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PIANO DI ZONA
2013 - 2015
PRIMO RAPPORTO DI VALUTAZIONE
2014
AMBITO DISTRETTUALE 4.2 DI TARCENTO
PIANO DI ZONA
2013 - 2015
PRIMO RAPPORTO DI VALUTAZIONE
2014
AMBITO DISTRETTUALE 4.2 DI TARCENTO
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INTRODUZIONE
Questo terzo rapporto di valutazione si propone, in continuità con quanto svolto nel corso del
2013 e in coerenza con quanto indicato nel capitolo 7 del Piano di Zona, di offrire agli
amministratori, in primis, agli operatori e ai firmatari dell’accordo di programma uno strumento
per riflettere sulle attività da realizzare nel corso del 2015, previste dal relativo piano attuativo
annuale (PAA 2015).
In questa prospettiva il rapporto, che si caratterizza anche come valutazione di metà periodo degli
interventi previsti dal documento di piano, è funzionale non solo alla pianificazione 2015 ma anche
alla valutazione finale che dovrebbe essere svolta entro l’estate 2015, in tempo utile per un
rinnovo del futuro PDZ per il periodo 2016-2018. Anticipa, quindi, le riflessioni che sarà necessario
fare al termine del triennio in corso.
Se il piano di zona è uno strumento ordinario per la pianificazione sociale (indicato dalla Regione
come piano regolatore del sociale) nel secondo semestre del 2015 si dovranno definire gli obiettivi
della pianificazione sociale, integrata e non, e redigere un nuovo documento triennale dando così
continuità al metodo adottato, peraltro in forte sintonia con la programmazione ordinaria dei
Comuni (preventivo annuale e triennale).
La valutazione, che implementa le attività di monitoraggio realizzate dalla Regione, si basa
sull’analisi dei processi che portano alla realizzazione delle azioni e attività previste nei relativi
PAA. E’ fondamentale cogliere questa dimensione valutativa proprio per la specificità e
complessità delle aspettative di risultato. Numerose, infatti, sono le conseguenti macro azioni che
impongono una costante revisione, un miglioramento e cambiamento delle pratiche organizzative
di gestione dei servizi e degli interventi, di analisi dei bisogni e dei criteri di accesso, dei processi
integrati tra enti e i soggetti attivi nella comunità locale
Il documento che segue evidenzia per ogni singola macro azione (distinte dal colore giallo per le
azioni integrate con la sanità e da quello azzurro per le macro azioni solo sociali) un’analisi
valutativa specifica che come nei precedenti report si struttura:
a) Azioni svolte: Vengono indicate sinteticamente le attività realizzate nel primo semestre
2014, previste nel relativo PAA;
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b) Analisi SWOT: Viene proposto un prospetto valutativo dello stato di realizzazione con
indicazione dei punti di forza, di debolezza, nonché delle opportunità e delle minacce che
influiscono sulle specifiche macro azioni;
c) Sintesi: Viene indicata una breve sintesi valutativa finale.
Il lavoro preparatorio che ha coinvolto il tavolo di regia, integrato con il distretto sanitario e con
l’ASS per le macro azioni di sua competenza, ha potuto avvalersi dei dati di monitoraggio, dalla
documentazione adottata per registrazione degli incontri e delle attività realizzate.
Il report infine si completa con alcune note conclusive che aiutano in modo discorsivo a cogliere gli
elementi più significativi del percorso valutativo adottato; la riflessione viene proposta per le aree
obiettivo generali previste dal PDZ: Governance sociale, Governo del sistema sociale, Integrazione
socio-sanitaria, Area Minori e famiglie, Area Disabilità, Area Anziani, Area dipendenze, salute
mentale e povertà.
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MACROAZIONE
N. 1.1.1
Attivazione della comunità nella realizzazione di un sistema integrato di interventi e servizi
sociali di tipo solidale e universalistico/selettivo
Azioni svolte:
- Implementazione albo soggetti accreditati, firmatari dell’Accordo di Partenariato PdZ (integrazione con 5 nuovi
soggetti firmatari)
- Mappatura e conoscenza delle realtà dell’associazionismo locale che operano nel settore sportivo, musicale e
culturale e delineazione di possibili percorsi di co-progettazione nell’area ‘minori e famiglie’
- Avvio di un percorso di confronto e valutazione sulla possibile realizzazione di progettualità integrate con la Croce
Rossa locale, con particolare riferimento al tema della fornitura e distribuzione di generi alimentari
- Definizione di un documento (manifestazione d’interesse) che sarà sottoscritto da aziende, imprese, cooperative,
ecc. che intendono partecipare al progetto A.I.S.S.O. (Azioni integrate per uno sviluppo socio-occupazionale)
promosso da: Ambito Distrettuale, Provincia di Udine, ASS4, nell’area dell’inserimento lavorativo e socio-
occupazionale (cfr. macroazione 8.1.1)
- Prosecuzione tavoli tematici di consultazione, confronto e co-progettazione: volontariato (1.2.1), disabilità (6.1.2),
inserimento socio-occupazionale con Caritas e Centro Solidarietà Giovani (8.1.1), disagio in fascia adulta (8.1.1); in
fase di riavvio tavolo devianza area minori; in fase di costituzione tavolo su Amministrazione di Sostegno
- Avviati percorsi di promozione di gruppi di auto-mutuo-aiuto e ’gruppi tematici organizzati di cittadini ‘esperti’
(persone in cerca di occupazione, lutto)
- Avvio di progettualità sperimentali ad alta integrazione pubblico-privato nell’area della disabilità (cfr progetto
‘Tenda’ - macroazione 6.1.2)
Prospetto
PUNTI DI FORZA
� Il percorso di attivazione della comunità, in
particolare nella progettazione integrata di
servizi ed interventi, ha evidenziato enormi
potenzialità ed un grado di fattibilità elevato
� Le Associazioni coinvolte hanno dimostrato di
saper mettere in rete ulteriori risorse, al di là
degli obiettivi e dei percorsi condivisi, spendibili
su questo territorio ed efficaci per i cittadini.
OPPORTUNITA’
� molti soggetti del privato sociale coinvolti nella
pianificazione zonale possiedono un importante
know how (es. Croce Rossa, Caritas, Centro
Solidarietà Giovani) in settori particolarmente
rilevanti e prioritari per l’Ambito/Distretto come il
lavoro ed il disagio adulto
� la maggiore flessibilità che caratterizza il terzo
settore, diversamente dai servizi pubblici (spesso
vincolati dai limiti definiti dal mandato istituzionale),
favorisce una continuità della presa in carico, es. nel
passaggio tra età evolutiva ed età adulta
DEBOLEZZE
� Difficoltà di mettere in rete con gli altri servizi del
territorio tutte le informazioni e le sinergie
attivate dall’Ambito con il terzo settore
� Il lavoro con la comunità richiede una revisione
della cultura organizzativa interna ai servizi (es.
vincoli e procedure burocratiche dei servizi
pubblici a fronte di prassi più semplici proprie del
PERICOLI
� Il terzo settore potrebbe essere utilizzato anche per
compensare difficoltà economiche degli enti
pubblici
� I percorsi di attivazione della comunità, in
particolare nella progettazione integrata di servizi
ed interventi, risultano appesantiti e rallentati dai
vincoli normativi attualmente vigenti
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terzo settore)
� Difficoltà di integrare linguaggi, modalità
operative ed obiettivi a volte diversi tra soggetti
pubblici e soggetti del privato sociale
� La cultura organizzativa tendenzialmente rigida
della pubblica amministrazione potrebbe ostacolare
l’apertura verso nuove forme di
progetti/collaborazioni.
SINTESI
Emerge un percorso ricco di possibilità che già nel breve periodo ha evidenziato enormi potenzialità. Tale percorso
richiede, tuttavia, un importante investimento da parte dei servizi, in termini di revisione della cultura organizzativa
interna e di adozione di una maggiore flessibilità.
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MACROAZIONE
N. 1.2.1
Realizzazione di un programma di intervento per la promozione della messa a sistema delle
attività dei soggetti non istituzionali di cui all’obiettivo 1.2 in relazione ai bisogni
territorialmente emergenti o socialmente rilevanti condiviso dai Comuni aderenti all’Ambito
Azioni svolte:
Alla luce di quanto realizzato nel contesto della macroazione 1.1.1, sono state verificate le possibili convergenze
rispetto agli obiettivi indicati nel PDZ (in particolare: centri estivi, gestione banco alimentare). Emerge la necessità di
avviare un tavolo specifico sul tema dei trasporti/accompagnamenti (in particolare nell’area anziani)
Prospetto
PUNTI DI FORZA
� cfr. macroazione 1.1.1
OPPORTUNITA’
� cfr. macroazione 1.1.1
� La limitatezza delle risorse pubbliche disponibili
stimola la realizzazione di progettualità integrate
pubblico-privato, favorisce ed incrementa nuove
e positive collaborazioni
DEBOLEZZE
� cfr. macroazione 1.1.1
PERICOLI
� La riduzione dei finanziamenti finalizzati potrebbe
limitare la possibilità di sperimentare progettualità
integrate ed incidere sul raggiungimento
dell’obiettivo di cui alla presente azione.
SINTESI
Confronta sintesi macro azione 1.1.1
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Azioni svolte:
- Approvazione da parte dell’Assemblea dei Sindaci della scheda progettuale PAA relativa alla centralizzazione delle
attività amministrative e del servizio domiciliare e conseguenti azioni per la realizzazione del progetto (elencazione
dei carichi di lavoro del personale amministrativo, programmazione della futura organizzazione ed individuazione di
due possibili sedi adeguate ad ospitare 5 postazioni di lavoro; predisposizione di una bozza di comodato gratuito per
l’utilizzo della sede centralizzata SAD di Nimis, definizione delle necessarie migliorie strutturali rispetto alla sede
stessa, definizione delle procedure e dei compiti delle assistenti domiciliari e delle assistenti sociali coinvolte nel
progetto di centralizzazione, valutazione sull’utilizzo del gestionale INSOFT per la pianificazione del SAD)
- La scheda progettuale 2.1.1 prevedeva la centralizzazione in microaree del servizio sociale territoriale; tale
opportunità appare più rilevante alla luce delle recenti normative riguardanti l’impossibilità di coprire i 2 posti vacanti.
