata come traditori del sangue! Questo, per i Mangiamorte, è altrettanto una pecca quanto essere figli di Babbani!”

“E loro adorerebbero avere me,” disse Harry sarcasticamente. “Saremmo potuti essere grandi amici se non avessero cercato di farmi fuori.”

Questo fece ridere Ron. Perfino Hermione fece un sorriso forzato, e tutti e tre furono distratti dall’arrivo di Ginny.

“Ciao, Harry, suppongo di doverti dare questo.”

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Era un rotolo di pergamena con il nome di Harry scritto in calligrafia sottile, familiare ed inclinata.

“Grazie, Ginny... E’ la prossima lezione di Silente!” disse Harry a Ron ed Hermione, mentre apriva la pergamena e la leggeva velocemente. “Lunedì sera!” Si sentì improvvisamente rassicurato e felice. “Vuoi venire con noi a Hogsmeade, Ginny?” le chiese.

“Devo andarci con Dean… magari ci vediamo lì,” rispose lei facendo un cenno mentre andava via.

Gazza era in attesa nei pressi delle porte di quercia dell’ingresso principale, come al solito, e barrava i nomi delle persone che avevano il permesso di andare ad Hogsmeade. La procedura durò più del solito perché Gazza eseguiva un triplo controllo su tutti gli studenti con il suo Sensore Segreto.

“Che cosa importa se portiamo di nascosto materiale oscuro FUORI?” chiese Ron, squadrando il lungo e sottile Sensore Segreto con apprensione. “Non sarebbe meglio controllare quello che noi portiamo DENTRO?”

La sua sfacciataggine gli fece meritare alcuni colpetti extra del Sensore, e stava quasi per tirarsi indietro, quando scesero verso il vento ed il nevischio.

La passeggiata fino ad Hogsmeade non fu divertente. Harry si avvolse la sciarpa intorno alla parte inferiore del viso; le parti esposte furono presto come escoriate ed intorpidite. La strada per il villaggio era piena di studenti piegati in due contro il vento tagliente. Più di una volta Harry pensò che avrebbe fatto meglio a restare nella calda sala comune e, quando finalmente raggiunsero Hogsmeade e videro che il negozio di scherzi di Zonko era stato chiuso, Harry capì che questa gita non era destinata ad essere divertente. Ron indicò, con una mano difficilmente distinguibile per via dei guanti, in direzione di Mielandia, che era fortunatamente aperto, Harry ed Hermione procedettero faticosamente dietro di lui fino all’interno del negozio affollato.

“Grazie al cielo,” disse Ron rabbrividendo una volta che furono avvolti dall’aria calda e profumata di caramelle. “Stiamo qui tutta la sera!”

“Harry, ragazzo mio!” disse una voce tonante alle loro spalle.“Oh, no,” bisbigliò Harry. Tutti e tre si girarono e videro il Professor Slughorn che

indossava un enorme cappello di pelliccia ed un cappotto con un bavero della stessa pelliccia, stringeva una grande borsa di ananas cristallizzato ed occupava almeno un quarto del negozio.

“Harry, hai mancato tre delle mie piccole cene finora!” disse Slughorn colpendolo con un pugno amichevole nel petto. “Non va bene, ragazzo mio, ci tengo molto ad averti da me! Anche la signorina Granger le adora, non è vero?”

“Si,” disse Hermione impotente, “sono veramente…”“E allora perché non vieni, Harry?” chieste Slughorn. “Ecco, ho allenamento con la squadra di Quidditch, professore,” disse Harry, che

aveva realmente fissato un allenamento ogni volta che Slughorn gli aveva inviato un piccolo invito adornato con un nastro viola. Questa strategia faceva sì che Ron non fosse escluso, e di solito se la ridevano con Ginny, immaginando Hermione silenziosa con McLaggen e Zabini.

“Bene, mi aspetto di sicuro che tu vinca la prima partita, dopo tutto questo duro lavoro!” disse Slughorn. “Ma una piccola distrazione non ha mai fatto male a nessuno. Ora, cosa ne pensi di lunedì notte, voi non avrete la possibilità di allenarvi con questo tempo…”

“Non posso Professore, ho un… ehm… un appuntamento con il Professor Silente, quella sera.”

“Ancora sfortuna!” si lamentò Slughorn drammaticamente. “Ah, be’… non mi puoi sfuggire per sempre, Harry!” E con un gesto regale, lui uscì dal negozio, facendo tanto poco caso a Ron quasi come se egli fosse stata una pubblicità degli Scarafaggi a Grappolo.

“Non posso credere che tu ne abbia evitato un altro,” disse Hermione, scuotendo la testa. “Non sono così male, sai… a volte possono essere quasi divertenti…” Poi lei fece caso all’espressione di Ron. “Oh, guarda… hanno le piume di zucchero deluxe… dovrebbero durare delle ore!”

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Contento che Hermione avesse cambiato discorso, Harry trovò molto più interessanti le nuove piume di zucchero deluxe di quanto non avrebbe fatto normalmente, ma Ron continuò a guardare imbronciato e fece spallucce quando Hermione gli chiese dove volesse andare dopo.”

“Andiamo ai Tre Manici di Scopa,” disse Harry. “Dovrebbe esserci un bel calduccio.”Si misero di nuovo le sciarpe sulla faccia e lasciarono il negozio di dolci. Il vento era

tagliente come coltelli sui loro volti, dopo lo zuccheroso tepore del negozio di dolci. La strada non era molto frequentata. Nessuno si attardava in chiacchiere, tutti s’affrettavano verso le loro destinazioni. L’unica eccezione erano due uomini poco davanti a loro fermi proprio davanti ai Tre Manici di Scopa. Uno era molto alto e magro. Guardando di traverso attraverso gli occhiali bagnati dalla pioggia, Harry riconobbe il barman dell’altro pub di Hogsmeade, la Testa di Porco. Appena Harry, Ron ed Hermione si avvicinarono, il barman si strinse più saldamente il mantello attorno al collo e si allontanò, lasciando quello più basso ad annaspare con qualcosa fra le braccia. Erano a pochi metri quando Harry capì chi era.

“Mundungus!”L’uomo tozzo e con le gambe storte aveva lunghi capelli argentei e sciolti, saltò e

diede un calcio ad una vecchia valigia, che si aprì violentemente, liberando quello che sembrava essere l’intero contenuto di una vetrina di un negozio di ciarpame.

“Oh, ciao, Harry,” disse Mundungus Flether, con una disinvoltura molto poco convincente. “Bene… non mi trattenete.” Ed iniziò a grattare per terra per recuperare il contenuto della sua valigia, sembrava che non vedesse l’ora di andarsene.

“Stai vendendo questa roba?” chiese Harry, che guardava Mundungus mentre raccattava da terra quello che sembrava un intero assortimento di oggetti sudici.

“Oh, beh, il minimo che serve per mantenermi,” disse Mundungus. “Dammelo!”Ron si era inchinato ed aveva preso un oggetto argentato. “Aspetta un attimo,” disse Ron lentamente. “Mi sembra familiare…”“Grazie tante!” disse Mundungus, strappando il calice dalle mani di Ron e

ficcandolo di nuovo nella valigia. “Bene, ora vi saluto…OUCH!”Harry spinse Mundungus contro il muro del pub tenendolo per la gola. Mentre lo

teneva tirò fuori velocemente la bacchetta con l’altra mano.“Harry!” strillò Hermione“L’hai rubato dalla casa di Sirius,” disse Harry, che ora alto abbastanza da stare

naso a naso con Mundungus, e gli arrivava un brutto odore di tabacco vecchio ed alcool. “Ha sopra lo stemma della Famiglia Black.”

“Io…no…cosa…?” farfugliò Mundungus, che lentamente stava diventando viola.“Che cosa hai fatto, sei andato a casa sua la notte in cui è morto e l’hai svaligiata?”

ringhiò Harry.“Io...no...”“Harry, non puoi!” gridò Hermione, mentre Mundungus stava diventando blu.Ci fu un bang, ed Harry sentì la mano lasciare la gola di Mundungus. Ansimando e

farfugliando Mundungus afferrò la valigia caduta, e – CRACK – sparì.Harry urlò a squarciagola, girando su due piedi per vedere dove fosse andato

Mundungus.“TORNA INDIETRO, LADRO - !”“Non è più qui Harry.” Tonks era apparsa dal nulla, i capelli color topo erano

bagnati dal nevischio.“Probabilmente Mundungus è già a Londra in questo momento, non può sentire le

tue urla.”“Ha rubato le cose di Sirius! Le ha rubate!”“Si, ma calmati,” disse Tonks, che non sembrava colpita da questa informazione.

“Faresti meglio ad andare via da questo posto freddo.”Lei guardò attraverso la porta dei Tre Manici di Scopa. Una volta entrato, Harry

sbraitò, “Stava rubando le cose di Sirius!”“Si Harry, ma per piacere non urlare, ci stanno fissando tutti,” sussurrò Hermione.

“Vai e siediti, io ti prendo qualcosa da bere.”

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Harry era ancora molto arrabbiato quando Hermione tornò al loro tavolo, qualche minuto dopo, con tre bottiglie di burrobirra.

“L’Ordine non può controllare Mundungus?” chiese Harry agli altri due in un sussurro furioso. “Non possono almeno fare in modo che non rubi tutto quello che non è inchiodato a terra al quartier generale?”

“Shh!” disse Hermione disperatamente, guardandosi intorno per essere sicura che nessuno li stesse ascoltando; c’era una coppia di maghi vicino a loro che stavano fissando Harry con molto interesse, e Zabini stava ciondolando da un pilastro non molto lontano. “Harry, anche io sono inorridita, so che sono tue le cose che sta rubando…”

Harry iniziò a bere la sua burrobirra, per un momento aveva dimenticato che ora il numero dodici di Grimmauld Place gli apparteneva.

“Si, sono le mie cose!” disse. “C’è poco da meravigliarsi che non fosse contento di vedermi! Bene, andrò da Silente e gli dirò quello che sta succedendo, lui è l’unico che possa spaventare Mundungus.”

“Buona idea,” sussurrò Hermione, rassicurata dal fatto che Harry si stava calmando. “Ron, cosa stai fissando?”

“Niente,” disse Ron, guardando velocemente oltre il bancone, ma Harry sapeva che lui stava cercando di attirare l’attenzione dell’attraente barista, Madama Rosmerta, per cui aveva un debole.

“Credo che «niente» in realtà stia per un po’ di Whisky Incendiario” disse Hermione irritata.

Ron ignorò questa allusione, e sorseggiò la sua bevanda in quello che probabilmente lui considerava un dignitoso silenzio. Harry stava pensando a Sirius ed a come, in ogni caso, lui odiasse quei calici d’argento. Hermione tamburellò con le dita sul tavolo, i suoi occhi andavano da Ron al bancone. Quando Harry finì anche l’ultima goccia nella sua bottiglia disse, “Possiamo farla finita con l’uscita e tornarcene a scuola, allora?”

I due annuirono. Non era stata una gita divertente ed il tempo stava peggiorando ogni minuto di più. Ancora una volta si strinsero saldamente nei loro mantelli, risistemarono le sciarpe, indossarono di nuovo i guanti, quindi seguirono Katie Bell ad una sua amica fuori dal pub e nella strada principale. I pensieri di Harry andarono a Ginny, mentre camminavano a fatica lungo la strada per Hogwarts che era diventata un pantano. Loro non l’avevano incontrata, pensò Harry, di sicuro perché lei e Dean erano intimamente chiusi nel locale di Madama Piediburro, il ritrovo dalle coppiette. S’incupì, abbassò la testa verso la neve sciolta e continuò ad andare avanti a fatica.

Passò un po’ di tempo prima che Harry si accorgesse che le voci di Katie Bell e la sua amica, che erano portate fino a lui dal vento, erano diventate stridule ed alte. Harry guardò verso le loro figure indistinte. Le due ragazze stavano discutendo a proposito di qualcosa che Katie teneva in mano.

“Non ha niente a che fare con te, Leanne!” Harry sentì dire a Katie.Girarono un angolo del viottolo, il nevischio stava diventando spesso e fitto e gli

occhiali di Harry si stavano sporcando. Come alzò la mano con il guanto per pulirli, Leanne cercò di prendere il pacchetto che Katie stava tenendo. Katie diede uno strattone ed il pacchetto cadde a terra.

Improvvisamente, Katie si sollevò in aria, non come aveva fatto Ron, sospeso comicamente per la caviglia, ma graziosamente, le sue braccia distese, come se stesse volando. C’era però qualcosa che non quadrava, qualcosa di pauroso… I capelli le venivano tirati con forza dal vento violento, ma gli occhi erano chiusi e il volto era quasi senza espressione. Harry, Ron, Hermione e Leanne si fermarono tutti immobili, e guardarono.

Quindi, a circa due metri da terra, Katie emise un urlo terribile. Aveva gli occhi aperti, ma qualunque cosa stesse vedendo, o qualunque cosa stesse provando, era chiaro che le stava causando una sofferenza terribile. Urlò ed urlò ancora. Leanne iniziò ad urlare anche lei e afferrò Katie per le caviglie cercando di tirarla verso terra. Harry, Ron ed Hermione si precipitarono ad aiutarla, ma appena afferrarono le gambe di Katie lei cadde su di loro. Harry e Ron cercarono di trattenerla ma lei si stava

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contorcendo tanto che era difficile trovare appiglio. Riuscirono ad farla stendere a terra, invece, mentre lei pestava il suolo e urlava, apparentemente incapace di riconoscerli.

Harry si guardò intorno, ma i dintorni erano deserti. “Restate qui!” urlò agli altri contro il vento sibilante. “Vado a cercare aiuto!”Iniziò a correre a tutta velocità verso la scuola. Non aveva mai visto nessuno

comportarsi come Katie aveva appena fatto e non riusciva a capire da cosa potesse essere stato causato. Si precipitò oltre una curva del viottolo ed andò a sbattere contro quello che poteva sembrare un enorme orso ritto sulle sue zampe posteriori.

“Hagrid!” ansimò, liberandosi dalla siepe nella quale era caduto.“Harry!” disse Hagrid che era pieno di nevischio sulle sopracciglia e sulla barba ed

indossava il suo grande cappotto di pelliccia. “Ci stavo facendo una visitina a Grop, sta a venire su così bene che non ci…"

“Hagrid, c’è un ferito lì dietro, o colpito da una maledizione, o chissà…” “Cosa?” disse Hagrid, piegandosi per ascoltare quello che Harry stava dicendo

contro l’infuriare del vento.“Qualcuno ha ricevuto una maledizione!” urlò Harry.“Una maledizione? Chi ci ha preso una maledizione… non Ron? Hermione?”“No, nessuno di loro, è Katie Bell… da questa parte…”Insieme corsero indietro seguendo il viottolo. Non impiegarono molto tempo per

trovare il piccolo gruppo di persone che stava intorno a Katie, che si stava ancora contorcendo e urlando da terra. Ron, Hermione e Leanne stavano cercando di tranquillizzarla.

“Allontanatevi!” urlò Hagrid. “Fatemela vedere!”“Le è successo qualcosa!” singhiozzò Leanne. “Non so cosa…”Hagrid fissò Katie per qualche secondo, quindi, senza dire niente, la prese da terra,

la bilanciò fra le sue braccia, e corse via verso il castello con lei. In pochi secondi le urla perforanti di Katie non si sentirono più e l’unico rumore rimase il ruggito del vento.

Hermione s’avvicinò all’amica di Katie, che stava singhiozzando, e le mise un braccio sulle spalle.

“Tu sei Leanne, vero?”La ragazza annuì. “E’ successo tutto all’improvviso, oppure...?”“E’ successo quando il pacchetto si è spaccato,” singhiozzò Leanne, indicando ora il

pacchetto di carta marrone che stava zuppo per terra, la spaccatura rivelava una luce verdastra. Ron si inchinò, allungò la mano, ma Harry gli afferrò il braccio e lo tirò indietro.

“Non lo toccare!”Ron strisciò indietro. Una collana ornata di opale era visibile, dopo aver spostato

l’incarto.“L’ho già vista,” disse Harry fissando l’oggetto. “Era in una vetrina di Sinister anni

fa. Il cartellino diceva che era maledetta. Katie deve averla toccata.” Harry guardò Leanne, che aveva iniziato a tremare senza riuscire a fermarsi. “Dove l’ha presa Katie?”

“Ecco, era il motivo per cui stavamo discutendo. Lei è tornata dal bagno dei Tre Manici di Scopa tenendolo in mano, ha detto che era una sorpresa per qualcuno ad Hoguarts e che l’avrebbe dovuta consegnare. Sembrava che fosse molto divertita quando l’ha detto…Oh no, oh no, scommetto che è stata colpita dalla maledizione Imperius ed io non me ne sono resa conto!”

Leanne tremò e continuò a tremare. Hermione le cinse gentilmente le spalle"Katie non ti ha detto chi gliel’ha data, Leanne?” “No… non me l’ha voluto dire... le ho detto che era una stupida e di non portarlo

dentro la scuola, ma lei non mi ha voluto ascoltare… e quando ho cercato di prenderglielo… lei… lei” Leanne proruppe in un gemito di disperazione.

“Faremmo meglio a tornare a scuola,” disse Hermione, ancora con le braccia sulle spalle di Leanne. “Potremmo andare a vedere come sta. Andiamo…”

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Harry esitò per un momento, poi si levò la sciarpa dal viso e, ignorando il sussulto di Ron, coprì con attenzione la collana e la raccolse.

“Dobbiamo farla vedere a Madama Chips,” spiegò.Mentre seguiva Hermione e Leanne lungo la strada, Harry pensava furiosamente.

Erano appena entrati nel terreno di Hogwarts quando lui parlò, non riusciva a tenere i pensieri per se.

“Malfoy conosce quella collana. Era in un astuccio da Sinister quattro anni fa, l’ho visto mentre l’osservava attentamente, quando ero nascosto sia a lui che a suo padre. E’ quello che stava comprando quel giorno in cui l’ho seguito! Lui se ne è ricordato ed è tornato per lei.”

“Io… non so, Harry,” disse Ron esitante. “Un sacco di persone vanno da Sinister… e quella ragazza non ha detto che Katie l’ha trovata nel bagno delle ragazze?”

“Lei ha detto che ce l’aveva quando è tornata dal bagno, non è necessario che l’abbia trovata proprio nel bagno...”

“McGranitt!” disse Ron facendo attenzione.Harry alzò lo sguardo. Era proprio la Professoressa McGranitt che si avvicinava

lungo la strada, facendo turbinare il nevischio, per incontrarli. “Hagrid ha detto che voi quattro avete visto cosa è successo a Katie Bell… salite al

mio ufficio immediatamente, prego. Che cosa hai in mano, Potter?”“E’ la cosa che ha toccato lei,” disse Harry.“Santo Cielo,” disse la Professoressa McGranitt, e sembrò allarmata quando prese

la collana da Harry.“No, no, Gazza, loro sono con me!” aggiunse lei rudemente, mentre Gazza

strascicava nell’Atrio, sollevando il suo Sensore Segreto. “Porti questa collana al professor Piton, immediatamente, ma si assicuri di non toccarla, la lasci avvolta nella sciarpa!”

Harry e gli altri seguirono la Professoressa McGranitt sulle scale e dentro il suo ufficio. I vetri delle finestre, sporchi di nevischio, sbattevano negli infissi e la stanza era fredda nonostante un fuoco scoppiettasse nel focolare. La Professoressa McGranitt chiuse la porta e liberò la scrivania per vedere in faccia Harry,Ron, Hermione e Leanne, che ancora singhiozzava.

“Allora?” disse lei all’improvviso. “Cosa è successo?”Esitante, e con molte pause per cercare di non piangere, Leanne raccontò alla

Professoressa McGranitt di come Katie fosse andata nel bagno dei Tre Manici di Scopa e fosse tornata tenendo il pacchetto senza nessun segno, di come Katie sembrasse un po’ strana, e di come loro avessero discusso a proposito della convenienza di accettare di consegnare un pacco sconosciuto, di come la discussione fosse culminata in una zuffa per il pacco, che si era aperto con uno strappo. A questo punto, Leanne era così affranta che non riuscì a dire più una parola.

“Bene,” disse la Professoressa McGranitt duramente, “vai in infermeria, Leanne, e fatti dare da Madama Chips qualcosa per lo shock.”

Quanto Leanne uscì, la Professoressa McGranitt poso di nuovo lo sguardo su Harry, Ron ed Hermione.

“Che cosa è successo quando Katie ha toccato la collana?”“Si è sollevata in aria,” disse Harry, prima che Ron o Hermione potessero parlare,

“e poi ha iniziato ad urlare e ha perso conoscenza. Professoressa, posso vedere il Professor Silente, per piacere?

“Il preside starà fuori fino a Lunedì, Potter,” disse la Professoressa McGranitt, con aria sorpresa.

“Via?” esclamò Harry arrabbiato.“Si, Potter, via!” disse la McGranitt aspramente. “Ma tutto quello che hai da dire a

proposito di questa tremenda vicenda lo puoi dire a me, ne sono sicura!”Per una frazione di secondo, Harry esitò. La Professoressa McGranitt non ispirava

confidenza. Silente, benchè lo intimidisse di più, sembrava meno propenso ad affossare una teoria, pur insensata. Questa era una questione di vita o di morte, comunque, e non era il momento di preoccuparsi di essere deriso.

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“Penso che sia stato Draco Malfoy a dare quella collana a Katie, Professoressa.”Ad un fianco, Ron si sfregò il naso in evidente imbarazzo, e dall’altro, Hermione

striscio con i piedi, come se fosse desiderosa di mettere una certa distanza fra lei ed Harry.

“Questa è un’accusa molto seria, Potter,” disse la Professoressa McGranitt, dopo un attimo di sbigottimento. “Hai qualche prova?”

“No,” disse Harry, “ma…” e le raccontò di aver seguito Malfoy da Sinister, e la conversazione che aveva origliato tra lui ed il Signor Sinister.

Quando finì di parlare, la Professoressa McGranitt sembrava un poco confusa.“Malfoy ha portato qualcosa da Sinister per farlo riparare?""No, Professoressa, voleva solo che Sinister gli dicesse come riparare qualcosa, non

l'aveva con sé. Ma non è questo il punto, il fatto è che comprò qualcosa quel giorno, e credo che fosse quella collana…”

“Tu hai visto Malfoy uscire dal negozio con un pacchetto simile?”“No, Professoressa, ha detto a Sinister di conservarla in negozio per lui…" “Ma, Harry,” lo interruppe Hermione, “Sinister gli chiese se la voleva prendere, e

Malfoy disse di no…”“Perchè non la voleva toccare, ovviamente!” disse Harry arrabbiato. “Per caso ha detto «Quanto vorrei andarmene in giro con questa addosso?»” disse

Hermione“Beh, sarebbe sembrato uno po’ stupido con una collana addosso,” disse Ron.“Oh Ron,” disse Hermione esasperata, “sarebbe stata avvolta bene, così non

l’avrebbe dovuta toccare, ed è così facile nasconderla in un mantello per non farla vedere a nessuno! Credo che qualunque cosa abbia potuto prenotare da Sinister, sia qualcosa di rumoroso oppure enorme, qualcosa che avrebbe attirato l’attenzione su di lui se l’avesse portata in strada… e in ogni caso,” continuò lei alzando la voce, prima che Harry la potesse interrompere, “Io ho chiesto a Sinister informazioni sulla collana, non ricordate? Quando sono andata per cercare di capire cosa ci avesse cercato Malfoy, l’ho vista lì. E Sinister mi ha detto quanto costava senza problemi, non ha accennato al fatto che potesse essere già venduta o qualcosa del genere…”

“Certo, è ovvio, ha capito che che cosa ci eri andata a fare dopo cinque secondi, per forza che non te l’ha detto… comunque potrebbe aver deciso di mandarla a Malfoy dopo…”

“Basta così!” disse la Professoressa McGranitt, quando Hermione aprì la bocca per replicare, e sembrava furiosa. “Potter, apprezzo che tu mi abbia raccontato tutto questo, ma non puoi puntare il dito ed accusare il Signor Malfoy solo perché è stato nel negozio dove questa collana potrebbe essere stata comprata. Probabilmente ci sono state centinaia di persone…”

“… è quello che ho detto io…”“… ed in ogni caso, quest’anno sono state applicate le più severe misure di

sicurezza. Non credo che quella collana sarebbe potuta entrare nella scuola senza che ce ne accorgessimo…”

“Ma…” “… e soprattutto,” disse la Professoressa McGranitt, per chiudere definitivamente il

discorso, “Il Signor Malfoy non è andato ad Hogsmeade, oggi.”Harry rimase a bocca aperta, si sentiva umiliato.“Come fa a saperlo, Professoressa?” “Perchè era in punizione con me. Non ha finito i compiti di Trasfigurazione due volte

di seguito. Quindi, grazie per avermi messo al corrente dei tuoi sospetti, Potter,” disse con tono pesante, “ma ora devo andare in infermeria per vedere come sta Katie Bell. Buongiorno a tutti.”

Lei aprì la porta dell’ufficio. Non ebbero altra alternativa che uscire dalla stanza in silenzio.

Harry era arrabbiato con gli altri due perchè si erano schierati con la McGranitt. Nonostante tutto, però, si unì alla discussione quando ripresero a parlare dell’accaduto.

“E allora? Chi pensate sia quello a cui Katie dovesse dare la collana?” chiese Ron, dopo aver salito le scale per la sala comune.

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“Lo sa solo il Cielo,” disse Hermione. “Ma chiunque fosse, l’ha scampata per un pelo. Nessuno avrebbe potuto aprire il pacchetto senza toccare la collana.”

“Poteva essere destinata ad un sacco di persone,” disse Harry. “Silente… i Mangiamorte sarebbero contenti di sbarazzarsi di lui, deve essere uno dei loro obbiettivi principali. Oppure Slughorn… Silente crede che che Voldemort lo voglia con lui, e che sia contento del fatto che si sia schierato con Silente. Oppure…”

“Oppure tu,” disse Hermione turbata. "Non è possibile,” disse Harry, “altrimenti Katie si sarebbe semplicemente girata

lungo la strada e sarebbe venuta a darmela, non credi? Ero dietro di loro lungo tutta la strada sin dai Tre Manici di Scopa. Avrebbe avuto molto più senso consegnare il pacco fuori da Hogwarts, visto che Gazza controlla chiunque esca od entri. Mi piacerebbe sapere perché Malfoy le avrebbe dovuto dire di portarla dentro il castello…”

“Harry, Malfoy non era ad Hogsmeade!” disse Hermione, che stava pestando i piedi per la rabbia.

“Potrebbe aver avuto un complice” disse Harry. “Tiger o Goyle… oppure, pensateci, un altro Mangiamorte, ora potrà contare su complici migliori di Tiger e Goyle ora che si è arruolato…”

Ron ed Hermione si guardarono come se si stessero dicendo che non si arrivava a nulla a continuare a discutere con lui.

“Dilligrout,” disse Hermione fermamente una volta raggiunta la Signora Grassa.Il ritratto roteò, aprendosi per farli entrare nella Sala Comune. Era quasi piena e

odorava di vestiti bagnati. Sembrava che un sacco di persone fossero tornate da Hogsmeade in anticipo per via del tempo. Non c’erano mormorii o pettegolezzi, comunque: di sicuro la notizia dell’incidente di Katie non era ancora arrivata.

“Non è stato un attacco molto astuto, se ti ci fermi un attimo a pensare,” disse Ron scacciando via indifferenza uno del primo anno da una delle comode poltrone presso il camino, così che da potersi sedere lui. “La maledizione non sarebbe mai riuscita ad entrare nel castello. Certo non si può dire che fosse infallibile.”

“Hai ragione,” disse Hermione, scacciano Ron a calci dalla poltrona e restituendola a quello del primo anno. “Non è stato affatto un piano ben escogitato.”

“E da quando Malfoy è un grande pensatore?” chiese Harry.

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CAPITOLO TREDICI

L’ENIGMA SEGRETO

Katie fu trasferita all’Ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche il giorno successivo ma, nel frattempo, la notizia che fosse stata colpita da una maledizione si erano diffuse in tutta la scuola, nonostante i dettagli fossero confusi e nessuno, oltre a Harry, Hermione e Ron sembrava sapere che Katie non era il bersaglio prestabilito.

“Oh, Malfoy lo sa, naturalmente,” disse Harry a Ron e Hermione, che continuavano la loro politica di fingersi sordi ogni volta che Harry menzionava la sua teoria “Malfoy-è-un-Mangiamorte”.

Harry si era chiesto se Silente sarebbe tornato da dovunque fosse in tempo per la lezione del lunedì sera ma, non avendo ricevuto istruzioni contrarie, si presentò all’uscio dell’ufficio del Preside alle otto in punto, bussò, e gli fu detto di entrare. Lì sedeva Silente, che sembrava straordinariamente stanco; la sua mano era nera e bruciata come al solito, ma sorrise quando indicò ad Harry di accomodarsi. Anche questa volta il Pensatoio era appoggiato sulla scrivania, emettendo bagliori argentati che si riflettevano sul soffitto.

“Sei stato molto impegnato mentre sono stato via,” disse Silente. “Credo che tu abbia assistito all’incidente di Katie”.

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“Si, Signore. Come sta adesso?”“Ancora molto male, anche se è stata relativamente fortunata. Sembra che abbia

sfiorato la collana con la più piccola parte di pelle possibile. C’era un forellino nel suo guanto. Se l’avesse indossata, se l’avesse presa con la mano non guantata, sarebbe morta, forse istantaneamente. Fortunatamente il Professor Piton è stato in grado di fare abbastanza per prevenire un rapido diffondersi della maledizione…”

“Perché lui?” chiede Harry prontamente “Perché non Madama Chips?”“Impertinente,” disse una voce flebile da uno dei ritratti appesi al muro, e Phineas

Nigellus Black, il bis-bisnonno di Sirius, sollevò la testa dal braccio su cui la poggiava fingendo di dormire. “Non avrei mai permesso che uno studente discutesse il mio modo di dirigere Hogwarts, ai miei tempi.”

“Si, grazie Phineas,” disse Silente placidamente “Il Professor Piton è molto più preparato in Arti Oscure rispetto a Madama Chips, Harry. Comunque, Il personale del San Mungo mi tiene aggiornato ogni ora, e sono speranzoso che Katie si ristabilisca completamente e in fretta.”

“Dove è stato questo fine settimana, Signore?” chiese Harry, allontanando una forte sensazione di aver forzato la mano, un’impressione apparentemente condivisa da Phineas Nigellus, che sibilò piano.

“Preferirei non dirtelo subito” rispose Silente. “Comunque, te lo dirò a tempo debito.”

“Lo farà?” disse Harry, sorpreso.“Si, credo di si,” dissi Silente, estraendo una nuova bottiglia di memoria argentea

dall’abito e stappandola con un gesto della bacchetta.“Signore,” disse Harry incerto, “ho incontrato Mundungus a Hogsmeade.”“Ah, si, sapevo già che Mundungus stava trattando la tua eredità con sprezzante

destrezza di mano,” osservò Silente accigliandosi un po’. “Si nasconde da quando lo hai avvicinato all’esterno dai Tre Manici di Scopa. Penso che tema, piuttosto, di fronteggiare me. Comunque, resta sicuro che non ruberà altri beni di Sirius.”

“Quel vecchio logoro mezzosangue stava rubando i cimeli di famiglia dei Black?” disse Phineas Nigellus, irritato; e trottò via dalla sua cornice, senza dubbio per far visita al suo ritratto al numero 12 di Grimmauld Place.

“Professore,” disse Harry, dopo una piccola pausa, “La Professoressa McGranitt le ha riferito del nostro colloquio dopo l’incidente di Katie? A proposito di Draco Malfoy?”

“Mi ha riferito dei tuoi sospetti, si,” disse Silente.“E lei…?”“Io prenderò tutte le misure appropriate per controllare chiunque possa avere

qualcosa a che fare con l’attacco subìto da Katie,” disse Silente. “Ma quello che ora mi preme, Harry, è la nostra lezione.”

Harry si sentì leggermente offeso: se le loro lezioni erano così importanti, perché era dovuto passare tanto tempo tra la prima e la seconda? In ogni caso, non disse più nulla su Draco Malfoy, ma osservò come Silente versava le nuove memorie nel Pensatoio e iniziò ancora una volta a far ruotare vorticosamente il bacile di pietra tra le sue mani dalle lunghe dita.

“Ricorderai, sono sicuro, che avevamo lasciato il racconto delle origini di Lord Voldemort al punto in cui quel babbano attraente, Tom Riddle, aveva abbandonato sua moglie strega, Merope, ed aveva fatto ritorno alla sua casa di famiglia a Little Hangleton. Merope fu lasciata da sola a Londra, in attesa dell’arrivo del bambino che un giorno sarebbe diventato Lord Voldemort.”

“Come sa che lei era a Londra, Signore?”“Grazie alla prova di un certo Caractacus Burke,” disse Silente, “che, per una

bizzarra coincidenza, contribuì a fondare proprio quel negozio da cui proviene la collana di cui abbiamo appena discusso.”

Agitò il contenuto del Pensatoio come Harry gli aveva visto fare in precedenza, come un cercatore d’oro che setaccia in cerca di pepite. Dalla mulinante la massa argentea si sollevò la piccola figura, lentamente roteante nel Pensatoio, di un vecchio luminescente come un fantasma ma molto più solido, con una zazzera che gli copriva completamente gli occhi.

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“Si, lo acquistammo in circostanze curiose. Ci era stato portata da una giovane strega appena prima di Natale, oh molti anni fa, ormai. Disse che aveva disperato bisogno di soldi, be’, la cosa era ovvia. Vestita di stracci e ben lontana dall’essere carina… stava per avere un bambino, capisce. Disse che il medaglione era appartenuto a Serpeverde. Be’, noi sentiamo storie di questo tipo continuamente. «Oh, questa era di Merlino, era la sua teiera preferita,» ma appena lo guardai, aveva il suo marchio al posto giusto, e un paio di semplici incantesimi furono sufficienti a dirmi la verità. Certo, questo ne faceva un oggetto quasi senza prezzo. Lei non sembrava avere idea di quanto fosse prezioso. Fu felice di ricevere dieci galeoni. Il migliore affare che abbia mai fatto…”

Silente diede uno scossone extra al Pensatoio e Caractacus Burke ridiscese nella massa turbolenta di memoria da dove era venuto.

“Le diede solo dieci Galeoni?” disse Harry indignato.“Caractacus Burke non era certo famoso per la sua generosità,” rispose Silente.

“Così sappiamo che, verso la fine della sua gravidanza, Merope era sola a Londra e con un disperato bisogno di soldi, talmente disperato da farle vendere quell’unico oggetto di valore che possedeva, il medaglione che era uno dei cimeli di famiglia che Orvoloson aveva conservato con tanta cura.”

“Ma lei avrebbe potuto utilizzare la magia!” disse Harry impaziente. “Avrebbe potuto ottenere cibo e qualsiasi altra cosa da sola con la magia, no?”

“Ah,” rispose Silente, “forse avrebbe potuto. Ma sono convinto… sto ancora ipotizzando, ma sono sicuro di aver ragione… che quando suo marito l’abbandonò, Merope smise di utilizzare la magia. Penso non volesse più essere una strega. Certo, è anche possibile che il suo amore non corrisposto e la conseguente disperazione possano aver prosciugato i suoi poteri; può succedere. In ogni caso, come sei in procinto di vedere, Merope rifiutò d’impugnare la sua bacchetta anche per salvare la sua stessa vita.

“Non poteva restare in vita almeno per suo figlio?”Silente aggrottò le sopracciglia. “È possibile che ti dispiaccia per Lord Voldemort?”“No,” disse subito Harry, “ma lei ebbe una possibilità, non come mia madre…”“Anche tua madre ebbe una possibilità,” disse Silente gentilmente. “Si, Merope

Riddle scelse di morire piuttosto che crescere un figlio che aveva bisogno di lei, ma non giudicarla troppo duramente, Harry. Lei era molto debilitata dalla lunga sofferenza e non ha mai avuto il coraggio di tua madre. E ora, se vuoi alzarti…”

“Dove stiamo andando?” chiese Harry, appena Silente lo raggiunse davanti alla scrivania.

“Questa volta,” rispose Silente, “stiamo per entrare nella mia memoria. Penso che la troverai sia ricca di dettagli che soddisfacentemente accurata. Dopo di te, Harry…”

Harry si inclinò sopra il Pensatoio. Il viso ruppe la fredda superficie dei ricordi e, un attimo dopo, si trovò a cadere ancora una volta attraverso l’oscurità… Pochi secondi dopo, si trovò con piedi ben fermi a terra. Aprì gli occhi e capì che lui e Silente si trovavano in una frenetica, antiquata via londinese.

“Eccomi,” disse Silente vivacemente, indicando verso un’alta figura che attraversava la strada di fronte ad un carretto del latte trainato da un cavallo.

I lunghi capelli e la barba di questo giovane Silente erano ramati. Dopo aver raggiunto il loro lato della strada, camminò a velocemente lungo il marciapiede, attirando molti sguardi curiosi a causa dello sgargiante completo di velluto color prugna che indossava.

“Bel vestito Signore,” disse Harry, prima di riuscire a fermarsi, ma Silente semplicemente ridacchiò mentre seguiva a breve distanza il se stesso più giovane, attraversando una serie di cancellate di ferro per entrare, infine, in un cortile spoglio che fronteggiava un edificio squadrato, piuttosto arcigno, circondato da alte ringhiere. Il Silente più giovane risalì i pochi gradini che conducevano al portone principale e bussò una volta. Dopo un secondo o due, la porta fu aperta da una ragazzina trasandata con indosso un grembiule.

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“Buon pomeriggio. Ho un appuntamento con la Signora Cole che, credo sia, la Direttrice?”

“Oh,” disse la ragazzina confusa, osservando l’aspetto eccentrico di Silente. “Uhm… solo un mo… SIGNORA COLE!” urlò da sopra le spalle.

Harry udì una voce distante urlare qualcosa in risposta. La ragazza si rigirò verso Silente. “Venga, sta arrivando.”

Silente camminò in un corridoio piastrellato in bianco e nero. L’intero posto era scialbo, ma accuratamente pulito. Harry e il Silente anziano li seguirono. Prima che la porta d’ingresso si fosse chiusa alle loro spalle, una donna ossuta e dall’aria afflitta si avvicinò loro sgambettando. Aveva un viso dai lineamenti appuntiti che appariva più ansioso che scortese e, mentre camminava verso Silente, parlava di sbieco con un aiutante in camice.

“… e porta la tintura di iodio a Martha, Billy Stubbs si sta grattando le croste ed Eric Whalley trasuda liquido sulle lenzuola... varicella al massimo stadio,” disse a nessuno in particolare, fissando subito dopo gli occhi su Silente e bloccandosi, attonita, come se ad entrare fosse stata una giraffa.

“Buon pomeriggio,” disse Silente, porgendo la mano. La Signora Cole semplicemente sgranò gli occhi.“Mi chiamo Albus Silente. Le ho spedito una lettera con la richiesta di un

appuntamento e Lei mi ha invitata, molto gentilmente, per oggi.”La Signora Cole sbatté le palpebre. Avendo evidentemente deciso che Silente non

era un’allucinazione, disse con voce flebile, “Oh, si. Bene… bene, allora… è meglio che mi segua nella mia stanza. Sì.”

Condusse Silente in una piccola camera che pareva in parte una sala d’attesa, in parte un ufficio. Era scialba come il corridoio e il mobilio era vecchio e male assortito. Invitò Silente ad accomodarsi su una sedia traballante e sedette a sua volta dietro un’ingombrante scrivania, scrutandolo nervosamente.

“Sono qui, come anticipato nella mia lettera, per discutere di Tom Riddle e degli accordi per il suo futuro” disse Silente.

“Lei è della famiglia?” chiese la Direttrice.“No, sono un insegnante,” rispose Silente. “Sono venuto per offrire a Tom un posto

nella mia scuola.”“Di quale scuola si tratta, allora?”“Si chiama Hogwarts,” disse Silente.“E come mai siete interessati a Tom?”“Crediamo che abbia alcune qualità che stiamo cercando.”“Intende dire che ha vinto una borsa di studio? Come può aver fatto? Non ha mai

concorso per ottenerne una.”“Be’, il suo nome è registrato alla nostra scuola dalla nascita…”“Chi l’ha iscritto? I suoi genitori?”Non c’erano dubbi che la Signora Cole fosse una donna fastidiosamente perspicace.

Apparentemente anche Silente la pensava così, e Harry lo vide far scivolare la bacchetta fuori dalla tasca del vestito e, nello stesso tempo, raccogliere dalla scrivania della Direttrice un pezzo di carta perfettamente bianco.

“Ecco,” disse Silente, agitando la bacchetta mentre le passava il foglio, “credo che questo renderà tutto chiaro.”

Gli occhi della Signora Cole si appannarono e ripresero fuoco mentre fissava intensamente il pezzo di carta.

“Sembra perfettamente in ordine,” disse serenamente, restituendoglielo. Poi i suoi occhi si posarono su una bottiglia di gin e su due bicchieri che di certo non c’erano pochi secondi prima.

“Ehm… posso offrirle un bicchiere di gin?” disse con una voce molto raffinata.“Molte grazie,” disse Silente, raggiante.Fu subito chiaro che la Signora Cole non era una novellina in fatto di bevute di gin.

Versando a ciascuno una quantità generosa, mandò giù il suo bicchiere in un solo sorso. Schioccando le labbra apertamente, sorrise per la prima volta a Silente, che non esitò a sfruttare l’occasione.

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“Mi domandavo se potesse raccontarmi qualcosa della storia di Tom Riddle? È vero che nacque qui in orfanotrofio?”

“È vero,” disse la Signora, servendosi altro gin. “Ricordo chiaramente tutto, perché avevo appena iniziato a lavorare qui. Era la vigilia di Capodanno, freddo intenso, nevicava, sa. Notte orribile. E questa ragazza, non molto più grande di quanto fossi io all’epoca, salì barcollando i gradini all’ingresso. Be’, non era la prima. La portammo dentro e partorì il bambino entro un’ora. Ed era morta nell’ora successiva.”

La Signora Cole annuì solennemente e si scolò un altro generoso sorso di gin.“Ha detto qualcosa prima di morire?” chiese Silente. “Qualcosa sul padre del

ragazzo, per caso?”“Be’, si dà il caso, lo fece” disse la Direttrice, che sembrava divertirsi molto adesso,

col gin in mano e un pubblico ansioso per la sua storia. “Ricordo che mi disse «Spero che somigli a suo papà,» e non mentirò, aveva

ragione a sperarlo, perché lei non era bella… e poi mi disse che si sarebbe chiamato Tom, come suo padre, e Orvoloson, come il nonno materno – si, lo so, nome buffo, eh? Ci chiedemmo se fosse venuta da un circo… e disse che il cognome del bambino doveva essere Riddle. Morì subito dopo, senza dire altro.

“Be’, lo chiamammo come lei ci aveva detto, sembrava così importante per quella ragazza, ma nessun Tom, nessun Orvoloson e nessun Riddle venne mai a chiedere di lui, né nessun altro familiare, così rimase in orfanotrofio ed è qui da allora.”

La Signora Cole si versò, quasi senza accorgersene, un’altra salutare dose di gin. Due macchie rosa le erano apparse sulle gote. Poi disse, “È un ragazzo singolare”.

“Si,” disse Silente, “credo che potrebbe esserlo”.“Era anche un bambino bizzarro. Ha sempre pianto difficilmente, sa. E poi, quando

crebbe un po’, divenne… strano.”“Strano in che modo?” chiese gentilmente Silente.“Be’, lui…”Ma la Signora Cole tagliò corto, e non c’era niente di confuso o vago nello sguardo

inquisitorio che lanciò verso Silente da sopra il suo bicchiere di gin.“Ha un posto assicurato nella sua scuola, mi diceva?”“Senza dubbio,” disse Silente.“E niente che io possa dire cambierà le cose?”“Niente,” disse Silente.“Se lo porterà via comunque?”“Comunque,” ripeté Silente seriamente.Lo guardò di sbieco, come per decidere se credergli oppure no.Apparentemente decise di si, perché disse con un’urgenza improvvisa, “Spaventa

gli altri bambini.”“Intende dire che fa il prepotente?” chiese Silente.“Credo che potrebbe esserlo,” disse accigliandosi lievemente, “ma è molto difficile

coglierlo in fallo. Ci sono stati incidenti… Cose riprovevoli…”Silente non insistette, anche se Harry sapeva che era interessato. Lei bevve un altro

sorso di gin, e le sue guance rosa divennero ancora più rosee.“Il coniglio di Billy Stubbs… be’, Tom ha detto di non averlo fatto e non vedo come

possa averlo fatto, ma nondimeno, è stupido impiccarsi da soli, no?”“Non potrei dirlo, no,” intervenne Silente con calma.“Ma sarei sorpresa se sapessi come è riuscito a farlo. Tutto ciò che so è che lui e

Billy avevano litigato il giorno prima. E poi…” La Signora Cole prese un altro sorso di gin, versandosene un po’ sul colletto, questa volta. “durante la gita estiva – li portiamo fuori una volta all’anno, sa, in campagna o al mare – be’, Amy Benson e Dennis Bishop non si sono mai perfettamente ristabiliti successivamente, e tutto ciò che hanno mai detto è che erano andati dentro una caverna con Tom Riddle. Lui giurò che erano soltanto andati in esplorazione, ma qualcosa successe lì dentro, sono sicura. E, bè, sono successe molte cose, cose stravaganti…”

Si voltò ancora verso Silente, e sebbene le sue guance fossero arrossate, il suo sguardo era fermo.

“Non credo che qualcuno sarebbe dispiaciuto di vederlo andar via.”

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“Lei capisce, sono sicuro, che non lo terremo con noi continuativamente?” disse Silente. “Dovrà tornare qui, come minimo, ogni estate.”

“Oh, bene, è meglio di un colpo sul naso con un attizzatoio arrugginito,” disse la Signora Cole con un leggero singhiozzo. Si alzò in piedi, ed Harry fu impressionato nel vederla piuttosto stabile, anche se due terzi del gin erano andati. “Suppongo che lo voglia vedere?”

“Molto volentieri,” disse Silente, alzandosi a sua volta.La Signora Cole lo guidò fuori dal suo ufficio e poi su una scala di pietra, urlando

istruzioni e ammonizioni ai suoi aiutanti e ai bambini mentre passava. Gli orfani, notò Harry, indossavano tutti la stessa tunica. Sembravano ragionevolmente ben curati, ma non c’era dubbio che quello fosse un posto cupo in cui crescere.

“Eccoci,” disse la Signora Cole, non appena svoltarono sul secondo ballatoio e si fermarono fuori dalla prima porta in un lungo corridoio. Bussò due volte ed entrò.

“Tom? Hai una visita. Questo è il Signor Solvente… scusi, Salante. È venuto per dirti… bene, lascerò che lo faccia lui.”

Harry e i due Silente entrarono nella camera, e la Direttrice chiuse la porta dietro di loro. Era una stanza piccola e spoglia, vuota ad eccezione di un vecchio armadio e un letto di ferro. Un ragazzo stava seduto su delle coperte grigie con le gambe stese, tenendo un libro.

Non c’era traccia dei Gaunt nel viso di Tom Riddle. Il desiderio di Merope si era avverato: era la miniatura del suo avvenente padre, alto per essere un undicenne, con i capelli neri e pallido. Socchiuse leggermente gli occhi di fronte all’aspetto eccentrico di Silente. Ci fu un momento di silenzio.

“Come stai, Tom?” chiese Silente, facendosi avanti e tendendo la mano. Il ragazzo esitò, poi la prese, e si strinsero la mano. Silente avvicinò la solida sedia

di legno accanto a Tom, così che sembravano più un paziente in ospedale e un suo visitatore.

“Io sono il Professor Silente.”“Professore?” ripeté Tom. Sembrava sospettoso. “Come un dottore? Perché sei

venuto qui? Ti ha fatto venire quella, per farmi esaminare?”Stava indicando la porta dalla quale era appena uscita la Signora Cole.“No, no,” disse Silente, sorridendo.“No ci credo,” rispose Riddle, “Quella vuole farmi analizzare, vero? Dì la verità!”Pronunciò le ultime tre parole con una considerevole forza che risultò quasi

disdicevole. Era un ordine, e suonava come se Tom l’avesse dato molte volte prima. Aveva spalancato gli occhi e fissato Silente, che non rispose, a parte continuare a sorridere benevolmente. Dopo qualche secondo Riddle smise di squadrarlo, sebbene sembrasse, se possibile, ancora più diffidente.

“Chi sei?”“Te l’ho detto. Io sono il Professor Silente e lavoro in una scuola che si chiama

Hogwarts. Sono venuto qui per offrirti un posto nella mia scuola… la tua nuova scuola, se vorrai venire.”

La reazione di Riddle a questo fu la più sorprendente. Balzò giù dal letto e indietreggiò lontano da Silente, furioso.

“Non riuscirai a prenderti gioco di me! Il manicomio, è da lì che vieni, vero? «Professore,» ma certo… bene, non ci vengo, capito? Quella vecchia gatta è l’unico essere che dovrebbe andare in manicomio. Non ho fatto niente alla piccola Amy Benson o a Dennis Bishop, puoi chiederglielo, te lo confermeranno!”

“Non vengo dal manicomio,” disse Silente pazientemente. “Sono un insegnante e, se vorrai sederti tranquillo, ti racconterò di Hogwarts. Certo, se non vorrai venire alla scuola, nessuno ti obbligherà…”

“Vorrei vederli provare,” sogghignò Riddle.“Hogwarts,” continuò Silente, come se non avesse sentito le ultime parole di Tom,

“è una scuola per persone con abilità speciali…”“Non sono matto!”“So bene che non sei matto. Hogwarts non è una scuola per pazzi. È una scuola di

magia.”

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Silenzio. Riddle era impietrito, nessuna espressione sul suo viso, solo gli occhi si agitavano avanti e indietro tra quelli di Silente, come se cercasse di scoprire uno dei due mentire.

“Magia?” ribatté in un soffio.“Esatto,” disse Silente.“È… è magia, quello che riesco a fare?”“Cos’è che puoi fare?”“Un po’ di tutto,” mormorò Tom. Una rossore di eccitazione stava risalendo il suo

collo fino alle guance incavate. Sembrava febbricitante. “Riesco a far muovere le cose senza toccarle. Posso far fare agli animali ciò che voglio, senza addestrarli. Possa far succedere brutte cose alle persone che mi irritano. Posso far loro del male, se lo voglio.”

Le sue gambe stavano tremando. Inciampò e si sedette di nuovo sul letto, fissandosi le mani, la sua testa chinata come se stesse pregando.

“Sapevo di essere diverso,” bisbigliò alle sue dita tremanti. “Sapevo di essere speciale. Sempre, sapevo che c’era qualcosa.”

“Be’, avevi ragione,” disse Silente, che non stava più sorridendo, ma guardava Riddle intensamente. “Tu sei un mago.”

Riddle sollevò la testa. Aveva il viso stravolto. Mostrava un felicità selvaggia, che per qualche ragione non lo fece diventare più piacevole. Al contrario, i suoi tratti finemente scolpiti sembravano in qualche modo più grinzosi, la sua espressione quasi bestiale.

“Anche tu sei un mago?”“Si.”“Provalo,” disse Riddle subito, nello stesso tono di comando che aveva usato

quando disse, “Dì la verità.”Silente aggrottò le sopracciglia. “Se, da come ho capito, stai accettando il tuo posto a Hogwarts…”“Sicuro che lo accetto!”“Allora dovrai rivolgerti a me chiamandomi «Professore» o «Signore».”L’espressione di Tom si indurì per un istante prima di dire, con un’irriconoscibile

voce educata, “Mi scusi, Signore. Volevo dire… per favore, Professore, può mostrarmi…?”

Harry era sicuro che Silente si sarebbe rifiutato, che avrebbe detto a Riddle che ci sarebbero state molte occasioni per dimostrazioni pratiche a Hogwarts, che si trovavano in un edificio pieno di Babbani e avrebbero dovuto essere cauti. Con sua grande sorpresa, invece, Silente estrasse la bacchetta da una tasca interna della giacca, la puntò verso il malridotto armadio nell’angolo e diede un colpetto casuale alla bacchetta.

L’armadio prese fuoco.Riddle saltò in piedi. Harry poteva appena biasimarlo per aver strillato per lo shock

e per la rabbia. Tutti i suoi beni materiali erano lì dentro. Ma appena Riddle si girò verso Silente, le fiamme svanirono, lasciando l’armadio perfettamente intatto.

Riddle guardò con meraviglia il guardaroba e poi Silente, e allora, con bramosia, indicò la bacchetta. “Dove posso prenderne una?”

“Tutto a suo tempo”, disse Silente. “mi sembra che ci sia qualcosa che sta tentando di uscire dal tuo armadio.”

Effettivamente si poteva sentire un debole tintinnio provenire dall’interno. Per la prima volta, Riddle sembrava impaurito.

“Apri la porta.”Riddle esitò, poi attraversò la stanza ed aprì le ante dell’armadio. Sullo scaffale più

alto, sopra un attaccapanni pieno di vestiti consunti, una piccola scatola di cartone si agitanva e sbatacchiava come se dentro fossero intrappolati diversi topolini frenetici.

“Tirala fuori,” disse Silente.Tom tirò giù la scatola tremolante. Sembrava nervoso.“C’è qualcosa in quella scatola che non dovrebbe essere lì?” chiese Silente.Ridde lanciò a Silente una lunga, inequivocabile, scaltra occhiata.

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“Si, suppongo di si, Signore,” disse infine, con voce atona.“Aprila.”Ridde tolse il coperchio e rovesciò il contenuto sul suo letto senza guardarlo. Harry,

che si aspettava qualcosa di più esaltante, vide un mucchietto di piccoli oggetti comuni: tra di essi, uno yo-yo, un ditale argentato, un’armonica a bocca ossidata. Una volta fuori dalla scatola, smisero di fremere e rimasero immobili sulle coperte leggere.

“Li restituirai ai legittimi proprietari scusandoti,” disse Silente pacatamente, rimettendo la bacchetta nella tasca della giacca. “Io saprò se l’avrai fatto. E stai attento: i furti non sono tollerati a Hogwarts.”

Riddle non sembrava neanche lontanamente imbarazzato; stava ancora fissando freddamente e scrutando Silente. Alla fine disse con voce piatta, “Si, Signore.”

“A Hogwarts,” continuò Silente, “ti insegneremo non solo a usare la magia, ma anche a controllarla. Tu hai – inavvertitamente, sono sicuro – adoperato i tuoi poteri in un modo che non è né insegnato, né tollerato nella nostra scuola. Non sei il primo, e non sarai l’ultimo, che si è fatto trascinare dalla magia. Ma devi sapere che si può essere espulsi da Hogwarts e il Ministero della Magia – si, c’è un Ministero – punisce i fuorilegge ancora più severamente. Tutti i nuovi maghi devono accettare che, entrando nel nostro mondo, dovranno attenersi alle nostre leggi.”

“Si, Signore,” disse ancora Riddle.Era impossibile dire cosa stesse pensando. La sua espressione rimase

assolutamente impassibile mentre rimise il piccolo gruzzolo di oggetti rubati nella scatola di cartone. Appena ebbe finito, si girò verso Silente e disse duramente, “Non ho un soldo.”

“A questo si può rimediare facilmente,” disse Silente, estraendo un portamonete di pelle dalla tasca. “Esiste un fondo a Hogwarts per i ragazzi che hanno bisogno di aiuto per comprare libri e vestiti. Dovrai acquistare alcuni libri di incantesimi, magari di seconda mano, ma…”

“Dove si comprano questi libri?” lo interruppe Riddle, che aveva preso il pesante borsellino senza ringraziare Silente, e stava esaminando un grasso Galeone d’oro.

“A Diagon Alley,” disse Silente. “Ho qui con me la tua lista dei libri e del materiale scolastico. Posso aiutarti a trovare tutto…”

“Sta venendo con me?” chiese Riddle, alzando gli occhi.“Certamente, se tu…”“Non ho bisogno di Lei,” lo interruppe Riddle. “Sono abituato ad arrangiarmi da

solo, giro da solo per Londra tutte le volte. Come si arriva a questa Diagon Alley… Signore?” aggiunse, richiamando l’attenzione di Silente.

Harry credeva che Silente avrebbe insistito per accompagnare Riddle, ma ancora una volta si sorprese. Silente consegnò a Riddle la busta contenente la lista dell’occorrente, e dopo avergli detto esattamente come raggiungere il Paiolo Magico dall’orfanotrofio, disse, “Riuscirai a vederlo, nonostante che i Babbani tutt’intorno – le persone non magiche – non possano. Chiedi di Tom il barista – abbastanza facile da ricordare, visto che porta il tuo nome…”

Riddle fece una smorfia irritata, come per scacciare una mosca fastidiosa.“Non ti piace il nome «Tom»?”“Ci sono molti Tom,” borbottò Riddle. Poi, come se non potesse soffocare la

domanda, come se scoppiasse dalla voglia a dispetto di se stesso, domandò: “Mio padre era un mago? Anche lui si chiamava Tom Riddle, mi hanno detto.”

“Mi dispiace, non lo so,” disse Silente, con fare gentile.“Mia madre non poteva essere magica, altrimenti non sarebbe morta,” disse Riddle,

più a se stesso che a Silente. “Doveva essere lui. Quindi… una volta comprate tutte le mie cose… quando potrò venire a questa Hogwarts?”

“Tutti i dettagli sono scritti nella seconda pergamena nella busta,” disse Silente. “Partirai dalla Stazione di King’s Cross il primo di settembre. Lì dentro c’è anche un biglietto del treno.”

Riddle annuì. Silente si alzò in piedi e gli tese ancora una volta la mano. Stringendola, Riddle disse: “Posso parlare con i serpenti. L’ho scoperto quando

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andammo in gita in campagna… mi scoprirono, parlavano con me. È normale per un mago?”

Harry aveva l'impressione che si fosse trattenuto dal rivelare quel suo stranissimo potere fino a quel momento, credendo di far colpo.

“È insolito,” disse Silente, dopo un momento di esitazione, “ma non senza precedenti.”

Il suo tono era casuale ma i suoi occhi osservavano curiosi il viso di Riddle. Si fermarono un momento, uomo e ragazzo, scrutandosi a vicenda. Poi la stretta di mano finì. Silente si fermò sulla porta.

“Arrivederci, Tom. Ci incontreremo a Hogwarts.”“Penso che basti,” disse il canuto Silente al fianco di Harry, e pochi secondi dopo,

stavano fluttuando di nuovo senza peso attraverso l’oscurità, prima di atterrare nell’ufficio ai loro giorni.

“Siediti,” disse Silente, toccando terra di fianco ad Harry.Harry obbedì, la sua mente ancora piena di quello che aveva appena visto.“Ha capito molto più velocemente di quanto ho fatto io… voglio dire, quando gli

disse che era un mago,” disse Harry. “Non ho creduto a Hagrid subito, quando me lo disse.”

“Si, Riddle era perfettamente pronto a capire di essere – uso le sue parole – «speciale»,” disse Silente.

“Lei sapeva… allora?”“Se sapevo di aver appena incontrato il più pericoloso mago di tutti i tempi?” disse

Silente. “No, non avevo idea che sarebbe cresciuto e diventato quello che è ora. Comunque, ero sicuramente interessato a lui. Tornai a Hogwarts con l’intenzione di tenerlo d’occhio, cosa che avrei dovuto fare in ogni caso, visto che era solo e senza amici, ma che, ormai, sentivo di dover fare per ben altri motivi che questo.

“I suoi poteri, come hai sentito, erano sorprendentemente ben sviluppato per un mago così giovane e – cosa più interessante e sinistra di tutto – aveva già scoperto di avere in qualche modo la possibilità di controllarli, e aveva iniziato ad utilizzarli coscientemente. E come hai visto, non erano gli esperimenti accidentali tipici dei giovani maghi: lui stava già usando la magia contro le altre persone, per spaventare, punire, controllare. Le piccole storie del coniglio strangolato e dei ragazzini che aveva attirato nella caverna erano molto allusive… «Posso far loro del male, se lo voglio»…”

“Ed era un rettilofono,” intervenne Harry.“Si, certamente; un’abilità rara, di quelle presumibilmente connesse con le Arti

Oscure, anche se sappiamo che ci sono rettilofoni anche tra i grandi e i buoni. Infatti, la sua abilità di parlare con i serpenti non mi ha tanto turbato quanto il suo evidente istinto per la crudeltà, la riservatezza e il dominio.

“Il tempo si sta ancora prendendo gioco di noi,” disse Silente, indicando il cielo cupo fuori della finestra. “Ma prima di separarci, voglio farti notare alcune caratteristiche della scena a cui abbiamo appena assistito, visto che hanno molta influenza sulle questioni si cui dovremo discutere durante i nostri incontri futuri.

Per prima cosa, spero ti sia accorto della reazione di Riddle quando nominai un'altra persona che portava il nome «Tom».”

Harry annuì.“Lì mostrò il suo disprezzo per tutto ciò che lo collegava alle altre persone, tutto ciò

che lo rendeva ordinario. Perfino allora, desiderava essere diverso, differente, famoso. Si liberò del suo nome, come sai, dopo pochi anni da quella conversazione e creò la maschera di «Lord Voldemort», dietro la quale è stato nascosto per così tanto tempo.

“Credo che tu abbia anche notato che Tom Riddle era già completamente auto-sufficiente, riservato e apparentemente senza amici? Non volle aiuto o compagnia nel suo viaggio a Diagon Alley. Preferì operare da solo. Il Voldemort adulto è uguale. Sentirai molte dei suoi Mangiamorte vantarsi di avere la sua fiducia, che loro soltanto gli sono vicini, persino che possono comprenderlo bene. Si ingannano. Lord Voldemort non ha mai avuto amici, e nemmeno credo che ne abbia mai voluto uno.

“E per finire – spero che tu non sia troppo assonnato fare attenzione a questo, Harry – al giovane Tom Riddle piaceva collezionare trofei. Hai visto la scatola di oggetti

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rubati che aveva nascosto nella sua stanza. Erano stati presi alle vittime della sua prepotenza, souvenir, se vuoi, di sgradevole uso di un po’ di magia. Tieni a mente questa mania del collezionismo, sarà molto importante più avanti.

“E adesso è davvero l’ora di andare a letto.”Harry si alzò in piedi. Mentre attraversava la stanza, i suoi occhi si posarono sul

tavolino sul quale, la volta precedente, era poggiato di Orvoloson Gaunt, ma l’anello non era più lì.

“Si, Harry?” disse Silente quando Harry si fermò."L'anello non c'è più", disse Harry, guardandosi intorno. "Ma credevo che Lei

potesse avere l'armonica a bocca, o qualcosa del genere" Silente fece un largo sorriso, guardandolo da sopra le sue lenti a mezzaluna. "Molto astuto, Harry, ma l'armonica è sempre stata soltanto un'armonica". E con questa enigmatica frase salutò Harry, che lo prese come un'indicazione che la lezione era terminata.

CAPITOLO QUATTORDICI

FELIX FELICISLa prima lezione di Harry era Erbologia, il mattino seguente. Non era riuscito,

durante la colazione, a raccontare a Ron ed Hermione della sua lezione con Silente per la paura di essere ascoltato, ma li informò mentre attraversavano il sentiero erboso verso le serre. Il brutale vento del fine settimana era cessato. La strana nebbia era tornata tanto che trovare la strada giusta per le serre sembrava loro un po’ più difficile del solito.

“Wow, che ricordo pauroso, Tu-Sai-Chi da ragazzo,” disse Ron a bassa voce appena ebbero preso posto attorno al tronco nodoso di uno Snargaluff, che era l’argomento delle lezioni in quel periodo, ed iniziato ad infilarsi i guanti protettivi. “Ma ancora non capisco dove Silente voglia andare a parare mostrandoti tutto ciò. Voglio dire, è interessante e tutto, è vero, ma a che serve?”

“Non lo so,” rispose Harry, indossando un camice di gomma. “Ma ha detto che tutto è importante per aiutarmi a sopravvivere.”

“Io penso che sia affascinante,” disse Hermione seria. “Ha perfettamente senso sapere il più passibile su Voldemort. In quale altro modo puoi scoprire i suoi punti deboli?”

“Allora, com’è stata l’ultima festa di Slughorn?” domandò Harry confusamente mentre ancora infilava il camice di gomma.

“Oh, è stato abbastanza divertente, davvero,” rispose Hermione infilandosi gli occhiali protettivi. “Voglio dire, si è messo a pontificare un po’ sui suoi ex favoriti famosi e si è messo ad adulare spudoratamente McLaggen per le conoscenze della sua famiglia, ma abbiamo mangiato veramente bene e ci ha presentato Gwenog Jones.”

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“Gwenog Jones?” chiese Ron, gli occhi spalancati dietro gli occhiali protettivi. “Quella Gwenog Jones? Il capitano delle Arpie di Holyhead?”

“Proprio lei,” rispose Hermione. “Personalmente, credo che sia un po’ troppo piena di sé, ma…”

“Avete chiacchierato abbastanza!” intimò la Professoressa Sprite bruscamente, passando indaffarata e severa. “Siete indietro, gli altri hanno tutti già iniziato e Neville ha già raccolto il suo primo baccello!”

Si voltarono a guardare. Com’era prevedibile, Neville era seduto al suo posto e sfoggiava un labbro sanguinante e diversi brutti graffi su un lato del viso, ma teneva stretto un frutto grigio, delle dimensioni di un pompelmo, che pulsava sgradevolmente.

“Certo, Professoressa, iniziamo subito!” disse Ron, continuando silenziosamente, appena lei si fu allontanata, “Avremmo dovuto usare il Muffliato, Harry.”

“No, affatto!” Obiettò Hermione subito, sembrando contraria, come sempre, a qualsiasi cosa avesse a che fare con il Principe Mezzosangue e le sue formule. “Be’, andiamo… diamoci da fare…”

Lanciò agli altri due uno sguardo preoccupato e subito tutti e tre tirarono un profondo respiro e strinsero tra le mani il tronco nodoso che avevano davanti.

Questo prese vita immediatamente. Lunghi viticci spinosi simili a rovi vennero fuori dalla cima e frustarono l’aria. Uno di essi s’aggrovigliò ai capelli di Hermione e Ron lo ricacciò indietro con un paio di cesoie. Harry ebbe successo nell’agguantare un paio di viticci e legarli insieme. Un buco si aprì al centro dei rami simili a tentacoli. Hermione infilò coraggiosamente il braccio all’interno del buco che le si richiuse attorno al gomito come una trappola. Harry e Ron tirarono e piegarono i viticci, costringendo il buco a riaprirsi in modo da liberare il braccio di Hermione, che lo estrasse stringendo tra le dita un baccello identico a quello di Neville. Immediatamente i viticci spinosi rientrarono nel tronco nodoso che tornò ad assumere l’aspetto di un innocente pezzo di legno morto.

“Sai, non credo mi piacerebbe avere uno di questi in giardino, quando avrò una casa mia,” affermò Ron sollevandosi gli occhiali sulla fronte ed asciugandosi il sudore dal volto.

“Passami una bacinella,” disse Hermione tenendo il baccello pulsante con il braccio teso. Harry ne prese una e lei vi lasciò cadere il baccello con uno sguardo disgustato.

“Non essere schizzinosa, spremilo, è meglio se sono freschi!” consigliò la Professoressa Sprite.

“In ogni caso,” riprese Hermione, continuando la loro conversazione interrotta come se non fosse appena stata attaccata da un pezzo di legno, “Slughorn sta organizzando una festa di Natale, Harry, e non avrai modo di scansarla perché questa volta mi ha chiesto di controllare le tue sere libere, in modo da poterla fissare per una sera in cui sia certo che tu possa venire.”

Harry gemette. Ron, che nel frattempo stava tentando di far aprire il baccello nella bacinella stringendolo tra le mani, premendovi sopra e schiacciandolo con tutto il peso del corpo, sibilò di rabbia, “Si tratta di un’altra festa solo per i favoriti di Slughorn, vero?”

“Solo per lo Slug Club, sì,” rispose Hermione.Il baccello schizzò via dalle dita di Ron, colpì la vetrata della serra, rimbalzò sulla

nuca della Professoressa Sprite e le fece cadere il vecchio cappello macchiato. Harry s’affrettò a recuperarlo. Tornato al tavolino, sentì Hermione che sussurrava: “Guarda, io non ho mai pronunciato le parole «Slug Club»…”

“Slug Club,” ripeté Ron con un ghigno degno di Malfoy. “Patetico. Be’, spero che vi piaccia la festa. Perché non cerchi di andarci con McLaggen, così che Slughorn vi elegga Re e Regina dello Slug…”

“Possiamo portare degli ospiti,” interruppe Hermione, che per qualche motivo era arrossita fino a diventare di un ardente color scarlatto, “e intendevo invitare te, ma se credi che la festa sia tanto stupida, allora non ci provo nemmeno!”

Harry desiderò improvvisamente che il baccello se ne schizzasse lontano, cosicché dovesse per necessità non stare seduto tra loro due. Senza che entrambi si accorgessero della cosa afferrò, la bacinella che conteneva il baccello e cominciò a

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tentare di aprirlo nel modo più rumoroso e più energico possibile, ma sfortunatamente poteva ancora sentire ogni parola della loro conversazione.

“Stavi per chiederlo a me?” Chiese Ron, questa volta con una voce completamente diversa.

“Sì,” rispose Hermione con rabbia. “Ma ovviamente, se preferisci che ci vada con McLaggen…”

Ci fu una pausa durante la quale Harry continuò a colpire il resistente baccello con una paletta da giardinaggio.

“No, non lo preferisco,” sussurrò Ron con voce molto pacata.Harry mancò il baccello e colpì la bacinella che si ruppe.“Reparo,” pronunciò rudemente, colpendo i pezzi della bacinella con la bacchetta, e

questi si riunirono tornando integri. Il fragore, comunque, sembrava aver fatto sì che Ron ed Hermione tornassero a rendersi conto della sua presenza. Hermione sembrò innervosita ed immediatamente iniziò a voltare le pagine della sua copia di Piante Carnivore del Mondo, alla ricerca del modo corretto di spremere un baccello di Snargaluff. Ron, da parte sua, sembrava imbarazzato ma anche soddisfatto di se stesso.

“Dammelo, Harry,” disse Hermione in fretta. “Qui dice che dovremmo pungerlo con qualcosa di affilato…”

Harry le passò il baccello nella bacinella e lui e Ron infilarono di nuovo gli occhiali protettivi sugli occhi e agguantarono il tronco.

Non si sentiva veramente sorpreso, pensò Harry, combattendo contro un viticcio spinoso che cercava di strangolarlo. Aveva avuto sentore che qualcosa del genere sarebbe potuto accadere prima o poi. Non era sicuro, però, dei suoi sentimenti al riguardo… lui e Cho erano ancora imbarazzati nel guardarsi l’un l’altro o di parlarsi da soli. Cosa sarebbe successo se Ron ed Hermione si fossero messi insieme per poi dividersi? La loro amicizia sarebbe sopravvissuta? Harry ricordò quelle poche settimane al terzo anno in cui non si erano più parlati. Non gli era piaciuto cercare di accorciare le distanze tra loro. E poi, cosa sarebbe successo se non si fossero divisi? Cosa sarebbe successo se fossero diventati come Bill e Fleur e fosse stato terribilmente imbarazzante restare in loro presenza, tanto da spingerlo ad allontanarsi una volta per tutte?

“Preso!” urlò Ron, tirando fuori un secondo baccello dal tronco proprio mentre Hermione riusciva ad aprire il primo tanto da riempire la bacinella di piccoli bulbi pulsanti che sembravano pallidi vermi verdi.

Il resto della lezione passò senza che fosse più citata la festa di Slughorn. Benché Harry osservasse i suoi due amici con maggiore attenzione durante i giorni successivi, Ron ed Hermione non sembravano per nulla diversi dal solito, eccetto che erano un po’ più gentili l’uno con l’altro di quanto lo fossero normalmente. Harry suppose di dover solo aspettare e vedere cosa sarebbe accaduto sotto l’influenza della Burrobirra, nelle luci fioche della stanza di Slughorn la notte della festa. Nel frattempo, comunque, aveva preoccupazioni molto più urgenti.

Katie Bell era ancora all’ Ospedale di S.Mungo senza alcuna previsione che ne potesse uscirne, il che significava che la promettente squadra di Quidditch, quella che Harry stava allenando con tanta cura da settembre, ora aveva un Cacciatore in meno. Aveva rimandato la sostituzione di Katie nella speranza del suo ritorno, ma la loro prima partita contro Serpeverde si approssimava e, finalmente, dovette ammettere che lei non sarebbe tornata in tempo per giocare.

Harry non credeva di dover tenere un’altra selezione completa di tutta la Casa. Con un disagio che aveva poco a che fare con il Quidditch, chiamò da parte Dean Thomas alla fine di una lezione di Trasfigurazione. La maggior parte della classe era già andata via, tuttavia diversi uccellini gialli cinguettanti svolazzavano ancora per l’aula, tutti creazione di Hermione. Nessun altro di loro era riuscito a far comparire dal nulla più di qualche piuma.

“Sei ancora interessato a giocare come Cacciatore?”“Cos…? Sì, naturalmente!” rispose Dean eccitato. Oltre le spalle di Dean, Harry vide

Seamus Finnigan sbattere con irritazione i libri nella cartella. Uno dei motivi per cui

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Harry avrebbe preferito non dover chiedere a Dean di giocare, era proprio che questo non sarebbe piaciuto a Seamus. D’altra parte lui doveva fare ciò che era meglio per la squadra, e Dean aveva volato molto meglio di Seamus alle selezioni.

“Bene allora, sei dei nostri,” confermò Harry. “Ci sarà un allenamento stasera, alle sette in punto.”

“Perfetto,” disse Dean. “Evviva, Harry! Accidenti, non vedo l’ora di dirlo a Ginny!”Corse via dalla stanza lasciando Harry solo con Seamus, un momento scomodo che

diventò ancora più difficile quando una cacca d’uccello, di uno dei canarini di Hermione che svolazzava su di loro, si spiaccicò sulla testa di Seamus.

Seamus non era il solo scontento per la scelta della sostituzione di Katie. C’erano molti brontolii in Sala Comune circa il fatto che, con questa scelta di Harry, ora erano due i suoi compagni di classe che facevano parte della squadra. Poiché Harry aveva sopportato borbottii ben peggiori durante la sua carriera scolastica, non era particolarmente infastidito ma, nello stesso tempo, sentiva aumentare la pressione per una vittoria nella prossima partita contro Serpeverde. Se Grifondoro avesse vinto, Harry sapeva che tutta la Casa avrebbe dimenticato le critiche ed avrebbe giurato di aver sempre saputo di aver di fronte una grande squadra. Se avessero perso… be’, pensò Harry amaramente, aveva già sopportato altri borbottii sgradevoli.

Harry non ebbe alcuna ragione per rimpiangere la sua scelta quando vide volare Dean quella sera. Si affiatò veramente bene con Ginny e Demelza. I battitori, Peakes e Coote, miglioravano ogni volta. L’unico problema era Ron.

Harry aveva sempre saputo che Ron era un giocatore incostante per mancanza di sangue freddo e sicurezza e, sfortunatamente, la prospettiva incombente dell’incontro di apertura della stagione sembrava aver messo in evidenza tutte le sue vecchie esitazioni. Dopo aver lasciato entrare una mezza dozzina di tiri, la maggior parte dei quali segnati da Ginny, la sua tecnica divenne sempre più rozza, fino a quando non colpì sulla bocca Demelza Robins che gli si avvicinava.

“È stato un incidente, mi dispiace, Demelza, mi dispiace veramente!” Gridò Ron dopo averla vista scendere a zigzag fino a terra gocciolando sangue ovunque. “Ero solo…”

“Preso dal panico,” disse Ginny rabbiosamente, atterrando al fianco di Demelza ed esaminandole il labbro gonfio. “Ron, cretino, guarda in che stato è!”

“Posso sistemarla,” affermò Harry, atterrando al lato delle due ragazze, puntando la bacchetta verso la bocca di Demelza e dicendo “Episkey.” “E Ginny, non chiamare Ron cretino, non sei tu il capitano della squadra…”

“Be’, tu sembravi troppo occupato per chiamarlo cretino ed ho pensato che qualcuno se ne dovesse far carico…”

Harry si sforzò di non ridere.“In volo, tutti, forza…”In complesso, fu uno dei peggiori allenamenti di tutto il trimestre, ma Harry aveva

l’impressione che la franchezza non sarebbe stata una buona scelta quando erano così prossimi alla partita.

“Buon lavoro, tutti, credo proprio che schiacceremo Serpeverde,” disse per fare coraggio, e Cacciatori e Battitori andarono via sembrando ragionevolmente contenti di se stessi.

“Ho giocato come un sacco di letame di Drago,” si lamentò Ron, con voce cupa, appena la porta si fu chiusa alle spalle di Ginny.

“No, non è vero,” disse Harry con fermezza. “Sei il miglior portiere che ho provato, Ron. Il tuo unico problema è il sangue freddo.”

Continuò con gli incoraggiamenti per tutto il tragitto di ritorno al castello e, nel periodo che impiegarono per raggiungere il secondo piano, Ron sembrò appena un po’ di umore migliore. Nel momento in cui Harry si trovò a spostare l’arazzo che nascondeva la solita scorciatoia per la Torre dei Grifondoro, però, si ritrovarono a fissare Dean e Ginny talmente avvinghiati in un abbraccio strettissimo ed in un bacio ardente che sembravano incollati l’uno all’altro.

Fu come se qualcosa di grosso e scaglioso si fosse risvegliato nello stomaco di Harry, lacerandolo dall’interno. Gli sembrava che sangue caldo gli avesse inondato il

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cervello, tanto da cancellargli qualsiasi pensiero sostituendolo con un bisogno urgente di colpire Dean con fatture tali da ridurlo in gelatina. Combattendo contro questa improvvisa follia, sentì la voce di Ron come se giungesse da molto distante.

“Ehi!”Dean e Ginny si separarono e si voltarono.“Che?” Esclamò Ginny.“Non voglio trovare mia sorella che sbaciucchia qualcuno in pubblico!”“Questo corridoio era deserto finché non sei arrivato tu!” Protestò Ginny.Dean sembrava imbarazzato. Lanciò verso Harry un sorrisetto ambiguo che lui non

restituì, come se il neonato mostro dentro di lui stesse ruggendo per ottenere una immediata esclusione di Dean dalla squadra.

“Ehm… andiamo, Ginny,” sussurrò Dean, “torniamo in Sala Comune…”“Vai tu!” Intimò Ginny. “Devo scambiare due parole con mio fratello!”Dean andò via sembrando non del tutto dispiaciuto di lasciare la scena.“Bene,” esclamò Ginny, allontanando dal viso i lunghi capelli rossi e fissando Ron,

“chiariamo le cose una volta per tutte. Non sono affari tuoi con chi sto e cosa faccio, Ron…”

“Sì che lo è!” Replicò Ron, appena arrabbiato. “Credi che mi piaccia che la gente creda che mia sorella sia…”

“Sia cosa?” Urlò Ginny, sollevando la bacchetta. “Sia cosa, esattamente?”“Non vuol dire nulla, Ginny…” s’intromise Harry senza pensarci, benché il mostro

dentro di lui ruggisse la sua approvazione alle parole di Ron.“Oh, Certo che vuol dire qualcosa!” Si adirò lei rivolto ad Harry. “Solo perché lui non

ha mai sbaciucchiato nessuno nella sua vita, solo perché il miglior bacio che ha avuto è stato quello di zia Muriel…”

“Chiudi il becco!” Ringhiò Ron, diventando prima rosso e poi marrone. “Per niente!” Urlò Ginny arrabbiatissima. “Ti ho visto come fai con Flemma,

sperando che ti dia un bacetto sulla guancia ogni volta che la vedi, sei patetico! Se trovassi qualcuna da sbaciucchiare anche tu, non faresti tanto caso a quello che fanno tutti gli altri!”

Ron sollevò la bacchetta a sua volta. Harry si frappose rapidamente tra i due.“Non sai di che stai parlando!” Strepitò Ron, cercando di colpire direttamente Ginny

aggirando Harry che, ora, era davanti a lei a braccia aperte. “Solo perché non lo faccio in pubblico…!”

Ginny gli urlò una risata in faccia, tentando di spingere Harry di lato.“Chi hai baciato, Leotordo, vero? Oppure hai una foto di zia Muriel nascosta sotto il

cuscino?”“Tu…”Un lampo di luce arancione volò sotto il braccio sinistro di Harry e mancò Ginny di

pochi centimetri. Harry spinse Ron contro il muro.“Non fare lo stupido…”“Harry ha sbaciucchiato Cho Chang!” Urlò ancora Ginny, che adesso sembrava

prossima alle lacrime. “Ed Hermione ha sbaciucchiato Victor Krum, solo per te sembra che sia qualcosa di disgustoso, Ron, e questo solo perché hai tanta esperienza quanto un dodicenne!”

Detto questo, scappò via come una furia. Harry lasciò andare Ron immediatamente. Aveva uno sguardo micidiale. Entrambi restarono fermi, respirando affannosamente, finché Mrs.Purr, la gatta di Gazza, non fece la sua comparsa dietro un angolo, rompendo la tensione.

“Andiamo,” disse Harry appena il suono dei passi strascicati di Gazza gli arrivò alle orecchie.

Percorsero di corsa le scale ed il corridoio del settimo piano. “Ehi, fuori dai piedi!” Sbraitò Ron ad una ragazzina che fece una salto dallo spavento e lasciò cadere una bottiglia di uova di rospo.

Harry notò appena il suono del vetro che si rompeva. Era disorientato, stordito, tanto che essere colpito da un fulmine non doveva essere molto diverso. È solo perché

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è la sorella di Ron, diceva a sé stesso. Non ti è piaciuto vederla mentre baciava Dean solo perché è la sorella di Ron…

Senza che fosse voluta, un’immagine gli si formò da sola nella mente: l’immagine dello stesso corridoio deserto con lui che baciava Ginny al posto… il mostro che aveva nel petto fece le fusa… ma in quel momento vide Ron aprire l’arazzo e impugnare la bacchetta contro Harry, urlando cose come: “Hai tradito la mia fiducia” … “Ti credevo un amico” …

“Credi che Hermione abbia veramente sbaciucchiato Krum?” Chiese Ron bruscamente mentre si avvicinavano alla Signora Grassa. Harry assunse un’aria colpevole e si distolse con violenza da un’immagine fantasiosa di un corridoio dove non compariva Ron e lui e Ginny erano soli a…

“Cosa?” disse frastornato. “Oh… ehm…”La risposta onesta sarebbe stata “sì,” ma non si sentiva di dirgliela. In ogni caso,

Ron sembrò desumere il peggio alla vista dell’espressione di Harry.“Dilligrout,” grugnì cupamente verso la Signora Grassa, e s’infilarono attraverso il

buco del ritratto nella Sala Comune.Nessuno dei due citò più Ginny o Hermione. Quella sera a stento si parlarono,

invece, ed andarono a dormire in silenzio, ciascuno assorto nei suoi pensieri.Harry restò sveglio a lungo, lo sguardo fisso alla stoffa del suo letto a baldacchino

mentre cercava di convincersi che i suoi sentimenti verso Ginny erano solo quelli vecchi di fratellanza. Non erano vissuti come fratello e sorella per tutta l’estate, giocando a Quidditch, prendendo in giro Ron e ridendo di Bill e Flemma? Conosceva Ginny da quattro anni, ora… era naturale che si sentisse protettivo… naturale che gli fosse cara… avrebbe voluto fare a pezzi Dean per averla baciata… no… avrebbe dovuto tenere a bada questi particolari sentimenti fraterni…

Ron eruppe un in un sonoro russare grugnante.Lei è la sorella di Ron, si disse Harry risoluto. La sorella di Ron. Lei è fuori portata.

Non avrebbe messo a rischio la sua amicizia con Ron per nulla al mondo. Diede un pugno al cuscino per renderlo più comodo ed aspettò che gli venisse sonno, cercando con tutte le sue forze di evitare che i suoi pensieri si dirigessero in alcun modo verso Ginny.

Harry si svegliò, il mattino successivo, sentendosi leggermente intontito e confuso da una serie di sogni nei quali Ron lo picchiava con una mazza da Battitore ma, prima di mezzogiorno, si trovò ad aver felicemente sostituito il Ron del sogno con quello reale che, non solo guardava con disprezzo Dean e Ginny, ma trattava una risentita e sconcertata Hermione con una glaciale e beffarda indifferenza. C’era di più, sembrava che nella notte Ron fosse diventato tanto permaloso ed aggressivo quanto un tipico Schiopodo Sparacoda. Harry passò l’intera giornata cercando di istillare pace fra Ron ed Hermione, senza alcun risultato. Alla fine, Hermione se ne andò a letto completamente indignata e Ron si ritirò impettito nel dormitorio dei ragazzi dopo aver imprecato irosamente contro degli spaventatissimi ragazzini del primo anno colpevoli di averlo guardato.

Con grande sgomento di Harry, la recente aggressività di Ron non si logorò nei giorni successivi. Ancora peggio, essa coincise con un ulteriore peggioramento nelle sue prestazioni come Portiere, cosa che lo fece diventare ancora più aggressivo tanto che, nell’allenamento finale di Quidditch prima della partita di Sabato, lui lasciò passare ogni singolo tiro scagliatogli contro dai Cacciatori e, comunque, urlò contro tutti con tanto astio da ridurre Demelza Robins in lacrime.

“Stai zitto e lasciala in pace!” gli urlò Peakes, che era alto circa i due terzi di Ron, ma chiaramente era armato della pesante mazza.

“BASTA!” ringhiò Harry, che aveva notato Ginny lanciare un’occhiataccia in direzione di Ron e ne ricordava la reputazione di essere molto abile nello scagliare la Fattura Orcovolante. Harry accelerò per intervenire prima che le cose gli sfuggissero di mano. “Peakes, vai a mettere a posto i Bolidi. Demelza, tirati su, hai giocato veramente bene, oggi, Ron…” aspettò che il resto della squadra si fosse allontanato abbastanza prima di continuare, “sei il mio migliore amico, ma se continui a litigare con gli altri in questo modo, ti caccio dalla squadra immediatamente.”

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Per un attimo fu convinto che Ron potesse picchiarlo, ma accadde qualcosa di ancora peggiore: Ron sembrò accasciarsi sulla sua scopa; tutta la sua combattività si dileguò mentre dichiarava, “Mi dimetto. Sono una schiappa.”

“Non sei una schiappa e non accetto le dimissioni!” gli rispose Harry ferocemente, afferrando Ron per il bavero della veste. “Puoi parare tutto quando sei in forma, è un problema mentale quello che hai!”

“Stai dicendo che sono pazzo?”“Già, potrebbe anche essere!”Si fissarono l’un l’altro per qualche attimo, poi Ron scosse stancamente la testa.“So che non hai più tempo per trovare un altro portiere, così giocherò domani, ma

se perdiamo, e così sarà, me ne andrò dalla squadra.”Nulla di ciò che disse Harry riuscì a fargli cambiare idea. Tentò di sollevare la fiducia

di Ron durante tutta la cena, ma Ron era troppo impegnato ad essere irritato e scontroso con Hermione per notarlo. Harry insistette ancora in Sala Comune, quella sera, ma la sua affermazione che tutta la squadra sarebbe stata sconvolta se Ron avesse lasciato fu annullata dal fatto che il resto della squadra si era riunita nell’angolo opposto e, chiaramente, borbottava e lanciava verso Ron occhiate malevole. Alla fine, Harry tentò di nuovo assumendo un atteggiamento arrabbiato, sperando di indurre Ron ad una reazione di sfida, nella speranza che lo aiutasse a parare i tiri, ma anche questa strategia non sembrò funzionare meglio degli incoraggiamenti. Ron andò a letto demoralizzato e disperato come sempre.

Harry rimase sveglio per lungo tempo nell’oscurità. Non voleva perdere l’imminente partita. Non solo era la sua prima partita da Capitano, ma era più che risoluto a battere Draco Malfoy a Quidditch considerato che non riusciva a provare i sospetti che aveva su di lui. Se Ron avesse giocato come aveva fatto negli ultimi due allenamenti, però, le loro possibilità di vittoria erano tremendamente scarse…

Se solo ci fosse stato qualcosa che avesse permesso a Ron di tirarsi su… di farlo giocare al massimo della forma… qualcosa che avesse assicurato a Ron una giornata veramente fortunata…

Ed Harry trovò la risposta di colpo, un improvviso, magnifico, lampo di genio.La colazione fu la solita faccenda irritante, la mattina successiva. I Serpeverde

fischiarono e protestarono sonoramente all’ingresso in Sala Grande di ciascun membro della squadra di Grifondoro. Harry alzò lo sguardo al soffitto e vide un limpido cielo azzurro: un buon segno.

