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viale dell’Industria, 2 - 38068 Rovereto (TN) | tel. +39 0464 303030 - fax +39 0464 303031 | www.metalsistem.com - [email protected] cod. MUM01 Marzo 2011 12 - 22/06/2018 Controllato Responsabile Divisione Tecnica Manuale | Edizione | Revisione | Classificazione | Approvato da | Serie PESANTE Portapallet / Drive-in / Soppalchi Manuale di installazione, uso e manutenzione MIUM Piano della qualità e di installazione PQI

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cod. MUM01Marzo 201112 - 22/06/2018ControllatoResponsabile Divisione Tecnica

Manuale |Edizione |

Revisione |Classificazione |

Approvato da |S e r i e P E S A N T EPortapallet / Drive-in / Soppalchi

Manuale di installazione, uso e manutenzioneM

IUM

Piano della qualità e di installazionePQ

I

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PORTAPALLET | DRIVE-IN | SOPPALCHIManuale di installazione, uso e manutenzione - Piano della qualità e di installazione

Emesso da: Autore:

Ufficio Tecnico Prodotto (U.T.P.) Manuel Ganassini

Approvato da: Responsabile:

Divisione Tecnica ing. Lucio Gelmini

Rev. Descrizione della modifica Autore Data

07 Integrazione Drive-in P. Damjanova - L. Gelmini 28/10/2014

08 Adattamento al MUM01 EN P. Damjanova - L. Gelmini 18/12/2015

09 Revisione capitoli 1-4 E. Di Pippo - L. Gelmini 10/03/2017

10 Revisione dichiarazione e garanzia M. Ganassini - L. Gelmini 30/03/2018

11 Revisione generale M. Ganassini - L. Gelmini 05/06/2018

12 Integrazione sopralluogo D. Pastarini - L. Gelmini 22/06/2018

Documento revisione

Codice documento: Titolo documento:

CISI 01 Regolamento di autoqualificazione CISI

CISI 04 Norma tecnica per scaffalature pesanti tipo “PORTAPALLET”

CISI 05 Norma tecnica per scaffalature pesanti tipo “DRIVE-IN”

CISI 08 Guida alla sicurezza delle scaffalature e dei soppalchi

MT-02, 04, 05, 06, 07, 12 Manuale per il dimensionamento degli impianti Drive-in, Manuale tecnico Super 4-5-6, Superbuild, Unibuild, Accessori PP, Superbo

ISTM-015 Istruzioni di montaggio Drive-in

ISTM-033 Istruzioni di montaggio controventi per soppalchi e portapallet

PMS Piano di Manutenzione Strutturale (se previsto)

MUM-AT Allegato Tecnico (se previsto)

Documenti di riferimento

Descrizione Definizione: Equivalenze

Forza Newton (N) 10N = 1daN ≈ 1kg | 1000N = 1kN ≈ 100kg

Lunghezza millimetri (mm) 1000mm = 1m

Pressione Pascal (Pa) 1˙000˙000 Pa = 1MPa = 1 N/mm2 = 10daN/cm2

Unità di misura

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INDICE1. INTRODUZIONE 5

1.1 PREMESSA 5

1.2 SCOPO 5

1.3 CAMPO DI APPLICAZIONE 5

1.4 RIFERIMENTI 5

1.5 DEFINIZIONI 7

1.5.1 Definizioni riguardanti i soggetti coinvolti 7

1.5.2 Definizioni riguardanti la scaffalatura portapallet e drive-in 7

1.5.3 Definizioni riguardanti soppalchi e scaffalature a passerella 8

1.6 RESPONSABILITÀ 8

1.6.1 Responsabilità del Committente / Datore di lavoro 8

1.6.2 Responsabilità del Fornitore 91.6.3 Responsabilità di Lavoratori ed Utilizzatori 9

2. INFORMAZIONI GENERALI SULLA SICUREZZA 92.1 AVVERTENZE GENERALI 9

2.2 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI 9

3. ISTRUZIONI PER L’INSTALLAZIONE 103.1 SICUREZZA DURANTE IL TRASPORTO E LA MOVIMENTAZIONE DEI COMPONENTI 10

3.2 SICUREZZA DURANTE L’INSTALLAZIONE 10

3.3 ALLINEAMENTO E TOLLERANZE STANDARD 103.3.1 Allineamento e tolleranze standard per portapallet 103.3.2 Allineamento e tolleranze standard per drive-in 133.3.3 Allineamento e tolleranze standard per soppalchi 14

