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MeSSe DoMenicali e feStive

S. Messa prefestiva ore 16.15 Casa riposo Belsoggiorno

S. Messa prefestiva ore 17.30 S. Pietro

S. Messa festiva ore 08.00 S. Maria (Collegio Papio)

S. Messa Comunità Croata ore 09.30 S. Maria

S. Messa della Comunità ore 10.00 S. Pietro

S. Messa delle famiglie,giovani, ragazzi e bambini ore 11.15 S. Pietro

S. Messa in lingua tedesca,(da Pasqua ad ottobre) ore 11.15 S. Maria

S. Messa festiva ore 20.30 S. Maria

MeSSe feRiali

Lunedì ore 07.00 S. Maria (Collegio Papio)

Martedì ore 07.00 S. Maria

Mercoledì ore 07.00 S. Mariaore 16.15 Casa riposo Belsoggiorno

Giovedì ore 07.00 S. Maria

Venerdì ore 07.00 S. Maria

Sabato ore 08.00 S. Maria

Durante le vacanze scolastiche viene celebrata una sola Messa feriale alle ore 08.00 in S. Maria (Collegio Papio).

HeiliGe MeSSen auf DeutScH in locaRno

Samstag 18.00 Uhr in S. Francesco

Sonntag 10.00 Uhr in S. Francesco

Sonntag 11.00 Uhr in Madonna del Sasso

poSSiBilità Di confeSSioni

In S. Maria sempre, specialmente prima e dopo le celebrazioni eucaristiche d’orario

Parrocchia dei Santi ApostoliPietro e Paolo - Ascona

Recapiti telefonici

Don Massimo Gaiavia Collegio 5tel. 091 791 21 51

Don emilio conradvia Collegio 5tel. 091 791 33 10

centro parrocchialeS. Michelevia Muraccio 21tel. 091 791 47 37

casa di riposo Belsoggiornovia Medere 18tel. 091 786 97 97

Sagrestia chiesa di S. pietrotel. 091 791 06 76

chiesa di S. Mariae collegio papiotel. 091 785 11 65

In copertina

Madonna della Fontana Foto: Tipografia Bassi•Locarno

Sospesa in

luglio e agosto

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Congedi e benvenuti�

SoMMaRio

La lettera dell’amministratoreparrocchialeCongedi e benvenutiCalendario d’estateSotto il Campanile di San Pietro

Orario estivoConferenza di San VincenzoNuovo Consiglio parrocchialeNomina dell’Arciprete di Ascona

Quella “pazzia” combinata a PentecostePrime Comunioni e Cresime 2005La Lettera di Giacomo… in pillole (II)Un episodio ineditoAssociazione per la gioventù di AsconaMemorie nostre

GRaZie, veScovo GiuSeppe!(† 14 marzo 2005)

Grazie per la tua umanità,la tua amabilità, la tua

fede, il tuo servizio episco-pale fatto di preghiera, disilenzio, di sofferenze, diannuncio di speranza. Gra-zie per aver camminato connoi come il pellegrino diEmmaus, per aver ripetuto laparola che rianima, vince il dubbio,riconforta i cuori.

Grazie per aver rinnovatol’annuncio della risurrezio-ne del Signore, la promessadella nostra risurrezione;per aver spezzato con noiil pane, che apre gli occhidella fede e fa ardere i cuorinell’amore.

(Dall’omelia di Mons. Grampa ai funerali).

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aDDio, GRanDe papa!(† 2 aprile 2005)

Quanto ci siamo sentitiabbandonati dopo la

dipartita di Giovanni Pao-lo II! Il Papa che per ben26 anni è stato nostropastore e guida nel cammi-no attraverso questo tempo.Egli varcava la soglia versol’altra vita - entrando nel miste-ro di Dio. Ma non compiva questopasso da solo. Chi crede, non è mai solo:non lo è nella vita e neanche nella mor-te. In quel momento noi abbiamo

potuto invocare i santi ditutti i secoli - i suoi ami-ci, i suoi fratelli nellafede, sapendo che sa -rebbero stati il corteovivente che lo avrebbeaccompagnato nell’aldilà,fino alla gloria di Dio. Noi

sapevamo che il suo arrivo eraatteso. Ora sappiamo che egli è fra i

suoi ed è veramente a casa sua.(Dall’Omelia di Benedetto XVI all’apertu-ra del pontificato)

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Benvenuto, BeneDetto Xvi!(Eletto il 19 aprile 2005)

Sì, la Chiesa è viva -questa è la meravi-

gliosa esperienza di que-sti giorni. Proprio nei tri-sti giorni della malattia edella morte del Papa que-sto si è manifestato inmodo meraviglioso ainostri occhi: che la Chie-sa è viva. E la Chiesa è giovane.Essa porta in sé il futurodel mondo e perciòmostra anche a ciascunodi noi la via verso il futu-ro. La Chiesa è viva e noilo vediamo: noi speri-mentiamo la gioia che ilRisorto ha promesso aisuoi. La Chiesa è viva essaè viva, perché Cristo èvivo, perché egli è veramente risorto.Nel dolore, presente sul volto del San-to Padre nei giorni di Pasqua, abbiamocontemplato il mistero della passione diCristo ed insieme toccato le sue ferite.Ma in tutti questi giorni abbiamoanche potuto, in un senso profondo,toccare il Risorto. Ci è stato dato disperimentare la gioia che egli ha pro-messo, dopo un breve tempo di oscuri-tà, come frutto della sua resurrezione.

Mettiamoci in ascoltodella parola del SignoreCari amici! In questo momento non hobisogno di presentare un programma digoverno. Qualche tratto di ciò che ioconsidero mio compito, ho già potutoesporlo nel mio messaggio di mercole-

dì 20 aprile; non man-cheranno altre occasioniper farlo. Il mio vero pro-gramma di governo èquello di non fare la miavolontà, di non persegui-re mie idee, ma di met-termi in ascolto, con tut-ta quanta la Chiesa, dellaparola e della volontà delSignore e lasciarmi gui-dare da Lui, cosicché siaEgli stesso a guidare laChiesa in questa ora del-la nostra storia.

con cristoverso la vitaLa santa inquietudine diCristo deve animare ilpastore: per lui non è

indifferente che tante persone vivanonel deserto. E vi sono tante forme dideserto. Vi è il deserto della povertà, ildeserto della fame e della sete, vi è ildeserto dell’abban dono, della solitudi-ne, dell’amore distrutto.Vi è il deserto dell’oscurità di Dio, del-lo svuotamento delle anime senza piùcoscienza della dignità e del camminodell’uomo. I deserti esteriori si molti-plicano nel mondo, perché i desertiinteriori sono diventati così ampi. Per-ciò i tesori della terra non sono più alservizio dell’edificazione del giardinodi Dio, nel quale tutti possano vivere,ma sono asserviti alle potenze dellosfruttamento e della distruzione.La Chiesa nel suo insieme, ed i Pastoriin essa, come Cristo devono mettersi in

“La Chiesa è giovane. Essa porta in sé

il futuro del mondo e mostra anche

a ciascuno di noila via verso il futuro

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cammino, per condurre gli uomini fuo-ri dal deserto, verso il luogo della vita,verso l’amicizia con il Figlio di Dio, ver-so Colui che ci dona la vita, la vita inpienezza.

ancora risuona il gridodel papa scomparso:non abbiate paura,spalancate le porte a cristoAncora, e continuamente, mi risuona-no nelle orecchie le sue parole di allo-ra: “Non abbiate paura, aprite anzi spa-lancate le porte a Cristo!”Il Papa parlava ai forti, ai potenti delmondo, i quali avevano paura che Cri-sto potesse portar via qualcosa del loropotere, se lo avessero lasciato entrare econcesso la libertà alla fede. Sì, egli avrebbe certamente portato via loro qualcosa: il dominio della corru-zione, dello stravolgimento del diritto,dell’arbitrio. Ma non avrebbe portato via nulla di ciòche appartiene alla libertà dell’uomo,alla sua dignità, all’edificazione di unasocietà giusta. Il Papa parlava inoltre atutti gli uomini, soprattutto ai giovani. Non abbiamo forse tutti in qualchemodo paura - se lasciamo entrare Cristo

totalmente dentro di noi, se ci apriamototalmente a lui - paura che Egli possaportar via qualcosa della nostra vita?Non abbiamo forse paura di rinunciarea qualcosa di grande, di unico, che ren-de la vita così bella? Non rischiamo ditrovarci poi nell’angustia e privati dellalibertà?

cari giovani non abbiatepaura di cristo!Ed ancora una volta il Papa voleva dire:no! chi fa entrare Cristo, non perde nul-la, nulla -assolutamente nulla di ciò cherende la vita libera, bella e grande. No!solo in quest’amicizia si spalancano leporte della vita. Solo in quest’amicizia sidischiudono realmente le grandi poten-zialità della condizione umana. Solo inquest’amicizia noi sperimentiamo ciòche è bello e ciò che libera. Così, oggi, io vorrei, con grande forza egrande convinzione, a partire dall’espe-rienza di una lunga vita personale, direa voi, cari giovani: non abbiate paura diCristo! Egli non toglie nulla, e dona tut-to. Chi si dona a lui, riceve il centuplo. Sì, aprite, spalancate le porte a Cristo-e troverete la vera vita.