Il tavolo dei Grifondoro, una massa compatta di rosso e oro, acclamò all’avvicinarsi di Harry e Ron. Harry sorrise e salutò con la mano. Ron stiracchiò un debole sorriso e scosse la testa.

“Coraggio, Ron!” Incitò Lavanda. “Lo so che sarai bravissimo!”Ron la ignorò.“The?” Gli chiese Harry, “Caffè? Succo di Zucca?”“Niente,” rispose Ron depresso, addentando di malumore un pezzettino di toast.Pochi minuti dopo giunse Hermione, che era così stanca dei recenti comportamenti

sgradevoli di Ron, da non scendere più a colazione con loro, fermandosi lungo il tavolo alla loro altezza.

“Come vi sentite voi due?” Chiese a titolo di tentativo, gli occhi fissi sulla nuca di Ron.

“Bene,” rispose Harry, che era concentrato nel preparare un bicchiere di succo di zucca per Ron. “Ecco, Ron. Bevi.”

Ron aveva appena avvicinato il bicchiere alle labbra, che Hermione intimò con urgenza.

“Non berla, Ron!”Harry e Ron si voltarono insieme a guardarla.“Perché no?” Chiese Ron.Ora Hermione fissava Harry come se non potesse credere ai suoi occhi.“Ci hai messo qualcosa, in quella bevanda.”“Scusa?” Reagì Harry.

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“Mi hai sentita. Ti ho visto. Hai appena versato qualcosa nella bevanda di Ron. Avevi una bottiglietta in mano, poco fa!”

“Non capisco di cosa tu stia parlando,” rispose Harry, spingendo la bottiglietta sul fondo della tasca.

“Ron, ti avverto, non berla!” Intimò di nuovo Hermione, allarmata, ma Ron sollevò il bicchiere, lo svuotò in un sorso ed esclamò, “Smettila di tiranneggiare su di me, Hermione.”

Lei sembrava scandalizzata. Abbassandosi in modo che solo Harry potesse sentirla sibilò, “Potresti essere espulso per questo. Non avrei mai creduto che tu potessi fare questo, Harry!”

“Senti chi parla,” gli sussurrò lui di rimando. “Hai Confuso qualcun altro ultimamente?”

Lei s’allontanò da loro come una furia procedendo lungo il tavolo. Harry la vide allontanarsi senza provare alcun dispiacere. Hermione non aveva mai compreso quanto il Quidditch fosse un affare serio. Si voltò a guardare Ron che stava facendo schioccare le labbra.

“Si avvicina l’ora,” disse Harry allegramente.Il prato gelato scricchiolava sotto le loro scarpe mentre procedevano veloci verso lo

stadio.“Siamo abbastanza fortunati ad avere un tempo così buono, eh?” Chiese Harry a

Ron.“Già,” rispose Ron che sembrava pallido e malaticcio.Ginny e Demelza avevano già indossato la loro divisa da Quidditch ed aspettavano

nello spogliatoio.“Le condizioni sembrano ideali,” osservò Ginny, ignorando Ron. “Prova a

indovinare? Il Cacciatore dei Serpeverde, Vaisey… ha preso un Bolide in testa ieri durante il loro allenamento, e gli fa troppo male per poter giocare! E ancora meglio di questo… anche Malfoy è malato!”

“Cosa?” Esclamò Harry ruotandosi di scatto per guardarla. “È malato? Cos’ha che non va?”

“Non ne ho idea, ma per noi è il massimo,” disse Ginny radiosa. “Faranno giocare Harper al suo posto. È nel mio anno ed è un idiota.”

Harry le rispose sorridendo vagamente ma, mentre indossava la sua divisa scarlatta, la mente era molto distante dal Quidditch. Già una volta Malfoy aveva fatto finta di non poter giocare a causa di una ferita, ma in quella occasione si era assicurato che l’intera partita fosse rimandata fino al momento in cui lui fosse in condizioni di potersi riunire alla squadra dei Serpeverde. Perché ora era così pronto a consentire di far giocare un sostituto? Era veramente ammalato o simulava?

“Strano, no?” Disse sottovoce a Ron. “Il fatto che non giochi Malfoy?”“Fortuna, la chiamerei,” disse Ron, sembrando un pizzico più vivace. “Anche Vaisey

fuori, è il loro miglior tiratore, non ci avrei mai creduto… Ehi!” Esclamò all’improvviso bloccandosi nell’atto di infilarsi uno dei guanti da Portiere fissando Harry.

“Che c’è?”“Io… tu…” balbettò Ron come se avesse perso la voce, sembrando insieme

spaventato ed eccitato. “La mia bevanda… il mio succo di zucca… non è che…?”Harry sollevò le sopracciglia e non disse nulla eccetto, “Cominciamo tra cinque

minuti, faresti meglio a spicciarti con quelle scarpe.”Uscirono sul campo dirigendosi verso le tumultuose grida ed i fischi. Un’estremità

dello stadio era una massa solida di rosso e oro, l’altra un mare di verde e argento. Anche molti Tassorosso e Corvonero s’erano schierati. Nel mezzo di quelle urla ed applausi, Harry poteva distinguere chiaramente il ruggito del famoso cappello a testa di leone di Luna Lovegood.

Harry fece qualche passo verso Madama Bumb, l’arbitro, che aspettava pronta a lasciar uscire le palle dalla cassa.

“I Capitani si stringano la mano,” disse lei, e ad Harry fu schiacciata la mano dal nuovo capitano dei Serpeverde, Urquhart. “Sulle scope. Al mio fischio… tre… due… uno…”

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Al fischio, Harry e i compagni lasciarono di scatto il suolo gelato e partirono.Harry volò in alto lungo il perimetro del campo, cercando il Boccino e tenendo

d’occhio Harper, che procedeva a zigzag lontano da lui. Poi s’inserì una voce molto più stridula e differente da quella del solito commentatore.

“Bene, eccoci, e credo che siamo tutti sorpresi dalla squadra che Potter ha messo insieme quest’anno. Molti credevano che, dopo l’incostante prestazione di Ronald Weasley come portiere lo scorso anno, potesse essere stato escluso dalla squadra, ma evidentemente la stretta amicizia personale con il Capitano può aiutare…”

Queste parole furono accolte con beffe ed applausi dall’estremità Serpeverde del campo. Harry fece ruotare di scatto la scopa per guardare il podio del commentatore. Era occupato da un ragazzo magro alto, biondo e con il naso all’in su che parlava nel megafono magico in precedenza appannaggio di Lee Jordan. Harry riconobbe Zacharias Smith, un giocatore di Tassorosso che lui detestava di cuore.

“Oh, ed ecco il primo tentativo di goal da parte dei Serpeverde, è Urquhart che sfreccia per i campo e…”

Lo stomaco di Harry si attorcigliò.“… parata di Weasley, bene, si è deciso ad essere un po’ fortunato, qualche volta,

credo…”“Hai ragione, Smith, lo è,” mormorò Harry, sogghignando a se stesso mentre si

infilava tra i Cacciatori con gli occhi attenti a cogliere un qualunque segno dell’elusivo Boccino.

Dopo un quarto d’ora di gioco, Grifondoro vinceva sessanta a zero e Ron aveva effettuato alcuni salvataggi veramente spettacolari, alcuni dei quali proprio con la punta delle dita, e Ginny aveva segnato quattro delle sei reti dei Grifondoro. Questo aveva posto fine a tutte le congetture di Zacharias sulla presenza in squadra dei due Weasley solo perché preferiti da Harry, iniziando invece con Peakes e Coote.

“Naturalmente, Coote non è della statura usuale per un Battitore,” disse Zacharias altezzosamente, “che in genere sono un po’ più muscolosi…”

“Spediscigli un bolide!” Gridò Harry verso Coote sfrecciandogli vicino, ma Coote, sogghignando sonoramente, decise invece di spedire il Bolide successivo verso Harper che stava giusto incrociando Harry dalla direzione opposta. Ad Harry fece piacere sentire il tump soffocato che indicava che il Bolide aveva raggiunto il bersaglio.

Sembrava che i Grifondoro non potessero sbagliare. Segnarono più e più volte e, dall’altro lato del campo, Ron parava tiri con apparente facilità. In quel momento sorrideva e, quando il pubblico applaudì una parata particolarmente buona con un vivace coro della vecchia canzone Weasley è il Nostro Re, lui fece finta di dirigerlo dall’alto.

“Crede di essere speciale oggi, eh?” sibilò una voce maligna, ed Harry fu quasi scalzato dalla scopa quando Harper gli venne addosso duramente e deliberatamente. “Quel tuo amico traditore del sangue…”

Madama Bumb era voltata di spalle, e benché quelli del Grifondoro urlassero irati, nel tempo che le ci volle per voltarsi, Harper era già fuggito via. Con la schiena che gli doleva, Harry lo rincorse determinato a speronarlo a sua volta…

“Credo che Harper di Serpeverde abbia visto il Boccino!” urlò Zacharias Smith attraverso il megafono. “Sì, certamente ha visto qualcosa che Potter non ha scorto!”

Harry pensò che Smith fosse un vero idiota, non aveva visto lo scontro? Un secondo dopo, però, lo stomaco gli sembrò ritirarsi altrove nel cielo… Smith aveva ragione ed Harry torto: Harper non era fuggito in una direzione a caso. Aveva notato qualcosa che Harry aveva mancato: il Boccino fuggiva velocemente in alto, scintillando luminoso contro il limpido cielo azzurro.

Harry accelerò. Il vento gli fischiava nelle orecchie tanto da coprire il suono del commento di Smith e del pubblico, ma Harper era ancora avanti a lui, e il Grifondoro conduceva per soli cento punti. Se Harper lo avesse preso per primo Grifondoro avrebbe perso… e Harper era metri avanti a lui e già col braccio teso…

“Ehi, Harper!” Urlò Harry disperato. “Quanto ti ha pagato Malfoy per giocare al suo posto?”

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Non seppe mai cosa lo avesse spinto a dire quelle parole, ma Harper ebbe un momento di indecisione. Mancò il Boccino, lasciandoselo sfuggire tra le dita e superandolo. Harry si slanciò verso la minuscola palla svolazzante e la prese.

“SI!” gridò Harry facendo un giro della morte e precipitandosi verso terra, il Boccino in alto nella mano. Appena il pubblico comprese cosa era accaduto, un urlo immane lo raggiunse fin quasi a coprire il fischio che segnalava la fine dell’incontro.

“Ginny, dove vai?” urlò Harry che si trovava stretto in un abbraccio a mezz’aria con il resto della squadra, ma Ginny volò oltre velocemente finché, con un fragore allarmante, si abbatté contro il podio del commentatore. Mentre il pubblico urlava e rideva, la squadra dei Grifondoro atterrò al lato del mucchio di frammenti di legno sotto i quali Zacharias si muoveva debolmente. Harry sentì Ginny chiedere scusa ad un’adirata Professoressa McGranitt. “Ho dimenticato di frenare, Professoressa, mi spiace.”

Ridendo, Harry si liberò del resto della squadra e abbracciò Ginny, ma la lasciò subito. Evitando il suo sguardo, si gettò sulle spalle di Ron che esultava come se, dimenticata ogni ostilità, la squadra di Grifondoro lasciasse il campo ognuno nelle braccia dell’altro, colpendo l’aria e salutando i sostenitori.

Nello spogliatoio c’era un’atmosfera di giubilo.“Seamus ha detto che ci sarà festa in Sala Comune!” urlò Dean entusiasticamente.

“Andiamo, Ginny, Demelza!”Ron e Harry restarono per ultimi nello spogliatoio. Stavano quasi per uscire quando

entrò Hermione. Strizzava la sciarpa di Grifondoro tra le mani e sembrava sconvolta ma determinata.

“Devo parlarti, Harry.” Prese un gran respiro. “Non avresti dovuto farlo. Hai sentito Slughorn, è illegale.”

“Cosa stai cercando di fare, ribaltare il risultato?” Domandò Ron.“Di che stai parlando?” Chiese Harry, girandosi a raccogliere i vestiti così che

nessuno potesse vederlo sogghignare.“Lo sai perfettamente di cosa sto parlando!” Urlò Hermione stridula. “Hai aggiunto

quella pozione della fortuna al succo di Ron durante la colazione! Felix Felicis!”“No, non è vero,” disse Harry, girandosi a guardali entrambi.“Sì che l’hai fatto, Harry, e per questo tutto è andato per il verso giusto, con

giocatori di Serpeverde mancanti e Ron che ha parato tutto!”“Non ce l’ho messa!” Disse Harry, sogghignando apertamente. Infilò la mano nella

tasca della giubba e tirò fuori la bottiglietta che Hermione gli aveva visto in mano quella mattina. Era piena fino all’orlo della pozione dorata ed il tappo era ancora saldamente fissato con la ceralacca. “Volevo che Ron credesse che l’avessi fatto, così ho fatto finta quando sapevo che tu stavi guardando.” Fissò Ron. “Hai salvato tutto perché ti sentivi fortunato. Invece hai fatto tutto da solo.”

Infilò di nuovo la pozione in tasca.“Veramente non hai messo nulla nel mio succo di zucca?” Chiese Ron sbalordito.

“Ma il bel tempo… e Vaisey che non poteva giocare… Veramente non mi hai dato la pozione della fortuna?”

Harry scosse la testa. Ron lo guardò un attimo a bocca aperta, poi si girò verso Hermione imitandone la voce.

“Hai messo la Felix Felicis nel succo di Ron stamattina, per questo ha parato tutto! Guarda! Posso fare parate anche senza aiuto, Hermione!”

“Non ho mai detto che non potevi… Ron, anche tu pensavi che ti fosse stata data!”Ron l’aveva già sorpassata, però, ed era uscito con la scopa in spalla.“Ehm,” sussurrò Harry nell’immediato silenzio. Non si era aspettato che il suo piano

gli si ritorcesse contro in questo modo, “possiamo… possiamo andare alla festa, allora?”

“Tu vai!” Disse Hermione, ricacciando indietro le lacrime. “Ho la nausea di Ron in questo momento, non so cosa credevo di fare…”

Fuggì via dallo spogliatoio anche lei.Harry attraversò i prati lentamente, tornando verso il castello in mezzo al pubblico,

con molti di loro che gli urlavano le congratulazioni, ma lui sentiva una grande

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delusione. Era così sicuro che, se Ron avesse vinto la partita, lui ed Hermione sarebbero tornati ad essere subito amici come prima. Non vedeva alcun modo per spiegare ad Hermione che, ciò che Ron riteneva un’offesa, era il fatto che lei avesse baciato Victor Krum, non quando il fatto era accaduto da tanto tempo.

Harry non riuscì a vedere Hermione alla festa per la vittoria dei Grifondoro, che era in pieno svolgimento quando arrivò. Acclamazioni ed applausi ripresero vigore al suo apparire e fu presto circondato da una folla di persone che si congratulavano con lui. Tra il cercare di togliersi di torno i fratelli Canon, che volevano un’analisi dettagliata della partita azione per azione, ed il vasto gruppo di ragazze che lo circondava ridendo anche per le sue battute più stupide e sbattendo le palpebre, passò un po’ di tempo prima che potesse ritrovare Ron. Alla fine riuscì a districarsi dall’insistenza di Romilda Vane, che lasciava intendere chiaramente quanto le sarebbe piaciuto andare con lui alla festa di Natale di Slughorn. Mentre si faceva largo verso il tavolo delle bevande, incontrò Ginny con lo Sbuffo Pigmeo Arnold sulla spalla e Grattastinchi che le miagolava speranzoso alle calcagna.

“Stai cercando Ron?” Chiese lei compiaciuta. “È là dietro, lo sporco ipocrita.” Harry guardò nell’angolo che lei stava indicando. In piena vista di tutta la sala, c’era

Ron avvinghiato così strettamente a Lavanda Brown che era difficile distinguere di chi fossero le mani.

“Sembra che le stia mangiando il viso, vero?” Disse Ginny distaccata. “Ma credo che dovrebbe raffinare la tecnica in qualche modo. Bella partita, Harry.”

Gli diede dei colpetti sul braccio. Harry ebbe una sensazione di vuoto allo stomaco, ma lei subito si allontanò per servirsi un’altra Burrobirra. Grattastinchi le trotterellò dietro, gli occhi gialli fissi su Arnold.

Harry voltò le spalle a Ron, che non sembrava voler smettere in tempi brevi, giusto in tempo per vedere il buco del ritratto che si chiudeva. Con apprensione, pensò di aver visto una massa di crespi capelli castani uscire ondeggiando.

Si lanciò avanti, scansò Romilda Vane ancora una volta, e spinse il ritratto della Signora Grassa. Il corridoio all’esterno sembrava deserto.

“Hermione?”La trovò nella prima aula non chiusa a chiave. Sedeva alla cattedra, da sola eccetto

un piccolo anello di cinguettanti uccellini gialli che le circondava il capo, uccelli che lei doveva aver fatto comparire dal nulla giusto in quel momento. Per Harry non era di alcun conforto ammirare la realizzazione dell’incantesimo in quel momento.

“Oh, ciao, Harry,” disse lei con voce fragile. “Stavo solo facendo pratica.”“Sì….sono…ehm… è veramente buono…” Rispose Harry.Non aveva idea di cosa dirle. Si chiedeva se ci fosse qualche possibilità che lei non

avesse notato Ron, che avesse solo lasciato la sala perché la festa era diventata troppo scalmanata, quando lei osservò, con un’inconsueta voce troppo acuta, “Sembra che a Ron piacciano i festeggiamenti.”

“Ehm… davvero?” Tentennò Harry.“Non dirmi che non l’hai visto,” sbottò Hermione. “Non è che si stesse

nascondendo, era…?”La porta alle loro spalle si aprì. Con orrore di Harry, entrò Ron, ridendo e tenendo

Lavanda per mano.“Oh,” disse, irrigidendosi immediatamente alla vista di Harry ed Hermione.“Ops!” Esclamò Lavanda, e tornò fuori dall’aula, ridacchiando. La porta si chiuse

dietro di lei.Ci fu un attimo di orribile, crescente, ondeggiante silenzio. Hermione fissava Ron,

che evitava di guardarla, ma disse con una strana mescolanza di spacconeria e goffaggine, “Ciao, Harry! Mi chiedevo dove fossi andato!”

Hermione sfilò via dalla cattedra. Il piccolo stormo di uccellini dorati continuò a volarle intorno alla testa tanto da farla sembrare uno strano modellino piumato del sistema solare.

“Non dovresti lasciare Lavanda ad aspettare fuori,” disse con calma. “Si chiederà tu dove sia andato.”

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Camminò molto lentamente e dignitosamente verso la porta. Harry lanciò uno sguardo verso Ron, che sembrava sollevato che non fosse accaduto nulla di grave.

“Oppugno!” giunse un grido dalla soglia.Harry si voltò di scatto e vide Hermione con la bacchetta puntata su Ron,

l’espressione selvaggia. Il piccolo stormo di uccellini sfrecciava, come una rosa di proiettili dorati, verso Ron che guaì e si coprì il volto con le mani, ma gli uccelli attaccarono, beccando e graffiando ogni brandello di pelle che riuscivano a raggiungere.

“Falli ’dare ’ia!” Urlò lui, ma con un ultimo sguardo di furia vendicativa, Hermione aprì la porta e corse via. Ad Harry sembrò di udire un singhiozzo prima che la porta sbattesse.

CAPITOLO QUINDICI

IL VOTO INFRANGIBILELa neve turbinava di nuovo contro le finestre ghiacciate; il Natale si stava avvicinando a grandi passi. Hagrid aveva già portato i soliti dodici alberi di Natale per la Sala Grande; ghirlande di nastri e agrifoglio erano intrecciate sulle ringhiere delle scale; candele eterne brillavano dall’interno degli elmi delle armature e grandi ramoscelli di vischio erano stati appesi ad intervalli regolari lungo il corridoio. Grossi gruppi di ragazze tendevano a convergere sotto i ramoscelli di vischio ogni volta che Harry passava, e questo causava degli ingorghi nei corridoi; fortunatamente, però, le lunghe uscite notturne di Harry gli avevano donato una conoscenza straordinariamente buona dei passaggi segreti del castello, e così spesso, senza troppe difficoltà, riusciva a percorrere rotte libere da vischio quando doveva spostarsi da una classe all’altra.Ron, a cui un tempo la necessità di queste deviazioni avrebbe provocato gelosia, piuttosto che ilarità, adesso semplicemente se la rideva alla grande. Sebbene Harry certamente preferisse questo nuovo Ron, allegro e scherzoso, al tipo aggressivo e scontroso che aveva dovuto sopportare nelle passate settimane, il miglioramento di Ron aveva un prezzo pesante. Per prima cosa, Harry doveva sbrigarsela con la

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presenza continua di Lavanda Brown, che sembrava considerare ogni momento che non baciava Ron come un momento perso; in più, Harry si ritrovava di nuovo ed essere il migliore amico di due persone che sembrava improbabile si potessero addirittura mai più parlare.Ron, che ancora portava sulle mani e gli avambracci i segni dell’attacco degli uccelli di Hermione, teneva un atteggiamento difensivo e risentito."Non si può lamentare," disse a Harry. " E’ lei che pomiciava con Krum. E così adesso ha capito che c’è qualcuno che vuole pomiciare con me, invece. Siamo in un paese libero. Non ho fatto niente di male."Harry non rispose, facendo finta di essere preso da un libro (‘Alla ricerca della Quintessenza’) che avrebbero dovuto leggere prima della lezione di Incantesimi del mattino seguente. Visto che voleva rimanere amico sia di Ron che di Hermione, passava un sacco di tempo con la bocca ben chiusa."Non le ho mai promesso niente," borbottò Ron. "Voglio dire, OK, stavo per andare con lei alla festa di Natale di Slughorn, ma non ho mai detto... solo come amici... Io sono uno spirito libero..."Harry girò una pagina di ‘Quintessenza’, consapevole che Ron lo stava guardando. La voce di Ron si trasformò in un brontolio indistinto, a malapena percepibile sopra il sonoro scoppiettio del fuoco, ma Harry comunque colse di nuovo le parole "Krum" e "Non si può lamentare".Gli impegni di Hermione erano così intensi che Harry poteva parlarle solo la sera, mentre Ron era, in ogni caso, così strettamente intrecciato con Lavanda da non badare a quello che faceva Harry. Hermione si rifiutava di rimanere nella stanza comune quando c’era anche Ron, cosicché Harry normalmente la raggiungeva in biblioteca, il che voleva dire che la loro conversazione si svolgeva sottovoce."Lui è perfettamente libero di baciare chi vuole," disse Hermione, mentre la bibliotecaria, la Signora Pince, andava avanti e indietro per gli scaffali dietro di loro. "Non me ne può fregare di meno."E così dicendo, alzò la penna d’oca e mise il puntino su una ‘i’ con tanta rabbia da fare un buco nella sua pergamena. Harry non disse niente. Forse avrebbe perso per sempre la voce, per mancanza di uso. Harry si abbassò leggermente sul libro di Pozioni Avanzate e continuò a prendere appunti sull’Elisir Eterno, fermandosi di tanto in tanto a decifrare le utili note del Principe a margine del testo di Libatius Borage."E, a proposito," disse Hermione dopo un po’, "devi stare attento.""Te lo ripeto per l’ultima volta," disse Harry, con una voce leggermente rauca, dopo tre quarti d’ora di silenzio, "non ho nessuna intenzione di restituire questo libro. Ho imparato più cose dal Principe Mezzosangue di quelle che Piton o Slughorn mi hanno insegnato in - ""Non sto parlando del tuo stupido cosiddetto Principe," disse Hermione, guardando male il libro come se l’avesse offesa. "Sto parlando di prima. Sono andata al bagno delle ragazze un attimo prima di venire qui, e una dozzina di ragazze, compresa Romilda Vane, stavano discutendo su come farti bere un filtro d’amore. Sperano tutte di convincerti di portarle alla festa di Slughorn, e pare che tutte abbiano comprato i filtri di Fred e George. E ho paura che funzionino davvero -""Allora perché non glieli avete confiscati?" chiese Harry. Gli sembrava inconcepibile che la straordinaria mania di Hermione per il rispetto delle regole l’avesse abbandonata proprio in quel momento cruciale."Non avevano i filtri nel bagno con loro," disse sprezzantemente Hermione, "Stavano solo discutendo le tattiche. E dubito che il Principe Mezzosangue", diede al libro un altro sguardo sprezzante "possa essersi inventato un antidoto per una dozzina di filtri d’amore contemporaneamente. Fossi in te, io inviterei qualcuna a venire con te, così le altre smetteranno di pensare che hanno ancora qualche possibilità. La festa è domani, ormai sono disperate.""Non c’è nessuno che mi piacerebbe invitare," borbottò Harry, che cercava ancora più che poteva di non pensare a Ginny, nonostante il fatto che lei continuava a popolare i suoi sogni in una maniera che lo rendeva estremamente grato del fatto che Ron non era capace di fare la Legilimanzia.

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"Bene, allora stai attento a quello che bevi, perché Romilda Vane sembra sapere quello che fa." disse con cattiveria Hermione.Srotolò un po’ la lunga pergamena su cui stava facendo il saggio di Aritmanzia e continuò a scrivere con la penna d’oca. Harry la guardò, con la mente molto distante."Aspetta un momento," disse lentamente. "Pensavo che Gazza avesse proibito qualsiasi oggetto comprato da ‘Tiri Vispi Weasley’!""E quando mai qualcuno si è preoccupato dei divieti di Gazza?" chiese Hermione, ancora concentrata sul suo saggio."Ma pensavo che tutti i gufi fossero perquisiti. Com’è possibile che queste ragazze riescano ad introdurre filtri d’amore qui nella scuola?""Fred e George glieli mandano facendoli passare per profumi o pozioni per la tosse," disse Hermione. "Fa parte del loro servizio di Ordini via Gufo.""Mi sembri abbastanza esperta."Hermione lo guardò male, come aveva fatto con la sua copia di Pozioni Avanzate."Era tutto scritto sul retro delle bottiglie che ci hanno mostrato, a me e Ginny, quest’estate," disse freddamente, "Io non vado in giro a mettere filtri nei bicchieri della gente... o a fare finta di averlo fatto, che è altrettanto ignobile...""OK, OK, basta così," disse rapidamente Harry. "La questione è, Gazza si sta facendo fregare, non è così? Queste ragazze stanno facendo entrare delle cose nella scuola facendole passare per qualcos’altro! E allora perché Malfoy non avrebbe potuto introdurre la collana nella scuola --?""Oh, Harry... basta...""Andiamo, perché no?" domandò Harry."Allora," sospirò Hermione, "i Sensori di Segretezza individuano fatture, maledizioni e incantesimi di invisibilità, non è così? Vengono usati per individuate magie e oggetti oscuri. Avrebbero sicuramente rilevato una maledizione potente come quella nella collana in meno di un secondo. Ma qualcosa messo nella bottiglia sbagliata non darebbe segnale - e poi i filtri d’amore non sono oscuri o pericolosi - ""Facile a dirsi, per te," borbottò Harry, pensando a Romilda Vane."- e così toccherebbe a Gazza stabilire che non è una pozione per la tosse, e lui non è un buon mago, dubito che saprebbe distinguere una pozione dall’- "Hermione si fermò di botto; anche Harry l’aveva sentito. Qualcuno si era mosso dietro di loro, nell’oscurità degli scaffali. Aspettarono, e un attimo dopo la faccia d’avvoltoio della Signora Pince apparve dietro l’angolo, con le sue guance scavate, la pelle come pergamena, il lungo naso adunco illuminato impietosamente dalla lampada che portava."La biblioteca sta chiudendo." disse, "Vi dispiace riportare tutto quello che avevate in consultazione nel relativo - Cosa hai fatto a quel libo, mascalzone?""Non è della biblioteca, è mio!" disse in fretta Harry, cercando di togliere rapidamente dal tavolo la sua copia di Pozioni Avanzate mentre la Signora Pince si avventava su di essa con la sua mano ad artiglio." Rovinato!" sibilò. "Profanato, insozzato!""E’ solo un libro con qualche appunto!" disse Harry, strappandoglielo dalle mani.Alla Signora Pince, sembrava dovesse venire un infarto da un momento all’altro; Hermione, che aveva rapidamente raccolto tutte le sue cose, prese Harry per un braccio e lo trascinò via."Ti proibirà l’accesso alla biblioteca se non stai attento. Dovevi proprio portarti dietro quello stupido libro?""Non è colpa mia se è rimbambita, Hermione. O pensi che ti abbia sentito mentre parlavi male di Gazza? Ho sempre pensato che ci fosse qualcosa tra quei due...""Oh, ha ha.."Contenti del fatto che potevano parlare di nuovo normalmente, si avviarono verso la sala comune lungo il corridoio deserto illuminato dalle lampade, discutendo se Gazza e la Signora Pince fossero o meno segretamente innamorati."Patacca" disse Harry alla Signora Grassa. Era la nuova parola d’ordine dei giorni festivi.

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"Sarai tu," disse la Signora Grassa con un sorriso malizioso, e si spostò in avanti per farli passare."Ciao, Harry!" disse Romilda Vane, appena passarono attraverso il ritratto. "Ti va un’acquaviola?"Hermione da sopra la spalla gli diede uno sguardo del tipo "cosa-ti-avevo-detto?""No grazie," disse rapidamente Harry. "Non mi piace molto.""Allora prendi questi," disse Romilda, mettendogli in mano una scatola. "Sono Calderoni di cioccolata, al Whiskey Incendiario. Me li ha mandati mia nonna, ma a me non piacciono.""Oh-va bene -- grazie." Disse Harry, che non sapeva cos’altro dire. " Ehm - Stavo giusto andando con ..."Si allontanò di corsa dietro Hermione, facendo sfumare la voce dietro di lui."Te l’ho detto," disse sbrigativamente Hermione," Prima inviti qualcuno, prima ti lasceranno in pace, e potrai --"Impallidì improvvisamente; aveva appena visto Ron e Lavanda, intrecciati sul divano."Allora, Buona Notte, Harry" disse Hermione, anche se erano solo le sette di sera, e se ne andò verso le stanze delle ragazze senza dire una parola.Harry andò a letto cercando di consolarsi col fatto che avrebbero dovuto lottare solamente con un altro giorno di lezioni, più la festa di Slughorn, dopo di che lui e Ron sarebbero partiti insieme per la Tana. Adesso sembrava impossibile che Ron e Hermione potessero far pace prima dell’inizio delle vacanze, ma magari, in qualche modo, questa pausa poteva dar loro il modo di calmarsi e riconsiderare il loro comportamento...Ma non aveva molte speranze, e quelle che aveva diminuirono ancora dopo aver dovuto affrontare con loro una lezione di Trasfigurazione, il giorno dopo. Avevano appena iniziato l’argomento enormemente difficile della trasfigurazione umana; lavorando di fronte a uno specchio, sarebbero dovuti riuscire a cambiare il colore delle loro sopracciglia. Hermione rise malignamente al primo disastroso tentativo di Ron, che in qualche modo riuscì a farsi crescere un paio di spettacolari baffi a manubrio; Ron si vendicò con una crudele ma precisa imitazione di Hermione mentre saltava su e giù nella sedia ogni volta che la Professoressa McGranitt faceva una domanda, imitazione che Lavanda e Calì trovarono molto divertente, e portò nuovamente quasi alle lacrime Hermione. Al suono della campanella corse fuori dalla classe, lasciandosi indietro metà delle sue cose; Harry decise che Hermione aveva più bisogno di lui che Ron, raccolse quello che lei aveva lasciato e la seguì.La raggiunse finalmente mentre riemergeva dal bagno delle ragazze al piano di sotto. Era accompagnata da Luna Lovegood, che le dava dei leggeri colpetti sulle spalle."Oh, ciao, Harry," disse Luna. "Lo sai che una delle tue sopracciglia è color giallo brillante?""Ciao, Luna. Hermione, hai lasciato le tue cose..."Le porse i libri."Oh, si," disse Hermione con la voce strozzata, prendendo le sue cose e girandosi rapidamente per nascondere il fatto che si stava asciugando le lacrime con il porta-matite. "Grazie, Harry. OK, è meglio che vada..."E se ne andò in fretta, senza dare il tempo a Harry di dirle nessuna parola di conforto, per quanto in effetti non gliene veniva in mente nessuna."E’ un po’ sconvolta," disse Luna. "All’inizio pensavo che in bagno ci fosse Mirtilla Malcontenta, invece era Hermione. Stava dicendo qualcosa su Ron Weasley...""Si, hanno avuto una discussione," disse Harry."Ron qualche volta sa essere divertente, non è vero?" disse Luna mentre si avviavano insieme per il corridoio. "Ma può essere anche un po’ sgarbato. Me ne sono accorta l’altr’anno.""Penso di si," disse Harry. Luna stava dimostrando la sua solita attitudine ad enunciare verità spiacevoli; non aveva mai incontrato una come lei. "Allora, come è andato il semestre? "

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"Oh, a posto," disse Luna. "Un po’ sola senza l’Esercito di Silente. Ginny è stata gentile, però. L’altro giorno ha fatto smettere due ragazzi che mi chiamavano ‘Lunatica’ durante la lezione di Trasfigurazione --""Che ne diresti di venire con me alla festa di Slughorn, questa sera?"Le parole uscirono dalla bocca di Harry prima che le potesse fermare: le udì come se fosse un altro a parlare.Luna girò verso di lui i suoi occhi sporgenti, sorpresa."La festa di Slughorn? Con te?""Si," disse Harry, "Possiamo portare degli amici, così ho pensato che ti poteva far piacere... Voglio dire.... " Voleva che le sue intenzioni fossero perfettamente chiare. Voglio dire, solo come amici, così. Ma se non vuoi..."Stava già quasi sperando che lei gli dicesse di no."Oh no, voglio venire con te, come amica!" disse Luna, raggiante come non l’aveva mai vista prima. "Nessuno mi ha mai invitato ad una festa, come amica! E’ per questo che ti sei tinto il sopracciglio? Devo tingermi anche il mio?""No" disse fermamente Harry, "Questo è stato un errore. Hermione me lo rimetterà a posto. Allora, ci vediamo all’ingresso alle otto.""AHA!" gridò una voce dall’alto, e entrambi fecero un salto; senza badarci, erano passati proprio sotto Pix, che stava appeso a testa in giù da un lampadario e sorrideva maliziosamente."Potty ha invitato Lunatica alla festa! Potty è innaromato di Lunatica! Potty è innaaaaaaaamorato di Lunatica!"E schizzò via chiocciando e strillando, "Potty ama Lunatica!""E’ bello che queste cose rimangano così, private," disse Harry. E neanche a dirlo, in un attimo tutta la scuola seppe che Harry Potter sarebbe andato alla festa di Slughorn con Luna Lovegood."Potevi portare chiunque!" disse incredulo Ron a cena. "Chiunque! E hai scelto Lunatica Lovegood?""Non chiamarla così, Ron!" scattò Ginny, fermandosi dietro a Harry mentre andava dai suoi amici. "Sono contento che tu l’abbia invitata, Harry, è così eccitata."E andò a sedersi in fondo al tavolo con Dean. Harry cercò di essere contento che Ginny fosse contenta che avesse invitato Luna alla festa, ma non ci riuscì molto bene. Più lontano Hermione stava da sola, giocherellando con lo stufato. Harry notò che Ron la guardava furtivamente."Potresti chiederle scusa," suggerì bruscamente Harry."E poi farmi attaccare da un altro stormo di canarini?" borbottò Ron."Ma perché l’hai presa in giro?""Ha riso per i miei baffi!!""Se per questo anch’io, è stata la cosa più stupida che abbia mai visto."Ma Ron sembrava non averlo sentito; Lavanda era appena arrivata con Calì. Strizzandosi tra Harry e Ron, Lavanda gettò le braccia al collo di Ron."Ciao, Harry," disse Calì, come Harry leggermente annoiata e imbarazzata per il comportamento dei loro due amici."Ciao," disse Harry, "Come va? Allora sei rimasta a Hogwarts? Ho sentito che i tuoi genitori volevano portarti via.""Sono riuscita a convincerli, per adesso," disse Calì. "Quella storia di Katie li ha veramente terrorizzati, ma visto che non è successo nient’altro da allora... Oh, ciao, Hermione!"Calì sorrise sinceramente. Harry capì che si sentiva in colpa per aver preso in giro Hermione a Transfigurazione. Si guardò intorno e vide che anche Hermione le sorrideva, se possibile anche più caldamente. Le ragazze sono strane, a volte."Ciao, Calì!" disse Hermione, ignorando completamente Ron e Lavanda. "Vai alla festa di Slughorn, stasera?""Nessuno mi ha invitato," disse tristemente Calì. "Mi piacerebbe andarci, però, dicono che sarà una vera forza... Tu ci vai, vero?""Si, ho appuntamento con Cormac alle otto, e -"

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Si sentì un rumore come una ventosa staccata da un lavandino intasato, e Ron riemerse. Hermione fece finta di non aver visto o sentito nulla."- andremo alla festa insieme.""Cormac?" disse Calì. "Cormac McLaggen, vuoi dire?""Esatto," disse Hermione dolcemente. "Quello che quasi - mise molta enfasi sulla parola ‘quasi’ - "è diventato il Portiere di Grifondoro.""State insieme, allora?" disse Calì, spalancando gli occhi."Oh - si - non lo sapevi?" disse Harmione, con un’improbabile risatina decisamente non-Hermionesca."No!" disse Calì, decisamente eccitata da questo pettegolezzo. "Cavolo, ti piacciono i giocatori di Quidditch, eh? Prima Krum, poi McLaggen. . .""Mi piacciono i bravi giocatori di Quidditch," la corresse Hermione, ancora sorridendo. "Bhe, ciao allora... Devo andare a prepararmi per la festa..."Se ne andò. Lavanda e Calì cominciarono a chiacchierare fitto fitto su questo nuovo sviluppo, con tutto quello che avevano sentito su McLaggen, e tutto quello che avevano sempre immaginato su Hermione. Ron sembrava stranamente spento e non disse nulla. Harry fu lasciato a considerare fino a che punto possono abbassarsi le ragazze per avere la loro vendetta.Quella sera, quando alle otto arrivò alla sala d’ingresso, notò un numero stranamente alto di ragazze in agguato, che sembravano guardarlo con risentimento mentre si avvicinava a Luna. Lei portava un luccicante completo argentato che attirava un certo numero di risatine dalle presenti, ma che comunque non le stava male. Harry fu contento, in ogni caso, che non si fosse messa gli orecchini di ravanelli, la collana di tappi di burrobirra e le sue Spettrolenti."Ciao," disse. "Andiamo?""Oh si," disse contenta. "Dov’è la festa?""Nell’ufficio di Slughorn," disse Harry, indirizzandola verso la scalinata di marmo, lontano dalle occhiate e dai bisbigli. "Hai sentito che stasera ci sarà anche un vampiro?""Rufus Scrimgeour?" chiese Luna."Io - cosa?" disse Harry, sconcertato. "Vuoi dire, il Ministro della Magia?""Si, è un vampiro," disse Luna con sicurezza. "Mio padre ha scritto un articolo lunghissimo su questo quando Scrimgeour sostituì Cornelius Caramell, ma fu costretto a non pubblicarlo da qualcuno li al Ministero. Chiaramente, non volevano che la verità saltasse fuori!"Harry, a cui sembrava molto improbabile che Rufus Scrimgeour fosse un vampiro, ma che era abituato al fatto che Luna ripetesse le bizzarre teorie del padre come se fossero fatti assodati, non replicò; stavano già raggiungendo l’ufficio di Slughorn e le risate, la musica e le chiacchiere rumorose diventavano più forti ad ogni passo che facevano.Che fosse stato costruito così, o perché avesse usato qualche trucco magico, l’ufficio di Slughorn era molto più spazioso degli uffici degli altri insegnanti. Il soffitto e le pareti erano stati coperte di tende color smeraldo, cremisi e oro, e così sembrava di essere all’interno di una grossa tenda. La sala era piena zeppa di gente, immersa nella luce rossa di una lampada d’oro cesellata appesa al centro del soffitto, all’interno della quale svolazzavano delle vere fate, ognuna un puntino di luce. Un canto rumoroso, accompagnato dal suono di quelli che sembravano mandolini, si levava da un angolo; una foschia di fumo di pipa era sospesa su alcuni vecchi stregoni immersi in una conversazione, e molti elfi domestici cercavano squittendo di districarsi in una foresta di ginocchia, nascosti dai pesanti vassoi d’argento che trasportavano, tanto da sembrare dei tavolini vaganti."Harry, ragazzo mio!" esplose Slughorn, appena Harry e Luna si fecero spazio attraverso la porta. "Vieni, vieni, voglio farti conoscere un sacco di gente!"Slughorn portava un cappello di velluto a frange che si intonava alla giacca del suo smoking. Tenendo stretto il braccio di Harry, come se sperasse di Smaterializzarsi con lui, Slughorn lo portò con decisione nel mezzo della festa. Harry afferrò la mano di Luna e la trascinò con se.

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"Harry, voglio presentarti Eldred Worple, un mio vecchio studente, autore di 'Fratelli di sangue: la mia vita coi vampiri’ - e, naturalmente, il suo amico Sanguini."Worple, che era un piccolo e tozzo uomo occhialuto, afferrò la mano di Harry e la strinse entusiasticamente; il vampiro Sanguini, alto e emaciato e con delle profonde occhiaie sotto gli occhi, appena mosse il capo. Sembrava abbastanza annoiato. Vicino a lui c’era un gruppetto di ragazze che sembravano curiose e eccitate."Harry Potter, che piacere!" disse Worple, puntando il suo sguardo da miope dritto sulla faccia Harry. "Stavo giusto dicendo l’altro giorno al Professor Slughorn: 'Dov’è la biografia di Harry Potter che tutti stiamo aspettando?'""Ehm," disse Harry, "davvero?""Sempre modesto, proprio come ti descriveva Horace!" disse Worple. "Ma seriamente," - il suo atteggiamento cambiò, diventando improvvisamente professionale; - "Mi piacerebbe scriverla io stesso - la gente implora di sapere qualcosa di te, caro ragazzo, implora! Se tu accettassi di rilasciarmi qualche intervista, diciamo in sessioni di quattro o cinque ore, pensa, potremo finire il libro in pochi mesi. E tutto con pochissimo sforzo da parte tua, te lo assicuro - chiedi a Sanguini se non è - Sanguini, fermo li!" disse Worple, improvvisamente severo, perché il vampiro si stava avvicinando al gruppo di ragazze, con uno sguardo piuttosto affamato. "Vieni, prendi un pasticcino," disse Worple, afferrandone uno da un elfo di passaggio e infilandolo nella mano di Sanguini prima di rivolgere nuovamente la sua attenzione a Herry. "Mio caro ragazzo, non sai quanti soldi potresti ricavarci -""No, guardi, non mi interessa," disse con fermezza Harry, "mi scusi, ho appena visto una mia amica, mi dispiace." Tirò dietro di se Luna in mezzo alla folla; aveva appena visto scomparire una criniera di capelli castani dietro quelle che sembravano due delle Sorelle Stravagarie."Hermione! Hermione !""Harry! Eccoti qua, grazie al cielo! Ciao, Luna !""Che ti è successo?" chiese Harry, perché Hermione sembrava decisamente scombussolata, come se fosse appena sfuggita a una foresta di Tranelli del Diavolo."Oh, sono appena sfuggita - voglio dire, ho appena lasciato Cormac," disse. "Sotto il vischio," aggiunse come spiegazione, visto che Harry continuava a guardarla con aria interrogativa."Ti sta bene per averlo portato qui," le disse severamente. "Ho pensato che Ron si sarebbe infastidito di più," disse Hermione spassionatamente. "All’inizio avevo pensato a Zacharias Smith, ma ho pensato, tutto sommato -""Hai pensato a Smith?" disse Harry, confuso."Si, l’ho fatto, e sto cominciando a desiderare di aver scelto lui, invece. McLaggen fa sembrare Grop un gentiluomo. Andiamo da questa parte, dovremmo riuscire a vederlo arrivare, è così alto. . ." Tutti e tre si aprirono la strada verso l’altro lato della stanza, raccogliendo boccali di idromele lungo il cammino, e realizzarono troppo tardi che la Professoressa Cooman era li in piedi da sola."Salve," disse cortesemente Luna alla Professoressa Cooman."Buona sera, mia cara," disse la Professoressa Cooman, mettendo a fuoco Luna con una certa difficoltà. "E’ un pezzo che non ti vedo alle mie lezioni...""No, ho Fiorenzo quest’anno," disse Luna."Oh, naturalmente," disse la Professoressa Cooman con un una malevola risatina da ubriaca. "O il Cavallo da Soma, come mi piace definirlo. Lo avresti mai pensato, che ora che sono tornata alla scuola del Professor Silente, avrebbe potuto liberarsi di quel cavallo, no? Invece no ... ci dividiamo le lezioni. . . . Francamente è un insulto, un insulto. . . Lo sai..." La Professoressa Cooman sembrava troppo brilla per riconoscere Harry.Protetto dalla sua critica furiosa di Fiorenzo, Harry si avvicinò a Hermione e disse, "Parliamoci chiaro. Hai intenzione di dire a Ron che hai interferito nella selezione dei Portieri?"Hermione sollevò le sopracciglia. "Credi davvero che potrei cadere così in basso?"Harry la guardò ammiccando. "Hermione, se puoi uscire con McLaggen -"

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"Non è la stessa cosa," disse Hermione con dignità. "Non ho nessuna intenzione di dire a Ron quello che può o non può essere successo alla selezione dei Portieri.""Bene," disse Harry con enfasi. "Perché ne uscirebbe distrutto, e perderemmo sicuramente il prossimo incontro -""Il Quidditch!" disse infuriata Hermione. "Possibile che ai ragazzi interessi solo quello? Cormac non mi ha chiesto niente di me, no, mi ha servito una non-stop di 'Le cento grandi parate di Cormac McLaggen' fin da quando - oh no, eccolo che arriva!" Si mosse così velocemente che sembrava essersi Smaterializzata; un momento era qui, immediatamente dopo si era fatta strada tra due streghe sghignazzanti ed era scomparsa."Hai visto Hermione?" chiese McLaggen, aprendosi la strada tra la folla un minuto dopo."No, mi dispiace," disse Harry, e si voltò rapidamente per unirsi alla conversazione di Luna, dimenticandosi per una frazione di secondo con chi stava parlando."Harry Potter!" disse la Professoressa Cooman con una voce profonda e vibrante, notandolo per la prima volta."Oh, salve," disse Harry senza entusiasmo."Mio caro ragazzo!" disse con trasporto in un sussurro. "Le voci! Le storie! 'Il Prescelto'! Naturalmente lo sapevo da tanto tempo. . . . I segni sono stati sempre infausti, Harry. . . Ma perché non sei ritornato a Divinazione? Specialmente per te, questa materia è fondamentale!""Ah, Sibilla, tutti noi pensiamo che la nostra materia sia la più importante!" disse una voce robusta, e Slughorn comparve a fianco della Professoressa Cooman, con la faccia molto arrossata, il cappello di velluto un po’ storto, un bicchiere di idromele in una mano e un enorme pezzo di torta nell’altra. "Ma non credo di aver mai visto uno più portato per Pozioni!" disse Slughorn, riferendosi a Harry con uno sguardo amorevole, anche se iniettato di sangue. "Un talento naturale, vedi - come sua madre! Ho avuto pochissimi studenti con questo tipo di abilità, fattelo dire, Sibilla - persino Severus -" Con orrore Harry vide Slughorn allungare un braccio e come materializzare dal nulla Piton in mezzo a loro. "Smettila di nasconderti, unisciti a noi, Severus!" disse con un allegro singhiozzo Slughorn. "Stavo proprio parlando dell’abilità eccezionale di Harry a Pozioni! Un po’ di merito è anche tuo, naturalmente, che gli hai insegnato per cinque anni!"Preso in trappola, con il braccio di Slughorn intorno alle spalle, Piton guardò Harry da sopra il suo naso adunco, con gli occhi neri socchiusi. "Strano, non ho mai avuto l’impressione di essere riuscito ad insegnare nulla a Potter.""E allora, è talento naturale!" gridò Slughorn. "Avresti dovuto vedere cosa mi ha fatto, la prima lezione, la Bevanda della Morte Vivente - non ho mai avuto uno studente che ne abbia fatta una migliore al primo tentativo, penso neanche tu, Severus -""Davvero?" disse piano Piton, trapassando Harry con gli occhi, che si sentì leggermente inquieto. L’ultima cosa che voleva era che Piton cominciasse a indagare sulla ragione della sua nuova eccezionale attitudine per Pozioni."Raccontami quali altre materie hai scelto, Harry" chiese Slughorn."Difesa contro le Arti Oscure, Incantesimi, Trasfigurazione, Erbologia...""Praticamente, tutte le materie richieste per un Auror," disse Piton con una leggera smorfia."Si, in effetti, è quello che mi piacerebbe," disse Harry con aria di sfida."E ci riuscirai benissimo!" tuonò Slughorn."Non credo dovresti diventare un Auror, Harry," disse improvvisamente Luna. Tutti la guardarono. "Gli Auror fanno parte della Cospirazione di Rotfang, pensavo lo sapessero tutti, ormai. Hanno progettato di distruggere dall’interno il Ministero della Magia, utilizzando una combinazione di Magia Oscura e infezione delle gengive."Dal ridere, a Harry andò metà dell’idromele su per il naso. Sarebbe valsa la pena di portare Luna solo per questo. Riemerse dal calice tossendo, fradicio ma sempre col sorriso, quando vide una cosa che gli sollevò ancor di più lo spirito. Gazza stava trascinando per un orecchio Draco Malfoy verso di loro.

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"Professor Slughorn," ansimò Gazza, con le mascelle che gli tremavano e una luce maniacale negli occhi sporgenti, "Ho scoperto questo ragazzo che si aggirava nel corridoio del piano di sopra. Dice di essere stato invitato alla festa e che ha fatto tardi per prepararsi. Lo ha invitato davvero, Professore?"Malfoy si liberò della presa di Gazza, furioso. "Va bene, non sono stato invitato!" disse con rabbia. "Cercavo di imbucarmi, contento?""No, non sono contento!" disse Gazza, un’affermazione completamente in contrasto con la gioia che gli si vedeva in faccia. "Sei nei guai, ragazzo! Mi sembra che il preside abbia vietato le passeggiate notturne, senza un regolare premesso, non è così?""Va bene, Argus, va bene," disse Slughorn, agitando la mano. "E’ Natale, e non è un crimine voler partecipare a una festa. Solo per stavolta, ci dimenticheremo della punizione; puoi rimanere, Draco."L’espressione di offeso disappunto di Gazza era perfettamente prevedibile; ma perché, si chiese Harry guardandolo, anche Malfoy sembrava ugualmente scontento? E perché Piton stava guardando Malfoy con un’espressione allo stesso tempo infuriata e... possibile? .... un po’ preoccupata? Ma prima che Harry potesse definire bene quello che aveva visto, Gazza si girò e andò via trascinando i piedi, borbottando sottovoce; Malfoy si era ricomposto un sorriso sul viso e stava ringraziando Slughorn per la sua generosità, e il volto di Piton era di nuovo imperscrutabilmente piatto."Figurati, non è nulla," disse Slughorn agitando la mano, di fronte ai ringraziamenti di Malfoy. "Conoscevo tuo nonno, dopo tutto....""Il nonno aveva un’altissima considerazione di lei, signore," disse rapidamente Malfoy. "Diceva che lei era il più grande esperto di pozioni che avesse mai incontrato..."Harry fissò Malfoy. Non era la smaccata adulazione che lo incuriosiva; da un bel po’ di tempo aveva visto Malfoy farlo con Piton. Era il fatto che, dopo tutto, Malfoy sembrava fosse malato. Erano secoli che non vedeva Malfoy da vicino; ora si rese conto che Malfoy aveva delle ombre scure sotto gli occhi e la sua pelle aveva un colorito grigiastro."Vorrei scambiare due parole con te, Draco," disse Piton improvvisamente."Su, Severus," disse Slughorn, ancora con un singhiozzo, "è Natale, non essere troppo duro -""Sono il Capo della Casa, e sono io che decido quanto devo essere o non essere duro," disse bruscamente Piton. "Vieni con me, Draco."Si allontanarono, Piton davanti a Malfoy che lo guardava con risentimento. Harry rimase fermo per un attimo, indeciso, poi disse, "Torno subito, Luna - ehm - il bagno.""OK," disse allegra, e mentre Harry si allontanava tra la folla gli sembrò di averla sentita riassumere la teoria della Cospirazione di Rotfang alla Professoressa Cooman, che sembrava sinceramente interessata. Gli fu facile, lasciata la festa, tirare fuori dalla tasca il Mantello dell’Invisibilità e metterselo addosso, visto che il corridoio era completamente deserto. Fu più difficile trovare Piton e Malfoy. Harry corse per il corridoio, il suono dei suoi piedi coperto dalla musica e dalle chiacchiere rumorose che ancora uscivano dall’ufficio di Slughorn alle sue spalle. Forse Piton aveva portato Malfoy nel suo ufficio nelle segrete.... Oppure lo stava riportando nella sala comune di Serpeverde. . . Harry appoggiò l’orecchio porta dopo porta mentre correva per il corridoio finché, con un forte scossa di eccitazione, si accucciò per guardare dal buco della serratura dell’ultima classe del corridoio e sentì delle voci." . . . non possiamo permetterci errori, Draco, perché se ti fai espellere -""Io non c’entro niente con quella faccenda, va bene?""Spero che tu stia dicendo la verità, perché è stata una cosa maldestra e sciocca. Già sospettano che ci sia tu di mezzo.""Chi mi sospetta?" disse con rabbia Malfoy. "Per l’ultima volta, non sono stato io, OK? Quella ragazza, Bell, doveva avere dei nemici sconosciuti - non mi guardi così! Lo so cosa sta facendo, non sono stupido, ma non funzionerà - Posso fermarla!"Ci fu una pausa e poi Piton disse con calma, "Ah . . . Vedo che zia Bellatrix ti ha insegnato l’Occlumanzia. Quali pensieri stai cercando di nascondere al tuo padrone, Draco?"

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"Non sto cercando di nascondergli niente, è lei, che non voglio si impicci di queste cose!" Harry premette ancora di più l’orecchio sul buco della serratura. . . . Cosa era successo che faceva parlare in questo modo Malfoy a Piton - Piton, verso il quale aveva mostrato sempre rispetto, e persino simpatia?"Allora perché hai continuato a evitarmi per tutto il semestre? Temevi la mia interferenza? Devi renderti conto che se qualcun altro avesse osato non presentarsi nel mio ufficio quando gli avevo detto ripetutamente di venire, Draco -""Allora mi metta in punizione! Mi porti da Silente!" lo schernì Malfoy.Ci fu un’altra pausa. Poi Piton disse, "Sai bene che non voglio fare ne l’una ne l’altra cosa.""Allora è meglio che smetta di chiamarmi nel suo ufficio!""Ascoltami," disse Piton con una voce così bassa che per sentirlo Harry dovette quasi incollare l’orecchio al buco della serratura. "Sto cercando di aiutati. Ho giurato a tua madre di proteggerti. Ho fatto il Voto Infrangibile, Draco -""E allora credo che invece dovrà infrangerlo, perché non ho bisogno della sua protezione! E’ compito mio, me l’ha affidato e lo sto facendo, ho un piano che non può fallire, solo ci sta volendo un po’ di più di quanto pensassi!""Qual è il tuo piano?""Non sono affari suoi!""Se mi dici cosa stai cercando di fare, posso aiutarti...""Ho tutto l’aiuto che mi serve, grazie, non sono solo!""Stanotte però eri da solo; una cosa estremamente stupida, girare per i corridoi senza nessuno che facesse da palo e senza rinforzi, questi sono errori elementari-""Avrei avuto con me Tiger e Goyle se lei non li avesse messi in punizione!""Non gridare!" scattò Piton, perché la voce di Malfoy, per l’eccitazione, si era alzata troppo. "Se i tuoi amici Tiger e Goyle vogliono passare l’esame di Difesa contro le Arti Oscure, avranno bisogno di lavorare un po’ più seriamente di quanto stiano facendo ades -""Ma a che serve?" disse Malfoy. "Difesa contro le Arti Oscure - è tutta una balla, una messa in scena, non è vero? Come se noi avessimo bisogno di proteggerci contro le Arti Oscure -""E’ una messa in scena fondamentale per il successo, Draco!" disse Piton. "Dove pensi sarei finito tutti questi anni, se non fossi stato capace di recitare? Adesso ascoltami! Sei stato avventato, andare in giro la notte, farti scoprire, e fidarti di due assistenti come Tiger e Goyle -""Non ci sono solo loro, ci sono altre persone dalla mia parte, persone migliori!""E allora perché non ti confidi con me, posso -""Lo so cosa vuole fare! Lei vuole rubarmi la gloria!"Ci fu un’altra pausa, poi Piton disse freddamente, "Stai parlando come un bambino. Posso capire che la cattura e l’arresto di tuo padre ti abbiano sconvolto, ma -"Harry ebbe solo un secondo; sentì i passi di Malfoy dall’altro lato della porta e si getto di lato proprio mentre si spalancava. Malfoy corse via lungo il corridoio, superò la porta aperta dell’ufficio di Slughorn, girò dietro l’angolo più lontano e scomparve dalla sua vista. Osando a malapena respirare, Harry rimase accucciato fin quando Piton uscì lentamente dalla classe. Con un’espressione indecifrabile, tornò alla festa. Harry rimase sul pavimento, nascosto dal mantello, con mille pensieri che si rincorrevano nella sua testa.

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CAPITOLO SEDICI

UN GELIDO NATALE"E così Piton si stava offrendo di aiutarlo? Stava definitivamente offrendosi di aiutarlo?""Se me lo chiedi Un’altra volta,"disse Harry,"Ti Infilzo con questo semino"

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"Sto solo controllando!"disse Ron. Entrambi erano soli nella cucina della Tana, sbucciando una montagna di semi per la signora Weasly. La Neve cadeva lentamente fuori dalla finestra posta dinnanzi a loro."Si, Piton si stava offrendo di aiutarlo!" ripeté Harry. "Ha detto di aver promesso alla madre di Malfoy di proteggerlo, che ha fatto un "Voto Infrangente o qualcosa del genere..""Un Voto Infrangibile?" disse Ron sorpreso "Mah, non può aver... Ne sei sicuro?""Si, ne sono certo," disse Harry "Perché? Che significa?""Bé, non si può rompere un Voto Infrangibile...""A questo c’ero arrivato anche da solo. Che succede se lo rompi?""Muori", disse semplicemente Ron." Fred e George cercarono di farmene fare uno quando avevo circa cinque anni. C’è mancato poco, Stavo stringendo le mani a Fred e tutto il resto quando papà ci ha scoperti , andò fuori di testa" disse Ron ricordando la scena. "Solo quella volta ho visto papà arrabbiato tanto quanto la Mamma, Penso che la chiappa destra di Fred non sia più la stessa da allora.""Si, beh, tralasciando la chiappa destra di Fred ---""Permesso?"disse la voce di Fred come i gemelli entrarono nella cucina."Ahh, Gorge, guardali. Stanno usando coltelli e tutto il resto, che Dio li benedica.""Avrò diciassette anni in poco più di due mesi," disse Ron mettendo il broncio, "e allora potrò farlo usando la magia!""Ma nel frattempo," Disse George, sedendosi e mettendo i piedi sul tavolo, "Possiamo goderci la tua dimostrazione di un corretto uso di un - ooops, che cosa stupenda!""Voi mi avete fatto sbagliare!" disse Ron succhiandosi il pollice tagliato. "Aspettate solo che arrivi ai diciassette ---""Sono sicuro che ci stupirai con una fin qui insospettata, abilità magica," disse Fred."Parlando delle tue inaspettate capacità, Ronald," disse gorge, "cos’è questa faccendo che abbiamo sentito da Ginny su questa fanciulla di nome.... A meno che la nostra informazione non sia sbagliata... Lavanda Brown?"Ron cominciò ad arrossire, ma non pareva dispiaciuto quando si voltò verso i suoi semi."Sono fatti miei.""Che risposta brutale,"disse Fred."Davvero non so proprio come puoi pensare a questo. No, sinceramente, quello che volevamo sapere era... come è successo?""Cosa volete dire?""Ha avuto un incidente o qualcosa del genere?""Cosa..?!""Beh, come fa a sopportare un tale decerebrato? Attento con quello!"La signora Weasly entrò nella stanza giusto in tempo per vedere Ron lanciare il coltello dei semi a Fred, che lo trasformò in un aereoplanino di carta con un solo cenno della sua bacchetta,"Ron!"disse furiosa"Non farti vedere mai più a lanciare dei coltelli!""Non lo farò,"disse Ron"non mi farò vedere"aggiunse sottovoce mentre si voltava verso la montagna di semi."Fred, George, mi dispiace, cari, ma Remus è arrivato stanotte e così Bill dovrà schiacciarsi in camera con voi.""No c’è problema;" disse George.-"Quindi, dato che Charlie non verrà a casa, restano Harry e Ron a dormire in soffitta, e se Fleur resta con Ginny - "- Questo diventerà il Natale migliore di Ginny -" mormorò Fred. "- Ognuno starà comodo, o almeno avrà un letto," disse la signora Weasly leggermente stressata."Quindi Percy non farà vedere la sua brutta faccia?" domandò Fred.La signora Weasly si voltò prima di rispondergli." No. È occupato penso, al Ministero.""O è il più grande idiota del mondo," disse Fred nonappena la Signora Weasly ebbe lasciato la cucina."Uno dei due. Beh, ora andiamocene, George.""Che cosa avete da fare?" chiese Ron."Non potete aiutarci con questi semi? Dovete solo agitare la vostra bacchetta e così saremmo liberi di andare anche noi!"

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"No, non penso che si possa fare," disse Fred seriamente."Spellare semi senza usare la magia è una cosa che ti fa crescere molto, ti fa capire come è difficile sia per i Babbani -" "- e se vuoi che qualcuno ti aiuti, Ron," aggiunse George facendo svolazzare l’aereoplanino verso di lui "Io non gli lancerei contro dei coltelli, è solo un suggerimento. Noi ce ne andiamo al villaggio, c’è una ragazza molto carina che lavora al giornalaio, e pensa che i miei giochi con le carte siano qualcosa di meraviglioso... Qualcosa come magia vera...""Infami" disse Ron scuro in volto, guardando i gemelli attraversare il vialetto innevato. "Ci avrebbero messo dieci secondi e poi avremmo potuto andarcene anche noi.""Non io," disse Harry . "Ho promesso a Silente che non sarei andato in giro mentre restavo qui per il Natale.""Oh, già" disse Ron. Prese un’altra manciata di semi e disse, "Dirai a Silente quello che hai sentito della conversazione tra Malfoy e Piton?""Si," disse Harry. "andrò a dirlo a chiunque possa metterci fine e Silente è al primo posto della lista. Dovrei parlarne di nuovo anche con tuo padre.""Peccato non aver sentito che cosa ha in mente Malfoy..." "Non potrei averlo fatto, era appunto questo il succo della discussione, Malfoy si rifiutava di dirlo a Piton"Ci fù un attimo di silenzio poi Ron aggiunse "Comunque sai cosa diranno di tutto ciò Papà e Silente, e tutti gli altri? Diranno che Piton non stà veramente cercando di aiutare Malfoy, stava solo cercando di scoprire cosa aveva in mente...""Loro non l’hanno sentito,"disse Harry amaramente "Nessuno è un così bravo attore, nemmeno Piton.""Già... ma loro non la penseranno così" disse Ron.Harry si girò aggrottando le sopracciglia "Tu pensi che io abbia ragione, vero?","Certo!"disse Ron di fretta "Sul serio! Ma loro sono tutti convinti che Piton stia dalla nostra, no?"Harry non disse nulla. Aveva già pensato che quella sarebbe stata l’obiezione più gettonata tra quelle lanciate nei confronti dei suoi nuovi sospetti; poteva quasi sentire Hermione dirgli: Certo, Harry, si stava solo offrendo di aiutarlo per fregarlo e farsi svelare i suoi piani...Questa era pura immaginazione, comunque, non aveva avuto l’opportunità di dire a Hermione cosa aveva origliato, Lei era scomparsa dalla festa del professor Slughorn prima del suo ritorno, o almeno questo aveva capito da un infuriato McLaggen, ed era già tornata a letto quando Harry era arrivato nella sala comune. Come lui e Ron erano partiti per la Tana il giorno dopo, ebbe appena il tempo di augurarle Buon Natale e dirle di aver qualche notizia importante da dirle al loro ritorno dalle vacanze. Ognimodo, non era nemmeno sicuro che lo avesse sentito, Ron e Lavanda si stavano dando un lungo e completo saluto non-verbale alle sue spalle mentre lui le parlava.Comunque, nemmeno Hermione avrebbe più potuto negare che Malfoy aveva definitivamente in mente qualcosa, e Piton lo sapeva, così Harry si sentiva pienamente giustificato a dire "Te l’avevo detto" cosa che aveva già fatto parecchie volte con Ron.Harry non ebbe l’opportunità di parlare col Signor Weasly, che lavorava molto a lungo al Ministero, fino alla sera della vigilia.I Weasly e i loro ospiti erano seduti nel salotto, che Ginny aveva decorato in modo prodigioso, sembrava quasi di sedere nel bel mezzo di un’esplosione di decori. Fred, George, Harry e Ron erano ancora gli unici a sapere che l’angelo sulla cima dell’abete era uno Gnomo da giardino che aveva morsicato Fred sulla caviglia mentre stava raccogliendo le carote per la cena. Schiantato, colorato d’oro, spinto dentro a un minuscolo tutu e con un piccolo paio d’ali incollatogli sulla schiena, guardava in cagnesco verso di loro, il più brutto Angelo che Harry avesse mai visto, con una grossa testa somigliante a una patata e piedi pelosi.Erano tutti riuniti col fine di ascoltare il programma radiofonico della cantante preferita dalla signora Weasly, Celestina Warbeck, la cui voce gorgheggiava fuori dall’ impianto radio in legno dei Weasly. Fleur, che sembrava trovare Celestina molto ottusa, parlava rumorosamente nell’angolo dove la signora Weasly aggrottava le ciglia puntando la bacchetta verso il regolatore del volume, di modo che la voce di Celestina crescesse sempre più alta. Col sottofondo di un particolare pezzo jazz intitolato "Un calderone

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pieno di caldo, forte amore," Fred e George iniziarono una partita a Spara-Schiocco con Ginny, Ron continuava a lanciare verso Fleur e Bill occhiate nascoste, sicuramente cercando di carpire qualche consiglio. Intanto, Remus Lupin, che era più trasandato e stanco che mai, sedeva di fronte al fuoco, perso nei suoi pensieri al punto da non sentire la voce di Celestina:

Oh, vieni e mescola il mio calderone,e se lo fai bene

bollirò di forte e caldo amoreper tenerti al caldo stanotte.

"Noi la ballavamo quando avevamo diciott’anni, spostando il suo sguardo su suo marito."te lo ricordi, Arthur?""Mphf?" disse il signor Weasly che continuava ad annuire mentre sbucciava il suo mandarino. "Oh, si, che bei tempi..."Con uno sforzo, si sedette più dritto e lanciò un’occhiata a Harry che sedeva lì accanto"Mi spiace,"disse, spostando lo sguardo alla radio mentre Celestina finiva il ritornello "Ritorneremo con voi presto.""Nessun problema," disse Harry ghignando, "è stato impegnato al Ministero?""molto" disse il signor Weasly. "e per di più non andiamo da nessuna parte, dei tre arresti fatti nell’ ultimo paio di mesi, dubito fortemente che ci sia anche un solo Mangiamorte, ma non dirlo a nessuno, Harry" aggiunse, apparendo più sveglio che dispiaciuto."Non staranno ancora trattenendo Stan Picchetto vero?" domandò Harry."Ho paura di si" disse il signor Weasly "So che Silente stà interferendo direttamente con Scrimgeour approposito di Stan... Cioè, a chiunque lo domandi, nessuno è convinto che Stan sia un Mangiamorte più di quanto lo sia questo mandarino... Ma ai piani alti vogliono che si pensi che stiamo facendo progressi e ‘tre arresti’ suona meglio di ‘tre arresti e un rilascio ’ ma ripeto, è tutto top secret...""Non dirò nulla," disse Harry, esitò un momento, chiedendosi se fosse il momento giusto per intraprendere una discussione sui suoi sospetti mentre Celestina riprendeva con la canzone "Tu hai strappato il cuore dal mio petto"."Signor Weasly, sa quello che le dicevo alla stazione prima della partenza per la Scuola...""Ho controllato, Harry"disse il signor Weasly."Sono stato a casa dei Malfoy, non c’era niente, ne rotto e comunque non poteva essere li""Si, lo so, ho letto sul profeta che aveva controllato.. ma questo è qualcosa di differente... un po’ più..."E disse al signor Weasly tutto quello che aveva sentito dire tra Malfoy e Piton. Come ebbe parlato, Harry vide la testa di Lupin girarsi un poco verso di lui, ascoltando ogni parola. Quando ebbe finito, c’era il silenzio, eccezion fatta per la voce di Celestina.

Oh, mio povero cuoreDove sei andato

Mi hai lasciato per incanto...

"Hai pensato Harry", disse il signor Weasly "che Piton probabilmente cercava solo...?""Cercava di offrirgli una mano, per poter scoprire cosa ha in mente Malfoy?" disse Harry in fretta "Si, sapevo che l’avrebbe detto, ma come possiamo saperlo?""Non è nostro compito saperlo" disse Lupin inaspettatamente. Aveva girato la testa in modo da poter fissare Harry in volto."è compito di Silente. Silente si fida di Severus, e questo deve essere abbastanza per tutti noi.""Ma,"disse Harry "Pensa, anche solo per un momento, che Silente si sbagli approposito di Piton...""Altri l’hanno già detto, molte volte. Dipende dal se tu ti fidi o no del giudizio di Silente, io si, e quindi mi fido di Severus."

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"Ma Silente può sbagliarsi" replicò Harry "L’ha detto lui stesso, e tu" - Guardò Lupin fisso negli occhi - "ti piace veramente Piton""A me non piace ne dispiace Severus," disse Lupin. "No, Harry, stò dicendo il vero,"aggiunse appena Harry accennò un’espressione scettica "Non siamo mai stati amici, dopo tutto quello che c’è stato tra James, Sirius e Severus, c’è troppa amarezza in quello. Ma non dimentico che, durante l’anno che ho passato a Hogwarts, Severus ha fatto per me la Pozione Antilupo ogni mese, perfettamente, e così non ho dovuto soffrire come faccio di solito durante la luna piena.""Ma si è ‘accidentalmente? Lasciato scappare che sei un Lupo Mannaro, e così te ne sei dovuto andare!"disse Harry amaramenteLupin alzò le spalle. "La notizia si sarebbe sparsa in ogni caso. Sappiamo entrambi che voleva il mio lavoro ma avrebbe potuto far un danno molto più grande sbagliandosi nel preparare la pozione, mi ha tenuto in salute, devo essergliene grato""forse non ha sbagliato nella pozione perché Silente lo controllava" disse Harry"Sei determinato ad odiarlo, Harry," disse Lupin con un debole sorriso."E ti capisco, con James come padre e Sirius come patrigno, hai ereditato un vecchio pregiudizio, comunque riferisci a Silente quello che hai detto a me e Arthur, ma non ti aspettare che lui condivida il tuo punto di vista sulla faccenda, non ti aspettare nemmeno che sia sorpreso al riguardo. Potrebbe esser su ordine di Silente che Severus ha interrogato Draco.";

... e adesso che siamo soliti ringrazio di avermiridato il mio cuore!

Celestina terminò la sua canzone con una alta e lunga nota e uno scroscio di applausi uscì dalla radio, applausi a cui la signora Weasly si unì entusiasta."è finalmonte finita?"disse Fleur ad alta voce. "Grazie al cielo che orribile---""Prendiamo una tazza di zabaglione prima di dormire?"disse la signora Weasly ad alta voce, balzando in piedi."chi ne vuole una?""Perché sei arrivato così tardi?" chiese Harry a Lupin, mentre il signor Weasly si alzava per dirigersi in cucina e tutti gli altri cominciavano a stiracchiarsi."Oh, sono stato sottoterra," disse Lupin "Letteralmente, per questo non ho potuto scriverti, mandarti delle lettere sarebbe stato un buon diversivo.""Cosa vuoi dire?""Ho vissuto un po’ con i miei simili"disse Lupin."Lupi Mannari," aggiunse all’occhiata perplessa di Harry "Quasi tutti loro stanno dalla parte di Voldemort. Silente voleva una spia tra loro, e quindi..."Aveva un tono leggermente amaro, e quando se ne accorse sorrise, "Non mi stò lamentando, è un lavoro necessario e chi poteva farlo meglio di me? Comunque, è stato difficile guadagnarsi la loro fiducia, porto su di me i segni inconfondibili di chi ha cercato di vivere in mezzo ai maghi, loro ormai rifiutano la società e vivono ai margini, rubando e talvolta uccidendo, per mangiare.""Come mai si sono alleati con Voldemort?""Pensano che, sotto il suo dominio, avrebbero una vita migliore,"disse Lupin."Ed è arduo discutere con Greyback là fuori...""Chi è Grayback?""Non hai mai sentito parlare di lui?" disse Lupin torcendosi nervosamente le mani"Fenrir Grayback è, probabilmente, il più selvaggio Lupo Mannaro vivo al giorno d’oggi, reputo che la sua missione sia quella di mordere e contaminare più umani possibile; vuole creare abbastanza Lupi Mannari da sorpassare i maghi. Voldemort gli ha promesso un premio in cambio dei suoi servigi, Grayback è specializzato in bambini... Mordili mentre sono giovani, dice, toglili dai genitori e dalla gente comune, insegnagli a odiare i maghi. Voldemort ha minacciato di sguinzagliarlo addosso ai figli e alle figlie della popolazione magica, e questa è una minaccia che di solito produce buoni risultati." Lupin fece una pausa prima di aggiungere, "è stato Grayback a mordere me"

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"Cosa?" disse Harry stupito."Intendi dire quando eri ancora bambino?""Si, mio padre lo aveva offeso. Per molto tempo non sapevo chi fosse il Lupo Mannaro che mi aveva morso; provavo persino pietà per lui, credevo che fosse fuori di se, come quando mi trasformo io. Ma Grayback non è così, Prima della luna piena si posiziona vicino alla vittima, assicurandosi che sia abbastanza vicino per colpire. Predispone tutto. Questo è l’uomo che Voldemort usa per convincere i Lupi mannari. E io non posso pretendere che la mia piccola insistenza si faccia strada al punto da mettere in discussione Grayback, che continua a ripetere che noi Lupi Mannari abbiamo bisogno di sangue, e che sia necessario vendicarci sulle persone normali." "ma tu sei normale!"disse Harry ferocemente. "Hai solo un...un problema -"Lupin scoppiò a ridere. "a volte mi ricordi molto James. Lui lo chiamava il mio piccolo problema di peli quando eravamo in compagnia. Molte persone credevano che io possedessi un coniglio maleducato..."Lupin accettò volentieri la tazza di zabaglione offertagli dal signor Weasly e lo ringraziò, sembrava lievemente più allegro, Harry, nel frattempo si senti un poco più eccitato, quell’ultimo riferimento a suo padre gli ricordò qualcosa che aveva intenzione di chiedere a Lupin."Hai mai sentiti di qualcuno che si facesse chiamare Il Principe Mezzosangue?""Il mezzosangue cosa?""Principe"disse Harry guardandolo da vicino per scorgere qualche segno di riconoscimento."Non ci sono principi dei maghi," disse Lupin sorridendo" è un titolo che pensi di adottare? Io pensavo che ‘Il Prescelto’ fosse abbastanza.""Non ha a che fare con me" disse Harry indignato "Il Principe Mezzosangue era qualcuno che frequentava Hogwarts, ho il suo vecchio libro di pozioni. Ci ha scritto sopra incantesimi ovunque, incantesimi che ha inventato. Uno di quelli è Levicorpus -""Oh, quello aveva un discreto successo mentre io ero a Hogwarts" disse Lupin ricordando "C’è stato un periodo durante il mio quinto anno in cui non ci si poteva dirigere da nessuna parte senza essere appesi in aria per la propria caviglia.""Mio padre l’ha usato,"disse Harry "L’ho visto nel Pensatoio, l’ha usato su Piton"Cercò di sembrare casuale, come se il commento non avesse importanza, ma non era sicuro che avrebbe sortito l’effetto previsto, il sorriso di Lupin era un pò troppo comprensivo."Si,"disse Lupin" Ma non era l’unico, come ho detto, era molto popolare...""sai come queste cose vanno e vengono...""Ma sembra che sia stato inventato quando eravate a scuola voi, "insistette Harry."Non necessariamente," replicò Lupin "Le fatture vanno e vengono come qualsiasi altra cosa.Guardò Harry direttamente negli occhi e disse "James era un purosangue, Harry, e ti giuro che non ci ha mai chiesto di chiamarlo Principe"Abbandonando l’idea Harry chiese "e non era Sirius, o tu?""Definitivamente No.""Oh."disse Harry guardando il fuoco "è solo che, bè, questo Principe mi ha aiutato molto in Pozioni""Quanto è vecchio questo libro, Harry?""Non so, non ho mai controllato.""Beh, forse questo potrebbe darti qualche indizio su quando questo Principe è stato a Hogwarts," disse LupinPoco dopo, Fleur decise di imitare Celestina nell’interpretazione di ‘Un calderone pieno di caldo, forte amore ’ che fu bloccata dall’intero gruppo, una volta vista l’espressione della signora Weasly, che diceva chiaramente che era ora di andare a letto, Harry e Ron si affrettarono su per la stanza che porta alla soffitta di Ron dove un letto da campo era stato aggiunto per Harry.Ron cadde addormentato quasi subito scavò nel suo bagaglio e ne tirò fuori la sua copia di ‘Pozioni Avanzate’ e se la portò a letto.

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Girò pagine e pagine prima di trovare, sulla copertina del libro, la data di pubblicazione, risalente più o meno a cinquant’anni prima.Ne suo padre, ne gli amici di suo padre erano stati a Hogwarts cinquant’anni prima. Dispiaciuto, Harry rimise a posto il libro, spense la lampada, e si girò nel letto, pensando ai Lupi mannari e a Piton, a Stan Picchetto e al Principe Mezzosangue, e infine cadde in uno strano sonno, pieno di ombre crepitanti e pianti di bambini..."Deve essere uno scherzo..."Harry si svegliò di colpo vedendo una protuberanza ai piedi del suo letto. Si mise gli occhiali e si diede un’occhiata attorno. La piccola finestra era completamente ricoperta dalla neve, e, di fronte a lui, Ron sedeva sul suo letto esaminando quella che sembrava essere una spessa catenina d’oro."Cos’è quella roba?" chiese Harry."è il regalo di Lavanda", disse Ron disgustato, "Pensa veramente che io indosserei mai..."Harry guardò più attentamente e scoppiò a ridere, alla fine della catenina in smaglianti lettere dorate stava scritto "Il mio amore""Bella," disse Harry, "eccellente, Dovresti proprio indossarla davanti a Fred e George.""Se ti azzardi a dirglielo," nascondendo la collana sotto il cuscino, "Io.. io ti...ti..""Mi Balbetterai contro?" ridacchio Harry "Suvvia""Come ha potuto pensare che mi sarebbe piaciuto un oggetto come questa, cosa?" disse Ron rivolgendosi scioccato al cielo."Bè, prova a ricordare, "disse Harry "Le hai mai detto che non ti sarebbe piaciuto andare in giro con la scritta ‘Il mio amore’ attorno al collo?""Beh, ammise Ron, non è che abbiamo parlato molto, è più che altro..""Pomiciare." Disse Harry."Beh, si" disse Ron, esitò un momento prima di dire "Davvero Hermione esce con quel McLaggen?""Non saprei,"ammise Harry "Erano alla festa di Slughorn insieme, ma non penso che sia andata bene."Ron apparve leggermente più sollevato e cominciò ad aprire gli altri regali.Quelli di Harry includevano un nuovo maglione con ricamato un Boccino d’Oro da parte della signora Weasly, una grande confezione dei ‘tiri vispi Weasly’ da parte dei gemelli e un umido pacchetto ammuffito con la scritta ‘Al Padrone’ da parte di Kreacher, Harry lo fissò per un momento. "Pensi che sia abbastanza sicuro aprirlo?" chiese "Non può esser niente di pericoloso, tutta la nostra posta viene continuamente controllata dal Ministero," disse Ron che fissava il pacchetto con aria sospettosa."Non ho pensato di mandare qualcosa a Kreacher. Di solito le persone fanno dei Regali ai loro Elfi Domestici?" disse Harry squadrando il pacchetto."Hermione lo farebbe:"disse Ron "Ma aspettiamo e vediamo prima di sentirci in colpa" Un momento dopo Harry aprì il pacco che si rivelò contenere una larga quantità di vermi."carino" disse Ron sogghignando. "Molto profondo, preferisco questi al posto della collana," disse Harry a Ron.Tutti stavano indossando i nuovi maglioni quando scesero per il pranzo di Natale, tutti a parte Fleur (per cui la signora Weasly aveva deciso di non sprecarsi).La stessa signora Weasly, che indossava un nuovo cappello da strega fiammante e una collana di brillanti."Fred e George me li hanno regalati! Non sono stupendi?""Beh, devo dire che ti apprezziamo sempre di più mamma," disse George "ora che laviamo i nostri stessi calzini.""Pasticcio Remus?""Harry, hai un verme tra i capelli" disse Ginny allegramente, sporgendosi sopra il tavolo per toglierlo, Harry sentì qualcosa per la schiena che non aveva nulla a che fare con i vermi."Orribile" disse Fleur scrollandosi le spalle."Già"disse Ron."vuoi del sugo Feur?"

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Nell’ intento di aiutarla, Ron fece volare il contenitore del sugo, il disastro fu evitato da Bill che, con un gesto della sua bacchetta fece rientrare il sugo nel contenitore."Sei maldostro come quella Tonks" disse Feur a Ron una volta finito di baciare Bill in ringraziamento."Fa sompre cadere qualcosa""Avevo invitato la cara Tonks per unirsi a noi, oggi," disse la signora Weasly, appoggiando le carote con forza eccessiva a fissando Fleur."Ma non ha voluto venire. L’hai sentita di recente, Remus?""No, non sono stato in contatto con nessuno per molto tempo," disse Lupin "Ma avrà la sua famiglia con cui passare il Natale, non cedi?""Hmmm," disse la signora Weasly "Forse, ma avevo l’impressione che fosse intenzionata a passare il natale da sola."Diede a Lupin un’occhiata annoiata, come se fosse per colpa sua che Fleur stesse per diventare sua nuora al posto di Tonks, ma Harry, lanciando un’occhiata a Fleur, che stava dando a Bill dei piccoli pezzi di tacchino con la sua forchetta, pensò che quella che la signora Weasly stava combattendo era certamente una battaglia persa. Comunque, in questo modo, si ricordò di una cosa che aveva intenzione di chiedere a Lupin, l’uomo che sapeva più di tutti sui Patronus."Il Patronus di Tonks ha cambiato forma," gli disse "O almeno così ha detto Piton, non sapevo che potesse succedere, come mai un Patronus può cambiare aspetto?"Lupin si prese un po di tempo, mangiò il suo tacchino e inghiottì prima di rispondere lentamente "A volte... a causa di un forte shock.. o uno sbalzo emotivo...""Sembrava grosso, e aveva quattro zampe," disse Harry, poi colpito da un pensiero improvviso, aggiunse sottovoce "Non è che magari poteva essere...?""Arthur!" disse la signora Weasly di colpo, era balzata dalla sua sedia, con una mano al petto e fissava fuori dalla finestra della cucina. "Arthur, è Percy!""Cosa?"Il signor Weasly si guardò attorno, tutti fissarono immediatamente la finestra della cucina, Ginny si alzò per vedere meglio. Quindi, Percy Weasly stava attraversando il vialetto innevato che portava alla tana, ma non era solo."Arthur, lui... lui è qui col Ministro!"E Harry vide l’uomo che aveva visto sulla gazzetta del Profeta che seguiva Percy sul vialetto di casa.Prima che qualcuno potesse fare qualcosa, prima che il signor o la signora Weasly potessero anche solo dire qualcosa la porta dell’ingresso si aprì e sulla soglia apparve Percy Weasly.Ci fu un momento di sentito silenzio dopo di che Percy disse "Buon natale, madre""Oh, Percy!" disse la signora Weasly mentre si lanciava tra le sue braccia.Rufus Scrimgeour aspettava sulla soglia, sorridendo mentre assisteva alla scena."Dovete perdonare l’ intrusione," disse, guardando il signor Weasly "Percy e io eravamo nelle vicinanze, al lavoro, e non ha potuto resistere al pensierosi vedervi.."Percy comunque non diede segno di voler salutare nessun altro membro della famiglia.Restava in piedi, stirato, guardandosi attorno mentre il signor Weasly, Fred e George lo fissavano impietriti."Prego, entri Ministro, si sieda!" starnazzò la signora Weasly"No, no, grazie mia cara Molly," disse Scrimgeour, Harry pensò che avesse chiesto il suo nome a Percy prima di entrare, "Non voglio interrompere, non saremmo nemmeno venuti se Percy non avesse voluto vedervi con tanta insistenza..""Oh, Perce!" disse la signora Weasly in lacrime, sporgendosi per baciarlo."Resteremo solo per pochi minuti, no, no, vi assicuro che non voglio entrare!" Beh, se qualcuno mi volesse mostrare il vostro fantastico giardino.. Ah, quando quel giovanotto finisce, perché non viene a fare due passi con me?"L’atmosfera attorno al tavolo cambiò rapidamente. Tutti lanciavano occhiate da Scrimgeour a Harry. Nessuno fece finta di credere che Scrimgeour non conoscesse il nome di Harry, o che trovasse naturale che lui fosse scelto per accompagnarlo in giardino quando Ginny, Fleur e George avevano già ripulito i loro piatti.

