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Pisa crocevia di uomini, lingue e culture L'etý medievale Atti del Convegno Pisa, 25-27 ottobre 2007 a cura di Lucia Battaglia Ricci e Roberta Celia

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Pisa crocevia di uomini, lingue e culture

L'etý medievale Atti del Convegno

Pisa, 25-27 ottobre 2007

a cura di Lucia Battaglia Ricci e Roberta Celia

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Gabriella Garzella

DALL'ONOMASTICA ALLA CIRCOLAZIONE

DEI CULTI E DELLE RELIQUIE:

ITINERARI PER NUOVE PROSPETTIVE DI RICERCA

Lunga e la tradizione di studi storici sul medioevo pisano: e vero che a tutt'oggi manca una storia organica - dell'etä di mezzo come pure dei periodi successivi -, ma ricchissima e la bibliografia pro- dotta da diverse generazioni di storici, a partire da Gioacchino Volpe', cui sono da aggiungere i lavori dei numerosi studenti che, nelle loro dissertazioni di laurea, si sono cimentati con fonti ed argomenti rela- tivi a Pisa'-. E copiosa e la messe di documenti che, in edizioni a stampa o dattiloscritte nelle tesi, offrono materiale per sempre nuove ricerche e approfondimenti3. Il presente intervento, in questo contesto

r ((Chi voglia ripcrcorrere il cammino che la storiografia su Pisa mediocvale ha compiuto negli ultimi settant'anni deve rifarsi a Gioacchino Volpe)): con queste parole Cinzio Violante apriva la sua Introduzione a G. VOLPE, Studi sulle istituzioni comunali a Pisa, n. cd., Sansoni, Firenze 1970, pp. IX-LVIII, a P. Ix.

2 In attesa che sia ultimato il lavoro di catalogazionc informatizzata di tutto qucsto patrimo- nio conscrvato nclla Biblioteca di Storia e Filosofia, in atto da parte della dott. ssa Stefania Lami, per un'idca della mole di materiale disponibile, seppure per ambiti dai contorni limitati, cfr. G. GARZELLA, Tra cittir e territorio: monasteripisani medievali. Materiali per la ricerca, in Mona- steri e caste/li fra x e. 17 secolo. Il caso di San Michele alla Verruca e le altre ricerche storico- archeologiche ne/la Tuscia occidentale, a cura di R. Francovich e S. Gclichi, All'Insegna del Giglio, Firenze 2003, pp. 69-78, che in Appendice, pp. 75-78, riporta 1'elenco delle tesi di laurca pisane relative al tema trattato; EAD., Societd, istituzioni, insedianrento a Pisa nel medioevo: 11 contributo delle tesi di laurea discusse con Gabriella Rossetti, in aUn frlo rosso)). Studi antichi e nuove ricerche sulle onne di Gabriella Rossetti in occasione dei suoi settanta anni, a cura di G. Garcella e E. Salvatori, Gisem-ETS, Pisa 2007 (Piccola Biblioteca Gisem, 23), pp. 7-18.

3 L'iniziativa dcll'edizionc delle "carte" pisane mediante 1'assegnazione di tcsi di laurca, intrapresa da Ottorino Bcrtolini alla meta degli anni Cinquanta del xX sccolo, fu proseguita con straordinario impegno da Cinzio Violante, con la collaborazione di Emilio Cristiani, di Ottavio Banti c- in anni pin rcccnti - di Silio P. P. Scalfati. Ncll'impossibilitä di clcncarc tutti i titoli, si rimanda ai lavori - cditi c inediti - citati in qucsto contributo, limitandoci a scgnalarc l'estrcmo cronologico entro cui lc pcrgamcne dei divcrsi archivi pisani sono consultabili in edizione a stampa o in tesi di laurea dell'Univcrsitä di Pisa: Archivio di Stato di Pisa, a stampa fino al 1100 c in tesi di laurca fino al 1217; Archivio Arcivescovile di Pisa, Fondo arcivescovile, a stampa fino al 1299; Archivio Arcivescovile di Pisa, Fondo Luoghi Vari, a stampa fino al 1300; Archivio Capitolare di Pisa, a stampa fino al 1120, in tesi di laurea fino al 1192; Archivio della

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che vede confrontarsi storici tout court con storici della letteratura, della lingua, delle arti, intende proprio prospettare alcuni percorsi di ricerca in grado di fornire un contributo al tema sottoposto alla nostra attenzione - Pisa crocevia di uomini, lingue, culture - relativamente all'etä medievale. Un tema che ci e particolarmente caro per averlo condiviso, nella dimensione marittima, con Marco Tangheroni nella sua ultima fatica, considerata da molti una sorta di testamento spiri- tuale: quella mostra su Pisa e il Mediterraneo. Uomini, merci, idee dagli Etrtischi ai Medici, che ha tracciato indelebilmente le coordinate dei rapporti della cittä con il mare, facendo il punto sulle conoscenze acquisite e al contempo aprendo nuove prospettive di studio.

Un percorso al quale ho immediatamente pensato quando Lucia Battaglia ha avuto la cortesia di invitarmi a parteciparc a questo con- vegno e stato quello dell'onomastica, campo di ricerca giä indagato dalla collega Enrica Salvatori per individuare la prima comparsa a Pisa di una qualsiasi forma di cognome e stabilire le principali linee di tendenza del suo progressivo affermarsi a sistemas. Al momento perö - per quanto mi risulta - non si e ancora investigata la scelta del nome come possibile specchio in grado di rimandare un'immagine della circolazione di «uomini, lingue, culture)). Ma il materiale per farlo e disponibile, offerto da una documentazione d'archivio che pos- siamo tranquillamente definire ricca (a meno che non la si confronti con quella lucchese) e soprattutto facilmente consultabile grazie ai molti lavori di edizione accennati sopra, che coprono per intero i se- coli VIII-XII e si spingono per alcuni archivi fino all'intero Duecento. Il tutto corredato, naturalmente, da indici. Foltissimi quelli onomastici, in assoluto i pin ricchi di voci, che spalancano una finestra sulla so- cietä pisana e ne inquadrano i diversi strati e 1'ampia articolazione: titolari di grandi patrimoni fondiari insieme con medi e piccoli pro- prietari, ecclesiastici e mercanti, gli artigiani residenti in cittä ei colti- vatori dei possessi fondiari nel contado, la schiera dei notai redattori

Ccrtosa di Calci, a stampa fino al 1200. hicno sistcmatica c cronologicamcntc riferibilc ad un pcriodo piü tardo (secoli mu c xIV), ma tuuavia altrcttanto rilcvantc, b la trascrizionc di rcgistri del Comune di Pisa c di notai roganti per la Chiesa cittadina cffcttuata in tcsi di laurca, ad opera principalmcntc di Emilio Cristiani c di Michclc Luzzati.

