Piano Urbanistico Attuativo Generale S11 - Madonna dell'Albero

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Comparti soggetti a programmazione unitaria e concertata Comune di Ravenna Piano Urbanistico Attuativo Generale S11 - Madonna dell'Albero Committente: CONSORZIO MADONNA DELL'ALBERO approvato verificato redatto data Descrizione Emissione rev. 0 P U ARC VER TAVOLA: Aggiornamento 1 6 A MDA 0 0 SIT ValSAT Valutazione di Sostenibilità Ambientale e Territoriale scala: S11 - MDA 13.01.2012 31.07.2012 15.03.2013 20.11.2016

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Comparti soggetti a programmazioneunitaria e concertata

Comune di Ravenna

Piano Urbanistico Attuativo Generale

S11 - Madonna dell'AlberoCommittente: CONSORZIO MADONNA DELL'ALBERO

approvatoverificatoredattodataDescrizione

Emissione

rev.

0

P U

ARC

VER

TAVOLA:

Aggiornamento1

6A MD A 00

SIT

ValSATValutazione di Sostenibilità Ambientale e Territoriale

scala:

S11 - MDA

13.01.2012

31.07.2012 15.03.2013 20.11.2016

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Comune di Ravenna

PUA – Comparto soggetto a programmazione unitaria e concertata – Co S11 Madonna dell’Albero

Val.S.A.T. (Valutazione di Sostenibilità Ambientale e Territoriale)

Committenti:

Consorzio Madonna dell’Albero

Redatto da:

PAISA’ Architettura del PaesaggioStignani Associati s.r.l.

Contributi Specialistici di Val.S.A.T.:

Componenti idrauliche:Ing. Raffaella LombardiIng. Michele BottarelliArch. Michele Ronconi

Componenti geologiche:Dott. Geologo Paola Mingolini

Mobilità, Acustica e Aria:Studio Biagiotti Martinelli

Analisi di sito:1x1 Architettura

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1. LA PROCEDURA DI Val.S.A.T.............................................................................................................4 1.1 PREMESSA..................................................................................................................................41.2RIFERIMENTI NORMATIVI E FINALITÀ DELLA Val.S.A.T. DEI PIANI................................................4

2. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO...............................................................................72.1 D.Lgs. 42/2004 “Codice Urbani”................................................................................................ 72.2 PIANO STRALCIO PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO (PSRI) DELL’AUTORITÀ DEI BACINI REGIONALI ROMAGNOLI..................................................................................................................82.3 PIANO TERRITORIALE PAESISTICO REGIONALE (P.T.P.R.) DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA..11

2.4 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (P.T.C.P.) DELLA PROVINCIA DIRAVENNA........................................................................................................................................122.4.1 PRG – Piano Regolatore Generale del Comune di Ravenna..................................................152.4.2 PSC – Piano Strutturale Comunale........................................................................................152.4.3 RUE – Regolamento Urbanistico Edilizio...............................................................................192.4.4 POC – Piano Operativo Comunale.........................................................................................21

3 ANALISI DELLO STATO DI FATTO......................................................................................................233.1 IL TERRITORIO DELLA BONIFICA E IL FIUME RONCO................................................................23

3.1.1 Paesaggio ed Ecosistemi...................................................................................................243.2 QUADRO CONOSCITIVO DESCRITTIVO DELL’AREA DI INTERVENTO.........................................35

3.2.1 Acque Superficiali e sotterranee.......................................................................................353.2.2Suolo e Sottosuolo.............................................................................................................363.2.3Rumore e Mobilità.............................................................................................................373.2.4 Aria....................................................................................................................................433.2.5 Rifiuti.................................................................................................................................463.2.6 Componente energia........................................................................................................473.2.7 Componente elettromagnetismo.....................................................................................493.2.8 Compatibilità idraulica......................................................................................................49

3.3CRITICITA’ AMBIENTALI DEL TERRITORIO COMUNALE IN CUI IL PIANO SI INSERISCE...............50

4. OBIETTIVI DEL PIANO......................................................................................................................534.1ANALISI DELLE SCELTE STRATEGICHE DI PIANO.........................................................................54

5. ANALISI DELLE COERENZE..............................................................................................................585.1VERIFICA DELLE COERENZE ESTERNE........................................................................................585.2COERENZA TRA LE SCELTE STRATEGICHE DEL PIANO E LE CRITICITÀ AMBIENTALI....................63

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7.1 COERENZA DEL PIANO CON OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ GENERALE.......................................767.2 COERENZA DEL PIANO CON LA NORMATIVA DI SETTORE (L.R. n. 20/2000, D.C.R. n.173 del 4 Aprile 2001).....................................................................................................................777.3 MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE............................................................................................787.4 MONITORAGGIO.......................................................................................................................79

8. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE.......................................................................................................81

BIBLIOGRAFIA.....................................................................................................................................82

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7. VALUTAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE.........................................................................76

6. VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DEL PIANO........................................................................................69

6.1 STIMA QUALI/QUANTITATIVA DEGLI EFFETTI DEL PIANO SULLE PRINCIPALI COMPONENTI AMBIENTALI E TERRITORIALI....................................................................................69

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1 LA PROCEDURA DI Val.S.A.T.

1.1 PREMESSA

Il Piano Urbanistico Attuativo del Comparto soggetto a programmazione unitaria e concertatadenominato Co S11 Madonna dell’Albero, rientra tra le strategie territoriali previste dal Piano StrutturaleComunale, facendo proprio uno dei temi fondamentali del programma di sviluppo che verte sullacompatibilità delle risorse umane con la salvaguardia e la qualità dell’ambiente, attraverso la tutela e lavalorizzazione delle identità paesaggistiche e delle loro caratteristiche.

Il comparto S11 è ubicato a sud di Ravenna, in prossimità dell’argine destro del fiume Ronco, i suoimargini nord ed est lambiscono, rispettivamente, la Via Classicana e l’edificato esistente di Madonnadell’Albero, mentre a sud si apre sul territorio agricolo.

Il progetto urbanistico prevede il completamento e la riqualificazione dell’abitato, la realizzazione di unastrada di circuitazione e collegamento all’esistente Via Cella, nonché di spazi verdi con funzione sia di parcoche di filtro, per una superficie complessiva di 126.447 mq.

Il piano è caratterizzato da diverse tipologie di interventi che possono essere raggruppati in tremacrocategorie:

Nuove Lottizzazioni: comprendono due tipologie di macrolotti, uno in continuità con il tessuto edilizioesistente lungo la Via Cella, l’altro posto più internamente a completamento di un tessuto urbano piùdiffuso;

Viabilità: comprende il nuovo “Asse di Circuitazione” a cui è strettamente correlato un sistema di verdedi filtro denominato “Dorsale Verde” a cui, a sua volta, si connette un sistema di “Strade verdi” e “PercorsiCiclo-Pedonali” che costituisce la viabilità minore di progetto;

Sistema del Verde: mette in continuità tra di loro, grazie ad una rete di “Strade Verdi” e di “PercorsiCiclo-Pedonali” la “Dorsale Verde”, un “Parco lineare” e una “Cerniera Verde” che, a sua volta, comprendeun “Parco attrezzato” e un “Polo Commerciale con Tetto Verde”.

1.2 RIFERIMENTI NORMATIVI E FINALITÀ DELLA Val.S.A.T. DEI PIANI

La Direttiva 2001/42/CE del 27 Giugno 2001 “Concernente la Valutazione degli Effetti di DeterminatiPiani e Programmi sull’Ambiente”, propone la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) quale strumentochiave per assumere, come obiettivo determinante nella pianificazione e programmazione, la sostenibilitàambientale. Fino ad oggi la Valutazione Ambientale è stata uno strumento generale di prevenzione utilizzatoprincipalmente per evitare o ridurre l’impatto di determinati progetti sull’ambiente in applicazione delleDirettive 85/337/CEE e 97/11/CE sulla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). La Direttiva 2001/42/CEestende l’ambito di applicazione del concetto di valutazione ambientale preventiva ai piani e programmi,nella consapevolezza che i cambiamenti ambientali sono causati non solo dalla realizzazione di nuoviprogetti, ma anche dalla messa in atto delle decisioni strategiche contenute negli strumenti di pianificazionee programmazione. La data ultima per il recepimento della Direttiva sulla VAS da parte degli Stati membriera fissata per il 21 Luglio 2004.

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Il documento fondamentale della Procedura di VAS è il “Rapporto Ambientale”, il quale deve fornire lapiù attendibile stima degli effetti sull’ambiente di tutte le misure e gli interventi di piano, ricostruendone lerelazioni con la situazione iniziale nonché gli effetti cumulativi nel tempo e nello spazio. Il RapportoAmbientale deve essere sottoposto ad un ampio processo di consultazione delle collettività interessate edelle autorità ambientali, deve esplicitare gli obiettivi di sostenibilità assunti e dimostrare in quale modo edin quale misura l’insieme delle politiche e degli interventi consegue quegli obiettivi.

La Regione Emilia – Romagna, già il 24 marzo del 2000 con la Legge Regionale n. 20 – “DisciplinaGenerale sulla Tutela e l’Uso del Territorio” e successivamente con la Deliberazione del Consiglio Regionalen. 173/2001, ha introdotto il concetto di Valutazione di Sostenibilità Ambientale e Territoriale (Val.S.A.T.) deipiani, come strumento fondamentale per la costruzione, la gestione ed il monitoraggio degli strumenti dipiano.

La L.R. n. 20/2000 recepisce la direttiva comunitaria in materia di Valutazione Ambientale Strategica(VAS) di piani e programmi in corso di predisposizione integrandola con un documento, la Val.S.A.T.appunto, che diventa anch’esso parte del piano, nel quale si individuano, descrivono e valutano, alla luce diragionevoli alternative, i prevedibili impatti ambientali e territoriali conseguenti all’attuazione delleprevisioni del piano stesso.

Nel 2001 il Consiglio Regionale ha approvato l’atto di indirizzo e coordinamento tecnico per l’attuazionedi questa legge, che descrive funzioni e contenuti della Valutazione della Sostenibilità Ambientale eTerritoriale dei piani (Val.S.A.T.), ripercorrendo, tendenzialmente, quanto previsto dalla Direttiva 2001/42/CEin materia di VAS.

La Val.S.A.T., parte integrante del processo di elaborazione ed approvazione degli strumenti dipianificazione, ha la finalità di verificare la conformità delle scelte di piano agli obiettivi generali dellapianificazione, ed agli obiettivi di sostenibilità dello sviluppo del territorio, definiti dai piani generali e disettore e dalle disposizioni di livello comunitario, nazionale, regionale e provinciale.

Gli scopi della VALSAT sono:

Analisi dello Stato di Fatto: acquisire, attraverso il quadro conoscitivo, lo stato e le tendenzeevolutive dei sistemi naturali e antropici e le loro interazioni;

Definizione degli Obiettivi: assumere gli obiettivi di sostenibilità ambientale, territoriale e sociale,di salubrità e sicurezza, di qualificazione paesaggistica e di protezione ambientale stabiliti dallanormativa e dalla pianificazione sovraordinata, nonché gli obiettivi e le scelte strategichefondamentali che si intendono perseguire con il piano;

Individuazione degli Effetti del Piano: valutare, anche attraverso modelli di simulazione, gli effettisia delle politiche di salvaguardia sia degli interventi significativi di trasformazione del territorioprevisti dal piano, tenendo conto delle possibili alternative;

Localizzazioni Alternative e Mitigazioni: individuare le misure atte ad impedire gli eventuali effettinegativi, ovvero quelle idonee a mitigare, ridurre o compensare gli impatti delle scelte di pianoritenute comunque preferibili, sulla base di una metodologia di prima valutazione dei costi e deibenefici per un confronto tra le diverse possibilità;

Valutazione di Sostenibilità: illustrare in una dichiarazione di sintesi le valutazioni in ordine allasostenibilità ambientale e territoriale dei contenuti dello strumento di pianificazione, con

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l’eventuale indicazione: delle condizioni, anche di inserimento paesaggistico, cui è subordinatal’attuazione di singole previsioni; delle misure e delle azioni funzionali al raggiungimento dellecondizioni di sostenibilità indicate, tra cui la contestuale realizzazione di interventi di mitigazione ecompensazione;

Monitoraggio degli Effetti: definire gli indicatori, necessari al fine di predisporre un sistema dimonitoraggio degli effetti del piano, con riferimento agli obiettivi ivi definiti ed ai risultatiprestazionali attesi.

La Valutazione della Sostenibilità Ambientale e Territoriale del Piano Urbanistico Attuativo di Madonnadell’Albero ha lo scopo di regolare le attività che il Piano prevede, partendo da determinati obiettivi,strategie e condizioni, e stabilisce la coerenza generale del Piano con il raggiungimento degli obiettivi disostenibilità ambientale; di conseguenza le spetta anche stabilire un’adeguata regolazione delle attività, inparticolare per quanto riguarda le relazioni con l’impatto ambientale degli interventi che il Piano prevede.

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2 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

Il Piano Urbanistico Attuativo di Madonna dell’Albero è stato elaborato tenendo in considerazione tutti ivincoli di tipo ambientale e paesaggistico e del quadro di riferimento programmatico di cui di seguito siriporta una sintesi per punti, individuando le criticità che interessano il piano stesso.

2.1 D.Lgs. 42/2004 “Codice Urbani”

Il Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”, ai sensidell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137” fissa i principi fondamentali in materia di tutela evalorizzazione del patrimonio culturale italiano, costituito dai beni culturali e paesaggistici.

L’area analizzata per una piccola porzione rientra fra le “aree dichiarate di notevole interesse pubblico” aisensi del D.Lgs. 42/2004, in quanto ricadente nella fascia dei 150 metri di rispetto del Fiume Ronco (ExLegge Galasso).

Criticità

L’area posta a nord-ovest del comparto oggetto di PUA rientra tra le “Aree tutelate per legge” art. 142punto c, del D. Lgs. 42/2004 definite come segue:

“i fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di leggesulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e relative sponde opiedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna”

Per gli interventi che interesseranno questa area è necessaria l’autorizzazione paesaggistica. Particolareattenzione dovrà essere posta nella progettazione di tutte le componenti del piano curando l’inserimentopaesaggistico di tutti gli interventi, con particolare attenzione a quelli di carattere infrastrutturale.

Stralcio della tavola 055 del RUE2 in cui si vede come il limite della fascia di rispetto fluviale attraversi l’area a nord del comparto – Fonte: Comune di Ravenna.

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2.2 PIANO STRALCIO PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO (PSRI) DELL’AUTORITÀ DEI BACINI REGIONALI ROMAGNOLI

Il piano stralcio per il rischio idrogeologico redatto dall’Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli è statoadottato dal Comitato Istituzionale con Delibera n. 3/2 del 3 ottobre 2002 ed è stato approvato dallaRegione Emilia – Romagna con DGR n. 350 del 17 marzo 2003. Il giorno 1 giugno 2016 è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia Romagna n. 163,l’avviso di adozione del “Progetto di Variante di coordinamento tra il Piano di Gestione del Rischio Alluvionie il Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico”. Il progetto di variante in questione quindi si applica in regimedi salvaguardia. L’area oggetto di PUA ricade interamente in un’area classificata come area di potenziale allagamento (art. 6delle NTA) e per una minima parte all’interno delle “Distanze di rispetto dai corpi idrici” (art. 10 delle NTAdel PSRI).

Si riporta uno stralcio della 240e di piano in cui si è inserito il progetto dell’espansione urbanistica diMadonna dell’Albero.

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Dall’immagine sopra riportata quindi si evince che l’area di intervento ricade pressoché interamente in areadi potenziale allagamento fino a 50 cm, solamente la porzione più a sud ricade in area di potenzialeallagamento con tirante idrico di riferimento tra 50 e 150 cm.

L’articolo 6 delle NTA riporta:

“1. Le aree di cui al presente articolo sono quelle nelle quali si riconosce la possibilità di allagamenti aseguito di piene del reticolo minore e di bonifica, nonché di sormonto degli argini da parte di piene dei corsid’acqua principali di pianura, in corrispondenza di piene con tempo di ritorno non superiore ai 200 anni,senza apprezzabili effetti dinamici. Tali aree, individuate in conformità con il Piano di Gestione del Rischio diAlluvioni di cui alla Direttiva 2007/60/CE, sono indicate nelle tavole della Perimetrazione aree a rischioidrogeologico relative al territorio di pianura del bacino idrografico oggetto del presente piano.

2. Al fine di ridurre il rischio nelle aree di potenziale allagamento la realizzazione di nuovi manufatti edilizi,opere infrastrutturali, reti tecnologiche, impiantistiche e di trasporto di energia sono subordinateall’adozione di misure in termini di protezione dall’evento e/o di riduzione della vulnerabilità.

3. I Comuni il cui territorio ricade nelle aree di potenziale allagamento provvedono a definire e ad applicaretali misure in sede di revisione degli strumenti urbanistici comunali vigenti, e nel caso di adozione di nuovevarianti degli stessi.

4. L’Autorità di Bacino definisce, con la “Direttiva per le verifiche e il conseguimento degli obiettivi disicurezza idraulica”, approvata con Delibera del Comitato Istituzionale n. 3/2 del 20/10/20013 e s.m.e i., itiranti idrici di riferimento e fornisce indicazioni riguardo agli accorgimenti tecnico – costruttivi e ai diversigradi di cautela da adottare in funzione dei tiranti idrici di riferimento.

5. Le previsioni degli strumenti urbanistici vigenti vengono attuate tenendo conto delle indicazioni di cui alpresente articolo. In particolare, in sede di approvazione dei progetti e di autorizzazione degli interventi iComuni, prescrivono l’adozione di tutti gli accorgimenti tecnico – progettuali di cui ai commi 3 e 4, necessaria evitare o limitare l’esposizione dei beni e delle persone a rischi connessi all’esondazione.

6. Qualora emergano motivi per modificare le perimetrazioni delle aree di cui al presente articolo, qualimodifiche morfologiche dei siti, interventi di messa in sicurezza o nuove conoscenze di tipo idrologico eidraulico o topografico, l’Autorità di Bacino apporta le necessarie varianti cartografiche al piano secondo lemedesime procedure individuate ai commi 6 e 7 dell’art. 3 precedente.”

A seguito di specifica richiesta, l’Autorità di Bacino ha fornito anche la tavola di dettaglio dei tiranti idricidi riferimento che si riporta di seguito.

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Per quanto riguarda invece la distanza di rispetto dai corpi arginali si sottolinea che la parte di PUAinteressata da tale fascia è posta nella parte a nord, nelle immediate vicinanze della “Classicana” edinteressa solamente una parte della rotatoria di progetto: non sono coinvolte abitazioni, né strutture e/odotazioni nelle quali sia prevista la presenza stabile di persone. L’art. 10 delle NTA, così come modificate dal progetto di variante del Piano Stralcio per il RischioIdrogeologico, riporta:

“1. I Comuni del territorio di pianura attraversato da corpi idrici arginati, in sede di revisione dei propristrumenti urbanistici, devono localizzare le previsioni insediative ad una distanza minima dal piede esternodelle arginature dei corsi d’acqua principali di pianura, come definiti nell’art. 2, tale per cui risultino esternialla zona di rischio per effetto dinamico del crollo arginale, definita dall’allegato 7 alla “Direttiva per leverifiche e il conseguimento degli obiettivi di sicurezza idraulica”, approvata con Delibera ComitatoIstituzionale n. 3/2 del 20/10/2003 e s.m. e i.; tale zona è riportata cartograficamente nelle tavole del Piano;eventuali deroghe, subordinate alla verifica delle arginature secondo modalità da concordare di concerto frail Comune e l’Autorità idraulica competente, potranno essere concesse in sede di approvazione del PianoStrutturale Comunale ai sensi dell’art. 32 della LR 20 del 24 marzo 2000.

2. Per una distanza dal piede esterno degli argini dei corsi d’acqua principali di pianura, come definitinell’art. 2, pari a metri 30, è comunque vietata ogni nuova costruzione. In tale fascia di rispetto sonoconsentiti unicamente gli interventi di cui al 2° comma dell’art.3 delle presenti norme.

3. Per i canali di bonifica si applicano le distanze definite dal RD 8 maggio 1904, n. 368, come specificatedai vigenti regolamenti consorziali di polizia idraulica.”

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AREA D’INTERVENTO

2.3 PIANO TERRITORIALE PAESISTICO REGIONALE (P.T.P.R.) DELLA REGIONE EMILIA – ROMAGNA

Il Piano Territoriale Paesistico Regionale è stato redatto secondo il combinato disposto dell’art. 15 dellaL.R. 05/09/88, n.36, e del punto 2 del primo comma dell’art. 4 della L.R. 07/12/78, n.47, nonché per lefinalità e gli effetti di cui all’art. 1 della L. 08/08/85, n.431.