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"Certo" disse Harry per rompere il silenzio.Lui non era stupido, se Scrimgeour voleva parlare con lui, questa poteva essere la ragione per cui Percy era venuto a fare visita alla famiglia."Va tutto bene" disse Harry passando accanto a Lupin che sembrava essersi innervosito."Bene" aggiunse quando il signor Weasly aprì la bocca per parlare."Meraviglioso!" disse Scrimgeour, aspettando Harry sulla soglia e facendolo passare per primo."Faremo solo un giretto nel giardino, poi io e Percy ce ne andremo. Continuate pure!"Harry oltrepassò il piccolo vialetto verso il retro della casa dove stava il giardino completamente coperto di neve, mentre Scrimgeour sorrideva al suo fianco, lui, a quanto sapeva Harry, era stato a capo dell’ufficio degli Auror, sembrava un tipo difficile e segnato dalle battaglie, molto differente dal corpulento Caramell con la bombetta."Fantastico," disse Scrimgeour guardando il giardino coperto di neve di fronte a se. "Fantastico."Harry non disse niente. Poteva dire che Scrimgeour lo stava guardando ma non se ne accertò."Avevo voglia di parlarti da molto tempo," disse Scrimgeour dopo qualche momento."Lo sapevi?""No" disse Harry sinceramente."Già, da molto tempo, ma Silente è molto protettivo nei tuoi riguardi," disse Scrimgeour."Naturale, certo, naturale, dopo tutto quello che hai passato... E specialmente dopo quanto successo al Ministero in Giugno.."Si fermò per aspettare una risposta di Harry, che non arrivò, così continuo:"Speravo in un’occasione per parlarti sin da quando sono entrato in carica, ma Silente - molto comprensibilmente, devo dire -lo ha prevenuto"Di nuovo, Harry non disse nulla, aspettando."Tutte le voci che ti girano attorno!" disse Scrimgeour "Beh, certo, sappiamo entrambi che la storia è stata distorta.. .Tutti questi bisbigli su una profezia, sul fatto che tu saresti ‘Il Prescelto’..."Harry pensò che Scrimgeour si stesse lentamente avvicinando al punto."Penso che Silente abbia discusso queste cose con te, non è così?"Harry tentennò, chiedendosi se avrebbe dovuto mentire o no. Guardò le impronte di gnomi sulla neve, vicino ai vasi dei fiori, che portavano al punto dove Fred aveva catturatolo gnomo che in quello stesso momento stava indossando un tutu dalla cima dell’albero di Natale. Infine, decise per la verità... O una parte di essa."Si, ne abbiamo discusso.""Avete, avete..."disse Scrimgeour. Harry poteva vedere, al limite del suo campo visivo, Scrimgeour fissarlo, così fece finta di essere molto interessato a uno gnomo che aveva appena fatto sbucare la propria testa dalla sua tana nascosta sotto un rododendro. "E cosa ti ha detto Silente?""Mi spiace, ma questa è una cosa tra me e lui," disse Harry mantenendo la sua voce il più gentile possibile e anche il tono di Scrimgeour era amichevole quando disse:"Oh, certo, è una domanda confidenziale. Non vorrei che tu divulgassi... no, no, e comunque, importerebbe qualcosa il fatto che tu sia o no ‘Il Prescelto ?"Harry dovette riflettere prima di rispondere. "non capisco cosa intende dire, Ministro""Beh, certo, per te sarà di estrema importanza" disse Scrimgeour ridendo "Ma per la comunità magica in generale, è più una percezione no? È quello che sembra alla gente l’importante"Harry non disse niente, ora cominciava a intravedere il punto della situazione, ma non avrebbe aiutato Scrimgeour ad arrivarci. Lo gnomo nel rododendro stava ora scavando cercando vermi tra le radici e Harry tenne il suo sguardo fisso su di esso."Vedi, la gente crede che tu sia Il Prescelto" disse Scrimgeour."Ti immaginano come una specie di eroe, cosa che tut sei comunque, prescelto o no, quante volte hai affrontato Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato fino ad ora? Beh, in ogni caso..."continuò, senza aspettare una risposta"Il punto è: tu per loro sei il simbolo

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della speranza. L’idea che ci sia qualcuno la fuori che abbia la possibilità, che sia destinato a distruggere Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato , beh, naturalmente, aiuta molto le persone. E una volta capito questo, Harry, capirai anche che tu hai, diciamo, un dovere, di schierarti col Ministero, e dare una spinta a tutti"Lo gnomo era appena riuscito a acchiappare un verme e ora cercava di afferrarlo meglio per toglierlo dal terreno ghiacciato.Harry rimase in silenzio così a lungo che Scrimgeour spostò lo sguardo da lui allo gnomo"Piccole divertenti creature, non trovi? ma tu che ne pensi, Harry?""Non credo di capire esattamente cosa vuole da me ‘ schierarsi col Ministero’, cosa significa?""Oh, niente di oneroso, te lo assicuro," disse Scrimgeour. "Se solo tu potessi passare e farti vedere al Ministero qualche volta, per esempio, potrebbe dare una buona impressione. E di certo, una volta che tu ti troveresti la, avresti l’opportunità di parlare con Gawain Robards, il mio successore come capo degli Auror. Dolores Umbridge mi ha rivelato della tua ambizione di diventare Auror. Questo ti può aiutare molto..."Harry sentì una punta di rabbia ribollire nel suo stomaco ‘e così Dolores Umbridge era ancora al ministero eh?’"così in parole povere," disse Harry col tono di chi vuole solo sistemare qualche dettaglio "Lei vuole che dia l’impressione di lavorare per il Ministero?""Questo darebbe a tutti una spinta a credere che tu sia molto più coinvolto, Harry"disse Scrimgeour, sembrando sollevato che Harry si fosse affezionato all’idea così in fretta." ‘Il Prescelto’, sai... Serve a dare speranza alla gente, la sensazione che stiano succedendo cose buone..""Ma se cominciassi a entrare e uscire dal Ministero," disse Harry continuando a sforzarsi di mantenere un tono amichevole "non sembrerà che io approvi la line di condotta del Ministero?""Beh" disse Scrimgeour aggrottando le sopracciglia, "si, questo fa parte di quello che noi vorremmo-""no, non penso che possa funzionare" disse Harry educatamente. "Vede, io non approvo alcune cose che state facendo al Ministero. Trattenere Stan Picchetto ad esempio."Scrimgeour non parlò per un momento ma la sua espressione si indurì rapidamente. "Non mi aspetto che tu capisca," disse, incapace di trattenere la rabbia nella sua voce "Questi sono tempi pericolosi e alcuna misure devono essere prese, tu hai sedici anni-""Silente ha un po’ più di sedici anni, e anche lui non è d’accordo sul fatto di trattenere Stan ad Azkaban" disse Harry "Lei fa di Stan un capo espiatorio, come vuole fare di me la sua mascotte."Si guardarono l’un l’altro per un lungo momento, infine Scimgeour disse, senza pretesa di sembrare caloroso, "Vedo che preferisci - come il tuo eroe, Silente - di dissociarti dal Ministero?" "Io non voglio essere usato," disse Harry."qualcuno potrebbe dire che è tuo dovere farti usare dal Ministero!" "Già, e qualcuno potrebbe dire che è suo dovere controllare che una persona sia veramente un Mangiamorte prima di schiaffarlo in prigione, " disse Harry mentre il suo temperamento saliva "Lei stà facendo quello che fece Barty Crouch. Lei non le vede mai di buon occhio, eh? Le persone? Come fece Caramell, sostenendo che tutto fosse rose e fiori mentre altre persone venivano assassinate sotto il suo naso, e adesso abbiamo lei, che sbatte in prigione la gente sbagliata e pretendendo di avere ‘Il Prescelto’ al suo servizio...""Quindi tu non sei ‘Il Prescelto?" disse Scrimgeour."Come ha detto lei, in ogni caso questo non ha importanza," disse Harry con una risata amara, "non per lei, almeno""Non avrei dovuto dirlo" disse Scrimgeour velocemente "è stato indiscreto -""No, è stato onesto," disse Harry. "Una delle poche cose che mi ha detto onestamente. Non le importa se io vivrò o morirò, ma le importa che io convinca la gente che lei vincerà la guerra contro Voldemort. Io non ho dimenticato, Ministro.." disse Harry mostrando il dorso della mano destra, dove, con una luce chiara, risplendevano ancora

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le cicatrici che Dolores Umbridge lo aveva costretto a farsi per punizione. ‘ Non devo dire bugie’."Non mi ricordo che lei si sia schierato in mia difesa mentre cercavo di dire a tutti che Voldemort era tornato, Il Ministero non era così ansioso di fare amicizia lo scorso anno.Scese un silenzio ghiacciato quasi quanto la terra sotto i loro piedi. Lo gnomo era finalmente riuscito a strappare il verme dal terreno e lo succhiava felice, appoggiandosi al tronco del rododendro."Cosa ti ha detto di fare Silente?" disse Scrimgeour bruscamente. "Dove se ne va quando si assenta da Hogwarts?""Non ne ho idea, " disse Harry."E non me lo diresti nemmeno se lo sapessi," disse Scrimgeour "giusto?""No, non lo farei" disse Harry."Beh, allora dovrò cercare di scoprire qualcosa in altri modi.""ci può provare;" disse Harry con tono indifferente "Ma lei sembra più intelligente di Caramell, quindi penso che abbia imparato dai suoi sbagli. Lui cercò di interferire a Hogwarts. Credo che abbia notato che lui non è più Ministro, ma Silente continua a essere il Preside. Io lascerei Silente in pace, se fossi in lei"Ci fu una lunga pausa."Beh, mi sembra che abbia fatto davvero un buon lavoro con te" disse Scrimgeour, con occhi di ghiaccio da dietro le lenti appannate."Uomo di Silente in tutto e per tutto eh, Potter?""Si, lo sono" disse Harry "Felice di averla conosciuto;"E girando le spalle al Ministro della Magia, se ne tornò verso la casa.

CAPITOLO DICIASSETTE

IL RICORDO DI SLUGHORNNel tardo pomeriggio, qualche giorno dopo l'Anno Nuovo, Harry, Ron, e Ginnysi sistemarono accanto al camino per ritornare ad Hogwarts. Il Ministero aveva preparato questo collegamento unico per la Metropolvere per far tornare gli studenti velocemente ed in modo sicuro a scuola. Solo la signora Weasley era lì a salutare, in

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quanto il signor Weasley, Fred, George, Bill, e Fleur erano tutti al lavoro. La signora Weasley scoppiò in lacrime al momento della partenza.Bisogna ammettere che mise veramente poco impegno per evitare di partire in ritardo; stava piangendo senza sosta da quando Percy si era precipitato via di casa nel Giorno di Natale con i suoi occhiali rotti e una pianta profumata schiacciata (che sia Fred, George, e Ginny pensavano fosse per loro)."Non piangere, mamma" disse Ginny, dandole una pacca sulla schiena mentre la signora Weasley singhiozzava sulla sua spalla. "Okay...""Sì, non preoccuparti per noi" disse Ron, permettendo a sua madre di lasciare un bacio molto umido sulla sua guancia, "o per Percy. Lui è così stupido, non è una grande perdita, no?"La signora Weasley singhiozzò più forte che mai e strinse Harry tra le sue braccia."Promettimi che baderai a te stesso....stai lontano dai guai....""Lo faccio sempre, signora Weasley", disse Harry. "Io aamo una vita tranquilla, mi conosce."Lei diede una risata cristallina e se ne andò. "Statemi bene allora, tutti voi...."Harry entrò nel fuoco color smeraldo e gridò "Hogwarts!" Ebbe una vista fugace della cucina dei Weasley e della triste faccia della signora Weasley prima che le fiamme lo avvolgessero; ruotando molto velocemente, catturò degli scorci confusi delle stanze di altri Maghi, le quali erano tirate fuori dalla vista prima che lui potesse dare una buona occhiata; dopo rallentò, alla fine si fermò del tutto nel camino nello studio della professoressa McGranitt. Lei si distolse appena dal suo lavoro che lui si arrampicò fuori dal camino."Sera, Potter. Non provare a mettere altra cenere sulla moquette.""No, Professoressa."Harry si raddrizzò gli occhiali e si appiattì i capelli quando Ron arrivò ruotando alla sua vista. Quando Ginny arrivò, tutti e tre uscirono dall'ufficio della McGranitt e si avviarono verso la Torre dei Grifondoro. Harry diede un'occhiata dalle finestre del corridoio via via che passavano; il sole stava tramontando sotto il manto di neve. A distanza, riusciva a vedere Hagrid nutrire Fierobecco di fronte alla sua capanna."Bazzecole," disse Ron speranzoso, quando raggiunsero la Signora Grassa, che invece stava ascoltando con una smorfia la sua voce squillante."No," disse lei."Cosa vuoi dire con ‘no’"?"C'è una nuova parola d'ordine" disse. "E per favore non gridare.""Ma noi siamo partiti, come potevamo saperlo -?""Harry! Ginny!"Hermione si affrettava verso di loro, era vestida di rosa e indossava un mantello, un cappello, e guanti."Sono arrivata un paio d'ore fa, ho appena finito di visitare Hagrid e Becco - ah Alicrespe disse lei a perdifiato. "Avete passato un buon Natale?""Sì" disse Ron per primo, "memorabile, Rufus Scrim -" "Ho qualcosa per te, Harry" disse Hermione, nessuno guardava Ron nè dava alcun segno di ascoltarlo. "Oh, aspetta - la parola d'ordine è Astinenza.""Precisamente" disse la Signora Grassa con voce flebile, e si voltò rivelando il buco nel ritratto."Chi c'era con lei?" chiese Harry."Si sono ingozzate a Natale, a quanto pare." disse Hermione, ruotando i suoi occhi mentre si dirigeva verso l'affollata sala comune. "Lei e la sua amica Violet si sono bevute il cervello con tutto il vino del quadro dei frati ubriachi nel corridoio degli Incantesimi. Ad ogni modo..."Frugò nella sua tasca per un momento, quindi estrasse un rotolo di pergamena con la scrittura di Silente su di essa."Grande" disse Harry, srotolandola immediatamente per scoprire che la lezione con Silente era prevista per quella notte. "Ho molte cose da dirgli - Sediamoci -"

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Ma in quel momento si sentì un forte grido:"Won Won!" e arrivò Lavanda Brown che si gettò tra le braccia di Ron. Parecchi spettatori ridacchiarono; Hermione diede una risata tintinnante e disse, "C'è una coppia qui...Vieni. Ginny?""No, grazie, ho detto a Dean che ci saremo visti" disse Ginny, però ad Harry non sembrava essere molto entusiasta della notizia. Lasciare Ron e Lavanda li aveva bloccati in una sorta di lotta, incontro, Harry condusse Hermione ad un tavolo libero."Allora, com'è stato il tuo Natale?""Oh, bello" rispose lei scrollando le spalle. "Niente di speciale. Che significa Won Won?"Te lo dirò in un minuto" disse Harry. "Guarda, Hermione, non puoi -""No, non posso" disse lei piano. "Non devi neppure chiederlo.""Io pensavo che forse, tu sapessi, a Natale -""Era la Signora Grassa che beveva un tino di vino vecchio di cinquecento anni, Harry, non io. Allora, quali erano queste notizie importanti che dovevi dirmi?"Lei guardava in modo troppo feroce per discuterne in quel momento, così Harry non parlò più di Ron e raccontò tutto quello che aveva sentito dire a Malfoy e Piton.Quando finì, Hermione rimase pensierosa per un momento e dopo disse, "Non pensi -?""- lui stava facendo finta di offrirgli il suo aiuto in modo da ingannare Malfoy a dirgli cosa stava facendo?""Bene, sì" disse Hermione."Il padre di Ron e Lupin la pensano così," disse Harry con riluttanza "Ma questo dimostra definitivamente che Malfoy preparava qualcosa, non puoi negarlo.""No, non posso" rispose lei lentamente."E si sta comportando secondo gli ordini di Voldemort, come ho appena detto!""Mmh...ha fatto realmente il nome di Voldemort?"Harry aggrottò le sopracciglia, cercando di ricordare. "Non ne sono sicuro...Piton ha detto 'il tuo padrone', e chi potrebbe essere altrimenti?""Non lo so" disse Hermione, mordendosi il labbro. "Forse suo padre?"Aveva lo sguardo fisso nella stanza, persa apparentemente nei suoi pensieri, tuttavia non c'era notizia di Lavanda e Ron. "Come sta Lupin?""Non molto bene" disse Harry, e le disse tutto sulla missione di Lupin fra i licantropi e della difficoltà che stava affrontando. "Hai sentito parlare di questo Fenrir Greyback?""Sì!" disse Hermione, profondamente sorpresa. "E così anche tu, Harry!""Quando, a Storia della Magia? Sai bene che non ho mai ascoltato nulla ...""No, no, non a Storia della Magia - Malfoy ha minacciato Sinister con Kim!" disse Hermione. "Sul retro di Notturn Alley, non ricordi? Ha detto a Sinister che Greyback era un vecchio amico di famiglia e che stava verificando i progressi di Sinister!"Harry la guardò a bocca aperta. "Me l'ero dimenticato! Ma questo dimostra che Malfoy è un Mangiamorte, come potrebbe altrimenti essere in contatto con Greyback e dirgli cosa fare?""E' piuttosto sospetto," Hermione riprese fiato. "A meno che . . ." "Oh, andiamo," disse Harry esasperato, "non puoi sospettarlo!""Bene . . . c'è una possibilità che fosse una minaccia vuota." "Sei incredibile, sei," disse Harry, agitando la testa."Vedremo chi ha ragione. . . . Ti rimangerai le parole, Hermione, proprio come il Ministro. Oh sì, ho avuto un litigio anche con Rufus Scrimgeour. . . ."Il resto della serata passò in modo amichevole con entrambi che insultavano il Ministro della Magia, per Hermione, come per Ron, dopo tutto il Ministero aveva sostenuto Harry durante l'anno precedente, e loro avevano una gran quantità di nervi ora che lui chiedeva nuovamente aiuto.Il nuovo trimestre iniziò il giorno dopo con una piacevole sorpresa per quelli del sesto anno: una grande scritta era stata appesa durante la notte nel tabellone della Sala Comune.

LEZIONI DI SMATERIALIZZAZIONESe avete diciassette anni, o se ne compierete diciassette entro e non oltre il prossimo

31 Agosto, siete idonei per un corso di dodici settimane di Lezioni di

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Smaterializzazione tenute da un’ insegnante di Smaterializzazione del Ministero della Magia. Vi preghiamo di firmare sotto se desiderate partecipare.

Costo: 12 Galeoni.

Harry e Ron facevano parte della folla che spingeva intorno all'avviso e che faceva a turno per scrivere il proprio nome nella parte inferiore. Ron stava giusto uscendo la sua penna per firmare dopo Hermione quando Lavanda arrivò di soppiatto dietro di lui, gli mise le mani davanti agli occhi, e trillò, "Chi sono, Won Won?" Harry si girò e vide che Hermione stava uscendo; la raggiunse, non avendo desiderio di rimanere indietro con Ron e Lavanda, ma con sua sorpresa, Ron li raggiunse nel piccolo passaggio al di là del ritratto, le orecchie rosse e l'espressione scontenta. Senza dire una parola, Hermione accelerò per camminare con Neville."Così - Smaterializzazione," disse Ron, il suo tono lo rendeva così normale che Harry non doveva accennare a quanto accaduto prima. "Dovresti ridere, eh?""Non so," disse Harry. "Forse dovresti farlo tu stesso, non mi sono divertito molto quando mi sono Smaterializzato con Silente.""Mi sono dimenticato che l'hai già fatto ... Supererei questa prova per la prima volta," disse Ron, sembrando anzioso. "Fred e George l'hanno fatto," "Charlie ha fallito, però, non è così?" "Sì, ma Charlie è più grande di me" - Ron teneva le braccia fuori dal corpo come se fosse un gorilla held - "così Fred e George non sono andati molto avanti al riguardo . . . non con il loro aspetto comunque . . ." "Quando possiamo affrontare la prova effettiva?" "Presto dato che ne abbiamo quasi diciassette. Dovrò aspettare solo Marzo!" "Sì, ma non sei in grado di Materializzarti qui, non nel castello . . .""Non qui, eh? Tutti sanno che posso Materializzarmi se lo desidero."Ron non era l'unico ad essere eccitato all'idea della Smaterializzazione. Tutti i giorni c'era qualcuno che discuteva sulle imminenti lezioni; il luogo in cui sarebbero avvenute le lezioni era stato deciso in modo da renderlo in grado di svanire e riapparire ad arbitrio."Mio cugino Fergus svanisce solo per infastidirmi," disse Seamus "devi aspettare fino a quando non sei capace di tornare indietro. . ."Perso nelle visioni di questa felice prospettiva, colpì la sua bacchetta con pochissimo entusiasmo, così invece di produrre una fontana d'acqua pura che era l'oggetto dell'odierna lezione di Incantesimi, rilasciò un getto d'acqua che rimbalzò sul soffitto e colpì il Professor Vitious in faccia."Harry si è già Smaterializzato," disse Ron ad un Seamus un po' confuso, dopo che il Professor Vitious si asciugò con un'onda della sua bacchetta e che tolse dei punti a Seamus "Io sono un mago, non un babbano che brandisce un bastone." "Sil - emh - qualcuno lo ha aiutato.""Wow!" bisbigliò Seamus, e lui, Dean, e Neville misero le proprie teste un poco più vicino per sentire cosa aveva provato a Smaterializzarsi. Per il resto della giornata, Harry fu assediato dalle richieste degli altri del sesto anno per descrivere le sensazioni provate durante la Smaterializzazione. Tutti sembravano pieni di ammirazione, piuttosto che dissuasi, quando disse loro quanto fosse scomodo, ed ancora stava rispondendo alle domande dettagliate alle otto meno dieci di sera, quando fu costretto a mentire dicendo che doveva restituire un libro in biblioteca, in modo da uscire in tempo per la sua lezione con Silente.Le lampade nell'ufficio di Silente erano accese, i ritratti dei Presidi passati stavano russando delicatamente nei loro ritratti, e il Pensatoio era ancora una volta preparato sulla scrivania. Le mani di Silente lo tenevano da ogni lato, la destra annerita e bruciata come sempre. Non sembrava guarire affatto ed Harry si domandò, forse per la centesima volta, cosa avesse provocato ferite così caratteristiche, ma non lo chiese; Silente aveva detto che finalmente avrebbe saputo e c'era, in ogni caso, un'altra cosa di cui voleva parlare. Ma prima che Harry potesse dire qualcosa su Pitone Malfoy, Silente parlò."Ho saputo che hai conosciuto il Ministro della Magia a Natale, non è così?" "Sì," disse Harry. "Non è molto felice con me."

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"No," sospirò Silente. "Non è molto felice neanche con me. Dobbiamo provare a non cadere sotto la nostra angoscia, Harry, ma a combatterla."Harry ghignò."Gli servivo per dire alla comunità Magica che quello che il Ministero sta facendo è un lavoro splendido."Silente sorrise."All'inizio era questa l'idea di Caramell, lo sai. Durante i suoi ultimi giorni in ufficio, quando stava provando disperatamente a tenersi il posto, ha cercato un incontro con te, sperando che gli avresti dato il tuo supporto -""Dopotutto cos'ha fatto Fudge l'hanno scorso?" disse Harry con rabbia. "Dopo la Umbridge?""Dissi a Cornelius che non c'era nessuna possibilità per lui, ma l'idea non è morta quando ha lasciato l'ufficio. Durante le ore del primo incontro con Scrimgeour mi ha chiesto se avrei potuto stabilire un incontro con te -""Così è di questo che avete discusso!" gli confidò Harry. "C'era nella Gazzetta del Profeta.""Il Profeta racconta occasionalmente la verità," disse Silente, "soltanto accidentalmente. Sì, è di questo che abbiamo parlato. Bene, sembra che Rufus abbia trovato il modo di conoscerti, alla fine.""Lui mi ha accusato di essere 'un uomo di Silente in tutto e per tutto""Che uomo maleducato.""Gli ho detto che lo ero."Silente aprì la bocca per parlare e dopo la chiuse nuovamente. Dietro Harry, Fanny la fenice emise un flebile, delicato, musicale pianto. Con intenso imbarazzo, Harry ha improvvisamente realizzato che i luminosi occhi blu di Silente erano piuttosto acquosi, così posò lo sguardo fisso sulle proprie ginocchia. Quando Silente parlò, tuttavia, la sua voce era abbastanza quieta."Sono molto toccato, Harry.""Scrimgeour voleva sapere dove va quando non è ad Hogwarts," disse Harry, guardando ancora fisso le sue ginocchia."Sì, è molto ficcanaso al riguardo," disse Silente, suonando ora allegro, ed Harry era sicuro che potesse nuovamente alzare lo sguardo. "Ha perfino tentato di farmi seguire. Divertente, in realtà. Ha incaricato Dawlish di pedinarmi. Non è stato gentile. Sono già stato costretto una volta a sfuggire a Dawlish; l'ho fatto di nuovo col rammarico più grande.""Così ancora non sanno dove va?" chiese Harry, sperando per altre informazioni su questo argomento così intrigante, ma Silente sorrise soltanto al di sopra dagli occhiali a mezzaluna."No, non lo sanno, e per te non è ancora arrivato il momento di sapere altro. Ora, suggerirei di affrettarci, a meno che non ci sia qualcos'altro -?" "C'è signore," disse Harry. "Riguarda Malfoy e Piton.""Professor Piton, Harry.""Sì, signore. Li ho sentiti per caso durante la festa del Professor Slughorn . . . bene, li ho seguiti, in realtà ..."Silente ascoltò la storia di Harry con una faccia impassibile. Quando Harry ebbe finito lui non parlò per qualche momento, dopo disse, "Grazie per avermene parlato, Harry, ma suggerisco che hai messo questo nella tua mente. Non penso che sia una cosa di grande importanza.""Non di grande importanza?" ripetè Harry incredulo. "Professore, ha capito quello che le ho detto -?""Sì, Harry, per fortuna possiedo delle straordinarie capacità intellettive, ho capito tutto quello che mi hai detto," disse Silente, in modo un po' aggressivo. "Penso che potresti considerare la possibilità che io abbia capito la situazione meglio di te. Di nuovo, sono felice che ti sia confrontato con me, ma permettimi di rassicurarti che non hai detto nulla che mi abbia causato inquietudine."Harry sedeva furioso in silenzio, fissando attentamente Silente. Cosa stava accadendo? Ciò significava che Silente aveva invece ordinato a Piton di scoprire cosa

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stesse facendo Malfoy, di cui lui aveva già sentito da Piton ogni cosa che Harry gli aveva detto? Oppure lui era realmente preoccupato per quello che aveva sentito, ma fingeva di non esserlo?"Così, signore," disse Harry, la sua voce era gentile e calma, "si fida ancora definitivamente di -?""Sono stato abbastanza tollerante da rispondere di nnuovo a questa domanda," disse Silente, ma non suonava ancora così tollerante. "La mia risposta non è cambiata.""Dovrei pensare di no," disse una voce sprezzante; evidentemente Phineas Nigellus fingeva soltanto di essere addormentato. Silente lo ignorò."Ed ora, Harry, devo insistere affinchè facciamo in fretta. Ho cose molto importanti di cui discutere con te stasera."Harry sedeva lì con aria ribelle. Cosa sarebbe accaduto se avesse rifiutato di consentire il cambiamento di discorso, se avesse insistito sulla discussione della causa contro Malfoy? Come se avesse letto la mente di Harry, Silente scosse la testa."Ah, Harry, ogni tanto questo succede, anche fra migliori amici! Ognuno di noi crede che quello che ha da dire sia molto più importante di qualsiasi cosa che l'altro potrebbe dire come contributo!""Non penso che quello che ha da dire sia poco importante, signore," disse Harry rigido."Bene, sei piuttosto ragionevole, perchè così non è," disse Silente vivacemente. "Ho altri due ricordi da mostrarti stasera, uno ottenuto con enorme difficoltà, ed il secondo è, penso, il più importante che abbia in mio possesso."Harry non disse nulla al riguardo; si sentiva ancora arrabbiato per la reazione di Silente alle notizie che aveva ricevuto, ma non poteva sapere cosa avrebbe guadagnato continuando a discutere."Così," disse Silente, con voce squillante, "conosciamo stasera il seguito del racconto di Tom Riddle, che abbiamo lasciato alla sua ultima lezione sospeso alla soglia dei suoi anni ad Hogwarts. Ricorderai di come doveva sentirsi eccitato ad essere un mago, tanto che rifiutò di farsi accompagnare da me a Diagon Alley, e che io, a mia volta, lo avessi avvertito di non continuare a rubare quando arrivò a scuola."Bene, l'inizio dell'anno scolastico arrivò e con esso anche Tom Riddle, un ragazzo calmo nei suoi abiti di seconda mano, che allinearono assieme agli altri del primo anno da smistare. E' stato assegnato alla Casa di Serpeverde quasi al momento che il Cappello Parlante ha toccato la sua testa," continuò Silente, indicando con la mano annerita la mensola sulla sua testa in cui era posato il Cappello Parlante, antico ed immobile. "Quando Riddle apprese che il famoso fondatore della Camera aveva la capacità di parlare con i serpenti, non so quando - forse precisamente quella sera. La conoscenza può solo averlo eccitato ed accresciuto il suo senso di egocentrismo.""Tuttavia, il giovane Serpeverde parlava in Serpentese nella sala comune con i suoi compagni, e non fece trapelare nulla al personale. Non mostrava affatto nessun segno di arroganza o aggressività esteriore. Come orfano di insolito talento e di bell'aspetto, ha naturalmente attirato l'attenzione e la comprensione del personale quasi dal momento del suo arrivo. Sembrava attento, quieto, ed assetato di conoscenza. Quasi tutti erano impressionati nel modo migliore da lui.""Non ha detto tutto, signore, cosa è successo quando l'ha incontrato all'orfanotrofio?" chiese Harry."No, non l'ho detto. Benchè non mostrasse nessuna traccia di rimorso, era possibile che si sentisse spiacente per quanto accaduto prima e che volesse decidere di voltare pagina. Scelsi di dargli una chance."Silente fece una pausa e guardò con fare indagatore Harry, che aveva aperto la bocca per parlare. Ecco, era ancora tendenza di Silente avere fiducia nella gente nonostante l'evidenza opprimente che non la meritano! Ma dopo Harry si ricordò di una cosa. . . ."Ma non si è fidato realmente di lui, signore, no? Lui mi disse . . . il Riddle che era uscito dal diario disse, 'Silente non sembrava mai gradire la mia presenza come altri insegnanti.'""Diciamo che non<a ho dato per scontato che fosse affidabile," disse Silente. "Avevo, come ho già detto, risolto chiudendo un occhio su di lui, e così ho fatto. Non posso negare che avessi dedotto molte altre cose dalla mia prima osservazione. Era molto

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cauto con me; riteneva, ne sono certo, che nell'ebrezza di scoprire la sua vera identità mi avesse detto molto poco. Faceva attenzione a non rivelare mai troppo, ma non poteva tornare indietro quando si fece sfuggire nel suo eccitamento, nè quando la signora Cole si confidò con me. Tuttavia, non ebbe mai il senso di provare a incantarmi come incantò molti dei miei colleghi."Poichè se ne andò da scuola, riunì assieme a lui un gruppo di cari amici; li chiamo così, però ci vorrebbe un termine migliore, anche se se come ho già indicato, indubbiamente Riddle non provava alcun affetto per nessuno di loro. Questo gruppo ebbe una sorta di fascino oscuro al castello. Erano un gruppo pazzo; una miscela di deboli in cerca di protezione, ambiziosi in cerca di qualche condivisione di gloria, e criminali che gravitavano attorno al capo che poteva mostrar loro diverse forme raffinate di crudeltà. In altre parole, erano i precursori dei Mangiamorte, ed effettivamente alcuni di loro diventarono i primi Mangiamorte dopo aver lasciato Hogwarts.""Controllati rigidamente da Riddle, non furono mai stati trovati a compiere evidenti malefatte, anche se i loro sette anni ad Hogwarts furono contrassegnati da un certo numero di brutti avvenimenti ai quali non sono mai stati collegati in maniera soddisfacente, il più serio di questi fu, naturalmente, l'apertura della Camera dei Segreti, che provocò la morte di una ragazza. Come tu sai, Hagrid fu accusato ingiustamente di quel crimine."Non ho potuto trovare molti ricordi di Riddle ad Hogwarts," disse Silente, collocando la sua mano appassita sopra il Pensatoio. "Pochi che lo abbiano conosciuto sono pronti a parlare di lui; sono tutti terrorizzati. Quello che so, l'ho trovato dopo che lasciai Hogwarts, dopo molti scrupolosi sforzi, dopo aver seguito quei pochi che potevano essere indotti a parlare, dopo la ricerca di vecchie annotazioni e dopo aver discusso ugualmente con i testimoni Babbani e Maghi."Quelli che ebbi potuto persuadere al colloquio mi dissero che Riddle era perseguitato dalla sua stirpe. Ciò è comprensibile, naturalmente; si era sviluppato dentro di lui nell'orfanotrofio e naturalmente desiderò sapere il motivo per cui si trovava lì. Sembra che cercò inutilmente alcune tracce del vecchio Tom Riddle nelle targhe della stanza dei trofei, nella lista dei prefetti nei vecchi record della scuola, infine nei libri di storia della Magia. Infine dovette accettare che il padre non avesse mai messo piede ad Hogwarts. Credo che sia stato allora che cambiò per sempre nome, assumendo l'identità di Lord Voldemort, e cominciò le ricerche sulla famiglia di sua madre, precedentemente disprezzata - la quale donna, ricorderai, pensò che non potesse essere una strega se lei fu costretta a soccombere alla vergognosa debolezza umana della morte.""Tutto quello su cui si basò fu il singolo nome 'Orvoloson', che, come conobbe da coloro che gestivano l'orfanotrofio, fu il nome del padre di sua madre. Per concludere, dopo una ricerca scrupolosa, attraverso i vecchi libri delle famiglie dei Maghi, scoprì l'esistenza della linea di sopravvivenza dei Serpeverde. Nell'estate del suo sedicesimo anno, lasciò l'orfanotrofio, al quale ritornava annualmente e dal quale si mise in marcia per trovare i suoi parenti di cognome Gaunt. Ed ora, Harry, se ti alzi ...": Silente si alzò, ed Harry notò che teneva ancora una volta una piccola bottiglia di cristallo con un pallido ricordo che girava all'interno."Sono stato molto fortunato ad averlo," disse lui, dopodichè versò la massa brillante nel Pensatoio. "Così capirai perchè l'ho ottenuto. Andiamo?"Harry avanzò verso il bacino di pietra e piegandosi in modo ubbidiente fino alla faccia affondò attraverso la superficie della memoria; percepì la sensazione familiare di cadere nel vuoto ed allora atterrò su un pavimento di pietra sporco dalla nerezza quasi totale.Gli servirono parecchi secondi per riconoscere il posto, dal momento in cui Silente era atterrato accanto a lui. La casa dei Gaunt era ora indescrivibilmente ripugnante più di quanto Harry non avesse mai visto. Il soffitto era pieno di ragnatele, il pavimento ricoperto da sporcizia; muffa e cibo in decomposizione si trovavano sul tavolo in mezzo ad una massa di pentole incrostate. L'unica luce proveniva da una singola candela posta ai piedi di un uomo con i capelli e barba così folti da non permettere ad

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Harry di vedere nè occhi nè bocca. Stava curvato su una poltrona accanto al fuoco, ed Harry per un momento si domandò se fosse morto. Ma dopo ci fu un violento bussare alla porta e l'uomo si svegliò all'improvviso, brandendo una bacchetta magica nella sua mano destra ed una lama corta nella sinistra.La porta si aprì scricchiolando. Lì sulla soglia, che teneva una vecchia lampada, stava un ragazzo che Harry riconobbe immediatamente: alto, pallido, scuro di capelli, ed attraente - Voldemort adolescente.Gli occhi di Voldemort si mossero lentamente attorno al tugurio ed allora trovarono l'uomo nella poltrona. Per qualche secondo i due si guardarono a vicenda, dopo l'uomo si alzò vacillando, le molte bottiglie vuote ai suoi piedi che si muovevano rumorosamente e che tintinnavano nel pavimento."TU!" gridò lui. "TU!"Ed ubriaco ferì Riddle, la bacchetta e la lama tenute in alto."Basta."Riddle parlò in Serpentese. L'uomo indietreggiò in fretta andando verso il tavolo, mandando le pentole di muffa in frantumi sul pavimento. Guardò fisso Riddle. Ci fu un lungo silenzio mentre i due si contemplavano. L'uomo ruppe il silenzio."Tu riesci a parlarlo...?""Sì, lo parlo," disse Riddle. Avanzava nella stanza, permettendo alla porta di chiudersi vacillando dietro di lui. Harry non poteva aiutare ma provò una risentita ammirazione per la perfetta assenza di timore in Voldemort. La sua faccia esprimeva solo disgusto e, forse, disappunto."Dov'è Orvoloson?" chiese."E' morto," disse l'altro. "Morto anni fa, non è così?"Riddle aggrottò le sopracciglia."Chi sei tu, allora?""Sono Morfin, non lo sai?""Il figlio di Orvoloson?""Sono proprio io, quindi..."Morfin scostò i capelli dalla sua faccia sporca, per vedere meglio Riddle, ed Harry vide che portava l'anello con una pietra nera di Orvoloson nella sua mano destra."Pensavo che fossi quel Babbano," bisbigliò Morfin. "Sembri potente come quel Babbano.""Quale Babbano?" disse Riddle aggressivamente."Quel Babbano che mia sorella desiderava, quel Babbano che vive nella grande villa in fondo alla via," disse Morfin, ed inaspettatamente sputò sul pavimento fra di loro. "Sembri proprio come lui. Riddle. Ma adesso lui è più vecchio, no? E' più vecchio dite, ora, ovviamente ..."Morfin lo osservò leggermente stupito e ondeggiò un poco, afferrando ancora il bordo del tavolo come supporto. "Ritorna, come vedi," aggiunse stupidamente.Voldemort stava guardando Morfin come se stesse valutando le sue possibilità. Ora si mosse un poco più vicino e disse, "Riddle ritorna?""Sì, l'ha lasciata, e si serve di lei completamente, che matrimonio sporco!" disse Morfin, sputando di nuovo sul pavimento. "Ci ha derubati, prima che fuggisse con lei. Dov'è il medaglione, eh? Dov'è il medaglione di Serpeverde?"Voldemort non rispose. Morfin era ancora in collera; brandì il suo coltello e disse, "Ci ha disonorati, lei, quella poco di buono! E tu vieni qui, e fai domande su tutto questo? E' tutto finito. . . .è tutto finito. ..."Distolse lo sguardo, e Voldemort avanzò. Come lo fece, piombò un'innaturale oscurità, che spense la lampada di Voldemort e la candela di Morfin, spense tutto. . . .le dita di Silente si chiusero strette attorno al braccio di Harry e si ritrovarono di nuovo al presente. La luce dorata flebile dell'ufficio di Silente sembrò abbagliare gli occhi di Harry dopo quell'oscurità impenetrabile."E' tutto?" disse Harry ad un tratto. "Perchè all'improvviso tutto è diventato buio, cos'è successo?"

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"Perchè Morfin non può ricordarsi nulla da quel punto in poi," disse Silente, facendo cenno ad Harry di sedersi di nuovo. "Quando sì svegliò il giorno dopo, era disteso per terra, completamente solo. L'anello di Orvoloson non c'era più.""Nel frattempo, nel villaggio di Little Hangleton, una domestica stava correndo lungo la Via Principale, gridando che c'erano tre corpi che si trovavano nella sala da pranzo della grande villa: il Signor Tom Riddle ed i suoi genitori."Le autorità Babbane erano perplesse. Per quanto sono informato, quel giorno non sapevano come i Riddle fossero morti, dato che la maledizione Avada Kedavra non lascia solitamente alcun segno di danni. . . .L'eccezione è seduta davanti a me," aggiunse Silente, con un cenno del capo alla cicatrice di Harry. "Il Ministero, d'altra parte, seppe immediatamente che quello era un omicidio da parte di un mago. Seppero inoltre che un Mangiamorte colpevole di reato viveva nella stessa valle della casa dei Riddle, un Mangiamorte che era già stato incarcerato per aver ucciso una persona.""Così il Ministero convocò Morfin. Non dovettero interrogarlo, usarono il Veritaserum o il Legilimens. Ammise di aver commesso l'omicidio sul posto, fornendo dettagli che solo l'assassino poteva sapere. Era fiero, disse, di avere ucciso dei Babbani, aveva atteso il momento giusto per molti anni. Consegnò la sua bacchetta, che si rivelò subito essere servita per uccidere i Riddle. Ed ha acconsentito di essere condotto ad Azkaban senza lottare.""Tutto quello che lo disturbava era il fatto che l'anello di suo padre era sparito. 'Mi ucciderà per averlo perso', disse a quelli che l'avevano catturato, e lo ripetè ancora. 'Mi ucciderà per aver perso il suo anello'. E quello, apparentemente, era tutto ciò che ancora dicesse. Visse il resto della sua vita ad Azkaban, compiangendo la perdita dell'ultimo cimelio di Orvoloson, ed è sepolto accanto alla prigione, accanto alle altre povere anime che anno espirato all'interno delle relative pareti.""Così Voldemort rubò la bacchetta di Morfin e la usò?" disse Harry, raddrizzandosi nella sedia."E' giusto," disse Silente. "Non abbiamo alcun ricordo per dimostrarlo, ma penso che possiamo essere abbastanza sicuri che sia andata così. Voldemort incantò suo zio, prese la sua bacchetta, ed avanzò attraverso la valle verso 'la grande casa in fondo alla via.' Lì assassinò l'uomo Babbano che aveva abbandonato sua madre, una strega, e, per sicurezza, i suoi nonni Babbani, cancellando così l'ultimo della linea indegna dei Riddle e vendicandosi con il padre che non l'aveva mai voluto. Dopo ritornò al tugurio dei Gaunt, effettuò un complesso incantesimo che poteva mettere una falsa memoria nella mente di suo zio, posò la bacchetta di Morfin accanto al suo inconscio padrone, intascò l'antico anello che portava, e ripartì.""E Morfin non capì mai che non era stato lui a perderlo?""Mai," disse Silente. "Lui diede, come ho detto, una confessione completa e fiera.""Ma ebbe quella finta memoria dentro di lui per tutto il tempo!" "Sì, ma aveva una grande capacità in Legilimens da persuadere se stesso," disse Silente, "e perchè uno dovrebbe cercare ulteriormente nella mente di Morfin quando quello aveva già confessato il crimine? Tuttavia, riuscii a fare una visita Morfin nella sua ultima settimana di vita, momento in cui stavo tentando di scoprire più cose possibili sul passato di Voldemort. Ho estratto questo ricordo con molta difficoltà. Quano vidi cosa conteneva, tentai di usarlo per far uscire Morfin da Azkaban. Prima che il Ministero decidesse, tuttavia, Morfin morì.""Ma come mai il Ministero non si rese conto che Voldemort aveva fatto tutto quello a Morfin?" chiese Harry arrabbiato "Era minorenne a quel tempo, no? Pensavo che si potesse rivelare la magia di un minorenne!" "Hai perfettamente ragione - si può rivelare la magia, ma non il responsabile : Ricorderai che tu eri stato ammonito dal Ministero per l'Incantesimo di Levitazione che era, infatti, stato lanciato da -""Dobby," ringhiò Harry, quell'ingiustizia lo faceva arrabbiare ancora. "Così se sei minorenne e fai una magia in una casa di una strega o un mago adulto, il Ministero non lo saprà?""Certamente non potranno dire chi ha effettuato la magia," disse Silente, sorridendo leggermente allo sguardo di grande indignazione nel volto di Harry. "Contano sui

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genitori della strega e del mago per far rispettare le regole ai loro figli all'interno delle loro pareti.""Bene, quindi non serve a nulla," Harry schioccò le dita. "Basti pensare a cos'è accaduto in quel caso, quello che è accaduto a Morfin!""Concordo," disse Silente. "Qualsiasi cosa Morfin fosse, non meritò di morire in quel modo, incolpato di omicidi che non aveva commesso. Ma stiamo facendo tardi, e vorrei che tu vedessi quest'altro ricordo prima di separarci..."Silente prese dalla tasca un'altra fiala di cristallo ed Harry cadde subito in silenzio, ricordando che Silente aveva detto che quello era il ricordo più importante che avesse in suo possesso. Harry notò che il contenuto provò difficoltà a lasciare la fiala, come se lo avessero leggermente congelato; i ricordi erano andati a male?"Questo non ci porterà via molto tempo," disse Silente, quando ebbe finalmente svuotato la fiala. "Saremo tornati indietro prima che tu possa capire. Un'altra volta nel Pensatoio, allora . . ."Ed Harry cadde di nuovo attraverso la superficie argentata, atterrando stavolta proprio di fronte ad un uomo che riconobbe subito.Era un Horace Slughorn molto più giovane. Harry era così abituato a vederlo che trovò la vista di Slughorn con i capelli folti, lucenti, color paglia piuttosto sconcertante; benchè ci fosse già una zona calva grande quanto un Galeone sulla parte superiore della testa. I suoi baffi, meno voluminosi di quanto non fossero in questi giorni, erano di un biondo-rossiccio. Non era abbastanza poichè lo Slughorn che conosceva Harry era più rotondo, benchè i bottoni dorati sul suo panciotto pienamente ricamato stessero facendo un enorme sforzo. I suoi piedi piccoli si riposavano su un pouffe di velluto, stava seduto in una comoda poltrona, una mano che afferrava un piccolo bicchiere di vino, l'altra che cercava in una scatola di ananas zuccherata.Harry guardava intorno mentre Silente apparve accanto a lui e vide che si trovavano nell'ufficio di Slughorn. Una dozzina di ragazzi stava sedendo attorno a Slughorn, tutti in sedie più dure o più basse della sua, e tutti nel mezzo della loro adolescenza. Harry riconobbe subito Voldemort. La sua era la faccia più attraente di tutte e sembrava il più rilassato di tutti i ragazzi. La sua mano destra era collocata con negligenza nel braccio della sua sedia; con una scossa, Harry vide che portava l'anello oro e nero di Orvoloson; aveva già ucciso il padre."Signore, è vero che la Professoressa Merrythought si è ritirata?" chiese lui."Tom, Tom, se lo sapessi non potrei dirtelo," disse Slughorn, muovendo un rimprovero, il dito coperto di zucchero verso Riddle, rovinando un po' l'effetto sbattendo le palpebre. "Devo dirlo, vorrei sapere dove ottieni le tue informazioni, ragazzo, più informato della metà del personale, sei."Riddle sorrise; gli altri ragazzi risero e gli lanciarono sguardi d'ammirazione."Con la vostra innata capacità di conoscere le cose non dovreste farlo, e la vostra adulazione della gente che conta - grazie per l'ananas, a proposito, avete proprio ragione, è la mia preferita -"Quando vari ragazzi risero, accadde qualcosa di molto strano. La stanza intera fu improvvisamente riempita di nebbia bianca spessa, cosicchè Harry non potesse vedere niente che la faccia di Silente, che era in piedi accanto a lui. Allora la voce di Slughorn squillò attraverso la foschia, in modo innaturalmente forte, "Ti andrà male, ragazzo, segna le mie parole."La nebbia si diradò improvvisamente così come era apparsa ma tuttavia nessuno fece alcuna allusione a ciò, nè qualcuno sembrava essersi accorto che qualcosa di inusuale era appena accaduto. Sorpreso, Harry si guardava attorno quando un piccolo orologio dorato che stava sopra la scrivania di Slughorn suonò le undici."Accipicchia, sono già le undici?" disse Slughorn. "Fareste meglio ad andare, ragazzi, o saremo tutti nei guai. Lestrange, desidero il tuo tema entro domani o andrai in punizione. Lo stesso vale per te, Avery."Slughorn si alzò dalla poltrona e posò il bicchiere vuoto sulla sua scrivania mentre i ragazzi uscirono. Voldemort, tuttavia, era rimasto indietro. Harry avrebbe potuto dirgli volutamente che aveva perso tempo, volendo restare nella stanza con Slughorn.

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"Sei furbo, Tom," disse Slughorn, girando intorno e trovandolo ancora lì. "Non vuoi essere colto di sorpresa in giro a quest'ora, e sei un prefetto...""Signore, vorrei chiedervi qualcosa.""Allora chiedi pure, ragazzo mio, chiedi pure....""Signore, mi sono domandato cosa sapete su. . .sugli Horcruxes?"Ed accadde ancora una volta: Una densa nebbia riempì la stanza tanto che Harry non potè vedere affatto nè Slughorn nè Voldemort, solo Silente, che sorrideva serenamente accanto a lui. Allora la voce di Slughorn urlò ancora, proprio come aveva fatto prima."Non so nulla sugli Horcruxes e se sapessi qualcosa non te lo direi! Ora esci di qui immediatamente e non provare a menzionarli ancora!""Bene, è tutto," disse Silente placidamente accanto ad Harry."E’ ora di andare."Ed i piedi di Harry lasciarono il pavimento per cadere, secondi dopo, indietro sul tappeto davanti la scrivania di Silente."Cosa significa tutto ciò?" disse Harry in maniera inespressiva.Silente aveva detto che quello era il ricordo più importante di tutti, ma lui non riusciva a vedere cosa ci fosse di così significativo in esso. Bisognava ammettere che la nebbia, ed il fatto che nessuno sembrasse notarla, era strano, ma tranne quello niente sembrava essere accaduto eccetto che Voldemort aveva chiesto una domanda senza avere risposta."Potresti di certo notare," disse Silente, sedutosi nuovamente dietro la scrivania, "che quel ricordo è stato alterato.""Alterato?" ripetè Harry, sedendosi a sua volta."Certo," disse Silente. "Il Professor Slughorn interferì con i suoi ricordi.""Ma perchè l'ha fatto?""Perchè, io penso, si vergognava di quello che ricordava," disse Silente. "Ha provato ad alterare il ricordo per mostrarsi in una luce migliore, cancellando quelle parti che non desidera più vedere. E, come avrai notato, l'ha fatto in modo molto inesperto, ed il risultato è tutto tranne che buono, e indica che il reale ricordo è ancora sotto le alterazioni.""E così, per la prima volta, ti sto affidando un compito, Harry. Sarà il tuo compito persuadere il Professor Slughorn a rivelare il ricordo reale, che sarà indubbiamente la nostra informazione più importante di tutte."Harry lo guardava fisso."Ma certamente, signore," disse, mantenendo la sua voce il più rispettosa possibile, "non avrebbe bisogno di me - potrebbe usare il Legilimens ... o il Veritaserum...""Il Professor Slughorn è un mago estremamente in gamba che sorprenderà entrambi," disse Silente. "E' molto più esperto in Occlumanzia del povero Morfin Gaunt, e mi stupirei se non avesse portato nessun antidoto come il Veritaserum con lui da quando lo costrinsi a darmi questo ricordo.""No, io penso che sia stato insensato tentare di strappare la verità dal professor Slughorn con la forza, e potrebbe fare più danno che bene; non voglio che lui abbandoni Hogwarts. Tuttavia, ha le sue debolezze come tutti noi del resto, e credo che tu sia l'unica persona a poter penetrare le sue difese. La cosa più importante è che noi ci assicuriamo il vero ricordo, Harry. . . .Quanto importante, lo sapremo solo quando avremo visto il ricordo reale. Beh, buona fortuna . . .e buona notte."Un po' sorpreso per il distacco improvviso, Harry si affrettò. "Buona notte, signore."Dopo che chiuse la porta dello studio dietro di se, sentì distintamente Phineas Nigellus parlare, "Non vedo perchè il ragazzo dovrebbe essere più abile di te, Silente.""Non farei previsioni se fossi in te, Phineas," ripetè Silente, e Fanny emise un altro flebile, musicale canto.

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CAPITOLO DICIOTTO

SORPRESE DI COMPLEANNO

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Il giorno seguente Harry confido' separatamente sia a Ron che a Hermione la missione che Silente gli aveva affidato,dato che Hermione si rifiutava ancora di rimanere in presenza di Ron più del tempo necessario di una fuggevole occhiata.Ron pensava che Harry non avrebbe avuto nessun problema con Slughorn."Ti adora" gli disse durante la colazione,agitando una forchettata di uova fritte "Non ti rifiuterebbe nulla,non al suo Principe delle Pozioni.Resta dopo la lezione questo pomeriggio e chiediglielo!"Hermione invece,aveva una visione più cupa."Dev'essere veramente molto determinato a nascondere cosa è realmente accaduto se Silente non è riuscito a tirarglielo fuori.."disse in un sussurro,mentre passeggiavano nel cortile deserto e freddo durante la ricreazione "Horcruxes,Horcruxes...non ne ho mai sentito parlare""Non le conosci?"Harry era contrariato;sperava che Hermione potesse dargli un indizio di cosa fossero le Horcruxes."Devono essere Arti Oscure molto avanzate,altrimenti perche Voldemort avrebbe voluto informazioni al riguardo?Credo che sara' difficile avere l'informazione Harry,dovrai andarci cauto su come affronterai Slughorn,pensa ad una strategia..""Ron pensa che dovrei semplicemente restare dopo la lezione questo pomeriggio..""Oh be',se Won Won lo pensa,faresti meglio a fare come dice"disse,infiammandosi "Dopo tutto,quando mai i giudizi di Ron sono stati sbagliati?""Hermione,non potresti...?""No!"urlo' arrabbiata,e scappo' via,lasciandolo solo e immerso fino alle caviglie nella neve.Le lezioni di Pozioni erano imbarazzanti negli ultimi giorni,dato che Harry, Ron ed Hermione dovevano dividere lo stesso banco. quel giorno,Hermione sposto' il suo calderone vicino ad Ernie ed ignoro' sia Ron che Harry."Che cosa hai fatto?" borbotto' Ron a Harry,guardando l'arrogante profilo di Hermione.Ma prima che Harry potesse rispondere, Slughorn chiese il silenzio alla classe."Sedetevi,sedetevi per favore!Abbiamo un sacco di lavoro da fare questo pomeriggio!La Terza Legge di Golpalott!Chi sa dirmela?Ma..Certo,Miss Granger!"Hermione la recito' velocemente:" La Terza Legge di Golpalott dice che l'antidoto di un veleno miscelato sara' uguale alla somma degli antidoti dei diversi componenti""Esatto!" si congratulo' Slughorn "Dieci punti per Grifondoro!Quindi,se presumiamo che la terza legge di Golpalott sia esatta..Harry prendeva per vere le parole di Slughorn sulla terza Legge,dato che non aveva capito nulla. Nessuno,tranne Hermione,sembrava seguire quello che Slughorn diceva."..significa,ovviamente,che presumendo di aver riconosciuto con precisione gli ingredienti della pozione, grazie allo Scarpin RilevaIncantesimo, il nostro obiettivo primario non è semplicemente quello di selezionare i diversi antidoti, bensì di trovare quell'elemento che aggiunto, grazie ad un processo quasi alchemico, trasformera' i diversi componenti"Ron sedeva accanto ad Harry annuendo distrattamente,con la bocca mezza aperta,guardando la sua copia di "Pozioni Avanzate".Ron continuava a scordarsi che non poteva più affidarsi ad Hermione per un aiuto,quando non riusciva a capire di cosa si parlava."..e quindi,"concluse Slughorn "voglio che ognuno di voi prenda una fiala dalla mia cattedra. Creerete un antidoto per la pozione che troverete dentro prima del termine della pozione. Buona fortuna, e non dimenticate i guanti protettivi!"Hermione aveva lasciato il suo posto e si era avviata verso al cattedra prima che la classe si rendesse conto che era ora di iniziare,e nel momento in cui Ron e Harry ritornavano ai loro posti aveva gia' svuotato la fiala nel suo calderone ed acceso il fuoco sotto di esso."E' un peccato che il Principe non sia in grado di aiutarti questa volta,"disse in tono leggero "Devi capire i princìpi coinvolti questa volta..Niente scorciatoie o trucchi!"Infastidito, Harry stappo' la pozione presa dalla cattedra di Slughorn, che era di un rosa pallido fluorescente,la svuoto' nel calderone e accese il fuoco.Non aveva idea di

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quello che avrebbe dovuto fare dopo.Diede un'occhiata a Ron, che rimaneva lì in piedi sembrando abbastanza cupo, avendo copiato tutto quello che Harry faceva."Sei sicuro che il Principe non abbia nessuno consiglio?" sussurro' Ron.Harry prese il suo libro di Pozioni Avanzate,e ando' al capitolo degli antidoti.C'era la Terza Legge di Golpalott,scritta esattamente come Hermnione l'aveva enunciata,ma nessuna nota illuminante del Principe che spiegava cosa significasse. Sembrava che il Principe,proprio come Hermione,non avesse avuto difficolta' a capirla."Niente,"disse Harry,cupo.Hermione adesso stava agitando la bacchetta entusiasticamente sopra il calderone.Sfortunatamente non potevano neppure copiare il suo incantesimo,perchè era diventata così brava negli Incantesimi non Verbali che non aveva bisogno di pronunciarli ad alta voce.Ernie MacMillan stava borbottando "SPECIALIS REVELIO" al suo calderone,cosa che sembrava impressionante,così Harry e Ron si sbrigarono ad imitarlo.Harry ci mise cinque minuti a capire che la sua reputazione di miglior Preparatore di Pozioni stava crollando attorno a se'.Slughorn aveva sbirciato nel suo calderone speranzosamente,preparandosi a lodarlo come sempre faceva,ma stavolta se ne ando' tossendo,a causa dell'odore di uova marce.L'espressione di Hermione non poteva essere più soddisfatta.Aveva odiato l'essere surclassata in ogni lezione di Pozioni. E adesso stava separando i misteriosi elementi in dieci diverse fiale di cristallo.Più per evitare quella fastiosa visione che per altro,Harry guardo' il suo libro,girando poche pagine con forza eccessiva.E lì c'era,scarabocchiata in mezzo ad una lunga lista di antidoti.Semplicemente lasciar scivolare un Bezoar lungo la gola.Harry si immobilizzo' a quelle parole per un istante.Non aveva,tanto tanto tempo fa,sentito parlare del Bezoar?Piton non l'aveva nominata alla sua primissima lezione di pozioni?Una pietra presa dallo stomaco di una capra che proteggera' dalla maggior parte di veleni.Non era la risposta alla Terza Legge di Golpalott,e se Piton fosse stato ancora il suo insegnante di pozioni non avrebbe osato,ma era il momento per le risorse estreme.Si sbrigo' a raggiungere il ripostiglio,cercando,spingendo di qua e di la' corni di unicorno e scatole di erbe secche,finchè non raggiunse,in fondo,una scatola di cartone con scritto sopra "Bezoar".Apri' la scatola appena Slughorn tuono' "Due minuti rimasti".Dentro c'erano una mezza dozzina di oggetti marroni striminziti,che sembravano più reni seccati che pietre.Harry ne prese una, mise la scatola a posto, e corse al suo calderone."Tempo scaduto!"urlo' Slughorn " Bene,f atemi vedere come ve la siete cavata!Blaise cos'hai per me?"Lentamente, Slughorn si mosse nella stanza, esaminando i vari antidoti.Nessuno aveva finito il compito,anche se Hermione stava cercando di inserire degli ingredienti nella bottiglia prima che la raggiungesse.Ron aveva lasciato completamente perdere,e ora cercava di soffiare via il fumo putrido dal suo calderone.Harry rimase lì ad aspettare,la pietra stretta in mano..Slughorn raggiunse il loro tavolo per ultimo,annuso' la pozione di Ernie e non si soffermo' al calderone di Ron,pur guardandosi indietro."E tu Harry?"disse "Cos'hai per me?"Harry mostro' la sua mano,rivelando la pietra.Slughorn la guardo' per 10 secondi.Harry credette che stesse per sgridarlo,invece butto' la testa all'indietro ed esplose in una risata."Hai del fegato, ragazzo!" latro', prendendo il bezoar e mostrandolo alla classe "Oh,sei come tua madre..beh,non posso contraddirti,un bezoar farebbe certamente da antidoto a tutte queste pozioni!"

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Hermione,che aveva la faccia sudata,e qualcosa sul naso,sembrava livida.Il suo antidoto mezzo terminato,compresi 52 ingredienti,più un suo capello bolliva alle spalle di Slughorn,che aveva occhi solo per Harry."E hai pensato al bezoar da solo,vero Harry?"disse a denti stretti."Questo è lo spirito individuale di cui ogni buon preparatore di pozioni ha bisogno!"disse Sloghorn felice,prima che Harry potesse rispondere "Proprio come sua madre,aveva la stessa intuizione nella preparazione di pozioni,è indubbio che l'abbia preso da Lily..Si,Harry,si,se tu avessi un bezoar in mano sicuramente farebbe effetto,anche se non su tutto,e anche se sono molto rari,vale comunque la pena sapere come mischiare gli antidoti.."L'unica persona a sembrare più arrabbiata di Hermione era Malfoy,che con piacere di Harry,aveva creato qualcosa che assomigliava la vomito di gatto.Prima che entrambi potessero riversare la rabbia di vedere Harry come primo della classe senza fare nessun lavoro,la campanella suono'."E’ ora di prepararsi!"disse Slughorn "E altri 10 punti a Grifondoro per la sfacciata fortuna!"Ancora ridacchiando si diresse dietro la cattedra.Harry si prese un po' di tempo per rimettere a posto le sue cose.Ne' Ron ne' Hermione gli augurarono buona fortuna prima di uscire;sembravano entrambi infastiditi.Alla fine Slughorn e Harry rimasero da soli."Su,ragazzo,arriverai tardi alla prossima lezione,"disse Slughorn affabilmente, richiudendo la sua borsa di pelle di drago."Professore,"disse Harry,sentendosi come Voldemort, "Volevo chiederle qualcosa""Chiedi pure mio caro ragazzo,chiedi pure...""Professore,mi chiedevo se sapesse dirmi qualcosa degli Horcruxes".Slughorn gelo'.La sua faccia sembro' sprofondare.Si lecco' le labbra e disse con voce roca "Che cosa hai detto?""Le ho chiesto se sa qualcosa sugli Horcruxes, vede...""Silente ti ha detto di farlo vero?"sussurro' Slughorn.La sua voce era cambiata completamente.Non era più geniale,ma scioccato,spaventato.Rovisto' nel taschino della giacca per un po',tirando fuori un fazzolettino,asciugandosi la fronte sudata."Silente ti ha mostrato quel..ricordo,vero?"disse Slughorn "L'ha fatto,vero?""Si,”disse Harry,decidendo sul momento che era meglio non mentire."Si,certo,"disse Slughorn quietamente,ancora tamponando la sua faccia pallida."Certo...bene,se hai visto quel ricordo dovresti sapere che io non so nulla, NULLA - ripete' con forza - riguardo agli Horcruxes.”Prese la sua borsa di pelle di drago,rimise il fazzolettino nel taschino,e marcio' verso la porta."Professore,"ripete' Harry disperato,"pensavo solo che potesse esserci un altro pezzettino di ricordo..""Lo pensavi?"disse Slughorn "Beh,vuol dire che ti sbagliavi!SBAGLI!".Urlo' l'ultima parola,e prima che Harry potesse ribattere,sbatte' la porta dell'aula dietro di se'.Ne' Ron Ne' Hermione furono del tutto comprensivi con Harry quando gli racconto' del disastroso colloquio; Hermione era ancora arrabbiata per il fatto che Harry avesse trionfato senza aver fatto propriamente il lavoro.Ron era risentito perchè Harry non aveva passato un bezoar anche a lui."Sarebbe sembrato stupido se l'avessi fatto entrambi!" disse Harry,con irritazione "Senti,dovevo provare ad ammorbidirlo in modo da potergli domandare di Voldemort!"Oh!Calmati!"aggiuse esasperato,quando Ron sussulto' al sentire il suono del nome.Infuriato dal suo fallimento,e dal comportamento di Ron ed Hermione, Harry,nei giorni seguenti,rimugino' su quello che doveva fare con Slughorn.Decise che, per quel momento avrebbe lasciato che Slughorn pensasse che si fosse dimenticato degli Horcruxes; era sicuramente meglio farlo scivolare in un falso senso di sicurezza prima di tornare all'attacco.

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Quando Harry non chiese più nulla,il Professore di pozioni torno' al suo solito trattamento affettuoso, e sembrava aver messo da parte la cosa, Harry aspetto' un invito ad una delle sue feste serali,deciso ad accettare,anche se avesse dovuto cambiare il programma di allenamento del Quidditch. Sfortunatamente, però, non arrivo' alcun invito.Harry controllò con Hermione e Ginny, e per quanto ne sapevano loro,nessuno l'aveva ricevuto.Harry non poteva di fare a meno di pensare che questo significasse che Slughorn fosse meno propenso a dimenticare di quanto sembrasse,e determinato a non dare ad Harry altre opportunita' di chiedere.Nel frattempo la biblioteca di Hogwarts deluse Hermione per la prima volta; era cosi' scioccata che si dimentico' persino di essere arrabbiata con Harry per il trucco del bezoar."Non ho trovato una sola spiegazione di cosa faccia un Horcruxes!"gli disse "Neanche una! Ho guardato nella zona proibita,persino nei libri più orribili,dove ti spiegano come mescolare le più brutte pozioni,niente! Tutto quello che ho trovato,nell'introduzione di "Magic Most Evil" -Ascolta!-delle Horcruxes,la più strana delle invenzioni magiche non ne parleremo e non daremo informazioni"...ma capisci,allora perchè' menzionarle?"disse impaziente,chiudendo violentemente il libro;questo lancio' un urlo sepolcrale "Oh!stai zitto!"intimo',rimettendolo in borsa.La neve si sciolse attorno alla scuola appena arrivo' febbraio,per essere sostituita da una fredda asciutta umidita'.Nubi grigio-violetto stavano sopra il castello,e una costante caduta di pioggia fredda rendeva i prati scivolosi e fangosi.Il risultato di tutto questo fu che la prima lezione di Materializzazione per il sesto anno,in programma il sabato,in modo da non intralciare il corso delle regolari lezioni,si tenne nella Sala Grande invece che nel cortile.Quando Harry ed Hermione arrivarono nella sala(Ron ci ando' con Lavenda),scoprirono che i tavoli erano scomparsi.La pioggia scivolava sulle alte finestre,e il cielo incantato era scuro sopra di loro,quando si riunirono di fronte alla Professoressa McGranitt, Piton, Vitious e Sprite, i capi delle Case,e un piccolo mago,che Harry penso' fosse il lostro insegnante di Materializzazione del Ministero.Era stranamente incolore, con ciglia trasparenti, capelli a ciuffo, e un'aria instabile,come se al primo soffio di vento potesse volare via.Harry si chiese se la continua materializzazione e smaterializzazione potesse in qualche modo diminuire la sua sostanza,o se la sua corporatura fosse ideale per qualcuno che desiderasse smaterializzarsi."Buongiorno!"disse il mago del Ministero,quando tutti gli studenti arrivarono,e i capi delle case li avevano invitati al silenzio."Il mio nome è Wilkye Twycross e saro' il vostro insegnante di Materializzazione per le prossime dodici settimane.Spero di essere capace di prepararvi per l'esame di Materializzazione in questo periodo""Malfoy, zitto e sta' attento" abbaio' la professoressa McGranitt.Tutti si girarono.Malfoy era arrossito in una tonalita' rosa chiaro:sembrava furioso quando si allontano' da Tiger,con il quale sembro' aver avuto una discussione a bassa voce.Harry diede un'occhiata anche a Piton,che sembrava infastidito,anche se,Harry sospettava,fosse più per il fatto che la McGranitt avesse rimproverato uno della sua casa, che per la maleducazione di Malfoy..."...per quel periodo,molti di voi dovrebbero essere pronti a passare il test.." continuo' Twycross,come se non ci fossero state interruzioni..."come ben sapete,di solito è impossibile materializzarsi o smaterializzarsi a Hogwarts.Il preside ha tolto l'incantesimo,solo in questa Sala,per un'ora,in modo da potervi fare esercitare.Lasciatemi sottolineare che non potrete materializzarvi al di fuori di queste mura,e vi sconsiglio di provarci.Vorrei che ognuno di voi si posizionasse in modo da avere almeno un metro e mezzo di spazio di fronte a se'.Ci fu' un gran chiasso di gente che si spostava,prendeva posto,e cacciava gente dal proprio spazio.I capi delle case intervenivano per aiutare a trovare posto,e per troncare le discussioni."Harry dove vai?"gli chiese Hermione.Ma Harry non rispose,si stava muovendo velocemente attraverso la folla,passando i posti che il professor Vitious stava assegnando ad alcuni Corvonero,che volevano stare

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tutti davanti,supero' la professoressa Sprite,che stava sistemando i Tassorosso in riga,fino a che,girando attorno a Ernie McMIllan,si trovo proprio alla fine della folla,proprio dietro Malfoy,che stava sfruttando lo schiamazzo generale per continuare la conversazione con Tiger,che stava ad un metro e mezzo e sembrava ammutolito."Non so per quanto tempo,d'accordo?" Malfoy urlava contro di lui,dimenticandosi di Harry dietro di lui "Sta prendendo più tempo di quanto pensassi"Tiger aprì la bocca,ma Malfoy sembro' indovinare cosa voleva dire." Non sono affari tuoi quello che sto facendo,Tiger,voglio solo che tu e Goyle facciate quello che vi è stato detto e che controlliate!"" Io dico ai miei amici quello che sto facendo,se voglio che facciano la guardia per me" disse Harry,a voce alta abbastanza perchè Malfoy lo sentisse.Malfoy giro' attorno al suo posto,la mano volo' alla bacchetta,ma in quel preciso momento i quattro Capi delle case urlarono " SILENZIO! " e il silenzio torno' di nuovo.Malfoy si giro' lentamente."Grazie" disse Twycross "adesso..." Agito' la bacchetta:Vecchi ceppi di legno apparvero sul pavimento di fronte ad ogni studente."Le tre cose importanti da ricordare quando ci si Materializza sono le 3 D!" disse Twycross "Determinazione,Destinazione,Deliberazione!..Primo passo:fissate la vostra mente sulla destinazione desiderata.In questo caso,l'interno del ceppo.Per favore,concentratevi sulla vostra destinazione adesso!"Tutti si guardarono attorno furtivamente,per controllare che tutti fossere di fronte al proprio ceppo,quindi si sbrigarono a fare quello che gli era stato detto.Harry si concetro' sul polveroso cerchio del pavimento,e provo' a non pensare a nient'altro.questo si rivelo' impossibile,dato che continuava a cercare di capire per che cosa Malfoy avesse bisogno di controllo."Secondo passo, " disse Twycross "focalizzate la vostra determinazione ad occupare lo spazio che vedete!Lasciate che la vostra brama passi dal vostro corpo fino ad ogni particella del vostro corpo"Harry si guardo' attorno di soppiatto;alla sua sinistra Ernie MacMillan stava contemplando il suo ceppo così intensamente che la sua faccia era diventata rosa;sembrava che stesse per tirar fuori un uovo delle dimensioni di una Pluffa.Harry fece una piccola risata e si concentro' di nuovo sul suo ceppo."Passo numero 3 " chiamo' Twycross " e SOLO quando vi daro' il comando,concentratevi sul posto,sentitevi trascinare verso il nulla,muovetevi con Deliberazione.Al mio comando adesso!UNO...!DUE...!"Harry si guardo' attorno di nuovo;molte persone sembravano allarmate dalla richiesta di smaterializzarsi così presto.Provo' a fissarsi di nuovo sul suo ceppo;aveva gia' dimenticato cosa significassero le 3 D."TREEE!"Harry ruoto' sul posto,perse l'equilibrio,e quasi cadde.Non era l'unico.Tutta la sala era piena di persone sdraiate;Neville era caduto di schiena;Ernie MacMillan,d'altro canto,fece una specie di piroetta sul suo ceppo,e stette per un attimo sospeso,poi cadde,mentre Dean Thomas rideva di lui."Non vi preoccupate,non vi preoccupate" disse Twycross asciutto,che sembrava non aspettarsi nulla di più " Aggiustate i vostri ceppi per favore,e ritornate alle vostre posizioni di partenza..."La seconda prova non fu meglio della prima,la terza fu ugualmente orribile.Non fino alla quarta in cui successe qualcosa di eccitante.Ci fu un orribile urlo di dolore,e tutti si guardarono attorno,terrorizzati di vedere Susan Bones di Tassorosso nel suo ceppo, mentre la sua gamba sinistra rimasta alla posizione di partenza.I capi della case corsero verso di lei,ci fu un grosso scoppio,e una nube di fumo viola che rivelo' Susan Bones singhiozzante,riunita alla sua gamba,ma terrorizzata."Spaccatura,o la separazione casuale di parti del corpo"disse Twycross senza emozioni, "capita quando la mente non è abbastanza determinata.Dovete continuamente concentrarvi sulla vostra destinazione,senza fretta,ma con delibera...zione!"

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Twycross fece un passo vanti,giro' graziosamente su se stesso,con le braccia spalancate e spari in un fliuutuare d'abiti,riapparendo dall'altra parte della stanza."Ricordatevi le tre D" disse " e provate di nuovo! Uno..Due...Tre..!"Ma un ora dopo la cosa più interessante che fosse accaduta era la spaccatura di Susan Bones.Twycross non sembrava scoraggiato.Allacciandosi il mantello al collo disse solamente "Fino al prossimo sabato,tutti,non dimenticate:Destinazione Determinazione,Deliberazione."Detto questo,con una mossa della sua bacchetta i ceppi scomparvero,e atttraverso' la Sala accompagnato dalla professoressa McGranitt.Le chiacchere cominciarono appena la gente comincio a muoversi verso la Hall d'entrata."Come ti è andata?"chiese Ron correndo vicino ad Harry "Credo di aver sentito qualcosa l'ultima volta che ho provato..una sorta di fremito ai piedi""Credo che i tuoi allenamenti siano troppo pochi,Won Won"disse una voce dietro di loro,ed Hermione li sorpasso',con un sorrisetto affettato."Io non ho sentito nulla" disse Harry,ignorando l'interruzione "Ma non mi importa ora..""Che vuol dire che non ti importa..voglio dire,non vuoi imparare a smaterializzarti?" disse Ron incredulo"Non sono preoccupato,davvero.Preferisco volare" disse Harry,dando un'occhiata oltre la sua spalla per vedere dov'era Malfoy,e sbrigandosi a raggiungere l'Ingresso. "Senti,corri,c'è una cosa che voglio fare.. ".Prplesso,Ron lo segui' alla torre di Grifondoro di corsa..Era temporaneamente prigionieri di Pix,che aveva chiuso a chiave una porta del quarto piano,e si rifiutava di far passare chiunque finche' qualcuno non avesse dato fuoco ai proprio calzoni,ma Harry e Ron tornarono semplicemente indietro,e presero una delle loro fidate scorciatoie.In 5 minuti,stavano passando attaverso il buco del ritratto."Vuoi dirmi che cosa stiamo facendo?" disse Ron,ansimando." Quassu' " disse Harry,attraversando la sala comune,e e prendendo la strada per i dormitori maschili.Il loro dormitorio era,come Harry sperava,vuoto.Volo' verso il suo baule e inizio' a rovistarci dentro,mentre Ron lo guardava impaziente." Harry...""Malfoy sta usando Tiger e Goyle come guardie.Stava discutendo con Tiger di questo proprio ora.E voglio sapere...AHA!"L'aveva trovato,una pergamena di forma quadrata all'apparenza bianca,che apri',battendoci sopra con la punta della bacchetta"Giuro solennemente di non avere buone intenzioni..o Malfoy lo è..".Immediatamente,la Mappa del Malandrino apparve sulla superficie della pergamena.C'era un disegno dettagliato di tutti i piani del castello,e,all'interno si muovevano dei piccoli puntini che ne indicavano gli occupanti."Aiutami a trovare Malfoy" disse Harry con urgenza. Poso' la mappa sul letto,e Ron inizio' a cercare."Eccolo!" disse Ron dopo circa un minuto "E nella sala comuna dei Serpeverde, guarda, con Parkinosn, Zabini e Tiger e Goyle"Harry guardo' la mappa,un po' infastidito,ma anche sollevato."Bene,d'ora in poi lo terro' d'occhio"disse fermamente "e nel momento i cui lo trovero' a girovagare con Tiger e Goyle che fanno da guardia,ci saro' anche io con il mio mantello dell'Invisibilita' per scoprire cosa sta..." si interuppe appena Neville entro' nel dormitorio, con addosso un odore di bruciato,cominciando a rovistare nel suo baule per tirar fuori un paio di pantaloni puliti.Nonostante la sua determinazione a tener d'occhio Malfoy,nelle settimane seguenti non ebbe molta fortuna.Anche se consultava la mappa più spesso che poteva,talvolta andando al bagno quando non ne aveva bisogno durante le lezioni,non vide mai Malfoy in posti sospetti.Certo,spesso trovava Crabbe e Goyle in giro più spesso del solito,o fermi in un corridoio, ma Malfoy non era accanto a loro,anzi,era impossibile localizzarlo sulla mappa.Harry giocherello' con la possibilita' che Malfoy stesse lasciando il castello,ma non riusciva a capire come potesse eludere la massiccia sorveglianza del castello.Poteva

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solo supporre che si lasciava sfuggire Malfoy tra le centinaia di puntini che apparivano sulla mappa.Riguardo al fatto che Malfoy Crabbe e Goyle non stessero sempre insieme,nonostante sembrassero inseparabili,beh,queste cose accaddevano diventando più grandi,e Ron ed Harmione ne erano la prova vivente.Febbraio lascio' il posto a marzo,senza portare cambiamenti al tempo,eccetto che divento' ventoso quanto umido.Nell'indignazione generale,un volantino fu affiso in tutte le case comuni,avvertendo che la prossima gita a Hogsmeade era stata cancellata.Ron era furioso."Era nel giorno del mio compleanno!" disse "La stavo aspettando!""Comunque non è una gran sorpresa no?" replico' Harry " Non dopo quello che è successo a Katie"Non era ancora tornata dal San Mungo.Inoltre, c'erano state molte sparizioni, riportate dalla Gazzetta del Profeta, inclusi molti parenti degli studenti di Hogwarts."Ma adesso tutto quello che posso aspettare è la stupida Materializzazione!" disse Ron furente " Bello scherzo di compleanno!"Tre lezioni avanti, Smaterializzazione sembrava più difficile che mai, anche se molti erano riusciti a spaccarsi.La frustazione era alta, e c'era un certo odio verso Wilkie Twycross e le sue tre D,che avevano ispirato un sacco di soprannomi,di cui i più cortesi erano Dog-breath e Dung-Head."Buon compleanno Ron!"disse Harry, la mattina del primo Marzo, quando furono svegliati da Seamus e Dean che andavano a far colazione facendo chiasso.'Ecco il tuo regalo!" Lancio' il pacchetto sul letto di Ron,dove si aggiunse ad una rispettabile di altri pacchetti,che dovevavo essere stati portati dagli elfi domestici durante la notte. "Grazie!" disse Ron allegramente;mentre tirava via la carta,Harry usci' dal letto,apri' il suo baule,cercando la Mappa del Malandrino,che aveva nascosto ogni volta dopo averla usata.Tiro' fuori la meta' della sua roba prima di imbattersi in un mucchio di calzini dove la teneva nascosta e dove teneva anche la bottiglia di Felix Felicis,la pozione della fortuna."Bene" mormoro',riportando la mappa a letto con lui,battendoci sopra piano e mormorando "Giuro solennemente di non avere buone intenzioni" cosi' che Neville,che stava passando di fianco al suo letto,non potesse sentire nulla."Bello Harry!" disse Ronny con entusiasmo,agitando i nuovi guanti da Portiere di Quidditch che Harry gli aveva regalato."Nessun problema" disse Harry, assente, mentre cercava Malfoy nel suo dormitorio "Ehi, non credo che sia a letto"Ron non rispose; era troppo occupato a scartare i regali, lanciando ogni tanto un urlo di approvazione."Veramente bei regali quest'anno!" annuncio',tenendo un orologio d'oro in mano,con strani simboli sopra, e piccole stelle che si muovevano. "Hai visto cosa mi hanno regalato Mamma e Papa'?"Ehi, se penso che diventero' maggiorenne anche io l'anno prossimo..""Bello!" borbotto' Harry, dando un occhiata all'orologio priama di tornare a scrutare la mappa.Dov'era Malfoy?Non era al tavolo dei Serpeverde nella Sala Grande a fare colazione, non era accanto a Piton, che era nel suo studio, non era nei bagni ne' in infermeria..."Ne vuoi una?" disse Ron raucamente,tirando fuori una scatola di Cioccorana. "No Grazie" disse Harry,guardandolo " Malfoy è scomparso di nuovo!""Non puo' averlo fatto" disse Ron, infilandosi un'altra Cioccorana in bocca mentre scivolava fuori dal letto per vestirsi. "Dai, se non ti sbrighi, dovrai smaterializzarti a stomaco vuoto, anche se potrebbe essere più facile".Ron guardo' pensosamente la scatola di Cioccorana,quindi si decise e ne prese una terza.Harry diede dei colpetti alla mappa, mormorando "Fatto il Misfatto", anche se non era vero, e si vestì, continuando a riflettere. Doveva esserci una spiegazione per le periodiche sparizioni di Malfoy, ma non riusciva a capire quale potesse essere. Il modo migliore sarebbe stato seguirlo, ma anche con il mantello dell'Invisibilita' era impossibile; aveva le lezioni, l'allenamento di Quidditch, compiti e Materializzazione; non avrebbe potuto seguire Malfoy senza che la sua continua assenza venisse notata.

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"Pronto?" chiese a Ron. Era a meta' strada dalla porta del dormitorio quando si rese conto che Ron non si era mosso, ma era seduto sul letto, guardando la pioggia battere sulle finestre con un strano sguardo assente."Ron? Colazione.""Non ho fame"Harry gli si mise davanti "Ma credevo che avessi detto...""Va bene, verro' giù con te "sospiro' ' Ron, "ma non voglio mangiare"Harry lo esamino' sospettoso. "Hai appena mangiato mezza scatola di Cioccorane, vero?""Non è questo " sospiro' ancora "Non capiresti...""Ok, ne ho abbastanza" disse Harry, perplesso, mentre apriva la porta."Harry!" disse Ron all'improvviso."Cosa c'è?""Non posso sopportarlo!""Non puoi sopportare cosa?"chiese Harry, in allarme, notando il pallido viso di Ron, come se dovesse sentirsi male."Non posso smettere di pensarla" disse Ron, rauco.Harry lo guardo'.Non se l'aspettava e non era sicuro di volerlo sapere. Potevano anche essere amici, ma se Ron avesse cominciato a chiamare Lavenda 'Lav-Lav 'avrebbe dovuto riportarlo con i piedi per terra."E perchè questo ti impedisce di fare colazione?" chiese Harry, cercando di dare un tono razionale alla discussione"Non sa nemmeno che esisto" disse Ron facendo un gesto disperato"Lei lo sa di sicuro che esisti" disse Harry, perplesso "Continua a starti dietro,no?"Ron batte' le palpebre. "Di chi stai parlando?"No, di chi TU stai parlando!?" disse Harry, con una crescente impressione che la ragione fosse andata via da quella conversazione."Romilda Vane" sospiro' Ron, la sua faccia si illumino' appena lo disse, come se fosse stato colpito da un raggio di sole.Si guardarono a vicenda per almeno un minuto. "Stai scherzando vero? E' uno scherzo!""Io credo...Harry, credo di amarla.." disse Ron con la voce strozzata."Ok" disse Harry,andando verso Ron per dare un'occhiata da vicino al suo viso pallido e agli occhi confusi."Ok,dillo di nuovo con una faccia seria""Io la amo" ripete' Ron,senza fiato, 'Hai visto i suoi capelli?" sono neri, lucidi, setosi..e i suoi occhi?I suoi grandi occhi neri...e il suo..""Questo è molto divertente e quello che vuoi," disse Harry impaziente, "ma lo scherzo è finito ok? Piantala!"Si volto' per andarsene.aveva fatto due passi verso la porta quando una scintilla gli passo' accanto all'orecchio. Vacillando, si guardo' attorno. Ron aveva il pugno pronto, la sua faccia era contorta per la rabbia, era in procinto di colpire di nuovo.Harry reagì istintivamente, la sua bacchetta fu fuori dalla tasca, e l'incantesimo usci' dal cervello senza pensarci nemmeno " LEVICORPUS"Ron urlo' quando il si ritrovo' sottosopra, dondolando, con i vestiti che penzolavano."Perchè l'hai fatto?" urlo' Harry"Tu l'hai insultata Harry! Hai detto che era uno scherzo!"urlo' Ron, che stava diventando rosso in viso mentre il sangue affluiva alla testa."Questo è assurdo!" disse Harry "Cosa pensi che.."Poi vide la scatola aperta sul letto di Ron, e la consapevolezza lo colpi' con la forza di un troll."Da dove hai preso quelle Cioccorane?""Erano un regalo di compleanno," urlo' Ron,cercando di liberarsi,"Te lo ho anche offerte!""Le hai prese dal pavimento, vero?""Sono cadute dal mio letto, lasciami andare!"

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"Non sono cadute dal tuo letto, idiota, non capisci?Erano mie, le ho buttate fuori dal baule prima mentre cercavo la mappa, me l'aveva regalate Romilda Vane prima di Natale, e sono piene di una pozione d'amore!"Ma solo una parola venne registrata da Ron."Romilda?" ripete' Ron " hai detto Romilda? La conosci? Puoi presentarmi?"Harry guardo' il donodolante Ron, la cui faccia sembrava tremendamente speranzosa, e combatte' contro il desiderio di ridere. Una parte di lui,l a parte più vicina al suo orecchio destro, gli suggeriva di lasciar andare Ron e di lasciarlo andare in giro finche l'effetto della pozione non se ne fosse andato...ma d'altra parte, loro avrebbero dovuto essere amici, Ron non era in se' quando l'aveva attaccato, e Harry pensava che si sarebbe meritato un altro pugno se avesse permesso a Ron di dichiarare ancora il suo amore per Romilda."'Si, ti presentero' " disse Harry, pensando velocemente "Ora ti lascero',ok?"Lascio' che Ron cadesse sul pavimento,(il suo orecchio faceva ancora male) ma Ron cadde in piedi, sorridendo."Sara' nello studio di Slughorn"disse Harry, in tono confidenziale facendo strada verso la porta."Perchè dovrebbe essere lì?"disse Ron ansiosamente, sbrigandosi a raggiungerlo"Perchè ha ripetizioni di Pozioni" disse Harry, inventando sul momento."Forse potrei chiedere al professore se posso farle con lei" disse Ron speranzoso"Grande idea!"disse Harry. Lavenda stava aspettando sietro al buco al ritratto, una complicazione che Harry non aveva previsto."Sei in ritardo Won Won," disse "Ho un regalo di..""Lasciami in pace" disse Ron impazientemente " Harry mi sta per presentare Romilda Vane"E senza dirle un'altra parola, presa la strada per uscire fuori dal buco del ritratto.Harry cerco di farle una faccia dispiaciuta, ma poteva sembrare piu' che altro divertita, dato che lei sembrava più offesa che mai, appena la Signora Grassa si chiuse dietro di loro.Harry temeva che il Professor Slughorn potesse essere a colazione, ma rispose dalla porta dell'uffiicio al primo toc-toc, aveva una veste di velluto verde addosso, un cappello da notte dello stesso colore e occhi cisposi."Harry" borbotto' "è molto presto per un colloquio,di solito di sabato dormo fino a tardi""Professore, mi spiace davvero disturbarla,"disse Harry con voce più bassa che poteva, mentre Ron stava sulle punte dei piedi cercando di sbirciare nella stanza di Slughorn "ma il mio amico Ron ha bevuto una pozione d'amore per sbaglio. Non potrebbe dargli un antidoto?"L'avrei portato da Madama Chips, ma non dovremmo aver nulla a che fare con i Tiri Vispi Weasley e sa... qualche domanda non voluta.."'Harry esperto di pozioni per come sei, non potresti trovargli un rimedio'?"chiese Slughorn."Ehm"..disse Harry, distratto da Ron che gli dava delle gomitate nelle costole, nel tentativo di entrare nella stanza con la forza, "Beh,non ho mai preparato un antidoto per una pozione d'amore, signore, e prima che mi riesca magari Ron potrebbe commettere qualcosa di grave.."Rigraziando il cielo, Ron scelse quel momento per lamentarsi "Non riesco a vederla Harry, lui la sta nascondendo?""Era una pozione senza limite di tempo?" chise Slughorn,osservando Ron con interesse professionale "Più a lungo si tengono, più possono fortificarsi""Questo spiega molte cose" ansimo' Harry, mentre impediva a Ron di buttare giu' Slughorn a pugni. "E' il suo compleanno Professore,"aggiunse implorandolo."Oh,va bene allora,va bene...entrate entrate!"disse Slughorn riluttante, "Ho l'occorrente nella mia borsa, non è un antidoto difficile"Ron sfeccio' nella calda, disordinata stanza di Slughorn,.inciampo' sopra uno sgabellino traballante, e riconquisto l'erquilibro attaccandosi al collo di Harry, sussurrando " Non l'ha visto, non l'ha visto vero?""Non è ancora qui" disse Harry,guardando Slughorn aprire il suo kit per le pozioni,e aggiungendo vari ingredienti in una piccola bottiglia di cristallo.

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"Bene!" disse Ron soddisfatto "Come sto?""Molto attraente" disse Slughorn, dolcemente, dando a Ron un bicchiere di liquido trasparente "Adesso bevi questo, è un tonico per i nervi, ti manterra' calmo quando arrivera', capisci?""Perfetto!" disse Ron, e butto giu' tutto in un sorso.Harry e Slughorn lo guardarono,per un momento, Ron li fisso'. Poi, molto lentamente, il suo sorriso spari', lasciando il posto ad un espressione di terrore."Tornato alla norma allora?"disse Harry, sorridendo. Slughorn ridacchio,' "Grazie tante Professore"."Non dirlo nemmeno ragazzo mio" disse Slughorn, mentre Ron collassava sulla poltrona "Ha bisogno di qualcos ache lo tiri su" continuo', affaccendandosi su un mobiletto pieno di drink "Vediamo, ho della Burrobirra, vino, l'ultima bottiglia di questo whisky invecchiato..hmm..dovevo darlo a Silente per Natale..eh,va bè..non puo' sentire la mancanza di qualcosa che non ha avuto! Perchè non l'apriamo ora per festeggiare il compleanno del signor Weasley? Per scacciare via le pene d'amore non c'è nulla di meglio.."Rise brevemente ed Harry lo imito'. Era la prima volta che si trovava quasi da solo con Slughorn da quel primo tentativo disastroso di ottenere quel ricordo. Forse, se Slughorn avesse mantenuto il buonumore, forse se fossero andati avanti col whisky..."Eccoci qua" disse Slughorn, dando ad Harry e Ron un bicchiere di whisky, prima di prendere il suo "Beh, un buon compleanno Signor Weasley""Ron" sussurro' HarryMa Ron che non sembrava aver ascoltato il discorso, aveva gia' preso il whisky, e inghiottito tutto d'un fiato.Ci fu un terribile secondo in cui Harry realizzo' che qualcosa non andava, e Slughorn sembrava non averlo notato."..e che tu possa avere molti...""RON!"Ron aveva fatto cadere il suo bicchiere, si era alzato per meta' dalla sedia, piegandosi, tremando incontrollabilmente. Della bava usciva dalla sua bocca e aveva gli occhi fuori dalle orbite."Professore", grido' Harry "faccia qualcosa!"Ma Slughorn sembrava paralizzato dallo shock. Ron si contrasse, cominciando a soffocare:la sua pelle stava diventando blu."Ma…Cosa? " balbetto' SlughornHarry si precipito' ad un tavolo,lanciandosi sul kit per pozioni di Slughorn, buttando all'aria contagocce e contenitori, mentre il terrible rumore di Ron che soffocava riempiva la stanza.Poi la trovo', la pietra raggrinzita che sembrava un rene, che Slughorn gli aveva preso a Pozioni.Corse di nuovo al fianco di Ron, gli apri' completamente la bocca, e gli infilo' il bezoar in gola.Ron si scosse, e con un rumore rauco torno' immobile.

