Pimp my profile

Nota del Capitano:

questo documento è datato (ha più di un anno e mezzo). Neurona non esiste più.. Twitter ha avuto una

crescita esponenziale ed è nato anche Friendfeed. Se avrò tempo e modo lo aggiornerò con qualche

considerazione sui nuovi social network. Tuttavia, la maggior parte delle dinamiche di gruppo e

di sovraesposizione del self qui rappresentate,è ancora –a mio avviso- attuale.

DISCLAIMER

Dato un insieme di N persone, qual è la probabilità che ogni membro di N sia connesso ad un altro membro attraverso k1, k2, k3...kn collegamenti?

Siamo negli anni cinquanta quando Ithiel de Sola Pool e Manfred Kochen si pongono questa domanda.. ma dovremo aspettare Milgram e la sua Teoria del piccolo mondo (1967)

per scoprire che una qualunque persona può essere collegata a qualunque altra attraverso una catena di conoscenze con non più di cinque connessioni: sei gradi di separazione, appunto.

+ Il sociologo Granovetter, nel saggio “The Strength of Weak Ties” sostiene che i rapporti più deboli, come quelli che si formano con i colleghi di lavoro o altri conoscenti minori, sono i più utili per la diffusione di informazioni di alcuni tipi di reti tendenzialmente più chiuse, come, ad esempio, la famiglia.

Che tipo di connessioni sono queste?

+ Una rete sociale è formata da un gruppo di persone connesse tra loro da diversi legami sociali, più o meno stretti.

Proviamo a definire il

termine Social Network

[1]

The personal or professional set of relationships between individuals. Social networks represent both a collection of ties between people and the strength of those ties.

Often used as a measure of social “connectedness”, recognising social networks assists in determining how information moves throughout groups, and how trust can be established and fostered.

( Parliament of Victoria, Australia, 2005)

[2]

A social network is a social structure made of nodes (which are generally individuals or organizations) that are tied by one or more specific types of interdependency, such as values, visions, idea, financial exchange, friends, kinship, dislike, conflict, trade, web links, sexual relations, disease transmission (epidemiology), or airline routes.

The resulting structures are often very complex.

(Wikipedia, 2008)

Ed ora consideriamo la più vasta tra le reti:

Internet.

Ridefiniamo il concetto di Social Network

estendendolo al mondo online

[1]

A web of interconnected people who directly or indirectly interact with or influence the student and family. May include but is not limited to family, teachers and other school staff, friends, neighbors, community

contacts, and professional support. (Department of Education, USA,

2003)

[2]

A social network service focuses on the building and verifying of online social networks for communities of people who share interests and activities, or who are interested in exploring the interests and activities of others, and which necessitates the use of software.

(Wikipedia 2008)

+ Linkedin, un Social Network business oriented aggiunge dieci nuovi membri al minuto[1].

+ Myspace, un Social Network music&friends oriented, vede la nascita di 150 nuovi profili al minuto[2].

Un nuovo approccio, rivoluzionario, nello scambio delle informazioni.

[1] David Sanford, business analyst, LinkedIn, Aprile 2007[2] Dawn Kawamoto e Greg Sandoval, CNET News.com, Marzo 2006

+ Online, i software di Social Networking consentono agli utenti di scoprire, estendere, gestire e sfruttare le loro reti personali online.

+ La comunità virtuale che si viene a creare è una raccolta di persone in uno spazio online all’interno della quale esse si incontrano per connettersi, interagire e conoscersi meglio nel corso del tempo.

I Social Network stanno

cambiando il concetto di

“amicizia”?

+ Virtualmente le persone hanno una media di 150 amici che vanno da molto vicini a conoscenti occasionali.

+ “To friend” - che, recentemente, è diventato un verbo – è un investimento, più o meno costoso, in termini di tempo e di energia.

+ Gli utenti investono nella speranza che tutto ciò fornirà loro reciproci vantaggi in futuro.

Per velocizzare il processo di “Friending” all’interno dei Social Network gli utenti si incontrano in gruppi.

Il concetto di gruppoI gruppi sociali sono definiti come un insieme di due o più persone che interagiscono reciprocamente e sono interdipendenti, nel senso che sono spinti dai propri bisogni e obiettivi ad affidarsi l’uno all’altro e a influenzare reciprocamente il comportamento [Lewin 1948]

Un po’ di letteratura sul concetto di gruppo

+ Secondo Turner, un gruppo esiste quando due o più individui percepiscono se stessi come membri della medesima categoria sociale.

+ Questa definizione, tuttavia, non considera il fatto che l’esistenza dei gruppi è normalmente nota alle persone.

+ Va aggiunto quindi che un gruppo esiste quando due o più individui definiscono se stessi come membri e quando la sua esistenza è riconosciuta da almeno un’altra persona.

+ Secondo Ash e Sherif la realtà dei gruppi emerge dalle percezioni comuni che le persone hanno di se stesse in qualità di membri della medesima unità sociale e nelle varie relazioni reciproche all’interno di tale unità.