Nel Piano i paesaggi regionali sono classificati mediante “Unità di Paesaggio”, costituenti il quadro diriferimento essenziale per le metodologie di formazione degli strumenti di pianificazione e di ogni altrostrumento regolamentare. L’area di nostro interesse ricade nell’Unità di Paesaggio n. 7 “PianuraRomagnola”.

Dall'entrata in vigore della L.R. n. 20/2000, i PTCP che danno piena attuazione alle prescrizioni del PTPRcostituiscono, in materia di pianificazione paesaggistica, l'unico riferimento per gli strumenti comunali dipianificazione e per l'attività amministrativa attuativa.

Nel caso specifico, dunque, lo strumento di pianificazione cui fare riferimento per la pianificazionepaesaggistica è il PTCP. Pertanto, per quanto riguarda l’analisi degli aspetti legati alla pianificazionepaesaggistica, si farà riferimento alla successiva analisi del PTCP della Provincia di Ravenna.

Le previsioni del PTPR hanno trovato conferma e adeguamento in quelle del PTCP vigente, pertanto sirinvia alle considerazioni svolte al punto successivo.

Tavola 4 Unità di Paesaggio del Piano Territoriale Paesistico Regionale – Fonte: Regione Emilia - Romagna

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2.4 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (P.T.C.P.) DELLA PROVINCIA DI RAVENNA

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale è stato adottato con Delibera del Consiglio Provincialen°51 del 06.06.2005, approvato con Delibera del C.P. n°9 del 28.02.2006, pubblicato sul B.U.R dell’EmiliaRomagna n°65 del 10.05.2006. Il PTCP è, di fatto, lo strumento di approfondimento, alla scala provinciale, diindirizzi, obiettivi e prescrizioni del PTPR (Piano Territoriale Paesistico Regionale); è quest’ultimo cheindividua le grandi suddivisioni di tipo fisiografico (montagna, collina, pianura, costa), i sistemi tematici(agricolo, boschivo, delle acque, insediativo) e le componenti biologiche, geomorfologiche o insediative checaratterizzano la struttura territoriale regionale.

Il comparto oggetto di PUA, così come indicato dalla Tavola 1 del Piano, rientra nell’Unità di Paesaggion°11 denominata “Delle Ville”.

Criticità

Dall’analisi delle tavole del PTCP si osserva che l’area oggetto di intervento non è sottoposta ad alcunregime di tutela, se non per una piccola porzione in prossimità del sottopassaggio sotto la S.S. 16 e incorrispondenza di Villa Farneti e del suo viale di accesso; i vincoli esistenti sono individuati dalla Tavola 2.13“Tutela dei sistemi ambientali e delle risorse naturali e storico-culturali” e dalla Tavola 6 “Progetto delle retiecologiche in Provincia di Ravenna”.

L’oggetti di tutela riguarda:

Zone di particolare interesse paesaggistico ambientale (art. 3.19);

Dossi di ambito fluviale recente (art. 3.20b);

La Tavola 2.13 indica come l’area oggetto di PUA rientri in una Zona di particolare interesse paesaggisticoambientale (fascia di rispetto fluviale del Ronco, 150 metri dal piede dell’argine – art. 3.19); inoltre ilperimetro del comparto si trova in aderenza ad un Dosso di ambito fluviale recente (art.20b) e vi ricadecon un piccolo lembo di terreno.

Filari alberati;

Fasce territoriali da potenziare o riqualificare come corridoi ecologici primari.

La Tavola 6 indica la presenza di “Filari alberati” in corrispondenza di Villa Farneti e del suo viale diaccesso e di “Fasce territoriali da potenziare o riqualificare come corridoi ecologici primari” incorrispondenza dell’ambito del fiume Ronco.

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Stralcio Tav 2.13 del PTCP con evidenziato in rosso il limite del comparto oggetto di PUA – Fonte: Provincia di Ravenna

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Stralcio Tav 6 del PTCP con indicata in rosso la collocazione dell’area oggetto di PUA – Fonte: Provincia di Ravenna

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2.4.1 PRG – Piano Regolatore Generale del Comune di Ravenna

Il Piano Regolatore Generale del Comune di Ravenna nasce nell’ambito della Legge Regionale20/2000 che introduce nuovi strumenti per la pianificazione:

Uno di natura programmatica, il PSC (Piano Strutturale Comunale)

Due di Pianificazione operativa,

Il RUE (Regolamento Urbanistico Edilizio) che disciplina il territorio urbanizzato erurale oltre che comprendere l’attuale regolamento edilizio e si muove seguendo lescelte localizzative, funzionali e normative definite dal PSC;

Il POC (Piano Operativo Comunale) che disciplina per ogni quinquennio le grandi areeoggetto di trasformazione del territorio.

2.4.2 PSC – Piano Strutturale Comunale

Il Piano Strutturale Comunale (PSC) è stato adottato dal Comune di Ravenna con deliberazione C.C. n.117/50258 del 23/06/2005, successivamente approvato con deliberazione C.C. PV 25/2007 del 27/02/2007e pubblicato sul BUR n.57/2007 del 26/04/2007. Il PSC è lo strumento di pianificazione urbanistica che deveessere predisposto dal Comune, con riguardo a tutto il proprio territorio, per delineare le scelte strategichedi assetto e sviluppo e per tutelare l’integrità fisica ed ambientale e l’identità culturale dello stesso.

Fra gli elaborati gestionali del PSC vengono analizzate in particolar modo la tavola G1.1 “Aree soggette avincolo paesaggistico” – Ricognizione delle aree vincolate ai sensi della L.R. 31/2002, art.46 e la tavola G2.1“Carta per la qualità del territorio”.

Fra gli elaborati prescrittivi si analizza la Tavola del PSC3 – Spazi e Sistemi – foglio 17 CLASSE, in cui vieneindividuata l’area di intervento come Ambito Co S11 Madonna dell’Albero. Nelle NTA del PSC all’articolo 22comma 1 si precisa che: “Si ha l’attuazione indiretta quando l’intervento di trasformazione è subordinato aPiano Urbanistico Attuativo (PUA) di iniziativa pubblica o privata di cui al Titolo II della L.R. 20/2000, estesoa Comparto ricompreso nel POC, per il quale il POC stesso stabilisce il tipo di PUA da attivare e definisce,nell’apposita Scheda di Comparto di cui al successivo art. 25, la cui disciplina urbanistica generale daassumere a base della formazione del PUA”.

Inoltre al comma 4 precisa che “Si ha l’Attuazione indiretta a programmazione unitaria quando il PSCindividua un Ambito o Aree rinviando la definizione dei relativi Comparti al POC, a seguito di concertazionetra Amministrazione e proprietari o di accordi ai sensi dell’art. 18 della L.R. 20/2000, del quale il POC stessostabilisce la disciplina generale da assumere a base della formazione del PUA e/o dei PUA nel rispetto degliobiettivi, delle prescrizioni, delle prestazioni e del campo di variazione delle grandezze urbanistiche fissatinella Scheda d’Ambito di cui all’art. 24 del PSC”.

La scheda d’ambito è composta da un foglio normativo con l’indicazione degli obiettivi, usi, quantità,prescrizioni e prestazioni e da un eventuale foglio grafico di riferimento normativo, con l’indicazione delleclassi per cui il PSC individua gli ambiti e recepisce l’eventuale accordo ai sensi dell’art. 18 della L.R.20/2000, mentre rimanda al POC per l’individuazione dei comparti soggetti a PUA.

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Criticità

Nella tavola G1.1 viene messo in evidenza il vincolo dettato dalla fascia di rispetto fluviale evidenziata neipunti precedenti (vedi Tavola 2.13 del PTCP), mentre nella tavola G2.1 vengono individuate le emergenzedel territorio e, in particolare, nell’area analizzata si osserva la presenza di un filare arboreo principale incorrispondenza del viale di accesso a villa Farneti e del giardino di pertinenza alla villa (vedi Tavola 6 delPTCP).

Stralcio Tav. G1.1 del PSC con individuazione, in rosso, del limite di comparto – Fonte: Comune di Ravenna

16 Stralcio Tav. G2.1 del PSC con individuazione, in rosso, del limite di comparto – Fonte: Comune di Ravenna

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Nel Foglio 17 Classe, viene individuato il perimetro del comparto a progettazione unitaria concertata CoS11; dal momento che non vi è corrispondenza tra il perimetro indicato nel PSC e quello evidenziato nelle tavole di RUE e POC, si rimanda a questi ultimi per un confronto.

Inoltre si osserva come l’are rientri nel perimetro del Contesto paesistico d’Area Vasta “ La città e il porto di Ravenna” (art.33 delle NTA)

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Stralcio Foglio 17 – Classe del PSC3 – Fonte: Comune di Ravenna

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2.4.3 RUE – Regolamento Urbanistico Edilizio

Il RUE, approvato nella seduta del C.C. del 28/07/09 con delibera di C.C. n.77035/133, è in vigore dalla

data di pubblicazione sul BUR avvenuta il 26 agosto 2009 , modificato (Variante di adeguamento e

semplificazione RUE) con Delibera di C.C. n. 54946/88 del 14/04/2016 pubblicata sul BUR n. 144 del 18/05/2016 ,(ai sensi

del comma 3 dell’art. 33 della L.R. 20/2000, così come modificato dalla L.R. 06/2009).

Il Regolamento Urbanistico Edilizio disciplina le trasformazioni del territorio articolandole in rapporto alle

diverse situazioni territoriali e alle differenti tipologie di interventi.

Tutte le considerazioni emerse dall’analisi delle tavole degli elaborati sovraordinati vengono confermate

alla scala locale.

Nella tavola di RUE2 055 – Madonna dell’Albero viene evidenziato all’interno dell’area di PUA un

obiettivo di località (1) che specifica come in sede di POC debbano essere valutate le criticità idrauliche

relative all’invarianza idraulica e l’ipotesi di deviazione dello scolo Arcobologna in funzione del nuovo asse di

circuitazione.

Si osserva inoltre la presenza di una strada di progetto che percorre il perimetro ovest/sud-ovest del

comparto e di uno svincolo a raso di terzo livello sulla via Cella, inoltre dall’analisi della Classificazione

Acustica del Comune di Ravenna e delle relative fasce di pertinenza delle infrastrutture di trasporto sono

stati dedotti i limiti entro i quali prevedere gli interventi edilizi.

Come indicato nell’analisi del foglio 17 del PSC3, l’area oggetto di PUA nel RUE presenta una

perimetrazione diversa; di seguito si riporta un confronto tra i due piani per la verifica della variazione.

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PSC (sopra) e RUE (sotto) a confronto; è evidente la variazione del perimetro del CoS11 Madonna dell’Albero

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2.4.4 POC – Piano Operativo Comunale

Il POC 2010 - 2015 è stato controdedotto e approvato con delibera del C.C. n. 23970/37 del 10/03/2011ed è entrato in vigore con la pubblicazione sul BUR il 30 marzo 2011 ai sensi del comma 3 dell’art. 33 dellaL.R. 20/2000, così come modificato dalla L.R. 06/2009.

Il Piano Operativo Comunale definisce le prescrizioni progettuali vincolanti riferite agli elementi dicontinuità funzionale e spaziale delle reti e agli elementi per la definizione dell’assetto morfologico -funzionale del territorio e i criteri di progettazione urbanistica attuativa (art. 13 delle NTA del POC).

Criticità

Per gli Ambiti/Comparti a maggiore complessità di contenuto progettuale, il POC definisce la disciplinaoltre che nell’apparato normativo anche in apposite schede di testo o grafiche raccolte nell’elaborato POC.4“Repertori delle Schede d’Ambito normative (prescrittive) e grafiche (d’indirizzo)”. Nello specifico l’area diintervento rientra fra le Aree oggetto di Accordi di 2° livello (a norma dell’art. 18 della L.R. 20/2000) ed èdenominata “Comparto S11 Madonna dell’Albero” (CoS11).

La scheda d’Ambito normativa dell’area oggetto di Accordo di 2° livello Co S11 definisce, in sintesi:

OBIETTIVI: Cessione gratuita dell’area e realizzazione della circuitazione al paese e riqualificazionedegli spazi urbani. Riqualificazione dell’asse di Via Cella con nuove funzioni urbane (obiettivoindiretto). Realizzazione della fascia di filtro alla viabilità.

USI E DATI QUANTITATIVI: le destinazioni dei lotti che costituiscono il Comparto S11 comprendonoresidenza e servizi alla residenza, commerciale (esercizi di vicinato), artigianato di servizio allapersona e servizi privati di interesse pubblico.

Una quota compresa tra il 5% e il 15% della Suc generata deve essere destinata ad usi nonresidenziali; nel caso di utilizzo della Suc facoltativa per ERS/ERP va adeguato lo standard.

CRITICITÀ:

Difficoltà di scolo delle acque bianche e insufficienza della portata dell’idrovora di FossoGhiaia / Nuovo tracciato dello Scolo Arcobologna.

Il tracciato della nuova viabilità non deve interferire con le proprietà limitrofe non compresenel comparto.

Adeguamento delle fognature pubbliche.

PRESCRIZIONI / PRESTAZIONI: sono definite

Prescrizioni generali, tra cui rientrano:

o Modalità attuative;

o Modalità di attuazione delle opere pubbliche;

o La definizione dei parametri qualitativi edilizi, urbanistici e del verde;

o Vasche di laminazione, da collocare al di fuori del verde a standard pubblico;

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o Quantificazione degli oneri aggiuntivi in relazione agli usi e alla loro incidenza per m² diSuc, finalizzati alla realizzazione della viabilità di circuitazione, rotatorie e relativeconnessioni e fasce di mitigazione.

Prescrizioni specifiche, tra cui rientrano:

o La realizzazione della viabilità di circuitazione a sud-ovest e relative connessioni consistema rotatorio su Via Cella e relative fasce di filtro e mitigazione;

o La fascia verde di filtro e mitigazione (di profondità non inferiore a 20 ml) parallela allastrada di circuitazione sarà di proprietà pubblica, in eccedenza allo standard pubblico. Intal caso tale fascia potrà essere utilizzata per la realizzazione delle vasche di laminazione,creando un collegamento verde pedonale delle varie aree pubbliche esistenti e diprogetto;

o Dovranno essere valutati i costi della viabilità di circuitazione e relative opere d’arte al finedi definire anche l’eventuale utilizzo parziale egli oneri di urbanizzazione secondaria per laquota eccedente gli oneri aggiuntivi;

o Dovranno essere attuate misure idonee per l’abbattimento dei rumori e verificare i puntidi connessione con viabilità interne sulla base di progetto preliminare;

o Salvaguardia delle aree a verde privato esistenti;

o Devono essere valutate le criticità relative allo scolo delle acque bianche (Arcobologna), inparticolare va definita con il Consorzio di Bonifica la deviazione del percorso dello scoloArcobologna, in rapporto alla nuova circuitazione;

o Valutare il sovradimensionamento delle vasche di laminazione in relazione alla criticitàdell’idrovora di Fosso Ghiaia.

o Fognatura nera, tutto il comparto deve concentrare lo scarico in un unico luogo e isolaregli scoli della zona agricola rispetto all’area urbana.

Prestazioni di valenza ambientale paesaggistica, per cui si rimanda al POC.9 “Misure perl’inserimento ecologico e paesaggistico degli interventi degli Ambiti per la definizione dellapianificazione attuativa”;

Tempi d’attuazione / Stralci.

Per quanto riguarda prescrizioni e indirizzi si rimanda agli elaborati del POC 4d e del POC9 riferitiall’Ambito S11 Madonna dell’Albero, in cui vengono definite in modo puntuale.

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3 ANALISI DELLO STATO DI FATTO

L’Analisi dello Stato di Fatto ricostruisce lo stato del territorio interessato dal Piano al momento di avviodel processo di pianificazione. La ricostruzione di un tale Quadro Conoscitivo non si limita ad una attività ditipo accertativo, ma si spinge ad una valutazione tecnico discrezionale delle risorse, delle opportunità, e deifattori di criticità che caratterizzano il territorio (Valutazione del Territorio).

L’Analisi dello Stato di Fatto deve pertanto consentire:

di strutturare una gerarchia dei problemi ambientali rilevanti ai fini dell’elaborazione del Piano;

di riconoscere le caratteristiche delle diverse componenti ambientali che possono offrire,nell’economia del Piano, potenzialità di migliore utilizzo e/o valorizzazione;

di verificare l’esistenza e la disponibilità delle informazioni necessarie ad affrontare i problemirilevanti, mettendo in luce le eventuali carenze informative;

di contestualizzare i problemi economici e sociali più importanti dell’ambito o settore da pianificare.

3.1 IL TERRITORIO DELLA BONIFICA E IL FIUME RONCO

La Provincia di Ravenna ospita una diversità biologica tra le più elevate a livello regionale e nazionale,dovuta principalmente alla grande eterogeneità di paesaggi che la costituiscono; la ricchezza di specie edhabitat è accresciuta ulteriormente dalla presenza di elementi rari e di elevato valore conservazionistico.

Nonostante la sua ridotta superficie la Provincia di Ravenna presenta un prezioso patrimonio naturale eculturale dovuto sia alla notevole complessità di ambienti naturali e di habitat molto diversificati che allapresenza di paesaggi culturali derivati dalle grandi opere di bonifiche che, nel corso dei secoli, hannointeressato questi luoghi.

La continua espansione edilizia, agricola e industriale e la costruzione di nuove infrastrutture e delle retidei servizi portano ad una continua e forte frammentazione del territorio.

Molti sono i fattori che compromettono l’integrità di questi paesaggi e particolarmente grave è lasituazione lungo la S.S. Adriatica, importante arteria stradale che attraversa e affianca, non solo numerosiecosistemi naturali, ma anche il territorio della bonifica.

Il paesaggio in cui si inserisce l’area di intervento è caratterizzato dalla presenza di elementi strutturantidi tipo lineare, areale e puntuale di natura prettamente antropica.

Gli elementi lineari sono:

Fiumi: il contesto in cui si inserisce l’area di intervento è segnato morfologicamente dagli argini delFiume Ronco, fortemente rilevati rispetto al piano di campagna;

Canali di scolo: il reticolo di canali che costituisce la maglia della bonifica è caratterizzato dallapresenza di canali più o meno rilevanti; nel caso specifico Madonna dell’Albero è attraversata dadue canali di scolo importanti, il Manarone e L’Arcobologna;

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Infrastrutture: a sua volta la rete infrastrutturale che si sviluppa in questo territorio può esseredivisa in due macrocategorie:

Gli assi viari ad alta percorrenza, in cui rientrano la S.S. 16 e la E 45, che servono un’utenza alivello interregionale;

Gli assi viari della bonifica, in cui rientrano la Via Cella e tutto il reticolo minore; le sedi stradalisono in corrispondenza delle linee regolari della maglia della bonifica o delle linee sinuose diantichi dossi fluviali.

Gli elementi areali sono:

Paesaggio agricolo: la tessitura del territorio è il risultato delle imponenti opere di bonifica chehanno caratterizzato questi luoghi e che hanno permesso lo sviluppo delle attività agricole.

Tessuto urbano: dal dopoguerra inizia lo sviluppo urbano di Ravenna che porta, non soloall’espansione della città, ma anche dei cosiddetti centri di frangia, tra cui rientra Madonnadell’Albero. Questo sviluppo del tessuto urbano ha portato a una profonda trasformazione delContesto Paesistico “La città e il porto di Ravenna” in cui l’area di intervento ricade(G3 Repertoriodei Contesti Paesistici 9/c del PSC del Comune di Ravenna).

Gli elementi puntuali sono costituiti da tutti i complessi e/o edifici di interesse tipologico-documentarioe i complessi di interesse storico-architettonico che si collocano lungo la rete dei percorsi e dei canalistorici.

3.1.1 Paesaggio ed Ecosistemi

INQUADRAMENTO VEGETAZIONALE

Classificazione fitoclimatica di Pavari

Questa classificazione trova ampio impiego nello studio dei caratteri forestali ed è stata applicata danumerosi studiosi per la caratterizzazione delle formazioni boschive italiane. Pavari distingue cinque zoneclimatiche: Lauretum, Castanetum, Fagetum, Picetum ed Alpinetum. La divisione in zone e sottozone èbasata essenzialmente su tre valori medi di temperatura: media annua, media del mese più freddo e mediadei minimi annuali. Le zone del Lauretum e del Castanetum sono contraddistinte anche in baseall'andamento pluviometrico. La zona studiata, situata lungo il litorale adriatico, si situa nel Castanetumcaldo, fascia che comprende tutta la pianura padana orientale.