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CAPITOLO DICIANNOVE

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ELFI ALLE CALCAGNA"Dai tutto sommato è stato uno dei migliori compleanni di Ron" disse Fred.La sera stava arrivando; l’infermeria era silenziosa, le finestre erano chiuse e le lampade accese. Il letto di Ron era l'unico occupato. Harry, Hermione e Ginny stavano seduti intorno lui; avevano atteso tutto il giorno fuori dalle doppie porte del reparto, provando a sbirciare dentro ogni volta che qualcuno entrava o usciva. Madama Chips li lasciò entrare solo alle otto in punto. Fred e George arrivarono alle dieci passate."Questo non è il modo in cui abbiamo immaginato di darti il nostro regalo" disse risolutamente George, posando un grande regalo sull'armadietto al lato del letto di Ron e sedendosi vicino Ginny."Si, quando ci hanno descritto la scena, eravamo increduli" disse Fred."Eravamo ad Hogsmeade, attendendo di sorprenderti..." disse George."Eravate ad Hogsmeade?" chiese Ginny, gurdandoli."stavamo pensando di comprare il negozio di Zonko" disse tristemente Fred. "Una filiale a Hogsmeade, sapete, ma ci farà davvero molto bene se non potete più uscire i fine settimana a comprare la nostra roba...Ma ora non importa." Avvicinò la sedia ad Harry e guardò la faccia pallida di Ron."Cos’è accaduto esattamente, Harry?"Harry raccontò la storia che già aveva raccontato, altre cento volte, o almeno a lui sembrava così, a Silente, alla McGrannit, Madama Chips, a Hermione ed a Ginny."...ed allora gli ho infilato il Bezoar in gola così ha ricominciato a respirare un po’ meglio, Slughorn è andato a cercare aiuto, McGrannit e Madama Chips nella confusione lo hanno portato qui. Ci hanno subito detto che tutto si sarebbe aggiustato. Madama Chips dice che dovrà rimanere qui una settimana o in modo da... accertarsi che prenda l’Essenza del Pentimento...""Accidenti, sei stato fortunato a pensare al Bezoar"disse a voce bassa George."è stato fortunato ad avere qualcuno nella stanza" disse Harry, che continuava a sudare freddo al solo pensiero di che cosa sarebbe accaduto se non si fosse ricordato di quella piccola pietra.Hermione tirò su con il naso con un rumore quasi impercettibile. Era stata particolarmente silenziosa per tutto il giorno. Si era precipitata, con una faccia bianca, fuori daeel’ infermeria ed aveva chiesto a Harry di sapere che cosa era accaduto, lei non aveva preso quasi parte nella discussione ossessionante tra Ginny ed Harry di come Ron fosse stato avvelenato, si era limitata a stare da parte, stanche di tutte

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quelle parole e con uno sguardo spaventato, permettendo di finire la loro discussione e finalmente guardarla."Ma mamma e papà lo sanno?" chiese Fred a Ginny. "lo hanno già visto, sono arrivati un'ora fa...ora sono nell'ufficio di Silente, ma saranno presto di ritorno..."Ci fu una pausa mentre tutti guardavano Ron che borbottava un po’ durante il sonno."Così c’era del veleno nella bevanda?" disse tranquillamente Fred."Sì," disse immediatamente Harry; non stava pensando a null’altro adesso si sentiva felice che qualcuno gli desse l’opportunità di riprendere la discussione. "Slughorn l’ha gettata via...""lui avrebbe potuto versare qualcosa nel bicchiere di Ron mentre non lo guardavate?""Probabilmente" disse Harry, "Ma perchè Slughorn desidererebbe avvelenare Ron?""Nessun idea" disse Fred, aggrottando le sopraciglia. "Non pensate che potrebbe averla messa nel bicchiere per errore? Oppure aveva l’intenzione di darlo a te?""Perchè Slughorn desidererebbe avvelenare Harry?" domandò Ginny. "Non so," disse Fred, "c’è molta gente in giro che gradirebbe avvelenare Harry, ma qui? 'il Prescelto' ?" "Così pensate che Slughorn sia un mangiamorte?" disse Ginny."Tutto è possibile," disse con un volto turbato Fred. "Potrebbe essere sotto l’influsso della Maledizione Imperius," disse George. "o potrebbe essere non colpevole," ribatte Ginny. "Il veleno poteva già essere nella bottiglia, in quel caso probabilmente volevano uccidere Slughorn.""Chi desidera uccidere Slughorn?""Silente sa quanto Voldemort voglia Slughorn dalla sua parte" ribattè Harry. "Slughorn si nascondeva da un anno prima che venisse a Hogwarts. E..." Gli torno alla memoria Silente che non era stato capace di tirare fuori nulla da Slughorn. "...forse Voldemort lo desidera allontanato, forse lui pensa che potrebbe essere utile a Silente.""Ma tu hai detto che Slughorn stava progettando di dare il benservito a Silente per natale," gli ricordò Ginny. "Esattamente l’avvelenatore aveva una possibilità facile di esserci dopo Silente.""Allora l’avvelenatore non ha conosciuto molto bene Slughorn," disse Hermione, parlando per la prima volta da ore e suonavano come se arrivassero da un posto gelido. "Chiunque conoscesse Slughorn sapeva che lui avrebbe mantenuto qualche cosa di saporito per se.""Er-mio-nee," brontolò inatteso Ron fra loro.Tutti caddero in silenzio, guardandolo ansiosamente, ma dopo un mormorio incomprensibile di un momento soltanto cominciò a russare.Le porte del dormitorio si aprirono, spaventando tutti: Hagrid era arrivato e si stava dirigendo verso di loro, con i suoi capelli bagnati di pioggia , il suo cappotto di pelle d’orso che si agitava dietro, in mano semi nascosta nel cappotto una balestra e lasciando delle orme fangose dappertutto sul pavimento."Stato nella foresta tutto il giorno!" disse ansimante. "Aragog più peggiorato, lo stà leggendo per lui... non sono andato a pranzo fino adesso... la professoressa il Sprite allora mi ha detto di Ron! Come sta?""Non male" disse Harry. "dicono che guarirà""Non più di sei visitatori alla volta!" disse Madama Chips, uscendo di corsa dal suo ufficio."Con Hagrid siamo in sei" precisò Gorge."Oh... sì."disse Madama Chips, che sembrava aver contato Hagrid come più di una persona, vista la sua mole. Per coprire il suo sbaglio, si affrettò fuori per pulire le orme fangose lasciate da Hagrid con la sua bacchetta."Non posso credere" disse raucamente Hagrid, agitando la sua grande testa pelosa mentre guardava Ron. "Ancora non crede... vedere qui... Chi desidera fargli male, eh?""Giusto di questo stavamo discutendo" disse Harry. "Non lo sappiamo.""Qualcuno potrebbe averla contro la squadra di Quidditch dei Grifondoro, potrebbero?" disse ansiosamente Hagrid. "Prima Katie, ora Ron...""Io non posso vedere nessuno farsi male fuori una partita di Quidditch," disse Hagrid"Sono sollevato"

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"Bene, non penso sia il Quidditch, ma penso che ci sia un collegamento fra gli attacchi " disse tranquillamente Hermione"Di cosa stai parlando?" chiese Fred."Bene, per prima cosa, entrambi gli attacchi dovevano essere mortali , anche se per fortuna non lo sono stati. E secondo, nè il veleno nè la collana sembrano aver raggiunto la persona che, suppongo, fosse l’obbiettivo. Naturalmente" aggiunse seriamente "le persone che sono dietro questi attacchi sono ancora più pericolose, perché non sembrano preoccuparsi di quanta gente possa maneggiare i loro oggetti prima che raggiungano realmente la loro vittima."Prima che qualcuno potesse rispondere a questa sinistra dichiarazione, le porte di latta del dormitorio si aprirono di nuovo il sigore e la signora Weasley si affrettarono per la corsia. Non avevano fatto nient'altro che aspettarsi un recupero completo di Ron dalla ultima loro visita; ora la signora Weasley aveva abbracciato Harry con una presa molto stretta. "Silente ci ha raccontato di come lo hai salvato con il Bezoar," disse singhiozzando. "Oh, Harry, che cosa possiamo dire? Hai salvato Ginny. . . hai salvato Arthur...ora hai salvato Ron...""Ma no... non ho fatto nulla..." mormorò maldestramente Harry. "Proprio adesso stavo pensando che la metà della nostra famiglia sembra doverti la loro vita" disse il signor Weasley con una voce soffocata. "Bene, posso dire che è stata una giornata fortunata per i Weasley quando Ron ha deciso di sedersi nel tuo scompartimento sul?Espresso di Hogwarts, Harry."Harry non riuscì a pensare ad alcuna risposta a questa affermazione finche Madama Chips ricordò loro che potevano esserci soltanto sei visitatori per ogni paziente; lui ed Hermione diventarono rossi e decisero di andare con Hagrid, lasciando Ron con la sua famiglia."E’ terribile," ringhiò Hagrid attraverso la sua barba, mentre loro tre camminavano nel corridoio che portava alla scalinata di marmo. "Questa sarebbe la nuova sicurezza, i ragazzi dovrebbe essere tranquilli... Silente è preoccupato...non mi ha detto molto, ma cosa posso dire..""Non ha nessuna idea, Hagrid?" chiese disperatamente Hermione."Io aspettava centinaia di idee, cervello come suo," disse Hagrid. "ma non conoscere ne chi ha portato quella collana ne ha messo veleno in quel vino, o lo vogliono prendere in trappola? Questo preoccupa me" disse Hagrid, abbassando la sua voce e gettando uno sguardo sopra la sua spalla (Harry, per precauzione, controllo il soffitto per vedere se ci fosse Pix)"Quanto tempo riuscirà a rimanere aperta Hogwarts se i ragazzi saranno attaccati. La Camera dei Segreti è stata di nuovo aperta, è così? Ci sarebbe il panico, molti genitori porteranno figli via dalla scuola, e poi pensare che il consiglio..."Hagrid smise di parlare mentre il fantasma di una donna dai capelli lunghi si spostava serenamente oltre, allora riprese con un rauco bisbiglio "... il consiglio sta pensando di chiudere per loro bene""Certo che no!?" disse Hermione, sembrando preoccupata."Guarda dal loro punto di vista," disse cupamente Hagrid. "Intendo, credevano di non correre rischi mandando i ragazzi a Hogwarts, non è cosi? Non aspettano incidenti, non qui, dove centinaia di piccoli maghi sono tutti insieme, ma dei tentati omicidi, questo fa differenza. Silente adesso è arrabbiato con Pit..."Hagrid si fermò, una familiare espressione colpevole era comparsa visibilmente sulla sua faccia sopra la sua barba nera aggrovigliata."Che cosa?" disse rapidamente Harry. "Silente è arrabbiato con Piton?""Io non ha detto nulla" disse Hagrid, benchè nel suo sguardo pieno di panico non poteva che dire il contrario."Ma guarda che ora si è fatta, è quasi mezzanotte, bisogna tor...""Hagrid, perchè è Silente arrabbiato con Piton?" chiese ad alta voce Harry."Shhhh!" mormorò Hagrid, osservandolo più nervosamente che arrabbiato. "Non gridare, Harry, vuoi che perda il mio lavoro? Fai attenzione, io non so, non voglio perdere il posto a Cura delle Creature Magi...

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"Non provare a farmi sentire colpevole, non funzionerà!" disse rigorosamente Harry. "Che cosa ha fatto Piton?""Non so, Harry, non ho sentito tutto! Io...bene, è cominciato tutto fuori dalla foresta l’altra sera, ho sentito per caso...parlare. Non ci ho fatto subito caso , mi sono nascosto ma non per sentire , ma era... bene, una discussione accesa che non poteva essere non udita""Ebbene?" sollecitò Harry, Hagrid strisciò con imbarazzo i suoi piedi enormi."Bene... ho sentito Piton che diceva a Silente che pretendeva troppo adesso o così mi è parso di sentire... Piton... poi non ha detto più nulla...""Faccia che cosa?""Non so, Harry, suonava come se Piton fosse esausto, tutta qua... comunque, Silente gli ha detto che il piano doveva procedere e che era tutto pronto. Come stabilito. Allora ha detto le indagini di Piton nella sua Casa, i Serpeverde. Bene, non c’è nulla di stano in questo!""Tutti i capi delle Case riferisce cosa succede dentro..." Hagrid aggiunse frettolosamente, come Harry e Hermione si scambiarono uno sguardo pieno di significato,"Si, ma Silente non ha discussioni con il resto di loro, non è così?" disse Harry."Guarda" Hagrid strinse la balestra nelle sue mani; c’era stato un forte suono di un qualcosa che di divideva a metà. "So quanto non ti piaccia Piton, Harry, io non voglio dirti di più di quanto ci è" "Guarda fuori" disse succintamente Hermione.Fecero appena in tempo a girarsi per vedere l'ombra di Argus Gazza che appariva in lontananza sopra la parete dietro di loro prima che girasse l’angolo, gobbo, con la sua mandibola tremante."Oho!" disse affannosamente. "Fuori cosi tardi, avete intenzione di farvi punire""Non preoccupatevi, Gazza..." disse presto Hagrid. "Sono con me, no?""E che differenza fa?" Gazza chiese antipaticamente."Sono un maledetto insegnante, non sono un petardo che scoppia di nascosto!" disse Hagrid, infuocandosi subito.Ci fu un fastidioso sibilo poiché Gazza si gonfiò con furia; Mrs. Purr arrivò, senza essere vista si stava torcendo sinuosamente intorno alle caviglie magre di Gazza."Andatevene" disse Hagrid dal angolo della sua bocca.Harry non se lo fece ripetere due volte; lui e Hermione si affrettarono fuori; Le voci di Gazza e di Hagrid echeggiavano dietro loro mentre correvano. Passarono vicino Pix e girarono per la Torre dei Grifondoro, stavano strisciando fortunosamente dalla parte opposta delle urla e degli schiamazzi:

Quando c’è disputa e difficoltà, invita Pix, il doppio ne farà !

La Signora Grassa stava sonnecchiando e non gli sarebbe piaciuto essere svegliata, ma dovette roteare in avanti per per permettergli di arrampicarsi nella stanza comune pacifica e vuota. Non sembrava che la gente avesse saputo di Ron ancora; Harry fu molto alleviato di questo: Era stato interrogato abbastanza per quel giorno. Hermione gli diede la buona notte e si avviò verso il dormitorio delle ragazze. Harry, tuttavia, rimase dietro, mettendosi a sedere al lato del fuoco a guardare la brace.Così Silente aveva discusso con Piton. Nonostante avesse parlato con Harry, nonostante la sua insistenza nel dire che si fidava cecamente di Piton, lui aveva perso la pazienza... Non pensava che Piton trovasse difficile investigare sui Serpeverde... o, forse, a investigare su un singolo Serpeverde: Malfoy?Era perché Silente non desiderava che Harry facesse qualche cosa di insensato, per prendere questa faccenda nelle sue mani, che avesse creduto ai sospetti di Harry? Era la cosa più sensata. Pensò che forse Silente non voleva distrarlo dalla loro lezioni e dall’ottenimento del ricordo di Slughorn. Forse Silente non pensava fosse giusto confidare i sospetti circa il suo personale ad un sedicenne..."Eccoti, Potter!"Harry salto in piedi per lo shock, con la sua bacchetta pronta. Era proprio convinto che la sala comune fosse vuota; non era affatto preparato per una figura grande e grossa

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spuntare improvvisamente da una sedia distante. Con uno sguardo più attento vide che era Cormac McLaggen."Stavo aspettando il tuo ritorno" disse McLaggen, incurante della bacchetta estratta da Harry. "Mi ero addormentato. Guarda, li ho visti portare Weasley fino all’ infermeria molto velocemente. Non lo vedremo in campo per la prossima partita"Occorsero ad Harry alcuni momenti prima di realizzare di che cosa McLaggen stava parlando."Oh... giusto...Quidditch" disse, mentre riponeva la sua bacchetta nuovamente dentro la cinghia dei suoi jeans e passava una mano sui suoi capelli. "Si... non può farla.""Bene, allora, giocherò io come portiere, vuoi?" disse McLaggen."Si" disse Harry. "Si, suppongo di si..."Non riusciva a pensare nulla contro di lui; dopo tutto, McLaggen certamente era stato il migliore dopo Ron."Eccellente" disse McLaggen con una voce soddisfatta. "Quando ci alleniamo?""Cosa? Oh... ci sarà domani sera l’allenamento.""Bene. Ascolta, Potter, ti vorrei parlare prima. Ho alcune idee sulle strategia che potresti trovare utile.""Certo" disse senza entusiasmo Harry. "Bene, le sentirò domani, allora. Sono abbastanza stanco ora... ci vediamo..."Le notizia che Ron fosse stato avvelenato si diffuse rapidamente il giorno seguente, ma non produsse lo stesso effetto dell’attacco di Katie. La gente sembrava pensare che potesse essere stato un incidente, dato che si trovava nella stanza del professore di Pozioni e avesse preso subito l’antidoto; quindi non ci diedero molto peso. Infatti, i Grifondoro sembravano più interessati al prossimo incontro di Quidditch contro i Tassorosso, molte lo erano soltanto perché desideravano vedere Zacharias Smith, che ha giocava come Cacciatore nella squadra di Tassorosso, che era stato punito severamente dopo il suo commento per la gara iniziale contro i Serpeverde. Harry, tuttavia, ora era meno interessato che mai al Quidditch; si stava velocemente ossessionando per Draco Malfoy. Controllava la Mappa del Malandrino ogni volta che poteva, a volte faceva delle deviazioni per vedere cosa stesse combinando Malfoy, ma non era ancora riuscito a trovarlo mentre faceva qualcosa fuori dall’ordinario. Ed ancora c’erano quei periodi inspiegabili in cui Malfoy spariva semplicemente dalla mappa...Ma Harry non aveva avuto molto tempo per considerare il problema, dato che aveva avuto gli allenamenti di Quidditch, i compiti ed il fatto che ora si stava cercando caparbiamente di nascondersi da Cormac McLaggen e Lavanda Brown.Non sapeva quale dei due gli desse più fastidio. McLaggen continuava costantemente a suggerire schemi di gioco e per rendere la sua permanenza come portiere fissa al posto di Ron, e pensava che Harry vedendolo giocare regolarmente si convincesse di questo; inoltre non perdeva tempo nel criticare gli altri giocatori e fornire ad Harry programmi di allenamento dettagliati, di modo che Harry fu costretto più di una volta a ricordargli chi fosse il capitano.Nel frattempo, Lavanda continuava a sedersi vicino Harry per discutere di Ron, che Harry trovava più noiose delle tattiche di gioco di Quidditch di McLaggen. Inizialmente, Lavanda fu molto infastidita che nessuno si fosse degnato di dirle che Ron fosse infermeria…"Cioè, io sono la sua ragazza!"... ma sfortunatamente ora aveva deciso di perdonare a Harry questa dimenticanza e voleva raccontargli i suoi sentimenti verso Ron, un'esperienza disastrosa di cui Harry avrebbe rinunciato felicemente."Guarda, perchè non dici a Ron tutto questo?" chiese Harry, dopo che la discussione particolarmente lunga fatta da Lavanda che spaziava in tutto da come Ron avesse considerato i sui vestiti a come Harry potesse chiedere a Ron se considerasse "seria" la loro relazione"Si, ma è sempre addormentato quando vado a trovarlo!" disse arrabbiata Lavanda.

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"E’...?" disse Harry, sorpreso, lui aveva sempre trovato Ron perfettamente sveglio ed interessato a sapere le novità sulla discussione tra Silente e Piton e anche di McLaggen per quanto possibile, ogni volta che era andato a trovarlo nell’ infermeria."Hermione Granger ancora va a fargli visita?" Lavanda chiese improvvisamente."Si, penso di si. Bhè sono amici no?" rispose impacciatamente Harry."Amici, non farmi ridere" disse sdegnosamente Lavanda. "Non ha parlato con lui per settimane dopo che ha cominciato ad uscire con me! Ma adesso suppongo che desideri riavvicinarsi dato che è diventato un tipo interessante... ""Essere avvelenati dici che fa diventare interessanti?" chiese Harry. "Comunque... mi spiace ma devo andare...devo incontrare McLaggen per parlare di Quidditch," disse in fretta Harry e se ne andò attraverso una porta che sembrava essere parete solida e corse a tutta velocità giù per la scorciatoia che lo portava nell’aula di Pozioni, li nè Lavanda nè McLaggen potevano seguirlo.La mattina dell’incontro di Quidditch contro Tassorosso, Harry andò nell' infermeria prima di andare in campo. Ron era molto agitato; Madama Chips non lo avrebbe lasciato andare giù a guardare l’incontro, riteneva che fosse troppo eccitante per lui."Così come procede con McLaggen?" chiese nervosamente ad Harry, apparentemente dimenticandosi di aver già fatto due volte la stessa domanda."Te l’ho detto" disse pazientemente Harry, "lui potrebbe essere un fuoriclasse ma non lo voglio. Continua ad allenarsi e a dire a tutti cosa fare, pensa che potrebbe giocare ogni posizione meglio di tutti noi. Non posso aspettare di essere cacciato fuori da lui. E parlo anche a nome di altre persone" aggiunse Harry, mentre prendeva nelle sue mani la sua Firebolt "Smettila di fingerti addormentato quando Lavanda viene trovarti!? Mi sta facendo diventare pazzo.""Oh" disse Ron, sembrando imbarazzato. "Si, daccordo""Se non vuoi più uscire con lei, è meglio che lei lo sappia" disse Harry."Si... certo... ma non è facile?" disse Ron. Fece una pausa. "Verrà Hermione a trovarmi prima della partita?" aggiunse con indifferena."No, già è andata giù al campo con Ginny.""Oh," disse Ron, osservandolo piuttosto triste. "Ok. Bene, buona fortuna. Spero che tu colpisca McLag... intendevo Smith.""Proverò" disse Harry, mettendosi la scopa sulle spalle. "Ci vediamo dopo l’incontro!"Si affrettò giù per i corridoi deserti; la scuola intera era all'esterno, già nello stadio o li intorno. Stava osservando dalle finestre che passava, provando a misurare quanto vento doveva affrontare, fino a quando un rumore davanti a lui lo fece guardare in alto e vide Malfoy camminare verso lui, accompagnato da due ragazze, sembrava irritato e offeso. Malfoy si arrestò bruscamente alla vista di Harry, fece una risata forzata e continuò a camminare."Dovè che andate?" chiese Harry."Si, veramente stavo venendo a chiamarti, perché è il tuo momento, Potter" ghignò Malfoy. "dovresti affrettarti, aspettano 'il Capitano Prescelto '...'il Ragazzo che fa Centro '... in qualsiasi modo loro ti chiamano adesso."Una delle ragazze fece una risatina sciocca. Harry la fissò. E lei arrossì. Malfoy spinse oltre Harry e lei e la sua amica lo seguirono di corsa, girando l’angolo e sparendo dalla vista. Harry si girò e li guardò sparire. Lo aveva reso furioso; stava pensando solo alla partita ma adesso c’era Malfoy, nascosto mentre il resto della scuola era assente: la probabilità migliore di Harry tuttavia per scoprire cosa Malfoy macchinava. I secondi passavano silenziosi e Harry rimaneva dove era, congelato, guardando il posto in cui Malfoy era sparito..."Dove sei stato?" chiese Ginny, come Harry arrivò negli spogliatoi. La squadra intera si era già cambiata; Coote e Peakes, i battitori, si colpivano nervosamente le cosce con le loro mazze."Ho incontrato Malfoy" disse tranquillamente Harry, mentre si metteva la sua casacca color porpora."Così volevo sapere come mai è su al castello con una coppia dei ragazze mentre tutti gli altri sono qui...""Ti importa ora?"

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"Bene, probabilmente non adesso" disse Harry, prendendo la sua Firebolt e mettendo i suoi occhiali apposto. "Allora andiamo!"E senza altre parole, andò fuori verso le acclamazioni ed a fischi assordanti; le nubi erano irregolari; di tanto in tanto comparivano flash di luce solare."Brutta condizione" disse McLaggen alla squadra. "Coote, Peakes, dovrete volare fuori dal sole, in modo da no far vedere da dove cominciate...""Io sono il capitano, McLaggen, basta dare loro le istruzioni"disse irosamente Harry. "vai al tuo posto in porta!"Una volta che McLaggen andò via, Harry si girò verso Coote ed a Peakes."Assicuratevi di volare fuori dal sole" disse loro con riluttanza. Strinse la mano con il capitano di Tassorosso ed allora, sentì Madama Bumb fischiare, diede un calcio e volò sopra il resto della squadra, girando sul campo alla ricerca del Boccino d’oro. Pensava che se avesse fatto presto, ci fosse la possibilità ti tornare al castello, prendere la Mappa del Malandrino e scoprire cosa stesse architettando Malfoy...

"Ed ora è Smith di Tassorosso con la palla" disse una voce sognante, che echeggiava sopra i gli inni."Ha commentato lui l’ultima parta, Ginny Weasley vola verso in lui, penso cosa abbia in testa. Smith è stato abbastanza rude con i Ginfondoro, credo che si stia pentendo adesso che ci sta giocando contro... Oh, guardate, ha perso la palla, Ginny glie l'ha presa, preferisco lei , lei è molto più carina... "Harry guardo in basso verso il posto del commentatore. Certamente nessuno con il cervello a posto avrebbe lasciato il commento della partita a Luna Lovegood? Ma non c’erano dubbi lei era là, capelli biondo-sporco, con la collana fatta con tappi di burrobirra... Al lato di Luna, la professoressa McGrannitt che la stava osservando di traverso, come se effettivamente stesse avendo gli stessi pensieri di Harry."... ma ora un grande giocatore di Tassorosso gli ha rubato la palla, non ricordo il nome, è qualcosa come Bibble...no... è Buggins...""È Cadwallader!" disse forte la professoressa McGranitt al lato di Luna. La folla rise. Harry guardava intorno al campo; non c’era segno del boccino. Un momento dopo, Cadwallader segnò. McLaggen era intento a gridare verso Ginny che aveva perso la palla, con il risultato che non avesse notato il passaggio di una grande sfera rossa a pochi centimetri dal suo orecchio destro. "McLaggen, fai attenzione a quello che fai e lascia in pace gli altri!" gridò Harry, mentre passava intorno a lui"Non stai dando un grande esempio!" gli gridò dietro McLaggen, rosso in faccia e furioso."E Harry Potter adesso sta avendo una discussione con il suo portiere" disse serenamente Luna, mentre sia Tassorosso che Serpeverde li sotto nella folla la prendevano in giro."Non penso che possa aiutarlo a trovare il boccino, ma penso che stia escogitando uno stratagemma..."Imprecando irosamente, Harry ricominciò a girare sul campo, esplorando i cieli per cercare un segno della molto piccola, pallina dorata con le ali.Ginny e Demelza segnarono un goal per uno, dando ai sostenitori rosso-oro posizionati sotto qualcosa da incoraggiare. Cadwallader segnò ancora, pareggiando la partita, ma Luna sembrava non l’avesse notato; sembrava singolarmente disinteressata a tali cose del mondo terreno come fosse un goal, sembrava più interessata ad attirare l’attenzione della folla a come le nubi formassero delle forme che su Zacharias Smith, che finora non era riuscito ad effettuare un possesso di palla per non più di un minuto, sembrava stesse soffrendo mentre veniva chiamato " Lurgy perdente""Settanta a Quaranta per Tassorosso!" esplose la professoressa McGranitt nel megafono di Luna. "è, già?" disse vagamente Luna. "Oh, guardate! Il portiere dei Grifondoro ha preso una delle mazze dei Battitori"Harry filava intorno a mezz’aria. Abbastanza sicuro, McLaggen, per i motivi conosciuti solo a lui, aveva afferrato una mazza del Cacciatore ed era sembrato dimostrare come colpire una Pluffa verso Cadwallader che sopravvanzava.

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"Ridagli la sua mazza e torna al tuo posto tra i pali!" ruggi Harry andando verso McLaggen, proprio mentre McLaggen colpiva con ferocia una Pluffa verso di lui.Un accecante, nauseante dolore... un flash di luce... grida distanti... e la sensazione di caduta attraverso un tunnel . .Quando riprese i sensi Harry, era disteso su qualcosa di insolitamente caldo e comodo e stava guardando in su una lampada che gettava un cerchio di luce dorata su un soffitto oscuro. Sollevò maldestramente la sua testa. Sulla sua destra si trovava una figura familiare, lentigginosa, con capelli rossi."Carina la tua visita" disse Ron, ghignante.Harry batte gli occhi ed osservò intorno. Naturalmente: Era nell’infermeria. La parte esterna del cielo era indaco striato con cremisi. L’ incontro doveva essere finito ore fa... come la speranza di prendere Malfoy. La testa di Harry era stranamente pesante; sollevò una mano e ritenne di indossare un turbante fatto di fasciature rigide"Cos’è successo?""Ti ha spezzato la testa" disse Madama Chips, agitandosi sopra di lui e rimettendolo sul cuscino."Niente di cui preoccuparsi, l’ho riparata immediatamente, ma rimarrai qui questa notte. Non dovrai fare sforzi per alcune ore.""Non desidero rimanere qui per la notte," disse irosamente Harry, sedendosi e gettando indietro le sue coperte. "desidero trovare McLaggen ed ucciderlo.""Sono spiacente ma penso che questo rientri nella dicitura ‘non possibile’" disse Madama Chips, spingendolo saldamente indietro sul letto ed alzando la sua bacchetta in modo minaccioso. "Rimarrete qui fino a che non ti dimetta, Potter, o chiamerò il preside."Così se né andò dentro il suo ufficio ed Harry affondò nuovamente dentro i suoi cuscini, arrabbiatissimo."Sai quanto abbiamo perso?" chiese a Ron a denti stretti."Bene, si lo so" disse con dolore Ron. "Il punteggio finale è stato trecentoventi a sessanta." "Magnifico" disse selvaggemente Harry . "Veramente magnifico! Quando prendo McLaggen ...""Appena lo trovo lo riduco al formato di un troll""Personalmente, penso che ci sia un modo migliore, stregarlo con l’incantesimo delle unghie del Principe. In ogni modo, il resto della squadra lo tratterà malissimo prima che esca di qui, non sarà felice... "C’era una nota di allegra cattiveria nelle parole di Ron; Harry poteva dire che non ci fosse nulla di cosi allegro di come lo aveva ridotto McLaggen. Harry si buttò giù, guardando in su la zona di luce sul soffitto, il suo cranio recentemente riparato non gli faceva più male, precisamente, ma gli dava fastidio un po’ sotto tutto il bendaggio."Potevo sentire il commento della partita da qui" disse Ron, la sua voce ora era scossa da una risata. "Spero che Luna continui a commentare da oggi in poi... Loser's Lurgy ..." Ma Harry era ancora troppo arrabbiato per vedere il lato ironico della situazione, e dopo istante gli sbuffi di Ron cessarono."Ginny è venuta a farti visita mentre eri incoscente" disse, dopo una lunga pausa, l'immaginazione di Harry andò in indietro nel tempo, ricostruendo velocemente la scena in cui Ginny, piangente sopra la sua forma senza vita, confessando i suoi sentimenti e dell'attrazione profonda che provava per lui mentre Ron dava il suo benestare..."Mi diceva che sei arrivato giusto in tempo per la partita. Dove sei stato? Sei andato via da qui abbastanza presto""Oh..." disse Harry, come la scena che avesse negli occhi fosse esplosa. "Si... bene, ho visto Malfoy che sgattaiolava fuori con una coppia di ragazze che non sembravano avessero desiderato essere con lui è sono sicuro di non averlo visto poi sul campo di Quidditch con il resto della scuola; ha saltato anche l'ultimo incontro, ricordi?" sospirò Harry. "ora mi viene la voglia di averlo seguito, la partita è stata veramente un fiasco...""Non essere stupido" disse acutamente Ron. "Non puoi mancare ad una partita di Quidditch per seguire Malfoy, sei il capitano!"

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"Voglio sapere cosa combina" disse Harry. "e non dire che è frutto della mia mente, non dopo la cosa che ho sentito fra lui e Piton...""Non ho detto mai che è frutto della tua mente"disse Ron, sollevandosi su un gomito e mettendosi di fronte ad Harry, " ma non c’è una regola che dice che soltanto una persona alla volta può essere sostituita! Ti stai ossessionando con Malfoy, Harry. Significa, che hai pensato di mancare l’incontro per seguirlo... ""Voglio fermarlo!" disse frustrato Harry. "Dov’è che va quando scompare dalla mappa?""Non so... Hogsmeade?" suggerì Ron, sbadigliando."Non l’ho mai visto passare nel passaggio segreto sulla mappa. Ho pensato che fossero controllati adesso?""Bene allora, non so" disse Ron.Il silenzio era caduto fra loro. Harry guardò in su al cerchio di luce fatto dalla lampada sopra lui, pensando... Se soltanto avesse il potere di Rufus Scrimgeour, avrebbe potuto far seguire Malfoy, ma purtroppo Harry non aveva un ufficio pieno di Auror al suo ordine... Pensava fugacemente a provare a seguirlo con i membri dell’ ES, ma c’era ancora il problema che le persone sarebbero mancate dalle lezioni; la maggior parte di loro, dopo tutto, avevano ancora programmi completi...Adesso si sentiva un lieve russare proveniente dal letto di Ron. Dopo un istante Madama Chips uscii dal suo ufficio, questo volta indossava una pesante vestaglia. Era più facile fingere di dormire; Harry si arrotolò nella coperta e si mise su un fianco ascoltando tutte le tende che si chiudevano con un gesto della bacchetta. Le lampade si spensero e tornò nel suo ufficio; sentì scatto della porta che si chiudeva dietro di lei che si apprestava ad andare a letto.Questa era, Harry rifletteva nell’oscuritò, la terza volta in cui era stato portato nell’infermeria a causa di una ferita di Quidditch. L'ultima volta era caduto dalla sua scopa a causa della presenza dei Dissennatori intorno al campo, e tempo prima, tutte le ossa del braccio gli erano state rimosse con una magia inopportuna dal professor Allock... Quella era stata la sua ferita più dolorosa di gran lunga... si ricordò dell'agonia della ricrescita delle ossa del braccio in una notte, un disagio non facilitato dall'arrivo di un ospite inatteso nel mezzo del..."Harry si tiro su a sedere velocemente, con il cuore che martellava, con il suo turbante storto.Aveva la soluzione alla fine: Era possibile far seguire Malfoy... come poteva essersi dimenticato, perchè non ci aveva pensato prima? Ma la domanda era, come chiamarlo? Come avrebbe fatto? Tranquillamente, a titolo di prova, Harry parlò nell’oscurità."Kreacher?"Ci fù uno scoppio forte, ed dei suoni simili a dello strisciare e degli squittii riempirono la stanza silenziosa. Ron si è svegliato con un guaito."Che cosa succede...?" Harry puntò frettolosamente la sua bacchetta verso la porta dell'ufficio di Madame Pomfrey e mormorò, "Muffliato!" in modo non sentisse nulla. Allora si mise all'estremità del suo letto per dare uno sguardo migliore a che cosa stava accendendo.Due elfi domestici stavano rotolando sul pavimento al centro del dormitorio, uno indossava un raggrinzito scialle marrone-rossiccio e parecchi cappelli di lana, l'altro, un vecchio panno ripugnante. Allora ci fu un altro scoppio forte e Pix il Poltergeist comparve nel mezzo sopra di loro."stavo guardando questo, Potty!" disse con indignazione a Harry, indicando alla lotta lì sotto. "guardo le baruffe delle creature ubriache e squallide...""Kreacher non insulterà Harry Potter davanti a Dobby,no non voglio, o Dobby chiuderà la bocca di Kreacher !" urlava Dobby con una voce aguzza. "... stendilo, rivoltalo!" gridava Pix felicemente. "Strizzalo, piano!""Kreacher dirà quello che vuole al suo padrone, oh sì e ché padrone è, amico ripugnante di Babbani, oh, povero Kreacher che padrone che ha...?"Esattamente il padrone di Kreacher avrebbe detto la stessa cosa di lui, in un momento il pugno bitorzoluto di Dobby affondò nella bocca di Kreacher e gli buttò giù la metà

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dei suoi denti. Harry e Ron scesero dai loro letti e separarono i due elfi, benchè continuassero a provare e dare dei calci e pugni, incitati da Pix, che volteggiava intorno alla lampada e strillava, "mettigli le dita nel naso, tiragli qualcosa..."Harry puntò la sua bacchetta su Pix e disse, "Langlock!" Pix si afferrò la gola, ingoiando, allora se ne andò dalla stanza facendo gestacci osceni ma incapace di parlare, a causa del fatto che la sua lingua si era incollata al palato della sua bocca."Bella mossa" disse Ron con apprezzo, alzando Dobby in aria in modo che il suo corpo flagellato non venisse più a contatto con Kreacher. "Era un altro incantesimo del Principe?""Si" disse Harry, torcendo Kreacher. "Bene...vi sto ordinando di non combattere più! Kreacher, ti proibisco di combattere con Dobby. Dobby, so che non posso darti un ordine...""Dobby è un elfo libero e può obbedire a chiunque lui gradisca e Dobby farà le cose che Harry desidera!" disse Dobby, rimettendo a posto lo scialle che indossava."Ok allora," disse Harry. E liberarono i due elfi, che caddero sul pavimento ma non continuarono a combattere."Il padrone lo ha chiamato?" gracchio Kreacher, facendo un inchino mentre guardava Harry sembrando augurargli una morte dolorosa"Si" disse Harry, gettando uno sguardo verso la porta dell'ufficio di Madama Chips per controllare che il periodo del Muffliato stesse ancora funzionando; non c’era segno che avesse sentito la confusione. "Ho un lavoro per te""Kreacher farà quello che padrone desidera," disse Kreacher, inchinandosi così in basso che le suo labbra quasi toccarono i suoi piedi nodosi e bitorzoluti sulle punte, "perché Kreacher non ha scelta, ma Kreacher prova vergogna ad avere un tal padrone, sì il...""Dobby lo farà, Harry Potter!" disse Dobby, i suoi occhi grandi come palle da tennis si stavano gonfiando di lacrime. "Dobby è onorato di aiutare Harry Potter!""Adesso che ci penso, sarebbe l’ideale avervi entrambi" disse Harry. "Ok allora... Io voglio che pediniate Draco Malfoy."Ignorando lo sguardo mescolato di sorpresa e esasperazione sulla faccia del Ron, Harry andò avanti, "Desidero conoscere dove sta andando, con chi viene a contatto e cosa sta facendo. Desidero che lo seguiate durante tutto il giorno""Sì, Harry Potter!" disse immediatamente Dobby, i suoi grandi occhi luccicavano dall’emozione. "e se Dobby sbaglierà, Dobby si getterà fuori della torre superiore, Harry Potter!""Non sarà necessario Dobby" disse frettolosamente Harry."Il padrone desidera seguire il più giovane del Malfoy?" gracchio Kreacher. "Il padrone desidera spiare sul pronipote purosangue della mia vecchia padrona?""Si è quello che voglio" disse Harry, prevedendo un grande pericolo e determinato a impedirlo immediatamente."e ti proibisco di andare fuori, Kreacher, o mostrargli che sei qui, o comunicare con lui, o scrivergli i messaggi o... o mettersi in contatto con lui in qualsiasi senso. Capito?" Pensò di aver visto Kreacher lottare per vedere se ci fosse qualche scappatoia nelle istruzioni appena date ed attese. Dopo un momento o due, con grande soddisfazione di Harry, Kreacher si inchinò profondamente e disse con un rancore amaro, "il padrone pensa a tutto e Kreacher deve obbedire anche se Kreacher piuttosto servirebbe volentieri il ragazzo dei Malfoy, Oh sì. . ""Ho deciso cosi quindi..." disse Harry. "Voglio che mi facciate dei rapporti regolarmente , ma assicuratevi che non ci sia gente attorno a me. Ron e Hermione sono ok. E non dite a nessuno cosa state facendo. Vi dovete appiccicare a Malfoy come una coppia di verruche."

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LA RICHIESTA DI LORD VOLDEMORTHarry e Ron lasciarono l’infermeria nel primo mattino di lunedì, rimessi in piena salute dalle cure di Madama Chips e ora capaci di apprezzare i benefici di essere stati messi KO e avvelenati, il migliore dei quali era che Hermione e Ron erano di nuovo amici. Hermione li aveva persino accompagnati giù per colazione, portando con se la notizia che Ginny aveva litigato con Dean. La creatura che sonnecchiava nel petto di Harry alzò improvvisamente la testa, annusando l’aria speranzosa."Perché hanno litigato?" chiese, cercando di sembrare casuale appena imboccarono un corridoio del settimo piano, che appariva deserto, se non per una ragazza molto piccola che stava esaminando un arazzo con dei troll in tutù. La ragazzina sembrava terrorizzata alla vista degli studenti del sesto anno che si stavano avvicinando e fece cadere le bilance di pesante ottone che stava trasportando."Tutto a posto!" disse Hermione gentilmente, avvicinandosi per aiutarla. "Ecco..."Hermione toccò le bilance con la sua bacchetta e disse: "Reparo". La ragazzina non disse neanche grazie, sembrava impietrita sul posto, mentre li guardò allontanarsi; Ron le diede un’altra occhiata." Giurerei che diventano sempre più piccole" disse."Non ti preoccupare di lei," disse Harry, con una leggera impazienza. "Perché Ginny e Dean hanno litigato, Hermione?""Oh, Dean stava ridendo del fatto che McLaggen ti aveva colpito con quel bolide," disse Hermione."Dev’essere stato divertente," disse Ron, ragionevolmente. "Non è stato per niente divertente!" disse Hermione, arrabbiata. "E’ stato terribile, e se Coote e Peakes non avessero preso Harry, poteva finire molto male!""Oh, va bene, non c’era nessun bisogno che Ginny e Dean si lasciassero per questo," disse Harry, sempre cercando di sembrare casuale. "O stanno ancora insieme?""Si, stanno ancora insieme - ma perché sei così interessato?" disse Hermione, lanciando a Harry un’occhiata acuta."E’ solo che non voglio che la mia squadra di Quidditch sia di nuovo messa sottosopra!" disse rapidamente Harry, ma Hermione continuò a sembrare sospettosa, e fu molto sollevato quando una voce dietro di loro chiamò, "Harry!" dandogli una buona scusa per voltarsi e darle le spalle. "Oh, ciao, Luna.""Sono andata a trovarvi all’ospedale," disse Luna, rimestando nella sua borsa. "Ma mi hanno detto che vi avevano dimesso..."Mise una specie di cipolla verde, un grosso fungo a pallini e una considerevole quantità di quella che sembrava lettiera di gatto nelle mani di Ron, e finalmente tirò fuori un rotolo di pergamena piuttosto macchiato che diede a Harry.

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". . . Mi è stato detto di darti questo."Era una piccola pergamena, che Harry riconobbe subito come un altro invito per una lezione con Silente."Stanotte," disse a Ron e Hermione, dopo averla aperta."Bel commento, l’ultima partita!" disse Ron a Luna mentre lei si riprendeva la cipolla verde, il fungo e la lettiera di gatto. Luna sorrise vagamente."Mi stai prendendo in giro, vero?" disse. "Tutti dicono che è stata orribile.""No, dico davvero!" si infervorò Ron. "Non mi ricordo di avere mai sentito un commento migliore! Cos’è questa, piuttosto?" aggiunse, portandosi la specie di cipolla all’altezza degli occhi."Oh, è una Gurdyroot," disse, ributtando la lettiera di gatto e il fungo dentro la borsa. "Puoi tenerla, se vuoi, ne ho altre. Sono ottime per proteggerti dai Plimpy Divoratori." E se ne andò, mentre Ron ridacchiava, con ancora in mano il Gurdyroot."Lo sai, la sto rivalutando, Luna," disse, mentre si avviavano di nuovo verso la Grande Sala. "Lo so che è pazza, ma in un modo buono-" Smise di parlare improvvisamente. Lavanda Brown stava ai piedi della scala di marmo con una faccia che minacciava tempesta. "Ciao," disse Ron nervosamente."Andiamo," bisbigliò Harry a Hermione, e si affrettarono ad allontanarsi, anche se riuscirono a sentire Lavanda che diceva, "Perché non mi hai detto che saresti uscito oggi? E perché stavi con lei?"Quando arrivò per la colazione, mezz’ora più tardi, Ron sembrava allo stesso tempo triste e infastidito e, sebbene sedesse vicino a Lavanda, Harry non li vide scambiarsi una parola per tutto il tempo che furono insieme. Hermione si comportava come se non si accorgesse di nulla, ma un paio di volte Harry vide un inspiegabile sorrisetto che le passava sul viso. Per tutto il giorno sembrò particolarmente di buon umore, e quella sera nella sala comune acconsentì persino a correggere (in altre parole, a finire di scrivere) il saggio di Erbologia di Harry, qualcosa che si era risolutamente rifiutata di fare fino ad allora, perché sapeva che Harry poi avrebbe fatto copiare il suo lavoro a Ron."Grazie, Hermione," disse Harry, dandole una veloce pacca sulla schiena mentre guardava l’orologio, rendendosi conto che erano quasi le otto. "Ascolta, mi devo sbrigare o farò tardi con Silente ..."Hermione non rispose, piuttosto cancellò alcune delle sue frasi meno riuscite dal saggio di Erbologia, un po’ affaticata. Sorridendo, Harry si affrettò a passare attraverso il foro del ritratto verso l’ufficio del Preside. Il gargoyle si fece da parte al riferimento dei Bignè Glassati, e Harry fece la scala a chiocciola due gradini alla volta, per bussare alla porta proprio mentre l’orologio all’ interno batteva le otto."Avanti," disse Silente, ma mentre Harry stava per aprire la porta, questa fu spalancata dall’interno. C’era la Professoressa Cooman."Aha!" gridò, indicando drammaticamente Harry mentre lo guardava, sbattendo gli occhi, attraverso i suoi grandi occhiali."Allora, Silente, è questo il motivo per cui mi butti fuori dal tuo ufficio senza tante cerimonie!""Mia cara Sibilla," disse leggermente esasperato Silente, "non è questione di buttarti fuori senza tante cerimonie da nessuna parte, ma Harry ha un appuntamento, e io veramente non penso abbiamo ancora molto da dirci -""Molto bene," disse la Professoressa Cooman, con un tono profondamente ferito. "Se non vuoi espellere quell’usurpatore, va bene... Forse dovrei trovarmi un’altra scuola che apprezzi di più il mio talento..."La Professoressa Cooman passò oltre Harry e scomparve giù dalla scala a chiocciola; la sentirono inciampare a metà strada, e immaginarono che avesse pestato uno dei suoi lunghi scialli."Per favore, Harry, chiudi la porta e siediti" disse Silente. Sembrava stanco.Harry obbedì, notando, mentre sedeva al suo solito posto di fronte alla scrivania di Silente, che il Pensatoio era di nuovo in mezzo a loro, così come due bottigliette di cristallo piene di vorticosi ricordi."La Professoressa Cooman si lamenta ancora perché Fiorenzo insegna?" chiese Harry.

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"Si," disse Silente, "Divinazione ci sta dando più problemi di quanto non pensassi, visto che io stesso non ho mai studiato questa materia. Non posso chiedere a Fiorenzo di tornare nella foresta, dove adesso è un bandito, ne posso chiedere a Sibilla Cooman di andarsene. Detto fra noi, lei non ha idea del pericolo in cui si troverebbe fuori del Castello. Vedi, non sa - e io penso sarebbe poco saggio rivelarglielo - che proprio lei ha fatto la profezia su te e Voldemort."Silente fece un profondo sospiro, poi disse, "Ma non ti preoccupare dei miei problemi con gli insegnanti. Abbiamo questioni più importanti da discutere. Per prima cosa - hai fatto quello di cui ti ho incaricato alla fine della nostra ultima lezione?""Ah," disse Harry, spiazzato. Con le lezioni di Materializzazione e il Quidditch e l’avvelenamento di Ron, la sua testa rotta e la sua determinazione a scoprire cosa stava macchinando Draco Malfoy, Harry aveva quasi dimenticato del ricordo che Silente gli aveva chiesto di estrarre dal Professor Slughorn. "Dunque, ho parlato con il Professor Slughorn alla fine della lezione di Pozioni, Signore, ma... ehm... non vuole darmelo." Ci fu un breve silenzio."Vedo," disse alla fine Silente, guardando Harry dall’alto dei suoi occhiali a mezzaluna e dando a Harry l’ impressione di essere osservato ai raggi X. "E ti sembra di aver fatto del tuo meglio per questo, non è vero? Di aver fatto ricorso a tutto il tuo considerevole ingegno? Di non aver tralasciato nessuna astuzia nel tuo tentativo di recuperare quel ricordo?""Dunque," Harry si fermò, non sapendo più che dire. Il suo unico tentativo di recuperare il ricordo adesso gli sembrava imbarazzantemente fiacco. "Dunque.. il giorno in cui Ron ha bevuto per sbaglio il filtro d’amore, l’ho portato dal Professor Slughorn. Ho pensato che se avessi trovato il Professor Slughorn di buon umore -" "E, ha funzionato?" chiese Silente."Dunque, no, Signore, perché Ron è stato avvelenato -" "- la qual cosa, naturalmente, ti ha fatto dimenticare del tutto di recuperare il ricordo; non mi sarei aspettato niente di diverso, con il tuo miglior amico in pericolo. Ma, quando è stato chiaro che il Signor Weasley si sarebbe ripreso completamente, avrei sperato che tu ritornassi alla missione che ti avevo affidato. Pensavo di averti spiegato chiaramente quanto è importante quel ricordo. In effetti, ho fatto del mio meglio per imprimerti bene nella testa che questo è il ricordo più importante di tutti e che senza di questo, staremmo solo perdendo tempo."Un caldo e pungente senso di vergogna si propagò dalla cima dei capelli di Harry giù fino alla punta dei piedi. Silente non aveva alzato la voce, non era sembrato neanche arrabbiato, ma Harry avrebbe preferito sentirlo urlare; il suo freddo disappunto era peggio di ogni altra cosa"Signore," disse con una certa disperazione, "non è che me ne sia disinteressato o altro, è che ho avuto altre - altre cose. . .""Altre cose a cui pensare," Silente finì la frase per lui. "Capisco."Di nuovo il silenzio cadde fra loro, il silenzio più imbarazzante che Harry avesse mai provato; sembrava che non dovesse mai finire, interrotto solo dal leggero russare del ritratto di Armando Dippet dietro la testa di Silente. Harry si sentiva stranamente rimpicciolito, come se si fosse leggermente ristretto da quando era entrato nella stanza. Quando non riuscì più a sopportarlo disse, "Professor Silente, mi dispiace veramente. Avrei dovuto impegnarmi di più. ... Avrei dovuto capire che non me l’avrebbe chiesto se non fosse stato veramente importante.""Grazie per quello che hai detto, Harry," disse calmo Silente. "Posso sperare, allora, che da adesso darai la massima priorità a questa faccenda? Non avrebbe molto senso continuare le nostre lezioni senza quel ricordo.""Lo faro, Signore, lo prenderò," disse Harry deciso."Allora non parliamone più, per adesso," disse Silente più gentilmente, "ma continuiamo la nostra storia da dove avevamo terminato l’altra volta. Ti ricordi dove eravamo rimasti?""Si, Signore," disse rapidamente Harry. "Voldemort ha ucciso suo padre e i suoi nonni e ha fatto credere che fosse stato suo zio Morfin. Quindi è ritornato a Hogwarts e ha

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chiesto ... ha chiesto al Professor Slughorn degli Horcrux," mormorò con un po’ di vergogna."Molto bene," disse Silente. "Ora, ti ricorderai, spero, che ti avevo detto fin dall’inizio come durante i nostri incontri avremmo sconfinato nel regno delle ipotesi e delle speculazioni?""Si, Signore"."Finora, e spero tu sia d’accordo, ti ho mostrato delle prove ragionevolmente concrete delle mie deduzioni su cosa ha fatto Voldemort fino all’età di diciassette anni?"Harry annuì."Ma adesso, Harry," disse Silente, "adesso le cose cominciano a diventare più oscure e strane. In effetti se è stato difficile trovare prove sul giovane Riddle, è stato quasi impossibile trovare qualcuno preparato a ricordare l’uomo Voldemort. In realtà, dubito che ci sia anima viva, a parte me stesso, che può darci pienamente conto della sua vita da quando ha lasciato Hogwarts. Comunque, ho due ultimi ricordi che vorrei dividere con te." Silente indicò le due bottigliette di cristallo che luccicavano accanto al Pensatoio. "Sarò lieto di sapere se le conclusioni che ho tratto ti sembrano plausibili o meno."L’idea che Silente avesse una così alta considerazione della sua opinione face provare ad Harry ancora più vergogna per aver fallito il suo compito di recuperare il ricordo dell’Horcrux, e il senso di colpa lo fece agitare nella sedia mentre Silente sollevava verso la luce la prima delle due bottiglie e la esaminava."Spero che tu non sia stanco di tuffarti nei ricordi altrui, perché sono ricordi strani, questi due," disse. "Il primo è di una vecchia elfa domestica chiamata Hokey. Prima di vedere di cosa Hokey è stata testimone, ti devo rapidamente raccontare di come Lord Voldemort lasciò Hogwarts."Aveva raggiunto il settimo anno con, come ci si poteva aspettare, il massimo dei voti in ogni esame che aveva dato. Intorno a lui, i suoi compagni di classe decidevano quale lavoro cercare una volta lasciata Hogwarts. Quasi tutti si aspettavano grandi cose da Tom Riddle, Prefetto, Caposcuola, vincitore di un Encomio Speciale per i Servigi Resi alla Scuola. So per certo che alcuni insegnanti, tra cui il Professor Slughorn, gli suggerirono di andare al Ministero della Magia, gli offrirono degli incarichi, lo misero in contatto con persone importanti. Rifiutò tutte le offerte. Poco dopo, seppero che Voldemort lavorava da Magie Sinister.""Da Magie Sinister?" ripetè Harry, stupito."Da Magie Sinister," ripetè calmo Silente. "Penso che ti sarà chiaro quali attrattive aveva quel posto quando entreremo nel ricordo di Hokey. Ma quella non fu la prima scelta di Voldemort per quanto riguarda il lavoro. Non lo seppe nessuno a quel tempo - io sono stato uno dei pochi ai quali l’allora Preside lo confidò - ma per prima cosa Voldemort andò dal Professor Dippet e gli chiese di rimanere a Hogwarts come insegnante.""Voleva rimanere qui?" chiese Harry sempre più meravigliato, "Perché?"."Credo che avesse diverse ragioni, anche se non ne confidò nessuna al Professor Dippet," disse Silente. "Per prima cosa, molto importante, Voldemort era, credo, più attaccato a questa scuola di quanto sia mai stato a qualsiasi persona. Hogwarts è stato il luogo dove è stato più felice; il primo e unico posto che abbia considerato come casa sua."Harry si sentì un po’ a disagio per queste parole, perché era esattamente quello che lui stesso sentiva verso Hogwarts."Seconda cosa, il castello è una fortezza di antica magia. Senza dubbio Voldemort ha penetrato i suoi segreti molto di più della maggior parte degli studenti che sono passati di qui, ma deve aver sentito che c’erano ancora misteri da svelare, tantissima magia ancora da sfruttare.""Per terzo, come insegnante, avrebbe avuto un enorme potere ed influenza su giovani streghe e maghi. Forse ha avuto questa idea dal Professor Slughorn, l’insegnante con cui si trovava meglio, che gli aveva dimostrato quanto potesse essere importante il ruolo di un insegnante. Io non riesco ad immaginarmi neanche per un istante Voldemort che passa il resto della sua vita a Hogwarts, però credo che lui la vedesse

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come un utile terreno di reclutamento, un posto dove avrebbe potuto iniziare a mettere insieme un esercito.""Ma non ottenne il lavoro, Signore?""No, non lo ottenne. Il Professor Dippet gli disse che a diciotto anni era troppo giovane, ma lo invitò a ripresentarsi dopo qualche anno, se ancora avesse voluto insegnare.""E lei come si sentì, Signore?" chiese esitando Harry. "Profondamente a disagio," disse Silente. "Avevo consigliato io Armando di non dargli il posto - non gli spiegai le ragioni che ho spiegato a te, perché il Professor Dippet era molto affezionato a Voldemort ed era convinto della sua onestà. Ma io non volevo che Lord Voldemort tornasse in questa scuola, e specialmente in una posizione di potere.""Quale posizione voleva, Signore? Quale materia voleva insegnare?"In qualche modo, Harry sapeva la risposta anche prima che Silente gliela desse."Difesa contro le Arti Oscure. A quel tempo la insegnava una vecchia Professoressa che si chiamava Galatea Merrythought, che era a Hogwarts da circa cinquant’anni.""Così Voldemort se ne andò da Magie Sinister, e tutti gli insegnanti che lo ammiravano dissero che era un peccato, che un mago così giovane e brillante andasse a lavorare in un negozio. Comunque, Voldemort non era un semplice commesso. Con la sua educazione, bellezza e intelligenza, gli diedero un lavoro particolare che esiste solo in un posto come Magie Sinister, la cui specialità, come sai, Harry, sono oggetti con proprietà rare e potenti. Voldemort, lo mandavano in giro a convincere le persone a separarsi dai loro tesori che poi i soci mettevano in vendita, e in questo risulta che fosse particolarmente dotato.""C’è da scommetterci," disse Harry, incapace di controllarsi."Si, infatti," disse Silente, con un leggero sorriso. "E adesso è il momento di sentire Hokey, l’elfa domestica di una strega molto vecchia e ricca, che si chiamava Hepzibah Smith."Silente toccò una bottiglia con la sua bacchetta, il tappo volò via, e lui versò il ricordo turbinoso nel Pensatoio, dicendo, "Dopo di te, Harry."Harry si alzò in piedi e si curvò ancora una volta sopra l’argenteo e agitato contenuto del bacino di pietra, finché il suo viso arrivò a toccarlo. Harry rotolò attraverso il nero niente e si ritrovò in una sala, di fronte ad una vecchia signora enormemente grassa, che portava una elaborata parrucca rossa e un vestito rosa brillante che le ricadeva tutto intorno, dandole l’aspetto di una torta gelato che si stava sciogliendo. Si stava guardando in un piccolo specchio ingioiellato e con un grosso piumino si passava del fondo tinta sulle guance già scarlatte, mentre la più magra e vecchia elfa domestica che Harry avesse mai visto le infilava i grassi piedi nelle strette pantofole di velluto."Sbrigati, Hokey!" disse Hepzibah imperiosamente. "Ha detto che sarebbe venuto alle quattro, mancano solo pochi minuti e non è mai arrivato in ritardo!"La signora mise via il piumino mentre l’elfa domestica si rialzava. La testa della domestica raggiungeva a malapena il sedile della sedia di Hepzibah, e la sua pelle incartapecorita le stava appesa addosso esattamente come il lenzuolo di lino spiegazzato che portava come una toga."Come sto?" disse Hepzibah, girando la testa per ammirare da diverse angolazioni il suo viso allo specchio."Meravigliosamente, Signora," disse Hokey con una voce acuta.Harry non poté non pensare che nel contratto di Hokey ci fosse una clausola che la obbligasse a mentire su questo punto, perché Hepzibah Smith non sembrava per niente "Meravigliosa", secondo lui.Suonò campanello, e sia la padrona che l’elfa sussultarono."Presto, presto, è arrivato, Hokey!" strillò Hepzibah mentre l’elfa correva fuori dalla stanza, che era così piena di oggetti che era inimmaginabile che qualcuno potesse trovare la strada in mezzo a loro senza buttare giù almeno una dozzina di oggetti: c’erano armadietti pieni di scatolette laccate, scatole piene di libri rilegati in oro, scaffali di globi e sfere celesti, e molti vasi di piante rigogliose in contenitori di ottone. In effetti, la stanza sembrava un incrocio tra un negozio di antiquariato magico e un museo.

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L’elfa domestica ritornò dopo pochi minuti, seguita da un giovane alto che Harry non ebbe difficoltà a riconoscere in Voldemort. Era vestito sobriamente, con un abito nero; i capelli erano leggermente più lunghi di come li portasse alla Scuola e le guance erano incavate, ma questo gli donava; sembrava più bello del solito. Voldemort trovò la sua strada attraverso la stanza stipata con un aria che dimostrava come l’avesse visitata già molte volte e si inchinò verso la piccola e grassa mano di Hepzibah, sfiorandola con le labbra."Le ho portato dei fiori," disse a voce bassa, tirando fuori dal nulla un mazzo di rose."Birichino, non avresti dovuto!" strillò la vecchia Hepzibah, per quanto Harry potesse notare che c’era un vaso vuoto pronto sul tavolino vicino. "Stai viziando questa vecchia signora, Tom. ... Siediti, siediti. . . . Dov’è Hokey? Ah ..."L’elfa domestica arrivò di corsa nella stanza, portando un vassoio di dolcetti che mise accanto alla sua padrona."Serviti, Tom," disse Hepzibah, "So che ti piacciono i miei dolci. Allora, come stai? Sei pallido. Ti fanno lavorare troppo in quel negozio, l’ho detto centinaia di volte..."Voldemort sorrise meccanicamente e Hepzibah lo ricambiò giuliva."Allora, con quale pretesto sei venuto a trovarmi, stavolta?" gli chiese, sbattendo le ciglia."Il Signor Burke vorrebbe fare una nuova offerta per l’armatura dei goblin," disse Voldemort. "Cinquecento Galeoni, pensa che sia un’offerta più che ragionevole -""Piano, piano, non così in fretta, o potrei pensare che tu sia qui solo per i miei gioiellini!" rispose Hepzibah con disappunto."Sono stato mandato qui per questo," disse Voldemort con calma. "Sono solo un povero commesso, Madame, che fa quello che gli viene detto. Il Signor Burke vuole che le chieda -""Oh, il Signor Burke, bha!" disse Hepzibah, agitando la sua piccolo mano. "Ho qualcosa da mostrarti che non ho mai fatto vedere al Signor Burke! Sai mantenere un segreto, Tom? Promettimi che non dirai al Signor Burke che ce l’ho! Non mi lascerebbe più in pace se sapesse che te l’ho mostrato, non lo vendo, a Burke, o a qualsiasi altro! Ma tu, Tom, lo puoi apprezzare per la sua storia, non per i Galeoni che puoi ricavarne.""Sarò lieto di vedere qualsiasi cosa che la Signorina Hepzibah vorrà mostrarmi," disse Voldemort a bassa voce, e Hepzibah fece un’altra risatina da ragazzina."Manderò Hokey a prenderlo . . . Hokey, dove sei? Voglio mostrare al Signor Riddle il nostro più grande tesoro... Ora che ci penso, portali tutti e due, già che ci sei...""Ecco, Madame," disse l’elfa domestica, e Harry vide due scatole di cuoio, una sopra l’altra, che sembrava si muovessero di moto proprio attraverso la stanza, anche se sapeva che la piccola elfa le stava tenendo sopra la testa facendosi strada tra i tavoli, le poltroncine e gli sgabelli."Ecco," disse felice Hepzibah, prendendo le scatole dall’elfa, mettendosele in grembo, e preparandosi ad aprire la prima, "Questo ti piacerà, Tom. . . . Oh, se la mia famiglia sapesse che te lo sto mostrando. . . . Non aspettano altro che di impossessarsene!"Aprì il coperchio. Harry si sporse un po’ in avanti per avere una visuale migliore e vide quella che sembrava una piccola coppa d’oro con due manici finemente lavorati."Sai cos’è questa, Tom? Prendila, guardala bene!" sussurrò Hepzibah, e Voldemort allungò le sue lunghe dita e sollevò la coppa per un manico dal suo stretto alloggiamento di seta. Harry pensò di aver visto un bagliore rossastro nei suoi occhi scuri. La stessa espressione avida si rispecchiava curiosamente sul volto di Hepzibah, se non che i suoi piccoli occhi erano fissi sui bei lineamenti di Voldemort."Un tasso," mormorò Voldemort, esaminando l’incisione sulla coppa. "Quindi questa coppa apparteneva . . . ?""A Helga Tassorosso, come sai perfettamente, furbacchione!" disse Hepzibah, sporgendosi in avanti con un forte scricchiolio dei suoi corsetti mentre gli pizzicava la guancia incavata. "Non ti ho mai detto che sono una sua lontana discendente? Questa è passata per anni di mano in mano nella nostra famiglia. Meravigliosa, vero? E si dice che abbia enormi poteri, anche se io non li ho mai provati seriamente, la tengo solo qui, al sicuro. . ."

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Riprese la coppa dal lungo indice di Voldemort e la rimise delicatamente nella scatola, troppo intenta a riporla con cura nella sua posizione per notare l’ombra che attraversò il volto di Voldemort quando gli fu ripresa via la coppa."E adesso," disse felice Hepzibah, "dov’è Hokey? Ah, ecco, sei qui -ora portala via, Hokey."L’elfa riprese obbediente la scatola della coppa, e Hepzibah spostò la sua attenzione sulla custodia molto più sottile che aveva in grembo." Questo ti piacerà ancora di più, Tom," sussurrò. "Avvicinati un po’, caro, così potrai vedere meglio. . . . Naturalmente, Burke lo sa che ce l’ ho, l’ ho comprato da lui, ma suppongo che gli piacerebbe riaverlo quando non ci sarò più..."Alzò il fermaglio di fine filigrana e aprì la custodia. Sopra un liscio velluto scarlatto c’era un pesante medaglione d’oro.Voldemort allungò la mano, senza essere invitato a farlo, stavolta, e lo sollevò alla luce, fissandolo."Il simbolo di Serpeverde," disse con calma, mentre la luce guizzava su una S decorata a forma di serpente."Bravo!" disse Hepzibah, felice, evidentemente, alla vista di Voldemort che fissava impietrito il suo medaglione. "L’ho pagato un occhio della testa, ma non potevo rinunciarci, un tesoro così, dovevo averlo nella mia collezione. Pare che Burke l’abbia comprato da una pezzente che probabilmente l’aveva rubato, ma non aveva idea del suo vero valore -"Non ci si poteva sbagliare, stavolta: gli occhi di Voldemort si accesero di scarlatto a queste parole, e Harry vide le sue nocche sbiancare mentre si stringevano intorno alla catena del medaglione."- Suppongo che Burke le abbia pagato una sciocchezza ma, cosa vuoi. . . . Grazioso, eh? E, di nuovo, tutti i poteri che gli sono attribuiti, anche se io lo tengo solo qui al sicuro. . . ."Allungò la mano per riprendere il medaglione. Per un momento, Harry pensò che Voldemort non lo avrebbe lasciato, ma un attimo dopo scivolò tra le sue dita e fu riposto sul suo cuscino di velluto rosso."Ecco qui, Tom, spero ti sia piaciuto!"Lo guardò bene in faccia e, per la prima volta, Harry vide vacillare il suo sciocco sorriso."Tutto bene, caro?""Oh si," disse piano Voldemort. "Si, va tutto molto bene. ...""Mi è sembrato - un gioco di luci, immagino -" disse Hepzibah, nervosa, e Harry immaginò che anche lei avesse visto il lampo rosso negli occhi di Voldemort. "Tieni, Hokey, portali via e chiudili bene... I soliti incantesimi...""E’ ora di andare, Harry," disse Silente sottovoce, e mentre l’elfa domestica ballonzolava via portando le scatole, Silente prese di nuovo Harry sopra il gomito e insieme, innalzandosi attraverso l’oblio, tornarono nell’ufficio di Silente."Hepzibah Smith morì due giorni dopo questa piccola scena," disse Silente, riprendendo la sua sedia e indicando a Harry di fare lo stesso. "Hokey l’elfa domestica fu arrestata dal Ministero per aver avvelenato per errore la cioccolata calda della sua padrona.""Assurdo!" disse rabbiosamente Harry."Vedo che siamo d’accordo," disse Silente. "Certo ci sono molte similitudini tra questa morte e quella dei Riddle. In entrambi i casi, qualcun altro se ne assunse la colpa, qualcuno con un vivido ricordo di aver causato la morte-" "Hokey confessò?""Disse che si ricordava di aver messo qualcosa nella cioccolata della padrona che si rivelò non essere zucchero, ma un veleno mortale e poco conosciuto, disse Silente. "Si concluse che non voleva farlo, ma visto che era vecchia e rimbambita -""Voldemort modificò il suo ricordo, proprio come con Morfin!" "Si, sono arrivato alla stessa conclusione," disse Silente. "E, esattamente come con Morfin, il Ministero era portato a sospettare di Hokey -""- perché era un’elfa domestica," disse Harry. Di rado gli capitava di provare tanta simpatia per la società fondata da Hermione, la C.R.E.P.A. "Esattamente," disse

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Silente. "Era vecchia, ammetteva di aver maneggiato la bevanda, e nessuno al Ministero si preoccupò di indagare oltre. Come nel caso di Morfin, per quando riuscii a rintracciarla ed estrarle il suo ricordo, era ormai alla fine della sua vita - ma il suo ricordo, naturalmente, non prova altro che Voldemort era a conoscenza dell’esistenza della coppa e del medaglione"."Quando Hokey fu arrestata, la famiglia di Hepzibah si accorse che due dei suoi più grandi tesori erano scomparsi. Ci volle un po’ per esserne sicuri, perché lei aveva molti posti segreti, aveva sempre protetto gelosamente la sua collezione. Ma prima che si fosse sicuri oltre ogni dubbio che la coppa e il medaglione erano spariti, il commesso di Magie Sinister, il giovane che aveva visitato così regolarmente Hepzibah e l’aveva così bene incantata, si era licenziato ed era scomparso. I suoi principali non avevano idea di dove fosse andato; erano sorpresi come tutti della sua scomparsa. E questa per molto tempo è stata l’ultima cosa che fu vista o udita di Tom Riddle."Ora," disse Silente, "se non ti dispiace, Harry, vorrei fermarmi ancora una volta per rivolgere la tua attenzione su alcuni punti della nostra storia. Voldemort ha commesso un altro omicidio; che sia stato il primo dopo i Riddle, questo non lo so, ma penso di si. Questa volta, come hai visto, non ha ucciso per vendetta, ma per profitto. Voleva i due favolosi trofei che quella povera donna infatuata gli aveva mostrato. Così come aveva a suo tempo derubato gli altri bambini all’orfanotrofio, così come aveva rubato l’anello di suo zio Morfin, allo stesso modo si impossessò della coppa e del medaglione di Hepzibah.""Ma," disse Harry, accigliato, "mi sembra una follia. . . . Rischiare tutto, buttando via il suo lavoro, solo per questi. . .""Per te sembra una follia, forse, ma non per Voldemort," disse Silente. "Spero che al momento opportuno capirai cosa significano veramente questi oggetti per lui, Harry, ma devi ammettere che non è difficile immaginare che considerasse almeno il medaglione come legittimamente suo." "Il medaglione, forse," disse Harry, "ma perché prendere anche la coppa?""Apparteneva ad un altro fondatore di Hogwarts," disse Silente. "Penso che senta ancora una forte attrazione per la Scuola e che non possa resistere di fronte ad un oggetto così intriso della storia di Hogwarts. Ci sono anche altre ragioni, credo... Spero di potertele dimostrare quando sarà il momento.""E adesso l’ultimo ricordo che ti devo mostrare, almeno finché non riuscirai a recuperare per noi il ricordo del Professor Slughorn. Ci sono dieci anni che separano il ricordo di Hokey da questo, dieci anni in cui possiamo solo immaginare cosa stesse facendo Lord Voldemort. . ." Harry si alzò nuovamente mentre Silente svuotava l’ultimo ricordo nel Pensatoio."Di chi è questo ricordo?" chiese. "Mio," rispose Silente.Harry si tuffò seguendo Silente attraverso la massa agitata d’argento, per tornare nello stesso ufficio che aveva appena lasciato. C’era Fanny che sonnecchiava beatamente sul suo trespolo, e lì dietro la scrivania c’era Silente, che sembrava molto simile al Silente che Harry aveva vicino, sebbene entrambe le mani fossero sane e intatte e il suo volto fosse, forse, un po’ meno segnato dalle rughe. La sola differenza tra l’ufficio di adesso e questo era che nel passato stava nevicando; fiocchi bluastri passavano di fronte alla finestra nell’oscurità e si accumulavano sul davanzale.Il Silente più giovane sembrava aspettare qualcuno e, infatti, pochi momenti dopo il loro arrivo si sentì bussare alla porta. "Avanti," disse.Harry si lasciò sfuggire un breve rantolo soffocato. Voldemort era entrato nella stanza. Il suo aspetto non era quello che Harry aveva visto emergere dal grande calderone di pietra quasi due anni prima: non aveva ancora le movenze di un serpente, i suoi occhi non erano ancora scarlatti, il suo volto ancora non era come una maschera, ma comunque non aveva più la bellezza del Tom Ridde del passato. Era come se la sua figura fosse stata bruciata e sfocata; i suoi lineamenti sembravano di cera e perversamente distorti, il bianco degli occhi era iniettato di sangue, sebbene le sue pupille non fossero ancora le fenditure che Harry sapeva sarebbero diventate. Indossava un lungo mantello nero, e il suo volto era pallido come la neve che gli riluceva sulle spalle.

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Il Silente dietro la scrivania non mostrò nessun segno di sorpresa. Evidentemente avevano un appuntamento."Buona sera, Tom," disse Silente cordialmente. "Perché non ti siedi?""Grazie," disse Voldemort, sedendosi sulla sedia che Silente aveva indicato - proprio la sedia, a guardarla bene, che nel presente Harry aveva lasciato. "Ho sentito che sei diventato preside," disse con una voce leggermente più acuta e fredda del passato. "Un’ottima scelta.""Sono contento che approvi," disse Silente, sorridendo. "Posso offrirti qualcosa da bere?""Più che volentieri," disse Voldemort. "Ho fatto molta strada."Silente si alzò e si spostò verso l’armadietto dove adesso teneva il Pensatoio, e che nel passato era pieno di bottiglie. Dopo aver dato a Voldemort un calice di vino ed essersene versato un altro per se, ritornò a sedere dietro la scrivania. "Allora, Tom ... a cosa devo questo piacere?"Voldemort non rispose immediatamente, ma sorseggiò appena il suo."Nessuno mi chiama più 'Tom' adesso," disse. "Ora, mi chiamano -""Lo so come ti chiamano," disse Silente, con un sorriso cordiale. "Ma per me, mi dispiace, tu sarai sempre Tom Riddle. E’ una delle cose irritanti dei vecchi insegnanti. Temo che non dimentichino mai gli inizi dei loro giovani studenti."Sollevò il suo bicchiere come per brindare a Voldemort, il cui volto rimase privo di espressione. Nonostante ciò, Harry sentì che l’atmosfera della stanza era sottilmente cambiata: il rifiuto di Silente di usare il nome che Voldemort si era scelto era anche il rifiuto di consentire a Voldemort di dettare le regole dell’incontro, e per Harry era evidente che Voldemort l’aveva capito benissimo."Mi sorprende che tu sia rimasto qui così a lungo," disse Voldemort dopo una breve pausa. "Mi sono sempre stupito che un mago come te non abbia mai desiderato di abbandonare la Scuola.""Mah," disse Silente, ancora sorridente, "per un mago come me non c’è niente di più importante che tramandare gli antichi poteri e aiutare ad affinare giovani menti. Se mi ricordo bene, anche tu una volta eri attratto dall’insegnamento.""Lo sono ancora," disse Voldemort. "Semplicemente mi meravigliavo che tu - che sei consultato così spesso dal Ministero e a cui ben due volte, penso, è stata offerta la poltrona di Ministro -""Veramente tre volte, l’ultima volta che le ho contate," disse Silente. "Ma il Ministero non mi ha mai attratto come carriera. Di nuovo, è qualcosa che abbiamo in comune, credo."Voldemort piegò la testa, senza sorridere, e bevve un altro sorso di vino. Silente non ruppe il silenzio che adesso si stendeva tra loro, aspettando, con un’aria di piacevole attesa, che Voldemort parlasse per primo."Sono tornato," disse dopo un po’, "più tardi, forse, di quanto il Professor Dippet si aspettasse . . . ma sono comunque tornato, per chiedere di nuovo quello che una volta mi dissero ero troppo giovane per avere. Sono tornato per chiederti il permesso di tornare al castello, di insegnare. Penso saprai che ho visto e fatto molte cose da quando ho lasciato questo posto. Posso insegnare ai tuoi studenti cose che non potrebbero imparare da nessun altro mago."Prima di parlare, Silente guardò per un po’ Voldemort da sopra il suo calice."Si, certamente. So che hai visto e fatto molte cose da quando ci hai lasciato," disse tranquillamente. "Voci sulle tue azioni hanno raggiunto la tua vecchia scuola. Mi dispiacerebbe credere alla metà di queste."L’espressione di Voldemort rimase impassibile mentre diceva, "La grandezza produce l’invidia, l’invidia genera la cattiveria, e la cattiveria partorisce le menzogne. Dovresti saperlo, Silente.""Quindi quello che hai fatto tu lo chiami ‘grandezza’, non è vero?" chiese delicatamente Silente."Certamente," disse Voldemort, e i suoi occhi sembrarono prendere fuoco. "Ho sperimentato; ho spinto i limiti della magia dove, forse, nessuno era mai arrivato-"

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"Di un certo tipo di magia," lo corresse Silente con calma. "Di un certo tipo. Di un altro tipo tu rimani . . . perdonami . . . deplorevolmente ignorante."Per la prima volta, Voldemort sorrise. Era un ghigno tirato, una cosa malvagia, più minaccioso della rabbia."La solita argomentazione," disse a bassa voce. "Ma niente di quello che ho visto al mondo conferma la tua famosa affermazione che l’amore è più potente del mio tipo di magia, Silente.""Forse hai guardato nei posti sbagliati," suggerì Silente."Allora, dunque, quale posto migliore di qui a Hogwarts per cominciare le mie nuove ricerche?" disse Voldemort. "Mi lascerai tornare? Mi consentirai di condividere le mie conoscenze con i tuoi studenti? Me stesso e il mio talento sono a tua disposizione. Sono ai tuoi ordini."Silente sollevò le sopracciglia. "E cosa accadrà di quelli che sono ai tuoi, di ordini? Cosa accadrà di quelli che si fanno chiamare - o sono stati chiamati - i Mangiamorte?"Harry si accorse che Voldemort non si aspettava che Silente conoscesse questo nome; vide gli occhi di Voldemort accendersi nuovamente di rosso, mentre le narici sottili si dilatavano."I miei amici," disse dopo un istante, "se la caveranno senza di me, ne sono sicuro.""Sono lieto di sentire che li consideri amici," disse Silente. "Avevo l’impressione che fossero piuttosto dei servi.""Ti sbagli," disse Voldemort."Allora se io andassi stasera alla Testa di Porco, non troverei un gruppo di questi - Nott, Rosier, Mulciber, Dolohov - che ti aspettano? Devono essere degli ottimi amici, per farsi tutta questa strada di notte sotto la neve, solo per augurarti buona fortuna per il tuo posto da insegnante"Senza dubbio, a Voldemort diede ancora più fastidio la dettagliata conoscenza delle persone con le quali aveva viaggiato che aveva dimostrato Silente; nonostante tutto, si riprese quasi subito."Sei onniscente come sempre, Silente.""Oh no, sono solo amico dei baristi locali," minimizzò Silente. "Adesso, Tom . . ."Silente posò il suo bicchiere vuoto e si raddrizzò nella sua sedia, con la punta delle dita a toccarsi, nel suo caratteristico gesto."Diciamocelo sinceramente. Perché sei venuto qua, circondato dai tuoi scagnozzi, per chiedere un lavoro che sappiamo entrambi tu non vuoi?"Voldemort sembrò freddamente sorpreso. "Un lavoro che non voglio? Al contrario, Silente, lo voglio eccome.""Oh, tu vuoi tornare a Hogwarts, ma non desideri insegnare adesso come non lo volevi quando avevi diciotto anni. Cosa vuoi veramente, Tom? Perché non provi a chiederlo apertamente, per una volta?"Voldemort fece una smorfia. "Se non vuoi darmi questo lavoro -""Naturalmente no," disse Silente. "E non credo assolutamente che tu ti aspettassi da me qualcosa di diverso. Nonostante ciò, se sei venuto qua a chiederlo, ci deve essere un motivo."Voldemort si alzò. Somigliava sempre meno al Tom Riddle del passato, i suoi lineamenti induriti dalla rabbia. "E’ la tua ultima parola?""Lo è," disse Silente, alzandosi anche lui."Allora non abbiamo più niente da dirci.""No, niente," disse Silente, mentre una grande tristezza gli riempiva il volto. "E’ passato da un pezzo il tempo in cui potevo terrorizzarti con un armadio in fiamme e costringerti a rimediare ai tuoi misfatti. Ma vorrei ancora poterlo fare, Tom ... Lo vorrei veramente. . . ."Per un attimo, Harry fu sul punto di lanciare un inutile avvertimento: era sicuro di aver visto la mano di Voldemort scattare verso la bacchetta che aveva in tasca; ma il momento passò, Voldemort si girò, la porta si chiuse, e se ne andò.Harry sentì la mano di Silente stringergli di nuovo il braccio e un momento dopo si ritrovarono nello stesso posto, ma non c’era neve sul davanzale, e la mano di Silente era di nuovo annerita e inerte.

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"Perché?" disse improvvisamente Harry, guardando in faccia Silente. "Perché è tornato? Lo ha mai scoperto?""Ho delle idee," disse Silente, "ma non più di questo.""Quali idee, Signore?""Te lo dirò, Harry, quando avrai recuperato quel ricordo del Professor Slughorn," disse Silente."Quando avrai l’ultimo pezzo del puzzle, spero tutto sarà chiaro... per entrambi."Harry ancora bruciava di curiosità e sebbene Silente fosse andato alla porta e la stesse tenendo aperta per lui, non si mosse affatto."Voleva la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure, Signore? Non lo ha detto...""Oh, certo che voleva la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure," disse Silente. "Le conseguenze del nostro breve incontro lo hanno dimostrato. Vedi, non siamo stati capaci di tenere un insegnante di Difesa contro le Arti Oscure per più di un anno, dopo che ho rifiutato la cattedra a Lord Voldemort."

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CAPITOLO VENTUNO

LA STANZA INTROVABILEHarry si scervellò durante la settimana successiva per trovare un modo di convincereSlughorn a cedergli il vero ricordo, ma non gli venne nessun lampo di genio e si ridusse a fare quello che aveva fatto in quei giorni quando era perplesso: immergersi nel suo libro di Pozioni, sperando che il Principe avesse scribacchiato qualcosa di utile a margine, così come aveva fatto molte altre volte.‘Non ci troverai niente,’ disse fermamente Hermione, la sera di sabato, tardi.‘Non cominciare, Hermione,’ disse Harry. ‘Se non fosse stato per il Principe, Ron nonsarebbe seduto qui, ora.’‘Ci sarebbe, se solo avessi ascoltato Piton il primo anno,’ disse Hermione tagliando corto.Harry la ignorò. Aveva appena trovato un incantesimo (Sectumsempra!) graffiato sopra leintriganti parole ‘Per nemici’, e aveva una gran voglia di provarlo, ma pensò che era meglio non farlo davanti ad Hermione. Invece, furtivamente, piegò all’ingiù l’angolo della pagina.Erano seduti accanto al fuoco nella sala comune; le uniche altre persone ancora alzate erano compagni del sesto anno. C’era stata una certa eccitazione prima, quando erano tornati dalla cena e avevano trovato un nuovo cartello in bacheca che annunciava la data della loro prova di Materializzazione.Quelli che avrebbero compiuto i 17 anni entro o prima della data della prova, il 21 aprile,avevano l’opportunità di iscriversi per partecipare a sessioni pratiche aggiuntive, che sisarebbero tenute (sotto stretto controllo) a Hogsmeade.Ron era andato in panico leggendo la notizia; non era ancora riuscito a Materializzarsi e temeva che non sarebbe stato pronto per il test. Hermione, che era riuscita a Materializzarsi due volte, era un po’ più fiduciosa, ma Harry, che non avrebbe avuto 17 anni per altri quattro mesi, non avrebbe comunque potuto affrontare il test che fosse preparato o no.‘Almeno tu sai Materializzarti, comunque!’ disse Ron teso. ‘Da luglio non avrai problemi!’‘L’ho solo fatto una volta,’ gli ricordò Harry; era alla fine riuscito a scomparire e

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rimaterializzarsi nel suo cerchio durante l’ultima lezione.Avendo perso molto tempo a lamentarsi ad alta voce per Materializzazione, Ron stava ora lottando per finire un saggio perfidamente difficile per Piton che Harry ed Hermione avevano già completato. Harry si aspettava un voto basso perché aveva dissentito con Piton sul modo migliore per affrontare i Dissennatori, ma non gli importava: ora il vero ricordo di Slughorn era la cosa più importante per lui.‘Te l’ho detto, quello stupido Principe non ti aiuterà in questo, Harry!’ disse Hermione a voce più alta. ‘C’è solo un modo per forzare qualcuno a fare ciò che si vuole, ed è l’incantesimo Imperius, che è illegale –‘‘Sì, lo so, grazie,’ disse Harry senza alzare gli occhi dal libro. ‘Ecco perché sto cercandoqualcosa di diverso. Silente dice che il Veritaserum non funzionerà, ma può esserciqualcos’altro, una pozione o un incantesimo…’‘Stai scegliendo la via sbagliata,’ disse Hermione. ‘Silente dice che solo tu puoi ottenere il ricordo. Questo deve significare che puoi convincere Slughorn in un modo che le altrepersone non conoscono. Non si tratta di propinargli una pozione, chiunque potrebbe farlo –‘‘Come scriveresti “belligerante”? disse Ron, scuotendo la sua penna molto forte fissando la pergamena. ‘Non può essere S – E – D – E – R – E - ‘No, non può,’ disse Hermione, tirando il saggio di Ron verso di sé. ‘E neanche “Promettente” inizia per O – R – G. Che tipo di piuma stai usando?’‘È una delle penne Controlla-Scrittura di Fred e George… ma penso che l’ incantesimo si stia esaurendo…’‘Sì, probabilmente,’ disse Hermione, indicando il titolo del compito, ‘perché ci è stato chiesto come dovremmo comportarci con i Dissennatori, non “ScavaPaludi”, e, inoltre, non ricordo che tu abbia cambiato il tuo nome in “Roonil Wazlib”.‘Ah, no!’ disse Ron fissando la pergamena inorridito. ‘Non dirmi che devo riscrivere tutta la faccenda da capo!’‘Va bene, possiamo rimediare,’ disse Hermione tirando a sé la pergamena e sfoderando labacchetta. ‘Ti amo, Hermione,’ disse Ron, sprofondando indietro nella sua sedia, sfregandosi gli occhi stancamente.Hermione arrossì debolmente, ma semplicemente disse, ‘Non ti far sentire da Lavanda dire una cosa simile’‘Non lo farò’ disse fra sé Ron. ‘Oppure sì… così mi pianterà in asso.’‘Perché non la pianti tu se vuoi farla finita?’ chiese Harry.‘Non hai mai piantato nessuno, vero?’ disse Ron. ‘Tu e Cho solo–‘‘Una specie di cotta, sì,’ disse Harry.‘Vorrei che fosse capitato anche a me e Lavanda’, disse Ron triste, guardando Hermionementre silenziosamente batteva con la punta della bacchetta ogni parola sbagliata, in modo che si correggesse sulla pagina. ‘Ma più alludo che voglio farla finita, più saldamente lei si attacca. È come uscire con la Piovra gigante.’‘Ecco,’ disse Hermione venti minuti più tardi, rendendo il compito a Ron.‘Un milione di grazie,’ disse Ron. ‘Posso prendere a prestito la tua penna per la conclusione?’Harry, che finora non aveva trovato niente di utile nelle note del Principe Mezzosangue, siguardò attorno; loro tre erano gli unici rimasti nella sala comune, visto che Seamus eraappena andato a letto maledicendo Piton e il suo saggio. L’unico suono era lo scoppiettio del fuoco e il rumore della penna presa a prestito da Hermione, con cui Ron stava buttando giù l’ultimo paragrafo sui Dissennatori.Harry aveva appena chiuso sbadigliando il libro del Principe Mezzosangue, quando –Crack.