Amen.

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Giugno

Domenica 5 Domenica X ordinaria

Domenica 12 Domenica XI ordinaria

Sabato 18 Iniziano le vacanze estiveEntra il vigore l’orario estivo!

Domenica 19 Domenica XII ordinaria (orario estivo)

Domenica 26 Domenica XIII ordinaria

Mercoledì 29 Solennità dei SS. Pietro e Paolo(festa patronale)

luglio

Domenica 3 Domenica XIV ordinaria

Domenica 10 Domenica XV ordinaria

Domenica 17 Domenica XVI ordinaria

Domenica 24 Domenica XVII ordinaria

Mercoledì 27 Memoria del Beato Pietro Berno, martire di Asconain India, nella penisola di Salsete.Eucaristia alle ore 20.00 in S. Pietro.

Domenica 31 Domenica XVIII ordinaria

agosto

Domenica 7 Domenica XIX ordinaria

Domenica 14 Domenica XX ordinaria

Lunedì 15 Solennità dell’Assunzione di MariaOre 10.30: Eucaristia solenne alla Madonna della FontanaOre 16.30: Lode vespertina alla Madonna della Fontana

Domenica 21 Domenica XXI ordinaria

Domenica 28 Domenica XXII ordinaria

Settembre

Giovedì 1 Iniziano le scuole e riprende l’orario invernale!

Domenica 4 Domenica XXIII ordinaria (orario invernale)

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Calendario d’estate�

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Sotto il Campanile di S. Pietro�

Grazie ad alcuni contatti personali,nonché all’iniziativa dinamica di

alcuni parrocchiani, è sorta adAscona la sezione “Beato PietroBerno” della grande famiglia dellaSocietà di San Vincenzo de’ Paoli.L’idea originale risale ad un giovanestudente cristiano del XIX secolo,Federico Ozanam, che nel 1833 inFrancia con alcuni amici fondò un pic-colo gruppo con lo scopo di aiutare lepersone nel bisogno: essi si rifacevanoalla figura di riferimento di S.Vincenzode’ Paoli (1581-1660), che ai suoi tem-pi ebbe un’affascinante ed intensa atti-vità caritativa. L’idea si è rapidamentediffusa in tutta la Francia e più tardi inoltre 130 nazioni. Nessuna opera d’amore è estranea per laSocietà di S. Vincenzo: la sua azione

comprende ogni tipo di aiuto per alle-viare qualsiasi pena per mezzo dellarelazione da persona a persona. Nelfare ciò i membri che si mettono adisposizione per questo servizioformano tra di loro una fami-glia presente sul territorio, pro-fondamente radicata nella realtà

di fede. L’aiuto che le diverse Conferenze loca-li prestano alle persone va però al di làdella religione, delle ideologie, delle raz-ze oppure delle classi sociali.Un volantino informativo è già statodistribuito in maggio a tutti i fuochi diAscona; in allegato al presente bolletti-no trovate una polizza di versamento. Selo desiderate potete effettuare un’offer-ta a favore della Conferenza parroc-chiale della S.Vincenzo: questi contri-

orario estivo

Messe domenicali e festive

Santa Messa prefestiva ore 16.15 Casa di riposo BelsoggiornoSanta Messa prefestiva ore 17.30 S. PietroSanta Messa festiva ore 08.00 S. Maria (Collegio Papio)Santa della Comunità croata ore 09.30 S. MariaSanta Messa della Comunità ore 10.00 S. PietroSanta Messa in lingua tedesca ore 11.15 S. MariaSanta Messa festiva ore 20.30 S. Maria

Durante il periodo delle vacanze scolastiche viene celebrata una sola Messaferiale alle ore 08.00 in S. Maria (Collegio Papio).

conferenza di San vincenzoSezione Beato pietro Berno ad ascona

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buti saranno la base di partenza per l’o-pera di carità; stiamo, infatti, progettan-do, con un gruppo di volontari, di com-piere i primi passi verso quelle personeche, anche nella ricca Ascona, sono insituazione di indigenza a vari livelli. La

nostra Conferenza di S. Vincenzo èanche alla ricerca di altri volontari: chifosse interessato a contribuire anchecon la propria opera fattiva, può met-tersi in contatto con don Massimooppure con il sig.Antonio Naretto.

nuovo consiglio parrocchiale

In occasione della recente Assembleaparrocchiale – la prima svoltasi secon-do i dettami della nuova Legge sullaChiesa Cattolica entrata in vigore il 1°gennaio 2005 – oltre ai normali lavoriassembleari, si è anche proceduto al rin-novo del Consiglio parrocchiale.Il nuovo Consiglio parrocchiale risultadunque così composto: Claudio Cri-velli, presidente; Alfredo Poncini, vice-

presidente (rappresentante del Munici-pio); Adriano Duca, segretario e cassie-re; membri: Andrea Biasca-Caroni,Maurizio Checchi, Michela Zucconi-Poncini, don Massimo Gaia (membrodi diritto). Subentranti sono i signori:Davide Fabbri e Antonio Pisoni; dele-gato della parrocchia è stato eletto ilsignor Adriano Duca.Buon lavoro a tutta la nuova equipe!

Ha avuto l’esito di un vero e proprioplebiscito per don Massimo Gaia, lavotazione che si è svolta sabato 4 edomenica 5 giugno 2005 ad Ascona perla nomina del nuovo arciprete. La con-sultazione è avvenuta ai sensi della Leg-ge cantonale sulla Chiesa cattolica.I seggi, aperti alla Casa Belsoggiorno edal Centro parrocchiale S. Michele, era-no presieduti da Maurizio Checchi. Ivotanti sono stati oltre 250, cattolici didiversa nazionalità, ma tutti iscritti nelcatalogo parrocchiale. Il risultato dellaconsultazione era scontato. Con l’ade-sione popolare, don Massimo, che svol-ge il suo ministero in borgo da ca. unanno, succede così ufficialmente amons. Pier Giacomo Grampa, diventa-to vescovo di Lugano (dal Giornale delPopolo del 6 giugno 2005).

Carissimi parrocchiani, la settimana scorsaha avuto luogo la votazione per l’elezionedel nuovo arciprete. La partecipazione è stata buona e l’esitodella votazione oltremodo lusinghiero. Sonomolto fiero di essere stato eletto quale Arci-prete della Parrocchia di Ascona! Ringraziodi cuore tutti coloro che con il loro votooppure con le loro parole mi hanno espres-so la loro stima per la mia persona e per ilmio operato. D’altra parte è già difficileessere “prete”, figurarsi essere “arci”-prete:cercherò in ogni caso di fare tutto ciò che misarà possibile per rispondere in modo otti-male alla missione che il vescovo mi haaffidato. Conto pure sulla vostra collaborazione!

Buona Estate a Tutti! – don Massimo –

nomina dell’arciprete di ascona

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PIER GIACOMO GRAMPA Vescovo di Lugano

Pier Giacomo Grampa Vescovo di Lugano

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Siamo dunque nel lontano 1964.Quattro anni prima, il 7 aprile