Classificazione fitogeologica di Pignatti

Pignatti propone, per un inquadramento climatico della vegetazione italiana, una zonizzazione su basealtimetrica cui fa corrispondere fasce di vegetazione ben definite. La regione Emilia Romagna si situa nellazona bioclimatica medio europea comprendente (in Italia) le Alpi, la Padania ed il versante settentrionaledell'Appennino della Liguria alla Romagna. La zona bioclimatica mediterranea comprende invece tuttal'Italia peninsulare ed insulare. Nella nostra regione l'area di contatto tra le due zone corrisponde grosso

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modo alla valle del Marecchia, con gradienti di mediterraneità che si spostano lungo la fascia costiera fino alFriuli.

Inquadramento vegetazionale

La formazione forestale climax (vegetazione potenziale in equilibrio ecologico) del piano basale,caratterizzato da una certa continentalità del clima, può essere rappresentata da boschi di latifoglie mesofileinquadrabili nell'alleanza Fraxino-Carpinion. Per quanto riguarda la pianura padana orientale, l'associazionevegetazionale di riferimento è il Querco-carpinetum boreoitalicum: si tratta di boschi misti a prevalenza difarnia (Quercus robur) e carpino bianco (Carpinus betulus), accompagnati da rovere (Quercus petraea),acero campestre (Acer campestre), nocciolo (Corylus avellana), ciliegio selvatico (Prunus avium), olmocampestre (Ulmus minor), tiglio selvatico (Tilia cordata), frassini (Fraxinus oxycarpa e Fraxinus excelsior)ecc., rinvenibili solamente in alcune situazioni relittuali.

Nelle pinete ravennati, in particolar modo in presenza di suoli moderatamente umidi, si è insediato unbosco di latifoglie decidue dominato dalla farnia, inquadrabile a livello di ordine nel Quercetalia pubescenti-petraeae. Le facies più igrofile (zone dove presenti associazioni vegetazionali a maggior esigenza idrica),osservabili nelle depressioni interdunali, sono caratterizzate dalla presenza abbondante, nello stratoarboreo, di piante igrofile quali frassino ossifillo, pioppo bianco ed olmo campestre, accompagnate dafrangola (Frangula alnus), prugnolo (Prunus spinosa) e perastro (Pyrus Pyraster): esse sono riconducibiliall'ordine Populetalia albae ed in particolare all'associazione Cladio-Fraxinetum oxycarpae, caratterizzatadalla presenza di Cladium mariscus nel sottobosco periodicamente allagato. Il carattere di mediterraneità sievidenzia nella presenza, nelle aree più calde e sui rilievi dunosi, di un bosco termofilo, ascrivibileall'associazione Orno-Quercetum ilicis, costituito essenzialmente da leccio (Quercus ilex) con orniello(Fraxinus ornus), carpinella e roverella (Quercus pubescens) in forte subordinazione. Nel sottobosco siritrovano specie tipiche della lecceta quali fillirea (Phyllirea angustifolia), asparago (Asparagus acutifolius),attaccamani (Rubia peregrina), clematide (Clematis flammula), agazzino (Pyracantha coccinea) e pungitopo(Ruscus aculeatus). Il bosco di latifoglie decidue a prevalenza di farnia ed il bosco termofilo a leccio sipresentano generalmente come piano dominato nei soprassuoli di conifere mediterranee, derivati daimpianto artificiale, quali; pino domestico e pino marittimo.

ANALISI DEL PAESAGGIO: LE UNITÀ ECOSISTEMICHE

Madonna dell’Albero sorge a circa 4 chilometri a sud-ovest da Ravenna e costeggia il Fiume Ronco fino alpunto in cui questo si congiunge con il Fiume Montone ed è fisicamente tagliata in due dal tracciato dellaStatale Adriatica; la parte dell’abitato interessata dall’intervento si colloca a sud di questo importante asseviario che, insieme all’argine del Ronco (nord-ovest) e al tracciato della E45 (sud-est) crea come una quintarilevata di notevole impatto visivo.

Questo centro della frangia di Ravenna si sviluppa lungo il corso del fiume Ronco prima della suaimmissione nel Montone e presenta un tessuto urbano a bassa densità, soprattutto per quanto riguardal’area a sud della Via Classicana.

Lo sviluppo urbano di Madonna dell’Albero è avvenuto inizialmente intorno ad una strada dicomunicazione principale (la Via Cella, che collega verso sud altri centri del forese) su cui si sono attestatetutte le attività commerciali; nel corso degli anni, con crescita lineare, l’inurbamento ha occupato le zone

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agricole circostanti avvicinandosi, verso ovest all’argine del Ronco e ad est alla E45. L’incederedell’urbanizzazione ha portato alla formazione di aree ancora destinate all’agricoltura intercluse traedificato e infrastrutture.

L’area in oggetto presenta caratteristiche morfologiche ben definite in quanto il paese si sviluppatendenzialmente in piano, mentre ai margini, ad una quota di circa 7-8 metri sopra al piano di campagna, sisviluppano le scarpate dell’argine e delle infrastrutture.

Come nel resto del territorio ravennate il paesaggio agricolo è il frutto di imponenti opere di bonificache, attraverso una fitta rete di canali che convogliano le acque alle idrovore, ad oggi, mantengono ilterritorio bonificato. L’area di intervento è attraversata da due canali di scolo importanti quali, il Manaronee l’Arcobologna.

L’analisi delle diverse componenti del territorio ha permesso di definire diverse zone omogenee, fra cuisi individuano:

i seminativi irrigui;

l’ambito del fiume Ronco;

i canali di scolo;

i giardini di quartiere;

il tessuto urbano;

le infrastrutture.

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I seminativi irrigui

Il paesaggio agricolo di Madonna dell’Albero si estende soprattutto a sud dell’abitato, mentre nella partepiù a nord gli appezzamenti sono interclusi tra edificato e infrastrutture; questa frammentazione, fruttodell’espansione urbanistica, porta ad un impoverimento delle attività colturali inoltre, a sud-ovest del paese,in prossimità dell’abitato, si sviluppano degli orti urbani.

Di seguito si riportano immagini significative che identificano il paesaggio agricolo nelle sue diverseconformazioni.

La campagna verso l’argine del Ronco

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Sopra residui di paesaggio agricolo intercluso nell’abitato; sotto in secondo piano si osservano gli orti urbani.

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L’ambito del Fiume Ronco

Elemento importante del paesaggio di Madonna dell’Albero è il Ronco che con i suoi argini si eleva dicirca 7 metri rispetto alla quota del piano di campagna; la scarpata dell’argine risulta per lo più spoglia,mentre verso l’alveo del fiume si sviluppa una fitta vegetazione, ricca soprattutto di Phragmites australis ePopulus alba.

Sull’argine trova sede la Via Argine Destro Ronco che mette in connessione Ravenna a Forlì e che fungeda percorso carrabile e ciclabile parallelo alla Via Ravegnana (S.S. 67).

Vista della Colonna dei Francesi, monumento sulla Via Argine Destro Ronco

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I canali di scolo

L’area di intervento è attraversata da due importanti canali di scolo, il Manarone e l’Arcobologna,entrambi presentano tratti tombati e in alcuni punti, lungo le scarpate, si è sviluppata vegetazionetipicamente idrofila.

Sopra il Manarone nel suo tratto che costeggia il filare di tigli che caratterizza la strada di accesso a villa Farneti;sotto il tratto dell’Arcobologna in prossimità della S.S.16.

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Il tessuto urbano

Madonna dell’Albero presenta un tessuto urbano a bassa densità, quindi molte abitazioni, soprattutto inprossimità della Via Cella presentano spazi esterni molto ampi e ricchi di vegetazione; in particolare a suddell’abitato si trova villa Farneti che presenta un parco con vegetazione arborea di particolare rilevanza. Nelpaese sono presenti anche due giardini e una piazza di recente costruzione all’incrocio tra la Via Cella e laVia Stradello.

Il tessuto urbano di Madonna dell’Albero

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Page 33: Piano Urbanistico Attuativo Generale S11 - Madonna dell'Albero

I due giardini di quartiere.

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Page 34: Piano Urbanistico Attuativo Generale S11 - Madonna dell'Albero

In secondo piano villa Farneti

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Le infrastrutture

Questo piccolo centro di frangia è crocevia di importanti infrastrutture, prima fra tutte la StataleAdriatica; è inoltre attraversato dalla Strada Provinciale 27 (Via Cella) e costeggiato dal primo tratto dellaE45.

Sopra, in secondo piano, si osserva il rilevato della S.S.16; sotto il tratto della Via Cella su cui si affacciano leattività commerciali, in prossimità della sua immissione nella S.S.16.

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3.2 QUADRO CONOSCITIVO DESCRITTIVO DELL’AREA DI INTERVENTO

Il PUA di Madonna dell’Albero si inserisce in un’area interclusa tra quattro realtà ben distinte: il centroabitato di Madonna dell’Albero, il sistema infrastrutturale della S.S. 16 Adriatica, l’asse fluviale del Ronco e ilpaesaggio agricolo tipico della bonifica romagnola.

3.2.1 Acque Superficiali e sotterranee

Quanto segue è estratto dall’elaborato “Relazione e progetto Nuovo Arcobologna” redatto dall’IngegnereRaffaella Lombardi e a cui si rimanda interamente.

Acque superficiali

Attualmente la zona residenziale di Madonna dell’Albero è servita dallo scolo Arco Bologna, che scorreinterrato e attraversa tutto il paese. Questo successivamente si immette all’interno del canale Manarone,sul quale vengono convogliate anche le acque proveniente dallo scolo Arco Bologna che serve le campagnea Sud.

Il tratto di Arco Bologna passante dal centro di Madonna dell’Albero risulta in sofferenza idraulica.

Madonna dell’Albero, a seguito dell’approvazione del PSC (Piano Strutturale Comunale) del Comune diRavenna, risulta essere soggetta ad una piano riguardante nuove espansioni, che riguardano, oltre chel’edificazione di nuovi edifici, anche l’attuazione di tutti quegli interventi necessari per garantire la sicurezzaidraulica del territorio.

Per questo motivo è necessaria la realizzazione di un nuovo tratto dello scolo consortile Arco Bolognache andrà a costeggiare la nuova viabilità, localizzata nell’area Nord-Ovest del paese di Madonnadell’Albero. Il tratto di scolo interrato attualmente presente, che attraversa l’abitato da Nord/Nord-Est aSud/Sud-Ovest andrà ad assumere il ruolo di fognatura bianca o mista sfiorata.

Acque sotterranee

L’assetto idrodinamico delle acque sotterranee è stato ricostruito nella Relazione geologica e sismicaredatta dal Dott. Geologo Paola Mingolini.

La prima falda superficiale è alimentata dall'infiltrazione diretta, dall'irrigazione e dalle perdite disubalveo del reticolo idrografico, in particolare è alimentata dal Fiume Ronco; la dinamica della prima faldaè inoltre legata agli scoli Arcabologna e Manarone, collegati all’impianto idrovoro 5° Bacino Fosso Ghiaia cherecapita nel Torrente Bevano.

In particolare per la ricostruzione della prima falda locale sono stati messi in opera 5 piezometri a tuboaperto da 5 metri, al fine di verificare eventuali interferenze con le strutture e i manufatti previsti dal PianoAttuativo.

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Le indagini geognostiche ed i controlli piezometrici eseguiti, rilevano una prima debole falda ospitata neisedimenti argilloso-limosi più superficiali e alimentata principalmente dalle perdite di subalveo del FiumeRonco, oltre che dall’infiltrazione diretta.

Dall’indagine freatimetrica risulta che il livello della falda in condizioni di “ricarica” media, varia da valoriminimi di -1.3 m dal piano campagna in prossimità del Fiume Ronco (parte NW del Comparto), a valorimassimi di circa -2.2 m dal piano campagna in prossimità dello Scolo Manarone nella parte sud-est delComparto, anche in relazione a locali variazioni altimetriche del terreno, confermando comunque unablanda funzione di ricarica da subalveo del Fiume Ronco.

3.2.2 Suolo e Sottosuolo

Quanto segue è estratto dall’elaborato “Relazione geologica e sismica” redatta dal Dott. Geologo PaolaMingolini e a cui si rimanda interamente.

L’esame del sistema suolo, sottosuolo e acque sotterranee è svolto nella Relazione Geologica e sismica(elaborato 1c del PUA) con la finalità di verificare l’idoneità dell’area, dal punto di vista geologico, agli usiproposti; infatti la caratterizzazione sulla base degli aspetti geomorfologici, litologici, e idrogeologici rivesteparticolare importanza per la localizzazione e la progettazione degli interventi proposti.

In particolare per la caratterizzazione geologico-geotecnica del substrato sono state realizzate 14 provepenetrometriche statiche spinte fino alla profondità massima di 30 m necessarie sia per la caratterizzazionelitostratigrafia, sia per la ricostruzione dei parametri geomeccanici dei sedimenti.

Per la caratterizzazione sismica del terreno, le indagini geotecniche sono state integrate con un’indaginegeofisica costituita da una prova MASW, basata sull’analisi delle onde sismiche superficiali, integrata da treprove effettuate mediante acquisizione passiva del rumore sismico ambientale con strumento tromografico(HVSR).

Le indagini geognostiche effettuate confermano in generale l’assetto ricostruito nelle carte regionali,evidenziando le dinamiche deposizionali locali dei primi 30 metri, che hanno determinato depositialluvionali fini di spessore elevato, variabile da 9 a 14 metri, connessi alla dinamica fluviale del Fiume Ronco,sovrastanti depositi sabbiosi di cordone litorale contenente lenti di ghiaia fine.

I depositi fluviali sono costituiti da argille e limi con abbondante sostanza organica e scarsi parametrigeomeccanici; il banco sabbioso originatasi in ambiente litorale, si presenta invece molto addensato con alsuo interno ghiaie, caratterizzato da valori di resistenza alla punta da elevati a molto elevati.

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Localizzazione delle indagini geognostiche

3.2.3 Rumore e Mobilità

Quanto segue è estratto dagli elaborati “Analisi previsionale di impatto acustico” e “Studio di impattosulla mobilità” redatti dallo Studio Biagiotti Martinelli e a cui si rimanda interamente.

RUMORE

Analisi acustica

Al fine di caratterizzare il clima acustico dell’area oggetto di studio si è proceduto determinandoinnanzitutto i limiti di zona secondo normativa.

Il comparto CoS11 Madonna dell’Albero, identificato nella Tav. 17 della "Classificazione Acustica" delComune di Ravenna adottata in data 14.03.2011 con Deliberazione del Consiglio Comunale n.47 - P.G.26988/11, ricade in Classe III (stato di progetto): ossia “area urbana di tipo misto interessante da traffico

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veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attivitàcommerciali e uffici, limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali, aree ruralicon impiego di macchine operatrici”.

Limiti di legge

I valori limite assoluti di immissione definiti dall’art.2 comma 3 lettera a) della L n.447/95, riferiti alrumore immesso nell’ambiente esterno dall’insieme di tutte le sorgenti sono quelli indicati nella seguenteTab.C :

Tabella C : valori limite assoluti di immissione – Leq in dB ( A)

CLASSI DEI DESTINAZIONE D’USODEL TERRITORIO

TEMPI DI RIFERIMENTO

Diurno (6.00-22.00) Notturno (22.00-6.00)

III aree di tipo misto 60 50

L’intervento urbanistico di progetto, prevede il completamento dell’abitato di Madonna dell’Albero e larealizzazione di una strada di circuitazione e di collegamento all’esistente via Cella. Tale area è caratterizzatoda una destinazione d’uso prevalentemente residenziale, ed è servita da strade interne consideratetrascurabili ai fini acustici.

L’analisi ANTE OPERAM dello stato dei luoghi ha condotto all’identificazione di due principali sorgenti dirumore:

S1 Strada Statale SS16 Adriatica, acusticamente classificata di classe IV

S2 Via Cella , acusticamente classificata di classe IV.

L’analisi POST OPERAM ha consentito di identificare una nuova sorgente di rumore:

S3 Nuova strada di circuitazione, acusticamente classificata di classe III

Al fine di valutare in maniera esaustiva la rumorosità che caratterizza l’intero Comparto ed i relativiinterventi da attuare, si è deciso di suddividerlo nelle seguenti ZONE di analisi:

ZONA A: area di progetto posta a nord dell’abitato di Madonna dell’Albero, caratterizzata dal puntodi vista acustico dalle sorgenti S1 e S2;

ZONA B: area caratterizzata da fabbricati residenziali esistenti prospicienti via Cella, posta a estdell’Abitato di Madonna dell’Albero e influenzata dalla sorgente S3;

ZONA C: area di progetto prospiciente la futura strada di circuitazione che si estende a ovestdell’Abitato di Madonna dell’Albero, caratterizzata acusticamente dalla rumorosità indotta dallesorgenti S2 e S3

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L’analisi è stata condotta con strumentazione conforme alla normativa vigente e con regolare certificatidi taratura, nello specifico la catena di misura fonometrica è composta da :

Fonometro integratore marca Bruel & Kjaer modello 2250 matr. 2575712;

Microfono marca Bruel & Kjaer tipo 4189 serial n. 02573603 attrezzato con cuffia antivento;

Supporto telescopico regolabile fino a 5mt con supporto microfonico;

Calibratore marca Bruel & Kjaer modello 4231 matr. N° 2574198;

Cavo di connessione per microfono marca Bruel & Kjaer;

Alimentatore e batteria supplementare

In conformità a quanto dettato dalla normativa specifica, è stata eseguita la calibrazione del fonometroall’inizio ed al termine di ogni ciclo di misurazione ed i risultati ottenuti dalle misurazioni sono statiarrotondati allo 0,5 dBA.

o ZONA A

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Area di progetto posta a nord dell’abitato di Madonna dell’Albero, caratterizzata dal punto di vistaacustico sia dalla presenza del tracciato della SS16 Adriatica che si estende a nord dell’area in direzione est-ovest, che dalla presenza del primo tratto del tracciato di via Cella che si sviluppa in direzione nord-sud. Taliinfrastrutture acusticamente identificate in classe IV, risultano essere le sorgenti di rumore più significativedella zona .

STAZIONE DIMISURA

LIVELLO DI RUMORE AMBIENTALERILEVATO

LIMITI NORMATIVI

VALORE DIURNO 6:00-22:00

VALORE NOTTURNO22:00-6:00

LIMITE DIURNO 6:00-22:00

LIMITE NOTTURNO22:00-6:00

P1 58 52 60 dBA 50 dBAP2 57 50 60 dBA 50 dBA

o ZONA B

Area edificata che si estende a est dell’abitato di Madonna dell’Albero, caratterizzata acusticamente dallarumorosità indotta dall’esistente via Cella. In tale area non sono previsti interventi, ma l’analisi della stessasi è resa necessaria al fine di ricavare i dati di input per la modellazione acustica della ZONA C.

Sono stati effettuati rilievi fonometrici e statistici, mediante il conteggio dei mezzi transitati divisi percategoria e per periodo di transito, al fine di determinare traffico e rumorosità, che rappresentano i dati iningresso del modello di propagazione del suono utilizzato nell’analisi della Zona C.

Nella seguente tabella sono indicate le auto transitate in via Cella il 30 giugno 2011.

FASCIA ORARIA AUTOMOBILI MOTO TIR/BUS FURGONI

DIURNO (06:00-22:00) 6216 518 114 380

NOTTURNO (06:00-22:00) 904 44 10 17

o ZONA C

Area costituita da fabbricati esistenti e di progetto, prospicienti il tracciato della nuova strada dicircuitazione che si svilupperà in direzione nord-sud, ad ovest del comparto CoS11.

Considerando verosimilmente che metà del traffico transitante in via Cella confluirà nella nuova strada diprogetto ed aggiungendo il potenziale traffico indotto dai potenziali nuovi abitanti del comparto, si èproceduto a ricostruire tridimensionalmente l’area in oggetto e il relativo clima acustico POST OPERAM,inserendo per la caratterizzazione della nuova strada di circuitazione i dati derivanti dall’analisi della zona Bnel modo seguente.

I dati rilevati in via Cella, sono stati elaborati all’interno del software previsionale Predictor 7810 versione8.11 conforme alla ISO:9613 della Bruel Kjaer, il quale, con il metodo del raytracing ha consentito diricostruire una mappa di propagazione del suono, costituito da due sorgente lineare che rappresentano ledue corsie di marcia dei mezzi di trasporto transitanti la strada di progetto S3.