° Molto piir di un catalogo, un «libro/catalogo)) - questa la dcfinizionc del curatorc - di ol- tre 500 pagine b il prodotto di qucll'cvcnto, che costituiscc oggi un punto fcrmo per ripartirc con la riccrca: Pisa e il klediterraneo. Uomini, merel. Idee dagli Etruschl al b/cdicl. Catalogo dclla mostra (Pisa, 13 scttcmbtr-9 dicembrc 2003), a cura di M. Tanghcroni, Skira, Milano 2003.

s E. SALVATORI, Il sistema antroponimico a Pira na , t7 e, VI secolo, in Genise rnt'dicnnle de I'anlhropon}time moderne: I espace italien, Actes dc la Table rondo (Rome, 8-9 mars 1993). ((Melanges de I'Ecole Frangaisc dc Rome. Mayen Age)) 106/2 (1994), pp. 487-507.

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degli atti ei personaggi di piü varia estrazione di volta in volta pre- senti in veste di testimoni.

Nella massa di queste attestazioni antroponimiche che non saprei, ora come ora, quantificare (ma si pensi che la collega Salvatori, lavo- rando su 193 pergamene del fondo di S. Michele in Borgo conservate nell'Archivio di Stato di Pisa, disponeva di oltre 2000 nomi), mi sono limitata a focalizzare quelle che rimandano ad ambiti geografici o culturali in qualche modo individuabili, privilegiando - in una scelta imposta da motivi di tempo - il taglio diacronico all'interno di fondi archivistici il piü possibile omogenei. Ho cos! preso in considerazione due serie documentarie, disponibili entrambe in edizione critica a stampa: le carte dell'Archivio della Certosa di Calci, dalla piü antica (del 999) fino al 1200, per un totale di 450 documenti provenienti dal monastero cittadino di S. Vito6, e le pergamene due e trecentesche (250 circa) del fondo Luoghi Vari, conservate nell'Archivio Arcive- scovile di Pisa, dove confluirono dagli archivi di enti religiosi della diocesi pisana (soprattutto del convento agostiniano di S. Nicola di Pisa) e di altre diocesi toscane dopo le soppressioni decretate nel pe- riodo dell'occupazione francese all'inizio dell'Ottocento7.

Un'ultima precisazione, prima di passare ad un'analisi piü diretta delle fonti e all'esposizione di qualche risultato, riguarda il notevole contributo che a questa ricerca puö venire dalla consolidata tradizione di studi della medievistica pisana sulle strutture familiari del ceto diri- gente dei secoli xi xiVB. Grazie ad essa, 1'eco di luoghi e popoli lon- tani riflessi nel patrimonio onomastico acquista infatti concretezza, rapportandosi a piü precise relazioni ea orizzonti spaziali meglio de- finiti e consentendo di cogliere - almeno in questi. casi - un rap- porto diretto tra nome/soprannome e attivitä svolta da quel determi-"

6 S. P. P. SCALFAn, Carte dell Archivio della Certosa di Calci, 1 (999-1099), Edizioni di Storia c Lettcratura, Roma 1977 (Teesaums Ecclesiarum Italiac, vif, 17); ID., Carte dell'Archivio della Certosa di Calci, 2 (1100-1150), Edizioni di Storia c Letteratura, Roma 1971 (Thesaurus Ecclesiarum Italiac, vii, 18); M. L. ORLANDI, Carte dell Archivio della Certosa di Calci (1151- 1200), Pacini, Pisa 2002 (Biblioteca del «Bollettino Storico Pisano». Fonti, 9). ' L. CARRATORI, G. GARZELLA, Carte dell'Archivio Arcivescovile di Pisa. Fondo Luoghi i'ari, 1 (954-1248), Pacini, Pisa 1988 (Biblioteca del «Bollettino Storico Pisano». Fonti, 2); L. CARRATORI SCOLARO, R. PESCAGLINI MONTI, Carte dell'Archivio Arcivescovile di Pisa. Fondo Luoghi Pari, 2 (1251-1280), Pacini, Pisa 1993 (Bibliotcca del «Bollettino Storico Pisano». Fonti, 3); EAED., Carte dell'Archivio Arcivescovile di Pisa. Fondo Luoghi Vari, 3 (1281-1300), Pacini, Pisa 1999 (Biblioteca del «Bollettino Storico Pisano». Fonti, 7).

8 Cenni su questo filone d'indagine, nato alla meta dcgli anni Sessanta del Novecento dall'impegno concorde di Cinzio Violante, Emilio Cristiani c Gabriella Rossetti, in G. GARZEL- LA, Societi, istittcioni, inrediamento, ciL, pp. 8-11.

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nato personaggio o prevalente vocazione familiare. E possibile inoltre, in tale prospettiva, mettere a confronto 1'uso antroponimico dell'ari-

stocrazia con quello di pin larga diffusione sociale. Entrando ora nel merito della questione, uno dci prinni nomi che, nello

scorrere gli elenchi disponibili, s'impone all'attenzione c Saracino, ca- pace di evocare immediatamente le imprese militari della cittä di mare, ma anche i contatti commerciali ben presto stabiliti con 1'Oltremarc. E significativo e che le prime attestazioni risalgano agli anni Trenta del secolo Xl e si configurino come soprannomi, attribuiti a personaggi nati e cresciuti nel clima delle vittorie riportate dai pisani contro i saraceni di Reggio in Calabria (ne11005) e di Sardegna (nel 1015-1016)9.

Il primo in assoluto - nella documentazione superstite -c Ilde- brando «que Saracinello vocatun>, figlio del defunto Rodolfo «que Moro vocabatur» , livellario del vescovo di Pisa Azzo il 24 marzo 103110. Una nota dorsale vergata da mano del X11 secolo attribuisce i personaggi alla donrus Matti, famiglia del piü antico ceto consolare i cui membri, con ogni probabilitä, parteciparono a quelle spedizioni": ea ciö potrebbero, in questo caso, rimandare entrambi i soprannomi. Pin problematico e invece sostenerlo per un tal Giovanni «que Sara- cino vocatun>, figlio di Guido, testimone in una vendita tra privati re- datta il 10 dicembre 1038 a Valtriano, non lontano da Crespina nelle Colline pisane'`: non ne conosciamo infatti la famiglia d'apparte- nenza, e il suo raggio d'azione, limitato a questa testimonianza, lo col- loca a distanza dai luoghi pin direttamente legati al mare e allo scon- tro/incontro con il mondo islamico.

Dopo la meta del secolo il nome Saraceno/Saracino/Saracinello comincia ad essere attestato come proprio con regolare frequenza (pin tardi anche al femminile, con una Saracina attestata ncl 1168)13, en-

9 Sono le prime impresc ii cui ricordo, con qucllo dclla spcdizione di Bona in Africa del 1034, fu affidato ai distici clcgiaci dcllä grtndc cpigrafc posts sully facciata delta Cattcdrale: cfr. G. SCALIA, Epigraphica Pisana. Testi latini sully spedcione contro le Baleari del 1113-1115 e su altre imprese antisaracene del secolo i, in Miscellanea di Studi lspanici, Giuntina, Firenze 1963 (Pubblicazioni dell'Istituto di Lcttcratura spagnola c ispano-amcricana dcll'Univcrsit3 di Pisa), pp. 234-86, in particolarc pp. 235-53, c la rcccntc cdizionc in O. BANTI, Monumenta Epigraphica Pisana saeculi av antiquiora, Pacini, Pisa 2000 (Bibliotcca del «Bollcttino Storico Pisano». Fonti, 8), n. 47 pp. 44-45.