Nel corso del primo semestre 2014 è stato condotto un lavoro di analisi circa l’esigenza di redistribuire il personale
accentrandolo in microaree territoriali e garantendo la piena funzionalità degli sportelli di segretariato sociale. Tale
nuovo modello risulterebbe coerente con la dimensione centralizzata del SAD ed organizzata per micro equipe di
assistenti domiciliari
- Implementazione utilizzo del gestionale INSOFT (servizio pasti, servizio socio-educativo, FAP, contributi ex ANMIL,
contributi per l’abbattimento degli affitti, contributi rette asilo nido – In fase di inserimento/valutazione: rette minori
in comunità, integrazioni rette strutture protette, Servizio di Assistenza Domiciliare, borse lavoro adulti, servizio di
trasporto collettivo disabili, servizi delegati per l’handicap); prosieguo e miglioramento dell’utilizzo della cartella
sociale informatizzata; partecipazione gruppi di lavoro regionali su nuovo gestionale amministrativo
- Prosieguo percorso di revisione del ‘Regolamento per l’accesso ai servizi ed alle prestazioni socio-assistenzali’
(prevista l’iniziale modifica del Titolo II , riguardante l’erogazione di benefici economici ed il Titolo III, riguardante
l’integrazione rette di ricovero in strutture protette)
- completamento dell’attività posta in essere nell’annualità precedente riguardante la piena messa a regime del
controllo di gestione e conseguente raggiungimento del ciclo di “programmazione-gestione-controllo”
(conseguimento degli obiettivi stabiliti in sede di pianificazione zonale annuale ed integrazione/raccordo con gli altri
strumenti operativi del Comune di Tarcento Ente Gestore )
Prospetto
PUNTI DI FORZA
� Condivisione del processo e dei suoi obiettivi da parte
del personale del SSC ( attraverso modalità volte a
rafforzare, nell’arco degli anni, la struttura operativa e
basate sulla collaborazione) e dell’Assemblea dei
Sindaci di Ambito Distrettuale
� Miglioramento del grado di efficienza degli uffici e dei
servizi con l’utilizzo di strumenti gestionali e
applicativi contabili
� La modalità pianificatoria introdotta con il PdZ nonché
l’esperienza acquisita con l’avvio dell’equipe minori,
favorisce una riflessione costante sul significato del
servizio sociale e, conseguentemente, sulla necessità
di una diversa organizzazione
OPPORTUNITA’
� I nuovi vincoli posti dall’attuale welfare e gli
obiettivi indicati dalla Regione per la Pianificazione
di Zona incentivano prospettive di miglioramento
indicate nella macroazione 2.1.1
DEBOLEZZE
� Il processo di centralizzazione coinvolge diversi livelli
organizzativi (amministrativi, servizio sociale, SAD)
� Il processo di centralizzazione degli uffici di servizi
sociale appare più difficile per il ruolo ricoperto
all’interno dei singoli territori e per il le funzioni
PERICOLI
• La lettura dei bisogni che caratterizza l’area dei
minori e le numerose prescrizioni degli organi
Giudiziari costringono a riorganizzare i servizi
dando priorità a tale area di utenza
MACROAZIONE
N. 2.1.1
Costruzione di un modello innovativo del Servizio Sociale e ridefinizione funzionale
dell’Ambito
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attribuite al profilo professionale rispetto al lavoro in
rete con la comunità
� L’evoluzione normativa, caratterizzata da continui
cambiamenti, rende periodicamente necessaria una
revisione dei processi e degli assetti organizzativi
� Complessità legata al reperimento di idonee sedi
• L’attuale impossibilità di acquisire/sostituire
figure professionali di Assistenti Sociali
provocherebbe un grave pregiudizio per
l’erogazione dei servizi di cui alla L.R. 6/2006
art. 6 co 1 e 2, in particolare di quelli compresi
tra i “servizi e le prestazioni essenziali”
• Vincoli economici che incidono sulla spesa per
la formazione del personale e conseguente
incongruenza tra il mandato riferito all’obbligo
formativo e l’impossibilità di adempiervi
• La formulazione di un nuovo Regolamento per
l’accesso ai servizi ed alle prestazioni subisce
continui ritardi legati all’evoluzione normativa
(in alcuni casi in fase di definizione – es.
emanazione del nuovo ISEE) ed alla
complessità della trattazione di alcune
tematiche, per le quali sussistono diverse
interpretazioni (es. compartecipazione rette di
ricovero)
SINTESI
Si è completato il percorso di condivisione con il personale del SSC e con l’Assemblea dei Sindaci, che ha portato alla
pianificazione operativa ed alla calendarizzazione delle varie fasi del progetto di centralizzazione (accentramento del
personale domiciliare ed amministrativo, implementazione dell’uso di gestionali ed applicativi informatici, modifica
regolamento per l’accesso ai servizi e prestazioni). Tale processo è stato facilitato oltre che dalla condivisione interna
all’organizzazione, anche dalla riflessione valutativa fatta in occasione degli incontri di programmazione dell’attività.
Rendono più difficoltoso il raggiungimento degli obiettivi i vincoli di legge che frenano l’acquisizione/sostituzione del
personale, la formazione dello stesso e la formulazione di regolamenti conformi alle norme vigenti.
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MACROAZIONE
N. 3.1.1
Stabilizzazione e consolidamento delle prestazioni e degli interventi di cui all’art. 6 della
legge regionale 6/2006 (Cfr, allegato 3).
Azioni svolte:
Macroazione collegata con gli interventi ed obiettivi di cui alla macroazione 2.1.1
Prospetto
PUNTI DI FORZA
Si veda macroazione 2.1.1
OPPORTUNITA’
Si veda macroazione 2.1.1
DEBOLEZZE
Si veda macroazione 2.1.1
PERICOLI
Si veda macroazione 2.1.1
SINTESI
La capacità del Servizio Sociale dei Comuni di stabilizzare e consolidare le prestazioni e gli interventi di cui alla L.R.
6/2006 - in particolare nel contesto attuale, caratterizzato da rigidi vincoli normativi, da una contrazione delle risorse e
da una complessità degli adempimenti e delle funzioni attribuite all’ente pubblico - appare strettamente correlato al
percorso di riorganizzazione degli uffici e servizi del SSC, descritto nella macroazione 2.1.1, all’ottimizzazione delle
risorse umane e finanziare ivi previste ed alla revisione delle modalità di erogazione dei servizi e prestazioni sottesa
alle stesse.
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MACROAZIONE
N. 4.1.1 Rielaborazione progetto PUAI anziani e PUAI minori/handicap
Azioni svolte:
- Consolidamento PUAI anziani (presenza di n. 1 Assistente Sociale per 10 ore settimanali, in collaborazione con il
personale infermieristico, fisioterapico e medico) ed attività di monitoraggio periodico sull’andamento del servizio
- Consolidamento PUAI minori/disabili (presenza di personale sanitario per 30 ore/sett.) ed attività di monitoraggio
periodico sull’andamento del servizio
Prospetto
PUNTI DI FORZA
� Capacità di lettura integrata dei bisogni socio-sanitari
e maggiore possibilità di risoluzione delle richieste
‘non complesse’ da parte degli operatori del PUAI
� Capacità di favorire l’integrazione tra i diversi servizi
OPPORTUNITA’
� Le persone evitano passaggi impropri tra i vari servizi
territoriali
DEBOLEZZE
� PUAI anziani: insufficiente spazio a disposizione degli
operatori e della strumentazione per l'attività
dell'Assistente Sociale
� PUAI minori/disabili: il servizio non prevede la
presenza integrata di personale sanitario e personale
sociale.
PERICOLI
���� PUAI anziani: rischio di non assicurare un'idonea
privacy durante i colloqui
SINTESI
L'esperienza maturata in questi anni ha consentito di migliorare la capacità di accoglienza, intercettazione del bisogno,
adeguata lettura, elaborazione delle risposte/interventi. La priorità è consolidare ed implementare il PUAI
minori/disabili.
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MACROAZIONE
N. 4.2.1
Ridefinizione di funzioni, ruoli e modalità di lavoro delle attuali Unità di Valutazione
Multiprofessionale per le diverse aree di integrazione socio-sanitarie
Azioni svolte:
− Stesura documenti di regolamentazione UVM minori, anziani, disabili, adulti, propedeutici alla definizione di un
documento unico di sintesi
− Condivisione dei contenuti dei singoli documenti con l’equipe delle AASS e con parte dei servizi territoriali
Prospetto
PUNTI DI FORZA
���� Miglioramento nella definizione dei ruoli,
responsabilità dei componenti dell' UVM,
con individuazione dei processi relativi alla
definizione dei progetti personalizzati
OPPORTUNITA’
� Miglioramento delle relazioni ( chiarezza su
ruoli/responsabilità) tra professionisti e persone
assistite
DEBOLEZZE
� Difficoltà nel sintonizzare i tempi tra i diversi
professionisti, con esigenze organizzative
diverse
� Diversità dell’assetto organizzativo dei
enti/servizi
PERICOLI
� Allungamento dei tempi per l'effettuazione dell'UVM e
conseguente elaborazione del progetto di presa in
carico integrata.
� Con riferimenti alle debolezze: rischio di non
coinvolgere sufficientemente l’interessato e la famiglia
� I progetti valutati in UVM richiedono una
programmazione a lungo termine ed un elevato lavoro
indiretto, che hanno però un peso relativo nella
valutazione della presa in carico diretta dell’utenza.
SINTESI
Positivo avvio della fase di valutazione e revisione delle UVM. E’ prioritaria la stesura di un documento di sintesi delle
diverse tipologie di UVM.
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MACROAZIONE
N. 4.3.1
Adozione della Valutazione Multidimensionale per minori e adulti in condizioni di
disabilità/non autosufficienza come strumento delle UVM per i progetti personalizzati
Azioni svolte:
− Si è assicurato l'utilizzo delle schede ValGraf per gli adulti ed anziani non autosufficienti presenti al domicilio,
non ricoverati in ospedale o RSA) e Katz per l'utenza non autosufficiente (in carico per progetti FAP)
− Si è provveduto, in linea con quanto disposto dalla Direzione Aziendale, ad applicare idonei strumenti di
valutazione nell’area della disabilità (IFC/VINELAND)
Prospetto
PUNTI DI FORZA
� Miglioramento delle capacità di
rilevazione/valutazione dei bisogni
� Cfr. macroazioni: 4.1.1 ‘Rielaborazione progetti
PUAI’ e 4.2.1 ‘Ridefinizione di funzioni, ruoli e
modalità di lavoro delle attuali UVM’
OPPORTUNITA’
� Miglioramento nella definizione del progetto di vita
personalizzato
� Cfr. macroazioni: 4.1.1 ‘Rielaborazione progetti
PUAI’ e 4.2.1 ‘Ridefinizione di funzioni, ruoli e
modalità di lavoro delle attuali UVM’
DEBOLEZZE
� Mancanza di uno strumento condiviso per la
valutazione socio-educativa (cfr macro 5.1/5.2 area
minori)
� Nell’area della disabilità : dotazione di strumenti
diversi e non sovrapponibili da parte dei diversi
servizi coinvolti nella definizione dei progetti di vita
� Cfr. macroazioni: 4.1.1 ‘Rielaborazione progetti
PUAI’ e 4.2.1 ‘Ridefinizione di funzioni, ruoli e
modalità di lavoro delle attuali UVM’
PERICOLI
� Disomogeneità di valutazione tra servizi
� Nell’area della disabilità non è ancora stata fatta
una scelta precisa sugli strumenti di assesment da
adottare con continuità
� Cfr. macroazioni: 4.1.1 ‘Rielaborazione progetti
PUAI’ e 4.2.1 ‘Ridefinizione di funzioni, ruoli e
modalità di lavoro delle attuali UVM’
SINTESI
L'utilizzo di strumenti condivisi, uniformi ed integrati di valutazione multidimensionale consente una migliore
definizione dei progetti personalizzati in UVM o nelle altre sedi deputate. La macroazione è, pertanto, strettamente
collegata agli obiettivi ed azioni di cui alle macroazioni 4.1.1 e 4.2.1 . E’ auspicabile che in futuro si possa arrivare a
definire strumenti condivisi per la valutazione socio-educativa ed a individuare strumenti di assesment nell’area della
disabilità stabili e funzionali.