1960, un furioso incendio aveva distrut-to i tetti del Collegio Papio e della chie-sa annessa di S. Maria della Misericor-dia e due mesi dopo, l’8 giugno, un altroincendio (questa volta si poté dimostra-re che era stato doloso) distrusse quan-to era rimasto dell’ultimo piano delCollegio.Nel 1962 la parte bruciata venne rico-struita. Ma un certo malessere serpeg-giava nel monastero di Einsiedeln (dalquale provenivano quasi tutti i PadriBenedettini che a quei tempi dirigeva-no il Collegio), sia a causa dell’atteggia-mento di certi allievi di allora – fra iquali l’autore dell’incendio doloso – siaper la scarsità di monaci da destinare adAscona.Infatti, soltanto la metà dei docenti delCollegio nel 1964 era formata da PadriBenedettini, mentre vent’anni prima imonaci costituivano circa l’80% delcorpo insegnante. Non esisteva quindipiù una comunità monastica dominan-te e l’impronta tipicamente benedettinadell’educazione impartita agli allievinon poteva più essere garantita.Questa preoccupazione, unita a proble-

mi finanziari, sfociò nella proposta diabbandonare la gestione del Collegio.Così il 2 aprile 1964 Padre RaimondoTschudi, Abate di Einsiedeln, scrisseuna lettera al Vescovo del Ticino, mons.Angelo Jelmini, dicendo di essere“incerto” riguardo alla continuazionedell’insegnamento da parte dei Padri diEinsiedeln.Il giorno dopo (per fortuna ho tenutoun rigoroso diario giornaliero, che mipermette oggi di ripercorrere le tappedi quegli avvenimenti) Padre Odilo, ret-tore del Collegio, mi parlò di quella let-tera, definendola un “ultimatum” rivol-to alla Diocesi ticinese, la quale “devecostruire un Collegio nuovo, perchécosì non si va più avanti. Io oggi non sodove metteremo il liceo l’anno prossi-mo!” In aprile e maggio continuò loscambio di lettere fra Einsiedeln eLugano, ma l’ipotesi dell’abbandono delCollegio si stava trasformando in cer-tezza. Il 15 maggio, in un incontro avve-nuto a Lucerna fra ilVescovo e l’Abate,si decise che quest’ultimo compisse, disua iniziativa, dei passi presso i PadriSalesiani, per vedere se essi sarebberostati disposti a prendere in mano il Col-legio. L’Abate scrisse una lettera e i

Quella pazziacombinata a Pentecoste

�e’ successo quaranta anni fa, ma siccome sono l’unico sopravvissutodella “banda dei cinque” la devo proprio raccontare agli asconesi. nonsenza osservare che nell’archivio della parrocchia c’è un resoconto benpiù ampio ma altrettanto preciso di quei fatti, corredato dai documentiufficiali e dai verbali delle numerose sedute delle varie commissioniche furono istituite (e a me, che ero allora il più giovane, toccavasempre redigere il verbale).

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Padri Salesiani risposero di essere sen-z’altro d’accordo. Il 16 maggio, vigiliadi Pentecoste, si radunò il Capitolo del-l’Abbazia di Einsiedeln e decise defini-tivamente di non continuare più con lagestione del Collegio Papio. L’Abatecomunicò subito al Vaticano la decisio-ne presa e simultaneamente propose diaffidare il Collegio ai Padri Salesiani.Dunque la cosa sembrava fatta. La noti-zia rimbalzò ad Ascona e, con pochealtre persone, ne venni informato lasera stessa. Ma il 18 maggio, lunedì diPentecoste, scoccò (posso dire così?)l’ora del destino. L’arciprete don Alfon-so Pura convocò in casa parrocchiale ilprof. Luigi del Priore e chi scrive(entrambi allora docenti al Papio,rispettivamente di italiano e storia, e difisica e matematica) e prese contattotelefonico con don Martino Signorelli(allora in pensione e tutto dedito allacompilazione della sua monumentale“Storia della Valmaggia”) e con donCorrado Cortella (risiedevano entram-bi a Lugano).Era una giornata di pioggia. Sedutiattorno al tavolo del salotto della casaparrocchiale, il prof. Del Priore ed io,conoscendo la piega che stavano pren-dendo le cose, non eravamo proprionelle migliori condizioni di spirito. Madon Pura era deciso:“Ho tutto il rispetto e l’ammirazioneper i Padri Salesiani e per il loro inse-gnamento: però il Collegio Papio dob-biamo prenderlo noi!”Tutti e cinque eravamo perfettamentecoscienti di cosa significasse “dobbiamoprenderlo noi”.� Il clero ticinese era “al limite di rot-tura”, come disse più tardi mons. Del

Pietro. Troppo lavoro; molte parroc-chie erano senza sacerdote residente:come avrebbero reagito il popolo e ilclero del Ticino se quattro, cinque opiù sacerdoti diocesani fossero statidestinati in pianta stabile al Collegiodi Ascona?

�Chi sarebbe stato scelto come retto-re? Ci voleva una persona di primis-simo piano.

� Il Collegio Papio era carico di debitiper la recente ricostruzione e permutui precedenti. La sua gestionecostituiva un grosso problema finan-ziario.

� Inoltre i Padri Benedettini, ritirando-si, chiedevano una “buona uscita” e larestituzione di prestiti anteriori fattial Collegio (quanti milioni? non sisapeva).

�Dove trovare i docenti (laici) neces-sari per un insegnamento esemplare esoprattutto come pagarli adeguata-mente?

�Come ingrandire il Collegio, vistoche la gestione benedettina avevaiscritto per l’anno scolastico 1964/65più allievi di quanti il Collegio nepotesse contenere?

�Come convincere il Vescovo a fare labrutta figura di rimangiarsi l’accordopreso con l’Abate di Einsiedeln a pro-posito dei Padri Salesiani?Volere tutto questo costituiva unavera e propria pazzia.

Ogni tanto guardavo oltre la finestra: iltempo caliginoso non invitava certoall’ottimismo, anzi direi che il pessimi-smo era di rigore.Ma l’Arciprete fu irremovibile: “Non iSalesiani, ma la nostra Diocesi deveprendere il Collegio, ad onta di tutte le

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difficoltà che sipresentano e cheben conoscia-mo”.Fu così che, dopoore di discussionee di calcoli este-nuanti, la “bandadei cinque” deci-se all’unanimitàdi far di tutto perconvincere il Vescovo a non dare l’im-pegno ai Padri Salesiani, ma bensì adassumersi a nome della Diocesi l’oneredi gestire il Collegio e di assumerneanche la proprietà, che fino ad allora eradel Papa, al quale l’aveva consegnata, coltestamento del 18 agosto 1580, il buonBartolomeo Papio.Quando uscii dalla casa parrocchiale asera inoltrata, aveva cessato di piovere.Il giorno successivo, 19 maggio, uscivasulla stampa questo laconico e sibillinocomunicato:“L’Abbazia di Einsiedeln comunica, d’ac-cordo con il Vescovo di Lugano, che si vedecostretta a rinunciare all’opera educativa edistruttiva svolta dal 1927 nel PontificioCollegio Papio di Ascona, a causa dellasempre crescente penuria di Padri Benedet-tini; pertanto la continuità dell’insegna-mento non è compromessa”. Non si diceva quindi chi avrebbe presoil Collegio, il che suscitò ovviamente undiffuso allarme, soprattutto nel Locar-nese.Lo stesso giorno, don Pura, accompa-gnato dall’avv. Alberto Stefani, si recòdal Vescovo per comunicargli la nostrapresa di posizione. E tanto fece e tantodisse, che il Vescovo alla fine cedette.Ma, non volendo assumersi da solo la

grave responsa-bilità, scelseimmediatamentedieci persone(sacerdoti e laici)che avrebberocostituito la“Commissionediocesana per ilCollegio Papio”.Questa si sarebbe

dovuta occupare di tutti i problemi delCollegio per un periodo di tempoindeterminato. Ne facevano parte: ilVescovo, il Vicario Generale mons. Mar-tinoli, mons. Luigi Del Pietro, don Mar-tino Signorelli, l’arciprete di Ascona donAlfonso Pura, don Franco Biffi, l’avv.Alberto Stefani, l’avv. Arturo Lafranchi,il maestro Alberto Bottani e chi scrive.La nomina ufficiale della Commissioneavvenne il 21 maggio.Ma proprio mentre la Commissioneveniva istituita a Lugano, una vettura sifermava davanti al Collegio. Ne scen-deva il Padre Moderatore dei Salesiani,il quale, ignaro della svolta che avevanopreso gli avvenimenti in quel fine-setti-mana di vacanza, aveva pensato di recar-si direttamente in Collegio (senza pas-sare prima dalla Curia), sicuro ormaidella cessione e pronto a discutere i det-tagli del trapasso.Trovò Padre Sigfrido il quale, a nomedel Rettore Padre Odilo assente, lo reseedotto della novità. Dicono i testimoniche uscì in escandescenze; ma dovettetornarsene a Torino senza Collegio.La Commissione si riunì a Lugano inCuria il 29 maggio e il 10 giugno e pre-se parecchie decisioni importanti, fra lequali la nomina del Rettore, che, dopo

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una prima proposta non andata in por-to (don Cortella), fu scelto nella perso-na del canonico Signorelli. Inoltrenominò nel suo seno due sottocom-missioni: una che si occupasse dell’inse-gnamento e della disciplina nel Colle-gio (il Rettore, don Biffi, l’avv. Lafran-chi e il maestro Bottani) e l’altra che sioccupasse delle questioni economiche(Arciprete Pura, mons. Del Pietro, l’avv.Stefani e il sottoscritto). Venne inoltrefissato dietro suggerimento del RettoreSignorelli (che nel frattempo avevainterpellato tutti i docenti in carica ealtre persone) l’elenco dei professori edelle rispettive materie di insegnamen-to per l’entrante anno scolastico1964/65.Erano anche state chiamate alcune Suo-re di un’altra Congregazione, le qualiconvissero per un anno con le prece-denti Suore di Menzingen.Il trapasso effettivo alla gestione dioce-sana del Collegio avvenne il 1. agosto