10 A. GHIGNOLI, Carte dell Archivio Arcivescovile di Pisa. Fonda arch-escovile, 1 (720- 1100), Pacini, Pisa 2006 (Bibliotcca del <IBollcttino Storico Pisano»). Fonti, 11, I), n. 99 pp. 243-50.

11 Su questa domus ha in torso uno studio 1'amica c collcga Rosanna Pcscaglini Monti. 12 M. D'ALESSANDRO NANNIPIEPI, Carte dell'Archivio di Stato di Pisa, 1 (780-1070), Edi-

zioni di Storia c Lcttcratura, Roma 1978 (Thesaurus Ecclcsiarum Italiac, vu, 9), n. 37 pp. 98-99. 13 M. L. ORLANDI, Carte dell Archivio delta Certosa di Calci, cit., n. 39 pp. 72-73,1168

dicembrc 29, Pisa. In qucsto caso dovcva trattarsi di un soprannomc: Saracina, intcrvcnuta per

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trando a pieno titolo nel patrimonio onomastico pisano tanto delle grandi casate (si veda ad esempio Saraceno del fu Albizzone Caldera, dell'antica famiglia consolare dei Casapieri, attivo nel secondo quarto del Duecento)la quanto della gente comune, in cittä15 come nel conta- do. Ne troviamo in Valdarnolb, in Valdiserchiol7 e in localitä della co- sta, da Livorno a Rosignano ea Vadalg, ea renderlo ancora attuale erano probabilmente le epigrafi apposte sui principali edifici cittadini per tramandare la memoria delle imprese antisaracene ei poemi che

prestare it proprio consenso all'azione giuridica compiuta dal marito Martino del fu Ildebrando, fu qualificata con it nome Mingarda quando appose it suo signum manus.

� Su quest'antico casato, disccndente da Ildeberto detto Albizo, fondatore net 1027 del monastero pisano di S. Matteo, cfr. C. VIOLANTE, Nobiltlr e chiese nei secoli Al e A71. la progenie di Ildeberto Albizo e it monastero di S. Afatteo, in Adel and Kirche, Gerd Tellenbach zum 65. Geburtstag dargebracht von Freunden and Schülern, hrsgb. von J. Fleckenstein, K. Schmid, Herder, Freiburg-Basel-Wien 1968, pp. 259-79, ora ampliato in ID., Economia societä istituzioni a Pisa net Afedioevo. Saggi e ricerche, Dedalo, Bari 1980, pp. 25-65; L. TICCIATI, Strategie familiari delta progenie di Ildeberto Albizo -i Casapieri - nelle vicende e nella real- tä pisana f no allafine del XIII secolo, in Pisa e la Toscana occidentale nel Medioevo, 2, A Cin- zio I'iolante nei suoi 70 anni, Giscm-ETS, Pisa 1991 (Piccola Biblioteca Gisem, 2), pp. 49-150: qui la posizione nella genealogia del personaggio (attivo tra it 1231 c it 1241, defunto net 1256: tav. IV a p. 98) ci rimandi documentari (pp. 56,63,67-68,113,129,131,133-37).

15 Qui, come neue note cbe seguono, presentiamo un saggio della diffusions del nome, scnza prctesa di completezza. A Pisa c nell'immediato suburbio: Saracino figlio «bone memoric Lughithi», 1062 dicembrc 2 (E. FALASCHI, Carte dell'Archivio Capitolare di Pisa, 2 (1051- 1075), Edizioni di Storia a Letteratura, Roma 1973 (Thesaurus Ecclesiarum Italiae, VII, 2), n. 31 pp. 85-88; Saracino figlio del fu Guitemo, 1084 novembre 28 (S. P. P. SCALFATI, Carte dell Archivio delta Certosa di Calci, 1, cit., n. 107 pp. 258-59); Ugolino del fu Saracino, 1092 dicembre 30 (ivi, n. 129 pp. 307-9); Bernardo del fu Saraceno, 1107 maggio 12 (ID., Carte dell'Archivio delta Certosa di Calci, 2, cit., n. 15 pp. 34-35); Benetto figlio di Saracino, 1111 agosto 30 (ivi, n. 18 pp. 41-43); Opizzo del fu Saracen, [1119 marzo 25-1120 marzo 24] (ivi, n. 36 pp. 87-89); Saracino del fu Gerardo, 1173 marzo 6 (M. L. ORLANDI, Carte dell'Archivio delta Certosa di Calci, cit., n. 59 pp. 109-11); Saracino del fu Pontisiano, 1177 gennaio 12 (ivi, n. 84 pp. 163-65); Saracino «Moronti Bargiacchi», 1198 novembre 18 (ivi, n. 180 pp. 352-56); Bcnvcnuta figlia di Saracino tintorc, 1199 marzo 21 (ivi, n. 182 pp. 358-60); un figlio anonimo del fu Saraceno monetarii, 1208 aprilc 19 (L. CARRATORI, G. GARZELLA, Carte dell'Archivio Arcivescovile di Pisa, cit., n. 8 pp. 14-16); dominos Saracino giudice, 1236 marzo 18 a 1246 marzo 28 (ivi, nn. 37 pp. 62-63 c 68 pp. 109-10).

16 Qui c neue arse contermini: Saracino del fu Rosso a Comazzano, nclla zona di Calcinaia, 1071 giugno 18 (S. P. P. SCALFATI, Carte dell Archivio delta Certosa di Calci, 1, cit., n. 61 pp. 159-62); Saracino figlio dclla defunta Grinia in localitä Putio, presso Mczzana, 1074 agosto 30 (M. L. SIROLLA, Carte dell'Archivio di Stato di Pisa, 2 (1070-1100), Pacini, Pisa 1990 (Bibliote- ca del ((Bollcttino Storico Pisano». Fonti, 1), n. 15 pp. 25-26); Pietro del fu Saracino a Bientina, 1098 ottobrc 3 (ivi, n. 84 pp. 151-152).

17 Si vcdano i nipoti di Gualandello Saracinelli nella localiti Rcte, 1175 maggio 23 c 1179 novembre 9 (M. L. ORLAND), Carte dell Archivio delta Certosa di Calci, cit., nn. 74 pp. 141-42 c 98 pp. 187-89).

18 Cfr. Saracino del fu Guido a Rosignano, 1073 gennaio 26 c 1079 scttcmbrc 5 (M. L. SI- ROLLA, Carte dell Archivio di Stato di Pisa, cit., nn. 10 pp. 17-18 c7 pp. 45-46); Ugo del fu Saracino a Vada, 1083 settembre I (ivi, n. 36 pp. 62-63); Saracino del fu Manoccio a Livorno, 1165 maggio 28 (M. L. ORLANDi, Carte dell Archivio delta Certosa di Calci, cit., n. 36 pp. 67-68).

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cantavano quelle gesta, nonche gli ininterrotti contatti con i paesi islamici19. A questi ultimi potremmo ancora riferirc i vari MorolMo- retto, Niger/Nigra che s'incontrano un po' in tutto 1'arco della docu- mentazione considerata (a cominciare dal giä citato Rodolfo ((que Moro vocabatun>), anche se e altrettanto verosimile cogliervi, phi semplicemente, il rimando a determinate caratteristiche fisiche20.