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Page 42: Piano Urbanistico Attuativo Generale S11 - Madonna dell'Albero

MOBILITÀ

Analisi dello stato di fatto

L’ambito territoriale oggetto di studio riguarda la località di Madonna dell’Albero, posta a sud della ViaClassicana.

La rete stradale oggetto di analisi è data dalla Via Cella (tratto Comunale e tratto Provinciale) e dallaviabilità di quartiere interna all’edificato esistente. Le strade sono classificate dal Regolamento Viario aisensi del CdS con riferimento alle caratteristiche funzionali, costruttive e tecniche.

Per il Comparto oggetto di studio, la Tav. 34 - Classificazione funzionale delle strade del PGTU 2007, chesuddivide le strade in “Ambito urbano” e “Ambito extraurbano” determina:

1) Proseguimento via 56 Martiri verso sud dopo l’incrocio con Via Cella:

strada tipo E (urbana di quartiere)

2) Via Cella verso sud fino al limite dell’isolato di Madonna dell’Albero:

strada tipo E (urbana di quartiere)

3) Via Cella verso sud dopo il limite dell’ dell’isolato di Madonna dell’Albero:

strada tipo C (extraurbana secondaria)

4) Strade interne esistenti nell’isolato di Madonna dell’Albero:

strade tipo F (urbana di quartiere)

Analisi della mobilità attuale su trasporto privato

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Ravenna approvato nel 2006,presenta dati di rilevamento del traffico sulle strade provinciali eseguito nel maggio 2004. Nel documento“Quadro conoscitivo – All. D: censimento del traffico” nella tabella del Traffico Giornaliero Medio (TGM), laVia Cella (SP n. 27) presenta un dato di TGM di 4251, di cui 4022 mezzi leggeri che rappresentano il 94,6%dell’intero.

Sono stati eseguiti rilievi del traffico lungo la via Cella, prima dell’immissione nel sottopasso della viaClassicana,la via F.lli Chiari e la via T.Orselli in entrambe le direzioni di marcia e negli orari di punta mattutinie serali.

o VIA CELLA

PRIMO RILIEVO: eseguito il 28/04/2011 dalle ore 17:50 alle ore 18:50

Flusso da RA verso MDA = 384 veicoli/h

Flusso da MDA verso RA = 268 veicoli/h

SECONDO RILIEVO: eseguito il 05/05/2011 dalle ore 7:45 alle ore 8:45

Flusso da RA verso MDA = 260 veicoli/h

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Page 43: Piano Urbanistico Attuativo Generale S11 - Madonna dell'Albero

Flusso da MDA verso RA = 311 veicoli/h

La diversificazione tra la tipologia di veicoli si può così riassumere:

Automobili 70% circa

Motocicli 10% circa (periodo estivo)

Mezzi commerciali leggeri 20% circa

o VIA F.LLI CHIARIPRIMO RILIEVO: eseguito il 28/10/2011 dalle ore 17:50 alle ore 18:50

Flusso da Nord = 80 veicoli/h

Flusso da Sud = 50 veicoli/hSECONDO RILIEVO: eseguito il 03/11/2011 dalle ore 7:45 alle ore 8:45

Flusso da Nord = 43 veicoli/h

Flusso da Sud = 82 veicoli/h

o VIA T. ORSELLIPRIMO RILIEVO: eseguito il 03/11/2011 dalle ore 17:50 alle ore 18:50

Flusso da Nord = 32 veicoli/h

Flusso da Sud = 15veicoli/hSECONDO RILIEVO: eseguito il 03/11/2011dalle ore 7:45 alle ore 8:45

Flusso da Nord = 19 veicoli/h

Flusso da Sud = 40 veicoli/h

La tipologia dei veicoli in queste due strade si può ritenere completamente costituita da automobili.

Analisi della mobilità attuale su trasporto pubblico

Attualmente la linea dell’ATM di Ravenna effettua 2 fermate sulla via Cella in entrambi i sensi di marcia, eil percorso da Ravenna verso Madonna dell’Albero segue la via Ravegnana, passa il ponte sul fiume Ronco,effettua la svolta a sinistra su via Ricci, prende la via 56 Martiri verso Madonna dell’Albero, passa ilsottopasso della Classicana, percorre la via Cella sino alla rotonda dei Braccianti e torna indietro.

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Page 44: Piano Urbanistico Attuativo Generale S11 - Madonna dell'Albero

Analisi dei percorsi pedonali e ciclabili

La località di Madonna dell’Albero, oggetto della presente analisi, compresa tra le via Matisse, S. Dalì, viaGrassi e via F.lli Chiari, è stata edificata intorno agli anni ’80: l’attenzione che viene rivolta oggi allo studiodella pedonalità e dei percorsi ciclabili era all’epoca totalmente disattesa.

I marciapiedi a lato delle strade hanno misure variabili da ml 1,50 a ml 1,00 e non esistono in tutto ilpaese piste ciclabili.

3.2.4 Aria

Il quadro normativo in materia di qualità dell’aria, con il recepimento delle direttive comunitarie inmateria, ha subito notevoli variazioni: gli aspetti innovativi derivati da questa legislazione riguardano la“valutazione della qualità dell’aria” intesa come processo in grado di prevedere e stimare il livello di uninquinante nell’aria ambiente, e la “gestione della qualità dell’aria” intesa come processo in grado diprogrammare e pianificare la tutela, il risanamento ed il miglioramento della qualità dell’aria. I riferimentilegislativi attuativi in materia di qualià dell’aria sono:

Decreto Legislativo n. 351 del 04/06/1999 (attuazione della direttiva 96/62/CE in materia divalutazione e di gestione della qualità dell’aria ambiente);

D.M. 60 del 02/04/2002;

D.Lgs 183 del 21/05/2004;

D.Lgs 152 del 03/06/2007;

D.Lgs n.155 13 /08/2010, “Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità del'ariaambiente e per un'aria più pulita in Europa”.

Il DL 351/99 ha previsto la classificazione delle zone e degli agglomerati a carico delle regioni: la RegioneEmilia Romagna ha demandato alle Province la gestione e la pianificazione in materia di qualità dell’aria. La

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Provincia di Ravenna ha approvato la zonizzazione del territorio nel 2004, suddividendolo in 2 zone(Ravenna = zona A – rischio di superamento dei valori limite) e 2 agglomerati (Ravenna = agglomerato R9).

La Provincia di Ravenna si è dotata del Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria (PRQA – luglio 2006),che individua tra gli obiettivi la conoscenza della qualità dell’aria, la salvaguardia della salute dell’uomo edell’ambiente, il miglioramento della qualità della vita.

Le stazioni di misura della Provincia di Ravenna più vicine al Comparto oggetto di studio sono:

Via Zalamella Inquinanti monitorati: PM10 - NOx - CO - BTX

Giardini Inquinanti monitorati: PM10 - PM2.5 - NOx - O3

Via Caorle Inquinanti monitorati: PM10 - NOx - SO2

Il D.Lgs n.155/2010 ha cambiato notevolmente il quadro legislativo introducendo dei valori di riferimentoda rispettare per la qualità dell’aria, riportati nella tabella seguente:

INQUINANTE PERIODO DI MEDIAZIONE VALORE LIMITEOrario

(non più di 24 volte all’anno) 350 μg/m3

Biossido di zolfoGiornaliero

(non più di 3 volte all’anno) 125 μg/m3

Orario(per non più di 18 volte all’anno) 200 μg/m3

Biossido di azotoAnnuo 40 μg/m3

Benzene Annuo 5 μg/m3

Monossido di carbonio Media max giornaliera su 8 ore 10 mg/m3

Giornaliero(non più di 35 volte all’anno) 50 μg/m3

Particolato PM 10Annuo 40 μg/m3

Annuo al 2010 (+MT)[valore di riferimento] 29 μg/m3

Particolato PM 2.5Annuo al 2015 25 μg/m3

Piombo Anno 0.5 μg/m3

Tabella 1.1 - Valori limite (Allegato XI DLgs 155/10)

I valori misurati riportati nella relazione della Provincia di Ravenna anno 2010 nelle tre stazioni siriassumono nella tabella seguente:

SO2mediaannuaμg/m3

SO2max

μg/m3

NO2mediaAnnuaμg/m3

NO2max

μg/m3

COmediaAnnuaμg/m3

COmax

μg/m3

O3N°

sup.mediamax giorn.

su 8h

O3max

μg/m3

PM10Mediaannuaμg/m3

PM10N° supmedia

giornaliera50 μg/m3

ZALAMELLA - - 37 151 0,5 3,7 - - 29 49

GIARDINI - - 23 119 - - 17 175 25 30

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Page 46: Piano Urbanistico Attuativo Generale S11 - Madonna dell'Albero

CAORLE 0,8 61 21 99 - - - - 31 50

SO2 - I valori di biossido di zolfo rilevati nel 2010 sono contenuti e notevolmente inferiori ai livelli previstidalla normativa: il rispetto dei limiti non rappresenta pertanto un problema e già da più di un decennio(1999) non si verificano superamenti.

NO2 - La media annuale delle concentrazioni del biossido di azoto è, per il 2010, generalmentecontenuta e al di sotto del limite in tutte le postazioni, comprese le stazioni di traffico urbano (Zalamella).Anche il valore limite della media oraria (200 μg/m3 da non superare per più di 18 ore nell’anno) vienerispettato in tutte le stazioni. Il massimo orario più elevato, rilevato a Zalamella, si attesta a 151 μg/m3, circail 75% del limite.

CO - I valori sono contenuti e decisamente inferiori al limite previsto dalla normativa. Tale andamento,ormai consolidato, fa presumere che, anche nei prossimi anni, per il monossido di carbonio non ci sianoproblemi per il rispetto del limite.

Ozono (O3) - Nel 2010 nella Provincia di Ravenna è stato stimato un numero di giorni con superamentomaggiore lungo la costa rispetto all’entroterra, nonostante nella zona più interna durante i mesi estivi siraggiungano temperature più elevate

Particolato (PM10) - Per quanto concerne il limite di breve periodo, questo è abbondantementesuperato in area urbana, a Ravenna (Zalamella, Caorle), dove si misurano circa 50 superamenti della mediagiornaliera di 50 μg/m3 (il numero massimo di superamenti è fissato a 35).

I valori di riferimento relativi alle 3 stazioni di monitoraggio sono sicuramente sovrastimati per l’areaoggetto di studio, poiché si trovano in ambito urbano in zone soggette a flussi di traffico importanti,soprattutto nelle ore di punta.

Il Piano di Risanamento della Qualià dell’Aria (PRQA) prevede al Titolo III, all’art 17 (D) le misure daseguire in merito al settore mobilità, che si riassumono in:

Realizzazione di percorsi sicuri casa-scuola per incentivare la mobilità ciclo-pedonale di bambini eragazzi;

Aumento della disponibilità di piste ciclabili nei centri urbani e nelle altre aree;

Sostituzione progressiva degli incroci con rotatorie;

Estensione delle zone con limite di velocità di 30 km/h;

Razionalizzazione e snellimento dei flussi di traffico attraverso l'applicazione delle migliori pratiche etecnologie;

e all’art.20 (I) i requisiti dei nuovi insediamenti, per cui i Comuni promuovono una serie di indirizzi:

nella progettazione degli insediamenti impiegare la vegetazione nelle aree interne ai complessiinsediativi di ogni tipo, al loro contorno e lungo le strade con il compito di limitare la diffusione dellepolveri totali;

negli impianti di riscaldamento/raffrescamento degli edifici devono essere privilegiati sistemi ad altaefficienza che minimizzino le emissioni in atmosfera;

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nella costruzione degli edifici e dei relativi impianti tecnologici deve essere privilegiato l’uso dimateriali che minimizzino le emissioni di gas e sostanze inquinanti.

Inoltre i Comuni devono attenersi, in fase di pianificazione urbanistica, in linea di massima, al criterio dinon approvare nuove previsioni urbanistiche che comportino la realizzazione di nuovi insediamenti abitativi,scolastici o sanitari a distanze inferiori alle seguenti:

m 50 dal confine stradale delle strade extraurbane, esistenti o progettate, classificate come rete dibase di interesse regionale, della viabilità extraurbana secondaria di rilievo provinciale ointerprovinciale e delle strade urbane classificate dai PGTU come strade di scorrimento;

m 100 dal confine stradale delle strade extraurbane, esistenti o progettate, classificate comeautostrade o “grande rete” di interesse nazionale/regionale.

La pianificazione e la progettazione di infrastrutture stradali (fatti salvi i progetti preliminari giàapprovati), nell’individuazione del tracciato con il minor impatto ambientale tra le possibili alternative dilocalizzazione, dovrà perseguire, tra gli altri, l’obiettivo di minimizzare il numero di edifici residenziali,sanitari o scolastici, a distanza dalla strada inferiore a quelle indicate nel comma precedente in relazione allagerarchia stradale.

3.2.5 Rifiuti

Il Comparto oggetto di studio si colloca a completamento dell’edificato di Madonna dell’Albero, posto asud della via Classicana. La località presenta aree a destinazione esclusivamente residenziale, coninserimento di attività commerciali o di artigianato di servizio lungo la via Cella: non esistono attivitàindustriali capaci di produrre rifiuti speciali o tossici soggetti a smaltimento.

La qualità dei rifiuti liquidi (acque di fognatura bianca e nera) è assimilabile alle acque reflue urbane. Lereti di smaltimento fognario esistenti sono costituite da una rete unica di acque miste, in cui confluisconosia le acque chiare che le acque scure, con recapito finale dopo centrale di sollevamento nello scoloconsorziale Manarone.

I rifiuti solidi (RSU) sono smaltiti mediante il conferimento in apposite isole ecologiche e cassonetti gestitida Hera SpA.

La gestione dei rifiuti solidi urbani dovrà avvenire in conformità a quanto previsto dal Piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani e speciali adottato con DCP 71/2010 e approvato con Delibera nr.67 del 03.05 .2016In particolare l'ente gestore Hera 5pA, per incentivare la riduzione di rifiuti, il riciclaggio, il contenimento entro i limiti della produzione di rifiuti pro-capite, renderà operativo, come in altre località del forese e anche per il centro storico, il sistema di raccolta "porta a porta" misto o integrale, in coerenza con gli obiettivi dettati dalle disposizioni normative vigenti. Dovranno essere raggiunti gli obiettivi indicati all'art. 11del piano regionale gestione Rifiuti valido sino al 2020, suddivisi e diversificati in funzione di aree omogenee (aree di pianura obiettivo specifico del 79% di raccolta differenziata) .

In merito alle disposizioni dettate dal DCP 71 del 29.06.2010 (Approvazione del Piano per la gestione dei rifiut i della Provincia di Ravenna ai sensi dell’art. 27 della LR n. 20/2000) , che recepisce le direttive del PPGR, si evidenzia che, con riferimento alla Tav. 4-13 PTCP, l’area oggetto

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di PUA si trova all’interno di “Aree non idonee alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero di rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi” identificata con retinatura rosa nella tavola. Pertanto in tali aree non sarà possibile, in merito alle operazioni di riempimento e/o innalzamento del piano di campagna, utilizzare materiali classificati come rifiuti.Qualora dovessero essere utilizzati materiali che hanno cessato la qualifica di rifiuto ai sensi dell’art 184 ter del DLgs 205/2010, a modifica del DLgs 132/2006, ottenuti da attività di recupero rifiuti, gli stessi dovranno essere accompagnati da idonea documentazione come da legislazione ambientale vigente.

Nel caso in cui per i riempimenti dovesse essere utilizzato materiale classificato come terre e rocce da scavo, dovrà essere rispettato quanto disposto dal DM n. 161/2012.

PTCP TAV 4-13

3.2.6 Componente energia

Quanto segue è estratto dall’elaborato “Analisi di sito” redatto dallo studio 1x1 architettura e a cui sirimanda interamente.

Le principali normative sull’efficienza energetica e sull’efficienza degli usi finali dell’energia mirano adefinire criteri per le principali scelte a livello urbanistico ed edilizio, al fine di ridurre l’impronta ecologicadell’insediamento e delle relative infrastrutture, garantendo le migliori prestazioni energetiche come

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richiesto dalla normativa Comunitaria sull’efficienza energetica, recepita dalla Regione Emilia-Romagna conla D.A.L 156/2008 e s.m.i.

A tale scopo, in fase di progettazione generale del comparto, preliminarmente alla definizione delladisposizione delle strade, è stata effettuata l’analisi di sito, necessaria ad acquisire le informazioni e i datiche hanno poi guidato le scelte progettuali al fine del soddisfacimento dei requisiti energetici e ambientali.

L’art.13 delle NTA del POC5 chiede che già in fase di progettazione urbanistica le scelte di impiantotendano a:

Garantire un accesso ottimale alla radiazione solare per tutti gli edifici;

Consentire che le facciate ovest degli edifici possano essere parzialmente schermate per limitarel’eccessivo apporto di radiazione termica estiva;

Garantire accesso al sole per tutto il giorno per tutti gli impianti solari realizzati o progettati oprobabili;

Trarre vantaggio dai venti prevalenti estivi;

Predisporre adeguate schermature di edifici ed aree di soggiorno esterne (piazze, giardini...) dai ventiprevalenti invernali.

Per la definizione del layout di impianto del comparto, al fine di poter recuperare in forma “passiva” lamaggior quantità di energia da fonti rinnovabili, si è proceduto alla caratterizzazione dell’area oggetto diintervento.

Tra gli agenti fisici che agiscono come dati di progetto sull’insediamento e sugli edifici, connessi allacomponente energia, sono da considerarsi:

La disponibilità di luce naturale;

La disponibilità di fonti energetiche rinnovabili o assimilabili.

Dall’analisi sulla“disponibilità di luce naturale” nel comparto, (effettuata con il software AutodeskEcotect Analysis 2011, mediante assonometrie e maschere solari da modello 3D dello stato di fatto delcostruito e del verde presente in area prossima al comparto), si evince:

L’edificato esistente prospiciente l’area di comparto, non influisce nè riduce la disponibilità di lucenaturale dell’area se non in alcuni punti e per un limitato numero di ore durante la giornata invernale,così come meglio evidenziato nelle mappature allegate al documento analisi di sito;

La presenza di alcune alberature sempreverdi a margine dell’area di comparto, non influisce sullariduzione della disponibilità di luce naturale, se non in una limitata porzione in prossimità del confinedi proprietà, così come evidenziato dai grafici allegati al documento analisi di sito;

La presenza di filare alberato a foglia caduca all’interno dell’area di comparto, così come a marginedell’area, riduce la disponibilità di luce naturale estivo su una porzione del comparto.

Per quanto riguarda la “disponibilità di fonti energetiche rinnovabili o assimilabili” le caratteristichedell’area hanno reso evidenti la disponibilità, a livello di risorse rinnovabili del sito, di:

Energia solare, ovvero solare fotovoltaico e/o solare termico. Per quanto riguarda il fotovoltaico,facendo riferimento alla Carta Unica della RER (D.A.L 28/2010), l’area è idonea per la realizzazione di

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impianti al suolo o integrati con l’architettura; vi sono inoltre alcuni fattori di attenzione legati alleostruzioni dovute alla presenza di vegetazione a filare ad alto fusto;

Energia eolica (microeolico) da valutare puntualmente in relazione all’ubicazione e alle ostruzioni delcostruito;

Energia geotermica a bassa entalpia per riscaldamento/raffrescamento;

Microcogenerazione o centrale di cogenerazione eventualmente con distribuzione mediante rete diteleclimatizzazione;

Si segnala inoltre che non sono presenti reti di teleriscaldamento in prossimità dell’area di intervento.

3.2.7 Componente elettromagnetismo

Quanto segue è estratto dall’elaborato “Analisi di sito” redatto dallo studio 1x1 architettura e a cui sirimanda interamente.

Per quanto riguarda l’esposizione a “campi elettromagnetici” relativi all’area di comparto, oltre al rilievodello stato attuale in cui è stata verificata la presenza di cabine di trasformazione o conduttori in tensione, cisi è avvalsi della documentazione fornita dal sito dell’ARPA, nella sezione “Elettromagnetismo”, che riporta ilcensimento sul territorio delle linee elettriche ad alta tensione, nonchè delle stazioni di telefonia mobile. Sisono inoltre integrate le informazioni mediante la documentazione fornita dall’ente gestore Enel, perquanto riguarda le linee elettriche a media e bassa tensione, e la presenza di cabine di trasformazione.