1964. Finalmente il 27 agosto si radu-narono nella saletta della Direzione delCollegio l’Abate di Einsiedeln conalcuni Padri Benedettini presenti adAscona e il Vescovo con il nuovo Ret-tore e i membri della sottocommissio-ne economica. Fu stabilito il compensoda versare all’Abbazia: un compromes-so che fu così giudicato da don Signo-relli: “E’ giusto che l’Abbazia non restioggi a mani vuote, ma d’altra arte nonsi può abbandonare il Collegio a sé stes-so, perché non ce la fa. Vorrebbe direestinguere il Collegio e con esso tuttociò che i Padri Benedettini hanno fattoin 40 anni (dal 1924 al 1964). La cifrapattuita di un milione e mezzo costitui-sce un giusto equilibrio: il Collegio faun affare finanziario e l’Abbazia, nonchiedendo troppo, fa un affare morale”.Così, con quella “pazzia di Pentecoste”,scatenata dall’arciprete don Pura, furo-no gettate le basi per i successivi 40 anni(almeno!) di vita del Collegio Papio.

– Alfredo Poncini –

Festa della Cresima 2005�

In corrispondenza con la vigilia diPentecoste è stata conferita la Cresi-ma a 37 ragazzi e ragazze. La celebra-zione è stata presieduta da mons. San-dro Vitalini, delegato quest’anno damons. Vescovo per la nostra parrocchia:

egli non ha potuto essere presente tranoi, in quanto impegnato con la cresi-ma in un’altra comunità. Ci ha però fat-to pervenire il seguente saluto lettoall’inizio della celebrazione da mons.Vitalini:

arissimi, non voglio lasciarvi mancare una parola di affetto, diamicizia, di ricordo e di riconoscenza. Avrei voluto essere tra voi per la

celebrazione della Cresima. Lo desideravo con tutto il cuore, ma devo rassegnarmi ad essere il Vescovo di tutti. Non

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althof Gomez RaizaBalestra StefanoBeretta ericaBernasconi nicolaBettè JoshuaBielsa leonardoBlazevic RoyBroggi chandeeBrunner loicDe Gaetano DeborahGianoni ludovicaGiovanelli ederGodulla Deborah

Hochmuth Sven MichaelHumbel Daliaibach federicoKoovely Danillamberti Marcoleovac tianaliebich–Respini Giovanniluban Savinaluketina SandraManella lisaMarano MarioMazzoni petrapancaldi valeria

pasini lucapelloni taletepisaturo RacheleQuanchi valeriaRasic MarinaRiegger BeritRiegger nicolasvadakkumcherry Reggyvon Bremen philineZenoni MichelaZenzerovic armin

posso venire sempre e solo io ad Ascona. Spero comprendiate questa mia sofferenza equesto sacrificio. Vi ricordo e prego con voi, vi porto nel cuore, mentre celebro la Cresima coni ragazzi di Mendrisio, che è pure una parrocchia importante, che ha il diritto di avere unavolta il Vescovo come celebrante. Ascoltate con la stessa disponibilità le parole di chi mirappresenta, siate consapevoli degli impegni battesimali che rinnovate con laConfermazione. La Cresima non diventi il sacramento dell’abbandono, ma della crescita,della risposta sempre più consapevole e responsabile. Vi aiutino i vostri genitori, padrini emadrine con il loro esempio ed il loro insegnamento ad essere fedeli, gioiosi amici delSignore. Lo Spirito Santo vi doni luce, gioia e forza per il cammino futuro. Anche donMino è con voi e fa festa con voi.Vi saluto con il bacio della pace e vi sono vicino conl’affetto di sempre. – Don Mino –

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Festa della Prima Comunione 2005�

Lo scorso 8 maggio, in coincidenzacon la domenica della Festa della

mamma, abbiamo celebrato in parroc-chia la Festa della Prima Comunione. I42 ragazzi e ragazze sono stati prepara-ti per mezzo della preziosa collabora-

zione delle Signore Silvia Bianchetti edEmanuela Bianda, nonché del semina-rista Michiel Demets e di suor Carmen.Per l’occasione abbiamo inauguratoanche i nuovi abiti.

Beretta DiegoBianda luciaBianda MicheleBiasca caroni lorenzoBressani pedroli Robin Mariochiesa loriscilenti ingridconti–Rossini SergioDe francesco SaraDe lima peixoto SaraGabriellaDe oliveira vicente JennyDomenighetti flaviafiore Giadafontana ivan

Gagliardi SaraHofstetter KerstinHüttenmoser lucaielpo GianlucaMartinoni alisonMattei lisaMazzilli andreaMinacore antonellaMolinari alessandraMüller Marconucifora faustoostinelli ambrapazos–Martinez Robertopesenti Manuelpinana Mirco

prinz eliaQuagliariello francescoReichholf JoëlleRoux nicolasStauss estelleStoffel Gioeletajana Sabinaudovcic antovarini Robertovenzi andreavilla Mancini antonyvilla Mancini JolandaWezel alice

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ESSERE “ASTA” E NON “BANDERUOLA”“[5]Se qualcuno di voi manca di sapien-za, la domandi a Dio, che dona a tuttigenerosamente e senza rinfacciare, e glisarà data. [6]La domandi però con fede,senza esitare, perché chi esita somigliaall’onda del mare mossa e agitata dalvento; [7]e non pensi di ricevere qual-cosa dal Signore [8]un uomo che ha l’a-nimo oscillante e instabile in tutte le sueazioni [GC 1,5-8]”.

Già l’inizio della lettera di Giacomo eraaccattivante, ma la continuazione non ècertamente di meno. L’esortazione -che risuona di profonde risonanzeevangeliche - è quella ad essere perfetticome perfetto è Dio! Esortazione oprovocazione? Meglio ancora: pro-vocazione, ossia stimolo perché ciascu-no di noi possa avanzare nella com-prensione e realizzazione di ciò cui èpersonalmente chiamato da Dio!Ma forse, meglio ancora che esortazio-ne e/o provocazione, si tratta di unapromessa di Dio nei nostri confronti:chi si lascia fare da Dio, diventa simile alui. E non è poca cosa il ritratto di Dioche Giacomo ne dà: Egli è persona che“dona a tutti generosamente e senza

rinfacciare”. Ritratto proponibile perDio ma improponibile per l’uomo?Possibile a Dio, impossibile all’uomo?La nostra esperienza può magari anchedirci altro, in ogni caso la promessa diDio è chiara e come tale va accolta: chisi apre alla grazia di Dio, diventa similea Lui e ciò che all’uomo/donna èimpossibile diviene pensabile, desidera-bile, realizzabile.Ma anche qui siamo di fronte ad unbivio: Dio dona a tutti gratis, ma undono, per divenire tale, deve essereaccolto. Giacomo dà anche un ritrattodell’uomo imperfetto.Egli è colui che non possiede sufficien-te sapienza, da aver già sperimentatoche con Dio l’impensabile diviene pos-sibile. Egli è colui che non possiede unafede sufficientemente forte, da riporrela propria fiducia completamente inDio. Egli è colui che ha esitazioni nelsuo agire e che si comporta come l’on-da del mare sballottata dal vento (ossiadalle persone e dagli eventi). Egli è coluiche è banderuola che cambia direzione aseconda del vento, piuttosto che essere astainamovibile, piantata nel terreno della fede.Un uomo/donna così non riesce a“ricevere qualcosa da Dio”, perché ha ilcuore diviso: ogni tanto dice di “sì”,

Durante lo scorso avvento, abbiamo letto in comunità la lettera diGiacomo, uno scritto del nuovo testamento. l’approccio a questo testobiblico è stato molto arricchente per tutti i partecipanti: abbiamo potutocostatarne l’attualità e accettarne positivamente le provocazioni.in questo e nei prossimi numeri del bollettino parrocchiale, presentiamoalcuni dei temi di fondo della lettera, che pensiamo possano essere utiliper tutti.

Lettera di Giacomo in pillole�

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ogni tanto dice di “no”; ciò perchémanca di capacità di coerenza tra la suafede ed il suo operare; ciò perché la suafede non riesce ad incarnarsi nei gesticoncreti.Che fare allora? Il suggerimento di Gia-como ci muove nella direzione giusta,forse l’unica possibile: “Chiedi a Diostesso la sapienza!”. Che non è un sapere; non sono parole.