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MACROAZIONE
N. 4.4.1
Predisporre progetti personalizzati per le fasce di utenza in condizione di fragilità e/o a
rischio istituzionalizzazione o di esclusione sociale, con particolare riferimento ai minori a
rischio di allontanamento, agli anziani non autosufficienti ed alle persone disabili
Azioni svolte:
Le azioni contenute in quest’area d’intervento sono strettamente correlate con le schede obiettivo 4.1.1
‘Rielaborazione progetti PUAI’ e 4.2.1 ‘Ridefinizione di funzioni, ruoli e modalità di lavoro delle attuali UVM’
Prospetto
PUNTI DI FORZA
� Avvenuta stesura documento di
regolamentazione delle UVDM ed Adulti/Anziani
� Cfr. macroazioni: 4.1.1 ‘Rielaborazione progetti
PUAI’ e 4.2.1 ‘Ridefinizione di funzioni, ruoli e
modalità di lavoro delle attuali UVM’
OPPORTUNITA’
� Utilizzo di informazioni depositate nella Cartella
Sociale Informatizzata (CSI) e nelle scheda progetto
già in uso (verbale FAP, Fondo Solidarietà
Regionale, SSE)
� Cfr. macroazioni: 4.1.1 ‘Rielaborazione progetti
PUAI’ e 4.2.1 ‘Ridefinizione di funzioni, ruoli e
modalità di lavoro delle attuali UVM’
DEBOLEZZE
���� Mancato completamento nella revisione dei
restanti documenti (UVDH) e della definizione
di un documento di sintesi.
���� Cfr. macroazioni: 4.1.1 ‘Rielaborazione progetti
PUAI’ e 4.2.1 ‘Ridefinizione di funzioni, ruoli e
modalità di lavoro delle attuali UVM’
���� Rischio di non valorizzare adeguatamente il
coinvolgimento della persona e/o della sua
famiglia in tutte le fasi di definizione del
progetto personalizzato
PERICOLI
���� Rischio di procedure eccessivamente burocratizzate
e/o farraginose, che rallentano la semplificazione
del processo.
���� Cfr. macroazioni: 4.1.1 ‘Rielaborazione progetti
PUAI’ e 4.2.1 ‘Ridefinizione di funzioni, ruoli e
modalità di lavoro delle attuali UVM’
SINTESI
Le finalità dell’Obiettivo 4.4.1 appaiono strettamente collegate a quelle dell’obiettivo 4.2 (ridefinizione UVD), i cui
contenuti sono stati trattati nella scheda dedicata.
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MACROAZIONE
N. 4.5.1
Elaborazione di una presentazione dell’offerta aggiornata relativa a servizi e interventi
sociosanitari attraverso un modello integrato fruibile dall’intera comunità
Azioni svolte:
� Aggiornamento sito internet Ambito
� Disponibilità vademecum servizi per area minori all’interno di progetto “Rete 6”
� Predisposizione prima bozza linee guida per l’accesso ai servizi territoriali ed eventuale produzione di altri
strumenti cartacei, all’interno del tavolo di lavoro organizzato dall’ASS
Prospetto
PUNTI DI FORZA
� Possibile utilizzo ‘nomenclatore PdZ’ e contenuti
sito Ente Gestore (es. modulistica)
� Elevata capacità di intercettazione dei bisogni da
parte dei servizi integrati, che risponde alle
esigenze informative delle persone anche
attraverso l’attivazione di risorse finalizzate.
OPPORTUNITA’
���� Buona collaborazione SSC/ASS-Distretto
���� Progetto regionale finalizzato a dare omogeneità
ai nomenclatori PdZ dei diversi ambiti
DEBOLEZZE
� Limiti/vincoli legati alle strutture organizzative
che rendono più difficile la comunicazione e
l’aggiornamento costante delle informazioni tra
le istituzioni.
� L’attuale momento, caratterizzato da nuovi
adempimenti di legge e da ridefinizioni
dell’assetto istituzionale, impone al SSC la
definizione di altre priorità di intervento e la
procrastinazione degli obiettivi ed interventi
legati alla presente macroazione
PERICOLI
� Limite accessibilità delle informazioni disponibili
per particolari categorie di utenza.
SINTESI
Rispetto a quanto realizzato nel corso dell’annualità precedente, si conferma l’importanza di giungere ad una
presentazione dell’offerta aggiornata relativa a servizi e interventi sociosanitari, soprattutto nell’area sociale, nella
quale le informazioni hanno una minore pubblicizzazione/fruibilità; tuttavia l’attuale momento, caratterizzato da nuovi
adempimenti di legge e da ridefinizioni dell’assetto istituzionale, impone al SSC la procrastinazione di tali obiettivi
rispetto a settori che richiedono un investimento prioritario.
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MACROAZIONE
N. 4.6.1
Implementazione, validazione e nuova attuazione di protocolli finalizzati alla presa in
carico integrata tra diversi servizi
Azioni svolte:
Prosecuzione dell'applicazione dei protocolli esistenti per:
- le dimissioni protette a favore del paziente fragile (protocollo modificato ed integrato nel corso del 2013)
- L’accompagnamento nelle dimissioni madre-bambino nel dopo nascita
- La presa in carico integrata di adolescenti e giovani adulti a rischio o con esordi di disturbo mentale (Progetto
‘Urgente Adolescente’)
- Il passaggio da età minore ad età adulta per utenti EMT con problematiche ritenute di possibile competenza
psichiatrica
- La presa in carico integrata del malato con problematiche di salute mentale e della sua famiglia
Implementazione percorso di definizione di procedure di presa in carico integrata e continuità assistenziale nella presa
in carico integrata di adolescenti e giovani adulti a rischio o con esordi di disturbo mentale e nel passaggio da età
minore ad età adulta per utenti EMT con problematiche ritenute di possibile competenza psichiatrica.
Prospetto
PUNTI DI FORZA
� Garanzia di una continuità assistenziale
Ospedale- Territorio, coinvolgendo anche IMFR
e Casa di Cura Città di Udine, oltre al AOUD
� Area minori/adolescenti: presenza di un buon
livello di integrazione tra i servizi
� Area minori/adolescenti: una positiva presa in
carico integrata permette di dare una risposta
più adeguata soprattutto nelle situazioni di
gestione delle acuzie comportamentali degli
adolescenti;
� Area anziani: positiva validazione del nuovo
regolamento per le dimissioni protette a favore
del paziente fragile
OPPORTUNITA’
� La presenza di servizi sovra territoriali nella
sperimentazione ed applicazione dei protocolli per
il lavoro integrato nell’area socio-sanitaria favorisce
la messa in rete di un importante ed ampio know
how.
DEBOLEZZE
���� Mancanza di un Protocollo Regionale
���� Applicazione non omogenea del protocollo
esistente per le Dimissioni Protette a favore del
paziente fragile da parte dei singoli reparti
ospedalieri e conseguenti ricadute
sull’operatività del PUAI
���� (necessità di rendere effettivamente
applicate/applicabili/applicative le procedure ;
separazione/scarsa condivisione tra livello
istituzionale e livello operativo)
PERICOLI
� Difficoltà ad assicurare la continuità di cure
���� Applicazione non omogenea della procedura di
presa in carico integrata di adolescenti e giovani
adulti a rischio o con esordi di disturbo mentale
SINTESI
L'esperienza di questi anni ha assicurato la tutela del paziente fragile in dimissione ospedaliera mediante una presa in
carico integrata, che risulta sufficientemente consolidata. L’applicazione dei protocolli elaborati nell’area
minori/giovani adulti a rischio o con esordi di disturbo mentale e più in generale nella presa in carico integrata del
malato con problematiche di salute mentale e della sua famiglia, richiede ulteriori definizioni e sperimentazioni, alle
quali i servizi stanno dando priorità, alla luce della numerosità sempre maggiore di tale casistica.
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MACROAZIONE
N. 5.1.1
Promuovere la permanenza dei minori in famiglia
Azioni svolte:
Promozione del protagonismo delle famiglie a rischio di allontanamento nei progetti di vita che le riguardano, anche
attraverso:
- la predisposizione di percorsi formativi tra personale SSC e personale ASS in relazione alla presa in carico
integrata di famiglie soggette a provvedimenti giudiziari in materia di potestà genitoriale
- incontri periodici di confronto tra Equipe Minori e S.O.S. Materno Infantile
- avvio di percorsi informativi e di sensibilizzazione rivolti a famiglie con adolescenti già in carico ai servizi
- studio di fattibilità per l’attivazione di Gruppi di Auto-Mutuo-Aiuto (GAMA)
Prospetto
PUNTI DI FORZA
� Avvio di percorsi di formazione integrata che
favoriscono uno scambio conoscitivo
approfondito, utile alla riflessione ed alla
definizione di modalità operative più funzionali
e mirate
� trasferimento in prospettiva istituzionale di
buone prassi di collaborazione nate da agire
condiviso (attraverso percorsi formativi)
� progressivo miglioramento della lettura
integrata nelle situazioni multiproblematiche e
nella definizione di soluzioni percorribili
OPPORTUNITA’
� migliore offerta di risposte di supporto alla
famiglia
� progressiva responsabilizzazione delle famiglie
� generazione di un linguaggio e prassi comuni
nate da agire condiviso
DEBOLEZZE
���� Complessità e laboriosità nella costruzione di un
percorso che preveda obiettivi a breve, medio e
lungo termine (superamento di rigidità legate
alla struttura di appartenenza ed ai ruoli
professionali, carichi di lavoro, numerosità degli
attori coinvolti)
PERICOLI
� Atteso che la formazione è strumento prioritario per
la professione, i vincoli economici imposti dall’attuale
welfare – che incidono sulla formazione - limitano
fortemente il raggiungimento dell’obiettivo
SINTESI
Il lavoro di creazione di linguaggi e modalità operative condivise, attraverso un processo generativo di prassi comuni,
conseguente anche a percorsi formativi integrati, ha portato ad una maggiore consapevolezza nell’individuazione dei
nodi di criticità e della necessità di una integrazione socio-sanitaria più funzionale. Tale processo generativo dovrebbe
portare, grazie alla competenza e esperienza acquisita degli operatori coinvolti e della rete ad una sempre maggiore
co-partecipazione della famiglia nel progetto di vita. I vincoli economici imposti dall’attuale welfare, che hanno pesanti
ricadute sulla formazione, rischiano di limitare il raggiungimento dell’obiettivo.
18
MACROAZIONE
N. 5.2.1
Potenziare e qualificare il processo di sostegno e allontanamento del minore nonché il sistema
di accoglienza dei minori collocati all’esterno della propria famiglia di origine.