All’interno dell’area di comparto non si rilevano linee elettriche AT e MT né cabine di trasformazione.

Non sono presenti antenne all’interno dell’area di comparto; le antenne rilevabili in prossimità delcomparto (antenna W-RA062; antenna T-RA74 ) sono a distanza superiore di 200m.

3.2.8 Compatibilità idraulicaA seguito della seconda conferenza di servizi del 01.04.2014, il parere di Hera – prot. 43462 del 01.04.2014 evidenziava al punto 1) che la fognatura bianca recapita in corso d’acqua superficiale previo applicazione dell’invarianza idraulica, e la fognatura nera recapita nella centrale di sollevamento presente in via Cella, collegata direttamente al depuratore. L’intervento non interessa lo scolmatore. (si allega copia del parere)

Inoltre, ai fini di garantire la sostenibilità ambientale dell'intervento, e di risolvere le criticità idrauliche che interesseranno la zona sud del bacino "Fosso Ghiaia" è stato stipulato un Accordo tra Comune di Ravenna, Consorzio di Bonifica, e soggetti attuatori dei Comparti 56, 57, 58, 511 (Madonna dell'Albero) , 515 e 523, approvato dal Consiglio Comunale in data 3 aprile 2014. Detto accordo prevede, ai fini di superare le anzidette criticità idrauliche, la realizzazione di apposito impianto idrovoro per il drenaggio complessivo delle acque meteoriche generate dai nuovi insediamenti, da collocare sul canale consorziale "Gronde" per veicolare direttamente le acque del Fosso Ghiaia e sgravare l'impianto omonimo.L'importo necessario per la realizzazione della nuova stazione di sollevamento, come indicato nella Convenzione PG 47415/2014, sarà coperto in quota parte da ciascuno degli Ambiti sopradetti, e in parte dal Comune di Ravenna.

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3.3 CRITICITA’ AMBIENTALI DEL TERRITORIO COMUNALE IN CUI IL PIANO SI INSERISCE

Paesaggio ed ecosistemi

I problemi più rilevanti riguardano l’impatto che il sistema infrastrutturale esistente (S.S. 16 ed E 45) hasul paesaggio.

Questi assi viari ad alta portata di traffico generano un’importante cesura nel territorio, causando unaframmentazione, non solo degli elementi del paesaggio naturale, fra cui emerge in particolar modo il corsodel Fiume Ronco, ma anche del paesaggio seminaturale (la campagna coltivata) e antropico (Madonnadell’Albero è divisa in due dalla Statale 16).

L’impatto negativo non riguarda solo l’aspetto meramente fisico della cesura, ma anche l’inquinamentoacustico comporta un allontanamento progressivo della fauna.

Allo stato odierno Madonna dell’Albero presenta margini molto frastagliati, dove residui del paesaggioagrario si inseriscono tra le più recenti opere di urbanizzazione.

Verde Urbano

Madonna dell’Albero presenta un tessuto residenziale diffuso, in cui edifici mono o bi-familiaripresentano, quasi sempre, un giardino di pertinenza.

Le dotazioni di verde per abitante, la qualità e la fruibilità delle aree verdi urbane appaiono abbastanzabuone, salvo per la mancanza di un vero e proprio sistema di connessione tra le parti.

Acque superficiali e sotterranee

Attualmente la zona residenziale di Madonna dell’Albero è servita dallo scolo Arcobologna, che scorreinterrato e attraversa tutto il paese. Questo successivamente si immette all’interno del canale Manarone,sul quale vengono convogliate anche le acque provenienti dallo scolo Arcobologna che serve le campagne aSud.

Il tratto di Arcobologna passante dal centro di Madonna dell’Albero risulta in sofferenza idraulica; aseguito degli interventi di espansione previsti nell’area oggetto di PUA sarà necessario la realizzazione di unnuovo tratto dello scolo consortile Arcobologna per garantire la sicurezza idraulica del territorio.

Viste le quote di progetto ed i riporti di terreno necessari, e considerando la possibilità di realizzare vaniinterrati, non vietati dalla normativa urbanistica, si può ipotizzare per alcune zone un’interferenza dellestrutture fondali con la prima falda. In questo caso, in fase di cantiere, sarà probabilmente necessarioricorrere temporaneamente ad un sistema di abbattimento del livello freatico, da utilizzare per il breveperiodo della realizzazione.

Suolo e Sottosuolo

In sintesi il sottosuolo è caratterizzato da qualità geotecnica variabile da normale a discreta, pertantosenza particolari criticità o limitazioni di carattere puramente geotecnico, ad eccezione di due porzionilimitate del Comparto, situate rispettivamente a SE e più a nord, in cui la qualità geotecnica è mediocre.

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Il Comparto risulta edificabile con fondazioni superficiali a platea per insediamenti di normale impegno(es. edifici fino a due/tre piani); per gli edifici di maggiori dimensioni, la presenza di intervalli superficiali,potenti, di sedimenti argillosi compressibili, impone accuratezza nella scelta delle fondazioni nellesuccessive fasi progettuali.

Le analisi sismiche, approfondite al “III livello” mediante l'elaborazione di un modello di risposta sismicalocale, dimostrano la generale stabilità dei sedimenti alla liquefazione/addensamento (FS>1); per quantoriguarda i cedimenti post-sisma, le simulazioni evidenziano cedimenti non significativi, ad eccezione di unaprova, in cui si hanno cedimenti comunque inferiori ai 4 cm.

In conclusione, i risultati delle analisi geologiche e delle verifiche sismiche confermano la fattibilità delPUA S11 e non precludono lo sviluppo urbano, oltre che delle nuove viabilità, come previsto nella Schedad’ambito del POC4d.

Rumore

Zona A: dai rilievi effettuati nelle 24 ore, si è verificata la compatibilità dell’area di progetto ai limitinormativi.

Zona B: in tale area non sono previsti interventi, ma l’analisi della stessa si è resa necessaria al fine diricavare i dati di input per la modellazione acustica della ZONA C.

Zona C: a seguito dell’elaborazione del modello di propagazione si è individuata la necessità di realizzareuna barriera al rumore al fine di garantire il rispetto dei valori della classe III, sia alle abitazioni esistenti chea quelle di progetto.

Mobilità

I dati di flusso di traffico tabellati e rilevati in sito determinano un quadro conoscitivo dello stato attualeche evidenzia la presenza di spostamenti ridotti e locali per quanto attiene le strade di quartiere, ed unmaggior flusso sulla via Cella, prima strada comunale poi provinciale, quale arteria di collegamento ai paesiposti a sud di Madonna dell’Albero, quali S.Stefano, Carraie ecc.

L’attuazione del nuovo insediamento CoS11 determinerà sicuramente un aumento dei flussi, ipotizzaticalcolando il numero dei nuovi a.c.i. (abitanti convenzionali insediabili).

In funzione della Suc realizzabile, il comparto comporterà un aumento di carico urbanistico pari a circa740 a.c.i. Considerando come ipotesi di mobilità il 50% di detto numero, avremo un aumento di veicolidovuti alla nuovo insediamento di circa 400.

Ipotizzando che l’80% di tali mezzi sia diretto verso Ravenna per problemi di mobilità dovutaall’occupazione, i mezzi leggeri in aumento saranno circa 320 negli orari di punta, e quindi di 320 veicoli/h.

Dalle analisi del traffico eseguite ed evidenziate nello stato di fatto, il numero maggiore di veicoli checircolano nelle ore di punta diretti da Madonna dell’Albero verso Ravenna risulta essere attualmente di311 veicoli/h.

Aria

Ad oggi non si ravvisano particolari criticità nonostante la presenza della S.S.16 che apporta unimportante carico inquinante; probabilmente la presenza di un tessuto urbano diffuso in cui le aree verdi

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occupano una parte considerevole del centro di frangia contribuisce a ridurre il la concentrazione diparticolato nell’aria.

Rifiuti

Il nuovo insediamento comporta un aumento del carico urbanistico dovuto alle nuove aree residenziali ecommerciali di progetto. Il numero degli abitanti convenzionali insediabili risultanti dal calcolo dellasuperficie utile complessiva è pari a 740 circa.

La conseguenza dell’aumento del consumo del suolo provoca inevitabilmente un aumento dellaproduzione di rifiuti, sia solidi che liquidi.

Componente energia

Dall’analisi degli agenti fisici, legati in particolare agli aspetti bioclimatici, sono stati rilevati alcunielementi da potenziare e da mitigare nel progetto dell’insediamento:

la presenza di alcune ostruzioni al soleggiamento invernale dovute all’edificato prospiciente l’area dicomparto e di rada vegetazione sempreverde a margine dell’area riduce per alcune porzioni ilpotenziale sfruttamento passivo degli apporti gratuiti invernali, nonché l’utilizzo di sistemi solari attiviquali fotovoltaico e/o solare termico;

la presenza di filare ad alto fusto a foglia caduca nell’area del comparto è inoltre ostruzione alsoleggiamento estivo per alcune aree, questo favorisce la riduzione del surriscaldamento sia per glispazi aperti sia per i fronti dell’edificato;

in relazione all’individuazione della direzione e intensità dei venti prevalenti estivi e invernali, si èrilevata l’assenza in sito di ostruzioni al vento prevalente invernale da ovest, nord-ovest, ossia dall’areaagricola e dal fiume Ronco, si può tendere a migliorare il confort degli spazi aperti ed edifici mediantebarriere verdi;

mediante elaborazione del software Weather Tool di Autodesk Ecotect Analysis 2011, date lecaratteristiche del clima di bacino, sono state individuate alcune strategie passive applicabili, al fine delmigliore inserimento sito-involucro e del raggiungimento di un buon livello di confort ambientale, siaper l’edificato, sia per gli spazi aperti tra cui: corretta ventilazione diurna e notturna durante il periodoestivo, strategie di raffrescamento passivo, utilizzo di massa termica, oltre a orientamento favorevole,sistema involucro ad alto isolamento sia per le parti opache sia per quelle trasparenti, schermaturesolari.

Componente elettromagnetismo

All’interno dell’area di comparto non si rilevano linee elettriche AT e MT né cabine di trasformazione.

Non sono presenti antenne all’interno dell’area di comparto; le antenne rilevabili in prossimità delcomparto (antenna W-RA062; antenna T-RA74 ) sono a distanza superiore di 200m.

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4 OBIETTIVI DEL PIANO

Il progetto per il Piano Urbanistico Attuativo del comparto S11 si configura come completamento delmargine sud-ovest del centro di frangia di Madonna dell’Albero e in quanto tale deve stabilire una relazionesignificativa con lo spazio rurale circostante, mediante la definizione di un sistema di aree verdi integratealla residenza, che segnino il graduale passaggio dallo spazio costruito allo spazio aperto del paesaggiorurale; inoltre l’ambito concorre alla riqualificazione complessiva del centro di Madonna dell’Albero.

Il progetto urbanistico, così come quello del verde e degli spazi aperti, si sviluppa al fine di perseguirechiari obiettivi di qualità urbana e ambientale mediante un approccio progettuale mirato alla sostenibilità.

L’area oggetto di PUA ha un’estensione territoriale pari a 126.447 mq con una capacità edificatoria (Suc)determinata dalla scheda di POC, pari a circa 22.339 mq, di cui 20.949 mq adibiti alla residenza, 1.390 mqdestinati al terziario; sono previsti circa 300 alloggi e 745 abitanti convenzionali insediabili.

La gradualità del passaggio dal fronte costruito del centro urbano, allo spazio agricolo, è stata una dellecaratteristiche che hanno definito molte delle scelte e strategie sia dell’insediamento urbano che dellagerarchia dello spazio verde.

Il processo progettuale che ha portato alla definizione della proposta di PUA Generale nasce da unaattenta caratterizzazione del sito oggetto di intervento, sia per quanto riguarda gli “agenti fisici” sia perquanto attiene ai “fattori ambientali” per i quali si è fatto riferimento alle normative vigenti e allaelaborazione delle relazioni specialistiche. La lettura delle criticità e potenzialità rilevate dall’analisi di sitoriserva inoltre un particolare approfondimento relativo alle componenti legate al paesaggio e agli aspettistorico - tipologici, nonché alle tematiche di connessione e servizi, proprio per meglio definire strategieprogettuali anche microclimatiche mirate al raggiungimento del migliore inserimento dell’insediamento nelcontesto.

La progettazione paesaggistica ha inoltre assunto un ruolo fondamentale all’interno dello sviluppo delcomparto, sia come elemento di sostenibilità, sia come strumento di connessione capillare delle diversearee. La dorsale verde strutturata per la proposta di PUA è divenuta elemento chiave in collaborazione conla dorsale dei servizi e con i percorsi (definiti anche come “strade verdi”) che dall’esterno, attraverso lelottizzazioni, vengono attratti verso i parchi esistenti nel cuore di Madonna dell’Albero.

L’integrazione del sistema del verde con le strade urbane e le lottizzazioni ha prodotto un progettounitario che dialoga fra costruito e campagna, fra strada verde e strada urbana, creando il passaggiograduale tra contesto urbano e spazio agricolo, una cerniera che cerca di far dialogare queste due realtàattraverso un compromesso progettuale equilibrato.

Il progetto parte quindi da semplici punti che racchiudono le basi del ragionamento descritto:

Riqualificazione di spazi urbani con interventi di qualità, che possono essere identificati nellacompresenza e nell’unione fra sistema urbano (nuovi interventi di lottizzazione), connessioni e spaziverdi;

Realizzazione della circuitazione e della fascia di filtro, elemento di unione fra nuova urbanizzazionee progetto del verde;

Interventi sugli scoli consortili, opere per la messa in sicurezza idraulica del comparto;

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Valorizzazione commerciale dell’asse di Via Cella, che insieme alla dorsale verde identificano elocalizzano il polo commerciale di progetto;

Valorizzazione dei segni del territorio, nello specifico il viale di tigli viene utilizzato come principiogeneratore delle strade verdi e dei percorsi ciclo-pedonali.

4.1 ANALISI DELLE SCELTE STRATEGICHE DI PIANO

Il processo di progettazione ha avuto come obiettivi primari la sostenibilità ambientale e l’attenzione peril contesto in cui i nuovi interventi di urbanizzazione si verranno ad inserire e ruolo fondamentale è statosvolto dalla fase di analisi che ha contribuito in maniera sostanziale a definire le scelte progettuali.

Il progetto ambientale e urbanistico del nuovo comparto di Madonna dell’Albero, dei suoi servizi e delrelativo insediamento residenziale, nasce da pochi e semplici principi generali che cercano di rispondere inmaniera adeguata ad alcune questioni di disegno del territorio ravennate e, in particolare, a prescrizioni eprestazioni di valenza paesaggistica riportate nelle schede d’Ambito del POC4d e del POC9.

RIQUALIFICAZIONE DEGLI SPAZI URBANI CON INTERVENTI DI QUALITÀ

L’analisi dello sviluppo storico del tessuto del centro di frangia ha portato ad alcune considerazioni chesono divenute strategie di progetto in risposta all’obiettivo di riqualificazione dello spazio urbano; inparticolare è stato rilevato il gradiente di tessuti che si attestano su via Cella, caratterizzata dalla presenza diattrezzature pubbliche comunali, edifici per attività terziarie e artigianali (concentrate verso Via Classicana)e da un tessuto residenziale a bassa densità con elevata presenza di verde (verso sud).

Il tessuto di completamento alle spalle di Via Cella ha visto il diffondersi di interventi PEEP e di tessutocaratterizzato da edifici mono-bi familiari a 1-2 piani fuori terra.

Il progetto d’intervento si pone come obiettivo la riqualificazione dello spazio urbano con interventi diqualità.

In particolare le strategie adottate si identificano come:

Completamento del tessuto esistente mediante l’adozione dello stesso principio insediativo chedifferenzia il tessuto di più recente espansione che si affaccia su Via Cella.

Il progetto riqualifica lo spazio urbano affiancando all’asse di via Cella quello della dorsale verde,che, come segno territoriale, scandisce l’urbanizzazione che la lambisce con lo stesso principiogeneratore del tessuto di via Cella.

Lungo la dorsale verde si attestano “macrolotti”, ossia “parchi privati”, in cui l’edificato è immersonel verde, con la stesso ritmo del tessuto sopracitato, mentre tra i due assi (la dorsale e la Via Cella)il completamento residenziale di progetto segue il principio del tessuto mono-bi familiare esistente.

Il sistema dell’edificato segue inoltre chiari principi di compatibilità ambientale non solovalorizzando la connessione mediante i percorsi ciclo-pedonali, ma anche ponendosi obiettivi dicorretto orientamento, esposizione, grado di compattezza, nonché utilizzo di strategie passive eattive al fine della riduzione dell’impronta ecologica degli stessi.

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Realizzazione di un margine tra tessuto esistente, tessuto di completamento e tessuto agricolo,definito “dorsale verde”, che diventa asse strutturante della rete del sistema ciclo-pedonale diprogetto.

In particolare l’insieme delle “strade verdi” definisce la continuità delle connessioni tra i piccoli spazia giardino, le aree verdi e i luoghi di relazione sia pubblici che privati presenti nel tessuto esistentecon quelli di progetto e con il più ampio sistema territoriale.

Definizione della rete dei percorsi ciclopedonali di connessione con quelli territoriali che vengonoraccordati con il Parco Fluviale dell’AVN 6 posta a nord-ovest dell’ambito e con gli altri sistemi ciclo-pedonali limitrofi, attraverso la minuta rete di percorsi interni.

REALIZZAZIONE DELLA CIRCUITAZIONE AL PAESE E DELLA FASCIA DI FILTRO ALLA VIABILITÀ – INTERVENTISUGLI SCOLI CONSORTILI ARCOBOLOGNA E MANARONE

La nuova viabilità collegherà la via 56 Martiri attraverso il sottopasso della Classicana e, attraverso unaconnessione con sistema rotatorio, permetterà l’accessibilità diretta a via F.lli Chiari.

Il progetto della viabilità permetterà anche il collegamento dell’attuale Via Cella con la nuovacircuitazione, nelle vicinanze del sottopasso, mediante un innesto a raso con obbligo di direzione. La nuovaviabilità si connetterà con quella esistente e le vie principali di progetto avranno sezione stradale idonea alpassaggio dei mezzi pubblici e saranno corredate di adeguata fascia di filtro di mitigazione acustica.

Il progetto dell’opera di mitigazione è oggetto di particolare attenzione di inserimento paesaggisticoessendo segno importante del margine verso lo spazio agricolo e verso il nuovo edificato che trova in essoun nuovo fronte verde.

La fascia vegetazionale si sviluppa su una sezione di terreno modellata al fine di ottimizzare sia l’opera dimitigazione sia la progettazione paesaggistica; essa stessa è disegnata in continuità con gli elementi dellatrama agricola, al fine di costituire una vera e propria dorsale verde su cui si innesta la trama dei tracciatigeneratori del sistema degli spazi pubblici, del verde e dei percorsi ciclo-pedonali che scandiscono il tessutocostruito della nuova espansione residenziale.

Il sistema della dorsale verde svolge la funzione di mitigazione e di filtro rispetto al nuovo asse dicircuitazione. La mitigazione è resa efficace dall’inserimento di una barriera acustica che nel tratto posto asud sarà costituita da un terrapieno alto circa 2 m che ospiterà una fitta fascia boscata, mentre nel restantetratto verrà realizzata una barriera fonoassorbente. La barriera verrà collocata a partire,approssimativamente dall’area in cui l’esistente scolo Arcobologna passa sotto la nuova strada, fino allarotonda posta in prossimità del sottopassaggio; inoltre verrà realizzato un breve tratto a protezionedell’edificio posto in prossimità della nuova rotonda su via Cella.

Il completamento del tessuto urbano di Madonna dell’Albero pone l’attenzione sull’esigenza di attuareinterventi che garantiscano la sicurezza idraulica del territorio; inoltre il canale di scolo consortileArcobologna si trova in sofferenza idraulica.

Per questi motivi è prevista la realizzazione di un nuovo ramo dello scolo Arcobologna che andrà acosteggiare l’asse di circuitazione nel tratto che lambisce il margine ovest/nord-ovest del comparto.

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In particolare l’intervento prevede la realizzazione di un nuovo tratto del canale, (lungo circa 700 m) e laconseguente “sdemanializzazione” del vecchio tracciato e la sua trasformazione in fognatura pubblica.

Inoltre sarà realizzato un incrocio che colleghi il nuovo tratto dell’Arcobologna, il suo vecchio tracciato(sia del tratto a succesivo uso fognatura bianca, sia quello che riceve le acque dalle campagne a sud) e loscolo Manarone.