E’ piuttosto una conoscenza - donatadall’alto, da Dio stesso - di tipo espe-rienziale: già ho imparato, ancora impa-ro e sempre meglio imparerò, standocon Dio e vivendo la mia giornata conLui, ad essere coerente alla mia fede, neigesti concreti della mia vita.A dire “sì” quando dev’essere “sì” e “no”quando dev’essere “no”. Costi quelloche costi.

Un episodio inedito legato a Giovanni Paolo II

Dicono in questi giorni i vaticanisti:“I tempi sono maturi per un Papa

africano. In realtà un candidato forte del conti-nente nero per la successione a Giovan-ni Paolo I c’era già stato 27 anni fa. Era il cardinale Gantin che, nelle previ-sioni ante concistoro veniva largamen-te gettonato.Venne invece nominato a sorpresa

Karol Wojtyla, polacco pressochésconosciuto e comunque com-pletamente ignorato dal Toto-

Papa.Quando, subito dopo l’e-lezione, i cardinali sfila-rono inginocchiandosidavanti al nuovo Ponte-

fice, accadde un episodiocurioso. L’unico cardinalecon il quale Giovanni

Paolo II si trattenne per una breve con-versazione fu proprio Gantin. Com-mentarono i vaticanisti: “SicuramenteWojtyla gli ha detto: “Al mio postoavresti dovuto essere nominato tu””.Qualche tempo dopo il cardinale Gan-tin venne ad Ascona in visita privata.Non era la prima volta che arrivava inincognito da Roma, su invito dell’allo-ra arciprete don Alfonso Pura che ave-va organizzato una raccolta di offerteper le missioni africane, alle quali con-tribuiva tutta la parrocchia e lui perso-nalmente. Il ricavato della beneficenza venivasempre consegnato personalmente alcardinale Gantin. In quell’occasione, dopo la Messa cele-brata dal cardinale nella chiesa parroc-chiale, don Ernesto Storelli, all’epocaparroco di Losone, chiese al porporato

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anche 27 anni fa al conclave c’era un candidato forte africano, il cardinaleGantin. Quando Giovanni paolo ii divenne papa i due si parlarono. nessuno seppe cosa si dissero, ma un giorno, ad ascona...

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Introduzione all’AssembleaAlle ore 20.25 prendono avvio i lavoridell’assemblea.Giancarlo Cotti dà il benvenuto ai pre-senti, osservando che in base al nuovomanuale per le parrocchie ed ai nuovistatuti dell’Associazione, adeguati diconseguenza, l’assemblea viene convo-cata in via ordinaria almeno una voltaall’anno entro il 30 maggio.Dà il benvenuto a don Massimo Gaia eporta i saluti del Vescovo, il quale scusala propria assenza per impegni prece-dentemente assunti. Vengono rese notele dimissioni di don Donato Brianza eviene scusato Maurizio Checchi, giàimpegnato altrove.Quale presidente del giorno viene desi-gnato Giancarlo Cotti.

Quale protocollista viene designataRachele Allidi.Quali scrutatori vengono designatiAntonio Pisoni e Fernando Poncini. Sonopresenti 21 soci. Sono scusati 10 soci.L’assemblea è validamente costituita allapresenza di 21 soci.Giancarlo Cotti propone che nell’ordi-ne del giorno venga inserita una trat-tanda, relativa alla costituzione di unaservitù prediale, quale diritto di super-ficie gratuito, a favore della part. no.650 RFD di Ascona di proprietà del-l’Associazione e a carico della part. no.649 RFD di Ascona di proprietà dellaCaneparia della Madonna della Fonta-na, per i parcheggi del Centro Parroc-chiale. La proposta viene approvataall’unanimità.

l’assemblea generale ordinaria per l’anno 2005 ha avuto luogo lunedì 9maggio 2005, ore 20.15, nella sala conferenze S. Michele presso il centroparrocchiale S. Michele, via Muraccio 21, ascona. all’ordine del giornofiguravano le seguenti trattande.

Assemblea generale ordinariaAssociazione per la Gioventù di Ascona

africano di svelare il mistero del collo-quio con il Papa appena eletto. Gli ave-va detto veramente: “Il Papa doveviessere tu”? Gantin sorrise divertito:“Non è vero niente. Il Papa non ricor-dava più il mio nome, si è scusato e mel’ha chiesto!”. A uscire piuttosto mal-conci da questa storia sono sicuramen-

te i vaticanisti. Non imbroccano nem-meno la soluzione degli aneddoti piùsemplici. Figurarsi le previsioni per lanomina del Papa…

da: Giornale del Popolo del 7 aprile2005

– Teresio Valsesia –

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Verbale 2004Carla Duca chiede la dispensa dalla let-tura del verbale dell’assemblea generaleordinaria dello scorso 17 marzo 2004,che è stato pubblicato sul bollettinoparrocchiale. La richiesta viene accoltaed il verbale approvato all’unanimità.

Conteggio 2004Giancarlo Cotti presenta i conti nel det-taglio. Dai conti chiusi al 31.12.2004risulta una cifra di bilancio consolidatodi CHF 6’944’387.49. Il conto econo-mico presenta un utile d’esercizio diCHF 471’842.15 (CHF 762’349.55 airicavi e CHF 290’507.40 ai costi). Ilbilancio 2004 con la ripartizione deicosti vengono approvati all’unanimità.Edy Giani dà lettura del rapporto deirevisori, spiegando che il risultato posi-tivo è dovuto innanzitutto alla rinunciada parte della Parrocchia al credito diCHF 380’000.-- nei confronti dell’As-sociazione (prestito relativo alla dona-zione Bauer), ed al versamento annuodi CHF 70’000.-- da parte della Par-rocchia. Il rapporto dei revisori vieneapprovato all’unanimità. Il discarico deirevisori e dell’amministrazione per l’an-no 2004 viene approvato all’unanimità.

Rapporto della direzionedell’associazioneGiancarlo Cotti spiega che in generale cisi è occupati della gestione del Centroparrocchiale ed in particolare dellagestione delle varie sale. La gestione deiparcheggi presenta qualche difficoltàdovuta agli abusi. Si fa in ogni caso ilpossibile per risolvere il problema. Vistele attività svolte nel Centro parrocchia-le, si è chiesto ed ottenuto un versa-mento di CHF 70’000.-- da parte del-

la Parrocchia per coprire i costi digestione. Ci si è anche occupati del pro-getto della colonia di Dalpe, di cui siriferirà in seguito.Si è perfezionata la convenzione con lasignora Oberholzer, responsabile artisti-ca, che prevede il versamento di unapigione mensile di CHF 2’500.-- per ilteatro ed il versamento di un contribu-to semestrale da parte dell’Associazionedi CHF 15’000.--. Rimane il problema dei costi elevati peril riscaldamento.Eli Vaerini osserva che il riscaldamentoè sempre troppo elevato nel teatro echiede se non è possibile un conteni-mento della relativa spesa con unamigliore gestione della temperatura.Giancarlo Cotti spiega che in settimanail riscaldamento rimane spento e vienemesso in funzione soltanto 24 ore pri-ma delle rappresentazioni e durante lerappresentazioni. E’ difficile un controllo costante, però siè cercato di sensibilizzare ad una gestio-ne più oculata. Eventualmente si valu-terà la possibilità di scrivere alla signoraOberholzer, per renderla attenta delproblema. Gianfrancesco Beltrami, Capodicasterofinanze di Ascona, precisa che il Comu-ne versa un contributo di CHF40’000.-- per l’attività del teatro. Si complimenta con la signora Ober-holzer per il cartellone, che ritienedecoroso. Vi sono a suo modo di vede-re delle offerte che hanno un notevoleriscontro. Per il resto, ribadisce le noto-rie difficoltà della realtà teatrale nellanostra regione.Il rapporto della direzione viene appro-vato all’unanimità.