Alla frequentazione di luoghi oltremarini alludono invece, con cer- tezza, i soprannomi registrati nelle prime generazioni di un'altra gran- de famiglia dell'aristocrazia consolare - la daanus Lei (i Casalei) - caratterizzata da un'intensa attivitä mercantile nel Mediterranco, che c stata oggetto di una tesi di laurea condotta sotto la direzionc di Maria Luisa Ceccarclli21. E proprio il capostipite (giä defunto nel 1089) che presenta per primo questo carattere distintivo, affiancando al nome piuttosto usuale di Leone la specificazione de Babilonia: una denomi- nazione attribuita anche a due dei suoi figli (Leone 11 c Guido I), che sembra alludere a frequenti contatti con 1'Egitto e in particolare con 11 Cairo. A un contermine ambito geografico rimanda ancora il sopran- nome del figlio di Guido, «Bernardo Turchio» - menzionato anche, indifferentemente, solo come Bernardo oppure Turchio, attivo tra il 1109 e il 114323 -, che lascia intendere frequentazioni nella vasta area del Medio Oriente, dalla Penisola Anatolica alla Siria e alla Pale- stina, dove dalla meta del secolo XI si era andata estendendo la domi- nazione dei Turchi Selgiuchidi. Come in altri casi giä visti, il sopran- nome non tardö a trasformarsi in nome proprio ricorrente nelle gene- razioni successive, anche nella forma diminutiva di Turchiarello'-°, fino at tardo Duecento, andando inoltre a individuare - tra XII c XIII secolo - uno dei gruppi familiari discendenti da Leone di Babilonia, quello appunto dei Del Turco. Sulla medesima linea gcnealogica di

19 Su tutto qucsto si vcda, in qucsto volume, il contributo di M. L. CECCAREI. U LE. \tUT, Marc nostrum Mcditcrrancum. Pisa e il mare nel tledioevo, pp. 11-24.

20 La frcqucnza di tali attcstazioni, insicmc con la loro maggiorc gcncricit3, ci csimc da spc- cifichc citazioni, conscntcndoci il scrnplicc rimando agli indici onomastici dci volumi di cdizionc di fonti documcntaric.

21 L. REGE CA1dBRIN, La famiglia del Casalei dalle originl alla nlelll del 1711 secolo, tesi di laurca, Pisa a. a. 1988-1989, rclatricc M. L. Ceccarelli L=UL

22 L. REGE C&NtBRIN, La famiglia del Casalel, cit., p. 9. 23 L. REGE CX%tBRIN, La famiglia del Casalel, cit., pp. 34-35. 24 L. REGE CAMBRIN, Lafamiglia del Casalel, cit., p. 38: cosi nclla prima attcstazione

Turchio IV (1170-1185, quondam 1193), capostipitc dci Turchi da Mcrcato. 23 L. REGE CAMBRIN, Lafainiglia del Casalei, cit., pp. 19-52. A sua volta il ramo non tanib

a dividersi in trc sottorami: i Turchi da S. Paolo all'Orto, i Turchi da Mcrcato ci Turchi da S. Fclicc.

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Dall'onomastica alla circolazione dei culti e delle reliquie 31

BernardorTurchio (per la precisione era suo cugino) si colloca un altro membro dei Casalei - attivo dal 1109, morto nell'impresa balearica del 1113 - dal soprannome carico di significato, Guido «qui Caimo vocatun>26. Non si ha, in questo caso, il richiamo ad un luogo geo- grafico ne ad una gente, bens! 1'uso di un antroponimo che, rarissimo nella tradizione occidentale ma frequente in quella orientale - come si ricava dagli atti del Regno di Gerusalemme -e ulteriore testimo- nianza di un legame, quasi sicuramente di natura commerciale, con il Mediterraneo orientale-'.

Il panorama dell'onomastica legata al mondo islamico si arricchi- sce, dal secondo decennio del secolo XIII, di nomi dei protagonisti dello scacchiere politico musulmano. Il posto d'onore spetta al Sala- dino (Salah al-Din Yusuf), creatore di un impero dall'Egitto al Tigri e autore, nel 1187, della riconquista musulmana di Gerusalemme2ß, il quale tuttavia era riuscito a guadagnarsi, per il comportamento verso i cristiani della Cittä Santa, un'aureola di magnanimitä ricordata so- vente nella letteratura occidentale, dalla Divina Commedia al Novel- lino e al Decamerone, fino al Talisman di Walter Scott29.

E Saladino e nome che ricorre, dagli anni Trenta del Duecento, in un ramo della grande consorteria degli Upezzinghi. E, per la veritä, un'intera generazione, quella dei figli di Guido II, che - nella rico- struzione genealogica di questo gruppo fatta da Rosanna Pescaglini - esibisce nomi "islamicii3Ö: Saladino sembra il piü giovane (vivente nel 1233, giä defunto nel 1249)31, preceduto da Noradino (canonico pi-

26 L. REGE CAMBRIN, Lafamiglia dei Casalei, cit., pp. 20-22. 27 Ibid., con rimando a R. ROHRICHT, Regesta Regni Hierosolymitani (MXCVII-MCCXC/), 1,

New York 1893-1904, Index personarum, p. 415. 28 Storia del mondo islamico (VII -x77 secolo), 1, C. Lo JACONO, Il Vicino Oriente, Einaudi,

Torino 2003 (Piccola Biblioteca Einaudi, n. s., Storia e geografia, 251), pp. 371-77. 29 Per quests fortuna del nostro cfr. M. FUBINI, Saladino, in Dizionario letterario Bompiani

delle opere e dei personaggi, Bompiani, Milano 1957, VIII, Personaggi, pp. 750-51; M. PRAZ, Il Talisman, in Dizionario lelterario Bompiani, cit., V1I, Opere, p. 326.

30 Devo tuttc le notizic ehe seguono alla disponibilitä dcil'amica c collega Rosanna Pescaglini Monti, che studia da tempo gli Upczzinghi c ha in avanzata fase di claborazione i risultati delta riccrca.. In particolare, sui personaggi che qui intcressano si segnala la confcrcnza dal titolo Pisani sulla cattedra vescovile Lunense fra XI/ e. 1711 secolo, da lei tcnuta 1'8 maggio 2007 a La Spezia ncll'ambito del ciclo di conferenze "Lunigiana sul filo del tempo. Nuovi itincrari di studio per i beni culturali", organizzate dall'Istituto Internazionale di Studi Liguri- Sezione Lunense, dalla Provincia delta Spezia c dalla Provincia di Massa Carrara: ad essa rimanda I'inedita ricostºuzionc gcnealogica pubblicata in catcc a qucstc paginc, ancora per gencrosa concessionc dcll'autrice.

31 Queste be attestazioni documentarie: 1233 luglio 31 (Archivio Arcivescovilc di Lucca = AAL, Diplomatico, AC 42); 1249 gennaio 5 (ivi, ++ K 41/3).