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Hermione si lasciò sfuggire un gridolino; Ron rovesciò inchiostro su tutto il suo compito eHarry disse, ‘Kreacher!’L’elfo domestico si inchinò profondamente verso il suo alluce nodoso.‘Il padrone ha detto di volere regolari relazioni su cosa il giovane Malfoy sta facendo, cosìKreacher è venuto per farla –‘Crack.Dobby apparì a fianco di Kreacher, col copriteiera che usava come berretto di traverso.‘Anche Dobby ha aiutato, Harry Potter!’ squittì, lanciando a Kreacher uno sguardo risentito. ‘E Kreacher dovrebbe dire a Dobby quando viene a trovare Harry Potter, così da fare rapporto assieme!’‘Che significa?’ chiese Hermione, ancora scioccata da quelle improvvise apparizioni. ‘Cosasta succedendo, Harry?’Harry esitò prima di rispondere, perché non aveva detto ad Hermione di aver messoKreacher e Dobby a pedinare Malfoy; gli elfi domestici erano sempre un argomento che larendeva suscettibile.‘Bene… hanno seguito Malfoy per me,’ disse.‘Giorno e notte,’ gracchiò Kreacher.‘Dobby non ha dormito per una settimana, Harry Potter!’ disse Dobby con orgoglio,ondeggiando sul posto.Hermione sembrò indignata.‘Non hai dormito, Dobby? Ma certamente, Harry, non gli avrai detto di non –‘‘No, ovviamente,’ disse velocemente Harry. ‘Dobby, puoi dormire, capito? Ma qualcuno di voi ha scoperto qualcosa?’ chiese precipitosamente, prima che Hermione potesse intervenire ancora.‘Il Padrone Malfoy si muove con una nobiltà che rispecchia il suo sangue puro,’ gracchiòKreacher immediatamente. ‘Le sue fattezze richiamano l’ossatura fine della mia signora e le sue maniere sono quelle di –‘‘Draco Malfoy è un ragazzo cattivo!’ squittì rabbiosamente Dobby. ‘Un cattivo ragazzo che – che –‘Egli rabbrividì dal fiocco del suo cappello alla punta dei suoi calzini e poi corse verso il fuoco, come per tuffarcisi dentro; Harry non fu colto di sorpresa; rapidamente, lo intercettò a metà strada e lo trattenne. Per qualche secondo Dobby lottò, poi si afflosciò.‘Grazie, Harry Potter,’ ansimò. ‘Dobby ha ancora difficoltà a parlar male dei suoi vecchipadroni…’Harry lo lasciò; Dobby si raddrizzò il cappello-copriteiera e disse in maniera ribelle aKreacher, ‘Ma Kreacher dovrebbe sapere che Draco Malfoy non è un buon padrone per un elfo domestico!’‘Sì, non abbiamo bisogno di sentire il tuo amore per Malfoy,’ disse Harry a Kreacher.‘Passiamo oltre e parliamo di dove sta andando veramente.’Kreacher si inchinò ancora, con aria furente, e poi disse ‘Il Padrone Malfoy mangia nella Sala Grande, dorme in un dormitorio nei sotterranei, frequenta i suoi corsi in vaietà di–‘‘Dobby, dimmi tu,’ disse Harry, tagliando corto con Kreacher.‘È andato da qualche parte dove non avrebbe dovuto?’‘Harry Potter, signore,’ squittì Dobby con i grandi occhi scintillanti alla luce del fuoco, ‘ilgiovane Malfoy non sta infrangendo regole che Dobby possa scoprire, ma è molto attento a evitare punizioni. Ha fatto regolari visite al settimo piano con una varietà di altri studenti, che lasciava a vigilare mentre lui entrava –‘

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‘La stanza delle Necessità!’ disse Harry, battendosi forte la fronte con il libro di Pozioni Avanzate. Hermione e Ron lo fissarono. ‘Ecco dove strisciava! Ecco dove sta facendo… qualsiasi cosa stia facendo!’ E ci scommetto che è questo il motivo per cuiscompariva dalla mappa – ripensandoci, non ho mai visto sulla mappa la Stanza delleNecessità!’‘Forse i Malandrini non hanno mai saputo che la Stanza era là,’ disse Ron.‘Credo che faccia parte della magia della Stanza,’ disse Hermione. ‘Se hai bisogno che non sia rintracciabile, non lo sarà.’‘Dobby, hai tentato di entrare e dare un’occhiata a quello che Malfoy sta facendo?’ chieseHarry impaziente. ‘No, Harry Potter, è impossibile,’ disse Dobby.‘No, non lo è,’ disse Harry ad un tratto. ‘Malfoy è entrato nel nostro Quartier generale l’anno scorso, quindi riuscirò ad entrare e a spiarlo, non c’è problema.’‘Non credo ci riuscirai, Harry,’ disse Hermione lentamente. ‘Malfoy sapeva esattamente come stavamo usando la stanza perché quella stupida Marietta aveva spifferato tutto. Aveva bisogno che la Stanza diventasse il Quartier generale del ES, e così ha fatto. Ma tu non sai cosa diventa la stanza quando Malfoy ci entra, così non sai cosa in cosa chiederle di trasformarsi.’‘Ci sarà un modo,’ concluse Harry. ‘Sei stato bravissimo, Dobby.’‘Anche Kreacher ha fatto bene,’ disse Hermione gentilmente; ma lontano da mostrarsi grato, Kreacher distolse il suo brutto sguardo iniettato di sangue e gracchiò al soffitto, ‘La Mezzosangue sta parlando a Kreacher, Kreacher fingerà di non aver sentito –‘‘Esci di qui,’ gli disse seccamente Harry, e Kreacher fece un ultimo profondo inchino eScomparve. ‘Faresti meglio ad andare anche tu Dobby, e dormire un po’.’‘Grazie Harry Potter, signore!’ squittì felicemente Dobby e Scomparve anche lui.‘Buone notizie!’ disse Harry entusiasta, girandosi verso Ron ed Hermione nel momento in cui la stanza era nuovamente libera da elfi.‘Ora sappiamo dove sta andando Malfoy! Lo abbiamo messo all’angolo!’‘Sì, è grandioso,’ disse Ron tristemente, cercando di asciugare la fradicia massa di inchiostro che sino a poco prima era un compito quasi finito. Hermione lo tirò davanti a sé e cominciò ad aspirare via l’inchiostro con la bacchetta.‘Ma cosa significa di lui che va là con “diversi studenti”?’ disse Hermione. ‘Quante persone sono coinvolte? Non penserai che faccia sapere a tante di loro cosa sta facendo…’‘Sì, ‘ strano,’ disse Harry, accigliandosi. ‘L’ho sentito dire a Tiger che quello che sta facendo non era affar suo… quindi cosa ha detto a tutti questi… tutti questi…’La voce di Harry diminuì gradatamente; stava fissando il fuoco.‘Cielo, sono stato stupido,’ disse calmo. ‘È ovvio, vero? Ce n’era un grosso tino giù nelsotterraneo… può averne rubato un po’ in qualsiasi momento durante quella lezione…’‘Rubato cosa?’ disse Ron.‘Pozione Pulisucco. Ha rubato un po’ della Pozione Polisucco che Slughorn ci ha mostratodurante la nostra prima lezione di Pozioni… non c’erano molti studenti a far la guardia per Malfoy, erano solo Tiger e Goyle come al solito… sì, tutto combacia!’ disse Harry, saltando su e iniziando a camminare su e giù davanti al fuoco. ‘Sono abbastanza stupidi da fare ciò che viene loro ordinato anche se lui non dice loro cosa sta combinando… ma lui non vuole che siano visti fuori, nei pressi della Stanza delle Necessità, così gli ha fatto prendere la Pozione Polisucco per farli sembrare altre persone… quelle due ragazze che ho visto con lui Quando ha perso il Quiddich – ha! Tiger e Goyle!’‘Non vorrai dire,’ disse Hermione con voce calma, ‘che quella ragazzina a cui ho riparato la bilancia –?’‘Sì, naturalmente!’ disse Harry ad alta voce, fissandola. ‘Naturalmente! Malfoy deve essere stato all’interno della Stanza in quel momento, così lei – cosa sto dicendo? – lui ha fatto cadere la bilancia per dire a Malfoy di non venir fuori, perché c’era qualcuno!

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E c’era anche quella ragazza che ha fatto cadere le uova di rospo! Gli siamo passati davanti ogni volta senza capire!’‘Sta facendo trasformare Tiger e Goyle in ragazze?’ Ron scoppiò in una risata sonora.‘Accidenti… non mi sorprende che non sembrassero troppo felici in questi giorni… Mistupisco che non gli abbiano detto di ficcarsela…’‘Bene, non lo avrebbero fatto se lui gli avesse mostrato il suo Marchio Nero’, disse Harry.‘Mmmhhh… il Marchio Nero non sappiamo se esiste,’ disse Hermione scettica, arrotolando il compito asciutto di Ron prima che potesse capitargli qualche altro danno e porgendoglielo.‘Vedremo,’ disse Harry sicuro.‘Sì, vedremo,’ disse Hermione alzandosi in piedi e stirandosi. ‘Ma, Harry, prima che ti ecciti tanto, continuo a pensare che non riuscirai ad entrare nella Stanza delle Necessità senza prima sapere cosa c’è. E penso che non dovresti dimenticare,’ si tirò la borsa sulla spalla e gli rivolse uno sguardo molto serio, ‘che saresti tenuto a concentrarti su come ottenere quel ricordo da Slughorn. Buonanotte.’Harry la guardò andare, sentendosi lievemente di cattivo umore. Una volta che la porta del dormitorio delle ragazze si fu chiusa dietro di lei, si girò verso Ron.‘Cosa ne pensi?’‘Vorrei poter Smaterializzarmi come un elfo domestico’, disse Ron, fissando il punto dove Dobby era scomparso. ‘Avrei quel test di Materializzazione in tasca.’Harry non dormì bene quella notte. Restò steso, sveglio, per quelle che gli sembrarono ore, domandandosi come Malfoy stesse usando la Stanza delle Necessità e cosa lui, Harry, avrebbe visto quando ci fosse entrato il giorno successivo, perché qualsiasi cosa dicesse Hermione, Harry era sicuro che se Malfoy era riuscito a vedere il Quartier generale dell’ES, lui, di Malfoy, sarebbe stato in grado di vedere… cosa poteva essere? Un luogo di incontro? Un nascondiglio? Un deposito? Un’officina? La mente di Harry lavorava fervidamente e i suoi sogni, quando finalmente si fu addormentato, furono interrotti e disturbati dall’immagine di Malfoy che si trasformava in Slughorn, che si trasformava in Piton…La mattina seguente Harry era in gran anticipo per la colazione; aveva un’ora libera prima di Difesa contro le Arti Oscure ed era determinato ad usarla provando ad entrare nella Stanza delle Necessità. Hermione ostentava di non aver alcun interesse per i suoi sussurrati piani per riuscire ad entrare nella Stanza, e questo irritava Harry perché pensava che lei avrebbe potuto essere di grande aiuto se solo avesse voluto.‘Guarda,’ disse lui tranquillamente sporgendosi e appoggiando una mano sulla Gazzetta del Profeta che lei aveva appena preso da un gufo postale, per evitarle di aprirlo e di sparirci dietro, ‘che non mi sono dimenticato di Slughorn, ma non ho la minima idea di come cavargli fuori quel ricordo, e finché non ho un lampo di genio perché non dovrei tentare di capire cosa sta facendo Malfoy?’‘Te l’ho già detto, devi persuadere Slughorn,’ disse Hermione. ‘Non è questione diimbrogliarlo o ammaliarlo, altrimenti Silente lo avrebbe fatto in un secondo. Anzichétrastullarti fuori dalla Stanza delle Necessità,’ tirò via il Profeta da sotto alla mano diHarry e lo aprì per guardare la prima pagina, ‘dovresti andare a cercare Slughorn ecominciare ad appellarti alla sua indole migliore.’‘Qualcuno che conosciamo –?’ chiese Ron, mentre Hermione scorreva i titoli.‘Sì!’ disse Hermione, facendo andare di traverso la colazione a Ron ed Harry, ‘ma va tuttobene, non è morto – è Mundungus, è stato arrestato e mandato ad Azkaban! Qualcosa a che fare con aver impersonato un Inferius durante un tentativo di furto… e qualcuno chiamato Octavius Pepper è svanito… oh, e questo è terribile, un bimbo di 9 anni è stato arrestato per aver tentato di uccidere i nonni, pensano fosse sotto l’incantesimo Imperius…’ Finirono la colazione in silenzio. Hermione partì immediatamente per Rune Antiche, Ron per la sala comune dove doveva ancora finire la relazione di Piton sui Dissennatori, e Harry per il corridoio del settimo piano e la distesa di muro opposta all’arazzo di Barnaba il Babbeo Bastonato dai Troll.

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Harry si infilò il Mantello dell’Invisibilità dopo aver trovato un passaggio vuoto, non voleva essere scocciato. Quando raggiunse la sua destinazione la trovò deserta. Harry non era sicuro che le sue possibilità di entrare nella stanza sarebbero state migliori con Malfoy dentro o fuori, ma almeno il primo tentativo non sarebbe stato complicato dalla presenza di Tiger o Goyle che pretendevano di essere una ragazzina di 11 anni.Quando raggiunse il posto dove era nascosta la porta della Stanza delle Necessità, chiuse gli occhi. Sapeva cosa doveva fare; era diventato esperto l’anno precedente. Concentrandosi con tutta la sua forza pensò,Ho bisogno di vedere cosa sta facendo Malfoy là dentro… Ho bisogno di vedere cosa sta facendo Malfoy là dentro… Ho bisogno di vedere cosa sta facendo Malfoy là dentro…Camminò passando tre volte davanti alla porta, poi, col cuore che batteva per l’eccitazione,aprì gli occhi e ci fu davanti – ma stava ancora guardando semplicemente una striscia dimuro bianco. Avanzò e gli diede una spintarella di prova. Il muro restò solido e resistente.‘OK,’ disse Harry ad alta voce. ‘OK… ho pensato la cosa sbagliata…’Pensò un momento, poi si rimise in moto, occhi chiusi, concentrandosi più che poteva.Ho bisogno di vedere il posto in cui Malfoy continua a venire segretamente… Ho bisogno di vedere il posto in cui Malfoy continua a venire segretamente…Dopo essere passato davanti tre volte, aprì gli occhi speranzoso.Non c’era nessuna porta.‘Oh, esci fuori,’ disse al muro, irritato. ‘Era un’istruzione chiara… bene…’Pensò duramente per diversi minuti prima di camminarci davanti a lunghi passi ancora una volta.Ho bisogno che diventi il posto che diventi per Draco Malfoy…Non aprì immediatamente gli occhi quando ebbe terminato il suo pattugliamento; stavaascoltando attentamente, come se pensasse di poter sentire la presenza della portaschioccare fuori. Non sentì nulla, comunque, tranne il cinguettio distante degli uccelliall’esterno. Aprì gli occhi.Non c’era ancora nessuna porta.Harry imprecò. Qualcuno gridò. Harry si guardò attorno e vide un branco di studenti del primo anno che sembrava avessero incontrato uno spettro sboccato.Harry provò ogni variante di ‘Ho bisogno di vedere cosa sta facendo là dentro Draco Malfoy’ che potesse pensare per un’ora buona, alla fine della quale dovette ammettere che Hermione poteva aver avuto un’opinione esatta: semplicemente la Stanza non voleva aprirsi per lui.Frustrato e irritato, partì per la lezione di Difesa contro le Arti Oscure, tirando via il Mantello dell’Invisibilità e ficcandolo nella sua borsa come quando era venuto.‘Nuovamente in ritardo, Potter,’ disse freddamente Piton, appena Harry si precipitò nellastanza illuminata da candele. ’Dieci punti in meno per Grifondoro.’Harry diede un’occhiataccia a Piton e si fiondò nel banco accanto a Ron; metà della classe era ancora in piedi, tirando fuori i libri e organizzando le proprie cose; non sarebbe stato molto più in ritardo di ciascuno di loro.‘Prima di cominciare, voglio i vostri compiti sui Dissennatori,’ disse Piton, facendo oscillare carezzevolmente la sua bacchetta in modo che 25 rotoli di pergamena si alzarono in volo e atterrarono in una pila ordinata sul suo tavolo. ‘E spero per il vostro interesse che siano meglio della spazzatura che ho dovuto tollerare sull’incantesimo Imperius. Ora, se aprite tutti i libri a pagina – cosa c’è signor Finnigan?’‘Signore,’ disse Seamus, ‘Mi stavo chiedendo, come definirebbe la differenza fra un Inferius e un fantasma? Perché c’era qualcosa sul Profeta a proposito di un Inferius –‘‘No, non c’era,’ disse Piton con voce annoiata.‘Ma Signore, ho sentito delle persone parlare –‘

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‘Se avessi letto veramente l’articolo in questione, Signor Finnegan, avresti dovuto sapere che il cosiddetto Inferius non era altro che un furtivo puzzolente ladro di nome Mundungus Fletcher.’‘Pensavo che Piton e Mundungus fossero dalla stessa parte’ sussurrò Harry a Ron eHermione. ‘Non dovrebbe essere contrariato che Mundungus sia stato arrest–?‘Ma Potter sembra aver molto da dire in proposito,’ disse Piton puntando improvvisamente al retro della stanza, con i suoi occhi neri fissi su Harry. ‘Chiediamo a Potter come potremmo definire la differenza fra un Inferius e un fantasma.’L’intera classe si voltò a guardare Harry, che precipitosamente cercò di richiamare allamemoria quello che Silente gli aveva detto la notte che erano andati a visitare Slughorn.‘Hem – bene – i fantasmi sono trasparenti –‘ disse.‘Oh, molto bene,’ lo interruppe Piton, arricciando le labbra. ‘Sì, è facile vedere come i quasi sei anni di educazione magica non siano andati sprecati con te, Potter. I fantasmi sono trasparenti.’Pansy Parkinson si lasciò sfuggire un risolino acuto. Molte altre persone sorridevanostupidamente. Harry fece un profondo respiro e continuò, calmo, nonostante dentro stesse bollendo. ‘Sì, i fantasmi sono trasparenti, ma gli Inferi sono corpi morti, giusto? Quindi dovrebbero essere solidi –‘‘Un bambino di cinque anni avrebbe potuto dirci tanto,’ disse sarcastico Piton. ‘L’Inferius è un cadavere che è stato rianimato dall’incantesimo di un mago Oscuro. Non è vivo, èsemplicemente usato come un burattino per eseguire gli ordini del mago. Un fantasma, ecredo ne siate ormai tutti informati, è una traccia lasciata sulla terra da un’anima dipartita… e naturalmente, così come Potter ci ha saggiamente detto, trasparente.’‘Bene, quello che ci ha detto Harry è la cosa più utile se lo scopo è distinguerli!’ disse Ron.‘Se ne dovessimo incontrare uno faccia a faccia in una via scura basterà una rapida occhiata per vedere se è solido, non gli chiederemo “Scusa, sei l’impronta di un’anima dipartita?”’Ci fu un’ondata di risate, istantaneamente repressa dallo sguardo che Piton lanciò allaclasse.‘Altri dieci punti tolti a Grifondoro,’ disse Piton. ‘Non mi sarei aspettato nulla di più raffinato da te, Ronald Weasley, il ragazzo così solido che non riesce a Materializzarsi a un centimetro in una stanza.’‘No!’ sussurrò Hermione, afferrando il braccio di Harry non appena lui aprì la bocca, furioso.‘Non è il caso, finiresti solo nuovamente in punizione, lascia perdere!’‘Ora aprite i vostri libri a pagina duecentotredici.’ Disse Piton, con un lieve sorriso arrogante, ‘e leggete i primi due paragrafi sull’incantesimo Cruciatus...’Ron fu molto pacato per il resto della lezione. Quando la campana suonò a fine lezione,Lavanda raggiunse Ron e Harry (misteriosamente Hermione sparì dalla vista appena lei siavvicinò) e ingiuriò caldamente Piton per essersi beffato delle Apparizioni di Ron, ma questo sembrò solo irritare Ron che se ne sbarazzò facendo una deviazioneal bagno dei ragazzi con Harry.‘Piton ha ragione, vero?’ disse Ron, dopo aver fissato uno specchio rotto per un minuto odue. ‘Non so se valga la pena provare a passare il test. Non capisco proprio come funziona la Materializzazione.’‘Potresti anche fare le esercitazioni pratiche supplementari a Hogsmeade e vedere dove tiportano,’ disse Harry ragionevolmente. ‘Sarà più interessante che provare a entrare in uno stupido cerchio, comunque. Poi, se ancora non ci riuscirai – sai – bene come

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vorresti, potrai posticipare il test, farlo con me dopo l’esta— Mirtilla, questo è il bagno dei ragazzi!’Il fantasma di una ragazza emerse dal gabinetto in un cubicolo dietro a loro e fluttuò amezz’aria, fissandoli attraverso un paio di spesse, tonde lenti bianche.‘Oh,’ disse abbattuta. ‘Siete voi due.’‘Chi ti aspettavi?’ disse Ron, guardandola attraverso lo specchio.‘Nessuno,’ disse Mirtilla, speluccandosi malinconicamente un brufolo sul mento. ‘Ha detto che sarebbe tornato a trovarmi, ma, allora, anche tu hai detto che avresti fatto una scappata a trovarmi...’ lanciò a Harry un’occhiata di rimprovero ‘...e non ti ho visto per mesi e mesi. Ho imparato a non aspettarmi troppo dai ragazzi.’‘Pensavo che vivessi in quel bagno delle ragazze’ disse Harry, che da anni stavaaccuratamente alla larga da quel posto.‘Ci vivo,’ disse lei con un’imbronciata alzata di spalle, ‘ma questo non significa che non posso visitare altri posti. Sono venuta a trovarti nel tuo bagno una volta, ricordi?’‘Vividamente,’ disse Harry.‘Ma penso di piacergli,’ disse lagnandosi. ‘Forse se voi due ve ne andaste, lui tornerebbeancora... abbiamo molto in comune... sono sicura che se n’è accorto...’E guardò speranzosa verso la porta.‘Quando dici che avete molto in comune,’ disse Ron con aria persino divertita, ‘vorresti dire che anche lui vive nello scarico di un gabinetto?’‘No,’ disse Mirtilla ribelle, la sua voce echeggiò forte nel vecchio bagno piastrellato. ‘Intendo dire che è sensibile, le persone lo intimidiscono e si sente solo e non ha nessuno con cui parlare, e non lo spaventa mostrare i suoi sentimenti e piangere!’‘C’è stato un ragazzo qui a piangere?’ disse Harry incurisito. ‘Un ragazzo giovane?’‘Tu non preoccuparti!’ disse Mirtilla, con i suoi piccoli occhi sfuggenti fissi su Ron che si stava indubbiamente sganasciando. ‘Ho promesso che non lo avrei detto a nessuno e porterò questo segreto nella –‘‘–non nella tomba, certamente?’ disse Ron con uno sbuffo. ‘Nelle fogne, forse...’Mirtilla diede un ululato di rabbia e si immerse indietro nel gabinetto, facendo traboccarel’acqua oltre i bordi, sul pavimento. Spronare Mirtilla sembrava aver ridato coraggio a Ron.‘Hai ragione,’ disse, dondolando la cartella all’indietro, sulla spalla, ‘farò le sessioni pratiche a Hogsmeade prima di decidere se fare il test.’E così, il fine settimana successivo, Ron si unì a Hermione e agli altri del sesto anno cheavrebbero compiuto diciassette anni in tempo per affrontare il test da lì a quindici giorni. Harry si sentì perfino geloso vedendoli pronti ad andare al villaggio; gli mancavano le gite là, ed era una giornata di primavera paricolarmente bella, uno dei primi cieli limpidi che avesse visto da molto tempo. Comunque, aveva deciso di usare il tempo per tentare un alrto assalto alla Stanza delle Necessità.‘Faresti meglio,’ disse Hermione quando lui, nella Sala di ingresso, confessò questo piano a lei e a Ron ‘ad andare dritto all’ufficio di Slughorn e provare a ottenere quel ricordo.’‘Ci sto provando!’ disse Harry di malumore, il che era perfettamente vero. Era rimasto indietro dopo ogni lezione di pozioni quella settimana, per riuscire a mettere Slughorn nell’angolo, ma l’insegnante di Pozioni aveva sempre lasciato isotterranei così velocemente che Harry non era riuscito a bloccarlo. Due volte Harry eraandato al suo ufficio e aveva bussato senza ricevere risposta, sebbene la seconda volta era sicuro di aver sentito il suono, subito soffocato, di un vecchio grammofono.‘Non vuole parlare con me, Hermione! Ho provato a prenderlo nuovamente da solo ma luinon ha intenzione di lasciare che accada ancora!’‘Bene, devi solo restare da lui, no?’La corta coda di persone che aspettava in file di passare Gazza, che al solito le pungolava

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con il Sensore Segreto, mosse in avanti di qualche passo e Harry non rispose perchè il custode non potesse sentire per caso. Augurò a Ron ed Hermione buona fortuna, poi si girò e salì la scala di marmo ancora una volta, determinato, qualunque cosa dicesse Hermione, a dedicare un’ora o due alla Stanza delle Necessità. Una volta lontano dalla vista della Sala di ingresso, Harry tirò fuori la Mappa del Malandrino e il Mantello dell’Invisibilità dalla borsa. Dopo essersi nascosto, battè sulla mappa, mormorò‘giuro solennemente di non aver buone intenzioni,’ e la analizzò attentamente.Dato che era domenica mattina, quasi tutti gli studenti erano nelle loro varie stanze comuni, i Grifondoro in una torre, i Corvonero in un’altra, i Serpeverde nei sotterranei e i Tassorosso nel seminterrato vicino alle cucine. Qui e là un’anima randagia vagava in giro per la biblioteca o su per un corridoio... c’erano poche persone fuori nei giardini... e là, solo nel corridoio del settimo piano, c’era Gregory Goyle. Non c’era traccia della stanza delle Necessità, ma Harry non se ne preoccupò. Se Goyle era fuori di guardia, la Stanza era aperta, sia che la mappa ne fosse al corrente o meno. Quindi si precipitò su per le scale, rallentando solo quando ebbe raggiunto l’angolo nel corridoio, allora iniziò ad avanzare furtivo, molto lentamente, verso quella stessa ragazzina che stringeva forte la sua pesante bilancia di ottone, e che Hermione aveva così gentilmente aiutato quindici giorni prima. Aspettò di essere proprio dietro di lei prima di chinarsi molto in basso e sussurrare ‘Ciao... sei molto carina, sai?’Goyle cacciò un acuto grido di terrore, lanciò la bilancia in aria e scattò via scomparendodalla vista molto prima che il fragore della bilancia fracassata finisse di echeggiare per ilcorridoio. Ridendo, Harry si girò a contemplare il bianco muro dietro al quale, era sicuro,Draco Malfoy ora doveva essere immobile, raggelato e consapevole che qualcuno di nonbenvenuto era là fuori, senza osare di mostrarsi. Questo diede ad Harry una piacevolissima sensazione di potere mentre tentava di ricordare quali forme di parole non aveva ancora provato.Tuttavia quest’umore speranzoso non durò a lungo. Mezz’ora più tardi, dopo aver provatomolte altre variazioni della sua richiesta per vedere cosa Malfoy stava combinando, il muro era senza porta come sempre. Harry si sentiva oltremodo frustrato; Malfoy si doveva trovare a pochi passi da lui e ancora non c’era il minimo brandello di prova di ciò che stava facendo là dentro. Perdendo completamente la pazienza, Harry corse verso il muro e lo prese a calci.‘OUCH!’Pensò di essersi rotto l’alluce; appena lo strinse, saltellando su un piede solo, il mantellodell’Invisibilità gli scivolò via.‘Harry?’Si girò, su una gamba, e perse l’equilibrio. Là, assolutamente stupita, c’èra Tonks cheavanzava verso di lui come se passeggiasse frequentemente in questo corridoio.‘Cosa stai facendo qui?’ le chiese, rimettendosi di nuovo in piedi; perchè lei doveva sempre trovarlo lungo disteso sul pavimento?‘Sono venuta per vedere Silente,’ disse Tonks.Harry pensò che aveva un aspetto orribile; più magra del solito, i capelli lisci e opachi, color grigio topo.‘Il suo ufficio non è qui,’ disse Harry, ‘è dall’altro lato del castello, dietro il gargoyle –‘‘Lo so,’ disse Tonks. ‘Lui non c’è. Sembra sia di nuovo andato via.’‘Veramente?’ disse Harry riappoggiando cautamente a terra il suo piede livido. ‘Ehi – non sai dove va, suppongo?’‘No,’ disse Tonks.‘Per cosa lo volevi vedere?’‘Niente di particolare,’ disse Tonks, speluccando forse inconsciamente, la manica del suo

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abito. ‘Ho solo pensato che potesse sapere cosa sta succedendo... Ho sentito voci... persone che si sono fatte male ...’‘Sì, lo so, era tutto sui giornali,’ disse Hary. ‘Quel bambino che ha tentato di uccidere i suoi –‘‘Il Profeta è spesso indietro con i tempi,’ disse Tonks che non sembrava ascoltarlo. ‘Non hai ricevuto posta da nessuno dell’Ordine, recentemente?’‘Nessuno dell’Ordine mi scrive più,’ disse Harry, ‘nessuno dopo Sirius –‘Vide che i suoi occhi si erano riempiti di lacrime.‘Mi spiace,’ mormorò imbarazzato. ‘Voglio dire... manca anche a me...’‘Come?’ disse Tonks distrattamente, come se non lo avesse sentito. ‘Bene... ci vediamo ingiro, Harry...’E improvvisamente si girò e tornò indietro nel corridoio, lasciando Harry a fissarla. Dopo un minuto o poco più, lui si rimise addosso il Mantello dell’Invisibilità e riprese gli sforzi per entrare nella stanza delle Necessità, ma era scoraggiato. Dopo molto tempo, un senso di vuoto allo stomaco e la consapevolezza che Ron ed Hermione sarebbero presto tornati per pranzo, gli fecero abbandonare il tentativo e lasciare il corridoio a Malfoy che speravasarebbe stato troppo spaventato per uscire da lì a diverse ore.Trovò Ron e Hermione nella Sala Grande, quasi a metà di un pranzo iniziato in anticipo.‘Ce l’ho fatta – beh, quasi!’ disse con entusiasmo Ron a Harry appena lo vide. ‘Avrei dovutoApparire all’esterno della sala da tè di Madama Piediburro e l’ho mancata di poco, finendo vicino a Scrivenshaft, ma almeno mi sono mosso!’‘Bravo,’ disse Harry. ‘Com’è andata Hermione?’‘Oh, lei è stata perfetta, ovviamente,’ disse Ron, prima che Hermione potesse rispondere.‘Perfetta deliberazione, divinazione e disperazione o qualsiasi diavolo sia – siamo andati tutti per una bevuta veloce ai Tre Manici di Scopa, dopo, e avresti dovuto sentire Twycross blaterare su di lei – sarò sorpreso se presto non solleverà la questione–‘‘E tu che hai fatto?’ chiese Hermione, ignorando Ron. ‘Sei stato su alla stanza delleNecessità tutto questo tempo?’‘Già,’ disse Harry. ‘E indovina in cui mi sono imbattuto là? Tonks!’‘Tonks?’ ripeterono Ron ed Hermione insieme, sorpresi.‘Sì, ha detto di essere venuta a trovare Silente...’‘Se ti dovessi dire,’ disse Ron una vola che Harry ebbe finito di descrivere la suaconversazione con Tonks, ‘Sta crollando. Si è esaurita dopo quello che è successo alMinistero.’‘È un po’ strano,’ disse Hermione, che per qualche ragione sembrava molto preoccupata. ‘È tenuta a sorvegliare la scuola, perchè avrebbe improvvisamenteabbandonato il suo posto per venire a vedere Silente, quando lui non è qui?’‘Ho un’idea,’ disse Harry esitante. Si sentiva strano ad esprimerla; era molto più territorio di Hermione che non suo. ‘Non pensate che potrebbe essere stata... sapete... innamorata di Sirius?’Hermione lo fissò.‘Cosa diavolo ti fa dire una cosa simile?’‘Non so,’ disse Harry, facendo spallucce, ‘ma si è quasi messa a piangere quando homenzionato il suo nome... e il suo Patronus è una grossa cosa a quattro zampe ora... Midomando se non è diventato... sapete... lui.’‘È un’idea’ disse Hermione lentamente. ‘Ma ancora non capisco perchè si sarebbeprecipitata nel castello per incontrare Silente, se veramente quello era il motivo per cui era qui...’‘Torni quello che ho detto io, vero?’ disse Ron che stava ora spalando purè di patate nella

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sua bocca. ‘È diventata un po’ strana. È esaurita. Donne.’ Disse saggiamente a Harry. ‘Sisnervano facilmente.’‘E già,’ disse Hermione, risvegliandosi dalle sue fantasticherie, ‘dubito che troverai una donna che fa il broncio per mezz’ora perchè madama Rosmerta non ha riso per la sua barzelletta della strega, del Guaritore e della Mimbulus mimbletonia.’Ron si accigliò.

CAPITOLO VENTIDUE

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DOPO LA SEPOLTURAChiazze di azzurro cominciavano ad apparire qua e là nel cielo sopra le torri del castello, ma questi segni dell’avvicinarsi dell’estate non contribuirono a migliorare l’umore di Harry. I suoi tentativi di scoprire cosa stava tramando Malfoy erano falliti, come pure quelli di intavolare una conversazione con Slughorn che avrebbe potuto convincerlo a consegnare il ricordo che si era portato dentro per decenni.“Per l’ultima volta, lascia perdere Malfoy.” Gli disse Hermione decisa.Se ne stavano seduti in un angolo assolato del giardino, dopo pranzo. Ron e Hermionestringevano un volantino del Ministero della Magia: Errori Comuni della Materializzazione e Come Evitarli. Entrambi avrebbero affrontato l’esame quello stesso pomeriggio, ma i volantini non si erano rivelati di alcun aiuto nel calmare loro i nervi. All’improvviso Ron sobbalzò e cercò di nascondersi dietro Hermione, mentre una ragazza spuntava da dietro l’angolo.“Non è Lavanda.” disse stancamente Hermione.“Oh, bene.” disse Ron, visibilmente sollevato.“Sei Harry Potter?” esordì la ragazza. “Mi hanno chiesto di consegnarti questo.”“Grazie…”Harry ebbe un tuffo al cuore mentre afferrava il piccolo rotolo di pergamena. Appena laragazza si fu allontanata, Harry esclamò: “Silente ha detto che non avrei avuto più lezioni con lui fino a quando non gli avessi portato il ricordo!”“Forse vuole sapere a che punto sei.” Suggerì Hermione, mentre Harry srotolava lapergamena. Ma invece della scrittura lunga e stretta, elegante, di Silente vide unoscarabocchio disordinato piuttosto difficile da leggere a causa di macchie bagnate checostellavano la pergamena.

Cari Harry, Ron e Hermione,Aragog è morto la notte scorsa. Harry, Ron, voi l’avete incontrato e sapete quant’eraspeciale. Hermione, so che anche a te sarebbe piaciuto. Significherebbe molto per me sepoteste fare un salto da me stasera sul tardi. Pensavo di seppellirlo all’imbrunire, dato cheera il momento della giornata che preferiva. So che non dovreste essere fuori a tarda ora, ma potete usare il Mantello. Non ve lo chiederei, ma davvero, da solo non ce la faccio.

Hagrid.

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“Guardate questo!” disse Harry, passando il biglietto a Hermione.“Oh, santo cielo!” esclamò lei, dandogli un’occhiata veloce e passandolo a sua volta a Ron, che lo lesse con espressione di crescente stupore.“E’ impazzito!” esclamò furioso. “Quella cosa ha dato ai suoi amici il permesso di mangiare me e Harry! Gli ha detto di servirsi pure! E adesso Hagrid si aspetta che noi andiamo là a piangere sul suo orribile corpo peloso!”.“Non è solo questo”, puntualizzò Hermione. “Ci sta chiedendo di uscire dal castello di notte, e sa benissimo che la sicurezza è centomila volte più stretta, e a quanti guai andremmo incontro se dovessero scoprirci”.“Non sarebbe la prima volta che andiamo a trovarlo di notte” disse Harry.“Sì, ma non per una cosa del genere” rispose Hermione. “Abbiamo rischiato molto per aiutare Hagrid in altre occasioni, ma dopotutto… Aragog è morto. Se si trattasse di salvarlo in qualche modo, allora forse…”“…avrei ancora meno voglia di andarci.” Terminò la frase Ron, deciso. “Tu non hai avuto il piacere di conoscerlo, Hermione. Credimi, è molto meglio da morto”.Harry riprese il biglietto e fissò le macchie che lo ricoprivano; copiose lacrime avevanosbavato l’inchiostro…“Harry, non starai mica pensando di andarci, vero?” disse Hermione. “E’ un motivo stupido per prendersi una punizione.”Harry sospirò.“Sì, lo so.” Disse Harry. “Credo proprio che Hagrid dovrà seppellire Aragog senza di noi.”“Hai ragione.” disse Hermione, sollevata. “Senti, a Pozioni non ci sarà praticamente nessuno oggi pomeriggio. Saremo quasi tutti a fare il test…tu approfittane per lavorarti Slunghorn.”“Magari la centesima volta sarà quella fortunata, eh?” rispose amaramente Harry.“Fortuna?” esclamò d’un tratto Ron. “Harry, ma certo – ti serve un po’ di fortuna!”“Cosa vuoi dire?”“Usa la tua pozione della fortuna!”“Ron, hai – hai ragione!” esclamò Hermione, sorpresa. “Era così ovvio! Perché non ci hopensato prima?”Harry li fissò entrambi. “La Felix Felicis?” disse. “Non saprei…veramente la stavo tenendo da parte per…”“Per cosa?”“Cos’altro ci può essere di più importante del ricordo, Harry?” chiese Hermione.Harry non rispose. Da qualche tempo, il pensiero della bottiglietta dorata continuava atornargli in mente; non erano altro che congetture vaghe e indefinite, ma in qualche modo avevano a che fare con Ginny che mollava Dean, e Ron felice di vederla con un nuovo ragazzo. Queste immagini, germogliate nei recessi della sua mente, restavano inconfessate, tranne che nei suoi sogni e in quei momenti sospesi nella penombra tra il sonno e la veglia…“Harry, sei ancora con noi?” chiese Hermione.“Cosa? Si, certo” rispose Harry, tornando in sé. “Okay… va bene. Se non riesco a far parlare Slughorn questo pomeriggio, prenderò un po’ di pozione e ci riproverò questa sera”.“Bene, allora è deciso” tagliò corto Hermione, alzandosi in piedi e compiendo un’aggraziata piroetta. “Destinazione… determinazione… deliberazione…” mormorò.“Oh, piantala” la supplicò Ron. “Mi sento già abbastanza male – veloce, nascondimi!”.“Non è Lavanda!” sbuffò Hermione impaziente, quando Ron si tuffò dietro di lei; due ragazze stavano uscendo in giardino.“Meno male!” disse Ron, sbirciando da dietro la spalla di Hermione per controllare. “Accidenti, non sembrano molto allegre, vero?”.“Sono le sorelle Montgomery. E’ ovvio che non sono allegre, non hai sentito quello che è

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successo al fratello minore?” chiese Hermione.“A dire il vero, ho perso un po’ il filo di quello che sta succedendo ai parenti degli altri” disse Ron.“Beh, è stato attaccato da un lupo mannaro. Gira voce che la madre si sia rifiutata di aiutare i Mangiamorte. Comunque aveva solo cinque anni ed è morto al San Mungo. Non sono riuscitia salvarlo.”“E’ morto?” le fece eco Harry, sconvolto. “Ma credevo che i lupi mannari non uccidessero!Non cercano solo di trasformarti in uno di loro?”.“A volte uccidono” disse Ron, improvvisamente serio. “Ho sentito dire che capita quando il lupo mannaro si lascia trasportare e perde il controllo”.“Qual è il nome del lupo mannaro?” chiese prontamente Harry.“Beh, si dice che sia stato Fenrir Greyback” rispose Hermione.“Lo sapevo – il pazzo a cui piace attaccare i bambini, quello di cui mi ha parlato Lupin” disse Harry con veemenza.Hermione gli rivolse uno sguardo sconsolato.“Harry, devi riuscire a farti dare quel ricordo” disse. “Alla fine è di questo che si tratta, no? Riuscire a sconfiggere Voldemort. E’ lui la causa di tutte le cose orribili che stannosuccedendo…”.Il suono della campanella li raggiunse dal castello e Ron e Hermione saltarono in piedi,terrorizzati.“Tranquilli, andrà bene” li rassicurò Harry, mentre si incamminavano verso l’entrata principaleper raggiungere gli altri studenti che aspettavano di fare l’esame. “Buona fortuna”.“Anche a te!” rispose Hermione lanciandogli un’occhiata significativa mentre Harry si avviava verso i sotterranei.Erano solo in tre a Pozioni quel pomeriggio: Harry, Ernie e Draco Malfoy.“Siete tutti troppo giovani per Materializzarvi?” chiese Slughorn, gioviale. “Non avete ancora compiuto diciassette anni?”.Scossero la testa tutti e tre.“Molto bene” disse allegramente Slughorn. “Dato che siamo in pochi, faremo qualcosa didiverso. Voglio che ciascuno di voi mi prepari qualcosa di divertente!”“Forte, signore!” esclamò Ernie esultante, strofinandosi le mani. Malfoy dal canto suo non accennò neppure un sorriso.“Cosa intende dire, ‘qualcosa di divertente’?” domandò piuttosto seccato.“Oh, sorprendetemi” rispose Slughorn con leggerezza.Malfoy aprì la sua copia di Pozioni Avanzate con espressione imbronciata. Erachiaro che riteneva la lezione un inutile spreco di tempo. Senza dubbio, pensò Harrysbirciando oltre il suo libro, Malfoy rimpiangeva le ore che avrebbe potuto passare nellaStanza delle Necessità.Era solo la sua immaginazione, o Malfoy, come Tonks, pareva dimagrito? Di certo era piùpallido; il suo colorito aveva una vaga sfumatura grigiastra, forse perché era da qualchetempo che non vedeva la luce del sole. Ma non c’era traccia di arroganza, entusiasmo osuperiorità, né della sfrontatezza che aveva dimostrato sull’Espresso di Hogwarts, quando si era vantato apertamente della missione che Voldemort gli aveva affidato… la ragione poteva essere una sola, pensò Harry: Di qualsiasi compito si trattasse, non stava dando i risultati sperati.Decisamente sollevato, Harry si mise a sfogliare la sua copia di Fare Pozioni Avanzate. Si imbatté in una versione pesantemente corretta dal Principe Mezzosangue

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dell’Elisir dell’Euforia, che non solo pareva soddisfare i requisiti di Slughorn, ma (il cuore di Harry sussultò al pensiero) se solo fosse riuscito a fargliene assaggiare un po’ avrebbepotuto mettere il professore dell’umore adatto a consegnargli il ricordo…“Bene, vediamo, questa pozione ha un aspetto fantastico,” disse Slughorn un’ora e mezzadopo, e batté le mani mentre esaminava il liquido di colore giallo acceso nel calderone diHarry. “Euforia, a quanto pare. E questo cos’è? Mmmm… hai aggiunto un tocco di mentapiperita, giusto? Poco ortodosso, ma che lampo di genio, Harry! Ovviamente, la mentacontrobilancia gli eventuali effetti collaterali della pozione, come l’improvvisa vena canterina e il prurito al naso… davvero non so da dove ti venga l’ispirazione, ragazzo mio… a meno che–”Col piede Harry spinse il libro del Principe ancora più a fondo nella cartella.“– a meno che non siano i geni ereditati da tua madre!”“Oh… già, probabilmente” disse Harry, sollevato.Ernie era piuttosto irritato; deciso per una volta a superare Harry si era inventato una pozione lì per lì, col risultato che si era solidificata e aveva formato una specie di grumo violaceo sul fondo del suo calderone. Malfoy stava già raccogliendo le sue cose con un’espressione acida in viso: Slughorn aveva decretato che la sua Pozione del Singhiozzo era a malapena ‘passabile’.Entrambi si precipitarono fuori al suono della campanella.“Signore…” esordì Harry. Slughorn si guardò intorno, e quando vide che in classe eranorimasti solo lui e Harry, si dileguò in tutta fretta.“Professore – Professore, non vuole assaggiare la mia po--?” gli gridò dietro Harry.Ma Slughorn era già sparito. Sconfortato, Harry vuotò il contenuto del suo calderone eradunò le sue cose, poi lasciò il sotterraneo e si incamminò a passo lento verso la SalaComune. Ron e Hermione furono di ritorno nel tardo pomeriggio.“Harry!” esclamò Hermione sbucando attraverso il buco del ritratto. “Harry, ce l’ho fatta!”.“Complimenti!” disse lui. “E Ron?”“Lui – lui non lo ha passato per un soffio,” sussurrò Hermione. In quel momento Ron entrò nella stanza a passi strascicati, imbronciato. “E’ stato proprio sfortunato… una sciocchezza, l’esaminatore si è accorto che aveva dimenticato mezzo sopracciglio… come è andata con Slughorn?”.“Niente da fare” disse Harry, quando Ron li ebbe raggiunti. “Che sfortuna! Tranquillo, laprossima volta lo passi – possiamo provarlo assieme”.“Sì, beh…” borbottò Ron imbronciato “ma per mezzo sopracciglio! Era solo un dettaglio!”“Hai perfettamente ragione” tentò di placarlo Hermione. “E’ sembrato anche a me un po’troppo severo…”.Passarono la maggior parte della cena a parlar male dell’esaminatore di Materializzazione e Ron sembrava leggermente rincuorato quando, ritornati nella Sala Comune, ripresero adiscutere la questione di Slughorn e del ricordo.“Allora, Harry – hai intenzione di usare la Felix Felicis oppure no?” chiese Ron.“Beh, sì, credo sia meglio” rispose Harry “ma non credo che mi serva tutta, dodici ore sonotante, non ci vorrà mica tutta la notte… Ne prenderò solo un sorso. Due o tre ore dovrebbero bastare”.“Credimi, ti dà una sensazione fantastica!” disse Ron con un sorriso nostalgico. “Come se

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niente potesse andare storto. Hai la certezza di non poter sbagliare”.“Ma di cosa stai parlando?”scoppiò a ridere Hermione. “Se non l’hai mai assaggiata!”.“Sì, ma ero credevo di averla presa, no?” replicò Ron, come se per lui la cosa fosse ovvia.“E’ praticamente la stessa cosa …”.Avendo appena visto Slughorn entrare nella Sala Grande e sapendo che a lui piacevamangiare con calma, si fermarono per un po’ nella Sala Comune. Il loro piano prevedeva che Harry sarebbe andato nell’ufficio di Slughorn una volta che questi vi avesse fatto ritorno.Quando il Sole raggiunse le cime degli alberi della Foresta Proibita, decisero che era giunto il momento; dopo aver controllato che Neville, Dean e Seamus fossero tutti nella Sala Comune, sgattaiolarono nel dormitorio dei ragazzi.Harry frugò nel baule finché non trovò il paio di calzini arrotolati dentro cui era nascosta la bottiglietta scintillante.“Bene, è giunto il momento.” Detto questo, Harry portò la boccetta alle labbra e ne bevve un sorso ben misurato.“Senti qualcosa?” sussurrò Hermione.Harry non rispose per qualche istante. Poi, lentamente ma in maniera sempre più decisa, un formidabile senso di sicurezza s’impadronì di lui come se d’improvviso gli si spalancassero davanti infinite possibilità; in quel momento era sicuro di poter fare qualsiasi cosa… recuperare il ricordo di Slughorn non solo ora sembrava possibile, ma addirittura un gioco da ragazzi.Saltò in piedi con un gran sorriso, traboccante di fiducia in sé stesso.“Benissimo” disse “Mi sento davvero benissimo. Bene… faccio un salto da Hagrid.”“Cosa?” esclamarono Ron e Hermione, entrambi colti alla sprovvista.“No, Harry - Devi andare da Slughorn, ricordi?” disse Hermione.“No” ripetè Harry, sicuro di sé. “Vado da Hagrid, me lo sento, è la cosa giusta da fare”.“Pensi che in questo momento la cosa giusta da fare sia andare a seppellire un ragnogigante?” esclamò Ron attonito.“Sì” rispose, estraendo dalla cartella il mantello dell’invisibilità. “Me lo sento, è il posto giustodove andare. Avete capito, no?”“No” risposero all’unisono Ron e Hermione, entrambi visibilmente preoccupati.“Questo è Felix Felicis, vero?” chiese ansiosa Hermione, osservando la bottiglietta incontroluce. “Non è che avevi una fiala uguale con dentro – non so…”“…Concentrato di Pazzia?” suggerì Ron, mentre Harry si gettava il mantello sulle spalle.Harry scoppiò a ridere; Ron e Hermione erano sempre più preoccupati.“Fidatevi di me” disse. “So quello che sto facendo… o meglio…” raggiunse la porta con passo veloce. “Felix lo sa”.Si tirò su il cappuccio del mantello e cominciò a scendere le scale con Ron e Hermione alle calcagna. Giunto in fondo, scivolò oltre la porta aperta.“Cosa ci facevi là dentro con lei?” strillò Lavanda Brown; il suo sguardo attraversò Harrysoffermandosi su Ron e Hermione che sbucavano proprio in quel momento dalla porta del dormitorio dei ragazzi. Harry sentì Ron balbettare incomprensibilmente dietro di lui mentre si allontanava in tutta fretta verso l’altro lato della sala.Uscire dalla Sala Comune non fu difficile; mentre si avvicinava Ginny e Dean sbucarono dalbuco del ritratto e Harry riuscì a scivolare in mezzo a loro. Nel farlo, inavvertitamente sfiorò Ginny.“Dean, piantala di spingermi, per favore!” esclamò Ginny seccata “Possibile che lo faisempre? Sono perfettamente in grado di passare da sola…”Il ritratto si chiuse dietro Harry, che però fece in tempo a sentire la risposta secca di Dean…

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con un senso di crescente euforia, Harry proseguì lungo il corridoio. Non dovette fare molta attenzione, dato che non incontrò nessuno lungo il suo percorso. Ma la cosa non lo sorprese affatto: quella sera, era la persona più fortunata di Hogwarts.Non aveva idea del perché in quel momento andare da Hagrid fosse la cosa giusta. Eracome se la pozione gli indicasse il cammino, un passo alla volta: non riusciva a scorgere la meta, né a che punto esattamente Slughorn avrebbe fatto il suo ingresso, ma sapeva che era sulla strada giusta per ottenere il ricordo. Raggiunto l’Ingresso Principale vide che Gazza si era dimenticato di chiudere a chiave il portone. Harry lo spalancò con un gran sorriso e si fermò per un istante a respirare l’odore di erba e aria pulita prima di scendere la scalinata alla tenue luce del crepuscolo.Fu solo quando ebbe raggiunto l’ultimo gradino che si rese conto di quanto sarebbe statopiacevole fare una piccola deviazione verso gli orti mentre andava da Hagrid. Non era proprio indispensabile, ma secondo Harry era un’intuizione che andava assecondata, perciò si incamminò in quella direzione e fu compiaciuto, anche se non del tutto sorpreso, di scorgere il professor Slughorn che conversava con la professoressa Sprite.“…ti ringrazio per aver trovato il tempo, Pomona” stava dicendo cortesemente Slughorn. “La maggior parte degli esperti ritiene che siano molto più efficaci se le si raccoglie alcrepuscolo”.“Sono assolutamente d’accordo” rispose con entusiasmo la professoressa Sprite. “Pensi che siano abbastanza?”.“Certamente!” disse Slughorn che, notò Harry, stringeva tra le braccia una certa quantità di pianticelle. “Un paio di foglie per ciascuno dei miei studenti del terzo anno dovrebberobastare, e alcune di scorta nel caso qualcuno le lasci cuocere troppo a lungo… bene, buona serata a te e ancora grazie!”.La professoressa Sprite si allontanò nella crescente oscurità in direzione delle serre eSlughorn avanzò verso il punto dove si trovava, invisibile, Harry.Colto da un improvviso desiderio di rivelarsi, Harry si tolse il mantello con gesto elegante.“Buona sera, professore”.“Per la barba di Merlino, Harry, mi hai spaventato!” disse Slughorn fermandosi di colpo,guardingo. “Come hai fatto a uscire dal castello?”.“Credo che Gazza abbia dimenticato di chiudere le porte” rispose Harry allegramente,godendosi l’espressione minacciosa di Slughorn.“Presenterò un richiamo ufficiale, quell’uomo è più preoccupato della confusione che nondella sicurezza del castello… ma tu cosa ci fai qui?”.“Beh, signore, si tratta di Hagrid” cominciò Harry, rendendosi conto che la cosa giusta da fare in quel momento era dire la verità. “E’ sconvolto… ma lei non lo dirà a nessuno, veroprofessore? Non voglio che finisca nei guai…”.Aveva chiaramente destato la sua curiosità del professore.“Beh, questo non te lo posso promettere” disse Slughorn spazientito. “D’altra parte… Silente si fida ciecamente di Hagrid, quindi non può trattarsi di una cosa tanto grave…”.“E’ per via del suo ragno gigante, ce l’ha da un sacco di anni…viveva nella Foresta Proibita, sa… sapeva anche parlare…”“Ho già sentito delle voci secondo cui ci sarebbero degli esemplari di Acromantula nellaForesta…” bisbigliò Slughorn, volgendo lo sguardo verso la massa di alberi scuri. “Allora è vero?”“Sì” disse Harry. “Ma questo qui, Aragog, il primo che Hagrid abbia mai avuto…è morto ieri notte. Hagrid è fuori di sé dal dolore. Voleva un po’ di compagnia durante la sepoltura, e io gli ho promesso che sarei andato.”

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“Commovente, davvero commovente” commentò Slughorn, improvvisamente distratto. I suoi grandi occhi bramosi erano puntati sulle luci che provenivano dalla capanna di Hagrid. “Il veleno di Acromantula è molto pregiato…se l’animale è appena morto potrebbe non essersi ancora seccato… naturalmente non oserei fare niente di inopportuno se Hagrid è sconvolto…ma se ci fosse il modo di procur armene un po’… voglio dire, è praticamente impossibile ottenere del veleno da un esemplare vivo…”.Sembrava che Slughorn stesse parlando fra sé e sé piuttosto che con Harry.“…sarebbe davvero uno spreco non prenderlo… potrebbe fruttarmi cento galeoni al litro… e a essere sinceri, il mio stipendio non è poi un gran che…”Harry intuì immediatamente cosa doveva dire.“Beh,” disse, fingendosi esitante. “Beh… se volesse unirsi a noi, professore…a Hagridfarebbe sicuramente piacere… sa, per dare ad Aragog un estremo saluto più dignitoso…” Fu piuttosto convincente.“Ma naturalmente!” disse Slughorn con gli occhi che gli luccicavano dall’entusiasmo. “Saicosa ti dico, Harry? Ci vediamo là, porterò un paio di bottiglie…sì, berremo alla salute –beh, alla non-salute a dire il vero– della povera bestiola… dopo averla seppellita, gli daremo un estremo saluto in grande stile. Vado a cambiarmi la cravatta, questa qui è un po’ troppo allegra date le circostanze…”.Si mise a correre in direzione del castello e Harry si incamminò a passi veloci verso lacapanna di Hagrid, sentendosi estremamente soddisfatto di sé.“Ce l’hai fatta a venire” mormorò Hagrid quando, aperta la porta, scorse Harry che si toglieva il mantello dell’invisibilità.“Sì…ma Ron e Hermione non sono potuti venire .” Disse Harry. “Sono molto dispiaciuti.”.“Non –non importa…Aragog si sarebbe commosso se sapeva che tu eri qui…”Hagrid emise un singhiozzo. In segno di lutto si era legato attorno al braccio qualcosa dimolto simile a uno straccio immerso in lucido da scarpe; aveva gli occhi rossi e gonfi. Harry gli diede alcuni colpetti sul gomito –era il punto più alto di Hagrid che riuscisse a raggiungere cercando di consolarlo.“Dove lo seppelliamo?” chiese. “Nella foresta?”“Cavolo, no!” rispose Hagrid, asciugandosi sul bordo della camicia le lacrime che sgorgavano copiose. “Gli altri ragni non vogliono nemmeno che mi avvicini alle loro ragnatele. A quanto pare era solo per ordine di Aragog che non hanno mai cercato di mangiarmi! L’avresti mai detto, Harry?”La risposta onesta era ‘sì’. Harry ricordava con dovizia di particolari il giorno in cui lui e Ron si erano trovati faccia a faccia con l’Acromantula: Aragog era senza ombra di dubbio l’unico motivo per cui gli altri ragni non avevano mai cercato di attaccare Hagrid.“E’ la prima volta che non posso andare in una parte della foresta!” esclamò Hagridscuotendo la testa.“Non è stato facile portare via il corpo di Aragog, te l’assicuro! Di solito i ragni mangiano i loro morti, sai…mai io volevo che avesse un bel funerale…e anche un estremo saluto appropriato...”Scoppiò nuovamente a piangere e Harry ricominciò a dargli colpetti sul braccio. Poi disse (la pozione gli comunicò che era la cosa giusta da fare): “Hagrid, venendo qui ho incontrato il professor Slughorn”.“Non sarai mica nei guai, vero?” chiese Hagrid allarmato, sollevando lo sguardo. “Non saresti dovuto uscire dal castello di sera, lo so bene…è tutta colpa mia – ”“No, no, quando ha sentito cosa venivo a fare ha detto che gli avrebbe fatto molto piacereraggiungerci e porgere anche lui l’estremo saluto ad Aragog.” Rispose Harry. “Credo siaandato a mettersi qualcosa di più appropriato…e ha detto che avrebbe portato un paio dibottiglie con sé, così potremo bere alla memoria di Aragog…”.

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“Dici sul serio?” domandò Hagrid, sorpreso e commosso allo stesso tempo. “E’…è davveromolto gentile da parte sua… anche il fatto di non averti dato una punizione… Non ho maiavuto molto a che fare con Horace Slughorn prima d’ora…eppure viene a dare ad Aragogl’estremo saluto? Beh…gli avrebbe fatto molto piacere, ad Aragog…”Harry pensò tra sé e sé che se c’era qualcosa di Slughorn che Aragog avrebbe certamenteapprezzato, era l’abbondante quantità di carne che avrebbe potuto fornire. Ma non disseniente, e si limitò ad avvicinarsi alla finestra sul retro, dalla quale poté scorgere l’orribile vista del gigantesco ragno morto; giaceva riverso sul dorso, le zampe accartocciate eaggrovigliate.“Lo vuoi seppellire qui, Hagrid? Nel tuo giardino?”“Stavo pensando…proprio dietro l’orto delle zucche” disse Hagrid con voce strozzata. “Ho già scavato la…la fossa…Pensavo che potevamo dire un paio di cose su di lui…sai, i ricordi felici –”La sua voce si fece incerta, poi si ruppe. Un attimo dopo bussarono alla porta e lui andò ad aprire, soffiandosi il naso con il suo enorme fazzoletto macchiato. Slughorn oltrepassò l’uscio in fretta, con in mano diverse bottiglie; indossava una sobria cravatta nera.“Hagrid” esordì con voce seria e profonda. “Mi è dispiaciuto molto sapere della tua perdita”.“E’ molto gentile da parte tua” rispose Hagrid. “Grazie mille. E grazie anche per non avermesso Harry in punizione…”“Non me lo sarei mai sognato” esclamò Slughorn. “Notte triste, triste davvero… dov’è lapovera creatura?”.“Qua fuori” disse Hagrid con voce tremante. “A-andiamo allora”.Uscirono tutti e tre nel giardino sul retro. La luna brillava pallida tra gli alberi e la sua luce si univa a quella della finestra di Hagrid ad illuminare il corpo di Aragog; questo giaceva sull’orlo di una gigantesca buca, vicino a una montagna di terra fresca alta tre metri.“Magnifico esemplare” commentò Slughorn, avvicinandosi alla testa del ragno, dove quattropaia di occhi lattiginosi fissavano, vacui, il cielo, e due enormi chele ricurve brillavanoimmobili al chiarore della luna. Mentre Slughorn si chinava sulle chele, apparentementeinteressato all’enorme testa pelosa, a Harry parve di sentire il tintinnio di alcune bottiglie.“Non tutti ne apprezzano la bellezza” sospirò Hagrid rivolto a Slughorn mentre le lacrime gli scorrevano dagli occhi gonfi. “Non sapevo che fossi interessato a creature come Aragog, Horace”.“Interessato? Mio caro Hagrid, ne sono affascinato” disse Slughorn, allontanandosi dal corpo.Harry vide il luccichio di una bottiglia scomparire sotto il suo mantello, ma Hagrid, che sistava di nuovo asciugando gli occhi, non si accorse di nulla. “Ora… diamo inizio allasepoltura?”.Hagrid annuì e avanzò di qualche passo. Con un grugnito sollevò il ragno gigante e lo spinse dentro la buca. Questo sbatté sul fondo con un orribile colpo secco; Hagrid ricominciò a piangere.“Certo dev’essere molto dura per te, che lo conoscevi meglio di chiunque altro” disse

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Slughorn. Come Harry, non arrivava più in alto del gomito di Hagrid, ma cominciò ugualmente a darvi dei colpetti d’incoraggiamento. “Lascia che sia io a dire due parole”.Harry pensò che doveva essere riuscito a prendere del veleno di ottima qualità, poiché era un sorrisetto compiaciuto quello che sfoggiò mentre si avvicinava al bordo della fossa per dire, con voce lenta e solenne:“Addio a te, Aragog, Re degli Aracnidi. Coloro che ti conoscevano non dimenticheranno la tua lunga e sincera amicizia! Il tuo corpo decadrà, ma il tuo spirito continuerà ad abitare i luoghi silenziosi e intessuti di maestose ragnatale nella tua amata foresta. Possano i tuoi discendenti dai molti occhi prosperare, e i tuoi amici umani trovare conforto per la perdita subita.”“E’…era bellissima…” ululò Hagrid, e si afflosciò a terra, singhiozzando più forte che mai.“Coraggio, Hagrid, coraggio.” Disse Slughorn, agitando la bacchetta. Il gigantesco mucchio di terra si sollevò in aria e ricadde sul corpo del ragno con un tonfo attutito, fino a formare un piccolo tumulo. “Torniamo dentro, e beviamo un bicchiere. Prendilo dall’altro braccio, Harry…ecco, così… Coraggio, Hagrid, alzati…su, da bravo…”Depositarono Hagrid su una sedia vicino al tavolo. Thor, che fino a quel momento erarimasto nascosto nella sua cesta, gli avvicinò con cautela e, com’era suo solito, appoggiò la testa pesante sulle ginocchia di Harry. Slughorn stappò una delle bottiglie di vino che aveva portato.“Le ho controllate tutte per assicurarmi che non siano avvelenate” rassicurò Harry, mentre versava tre quarti della prima bottiglia in una delle tazze giganti e offrendola a Hagrid. “Le hofatte assaggiare una per una a un elfo domestico, dopo quello che è successo al tuo amico Rupert.” Harry si immaginò l’espressione sul volto di Hermione se fosse venuta a sapere di questoabuso di elfi domestici, e decise che non le avrebbe riferito questa parte…“Uno per Harry…” disse Slughorn, dividendo il contenuto della seconda bottiglia in due tazze.“…e uno per me. Bene,” levò in alto il suo bicchiere. “Ad Aragog”.“Ad Aragog” gli fecero eco Harry e Hagrid.Slughorn e Hagrid bevvero una lunga sorsata. Harry tuttavia, avendo la strada illuminata da Felix Felicis, capì che non doveva bere; perciò finse di prenderne un sorsetto e rimise la tazza sul tavolo, davanti a sé.“L’ho preso che era ancora un uovo, sapete…” disse Hagrid sconsolato. “Era una cosettaminuscola appena è uscito. Più o meno della grandezza di un cagnolino”.“Che carino…” commentò Slughorn.“Lo tenevo in un armadio, su a scuola… fino al giorno in cui…beh…”.Hagrid si era fatto scuro in volto, e Harry sapeva bene perché: Tom Riddle aveva fatto inmodo che Hagrid venisse espulso dalla scuola, incolpato di aver aperto la Camera deiSegreti. Slughorn dal canto suo sembrava non ascoltarlo; stava fissando il soffitto da cuipendevano alcune pentole d’ottone e un fascio di capelli bianchi, segosi e lucenti.“Non sarà mica crine di unicorno, vero, Hagrid?”“Oh, sì.” Disse Hagrid con tono indifferente. “Gli si staccano dalla coda, sai, s’impigliano ai rami degli alberi nella foresta…”.“Ma caro il mio ragazzo…hai idea di quanto valgono?”“Beh, io li uso per fermare le bende se qualche creatura resta ferita e roba del genere…”Fece spallucce. “Sono utilissimi… sai, sono molto resistenti.”Slughorn prese un altro lungo sorso dalla sua tazza, e i suoi occhi cominciarono a muoversi intorno alla capanna, alla ricerca di ulteriori tesori che avrebbero potuto trasformarsi in ampie scorte di idromele, ananas caramellato e giacche di velluto. Il

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professore riempì nuovamente la tazza di Hagrid e la propria, poi cominciò a fare domande sui vari tipi di creature che vivevano nella foresta e su come Hagrid fosse in grado di prendersene cura. Hagrid, che diventava sempre più espansivo sotto l’influenza del vino e dell’interesse dimostrato da Slughorn nei suoi confronti, smise infine di asciugarsi gli occhi e si lanciò in una spiegazione particolareggiata dell’allevamento di Bowtrucles. A questo punto Felix Felicis richiamò l’attenzione di Harry, e lui si rese conto che la scorta di vino che Slughorn aveva portato stava diminuendo a velocità spaventosa. Harry non aveva ancora imparato a fare l’Incantesimo di Riempimento senza dire ad alta voce la formula, ma la sola idea di non riuscirci in quel momento era ridicola; infatti Harry rise tra sé e sé quando, dopo aver puntato la bacchetta sotto il tavolo e senza che né Hagrid né Slughorn se ne accorgessero (si stavano scambiando storie sul commercio illegale di uova di drago) i bicchieri cominciarono immediatamente a riempirsi.Dopo circa un’ora, Hagrid e Slughorn avevano cominciato a fare dei brindisi piuttostostravaganti: a Hogwarts, a Silente, al vino fatto dagli elfi domestici, e a…“A Harry Potter!” tuonò Hagrid, versandosi sul mento parte del suo quattordicesimo boccale di vino mentre lo scolava.“Dici bene” gli fece eco Slughorn, con voce leggermente velata. “A Parry Otter, il RagazzoPrescelto che– beh, qualcosa del genere…” mormorò, e vuotò a sua volta il bicchiere.Non passò molto tempo prima che a Hagrid tornassero le lacrime agli occhi; spinse l’intero fascio di crine di unicorno in mano a Slughorn, che da parte sua li infilò sotto il mantello declamando brindisi: “All’amicizia! Alla generosità! Ai dieci galeoni a crine!”Entro breve, Hagrid e Slughorn erano seduti fianco a fianco, l’uno con un braccio attorno alle spalle dell’altro, intonando insieme una canzone lenta e triste che parlava di un mago moribondo di nome Odo.“Ahimè, tutti i buoni muoiono giovani” mormorò Hagrid, afflosciandosi sul tavolo, leggermente strabico, mentre Slughorn continuava a canticchiare il ritornello.“Mio padre era troppogiovane per andarsene… e anche i tuoi genitori lo erano, Harry…”Grossi lacrimoni ripresero a scorrere lungo le sue guance; strinse il braccio di Harry e loscosse.“I migliori maghi della loro generazione che ho mai conosciuto… una cosa orribile… davvero orribile…”Slughorn intonò lamentosamente:

‘E Odo, l’eroe, lo riportarono a casaNel luogo dove aveva vissuto da ragazzo

Lo seppellirono con il cappello girato al contrarioE la bacchetta spezzata a metà, che cosa triste.”

“…terribile.” Grugnì Hagrid. La sua enorme test a irsuta ciondolò e ricadde sulle sue braccia conserte; si addormentò di colpo, e cominciò a russare.“Mi dispiace” disse Slughorn, a cui era venuto il singhiozzo. “Sono stonato come unacampana.”“Hagrid non stava parlando della sua canzone” disse piano Harry. “Stava parlando dellamorte dei miei genitori”.“Oh.” Disse Slughorn, trattenendo a stento un rutto. “Oh, santo cielo. Sì, è stato…è statodavvero terribile. Terribile… proprio terribile…”Sembrò non trovare le parole adatte, perciò decise di riempire entrambi i loro bicchieri.“Immagino…immagino che tu non te ne ricordi, vero, Harry?”

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“No –beh, avevo solo un anno quando sono morti” cominciò Harry, fissando la fiammelladella candela che danzava al ritmo del russare sordo di Hagrid. “Ma sono riuscito a ricostruire tutto quello che è successo. Mio padre è morto per primo. Lo sapeva?”“N-no…io non lo sapevo…” sussurrò Slughorn.“Già… Voldemort l’ha ucciso, poi ha calpestato li suo cadavere ed è andato da mia madre” continuò Harry.Slughorn fu scosso da un brivido ma non riuscì a staccare lo sguardo dal volto di Harry.“Le ha detto di togliersi di mezzo.” Disse Harry impietoso. “Me l’ha detto lui stesso, non era necessario che morisse anche lei. Lui voleva me, solo me. Lei avrebbe potuto salvarsi.”“Santo cielo” mormorò Slughorn a fil di voce. “Non era necessario che…? Avrebbe davveropotuto… ma è orribile…”“Orribile, vero?” ripetè Harry, la sua voce appena udibile. “E lei non si è spostata. Mio padre era già morto, ma lei non voleva che morissi anch’io. Ha cercato di supplicare Voldemort… ma lui è scoppiato a ridere…”.“Ora basta!” implorò d’un tratto Slughorn, levando una mano tremante. “Davvero, ragazzo mio, basta…Sono un uomo anziano… Non mi serve a niente sapere… non voglio sapere…”“Ah, già, me n’ero dimenticato” mentì Harry, sotto l’influsso del Felix Felicis. “Lei le eraaffezionato, non è vero?”“Affezionato?” ripetè Slughorn; i suoi occhi si riempirono di lacrime. “Non riesco a immaginare una sola persona che conoscendola non le abbia voluto bene… era molto coraggiosa… e spiritosa… è stata la cosa più orribile –”“E tuttavia lei non vuole aiutare suo figlio” insistette Harry. “Mia madre ha dato la sua vita per me, e lei non vuole consegnarmi un semplice ricordo.”Il sonoro russare di Hagrid riempì la capanna. Harry fissò senza batter ciglio gli occhi pieni di lacrime di Slughorn. L’insegnante di pozioni non riuscì a distogliere lo sguardo.“Non dire così…” sussurrò. “Non è questione di… se fosse per aiutare te, certo… ma oracome ora, di che utilità potrebbe mai…”“Sarebbe fondamentale” scandì Harry. “Silente ha bisogno di informazioni. Io ho bisogno di informazioni”.Sapeva di non compromettersi: Felix gli diceva che Slughorn non si sarebbe ricordato di nulla la mattina dopo. Harry si curvò in avanti, sempre fissando Slughorn dritto negli occhi.“Io sono il Prescelto. Devo trovare il modo di uccidere Voldemort. Ho bisogno di quel ricordo.”Slughorn impallidì sempre più; la sua fronte era imperlata di sudore.“Tu sei davvero il Prescelto?”“Certo che lo sono” rispose calmo Harry.“Ma allora… caro ragazzo… mi stai chiedendo un sacrificio… mi stai chiedendo di aiutarti nel tentativo di distruggere…”.“Intende dire che non vuole liberarsi del mago che ha ucciso Lily Evans?”“Harry, oh Harry… ma certo che lo voglio…è solo che..:”.“Teme che scoprirà che lei mi ha aiutato?”Slughorn non disse niente; pareva terrorizzato.“Sia coraggioso come lo era mia madre, professore…”.Slughorn sollevò una mano grassoccia e si premette sulla bocca le dita tremanti; per unattimo sembrò un neonato troppo cresciuto.“Non sono certo orgoglioso…” mormorò fra le dita. “Mi vergogno di ciò che –di ciò che ilricordo mostra… Mi rendo conto di aver commesso uno sbaglio orribile quel giorno…”.

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“Cancellerebbe il suo sbaglio, qualunque cosa lei abbia fatto, dandomi quel ricordo.”Sottolineò Harry. “Sarebbe un gesto molto nobile e coraggioso.”Hagrid si mosse nel sonno e seguitò a russare. Harry e Slughorn continuarono a fissarsi alla luce tremolante della candela. Il silenzio durò a lungo, ma Felix consigliò a Harry di non spezzarlo, di aspettare.Poi, molto lentamente, Slughorn infilò una mano in tasca ed estrasse la sua bacchetta. L’altra mano scomparve sotto il mantello e riemerse stringendo una bottiglietta vuota. Senza distogliere lo sguardo, Slughorn sfiorò con la punta della bacchetta la propria tempia e ne estrasse un lungo filo argenteo di ricordo. Il filo si allungò e allungò, poi si ruppe e cominciò a ondeggiare pendendo dalla bacchetta. Slughorn fece ricadere nella fiala, dove prese a contorcersi e avvolgersi su se stesso come se fosse fatto di fumo; lui richiuse la bottiglietta con mano tremante e la poggiò sul tavolo davanti a Harry.“La ringrazio molto, professore”.“Sei un bravo ragazzo” mormorò il professor Slughorn, con le lacrime che gli scorrevanocopiose lungo le guance paffute, inondando i baffoni da tricheco. “E hai i suoi occhi…solo…non pensare male di me quando avrai visto il ricordo…”Anche lui, come Hagrid, lasciò cadere la testa fra mani, trasse un profondo respiro, e siaddormentò.

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CAPITOLO VENTITRE’

GLI HORCRUXHarry riusciva a sentire gli effetti di Felix Felicis svanire mentre camminava furtivamenteverso il castello. Il portone d’ingresso era rimasto aperto per lui, ma al terzo piano avevaincontrato Pix e solo con difficoltà aveva evitato una punizione tuffandosi di lato in una delle sue scorciatoie. Quando raggiunse il ritratto della Signora Grassa e si tolse il Mantello dell’Invisibilità, non fu sorpreso di trovarla riluttante ad aiutarlo.“Ti sembra questa l’ora di chiamarmi?”“Sono davvero dispiaciuto – sono dovuto uscire per qualcosa d’importante –““Beh, la parola d’ordine è cambiata a mezzanotte, perciò dovrai dormire in corridoio!”“Sta scherzando!” disse Harry. “Perché è dovuta cambiare a mezzanotte?”“E’ così” disse la Signora Grassa. “Se sei arrabbiato vai a prendertela con il Preside, è lui che ha rafforzato la sicurezza.”“Fantastico” disse Harry amaramente, guardando verso il pavimento. “Davvero brillante. Si, andrei a prendermela con Silente se lui fosse qui, perché è lui che ha voluto che io –““Lui è qui.” Disse una voce dietro Harry. “Il professor Silente è ritornato a scuola un’ora fa.”Nick-Quasi-Senza-Testa stava fluttuando verso Harry, la sua testa barcollava come al solito sul suo collare.“L’ho saputo dal Barone Sanguinario, che l’ha visto arrivare,” disse Nick. “E’ apparso, daquanto dice il Barone, di buon umore, anche se un po’ stanco, ovviamente.”“Dov’è?” chiese Harry con il cuore che sussultava.“Oh, a lamentarsi e fare rumore sulla Torre dì Astronomia, è il suo passatempo preferito –““Non il Barone Sanguinario, Silente!”“Oh – nel suo ufficio,” disse Nick. “Credo, da quello che ha detto il Barone, che abbia degli affari da sbrigare prima di-““Si!” disse Harry, con l’eccitazione nel petto alla prospettiva di dire a Silente che era riuscito a prendere il ricordo. Si girò e si rimise a correre, ignorando la Signora Grassa che lo stava chiamando.“Torna indietro! Va bene, ho mentito! Ero irritata perché tu mi hai svegliata! La parola d’ordine è ancora ‘verme solitario’!”

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Ma Harry Si era già precipitato per il corridoio, e, in pochi minuti, stava dicendo ‘bignè diglassati’ al gargoyle di Silente, che si fece da parte, permettendo a Harry di salire sugliscalini a spirale.“Avanti” disse Silente quando Harry bussò. Sembrava esausto.Harry aprì la porta. Era l’ufficio di Silente, lo stesso di sempre, ma con un cielo nero ecostellato visibile dalla finestra.“Per l’amor del cielo, Harry!”, disse Silente sorpreso. “A cosa devo questo piacere così tardi?”“Signore – L’ho preso. Ho preso il ricordo da Slughorn.”Harry tirò fuori la piccola bottiglietta di vetro e la mostrò a Silente. Per un momento o due, il Preside sembrò confuso. Poi sulla sua faccia comparve un largo sorriso.“Harry, questa è una notizia spettacolare! Davvero ben fatto! Sapevo che potevi farcela!”Tutte le considerazioni sull’ora tarda apparentemente dimenticate, corse attorno alla suascrivania, prese nella sua mano illesa la bottiglietta con il ricordo di Slughorn e si diresse a gran passi verso l’armadietto in cui teneva il Pensatoio.“E adesso,” disse Silente, posando il bacino di pietra sulla sua scrivania e svuotando dentro il contenuto della bottiglietta, “ adesso, finalmente, vedremo. Harry, veloce…”Harry si abbassò obbedientemente sul Pensatoio e sentì i suoi piedi che lasciavano ilpavimento dell’ufficio…ancora una volta cadde attraverso l’oscurità e atterrò nell’ufficio di Horace Slughorn di molti anni prima.C’era un Horace Slughorn molto più giovane, con i suoi spessi, lucidi capelli color paglia e i suoi baffi biondo rossicci, seduto di nuovo su una comoda poltrona con i braccioli nel suo ufficio, i suoi piedi posati su un pouffe di velluto, un piccolo bicchiere di vino in una mano, l’altra che rovistava in una scatola di ananas caramellate. Attorno a Slughorn c’erano una mezza dozzina di ragazzi adolescenti, nel cui mezzo sedeva Tom Riddle, l’anello oro e nero di Orvoloson brillava sul suo dito.Silente atterrò a fianco a Harry appena Riddle chiese, “Signore, è vero che la professoressa Merrythought andrà in pensione?”“Tom, Tom, se lo sapessi non potrei dirtelo,” disse Slughorn agitando un dito in segno dirimprovero verso Riddle, anche se allo stesso tempo gli faceva l’occhiolino. “Devo dire che mi piacerebbe sapere dove ti sei procurato quest’informazione, ragazzo; sei più informato di metà del personale.”Riddle sorrise; gli altri ragazzi risero e lo guardarono con ammirazione.“E che dire della tua misteriosa abilità di conoscere le cose che non dovresti, e la tuascrupolosa adulazione delle persone che contano- grazie per le ananas caramellate, a proposito, hai ragione, sono le mie preferite-“Alcuni dei ragazzi ridacchiarono di nuovo.“- Mi aspetto con fiducia che tu diventerai Ministro della Magia entro vent’anni. Quindici, se continuerai a mandarmi ananas caramellte. Ho contatti eccellenti al Ministero.”Ton Riddle sorrise soltanto mentre gli altri risero di nuovo.Harry notò che lui non era il più grande, ma tutti gli altri sembravano considerarlo come il loro leader.“Non penso che la politica sia adatta a me, signore,” disse quando finirono le risate. “Non ho il giusto tipo di sfondo sociale, per prima cosa.”Una coppia di ragazzi attorno a lui si guardarono con un sorrisetto compiaciuto. Harry era sicuro che si stavano gustando una barzelletta privata: senza dubbio su quello che sapevano, o sospettavano, sui famosi antenati del loro leader.“Stupidaggini,” disse Slughorn vivacemente, “non potrebbe essere più chiaro che tu discendi da maghi rispettabili, con le abilità che hai. No, farai tanta strada, Tom, Non mi sono mai sbagliato su uno studente.”Il piccolo orologio d’oro sulla cattedra di Slughorn suonò le undici e lui si guardò attorno.

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Per l’amor del cielo, è già così tardi? E’ meglio che andiate, ragazzi, o saremo tutti in unguaio. Lestrange, voglio il tuo tema per domani o è punizione. Stessa cosa per te, Avery.”Uno per uno i ragazzi uscirono in fila dalla stanza. Slughorn si sollevò dalla poltrona e portò il suo bicchiere vuoto sulla cattedra. Un movimento dietro di lui lo fece voltare; Riddle era ancora lì in piedi.“Fa attenzione, Tom, non vuoi essere preso fuori dal letto dopo il coprifuoco, e proprio tu, un prefetto…”“Signore, volevo chiederle una cosa.”“Chiedi allora, ragazzo mio, chiedi…”“Signore, mi chiedevo cosa sapeva lei su…sugli Horcrux?”Slughorn lo fissò, le sue grosse dita sfioravano il bordo del suo bicchiere di vino.“Un progetto per Difesa Contro le Arti Oscure?”Ma Harry era convinto che Slughorn sapeva perfettamente che quello non era un compitoscolastico.“Non esattamente, signore,” disse Riddle. “Ho incontrato il termine mentre leggevo e non l’ho compreso pienamente.”“No…bene…farai grosse difficoltà a trovare un libro a Hogwarts che ti darà dettagli sugliHorcrux, Tom. Quelle sono cose molto Oscure, davvero molto Oscure,” disse Slughorn.“Ma lei ovviamente sa tutto, signore? Voglio dire, un mago come lei – mi scusi, intendo, se non me lo può dire, ovviamente – semplicemente sapevo che se qualcuno avrebbe potuto aiutarmi, questo qualcuno era lei – perciò ho giusto pensato di chiedere-“Era davvero ben fatto, pensò Harry, l’esitazione, il tono casuale, l’attenta adulazione, enessuna in eccesso. Lui, Harry, aveva così tanta esperienza nel cercare di ottenereinformazioni con lusinghe da persone riluttanti a darle che non poteva non riconoscere un maestro al lavoro. Era sicuro che Riddle voleva davvero tanto quell’informazione; forse aveva pianificato questo momento da settimane.“Bene,”disse Slughorn, senza guardare Riddle, ma perdendo tempo con il nastro della sua scatola di ananas caramellate,”bene, non ti farà male se ti do una veduta generale.Giusto che tu capisca il termine. Horcrux è la parola usata per indicate un oggetto in cui una persona ha nascosto parte della sua anima.”“Però, signore, non capisco come funziona.” Disse Riddle.La sua voce era attentamente controllata, ma Harry poteva sentire la sua eccitazione.“Beh, scindi la tua anima” disse Slughorn, “e nascondi parte di essa in un oggetto fuori dal corpo. Così, anche se il corpo viene attaccato o distrutto, non si può morire, perché parte dell’anima rimane materiale e intatta. Ma, ovviamente, una forma del genere di esistenza…”La faccia di Slughorn si contrasse e Harry si trovò a ricordare parole che aveva sentito circa due anni prima.“Fui strappato via dal mio corpo, diventai meno che spirito, meno del più miserabilefantasma…eppure ero vivo.”“…pochi lo vorrebbero, Tom, molto pochi. La morte sarebbe preferibile.”Ma la brama di Riddle era diventata evidente; la sua espressione era ingorda, non potevanascondere ancora a lungo il suo desiderio.“Come dividi la tua anima?”“Con un atto diabolico – l’atto supremo di malvagità. Commettendo un omicidio. L’uccisione strappa l’anima. Il mago che intende creare un Horcrux userebbe il danno a suo vantaggio: riporrebbe la porzione strappata –““Riporre? Ma come –?”“C’è un incantesimo, ma non chiedermelo, non lo conosco!” disse Slughorn, scuotendo la

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testa come un vecchio elefante infastidito dalle zanzare. “ Ho forse l’aspetto di uno che haprovato – sembro un assassino?“No, signore, ovviamente no,” disse Riddle e velocemente. “Mi scusi…non intendevooffenderla…”“Ma figurati, figurati, non mi hai offeso,” disse rauco Slughorn. “E’ naturale essere curiosi su queste cose…i maghi di un certo calibro sono sempre stati attratti da quell’aspetto dellamagia…”“Si, signore, disse Riddle. “Quello che non capisco però – solo una curiosità – voglio dire, un solo Horcrux sarebbe utile? Puoi dividere la tua anima solo una volta? Non sarebbe meglio, non ti renderebbe più forte, avere la tua anima divisa in più pezzi? Intendo, innanzitutto, non è il sette il più potente numero magico, il sette non sarebbe –?”“Per la barba di Merlino, Tom” urlò Slughorn. “Sette! Non è già abbastanza malvagio uccidere una persona? E in ogni caso…malvagio abbastanza per dividere l’anima….ma dividerla in sette parti…”Slughorn sembrava essere profondamente turbato adesso: stava guardando fisso Riddle,come se non l’avesse mai visto bene prima e Harry poteva giurare che si stava pentendodella conversazione.“Ovviamente,” mormorò, “questo è tutto in via ipotetica, quello di cui stiamo discutendo, vero? Tutto accademico…”“Si, signore, certo.” Disse Riddle velocemente.“Ma nonostante questo, Tom…non parlarne in giro, quello che ti ho detto – o meglio, di cui abbiamo discusso. La gente non gradirebbe sapere che abbiamo parlato degli Horcrux. E’ un argomento vietato a Hogwarts, sai…Silente è particolarmente severo su questo…”“Non dirò una parola, signore.” Disse Riddle e se ne andò, ma non prima che Harry avesse visto la sua faccia, che era piena di quella stessa grande felicità che gli aveva visto addosso quando aveva scoperto di essere un mago, il tipo di felicità che non rendeva migliori i suoi lineamenti, ma li faceva, in qualche modo, meno umani…“Grazie, Harry,” disse calmo Silente. “Andiamo…”Quando Harry atterrò di nuovo sul pavimento dell’ufficio, Silente era già seduto dietro la suascrivania. Anche Harry si sedette, e aspettò che Silente iniziasse a parlare.“Ho sperato di ottenere questa testimonianza per moltissimo tempo,” disse finalmenteSilente. “Conferma la teoria su cui ho lavorato, mi dice che ho ragione, e anche quanto siamo ancora lontani da raggiungere…”Harry improvvisamente notò che ogni singolo preside nei ritratti appesi ai muri si era sollevato e stava ascoltando la loro conversazione. Un mago corpulento, con il naso rosso aveva appena tirato fuori un corno acustico.“Bene, Harry,” disse Silente, “Sono sicuro che hai capito il significato di quello che abbiamo appena sentito. Alla stessa età che hai tu adesso, mese più mese meno, Tom Riddle stava cercando di scoprire tutto quello che poteva per rendersi immortale.”“E lei pensa che ci sia riuscito?” chiese Harry . “Ha fatto un Horcrux? Ed è per quello che non è morto quando mi ha attaccato? Aveva un Horcrux nascosto da qualche parte? Una parte della sua anima era al sicuro?”“Una parte…o forse più,” disse Silente. “Hai sentito Voldemort: quello che in particolarevoleva da Horace era sapere cosa sarebbe successo al mago che creava più di un Horcrux, cosa sarebbe successo al mago così determinato a evitare la morte da essere preparato ad uccidere molte volte, dividere la propria anima ripetutamente, così da conservarla in molti, separati e nascosti Horcrux. Nessun libro gli avrebbe dato quell’informazione. Per quanto ne so, e sono sicuro, per quanto ne sapeva Voldemort, nessun mago aveva mai fatto più di dividere in due la propria anima.”