Azioni svolte:
Cfr macroazione 5.1.1
• Predisposizione di linee guida/buone prassi con le Comunità di accoglienza per minori e famiglie
• Azioni di promozione dell’affidamento familiare a supporto dei minori ed anche delle famiglie di origine
(realizzazione di serate di sensibilizzazione, diffusione di informazioni anche attraverso la produzione di
materiale, reperimento famiglie affidatarie e supporto alle stesse ed al minore collocato in affido)
Prospetto
PUNTI DI FORZA
� Affinamento progressivo di prospettiva integrata
nella lettura delle situazioni multiproblematiche e
nella definizione di soluzioni percorribili attraverso
la valorizzazione della risorsa famiglia (sia
affidataria che d’origine)
� Condivisione di modalità operative e buone prassi
con le comunità di accoglienza per la definizione di
un progetto di vita che preveda la valorizzazione del
minore ed il coinvolgimento della propria famiglia di
origine
OPPORTUNITA’
� progressiva sensibilizzazione a forme di solidarietà
tra famiglie
� presenza (nel territorio extra ambito) di
associazioni di famiglie affidatarie e disponibilità
alla collaborazione
� presenza di comunità per minori disponibili a
collaborare in funzione della creazione di un
progetto di vita condiviso e finalizzato ad aiutare
minori e famiglie a riappropriarsi dei propri ruoli e
funzioni
DEBOLEZZE
� Ritardo nel reperimento di nuovi operatori
sanitari dedicati
� Insufficienza di personale sociale
PERICOLI
� Aumento della casistica afferente all’area in parola e
della complessità che la caratterizza (evoluzione dei
bisogni ed evoluzione delle modalità operative adottate
dalle Autorità Giudiziarie)
� Vincoli economici e legislativi imposti dall’attuale
welfare, che incidono sull’assunzione di personale
SINTESI
La possibilità di realizzare percorsi qualificati di sostegno e allontanamento del minore è strettamente legata alla
disponibilità di risorse umane impiegabili (nella promozione dell’affido, nel supporto alle famiglie affidatarie e nel
recupero delle famiglie d’origine). I vincoli economici e legislativi imposti dall’attuale welfare, che incidono
sull’assunzione di personale e sulla formazione (fattore importante nel lavoro di integrazione socio-sanitaria in
quest’area), ostacolano ed appesantiscono il raggiungimento dell’obiettivo di cui alla presente macro-azione.
19
MACROAZIONE
N. 10.1.1
Prosecuzione ed implementazione del servizio di consulenza psicopedagogica per famiglie,
ruoli educativi e minori
Azioni svolte:
- Prosecuzione ed implementazione dello sportello di ascolto per genitori e insegnanti di minori nella fascia d’età
4-14 anni presso gli Istituti Comprensivi locali
- Definizione di modalità stabili di raccordo tra l’operatore dello sportello di ascolto e gli operatori dell’Equipe
Minori
- Studio di percorsi formativi su auto-mutuo aiuto per figure educative.
Prospetto
PUNTI DI FORZA
���� Presenza stabile e consolidata dello sportello,
quale osservatorio privilegiato capace di
cogliere con tempestività segnali di difficoltà e
conseguente intervento di prevenzione
���� Fattiva collaborazione ed integrazione tra
Sportello di Ascolto ed Equipe Minori
OPPORTUNITA’
���� Possibilità di sostenere parte del progetto con
finanziamenti regionali finalizzati (bandi
immigrazione)
DEBOLEZZE
���� I percorsi di attivazione della comunità
attraverso lo strumento dell’auto-mutuo aiuto,
appaiono ancora prematuri in quest’area (novità
dello strumento e necessità di realizzare
interventi propedeutici)
PERICOLI
���� Scarsa fruibilità del servizio da parte di famiglie
multiproblematiche
���� Uso non omogeneo del servizio da parte delle
diverse scuole
SINTESI
Il riavvio dello sportello di ascolto per genitori e insegnanti di minori nella fascia d’età 4-14 anni presso gli Istituti
Comprensivi locali, ha favorito il consolidamento del rapporto tra l’operatore dello sportello el’Equipe Minori.
Permane la valutazione di un uso non omogeneo del servizio da parte sia di famiglie multiproblematiche che di alcune
scuole.
20
MACROAZIONE
N. 6.1.1
Implementazione del progetto di riorganizzazione dell’offerta semiresidenziale a gestione diretta
per adulti disabili e possibile definizione di soluzioni innovative nell’area dell’offerta residenziale
locale in delega.
Azioni svolte nel semestre:
- Prosieguo fase di sperimentazione della nuova organizzazione dei centri diurni per disabili a gestione diretta, avviata a
partire dalla seconda metà del 2013
- implementazione dell’analisi condotta in merito al possibile avvio di un modulo residenziale (area servizi in delega)
interno all’ASP Opera Pia Coianiz, rivolto a persone disabili >35 già istituzionalizzate, rispetto al quale nella seconda metà
del 2013 si è provveduto alla stesura di una prima bozza documento.
Prospetto
PUNTI DI FORZA
� il 50% dei disabili residenti nel territorio di
Ambito/Distretto di Tarcento e frequentanti i
CSRE, usufruiscono di strutture site nell’udinese
(cfr debolezze)
� Possibilità di supportare e favorire il processo di
riorganizzazione ed il suo consolidamento con
servizi ed interventi attivati a livello locale
nell’area della disabilità (gruppi di auto-mutuo
aiuto, tavolo di confronto sulla disabilità)
OPPORTUNITA’
� L’evidenza dei cambiamenti avvenuti in questi ultimi
anni nell’area dell’handicap (medico-scientifici,
culturali, ecc.) e dei nuovi bisogni emergenti,
favorisce il processo riorganizzativo ed la
condivisione dello stesso da parte dei diversi attori
coinvolti
� Definizione di percorsi condivisi anche con i Comuni
committenti, volti a definire il target sociale di
popolazione a cui si valuta prioritario dare risposta
DEBOLEZZE
���� Il processo di riorganizzazione è stato condotto
prioritariamente con riferimento alle strutture
del territorio udinese e non ha ancora coinvolto
quelle dell’area tarcentina (cfr punti di forza)
���� Presenza di lunghe liste d’attesa per l’accesso ai
servizi diurni.
���� L’avvio dello studio di fattibilità sulla possibile
attivazione del modulo residenziale richiede un
iter articolato e lungo
���� Necessità di coinvolgere maggiormente il
Gruppo Tecnico di Coordinamento nelle azioni –
interne al PdZ – volte a rafforzare i processi di
integrazione socio-sanitaria e di lavoro in rete.
PERICOLI
� Vincoli legati al personale ed imposti dall’attuale
welfare, che incidono ulteriormente sulla definizione
di lunghe liste d’attesa per l’accesso ai servizi diurni
� Incertezze organizzative legate all’imminente riforma
sanitaria
� Incertezze legate al finanziamento regionale di
cui all’art. 20 della L.R. 41/96 ed alle modifiche
che saranno introdotte al regolamento
contenente criteri di riparto di tali finanziamenti
SINTESI
La riorganizzazione dei centri diurni per disabili a gestione diretta ha favorito risposte molto più adeguate rispetto ai
bisogni dell’utenza, ma si inserisce in un contesto caratterizzato da lunghe liste d’attesa ed ha evidenziato la necessità
di coinvolgere maggiormente il Gruppo Tecnico di Coordinamento nelle azioni – interne al PdZ – volte a rafforzare i
processi di integrazione socio-sanitaria e di lavoro in rete, nonché di attivare nuove progettualità (servizi alternativi e
maggiormente flessibili).
Il progetto relativo al possibile avvio di un modulo residenziale (area servizi in delega) interno all’ASP Opera Pia
Coianiz, rivolto a persone disabili >35 già istituzionalizzate, evidenzia la necessità di un iter molto articolato e
complesso, che determina tempi più lunghi di quanto inizialmente previsto. Nel quadro sopra esposto le incertezze
organizzative legate all’imminente riforma sanitaria ed i vincoli legati al personale ed imposti dall’attuale welfare
tendono a limitare/complicare possibili evoluzioni.
21
MACROAZIONE
N. 6.1.2
Sviluppo di progetti educativi e di inclusione sociale per giovani e giovani adulti alternativi o
integrativi ai centri diurni
Azioni svolte:
- Analisi della popolazione disabile in uscita dal percorso scolastico nella prospettiva di definire/organizzare nel breve
- medio periodo idonee risorse atte a supportare i relativi progetti di vita
- realizzazione e conclusione della seconda annualità sperimentale del Progetto ‘Spirale d’energia’, modulo diurno
attivo nei fine settimana e rivolto ad un gruppo di giovani con disabilità medio-lieve
- prosieguo del progetto sperimentale ‘Tenda’, avviato alla fine del 2013, che si sostanzia in un contesto strutturato
(interno ad una cooperativa sociale di tipo B attiva nell’area dell’integrazione sociale e socio-occupazionale) con
attività diurne (produttive e ludiche) rivolte a target diversi: handicap, salute mentale, adulti fragili (cfr. macroazione
8.1.1)
- prosecuzione tavolo di consultazione e confronto sulla disabilità e definizione di possibili progettualità condivise
(cfr. macroazione 1.1.1.)
- prosieguo sperimentazione progetto ‘Estate Ragazzi’(avviata nel 2013), che si sostanzia in un soggiorno residenziale
di una settimana rivolto ad un piccolo gruppo di giovani adulti, in carico ai servizi di Ambito/Distretto, con disabilità
media e medio-lieve e/o handicap motorio. Intende offrire un’opportunità di vacanza e divertimento all’interno della
quale sperimentasi, con l’affiancamento di educatori professionali, in esperienze ed attività varie volte a favorire
l’autonomia personale (al di fuori del contesto familiare) e la capacità di relazione e confronto all’intero di un gruppo
- prosieguo progetto ‘U.F.F.A.’, volto a favorire l’interazione di ragazzi minori/adolescenti in condizione di disabilità,
attraverso l’offerta di momenti ludici e di aggregazione – realizzati durante il periodo estivo - in cui ragazzi con
handicap e ragazzi normodotati della stessa fascia di età ‘stanno e fanno esperienze’ insieme, accompagnati da
educatori professionali
- Elaborazione dei Piani Inclusività (si collocano all’interno delle attività del progetto denominato ‘RETE 6’, che
coinvolge gli Istituti comprensivi del Tarcentino, l’Ambito Distrettuale, l’ASS N4 Medio Friuli, il Centro Regionale per
l’Orientamento di Gemona del Friuli e l’ISIS D’Aronco di Gemona), a favore di alunni che manifestano disabilità,
disturbi specifici di apprendimento o altri bisogni educativi speciali
- Prosieguo progettualità ‘Dai e Vai’: attività motoria e sportiva integrata svolta tra gli studenti delle scuole
secondarie e ragazzi con disabilità, anche esterni al contesto scolastico. In fase di valutazione la possibilità di
esportare il progetto nelle scuole locali, con l’obbiettivo di sostenere una fattiva cultura del fare insieme nel
contesto in cui si vive (scuola) e dove le diverse abilità più naturalmente si integrano (territorio di residenza)
- Studio di fattibilità sul possibile avvio del ‘Progetto teatro’ (ipotesi emersa dal lavoro condotto all’interno del tavolo
di confronto e co-progettazione nell’area della disabilità), avente l’obiettivo di mettere in rete l’attività di teatro
svolta da un’associazione giovanile di Tricesimo con i bisogni di realizzare attività integrative ed integranti di
socializzazione e relazione proprie di ragazzi in carico ai servizi di Ambito/Distretto. Si prevede: 1) inserimento nel
gruppo già attivo, e composto da giovani normodotati, di 1/2 ragazzi con disabilità, aventi caratteristiche di
adeguatezza rispetto alle attività da svolgere ed all’impegno richiesto 2) creazione di un gruppo parallelo di soli
ragazzi con disabilità, che permetta di adeguare maggiormente l’attività svolta alle caratteristiche dei ragazzi,
favorendo così il coinvolgimento di un numero maggiore di persone nel progetto). Obiettivo meta-progettuale:
l’offerta di opportunità di conoscenza e scambio per le famiglie dei giovani partecipanti
- Studio di fattibilità sul possibile avvio di progetti volti a supporto delle famiglie, in particolare: 1) avvio di gruppi di
Auto Mutuo Aiuto per familiari di persone con disabilità in carico ai servizi di Ambito/Distretto 2) avvio di gruppi di
supporto e confronto rivolti a genitori di adolescenti (adolescenti in carico all’EMT e al NPIA) e genitori in carico al
Centro di Salute Mentale e/o al Consultorio Familiare
-Implementazione e rafforzamento dell’erogazione reciproca, da parte dei servizi di EMT distrettuale e CSM, di
consulenze specialistiche, anche alla luce del crescente numero di situazioni in carico caratterizzate da doppia
diagnosi o comorbilità.