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sano nel 1216 e poi vescovo di Luni negli anni 1221-1223)' e da Sol- dano, attestato tra il 1222 e il 124233. E una scqucnza di nomi davvero singolare, aperta dal sultano selgiuchide di Siria e d'Egitto Noradino (morto nel 1174)3; -sotto cui Saladino aveva iniziato la carriera poli- tica per raccoglieme poi la successione -c completata, nella persona di Soldano, dal vocabolo con il quale s'indicava il sovrano indipen- dente di una determinata regione del mondo musulmano35, che si ri- pete nella generazione successiva dove troviamo ancora un Saladino e un Noradino36

Anche in questo caso il rimando al mondo islamico non sembra es- sere casuale, ne esclusivamente legato all'orizzonte culturale sviluppa- tosi in seguito ai contatti fra musulmani c crociati net contesto della Terza Crociata. Non dobbiamo infatti dimenticare chc la partecipazio- ne all'impresa aveva fiuttato ai pisani ample concessioni in Oltremare, con il raggiungimento delle migliori condizioni commerciali mai otte- nute per sviluppare le proprie attivitä37: in questo flusso di rclazioni dovettero, con tutta probabilitä, inserirsi anche membri degli Upezzin- ghi, un casato che senza dubbio trasse potere e ricchezza non soltanto dai possessi fondiari (unica fonte di reddito ampiamente documentata) ma anche dalle attivitä transamarine cui si dedicavano le grandi fami- glie cittadine. I personaggi in questione, poi, appartenevano ad un ra- mo radicato a Vicopisano38, localitä di grande rilievo strategico all'in- crocio di vie di terra e d'acqua che mettevano in comunicazione la Lucchesia con il Valdarno e, lungo Passe fluviale, raccordavano 1'en- troterra toscano con il mare39: emblematica 6, per fare un solo esem-

32 Canonico delta cattcdralc di Pisa il 18 diccmbrc 1216 (Archivio di Stato di Pisa, Diplomatico S. Michele in Borgo), Noradino 6 attestato come «canonicus Lunensis» in un atto del 4 gcnnaio 1221 (Archi%io di Stato di Firenze = ASF, Diplomatico Conumitä di San Aliniato) c vcscovo di Luni per la prima volta net 1221 agosto I (M. LUPO GENTILE, /1 rrgcsto del Codicr Pelavicino, Genova 1912 (Atti delta Socict3 Ligure di Storia Patria, Xuv), n. 475 pp. 486-87; si veda anche it n. 474 p. 485, scnar data ma immcdiatamcntc preccdcntc), per 1'ultima net 1223 aprilc 15 (ivi, n. 385 pp. 364-65).

33 Cfr. rispcttivamcntc 1222 maggio 15 (M. LUPO GEhTiLE, 11 regesto del Codice Prla- vicino, cit., n. 104 pp. 141-42) c 1242 aprilc 26 (AAL, Enti Religiosi Soppressi, n. 13, c. 79r).

N Storia del mondo islamico, cit., pp. 317-18. 35 A. BARBERO, C. FRUGO:: t, Di_ionario del Aledioevo, Laterza, Roma-Bari 1994, p. 235. 36 Si tratta di due dci cinquc figli di Soldano: cfr. la gcncalogia a p. 38. 37 M. L. CECCAREU. t LE. titUT, Pisa e l'Oriente Latino dalla I alla III Crociata, Tipografia

Nuova Stampa, Sarzana (SP) 2006, pp. 32-39. 38 Cfr. su ciö R. PESCAGLLtiI MOA17, It castello di Marti eI suoi domLrl Ira. t7 e. 1711 scrolo,

«Bollcttino Storico Pisano» t. XXIV (2005), pp. 397-465, in particolarc nota 75 a p. 440, con informazioni parziali pcrii rispctto alla ricostnrrionc gcncalogica ora proposta.

19 Per talc trama di percorsi si rimanda at contributo di M. L. CECCARELU LE. `dUT, Marc nostrum Mcditcrrsncum, cit.

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pio, la presenza di una «galea bene armata» dei vicaresi tra le undici inviate dai pisani contro i genovesi in Sardegna nel 116440

Almeno per il nome Saladino, una certa diffusione e testimoniata a diversi livelli della societä. Conosciamo infatti - nella seconda meta del Duecento - un Saladino di Lugnano, luogo prossimo a Vicopi- sano che potrebbe aver recepito l'onomastica di personaggi influenti della zona quali gli Upezzinghi, come pure un Saladino « magister boctarius» attivo ad Acquaviva (nel sobborgo meridionale di Livorno) e un altro originario di Casciana Terme (Aqui) che svolgeva a Pisa la professione di notaio imperiale41

Isolato risulta invece il nome di derivazione araba che il cronista pisano Bernardo Maragone, attivo nei decenni centrali del XII secolo (1142-1186), scelse per il proprio figlio Salem, chiaro indizio dei rap- porti con 1'Africa settentrionale intrecciati nel corso di una lunga car- riera svolta «per honor della cittä in terra et in mare)), secondo le pa- role stesse degli Annales proprio nella continuazione di Salem42.

Altra categoria che richiama i frequenti e intensi contatti dei pisani con territori estemi, spesso oltremarini, e costituita da aggettivi di provenienza geografica usati ora come nomi propri ora come sopran- nomi. Abbiamo cos! diversi Sardi43, e non sempre e possibile stabilire se si tratti di persone di origine isolana o piuttosto di pisani legati alla Sardegna da specifici vincoli: puö soccorrerci solo una conoscenza approfondita della famiglia di appartenenza. Cos! e il caso del Sardo (attestato tra il 1181 e il 1195) membro del casato consolare dei da Parlascio (o Ebriaci o Verchionesi) studiato da Maria Luisa Ceccarelli, che fin dai primi anni del XII secolo stabil! rapporti precoci e assai im-

40 BERNARDO MARAGONE, Annales Pisani, a cura di M. Lupo Gentile, Renam llalicarum Scriptores, n. cd., VI/2, pp. 3-74, a p. 35.

41 C&. rispettivamentc: 1293 gcnnaio 5 (L. CARRATORI SCOLARO, R. PESCAGLINI MONTI, Carte dell Archivio Arcivescovile di Pisa. Fonda Luoghi Vari, 3, cit., n. 64 pp. 177-79); 1255 agosto I (EAED., Carte dell'Archivio Arcivescovile di Pisa. Fondo Luoghi Vari, 2, cit., n. 6 pp. 11-12); 1259 maggio 11 (ivi, n. 20 pp. 49-50).

"2 Sulla figura, 1'opera e I'attivitä pubblica di Bernardo si veda M. L. CECCARELLI LEMITC, Bernardo Maragone provisor' e cronista di Pisa nel Xii secolo, in Legislazione e prassi istitu- zionale a Pisa (secoli A7-: t7t/). Una tradcione nonnativa esemplare, a cura di G. Rossetti, Giscm-Liguori, Napoli 2001 (Europa Mcditcrranea. Quadcmi, 16), ora in EAD., Medioevo Pi- sano. Chiesa, janriglie, territorio, Pacini, Pisa 2005 (Collana Pcrcorsi, 13), pp. 121-46.