E’ previsto inoltre il tombinamento di piccoli tratti del Manarone che ne consentano l’attraversamento eil raggiungimento dei lotti.

La dorsale verde “ospiterà” nel suo tratto posto sul margine ovest del comparto il sistema delle vasche dilaminazione che costituiranno un vero e proprio parco lineare servito da un percorso ciclopedonale alberatoche lo mette in connessione non solo con l’edificato esistente e di progetto, ma anche con il sistema diparchi di progetto che sorgeranno a nord e a sud dell’ambito.

VALORIZZAZIONE COMMERCIALE DELL’ASSE DI VIA CELLA

Il primo tratto della Via Cella (a nord), fino all’innesto con la via Stradello, rappresenta storicamente lalocalizzazione degli esercizi commerciali del paese e prosegue con il nuovo insediamento urbano in fase dicompletamento che prevede nuove attività commerciali attestate su una piazza.

In relazione all’obiettivo di valorizzazione dell’asse di Via Cella il progetto prevede la connessione deipercorsi ciclo-pedonali esistenti e quelli previsti lungo Via Cella, con il sistema territoriale e anche con unarete minuta di percorsi diffusa all’interno del tessuto residenziale.

La dorsale verde diventa la spina distributiva di questa rete di percorsi e strade verdi che connettono iltratto ciclo-pedonale urbano con quello territoriale mediante la realizzazione di percorsi ciclo-pedonali cheattraversano l’area di progetto e la connettono con il sistema dei piccoli giardini, dei parchi pubblici e deiservizi.

A cerniera di questa rete di percorsi segnata dalla dorsale verde e dall’asse di Via Cella, che necostituiscono le principali direttrici, si definisce uno spazio verde caratterizzato dalla presenza di un parcopubblico e un polo commerciale in continuità funzionale con l’asse dei servizi di Via Cella a nord e con lospazio verde ad ovest.

La superficie di circa 1400 mq sviluppata su un’area di circa 3.500 mq rappresenta la naturale cernieradell’asse commerciale e del sistema di percorsi territoriali, polo commerciale che diventa quindi il pretestoper la riqualificazione dell’asse di Via Cella e la valorizzazione del sistema verde che in questo puntoincontrano la loro unione formale.

VALORIZZAZIONE DEI SEGNI DEL TERRITORIO

L’impianto planimetrico del comparto si struttura come graduale passaggio dal tessuto costruitoesistente ai tracciati dello spazio agricolo.

L’insediamento è delimitato e racchiuso direttamente e indirettamente dai due assi strutturanti ilprogetto: Via Cella, con il sistema dei servizi, e la dorsale verde, parco lineare di connessione dei percorsiurbani e territoriali.

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Il comparto si adagia tra questi due margini e da essi ne viene contaminato: la dorsale verde connette ilsistema dei parchi urbani e giardini esistenti, con i nuovi parchi mediante percorsi ciclopedonali alberati,“strade verdi”, che rafforzano e valorizzano i segni del territorio.

Il principio generatore delle connessioni verdi è ben individuato dal filare di tigli esistente che partedall’innesto della dorsale su Via Cella e si connette con uno dei parchi lineari di progetto all’interno delcomparto.

L’utilizzo dello stesso principio per le connessioni ciclopedonali e in particolare per il sistema delle stradeverdi rafforza e valorizza la rilevanza paesaggistica – ambientale dei tracciati agricoli.

Il sistema delle strade verdi si configura come un vero e proprio passaggio tra la strada urbana e ladorsale verde, come un sistema di piazze allungate che lambiscono le lottizzazioni e creano spazi pubblici diqualità a diretto contatto con gli spazi privati che acquistano in questo modo valore aggiunto.

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5 ANALISI DELLE COERENZE

5.1 VERIFICA DELLE COERENZE ESTERNE

Dall’analisi del quadro di riferimento programmatico sono emerse alcune criticità di carattere ambientalecui il piano risponde in maniera esaustiva e di cui si riporta un’analisi per punti.

D.Lgs. 42/2004 “CODICE URBANI”

Il PUA di Madonna dell’Albero affronta con molta attenzione il tema dell’inserimento paesaggistico, dellacompatibilità e della sostenibilità degli interventi, partendo da un’attenta analisi dello stato di fatto cui èconseguita una progettazione responsabile.

All’interno dell’area oggetto di tutela rientrano i seguenti interventi:

Il nuovo asse di circuitazione (circa 100 m);

L’ultimo tratto del nuovo ramo dello scolo Arcobologna (circa 100 m);

Un’area di circa 6.000 mq in cui verranno eseguiti interventi di rimboschimento.

Le criticità vengono superate in quanto obiettivo principale del piano è realizzare un intervento che siintegri il più possibile con il contesto in cui si inserisce, stabilendo una relazione significativa con lo spaziorurale circostante, mediante la definizione di un sistema di aree verdi integrate alla residenza, che segnano ilgraduale passaggio dallo spazio costruito allo spazio aperto del paesaggio agricolo.

Inoltre in fase definitiva/esecutiva verrà richiesta l’autorizzazione paesaggistica per i sopradettiinterventi.

PIANO STRALCIO PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO (PSRI) – Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli

La prescrizione che caratterizza l’area rimanda all’art. 6 “Aree di potenziale allagamento” delle NTA delPSRI (Tavv. 240NE – 240SE – 241NO – 241SO “Perimetrazione aree a rischio idrogeologico del progetto divariante al Titolo II “Assetto della rete idrografica”) per cui al comma 4:

“l’Autorità di Bacino definisce con la “Direttiva per le verifiche e il conseguimento degli obiettivi disicurezza idraulica”, approvata con Delibera del Comitato Istituzionale n. 3/2 del 20/10/2003, i tiranti idricidi riferimento e fornisce indicazioni riguardo agli accorgimenti tecnico-costruttivi e ai diversi gradi di cautelada adottare in funzione dei tiranti idrici di riferimento.”

Inoltre per una piccola porzione del comparto posta in corrispondenza del sottopassaggio della S.S.16valgono gli indirizzi di cui all’articolo 10 “Distanze di rispetto dai corpi arginali”:

“(…) sono altresì consentiti i seguenti interventi a condizione che essi non aumentino sensibilmente illivello di rischio comportando significativo ostacolo al deflusso o riduzione apprezzabile della capacità diinvaso delle aree stesse e non precludano la possibilità di eliminare le cause che determinano le condizioni dirischio:

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(…)

La manutenzione, l’ampliamento o la ristrutturazione delle infrastrutture pubbliche o di interessepubblico e dei relativi manufatti di servizio riferiti a servizi essenziali e non delocalizzabili, nonché larealizzazione di nuove infrastrutture parimenti essenziali e non delocalizzabili.

I progetti relativi ai suddetti interventi dovranno essere corredati da un adeguato studio di compatibilitàidraulica che dovrà ottenere l’approvazione dell’autorità idraulica competente.”

La criticità viene superata in quanto:

Gli interventi edilizi nelle “Aree di potenziale allagamento” art.6 non sono vietati dalla normativa,così come l’eventuale realizzazione di interrati, a condizione che vi siano le condizioni di sicurezzaidraulica. In ottemperanza a queste prescrizioni e in seguito alle conclusioni desunte nella relazionetecnica “Valutazione del rischio idraulico dell’ambito S11 a Madonna dell’Albero” redatta dall’Arch.Michele Ronconi in collaborazione con l’Ing. Michele Bottarelli: “Sulla base di considerazionicondotte sulle opere di progetto, sul reticolo idrografico, sui regimi idrologici dei corsi idrici e delreticolo minore interessato, nonché sulla morfologia ed altimetria del territorio circostante, nonrisultano oggettive evidenze a supporto di uno specifico rischio idraulico per l’area oggetto diespansione. In particolare, le quote di urbanizzazione e soprattutto la presenza di un rilevatoperimetrale previsto a fini di protezione dal rumore stradale, costituiscono elementi oggettivi afavore della sicurezza idraulica non solo dell’espansione urbana, ma anche dell’abitato esistente”.

L’area che ricade all’interno delle “Distanze di rispetto dai corpi arginali” art.10 in ottemperanza aquanto prescritto dalle NTA del PSRI, non presenta interventi di carattere edilizio, ma solo edesclusivamente la realizzazione del nuovo asse di circuitazione e di un’area boscata di filtro di circa2.500 mq.

PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (P.T.C.P.) – Provincia di Ravenna

Dall’analisi del PTCP sono emerse diverse criticità a cui il Piano risponde grazie alle linee generali che locaratterizzano e che sono volte al corretto inserimento degli interventi nel contesto di riferimento.

Nello specifico le criticità vengono affrontate e superate in quanto:

Gli interventi che interessano l’area classificata come “Zone di particolare interesse paesaggisticoambientale” art.3.19 non sono di carattere edilizio, ma rispondono all’esigenza della messa insicurezza idraulica del territorio (nuovo tratto dello scolo Arcobologna) e di connessione del nuovotratto di circuitazione all’esistente sottopassaggio della S.S.16 (asse di circuitazione); inoltre gliinterventi che caratterizzano le aree adiacenti alla nuova viabilità e al canale di scolo sono volti allamitigazione degli stessi e al loro inserimento paesaggistico nel contesto di riferimento.

Il nuovo tratto dello scolo Arcobologna lambisce il “Dosso di ambito fluviale recente”; gli interventiche caratterizzano l’area posta a nord-ovest si identificano esclusivamente con nuovepiantumazioni, in ottemperanza a quanto definito al comma 4.(D) dell’art. 3.20 “Particolaridisposizioni di tutela di specifici elementi: dossi di pianura e calanchi”: “Nelle aree interessate da

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paleodossi o dossi individuati ai punti a) e b) del presente comma 2 ovvero ritenute dai Comunimeritevoli di tutela fra quelli individuati al punto c) del medesimo comma nuove previsioniurbanistiche comunali dovranno avere particolare attenzione ad orientare l’eventuale nuovaedificazione in modo da preservare:

Da ulteriori significative impermeabilizzazioni del suolo, i tratti esterni al tessuto edificatoesistente;

(…)

La realizzazione di infrastrutture, impianti e attrezzature tecnologiche a rete o puntualicomprenderà l’adozione di accorgimenti costruttivi tali da garantire una significativa funzionalitàresidua della struttura tutelata sulla quale si interviene.”

La rete ecologica individuata nella tavola 6 del PTCP individua “Filari alberati” che corrispondono alviale di accesso e al giardino di Villa Farneti. L’intervento non interessa il giardino della villa, mentreper quanto riguarda il viale, questo diventa parte integrante del disegno d’insieme e vienemantenuto divenendo elemento significativo e segno del territorio.

L’ambito del fiume Ronco viene individuato come “Fascia territoriale da potenziare o riqualificarecome corridoio ecologico primario” e, anche se non interessa direttamente l’area del comparto,questa si pone in continuità con il sistema ecologico dell’ambito fluviale.

Gli interventi che caratterizzano l’area in prossimità del Ronco sono volti ad integrare e connettere isistemi della rete ecologica, mettendo in continuità il “Filare alberato” di villa Farneti con il sistemafluviale, arricchendo le connessioni ecologiche e riducendo la frammentarietà ora esistente.

PIANO STRUTTURALE COMUNALE (PSC)

Il PUA di Madonna dell’Albero rispetta le indicazioni del Piano Strutturale Comunale e in particolar modorisponde alle criticità emerse così come descritto nei punti precedenti. Gli elementi di tutela evidenziati nelPSC sono i medesimi individuati a livello sovraordinato, in quanto:

Nella tavola G1.1 viene messo in evidenza il vincolo dettato dalla fascia di rispetto fluvialeevidenziata nei punti precedenti (vedi articoli 3.19 e 3.20 del PTCP), mentre nella tavola G2.1vengono individuate le emergenze del territorio e, in particolare, nell’area analizzata si osserva lapresenza di un filare arboreo principale in corrispondenza del viale di accesso a villa Farneti e delgiardino di pertinenza alla villa (vedi Tavola 6 “Rete ecologica” del PTCP).

Gli obiettivi del PUA sono in accordo con quelli esplicitati per il Contesto Paesistico d’area Vasta “Lacittà e il porto di Ravenna” (art. 33), in cui rientra il comparto; in particolare sono ottemperati gliobiettivi di:

Valorizzazione dell’immagine complessiva dello spazio urbano tramite la caratterizzazionepaesaggistica degli interventi;

Valorizzazione della leggibilità della struttura e morfologia urbana tramite il mantenimentoe/o miglioramento delle qualità fisico-funzionali e della visibilità delle componentisignificative e delle relazioni reciproche, e la caratterizzazione dei contesti urbani diappartenenza delle stesse componenti;

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Qualificazione delle situazioni di degrado e/o rischio paesaggistico attraverso specificiinterventi di recupero paesaggistico;

Miglioramento delle caratteristiche di visibilità condizionata, che contraddistinguonol’intero contesto a scala territoriale, tramite la formazione di percorsi e punti di percezioneprivilegiata.

La mancata corrispondenza tra il perimetro di comparto indicato nelle tavole di PSC e nelle tavole diRUE e POC è dovuta all’acquisizione successiva di terreni limitrofi da destinare al Piano UrbanisticoAttuativo di Madonna dell’Albero.

PIANO OPERATIVO COMUNALE (POC)

Il PUA di Madonna dell’Albero è derivato da un’attenta analisi del quadro di riferimento programmaticoe dello stato di fatto dei luoghi in cui si viene ad inserire, ma in particolar risponde a quanto definito nella“Scheda d’Ambito normativa dell’area oggetto di Accordo di 2° livello Co S11” e alle “Misure perl’inserimento ecologico e paesaggistico degli interventi” evidenziate nell’elaborato del POC9 specifico perl’Ambito S11 Madonna dell’Albero; inoltre tutti gli interventi sono stati pensati nel rispetto dei criteri diprogettazione urbanistica attuativa definiti dall’art. 13 delle NTA del POC, misure che verranno sviluppate inmaniera specifica nella fase definitiva/esecutiva di progetto.

Nello specifico per quanto riguarda la Scheda d’ambito normativa dell’area oggetto di accordo di 2°livello Co S11 il Piano Urbanistico Attuativo relativo al Comparto S11 – Madonna dell’Albero risponde aquanto riportato nella scheda d’ambito come segue:

OBIETTIVI:

Viene presentato il progetto del nuovo asse di circuitazione al paese e dellariqualificazione degli spazi urbani;

La realizzazione del nuovo polo commerciale in prossimità della Via Cella contribuisce aduna valorizzazione della stessa e dell’asse commerciale che viene a costituire;

Il progetto relativo al nuovo asse di circuitazione è corredato di un attento studio relativoalla fascia di filtro che lambisce la strada in cui verranno realizzate opere di qualificazionee rimboschimento atte a mitigare l’impatto della viabilità, non solo dal punto di vistaacustico, ma anche visivo.

USI E DATI QUANTITATIVI:

Le destinazioni dei lotti che costituiscono il Comparto S11 comprendono residenza eservizi alla residenza, commerciale (esercizi di vicinato), artigianato di servizio alla personae servizi privati di interesse pubblico così come indicato nella scheda d’ambito.

L’accordo di II° livello prevedeva un Superficie Territoriale (ST) di Comparto di 125.340 mq,ma a causa di piccole variazioni delle superfici reali rispetto a quelle catastali edell’inserimento all’interno del perimetro di PUA di un’area di circa 400 mq incorrispondenza della nuova rotatoria posta in prossimità della S.S.16, la ST complessiva èpari a 126.447 mq , con una differenza di 1.107 mq.

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CRITICITÀ:

Le criticità relative alla difficoltà di scolo delle acque bianche e l’insufficienza della portatadell’idrovora di Fosso Ghiaia, in accordo con il Consorzio di Bonifica, non avverràattraverso un sovradimensionamento della vasche di laminazione, ma con ilpotenziamento dell’idrovora di Fosso Ghiaia attraverso l’acquisto di nuove pompeidrovore.

È prevista la realizzazione di un nuovo ramo dello scolo Arcobologna che andrà acosteggiare l’asse di circuitazione nel tratto che lambisce il margine ovest/nord-ovest delcomparto. In particolare l’intervento prevede la realizzazione di un nuovo tratto delcanale, (lungo circa 700 m) e la conseguente “sdemanializzazione” del vecchio tracciato ela sua trasformazione in fognatura pubblica.

Inoltre sarà realizzato un incrocio che colleghi il nuovo tratto dell’Arcobologna, il suovecchio tracciato (sia del tratto a succesivo uso fognatura bianca, sia quello che riceve leacque dalle campagne a sud) e lo scolo Manarone.

Il tracciato della nuova viabilità non interferisce con le proprietà limitrofe non compresenel comparto, anzi è prevista, per garantire un’adeguata mitigazione acustica,l’installazione di barriere fonoassorbenti lungo il nuovo asse di circuitazione incorrispondenza dell’edificio posto in prossimità della rotatoria di progetto posta sulla ViaCella. Inoltre si assicura l’accesso all’agriturismo posto lungo il margine ovest del compartoattraverso la rotonda posta lungo l’asse di circuitazione.

PRESCRIZIONI / PRESTAZIONI:

Per quanto riguarda le “Prescrizioni generali e specifiche” sono state rispettate le indicazioniriportate nella scheda d’ambito del comparto (vedi capitolo 2.4.4 POC – Piano OperativoComunale, in cui si richiamano tutti i punti relativi alle prescrizioni).

Il PUA di Madonna dell’Albero risponde a quanto definito nel POC.9 “Misure per l’inserimentoecologico e paesaggistico degli interventi degli Ambiti per la definizione della pianificazioneattuativa” (Prestazioni di valenza ambientale paesaggistica della scheda d’ambito), come segue:

o Particolare attenzione è stata posta nel disegno della rete degli spazi pubblici enella configurazione delle aree verdi di pertinenza degli edifici in relazione alsistema delle aree verdi interne ed esterne all’Ambito, cercando di mettere incontinuità l’esistente e gli interventi di progetto attraverso la dorsale verde e una“maglia di strade verdi” che innervano tutto il progetto.

o La riqualificazione di Via Cella è già stata avviata attraverso l’adeguamento dellaviabilità, dei percorsi ciclo – pedonali e nella realizzazione di una piazza all’incrociotra questa e la Via Stradello; il completamento dell’opera di valorizzazione è laprevisione di un polo commerciale come elemento di testata e qualificazione diquesto asse commerciale.

o Il centro commerciale risponde inoltre a criteri di sostenibilità curando in particolarmodo la progettazione degli spazi verdi di pertinenza e della copertura che siipotizza come “tetto verde”.

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o Il margine urbano rivolto verso gli argini del Ronco e lo spazio agricolo trovaun’adeguata definizione del rapporto urbano/rurale attraverso la fascia verde difiltro posta lungo la viabilità di circuitazione.

o Il nuovo asse di circuitazione prevede un’opera di mitigazione visiva ed acustica checorrisponde alla fascia verde di filtro che lo lambisce lungo tutto il suo tratto; questadorsale verde trova un unico punto di discontinuità in corrispondenza della rotondaposta in prossimità del sottopassaggio della Via Classicana, aprendo un varco divisuale verso il tessuto agricolo e l’ambito fluviale del Ronco.

o Il progetto delle nuove lottizzazioni prevede un impianto planimetrico in continuitàe assimilabile al tessuto esistente. Lungo la dorsale verde si attestano “macrolotti”,ossia “parchi privati”, in cui l’edificato è immerso nel verde con la stesso ritmo deltessuto urbano che attualmente si affaccia su Via Cella, mentre il completamentoresidenziale che interessa le aree più vicine alla Via Classicana segue il principio deltessuto mono-bi familiare esistente.

o Le nuove lottizzazioni si integrano con il sistema del verde (esistente e di progetto)grazie ad una “maglia di strade verdi” che innerva l’area di intervento e collega traloro la dorsale, i parchi e il verde privato, mediando il rapporto tra tessutiresidenziali e il sistema dei parchi.

o Il sistema dell’edificato segue inoltre chiari principi di compatibilità ambientale nonsolo valorizzando la connessione mediante i percorsi ciclo-pedonali, ma ancheponendosi obiettivi di corretto orientamento, esposizione, grado di compattezza,nonché utilizzo di strategie passive e attive al fine della riduzione dell’improntaecologica degli stessi.

TEMPI D’ATTUAZIONE / STRALCI: L’attuazione avverrà mediante un unico Stralcio Attuativo,suddiviso in due attuazioni temporali, una di primo e una di secondo POC. Le opere pubblicheoggetto di accordo verranno completate all’interno del primo POC.