22
Prospetto grafico
PUNTI DI FORZA
� Presenza di un livello di integrazione tra servizi di
Ambito e Distretto elevato e consolidato
� Capacità dei servizi coinvolti di saper coniugare la
flessibilità richiesta da progettualità sperimentali,
condotte in collaborazione con il terzo settore ed i
vincoli che caratterizzano il settore pubblico
� Presenza di una rete significativa di relazioni tra
servizi territoriali e privato sociale, in fase di
graduale e costante implementazione e
consolidamento
� La presenza di numerosi progetti/servizi/interventi
realizzati sperimentalmente nel corso degli anni
(anche in aree diverse, ma correlate – integrazione
e lavoro), favorisce virtuose sinergie, capaci di
generare ulteriori progettualità.
OPPORTUNITA’
� Presenza di interessanti sperimentazioni condotte in
altri territori, dalle quali è possibile trarre indicazione,
supporto nell’affrontamento di eventuali criticità e
con le quali, in alcuni casi, è possibile collegarsi e fare
rete.
DEBOLEZZE
���� L’organizzazione e gestione di progettualità
innovative e flessibili richiede un investimento
elevato in termini di ore/operatore e, a volte, un
investimento economico iniziale
���� Il livello di integrazione socio-sanitaria e di capacità
di lavoro in rete raggiunto appare globalmente
elevato, tuttavia non è omogeneo e necessita di
essere rafforzato in alcuni contesti; inoltre non
appare semplice coniugare i diversi mandati e le
diverse modalità organizzative che
contraddistinguono l’Azienda Sanitaria e il Servizio
Sociale dei Comuni
���� L’avvio di nuove progettualità in quest’area rende
necessaria la continuità temporale, elemento
difficilmente compatibile con delle attività
sperimentali (soprattutto se avviate grazie a
contributi pubblici finalizzati)
PERICOLI
���� Discontinuità che caratterizza l’erogazione dei
finanziamenti regionali finalizzati
���� Incertezze organizzative legate all’imminente riforma
sanitaria
���� Complessità degli adempimenti burocratici e normativi
sottesi all’avvio dei progetti (es. adempimenti in tema
di affidamento di servizi, sicurezza, coperture
assicurative, preparazione degli alimenti)
���� Incertezze legate al finanziamento regionale di cui
all’art. 20 della L.R. 41/96 ed alle modifiche che
saranno introdotte al regolamento contenente criteri di
riparto di tali finanziamenti
SINTESI
Nell’arco degli ultimi anni i servizi di Ambito/Distretto hanno investito molto nella realizzazione di progetti educativi e
di inclusione sociale alternativi e/o integrativi dei centri diurni e sono giunti a definire una filiera articolata e
diversificata, capace di rispondere ad un ampio target che altrimenti non troverebbe risposte adeguate. L’avvio di
progettualità nuove ed innovative richiede tuttavia un investimento elevato in termini di ore/operatore e, a volte, un
investimento economico iniziale; inoltre è reso particolarmente difficile dagli adempimenti burocratici e normativi
sottesi e dalla necessità di garantire ai progetti continuità temporale, aspetto quest’ultimo che si è dimostrato
inconciliabile con la discontinuità che caratterizza spesso i finanziamenti regionali finalizzati.
23
MACROAZIONE
N. 7.1.1
Interventi di sensibilizzazione su tematiche inerenti la salute e l'inclusione sociale delle persone
anziane
Azioni svolte:
− Aggiornamento degli elenchi dei paz. Diabetici, in collaborazione con i MMG e prosecuzione attività di
promozione alla salute e prevenzione tramite gruppi diabete (svolti n. 2 percorsi)
− Partecipazione operatori Distretto/Ambito e famigliari di ospiti della RPF di Nimis al “progetto di supervisione di
un campione di ospiti in Istituti e CD per anziani” promosso dalla Associazione Alzheimer di Udine, al fine di
migliorare l'approccio ai pazienti con patologia dementigena.
− Sono stati individuati gli operatori già formati nel 2011/2012 che a loro volta formeranno gli operatori non
ancora formati, assistiti, famigliari e/o care giver riguardo alla prevenzione delle cadute di persone assistite a
domicilio
− Lo studio di fattibilità riguardo l’avvio di un centro diurno a valenza aggregativa per anziani/adulti a Faedis, ma
rivolto anche ai residenti nei Comuni dell’Ambito, ha prodotto esito negativo
− Prosecuzione sostegno ad iniziative di aggregazione sociale per anziani autosufficienti attraverso le attività
ricreative organizzate dai Comuni e dalle Associazioni di volontariato ed è stato realizzato un soggiorno estivo-
attraverso ONLUS di Reana a Riccione.
Prospetto grafico
PUNTI DI FORZA
� Gli interventi e le attività di promozione alla
salute, individuati a seguito delle priorità che
caratterizzano il profilo di salute locale, sono
stabili e consolidati. Questo permette alle
persone anziane di assumere corretti stili di vita
per vivere in buona salute
� Presenza di operatori formati (es. infermieri di
comunità e MMG)che collaborano e
contribuiscono alla realizzazione del progetto di
cui all’obiettivo sopra indicato
OPPORTUNITA’
� Presenza sul territorio di associazioni di
volontariato che offrono possibilità ricreative e di
svago, utili a superare le difficoltà legate alla
solitudine e all’isolamento e che favoriscono,
quindi, la socializzazione ed uno stile di vita più
‘sano’
DEBOLEZZE
� Le iniziative realizzate non coinvolgono (sono
realizzate) in tutti i comuni
� disomogeneità territoriale legata alla sensibilità
degli operatori e all'area geografica in cui i
servizi operano
PERICOLI
� difficoltà nel coinvolgere le persone su eventuali
nuove iniziative riguardanti la salute
� disomogeneità territoriale legata all'area geografica
in cui i servizi operano
SINTESI
L’individuazione delle priorità riferite ai bisogni di salute, ha permesso nell’arco degli anni di strutturare un’offerta
consolidata di iniziative volte a sensibilizzare la popolazione anziana su tematiche inerenti la salute e l'inclusione
sociale. Inoltre il supporto delle locali associazioni di volontariato consente di offrire possibilità ricreative e di svago,
utili a superare condizioni legate alla solitudine ed all’isolamento. Emerge tuttavia la necessità di ampliare dette
iniziative, al fine di implementare il numero di comuni interessati dalle iniziative di sensibilizzazione, nonché la
difficoltà nel coinvolgere le persone in eventuali nuovi progetti, anche a causa della disomogeneità territoriale.
24
MACROAZIONE
N. 7.2.1
Rafforzamento delle progettualità e dei servizi socio-sanitari per la domiciliarità a sostegno degli
anziani parzialmente o totalmente non autosufficienti con il coinvolgimento esteso anche della
comunità
Azioni svolte:
• Prosecuzione convenzione tra ASS 4 e tre Strutture Residenziali del territorio (Opera Pia Coianiz di Tarcento,
Villa Nimis, Nobili de Pilosio di Tricesimo) per l’offerta di moduli semiresidenziali per anziani non autosufficienti
• Prosecuzione:
− offerta infermieristica domiciliare sulle 12 ore,7 giorni su 7
− presenza punti di Ascolto-Infermiere di Comunità nei Comuni di Taipana, Tricesimo e Reana del Rojale,
− offerta fisioterapica-riabilitativa domiciliare
− offerta assistenza domiciliare oncologica (ADO)
− offerta di assistenza domiciliare integrata (ADI)
− offerta assistenza protesica
− offerta servizio residenziale RSA
− servizio di assistenza domiciliare (SAD) di Ambito (cfr macroazione 2.1.1)
− Telesoccorso e Teleassistenza
− progetto ‘Emergenza Caldo’
− assistenza economica FAP, Fondo SLA e Gravi Gravissimi
− offerta servizi di accompagnamento/trasporto e distribuzione generi alimentari attraverso le locali
associazioni di volontariato
− Presenza ‘sportello assistenti familiari’ (erogato dalla Provincia di Udine attraverso i Centri per l’Impego),
per favorire l'inserimento lavorativo e l'assistenza familiare presso nuclei in cui sono presenti persone non
autosufficienti
• Avvio percorso di collaborazione con la Croce Rossa Italiana, volto in particolare alla gestione della distribuzione
di generi alimentari (cfr macroazione 8.1.1).
Prospetto
PUNTI DI FORZA
� L’offerta di servizi socio-sanitari per la
domiciliarità a sostegno degli anziani
parzialmente o totalmente non autosufficienti è
articolata e consolidata
� La presenza di una rete di volontariato estesa su
tutto il territorio di Ambito Distretto, completa
l’offerta dei servizi pubblici e rafforza i progetti a
sostegno della domiciliarità
� Rafforzamento e miglioramento del Servizio di
Assistenza Domiciliare nel suo nuovo modello
organizzativo centralizzato (in fase di effettivo
completamento – cfr. macroazione 2.1.1)
OPPORTUNITA’
� L’importanza della domiciliarità è obiettivo
riconosciuto da tempo da tutta la normativa di
settore e sostenuto dalle istituzioni territoriali
(regione, provincia, Azienda Sanitaria, Comuni);
questo garantisce l’offerta di una filiera di servizi
ampia e consolidata.
DEBOLEZZE
� Difficoltà, in alcune situazioni, a condividere il
progetto di assistenza a domicilio con
l'assistito/famigliari (es accoglimento in RSA,
adeguamento dell’abitazione per favorire
l’intervento del personale a domicilio)
PERICOLI
� Incertezze organizzative legate alle riforme
legislative in atto
SINTESI
Nel corso degli anni si è strutturata un’offerta articolata di interventi e servizi volti a favorire la domiciliarità, che ha
consentito di disporre di una filiera di risorse consolidata ed in grado di rispondere in modo adeguato alla richiesta di
assistenza a casa. Tra gli elementi che confermano tale valutazione, l’assenza di liste d’attesa per gli ingressi in casa di
riposo.