43 Abbiamo, ad cscmpio, un Gusmario Sardi giä dcfunto nel 1214 diccmbre 16 c 1215 gen- naio 9 (L. CARRATORI, G. GARZELLA, Carte dell Archivio Arcivescovile di Pisa. Fondo Luoghi Vari, 1, cit., n. 16 pp. 27-30), un Sardo del fu Pandolfo da Riglionc ncl 1279 marzo 6 (L. CARRATORI SCOLARO, R. PESCAGLINI MONTI, Carte dell Archivio Arcivescovile di Pisa. Fondo Luoghi Van, 2, cit., n. 72 pp. 150-52) e ancora un Sardo «de Vulterris qui moratur Pisis» nel 1300 novembre 15 (EAED., Carte dell'Archivio Arcivescovile di Pisa. Fondo Luoghi Vari, 3, cit., n. 96 pp. 245-46).

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portanti con la Sardegna. Dall'isola la famiglia trasse anche il nome tipico di Barisone, caratteristico delle grandi stirpi giudicali con cui la casata pisana aveva stretto vincoli parentali: un personaggio cos! chiamato - vivente tra it 1188 e it 1204, giä defunto net 1213 - fi- gura nella v generazione; un altro, testimoniato net 1258 e quondam net 1269, e alla vO. Lo stesso nome risulta diffuso nella societä pi- sana a vari livelli nelle varianti Parazone/Perasone46 ed c prescnte pure nella genealogia dei Vernagalli, ramo tra i piü noti e longevi dei giä ricordati Casalei con forti intcrcssi sardi47.

Le medesime perplessitä (provenienza o frecýuentazione dei luo- ghi? ) valgono per i vari Palarmincý$, Ianuenses4 , Türrisiani50, Lam- bardi51, Greci5`, Burgugnari53 e Provinciales5; o per Lucchese (usato

44 M. L. CECCARELLI LE%(UT, Tra Pisa, la Sardegna e l'Oriente: i da Parlascio o Ebriact o Verchionesi (secoli. º7 , 19t), in Quel mar che la terra inghirlanda. In ricordo di Alarco Tan- gheroni, a cura di F. Cardini c M. L. Ceccarelli Lcmut, Pacini, Pisa 2007 (Collana Pcrcorsi, 14), pp. 241-65: si veda Sardo figlio di Barilc Ebriaco (attivo ncgli anni 1181-1195), pcrsonaggio appartcncntc alla v gcncrazione delta gcncalogia ricostruita a p. 247.

4s II nomc ricorrc, in particolare, nclle famiglic dci giudici di Arborca c di Torres: cfr. Ge- nealogie medioevali di Sardegna, Due D Editricc mcditcrranca, Cagliari-Sassari 1984, pp. 58- 61 c 82-85. Per i da Parlascio imparcntati con costoro cfr. M. L. CECCARELLI LE\(UT, Tra Pisa, la Sardegna e I'Oriente, cit., pp. 248-50, c per i due di nomc Barisonc la gcncalogia a p. 247.

46 Cfr., ad cscmpio, Parazonc figlio di Uguccionc dcl fu Leonis , llatilde, 1179 luglio 8 (M. L. ORLAND], Carte dell'Archisio delta Certosa di Calci, cit., n. 97 pp. 185-87); Perasonc del fu Costantino, 11941uglio 10 (ivi, n. 156 pp. 298-99); Parazonc padre di Bartolomeo, 1270 aprilc 7 (L. CARRATORI SCOLARO, R. PESCAGLINI MOti'it, Carte dell Archivio Arcivescovile di Pisa. Fondo Luoghi Vari, 2, ciL, n. 47 pp. 98-100); Parazonc notaio figlio di Lcopardo fabbro, 1281 maggio 27 (EAED., Carle dell'Archivio Arcivescovile di Pisa. Fonda Luoghi {'ari, 3, cit., n. 1 pp. 3-6); Parazonc padre defunto di Guccio de Perlascio, 1289 giugno 22 c 23 (M, n. 54 pp. 156-58).

47 Due sono i pcrsonaggi di nomc Par. sonc, zio c nipotc, tcstimoniati rispcttivamcntc ncgli anni 1204-1233 c 1225-1228: cfr. L. REGE CA. \IDRtN, La ja, niglia dei Casalei, cit., pp. 122-26.

48 Ci limitiamo, anche qui, a qualchc cscmpio: Palarmino dcl fu Pictro fabbro, 1179 diccm- brc 21 (M. L. ORLANDI, Carte dellArchivio delta Certosa di Calci, cit., n. 99 pp. 190-91), Palarmino, padre defunto di Romeo, 1195 ottobrc 29 (Ni, n. 162 pp. 309-12), ma anchc un Signorcllo de Palarmino, 1192 ouobrc9 (ivi n. 148 pp. 283-85).

49 Cost un «lanucnsu conanu9J, 1243 giugno 14 (L. CARRATORI, G. GARZL"LLA, Carte dell'Ar- chivio Arcivescovile di Pisa. Fonda Luoghi Mari, 1, cit., n. 57 pp. 88-92) c un «Gcnucnsis dc Sancto Miniato» giudicc c notaio, 1248 diccmbrc 19 (Ni, is. 79 p. 126).

so Cfr. Turrisiano «publicus forctaneonun ct viduarum iudcx», 1173 diccmbrc 17 (M. - ORLANDI, Carte dell Archivio delta Certosa di Calci, cit., is. 62 pp. 115-16).

s' Un Lambardo padre defunto di Lanfranco c attcstato net 1219 luglio 8 (L. CARRATORI, G. GARZELLA, Carte dell Archivio Arcivescovile di Pisa Fondo Luoghi l'arl, 1, cit., is. 2 pp. 38-39).

52 Si veda ivi, n. 49 p. 79, per Greco padre dcfunto di Pellegrino Mlurscio net 1240 luglio 23. sr Pcrsonaggi di nomc Borgognone net 1243 giugno 14 (figlio di Pictro: L. CARRATORI, G.

GARZELLA, Carte dell Archivio Arcivescovile di Pita Fondo Luoghi l'ari, 1, cit., is. 57 pp. 88- 92) c 1257 fcbbraio 6 (figlio di Boninscgna: L. CARRATORI $COURO, R. PESCAGLINI i\lo\'f1, Carte dell 'Archivio Arcivescovile di Pisa Fondo Luoghi i äri, 2, cit., is. 12 pp. 24-29).

S4 Un Provincialis fratclto di «Uguicionis Binthonis iudicis» b attcstato net 1163 ottobrc 12 (M. L. ORLANDI, Carte dell Archivio delta Certasa di Cold, cit., is. 30 pp. 56-58).

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al femminile)55, in questo patrimonio onomastico cosmopolita che ri- manda comunque a grandi spazi nazionali e internazionali, annove- rando persino un Damasco del fu Gualfredo nel 118356. Sicuramente originario del territorio pisano e invece il Malfetano attestato nel 1169 in Valdamo, che Rosanna Pescaglini assegna a un ramo della grande domus degli Upezzinghi, dove questo nome toma a ripetersi anche in pieno Duecento57.