Attraverso un Social Network come, ad esempio, Facebook, ritroviamo un concetto di sé formato da due elementi:

+ l’identità personale: ogni utente compila un profilo dove si autodescrive sulla base delle proprie caratteristiche individuali, come: “sono un’amante dei manga”, oppure “sono una persona socievole”, oppure “sono una persona creativa”

+ l’identità sociale: ogni utente si descrive in termine di appartenenza a categorie, come: sono una donna (o sono una “bizywoman”), sono uno studente dell’Università X

+ La dimensione dei gruppi sociali nella vita reale è sempre stata limitata dalla capacità degli individui di comunicare reciprocamente all’interno del gruppo.

+ I Social Network online estendono quella capacità di comunicazione ed introducono un cambiamento nelle dimensioni e nella struttura della vita reale stessa delle reti sociali.

+ Scegliere i gruppi sociali a cui appartenere all’interno di un Social Network avviene secondo un criterio di massimizzazione dei profitti e minimizzazione dei costi.

+ Esattamente come indicato nella teoria dello scambio sociale[1], le rel-azioni fra gli utenti si esprimono in termini di ottimizzazione dei profitti, e le attività di perlustrazione sono prevalentemente concentrate sul valutare ciò che i gruppi possono fare per noi e ciò che si attendono da noi in cambio. [1] Homans 1961; Thibaut e Kelley 1959, in Aronson E., Wilson T. D., Akert R. M (2006), “Psicologia Sociale”, Il Mulino, Bologna.

Se sono uno studente del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione presso l’Università di Padova, dopo aver compilato il mio profilo online, sceglierò di “join” il gruppo sdcpadova di Facebook se:

+ stimo di poter trarre dei vantaggi dall’appartenenza al gruppo (conoscere altri studenti, creare gruppi di studio, avere indicazioni sugli esami, partecipare a feste o altre attività ricreative etc)

+ riconosco che, essendo già studente del C.d.L. (nella vita reale), non mi sentirò in ansia perché non sto affrontando un gruppo “ignoto”.

+ In Social Network come, ad esempio, Linkedin o Neurona, il fattore che orienta maggiormente la scelta delle persone è il grado in cui esse si percepiscono simili e in linea con il membro ideale del gruppo.

+ Le identità sociali delle persone, sia che derivino da precedenti appartenenze di gruppo o più in generale dai processo di socializzazione sociali e culturali, devono bene integrarsi a quella che verrà fornita dal nuovo gruppo.

+ Linkedin e Neurona sono Social Network Business oriented.

+ A differenza di Facebook, Myspace, Flickr, Yahoo!360 etc hanno un obiettivo ben definito:

+ + connettere professionalità diverse direttamente, riunire in microgruppi di appartenenza le professionalità attigue, permettendo così il fluire delle informazioni e lo scambio di conoscenze, skills, competenze.

Quello stesso studente del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione, dopo aver presentato la propria identità personale online su Linkedin,

+ si troverà (se vuole far sì che il suo profilo acquisti considerazione) a scegliere dei gruppi a cui appartenere e li valuterà per similitudine di interessi rispetto chi detiene la leadership degli stessi.

+ + Se quello studente è interessato al Search marketing, ad esempio, e riconosce in un utente di Linkedin lo status di leader di settore, entrerà nel gruppo in cui il “suo leader” è presente.

Oltre a creare i propri profili ed a connettersi a network, gruppi, ed altri utenti, cosa possono fare gli utenti sociali?

In questo senso la risposta è eterogenea.

+ In Myspace gli utenti possono connettersi ai cantanti/gruppi musicali preferiti, possono tenere un blog, partecipare a forum, segnalare eventi, condividere file multimediali (audio, video).

+ In Flickr gli utenti possono creare i propri photobook online, condividerli, stamparli.

+ In Yahoo! Answers possono rispondere alle domande che vengono poste dalla community, essere premiati per il contributo che danno offrendo risposte e conoscenze.

+ In Last.fm e su Pandora (entrambi due Social Music) possono ascoltare stazioni radio online e connettersi a “neighbours” che ascoltano musica simile.

+ In Linkedin e Neurona possono ricevere delle “raccomandazioni”, essere “introdotti” ad altri utenti più “professionalmente rilevanti”, possono rispondere a domande e rendersi utili alla community condividendo il proprio sapere.

+ In Twitter possono microbloggare e lasciare “aperta” la propria identità.

+ E su Facebook?

Su Facebook l’utente può creare il proprio photobook, segnalare i propri “Ilikes” su serie TV, films, musica, personaggi, libri etc, e confrontarli -attraverso dei quiz online- con i propri amici o potenziali tali, per calcolare affinità ed interessi comuni.

Può inviare contenuti multimediali audio o video, segnalare eventi, abbracciare cause, utilizzare il servizio marketplace per cercare una casa, un lavoro, può bloggare, giocare e molto altro ancora.

+ Il mondo dei Social Network è praticamente omogeneo in un altro senso: gli utenti sono tutti impegnati in una sovraesposizione di se stessi.

+ La creazione ed il consumo di dettagli ed immagini intime della propria ed altrui vita è la principale attività nel mondo online dei Social Network.