25
MACROAZIONE
N. 8.1.1
Creazione di una filiera di interventi e servizi finalizzati all’inserimento lavorativo di persone in
condizione di fragilità e svantaggio e definizione di un modello di intervento (presa in carico ed
accompagnamento) integrato tra politiche sociali e politiche del lavoro.
Azioni svolte nel semestre:
- Avvio applicazione regolamento per la realizzazione di borse di lavoro sociali e prima sperimentazione del nuovo
strumento volto all’inserimento socio-occupazionale di persone in carico ai servizi
- Conclusione della prima edizione del percorso di formazione per persone disoccupate, previsto all’interno dell’Accordo di
Rete tra Ambito, Provincia ed Azienda Sanitaria, volto alla realizzazione del progetto A.I.S.S.O. “Azioni integrate per uno
sviluppo socio-occupazionale – Medio Friuli”
- avvio di un gruppo di auto-mutuo aiuto composto una parte dei corsisti e trasformazione in gruppo di cittadini esperti
- preparazione della seconda edizione del corso, che sarà avviata nel mese di ottobre 2014
- Stesura bozza accordo di partenariato, quale documento integrativo dell’Accordo di Rete siglato per il progetto AISSO,
che prevede la sottoscrizione da parte di aziende e ditte private interessate a condividere obiettivi ed azioni del progetto
stesso
- Applicazione convenzione (stipulata a seguito di percorso di co-progettazione realizzato nel corso del 2013) con il Centro
Caritas ed il Centro Solidarietà Giovani nell’area dell’inserimento lavorativo di persone in condizione di fragilità e
svantaggio ed avvio dei seguenti servizi/interventi: sportello di supporto all’inserimento lavorativo (prosieguo ed
implementazione), affiancamento socio-educativo, sostegno psicologico, attività formativa
- Realizzazione di un percorso formativo integrato (che ha coinvolto tutti i partner pubblici e privati coinvolti nelle azioni di
cui alla presente macroazione) sul lavoro di rete (percorso nato dal tavolo di co-progettazione SSC – Caritas – CSG)
- Prosieguo sperimentazione ‘Progetto Tenda’ (cfr. macroazione 6.1.2)
- Utilizzo clausole sociali all’interno delle procedure di affidamento di servizi (es. appalto pulizie centri estivi per minori)
- Prosieguo incontri periodici interistituzionali Ambito – Distretto - S.I.L./CAMPP, volti a consolidare ed implementare
l’operatività in rete e garantire un monitoraggio costante dei progetti in carico; valutazione avvio di possibili nuove
progettualità per target ‘border’.
Prospetto
PUNTI DI FORZA
� Esperienza pluriennale acquisita dall’Ambito nella
definizione di servizi ed interventi nell’area
dell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate,
con particolare riferimento alla consolidata presenza
del servizio di supporto all’inserimento lavorativo,
quale collettore/propulsore/osservatorio privilegiato
di informazioni ed iniziative
� Buon livello di integrazione tra i servizi pubblici
territoriali e fattive collaborazioni con il privato
sociale
OPPORTUNITA’
� Valorizzazione e favor previsti dall’attuale normativa
nelle procedure di affidamento di servizi sociali a soggetti
del terzo settore, seppure e fronte di una
regolamentazione non sempre chiara
DEBOLEZZE
� Necessità di potenziare ed ampliare
ilcoinvolgimento di aziende e ditte private
� Necessità di rafforzare l’investimento nel lavoro di
comunità (es. avvio di gruppi di auto-mutuo aiuto)
PERICOLI
� Criticità dell’attuale mercato del lavoro
� Incertezze legate a possibili cambiamenti nell’assetto
organizzativo sovra territoriale (es. abolizione delle
province)
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SINTESI
L’esperienza pluriennale acquisita dall’Ambito nella definizione di servizi ed interventi nell’area dell’inserimento
lavorativo di persone svantaggiate, unitamente al buon livello di integrazione esistente tra i servizi pubblici territoriali
ed a fattive collaborazioni con il privato sociale, favorisce una costante implementazione della filiera di interventi e
servizi in questo settore. Sulla base di azioni propedeutiche svolte nell’annualità precedente , nel primo semestre 2014
si è dato avvio a nuove sperimentazioni che vedono il consolidamento della partnership con la Provincia e la
valorizzazione sempre maggiore del privato sociale: interventi e servizi realizzati e gestiti in co-progettazione,
sottoscrizione di accordi di rete, definizione di nuovi strumenti operativi (borse lavoro sociali). Seppure a fronte della
criticità che continua a caratterizzare l’attuale mercato del lavoro, emerge la necessità di potenziare ed ampliare il
coinvolgimento di aziende e ditte private, unitamente all’esigenza di approfondire il tema del supporto socio-
educativo in area adulta e dell’investimento nel lavoro di comunità.
27
MACROAZIONE
N. 9.1.1
Definire una filiera di servizi ed interventi coordinati ed integrati volti all’affrontamento dei
fenomeni di povertà e fragilità sociale.
Azioni svolte:
- Prosieguo sportello di supporto per la ricerca casa (convenzione con l’Associazione Vicini di Casa ONLUS) e valutazione di possibili
nuove sperimentazioni
- prosieguo disponibilità ‘Alloggi di emergenza abitativa di Nimis’ ed alloggi ‘Case Ronchis’ di Faedis
- Prosecuzione assistenza economica con Fondo di Solidarietà Regionale
- Avvio studio di fattibilità sulla realizzazione di uno sportello locale per l’Amministrazione di Sostegno
- Avvio percorso di collaborazione con la Croce Rossa Italiana, volto in particolare alla gestione della distribuzione di generi alimentari
- Avvio del tavolo di consultazione e confronto sui temi del disagio adulto
- cfr macroazione 8.1.1
Prospetto
PUNTI DI FORZA
� Presenza di una rete sufficientemente articolata di
servizi nell’area dell’abitare e dell’inserimento socio-
occupazionale
� I finanziamenti regionali assegnati ai sensi del Fondo
di Solidarietà sono sufficienti a coprire il fabbisogno
locale
OPPORTUNITA’
� Cogliere le opportunità delle progettualità future del
Consorzio Regionale Agenzie Sociali per la casa
� AdS: avvio di un collegamento tra il Tribunale di Udine e gli
Ambiti, volto a dare omogeneità nelle procedure e
coordinare l’attività degli sportelli presenti sul territorio
DEBOLEZZE
� Assenza di strutture di albergaggio interne al
territorio dell’Ambito ed insufficiente numero di
alloggi di emergenza abitativa
� Resistenze delle amministrazioni comunali ad
adottare ottiche di solidarietà che favoriscano
l’implementazione del numero di alloggi sociali
presenti sul territorio di Ambito
� Scarsa disponibilità da parte di privati cittadini e/o
appartenenti a realtà del terzo settore a svolgere il
ruolo di amministratore di sostegno
� Necessità di approfondire la formazione del
personale in quest’area, in particolare nella presa in
carico di nuclei familiari, di situazioni caratterizzate
da particolari complessità e di persone con disturbo
psichiatrico (particolarmente rilevanti risultano i
disturbi di personalità)
�
PERICOLI
� Le situazioni afferenti ai servizi sono sempre più
caratterizzate da complessità e multi problematicità
� Limite del periodo di erogazione del Fondo di Solidarietà
Regionale (massimo 6 mesi + 6 mesi per nucleo familiare) e
contrazione delle risorse economiche proprie dei comuni
� Alloggi sociali: problema ‘domicilio di soccorso’
SINTESI
L’area della povertà e del disagio sociale si connota come particolarmente complessa (coinvolge molteplici aspetti di bisogno, è
caratterizzata sempre più da situazioni di grave multi problematicità, nelle quali appare difficile definire idonei interventi) e per
questo necessita di un lavoro di forte integrazione tra servizi diversi e diversi settori delle politiche sociali, che a loro volta
richiedono di valorizzare la formazione del personale. All’interno delle situazioni afferenti a quest’area il problema lavoro appare
costantemente presente e prioritario (si rimanda alla macroazione 8.1.1), seguito da difficoltà economiche e problemi abitativi. Con
riferimento a questi ultimi si evidenzia l’assenza di strutture di albergaggio interne al territorio di ambito e l’insufficiente numero di
alloggi sociali. Nuove progettualità si stanno delineando nell’area della tutela dei soggetti deboli (ipotesi avvio sportello locale per
AdS).
28
Azioni svolte nel semestre:
- Prosecuzione progetti: Centri estivi per minori in fascia 3 – 14 anni, Borse Lavoro Giovani, Centri di
Aggregazione Giovanile (Tarcento, Nimis, Tricesimo)
- Promozione degli interventi a sostegno della famiglia previsti dalla L.R. 11/2006
- cfr macroazione 5.1.2
Prospetto
PUNTI DI FORZA
� Le borse Lavoro Giovani sono un’iniziativa
consolidata sul territorio, riconosciuta ed
apprezzata dai ragazzi e fortemente voluta e
sostenuta dalle amministrazioni comunali
� I centri di aggregazione si configurano come
importante strumento di supporto educativo,
ma anche come osservatorio privilegiato delle
situazioni di possibile multiproblematicità e
anello di congiunzione con i servizi
� Fattivo coinvolgimento del territorio
(associazioni musicali e sportive) nella
realizzazione dei centri estivi
OPPORTUNITA’
� E’ stata rilevata la presenza e la disponibilità di
realtà del terzo settore (in particolare associazioni
musicali e sportive) che rappresentano un’ulteriore
risorsa per le famiglie
DEBOLEZZE
� Inidoneità della sede CAGI di Tarcento
� Il ritardo delle Amministrazioni Comunali nel
decidere contenuti e tempi dei progetti di
borsa lavoro, ha importanti ripercussioni sulla
tempistica di programmazione e realizzazione
delle borse nei tempi prestabiliti
PERICOLI
� Rischio di utilizzo esclusivamente degli strumenti
istituzionali come supporto alla famiglia senza
creare capacità di auto risposta della comunità al
proprio bisogno
� Difficoltà di attivare e coinvolgere la comunità (es.
CAGi Tricesimo)
SINTESI
Nella prospettiva della promozione della centralità della famiglia come soggetto di welfare diventa fondamentale
individuare le modalità attraverso cui restituirle un ruolo attivo e responsabile. Tutto ciò però richiede un
cambiamento culturale perseguibile solo in tempi medio-lunghi. L’opportunità di un avvio del coinvolgimento di
associazioni e membri della comunità in attività legate alla realizzazione dei centri estivi (pre-post-accoglienza)
potrebbe rappresentare un costruttivo punto di inizio di tale percorso e consentire di misurare la distanza dagli
obiettivi attesi e graduare conseguentemente le azioni strumentali per il loro raggiungimento (collegamento con
macroazione 1.2).
MACROAZIONE
N. 10.1.2
Collegare gli interventi sociali e sociosanitari programmati nei PDZ con specifiche azioni
inerenti le politiche familiari.