Un'ultima tipologia di nomi su cui desidero richiamare 1'attenzione e quella che si rifa ai testi letterari circolanti in area pisana nel Due e Trecento. Sulla diffusione della letteratura cortese in Toscana ea Pisa (sia in francese sia in traduzione italiana) non mancano contributi re- centi58, e il riflesso nell'onomastica puö senz'altro concorrere a valu- tame la popolaritä. Nel mio rapido excursus non ho rintracciato, per il momento, altro che un Gano (Gane/Gainello) - attivo tra il 1136 e il 1164 - nella genealogia dei giä ricordati da Parlascio59 e un Persa- valli del fu Dato di Castell'Anselmi (localitä delle colline livomesi presso Collesalvetti), attivo a Pisa nel 126260. Ma una schedatura corn- pleta e il decisivo apporto degli storici della letteratura consentirebbe certo di affiancare, al cavaliere della Chanson de Roland e al protago- nista del ciclo di leggende sul Santo Graa161, molti altri personaggi.

ss E Lucchese, <aoror Ildebrandini Porci vinarii» del fu Enrico Dominici da Gello Putido, ricordata net 1257 fcbbraio 6 (L. CARRATORI SCOLARO, R. PESCAGLINI MONTI, Carte dell'Archivio Arcivescovile di Pisa. Fondo Luoghi Vari, 2, cit., n. 12 pp. 24-29).

36 1183 novembre 21 c dicembre 617 (M. L. ORLANDI, Carte dell Archivio delta Certosa di Calci, cit., n. 116 pp. 222-24).

r Troviamo, net ramo che la studiosa denomina dci 'Berlinghcschi', Malfctano figlio di Be- stialc, attestato net 1169 novembre 24 (AAL, Diplomatico, AC 87), e Malfetano «quondam Hen- rigonis/Arrigonis», attivo tra it 1236 Iuglio 30 (ivi, ++ Q 74) c il 1238 dicembre (ivi, *I 6), quondam net 1269 settcmbrc 6 (ASF, Diplomatico Deposito Delta Gherardesca): devo queste segnalazioni documentaric alla collega Pescaglini. Cfr. anchc R. PESCAGLINI MONTI, 11 castello di Marti, cit., nota 70 alle pp. 435-36 e tav. II a p. 463.

58 Sul ruolo delta citt3 sull'Amo come ccntro d'irradiamcnto in Toscana dci volgarizzamenti dal franccsc cfr. S. CARRAI, Aspetti delta letteratura toscana nei secoli , lvi e X/v, in Etruria, Tuscia, Toscana. L'identitd di una regione attraverso i secoli, II (secoli V-XIV), a cura di G. Garzclla, Pacini, Pisa 1998 (Bibliotcca del ((Bollettino Storico Pisano». Collana storica, 47), pp. 133-46, in particolare pp. 135-36; V. BERTOLUCCI PIZZORUSSO, Testi e immagini in codici attribuibili all area pisano-genovese alta fine del Duecento, in Pisa e it Mediterraneo, cit., pp. 197-201, con la Bibliografia a p. 201.

59 M. L. CECCARELLI LEMUT, Tra Pisa, la Sardegna e 1'Oriente, cit., p. 247. 60 1262 aprile 18 (L. CARRATORI SCOLARO, R. PESCAGLINI MONTI, Carte dell'Archivio

Arcivescovile di Pisa. Fondo Luoghi Vari, 2, cit., n. 32 pp. 70-71). 61 Sul primo, che solo nella fioritura romanzcsca piü tarda assunsc la provcrbiale immagine

del traditore, mentre in origine it suo vcro peccato era l'orgoglio, ammantato pcrö di nobile fierczza di prodc, si veda M. BONFANiINI, Gano di Maganza, in Dizionario letterario Bompiani, VIII, Personaggi, cit., p. 371; sul secondo A. VISCARDI, Perceval, in Dizionario letterario Bonr- piani, cit., V7II, pp. 657-59.

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E chiaro dunque che un'indagine esaustiva sull'onomastica come specchio dell'intersecarsi di uomini, lingue c culture, richieda molte- plici competenze su una base, naturalmente, il piii possibile ricca di dati ricavabili dalle fonti. Qui si e inteso prospettare una prima traccia di ricerca, suscettibile di miglioramento e di sviluppo.

L'altro aspetto, che tratterö solo in estrema sintesi, e ancora forte- mente legato ad un settore di studi assai fiorente nella medicvistica pi- sana, quello delta storia delta Chiesa e delle istituzioni ecclcsiastiche locali. In questo stesso volume Mauro Ronzani presenta Pisa come crocevia di forme di vita religiosa62. lo cercherö invece, rapidamente, di mostrare come un altro significativo indicatore di rapporti e flussi di uomini e culture sia rappresentato dalla circolazione dci culti e delle reliquie.

A questo tema e stata dedicata particolare attenzione negli ultimi anni. La mostra Pisa e il Mediterrmreo ha allargato 1'orizzonte anche sul Mediterraneo dei sanli, con it contributo di Maria Luisa Ceccarelli che ha messo a fuoco un certo numero di culti strettamente collegati at rapporto con il mare e giunti attraverso la via marittima, tramite delta stessa cristianizzazione delta cittä net II-III secolo. Particolarmente folta e la loro presenza a occidente di Pisa, tra la cittä c il mare. Si pensi alla speciale devozione a S. Pietro, testimoniata dall'intitola- zione di ben otto chiese urbane e dell'immediato suburbio, sulla scia delta prima per antichitä e importanza: S. Piero a Grado, sorta net luogo dello sbarco del Principe degli Apostoli tramandato dalla tra- dizione agiografica altomedievale. Al mare ea contatti con Roma, con la Spagna e con la Provenza rimanda ugualmente il culto di S. Torpc, radicatosi nei priori secoli del Medioevo (la sua Passio fu composta tra it vi e it vii secolo da un estensore di area pisana). E piuttosto folto e it drappello di sand `sardi', sulle cui reliquie sorsero edifici sacri o altari nelle maggiori chiese pisane: S. Rossore con i santi Cisello e Camerino, ei santi Efisio e Potito, insieme con santi di origine afri- cana (Giulia, Felice e Regolo), altri provenienti dalla Sicilia (Agata), da Ravenna (Apollinare), dall'Europa orientate (Anastasia di Sirmio nell'Illirico) e dall'Asia Minore (Eufrasia di Nicomedia, Margherita di Antiochia)63.

62 M. RONZAN!, Una vocaione all i ccoglien a: le filiali pisane di Ordini c congrega: ioni religiosefra la fine del secolo. 17 a it Trecento, qui raccolto, pp. 61-80.

67 Su tutto qucsto cfr. M. L. CECCARELLI LEtiMUT, II Mediterraneo del sand, in Pisa c i! dledi- lerraneo, cit., pp. 133-37, con la rclatica Bibliografia di approfondimento a p. 137.

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La presenza di dedicazioni e% reliquie veicolate per mare si andö facendo via via pia nutrita con 1'aprirsi del secondo millennio, rice- vendo poi un ulteriore impulso dalle crociate64. E in questo contesto che si colloca 1'episodio emblematico dell'arrivo del braccio del prete martire di Nicomedia Ermolao, traslato a Calci dalla chiesa dei santi Ciro e Giovanni di Costantinopoli nell'ambito degli accordi tra Pisa e Bisanzio, sanciti dal crisobullo dell'imperatore Alessio I Comneno nell'ottobre del 111165.