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Progetto colonia di Rodi-FiessoGiancarlo Cotti ricorda che il progettodi risanamento per la Colonia di Rodi-Fiesso non ha ottenuto la licenza edili-zia, poiché il terreno si trova in zona diprotezione valangaria. Gli stabili sono attualmente lacunosi edifficili da utilizzare. Quale soluzione alternativa per unanuova colonia si è pertanto optato perl’acquisto del terreno a Dalpe. Per larealizzazione di questo progetto è indi-spensabile poter beneficiare dei sussidicantonali nella misura del 50% dei costicomplessivi. Il Cantone deciderà sullabase di un progetto concreto.Giancarlo Cotti presenta quindi la situa-zione del terreno acquistato e il proget-to degli arch. Guscetti Giovanni e Gior-gio, mostrando piani e simulazioni delfuturo edificio. Il costo complessivo del-l’opera ammonta a CHF 6’700’000.--.Marianne Pandiscia esprime scetticismoper questo progetto che appare costoso(CHF 700.--/800.-- al mq.). Edi Gianiesprime la sua preoccupazione per lafutura gestione. Giancarlo Cotti assicurache si partirà soltanto quando ci saran-no le garanzie necessarie da parte delCantone e quando i finanziamentisaranno sicuri.Marco Passalia chiede cosa succederàdella colonia di Rodi e se con la nuovacolonia sarà previsto un aiuto alle fami-glie bisognose. Giancarlo Cotti spiega chela colonia di Rodi probabilmente verràvenduta sulla base di una stima di CHF400’000.--. Conferma la presenza dialcuni interessati e precisa che, in tutti icasi, prima di accettare offerte, si vuolessere sicuri di poter dare avvio al nuo-vo progetto. Per quanto concerne le

famiglie con difficoltà finanziarie spie-ga che sarà previsto un fondo per ilsostegno nel pagamento della “retta”.Antonio Pisoni chiede se è stata fattaun’indagine di mercato sullo standarddell’edificio e precisa che 80 posti sem-brano pochi. Eli Vaerini chiede quandoverrà inoltrata la domanda di costruzio-ne. Giancarlo Cotti spiega che il proget-to è stato studiato in base alle prevedi-bili esigenze del futuro utilizzo. Assicu-ra che entro la fine di giugno dell’annoin corso ci sarà un incontro con gliarchitetti, al quale seguiranno la richie-sta di finanziamento al Cantone e l’i-noltro della domanda di costruzione.

Preventivo 2005Giancarlo Cotti osserva che il preventi-vo rispecchia il conto economico diquest’anno e l’obiettivo è quello diridurre i costi del 10%. Si dovrebberiuscire a chiudere con un piccolo uti-le. Il condizionale è d’obbligo, ritenutele incognite dell’attività teatrale. Per il2005 la direzione ha deciso di non pre-levare nessuna tassa. Il preventivo perl’anno 2005 viene approvato all’unani-mità.

Nomine - nuovi membriLa direzione propone quale nuovomembro Lesli Crivelli. I nuovi membridel Consiglio parrocchiale don MassimoGaia, Claudio Crivelli e Andrea Biasca-Caroni sono ammessi quali membri didiritto a norma degli statuti. L’assembleaaccoglie con un applauso i nuovi mem-bri. Si prende atto del fatto che Eli Vae-rini ha rinunciato alla carica di membrodella direzione. All’unanimità viene nominato don Mas-simo Gaia quale membro della direzio-

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ne e presidente dell’Associazione e ven-gono confermati Adriano Duca e Gian-carlo Cotti quali membri della direzionefino al 31.12.2007. La proposta dinominare Mons. Grampa quale membroonorario dell’Associazione viene accol-ta all’unanimità.All’unanimità vengono confermatiquali revisori Marianne Pandiscia, EdiGiani, Angelo Meni e quale supplenteMirta Vacchini.

Nuovi statutiSi dà lettura dei singoli articoli del pro-getto dei nuovi statuti che, dopo dis-cussione vengono approvati all’unani-mità con le modifiche proposte e alle-gati al presente verbale.

Mutazione dei confini tra la parti-cella No 649 RFD di Ascona diproprietà della Parrocchia e la par-ticella No 650 RFD di Ascona diproprietà l’Associazione della Gio-ventù di AsconaCostituzione di un diritto di superficiegratuito a favore della part. no. 650RFD di Ascona, di proprietà dell’Asso-ciazione, e a carico della part. no. 649RFD di Ascona, di proprietà dellaCaneparia della Madonna della Fonta-na, per i parcheggi del Centro parroc-chiale.L’assemblea all’unanimità autorizza sind’ora la concessione di un eventualediritto di superficie gratuito a favoredella part. no. 650 RFD di Ascona, diproprietà dell’Associazione, e a caricodella part. no. 649 RFD di Ascona, diproprietà della Caneparia della Madon-na della Fontana, per i parcheggi delCentro parrocchiale. La proposta muta-zione viene approvata all’unanimità.

Eventuali proposte dei membripresentiSuor Ginetta chiede se è possibilebagnare il giardino antistante l’AsiloNido la sera, anziché il mattino. Gian-carlo Cotti prende nota della richiesta efarà in modo di regolare l’irrigazione diconseguenza.

DiversiContributo al Teatro del Gatto da parte del-la AssociazioneSi rinvia alla trattanda numero 4 relati-va al contributo annuo di CHF30’000.-- versato dall’Associazione alTeatro del Gatto, a partire dal 1. gennaio2005.

Difficoltà nell’ottenimento di un contributodal Comune a favore dell’Asilo NidoGianfrancesco Beltrami spiega che ilMunicipio è d’accordo di sostenere l’at-tività dell’Asilo Nido; tuttavia nonintende partecipare ai costi di gestionedell’infrastruttura, che di per sé non havalenza di interesse pubblico. Giancarlo Cotti precisa che verrà for-mulata una richiesta al Municipio inconsiderazione dell’importanza dell’at-tività svolta nell’interesse di tutta laComunità.

Prossima assembleaDecisione per la data della prossimaassemblea generale ordinaria dell’Associa-zione per la Gioventù: 22 maggio 2006presso il Centro Parrocchiale S. Miche-le, Via Muraccio 21, Ascona

Il presidente del giorno: Giancarlo CottiIl protocollista: Rachele AllidiGli scrutatori: Antonio Pisoni e Fernan-do Poncini

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fabio arnaboldi(1° maggio 1950 – 25 gennaio 2005)

Carissimi An-drea e Giada,

di ritorno da unavisita pastorale allanostra missionenel Ciad vengoraggiunto dall’i-nattesa e umana-

mente imprevedibile notizia dell’avve-nuto decesso del vostro carissimo papà. Altri impegni, davvero improcrastinabi-li, mi impediscono di partecipare al suofunerale. Ma sento di dovermi fare vicino a voi,alla nonna Cecilia, a Michele, a Tizianae a tutti i familiari per dirvi la mia affet-tuosa, profonda partecipazione al vostrocomune dolore. Faccio mia la vostra sofferenza ed ilvostro sconcerto, mi stringo a voi inuno struggente abbraccio a Fabio epiango con voi la sua morte, come Gesùdavanti al sepolcro dell’amico Lazzaro. Conservo un ricordo vivo del papà, unuomo buono e mite, laborioso e degno,stimato e benvoluto. La terribile fatalità che ne ha causatol’improvvisa scomparsa terrena nonaffievolisca il suo ricordo, mantengaaccesa la vostra riconoscenza, vi aiuti aonorarlo con la vostra condotta. Papàera uomo di fede. Le parole non riesco-

no a dire quello che proviamo nel cuo-re. L’animo resta turbato e incredulo difronte ad un evento tanto doloroso.Prego perché possiate trovare nella fededel Signore Gesù, morto e risorto pernoi, la forza di credere che il papà vivenon solo in voi, ma nel Dio nella vita. Prego per lui e per la sua vita immorta-le ed eterna nell’abbraccio del Padreche è nei cieli. Prego per tutti, perchécomprendiamo la fragilità della nostraesistenza terrena e siamo vigilanti eattenti, illuminati anche dai suoi esem-pi buoni e dai suoi insegnamenti sagginei pericoli e difficoltà della vita.Vi sono vicino con l’affetto più pro-fondo e sincero. Sappiate di poter contare anche sullapresenza di don Mino per il vostro futu-ro. Con un forte abbraccio.

– Don Mino, vescovo. –

Memorie Nostre�

la nostra preghiera di suffragio interceda presso Dio, perché, nella suamisericordia e perdono, conceda loro la vita eterna.

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elivia Bacchetta(4 dicembre 1906 – 4 marzo 2005)

Ho avuto occasione di conoscere Elivia sindai primi tempi del mio essere ad Ascona,e ho subito notato questo tratto di umiltànei suoi atteggiamenti. E’ stata guidata dalla sua esistenza ariconoscere che è l’atteggiamento che“paga” di più, che maggiormente ci mettein relazione con il mistero di Dio e la suaopera di redenzione e salvezza che egliintende compiere in noi.

Nata il 4 dicembre 1905, Elivia hasempre abitato e lavorato nelle

nostre terre, in modo particolare pre-stando il proprio servizio domesticopresso alcune famiglie del borgo. Haconosciuto, già nella propria famiglia diorigine e poi nella propria famiglia, ladurezza della vita: erano certamente altritempi che avevano le loro durezze e leloro esigenze che Elivia, come tanti altridel resto, ha saputo affrontare con inten-sa dedizione, profondo impegno, gene-rosa diligenza: una dedizione alla propriacasa, alla propria famiglia (in modo par-ticolare alla figlia Ines), al proprio lavo-

ro. Era, come det-to più sopra, diindole moltoumile e alquantoriservata, anche sesapeva essere per-sona di squisitacompagnia e pro-prio per questoanche benvoluta da tutti. Nei lunghi 99anni della sua esistenza, è diventata poi 4volte nonna, 7 volte bisnonna e 3 voltebis-bisnonna. Da ben 13 anni è ospitedella Casa Belsoggiorno, non potendopiù essere autosufficiente a causa delleconseguenze di un incidente capitatolequalche anno fa. Si è spenta serenamen-te lo scorso venerdì 4 marzo assistita daisuoi famigliari. In questo momento incui Elivia, nella sua umiltà, si è “gettata”nelle braccia di Dio, le auguriamo dipoter incontrare quel Signore al quale siè sempre abbandonata. Osiamo sperareche Lui la voglia accogliere nel suoregno eterno di luce, pace, amore.