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Silente si fermò un attimo, schiarendosi le idee, e poi disse, “Quattro anni fa, ho ricevutoquella che consideravo una prova certa che Voldemort aveva strappato la sua anima.”“Dove?” chiese Harry. “Come?”“Me l’hai portata tu, Harry,” disse Silente. “I l diario, il diario di Riddle, quello che davaistruzioni per riaprire la Camera dei Segreti.”“Non capisco, signore.” Disse Harry.Beh, anche se non ho visto il Riddle che è uscito dal diario, quello che tu mi avevi descritto era un fenomeno a cui non avevo mai assistito. Un semplice ricordo cominciava a agire e pensare da sé? Un semplice ricordo, che estraeva la vita dalla ragazza a cui era capitato il diario tra le mani? No, nel libro aveva vissuto qualcosa di più oscuro…un frammento di anima, ne ero quasi sicuro. Il diario era stato un Horcrux. Ma questo sollevò un numero di domande pari a quelle a cui rispondeva. Quello che più mi aveva intrigato e allarmato era che il diario era stato inteso più come un’arma che come una protezione.”“Continuo a non capire.” Disse Harry.“Beh, funzionava come un Horcrux dovrebbe funzionare, in altre parola, il frammento dianima nascosto al suo interno era tenuto al sicuro e ha sicuramente fatto la sua parteimpedendo la morte del suo possessore. Ma non poteva esserci dubbio che Riddle volevadavvero tanto che il diario venisse letto, voleva che il pezzo della sua anima vivesse opossedesse qualcun altro, così che il mostro di Serpeverde potesse venire nuovamentesguinzagliato.”“Non voleva che il suo duro lavoro fosse stato uno spreco,” disse Harry. “Voleva che la gente venisse a conoscenza che era lui l’erede di Serpeverde, perché al tempo non potevaprendere i riconoscimenti.”“Corretto,” disse Silente, annuendo. “Ma non vedi, Harry, che se lui avesse voluto che il diario passasse, o possedesse, futuri studenti di Hogwarts, sarebbe stato davvero indifferente per quel prezioso frammento della sua anima nascosto lì dentro. Lo scopo di un Horcrux è, come ha spiegato il professor Slughorn, tenere parte di se stessi nascosto e al sicuro, non finire in mezzo alla vita di qualcun altro e correre il rischio di farlo distruggere, come infatti è successo: quel particolare frammento di anima non c’è più; tu hai provveduto a questo.“Il modo trascurato in cui Voldemort considerava questo Horcrux mi è sembrato molto strano. Mi suggeriva che doveva aver fatto, o aveva pianificato di fare, altri Horcrux, così che la perdita del primo non sarebbe stata tanto dannosa. Non desideravo crederci, ma nient’altro sembrava avere senso.“Poi tu mi hai detto, due anni dopo, che la notte in cui Voldemort ha ottenuto nuovamente un corpo, ha fatto una constatazione molto illuminante e allarmante ai suoi Mangiamorte.‘Io, che mi sono spinto più in là di ogni altro sul sentiero che conduce all’immortalità.’ Era quello chetu mi hai riferito che lui ha detto. ‘Più in là di ogni altro.’ E pensavo di sapere cosa significava, anche se i Mangiamorte non l’avevano capito. Si riferiva ai suoi Horcrux, Horcrux al plurale, Harry, cosa che non credo che qualsiasi altro mago abbia mai avuto. Finalmente tutto quadrava: Lord Voldemort sembrava diventare meno umano con il passare degli anni, e la trasformazione che aveva subito mi sembrava spiegabile solo se la sua anima fosse stata mutilata al di là del regno di quello che noi di solito chiamiamo diavolo…”“Per cui si è reso impossibile da uccidere uccidendo altre persone?” disse Harry. “Perché non poteva creare una Pietra Filosofale, o rubarne una, se era così interessato all’immortalità?”

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“Ma noi sappiamo che ha cercato di farlo giusto cinque anni fa,” disse Silente. “Ma ci sono alcune ragioni per cui, credo, una Pietra Filosofale avrebbe interessato Lord Voldemort meno degli Horcrux.“Mentre l’Elisir di Lunga Vita estende la vita, deve essere bevuto regolarmente, per l’eternità, se chi lo beve ha intenzione di mantenere l’immortalità. Per questo, Voldemort sarebbe dipeso completamente dall’Elisir, e se questo fosse finito, o contaminato, o se la Pietra fosse stata rubata, sarebbe morto come un qualsiasi altro uomo. Voldemort vuole agire da solo, ricorda. Credo che avrebbe trovato il fatto di essere dipendente, anche dall’Elisir, intollerabile. Ovviamente era pronto a berlo se l’avesse fatto uscire da quella orribile sottospecie di esistenza a cui era stato condannato dopo averti attaccato, ma solo per riprendersi un corpo. Dopo, ne sono convinto, avrebbe continuato a fare affidamento sui suoi Horcrux: non avrebbe avuto bisogno di nient’altro, se solo avesse potuto riavere una forma umana. Era già immortale, vedi…o comunque vicinissimo.“Ma adesso, Harry, armati di quest’informazione, il ricordo cruciale che sei riuscito aprocurarci, siamo più vicini al segreto per sconfiggere Lord Voldemort di chiunque altro lo sia mai stato prima. L’hai sentito Harry:“Non sarebbe meglio, non ti renderebbe più forte, avere la tua anima divisa in più pezzi… non è il sette il più potente numero magico…” non è il sette il più potente numero magico. Si, penso che l’idea di un’anima divisa in sette parti sarebbe apparsa grandiosa a Lord Voldemort.”“Ha fatto sette Horcrux?” disse Harry con uno sguardo inorridito, mentre alcuni dei ritratti sulle pareti facevano simili rumori di raccapriccio e offesa. “Ma potrebbero essere in una qualsiasi parte del modo, nascosti, sotterrati o invisibili…”“Sono felice che tu abbia capito la grandezza del problema,” disse Silente con calma. “ Mainnanzitutto, no, Harry, non sette Horcrux: sei. La settima parte della sua anima, comunque mutilata, risiede all’interno del suo corpo rigenerato. E’ quella la parte di lui che ha vissuto un’esistenza spettrale per così tanti anni durante il suo esilio; senza di quella, non potrebbe vivere. Quel settimo pezzo di anima, il pezzo che vive nel suo corpo, sarà l’ultimo da attaccare per chiunque abbia intenzione di uccidere Voldemort.”“Ma i sei Horcrux, allora,” disse Harry, con un po’ disperatamente, “Come faremo a trovarli?”“Ti stai dimenticando…tu ne hai già distrutto uno. E io ne ho distrutto un altro.”“Davvero?” disse Harry con ardore.“Si, davvero,” disse Silente, e alzò la sua mano annerita e bruciata. “L’anello, Harry. L’anello di Orvoloson. C’era una maledizione terribile sopra. Se non fosse stato, perdonami per lamancanza di modestia, per la mia pelle prodigiosa e per l’azione tempestiva del professorPiton quando sono ritornato a Hogwarts, gravemente ferito, non sarei sopravvissuto perraccontare la storia. In ogni caso, una mano appassita non è niente in confronto a un settimo dell’anima di Voldemort. L’anello non è più un Horcrux.”“Ma come ha fatto a trovarlo?”“Come tu sai bene, per molti anni ho lavorato per scoprire più che potevo sulla vita passata di Voldemort. Ho viaggiato molto, visitando quei posti in lui era stato una volta. Sono incappato nell’anello nascosto tra le rovine della casa dei Gaunt. Sembrava che una volta cheVoldemort era riuscito a chiuderci dentro una parte della sua anima, non voleva piùindossarlo. L’ha nascosto, protetto da molti incantesimi potenti, nel tugurio in cui avevanovissuto i suoi antenati (Morfin trasportato ad Azkaban, ovviamente), senza mai immaginareche un giorno mi sarei preso la briga di visitare la rovina, o che avrei potuto cercare le tracce

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di occultamento magico.“Comunque, non dobbiamo congratularci con noi stessi con troppo entusiasmo. Tu haidistrutto il diario e io l’anello, ma se fosse giusta la nostra teoria sull’anima frammentata in sette parti, rimangono quattro Horcrux.”“E potrebbero essere dappertutto?” disse Harry. “Potrebbero essere vecchie scatole di latta, o, non so, bottiglie vuote di pozioni…?”“Tu stai pensando alle Passaporte, Harry, che devono essere oggetti ordinari, facili da non essere notati. Ma Lord Voldemort usa scatole di latta o vecchie bottiglie vuote di pozioni per nascondere la sua preziosa anima? Ti stai dimenticando quello che ti ho mostrato. A Lord Voldemort piaceva collezionare trofei, e preferiva oggetti con una forte storia magica. Il suo orgoglio, il suo credersi superiore, la sua determinazione a costruirsi un posto sbalorditivo nella storia della magia; queste cose mi suggeriscono che Voldemort abbia scelto i suoi Horcrux con cura, preferendo oggetti degni di onore.”“Il diario non aveva niente di speciale.”“Il diario, come hai detto tu stesso, era la prova che lui era l’erede di Serpeverde; sono sicuro che Voldemort lo considerava di grandissima importanza.”“Perciò, gli altri Horcrux? Disse Harry. “Pensa di sapere dove sono, signore?”“Posso solo ipotizzare,” disse Silente. “Per le ragioni che ti ho già dato, credo che LordVoldemort preferisse oggetti che avessero in sé una certa grandezza. Ho scavato nelpassato di Voldemort per cercare di trovare testimonianze di scomparse di oggetti similiattorno a lui.”“Il medaglione!” disse Harry ad alta voce. “La coppa di Tassorosso!”“Si,” disse Silente, sorridendo, “Sarei preparato a scommettere, forse non l’altra mano, ma due dita si, che quelli sono gli Horcrux tre e quattro. I rimanenti due, presumendo che lui ne abbia creati sei, sono più problematici, ma azzarderei l’ipotesi che, avendo preso oggetti di Tassorosso e Serpeverde, abbia voluto trovare oggetti anche di Grifondoro o Corvonero. Quattro oggetti dei quattro fondatori avrebbe, ne sono sicuro, esercitato un grosso prestigio nell’immaginazione di Voldemort. Non ti posso dire, però, se è mai riuscito a trovare qualcosa di Corvonero. Sono fiducioso, comunque, che l’unica reliquia conosciuta di Grifondoro rimane al sicuro.”Silente puntò il suo dito annerito verso la parete dietro di lui, dove una spada incastonata di rubini era posta in una teca di vetro.“Lei pensa che è per questo che voleva tornare a Hogwarts così tanto, signore?” disse Harry.“Per cercare di trovare qualcosa di uno dei fondatori?”“Esattamente,” disse Silente. “Ma sfortunatamente, questo non ci dà alcun vantaggio, perché se ne andò, o almeno così credo, senza la possibilità di setacciare la scuola. Devoconcludere che non ha mai soddisfatto la sua ambizione di collezionare oggetti dei quattro fondatori. Ne ha definitivamente due, forse ne ha trovati tre, e questo è il massimo chepossiamo fare per ora.”“Anche se ha qualcosa di Corvonero o Grifondoro, questo lascia comunque un sestoHorcrux,” disse Harry, contando sulle sue dita. “A meno che non li abbia entrambi?”“Non penso,” disse Silente. “Penso di sapere qual è il sesto Horcrux. Mi domando cosa midirai quando ti avrò confessato che per un po’ sono stato molto curioso del comportamento del suo serpente, Nagini?”“Il serpente?” disse Harry, sbigottito. “Si possono usare animali come Horcrux?”“Beh, è sconsigliabile farlo,” disse Silente, “perché inserire una parte della tua anima inqualcosa che può pensare e muoversi di testa sua è ovviamente una cosa molto rischiosa.Comunque, se i miei calcoli sono giusti, a Voldemort mancava uno dei suoi sei Horcruxquando è entrato nella casa dei tuoi genitori con l’intenzione di ucciderti.

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“Sembra aver riservato la creazione degli Horcrux a delle morti particolarmente significanti. Tu certamente lo saresti stato. Credeva che uccidendoti, stava distruggendo il pericolo che la profezia aveva descritto. Credeva che stava per diventare invincibile. Sono sicuro che aveva intenzione di creare l’Horcrux finale con la tua morte.“Come ben sappiamo, ha fallito. Dopo un intervallo di alcuni anni, comunque, ha usato Nasini per uccidere un vecchio Babbano, e forse gli passò per la testa di farla diventare il suo sesto Horcrux. Lei sottolinea il suo legame con Serpeverde, che accresce la mistica di Lord Voldemort. Penso che sia affezionato a lei come lo potrebbe essere di qualsiasi altra cosa; certamente gli piace averla vicino e sembra avere su di lei un controllo straordinario e insolito, anche per un Rettilofono.”“Perciò,” disse Harry, “il diario non c’è più, l’anello non c’è più. La coppa, il medaglione e il serpente sono ancora intatti e lei pensa che ci potrebbe essere un Horcrux che fu una volta di Corvonero o Grifondoro?”“Un ammirabile riassunto succinto e accurato, si,” disse Silente, curvando la testa.“E…li sta ancora cercando, signore? E’ quello che fa quando lascia la scuola?”“Corretto,” disse Silente. “Ho cercato per tantissimo tempo. Penso….forse….che potreiessere vicino a trovarne un altro. Ci sono segni promettenti.”“E se così fosse,” disse Harry velocemente, “potrei venire con lei e aiutarla a liberarcene?”Silente guardò Harry molto attentamente per un momento prima di dire, “Si, penso di si.”“Davvero posso?” disse Harry, completamente colto alla sprovvista.“Oh si,” disse Silente, sorridendo. “Penso che tu ti sia meritato questo diritto.”Harry sentì il battito del suo cuore aumentare. Era davvero bello, per una volta non sentire parole di cauzione e protezione. I ritratti dei presidi sulle pareti sembravano meno colpiti dalla decisione di Silente; Harry ne vide pochi scuotere la testa e Phineas Nigellus in realtà sbuffava.“Voldemort sa quando un Horcrux viene distrutto, signore? Se ne accorge?” chiese Harryignorando i ritratti.“Una domanda davvero interessante, Harry. Io credo di no. Credo che Voldemort adesso ècosì immerso nella malvagità, e poi queste parti della sua anima sono state separate da luiper così tanto tempo, che lui non si sente come ci sentiamo noi. Forse, in punto di morte,potrebbe rendersi conto delle sue perdite…ma non lo era, per esempio, che il diario era statodistrutto, fino a che non forzò Lucius Malfoy a dirgli la verità. Quando Voldemort scoprì che ildiario era stato distrutto e privato di tutti i suoi poteri, mi è stato detto che la sua rabbia era terribile a vedersi.“Ma pensavo che lui volesse che Lucius Malfoy lo portasse di nascosto all’interno diHogwarts?”“Si, anni fa, quando era sicuro che sarebbe stato in grado di creare più Horcrux, ma Luciusdoveva aspettare l’ordine di Voldemort, e non lo ricevette mai, perché Voldemort fuannientato poco dopo avergli dato il diario. Senza dubbio lui pensava che Lucius non avrebbeosato fare niente con l’Horcrux se non farci attenzione, ma contava troppo sulla paura diLucius nei confronti di un padrone che era scomparso da anni e che Lucius credeva morto.Ovviamente, Lucius non sapeva la vera natura del diario. So che Voldemort gli ha detto che ildiario avrebbe causato la riapertura della Camera dei Segreti, perché era astutamente

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incantato. Se lucius avesse saputo che aveva tra le mani una parte dell’anima del suopadrone, indubbiamente l’avrebbe trattato con più rispetto, ma invece ha portato avanti da solo il vecchio piano per i suoi scopi: facendo finire il diario tra le mani della figlia di Arthur Weasley, sperava di discreditare Arthur, di farmi cacciare da Hogwarts e di liberarsi di un oggetto altamente incriminante in un colpo solo. Ah, povero Lucius…chissà la furia di Voldemort per il fatto che aveva gettato via l’Horcrux esclusivamente per il suo guadagno, e per il fiasco al Ministero l’anno scorso, non sarei sorpreso se lui fosse segretamente contento di essere al sicuro ad Azkaban al momento.”Harry rifletté per un momento, poi chiese, “Perciò se tutti i suoi Horcrux vengono distrutti, Voldemort può essere ucciso?”“Si, penso di si,” disse Silente. “Senza i suoi Horcrux, Voldemort sarà un uomo mortale con un’anima mutilata e diminuita. Non ti dimenticare, però, che mentre la sua anima viene danneggiata senza la possibilità di essere riparata, il suo cervello e il suo potere magico rimangono intatti. Ci vorrà una pelle e un potere fuori dal comune per uccidere un mago come Voldemort, anche senza i suoi Horcrux.”“Ma io non ho una pelle e un potere fuori dal comune,” disse Harry, prima di riuscire afermarsi.“Si, invece,” disse fermo Silente. “Tu hai un potere che Voldemort non ha mai avuto. Tupuoi-”“Lo so!” disse Harry con impazienza. “Io posso amare!” Fu solo con difficoltà che riuscì aevitare si dire, ‘Che grande cosa’.“Si, Harry, tu puoi amare,” disse Silente, che sembrava come se sapesse perfettamente benecosa Harry si era appena trattenuto dal dire. “Cosa che, dato tutto quello che ti è successo, è una cosa grandiosa e degno di nota. Sei ancora troppo giovane per capire quanto sei fuori dal comune, Harry.”“Quindi, quando la profezia dice che avrò ‘poteri al Signore Oscuro sconosciuti’, significagiusto…l’amore?” chiese Harry, sentendosi un po’ abbattuto.“Si…giusto l’amore,” disse Silente. “Ma Harry, non dimenticare mai che quello che la profezia dice è importante solo perché Voldemort l’ha reso tale. Ti ho detto questo alla fine dell’anno scorso. Voldemort ha scelto la persona che sarebbe stata più pericolosa per lui…e facendo ciò, ti ha reso la persona più pericolosa per lui!”“Ma significa la stessa-”“No, per niente!” disse Silente sembrando im aziente. Puntando verso Harry la sua manonera e appassita, disse, “Stai dando troppa importanza alla profezia!”“Ma,” farfugliò Harry, “ma lei mi ha detto che la profezia dice…”“Se Voldemort non avesse mai sentito la profezia, questa sarebbe mai stata compiuta?Avrebbe mai significato qualcosa? Ovviamente no! Pensi che tutte le profezie presenti nellaSala delle Profezie sono state compiute?”“Ma,” disse Harry, sconcertato, “ma l’anno scorso, lei ha detto che uno avrebbe dovutouccidere l’altro…”“Harry, Harry, solo perché Voldemort ha fatto un grande errore, e ha agito sulle parole della professoressa Cooman! Se Voldemort non avesse mai ucciso tuo padre, ti avrebbe causato un furioso desiderio di vendetta? Ovviamente no! Se non avesse obbligato tua madre a morire per te, ti avrebbe dato una protezione magica che lui stesso non poteva penetrare? Ovviamente no, Harry! Non capisci? Voldemort stesso ha creato il suo peggior nemico, esattamente come fanno dappertutto i tiranni! Hai una minima idea di quanti tiranni abbiano paura della gente che opprimono? Tutti loro sanno che, un giorno, in mezzo alle loro molte vittime, sicuramente ci sarà qualcuno che si ribellerà e lo caccerà! Voldemort non è diverso! E’ sempre stato attento a

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vedere se ci sarebbe stato qualcuno che l’avrebbe sfidato. Ha sentito la profezia e si è tuffato nell’azione, con il risultato che non solo ha scelto la persona più simile a lui per finirlo, ma gli ha dato anche delle eccezionali armi mortali!”“Ma…”“E’ essenziale che tu capisca questo!” disse Silente, tirandosi in piedi e camminando a gran passi per la stanza, i suoi vestiti scintillanti svolazzavano nel cammino; Harry non l’aveva mai visto così agitato.“Tentando di ucciderti, Voldemort stesso ha scelto la persona straordinaria che siede di fronte a me, e gli ha dato gli strumenti per il lavoro! E’ colpa di Voldemort se tu eri in grado di vedere nei suoi pensieri, le sue ambizioni, anche che tu capisci il linguaggio dei serpenti in cui lui impartisce ordini, e, ancora, Harry, nonostante le tue visite privilegiate all’interno del mondo di Voldemort (che, a proposito, sono un dono che cui qualsiasi mangiamorte ucciderebbe per avere), tu non sei mai stato attratto dalle Arti oscure, non hai mai, neanche per un secondo, mostrato il più piccolo desiderio di diventare un seguace di Voldemort!”“Certo che no!” disse Harry indignato. “Ha ucciso mia madre e mio padre!”“Sei protetto, in breve, dalla tua capacità di amare!” disse Silente a voce molto alta. “L’unica protezione che può funzionare contro il richiamo di potere come quello di Voldemort! Nonostante tutte le tentazioni che hai dovuto sopportare, tutte le sofferenze, il tuo cuore rimane puro, proprio come lo era quando avevi undici anni, quando ti sei specchiato in uno specchio che rifletteva il tuo più grande desiderio, e lui ti ha mostrato solo la via per ostacolare Lord Voldemort, e non l’immortalità o la ricchezza. Harry, hai anche solo la minima idea di quanti pochi maghi avrebbero visto quello che hai visto tu nello specchio? Voldemort avrebbe dovuto accorgersi di chi stava affrontando, ma invece no!”“Ma adesso lo sa. Ti sei intromesso nella mente di Voldemort senza alcun danno per testesso,ma lui non ti può possedere senza andare incontro ad un agonia mortale,come hascoperto al Ministero. Non penso però che lui abbia capito il perché, Harry, aveva così tanta fretta di dividere la sua anima, che non si è mai fermato per capire l’incomparabile potere di un’anima pura e intatta.”“Ma, signore,” disse Harry, facendo uno sforzo enorme per non sembrare polemico. “tuttogiunge sempre alla stessa conclusione, no? Devo cercarlo e ucciderlo, o…”“Devi?” disse Silente. “Ovviamente devi!” Ma non a causa della profezia! Perché tu stessonon ti darai mai pace fino a che non riuscirai a farlo! Lo sappiamo entrambi! Immagina, per favore, solo per un momento, di non aver mai sentito la profezia! Che sentimenti avresti nei confronti di Voldemort? Pensa!”Harry guardò Silente che camminava su e giù di fronte a lui, e pensò. Pensò a sua madre, suo padre e Sirius. Pensò a Cedric Diggory. Pensò a tutte le azioni terribili che sapeva che aveva fatto Lord Voldemort. Una fiamma sembrò accendersi nel suo petto, bruciandogli la gola.“Vorrei ucciderlo,” disse Harry con calma. “E vorrei farlo io.”“Ma certo che vorresti!” urlò Silente. “Vedi, la profezia non dice che tu devi fare qualcosa! Ma la profezia ha fatto sì che Lord Voldemort ti abbia designato come suo eguale…in altre parole, sei libero di scegliere la tua strada, libero di voltare le spalle alla profezia! Ma Voldemort continua a dare grande importanza alla profezia. Continuerà a cercarti…questo certamente fa sì che…”“Che uno di noi due finirà per uccidere l’altro,” disse Harry. “Si.”Ma capì solo alla fine quello che Silente aveva cercato di dirgli. Era, pensò lui, la differenza tra essere trascinato in un’arena per fronteggiare una battaglia contro la morte ed entrare nell’arena a testa alta. Alcune persone, forse, avrebbero detto che c’era ben poco da scegliere tra le due cose, ma Silente sapeva – e anch’io, pensò Harry, in un impeto di fiero orgoglio, e anche i miei genitori – che c’era tutta la differenza del mondo.

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CAPITOLO VENTIQUATTRO

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SECTUMSEMPRAEsausto ma felice per il suo lavoro notturno, il mattino dopo Harry raccontò quello che era successo a Ron e Hermione durante la lezione di Incantesimi (dopo aver lanciatol’incantesimo Muffliato su quelli che gli stavano intorno). Entrambi furono estremamentecolpiti dal modo in cui aveva ottenuto il ricordo da Slughorn e si meravigliarono decisamente quando disse loro degli Horcrux di Voldemort e della promessa di Silente di portarlo con lui, se ne avessero trovato un altro."Caspita!," disse Ron, quando Harry finì di raccontare; Ron stava distrattamente agitando la sua bacchetta verso il soffitto, senza prestare la minima attenzione a quello che stavafacendo. "Caspita. Davvero andrai con Silente… a cercare di distruggere…. caspita! ""Ron, stai facendo nevicare," disse pazientemente Hermione, afferrandogli il polso eindirizzando la bacchetta lontano dal soffitto da cui, in effetti, stavano iniziando a cadere deigrandi fiocchi bianchi. Lavanda Brown, notò Harry, stava fissando Hermione da un tavolovicino, con gli occhi molto rossi, e Hermione lasciò andare immediatamente il braccio di Ron."Oh si," disse Ron, guardando si le spalle con una certa sorpresa. "Mi dispiace... adessosembra che abbiamo una forfora terribile..."Ron tolse un po’ della finta neve dalle spalle di Hermione e Lavanda scoppiò a piangere. Ronassunse un’aria profondamente colpevole e le voltò le spalle."Ci siamo lasciati," disse a Harry a mezza bocca, "L’altra sera. Quando mi ha visto uscire daldormitorio con Hermione. Ovviamente non poteva vederti, e quindi ha pensato che eravamoio e lei da soli.""Ah," disse Harry. "Insomma — non ti dispiace che sia finita, non è vero?", "No," ammiseRon. "E’ stato abbastanza brutto quando ha cominciato a strillare, ma almeno non sono statoio a farla finita."

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"Vigliacco," disse Hermione, anche se sembrava divertita. "Bene, è stata una brutta notte pergli innamorati, qua in giro. Anche Ginny e Dean si sono lasciati, Harry."Harry pensò di notare un’aria furba negli occhi mentre glielo diceva, ma Hermione non potevasapere che le sue interiora avevano cominciato improvvisamente a ballare la conga.Cercando di mantenere la faccia immobile e la voce il più possibile indifferente, chiese,"Come mai?""Oh, una cosa veramente sciocca . . . Mi ha detto che Dean continuava a cercare di aiutarla apassare attraverso il passaggio del ritratto, come se lei non fosse capace di arrampicarsi dasola. . . ma era un bel pezzo che la loro relazione traballava."Harry lanciò uno sguardo a Dean dall’altra parte della classe. Sembrava sicuramente triste."Naturalmente, questo ti mette di fronte a un piccolo dilemma, non è vero?" disse Hermione."Cosa stai dicendo?" disse velocemente Harry."La squadra di Quidditch," disse Hermione. "Se Ginny e Dean non si rivolgono più la parola . ..""Oh — oh si," disse Harry."Vitious," disse Ron con un tono di avvertimento. Il piccolo e magro insegnante di Incantesimisi stava avvicinando ballonzolando a loro, e Hermione era la sola che fosse riuscita atrasformare l’aceto in vino; la sua ampolla era piena di un liquido rosso scuro, mentre ilcontenuto di quelle di Harry e Ron era sempre di un torbido marroncino."Insomma, insomma, ragazzi," squittì il Professor Vitius con aria di rimprovero. "Più fatti e meno parole . . . fatemi vedere. . . ."Alzarono insieme le bacchette, concentrandosi intensamente, e le puntarono verso le loroampolle. L’aceto di Harry si trasformò in ghiaccio; l’ampolla di Ron esplose."Si ... compito per la prossima lezione…" disse il Professor Vitious, riemergendo da sotto iltavolo e togliendosi dei frammenti di vetro dalla cima del cappello, ".. esercitazioni pratiche." Dopo la lezione di Incantesimi, si ritrovarono ad avere uno dei pochi periodi liberi da poter trascorrere insieme; tornarono alla sala comune. Ron sembrava sinceramente sollevato per la fine della sua relazione con Lavanda, e anche Hermione sembrava allegra, anche sequando qualcuno le chiedeva perché sorrideva, diceva semplicemente, "E’ una bellagiornata." Nessuno di loro sembrava accorgersi della feroce battaglia che infuriava nellamente di Harry:E’ la sorella di Ron.Ma ha scaricato Dean!E’ sempre la sorella di Ron.Sono il suo migliore amico.Questo peggiora le cose.Se ci parlassi prima —Ti picchierà.E se non me ne fregasse niente?E’ il tuo migliore amico!Harry a malapena si rese conto che stavano passando attraverso il ritratto nell’assolata sala comune, e si accorse solo vagamente del piccolo gruppo di studenti del settimo anno che si era radunato li, finché Hermione non gridò, "Katie! Sei tornata! Come stai?"

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Harry la guardò fisso: era Katie Bell, che sembrava essersi completamente rimessa ed eracircondata dai suoi amici in festa."Sto proprio bene!" disse contenta. "Mi hanno dimesso dal San Mungo lunedì, sono stata un paio di giorni a casa con Papà e Mamma e poi sono rientrata stamattina. Leanne mi stava raccontando di McLaggen e dell’ultima partita, Harry. . . .""Si," disse Harry, "comunque, adesso che sei tornata e con Ron di nuovo in forma, abbiamobuone speranze di stravincere con Corvonero, il che vuol dire che siamo ancora in corsa per la Coppa. Senti, Katie . . ."Doveva chiederglielo subito; la curiosità era riuscita persino a togliergli temporaneamenteGinny dalla testa. Abbassò la voce mentre gli amici di Katie cominciavano a raccogliere leloro cose; sembrava che fossero in ritardo per Trasfigurazione.". . . quella collana . . . adesso ti ricordi chi te l’ha data?""No," disse Katie, scuotendo tristemente la testa. "Me lo chiedono tutti, ma non ho idea.L’ultima cosa che mi ricordo era che stavo entrando nelle toilette del ‘Tre Manici di Scopa’.""Allora sei sicura di essere andata in bagno?" disse Hermione."Insomma, so che ho aperto la porta," disse Katie, "quindi immagino che chiunque mi abbialanciato l’Imperius stesse proprio li dietro. Da quel momento, la mia memoria è vuota fino a circa due settimane fa al San Mungo. Senti, adesso devo andare, non sopporterei di farmidare una nota dalla McGranitt proprio il primo giorno che rientro a scuola..."Prese la borsa e i libri e corse dietro ai suoi amici, lasciando Harry, Ron e Hermione aponderare quello che Katie aveva detto, seduti ad un tavolino vicino alla finestra."Allora deve essere stata una ragazza o una donna a dare la collana a Katie," disseHermione, "Se stava nel bagno delle signore..""O qualcuno che sembrava una ragazza o una donna," disse Harry. "Non ti dimenticare che a Hogwarts c’era un calderone pieno di Pozione Polisucco. Sappiamo che una parte è stata rubata..."Con la mente, vide una sfilata di cloni di Tiger e Goyle passargli davanti agli occhi, tuttitrasformati in ragazze."Penso che berrò un altro sorso di Felix," disse Harry, "Devo tornare alla Stanza delleNecessità.""Sarebbe uno spreco assoluto della pozione," disse decisamente Hermione, posando la sua copia del Sillabario dell’Incantatore che aveva appena tirato fuori dalla borsa. "Non puoi fidarti solo della fortuna. Con Slughorn era diverso; tu avevi tutte le capacità per convincerlo, quello che ti serviva era solo aggiustare un po’ le circostanze. Ma la fortuna non basta per superare un incantesimo potente. Non sprecare quello che resta della pozione! Ti servirà tutta la fortuna che puoi avere quando Silente ti porterà con lui..." Abbassò la voce fino a un sussurro."Non ne potremmo fare altra?" chiese Ron a Harry, ignorando Hermione. "Sarebbe grandeaverne una bella scorta... Dai un’occhiata al libro... "Harry tirò fuori la sua copia di Pozioni Avanzate, e cercò alla voce Felix Felicis."Accidenti, è complicatissimo," disse, scorrendo la lista degli ingredienti. "E ci vogliono seimesi... devi lasciarla bollire lentamente ...""Tipico," disse Ron.Harry stava mettendo a posto il libro quando si rese conto che l’angolo di una pagina era

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piegato; andando alla pagina, vide che era l’incantesimo Sectumsempra, con la nota "Per i Nemici," che aveva marcato qualche settimana prima. Ancora non aveva capito comefunzionasse, principalmente perché non voleva provarlo con intorno Hermione, ma stavaconsiderando l’idea di provarlo su McLaggen la prossima volta che l’avesse colto di sorpresa.La sola persona che non fu particolarmente felice di rivedere Katie Bell a scuola fu DeanThomas, perché non sarebbe più stato necessario fargli coprire il ruolo di Katie comeCacciatore. Dean assorbì il colpo abbastanza stoicamente quando Harry glielo disse,alzando solo le spalle con un grugnito, ma mentre andava via Harry ebbe la netta sensazione che Dean e Seamus a bassa voce stessero tramando qualcosa alle sue spalle.La sera seguente ci furono i migliori allenamenti di Quidditch che Harry avesse mai visto da Capitano. La squadra era così contenta di essersi liberata di McLaggen, così felice che Katie fosse finalmente rientrata, che tutti volavano favolosamente bene.Ginny non sembrava affatto abbattuta per la rottura con Dean; al contrario, era l’anima della squadra. Le sue imitazioni di Ron che andava ansiosamente su e giù davanti alla portamentre la Pluffa gli arrivava addosso a tutta velocità, o di Harry che gridava ordini aMcLaggen prima di essere messo KO, mantenevano tutti di buon umore. Harry, ridendoinsieme agli altri, era lieto di avere un motivo innocente per guardare Ginny; aveva giaricevuto diversi colpi di Bolide durante l’allenamento perché non riusciva a tenere gli occhi fissi sul Boccino.Nella sua testa ancora infuriava la battaglia: Ginny o Ron? Qualche volta pensava che il Ron del dopo-Lavanda avrebbe potuto non prendersela troppo a male se lui ci avesse provato con Ginny, ma allo stesso tempo si ricordava dell’espressione di Ron quando l’aveva vista baciarsi con Dean, ed era sicuro che Ron avrebbe considerato un tradimento anche il solo fatto che Harry le tenesse la mano. . . .Eppure Harry non poteva fare a meno di parlare con Ginny, ridere con lei, tornare dagliallenamenti insieme a lei; per quanto gli rimordesse la coscienza, si ritrovò a pensare almodo migliore per incontrarla da sola. L’ideale sarebbe stato che Slughorn organizzasseun’altra delle sue piccole feste, così Ron non sarebbe stato tra i piedi — ma sfortunatamente, Slughorn sembrava averci rinunciato. Un paio di volte Harry aveva pensato di chiedere aiuto a Hermione, ma non pensava di poter sopportare l’aria di compiacimento che avrebbe avuto; pensava di averla già intravista quando Hermione lo aveva beccato ad osservare Ginny o a ridere delle sue battute. A complicare la questione, c’era la fastidiosa preoccupazione che senon l’avesse fatto lui, qualcun altro ci avrebbe provato presto; lui e Ron erano finalmented’accordo sul fatto che la popolarità di Ginny era eccessiva per il suo stesso bene.Tutto sommato, la tentazione di bere un altro sorso di Felix Felicis diventava ogni giorno più forte, perché non era proprio questo il caso, come aveva detto Hermione, "di aggiustare un po’ le circostanze"? Le giornate miti continuarono fino a maggio, e sembrava che Ron fosse sempre appiccicato a Harry quando vedeva Ginny. Harry si trovò a desiderare che per un colpo di fortuna Ron realizzasse che niente lo avrebbe fatto più felice che vedere il suo migliore amico e sua sorella che si innamoravano o che li lasciasse insieme da soli per più di qualche secondo. Sembrava che non ci fosse possibilità ne per l’una cosa ne per l’altra cosa, perché l’ultima partita di Quidditch della stagione incombeva e Ron non pensava ad altro che a discutere continuamente le tattiche di gioco con Harry.Ron non era l’unico, se per questo; l’interesse per la partita Grifondoro-Corvonero stava

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crescendo in tutta la scuola, perché la gara avrebbe deciso un campionato ancoraapertissimo. Se Grifondoro avesse battuto Corvonero con trecento punti di margine(un’impresa difficilissima, ma Harry non aveva mai visto la sua squadra volare così bene)avrebbero vinto il Campionato. Vincendo con meno di trecento punti sarebbero arrivatisecondi, dopo Corvonero; con una sconfitta di cento punti sarebbero arrivati terzi, dietroTassorosso, mentre se avessero perso per più di cento punti sarebbero arrivati ultimi enessuno, pensava Harry, avrebbe mai e poi mai dimenticato chi per la prima volta in duesecoli aveva capitanato Grifondoro all’ultimo posto della classifica.L’avvicinamento a questo incontro cruciale aveva tutte le usuali caratteristiche: i membri delle Case rivali cercavano di innervosire gli avversari nei corridoi; fastidiosi cori su singoli giocatori venivano provati rumorosamente al loro passaggio; gli stessi membri delle squadre o andavano in giro con aria arrogante godendosi tutta l’attenzione, oppure tra una lezione e l’altra correvano in bagno a vomitare.In qualche modo, la gara si era legata inestricabilmente, nella mente di Harry, con il successoo il fallimento dei suoi piani su Ginny. Non poteva fare a meno di sentire che se avesserovinto con più di trecento punti, le scene di euforia e una bella e rumorosa festa dopo la partitaavrebbero avuto lo stesso effetto di un’abbondante sorsata di Felix Felicis.Preso da tutte le sue preoccupazioni, Harry non aveva dimenticato la sua altra ambizione:scoprire cosa stava combinando Malfoy nella Stanza della Necessità. Stava ancoracontrollando la Mappa del Malandrino, e dalle volte che non riusciva a individuare Malfoy, ne deduceva che Malfoy passava ancora un sacco di tempo nella stanza. Sebbene Harry stesseperdendo le speranze di poter mai entrare nella Stanza della Necessità, faceva sempre untentativo quando era nelle vicinanze. Però, per quanto potesse riformulare la sua richiesta, la parete rimaneva fermamente priva di porta.Pochi giorni prima della partita con Corvonero, Harry si ritrovò da solo a scendere a cenadalla sala comune, perché Ron era di nuovo corso nel bagno più vicino a vomitare, eHermione era scappata fuori a cercare il Professor Vector a causa di un errore che pensava di aver fatto nel suo ultimo saggio di Aritmanzia. Più per abitudine che per altro, Harry fece la sua usuale deviazione lungo il corridoio del settimo piano, controllando la Mappa del Malandrino lungo il percorso. Per un momento non riuscì a individuare Malfoy da nessuna parte e immaginò che fosse nuovamente all’interno della Stanza della Necessità, ma poi videil puntino etichettato Malfoy nel bagno dei ragazzi al piano di sotto, insieme non a Tiger oGoyle, ma a Mirtilla Malcontenta.Harry smise di pensare a questa strana coppia solo quando andò a sbattere controun’armatura. Il forte rumore lo risvegliò dalle sue fantasticherie; scappando via dalla scenaprima che Gazza potesse intervenire, si precipitò già dalle scale sul ballatoio del pianoinferiore. Fuori dal bagno, accostò l’orecchio alla porta. Non riuscì a sentire nulla. Aprì molto silenziosamente la porta.Draco Malfoy era in piedi con le spalle alla porta, con le mani serrate ai bordi del lavandino, la testa biondo-platino chinata."Non fare così," cantilenava la voce di Mirtilla Malcontenta da uno dei gabinetti. " Non fare così. . . Dimmi cosa c’è... Posso aiutarti. . . .""Nessuno può aiutarmi," disse Malfoy. Tremava tutto. "Non posso farlo... Non posso... Non funzionerà mai. . . e se non lo faccio subito... dice che mi ucciderà..."

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E Harry realizzò, con uno shock così forte che sembrava paralizzarlo, che Malfoy stavapiangendo — piangendo veramente — con le lacrime che gli scorrevano sul pallido viso giùnel lavandino sporco. Malfoy ansimava e singhiozzava quando, con un sobbalzo, guardònello specchio crepato e vide alle sue spalle Harry che lo fissava.Malfoy si girò, estraendo la bacchetta. Istintivamente, Harry tirò fuori la sua. La maledizione di Malfoy lo mancò per pochi centimetri, mandando in pezzi la lampadina sul muro dietro di lui; Harry si spostò di lato, pensò Levicorpus! e agitò la bacchetta, ma Malfoy bloccò il sortilegio e alzò la bacchetta per un altro —"No! No! Basta!" gridò Mirtilla Malcontenta, facendo riecheggiare la sua voce tutt’intorno alla stanza piastrellata. "Fermi! FERMI!"Ci fu una forte esplosione, e il secchio dietro a Harry saltò in aria; Harry tentò la maledizione Blocca-Gamba, ma rimbalzò sul muro dietro l’orecchio di Malfoy e distrusse lo sciacquone dietro Mirtilla Malcontenta, che lanciò un grido; l’acqua si riversò dappertutto e Harry scivolò mentre Malfoy, con la faccia contorta, gridava, "Cruci —""SECTUMSEMPRA!" ruggì Harry da terra, agitando selvaggiamente la bacchetta.Un fiotto di sangue schizzò dalla faccia e dal petto di Malfoy, come se fosse stato squarciatoda una spada invisibile. Barcollò all’indietro e crollo sul pavimento bagnato con un tonfo,mentre la bacchetta gli cadeva dalla mano destra inerte."No —" ansimò Harry.Scivolando e barcollando, Harry si rialzò in piedi e si lanciò verso Malfoy, il cui viso adessoera di un rosso scarlatto, mentre con le mani pallide si tormentava il petto intriso di sangue."No — Io non —"Harry non sapeva cosa stava dicendo; cadde in ginocchio accanto a Malfoy, che tremavasenza controllo in una pozza del suo stesso sangue. Mirtilla Malcontenta lanciò un gridoassordante: "ASSASSINIO! ASSASSINIO NEL BAGNO! ASSASSINIO!"La porta si spalancò dietro Harry che alzò gli occhi, terrorizzato: Piton era entrato di corsanella stanza, con la faccia livida. Spingendo via Harry bruscamente, si chinò su Malfoy, tiròfuori la sua bacchetta e la passò sulle profonde ferite che la maledizione di Harry avevaprodotto, bisbigliando delle parole magiche che sembravano quasi una canzone. L’emorragia sembrò fermarsi; Piton pulì il sangue dal viso di Malfoy e ripeté l’incantesimo. Le ferite cominciarono a rimarginarsi.Harry stava ancora guardando, colto dall’orrore per quello che aveva fatto, a malapenaconsapevole che anche lui era fradicio di acqua e sangue. Mirtilla Malcontenta stava ancora singhiozzando e piangendo. Piron eseguì il contro-incantesimo per la terza volta, poi sollevò in piedi Malfoy."Devi andare in infermeria. Potrebbero rimanere delle cicatrici, ma con un trattamentoimmediato di dittamo potremmo evitare anche queste... Vieni...."Aiutò Malfoy ad attraversare il bagno, girandosi sulla porta per dire a Harry, con una voce freddamente furiosa, "E tu, Potter . . . Aspettami qui."Harry non pensò neanche per un attimo di disobbedire. Si rialzò lentamente, tremando, eguardò giù sul pavimento. C’erano macchie di sangue come fiori scarlatti dappertutto. Nonriuscì neanche a trovare la forza di dire a Mirtilla Malcontenta di stare zitta, mentre lei

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continuava a piangere e singhiozzare, divertendosi sempre di più.Piton tornò dieci minuti dopo. Entrò nel bagno e si chiese la porta alle spalle."Vai via," disse a Mirtilla, che scomparì immediatamente nel water, lasciando dietro di se un silenzio assordante."Non volevo farlo," disse subito Harry. La sua voce riecheggiò nello spazio freddo e umido."Non sapevo cosa avrebbe fatto l’incantesimo."Ma Piton lo ignorò. "Sembra che ti abbia sottovalutato, Potter," disse sottovoce. "Chi avrebbe mai pensato che arrivassi a conoscere questa Magia Oscura? Chi le ha insegnatoquell’incantesimo?""Io —l’ho letto da qualche parte.""Dove?""Era — in un libro della biblioteca," inventò selvaggiamente Harry. "Non mi ricordo come si chiamava —""Bugiardo," disse Piton. La gola di Harry si seccò. Sapeva cosa avrebbe fatto Piton e nonsarebbe mai stato capace di evitarlo...Il bagno sembrò tremolare davanti ai suoi occhi; lottò per bloccare tutti i suoi pensieri ma, per quanto potesse provare, la copia di Pozioni Avanzate del Principe Mezzosangue gli si agitava confusamente di fronte alla mente.Un attimo dopo stava fissando nuovamente Piton, dentro il bagno distrutto e allagato. Guardò Piton negli occhi, sperando nonostante tutto che Piton non avesse visto quello che temeva avesse visto, ma —"Portami la tua borsa," disse piano Piton, "e tutti i libri di scuola. Tutti. Portameli qui. Subito!"Discutere non sarebbe servito a niente. Harry si girò di scatto e schizzò fuori dal bagno.Arrivato nel corridoio, cominciò a correre verso la torre di Grifondoro. Molte persone venivano dalla direzione opposta; lo guardavano a bocca aperta, fradicio d’acqua e di sangue. Harry non rispose alle loro domande e corse via.Si sentiva stordito; era come se un cucciolo amatissimo fosse diventato improvvisamenteselvaggio; cosa aveva in testa il Principe quando aveva copiato quell’incantesimo nel libro? E cosa sarebbe successo quando Piton l’avrebbe visto? Avrebbe detto a Slughorn — lo stomaco di Harry si rivoltò — in che modo Harry aveva ottenuto così buoni risultati in Pozioni per tutto l’anno? Avrebbe confiscato o distrutto quel libro che aveva insegnato a Harry tante cose . . . Il libro che era diventato per lui una guida gentile e un amico? Harry non poteva permetterlo. . . Non poteva. . ."Dove sei — ? Perché sei fradicio — ? E’ sangue…." Ron era in cima alle scale e sembravaconfuso alla vista Harry."Ho bisogno del tuo libro," ansimò Harry. "Il tuo libro di Pozioni. Presto . . . dammelo . . .""Ma il Principe Mezzos —""Te lo spiego dopo!"Ron tirò fuori dalla borsa la sua copia di Pozioni Avanzate e gliela diede; Harry corse viaverso la sala comune. Li, prese la sua borsa, ignorando gli sguardi stupiti di alcune persone che avevano già finito di cenare, si lanciò attraverso il passaggio del ritratto, e si precipitò lungo il corridoio del settimo piano.Si fermò con una scivolata davanti all’arazzo coi troll che ballavano, chiese gli occhi, ecominciò a camminare. Ho bisogno di un posto per nascondere il mio libro. . . Ho bisogno di un posto per nascondere il mio libro. . . Ho bisogno di un posto per nascondere il mio libro. . .

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Era passato su e giù per tre volte di fronte al lungo muro vuoto. Quando aprì gli occhi, ecco che c’era, finalmente: la porta della Stanza della Necessità. Harry la spalancò, si getto dentro, e chiuse la porta sbattendola.Harry trattenne il respiro. Nonostante la fretta, il panico, la paura per quello che lo aspettava nel bagno, non riusciva a non essere sopraffatto dalla meraviglia per quello che stava vedendo. Si trovava in una stanza grande come una cattedrale, le cui alte finestremandavano raggi di luce su quella che sembrava una città fortificata, costruita con quelli che Harry sapeva dovevano essere oggetti nascosti da generazioni di abitanti di Hogwarts.C’erano vicoli e strade fiancheggiati da instabili torri di mobili rotti o danneggiati,immagazzinati qui, forse, per nascondere le prove di qualche magia andata male, oppurenascosti da elfi domestici maniaci del castello. C’erano migliaia e migliaia di libri, senzadubbio vietati o scarabocchiati o rubati. C’erano catapulte con le ali e Frisbee Zannuti, alcuni ancora abbastanza vitali da sollevarsi di malavoglia sopra le montagne di altri oggetti proibiti; c’erano bottiglie incrinate di pozioni coagulate, cappelli, gioielli, mantelli; c’erano quelli chesembravano gusci d’uovo di drago, bottiglie tappate il cui contenuto ancora rilucevamalvagiamente, alcune spade arrugginite e una pesante ascia macchiata di sangue.Harry corse verso uno dei tanti vicoli tra tutti quei tesori nascosti. Girò a destra dopo ungigantesco troll impagliato, corse per una scorciatoia poi girò a sinistra dopo l’ArmadioSvanitore rotto in cui Montague si era perso l’anno precedente, per fermarsi finalmenteaccanto a una credenza sulla cui superficie cerano delle bolle come se ci avessero tiratosopra dell’acido. Aprì con uno scricchiolio uno degli sportelli dell’armadio: era già statoutilizzato come nascondiglio per qualcosa in una gabbia che era morto da un pezzo; loscheletro aveva cinque zampe. Infilò il libro del Principe Mezzosangue dietro la gabbia echiuse lo sportello. Si fermò per un istante, il cuore che gli batteva terribilmente, mentreguardava tutta quella confusione. . . . Sarebbe stato capace di ritrovare quel posto in mezzo a tutta quella roba? Prese il busto scrostato di un orribile vecchio stregone da sopra una cassa li vicino, e lo mise sopra la credenza dove aveva nascosto il libro, poi mise sulla testa della statua una vecchia parrucca polverosa e una tiara consumata, per renderla più riconoscibile, quindi si allontanò di corsa più velocemente che poteva attraverso i vicoli di robaccia nascosta, fino alla porta, fino al corridoio, dove si chiuse la porta alle spalle, che si ritrasformò immediatamente in pietra.Harry si precipitò verso il bagno del piano di sotto, infilando nella borsa la copia di Ron del libro di Pozioni Avanzate. Un minuto dopo, era nuovamente di fronte a Piton, che senza dire una parola tese la mano verso la borsa di Harry. Harry gliela diede, ansimando, con un dolore bruciante nel petto, e attese.Uno a uno, Piton estrasse i libri di Harry e li esaminò. Alla fine, l’ultimo libro rimasto fu quello di Pozioni, che Piton guardò con molta attenzione prima di parlare."Questa è la tua copia di Pozioni Avanzate, vero, Potter?""Si," disse Harry, ancora col fiatone."E’ proprio sicuro, Potter?""Si," disse Harry, con un po’ più di sicurezza."Questa è la copia di Pozioni Avanzate che hai acquistato al Ghirigoro?""Si," disse con decisione Harry."E allora perché," chiese Piton, "sul frontespizio c’è scritto il nome 'Roonil Wazlib'?"Il cuore di Harry perse un colpo. "E’ il mio soprannome," disse."Il tuo soprannome," ripeté Piton. "Si . . . i miei amici mi chiamano così," disse Harry."Lo so cos’è un soprannome," disse Piton. I freddi occhi neri di Piton lo stavano ancora

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trapassando; cercò di non guardarli. Chiudi la mente. . . Chiudi la mente. . . . Ma non lo aveva mai imparato bene. . . ."Lo sai cosa penso, Potter?" disse Piton, a voce molto bassa. "Penso che lei sia un bugiardo e un imbroglione e che lei meriti una punizione tutti i sabati fino alla fine del semestre. "Cosa ne pensa, Potter?""Io — Io non sono d’accordo, signore," disse Harry, sempre cercando di non guardarlo negli occhi."Allora, vedremo come si sentirà dopo la sua punizione" disse Piton. " Sabato mattina alledieci, Potter. Nel mio ufficio.""Ma signore . . ." disse Harry, alzando disperatamente lo sguardo. "Il Quidditch . . . l’ultimo incontro della sta ...""Alle dieci," sussurrò Piton, con un sorriso che mise in mostra i suoi denti gialli. "Peccato per Grifondoro. . . quarto posto quest’anno, temo ..."E lasciò il bagno senza dire un’altra parola, lasciando Harry a fissare lo specchio scheggiato, sentendosi peggio, era sicuro, di quanto Ron non si fosse mai sentito in vita sua."Non ti dirò 'Te l’avevo detto,'" disse Hermione, un’ora più tardi nella sala comune."Smettila, Hermione," disse con rabbia Ron.Harry non era andato a cena; non aveva per niente fame. Aveva appena finito di raccontare cos’era successo a Ron, Hermione e Ginny. Non che ce ne fosse bisogno; le notizie si eranosparse molto velocemente: Mirtilla Malcontenta aveva cominciato a spuntare su da ognibagno del castello per raccontare la storia. Malfoy era già stato visitato in infermeria daPansy Parkinson, che non aveva perso tempo a parlare male di Harry a destra e a sinistra, ePiton aveva raccontato al personale tutto quello che era accaduto. Harry era già statochiamato fuori dalla stanza comune per sopportare quindici terribili minuti in compagnia della Professoressa McGranitt, che gli aveva detto che era stato fortunato per non essere stato espulso e che era completamente d’accordo sulla punizione di Piton, ogni sabato fino alla fine del semestre."Ti avevo detto che c’era qualcosa che non andava in questo Principe," disse Hermione,evidentemente incapace di trattenersi. "E avevo ragione, è vero o no?""No, non penso che avessi ragione," disse ostinatamente Harry.Stava già passando un momento abbastanza brutto anche senza che Hermione gli facesse la predica; gli sguardi dei giocatori di Grifondoro quando gli aveva detto che non avrebbe potuto giocare il prossimo sabato erano stati la punizione peggiore. Harry si accorse che Ginny lo guardava, ma non ricambiò lo sguardo; non voleva vedere la rabbia o il disappunto nei suoi occhi. Le aveva solo detto che sarebbe stata lei a giocare come Cercatore e che Dean sarebbe tornato in squadra al suo posto come Cacciatore. Forse, se avessero vinto, Ginny e Dean avrebbero potuto rimettersi insieme, nell’euforia del dopo-partita. . . Il pensiero lo attraversò come un coltello gelato. . . ."Harry," disse Hermione, "come fai a essere ancora attaccato a quel libro quandoquell’incantesimo —“ "La vuoi smettere di palare di quel libro!" scattò Harry. "Il Principe l’ha solo ricopiato! Non ha consigliato a nessuno di usarlo! Per quel che ne sappiamo, poteva anche aver annotato qualcosa che era stato usato contro di lui!""Non ci posso credere," disse Hermione. "Tu stai veramente difendendo —"Non sto difendendo quello che ho fatto!" disse velocemente Harry. "Vorrei non averlo fatto, e non solo perché mi sono beccato una dozzina di punizioni con Piton. Lo sapete che non avrei mai usato un incantesimo come quello, neanche su Malfoy, ma non potete dare la colpa al Principe, non ha scritto 'è forte, provatelo!' — stava solo prendendo appunti per se stesso, non per altri..."

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"Mi stai dicendo," disse Hermione, "che vorresti tornare — ?""A riprenderlo? Ebbene si," disse Harry con decisione. "Ascolta, senza il Principe non avrei mai vinto la Felix Felicis. Non sarei mai riuscito a salvare Ron dall’avvelenamento, non avrei mai —""— avuto la fama di grande talento di Pozioni che non ti meriti," disse Hermionemalignamente."Dacci un taglio, Hermione!" disse Ginny, e Harry fu così sorpreso, così grato, che alzò losguardo verso di lei. "Mi sembra di capire che Malfoy stava cercando di usare unaMaledizione senza Perdono, dovresti essere contenta che Harry avesse un buon asso nella manica!""Certo, è chiaro che sono contenta che Harry non sia stato maledetto!" disse Hermione,chiaramente irritata. "Ma non puoi chiamare ‘buono’ quel Sectumsempra, Ginny, guarda che conseguenze ha causato! E avrei pensato, visto quello che ha significato per le vostrepossibilità nella partita —""Oh, non far finta di interessarti al Quidditch," scattò Ginny, "ti rendi solo ridicola."Harry e Ron spalancarono gli occhi: Hermione e Ginny, che erano sempre andate d’accordo, ora stavano sedute con le braccia incrociate, gli occhi fissi in direzioni opposte. Ron guardò nervosamente Harry, poi prese un libro a caso e vi si nascose dietro. Harry, invece, per quanto sapesse ne avesse poche ragioni, si sentì tutt’un tratto incredibilmente allegro, anche se nessuno di loro aprì più bocca per il resto della serata.La sua allegria ebbe vita corta. Il giorno seguente ci furono da sopportare le provocazioni di Serpeverde, per non parlare della rabbia dei compagni di Grifondoro, che eranoprofondamente arrabbiati per il fatto che il loro Capitano si era fatto buttar fuori dall’incontro finale della stagione. Sabato mattina, qualsiasi cosa avesse potuto dire Hermione, Harry sarebbe stato felice di scambiare tutta la Felix Felicis del mondo per entrare nel campo Quidditch con Ron, Ginny, e gli altri. Fu quasi insopportabile staccarsi dal fiume di studenti che camminavano fuori al sole, tutti con coccarde, cappelli e sciarpe e striscioni, per scendere i gradini di pietra nelle segrete e camminare finché il suono distante della folla non fu come cancellato, con la consapevolezza che non sarebbe riuscito a sentire una sola parola del commento o un applauso, o un urlo di disappunto degli spettatori."Ah, Potter," disse Piton, quando Harry bussò alla porta e entrò nell’ufficio fastidiosamente familiare che Piton, pur insegnando adesso ai piani superiori, non aveva lasciato. La stanza era poco illuminata, come sempre, e le stesse cose morte e infangate erano sospese in pozioni colorate sulle pareti tutto intorno. Sinistramente, c’erano molte scatole coperte da ragnatele accatastate sul tavolo dove Harry avrebbe dovuto sedersi; si portavano appresso un’aura di noioso, duro e inutile lavoro. "Il Signor Gazza cercava qualcuno per mettere a posto questi vecchi documenti," disse Piton a voce bassa. "Sono i verbali sui malfattori di Hogwarts e sulle loro punizioni. Dove l’inchiostro si è sbiadito, o le schede sono state danneggiate dai topi, vorremmo che lei ricopiasse sia i crimini che le punizioni e, assicurandosi che siano in ordine alfabetico, le rimettesse nelle scatole. Non dovrà usare la magia.""Va bene, Professore," disse Harry, con tutto il disprezzo che riuscì a mettere nelle ultimequattro sillabe."Credo dovrebbe cominciare," disse Piton, con un sorriso malvagio sulle labbra, "con lescatole mille e dodici fino alla mille e cinquantasei. Ci troverà dei nomi familiari, Potter, equesto renderà più interessante il suo lavoro. Ecco, guardi. . ."Con un movimento ostentato tirò fuori una scheda da una delle scatole più in alto, e lesse,

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"James Potter e Sirius Black. Scoperti mentre utilizzavano un incantesimo illegale su Bertram Aubrey. Testa di Aubrey grande il doppio del normale. Doppia punizione." Piton fece una smorfia."Deve essere di grande conforto che, sebbene loro non ci siano più, resti comunqueun ricordo delle loro grandi imprese."Harry sentì la familiare sensazione ribollirgli all’interno dello stomaco. Mordendosi la linguaper non replicare, si sedette di fronte alle scatole e se ne mise davanti una.Era, come Harry si era aspettato, un lavoro inutile e noioso, segnato (come Piton avevasicuramente pianificato) dal puntuale colpo nello stomaco che accompagnava la lettura delnome di suo padre o di Sirius, spesso accoppiati insieme in piccoli misfatti, e accompagnatioccasionalmente da quelli di Remus Lupin e Peter Minus. Mentre ricopiava tutte le loromalefatte con le relative punizioni, si chiese cosa stava succedendo li fuori, dove la partitadoveva essere appena cominciata. . . Ginny giocava come Cercatore contro Cho . . .Harry guardava sempre più spesso il grande orologio che ticchettava sul muro. Sembrava simuovesse il doppio più lento di un normale orologio; forse Piton lo aveva stregato per farloandare così piano? Non poteva essere li solo da mezz’ora... un’ora ... un’ora e mezza. . . .Lo stomaco di Harry cominciò a ruggire quando l’orologio segnò le dodici e mezza. Piton, chenon aveva parlato affatto dopo aver messo Harry al lavoro, all’una e dieci finalmente alzò la testa."Penso possa bastare," disse freddamente. "Segni il punto dove è arrivato. Continuerà ilprossimo sabato alle dieci." Si, signore.Harry infilò a caso una scheda piegata nella scatola e si precipitò fuori dalla porta prima chePiton cambiasse idea. Corse su per le scale di pietra, allungando le orecchie per sentirequalche suono dal campo, ma tutto era silenzioso. ... Era finita, allora. . . .Fuori dalla Grande Sala affollata esitò, quindi corse su per la scalinata di marmo; sia cheGrifondoro vincesse o perdesse, i giocatori di solito festeggiavano o si commiseravano nella loro sala comune."Quid agis?" domandò incerto alla Signora Grassa, chiedendosi cosa avrebbe trovatoall’interno.La sua espressione fu imperscrutabile quando replicò, "Vedrai."E si girò in avanti.Un boato festoso proruppe dal buco dietro di lei. Harry rimase a bocca aperta mentre tutti, appena lo videro, cominciarono a gridare. Alcune mani lo trascinarono nella stanza."Abbiamo vinto!" gridò Ron, saltandogli di fronte e mostrando a Harry la Coppa. " Abbiamo vinto! Quattrocento cinquanta a centoquaranta! Abbiamo vinto!"Harry si guardò intorno, c’era Ginny che correva verso di lui; aveva un’espressione dura e aspra sul viso quando lo abbracciò. E senza pensarci, istintivamente, senza preoccuparsi delfatto che cinquanta persone li stavano guardando, Harry la baciò.Dopo alcuni lunghi istanti – ma poteva essere stata mezz’ora — o forse alcuni giorni assolati— si separarono. La stanza era diventata molto silenziosa. Poi alcune persone cominciarono

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ad applaudire rumorosamente e ci fu uno scoppio di risatine nervose. Harry vide da sopra latesta di Ginny che Dean Thomas aveva in mano un bicchiere frantumato, e Romilda Vane sembrava sul punto di lanciare qualcosa. Hermione sorrideva, ma gli occhi di Harrycercarono Ron. Quando lo trovò, vide che aveva ancora in mano la Coppa, con l’espressione di uno che ha preso una bastonata sulla testa.. Per una frazione di secondo si guardarono l’uno con l’altro, poi Ron fece un leggero segno con la testa che Harry capì significava, Va bene – se proprio dovete…La creatura nel suo petto ruggì trionfante, sorrise a Ginny e le indicò senza parlare ilpassaggio del ritratto. Una lunga camminata nel parco sembrava appropriata, durante laquale – se avessero avuto il tempo – avrebbero anche potuto parlare della partita.

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CAPITOLO VENTICINQUE

LA VEGGENTE ORIGLIATAIl fatto che Harry Potter uscisse con Ginny Weasley sembrò interessare un gran numero di persone, per la maggior parte ragazze, tuttavia Harry scoprì felicemente di avere una nuovaimpermeabilità al pettegolezzo nelle ultime settimane. Dopotutto era stato un belcambiamento sentirsi parlar dietro per qualcosa che lo stava rendendo felice come non siricordava essere stato da molto tempo, piuttosto che per essere stato coinvolto in orridescene di magia Oscura.‘Non pensi che le persone avrebbero di meglio di cui parlare,’ disse Ginny appena si sedette sul pavimento della Sala comune, appoggiata alle gambe di Harry e leggendo La Gazzetta del Profeta. ‘Tre attacchi di Dissennatori in una settimana, e tutto quello che Romilda Vane ha da chiedermi è se è vero che hai un Ippogrifo tatuato sul petto.’Sia Ron che Hermione esplosero in una fragorosa risata. Harry li ignorò.‘Cosa le hai detto?’‘Le ho detto che è un Ungaro Spinato],’ disseGinny girando pigramente una pagina del giornale. ‘Molto più macho.’‘Grazie,’ disse Harry ridendo a bocca aperta. ‘E cosa le hai detto che ha Ron?’‘Un Pygmy Puff, ma non ho detto dove.’Ron assunse un’espressione arrabbiata come Hermione iniziò a rotolarsi dalle risate.‘Guarda,’ disse puntando un dito minaccioso verso Herry e Ginny. ‘Solo perchè ti hoaccordato il mio permesso non vuol dire che non possa ritrattarlo –‘‘”il tuo permesso”, lo derise Ginny. ‘Da quando mi dai il permesso per fare qualcosa?’Comunque tu stesso hai detto che era meglio Harry piuttosto che Michael o Dean.’‘Sì l’ho detto,’ disse Ron riluttante. ‘E solo finché non cominciate a sbaciucchiarvi in pubblico –‘‘Tu sporco ipocrita! E tu e Lavanda avvinghiati come un paio di anguille a fare schifezzedappertutto?’ rivendicò Ginny.

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Ma la tolleranza di Ron non doveva essere messa alla prova ancora a lungo siccome eraquasi giugno, per Harry e Ginny il tempo assieme stava diventando sempre più limitato. IG.U.F.O. di Ginny si avvicinavano e lei era quindi costretta a ripassare per ore di notte.Durante una di queste serate in cui Ginny si era ritirata in Biblioteca e Harry era sedutoaccanto alla finestra nella sala comune, dove avrebbe dovuto finire il suo compito diErbologia, ma in realtà rivivendo un’ora particolarmente felice che aveva trascorso giù al lago con Ginny all’ora di pranzo, Hermione si lasciò cadere sul sedile fra lui e Ron con uno spiacevole sguardo risoluto in viso.‘Voglio parlarti, Harry.’‘Di cosa?’ disse Harry sospettoso. Solo il giorno prima Hermione gli aveva detto di smetterla di distrarre Ginny ora che avrebbe dovuto dare il massimo per i suoi esami.‘Del cosiddetto Principe Mezzosangue.’‘Oh, non di nuovo,’ gemette. ‘Per favore, vuoi lasciar perdere?’Non aveva osato tornare alla stanza delle Necessità per riprendersi il libro e la sua resa inPozioni ne stava di conseguenza risentendo (sebbene Slughorn, che approvava la storia con Ginny, aveva giovialmente attribuito il calo al mal d’amore di Harry). Ma Harry era sicuro che Piton non avesse ancora perso la speranza di mettere le mani sul libro del Principe ed era determinato a lasciarlo dov’era finché Piton fosse rimasto sulla difensiva.‘Non la pianterò,’ disse Hermione fermamente, ‘finché non mi avrai ascoltato. Ora, ho provato a indagare un po’ su chi avrebbe potuto avere l’hobby di inventare incantesimi Oscuri –‘‘Lui non ne ha fatto un hobby –‘‘Lui, lui – chi dice fosse un lui?’‘Lo diciamo a causa di questo,’ disse Harry di cattivo umore. ‘Principe Hermione, Principe!’‘Esatto!’ disse Hermione, macchie rosse fiammeggiarono sulle sue guance appena tirò fuori dalla tasca un vecchissimo pezzo di carta da giornale e lo sbatté sul tavolo davanti a Harry.‘Guarda quello! Guarda la figura!’Harry raccolse il fragile pezzo di carta e fissò la foto in movimento, ingiallita dall’età; anche Ron si piegò a dare un’occhiata. La figura mostrava una magra ragazza di circa quindici anni.Non era bella; sembrava allo stesso tempo di malumore e scontrosa cupa, con sopracciglia pesanti e un viso lungo e pallido. Sotto alla foto c’era la didascalia: Eileen Principe, Capitano della squadra di Gobbiglie di Hogwarts.‘Quindi?’ disse Harry esaminando il breve articolo a cui la foto apparteneva; era una storia piuttosto noiosa sulle competizioni scolastiche.‘Il suo nome era Eileen Principe. Principe, Harry.’Si guardarono l’un l’altro e Harry capì quello che Hermione stava cercando di dire. Scoppiò a ridere.‘Neanche per idea!’‘Cosa?’‘Tu pensi che lei fosse il... Mezzosangue? Oh, andiamo.’‘Beh, perché no?’ Harry, non ci sono veri principi nel mondo dei maghi! È un soprannome, un titolo fatto in casa che qualcuno si è auto assegnato, o potrebbe essere il loro vero nome, no? No, ascolta! Se, mettiamo, suo padre era un mago il cui cognome era “Principe”, e sua madre era Babbana, ecco che quello l’avrebbe resa un “Principe Mezzosangue”!’‘Sì, molto ingegnoso, Hermione...’‘Ma potrebbe! Magari era fiera di essere un mezzo Principe!’‘Ascolta, Hermione, posso dire che non è una ragazza. Posso solo dirlo.’‘La verità è che tu pensi che una ragazza non avrebbe potuto essere abbastanza

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intelligente,’ disse Hermione arrabbiata.‘Come posso aver ciondolato in giro con te per cinque anni e non pensare che le ragazzesiano intelligenti?’ disse Harry, infastidito. ‘È il modo in cui scrive. So solo che il Principe era un tizio, posso dirlo. Questa ragazza non ha avuto niente a che fare con lui. Dove l’hai preso, comunque?’‘In Biblioteca,’ disse Hermione prevedibilmente. ‘C’è una collezione completa di vecchiProfeta laggiù. Bene, andrò a scovare altro su Eileen Principe, se posso.’‘Divertiti,’ disse Harry irritato.‘Lo farò,’ disse Hermione. ‘E il primo posto dove guarderò,’ gli disse frettolosa comeraggiunse il buco del ritratto, ‘è il registro dei vecchi riconoscimenti in Pozioni!’Harry la guardò storto per un momento, poi continuò la sua contemplazione del cielo chediventava buio.‘Semplicemente non butta giù che tu la superi in Pozioni,’ disse Ron, ritornando alla suacopia di Mille erbe magiche e funghi.‘Non pensi io sia pazzo a rivolere indietro quel libro, vero?’‘Ovviamente no,’ disse Ron vigorosamente. ‘Era un genio, il Principe. Ad ogni modo... senza il suo suggerimento del bezoar...’ si passò il dito esplicitamente attraverso la sua stessa gola, ‘non sarei qui per parlarne, no? Voglio dire, non sto dicendo che l’incantesimo che hai usato su Malfoy fosse grandioso –‘‘Neanch’io,’ disse rapidamente Harry.‘Ma è guarito del tutto, no? Si è rimesso subito in piedi.’‘Sì,’ disse Harry; questo era perfettamente vero, sebbene la sua coscienza ancorarimordesse un po’. ‘Grazie a Piton...’‘Sei ancora in punizione con Piton questo sabato?’ continuò Ron.‘Sì, e il Sabato dopo quello, e il Sabato dopo ancora,’ singhiozzò Harry. ‘E sta suggerendoche se non finisco tutte le scatole per la fine del trimestre continueremo l’anno prossimo.’Trovava queste punizioni particolarmente seccanti perchè riducevano il tempo già limitato che avrebbe potuto trascorrere con Ginny. Veramente si era spesso chiesto se Piton non lo sapesse, perchè stava tenendo Harry sempre di più ogni volta e sottolineava di come stesse perdendo le belle giornate e le varie opportunità che gli avrebbero offerto.Harry fu scosso da queste amare riflessioni dall’apparizione al suo lato di Jimmy Peakes che gli stava porgendo un rotolo di pergamena.‘Grazie Jimmy... Ehi, è di Silente!’ disse Harry eccitato srotolando la pergamena eanalizzandola. ‘Vuole che vada nel suo ufficio più velocemente che posso!’Si fissarono.‘Accidenti,’ sussurrò Ron. ‘Non pensi... non avrà trovato...?’‘Meglio andare e vedere, no?’ disse Harry balzando in piedi.Si affrettò fuori dalla sala comune e lungo il settimo piano più veloce che poté, nonincontrando nessuno tranne Pix che scese in picchiata nella direzione opposta, lanciandopezzi di gesso a Harry in un consueto modo di fare e strepitò forte mentre schivava gliincantesimi difensivi di Harry. Appena Pix fu sparito, nei corridoi ci fu silenzio; a soli quindici minuti dal coprifuoco, molte persone erano già tornate nelle sale comuni di appartenenza.E poi Harry sentì un urlo e un rumore. Si fermò lungo il percorso, ascoltando.‘Come – osi – tu – aaaaargh!’Il rumore proveniva da un corridoio vicino; Harry si affrettò in quella direzione, la bacchetta pronta, girò un altro angolo e vide la Professoressa Cooman sdraiata in modo scomposto sul pavimento, la testa coperta da uno dei suoi molti scialli, con molte bottiglie di Sherry a terra davanti a lei, una rotta.‘Professoressa –‘

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Harry corse avanti e aiutò la Professoressa Cooman a rialzarsi. Alcuni delle sue scintillanti perline si erano impigliate negli occhiali. Singhiozzava sonoramente, si aggiustò i capelli e si tirò su aiutandosi col braccio di Harry.‘Cos’è successo, Professoressa?’‘Puoi ben chiedere!’ disse lei con voce acuta e penetrante. ‘Stavo passeggiando e pensavotristemente a certi oscuri presagi che mi è capitato di aver intravisto...’Ma Harry non le stava prestando molta attenzione. Si era appena reso conto di dove sitrovassero: a destra c’era l’arazzo con i troll danzanti e, a sinistra, quella solida impenetrabile distesa di muro di pietra che nascondeva –‘Professoressa, stava cercando di entrare nella Stanza delle Necessità?’‘...presagi che mi sono stati rivelati – cosa?’Sembrò improvvisamente evasiva.‘La Stanza delle Necessità,’ ripeté Harry. ‘Dove lei stava cercando di entrare.’‘Io – beh – non sapevo che gli studenti ne fossero a conoscenza –‘‘Non tutti lo sanno,’ disse Harry. ‘Ma cosa è successo? Ha urlato... sembrava come se fosse stata ferita...’‘Io – beh,’ disse la Professoressa Cooman, aggiustandosi gli scialli attorno, difensiva, efissandolo con i suoi occhi enormemente ingranditi [dalle lenti]. ‘Desideravo – ah – depositare certi – hem – oggetti personali nella Stanza...’ E mormorò qualcosa circa ‘accuse cattive’.‘Esatto,’ disse Harry guardando in basso verso le bottiglie di sherry. ‘Ma non è riuscita adentrare a nasconderli?’Lo trovò molto strano; la Stanza si era aperta per lui, dopotutto, quando lui aveva volutonascondere il libro del Principe Mezzosangue.‘Oh, Sono entrata almeno,’ disse la Professoressa Cooman, fissando il muro. ‘Ma c’era giàqualcunaltro dentro.’‘Qualcunaltro dentro –? Chi?’ chiese Harry. ‘Chi c’era là dentro?’‘Non ne ho idea,’ disse la professoressa Cooman, sembrando leggermente sorpresa dellafretta nella voce di Harry. ‘Sono entrata nella Stanza e ho sentito una voce, cosa che non era mai successa prima in tutti gli anni in cui ho nascosto – voglio dire, che ho utilizzato la Stanza.’‘Una voce? Cosa ha detto?’‘Non so se stava dicendo qualcosa,’ disse la Professoressa Cooman. ‘Stava... esultando.’‘Esultando?’‘Trionfando di gioia,’ disse annuendo.Harry la fissò.‘Era maschile o femminile?’‘Azzarderei la supposizione che fosse maschile,’ disse la Professoressa Cooman.‘E suonava felice?’‘Molto felice,’ disse la Professoressa Cooman tirando su col naso.‘Come se stesse festeggiando?’‘Molto chiaramente.’‘E poi –?’‘E poi ho chiesto, “Chi c’è là?”’‘Non avrebbe potuto capire chi c’era senza chiedere?’ Le domandò Harry leggermentefrustrato.‘L’Occhio Interiore,’ disse dignitosamente la Professoressa Cooman, aggiustandosi gli scialli e molte file di perline luccicanti, ‘era concentrato su problemi ben lontani dai reami mondani delle voci esultanti.’‘Giusto,’ disse Harry con premura; aveva sentito parlare dell’Occhio Interiore dellaProfessoressa Cooman troppo spesso prima. ‘E la voce ha detto chi c’era?’

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‘No, non l’ha detto,’ rispose lei. ‘Tutto è diventato buio pesto e la cosa successiva che ricordo è che sono stata buttata a capofitto fuori dalla Stanza!’‘E non ha visto quello arrivare?’ disse Harry non riuscendo a frenarsi.‘No, come ho detto era tutto nero –‘ Si interruppe e lo guardò con sospetto.‘Penso farebbe meglio a parlarne al Professor Silente,’ disse Harry.‘Dovrebbe sapere dei festeggiamenti di Malfoy – voglio dire, che qualcuno l’ha buttata fuori dalla Stanza.’Sorprendentemente, la Professoressa Cooman a questo suggerimento si alzò, con aria disuperiorità.‘Il Preside mi ha intimato che preferirebbe meno visite da parte mia,’ disse lei freddamente.‘Non sono tipo da imporre la mia compagnia a quelli che non la apprezzano. Se Silentesceglie di ignorare gli avvertimenti delle carte –‘La sua mano ossuta si chiuse improvvisamente attorno al polso di Harry.‘Tante volte, non importa come li percepisco –‘E drammaticamente tirò fuori una carta da sotto gli scialli.‘– la torre colpita dal fulmine,’ sussurrò, ‘Calamità. Disastro. Si avvicina sempre più...’‘Giusto,’ disse di nuovo Harry. ‘Bene... penso sempre che dovrebbe dire a Silente di questa voce e che tutto è diventato buio e di essere stata buttata fuori dalla Stanza...’‘Lo pensi?’ La Professoressa Cooman sembrò considerare la questione per un attimo, maHarry avrebbe giurato che stesse accarezzando l’idea di raccontare ancora la sua piccolaavventura.‘Sto andando da lui proprio ora,’ disse Harry. ‘Dobbiamo incontrarci. Potremmo andareinsieme.’‘Oh, bene, in tal caso,’ disse la Professoressa Cooman con un sorriso. Si curvò in basso,raccattò le sue bottiglie di Sherry e le cestinò senza cerimonie in grosso vaso bianco e bluche stava in una nicchia vicina.‘Mi spiace non averti più nella mia classe, Harry,’ disse animosamente, e si avviaronoassieme. ‘Non sei mai stato molto Veggente... ma eri un meraviglioso Oggetto di...’Herry non replicò; aveva odiato essere l’Oggetto delle continue previsioni di morte dellaProfessoressa Cooman.‘Temo,’ continuò, ‘che quel tormento – scusa, il centauro – non sappia nulla di cartomanzia.Gli ho chiesto, una volta – da veggente a veggente – se non avesse anche lui avvertito lavibrazione lontana dell’imminente catastrofe. Ma sembrò trovarmi quasi comica. Sì, comica!’La sua voce si alzò piuttosto istericamente e a Harry arrivò una potente zaffata di sherryanche se le bottiglie erano state lasciate indietro.‘Forse il cavallo ha sentito persone dire che non ho ereditato il dono della mia bis-bisnonna. Quelle chiacchiere sono state fatte circolare dagli invidiosi per anni. Sai cosa dico a quelle persone, Harry? Mi avrebbe Silente lasciato insegnare in questa grande scuola, mi avrebbe dato tanta fiducia in tutti questi anni se io non gli avessi dimostrato la mia abilità?’Harry borbottò qualcosa di indistinto.‘Ricordo bene il mio primo colloquio con Silente,’ continuò la Professoressa Cooman contono rauco. ‘Egli ne fu profondamente impressionato, naturalmente, profondamenteimpressionato... stavo alla Testa di Porco, dove non avevo incidentalmente notato – le pulci da letto, caro ragazzo – ma i risparmi erano pochi. Silente mi fece la cortesia di

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chiamarmi nella mia stanza alla locanda. Mi interrogò... Devo confessare che, all’inizio, pensavo fosse maldisposto nei confronti di Divinazione... e ricordo che stavo cominciando a sentirmi un po’ strana, non avevo mangiato molto quel giorno... ma poi...’E ora Harry stava prestando la dovuta attenzione per la prima volta, perché sapeva cos’era successo dopo: la Professoressa Cooman aveva formulato la profezia che aveva alterato il corso della sua intera vita, la profezia su lui e Voldemort.‘... ma poi fummo brutalmente interrotti da Severus Piton!’‘Cosa?’‘Sì, ci fu confusione fuori dalla porta che si spalancò e là c’era il barista, piuttosto arrabbiato,in piedi con Piton che stava dicendo di aver sbagliato strada su per le scale, sebbene temo di aver io stessa pensato che fosse stato fermato mentre origliava il mio colloquio con Silente –vedi, anche lui a quel tempo era in cerca di un lavoro e senza dubbio cercava di raccogliere indiscrezioni! Bene, dopo questo, sai, Silente sembrò molto più disposto a darmi un lavoro e non posso non pensare Harry, che fu perché apprezzò il netto contrasto fra le mie maniere modeste e il mio talento discreto, comparati all’opprimente, sgomitante ragazzo pronto a origliare dai buchi della serratura – Harry, caro?’Guardò indietro, oltre la sua spalla, essendosi resa conto solo allora che Harry non era più con lei; lui aveva smesso di camminare ed erano ora a tre metri l’uno dall’altra.‘Harry?’ ripeté incerta.Forse il suo viso era bianco, per rendere lo sguardo di lei così preoccupato e spaventato.Harry era fermo, completamente immobile come se onde di emozioni crollassero su di lui,onda dopo onda, facendo dimenticare tutto tranne l’informazione che gli era stata taciuta per così tanto tempo...Era Piton che aveva sentito per caso la profezia. Era Piton che aveva portato la notizia della profezia a Voldemort. Piton e Peter Minus assieme avevano mandato Voldemort a caccia di Lily e James e del loro figlio...Nient’altro importava a Harry in quel momento.‘Harry?’ disse nuovamente la Professoressa Cooman. ‘Pensavo stessimo andando a trovare il Preside assieme.’‘Lei stia qui,’ disse Harry attraverso le labbra intorpidite.‘Ma caro... Gli avrei detto di come sono stata assalita nella Stanza delle –‘‘Stia qui!’ le ripeté Harry rabbiosamente.Lei sembrò allarmata appena la oltrepassò di corsa, girò l’angolo nel corridoio di Silente,dove stava di guardia il gargoyle solitario. Harry urlò al gargoyle la parola d’ordine e corse su per la scala a chiocciola che si muoveva, tre gradini per volta. Non bussò alla porta di Silente, la colpì violentemente e la voce calma rispose “Avanti” dopo che Harry si era già scagliato dentro alla stanza.Fanny la fenice si guardò attorno, i suoi neri occhi lucenti riflettevano scintille dorate deltramonto, accanto alla finestra. Silente, in piedi alla finestra, guardava fuori verso il parco, con un lungo mantello da viaggio nero in mano.‘Bene Harry, ho promesso che saresti potuto venire con me.’Per un attimo o due Harry non capì; la conversazione con la Cooman gli aveva tolto qualsiasi altra cosa dalla testa e il suo cervello sembrava muoversi molto lentamente.‘Venire... con lei...?’‘Solo se lo desideri, naturalmente.’‘Se lo...’E in quel momento Harry ricordò perché era impaziente di andare nell’ufficio di Silente in un primo momento.‘Ne ha trovato uno? Lei ha trovato un Horcrux?’

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‘Credo di sì.’Rabbia e risentimento combattevano contro shock ed eccitazione: per diversi momenti Harry non riuscì a parlare.‘È normale avere paura,’ disse Silente.‘Non sono spaventato!’ disse Harry all’improvviso, ed era perfettamente vero; la paura eraun’emozione che non stava affatto provando. ‘Quale Horcrux è? Dove si trova?’‘Non sono sicuro di quale sia – sebbene credo che potremmo escludere il serpente – macredo sia nascosto in una grotta sulla costa a molte miglia da qui, una caverna che cerco di localizzare da molto tempo: la grotta in cui Tom Riddle un tempo terrorizzò due bambini del suo orfanotrofio durante la gita annuale; ricordi?’‘Sì,’ disse Harry. ‘Com’è protetto?’‘Non lo so. Ho sospetti che potrebbero essere completamente errati.’ Silente esitò, poi disse,‘Harry, ti ho promesso che saresti potuto venire con me, ma sarebbe un mio grave errore non avvisarti che questo sarà estremamente pericoloso.’‘Verrò,’ disse Harry, ancora prima che Silente avesse finito di parlare. Ribollendo di rabbia per Piton, il suo desiderio di fare qualcosa di disperato e rischioso era decuplicato negli ultimi pochi minuti. Questo sembrò evidente dall’espressione di Harry per Silente che si allontanò dalla finestra e guardò Harry più da vicino, con una leggera ruga fra le sopracciglia argentate.‘Cosa ti è successo?’‘Niente,’ mentì prontamente Harry.‘Cosa ti ha sconvolto?’‘Non sono sconvolto.’‘Harry, non sei mai stato bravo in Occlumanzia –‘La parola fu la scintilla che fece scoppiare la furia di Harry.‘Piton!’ disse, urlando, e Fanny emise un lieve verso dietro di loro.‘Piton, ecco cos’è successo! Ha raccontato a Voldemort della profezia, è stato lui, lui haascoltato fuori dalla porta, me l’ha detto la Cooman!’L’espressione di Silente non cambiò, ma Harry pensò che il suo viso impallidì sotto il lieve color sangue riflesso dal sole al tramonto. Per un lungo momento, Silente non disse nulla.‘Quando l’hai saputo?’ chiese infine.‘Proprio ora!’ disse Harry che si stava trattenendo dall’urlare con enorme difficoltà. E poi,improvvisamente, non poté più fermarsi. ‘E LEI L’HA LASCIATO INSEGNARE QUI E LUI HA DETTO A VOLDEMORT DI UCCIDERE MIA MADRE E MIO PADRE!’Respirando affannosamente come se stesse combattendo, Harry si allontanò girandosi daSilente, che ancora non aveva mosso un muscolo, e iniziò a camminare su e giù per lostudio, sfregandosi le nocche della mano ed aggrappandosi ad ogni briciola di controllorimasto per evitare di prendere a pugni tutto. Voleva arrabbiarsi e tempestare contro Silente, ma voleva anche andare con lui e cercare di distruggere l‘Horcrux; voleva dirgli che era stato un vecchio pazzo a credere a Piton, ma era terrorizzato che Silente non lo portasse con sé finché non avesse imparato a controllare la sua rabbia...‘Harry,’ disse Silente tranquillamente. ‘Ti prego di ascoltarmi.’Fu tanto difficile fermare la sua ossessiva camminata quanto trattenersi dall’urlare. Harry fece una pausa, mordendosi le labbra e guardò il viso rugoso di Silente.‘Il Professor Piton ha fatto un terribile –‘‘Non mi dica che è stato un errore, signore, stava ascoltando dietro alla porta!’‘Ti prego, lasciami finire.’ Silente aspettò finché Harry non annuì brevemente, poi proseguì. ‘Il Professor Piton ha fatto un terribile errore. Era ancora alle dipendenze di

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Lord Voldemort la notte che ascoltò la prima metà della profezia della Professoressa Cooman. Naturalmente si affrettò a raccontare al suo padrone cosa aveva sentito perchè la cosa riguardava il suo capo tanto profondamente. Ma non seppe – non aveva alcun modo di saperlo – a quale ragazzo Voldemort avrebbe dato la caccia da lì in poi, o che i genitori che avrebbe distrutto nella sua mortale crociata omicida erano persone che il Professor Piton conosceva, che erano tua madre e tuo padre –‘Harry rise forte, ironicamente.‘Lui odiava mio padre come odiava Sirius! Non ha notato, Professore, come le persone odiate da Piton tendano a morire?’‘Non hai idea del rimorso che il Professor Piton ha provato quando ha realizzato come Lord Voldemort avesse interpretato la profezia, Harry. Credo che sia il rammarico più grande della sua vita e la ragione per cui è ritornato –‘Ma lui è un ottimo Occlumante, vero signore?’ disse Harry la cui voce stava tremando nello sforzo di mantenerla controllata.‘E Voldemort non è convinto che Piton stia dalla sua parte, perfino adesso? Professore...come può essere sicuro che Piton sia dalla nostra parte?’Silente non parlò per un momento; sembrava come se stesse ricomponendo qualcosa nella sua mente. Alla fine disse, ‘Sono sicuro. Mi fido di Severus Piton completamente.’Harry respirò profondamente per qualche momento nello sforzo di controllarsi. Non funzionò.‘Bene, io no!’ disse, urlando come prima. ‘Sta organizzando qualcosa con Draco Malfoyproprio adesso, proprio sotto al suo naso, e lei ancora –‘‘Ne abbiamo già discusso, Harry,’ disse Silente, e ora la sua voce suonava nuovamentesevera. ‘Ti ho esposto la mia opinione.’‘Sta per lasciare la scuola stanotte e ci scommetterei che non ha affatto considerato chePiton e Malfoy potrebbero decidere di –‘‘Di cosa?’ chiese Silente, le sopracciglia alzate. ‘Cos’è che sospetti stiano facendo,precisamente?’‘Io... stanno facendo qualcosa!’ disse Harry e le sue mani si piegarono a pugno come lodisse. ‘La Professoressa Cooman era appena entrata nella Stanza delle Necessità, cercando di nascondere le sue bottiglie di sherry e ha sentito Malfoy gridare entusiasta, festeggiare! Lui stava cercando di riparare qualcosa di pericoloso là dentro e se dovessi dire, alla fine l’ha aggiustato e lei sta proprio per uscire dalla scuola senza –‘‘Basta’, disse Silente. Lo disse assolutamente calmo, e Harry si zittì immediatamente;sapeva di aver infine superato qualche limite invisibile. ‘Pensi che io abbia mai lasciato una volta la scuola senza protezione durante le mie assenze quest’anno? Mai. Stanotte, quando partirò, verranno adottate protezioni aggiuntive al luogo. Ti prego di non insinuare che non prendo seriamente la sicurezza dei miei studenti, Harry.’‘Io non –‘ borbottò Harry, leggermente imbarazzato, ma Silente tagliò corto.‘Non desidero discutere oltre la questione.’Harry si rimangiò la sua rabbiosa risposta, temendo di essersi spinto troppo in là, di aversciupato la sua occasione di accompagnare Silente, ma Silente continuò, ‘Vuoi venire con me stasera?’‘Sì,’ disse Harry immediatamente.‘Molto bene, allora: ascolta.’Silente si erse in tutta la sua altezza.‘Ti porto con me a una condizione: che tu obbedisca ad ogni comando io ti possa dare,immediatamente e senza domande.’‘Naturalmente.’‘Assicurati di aver capito, Harry. Voglio dire che devi seguire persino ordini come “corri”,

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“nasconditi” o “torna indietro”. Ho la tua parola?’‘Io – sì, naturalmente.’‘Se ti dico di nasconderti, lo farai?’‘Sì.’‘Se ti dico di scappare via, obbedirai?’‘Sì.’‘Se ti dico di lasciarmi e di metterti in salvo, farai come ti dico?’‘Io –‘‘Harry?’Si guardarono per un momento.‘Sì, signore.’‘Molto bene. Allora desidero che tu vada a prendere il tuo Mantello e mi raggiunga nella Sala di Ingresso in cinque minuti.’Silente si voltò indietro a guardare fuori dalla finestra tinta fuoco; il sole era ora una vivida luce rosso rubino all’orizzonte. Harry camminò svelto dall’ufficio e giù dalla scala a chiocciola. La sua mente era, tutto a un tratto, stranamente chiara. Sapeva cosa fare.Ron e Hermione erano seduti assieme nella stanza comune quando lui tornò. ‘Cosa voleva Silente?’ Disse ad un tratto Hermione. ‘Harry, stai bene?’ aggiunse preoccupata.‘Sto bene.’ Disse brevemente Harry, oltrepassandoli veloce. Si affrettò su per le scale e nelsuo dormitorio dove spalancò il suo baule e ne cavò la Mappa del Malandrino e un paio di calzini appallottolati. Poi corse indietro giù dalle scale e nella sala comune, scivolando in frenata dove Ron e Hermione sedevano, attoniti.‘Non ho molto tempo,’ ansimò Harry, ‘Silente pensa che stia prendendo il mio Mantellodell’Invisibilità. Ascoltate...’Velocemente spiegò loro dove stava andando e perché. Non si fermò neppure per i sobbalzi di orrore di Hermione o per le domande incalzanti di Ron; potevano entrare nel dettaglio più tardi.‘... così capite che significa?’ Harry concluse al galoppo. ‘Silente non sarà qui stasera, così Malfoy avrà un’ altra possibilità per quello che sta facendo. No, ascoltatemi!’ soffiòrabbioso appena Ron e Hermione mostrarono segno di volerlo interrompere. ‘So che Malfoy stava festeggiando nella Stanza delle Necessità. Ecco –‘ spinse vigorosamente la Mappa del Malandrino nella mano di Hermione. ‘Dovrete sorvegliare lui e dovrete anche sorvegliare Piton. Usate chiunque riusciate a radunare dell’ES. Hermione, quei Galeoni comunicativi funzionano ancora, esatto? Silente dice che metterà ulteriori protezioni sulla scuola, ma se Piton è coinvolto, saprà cos’è la protezione di Silente e come evitarla – ma non si aspetterà tutti voi in vigilanza, no?’‘Harry –‘ cominciò Hermione, gli occhi spalancati per la paura.‘Non ho tempo di discutere,’ disse Harry brevemente. ‘Prendete anche questo –‘ spinse icalzini in mano a Ron.‘Grazie,’ disse Ron. ‘Ehm – perchè dovrei avere bisogno di calzini?’‘Hai bisogno di quello che c’è avvolto dentro, è il Felix Felicis. Dividetelo fra voi e Ginny.Salutatela per me. Farei meglio ad andare, Silente sta aspettando –‘‘No!’ disse Hermione, appena Ron sfasciò la bottiglietta di pozione dorata, con ariaimpressionata. ‘Non la vogliamo, prendila tu, chissà cosa dovrai affrontare.’‘Andrà bene, sarò con Silente,’ disse Harry. ‘Voglio sapere che voi tutti state bene... non fare quella faccia Hermione, ti vedrò più tardi...’E andò, affrettandosi indietro attraverso il buco del ritratto, verso la Sala di Ingresso.Silente stava aspettando a lato dei portoni di ingresso in quercia. Si girò appena Harry arrivò in scivolata sul gradino di pietra più in alto, ansimando, con una forte fitta al fianco. ‘Vorrei che tu indossassi il tuo Mantello, per favore,’ disse Silente, e aspettò finché Harry non lo ebbe indossato prima di dire, ‘Molto bene. Andiamo?’