5.2 COERENZA TRA LE SCELTE STRATEGICHE DEL PIANO E LE CRITICITÀ AMBIENTALI

Le Scelte Strategiche del Piano non interferiscono con le criticità ambientali e territoriali individuate conl’Analisi dello Stato di Fatto, non essendo previste attività che possano provocare un aggravio dellecondizioni attuali, anzi, in alcuni casi gli interventi previsti dal PUA di Madonna dell’Albero influisconopositivamente sulle componenti ambientali.

Paesaggio ed ecosistemi

Le osservazioni sull’analisi del sito e sul carattere dei luoghi, la valutazione degli obiettivi e le prescrizionidedotte dai piani territoriali comunali, assieme all’evoluzione delle attività agricole, hanno portato ad unariflessione generale sul territorio individuando scelte progettuali che si adattano in modo ottimale allesingole realtà esistenti nell’area di intervento, mantenendo un collegamento diretto con le indicazioni di

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piano per le strategie di valorizzazione territoriale, cercando di creare un equilibrio tra le componentiambientali, economiche e sociali.

Il problema generato dalla presenza di un importante sistema infrastrutturale non può essere risolto senon, in minima parte, attraverso la progettazione di una fascia di filtro e mitigazione che si identifica con ilparco previsto in adiacenza alla Via Classicana.

La realizzazione del nuovo asse di circuitazione determina una rettificazione dei margini del tessutourbano, cosa che dal punto di vista ecologico rappresenta una nuova cesura nel territorio, ma l’associazionedi una fascia di mitigazione e filtro e di un sistema di nuovi parchi parallelamente alla nuova viabilitàgenererà un nuovo corridoio ecologico che si andrà a connettere a nord del comparto con il sistema fluvialee il parco di previsione in corrispondenza della Avn6.

Verde Urbano

Ad oggi le dotazioni di verde per abitante, la qualità e la fruibilità delle aree verdi di Madonnadell’Albero, risultano abbastanza buone e gli interventi che interessano il Piano vanno ad implementarequesti elementi; obiettivo principale del progetto paesaggistico sta nel mettere a sistema realtà cheattualmente vivono indipendentemente creando delle vere e proprie connessioni “verdi” tra le parti.

Il verde genera relazioni di continuità tra sistema naturale e aree attrezzate, dando vigore alla rete dipercorsi agrari e fluviali, in stretta relazione con il sistema dei percorsi pedonali e ciclabili integrati al disegnodel verde.

Acque superficiali e sotterranee

Lo stato di sofferenza idraulica del tratto dello Scolo Arcobologna che attraversa Madonna dell’Albero èsuperato attraverso la realizzazione di un nuovo ramo che costeggerà la nuova viabilità di circuitazione adovest del paese; la lunghezza totale dell’opera sarà di circa 700 m e avrà sezione trapezoidale con leseguenti caratteristiche geometriche: larghezza base 1m, larghezza bocca 3,90 – 5,60 m, altezza sezione 1,2– 1,5 m, con un tirante idraulico di 0,9 m (“Relazione e progetto Nuovo Arcobologna” redatto dall’IngegnereRaffaella Lombardi).

Il tratto di scolo interrato attualmente presente, che attraversa l’abitato da Nord/Nord-Est a Sud/Sud-Ovest andrà ad assumere il ruolo di fognatura bianca o mista sfiorata e verrà sdemanializzato.

Strategica risulta la funzione dei rilevati previsti per il controllo del clima acustico nell’espansione urbanae disposti parallelamente alla nuova viabilità in quanto la sommità del dosso di supporto della barrieraacustica artificiale è progettata a +3.60 m slm, mentre quella del rilevato con barriera acustica vegetale a+4.60 m slm; poiché sussiste una evidente continuità costruttiva tra i due rilevati, ne consegue un’efficacefunzione di protezione idraulica per “cinturazione” del comparto urbano.

L’azione complessiva attuata dai rilevati previsti per le opere di mitigazione acustica e per la realizzazionedella pista ciclabile rappresenta quindi quella di una valida e strutturata protezione idraulica, non solo per ilnuovo comparto, ma per tutta l’area residenziale compresa tra Via Cella e la nuova viabilità. (Si rimanda allaRelazione tecnica “Valutazione del rischio idraulico dell’ambito S11 a Madonna dell’Albero” redattadall’Arch. Michele Ronconi in collaborazione con l’Ing. Michele Bottarelli)

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Inoltre un corretto utilizzo del suolo, che prevede la presenza di aree permeabili di superficie maggiorerispetto ai minimi standard previsti dalle norme di POC, riduce sensibilmente la portata delle acquemeteoriche che verranno comunque convogliate in un sistema di vasche a garanzia del rispetto del principiodell’invarianza idraulica dell’espansione urbanistica prevista, collocate lungo il margine residenziale postoad ovest, prima della loro immissione nello scolo consorziale Manarone.

Rumore

Dai rilievi effettuati e a seguito dell’elaborazione del modello di propagazione (si rimanda all’elaborato“Analisi previsionale di impatto acustico” redatto dallo studio Biagiotti Martinelli) è stata verificata lacompatibilità del progetto ai limiti normativi, grazie alla mitigazione acustica resa efficace dall’inserimentodi una barriera acustica che nel tratto posto a sud è costituita da un terrapieno alto circa 2 m che ospita unafitta fascia boscata, mentre nel restante tratto verrà realizzata una barriera fonoassorbente alta 2,4 m;questa verrà collocata a partire, approssimativamente, dall’area in cui l’esistente scolo Arcobologna passasotto la nuova strada, fino alla rotonda posta in prossimità del sottopassaggio, inoltre verrà realizzato unbreve tratto a protezione dell’edificio esterno al Comparto.

Mobilità

Dall’analisi dei dati di flusso (si rimanda all’elaborato “Studio di impatto sulla mobilità” redatto dallostudio Biagiotti Martinelli), l’attuazione del nuovo insediamento CoS11 porterà sicuramente ad un aumentodei flussi di traffico.

A tal proposito il Piano propone il potenziamento delle rete ciclo-pedonale e delle dotazioni di verde.

Inoltre la nuova strada di circuitazione è stata concepita per poter ridurre il traffico veicolare, soprattuttonei momenti più significativi della giornata lavorativa, lungo il tracciato della Via Cella nella parte interessatadalla frazione di Madonna dell’Albero.

Aria

L’opera pubblica di rilevante interesse per la comunità locale è rappresentata dalla nuova strada dicircuitazione che collega il sottopasso veicolare di via Classicana con via Cella. La localizzazione di tale operaera stata prevista dagli strumenti di pianificazione sin dal 1983 (indicata nella tav. 55 del PRG ’83).

Lo scopo è quello di alleggerire il traffico extraurbano che attraversa il paese per raggiungere le localitàsituate lungo la via Cella a sud , come Carraie e S. Stefano, spostando parte dei flussi sulla nuova strada dicircuitazione: la via Cella e la nuova viabilità saranno interessate anche da flussi derivanti dall’aumento degliabitanti insediati, in numero pari a circa 750 nelle nuove zone di espansione urbana.

Le criticità da risolvere si possono riassumere in:

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Aumento del livello di inquinante nell’aria, dovuto alle emissione di PM10, Nox e CO legate altraffico;

Aumento degli impianti di riscaldamento/raffrescamento nelle nuove aree urbane e relativeemissioni in atmosfera;

Eventuali emissioni di sostanze inquinanti nella costruzione dei nuovi edifici e relativi impiantitecnologici.

Il progetto di PUA Generale, in linea con le indicazioni del Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria(PRQA), si pone l’obiettivo di risolvere le criticità denunciate come segue:

Alleggerimento del traffico veicolare, mediante progettazione di piste ciclo-pedonali che colleganotutte le aree (verdi e non) previste nel nuovo comparto, oltre che, dove possibile, le aree verdiesistenti all’interno di Madonna dell’Albero: la progettazione delle piste ciclabili è stata studiata conparticolare attenzione, poiché la località ne risulta totalmente sprovvista.

La nuova strada di circuitazione, definita per caratteristiche geometriche ai sensi del DM05/11/2001 “strada extraurbana di categoria C2”, trovandosi all’interno della delimitazione delcentro abitato di Madonna dell’Albero, verrà considerata come strada urbana, con limite di velocitàpari a 60 km/h. La stessa, in adiacenza alla corsia posta a est, sarà delimitata da una fascia a verde difiltro della larghezza minima di 20 m, a confine con aree già urbanizzate e con le nuove zone diespansione residenziale. La fascia di verde, in parte mossa da terrapieno, sarà completamentepiantumata con essenze arboree sempreverdi, e cespugli di vario tipo. Il filtro “verde” fungerà dalimitatore per la diffusione delle polveri sottili, oltre che da barriera acustica naturale.

I nodi di intersezione della nuova strada di circuitazione sono stati risolti con l’inserimento dirotatorie, per un flusso più scorrevole e meno discontinuo del traffico veicolare.

Per le nuove zone di espansione residenziale a confine con la dorsale verde, la normativa diprogetto impone la realizzazione di edifici con ampia superficie scoperta a verde privato,prevedendo anche la quantità di essenze arboree minima per lotto.

Per quanto riguarda la qualità degli edifici di futura progettazione, il progetto prevede l’utilizzo dimateriali biocompatibili, e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili alternative rispetto ai sistemitradizionali, quali pannelli solari e/o fotovoltaici, geotermia, che consentano di ridurre il piùpossibile le emissioni di sostanze inquinanti.

L’aumento del livello di traffico che porterà ad un aumento delle emissioni in atmosfera, inparticolare CO e PM10 in effetti sarà dovuto ad uno “spostamento” di circolazione dall’attuale viaCella alla nuova strada di circuitazione, e da un aumento del numero dei veicoli in relazione allenuove aree residenziali; tale incremento, per le considerazioni sopra esposte, si ritiene che nonpossa superare i valori massimi ammessi dal D.Lgs 155/2010.

Rifiuti

Il nuovo insediamento comporta un aumento del carico urbanistico dovuto alle nuove aree residenziali ecommerciali di progetto. Il numero degli abitanti convenzionali insediabili risultanti dal calcolo dellasuperficie utile complessiva è pari a 750 circa.

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La conseguenza dell’aumento del consumo del suolo provoca inevitabilmente un aumento dellaproduzione di rifiuti, sia solidi che liquidi.

Il progetto prevede, per le nuove aree insediate, lo sdoppiamento delle nuove reti di fognatura, inbianche (meteoriche) e nere.

In fase di progettazione definitiva/esecutiva verranno definiti spazi idonei per la collocazione delle isoleecologiche per la raccolta differenziata.

Componente energia

In relazione alle indicazioni emerse dall’Analisi dello stato di fatto si sono individuati i principali obiettivie linee guida del progetto ecocompatibile, nonché le principali strategie microclimatiche, legate al miglioreinserimento dell’insediamento nel contesto (layout di impianto).

Le scelte dell’impianto tendono a favorire l’integrazione del sistema sito-involucro per ridurre ifabbisogni energetici in termini di riscaldamento, raffrescamento e illuminazione.

Lo schema dell’insediamento, a livello di PUA generale, porterà a recuperare in forma passiva partedell’energia necessaria ai diversi usi finali.

Nello specifico sono definite le seguenti strategie passive:

sono stati scelti orientamenti a maggior guadagno solare invernale (per aumentare gli apportigratuiti) e in particolare il layout delle strade e dei lotti è stato definito per favorire, nel caso in cuinon sia stabilita la continuità col tessuto esistente, l’allineamento dell’asse della direttrice principaledegli edifici tra i 15° SO e i 45° SE.

sono privilegiate forme compatte per l’edificato, non limitando la varietà tipologica e la relazione coltessuto esistente.

è stato verificato il diritto al sole degli edifici durante la giornata del 21 dicembre, su un’ipotesi dilayout dell’edificato, così come individuato nell’elaborato “Analisi di sito” redatto dallo studio 1x1architettura. Sono state definite distanze tra essi tali da favorire, compatibilmente con le esigenzeurbanistiche, gli apporti gratuiti invernali facendo attenzione che l’edificato più alto non divenisseostruzione per parte del restante edificato di progetto.

è stato verificato, su un’ipotesi di layout dell’edificato, mediante utilizzo di assonometrie solari e“viste dal sole”, l’accesso al sole per tutto il giorno per tutte le coperture (al momentoschematizzate piane) dell’edificato dove si ipotizza fin da ora la messa in opera di impianti solari, esono rilevate alcune criticità dovute alle ostruzioni della vegetazione: in PUA stralcio si presteràattenzione puntuale nell’alloggiamento degli eventuali sistemi solari ubicati in copertura.

la dorsale verde prevista a filtro della nuova circuitazione favorisce la protezione per le principaliaree aperte esterne ai venti prevalenti invernali.

la vegetazione esistente e le aree verdi previste favoriscono mediante il processo evapotraspirativol’ostruzione al sole estivo per le aree aperte e per le residenze, la riduzione del fabbisognoenergetico in termini di raffrescamento.

Le strategie passive sopra evidenziate contribuiscono alla riduzione del fabbisogno energetico globaledell’insediamento insieme alle principali scelte dal punto di vista tecnologico e impiantistico proposte:

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utilizzo di materiali ad elevato isolamento termico sia per le componenti opache sia per quelletrasparenti, utilizzo di schermature solari al fine di garantire anche, fermo restando il rispetto delRequisito Cogente 6.1.1 del RUE 5.2.1, l’indice di prestazione energetica per la climatizzazioneinvernale (Epi) degli edifici, non superiore a 60 kWh/m² anno;

utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e di sistemi impiantistici ad alta efficienza; in particolaresaranno installati prevalentemente pannelli solari termici e fotovoltaici sulle coperture degli edifici.

In fase di PUA stralcio saranno approfondite le tematiche relative alla tipologia dell’edificato, del suolayout interno e dell’involucro, che permettono di verificare il rispetto dell’Epi stabilito, le cui applicazioniavverranno a livello di progettazione degli edifici.

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6 VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DEL PIANO

6.1 STIMA QUALI/QUANTITATIVA DEGLI EFFETTI DEL PIANO SULLE PRINCIPALI COMPONENTI AMBIENTALI E TERRITORIALI

Per effettuare un’analisi complessiva dei possibili effetti del PUA sulle varie componenti ambientali si ècostruita una “Matrice per la Stima degli Impatti” che ha permesso di dare un valore all’effetto che ognitipologia di intervento ha su determinati “Settori ambientali territoriali sensibili”, sulla base di precisi “Criteridi sostenibilità e valutazione”.

La significatività dell’effetto che un intervento può assumere, rispetto a dette componenti, può averevalenza positiva, negativa o nulla secondo la seguente scala di valori:

Positivo molto rilevante;

Positivo rilevante;

Positivo;

Nessuna interazione;

Negativo moderato;

Negativo rilevante.

Studiando l’impatto dei singoli interventi sulle componenti territoriali sensibili è possibile individuare lecriticità che dovranno essere oggetto di approfondimento progettuale in fase definitiva/esecutiva.

Riqualificazione degli spazi urbani con interventi di qualità

Gli interventi che caratterizzano questa parte del piano possono essere raggruppati in:

Edificato;

Parcheggi;

Viabilità interna;

“Strade verdi”;

Verde privato;

Parchi urbani, in cui si distinguono:

o Fasce boscate / Rimboschimenti / Filari;

o Prati;

o Percorsi ciclo-pedonali semipermeabili.

Dall’analisi della matrice si possono assumere le seguenti conclusioni relativamente all’impatto chel’intervento avrà sulle componenti territoriali sensibili individuate.

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Clima e atmosfera

Le emissioni inquinanti e climalteranti derivano principalmente dal traffico veicolare e in manierameno rilevante dal nuovo comparto residenziale in quanto particolare cura è stata rivolta allaprogettazione ed all’orientamento degli edifici nel rispetto delle considerazioni emerse dall’analisi disito. L’edificato influisce in misura minore sulle emissioni inquinanti e climalteranti in quanto sonostati predisposti l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e politiche di risparmio energetico.

L’impatto negativo su tali componenti sono compensati, in parte, dal verde di pertinenza delcomparto residenziale e dalla predisposizione di una serie di “strade verdi” che attraverso l’utilizzodi pavimentazioni semipermeabili e la piantumazione diffusa di nuove alberature costituiscono unamaglia di percorsi minori che connettono le diverse parti del comparto stesso.

Ultima, ma non meno importante, è l’azione svolta dai nuovi parchi urbani che vengono a costituiredei veri e propri “polmoni verdi” per Madonna dell’Albero.

Tutela del territorio e del paesaggio

L’intervento comporta un aumento della pressione antropica sui sistemi naturali ed interferiscenegativamente con il paesaggio naturale che caratterizza il sito; questo impatto negativo ècompensato in maniera abbastanza rilevante dalla realizzazione di un tessuto urbano a bassadensità, dall’associazione del filare al sistema viabilistico e dalla predisposizione e progettazione diampie aree verdi di natura pubblica (nuovi parchi) e privata /verde di pertinenza degli edifici).

Inoltre è stata posta particolare attenzione ai “segni” del territorio tutelandoli, conservandoli edando loro un’impronta significativa nel piano; ad esempio, il filare di tigli che affianca la strada diaccesso a villa Farneti viene mantenuto e valorizzato come segno distintivo del progetto.

Qualità dell’ambiente urbano

Rilevante in modo positivo l’effetto degli interventi sulla qualità dell’ambiente urbano, che sono inlinea con gli obiettivi di favorire la compattezza dello sviluppo urbano, il riequilibrio delle dotazioniterritoriali e migliorare l’accessibilità al verde pubblico. La realizzazione delle aree verdi riduce glieffetti delle emissioni inquinanti e del rumore prodotto dal traffico veicolare esistente e quello dinuova realizzazione.

Permane comunque un effetto negativo relativo alla viabilità interna in quanto l’insediamentocomporterà un aumento delle esigenze di mobilità verso i centri vicini e la città da parte dei nuoviabitanti di Madonna dell’Albero, compensato in parte dall’incremento della portata veicolarerealizzato tramite la nuova circuitazione.

Prelievo e tutela delle risorse e produzione dei rifiuti

L’effetto negativo più rilevante è dato dal consumo di risorse, per la fase realizzativa (fontienergetiche, materiali litoidi, ferrosi, ecc.), per il consumo di suolo, per le emissioni idriche e laproduzione di rifiuti. Tuttavia il progetto prevede, per le nuove aree insediate, lo sdoppiamentodelle nuove reti di fognatura, in bianche (meteoriche) e nere ed è previsto, inoltre, il riutilizzo delleacque grigie domestiche a livello di singolo edificio. In fase di progettazione definitiva/esecutivaverranno definiti spazi idonei per la collocazione delle isole ecologiche per la raccolta differenziata.

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Realizzazione della circuitazione al paese e della fascia di filtro alla viabilità – Interventi sugliscoli consortili Arcobologna e Manarone

Gli interventi che caratterizzano questa parte del piano possono essere raggruppati in:

Asse di circuitazione;

Barriere fonoassorbenti;

Potenziamento dello scolo Arcobologna;

Tombinamento dello scolo Manarone;

Dorsale verde, in cui si distinguono:

o Percorsi ciclo-pedonali semipermeabili;

o Fasce boscate / Rimboschimenti /Filari;

o Prati;

o Vasche di laminazione.

Dall’analisi della matrice si possono assumere le seguenti conclusioni relativamente all’impatto chel’intervento avrà sulle componenti territoriali sensibili individuate.

Clima e atmosfera

L’impatto negativo è dato esclusivamente dalla nuova viabilità di circuitazione; molto importante epositivo è il ruolo svolto dalle nuove aree boscate (dorsale verde) nel contenimento delle emissioniclimalteranti, grazie alla funzione di assorbimento di CO2 esercitata dalla massa vegetale.

Tutela del territorio e del paesaggio

La realizzazione del nuovo asse di circuitazione determina una rettificazione dei margini urbani cosache, dal punto di vista ecologico, rappresenta una nuova cesura del territorio, ma l’associazione diuna fascia di mitigazione e filtro e di un sistema di nuovi parchi parallelamente alla nuova viabilità siinserisce positivamente nel contesto paesaggistico permettendo, nel complesso, l’incremento degliecosistemi e la tutela della diversità biologica, ponendo le basi per la creazione di un nuovocorridoio ecologico; questo contribuirà alla riduzione della frammentarietà delle aree naturali(sistema fluviale e aree verdi esistenti) mettendole in connessione tra loro.