29
MACROAZIONE
N. 10.1.3
Attivazione di interventi educativi nell’area della prevenzione e dell’aggregazione sociale con il
coinvolgimento della comunità a sostegno e integrazione delle competenze educative della
famiglia.
Azioni svolte nel semestre:
- studio di fattibilità sperimentazione di nuove modalità di risposta a situazioni di difficoltà scolastiche e di integrazione
sociale attraverso servizi educativi di gruppo e di comunità anche attraverso la finalizzazione di appositi finanziamenti
regionali (doposcuola c/o I.C. Tricesimo e Tarcento, progetto UFFA, progetto GULP, interventi di mediazione linguistica e
culturale)
- studio di fattibilità sperimentazione di interventi educativi di comunità nella prevenzione del rischio devianza e
nell’educazione alla legalità anche attraverso la finalizzazione di appositi finanziamenti regionali
- consolidamento di offerta di spazi e momenti aggregativi e formativi per giovani e adolescenti (borse-lavoro giovani e
centri di aggregazione giovanile) finalizzati alla promozione del protagonismo giovanile - cfr. macroazione 10.1.2
Prospetto
PUNTI DI FORZA
� I progetti indicati si contestualizzano all’interno
di una filiera articolata di interventi e servizi, che
li valorizza e li qualifica
� possibilità di cogliere con tempestività segnali di
difficoltà e conseguente intervento di
prevenzione
� Ottima collaborazione con le Forze dell’Ordine
OPPORTUNITA’
� realizzazione di azioni di prevenzione per garantire
una migliore qualità della vita delle nuove
generazioni e una minore incidenza del rischio di
disagio sociale
� Cfr macroazione 10.1.2
DEBOLEZZE
� Cfr macroazione 10.1.2
PERICOLI
� Vincoli di utilizzo dei finanziamenti regionali
finalizzati all’area della devianza (uso prevalente
per casistica in carico all’USSM)
� Difficoltà economiche nel mantenere in vita servizi
di prevenzione in tempi di crisi
� rischio di strutturare dipendenza da situazioni
finanziate con denaro pubblico senza far crescere
contemporaneamente una risposta matura e
autonoma della comunità
SINTESI
Gli interventi di aggregazione e contrasto alla devianza giovanile rappresentano un importante strumento di lavoro e
di prevenzione, caratterizzata anche da una buona collaborazione con le forze dell’Ordine. Tuttavia le difficoltà
economiche e i vincoli dei finanziamenti presenti rischiano di dover ridimensionare l’investimento in quest’area.
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GOVERNANCE SOCIALE
(macroazioni 1.1.1, 1.2.1)
L’obiettivo di porre al centro il territorio locale, che sottende al concetto stesso di Piano di Zona,
così come concepito dalla legge di riforma 328/2000, non può prescindere dal coinvolgimento di
tutti gli attori – istituzionali e non – presenti sul territorio; addivenire, quindi, ad una
‘programmazione partecipata’ delle politiche sociali e ad un ‘bilancio allargato’, basati su sinergie
virtuose, generate dalla messa in rete di saperi, esperienze e risorse.
Questo richiede innanzitutto un approfondimento della conoscenza reciproca tra tutte le realtà
territoriali, la definizione di linguaggi ed obiettivi comuni e l’attivazione, permanente, di una
nuova modalità di lavoro sociale, fondata sull’incontro tra responsabilità istituzionali e
responsabilità civiche, passando da una programmazione basata su una prospettiva di governo ad
una prospettiva di governance.
Tali finalità, definite prioritariamente nelle schede obiettivo 1.1.1 ed 1.2.1, permeano
trasversalmente tutte le aree della pianificazione zonale e sono state declinate, a livello locale, in
una serie di attività volte a creare una partnership diffusa. Nel corso del primo semestre 2014, in
particolare:
- è stata implementata la mappatura e la conoscenza delle realtà dell’associazionismo locale,
in particolare nel settore sportivo, musicale e culturale, al fine di valutare possibili sinergie
nell’area minori-giovani e famiglie
- è stato implementato il numero di soggetti sottoscrittori dell’accordo di partenariato
(cinque nuovi soggetti firmatari e due richieste in fase di valutazione)
- è stata data continuità ai tavoli tematici di consultazione e confronto attivati nel 2013 -
2014 (volontariato, disabilità, lavoro), è stato dato avvio a nuovi tavoli (disagio in area
adulta) e valutata l’opportunità di intraprendere nuovi percorsi di confronto e
progettazione (Amministratore di Sostegno)
- sono stati sperimentati percorsi di co-progettazione e definite partnership progettuali
attraverso la firma di accordi di rete, manifestazioni d’interesse, documenti d’intesa,
tutt’ora in fase di implementazione (si vedano i progetti: ‘A.I.S.S.O. ‘ e ‘Tenda’ di cui alla
macroazione 8.1.1)
- è stato dato avvio ad un lavoro di coinvolgimento attivo della cittadinanza, anche
attraverso l’avvio di gruppi di auto-mutuo aiuto (G.A.M.A. sul lutto e G.A.M.A. sul tema del
lavoro) e la realizzazione di serate informative/formative (in fase di avvio un corso di Primo
soccorso nell’area pediatrica, che vede il coinvolgimento attivo di famiglie locali).
Le risultanze del lavoro svolto finora hanno messo in evidenza le enormi potenzialità di una
programmazione partecipata pubblico-privato (messa in rete di saperi, esperienze e risorse,
creazione di sinergie virtuose, capaci di generare processi creativi che si autoalimentano). Tale
percorso richiede, tuttavia, un importante investimento da parte di tutti gli attori coinvolti ed uno
sforzo dei servizi pubblici a modificare la propria ‘cultura organizzativa’ in una direzione di
maggiore flessibilità, apertura alla sperimentazione di nuove modalità di lavoro e rilettura del
proprio mandato.
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GOVERNO DEL SISTEMA SOCIALE
(macroazioni 2.1.1, 3.1.1)
La società moderna è attraversata sempre più profondamente da trasformazioni radicali:
cambiamenti demografici (allungamento dell’aspettativa di vita, riduzione del numero dei figli per
famiglia, incidenza delle famiglie composte da un solo componente e di quelle con un solo
genitore, consistenza dei flussi migratori) , difficoltà in termini di disponibilità di risorse materiali e
mutamenti radicali a carico di fattori in qualche modo fondamentali nella vita individuale e in
quella collettiva, come quelli relativi al lavoro ed alla pauperizzazione che sta colpendo fasce
sempre più ampie di popolazione. A questo si aggiunge la crescente burocratizzazione degli enti
locali, subissati da mandati e funzioni sempre maggiori e difficili da governare, a fronte di una
contrazione crescente delle risorse pubbliche (in termini non solo di ridotti finanziamenti ma anche
di vincoli sempre maggiori nella spesa e nell’assunzione del personale). Si tratta di cambiamenti
profondi e complessi, le cui ricadute spingono a parlare ormai di un welfare della crisi, più che di
una crisi del welfare.
Di fronte a questo scenario è inevitabile ed improcrastinabile ripensare al ruolo del servizio sociale,
alle modalità di erogazione delle prestazioni e degli interventi e ridefinire l’assetto organizzativo
degli uffici e dei servizi.
Nel corso del 2013 si è dato avvio ad una fase valutativa volta ad analizzare le possibili modalità di
riorganizzazione del Servizio Sociale dei Comuni. Alla luce delle risultanze emerse, nel corso del
primo semestre 2014 l’Assemblea dei Sindaci di Ambito Distrettuale ha approvato l’avvio di un
processo volto alla centralizzazione delle attività amministrative e del servizio domiciliare, che si
concluderà entro la fine dell’anno in corso. Inoltre è stata riconsiderata la possibile
centralizzazione in microaree del servizio sociale territoriale; tale opportunità è apparsa più
rilevante alla luce delle recenti normative riguardanti l’impossibilità di coprire i 2 posti vacanti. A
tal fine è stato condotto un lavoro di analisi circa l’esigenza di redistribuire il personale
accentrandolo in microaree territoriali e garantendo la piena funzionalità degli sportelli di
segretariato sociale. Tale nuovo modello risulterebbe coerente con la dimensione centralizzata del
SAD ed organizzata per micro equipe di assistenti domiciliari.
Parallelamente si è provveduto ad implementare l’utilizzo dei gestionali informatici in dotazione al
SSC ed a definire modalità di integrazione e raccordo degli stessi.
Infine, con particolare riferimento all’obiettivo definito nella macroazione 3.1.1 di stabilizzazione e
consolidamento delle prestazioni e degli interventi di cui all’art. 6 della legge regionale 6/2006
(strettamente connesso con gli obiettivi di cui alla macroazione 2.1.1), si è data continuità e
priorità al percorso – già avviato nel 2013 - di revisione del ‘Regolamento per l’accesso ai servizi ed
alle prestazioni socio-assistenzali’. A tal fine è stata scelta una modalità di lavoro ‘modulare’, che
prevede entro la fine del 2014 la modifica del Titolo II , riguardante l’erogazione di benefici
economici e del Titolo III, riguardante l’integrazione rette di ricovero in strutture protette.
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INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA: OBIETTIVI COMUNI A TUTTE LE AREE
(macroazione 4.1.1 – 4.6.1)
L’integrazione sociosanitaria è lo strumento attraverso cui si vuole raggiungere un coordinamento
tra interventi di natura sanitaria e interventi di natura sociale, per far fronte a bisogni di salute
molteplici e complessi, sulla base di progetti assistenziali personalizzati. E’ quindi una risposta
obbligata al grande cambiamento della domanda - dovuto all’aumento delle condizioni di fragilità
nella popolazione ed alla crescente complessità dei bisogni che si affrontano - alla
limitatezza/parzialità delle singole competenze professionali che richiede sempre di più un
approccio multidisciplinare e pluriprofessionale ai problemi.
Il raccordo tra politiche sociali e politiche sanitarie consente di dare risposte unitarie all’interno di
percorsi assistenziali integrati, con il coinvolgimento e la valorizzazione di tutte le competenze e le
risorse, istituzionali e non, presenti sul territorio.
La normativa dell’ultimo decennio ha sancito e riordinato questi principi definendo anche degli
strumenti operativi che garantiscono una cornice istituzionale e organizzativa entro la quale
realizzare concretamente percorsi di integrazione, tra i quali si evidenziano con particolare
rilevanza: i punti unici di accesso integrato (finalizzati a migliorare l’accessibilità dei cittadini ai
servizi territoriali), l’utilizzo del progetto personalizzato (che rappresenta l’articolazione di una serie
di interventi integrati, formulati a seguito della progettazione condivisa con la persona ed i suoi
famigliari/care givers, in cui si condividono obiettivi, responsabilità e risorse), le Unità di Valutazione
Multiprofessionale (UVM).
Queste ultime hanno il compito di definire, attraverso una valutazione multidimensionale fatta da
un’equipe composta da professionisti del settore sociale e del settore sanitario, un progetto
altamente individualizzato, capace di garantire alla persona la risposta più adeguata ai suoi bisogni,
soprattutto nelle aree caratterizzate da bisogni socio-sanitari complessi (handicap, materno –
infantile, geriatrica, cronicità, terminalità, dipendenze, salute mentale).