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Silente scese improvvisamente gli scalini di pietra, col mantello da viaggio appena mossonell’immobile aria estiva. Harry si affrettò dietro di lui sotto il Mantello dell’Invisibilità, ancora ansimando e persino sudando parecchio.‘Ma cosa penseranno le persone quando vedranno che sta partendo, Professore?’ chieseHarry, la mente fissa a Malfoy e Piton.‘Che sono fuori a Hogsmeade per una bevuta,’ disse Silente gentilmente. ‘Qualche voltavisito Rosmerta come cliente, o vado alla Testa di Porco... o do l’impressione di esserci. È un buon modo per nascondere la propria vera destinazione.’Scesero giù per la strada nel soffice alone di luce del tramonto. L’aria era piena degli odori di erba tiepida, acqua di lago e fumo di legna proveniente dalla capanna di Hagrid. Era difficile credere che si stavano dirigendo verso qualcosa di pericoloso o spaventoso.‘Professore,’ disse Harry calmo, appena i cancelli in fondo alla strada furono visibili,‘ci Materializzeremo?’‘Sì,’ disse Silente. ‘Sai Materializzarti ora, credo.’‘Sì,’ disse Harry, ‘ma non ho la licenza.’Si sentiva meglio ad essere onesto; che sarebbe successo se avesse rovinato tutto facendosi ritrovare a 150 chilometri da dove era tenuto ad andare?‘Non ti preoccupare,’ disse Silente, ‘ti posso aiutare ancora.’Uscirono dai cancelli nel poco illuminato e deserto sentiero per Hogsmeade. L’oscuritàscendeva velocemente mentre camminavano e nel tempo che raggiunsero la High Street la notte era scesa sul serio. Le luci brillavano dalle finestre sopra ai negozi e come siavvicinarono ai Tre Manici di Scopa sentirono grida rauche.‘– e resta fuori!’ Gridò Madam Rosmerta, cacciando vigorosamente un mago dall’aria sporca.‘Oh, ciao Albus... sei fuori tardi...’‘Buona sera Rosmerta, buona sera... perdonami, sto andando alla Testa di Porco... senzaoffesa, ma gradirei un’atmosfera più calma stasera...’Un minuto dopo essi girarono l’angolo sul lato della strada dove l’insegna della Testa diPorco cigolava leggermente, sebbene non ci fosse vento. In contrasto con i Tre Manici diScopa, il bar sembrava essere completamente vuoto.‘Non sarà necessario entrare,’ mormorò Silente guardandosi attorno. ‘Finché nessuno ci vede andare... ora metti la mano sul mio braccio, Harry. Non c’è bisogno di stringere troppo, ti sto semplicemente guidando. Al tre – uno... due... tre...’Harry iniziò a girare. Improvvisamente, ci fu quell’orribile sensazione che lo faceva sentirestrizzato in uno stretto tubo di gomma; non riusciva neppure respirare, ogni parte del suo corpo fu compressa per tutta la durata e poi, proprio quando pensò che sarebbe soffocato, la fascia invisibile sembrò aprirsi all’improvviso e si ritrovò in piedi nella fredda oscurità, respirando a pieni polmoni fresca aria salmastra.

CAPITOLO VENTISEI

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LA CAVERNAHarry potè sentire l'odore del sale e lo sciabordio delle onde; una luce, la brezza freddaincrespò i suoi capelli mentre guardava sul mare la luna riflessa con varie stelle. Era in piedi su un alto affioramento di roccia scura, il mare spumeggiante sbatteva sotto di lui. Gettò uno sguardo sopra la sua spalla. Una scogliera si stagliava dietro, un’insenatura più in basso, nera e senza volto. Alcuni grandi pezzi di roccia, come quella su cui erano in piedi Harry e Silente, sembravano essersi spaccati via dalla faccia della scogliera e fossero caduti più in basso molto tempo prima. Era una vista brulla e dura, il mare e la roccia uniforme senzanessuna traccia di alberi, erba o sabbia“Cosa ne pensi?” chiese Silente. Sembrava avesse chiesto l’opinione di Harry se quel posto fosse adatto o no per un picnic.“Hanno portato gli orfani qui?” chiese Harry , che non poteva immaginare un posto menoappropriato per una gita“Non precisamente qui” disse Silente. “c’è una sorta di villaggio a metà strada lungo lescogliere dietro noi. Credo che gli orfani siano stati portati là per un po’d'aria di mare e per vedere le onde del mare. No, non penso che siano venuti qui, soltanto Tom Riddle e le sue giovani vittime hanno visitato questo posto. Nessun Babbano potrebbe raggiungere questa roccia a meno che fosse insolitamente un buon scalatore e le barche non possonoavvicinarsi alle scogliere, le acque qui intorno sono troppo pericolose. Immagino che Riddle si è arrampicato da lì giù; la magia lo avrà aiutato più delle corde. Ed ha portato i due piccoli bambini con lui, probabilmente per il piacere di terrorizzarli. Penso che il viaggio lo abbia fatto da solo, tu?”Harry guardò ancora in su la scogliera e gli venne la pelle d’oca.“Ma la sua destinazione finale… e la nostra… si trova un po’ più in alto. Andiamo.”Silente fece un cenno ad Harry verso il bordo dello scoglio dove c’erano una serie difrastagliate e dentellate nicchie che formavano degli appigli dove mettere i piedi checonducevano giù ai massi che erano per metà in acqua e più vicino alla scogliera. Era una discesa perfida per Silente, impedito un po’ dalla sua mano senza forza, si spostava

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lentamente. Le rocce più in basse erano sdrucciolevoli bagnate dall’acqua di mare. Harry si sentì colpire in faccia dagli spruzzi di sale. “Lumos” disse Silente, dopo aver raggiunto il masso più vicino alla faccia della scogliera. Mille macchie di luce dorata scintillarono sulla superficie scura dell'acqua che si nascondeva alcuni piedi lì sotto; anche la parete nera della roccia al lato era stata illuminata. “Vedi?” disse tranquillamente Silente, indicando con la bacchetta un po’ più in alto. Harry vide una fenditura nella scogliera in cui l'acqua scura stava turbinando. “Non avrai problemi a farti un piccolo bagno?”“No” disse Harry“Allora tolgli il mantello dell’invisibilità… non ci serve adesso… e tuffiamoci” e con l'improvvisa agilità di un uomo giovane, Silente si tuffò dal masso, immergendosi nel mare e poi a nuotare, con uno stile a rana perfetto, verso la fessura scura nella faccia della roccia, con la sua bacchetta lucente tra i denti. Harry si tolse il suo mantello, lo infilò nella sua tasca e lo seguì. L'acqua era ghiacciata; Harry aveva i vestiti impregnati tutto intorno a lui ondeggiava. Prese profondi respiri e le sue narici si riempirono di odore di sale e alghe, partì di filato verso lo scintillio della luce ora più profonda nella scogliera. La fenditura si aprì presto in una galleria oscura a che Harry sembrò riempirsi di acqua con l'alta marea. Le pareti viscide erano alte a mala pena un metro e lucide come catrame bagnato alla luce della bacchetta di Silente. Una piccola via, un passaggio curvo a sinistra ed Harry vide che si estendeva moltodentro la scogliera. Continuò a nuotare sulle tracce di Silente, le punte delle dita eranointorpidite toccando le grezze e bagnate rocceAllora vide Silente uscire fuori dall’acqua davanti a lui, con i suoi capelli argento ed abiti scuri che brillano. Quando Harry raggiunse lo stesso posto trovò una gradinata che conduceva in un grande caverna. Si arrampicarono su di essa, dell’acqua gocciolava dai suoi vestitiimpregnati ed emerse, con un incontrollabile brivido, in una calma e gelida aria.Silente si stava alzando in piedi nel mezzo della caverna, tenendo la sua bacchetta versol’alto mentre si guardava in torno, esaminando le pareti ed il soffitto.“Sì, questo è il posto” disse Silente.“Come può dirlo?” parlò con un bisbiglio Harry.“Riconosco la magia” disse semplicemente Silente. Harry non poteva dire se i brividi chestava sperimentando fossero dovuti per il gelo che sentiva nella spina dorsale o per laconsapevolezza dei malefici fatti in quel posto. Si guardò intorno mentre Silente continuava agirare sul posto, evidentemente concentrandosi sulle cose che Harry non poteva vedere.“Questo è soltanto l’anticamera, il corridoio di entrata” disse Silente dopo un momento o due.“Dobbiamo entrare dentro… Ora dovremmo superare gli ostacoli messi da Lord Voldemort non più quelli fatti dalla natura…”Silente si avvicinò alla parete della caverna e lo accarezzò con le punte delle dita annerite, sussurrò delle parole in una lingua sconosciuta che Harry non capì. Silente camminò verso destra intorno alla caverna, toccando altrettante rocce che poteva, occasionalmente faceva una pausa, facendo passare le sue dita indietro e in avanti sopra un punto particolare, finalmente si è arrestato, la sua mano era premuta pienamente contro la parete. “Qui” disse. “Passeremo da qui. L'entrata è nascosta.” Harry non chiese a Silente come lo aveva capito.Non aveva mai visto un mago fare cose come questa, semplicemente osservando etoccando; ma Harry da lungo tempo aveva imparato che gli scoppi e fumo erano più spesso icontrassegni dell’inettitudine che della perizia. Silente fece un passo indietro dalla paretedella caverna ed indicò con la sua bacchetta verso la roccia. Per un momento, apparve il

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profilo di un arcata, bianco ardente come se ci fosse una luce potente dietro la crepa.“C’è l’avete fatta!” disse Harry con una voce gelata, ma prima che le parole avessero lasciatole sue labbra il profilo era scomparso, lasciando la roccia nudo e e solida quanto mai. Silente si guardò intorno.“Harry, sono spiacente, mi sono dimenticato,” disse Silente; ora indicava con la suabacchetta verso Harry ed immediatamente, i vestiti di Harry erano caldi ed asciutti come se li fossero stati stesi davanti un fuoco ardente.“Grazie” disse Harry riconoscente, ma Silente aveva già rivolto la sua attenzione di nuovo alla parete solida della caverna. Non provò altra magia, ma era in piedi semplicemente là fisso ed attento, come se qualcosa estremamente interessante fosse scritta sulla roccia. Harry rimase in silenzio; non desiderava rompere la concentrazione di Silente. Allora, dopo due minuti, Silente disse tranquillamente: “Oh, senza dubbio. Molto primitivo.”“Che cos’è, professore?”“Penso piuttosto” disse Silente, mettendo la sua mano indenne all'interno dei suoi abiti ed estraendo fuori una lama d'argento corta che Harry aveva usato per tagliare gli ingredienti a pezzi nelle lezioni di Pozioni “Siamo tenuti ad effettuare il pagamento per passare.”“Pagamento?” disse Harry. “Devo dare qualcosa alla porta?”“Sì” disse Silente. “Sangue, se non mi sbaglio.”“Sangue?”“Ho detto che era primitivo” disse Silente, con una voce che suonava sprezzante, persinodelusa, come se Voldemort fosse caduto bruscamente a più alti livelli che Silente non aveva previsto. “l'idea, sono sicuro che ha dedotto, e che bisogna indebolire il nemico prima che entri. Ancora una volta, Lord Voldemort non riesce ad afferrare che ci sono cose molto più terribili che una ferita fisica.”“Si, ma calmiamoci, potete evitare…” disse Harry , che aveva già avuto un esperienzaabbastanza dolorosa e non voleva ripeterla.“A volte, tuttavia, è inevitabile,” disse Silente, agitando indietro la manica del suo abito ed esponendo l'avambraccio anteriore della sua mano danneggiata.“Professore!” protestò Harry, affrettandosi in avanti come Silente alzò la sua lama. “lo farò, io sono…” Non sapeva che cosa stava per dire… più giovane, idoneo?Ma Silente sorrise. Ci fu un flash d’argento e zampilli scarlatti; la faccia della roccia era stata macchiata con gocce scure e splendenti.“Sei molto gentile, Harry” disse Silente, passando la punta della sua bacchetta sopra il taglio profondo che aveva fatto in suo proprio braccio, di modo che guarì immediatamente, come fece Piton guarendo la ferita di Malfoy, “ma il tuo sangue vale più del mio. Ah, sembra aver funzionato?” Il profilo d'argento ardente di un arco era comparsa sulla parete e questa volta non scomparve: La roccia macchiata di sangue sparì semplicemente, lasciando un'aperturain una cosa che sembrava essere soltanto oscurità. “Dopo di me, penso” disse Silenteincamminandosi attraverso l’arcata con Harry che lo seguiva, illuminanti dalla bacchettamentre andavano frettolosamente.Gli apparve d’avanti alla vista una cosa misteriosa: Erano in piedi sul bordo di un grande lago nero, così ampio che Harry non poteva misurarlo, in una grotta così alta che il soffitto non si vedeva. Una luce verdastra e nebulosa brillava lontano, sembrava essere al centro del lago; ed era riflesso completamente nell'acqua lì sotto. L'incandescenza verdastra e la luce delle due bacchette erano le uniche cose contrastavano l’oscurità vellutata, benchè i loro raggi non penetrassero per quanto Harry aveva previsto. L’oscurità era in qualche modo più densa di quella normale.“Incamminiamoci” disse tranquillamente Silente. “Fai molta attenzione a non fare un passo nell'acqua. Stammi vicino.” Si era posizionato sul bordo esterno del lago ed Harry lo seguiva molto da vicino dietro di lui. I loro passi echeggiavano, suoni di rumori secchi sulla roccia che circondava il lago. Camminarono senza sosta, ma la vista non

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variava: da un lato , la parete verticale della caverna, dall’altra, un’infinita distesa di oscurità, con al centro quella misteriosa incandescenza verdastra. Harry trovò il posto ed il silenzio oppressivo e snervante.“Professore?” disse finalmente. “Pensate che un Horcrux sia qui?”“Oh sì” disse Silente. “sì, sono sicuro che c’è. La domanda è, come possiamo prenderlo?”“Non potremmo... noi non potremmo provare a fare un incantesimo di appello?” disseHarry, sicuro che fosse un suggerimento stupido. Ma era stato molto più acuto di quantopensava ed era un espediente per uscire al più presto da quella situazione.“Certamente che potremmo” disse Silente, arrestandosi così improvvisamente che Harryquasi andò ad inciampare su di lui. “Perchè non ci provi?”“Io? Oh….ok…” Harry non aveva previsto questo, ma si schiarì la voce e gridò forte, con la bacchetta in alto: “Accio Horcrux!”Con un rumore simile ad un esplosione, qualcosa di molto grande e pallido spunto dall'acqua scura circa a venti piedi; prima che Harry potesse vedere che fosse, era sparito ancora con una spruzzata che aveva fatto increspare tutto il lago anche in profondità. Harry saltò indietro nella scossa e colpì la parete; il suo cuore ancora stava tuonando mentre si era girato verso Silente.“Che cos’era quello?”“Qualcosa, penso, che è pronto a rispondere se tentiamo di afferrare l’Horcrux.” Harry guardò indietro l'acqua. La superficie del lago ancora una volta sembrava di vetro lucido e nero: le onde erano sparite in modo innaturale e veloce; Il cuore di Harry, tuttavia, batteva tranquillo.“Avete pensato a cosa è successo, signore?”“Ho pensato a cosa accadrebbe se prendessimo nelle nostre mani l’ Horcrux. Quella eraun'idea molto buona, Harry; cosi nel modo più semplice abbiamo visto cosa stiamo peraffrontare”“Ma non conosciamo che roba fosse” disse Harry, guardando l'acqua sinistramente liscia.“Quello che ci vuole, è provare” disse Silente. “dubito molto che ci sia anche soltanto uno di loro. Camminiamoci sopra?”“Professore?”“Si, Harry?”“Pensate di dover entrare nel lago?”“Dentro? Soltanto se siamo sfortunati.”“Non pensate che l’Horcrux sia in fondo?”“Oh no... Penso che l’Horcrux sia nel mezzo.” E Silente indicò verso la luce verde nebulosa nel centro del lago.“Così stiamo andando là, come attraverseremo il lago per prenderlo?”“Sì, penso così.” Harry non disse nulla. I suoi pensieri erano tutti rivolti verso i mostri del lago, dei serpenti giganti, dei demoni, spiriti e folletti…“Aha” disse Silente che si è fermato ancora; questa volta, Harry inciampò su di lui;per un momento si chinò sul bordo dell'acqua scura e la mano indenne di Silente lo strinse strettamente per un braccio e lo tirò indietro. “Spiacente, Harry, dovrei avvertire. Stai indietrocontro la parete, per favore; Penso di aver trovato il posto.”Harry non aveva idea di cosa stesse parlando Silente; questa zona del bordo eraesattamente come ogni altro posto a suo parere, ma Silente sembrava rilevare qualche cosa di speciale. Questa volta stava toccando con la mano, non sopra la parete rocciosa, ma nell’aria sottile, come se stesse pensando di trovare e afferrare qualche cosa di invisibile.“Oho” disse felicemente Silente, secondi dopo. La sua mano si era chiusa a mezz’aria suqualcosa che Harry non poteva vedere. Silente mosse più vicino all'acqua; Harry lo guardò

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nervosamente mentre le punte arricciate delle scarpe di di Silente erano sull'orlo delle roccie.Mantenendo la sua mano serrata a mezz’aria, Silente alzò la sua bacchetta e colpìleggermente con la punta il suo pugno.Immediatamente una spessa catena verde rame comparse nell’aria sottile, estendendosidalle profondità dell'acqua sino la mano serrata di Silente. Silente colpì la catenaleggermente, e cominciò a farla scorrere nel suo pugno come un serpente, arrotolandosi in terra con un suono metallico che echeggiava rumorosamente fuori dalle pareti rocciose, tirando qualcosa dalle profondità dell'acqua nera. Harry restò senza fiato mentre la prua di una nave fantasma molto piccola si avvicinava, emettendo una luce verde quanto la catena.“Come sapevate che era là?” chiese Harry con stupore.“La magia lascia sempre le tracce” disse Silente, come la barca colpi la riva con un urtodelicato, “tracce a volte molto distintive. Ho insegnato a Tom Riddle. Conosco il suo stile.”“Questa... questa è una barca sicura?”“Oh sì, penso di si. Voldemort ha dovuto generare vari mezzi per attraversare il lago senza attrarre l’ira di quelle creature che aveva disposto all'interno, nel caso desiderasse mai visitare o rimuovere il suo Horcrux.”“Così le cose nell'acqua non faranno nulla a noi l’attraverseremo con la barca di Voldemort?”“Penso che dobbiamo rassegnarsi al fatto che, ad un certo punto, realizzeranno che nonsiamo Lord Voldemort. Finora, tuttavia, abbiamo fatto bene. Ci hanno dato il permesso diissare la barca.”“Ma perchè ci hanno lasciato fare?” chiese Harry, scuotendosi dalla visione di tentacoli che si agitavano fuori dall’acqua.“Voldemort è stato ragionevolmente presuntuoso sicuro che nessuno tranne un grande mago sarebbe stato capace di trovare la barca,” disse Silente. “penso che si sia preparato a rischiare questa evenienza, nella sua mente, la possibilità più improbabile che qualcun altro la trovasse, sapendo che aveva approntato altri ostacoli avanti che soltanto lui è in grado di penetrare. Vedremo se aveva ragione”Harry guardò giù nella barca. Realmente era molto piccola. “Non penso che sia statacostruita per due persone. Ci terrà entrambi? Non saremo troppo pesanti?” Silente rise sotto i baffi.“Voldemort non si sarà preoccupato per il peso, ma per la quantità di carburante magico che serve per l’attraversamento del lago. Piuttosto penso che un maleficio sia stato disposto su questa barca in modo che soltanto un mago alla volta possa navigare su di lei.”“Ma allora…?”“Non penso che tu debba preoccuparti, Harry: Sei minorenne e non qualificato. Voldemort non avrebbe mai inviato un sedicenne in questo posto: Penso che sia improbabile che il tuo potere si registrato e confrontato con il mio.” Queste parole non sollevarono per nulla il morale di Harry; forse Silente conoscendolo, aggiunse, “Errore di Voldemort, Harry, errore di Voldemort… L'età è insensata e sbadata, quando sottovaluta la gioventù… Ora, in primo luogo questa volta fai attenzione a non toccare l'acqua.” Silente si era spostato in piedi daparte e Harry si arrampicò con attenzione nella barca. Silente fece un passo dentro,arrotolando la catena sul pavimento. Non c’era più spazio nella barca; Harry non potè sedersi confortevolmente, ma era rannicchiato, le sue ginocchia sporgevano sopra il bordo della barca, che incominciò a muoversi immediatamente. Non c’era suono tranne il fruscio di seta del prua della barca che fendeva l'acqua; si mosse senza loro aiuto, come se una corda invisibile stesse tirandoli in avanti verso la luce nel centro. Presto non si videro le pareti della caverna; erano in mare salvo che non c’erano onde.

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Harry osservando giù vide il l'oro riflesso e quello della sua bacchetta che scintillava e che brillava sull'acqua nera mentre passavano. La barca stava lasciando una profonda scia sulla superficie vetrosa, scanalature nello specchio scuro…Ed allora Harry vide, una mano bianca, galleggiare lentamente sotto la superficie.“Professore!” disse con un sobbalzo, la voce echeggiava fortemente sopra l'acqua silenziosa.“Harry?”“Penso di aver visto una mano nell'acqua… una mano umana!”“Sì, ne sono sicuro” disse tranquillamente Silente.Harry fissò giù nell'acqua, cercando la mano sparita e gli venne un senso di nausea in gola.“In che modo è saltata fuori dall’acqua…?” Ma Harry ebbe la sua risposta prima che Silente dicesse altro; fece luce con la bacchetta in una zona del lago, questo volta, un cadavere giaceva a faccia in su alcuni centimetri sotto la superfice, i suoi occhi aperti annebiati come se ci fossero delle ragnatele, i suoi capelli ed i suoi abiti turbinavano intorno lui come fumo. “ci sono dei corpi dentro!” disse Harry con una voce molto più alta del normale.“Si” disse tranquillamente Silente “ma non devi preoccuparti di loro adesso.”“Adesso?” ripetè Harry , distogliendo il suo sguardo fisso dall'acqua per guardare Silente.“Non mentre stiamo andando alla deriva pacificamente sopra di loro” disse Silente. “Non c’ènulla da temere da un corpo, Harry, e nemmeno nulla da temere nell’oscurità. LordVoldemort, che naturalmente teme segretamente entrambi, non è d'accordo. Ma ancora una volta rivela la sua propria mancanza di saggezza. È lo sconosciuto ciò che temiamo quandoconsideriamo la morte e l’oscurità, niente di più.” Harry non disse nulla; non desideravadiscutere, ma trovava l'idea che ci fossero corpi che galleggiavano intorno e sotto di loroorribile e, la cosa che lo preoccupava di più era che non credeva che quei corpi non fossero pericolosi.“Ma uno di loro ha saltato” disse, provando a calare la sua voce come quella di Silente.“Quando ho provato a richiamare l’Horcrux, un corpo è saltato dal lago.”“Sì” disse Silente. “sono sicuro che una volta che prenderemo l’Horcrux, li troveremo meno pacifici. Tuttavia, come molte creature che abitano nel freddo e nell’oscurità, temono la luce ed il calore, che useremo se dovessimo essere attaccati. Il fuoco, Harry “ Silente aggiunse con un sorriso, in risposta all'espressione perplessa di Harry.“Oh…giusto…” disse rapidamente Harry. Girò la testa per guardare l'incandescenzaverdastra verso cui la barca ancora stava navigando inesorabilmente. Non poteva fingere ora che non era spaventato. Il grande lago nero, brulicava di cadaveri... Sembravano che fosseropassate ore ed ore dall’incontro con la professoressa Cooman, quando aveva dato a Ron eHermione il Felix Felicis… Desiderava improvvisamente avergli dato un miglior salutod’addio… e non aveva affatto visto Ginny.“Ci siamo quasi” disse allegramente Silente. Com’era prevedibile, la luce verdastra sembrava svilupparsi sempre più in grandezza nei minuti che passavanoino. La barca si fermò, urtando delicatamente su qualcosa che Harry non poteva vedere inizialmente, ma quando alzò la suabacchetta illuminata vide che avevano raggiunto una piccola isola di roccia liscia nel centro del lago. “Attento a non toccare l'acqua” disse ancora Silente mentre Harry scendeva dalla barca.L'isola era non più grande dell'ufficio del Silente, una distesa piana di pietra scura su cui non c’era nulla tranne la fonte di quella luce verdastra, che osservata da più vicino era molto più luminosa. Harry la guardò di traverso; inizialmente, pensava che fosse

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una lampada di un certo genere, ma adesso vide che la luce proveniva da un bacile di pietra simile ad un Pensatoio, che era stato posizionato in cima ad un basamento. Silente si avvicinò al catino ed Harry lo seguì. Insieme guardarono all’interno. Il bacile era pieno di un liquido verde smeraldo che emetteva una luce fluorescente.“Che cos’è?” chiese tranquillamente Harry.“Non ne sono sicuro” disse Silente. “qualcosa di più preoccupante del sangue e dei corpi,tuttavia.” Silente si rimboccò una manica dell'abito dal lato della mano annerita e tese lepunta delle dita verso la superficie della pozione.“Signore, no, non tocchi…!”“non posso toccarlo” disse Silente, sorridendo debolmente. “Vedi? Non posso affattoavvicinarmi più vicino di così. Prova.”Fissandolo, Harry mise la sua mano nel bacile tentando di toccare la pozione. Venne acontatto con una barriera invisibile che lo allontano di pochi centimetri dalla superfice. “Allontanati, per favore, Harry” disse Silente. Alzò la bacchetta e fece dei movimenticomplicati sopra la superficie della pozione, mormorando silenziosamente. Non accaddenulla, tranne che per caso la pozione emise una debole luce. Harry rimase silenzioso mentreSilente lavorava, ma dopo un indietreggiamento di un istante della bacchetta di Silente eHarry ritenne che poteva ricominciare a parlare.“Pensate che l’Horcrux sia lì dentro, signore?”“Oh sì.” Silente scrutò molto attentamente nel bacile. Harry vide la sua faccia riflessa,capovolta, nella superficie regolare della pozione verde. “Ma come raggiungerlo? Questapozione non può essere penetrata con le mani, fatta sparire, separata, scavata, o versata via, né può essere trasfigurata, incantata, o fare il contrario per cambiare lo stato delle cose”Quasi distrattamente, Silente alzò ancora la sua bacchetta, facendola roteare a mezz’aria ed allora apparve dal nulla un calice di cristallo che aveva evocato. “Posso concludere soltanto che questa pozione sia stata creata per essere bevuta.”“Che cosa?” disse Harry. “No!”“Sì, penso così: Soltanto bevendolo si può svuotare il catino e vedere che cosa si trova sulfondo.”“Ma cosa… se la uccide?”“Oh, dubito di che accada” disse con aria serena Silente. “Lord Voldemort non desidererebbe uccidere la persona che ha raggiunto questa isola.” Harry non poteva crederlo. Era questa una determinazione insana di Silente: vedere del buono in tutto.“Signore” disse Harry, provando a mantenere la sua voce ragionevole, “signore, questo posto è di Voldemort …”“Sono spiacente, Harry; Dovrei dire, lui non desidererei immediatamente uccidere la persona che ha raggiunto questa isola” Silente si corresse. “desidererebbe mantenerlo vivo abbastanza a lungo per scoprire come è riuscito a penetrare finora i attraverso le sue difese e, soprattutto, perchè erano così intenzionato a svuotare il bacile. Non dimenticare che Lord Voldemort crede che solo lui sappia dei suoi Horcrux.”Harry cercò di parlare ancora, ma questo volta Silente sollevò la sua mano per chiederesilenzio, guardò il liquido verde smeraldo aggrottando le ciglia, evidentemente stavariflettendo. “Indubbiamente” disse, per concludere, “questo pozione deve comportarsi inmaniera da evitare che chiunque la beva non prenda l’Horcrux. Potrebbe paralizzarlo, indurlo a dimenticarsi il motivo per cui sono qui, genererà così tanto il dolore che lo confonderà o lo renderà incapace in un certo altro senso. Questi sono i caso, Harry,

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sarà il tuo compito assicurarsi che io continui a bere, anche se dovrai capovolgere la pozione nella mia bocca. Capisci?”Si scambiarono uno sguardo da sopra il bacile, le loro facce pallide furono illuminate daquella sconosciuta, luce verde. Harry non parlò. Era per questo che era stato portato lì… in modo che potesse aiutare Silente a bere forzatamente una pozione che poteva causargli un enorme ed insopportabile dolore ?“Ti ricordi” disse Silente “le condizioni che ti ho detto per venire con me?” Harry esitò,esaminando gli occhi blu che avevano adesso sfumature di verde a causa della luce riflessa del bacile.“Ma se…?”“Hai giurato, non puoi rifiutarti di non ubbidire ai miei ordini?”“Sì, ma…”“Ti ho avvertito, o no, che ci potrebbero essere dei pericoli?”“Si” disse Harry “Ma…”“Bene, quindi, “ disse Silente, agitando indietro le sue maniche una volta di più ed alzando il calice vuoto, “Hai i miei ordini.”“Perchè non posso bere io la pozione?” chiese disperatamente Harry.“Poiché sono molto più vecchio, molto più intelligente e molto meno importante” disse Silente.“Una volta per tutte, Harry, ho la tua parola che ci metterai tutto il tuo potere per farmi bere questa pozione?”“Non potrebbe…?”“Me la dai?”“Ma…”“La tua parola, Harry.”“Io…va bene, ma…”Prima che Harry potesse fare una nuova protesta, Silente abbassò il calice di cristallo nella pozione. Per un secondo, Harry sperò che non potesse toccare la pozione con ilcalice, ma affondò nella superficie come niente fosse; quando il vetro fu pieno sino al bordo,Silente lo portò alla bocca. “Alla tua salute, Harry.”E vuotò il calice. Harry lo guardò, terrorizzato, la sua presa sul bacile era così forte che aveva le punta delle dita intorpidite.“Professore?” disse ansiosamente, poichè Silente abbassò il calice vuoto. “Come vi sentite?”Silente agitò la testa, i suoi occhi erano chiusi. Harry si domandò se stesse soffrendo. Silente immerse, senza guardare, il calice nuovamente dentro il bacile, lo riempì e bevve un’altra volta.Nel silenzio, Silente bevve tre calici pieni della pozione. Allora, a metà del quarto calice, ha vacilò e cadde in avanti contro il bacile. I suoi occhi erano ancora chiusi, il suo respiro pesante.“Professor Silente?” disse con una voce forzata Harry. “Potete sentirmi?”Silente non rispose. La sua faccia si stava contraendo come se fosse profondamenteaddormentato, ma stava sognando un sogno orribile. La presa sul calice si stava allentando; la pozione stava per cadere dal calice. Harry si tirò in avanti ed afferrò il calice di cristallo, rimettendolo diritto. “Professore, può sentirmi?” ripetè fortemente, la sua voce echeggiava intorno la caverna.Silente ansimò ed allora parlò con in una voce che Harry non riconobbe, dato che non aveva sentito mai Silente spaventato come adesso.“Non voglio… Non lo faccia... “ Harry fissava la pallida faccia che conosceva cosi bene, dagli occhiali curvati a mezzaluna sul naso e non sapeva che cosa fare.“… non mi piace… voglio che si fermi…” gemette Silente.“Voi… non potete fermarvi, professore” disse Harry. “Mi avete detto di continuare a darvi da bere, vi ricordate? Mi avete detto che dovevate continuare a bere. Quindi…” Odiandosi, provando repulsione per quello che stava facendo, Harry riportò il calice

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verso la bocca di Silente e lo capovolse, di modo che Silente bevve il resto della pozione.“No...” gemette ancora, poichè Harry abbassò il calice nuovamente dentro il catino e loriempì. “Non voglio... Non voglio… Lasciami andare…”“Va tutto bene, professore” disse Harry, la sua mano tremava. “ Va tutto bene, sono qui…”“Fermatevi, fermatevi” gemette Silente.“Sì.. sì, mi fermo “ mentì Harry. Capovolse il contenuto del calice nella bocca aperta diSilente. Silente gridò; il rumore echeggiò per tutta la vasta caverna, attraverso la morta acqua nera.“no, no, no, no, non posso, io non posso, non lo faccio, non avverto…”“Va tutto bene, professore, va tutto bene!” disse urlando Harry, le sue mani serano cosìagitate che riuscì a malapena a riempire il sesto calice di pozione; il bacile ora era per metà vuoto. “Non le succederà nulla, stia tranquillo, non è reale, giuro che non è reale… prenda questo, ora, prenda questo...” Ed ubbidientemente, Silente bevve, come se fosse un antidoto offerto da Harry, ma subito dopo averlo svuotato, si accasciò sulle ginocchia, agitandosi incontrollabilmente.“E tutta colpa mia, è colpa mia” disse piangendo. “Ti prego falli fermare, lo so ho sbagliato, oh ti prego falli fermare, non ancora…”“Questo li fermerà, professore” disse Harry, la sua voce era rotta come capovolse il settimo calice di pozione nella bocca di Silente.Silente cominciò a rannicchiarsi come se torturatori invisibili fossero su di lui; la sua mano flagellata quasi fece cadere il calice riempito dalle mani tremolanti di Harry mentre gemeva“Non fategli male, non fategli male, per favore, per favore, è colpa mia, fate del male a me...”“Qui, beva questo, beva questo, andrà tutto a posto” disse disperatamente Harry ed ancora una volta Silente obbedì, aprendo la sua bocca proprio mentre manteneva gli occhi serrati e si agitava dalla testa ai piedi. Ed ora cadde in avanti, gridando ancora, martellando i suoi pugni sulla terra, mentre Harry riempiva il nono calice.“ per favore, per favore, per favore, no... non quello, non quello, farò tutto...”“Questa è quella giusta, professore, è quella giusta…”Silente bevve come un bambino che moriva di sete, ma quando fini, urlò ancora come se il suo corpo stesse prendendo fuoco. “Non ancora, per favore, non ancora....”Harry riempì il decimo calice di pozione e senti raschiare il fondo del bacile. “Ci siamo quasi, professore. Beva questo, beva.... “Sostenne le spalle di Silente ed ancora, bevve tutto il contenuto; ancora una volta era steso ai piedi di Harry, riempiva il calice mentre Silente cominciò a gridare più angosciosamente che mai, “Voglio morire! Desidero morire! Fallo fermare, fallo fermare, voglio morire!”“Beva questo, professore. Beva questo…”Silente cominciò a bere ma non aveva ancora finito che comincio a urlare “UCCIDIMI!”“Questo… sarà l’ultimo!” disse affannosamente Harry. “Questa è quella giusta. Saràl’ultima...finirà tutto!” Silente tracanno il calice, lo vuotò sino all’ultima goccia ed allora, con un rantolio, rotolo per terra sulla faccia.“No!” gridò Harry, che si era alzato in piedi per riempire ancora il calice; invece fece cadere il calice nel bacile, si è scagliò giù al lato di Silente e lo sollevò; Gli occhiali di Silente erano storti, la sua bocca era aperta, i suoi occhi chiusi. “No.” disse Harry, agitando Silente, “no, non siete morto, avete detto che non era veleno, svegliatevi, svegliatevi… Innerva!” dissepiangendo, la sua bacchetta era puntata verso il petto di Silente; ci fu un flash di luce rossa ma niente è accadde. “Innerva!… signore … per favore…”Le palpebre di Silente tremolavano; Il cuore di Harry fece un salto, “signore, come state…?”“Acqua” gracchiò Silente.

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“Acqua” ansimò Harry. “Sì…” saltò in piedi e prese il calice che era caduto nel bacile; vide chiaramente un medaglione d’oro che giaceva li sotto.“Aguamenti!” gridò, puntando la sua bacchetta sul calice. Il calice si riempì d’acqua limpida;Harry si mise in ginocchio al lato di Silente, alzò la sua testa e portò il calice sulle suelabbra… ma era vuoto. Silente gemette e cominciato ad ansimare. “Ma com’è possibile…aspetta… Aguamenti!” disse ancora Harry, indicando con la sua bacchetta il calice. Una volta ancora, per un secondo, dell’acqua limpida brillò all'interno di esso, ma mentre si avvicinava alla bocca di Silente, l'acqua sparì ancora. “Signore, sto provando, sto provando!” Harry disse disperatamente, ma non pensava che Silente potesse sentirlo; stava disperatamenteprovando a far apparire dell’acqua nel calice “Aguamenti… Aguamenti… AGUAMENTI!”Il calice si riempì e si svuotò ancora ed ancora. Ed ora la respirazione di Silente stavasbiadendosi. Il suo cervello era in preda al panico, Harry conosceva, istintivamente, che l'unico motivo perché l’acqua svaniva era perchè Voldemort lo aveva progettato… Si scaglio sul bordo della roccia ed immerse il calice nel lago, portandolo su pieno sino al bordo di acqua ghiacciata che non spariva. “Signore… qui!” urlò Harry, balzò in avanti, capovolse il contenuto sulla faccia di Silente.Era il meglio che poteva fare, dato che la sensibilità del braccio che aveva tenuto nell’acqua gelida lo stava abbandonando. Una mano bianca viscosa lo aveva afferrato per un polso e la creatura a cui apparteneva lo stava tirando, lentamente, indietro attraverso la roccia. La superficie del lago non era più come uno specchio liscio; stava sbattendo dappertutto ed Harry osservava, le teste e le mani bianche che stavano emergendo dall'acqua scura, uomini, donne e bambini con gli occhi vuoti e privi di vita stavano muovendosi verso la roccia: un esercito di morti che emergeva dall’acqua nera.“Petrificus Totalus!” urlò Harry, lottando per cercare di liberarsi, tutta l’isola era bagnata allora puntò la bacchetta contro gli Inferi che si era aggrappato al braccio. Lo liberò, cadendo indietro nell'acqua con una spruzzo; stramazzo ai suoi piedi, ma molti altri Inferi già stava arrampicandosi sulla roccia, le loro mani ossute che artigliano la superficie sdrucciolevole, i loro bianchi, e geladi occhi erano puntati su di lui, strascicando i loro vestiti impregnati d’acqua, facce di persore che guardavano con occhi cupi.“Petrificus Totalus!” Harry urlò ancora, indietreggiando mentre puntava con forza la suabacchetta verso gli Inferi; sei o sette di loro furono colpiti e raggrinziti, ma i più stavano venendo verso di lui. “Impedimenta! Incarceramus!” Alcuni di loro inciamparono, uno o due di loro furono incatenati, ma quelli che si arrampicano sulla roccia dietro loro non facevano altro che avanzare sopra i corpi caduti. Ancora agitando la sua bacchetta in aria, Harry urlò,“Sectumsempra! SECTUMSEMPRA!” Ma benchè i tagli comparissero nei loro panni fradicii e nella loro pelle ghiacciata, non si fermarono: Camminavano sopra, insensibili, le loro mani ristrette che si allungavano verso lui e indietreggiava, senti delle braccia prenderlo da dietro,sottilmente. Adesso era stato preso alle caviglie mentre lo alzavano e cominciavano atrasportarlo, lentamente e certamente, di nuovo all'acqua, pensava certamente che nonl’avrebbero lasciato, che sarebbe annegato e sarebbe diventato un guardiano diVoldemort...Ma allora, attraverso le tenebre, eruttò un fuoco: cremisi ed oro, un anello di fuoco avevacircondato la roccia in modo che il Inferi che tenevano Harry così strettamente inciamparonoe vacillarono; non osarono passare attraverso le fiamme per immergersi nell’acqua. Fecero cadere Harry; colpì la terra, slittò sulla roccia e cadde, riuscì a andare a carponi, alzando la sua bacchetta e guardandosi intorno.

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Silente era di nuovo in piedi, pallido come gli Inferi che li circondavano, ma più alto, con il fuoco che ballava nei suoi occhi; la sua bacchetta era alzata come una torcia e dalla punta uscivano le fiamme, come una lunga frusta, che cirdondava tutti con il suo calore. Gli Inferi si urtavano a vicenda, tentando, ciecamente, di sfuggire al fuoco in cui erano rinchiusi… Silente raccolse il medaglione dalla parte inferiore del catino di pietra e lo ripose all'interno dei suoi abiti. Senza parole, fece un gesto ad Harry per farlo venire verso di lui. Distratti dalle fiamme, gli Inferi sembravano ignari di cosa stesse accadendo nella loro grotta, e di come Harry stava conducendo Silente di nuovo sulla barca, l'anello di fuoco si spostava con loro, intorno a loro, gli Inferi erano perplessi e li accompagnavano verso il bordo delle acque, in cui si reimmersero.Harry, che si stava agitando dappertutto, pensò per un momento che Silente non potevaarrampicarsi nella barca; vacillò al primo tentativo; tutti i suoi sforzi sembravano concentrati nell'effettuare l'anello di fuoco protettivo intorno. Harry lo strinse e lo aiutò di nuovo a salire. Una volta che riuscirono ad entrare al sicuro all'interno, la barca cominciò a spostarsi indietro attraverso l'acqua nera, via dalla roccia, ancora circondata da quell'anello di fuoco e sembrava che lo sciame di Inferi sotto loro non osasse ritornare in superfice.“Signore” ansimò Harry, “Signore, mi sono dimenticato che… il fuoco… stavano arrivando e mi sono lasciato prendere dal panico…”“Abbastanza comprensibile” Mormorò Silente. Harry si allarmò sentendo quanto debole era la sua voce.Raggiunsero la riva con un piccolo urto e Harry saltò fuori, quindi si girò rapidamente per aiutare Silente. Nel momento in cui Silente raggiunse la riva lasciò cadere la sua bacchetta; l'anello di fuoco sparì, ma gli Inferi non emersero ancora dall'acqua. La piccola barca affondò nell'acqua ancora una volta; un tintinnio e un rumore metallico, provenienti dalla catena che slittava nuovamente dentro il lago. Silente diede un grande sospiro e si è appoggiò contro la parete della caverna.“Sono debole...” disse.“Non si preoccupi, signore” disse Harry immediatamente, ansioso per l’estremo pallore diSilente e dalla sua aria esausta. “Non si preoccupi, la porterò indietro… Si appoggi su di me, signore…”E mettendo il braccio indenne di Silente intorno alle sue spalle, Harry guidò il suo preside indietro intorno al lago, sopportando la maggior parte del suo peso.“La protezione era… dopo tutto... ben progettata” disse Silente debolmente. “Uno solo non potrebbe farlo... bene, molto bene, Harry.... ““Non parli adesso” disse Harry, sentendo la voce di Silente affievolirsi, quanto i suoi piedicominciarono a trascinarsi. “Risparmi le energie, signore… Presto saremo fuori da qui…”“La porta ad arco sarà di nuovo sigillata…il mio coltello... ““Non c’è bisogno, mi sono tagliato sulle rocce” disse fermamente Harry. “Mi dica dove…”“qui…”Harry appoggiò il suo avambraccio anteriore sulla pietra: Avendo ricevuto il suo tributo di sangue, la porta ad arco si riaprì immediatamente. Attraversarono la caverna esterna ed Harry aiutò Silente nuovamente dentro l'acqua di mare ghiacciata che aveva riempito la fessura nella scogliera.“Sta andando tutto bene, signore” Harry disse ripetutamente, più preoccupato dal silenzio di Silente che dalla sua voce indebolita. “Ci siamo quasi... torneremo a casa insieme… Non si preoccupi…”“Non sono preoccupato, Harry,” disse Silente, la sua voce era leggermente più fortemalgrado l'acqua gelida. “Sono con te.”

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CAPITOLO VENTISETTE

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LA TORRE COLPITA DAL FULMINEUna volta tornati sotto il cielo stellato, Harry sollevò a fatica Silente in cima allo scoglio più vicino e poi lo alzò in piedi. Fradicio e tremante, con il peso di Silente ancora su di lui, Harry si concentrò come mai aveva fatto prima sulla sua destinazione: Hogsmeade. Gli occhi chiusi, il braccio di Silente afferrato più saldamente che poteva, avanzò in quella sensazione di orribile compressione.Sapeva che aveva funzionato ancor prima di riaprire gli occhi: l’odore di sale, la brezzamarina erano scomparsi. Lui e Silente erano tremanti e gocciolanti in mezzo della buia High Street a Hogsmeade. Per un terribile istante l’immaginazione di Harry gli mostrò altri Inferi avanzare lentamente verso di lui dai lati dei negozi, ma chiuse e riaprì gli occhi velocemente e vide che niente si stava muovendo; tutto era immobile, completamente buio tranne pochi lampioni e qualche luce accesa nelle finestre dei piani superiori.‘Ce l’abbiamo fatta, Professore!’ Bisbigliò Harry a fatica; aveva improvvisamente realizzato di avere un intenso dolore al torace. ‘Ce l’abbiamo fatta! Abbiamo l’Horcrux!’Silente barcollò contro di lui. Per un attimo, Harry pensò che la sua Smaterializzazione inesperta potesse aver sbilanciato Silente; poi vide, alla luce distante di un lampione, il suo viso estremamente pallido e sofferente.‘Signore, tutto bene?’‘Sono stato meglio,’ disse debolmente Silente, con gli angoli della bocca contratti. ‘Quellapozione... non era una bevanda salutare...’E con orrore di Harry, Silente precipitò a terra.‘Signore – va tutto bene, Signore, starà meglio, non si preoccupi –‘Si guardò disperatamente attorno in cerca d’aiuto, ma non c’era nessuno in vista e tuttoquello che riusciva a pensare era che doveva in qualche modo portare al più presto Silente nell’ infermeria.‘Dobbiamo arrivare su alla scuola, signore... Madama Chips...’‘No,’ disse Silente, ‘È del... Professor Piton che ho bisogno... Ma non penso... Di riuscire acamminare abbastanza per...’‘Giusto – signore, ascolti – andrò a bussare a una porta, a cercare un posto dove lei possa stare – poi correrò a prendere Madama –‘‘Severus,’ disse Silente chiaramente. ‘Ho bisogno di Severus...’‘D’accordo allora, Piton – ma dovrò lasciarla per un momento così potrò –‘

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Prima che Harry potesse muoversi, comunque, sentì dei passi di corsa. Il suo cuoresobbalzò: qualcuno aveva sentito, qualcuno sapeva che avevano bisogno di aiuto – eguardandosi attorno vide Madama Rosmerta precipitarsi giù per la strada buia verso di loro su un paio di vaporose ciabatte a tacco alto, con addosso una lunga vestaglia di seta con dragoni ricamati.‘Vi ho visti Materializzare mentre stavo tirando le tende del mio letto! Grazie al Cielo, grazie al Cielo, non sapevo cosa pensare – ma cos’ha che non va Albus?’Si interruppe, ansimando, e guardò in basso, con gli occhi spalancati, verso Silente.‘È ferito,’ disse Harry. ‘Madame Rosmerta, può farlo entrare ai Tre Manici di Scopa mentre vado su alla scuola a cercare aiuto?’‘Non puoi andare su da solo! Non ti sei accorto – non hai visto –?’‘Se mi aiuta a sorreggerlo,’ disse Harry senza ascoltarla, ‘penso che potremmo portarlodentro –‘‘Cos’è successo Rosmerta?’ chiese Silente. ‘Rosmerta, ‘cosa c’è che non va?’‘Il – il Marchio Nero, Albus.’E puntò al cielo, in direzione di Hogwarts.Il terrore invase Harry al suono di quelle parole... si girò e guardò.Era là, sospeso nel cielo sopra alla scuola: il fiammeggiante teschio verde con la lingua diserpente, il marchio che i Mangiamorte lasciavano davanti a un edificio ogni volta che cierano entrati... ogni volta che avevano ucciso...‘Quando è apparso?’ chiese Silente, la sua mano dolorosamente serrata sulla spalla di Harry nello sforzo di rimettersi in piedi.‘Deve esserci da pochi minuti, non c’era quando ho messo fuori il gatto, ma quando sonosalita al piano di sopra –‘‘Dobbiamo tornare al castello immediatamente,’ disse Silente.‘Rosmerta,’ e sebbene barcollasse leggermente, sembrò padroneggiare completamente lasituazione, ‘abbiamo bisogno di un mezzo di trasporto – scope –‘‘Ne ho un paio nel retro del bar,’ disse lei, molto spaventata. ‘Corro a prenderle –?’‘No, può farlo Harry.’Harry alzò immediatamente la sua bacchetta.‘Accio scope di Rosmerta.’Un secondo dopo sentirono un forte colpo come se la porta davanti del bar si fosseviolentemente spalancata; due scope erano schizzate fuori in strada e stavano gareggiando in direzione di Harry, dove si fermarono di colpo, fremendo leggermente, ad altezza del fianco.‘Rosmerta, per favore, manda un messaggio al Ministero,’ disse Silente appena montò sulla scopa a lui più vicina. ‘È probabile che nessuno ad Hogwarts si sia ancora accorto che qualcosa non va... Harry, mettiti il Mantello dell’Invisibilità.’Harry tirò fuori il Mantello dalla tasca e se lo gettò addosso prima di salire sulla scopa;Madame Rosmerta stava già barcollando indietro verso il pub quando Harry e Silentelasciarono il suolo e si alzarono in aria. Appena si affrettarono verso il castello, Harry lanciò un’occhiata di fianco a Silente, pronto ad afferrarlo se fosse caduto, ma la vista del Marchio Nero sembrava aver agito su Silente come uno stimolante: stava curvato giù sulla sua scopa, gli occhi fissi al Marchio, i lunghi capelli argentati e la barba che svolazzavano all’indietro nell’aria della notte. E anche Harry guardava avanti verso il teschio, con la paura che si gonfiava dentro di lui come una bolla, comprimendogli i polmoni, portando altre preoccupazioni nella sua mente.Quanto tempo erano stati via? Si era già esaurita la Fortuna di Ron, Hermione e Ginny]?Era per uno di loro che il Marchio era stato esposto sulla scuola, o per Neville, Luna o

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qualche altro membro dell’ES? E se era ... era lui quello che aveva chiesto loro di controllare i corridoi, di lasciare la sicurezza dei loro letti... sarebbe stato nuovamente responsabile per la morte di un amico?Quando volarono sopra al sentiero tortuoso dove erano passati prima a piedi, sopra al sibilo dell’aria notturna nelle sue orecchie, Harry sentì Silente parlottare ancora in una strana lingua.Egli pensò di aver capito il perchè, appena sentì la sua scopa vibrare un attimo quandovolarono sopra al muro di confine del giardino: Silente stava sciogliendo l’incantesimo che lui stesso aveva apposto attorno al castello, così che poterono entrare in velocità. Il Marchio Nero stava scintillando direttamente sopra alla Torre di Astronomia, la più alta del castello.Significava che là era stato commesso l’assassinio?Silente aveva già attraversato i bastioni smerlati e stava smontando; Harry atterrò al suofianco un secondo dopo e guardò attorno.I bastioni erano deserti. La porta della scala a chiocciola che conduceva dentro al castello era chiusa. Non c’erano segni di lotta, di una battaglia mortale, di un corpo.‘Cosa significa?’ Chiese Harry a Silente, guardando in su verso il verde teschio con la lingua a serpente che luccicava malignamente sopra di loro. ‘È il vero Marchio? Qualcuno è stato indubbiamente – Professore?’Nella debole luce verde emanata dal Marchio Harry vide Silente frizionarsi il torace con lamano annerita.‘Vai e sveglia Severus,’ disse Silente debolmente ma in maniera chiara.‘Digli cos’è successo e portalo da me. Non fare nient’alro, non parlare a nessun altro e non ti levare il Mantello. Io aspetterò qui.’‘Ma –‘‘Hai giurato di obbedirmi, Harry – vai!’Harry si affrettò alla porta che conduceva alla scala a chiocciola, ma la sua mano si eraappena chiusa sull’anello di ferro della porta quando sentì dei passi di corsa dall’altro lato. Si girò a guardare Silente che gli fece cenno di ritirarsi. Subito Harry indietreggiò sfoderando la sua bacchetta.La porta si spalancò violentemente e qualcuno ne irruppe gridando ‘Expelliarmus!’Il corpo di Harry diventò all’istante rigido e immobile e si sentì cadere all’indietro contro ilmuro della Torre, appoggiato come una statua instabile, incapace di muoversi o parlare. Non riusciva a capire cosa fosse successo – Expelliarmus non era un Incantesimo Congelante –Poi, alla luce del Marchio, vide la bacchetta di Silente volare in un arco sopra il bordo deibastioni e capì... Silente aveva silenziosamente immobilizzato Harry e il secondo che aveva speso per formulare l’incantesimo gli era costato l’opportunità di difendere sè stesso. In piedi contro i bastioni, bianchissimo in viso, Silente ancora non mostrava segni di panico o pena. Egli semplicemente guardò verso il suo disarmatore e disse, ‘Buonasera Draco.’Malfoy avanzò guardandosi velocemente attorno per controllare che lui e Silente fossero soli.I suoi occhi caddero sulla seconda scopa.‘Chi altro è qui?’‘Una domanda che potei porre a te. O stai agendo da solo?’Harry vide gli occhi pallidi di Malfoy spostarsi su Silente alla vivida luce verdastra delMarchio.‘No,’ disse. ‘Ho delle riserve. Ci sono dei Mangiamorte stanotte qui, nella sua scuola.’‘Bene, bene,’ disse Silente, come se Malfoy gli stesse illustrando un suo ambizioso progetto scolastico. ‘Molto, molto bene. Hai trovato un modo per farli entrare, vero?’

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‘Sì,’ disse Malfoy ansimando. ‘Proprio sotto il vostro naso e non ve ne siete mai accorto!’‘Ingegnoso,’ disse Silente. ‘Già... perdonami... dove sono ora? Sembri senza aiuto.’‘Hanno incontrato qualcuna delle vostre guardie. Stanno combattendo al piano di sotto. Non tarderanno a lungo... Sono venuto avanti. Io – io ho un lavoro da fare.’‘Bene, allora, dovresti andare avanti e farlo, mio caro ragazzo,’ disse Silente dolcemente.Ci fu silenzio. Harry era in piedi imprigionato nel suo stesso corpo invisibile, paralizzato, con gli occhi fissi ai due, con le orecchie tese ad ascoltare i suoni lontani della lotta deiMangiamorte e, di fronte a lui, Draco Malfoy che non faceva altro che fissare Silente che,incredibilmente, sorrideva.‘Draco, Draco, tu non sei un assassino.’‘Come fa a saperlo?’ disse Malfoy ad un tratto.Sembrò capire quanto erano suonate infantili quelle parole; Harry lo vide arrossire nella luce verde del Marchio.‘Non sa di cosa sono capace’ disse Malfoy con più vigore, ‘non sa cosa ho fatto!’‘Oh sì, lo so,’ disse Silente dolcemente. ‘Hai quasi ucciso Katie Bell e Ronald Weasley. Haicercato, con crescente disperazione, di uccidermi durante tutto l’anno. Perdonami Draco, ma sono stati tentativi deboli... così deboli che mi chiedo se ci hai messo veramente il cuore...’‘Certo!’ disse Malfoy con veemenza. ‘Ci ho lavorato tutto l’anno e stasera –‘Da qualche parte nelle profondità sottostanti al castello Harry udì un urlo soffocato. Malfoy si irrigidì e diede una rapida occhiata oltre la sua spalla.‘Qualcuno sta intraprendendo un buon combattimento,’ disse Silente confidenzialmente. ‘Ma stavi dicendo... sì, hai organizzato di far entrare i Mangiamorte nella mia scuola che,ammetto, pensavo fosse impossibile... come hai fatto?’Ma Malfoy non disse nulla; stava ancora ascoltando cosa stava succedendo di sotto esembrava altrettanto paralizzato di Harry.‘Forse dovresti portare avanti il tuo compito da solo.’ Suggerì Silente. ‘Cosa succederebbe se i tuoi rinforzi fossero stati neutralizzati dalle mie guardie? Come avrai forse intuito, ci sono anche membri dell’Ordine della Fenice qui stanotte. E dopotutto, tu non hai veramente bisogno di aiuto... non ho bacchetta al momento... non posso difendermi.’Malfoy lo fissava solamente.‘Vedo,’ disse Silente gentilmente, mentre Malfoy nè si muoveva, nè parlava. ‘Hai paura diagire prima che ti raggiungano.’‘Non ho paura!’ ringhiò Malfoy, sebbene non avesse ancora fatto niente per aggredireSilente. ‘È lei che dovrebbe avere paura!’‘Ma perchè? Non credo che mi ucciderai, Draco. Uccidere non è così facile come puòpensare l’ innocente... quindi dimmi, mentre aspettiamo i tuoi amici... come li hai introdotti qui? Sembra che abbia occupato molto del tuo tempo escogitare il modo.’Sembrava che Malfoy stesse lottando con il bisogno di urlare o vomitare. Deglutì e fecediversi profondi respiri fissando Silente, puntandogli la bacchetta direttamente al cuore. Poi, come se potesse essere d’aiuto a se stesso, disse ‘Ho dovuto riparare quell’ArmadioSvanitore rotto che nessuno ha usato per anni. Quello in cui si era perso Montague lo scorso anno.’‘Aaaah.’Il sospiro di Silente fu quasi un gemito. Chiuse gli occhi per un momento.‘È stato intelligente... sono una coppia, vero?’

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‘L’altro è da Magie Sinister,’ disse Malfoy, ‘creano una specie di passaggio fra di loro. Montague mi ha detto che quando fu spinto in quello di Hogwarts, restò intrappolato in un limbo ma qualche volta poteva sentire cosa stava succedendo a scuola, e qualche volta cosa succedeva nel negozio, come se l’Armadio stesse viaggiando fra i due posti, ma non poteva farsi sentire da nessuno... alla fine è riuscito ad Materializzarsi fuori, sebbene non fosse mai riuscito a passare il test. Quasi morì nel farlo. Tutti pensarono che fosse veramente una buona storia, ma io sono stato l’unico a capire cosa significasse – neanche Sinister lo sapeva – sono l’unico che ha dedotto che poteva esserci un passaggio per Hogwarts attraverso gli armadi se avessi aggiustato quello rotto.’‘Molto bene,’ mormorò Silente. ‘Così i Mangiamorte sono riusciti a passare da Magie Sinistre all’interno della scuola per aiutarti... un piano ingegnoso... e, come hai detto, proprio sotto almio naso...’‘Sì,’ disse Malfoy che, stranamente, sembrava trarre coraggio e conforto dall’elogio di Silente.‘Sì, lo è stato!’‘Ma ci sono state volte,’ Silente continuò, ‘vero, quando non eri sicuro che saresti riuscito a riparare l’Armadio? E sei ricorso a misure grossolane e mal giudicate come mandarmi una collana maledetta che è arrivata nelle mani sbagliate... avvelenando l’ idromele del quale c’era solo un’esile possibilità che io potessi bere...’‘Sì, bene, non ha ancora capito chi c’era dietro a quella bevanda, vero?’ sogghignò Malfoy,mentre Silente scivolava un po’ più in giù contro i bastioni, la forza delle gambe affievolita, e Harry faceva inutilmente violenti sforzi muti, per ribellarsi all’incantesimo che lo tratteneva.‘In verità, sì,’ disse silente. ‘Ero sicuro che fossi tu.’‘Perchè non mi ha fermato, allora?’ chiese con impertinenza Malfoy.‘Ho provato, Draco. Il Professor Piton ti ha tenuto d’occhio su mia richiesta –‘‘Non stava eseguendo i suoi ordini, ha promesso a mia madre –‘‘Naturalmente è quello che ha dovuto dirti, Draco, ma –‘‘Fa il doppio gioco, tu vecchio stupido, non stava lavorando per te, te l’ha solo fatto credere!’‘Abbiamo opinioni differenti, Draco. Si dà il caso che io creda al Professor Piton –‘‘Bene, sta perdendo il controllo della situazione, allora! ringhiò Malfoy. ‘Mi ha offerto tutto il suo aiuto – volendo tutta la gloria per sè – volendo una piccola parte di azione – “Cosa stai facendo? Hai usato la collana, è stato stupido, avrebbe potuto far scoprire tutto –“ Ma non gli ho detto cosa stavo facendo nellaStanza delle Necessità, si sveglierà domattina e sarà tutto fatto e lui non sarà mai più ilfavorito dell’Oscuro Signore, non sarà niente paragonato a me, niente!’‘Molto gratificante,’ disse Silente gentilmente. ‘Amiamo tutti essere apprezzati per il nostro duro lavoro, naturalmente... ma dovresti avere avuto un complice, tuttavia ... qualcuno a Hogsmeade, qualcuno capace di rifilare a Katie la – la – aaaah...’Silente chiuse nuovamente gli occhi e scosse la testa, come se stesse per addormentarsi.‘... naturalmente... Rosmerta. Per quanto è stata sotto l’Incantesimo Imperius?’‘Ci sei arrivato alla fine, vero?’ schernì Malfoy.Ci fu un altro urlo da sotto, persino più forte dell’ultimo. Malfoy guardò di nuovonervosamente al di sopra della sua spalla e poi ancora Silente, che continuò, ‘Così la povera Rosmerta fu costretta a restare nascosta nel suo bagno e a passare la collana al primo studente di Hogwarts che fosse entrato da solo nella stanza? E l’idromele avvelenato... bene, naturalmente Rosmerta riuscì ad avvelenarlo per te prima di mandare la bottiglia a Slughorn, credendo che sarebbe stato il regalo di Natale per me... sì, molto abile... molto abile... il povero signor Gazza non avrebbe ovviamente mai pensato di controllare una bottiglia di Rosmerta... dimmi, come sei rimasto in

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contatto con Rosmerta? Pensavo che tutti i mezzi di comunicazione da e per la scuola fossero sotto controllo.’‘Monete incantate,’ disse Malfoy come se fosse costretto a continuare a parlare, sebbene la sua bacchetta stesse tremando malamente. ‘Io ne avevo una e lei l’altre e potevo mandarle messaggi –‘‘Non è quello il metodo di comunicazione segreto che il gruppo chiamato “Esercito di Silente” ha adottato lo scorso anno?’ chiese Silente. La sua voce era lieve e informale, ma Harry lo vide scivolare un paio di centimetri più in basso lungo il muro mentre lo diceva.‘Sì, ho preso l’idea da loro,’ disse Malfoy con un sorriso distorto. ‘ho preso anche l’idea diavvelenare l’idromele dalla mezzosangue Granger, quando l’ho sentita dire in biblioteca che Gazza non distingue le pozioni...’‘Ti prego di non usare quella parola offensiva davanti a me,’ disse Silente.Malfoy ruppe in una crudele risata.‘ti preoccupi di sentirmi dire “Mezzosangue” quando sto per ucciderti?’‘Sì, certo,’ disse Silente, e Harry vide i suoi piedi scivolare leggermente sul pavimento mentre lottava per restare dritto. ‘Ma per essere in procinto di uccidermi, Draco, hai avuto parecchi minuti. Siamo completamente soli. Io sono più indifeso di quanto mai avessi sognato di trovarmi, e ancora non hai agito...’La bocca di Malfoy si contrasse involontariamente, come se avesse assaggiato qualcosa dimolto amaro.‘Ora, a proposito di stanotte,’ Continuò Silente, ‘Sono un po’ confuso su cosa sia accaduto... sapevi che avrei lasciato la scuola? Ma naturalmente,’ rispose alla sua stessa domanda, ‘Rosmerta mi ha visto partire, ti ha informato usando le tue ingegnose monete, sono sicuro...’‘Corretto,’ disse Malfoy. ‘Ma ha detto che eravate uscito solo per una bevuta, che sarestetornato...’‘Beh, effettivamente ho fatto una bella bevuta... e sono ritornato... fino a un certo punto, ma senza soddisfazione,’ mormorò Silente. ‘Così hai deciso di improvvisarmi una trappola?’‘Abbiamo deciso di mettere il Marchio Nero sopra la Torre e costringervi a precipitarvi qui per vedere chi era stato ucciso,’ disse Malfoy. ‘E ha funzionato!’‘Beh... sì e no...’ disse Silente. ‘Ma posso dire che nessuno è stato ucciso?’‘Qualcuno è morto,’ disse Malfoy e la sua voce sembrò salire di un’ottava appena lo disse.‘Uno dei vostri... non so chi, era buio... ho scavalcato il corpo... ero tenuto ad aspettare ilvostro rientro quassù, ma il vostro gruppo della Fenice è accorso...’‘Sì, lo hanno fatto,’ disse Silente.Ci fu un colpo e grida da sotto, più forti che mai; risuonò come se persone stesserocombattendo nella stessa scala a chiocciola che portava dove Silente, Malfoy ed Harry sitrovavano, e il cuore di Harry tuonò silenzioso nel suo invisibile petto... qualcuno era morto... Malfoy aveva scavalcato il corpo... ma chi era?‘C’è poco tempo, una strada o l’altra,’ disse Silente. Discutiamo le tue possibilità, Draco.’‘Le mie possibilità!’ disse Malfoy ad alta voce. ‘Sto qui con una bacchetta – sto per ucciderti –‘‘Mio caro ragazzo, non abbiamo più false intenzioni di questa. Se avessi voluto uccidermi, l’avresti fatto subito dopo avermi Disarmato, non ti saresti fermato per questa piacevole conversazione sui modi e i mezzi.’‘Non ho scelta!’ disse Malfoy, e divenne improvvisamente pallido come Silente. ‘Devo farlo! Mi ucciderà! Ucciderà la mia intera famiglia !’

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‘Comprendo la difficoltà della tua posizione,’ disse Silente. ‘Perchè altrimenti credi che non ti abbia affrontato finora? Perchè sapevo che saresti stato ucciso se Lord Voldemort avesse capito che sospettavo di te.’Malfoy trasalì al suono di quel nome.Non ho osato parlarti della missione di cui sapevo ti aveva incaricato, in caso usasse laLegilimanzia contro di te,’ continuò Silente. ‘Ma ora almeno possiamo parlarci francamente... nessun danno è stato fatto, tu non hai ferito nessuno, sebbene sei stato molto fortunato che le tue involontarie vittime sono sopravvissute... io posso aiutarti, Draco.’‘No, non può,’ disse Malfoy, con la mano che reggeva la bacchetta sempre più tremante.‘Nessuno può aiutarmi. Mi ha detto di farlo o mi ucciderà. Non ho scelta.’‘Passa dal lato giusto, Draco, e possiamo nasconderti come neanche puoi immaginare.Inoltre, posso mandare membri dell’Ordine da tua madre stanotte e nasconderla allo stesso modo. Tuo padre al momento è al sicuro ad Azkaban... quando verrà il tempo potremo proteggere anche lui... passa dal lato giusto, Draco... non sei un assassino...’Malfoy fissò Silente.‘Ma sono arrivato lontano, no?’ disse lentamente. ‘Loro pensavano che sarei morto neitentativi, ma sono qui... e tu sei in mio potere... io sono quello con la bacchetta... dipendi dalla mia pietà...’‘No Draco,’ disse Silente calmo. ‘È la mia pietà, e non la tua, che importa ora.’Malfoy non parlava. La sua bocca era aperta, la mano della bacchetta ancora tremante.Harry pensò che l’avrebbe lasciata cadere in una frazione –Ma improvvisamente si udirono passi tuonare su per le scale e un attimo dopo Malfoy fusballottato di lato appena quattro persone vestite di nero irruppero violentemente dalla porta sui bastioni. Ancora paralizzato, con gli occhi fissi e spalancati, Harry guardò con terrore i quattro stranieri: a quanto pareva i Mangiamorte avevano vinto la battaglia al piano di sotto. Un uomo bitorzoluto con uno strano e asimmetrico sguardo maligno fece una stupida risata asmatica. ‘Silente all’angolo!’ disse, e si girò verso una piccola donna tarchiata che poteva essere sua sorella e che stava sorridendo impaziente. ‘Silente disarmato, Silente da solo! Ben fatto, Draco, ben fatto!’‘Buona sera, Amycus,’ disse Silente tranquillo, come se stesse dando il benvenuto all’uomo per un tè. ‘E hai portato anche Alecto... affascinante...’La donna diede una piccola risata rabbiosa.‘Pensi che le tue battutine ti aiuteranno sul letto di morte, dunque?’ schernì lei.‘Battute? No, no, questa è buona educazione,’ rispose Silente.‘Fallo,’ disse lo straniero in piedi più vicino ad Harry, un uomo grande, alto e magro, concapelli grigi ingarbugliati e baffi i cui vestiti neri da Mangiamorte sembravanoscomodamente stretti. Aveva una voce come mai Harry aveva sentito: sembrava uno stridulo latrato. Emanava un un forte odore che Harry sentì come un miscuglio di sporco, sudore e, inequivocabilmente, di sangue. Le sue mani sporche avevano lunghe unghie giallastre.‘Sei tu, Fenrir?’ chiese Silente.‘Esatto,’ stridette l’altro. ‘Sei lieto di vedermi, Silente?’‘No, non posso dire di essere...’Fenrir Greyback rise spalancando la bocca e mostrando i denti aguzzi. Del sangue gli gocciolò sul mento e si leccò le labbra lentamente, oscenamente.‘Ma sai quanto mi piacciono i bambini, Silente.’‘Devo dedurre che stai attaccando anche senza la luna piena, ora? Questo è veramenteinusuale... hai sviluppato un gusto per la carne umana che non può saziarti solo una volta al mese?’‘Esatto,’ disse Greyback. ‘Ti sciocca questo, Silente? Ti spaventa?’

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‘Beh, non posso pretendere di non esserne un po’ disgustato,’ disse Silente. ‘E sì, sono un po’ scioccato che Draco qui, abbia invitato voi, di tutte le persone, nella scuola dove vivono i suoi amici...’‘Non l’ho fatto,’ disse Malfoy con un filo di voce. Non stava guardando Greyback; sembrava non volergli dare neanche un’occhiata. ‘Non sapevo che sarebbe venuto –‘‘Non volevo perdermi una gita a Hogwarts, Silente,’ stridette Greyback. ‘Non quando ci sono gole da squarciare... deliziose, deliziose...’E sollevò l’unghia giallastra di un dito e si picchiettò i denti davanti, guardandomaliziosamente Silente.‘Potrei farmi te per dessert, Silente...’‘No,’ disse il quarto Mangiamorte aspramente. Aveva un viso pesante, brutale. ‘Abbiamoricevuto ordini precisi. Deve farlo Draco. Ora Draco, veloce.’Malfoy stava mostrando meno risolutezza che mai. Sembrava terrorizzato e fissava il volto di Silente che era pallidissimo e persino più basso del solito, perchè era scivolato più giù lungo il muro del bastione.‘Non ne ha per molto su questo mondo comunque, per me!’ disse l’uomo asimmetrico conl’accompagnamento dei risolini asmatici di sua sorella. ‘Guardalo – cosa ti è successo, Silly?’‘Oh, minor resistenza, riflessi più lenti, Amycus,’ disse Silente. ‘L’età, in breve... un giorno, forse, succederà anche a te... se sei fortunato...’‘Cosa vuoi dire, eh, cosa vuoi dire?’ sbraitò il Mangiamorte, improvvisamente violento. ‘Sei sempre lo stesso, Silly, parli parli e non fai niente, niente, non so neanche perchè l’Oscuro Signore si preoccupi di ucciderti! Andiamo Draco, fallo!’Ma in quel momento arrivarono altri suoni di lotta dal basso e una voce gridò, ‘Hannobloccato le scale – Reducto! REDUCTO!’Il cuore di Harry ebbe un tuffo: allora quei quattro non avevano eliminato tutta la resistenza, ma semplicemente ripiegato verso la cima della Torre e, da quel che si sentiva, creato una barriera dietro di loro –‘Ora, Draco, rapido!’ disse rabbiosamente l’uomo con la faccia brutale.Ma la mano di Malfoy stava tremando così malamente che poteva appena mirare.‘Lo farò io,’ ringhiò Grayback muovendosi verso Silente, con le mani tese, i denti scoperti.‘Ho detto di no!’ gridò l’uomo con la faccia brutale; ci fu un bagliore di luce e il lupo mannaro fu scagliato lontano; colpì i bastioni e barcollò, con aria furiosa. Il cuore di Harry stava battendo così forte che gli sembrava impossibile che nessuno potesse avvertire che lui era lì, imprigionato dall’incantesimo di Silente – se solo si fosse potuto muovere, avrebbe potuto lanciare un incantesimo da sotto il Mantello –‘Draco, fallo o fatti da parte così che uno di noi –‘ stridette la donna, ma in quel precisomomento la porta dei bastioni si spalancò ancora una volta e mostrò Piton, la bacchettastretta in mano; i suoi occhi neri esaminarono la scena, da Silente caduto contro al muro, ai quattro Mangiamorte, incluso il rabbioso lupo mannaro, a Malfoy.‘Abbiamo un problema, Piton,’ disse il bitorzoluto Amycus, i cui occhi e la bacchetta erano ugualmente fissi su Silente, ‘il ragazzo sembra non essere in grado –‘Ma qualcun’altro aveva pronunciato il nome di Piton, del tutto dolcemente.‘Severus...’Il suono spaventò Harry al di sopra di tutto quello che aveva vissuto quella sera. Per la prima volta, Silente stava implorando.Piton non disse nulla, ma avanzò e spinse Malfoy rudemente da parte. I tre Mangiamorte si ritrassero senza una parola. Persino il lupo mannaro sembrò intimidito.Piton guardò per un attimo Silente e ci furono ripugnanza e odio incisi nei lineamenti duri del suo volto.‘Severus... per favore...’Piton alzò la bacchetta e la puntò direttamente a Silente.‘Avada Kedavra!’

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Un fascio di luce verde scaturì dalla punta della bacchetta di Piton e colpì Silente dritto al petto. L’urlo di orrore di Harry non lo lasciò mai; silenzioso e immobile, fu costretto a vedere come Silente fu lanciato in aria: per una frazione di secondo sembrò sospeso al di sotto del teschio scintillante, poi cadde lentamente all’indietro, come una grossa bambola di pezza, oltre i bastioni e fuori dalla vista.