Non c’è spazio per alcuna reticenza:

vi è solo rivelazione.

Scorrendo velocemente un profilo possiamo conoscere un potenziale “amico” quanto di un amico in carne ed ossa non avremmo potuto capire in un mese.

C’è un proverbio spagnolo che dice: “La vita senza un amico è come morire senza un testimone”

Nel mondo dei Social Network suona così: “La vita senza centinaia di amici online è la morte virtuale”

+ Il pay off di Myspace è

“A place for friend”.

+ Quello di Facebook è

“Social utility that connects people with friends”.

”Amicizia”, nelle reti sociali reali è un rapporto che comporta reciprocità, fiducia e, soprattutto, intimità.

Il concetto di amicizia pubblica è un ossimoro.

“Amicizia” nei Social Network si trasforma in + raccolta, + collezione e + posizionamento

delle persone che si conoscono.

+ In Myspace, non appena viene creato il profilo, si vede la propria pagina bianca con una desolante frase campeggiare “hai solo un amico” (l’amico in questione è Tom, il Myspace boy).

Questo, inevitabilmente, crea una spirale vorticosa di ricerca di amici

da appaltare per riempire quello spazio vuoto.

+ E quando lo spazio è pieno?

Possiamo modificare i “top amici”, portarli in auge o degradarli all’inferno della quarta pagina che nessuno andrà mai a guardare. Alla fine, quello che resta, è il numero. Il numero totale degli amici che vivono lo space.

C’è un impulso, irrefrenabile, che spinge i consumatori di Social Network ad ingraziarsi il maggior numero di amici e non rappresenta il bisogno –umano- di compagnia, bensì quello di avere uno status.

Ogni profilo diventa così una campagna mediatica attentamente pianificata.

+ Proprio per questo motivo, quando il 5 settembre 2006, Facebook introdusse una nuova funzionalità nella pagina principale degli utenti, molti Facebookers protestarono rumorosamente.

+ Questa funzionalità altro non è che un feed, un aggregatore di notizie RSS che consente di visualizzare ogni “news”, ovvero, ogni nuova azione nostra, e dei nostri amici, nella pagina principale.

In pochi istanti, ognuno scopre esattamente cosa sta facendo l’altro.

+ Un amico ha postato una nuova immagine, un altro ha aggiunto tal libro tra i suoi preferiti, un altro è triste perché ha problemi con la fidanzata e via così..

in un attimo, tutte le informazioni diventano facilmente accessibili.

+ In realtà, questa funzionalità, non era del tutto nuova. Tutto ciò che si vedeva e si vede su Facebook Feed, si poteva vedere anche prima della modifica.

+ Nonostante questo, improvvisamente, i Facebookers hanno iniziato a preoccuparsi della loro privacy, del fatto che c’era un “nuovo Sé” che veniva mostrato, modellato dalle persone che li circondavano.

+ Eppure, quelle informazioni erano messe a disposizione di tutti direttamente dai legittimi interessati.

+ La differenza consisteva nel fatto che questa modifica semplificava l’accesso al Sé espresso.

+ Prima servivano –almeno- un paio di click, si doveva visitare il profilo dell’amico.. poi, improvvisamente, tutto più comodo e allo stesso tempo più pericoloso, meno intimo.

+ Ecco ciò di cui si lamentavano i Facebookers: della mancanza di intimità.

+ Facebook prima lasciava credere che il pubblico per cui

scrivevano gli utenti, fosse senza vestiti, poi attraverso il feed, ha messo un vestito ad ogni utente e

l’illusione della privacy è crollata.

In quel momento il pubblico

è diventato reale, e non era altrettanto divertente scrivere,

perché qualcuno, sicuramente, avrebbe letto.

+ I Facebookers, affrontando il pubblico, hanno dovuto confrontarsi con il sociale ed in loro si è creata una forte dissonanza cognitiva.

+ da una parte avrebbero voluto continuare a scrivere al pubblico

+ dall’altra, si sentivano a disagio nel sapere che avrebbero potuto essere letti

+ non era più possibile mantenere un’immagine di sé

stabile e positiva, senza affermare

contemporaneamente di essere stati gli artefici stessi

della violenza.

+ In seguito, alcuni Facebookers hanno cercato di ridurre la propria dissonanza cognitiva smettendo di esteriorizzare tutti i propri “messaggi”,

+ altri “emigrando” verso altri Social Network, come Myspace, che

permettevano di mantenere l’illusione schopenhaueriana di

quel velo di Maya.

Interessante notare come i Facebookers iscritti dopo l’introduzione del famigerato feed, essendo perfettamente consapevoli delle regole del “gioco”, lo utilizzano come una sorta di “mediaplanning”.

Un’agenda del proprio sé condivisa tra tutti gli amici.

Fino al sesto grado di separazione. Ovvio.

Le slide sono la versione riadattata di un documento un po’ più esteso.

Ti ricordo che il documento ha più di un anno e mezzo di età.. Che su internet equivale ad un paio di anni luce.

Se vuoi scrivermi: http://scr.im/captain

capitano.me twitter.com/capitano

friendfeed.com/capitano