– Don Massimo –

anne filser–papilloud(13 marzo 1918 – 16 marzo 2005)

Comme un oiseau, perché pour uninstant sur une branche trop frêle,qui sent plier la branche et qui chantepourtant, sachant qu’il a des ailes.La fede cristiana, proprio in questoperiodo ormai prossimo alle imminentifestività pasquali, nella morte erisurrezione di Gesù Cristo, vero Figliodi Dio e vero uomo come noi, trova le ali

per cantare nellagioia la bellezzadel vivere, anche sesi sa che per untempo relativamentelungo o breve siamoappoggiati su unramo. Si tratta diun ramo apparte -

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nente all’albero della vita, un ramo cherischia di cedere sotto il nostro stesso peso.Ma questa sensazione di fragilità trova ilsuo compenso e la sua rivalsa nel sapereche il Signore, con il dono della fede, ciconcede le ali: esse ci permettono, al di làdelle durezze e delle fragilità della vita, dimantenere alta la qualità del nostro volo;un volo che può rimanere, nonostantetutto gioioso. Ali che ci permettono, inoltredi spiccare il volo verso l’alto, là dove siincontra in modo definitivo il Signore, dacontemplare faccia a faccia per la vitaeterna.

Ènata il 13 marzo 1918 a Conthey,è poi cresciuta in Vallese ed ha dap-

prima lavorato a Martigny ed in segui-to a Basilea. Qui fu per molti anni assi-stente del dentista dr. Giovanni Filser,poi divenuto suo marito nel 1966. Il dr.Filser amava il sud; era stata una sua ideaquella di costruirsi una casa di vacanzenelle Cinque Terre. Giunto poi ad Ascona si innamorò delposto e dimenticò persino le CinqueTerre: quella che era la casa di vacanzead Ascona divenne poi la residenza defi-nitiva. Il giardino e la casa della Rocca

Fiorita traspirano cultura, amore perl’oriente ed il buongusto dei suoi pro-prietari. Anne ha avuto il grande meri-to di aver saputo mantenere intatto ilcarattere di questo luogo stupendoanche dopo la morte del marito, avve-nuta nel 1971. Insieme avevano visitato molti luoghi epaesi lontani ed interessanti, con ungrande arricchimento umano, culturalee spirituale.Ha avuto la fortuna di poter vivere nel-la sua casa fino all’ultimo, grazie anchealle premurose cure di Giselle e di Lilia-na. Ed ora molti, parenti (soprattutto lasorella novantenne Marie-Louise), ami-ci e conoscenti, piangono la scomparsadi questa cara persona.

Ma rimane di lei il ricordo imperiturodi quel sorriso: un segno concreto evisibile di quella gloria che risplende sulvolto del Cristo, morto e risorto. Quel-la stessa gloria che le auguriamo digodere per sempre nella visione eternadel volto di Dio. Quella stessa gloria chechiediamo per noi e per ogni essereumano amato da Dio.

– Don Massimo –

Gabrielle pfeifer(1914 – 18 marzo 2005)

Wenn die Kraft zu Ende geht,ist es keinSterben – sondern Erlösung“.E’ questa la speranza che nasce per noi, peri nostri cari, per ogni uomo e donna amatoda Dio: quando si esauriscono le nostreforze umane, ecco che non andiamo incontroalla morte, al nulla, bensì ci avviamoincontro ad una liberazione dalla morte,incontro ad una risurrezione, incontro ad

una vita eterna, nellaquale, come dice laliturgia, “asciugataogni lacrima, i nostriocchi vedranno il tuovolto e noi saremosimili a te, o Padre, ecanteremo per semprela tua lode”.

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In questi giorni della Settimana santaaccompagniamo al riposo eterno lanostra sorella Gabrielle. E’ nata in Valle-se da famiglia di origini ed ascendentinobili; frequenta le scuole in loco. Si tra-sferisce poi, durante il periodo dellaguerra, in Germania dove anche si spo-sa: in questi tempi difficili ha avutomodo di vivere pure dei momenti par-ticolarmente drammatici e tragici.Ritorna poi in Svizzera: visita diversiluoghi tra cui Ascona e si innamora diquesta cittadina, che raccoglie – tra lediverse opzioni – tutte le sue preferen-ze. Vi si insedia nei primi anni ’50: la suavita ha conosciuto un lungo periodo diserenità e gioia. Solo negli ultimi novemesi fa capolino una malattia inguaribi-le che segna il suo destino. Dopo una

lunga degenza in ospedale, ha però sco-perto il piacere di vivere gli ultimi mesidella sua esistenza, a partire da gennaio,a casa propria, approfittando delle bel-lezze della natura e dei cari affetti fami-liari. E’ stata amorevolmente e genero-samente assistita, in questi mesi dimalattia ma, soprattutto, nel periodoterminale al proprio domicilio, daRemo, suo compagno di vita, e dall’af-fezionata Linda, ai quali va la gratitudi-ne dei parenti e nostra per l’affetto el’aiuto che hanno riservato a Gabrielle.Si è spenta in modo alquanto improv-viso, ma non del tutto imprevisto, nellagiornata di venerdì 18 marzo, circonda-ta dai suoi affetti familiari più intimi.

– Don Massimo –

Giovanni cadei(3 novembre 1922 – 31 marzo 2005)

Affidiamo alla terra le spoglie del nostrofratello Giovanni proprio in questi giorniin cui ricordiamo la vittoria di Cristo sulmale, sul peccato, sulla morte. “Sembrava”che l’esperienza di Gesù fosse unfallimento (Venerdì Santo); invece ilSignore ha preparato attraversoquest’apparente sconfitta la propriavittoria finale e definitiva sul male, sullasofferenza, sul dolore, sul peccato, sullamorte. Una vittoria, una “stra–vittoria”,vorrei dire, che si compie il mattino delgiorno del Signore, la domenica diRisurrezione, e che è segnata comevittoria anche per tutti coloro che sono incomunione con il Signore Gesù, morto erisorto per noi.

Giovanni Cadeiè nato il 3 no -

vembre 1922 nelBergamasco, dovecresce e riceve lasua formazionepro fessionale qualecarrozziere. Perragioni di lavoro sitrasferisce in Svizzera e, negli anni ’50,si stabilisce definitivamente ad Asconacon tutta la famiglia. Già nel ’47 si erasposato con Maria: da questa unionesono nati tre figli.Di carattere, Giovanni era di cuoregrande e generosissimo, molto legatoalla famiglia ed agli affetti familiari,molto appassionato ai lavori che faceva,e non solo a quelli legati alla professio-

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ne. Molti hobby e attività secondariehanno riempito il suo tempo e la suapassione. Capace anche di grandi sacri-fici, soprattutto in tempi in cui i mezzidi sostentamento non erano particolar-mente abbondanti, vogliamo peròricordarlo soprattutto per la sua tenacia,per quella sua qualità che gli permette-va di “non mollare mai”, nemmeno difronte alle più grandi difficoltà.Ancora nel pieno delle sue forze, fu col-pito abbastanza presto nella sua saluteche ha perso progressivamente la propriaqualità, e colpendo progressivamente lesue grandi forze ed energie fisiche. Ma

nonostante l’irritazione che gli procura-va il veder venir meno le proprie ener-gie e possibilità fisiche, ha mantenutofino all’ultimo la speranza di riuscire aricuperare la propria autonomia. Anchein questi giorni si trovava presso la clini-ca Hildebrand per farsi curare e solleva-re nelle proprie sofferenze. Ed è statoproprio qui che, in modo alquanto im -provviso ed inatteso, un rapido degradol’ha condotto alle soglie della morte. E’spirato lentamente ma serenamente gio-vedì sera, 31 marzo 2005, assistito amo-revolmente dai propri famigliari.