CAPITOLO VENTOTTO

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FUGA DEL PRINCIPEHarry sentiva di potersi muovere ed uscire allo scoperto; ma non accadde… non potevasuccedere..."Via di qui, veloci" disse Piton.Afferrò Malfoy da dierto il colletto e trascinò attraverso la porta prima degli altri; Greyback ed i traccagnotti fratello e sorella lo seguirono, ansimando dall’eccitazione. Mentre sparivano attraverso la porta, Harry realizzò che poteva muoversi di nuovo. La cosa che lo stava tenento paralizzato contro la parete era non magico, ma orrore e lo shock. Gettò il mantello dell’invisibilità da parte come se volesse fronteggiare un Mangiamorte, ultimo stava lasciando la porte superiore della torre, stava sparendo attraverso la porta."Petrificus Totalus!"Il Mangiamorte si inarcò come se colpito nella parte posteriore con qualche cosa di solido e cadde a terra, rigido come una statua di cera, ma aveva colpito a mala pena il pavimento quando Harry gli passò sopra le corse giù per le buie scale.Il terrore si squarciò via dal cuore di Harry... Doveva recuperare Silente e doveva catturare Piton.... Le due cose erano collegate in qualche modo... Poteva invertirle, l’importante era averle entrambe... Silente non poteva morire...Saltò gli ultimi dieci gradini della scala a spirale e si arrestò per poi indietreggiare dove era atterrato, con la sua bacchetta alzata. Una debole luce illuminava il corridoio polveroso; la metà del soffitto sembrava essere crollata; e una battaglia stava infuriando davanti a lui, ma proprio mentre tentava di capire chi stavano combattendo con chi, sentì il grido odiato di una voce, "finito, è ora di andare!" era Piton che si muoveva in avanti e spariva dietro un angolo all'estremità lontana del corridoio; lui e Malfoy sembravano usciti dal combattimento illesi. Harry si gettò dietro di loro, uno dei combattenti si staccò dalle macerie e si voltò verso di lui: era il lupo mannaro, Fenrir. Era sopra Harry prima che Harry potesse alzare la sua bacchetta: Harry cadde indietro, con i sudici capelli che gli coprivano il volto, il puzzo di sudore e di sangue che riempiva il suo naso e bocca, e l’alito bramoso e caldo sulla sua gola…"Petrificus Totalus!"Harry senti crollare Fenrir contro di lui; con uno sforzo portentoso spinse il lupomannarolontano da lui sul pavimento mentre un getto di luce verde era in volo verso lui; si tuffò ecorse, a testa bassa, nella lotta. I suoi piedi vennero a contatto con qualche cosa di molle e sdrucciolevole sul pavimento ed inciampò: C’erano due corpi distesi, capovolti in una pozza di sangue, ma non c’era tempo per stare a guardare. Harry ora vide

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svolazzare dei capelli rossi oltre le fiamme li davanti: Ginny aveva ingaggiato un combattimento con unMangiamorte, Amycus, che stava gettando incantesimi dopo incantesimi su di lei mentreschivava: Amycus stava ridendo scioccamente, sembrava divertirsi: "Crucio… Crucio… non potrete ballare per sempre, carina…""Impedimenta!" urlò Harry.Il suo incantesimo colpì Amycus al torace: diede uno squittio piagnucolante di dolore, è fu scaraventato dalla parte opposta, e scivolò in basso e cadde a terra dietro Ron, laprofessoressa McGranitt e Lupin, ciascuno di loro stava combattendo con un Mangiamorte. Oltre loro, Harry vide Tonks combattere un mago biondo enorme che stava lanciandomalefici in tutte le direzioni, in modo che rimbalzassero sulle pareti, sgretolando le pietre,frantumando la finestra più vicina…"Harry, da dove arrivi?" strillo Ginny, ma non c’era tempo per risponderle. Abbassò la testa e corse in avanti, con difficoltà evitando gli scoppi che eruttavano sopra di lui, coprendosi di detriti. Piton non doveva fuggire, lui doveva catturare Piton…"Prenda quello!" gridò la professoressa McGranitt, e Harry intravide una Mangiamorte,Alecto, correre giù per il corridoio le braccia sopra la testa, dietro sulla sua destra il fratello. Si lanciò verso di loro ma il suo piede fu imprigionato, in un momento si trovava disteso. Si guardò intorno, vide Neville pallido, con la faccia contro il pavimento. "Neville, sei tu…?""Certo…" mormorò Neville, che si stava tenendo fortemente lo stomaco, "Harry…Piton eMalfoy… sono passati correndo”"Lo so, sono sulle loro tracce!" disse Harry, lanciando un incantesimo dal pavimento alMangiamorte enorme biondo che stava causando la maggior parte del caos. L'uomo diede un urlo di dolore mentre veniva colpito in faccia: Girò intorno, vacillò ed allora si diresse nella stessa direzione del fratello e sorella. Harry si alzò di scatto dal pavimento e cominciò a correre lungo il corridoio, ignorando gli scoppi e le urla che provenivano da dietro, e della figure a terra di cui non conosceva ancora il destino…Girò intorno l’angolo, Piton aveva in immensovantaggio. Era possibile che fosse già entrato nella cabina dell’armadio nella Stanza delleNecessità, o aveva avuto l'ordine di assicurarsi, di evitare ai Mangiamorte di ritirarsi da quella parte? Non sentiva nulla se non soltanto il battere di peso dei suoi piedi, il proprio cuore martellante mentre correva lungo il seguente corridoio vuoto, ma allora localizzò un'orma sanguinante che mostrava che almeno uno dei Mangiamorte era fuggito verso le porte anteriori… forse la Stanza delle Necessita effettivamente era stato ostruita… girò intorno ad un altro angolo e un maleficio volò oltre di lui; si tuffò dietro un’armatura che esplose. Vide il fratello e la sorella che correvano giù per la scala di marmo li avanti e lanciò una fattura contro di loro, ma colpì soltanto la parrucca di un ritratto sul pianerottolo, che fece stridere i dipinti vicini. Poichè saltò i rottami dell'armatura, Harry sentì più grida e gridi; la gente all'interno del castello sembrava svegliarsi…Svoltò verso una scorciatoia, sperando di sorpassare il fratello e la sorella e circondare Piton e Malfoy, che dovevano aver raggiunto certamente il parco ormai. Ricordandosi di saltare il gradino che spariva che era a metà strada giù per la scala celata, ricomparve attraverso una tappezzeria nella parte inferiore e fuori in un corridoio in cui un certo numero di Tassorosso confusi ed in pigiama era in piedi."Harry! Abbiamo sentito un rumore e qualcuno ha detto qualcosa sul Marchio Nero… "cominciò Ernie Macmillan."Andate via!" urlò Harry, sbattendo due ragazzi da parte e correndo via per il resto della scala di marmo. Le porte di quercia anteriori erano state aperto, fatte saltare, c’erano sbavature di sangue sulle pietre del lastrico e parecchi allievi terrorizzati si erano alzati in piedi e rannicciati contro le pareti, uno o due cercavano di calmarsi

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stando rannicchiati con le loro braccia sopra le loro facce. La clessidra gigante dei Grifondoro era stata colpita da un maleficio ed i rubini che erano dentro stavano cadendo, con un forte crepitio, sul lastricato lì sotto. Harry volò attraverso il corridoio dell’entrata e fuori nell’oscurità: Era appena fuori e vide tre figure correre attraverso il prato, dirigersi verso i cancelli oltre avrebbero potuto Smaterializzarsi… guardò verso di loro, l’enorme Mangiamorte biondo, e più avanti, Piton e Malfoy… L'aria fredda della notte lacerava i polmoni di Harry come avrebbe fatto lui con loro; vide un flash di luce arrivare dove era un istante prima. Non sapeva cosa fosse ma continuò a correre, non era ancora abbastanza vicino per scagliare una maledizione… Altri flash, urla, vendicatori getti di luce che Harry non capiva: Hagrid era emerso dalla sua baracca e stava provando a fermare i Mangiamorte che cercavano di uscire e benchè ogni respiro sembrava tagliuzzare i suoi polmoni ed infiammare il torace, Harry accelerò come insofferente alla voce nella sua testa che diceva: non Hagrid… non anche Hagrid…Qualcosa afferrò duramente una piccola parte posteriore di Harry che cadde in avanti, la sua faccia sbattè per terra, il sangue usciva da entrambe le narici: Lo sapeva, si capovolse, con la sua bacchetta pronta, erano il fratello e la sorella, che aveva sorpassato usando la sua scorciatoia, adesso erano dietro di lui…"Impedimenta!" urlò mentre faceva una capriola, rannicchiandosi li vicino sulla terra scura ed il suo incantesimo li colpì miracolosamente, infatti inciamparono e caddero, uno sopra l’altro; Harry saltò in piedi e rincorse Piton. Ed ora vide il profilo ampio di Hagrid, schiarito dalla lucedella mezzaluna che era sbucata improvvisamente da dietro le nubi; il Mangiamorte biondo stava lanciando malefici su malefici sul guardiacaccia; ma la resistenza immensa di Hagrid data dalla pelle indurita che aveva ereditato dalla sua gigantesca madre sembrava proteggerlo. Piton e Malfoy, tuttavia, stavano ancora correndo; presto sarebbero stati oltre i cancelli, in grado di Smaterializzarsi…Harry passò oltre Hagrid ed il suo avversario, mirò contro la schiena di Piton ed urlò,"Stupeficium!"Lo mancò; un getto di luce rossa passò oltre la testa di Piton; Piton gridò, "Corri, Draco!"e si girò. C’erano quasi venti metri tra lui ed Harry si guardarono prima di alzare le bacchette simultaneamente. "Cruc…"Ma Piton schivò la maledizione, buttandolo indietro prima che Harry potesse completarlo;Harry si girò e fu di nuovo per terra mentre il Mangiamorte enorme dietro lui urlava,"Incendio!"Harry sentì uno scoppio esplosivo e una luce arancione brillare sopra tutti: La casa di Hagrid era in fiamme."Thor è dentro là, sei un diavolo…!" rombò Hagrid."Cruc…” urlò Harry per la seconda volta, mirando la figura avanti illuminata dalle fiamme, maPiton bloccò di nuovo la formula magica. Harry potè vederlo ridere."Nessun Maledizione Senza Perdono da te, Potter!" gridò da oltre le fiamme, delle urla diHagrid e del guaire selvaggio Thor. "Non hai avuto i nervi o l’abilità… ""Incarc-" ruggì Harry, ma Piton deviò la formula magica con un colpetto quasi pigro del suo braccio."Combatti!" gridò Harry. "Combatti codardo…""Codardo, come mi hai chiamato, Potter?" gridò Piton. "Tuo padre non mi avrebbe maiattaccato se non fossero stati almeno in quattro contro uno, come lo chiameresti, vorreisaperlo?" "Stupe…""Bloccherò ancora e ancora e ancora fino a che non imparerai a mantenere la tuabocca e la tua mente chiusa, Potter!" disse ghignando Piton, deviando il maleficio ancora una volta. "Adesso andiamo!" gridò al Mangiamorte enorme dietro Harry. "E’ ora diandare, prima che il Ministero se ne accorga…"

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"Impedi…"Ma prima che potesse finire questo incantesimo, un atroce dolore colpì Harry; si rotolònell'erba. Qualcuno stava gridando, fu sicuro di morire con questa agonia, Piton lo stavatorturando fino alla morte o alla pazzia…"No!" ruggì Piton ed il dolore si arresto improvvisamente come aveva cominciato; Harry era rannicchiato sull'erba scura, stringendo la sua bacchetta ed ansimante; in qualche luogo Piton stava gridando, "Avete dimenticato i nostri ordini? Potter appartiene al Signore Oscuro… dobbiamo lasciarlo! Andiamo! Andiamo!"Harry con la faccia a terra vide il fratello e la sorella ed il Mangiamorte enorme obbedire,correndo verso i cancelli. Harry lanciò un urlo inarticolato pieno di collera: In quanto istante, non si preoccupava se fosse ancora vivo o morto. Si tirò in piedi ancora, vacillò ciecamente verso Piton, l'uomo che ora odiava tanto come odiava Voldemort "Sectum…"Piton diede un colpo secco con la bacchetta ed il maleficio venne respinto ancora una volta; ma Harry ora era perfettamente in piedi e poteva vedere chiaramente la faccia di Piton alla fine: Non era più beffardo o denigratorio; le fiamme ardenti mostravano una faccia piena di collera. Radunando tutto il suo potere di concentrazione, Harry pensò, Lev…"No, Potter!" urlò Piton. Ci fu uno Scoppio forte e Harry fu scaraventato in aria, colpendo duramente a terra ancora, questa volta la sua bacchetta gli scivolò dalla mano. Poteva sentire Hagrid che urlava e Thor che ululava chiuso dentro e Piton osservava la sua situazione, senza bacchetta e senza difese come lo era stato Silente. La faccia pallida di Piton, illuminata dalla baracca ardente, si inondò di odio come lo era stata prima chemaledicesse Silente."Come osi usare i miei malefici contro di me, Potter? Sono io che li ho inventati… Io, ilPrincipe Mezzosangue! E tu usi le mie invenzioni contro di me, ripugnante come tuopadre? Non penso… no"Harry si era tuffato per prendere la sua bacchetta; Piton lanciò un incantesimo su di essa e la allontanò lontano nelle tenebre."Allora uccidimi" ansimò Harry, che non aveva nessun timore, ma soltanto collera edisprezzo. "Uccidimi, fallo tu, vigliacco…""NON…" gridò Piton e la sua faccia era improvvisamente degenerata, inumana, come sefosse stesse per gridare dal dolore, ululando come il cane attaccato nella casa in fiammedietro loro… "NON CHIAMARMI CODARDO!"E diede un forte colpo in aria: Harry sentì qualcosa di incandescente, flagellarlo in faccia e fù sbattuto indietro in terra. Puntini incandescenti di luce apparvero davanti i suoi occhi e per un momento tutto il suo respiro sembrava fosse uscito dal suo corpo, allora sentì lo sbattere di ali sopra lui , qualche cosa di enormie che oscurava le stelle. Fierobecco planò su Piton, che vacillò indietro come gli artigli taglienti come rasoi furono su di lui. Harry era riuscito a mettersi seduto, con la sua testa piena di vertigini a causa dell’ultimo contatto con la terra, Vide correre duramente Piton, con una bestia enorme che si agitava dietro lui stridendo, Harry non lo aveva sentito mai stridere…Harry lottò per rimettersi in piedi, osservando intorno, barcollante, cercando la sua bacchetta, sperando di dare ancora alll'inseguimento, ma proprio mentre le sue dita cercavano nell'erba,scartando i ramoscelli, capì che sarebbe stato troppo tardi, una volta ritrovata la suabacchetta, si girò per vedere soltanto l’ippogrifo circondare i cancelli. Piton era stao attento nello Smaterializzarsi appena oltre i confini della scuola. "Hagrid," mormorò Harry, ancora barcollando, osservandosi intorno. "HAGRID?"Inciampò nel tragitto verso la casa in fiamme mentre una figura enorme emerse dalle fiamme trasportando Thor sulle spalle. Con lacrime piene di gratitudine, Harry si

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affondo sulle ginocchia; stava agitando in ogni parte del corpo, gli faceva male dappertutto ed il suo respiroera diventato come delle pugnalate dolorose."Ehi tutto bene, Harry? Ehi tutto bene? Rispondimi, Harry…”Hagrid con la sua enorme faccia pelosa stava sopra Harry, oscurando le stelle. Harry potè sentire l'odore dei peli bruciati del cane e di legno; mise una mano su Thor e sentìfelicemente che era caldo, vivo e tremante."Sto bene" ansimò Harry. "Sei tu?" "Certo sono io… ci vuole altro per finirmi"Hagrid mise le sue mani sotto le braccia di Harry e lo ha alzò con tale forza che i piedi diHarry momentaneamente lasciarono terra prima che Hagrid lo mettesse diritto. Poteva vedere il sangue che gocciola giù dalla guancia di Hagrid da un taglio profondo sotto un occhio, che si stava gonfiando velocemente."Dovremmo spegnere la tua casa" disse Harry, "L’incantesimo 'Aguamenti '...""Sapevo che era quello" borbottò Hagrid e sollevò l'ombrello a fiori bruciacchiato e disse"Aguamenti!"Un getto di acqua comparve dalla punta dell'ombrello. Harry alzò il suo braccio con labacchetta, che sembrava avere volontà e mormorò "Aguamenti" : Insieme, lui e Hagridversarono l'acqua sulla casa fino ad estinguere l'ultima fiamma."Non è andata malissimo " disse Hagrid poco dopo, guardando il naufragio fumante. "Nulla che Silente non possa mettere a posto…”Harry sentì un bruciore nello stomaco al suono di quel nome. Nel silenzio e nella tranquillità, l'orrore aumentava all'interno di lui."Hagrid ...""Stavo legando una coppia di Archistriscianti quando ho sentito era tuttocominciato" disse Hagrid tristemente, fissando la capanna in fumo. "Hanno bruciato tutto capisci, tutte le cose..”"Hagrid…”"Ma che cosa è accaduto, Harry? Ho appena visto correre giù dal castelle dei Mangiamorte,ma che cosa diavolo ci faceva Piton con loro? Dov’è andato… era con loro?""lui…” Harry schiarì la voce; aveva la gola secca dal panico e dal fumo. "Hagrid, lui haucciso…”"Ucciso?" disse Hagrid fortemente, guardando giù Harry. "Piton ha ucciso? Ehi di cosa stai parlando, Harry?""Silente" disse Harry. "Piton ha ucciso… Silente."Hagrid lo guardò semplicemente, quel po’ della sua faccia che si riusciva a vedere eracompletamente bianca ed inespressiva."Cosa Silente, Harry?""E’ morto. Piton lo ha ucciso....""Non dire questo" disse approssimativamente Hagrid. "Piton che uccide Silente… nonessere stupido, Harry. Come fai a dirlo?""lo l’ho visto.""No non puoi""lo ho visto, Hagrid."Hagrid agitò la testa; la sua espressione era quella di un uomo che non voleva credere ma era comprensivo, e Harry sapeva che Hagrid pensasse che avesse ricevuto un colpo in testa, che era confuso, forse per l’effetto di un incantesimo…"Qualche cosa deve essere successo, Silente ha detto a Piton di andare con i Mangiamorte"Hagrid disse con fiducia. "Suppongo che è convinto a mantenere la sua copertura. Guarda, tornerà a scuola. Andiamo, Harry.... "Harry non tentò di discutere o spiegare. Ancora si stava agitando incontrollabilmente. Hagrid avrebbe scoperto abbastanza presto, troppo presto... Si diressero indietro verso il castello, Harry vide che molte delle finestre ora erano illuminate. Poteva

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immaginare, chiaramente, le scene delle persone che si muovevano da stanza a stanza, dicendosi che i Mangiamorte fossero entrati, che il Marchio stava luccicando sopra Hogwarts, che qualcuno doveva essere morto…Le porte di quercia anteriori si aprono davanti loro, ci fù un inondazione di luce sulla strada e sul prato. Lentamente, ed in modo esitante, della persone vestite con delle toghe si stava trascinando lentamente giù dai gradini, osservando nervosamente intorno per cercare tracce di Mangiamorte che erano fuggiti nella notte. Gli occhi di Harry, tuttavia, erano fissi a terra ai piedi della torre più alta. Immaginava che potesse vedere una nera, massa accalcata sull’erba, benchè fosse realmente troppo lontano per vedere qualche cosa. Proprio mentre fissava senza parole quel posto in cui pensava trovarsi il corpo di Silente, vide tuttavia che le persone iniziavano a muoversi verso esso."Cosa guardano?" disse Hagrid, come lui e Harry si avvicinarono alla parte anteriore del castello, con Thor che li seguiva da vicino quasi a toccargli le caviglie. "Cosa guardanonell’erba?" aggiunse accuratamente Hagrid, dirigendosi ora verso la base della torre diastronomia, in cui una piccola folla si era radunata. "Vedi, Harry? Giusto ai piedi della torre? Sotto dove il Marchio…. . . accidenti… pensi che qualcuno si è gettato?"Hagrid cadde in silenzio, il pensiero apparentemente era troppo orribile per esprimerlo ad alta voce. Harry camminava accanto lui, combattendo contro i dolori che sentiva in faccia e sulle gambe in cui i vari malefici dell’ultima mezz’ora lo avevano colpito, comunque in un senso stranamente separato, come se qualcuno vicino lui stesse soffrendoli. La cosa reale ed inevitabile era la sensazione di pressione terribile nel suo torace…Lui e Hagrid si mossero, come in un sogno, attraverso la folla mormorante verso la parteanteriore, dove gli allievi e gli insegnanti stupiti avevano lasciato un varco.Harry sentì Hagrid gemere dal dolore e dallo shock, ma non si era fermato; camminòlentamente in avanti fino a che non raggiungessero il posto in cui Silente era disteso erannicchiato da un lato. Sapeva che non ci fosse speranza ma non era ancora pronto per vederlo qui: il mago più grande che Harry ha avuto mai, mai incontrato.Gli occhi di Silente erano chiusi; ma per la stana posizione delle sue braccia e delle gambe, sembrava che dormisse. Harry lo raggiunse, raddrizzo gli occhiali a mezzaluna sul naso curvo e pulì una goccia di sangue dalla bocca con la sua manica. Allora guardò giù verso la vecchia faccia saggia e provò ad assorbire l’enorme ed incomprensibile verità: Silente non gliavrebbe più parlato, ne lo avrebbe più aiutato. la folla mormorava dietro Harry. Dopo un lasso di tempo che gli sembrò molto lungo, diventò cosciente che era inginocchiato su qualcosa di duro e guardò giù. Il medaglione che erano riusciti a rubare tante ore prima era caduto dalla tasca di Silente. Si era aperto, forse dovuto alla forza con cui ha colpito terra. Ed anche se non potesse ritenere di sentire più shock o orrore o tristezza che aveva già, Harry seppe, dopo che lo prese, che c’era qualcosa di sbagliato…Fece girare il medaglione nelle sue mani. Non era grande come il medaglione che siricordava di aver visto nel Pensatoio, non c’era traccia di simboli o marchi, nessuna Sl’ornava come marchio che supponeva l’appartenenza a Serpeverde. Inoltre, c’erauna parte interna dov’era nascosto un pezzo di pergamena come nei portaritratti. Automaticamente, senza realmente pensare a che cosa stava facendo, Harry estrasse il frammento di pergamena, lo apri su di esso e lesse alla luce delle molte bacchette che ora erano stavano illuminando dietro lui:

Al Signore Oscuro So che sarò morto molto prima che Voi leggiate queste parole,

ma voglio che sappiate che sono stato io a scoprire il vostro segreto. Ho rubato il vero Horcrux e intendo distruggerlo prima possibile.

Affronto la morte nella speranza che quando Voi incontrerete il vostro degno avversario,

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Sarete nuovamente mortale. R.A.B.

Harry non conosceva nè si preoccupò di che cosa il messaggio dicesse. Soltanto una cosaaveva importanza: Questo non era un Horcrux. Silente si era indebolito bevendo quellapozione terribile per niente. Harry sgualcì la pergamena nella mano, i suoi occhi bruciavano come se fossero lacerati. Cominciò a ululare come Thor dietro di lui.

CAPITOLO VENTINOVE

IL LAMENTO DELLA FENICE“Andiamo, Harry…”“No.”“Non puoi mica stare qui, Harry...Vieni adesso, su...”“No.”Non voleva lasciare solo Silente, non voleva andare da nessuna parte. La mano di Hagridtremava sulla sua spalla. Poi sentì un'altra “Dai, Harry”.Una mano molto più piccola e calda si era infilata nella sua, e lo stava tirando via. Obbedì a quella stretta senza neanche pensarci. Solo mentre camminava alla cieca attraverso la folla sentì un odore vagamente floreale e si rese conto che era Ginny che lo stava portando di nuovo al castello. Voci incomprensibili lo raggiunsero,singhiozzi, urla e lamenti squarciavano la notte,ma Harry e Ginny continuarono a camminare,

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ritornando all'entrata del castello. Molti volti si pararono davanti ad Harry, le persone lo guardavano, mormorando tra loro,e i rubini di Grifondoro scintillavano come fossero gocce di sangue,mentre si facevano strada verso le scale di marmo.“Stiamo andando in infermeria” disse Ginny“Non sono ferito!” disse Harry“Ordini della McGranitt” replicò Ginny “Sono tutti lì: Ron ed Hermione e Lupin e tutti gli altri”Un moto di paura pervase nuovamente il petto di Harry. Aveva scordato le figure inerti che si era lasciato alle spalle.“Ginny, chi altro è morto?”“Non preoccuparti, nessuno di noi...”“Ma il Marchio Nero. Malfoy ha detto di aver inciampato sopra un corpo…”“Era Bill, ma non preoccuparti, è vivo!”Ma qualcosa nel tono di quella voce, non lasciò presagire ad Harry niente di buono.“Sei sicura?”“Certo che sono sicura, lui è... siamo solo un po’ apprensivi, tutto qui. Greyback l'haaggredito. Madama Chips dice che... dice che il suo aspetto non sarà più lo stesso.”La voce di Ginny tremò leggermente.“Non sappiamo ancora quali saranno gli altri effetti… beh sai, Greyback è un lupo mannaro, ma non era trasformato…”“Ma gli altri… c'erano altri corpi sul pavimento...”“Neville è in infermeria, ma madama Chips pensa che si riprenderà completamente e ilprofessor Vitious è stato atterrato ma sta bene, è solo un po’ traballante. Insisteva per andare a controllare la situazione dei Corvonero. Ed è morto un Mangiamorte, colpito da una Maledizione Senza Perdono che un tipo biondo enorme lanciava ovunque… Harry, se non avessimo avuto la tua pozione Felix Felicis, credo che saremmo tutti morti, invece sembrava che gli incantesimi semplicemente ci mancassero.”Arrivarono all'infermeria, e spingendo le porte, Harry vide Neville: era disteso su un lettovicino alla porta, apparentemente addormentato. Ron, Hermione, Luna, Tonks e Lupin erano tutti intorno ad un altro letto in fondo alla stanza. All'aprirsi della porta tutti guardarono verso di lui. Hermione corse verso Harry e lo abbracciò .Anche Lupin si mosse verso di lui, con uno sguardo ansioso.“Stai bene Harry?”“Io sto bene... Come sta Bill?”Nessuno rispose. Harry guardò al di sopra della spalla di Hermione, e vide l'irriconoscibile faccia di Bill distesa sul cuscino, così mal ridotta e così ferita da sembrare grottesca. Madama Chips stava curando le ferite con un unguento verde dall’odore aspro. Harry si ricordò di come Piton avesse curato facilmente con la bacchetta le ferite di Malfoy provocate dal Sectumsempra.“Non può sistemarle con un incantesimo?” chiese all’ infermiera.“Nessun incantesimo funzionerà con queste.” Disse Madama Chips. “Ho provato con tutto quello che conosco, ma non c'è cura per i morsi di un lupo mannaro”.“Ma non è stato morso durante la luna piena” disse Ron, fissando il fratello come se potesse essere curato solo guardandolo. “Greyback non era trasformato,quindi sicuramente Bill non sarà un vero..”?Guardò incerto verso Lupin.“No, non credo che Bill sarà un vero lupo mannaro.” Disse Lupin. “Ma non vuol dire che non ci potranno essere contaminazioni. Quelle sono ferite maledette. Non guariscono maicompletamente, e Bill… Bill potrebbe avere qualche caratteristica dei lupi d'ora in poi.”“Silente potrebbe conoscere qualcosa che funzioni, comunque.” disse Ron “Dov'è? Bill hacombattuto quei pazzi su suo ordine. Silente lo sa, non può lasciarlo in questo stato.”“Ron... Silente è morto.” disse Ginny.

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“No!” gridò Lupin spostando il suo sguardo da Ginny ad Harry, sperando che lui potessecontraddirla, ma quando Harry non lo fece, Lupin si lascio cadere su una sedia vicino al letto di Bill, le mani sulla faccia. Harry non aveva mai visto Lupin perdere il controllo; si sentiva come se stesse guardando qualcosa di privato, o di indecoroso. Voltandosi incrociò gli occhi di Ron, uno sguardo silenzioso fra i due confermò quello che Ginny aveva detto.“Come è morto?” chiese Tonks “Come è successo?”“Piton l'ha ucciso.” Disse Harry “Ero lì, l'ho visto. Siamo tornati alla Torre di Astronomiaperchè era lì il Marchio Nero… Silente stava male, era debole, ma credo che avesse capitoche era una trappola nel momento in cui abbiamo sentito dei passi salire le scale. Mi haimmobilizzato. Non ho potuto fare nulla, ero sotto il mantello dell'Invisibilità… poi Malfoy è arrivato e l'ha disarmato.”Hermione portò le mani alla bocca, mentre Ron gemette. La bocca di Luna tremò.“...altri Mangiamorte stavano arrivando,e poi Piton, Piton l'ha fatto. L'Avada Kedavra.” Harry non potè andare avanti.Madama Chips scoppiò in lacrime. Nessuno le prestò attenzione, tranne Ginny che bisbigliò“Shh.. Ascolti!”Singhiozzando, Madama Chips premette le mani sulla sua bocca, con gli occhi spalancati. Da qualche parte fuori nell'oscurità, una fenice stava cantando in un modo che Harry non aveva mai sentito prima: un lamento strozzato di una bellezza spaventosa. Ed Harry avvertì, come aveva già sentito in precedenza durante il canto della fenice, che la musica non era all’esterno, ma dentro di lui: era il suo stesso dolore, magicamente trasformato in musica, che echeggiava nei cortili e attraverso le finestre del castello. Da quanto tempo fossero lì, in piedi ad ascoltare, non avrebbe saputo dirlo; né sapeva perchè la sofferenza sembrava calmarsi ascoltando il suono del loro dolore, ma sembrò che fosse passato molto tempo quando le porte si aprirono e la professoressa McGranitt entrò nella stanza. Come tutti gli altri, portava i segni della battaglia. C'erano graffi sulla sua faccia, e i suoi vestiti erano strappati.“Molly e Artur stanno arrivando” disse, e l’ incanto della musica si ruppe: ognuno di loro si risvegliò come da un trance, qualcuno si voltò nuovamente verso Bill, qualcun altro si asciugò le lacrime scuotendo la testa.“Harry, cos'è successo? Secondo quello che dice Hagrid tu eri con Silente quando lui…quando è successo. Hagrid dice che il Professor Piton è coinvolto in qualche...”“Piton ha ucciso Silente” disse Harry.Lei lo guardò per qualche istante poi oscillò pericolosamente; Madama Chips, che sembrava essersi ripresa, corse in avanti, creò una sedia dal nulla e poi la spinse sotto la McGranitt.“Piton.” ripetè la McGranitt, cadendo debolmente sulla sedia “Noi ci siamo sempre chiesti... ma lui si è sempre fidato... Piton… Non posso crederci”“Piton era un Occlumante esperto,” disse Lupin, la sua voce stranamente dura “lo sapevamo tutti...”“Ma Silente ci giurò che stava dalla nostra parte!” bisbigliò Tonks, disperata “Ho semprecreduto che sapesse qualcosa di Piton che noi non sapevamo”“Ci ha sempre fatto capire che aveva un’ottima ragione per fidarsi di Piton.” borbottò laprofessoressa Mcgranitt, asciugandosi gli occhi con un fazzoletto “...voglio dire, con ilpassato di Piton, le persone erano restie a crederci… ma Silente mi ha detto esplicitamente che il cambiamento di Piton era genuino... Non voleva sentire nulla contro di lui..!””Mi piacerebbe sapere cosa può avergli detto Piton per convincerlo.” Disse Tonks.“Io lo so” disse Harry, e tutti si voltarono a guardarlo.

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“Piton ha passato a Voldemort le informazioni che gli hanno permesso di scovare mia madre e mio padre. Dopo averlo fatto, Piton ha detto a Silente che solo allora si rendeva conto dicosa aveva fatto e che era davvero dispiaciuto. Dispiaciuto che fossero morti”.“E Silente gli ha creduto?” chiese Lupin incredulo. “Silente ha creduto che Piton fossedispiaciuto per la morte di James? Ma Piton odiava James…”“E per giunta pensava che mia madre non valesse niente” disse Harry “perché erafiglia di babbani.. ‘sangue sporco’ la chiamava…”Nessuno chiese a Harry come sapesse tutto questo. Tutti sembravano troppo scioccati,tentando di capire che ciò che stava accadendo era reale.”“E’ tutta colpa mia.” disse all’improvviso la professoressa McGranitt. Sembrava disorientata, stava torcendo il fazzoletto bagnato che teneva in mano. “E’ colpa mia. Io ho mandato Filius a chiamare Piton stanotte, io gli ho chiesto andare a dirgli che doveva venire perchéavevamo bisogno di aiuto. Se non avessi avvertito Piton di cosa stava accadendo nonavrebbe potuto unire le sue forze a quelle dei Mangiamorte. Non penso sapesse che eranoqui prima che Filius glielo dicesse, non penso sapesse che stavano arrivando.”“Non è colpa tua Minerva” disse fermamente Lupin. “Noi tutti desideravamo aiuto ed eravamo felici di pensare che Piton stesse per fare qualcosa”.“Quindi quando Piton è arrivato al combattimento si è schierato dalla parte deiMangiamorte?” chiese Harry, che voleva ogni dettaglio sulla doppiezza e sull’infamia di Piton per poter collezionare il maggior numero di motivi possibile per odiarlo, e che giurava solennemente vendetta.“Non so esattamente cosa è avvenuto” disse distrattamente la professoressa McGranitt “E’ tutto così confuso… Silente ci aveva detto che doveva lasciare la scuola per qualche ora e che dovevamo pattugliare i corridoi, per scrupolo, nel caso… Remus, Bill e Ninfadora ci hanno raggiunto… e così noi stavamo facendo la ronda. Tutto sembrava tranquillo. Ogni passaggio segreto fuori dalla scuola era coperto. Sapevamo che nessuno poteva arrivare in volo. Potenti incantesimi erano stati fatti ad ogni ingresso del castello. Ancora non so rendermi conto di come abbiano potuto entrare i Mangiamorte…”“Lo so io” disse Harry, e raccontò brevemente la storia dei due armadi svanitori e delpassaggio magico che formano.“Quindi sono entrati dalla Stanza delle Necessità”.Sebbene contro la propria volontà, dette un’occhiata in direzione di Ron ed Hermione chesembravano entrambi distrutti.“Ho mandato tutto a monte, Harry” disse Ron desolato. “Abbiamo fatto come ci avevi detto: abbiamo controllato sulla Mappa del Malandrino e non abbiamo trovato Malfoy; abbiamo quindi pensato che fosse nella Stanza delle Necessità, e io Ginny e Neville siamo andati a dare un’occhiata… ma Malfoy ci è sfuggito.”“E’ uscito dalla stanza circa un’ora dopo che avevamo iniziato a tenerlo d’occhio” disse Ginny “Era da solo e stava stringendo quel disgustoso braccio raggrinzito”“La sua Mano della Gloria” disse Ron. “fa luce solo al suo possessore, ti ricordi?”“In ogni caso” continuò Ginny, “ deve aver controllato se i corridoi erano liberi per permettere ai Mangiamorte di uscire perché nel momento in cui ci ha visti ha gettato qualcosa per aria e tutto è diventato nero”“La Polvere Peruviana dell’Oscurità Istantanea” Disse Ron amaramente. “L’hanno inventata Fred e Gorge. Credo che dovrò scambiare quattro chiacchiere con loro sulle persone a cui vendono i loro prodotti.”“Le abbiamo provate tutte – Lumus, Incendio”, disse Ginny. Niente riusciva a penetrarel’oscurità; tutto quello che potevamo fare era andare a tastoni fuori dal corridoio, e nelfrattempo sentivamo delle persone correre dietro di noi. Ovviamente Malfoy ci vedeva per via di quella cosa, di quella mano e stava guidando gli altri, ma noi non potevamo

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lanciare nessun incantesimo o altro per paura di colpirci l’un l’altro, e non appena abbiamo raggiunto un corridoio illuminato, erano già andati.”“Per fortuna,” disse Lupin con voce fioca, “Ron, Ginny e Neville sono corsi immediatamente da noi e ci hanno detto quel che stava succedendo. Abbiamo trovato i Mangiamorte pochi minuti dopo, si stavano dirigendo verso la Torre di Astronomia. Malfoy ovviamente non si aspettava di incontrare altre persone; in ogni caso pare avesse finito la sua scorta di Polvere dell’Oscurità. Lo scontro scoppiò, loro si sparpagliavano e noi gli davamo la caccia. Uno di loro, Gibbon, scappò in direzione delle scale della Torre.”“Per creare il Marchio Nero?” chiese Harry.“Deve averlo fatto, sì, devono averlo concordato prima di lasciare la Stanza delle Necessità” disse Lupin. “Ma non penso che a Gibbon piacesse l’idea di aspettare da solo il ritorno di Silente perché tornò indietro di corsa per ributtarsi nella mischia quando venne colpito da una maledizione mortale che mi aveva appena mancato.”“Allora, se Ron stava tenendo d’occhio la stanza delle necessità con Ginny e Neville,” disse Harry, voltandosi verso Hermione, “tu eri -?”“Fuori dall’ufficio di Piton, sì” sussurrò Hermione, i suoi occhi erano bagnati di lacrime, “con Luna. Abbiamo girato là attorno per anni e non è successo niente… non sapevamo cosa stesse succedendo al piano di sopra, Ron aveva preso la Mappa del Malandrino… era circa mezzanotte quando il professor Vitious scese nel sottosuolo alla massima velocità. Stava gridando qualcosa sui Mangiamorte nel castello, non penso che abbia prestato attenzione al fatto che io e Luna eravamo là, stava correndo a più non posso verso l’ufficio di Piton e l’abbiamo sentito dire che Piton doveva tornare subito indietro con lui per dare una mano e poi abbiamo sentito un rumore sordo e Piton è uscito di corsa dal suo ufficio e ci ha visto e… -”“E cosa?” la incalzò Harry“Sono stata così stupida, Harry!” Disse Hermione in un acuto sussurro. “Ci aveva detto che il professor Vitious era crollato e che noi dovevamo entrare e prenderci cura di lui mentre lui – mentre lui sarebbe andato a dare una mano per combattere i Mangiamorte”Si coprì il volto con le mani per la vergogna e continuò a parlare, la sua voce era smorzata dalle mani. “Entrammo nel suo ufficio per vedere se potevamo aiutare il professor Vitious e lo trovammo privo di coscienza riverso sul pavimento… e.. oh! E’ così ovvio adesso. Piton deve aver stordito il professor Vitious, ma noi non l’abbiamo capito e lo abbiamo lasciato scappare!”“Non è colpa vostra” disse fermamente Lupin “Se non aveste fatto quello che Piton vi aveva detto e non vi foste tolte di mezzo, Piton avrebbe probabilmente ucciso sia te che Luna”.“E quindi ha salito le scale”, disse Harry che nella sua mente vedeva Piton salire le scale di marmo con il mantello nero che, come sempre, svolazzava dietro di lui, mentre teneva la bacchetta pronta sotto il mantello “e ha trovato il posto dove si svolgeva lo scontro”“Eravamo nei guai, stavamo perdendo” disse Tonks a bassa voce “Gibbon era caduto, ma gli altri Mangiamorte erano pronti a combattere fino all’ultimo sangue. Neville era stato ferito. Bill era stato attaccato da Greyback… c’era buio dappertutto… gli incantesimi volavano da ogni parte, Malfoy era sparito, credo fosse sgattaiolato sulla Torre di Astronomia, molti di loro lo seguirono, ma uno di loro aveva bloccato l’ingresso della torre con un incantesimo. Neville che aveva provato ad entrare di corsa, venne sbalzato in aria.“Nessuno di noi era in grado di accedere alla Torre, e tutti quei Mangiamorte stavano tirando incantesimi ovunque, gli incantesimi rimbalzavano sul muro e ci mancavano per un pelo. “E quindi Piton era là” disse Tonks “e quindi lui non era…”“L’ho visto che correva verso di noi, ma quell’enorme Mangiamorte mi ha mancato con unincantesimo per un soffio e dopo che l’ho schivato ne ho perso ogni traccia.”

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“Ho visto che correva dritto attraverso la barriera di incantesimi come se la barriera non ci fosse.” Disse Lupin. “Ho provato a seguirlo ma sono stato sbalzato in aria come Neville…”“Doveva conoscere un incantesimo che noi non conoscevamo” mormorò la professoressaMcGranitt. “Dopotutto lui era l’insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure… Ho dato perscontato che avesse fretta di inseguire il Mangiamorte che era scappato sulla Torre”“Aveva fretta di seguirli… ma per aiutarli non per fermarli” disse furente Harry “Eprobabilmente avresti dovuto avere il Marchio Nero per poter passare quella barriera. Poi? Cosa è successo quando è sceso?”“Beh… quell’enorme Mangiamorte aveva appena lanciato un incantesimo che aveva causato il crollo di mezzo soffitto, e che aveva anche rotto l’incantesimo che impediva il passaggio verso le scale” disse Lupin “Siamo tutti corsi avanti –o quantomeno tutti quelli fra noi che si reggevano in piedi- quando abbiamo visto Piton arrivare col ragazzo. Ovviamente nessuno di noi li ha attaccati”“Li abbiamo semplicemtne fatti passare” disse Tonks con voce cupa. “pensavamo fosseroinseguiti dai Mangiamorte – e, oltretutto, gli altri Mangiamorte e Grayback erano tornati e stavano di nuovo attaccandoci. Penso di aver sentito Piton gridare qualcosa, ma non saprei dire cosa”“E’ finita” disse Harry “Ha gridato ‘è finita’. Aveva fatto quello che doveva fare”Tutti fecero silenzio. Il lamento di Fanny stava ancora risuonando là fuori nell’oscurità. Come la musica che riecheggiava nell’aria, una musica non richiesta e non gradita così come i pensieri che si fecero spazio nella mente di Harry… avevano già raccolto il corpo di Silente dai piedi della Torre? Cosa gli sarebbe successo? Dove l’avrebbero sepolto? Chiuse rabbiosamente i pugni nelle sue tasche. Poteva sentire la piccola massa informe del falso Horcrux contro le nocche della sua mano destra.La porta dell’infermeria venne aperta, facendoli saltare tutti: il signore e la signora Weasley stavano percorrendo di gran carriera la sala, Fleur era appena dietro di loro, il suo splendido volto terrorizzato.“Molly, Artur” Disse la professoressa McGranitt, alzandosi e correndo loro incontro. “Sono così dispiaciuta…”“Bill” sussurrò la signora Weasley, superando velocemente la professoressa McGranitt non appena intravide il volto straziato di Bill. “Oh, Bill!”Lupin e Tonks si alzarono in fretta si spostarono in modo che il signore e la signora Weasley potessero avvicinarsi al letto. La signora Weasley si chinò sopra suo figlio e poggiò le labbra sulla sua fronte insanguinata.“Hai detto che Greyback lo ha attaccato?” chiese il signor Weasley alla professoressaMcGranitt. “Ma non si era trasformato? Cosa può significare questo? Cosa accadrò a Bill?”“Non lo sappiamo ancora” rispose la professoressa McGranitt guardando Lupin in cerca di aiuto.“Ci saranno probabilmente alcune ripercussioni su di lui, Artur” disse Lupin. “E’ un caso raro, forse unico… non sappiamo in cosa il suo aspetto potrebbe cambiare quando si sveglierà…”La signora Weasley prese in mano l’unguento maleodorante da Madama Chips e cominciò a medicare essa stessa le ferite di Bill.“E Silente…” chiese il signor Weasley “Minerva, è vero? Davvero lui è…”Come la professoressa McGranitt annuì, Harry sentì Ginny muoversi accanto a lui e laguardò. I suoi occhi leggermente chiusi stavano seguendo Fleur, che fissava Bill conun’espressione attonita dipinta sulla sua faccia.“Silente se n’è andato” mormorò il signor Weasley, ma la signora Weasley aveva occhi solo per il suo figlio maggiore; iniziò a singhiozzare mentre le lacrime le scendevano sul volto mutilato di Bill.

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“Certamente non è importante il suo aspetto… non è real.. non è realmente importante, ma era un così bel r.. un così bel ragazzo… è sempre stato bello, lui… e stava per sposarsi!”“Cosa intonde dire con questo?” la interruppe Fleur, quasi urlando “Cosa intonde con ‘stava per sposarsi’?”La signora Weasley alzò il viso bagnato di lacrime e la guardò allarmata.“Beh.. solo che…”“Lei pensa che Bill non vollia sposarmi più?”“No, non è questo che int..”“Perché lo farà!” Disse Fleur, raddrizzandosi e scostandosi dal volto i suoi lunghi e argentei capelli. “Sci vuole ben altro che un lupo mannaro perché Bill smatta di amarmi!”“Beh.. sì, sono sicura” disse la signora Weasley, “ma pensavo che forse, dato che.. dato che lui…”“Lei pensa che io non vollia più sposarlo? O forse lo spera?” disse Fleur tirando su col naso.“Cosa mi importa del suo aspotto? Sono abbastanza bella per tutti e due, penso! Questescicatrici dimostrano che il mio marito è coraggioso! E io lo sposerò!” Aggiunse fieramente facendo spostare la signora Weasley e medicando Bill al posto suo.”La signora Weasley indietreggiò sbattendo contro suo marito e guardò stupita Fleur cheripuliva le ferite di Bill. Nessuno disse niente; Harry non si mosse. Come tutti gli altri, stava aspettando che esplodesse.“La nostra prozia Muriel” disse la signora Weasley dopo una lunga pausa, “ha un diadema molto bello –fatto dai goblin- e sono sicura di riuscire a convincerla a prestartelo per le nozze. Lei è innamorata di Bill, sai?, e sarà veramente delizioso fra i tuoi capelli!”“Grazie” rispose Fleur ancora un po’ rigida, “sono sicura che sarà splendido!”Dopodichè – Harry non non saprebbe dire come avvenne- le due donne stavano piangendo l’una nelle braccia dell’altra. Completamente disorientato, si voltò attorno chiedendosi se ilmondo intero stesse impazzendo.:. Ron sembrava stordito come Harry e Ginny ed Hermione guardavano l’un l’altra allarmate.“Vedi?” Disse una voce tesa. Tonks stava guardando in cagnesco Lupin. “Lei vuole ancorasposarlo, anche se è stato morso! A lei non importa!”“E’ diverso” disse Lupin, muovendo appena le labbra e diventando improvvisamente nervoso.“Bill non sarà mai un vero e proprio lupo mannaro. I due casi sono completamente..”“Ma nemmeno a me importa! Non mi importa!” disse Tonks afferrando e tirando il vestito di Lupin “Te l’ho detto un milione di volte…”Il significato del patronus di Tonks, ed i suoi capelli color topo, ed il motivo per cui era andata di corsa a cercare Silente come aveva sentito la voce che qualcuno era stato attaccato da Greyback, tutto diventò immediatamente chiaro ad Harry; non era Sirus la persona di cui Tonks era innamorata dopotutto…“E io ti ho detto un milione di volte” disse Lupin guardando il pavimento per non incrociare il suo sguardo “che io sono troppo vecchio per te, troppo povero e… troppo pericoloso”“Rischi di diventare ridicolo Remus con queste scuse” disse la signora Weasley con unsorriso appena accennato da sopra le spalle di Fleur mentre le dava piccole pacche sullaschiena.“Non sono ridicolo” ribattè Lupin con fermezza. “Tonks merita qualcuno sano e giovane”

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“Ma lei vuole te” disse il signor Weasley, sorridendo “E, dopo tutto Remus, gli uomini sani e giovani non necessariamente rimangono tali” Disse indicando suo figlio, che giaceva in mezzo a loro.“Non è questo il momento di discuterne” disse Lupin, evitando di guardare chiunque negli occhi “Silente è morto…”“Silente sarebbe stato più felice di chiunque altro se avesse pensato che c’è un po’ più diamore al mondo” tagliò corto la professoressa McGranitt, quando la porta dell’infermeria si aprì nuovamente ed entrò Hagrid.La piccola porzione della sua faccia non coperta da capelli o barba era gonfia e bagnata;stava piangendo a dirotto con un grosso fazzoletto in mano.“Io… l’ho fatto Professoressa” disse con voce strozzata “Ce l’ho spostato. La ProfessoressaSprite ha riportato i ragazzi a letto. Il professor Vitious non si è ancora ripreso tutto, ma dice che starà bene fra breve e il professor Slughorn dice che il Ministro è stato informato”.“Grazie Hagrid” disse la professoressa McGranitt alzandosi di scatto e continuando aguardare il gruppetto attorno al letto di Bill.“Dovrò vedere il Ministro appena arriverà qui. Hagrid, per favore, comunica ai capi delle case, Slughorn può rappresentare i Serpeverde, che desidero vederli immediatamente nel mio ufficio.E mi piacerebbe che anche tu ti unissi a noi”.Come Hagrid annuì, si voltò e uscì nuovamente dalla stanza, lei si rivolse ad Harry: “Prima che arrivi il Ministro ho bisogno di scambiare quattro chiacchiere con te. Se vuoi seguirmi...”Harry si alzò, mormorò a Ron, Ginny ed Hermione “Ci vediamo fra poco” e seguì laProfessoressa McGranitt fuori dalla stanza. I corridoi erano deserti e silenziosi; l’unico suono che si percepiva era il lontano canto della fenice. Ad Harry servirono diversi minuti per realizzare che non si stavano dirigendo verso l’ufficio della professoressa McGranitt ma verso l’ufficio di Silente, e qualche altro secondo per realizzare che, ovviamente, lei era stata la vice Preside… e quindi che adesso era la nuova Preside… e quindi che la stanza dietro i gargoyle era adesso il suo ufficio.In silenzio salirono le scale ed entrarono nell’ufficio circolare. Non sapeva cosa aspettarsi:che la stanza fosse drappeggiata di nero, forse; o che il corpo di Silente fosse stato adagiato là. In realtà l’ufficio sembrava esattamente come lo avevano lasciato lui e Silente qualche ora prima: gli strumenti d’argento ronzavano e sbuffavano sui loro tavoli dalle gambe affusolate, la spada di Griffondoro stava scintillando alla luce della luna nella sua custodia di vetro, il cappello parlante era su un panchetto dietro il tavolo. Ma il trespolo sul quale stava appollaiata Fanny era vuoto. Si sentiva ancora il suo pianto arrivare da lontano. Ed un nuovo ritratto si era aggiunto alla sfilza di ritratti dei presidi di Hogwarts…Silente stava sonnecchiando in un quadro dorato sopra il tavolo, coi suoi occhiali amezzaluna posati sul suo vecchio naso. Sembrava calmo e sereno.Dopo un rapido sguardo al ritratto, la professoressa McGranitt fece un brusco movimento, come se si fosse intirizzita tutto insieme e girando intorno al tavolo guardò Harry con il volto teso e segnato.“Harry, vorrei sapere cosa stavate facendo tu ed il professor Silente questo pomeriggioquando avete lasciato la scuola”“Non posso dirglielo Professoressa”. Disse Harry. Si era aspettato la domanda ed avevapreparato la risposta. Erano proprio in quella stanza quando Silente gli disse di non rivelare a nessuno, ad eccezione di Ron ed Hermione, i contenuti delle loro lezioni private.“Harry, potrebbe essere importante” Disse la professoressa McGranitt.

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“Lo è, e molto.” Disse Harry. “ Ma lui non voleva che ne parlassi con nessuno.”La professoressa McGranitt lo fulminò con lo sguardo“Potter” (Harry notò che lo aveva chiamato per cognome) “Alla luce della morte del professor Silente, penso tu debba capire che la situazione è cambiata in qualche modo…”“Non penso” disse Harry facendo spallucce. “Il professor Silente non mi ha detto di smettere di eseguire i suoi ordini nel caso in cui fosse morto”.“Ma…”“C’è una cosa che dovrebbe sapere prima che il Ministro arrivi penso. Madama Rosmerta è sotto la maledizione Imperius, stava aiutando Malfoy e i Mangiamorte. Questo spiega lacollana e l’idromele avvelenato.”“Rosmerta?” disse incredula la professoressa McGranitt, ma prima che potesse continuare, bussarono alla porta dietro di loro; la professoressa Sprite, il professor Vitious ed il professor Slughorn entrarono nella stanza, seguiti da Hagrid, che stava ancora piangendo copiosamente e tremando tutto per il dolore.“Piton!” esclamò Slughorn, che fra tutti era il più scosso, il più bianco ed il più sudato. “Piton! Gli ho insegnato io! Pensavo di conoscerlo!”Ma prima che chiunque altro potesse rispondergli, una voce tagliente si levò dall’alto di muro: un mago dal volto pallido e dalla frangetta corta e nera era appena rientrato nel suo quadro vuoto.“Minerva, il Ministro sarà qui fra pochi secondi, si è appena Smaterializzato dal Ministero”“Grazie, Everard”, disse la professoressa McGranitt, e si voltò rapidamente verso gli altriinsegnanti.“Voglio parlare di ciò che succederà ad Hogwarts prima che arrivi qua”, disse velocemente.“Personalmente, non ritengo che la scuola debba riaprire l’anno prossimo. La morte delnostro Preside per mano di un nostro collega è un’onta terribile per la scuola di Hogwarts. E’ orribile”“Io sono sicura che Silente avrebbe voluto che la scuola rimanesse aperta” disse laProfessoressa Sprite. “Secondo me, se anche un solo studente volesse tornare, allora lascuola dovrebbe rimanere aperta per quello studente.”“Ma avremmo anche un solo studente dopo quanto è successo?” disse Slughornasciugandosi il sudore dalla fronte con un fazzoletto di seta.“I genitori vorranno tenere i loro figli a casa e non posso biasimarli. Personalmente non credo che il pericolo ad Hogwarts sia maggiore che da qualunque altra parte, ma non potete aspettarvi che una madre la pensi allo stesso modo. Vorranno tenere le loro famiglie unite, è naturale”.“Sono d’accordo” disse la professoressa McGranitt. “Ed in ogni caso non è corretto dire che Silente non abbia mai considerato l’idea di chiudere Hogwarts. Quando la Camera dei Segreti venne riaperta prese in seria considerazione l’ idea della chiusura della scuola – e devo dire che l’omicidio del professor Silente mi disturba molto di più che pensare che il mostro dei Serpeverde viva indisturbato nelle viscere del castello…”“Dobbiamo consultare i nostri amministratori” disse il professor Vitious con la sua vocina acuta; aveva un grosso livido sulla fronte ma sembrava si fosse ripreso dal collasso che aveva avuto nell’ufficio di Piton. “Dobbiamo seguire le procedure stabilite. Non è una decisione da prendere così, su due piedi”.“Hagrid, tu non hai niente da dire?” chiese la professoressa McGranitt “Qual è il tuo punto di vista? Deve rimanere aperta Hogwarts secondo te?”Hagrid, che per tutta la conversazione aveva pianto silenziosamente nel suo grossofazzoletto macchiato, alzò solo allora gli occhi rossi e gonfi e farfugliò: “Non ce lo so

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Professoressa… questa qui è una decisione per i Capi delle Case e per la Direttrice, nonper…”“Il Professor Silente ha sempre tenuto conto del tuo punto di vista,” disse gentilmente laprofessoressa McGranitt “e così farò io.”“Beh… allora… io ci rimango”, disse Hagrid mentre due grosse lacrime gli rigavano il volto e scendevano giù fino alla barba arruffata. “E’ la mia casa. Ci è sempre la mia casa da quando ci avevo 13 anni. E se c’è qualche studente che vuol che io gli insegni, allora io lo farò. Anche se non ce lo so… Hogwarts senza Silente…”Singhiozzò, sprofondò di nuovo nel suo fazzoletto, e ci fu di nuovo silenzio.“Molto bene,” disse la professoressa McGranitt, dando un’occhiata dalla finestra per vedere se il Ministro stava già arrivando, “io devo convenire con il professor Vitious che la cosa giusta da fare è consultare i nostri amministratori, che prenderanno la decisione finale”.“Adesso, come riportare gli studenti a casa… è un argomento di cui faremmo bene a parlare il prima possibile. Potremmo richiedere che l’Espresso di Hogwarts arrivi domani mattina se si dovesse rendere necessario -”“E cosa mi dice del funerale di Silente?” chiese Harry tutto d’un fiato.“Beh…” la professoressa McGranitt rispose con voce scossa “Io… Io so che Silente avevacome desiderio quello di rimanere qua ad Hogwarts, di essere sepolto qua.”“Ed è questo quello che avverrà?” chiese Harry deciso.“Se il Ministro lo ritiene opportuno” disse la professoressa McGranitt. “Nessun altro Presideè mai stato…”“Nessun altro Preside ha mai dato di più a questa scuola” grugnì Hagrid.“Hogwarts dovrebbe essere il posto dove riposerà in pace” disse il Professor Vitious.“Assolutamente” disse la professoressa Sprite.“Ed in questo caso” continuò Harry, “non dovreste permettere che gli studenti venganorimandati a casa prima che sia stato celebrato il funerale. Loro vorranno dirgli…”L’ultima parola rimase strozzata nella gola di Harry ma la professoressa Sprite continuò“Addio.”“Ben detto” squittì il professor Vitious “Proprio ben detto! I nostri studenti devono potergli rendere omaggio, è giusto! Possiamo organizzare il loro ritorno a casa subito dopo”. “Mozione aprrovata!” urlò la professoressa Sprite“Suppongo… sì…” disse Slughorn con voce abbastanza agitata, mentre Hagrid si lasciòscappare uno strozzato singhiozzo di assenso.“Sta arrivando” disse la Professoressa McGranitt improvvisamente, guardando fuori dallafinestra. “Il Ministro… e a prima vista pare abbia con se una delegazione…”“Posso andare, Professoressa?” chiese imediatamente Harry.Non aveva alcuna intenzione di vedere o di essere interrogato da Rufus Scrimgeur quellanotte.“Dovresti,” rispose la professoressa McGranitt “e alla svelta” ed a grandi passi andò adaprirgli la porta. Harry inforcò le scale a spirale di corsa fino al corridoio rimasto deserto;aveva lasciato il suo mantello dell’invisibilità sulla cima della Torre di Astronomia, ma non era importante, non c’era nessuno che poteva vederlo passare, né Gazza, né Mrs Purr, né Pix.Non incontrò anima viva finché non raggiunse il passaggio per la sala comune deiGriffondoro.

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“E’ vero?” bisbigliò la Signora Grassa come lo vide arrivare. “E’ vero sul serio? Silente…morto?”“Sì” rispose HArry.Lei si lasciò sfuggire un lamento, e senza neppure aspettare la parola d’ordine, si spostò per lasciarlo passare.Come Harry si era immaginato, la sala comune era invasa dai bagagli. Appena entrò, nella sala calò il silenzio. Vide Dean e Seamus in un gruppetto seduti vicino: questo significava che il dormitorio doveva essere vuoto o quasi. Senza parlare con nessuno senza neppure guardare nessuno, Harry cammino attraverso la stanza verso il dormitorio dei ragazzi. Come aveva sperato, Ron lo stava aspettando, ancora completamente vestito, seduto sul suo letto. Harry si sedette sul suo letto a baldacchino e, per un momento, si guardarono l’un l’altro in silenzio.“Stanno parlando di chiudere la scuola” disse Harry“Lupin ci aveva detto che ne avrebbero parlato” rispose Ron.Di nuovo ci fu una pausa.“E allora?” chiese Ron con voce così bassa che pareva pensasse che anche i mobilipotessero sentire. “Ne avete trovato uno? L’avete preso? Un … un Horcrux?”Harry scosse la testa in segno di diniego.Tutto quello che era accaduto attorno a quel lago nero sembrava ormai solamente un vecchio incubo; era davvero accaduto? Era successo davvero solo poche ore prima?“Non l’avete preso?” chiese abbattuto Ron. “Non era là?”“No,” rispose Harry. “Qualcuno l’aveva già preso e aveva lasciato un falso al suo posto”.“Già preso?”Senza parole, Harry prese il falso medaglione dalla sua tasca, lo aprì e lo passò a Ron.L’intera storia poteva aspettare… non aveva importanza quella notte, niente aveva piùimportanza eccetto la fine, la fine della loro inutile avventura, la fine della vita di Silente..“R.A.B.,” mormorò Ron, “ma chi era questo?”“Non so,” rispose Harry, lasciandosi andare sul letto ancora completamente vestito con losguardo perso sul soffitto. Non si sentiva minimamente curioso di sapere chi fosse questoR.A.B: dubitava che avrebbe potuto provare curiosità per qualcosa da allora in poi. Come si sdraiò si rese conto che c’era silenzio fuori. Fanny aveva smesso di cantare.Sapeva, senza saper spiegare il motivo della sua convinzione, che la Fenice se ne eraandata, che aveva lasciato Hogwarts per sempre, proprio come Silente aveva lasciato lascuola, aveva lasciato il mondo… e aveva lasciato Harry.

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CAPITOLO TRENTA

LA TOMBA BIANCALe lezioni furono sospese, tutti gli esami rimandati. Alcuni studenti furono portati via in fretta da Hogwarts dai loro genitori entro un paio di gioni - le gemelle Patil se andarono via prima di colazione la mattina seguente la morte di Silente, e Zacharias Smith fu portato fuori dal castello dal suo altezzoso padre. Seamus Finnigan, invece, si rifiutò risolutamente di tornare a casa con la madre; ci fu uno scambio di grida nella Sala d'Entrata che fu risolto quando la mamma gli concesse di rimanere per il funerale. La mamma ebbe difficoltà a trovare un letto a Hogsmeade, disse Seamus a Harry e Ron, perché centinaia di maghi e streghe si stavano riversando al villaggio, preparandosi a dare l’ultimo saluto a Silente. Ci fu una certa emozione tra gli studenti più giovani, che non l’avevano mai vista prima, quando una carrozza blu notte tirata da una dozzina di cavalli alati, grande come una casa, arrivò in volo dal cielo nel tardo pomeriggio prima del funerale e si posò al margine della foresta. Harry vide da una finestra che una donna gigantesca, di bello d'aspetto, con la carnagione olivastra e i capelli neri, era scesa dalla carrozza e si era gettata tra le braccia di Hagrid. Intanto una delegazione di funzionari del Ministero, tra cui il Ministro della Magia in persona, veniva sistemata all'interno del castello. Harry evitò accuratamente ogni contatto con loro; era sicuro che, presto o tardi, qualcuno gli avrebbe chiesto di rendere conto dell’ultima uscita da Hogwarts di Silente.Harry, Ron, Hermione e Ginny erano sempre insieme. Le belle giornate sembravano irriderli; Harry si immaginava come sarebbe stato se Silente non fosse morto, e

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avessero avuto questa occasione alla fine dell’anno, gli esami di Ginny terminati, senza la pressione dei compiti da fare… e ora dopo ora rimandava le cose che sapeva dover dire, le cose che sapeva era giusto fare, perché era troppo difficile per lui rinunciare alla sua più grande fonte di conforto. Andavano in infermeria due volte al giorno; Neville era stato dimesso, ma Bill rimaneva in cura con Madama Chips. Le sue cicatrici non miglioravano; in effetti, adesso somigliava decisamente a Malocchio Moody, anche se, per fortuna, con entrambi gli occhi e entrambe le gambe; ma la sua personalità sembrava non essere cambiata. Quello che sembrava fosse cambiato era che adesso preferiva le bistecche molto al sangue. ‘… è fortunato che sposerà me,’ disse Fleur gioiosamente, mentre sprimacciava il cuscino di Bill, ‘perché gli inglesi la carne la fanno cuocere troppo, l’ho sempre detto’.‘Immagino che dovrò rassegnarmi del fatto che la sposerà veramente,’ sospiròGinny più tardi quella sera, mentre lei, Harry, Ron e Hermione sedevano vicino alla finestra aperta della sala comune di Grifondoro, guardando i campi illuminati dalla luce del crepuscolo.‘Non è così male,' disse Harry. 'Bruttina, però,' aggiunse velocemente mentre Ginnysollevava le sopracciglia, strappandole una risatina.'Insomma, immagino che se la può sopportare Mamma, la potrò sopportare anch’io….'‘E’ morto qualcun altro che conosciamo?' chiese Ron a Hermione, che stava sfogliando ilProfeta della Sera. Hermione fece una smorfia, di fronte al suo forzato cinismo.'No,' disse con disapprovazione, piegando il giornale. 'Stanno ancora cercando Piton, ma non c’è traccia...''Per forza,' disse Harry, che si infuriava ogni volta che saltava fuori questa questione. Non troveranno Piton fin quando non troveranno Voldemort, e visto che non sono riusciti a trovarlo per tutto questo tempo...'’Vado a letto,' sbadigliò Ginny. 'Non riesco più a dormire bene da quando… insomma… Un po’ di sonno mi farà bene.'Baciò Harry (Ron guardò ostentatamente da un’altra parte), salutò gli altri due e si avviòverso le stanze delle ragazze. Appena la porta si chiuse dietro di lei, Hermione si piegò verso Harry con un’espressione decisamente Hermionesca.'Harry, ho trovato qualcosa stamattina, in biblioteca..,''R.A.B.?' disse Harry, raddrizzandosi sulla sedia.Non si sentiva più come si era spesso sentito prima, eccitato, curioso, ansioso di arrivare a fondo del mistero. Sapeva semplicemente che l’impresa di svelare il mistero sul vero Horcrux doveva essere completata, prima di poter andare avanti lungo il sentiero oscuro e tortuoso che lo aspettava; quel percorso che lui e Silente si erano scelti, e che adesso sapeva avrebbe dovuto attraversare da solo. Ci potevano essere anche quattro Horcrux da qualche parte e ognuno di essi doveva essere trovato ed eliminato, prima che si creasse anche solo la possibilità di uccidere Voldemort.Harry prese a ripetersi i nomi, come se enumerarli glieli potesse rendere più vicini: ‘ ilmedaglione…., la coppa…, il serpente…., qualcosa di Grifondoro o Corvonero… ilmedaglione…., la coppa…, il serpente…., qualcosa di Grifondoro o Corvonero…”. Questomantra sembrava pulsargli nella mente la notte quando si addormentava, e i suoi sogni erano pieni di coppe, medaglioni e oggetti misteriosi che non riusciva a raggiungere, con Silente che per aiutarlo gli offriva una scala di corda che si trasformava in serpenti nel momento in cui cominciava a salire….Aveva mostrato a Hermione il biglietto dentro il medaglione la mattina dopo la morte diSilente, e per quanto lei non avesse associato le iniziali a nessun oscuro mago del qualeavesse mai letto, fin da quel momento tendeva a correre in biblioteca un po’ più spesso diquanto fosse necessario per qualcuno che non aveva nessun compito da fare.

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‘No,’ disse tristemente, ‘ho provato, Harry, ma non ho trovato niente.. ci sono un paio di maghi abbastanza famosi con quelle iniziali - Rosalind Antigone Bungs ... Rupert "Axebanger" Brookstanton ... – ma non credo che c’entrino qualcosa. A giudicare dal biglietto, la persona che ha rubato l’Horcrux conosceva Voldemort, e non c’è il minimo indizio che Bungs o Axebanger abbiano mai avuto qualcosa a che fare con lui… però, veramente, c’è qualcosa che riguarda…. insomma, Piton’.Sembrava nervosa anche solo a pronunciare di nuovo quel nome.‘Che c’entra Piton?’, chiese Harry lentamente, sprofondando di nuovo nella sedia.‘Insomma, è solo che forse avevo ragione su quella faccenda del Principe Mezzosangue’esitò Hermione.‘C’è bisogno di rivoltare il coltello nella piaga, Hermione? Come pensi che mi sento, adesso?’’No – no – Harry, non intendevo questo!’, disse rapidamente, guardandosi intorno per essere sicura di non essere spiata. ‘E’ solo che avevo ragione sul fatto che il libro apparteneva originariamente a Eileen Principe. Vedi… era la madre di Piton!’‘Io lo dicevo che era uno scorfano’, disse Ron. Hermione lo ignorò.‘Ho consultato i vecchi numeri della Gazzetta. C’era un piccolo annuncio su Eileen Principe che aveva sposato uno chiamato Tobias Piton, e più tardi un annuncio che aveva partorito un…’‘…un assassino,’ sbottò Harry.‘Si.. un assassino,’ disse Hermione. Allora.. in qualche modo avevo ragione. Vedi, Pitondoveva essere orgoglioso di essere ‘un mezzo Principe’. Tobias Piton era un Babbano,secondo la Gazzetta.’‘Si, torna tutto,’ disse Harry. ‘Piton faceva leva sul suo lato Purosangue con Lucius Malfoy e quelli come lui… proprio come Voldemort. Madre Purosangue, padre Babbano…. Si vergognava delle sue origini, e per questo si faceva temere usando le Arti Oscure, dandosi un nome altisonante – Lord Voldemort – Il Principe Mezzosangue – come ha fatto Silente a non accorgersene - ?’Si interruppe bruscamente, guardando fuori dalla finestra. Non poteva smettere di pensare all’imperdonabile fiducia che Silente aveva accordato a Piton… ma, come Hermione gli aveva appena inavvertitamente ricordato, lui stesso, Harry, era stato ingannato allo stesso modo…. Nonostante la crescente malvagità di quegli incantesimi scarabocchiati sul libro, si era rifiutato di pensare male di quel ragazzo che era stato così brillante, che lo aveva aiutato così tanto…L’aveva aiutato… Adesso, era un pensiero quasi insopportabile…‘Ancora non capisco perché non ti abbia denunciato per aver usato quel libro,’ disse Ron.‘Avrebbe dovuto saperlo che stavi prendendo tutto da li’.’Lo sapeva,’ disse Harry amaramente. ‘L’ha saputo quando ho usato il Sectumsempra. Non aveva bisogno di usare la Legilimanzia… magari lo sapeva anche da prima, con Slughorn che continuava a ripetere come ero bravo a Pozioni… potrebbe aver anche lasciato lui stesso il suo vecchio libro in fondo all’armadio, che dite?’’Ma allora perché non ti ha denunciato?’“Non penso che volesse essere associato a quel libro” , disse Hermione. “Non credo che aSilente sarebbe piaciuto molto se lo avesse saputo. E anche se Piton avesse affermato chenon fosse suo, Slughorn avrebbe certamente riconosciuto la sua scrittura. Comunque sia, il libro è rimasto nella vecchia aula di Piton, e sono sicura, inoltre, che Silente sapesse che sua madre si chiamava Principe.”“Avrei dovuto mostrare il libro a Silente,” disse Harry. “Tutte quelle cose che mi ha mostrato per farmi capire quanto Voldemort fosse stato malvagio anche quando era a scuola, e io avevo la prova che Piton era –”“Malvagio è una parola forte,” disse quietamente Hermione.“Non eri tu l’unica che continuava a dirmi che il libro era pericoloso”

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“Sto cercando di dirti, Harry, che ti stai dando troppe colpe. Pensavo che il Principe avesse un ripugnante senso dell’umorismo, ma non avrei mai immaginato che fosse un potenziale assassino…”“Nessuno di noi poteva immaginare che Piton volesse…lo sai,” disse Ron.Cadde il silenzio, ognuno di loro era perso nei propri pensieri, ma Harry era sicuro che loro, come lui, stavano pensando alla mattina seguente, quando avrebbero salutato il corpo di Silente per l’ultima volta.Harry non aveva mai assistito ad un funerale prima d’allora; non c’era stato nessun corpo da seppellire quando era morto Sirius. Non sapeva cosa aspettarsi ed era un po’ preoccupato per ciò che avrebbe potuto vedere, e cosa avrebbe provato. Si chiese se la morte di Silente gli sarebbe parsa più reale una volta che il funerale fosse finito. Sebbene ci fossero stati dei momenti in cui il ricordo di quel fatto orribile minacciasse di sopraffarlo, c’erano anche dei momenti di stordimento, in cui , malgrado il fatto che in tutto il castello non si parlasse d’altro, trovava ancora difficile credere che Silente se ne fosse andato realmente. Questa volta però, al contrario di come aveva fatto con Sirius, non si è messo alla disperata ricerca di un qualche tipo di scappatoia, qualcosa per cui Silente potesse tornare…Sentì in tasca la fredda catena del falso Horcrux, che portava con lui ovunque, non come un talismano, ma come promemoria di ciò che gli era costato, e di tutto ciò che doveva ancora fare.Il giorno dopo Harry si alzò presto per preparare i bagagli; l’Espresso di Hogwarts sarebbepartito un’ora dopo il funerale. Nella Sala Grande trovò un umore triste e silenzioso. Tuttiindossavano le loro toghe, e nessuno sembrava aver fame. La professoressa McGranittaveva lasciato libero il posto al centro della tavola dei professori, solitamente occupato daSilente. Anche la sedia di Hagrid era vuota: Harry pensò che forse non si era sentito pronto ad affrontare la colazione; ma il posto di Piton era stato occupato, senza tante cerimonie da Rufus Scrimgeour. Harry evitò i suoi occhi giallastri, che scrutavano la sala; Harry ebbe la strana sensazione che stesse cercando lui. Vicino a Scrimgeour, Harry individuò i capelli rossi e gli occhiali con la montatura di corno di Percy Weasley. Ron non diede alcun segno di aver notato Percy; stava fissando con un insolito odio dei pezzetti di aringa affumicata. Più in la, alla tavola dei Serpeverde, Tiger e Goyle parlavano a bassa voce tra loro. I due ragazzi sembravano stranamente solitari senza la figura alta e pallida di Malfoy in mezzo a loro, a comandarli. Harry non era interessato a battersi con Malfoy. Il suo odio era rivolto solo a Piton, ma non aveva dimenticato la paura che Malfoy aveva nella voce, in cima alla torre, né il fatto che avesse abbassato la sua bacchetta prima che arrivassero gli altri Mangiamorte.Harry pensò che Malfoy non sarebbe mai riuscito ad uccidere Silente. Dov’era, si chieseHarry, ora Malfoy, e cosa l’avrebbe costretto a fare Voldemort sotto la minaccia di uccidere lui e i suoi genitori?I pensieri di Harry vennero interrotti da una gomitata nelle costole di Ginny. La professoressa McGranitt si era alzata in piedi e il doloroso mormorio nella sala si interruppe immediatamente.“È quasi ora,” disse. “Per favore, seguite i vostri Capicasa fuori nel parco. Grifondoro, dopo di me.”Uscirono in fila dai loro banchi quasi in silenzio. Harry vide che Slughorn guidava la colonna di Serpeverde, vestito con un lungo abito verde smeraldo ricamato d’argento. Non aveva mai visto la Professoressa Sprite, Capo di Tassorosso, così in ordine; non aveva neanche una toppa sul cappello, e quando raggiunsero la Sala d’Entrata, trovarono Madama Pince in piedi vicino a Gazza, lei con un leggero velo nero che le arrivava alle ginocchia, lui con un antico vestito nero e una cravatta che puzzavano di naftalina.Erano diretti, come vide Harry quando scese gli scalini di pietra delle porte di fronte, verso il lago. Il tepore del sole li accarezzava sul viso mentre seguivano in silenzio la Professoressa McGranitt verso il posto dove centinaia di sedie erano state disposte in

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fila. Un corridoio la attraversava al centro: c’era un tavolo di marmo di fronte, e tutte le sedie erano rivolte verso di esso. Era una bellissima gionata d’estate. Uno straordinario assortimento di persone si era già seduto su metà delle sedie: cenciosi e eleganti, vecchi e giovani. Molti di loro, Harry non li riconobbe, ma c’era qualcuno che conosceva, come alcuni membri dell’Ordine della Fenice: Kingsley Shacklebolt, Malocchio Moody, Tonks, con i capelli che le erano tornati miracolosamente color rosa vivo, Remus Lupin, col quale sembrava si tenessero per mano, il Signor e la Signora Weasley, Billsorretto da Fleur seguito da Fred e George, che indossavano delle giacche di pelle didrago nera. C’era Madame Maxime, che occupava da sola due sedie e mezza, Tom, ilpadrone del Paiolo Magico, Arabella Figg, la vicina Magonò di Harry, ilbassista capellone delle Sorelle Stravagarie, Ernie Frang, l’autista del Nottetempo, Madama McClan, del negozio di abiti di Diagon Alley, e alcune persone che Harry conosceva solo d vista, come il barista del Testa di Porco e la strega che portava il carrello bar sull’Espresso per Hogwarts. C’erano anche i fantasmi del castello, appena visibili alla vivida luce del sole, che si potevanovedere solo quando si muovevano, quando rilucevano eterei nell’aria luminosa.Harry, Ron, Hermione e Ginny presero in fondo a una fila vicino al lago. Le persone siparlavano a bassa voce; c’era un suono come di una leggera brezza nell’erba, ma ilcinguettio degli uccelli era più molto più forte. La folla continuava a gonfiarsi; con un forte senso di affetto per entrambi, vide che Luna aiutava Neville a sedersi. Solo loro dell’ES avevano risposto alla richiesta d’aiuto di Hermione, la notte in cui era morto Silente, e Harry sapeva perché. Erano quelli che più sentivano la mancanza dell’ES – probabilmente quelli che controllavano regolarmente le loro monete nella speranza che ci fosse un altro incontro...Cornelius Caramell passò di fronte a loro mentre si avviava verso le prime file che, a disagio, si rigirava tra le mani il cappello a bombetta verde; Harry poi riconobbe Rita Skeeter, che, vide indignato, teneva un taccuino nella mano guantata di rosso; e poi, con un attacco di furia ancora peggiore, Dolores Umbridge, con un’espressione poco convincente di dolore sulla sua faccia da rospo, con un fiocco di velluto nero sui suoi riccioli color ferro. Alla vista del centauro Fiorenzo, che stava come una sentinella vicino al bordo dell’acqua, si alzò e si spostò rapidamente in una sedia più distante.Il personale fu fatto sedere per ultimo. Harry vide Scrimgeour, apparentemente solenne edignitoso, in prima fila con la Professoressa McGranitt. Si chiese se Scrimgeour o qualcuno di questi importanti personaggi fosse veramente triste per la morte di Silente. Si sentì levare un suono, e Harry dimenticò la sua avversione per il Ministro mentre si guardava intorno per scoprirne la fonte. Non era da solo: molte teste si erano voltate, cercando, un po’ allarmate.'E’ li,' sussurrò Ginny alle orecchie di Harry.E li vide nella verde acqua chiara illuminata dal sole, pochi centimetri sotto la superficie,terribilmente simili agli Inferi nei suoi ricordi; un coro del popolo delle sirene che cantava in uno strano linguaggio che non riusciva a comprendere, con le facce pallide che emergevano dalla superficie dell’acqua, i loro capelli color porpora che fluttuavano tutto intorno a loro. La musica fece rizzare i peli sulla pelle di Harry, eppure non era fastidiosa. Parlava chiaramente di perdita e disperazione. Guardando i volti tristi dei cantanti ebbe la sensazione che, almeno loro, fossero tristi per la morte di Silente. Poi Ginny di nuovo lo toccò leggermente col gomito, e Harry si guardò intorno.Hagrid stava camminando lentamente fra le file di sedie. Stava piangendo, quasi in silenzio, il volto bagnato dalle lacrime, e portava in braccio, avvolto in un tessuto di velluto viola ornato di stelle dorate, quello che Harry sapeva essere il corpo di Silente.Harry sentì un nodo in gola a quella vista: gli sembrò per un momento che la strana musica e l’avere così vicine le spoglie di Silente avessero tolto a quella giornata tutto il suo calore. Ron era pallido e sconvolto. Copiose lacrime rigavano i volti di Ginny e di Hermione, scendendo rapide fino alle labbra. Non potevano vedere chiaramente cosa stava accadendo più avanti.

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Hagrid doveva aver poggiato con cura le spoglie sul tavolo ed ora stava tornando indietro,soffiandosi il naso con rumorose strombazzate che attirarono su di lui gli sguardiscandalizzati di diverse persone, fra cui, come Harry poté notare, quelli di DoloresUmbridge… ma Harry sapeva che Silente non se ne sarebbe curato. Provò a richiamareamichevolmente l’attenzione di Hagrid mentre passava, ma i suoi occhi erano così gonfi che era già un miracolo potesse vedere dove stava andando.Harry si voltò a guardare la fila verso la quale Hagrid si stava dirigendo e vide verso chi stava andando: vestito con giacca e pantaloni così grandi da ricordare le dimensioni di un piccolo tendone, c’era il gigante Grop, la cui testa spaventosa ed enorme come un macigno era piegata di lato, docile, quasi umana.Hagid si sedette vicino al fratellastro e Grop gli dette un buffetto così forte sulla testa che le gambe della sedia cedettero e Hagrid rovinò per terra. Harry avvertì un impellente bisogno di ridere. Ma la musica si spense e guardò nuovamente davanti a sé.Un piccolo uomo, coi capelli arruffati e vestito completamente di nero si era alzato e stava in piedi di fronte al corpo di Silente. Harry non riusciva a sentire cosa stava dicendo. Strane parole sembravano fluttuare nell’aria sopra le centinaia di teste. “Nobiltà di spirito”… “contributo intellettuale”… “un cuore grande”… non volevano dire molto. Avevano poco a che vedere con il Silente che Harry aveva conosciuto. Si ricordò all’improvviso di quale fosse l’ idea che Silente aveva di “qualche parola”: “pigna, pizzicotto, manicotto e tigre”, e di nuovo dovette trattenere una smorfia per non ridere… che gli stava succedendo? Un lieve sciabordio si fece sentire alla sua sinistra e vide che anche il popolo delle sirene era affiorato in superficie per ascoltare. Si ricordò di Silente accovacciato sul bordo dell’acqua, due anni prima, molto vicino a dove Harry sedeva in quel momento, che conversava con il capo delle sirene nella loro lingua. Harry si domandò dove l’avesse imparata. C’erano ancora così tante cose che non gli aveva mai chiesto e così tante che gli avrebbe dovuto dire… Solo allora, senza alcun preavviso, piombò su di lui la terribile realtà, più chiara ed innegabile di quanto non l’avesse percepita fino ad allora. Silente era morto, andato… strinse nel suo pugno il freddo medaglione con così tanta fino a farsi male, e non poté arrestare le caldelacrime che gli uscirono dagli occhi: distolse lo sguardo da Ginny e dagli altri e fissò un punto oltre il lago, in direzione della Foresta, mentre il piccolo uomo in nero parlavamonotonamente… intravide un movimento fra gli alberi. Anche i centauri stavano arrivando a porgere i loro omaggi. Non si spinsero all’aperto, ma Harry li vide fermi, abbastanza calmi, semi-nascosti dall’ombra, guardare i maghi, con i loro archi poggiati per terra al loro fianco. E Harry ricordò il suo primo viaggio da incubo nella Foresta, la prima volta che incontrò quella cosa che poi scoprì essere Voldemort, e come lo avesse fronteggiato, e come lui e Silente avessero discusso poco dopo su come combattere quella che tutti credevano essere una battaglia persa.E’ importante, disse allora Silente, combattere, e combattere ancora e continuare acombattere, solo così il male può essere relegato nel sua tana, sebbene non possa essereestirpato del tutto. E Harry stando là seduto sotto il sole vide molto chiaramente come le persone che tenevano a lui fossero cadute ad una ad una: sua madre, suo padre, il suo padrino ed infine Silente, tutti determinati a proteggerlo. Ma questo adesso sarebbe finito. Non avrebbe permesso a nessun altro di frapporsi tra lui e Voldemort; era giunto il momento di abbandonare per sempre l’illusione che avrebbe già dovuto abbandonare quando aveva un anno: che l’abbraccio protettivo dei suoi genitori avrebbe impedito a chiunque di fargli del male. Non c’era risveglio per questo incubo, nessuna parola di conforto nell’oscurità che gli dicesse che era al sicuro, che era tutto frutto della sua immaginazione; l’ultimo ed il più grande dei suoi protettori era morto e lui era più solo di quanto non fosse mai stato prima. Il piccolo uomo in nero aveva finito di parlare e si era seduto nuovamente. Harry aspettò pensando che qualcun altro si sarebbe alzato, si aspettava qualche altro discorso, magari dal Ministro, ma nessuno si mosse.

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Poi alcune persone gridarono. Alte e bianche fiamme avvolsero il corpo di Silente e il tavolo su cui giaceva: si alzavano sempre più in alto oscurandone il corpo. Un fumo bianco salì a spirale nell’aria disegnando strane forme: Harry pensò, ed il suo cuore si fermò un momento, di aver visto una fenice volare gioiosa nel blu, ma il secondo successivo il fuoco era svanito. Al suo posto c’era una bianca tomba di marmo, che custodiva il corpo di Silente ed il tavolo su cui riposava.Ci furono alcune altre grida di stupore e paura qunado una pioggia di frecce si alzò alta in aria, ma cadde a breve distanza dalla folla. Era, Harry lo sapeva, l’omaggio dei centauri: li vide girarsi e sparire dietro i folti alberi. Allo stesso modo il popolo delle sirene si immerse di nuovo lentamente nell’acqua verde e sparì dalla vista.Harry guardò Ginny, Ron e Hermione: la faccia di Ron era girata all’insù anche se la luce del sole lo stava accecando. Il viso di Hermione era lucido per le lacrime, ma Ginny non stava più piangendo. Incontrò gli occhi di Harry con lo stesso sguardo deciso e ardente che lui le aveva visto quando lo aveva abbracciato dopo aver vinto la Coppa di Quidditch senza di lui e lui seppe in quel momento che si sarebbero capiti perfettamente, e che se lui le avesse detto cosa avrebbe fatto ora, lei non gli avrebbe detto ‘Stai attento’ o ‘Non farlo’, ma avrebbe accettato la sua decisione, perché non si sarebbe aspettata niente di meno da lui. E così si preparò mentalmente ad affrontare la difficoltà di dire quello che sapeva avrebbe dovuto dire sin da quando Silente era morto.‘Ginny, ascolta...’ disse molto piano, appena la confusione della conversazione aumentòattorno a loro e le persone cominciarono ad alzarsi in piedi. ‘Non posso più avere a che fare con te. Dobbiamo smettere di vederci. Non possiamo stare assieme.’Lei disse, con un sorriso stranamente distorto, ‘È per qualche stupida, nobile ragione, vero?’ ‘Sono state come... come qualcosa tratto dalla vita di qualcun altro, queste poche ultime settimane con te,’ disse Harry. ‘Ma non posso... non possiamo... ho cose da fare da solo, ora.’Lei non pianse, semplicemente lo guardò.‘Voldemort usa le persone a cui i suoi nemici sono vicini. Ti ha già usata come esca unavolta, e solo perchè eri la sorella del mio migliore amico. Pensa quanto saresti in pericolo se continuassimo a stare insieme. Lo saprebbe, lo scoprirebbe. Proverebbe ad arrivere a me attraverso te.’‘E se a me non importasse?’ disse Ginny fiera.‘A me importa,’ disse Harry. ‘Come pensi mi sentirei se questo fosse il tuo funerale... e fosse per colpa mia..’Lei guardò lontano, oltre il lago.‘Io non ho mai veramente rinunciato a te,’ disse lei. ‘Mai veramente. Ho sempre sperato...Hermione mi diceva di continuare con la mia vita, magari di uscire con altre persone, diessere meno ansiosa quando c’eri tu, perchè non riuscivo mai a parlare se eri nella stanza, ricordi? E pensava che mi avresti notato di più se io fossi stata un po’ più – me stessa.’‘Ragazza intelligente, quella Hermione,’ disse Harry, cercando di sorridere. ‘Desidererei soloavertelo chiesto prima. Avremmo potuto avere molto più tempo... mesi... forse anni...’‘Ma sei stato troppo indaffarato a salvare il mondo dei maghi,’ disse Ginny quasi ridendo.‘Beh... non posso dire di essere sorpresa. Sapevo che sarebbe successo, alla fine. Sapevoche non saresti stato tranquillo finché non avessi dato la caccia a Voldemort. Forse è perquesto che mi piaci così tanto.’Harry non riusciva a sopportare di sentirle dire quelle cose e non pensava di riuscire amantenere la sua risolutezza se fosse rimasto seduto davanti a lei.

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Vide che Ron stava abbracciando Hermione e le accarezzava i capelli mentre leisinghiozzava sulla sua spalla, e le lacrime gli gocciolavano dalla punta del lungo naso. Con un gesto triste, Harry si alzò, voltò le spalle a Ginny e alla tomba di Silente e s’incamminò lontano, costeggiando il lago. Muoversi gli sembrava molto più sopportabile che restare fermo: proprio come se iniziare al più presto a rintracciare gli Horcrux e uccidere Voldemort gli sembrava molto meglio che aspettare a farlo...‘Harry!’ Si voltò. Rufus Scrimgeour stava zoppicando rapidamente verso di lui lungo la riva del lago, appoggiandosi al bastone da passeggio.‘Speravo di poter scambiare due parole... ti dispiace se faccio un pezzo di strada con te?’‘No,’ disse Harry con indifferenza, e riprese a camminare.‘Harry, questa è stata una terribile tragedia,’ disse Scrimgeour calmo, ‘Non ti so dire come sono inorridito quando l’ho saputo. Silente era un grandissimo mago. Avevamo le nostre divergenze di opinione, come sai, ma nessuno sa meglio di me –‘“Cosa vuole?” chiese Harry in tono deciso.Scrimgeour sembrò infastidito ma, come prima, cambiò in fretta la sua espressione in una di addolorata comprensione.“Ora chiaramente ti senti a pezzi,” disse. “So che eri molto legato a Silente. Penso che tu sia stato il suo alunno preferito. L’unione tra voi due–”“Cosa vuole?” ripetè Harry, fermandosi.Anche Scrimgeour si fermò, appoggiato al suo bastone, e fissò Harry, questa volta con unespressione pungente.“Si dice che tu fossi con lui quando lasciò la scuola, la notte in cui è morto.”“Chi lo dice?” disse Harry.“Qualcuno ha catturato un Mangiamorte in cima alla torre, dopo la morte di Silente. E c’erano due manici di scopa là su. Il Ministero sa fare due più due, sai Harry?”“Felice di saperlo,” disse Harry. “Comunque, dove sono andato con Silente e quello cheabbiamo fatto sono affari miei. Lui non voleva che nessun altro lo sapesse.”“La tua lealtà è ammirevole, certamente,” disse Scrimgeour, che sembrava trattenere astento la sua irritazione, “Ma Silente se n’é andato, Harry. Se n’è andato per sempre.”“Se ne sarà andato dalla scuola solo quando qui nessuno sarà più leale nei suoi confronti,” disse Harry, sorridendo tra se.“Mio caro ragazzo…neanche Silente può ritornare dal –”“Non sto dicendo che può. Lei non può capire. Comunque non ho nient’altro da dirle.”Scrimgeour esitò per un momento, poi disse, in quello che supponeva fosse un tono delicato,“il Ministero può offrirti qualunque tipo di protezione, lo sai, Harry. Sarei molto lieto di mettere una coppia dei miei Auror al tuo servizio –”Harry rise.“Voldemort in persona mi vuole uccidere, e gli Auror non lo fermeranno. Quindi graziedell’offerta, ma non posso accettare.”“Quindi,” chiese Scrimgeour, la sua voce era fredda ora, “la richiesta che ti ho fatto a Natale –”“Quale richiesta? Ah, già … quella in cui mi chiedeva di dire al mondo che lei sta facendo un ottimo lavoro, per –”“ – per alzare il morale di tutti!” scattò Scrimgeour.Harry riflettè per qualche secondo.“Avete rilasciato Stean Picchetto?”Scrimgeour divenne di un ripugnante color porpora, che ricordava incredibilmente lo zioVernon. “Vedo che sei –”“ – un uomo di Silente in tutto e per tutto,” disse Harry. “Lo so.”Scrimgeour lo fissò per un momento, quindi si girò e se ne andò zoppicando, senzaaggiungere un’altra parola. Harry riuscì a vedere Percy e il resto della delegazione del

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Ministero che lo stava aspettando, lanciando sguardi nervosi verso Hagrid e Grop chestavano singhiozzando nei loro sedili. Ron e Hermione si avvicinarono in fretta a Harry,passando a fianco di Scrimgeour; Harry si girò e si incamminò lentamente verso di loro,aspettando che arrivassero, ed infine si misero all’ombra di un faggio, dove si erano seduti in tempi più felici.“Che cosa voleva Scrimgeour?” sussurrò Hermione.“La stessa cosa che voleva a Natale,” disse Harry scrollando le spalle. “voleva che gli dessidelle informazioni su Silente, e voleva anche che diventassi il nuovo testimonial delMinistero.”Per un attimo sembrò che Ron stesse lottando con se stesso, poi disse piano ad Hermione,“Fammi tornare indietro a picchiare Percy!”“No,” disse lei fermamente, afferrandolo per un braccio.“Mi farà sentire meglio!”Harry rise. Anche Hermione sorrise leggermente, ma il suo sorriso si spense non appenaguardò il castello.“Non riesco ancora ad accettare l’idea che potremmo non tornarci mai più.” Dissedolcemente. “Come può chiudere, Hogwarts?”‘Forse non chiuderà’, disse Ron. ‘Non siamo più in pericolo qui di quanto non lo saremmo a casa, non è vero? E’ lo stesso dappertutto adesso. Oserei dire che Hogwarts è anche piùsicura, ci sono più maghi all’ interno a difenderla, Che ne pensi, Harry?''Io non tornerò neanche se dovesse riaprire,' disse Harry.Ron lo guardò a bocca aperta, ma Hermione disse tristemente, 'Sapevo che l’avresti detto.Ma allora dove andrai?'Tornerò per l’ultima volta dai Dursley, perché Silente voleva che lo facessi.' disse Harry. 'Ma sarò una visita breve, e poi me ne andrò.''Ma dove andrai, se non tornerai alla scuola?''Pensavo che potrei tornare a Godric's Hollow,' borbottò Harry. Stava rimuginando quell’idea nella testa fin dalla notte in cui era morto Silente. 'Per me, tutto è cominciato li. Ho un presentimento che devo andare li. E poi potrei visitare le tombe dei miei genitori; mi piacerebbe farlo.'‘E dopo che farai?’ chiese Ron.‘Dopo dovrò trovare gli altri Horcrux, non è così? Disse Harry, gli occhi fissi sulla tombabianca di Silente, che si rifletteva nell’acqua sull’altra sponda del lago. Questo è quantovoleva che facessi, per questo mia ha rivelato tutto su di essi. Se Silente aveva ragione – esono sicuro di si – ce ne sono in giro ancora quattro.Devo trovarli e distruggerli, poi potrò andare alla caccia della settima parte dell’anima diVoldemort, la parte che è ancora nel suo corpo, e io sarò quello che lo ucciderà. E se nelfrattempo dovessi incontrare Severus Piton, aggiunse, meglio per me e peggio per lui’. Ci fu un lungo silenzio. La folla adesso si era quasi dispersa, i ritardatari si tenevano ben alla larga dalla figura monumentale di Grop che teneva tra le braccia Hagrid, le cui grida di dolore ancora echeggiavano attraverso l’acqua. ‘Noi verremo li, Harry’, disse Ron.‘Cosa?’‘A casa dei tuoi zii,’ disse Ron. ‘E poi verremo con te, dovunque tu vada.’‘No -‘ disse rapidamente Harry; non voleva questo, voleva che capissero che avrebbeaffrontato da solo il suo viaggio più pericoloso.

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’Ce lo hai detto già una volta,' disse Hermione a bassa voce, 'che c’è stato un tempo pertornare indietro, se lo avessimo voluto. Quel tempo è passato, Harry.’ ‘Saremo con tequalsiasi cosa accada,' disse Ron. 'ma, amico, dovrai fare un salto a casa dei miei prima di ogni altra cosa, anche prima di andare a Godric's Hollow.''Perché?''Il matrimonio di Bill e Fleur, te lo sei scordato?'Harry lo guardò stupito; l’idea che una cosa così normale come un matrimonio potesseancora esistere, sembrava incredibile, e meravigliosa.‘Si, non possiamo perdercelo,’ disse alla fine.La mano di Harry si chiuse istintivamente attorno al falso Horcrux, ma nonostante tutto, nonostante il cammino oscuro e tortuoso che vedeva di fronte a lui, nonostante lo scontro finale con Voldemort che sapeva inevitabile, tra un mese, un anno, dieci anni... Harry sentiva il suo cuore scaldarsi al pensiero che era rimasto ancora un prezioso giorno da trascorrere con Ron e Hermione.

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HARRY POTTER E IL PRINCIPE MEZZOSANGUEDI J.K. ROWLING

CAPITOLO UNOL’ALTRO MINISTRO

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CAPITOLO DUESPINNER’S END

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CAPITOLO TREVOLERI E NON VOLERE

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CAPITOLO QUATTROHORACE SLUGHORN

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CAPITOLO CINQUEUN ECCESSO DI FLEMMA

40

CAPITOLO SEILA DEVIAZIONE DI DRACO

51

CAPITOLO SETTE LO SLUG CLUB

62

CAPITOLO OTTO IL TRIONFO DI PITON 74

CAPITOLO NOVE IL PRINCIPE MEZZOSANGUE 81

CAPITOLO DIECILA CASA DEI GAUNT

93

CAPITOLO DODICIARGENTO E OPALI

104

CAPITOLO TREDICIL’ENIGMA SEGRETO

113

CAPITOLO QUATTORDICIFELIX FELICIS

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Page 313: CAPITOLO XX – Titolo del Capitolo Potter e il... · Web viewI mobili volarono indietro nelle loro posizioni originali, le decorazioni si riformarono a mezz’aria, le piume entrarono

CAPITOLO QUINDICIIL VOTO INFRANGIBILE

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CAPITOLO SEDICIUN GELIDO NATALE

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CAPITOLO DICIASSETTEIL RICORDO DI SLUGHORN

163

CAPITOLO DICIOTTOSORPRESE DI COMPLEANNO

174

CAPITOLO DICIANNOVEELFI ALLE CALCAGNA

185

CAPITOLO VENTILA RICHIESTA DI LORD VOLDEMORT 195

CAPITOLO VENTUNOLA STANZA INTROVABILE

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CAPITOLO VENTIDUEDOPO LA SEPOLTURA

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CAPITOLO VENTITRE’GLI HORCRUX

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CAPITOLO VENTIQUATTROSECTUMSEMPRA

237

CAPITOLO VENTICINQUELA VEGGENTE ORIGLIATA

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CAPITOLO VENTISEI

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LA CAVERNA 257

CAPITOLO VENTISETTELA TORRE COLPITA DAL FULMINE 268

CAPITOLO VENTOTTOFUGA DEL PRINCIPE

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CAPITOLO VENTINOVEIL LAMENTO DELLA FENICE

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CAPITOLO TRENTALA TOMBA BIANCA

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