Inoltre la viabilità di circuitazione e il nuovo ramo dello scolo Arcobologna sono posti in aderenza almargine di un “Dosso di ambito fluviale recente” (vedi tav. 2.13 del PTCP e tav. 055 del RUE)mantenendolo inalterato e marcandone il “segno” sul territorio.

Gli interventi di potenziamento dello scolo Arcobologna, il tombinamento del Manarone, il sistemadi vasche di laminazione e i rilevati previsti per il controllo del clima acustico nell’espansione urbanadisposti parallelamente alla nuova viabilità, influiscono in maniera molto rilevante sulla sicurezzaidraulica del territorio di Madonna dell’Albero.

Qualità dell’ambiente urbano

L’impatto negativo è dato esclusivamente dall’inquinamento di carattere atmosferico e acusticodella nuova viabilità di circuitazione, che in parte viene mitigato dalla presenza delle barrierefonoassorbenti e in parte dalla fascia verde di filtro.

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L’ambiente urbano è influenzato in maniera positiva dall’intervento della dorsale verde in quanto larealizzazione di un importante opera di rimboschimento ridurrà, non solo l’esposizione dellapopolazione all’inquinamento atmosferico, ma anche l’esposizione all’inquinamento acusticoproveniente dal nuovo asse di circuitazione, oltre ad aumentare considerevolmente la dotazione diverde del paese.

Inoltre la rete dei percorsi ciclo-pedonali è stata progettata con l’obiettivo di mettere a sistema lediverse aree verdi del paese, creando una trama “verde” che collega le diverse parti di Madonnadell’Albero al sistema fluviale e alla città di Ravenna.

Prelievo e tutela delle risorse e produzione dei rifiuti

L’effetto negativo più rilevante è dato dal consumo di risorse, per la fase realizzativa (fontienergetiche, materiali litoidi, ferrosi, ecc.), per il consumo di suolo, per le emissioni idriche e laproduzione di rifiuti, compensato in minima parte dall’opera degli elementi della dorsale cheriducono il carico inquinante recapitato ai corpi idrici e al mare.

Valorizzazione commerciale di Via Cella

Gli interventi che caratterizzano questa parte del piano possono essere raggruppati in:

Centro commerciale;

Parcheggi;

Viabilità interna;

Verde di pertinenza.

Dall’analisi della matrice si possono assumere le seguenti conclusioni relativamente all’impatto chel’intervento avrà sulle componenti territoriali sensibili individuate.

Clima e atmosfera

L’impatto maggiore si auspica sia dovuto, non tanto al centro commerciale, quanto al sistema diparcheggi e alla viabilità di collegamento allo stesso; questo perché, come per il progetto relativo ainuovi comparti residenziali, l’intervento è stato pensato nel rispetto dei criteri di sostenibilità.

Particolare cura è stata rivolta all’inserimento paesaggistico del polo commerciale, rispondendoall’impatto visivo ed energetico attraverso due espedienti: la predisposizione per un’eventualecopertura verde e la progettazione degli spazi verdi di pertinenza.

Tutela del territorio e del paesaggio

Dal punto di vista ecologico, la pressione antropica esercitata da questo intervento è notevole perquanto riguarda l’impatto di strutture e infrastrutture; lo studio rivolto all’inserimento paesaggisticodel centro commerciale attraverso strategie progettuali, come l’eventuale predisposizione di un“tetto verde” e la progettazione degli spazi esterni, contribuisce a mitigarne l’impatto negativo.

La localizzazione del polo commerciale in continuità con il sistema del verde e con la Via Cella portaad una qualificazione di quest’ultima mettendola a sistema con le aree verdi e con il paese.

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Qualità dell’ambiente urbano

Generalmente positivo l’effetto sulla qualità dell’ambiente urbano, che è in linea con gli obiettivi difavorire la compattezza dello sviluppo urbano e il riequilibrio delle dotazioni territoriali e migliorarel’accessibilità al verde pubblico.

La realizzazione degli spazi verdi di pertinenza e l’eventuale predisposizione della copertura delcentro commerciale con un “tetto verde” riduce gli effetti delle emissioni inquinanti e del rumoreprodotto dal traffico veicolare esistente e quello di nuova realizzazione.

In particolare il polo commerciale è localizzato in una posizione strategica in quanto si trovaabbastanza centralmente rispetto al paese e in continuità, non solo con Via Cella di cui diverràl’elemento di testata, ma anche con il nuovo sistema del verde da cui viene “abbracciato”.

Prelievo e tutela delle risorse e produzione dei rifiuti

L’effetto negativo più rilevante è dato dal consumo di risorse, per la fase realizzativa (fontienergetiche, materiali litoidi, ferrosi, ecc.), per il consumo di suolo, per le emissioni idriche e laproduzione di rifiuti, compensato in minima parte dall’opera degli elementi verdi checaratterizzeranno l’intervento che riducono il carico inquinante recapitato ai corpi idrici e al mare.

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7 VALUTAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

7.1 COERENZA DEL PIANO CON OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ GENERALE

Una delle finalità principali della Valutazione di Sostenibilità Ambientale e Territoriale è quella diincludere tra gli “Obiettivi del Piano” gli “Obiettivi di Sostenibilità Ambientale” ovvero obiettivi espliciti circamodalità d’uso, quantità e qualità delle risorse ambientali.

Gli obiettivi di sostenibilità ambientale interagiscono con gli “Obiettivi di Piano” orientandoefficacemente la natura di questi ultimi e le modalità del loro raggiungimento attraverso le “Azioni di Piano”ossia delle “Scelte Strategiche” che il piano comprende (vedi capitolo “Descrizione e analisi delle sceltestrategiche del piano”).

La Val.S.A.T. del PUA di Madonna dell’Albero ha derivato gli obiettivi di sostenibilità da un’attenta analisidello stato di fatto e delle criticità ambientali dell’area in cui il Piano si inserisce, prestando al contempoattenzione ai parametri fissati dalle norme e dalle politiche di livello nazionale e regionale (Strategiaambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia - Agenda 21 Italia, Piano d’azione ambientale per lo svilupposostenibile della Regione Emilia Romagna) ed a parametri e obiettivi di protezione ambientale fissati daconvenzioni e protocolli a livello internazionale o europeo.

Dal percorso sopra descritto sono stati dedotti i seguenti Obiettivi/Azioni di Sostenibilità per il PianoUrbanistico Attuativo di Madonna dell’Albero:

1. Riqualificazione degli spazi urbani con interventi di qualità;

2. Realizzazione di interventi di rimboschimento e nuove piantumazioni con specie autoctone e/oecologicamente adatte all’area, per integrare paesaggisticamente gli impianti con il contesto diriferimento e aumentare considerevolmente le superfici piantumate;

3. Progettazione di un sistema del verde che ponga in continuità le realtà del contesto di riferimentoriducendo la frammentarietà delle aree “naturali” favorendo le connessioni ecologiche;

4. Rispetto degli elementi del paesaggio attraverso la tutela e la valorizzazione degli stessi, conparticolare riguardo agli elementi del patrimonio storico-culturale;

5. Favorire il riequilibrio delle dotazioni territoriali, migliorando, di conseguenza, l’accessibilità allediverse funzioni e riducendo l’esigenza di mobilità privata;

6. Localizzazione delle nuove lottizzazioni a favore della compattezza dello sviluppo urbano;

7. Rispondenza ai criteri individuati nell’analisi di sito relativi all’assetto dei nuovi insediamenti (art.13 “Misure generali” delle NTA del POC);

8. Realizzazione di strutture edilizie con un elevato grado di isolamento termico (doppi vetri, ecc.)allo scopo di ridurre il consumo di energia nella stagione invernale e utilizzo di sistemi ditermoregolazione e controllo della temperatura;

9. Riduzione dei consumi idrici attraverso il riutilizzo parziale delle acque grigie da parte dei nuoviedifici;

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10. Rispondenza ai criteri di mitigazione del microclima e di miglioramento dl comfort termico degliinsediamenti da parte del progetto del sistema del verde prevedendo una progettazione del verdecontemporaneamente a quella degli edifici e dei parcheggi, stabilendo parametri di base ai finidella climatizzazione degli immobili e dell’ombreggiamento dei parcheggi, individuando lecaratteristiche delle alberature.

11. Progettazione dell’impianto di illuminazione esterna in ottemperanza alla L.R. 29/09/2003 n. 19“Norme in materia di riduzione dell’inquinamento luminoso e di risparmio energetico”;

12. Progettazione delle nuove lottizzazioni rispettando i criteri di protezione e risanamentodall’inquinamento acustico;

13. Progettazione del sistema infrastrutturale nel rispetto dello studio della mobilità sui nuoviinsediamenti.

7.2 COERENZA DEL PIANO CON LA NORMATIVA DI SETTORE (L.R. n. 20/2000, D.C.R. n. 173 del4 Aprile 2001)

Come descritto nel capitolo “La procedura di Val.S.A.T.”, in base alla L.R. n. 20/2000 ed alla Deliberazionedel Consiglio Regionale n. 173 del 4 Aprile 2001, un processo di Val.S.A.T. si articola nei seguenti punti:

Analisi dello Stato di Fatto: acquisire, attraverso il quadro conoscitivo, lo stato e le tendenzeevolutive dei sistemi naturali e antropici e le loro interazioni. La Val.S.A.T. del PUA di Madonnadell’Albero svolge un’attenta analisi del quadro di riferimento programmatico, dello stato di fattoe di quelle che sono le condizioni e le criticità ambientali e territoriali dell’area interessata dalPUA e più in generale dell’intero territorio comunale in cui il Piano si inserisce (vedi capitolo“Quadro di riferimento programmatico”e “Analisi dello stato di fatto”).

Definizione degli Obiettivi: assumere gli obiettivi di sostenibilità ambientale, territoriale e sociale,di salubrità e sicurezza, di qualificazione paesaggistica e di protezione ambientale stabiliti dallanormativa e dalla pianificazione sovraordinata, nonché gli obiettivi e le scelte strategichefondamentali che si intendono perseguire con il piano. La Val.S.A.T. del PUA di Madonnadell’Albero ha derivato gli obiettivi di sostenibilità da un’attenta analisi dello stato di fatto e dellecriticità ambientali dell’area in cui il Piano si inserisce, prestando al contempo attenzione allenorme che regolamentano la tutela ambientale ed agli accordi nazionale ed internazionali sullosviluppo sostenibile. La Val.S.A.T. ha inoltre verificato la coerenza delle scelte strategiche del pianoin funzione delle criticità emerse dall’analisi del quadro di riferimento programmatico e dellostato di fatto dei luoghi e delle componenti del paesaggio.

Individuazione degli Effetti del Piano: valutare, anche attraverso modelli di simulazione, gli effettisia delle politiche di salvaguardia sia degli interventi significativi di trasformazione del territorioprevisti dal piano, tenendo conto delle possibili alternative. Attraverso la costruzione di unaMatrice per la Stima degli Impatti, si è cercato con la Val.S.A.T. del PUA, di descrivere le possibiliinterazioni positive e negative con l’ambiente, permettendo di individuare i punti di maggiorecriticità del piano.

Localizzazioni Alternative e Mitigazioni: individuare le misure atte ad impedire gli eventuali effettinegativi ovvero quelle idonee a mitigare, ridurre o compensare gli impatti delle scelte di pianoritenute comunque preferibili, sulla base di una metodologia di prima valutazione dei costi e deibenefici per un confronto tra le diverse possibilità. Il progetto ha tenuto in considerazione, nonsolo le conclusioni dell’analisi del sito e le criticità emerse, ma anche quanto definito dall’accordodi II° livello; gli obiettivi di sostenibilità e di inserimento paesaggistico degli interventi hannocondizionato le linee progettuali.

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Valutazione di Sostenibilità: illustrare in una dichiarazione di sintesi le valutazioni in ordine allasostenibilità ambientale e territoriale dei contenuti dello strumento di pianificazione, conl’eventuale indicazione: delle condizioni, anche di inserimento paesaggistico, cui è subordinatal’attuazione di singole previsioni; delle misure e delle azioni funzionali al raggiungimento dellecondizioni di sostenibilità indicate, tra cui la contestuale realizzazione di interventi di mitigazione ecompensazione. In base all’analisi della Matrice per la Stima degli Impatti vengono individuate lesituazioni di criticità che possono richiedere in fase di progettazione definitiva ed esecutiva, lanecessità di attivare misure di mitigazione e compensazione, alcune delle quali vengono giàipotizzate nella presente Val.S.A.T..

Monitoraggio degli Effetti: definire gli indicatori, necessari al fine di predisporre un sistema dimonitoraggio degli effetti del piano, con riferimento agli obiettivi ivi definiti ed ai risultatiprestazionali attesi. Partendo dall’analisi della Matrice per la Stima degli Impatti, dallo studio dellaVal.S.A.T. del PSC del Comune di Ravenna e dal Rapporto sullo Stato dell’Ambiente del Comune diRavenna sono stati selezionati alcuni indicatori, utili al monitoraggio ambientale dell’area soggettaad intervento.

7.3 MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE

Le opere di mitigazione e compensazione previste dal Piano derivano dalla necessità di risolvere alcunedelle criticità emerse dall’analisi degli effetti che i diversi interventi hanno sulle componenti territorialisensibili individuate nella “Matrice per la stima degli effetti”.

Le criticità più rilevanti sono correlate alla realizzazione dei nuovi insediamenti e del nuovo sistemainfrastrutturale.

La progettazione del sistema del verde residenziale ed urbano è volto a mitigare, in parte, tali effettinegativi, grazie a diverse tipologie di intervento fra cui emergono:

Un nuovo sistema di parchi a protezione dalle emissioni inquinanti e climalteranti;

La “Dorsale verde”, che svolge la funzione di mitigazione e di filtro rispetto al nuovo asse dicircuitazione.

La mitigazione è resa efficace dall’inserimento di una barriera acustica che nel tratto posto a sudsarà costituita da un terrapieno alto circa 2 m che ospiterà una fitta fascia boscata, mentre nelrestante tratto verrà realizzata una barriera fonoassorbente . La barriera verrà collocata a partire,approssimativamente dall’area in cui l’esistente scolo Arcobologna passa sotto la nuova strada,fino alla rotonda posta in prossimità del sottopassaggio; inoltre verrà realizzato un breve tratto aprotezione dell’edificio posto in prossimità della nuova rotonda su via Cella.

Viali alberati associati alla viabilità minore (residenziale);

Realizzazione di parcheggi “verdi”;

L’eventuale predisposizione di una copertura verde per il centro commerciale.

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7.4 MONITORAGGIO

Il Monitoraggio del Piano ha lo scopo di valutare gli effetti dell’attuazione delle scelte di Piano rispettoagli obiettivi di sostenibilità ambientale. In altre parole si scelgono una serie di “Indicatori” quantificabili emisurabili nel tempo idonei a misurare gli effetti dell’attuazione del Piano sulle varie matrici ambientali.

Gli Indicatori per il monitoraggio del Piano Urbanistico Attuativo di Madonna dell’Albero sono statiricavati dalla Val.S.A.T. del RUE del Comune di Ravenna, privilegiando quegli indicatori che periodicamentepossono essere ricavati dai controlli e dai rilievi effettuati dagli enti preposti al controllo e alla salvaguardiaambientale.

Indicatori ambientali per il comparto “Clima e Atmosfera”

Energia prodotta da fonti rinnovabili;

Consumo di gas naturale complessivo;

Consumo di gas naturale procapite;

Consumo di energia elettrica complessivo;

Consumo di energia elettrica pro-capite;

Stima delle emissioni di CO2 equivalente in atmosfera;

Estensione delle superfici boscate (mq);

Numero di superamenti dei limiti di qualità dell’aria (NO2, PM10, CO, O3, SO2, Benzene).

Indicatori ambientali per il comparto “Tutela del Territorio e del Paesaggio”

Superficie zone di trasformazione in aree di vincolo idrogeologico;

Superficie Urbanizzata/Superficie biologicamente produttiva;

Superficie naturale non frammentata;

Indice SECA;

N° attività legate al turismo rurale e ambientale.

Indicatori ambientali per il comparto “Qualità dell’Ambiente Urbano”

Percentuale di popolazione con disponibilità di servizi (scuole, servizi socio sanitari, servizipubblici, .. - ECI 4);

Indice di compattezza dei centri urbani;

Percentuale di popolazione con disponibilità di verde a meno di 300 mt (ECI 4);

Verde urbano per abitante;

Verde di filtro;

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Giorni di buona qualità dell’aria (ECI 5);

Superficie di trasformazione ricadente in zone di inquinamento acustico (% di popolazioneesposta – ECI 8);

Uso del trasporto pubblico (passeggeri trasportati/anno);

Estensione rete stradale.

Indicatori ambientali per il comparto “Prelievo e Tutela delle Risorse e Produzione dei Rifiuti”

Abitazioni ricavate da ristrutturazioni/nuove abitazioni;

Consumo totale di acqua;

Efficienza di depurazione (abbattimento COD);

Abitanti serviti da rete fognaria;

Abitanti serviti da rete di depurazione;

Superficie urbanizzata/Superficie totale;

Superficie edificata;

Produzione totale di rifiuti;

Raccolta differenziata.

Gli indicatori sopra riportati permetteranno nelle varie fasi del monitoraggio di valutare eventualiincongruenze fra il trend dell’indicatore misurato ed i principi della sostenibilità ambientale. In tali casi, edin particolare nelle situazioni che comportino rischi per l’ambiente irreversibili o direttamente connessi allasalute dei cittadini, dovranno essere previste misure di mitigazione e compensazione aggiuntive rispetto aquelle indicate dalla Val.S.A.T. del PUA.

La misurazione e l’acquisizione dei dati che costituiscono gli indicatori del Piano, potrà avere una cadenzabiennale legata all’aggiornamento degli indicatori che caratterizzano la Val.S.A.T. del RUE del Comune diRavenna.

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8 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

La Val.S.A.T. del Piano Urbanistico Attuativo di Madonna dell’Albero ha come scopi principali:

valutare la compatibilità e la coerenza del Piano rispetto alle criticità ambientali e territoriali delterritorio in cui il Piano si inserisce;

identificare in via preventiva i potenziali impatti negativi delle scelte strategiche operate dal Pianoed indicare le misure atte ad impedirli ridurli o compensarli, al fine di garantire la sostenibilitàambientale e territoriale del Piano;

proporre un monitoraggio ambientale che per mezzo di opportuni indicatori permetta di verificaregli effetti del Piano.

La Val.S.A.T. del PUA ha evidenziato una grande attenzione posta verso gli elementi di valenzanaturalistica, ambientale e paesaggistica, prevedendo interventi che comportano un incremento delle areenaturali e di pregio ambientale paesaggistico, un incremento complessivo della biodiversità ed unariduzione della frammentarietà degli ecosistemi (rete ecologica, corridoi ecologici, ..), una potenzialitàaggiuntiva di assorbimento della CO2.

Il complesso degli interventi di urbanizzazione previsti determinano un impatto moderatamente negativorispetto al consumo delle risorse ambientali (acqua, suolo, risorse non rinnovabili,..) e delle emissioniinquinanti e climalteranti determinando la necessaria adozione di politiche gestionali e di compensazionedegli effetti potenzialmente negativi come interventi finalizzati al miglioramento della capacità depurativa,miglioramento dell’efficienza energetica, ecc.., oltre all’importante opera di mitigazione effettuata graziealla realizzazione della fascia di filtro e del parco.

Il monitoraggio degli effetti del Piano, attraverso una gamma di indicatori ambientali selezionati,permetterà di indicare le criticità indotte dal Piano e l’efficacia delle misure di mitigazione e compensazionepreviste, ed eventualmente di adottare le politiche necessarie al perseguimento degli obiettivi disostenibilità ambientale.

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BIBLIOGRAFIA

Legge Regionale n. 20/2000 – “Disciplina Generale sulla Tutela e l’Uso del Territorio”;

Piano Stralcio del Rischio Idrogeologico dell’Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli;

Piano Territoriale Paesistico Regionale – Regione Emilia Romagna;

Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – Provincia di Ravenna

Piano Strutturale Comunale, Regolamento Urbanistico Edilizio, Piano Operativo Comunale –Comune di Ravenna;

Relazioni specialistiche analisi dello stato di fatto:

o Componente idraulica: Ing. Raffaella Lombardi

Ing. Michele Bottarelli

Arch. Michele Ronconi

o Componente geologica: Dott. Geologo Paola Mingolini

o Mobilità e Acustica: Studio Biagiotti Martinelli

o Analisi di sito: 1x1 Architettura