– Don Massimo –

anselmo fresca(11 novembre 1934 – 6 aprile 2005)

Il tempo pasquale che stiamo vivendo inqueste settimane che seguono le festivitàpasquali ci riconducono al centro dellanostra fede. Questo centro è Gesù Cristo,che ha patito, è morto ed infine è risortoper noi. E’ l’esperienza che la Chiesa staricordando e su cui sta riflettendo inquesto tempo pasquale, e cioè sul fatto chevi sono due aspetti della Pasqua delSignore, ossia quello del “morire” e quellodel “risorgere”, e questi due aspetti sonole due facce della stessa medaglia, dueaspetti della stessa realtà: Cristo Gesù,morto e risorto per noi.

Anselmo Fresca è nato l’11 settem-bre a S. Nazzaro. Durante la sua vita

ha avuto parecchie soddisfazioni, otte-nute proprio con la tenacia, che egli hamanifestato in ogni aspetto del suo esse-re ed agire, ma in modo particolare nelsuo lavoro. L’attività professionale è stataper lui un aspetto importante della sua

vita: già da bambi-no ha avuto mododi appassionarsiper la lavorazionedel legno; unapassione che tra-sforma in profes-sione, grazie al suoapprendistato a S.Nazzaro. Dopo un soggiorno a Basilea,è ritornato in Ticino: a 26 anni conoscee sposa Gina. Si insediano prima aLocarno ed in seguito ad Ascona. Dallaloro unione di amore nasce la figliaOrnella.Ebbe l’opportunità di trovare un impie-go presso una ditta asconese che, doposoli 8 anni di servizio, ha rilevato, dive-nendone il titolare per ben 30 anni. Inquesto suo compito professionale, fumolto sostenuto ed aiutato dalla moglie;parecchi apprendisti hanno ricevutodurante loro formazione in quest’azien-

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da una valida preparazione professiona-le. Anselmo fu dunque molto apprezza-to da tutti, sia personalmente che pro-fessionalmente.Dall’anno del suo pensionamento, il1999, si è dedicato molto alla sua gran-de passione preferita, la montagna, divi-dendo il proprio tempo la casa di mon-tagna ai Monti di Gerra e l’affettoappassionato per la famiglia. Se da unaparte era incondizionato il suo affettoper la persone della sua famiglia, amava,d’altra parte, passeggiare a stretto con-tatto con la natura, per riposarsi e riflet-tere in tutta serenità e pace. Ancora nel

pieno delle sue forze, fu colpito abba-stanza improvvisamente – cinque mesifa – in modo grave nella sua salute e fucompromesso progressivamente nellesue forze fisiche e psichiche. E’ statoamorevolmente assistito e sostenutodalla moglie: è stato un momento cer-tamente duro e difficile per tutta lafamiglia, ma che è stato vissuto nellafede, nello spirito di sacrificio e nell’of-ferta generosa. Anselmo è scomparso inmodo abbastanza improvviso lo scorsomercoledì sera, 6 aprile 2005, assistitointensamente dagli affetti famigliari.

– Don Massimo –

caterina (ninì) Sasselli(25 marzo 1926 – 27 aprile 2005)

Raramente si vivono sentimenti cosìcontrastanti nel nostro cuore come quandoci lascia una persona cara che ha vissutoprofondamente la sua dimensionecristiana e di fede.Da una parte ci rattrista il sentirci inqualche modo soli, forse addirittura unpo’ abbandonati, in occasione dellascomparsa di colui o colei che è statonostro parente, amico, conoscente.Dall’altra parte, però, soprattutto di frontead una fede vissuta nella carità, di frontead una vita spesa per amore di Dio edegli altri, non può che sorgere nel nostrocuore anche una “gioia”, che almeno inapparenza può sembrare paradossale.Eppure è proprio qui che si situa inprofondità il messaggio cristiano,soprattutto in questo tempo di Pasqua:l’esperienza vissuta da Gesù è la nostraesperienza. Nella fede diviene possibilepartecipare all’esperienza unica del Cristoche passa indenne attraverso la morte, per

giungere ad unavita – quellaeterna, quella diDio stesso – chepiù non muore, chepiù non patisce edove è solo gioia,amore, pace persempre.

Sono forse questi i sentimenti cheproviamo di fronte alla scomparsa diCaterina Sasselli, della nostra “Ninì”,come tutti la chiamavano. Era nata adAscona il 25 marzo 1926, giorno del-l’Annunciazione del Signore, ed è cre-sciuta nel Borgo. Inizia molto presto l’e-sperienza lavorativa, esperienza perfe-zionata anche nella Svizzera interna, epoi condotta soprattutto qui ad Ascona,pure con incarichi di particolareresponsabilità. Occorre ricordare cheCaterina non si è mai sposata, ed uno

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dei motivi predominanti fu certamenteche si è occupata a lungo della suamamma malata ed inferma fino all’ulti-mo. La disponibilità sua si rivolgeva aparenti, amici, conoscenti: pur nonavendo formato una famiglia propria havissuto la dimensione della famigliaallargata, segnata dall’amicizia edall’“esserci”. Anche nei confronti deibambini e dei nipoti ha saputo realizza-re una maternità di cui molti, ancoraoggi, serbano grata memoria. Ninì, conun ristretto numero di persone legate daprofonda amicizia, ha partecipato anumerosi viaggi e pellegrinaggi, tuttivissuti con una dimensione culturale,

certamente, ma soprattutto come occa-sione per un approfondimento dellapropria fede e della propria risposta difede, speranza e amore al Signore. Ninìera ormai sofferente da molti anni diuna malattia, che l’ha progressivamentedebilitata nel fisico e nel morale. Manon nello spirito. Ha creduto fino allafine ed alla fine si è abbandonata nellebraccia del Signore: mercoledì scorso 27aprile ha concluso il suo pellegrinaggioterreno per sperimentare l’abbraccioaccogliente e disponibile del Signore.Quello stesso abbraccio che lei, tantevolte, ha riservato a coloro – e sononumerosi – che lei ha amato.

– Don Massimo –

Marta varini(29 settembre 1900 – 19 maggio 2005)

“Le sofferenze del mo-mento pre-sente non sono paragonabili allagloria futura che dovrà esser rivelata innoi”: questo la nostra cara Marta l’ave-va capito molto bene. Ormai alla finedella sua lunghissima esistenza, tra lemolte sofferenze fisiche dovute allamalattia, nonché al progressivo deterio-ramento delle sue possibilità fisiche epsichiche, non desiderava altro che di“essere sciolta dalle catene di questocorpo, per incontrare il Signore”. Più diuna volta lei stessa mi ha ricordato l’e-pisodio di qualche mese fa, quandomons. Vescovo – don Mino – l’avevavisitata e le aveva detto che egli eraarrabbiato con il Signore perché lateneva ancora qui, su questa terra, acontinuare il suo itinerario di sofferen-za e dolore.Marta si era veramente preparata per

questo mo mentodi passaggio, perquesto momentopasquale. Durantetutta la sua vita,anche con un’in-tensa dedizionealla vita di fede,con un approfon-dimento della fede nonché con unampio ed intenso servizio ecclesiale. Maanche in questi ultimi mesi, ormai defi-nitivamente affidata alla sedia a rotelleoppure relegata al riposo nell’intimitàdella sua camera al Belsoggiorno, si èpreparata intensamente e seriamenteall’incontro definitivo con il Signore:con i sacramenti, certamente, ma anchecon l’affrontare e con il prendere inmano quelle che erano i suoi ultimitimori e le ultime paure. Le ha affron-

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tate con fede, le ha affrontate con la pre-ghiera, le ha affrontate cercando – perquanto possibile – tutte quelle risposteche la mente umana può darci. E quan-

do il momento è venuto era davveropronta. Voglia il Signore accoglierla inquella casa che Egli da sempre le ha pre-parato.

– Don Massimo –

Jolanda Herschan–vacchini(1912 - 22 gennaio 2005)

Jost Wopmann1927 - 13 febbraio 2005)

Gisella filippini1930 - 15 marzo 2005)

albrecht–MichaelHirsch–Hoffmann,1934 - 2 aprile 2005)

irma caccia1912 - 28 maggio 2005)

Umorismo e doppi sensiSimpatici avvisi letti alle uscite delle chiese...

*Venerdì sera alle 7 i bambini dell’oratorio presenteranno l’«Amleto» diShakespeare nel salone della chiesa. La comunità è invitata a prendere parte a questa tragedia.

*Care signore, non dimenticate la vendita di beneficenza! È un buon modo per liberarvi di quelle cose inutili che vi ingombrano la casa. Portate i vostri mariti.

*Tema della catechesi di oggi: «Gesù cammina sulle acque». Catechesi di domani: «In cerca di Gesù»

*La signora ### è ancora in ospedale, e ha bisogno di donatori di sangue per trasfusioni. Ha anche problemi di insonnia, e richiede le registrazioni delle catechesi del parroco.

*Per favore mettete le vostre offerte nella busta, assieme ai defunti che volete far ricordare.

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