Alla dimensione marittima e al particolare stile di vita di una cittä aperta ai rapporti internazionali e fortemente cosmopolita si deve in- fine il carattere che impronta le figure dei santi pisani fioriti nel pieno secolo XII: basterä ricordare Ranieri, proveniente da una famiglia del ceto medio mercantile, penitente e pellegrino, i cui miracoli - com- piuti sia in vita sia dopo la morte - si riferiscono in gran parte ai na- viganti e ai pericoli del mare; o Bona, capace di sperimentare nuove forme di santitä affrontando lunghi e pericolosi pellegrinaggi66.

Ma per tutto ciö esiste, come si e visto, una ben precisa ed esau- stiva bibliografia di riferimento. Qui voglio piuttosto richiamare 1'at- tenziorie su un culto in particolare, che ben testimonia la consistenza dei rapporti internazionali di Pisa nell'ultimo quarto del XII secolo. Il Santo in questione e Tommaso Becket, 1'arcivescovo di Canterbury assassinato il 1170 nella sua cattedrale. La scena del delitto, affollata nell'ora del vespro di quel 29 dicembre, e 1'eccezionale rilievo dei personaggi coinvolti - il titolare di una delle piü prestigiose sedi epi- scopali d'Inghilterra e il sovrano Enrico II - protagonisti di una con- trapposizione durissima che negli anni aveva assunto risonanza euro- pea, procurarono alla vicenda un'eco enorme e il culto di Tommaso si avviö immediatamente, prima ancora della canonizzazione, siglata da papa Alessandro III i121 febbraio 1173.

Nel contributo di Maria Luisa Ceccarelli a questo 'convegno ven- gono tratteggiate le figure dei cardinali pisani in contatto con Tom-

64 Si vcda in proposito M. L. CECCARELLI LEMUT, G. GARZELLA, Sulle rolle dei santi. Circo- la`ione di culti e di reliquie a Pisa (; 7.171 secolo), in Reliques et saintetd daps 1'espace medieval, a cura di J. -L. Dcufi'ic, «Pccia. Rcssourccs cn medicvistiquc» 8/11 (2005), pp. 227-44.

ss Su questa opcrazione e sul culto del santo cfr. M. L. CECCARELLI LEMUT, Le reliquie di Sant Ermolao e il culto di due medici anargiri nel territorio pisano-lucchese, in EAD., Medioevo Pisano, cit., pp. 103-18.

" Sui due, significativi c precoci cscmpi di santit3 laica, si veda G. ZACCAGNINI, 1/ viaggio in Terrasanta nelle «f rtaem di Ranieri e Bona, in KUn ftlo rosso» , cit., pp. 303-19; su Bona, inoltrr, M. L. CECCARELLI LEMUT, Pellegrinaggio e culto di S. Jacopo a Pisa ne! 171 secolo: la figura di S. Bona, in EAD., Medioevo Pisano, cit., pp. 75-86.

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maso Becket: Enrico, che l'avcva spinto ad acccttarc l'cpiscopato du- rante la legazione in Inghilterra net 1162 e che negli anni successivi fu tra i cardinali a lui favorevoli; e il canonista Graziano, nipote del papa pisano Eugenio III, tra i piü attivi sostenitori del Becket all'intcrno delta Curia romana67. Non stupisce quindi che, mentre un po' in tutta Europa si edificavano altari e chiese dedicate at nuovo santo, anche a Pisa compaia una «ecclesia sancti Thome martins de Conturbia», ma ciö che non e stato a sufficienza valutato e la precocitä di tale pre- senza, attestata net 118268.

Un recente volume miscellaneo dedicato alla venerazione tributata at santo inglese nell'Italia del Mediocvo, che ricostruisce le modalitä delta diffusione e disegna la mappa dei luoghi del culto, segnala tra le piii antiche sedi Varese, dove una chiesa intitolata at vescovo martire esisterebbe giä net 117369. Restando at Nord, a Treviso it culto - testimoniato da un affresco nella cattedrale - si sarebbe diffuso <(quasi subito dopo la morte», mentre at 1194 risalirebbe 1'intro- duzione di reliquie del martire nella cattedrale di Vercelli c delta sua memoria nella liturgia locale70. Nell'Italia centrale it primato c asse- gnato a Firenze, dove net 1189, in occasione delta consacrazione delta chiesa suburbana di S. Donato a Toni (oggi S. Donato in Polverosa, a Novoli), fu anche dedicato Faltare «ab australi plaga in honorem bcati Thome martyris»71.

La carta delle Tracce del culto italiano per Thomas Becket pubbli- cata net volume7'- non fornisce altri dati cronologici, c gli stessi casi di Vercelli e Treviso non risultano cos! sicuramente databili. Al contra- rio, a Pisa it riferimento topografico atla chiesa di S. Tommaso martire di Canterbury per ubicare un bene venduto it 17 ottobre 1182 costitui- see un termine ante quenr certo e un segno inequivocabile di precocitä, imponendoci oltretutto di retrodatare 1'anno di costruzione. Ignorata dai redattori delta carta del culto, l'attestazione non ci meraviglia. Noti

67 M. L. CECCARELU Lemur, Marc nostrum Mcditcrrartcum, cit. 66 All'argomcnto ho ora dedicato uno studio specifico, a cui rimando pcr un cvcntualc appro-

fondimento: G. GARZELLA, «Santo subitoly. La prooco: ione del eulto di Thomas Becket a Pisa (secoli X! x711), in Un profilo istiruaonafe della santitä nel . tfediocvo tascano: arlti aluoctoni, culti importati, culd esportati, a cura di G. Rossctti, Giscm-ETS, Pisa, in corso di stampa (Piccola Bibliotcca Giscm, 24).

b9 Dall7talia a Canterbury: Culto e pellegrinaggio italiano per Thomas Becket, Ccntro Studi Romci, Fircnzc 2004 (Dc Strata Francigcna. Studi c riccrchc sullc vic di pcllcgrinaggio dcl Mcdiocvo, xttf 1-2), in particolarc pp. 121-21)

70 Dall7talia a Canterbury, cit., rispcttivamcntc pp. 135 c 120. 71 Dall7talia a Canterbury, cit., pp. 143-44. ' Dall7lalia a Canterbury, cit., p. 162.

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Dall'onomastica alla circolazione dei culti e delle reliquie 39

sono - come si e visto -i canali di collegamento pisani con 1'affare Becket nelle persone dei cardinali Enrico e Graziano, ai quali pos- siamo aggiungere la figura, ancora un po' misteriosa, di un chierico Giovanni da Pisa ripetutamente miracolato dal santo durante un viag- gio verso la Gallia, compiuto in parte per mare: tutti elementi che, in- seriti in un particolare contesto di forti analogie tra i destini dell'ar- civescovo di Pisa Villano e di Tommaso Becket, consentono di sot- tolineare ancora una volta il ruolo di crocevia svolto dalla nostra cltt173.

73 Pcr tutto 66 si rimanda a G. GARZELIA, HSanto subito! », cit.

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40 Gabriella Garzella

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