Alla luce del ruolo fondamentale assunto dalle UVM anche rispetto agli altri strumenti citati, che
sono utilizzati prioritariamente all’interno delle UVM stesse, in continuità con l’anno 2013 si è
voluto privilegiare un lavoro di qualificazione delle UVM, in particolare attraverso la stesura di un
documento di regolamentazione unitaria (UVM minori, adulti, anziani, handicap), che sarà
completato entro dicembre 2014.
Da rimarcare anche la prosecuzione di percorsi formativi congiunti tra personale del SSC e
personale dell’ASS, volti a rafforzare il raccordo tra i servizi ed a definire prassi e procedure ad alta
integrazione, che assumono particolare importanza nella fascia minori e famiglie (per interventi di
sostegno a minori o di loro allontanamento dal nucleo d’origine).
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AREA MINORI E FAMIGLIE
(macroazioni 5.1.1, 5.2.1, 10.1.1, 10.1.2, 10.1.3)
La delicatezza e complessità che caratterizza i bisogni di quest’area, unitamente alle responsabilità
ed agli obblighi che investono l’ente pubblico rispetto alla tutela dei minori, motivano l’importanza
data agli interventi previsti nella pianificazione zonale in questo settore ed il significativo
investimento in termini di risorse economiche, di personale e di innovazione progettuale.
Il tema dell’affido e delle azioni volte a prevenire situazioni di allontanamento del minore dalla
famiglia, rispetto ai quali già nel 2013 sono stati intrapresi efficaci interventi e progetti, hanno
trovato nel primo semestre 2014 continuità ed implementazione.
Le azioni di informazione e sensibilizzazione volte al reperimento di famiglie disponibili all’affido,
realizzate la scorsa annualità, a seguito anche di un percorso di mappatura delle associazioni di
settore, hanno permesso di individuare e valutare otto famiglie, sette delle quali attualmente
stanno sperimentando esperienze di affido. Rispetto alle stesse i servizi integrati di
Ambito/Distretto stanno agendo un importante lavoro di affiancamento e supporto, al fine di
garantire la tenuta e la buona riuscita dell’esperienza.
Di particolare rilievo il prosieguo del un percorso di formazione congiunto tra operatori del SSC ed
operatori dell’ASS sulla presa in carico integrata di famiglie soggette a provvedimenti giudiziari in
materia di potestà genitoriale, che ha tra i suoi obiettivi anche la definizione di procedure di presa
in carico ad alta integrazione per la prevenzione dell’allontanamento del minore dalla famiglia di
origine. I forti vincoli posti dall’attuale quadro normativo alla formazione rischiano di
compromettere la continuità di questo strumento, apparso particolarmente significativo ed utile
all’interno del lavoro integrato tra servizi sociali e sanitari, per il raggiungimento degli obiettivi
definiti in quest’area.
All’interno degli interventi aventi obiettivi di supporto alle responsabilità familiari, si evidenzia
infine la prosecuzione dello studio di fattibilità (già intrapreso nel secondo semestre 2013) rispetto
all’adozione di modalità innovative di gestione dei centri estivi, attraverso l’integrazione e la
collaborazione (ipotesi di percorsi di coprogettazione) con le realtà locali dell’associazionismo e del
volontariato (si veda la macroazione 1.1.1).
AREA DISABILITA’
(macroazioni 6.1.1, 6.1.2)
Nel corso degli ultimi anni si è avuto modo di assistere ad una serie di importanti cambiamenti che
hanno determinato:
- un’evoluzione dei bisogni che caratterizzano l’area della disabilità (aumento del tasso di
incidenza dei disturbi dello spettro autistico, delle disabilità acquisite, delle persone in età
avanzata, delle persone giovani in uscita dal percorso scolastico, delle situazioni
caratterizzate da doppia diagnosi o plurifattorialità)
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- una radicale trasformazione nelle concezioni, approcci ed interventi rivolti alle persone con
handicap (riconoscendo l’indiscutibile superiorità dei costrutti dell’inclusione, della qualità
di vita, dell’approccio integrato, nonché della relazione tra funzionamento ed ambiente)
- un cambiamento dei contesti e degli assetti istituzionali, la cui ricaduta più evidente si
sostanzia nella significativa contrazione delle risorse disponibili.
Questo ha richiesto agli operatori di Ambito/Distretto di:
- rafforzare ed implementare il lavoro integrato tra i diversi servizi territoriali ed il
coinvolgimento del terzo settore
- operare una rilettura dei rispettivi mandati e compiti istituzionali, in un’ottica di più ampia
flessibilità, che privilegia confini fluidi e che si intersecano, al fine di definire linguaggi e
prassi condivise ed ottimizzare le risorse disponibili
- definire progetti individualizzati, volti a dare un’adeguata risposta alle esigenze specifiche
di ogni singola persona in carico; un tanto creando percorsi altamente personalizzati e
flessibili nei quali gli interventi forniti si integrino e vadano a completare le azioni/interventi
attuati dall’interessato e dalla famiglia, la cui partecipazione e coinvolgimento nella
definizione del progetto di vita vengono fortemente privilegiate e richieste
- investire in progettazioni sperimentali ed innovative, caratterizzate da un impatto
economico basso (seppure a fronte di un elevato investimenti in termini di ore/operatore).
Nel primo semestre 2014 si contano 6 progetti sperimentali attivi: ‘Tenda’, ‘Spirale d’energia’,
‘Estate ragazzi’, ‘GULP’, ‘UFFA’, ‘Sport integrato Dai e Vai’, ai quali si aggiungono altri 2 progetti in
fase di studio/avvio (‘Progetto sostegno famiglie’ e ‘Progetto Teatro’). Tali progettualità hanno la
finalità di garantire una filiera di interventi e servizi capace di rispondere all’ampiezza e
complessità dei bisogni che caratterizza l’area della disabilità - con particolare riferimento al tema
del ‘dopo di noi’ (rispetto al quale si configurano come interventi propedeutici); danno inoltre
risposta a molte situazioni per le quali l’attuale offerta (in primis attraverso i CSRE) non è in grado
di definire idonee progettualità.
I progetti citati sono elaborati, strutturati e monitorati con ISORISORSE di personale di Ambito e
Distretto, la collaborazione di soggetti del terzo settore, ed in alcuni casi il supporto di
finanziamenti regionali, Attualmente stanno dando risposta a circa 50 ragazzi e, dati i positivi
risultati evidenziati nei periodi di sperimentazione, necessitano di avere continuità e stabilità,
alcuni (‘Spirale d’Energia’ e ‘tenda’) attraverso una loro collocazione all’interno della rete dei
servizi delegati per l’handicap.
AREA ANZIANI
(macroazioni 7.1.1, 7.2.1)
L’area di bisogno afferente alla popolazione anziana è uno dei settori nei quali da sempre
l’attenzione del legislatore nazionale e regionale è stata più elevata e maggiore risulta attualmente
l’offerta di servizi ed interventi, sia a carattere preventivo che di tipo assistenziale e riabilitativo.
L’obiettivo della domiciliarità è il focus che caratterizza prioritariamente tutti gli interventi e servizi
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previsti dalla pianificazione zonale; si tratta di prestazioni rivolte all’ampia fascia della non
autosufficienza, della cronicità, della terminalità e della continuità delle cure, i quali richiedono
pertanto elevati livelli di integrazione socio-sanitaria. Per questo i risultati raggiunti nel primo
semestre 2014 in quest’area – in continuità con l’annualità precedente - fanno riferimento a molti
degli esiti già descritti nelle macroaree precedenti (macroazioni 2.1.1, 3.1.1 e macroazioni 4.1.1 –
4.6.), con particolare riferimento ai Punti Unici di Accesso Integrato, al processo di centralizzazione
del Servizio di Assistenza Domiciliare ed alle modifiche introdotte nel Protocollo per la presa in
carico in dimissione protetta del paziente fragile. Il lavoro di confronto e messa in rete con i
soggetti del terzo settore, in particolare con le locali associazioni di volontariato (tavolo sul
volontariato – macroazione 1.1.1) favorisce inoltre un proficuo scambio informativo rispetto alle
importanti risorse aggregative ed inclusive svolte dalle associazioni stesse a favore dell’utenza
anziana ed ha favorito processi di pubblicizzazione e divulgazione sugli interventi formativi e di
prevenzione.
AREA DIPENDENZE, SALUTE MENTALE E POVERTA’
(macroazioni 8.1.1, 9.1.1)
Il tema del lavoro o, in un’accezione più ampia, dell’inserimento socio-occupazione di persone in
condizione di fragilità e svantaggio è l’asse d’intervento principale attorno al quale ruotano i
servizi, le prestazioni e le progettualità che maggiormente caratterizzano la pianificazione zonale in
quest’area. Qui – con una complessa interrelazione tra molteplici livelli di bisogni e risorse -
l’assenza di lavoro appare una delle cause principali di impoverimento e nel contempo si
accompagna ad altre ‘urgenze sociali’ quali il problema abitativo e le crescenti difficoltà
economiche delle famiglie; di converso, e proprio per questo, l’inserimento lavorativo, in
particolare a favore di fasce di popolazione deboli, rappresenta lo strumento principe per
realizzare progetti che mirano all’autonomia della persona ed alla sua inclusività.
Data l’ampiezza ed importanza dei bisogni coinvolti, che investono grandemente le responsabilità
e le risorse delle amministrazioni comunali e dei servizi preposti, si è scelto di investire fortemente
nei progetti volti a rafforzare ed implementare la filiera degli interventi e servizi rivolti
all’inserimento socio-occupazionale, valorizzando le enormi potenzialità di un lavoro di rete con
tutti i soggetti pubblici e del privato sociale (si vedano le macroazioni 1.1.1 e 4.1.1 – 4.6.1).
In continuità con quanto già realizzato nella scorsa annualità, in questo primo semestre è
proseguita l’operatività in rete con la Provincia ed i servizi dell’Azienda Sanitaria, che ha portato
alla sottoscrizione di uno specifico accordo di rete tra i tre Enti per la realizzazione di interventi e la
presa in carico integrata nel campo dell’inserimento lavorativo. Da rilevare il coinvolgimento (nelle
fasi di progettazione e di attuazione degli interventi) di soggetti appartenenti al mercato for profit
(aziende, imprenditori privati).
Inoltre, a partire dalla co-progettazione in atto con associazioni di volontariato operanti
nell’ambito del disagio e dell’inclusione sociale (Centro Caritas dell’Arcidiocesi di Udine e Centro
Solidarietà Giovani di Udine), si è dato avvio alla sperimentazione di progetti di inserimento
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lavorativo protetto attraverso borse di lavoro sociali e si sono poste le basi per la trattazione e
l’affrontamento di altre aree di bisogno che caratterizzano la fascia del disagio adulto.
Housing sociale ed amministrazione di sostegno sono due ulteriori capitoli sui quali si è inoltre
rivolta l’attenzione dei servizi. E’ in fase di studio l’apertura di uno sportello locale per
l’Amministratore di Sostegno, co-progettato in collaborazione con soggetti del privato sociale e
con attori pubblici del territorio. Nell’area ‘casa’ emerge la necessità di implementare l’offerta di
alloggi di emergenza abitativa.