3.4 SICUREZZA GENERALE DELLA SCAFFALATURA PORTAPALLET E DRIVE-IN 14

3.5 OPERAZIONI DI INSTALLAZIONE 143.5.1 Indicazioni generali 143.5.2 Sequenza e modalità delle operazioni per scafalature portapallet e drive-in 143.5.3 Sequenza e modalità delle operazioni per soppalchi 15

4. ISTRUZIONI PER LA MODIFICA 154.1 SICUREZZA DURANTE LA MODIFICA 15

4.2 ALLINEAMENTI E TOLLERANZE STANDARD 15

4.3 OPERAZIONI DI MODIFICA 154.3.1 Indicazioni generali 154.3.2 Sequenza e modalità delle operazioni 16

5. ISTRUZIONI PER L’UTILIZZO 165.1 SICUREZZA DURANTE L’UTILIZZO 17

5.1.1 Formazione del personale 175.1.2 Persona responsabile della sicurezza (PRS) 175.1.3 Condotta degli utilizzatori 175.1.4 Integrità strutturale di scaffalature portapallet e drive-in e di soppalchi 175.1.5 Mantenimento dei livelli di sicurezza 175.1.6 Specifiche ulteriori per soppalchi 17

5.2 AVVERTENZE PER LE REGOLAZIONI E LA MANUTENZIONE 18

5.3 INDICAZIONI PER IL CARICO CORRETTO 185.3.1 Tabelle di portata 18

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5.3.2 Sovraccarichi su scaffalature 185.3.3 Qualità dei pallet 195.3.4 Modalità di carico della scaffalatura 195.3.5 Operazioni di carico e scarico 195.3.6 Norme di sicurezza della struttura 205.3.7 Sovraccarichi su soppalchi 20

5.4 MODIFICA GEOMETRICA DELLA STRUTTURA 20

6. ISTRUZIONI PER LA DISMISSIONE 206.1 INDICAZIONI GENERALI 20

6.2 SICUREZZA DURANTE LA DISMISSIONE 20

6.3 SEQUENZA E MODALITÀ DELLE OPERAZIONI 21

6.4 GESTIONE DEI RIFIUTI 21

7. ISPEZIONE E MANUTENZIONE 217.1 CONTROLLI PERIODICI 21

7.1.1 Controllo della geometria della struttura 217.1.2 Controllo della verticalità della struttura 217.1.3 Controllo dell’integrità degli elementi 217.1.4 Controllo delle finiture superficiali 227.1.5 Controllo delle tabelle di portata 227.1.6 Controllo dei componenti di protezione 227.1.7 Verifica generale 22

7.2 CONTROLLI ECCEZIONALI 22

7.3 REGISTRAZIONE DEI DANNI 22

7.4 VALUTAZIONE DEL DANNO 227.4.1 Livelli di deformazione per scaffalature 237.4.2 Limiti di deformazione per soppalchi 237.4.3 Gradi di danno 23

8. INDIVIDUAZIONE, ANALISI E VALUTAZIONE DEI RISCHI 248.1 Tracciamento a terra degli ingombri della scaffalatura / del soppalco 26

8.2 Trasporto in cantiere dei componenti della scaffalatura / del soppalco 26

8.3 Deposito in cantiere dei componenti della scaffalatura / del soppalco 26

8.4 Assemblaggio delle spalle e delle torrette di controvento / dei gruppi di montanti e delle travi composte 27

8.5 Movimentazione di spalle, montanti e correnti e guide drive-in / dei gruppi di montanti e delle travi composte 28

8.6 Installazione delle spalle e delle torrette di controvento / dei montanti e gruppi di montanti 29

8.7 Ancoraggio alla pavimentazione delle spalle e torrette di controvento / montanti e gruppi di montanti 30

8.8 Montaggio dei correnti / travi ai piani rimanenti e degli accessori grigliati e componenti calpestio in quota 30

8.9 Controlli di verticalità e correttezza di montaggio 31

8.10 Collaudo della scaffalatura 31

8.11 REGISTRO MANUTENZIONE 32

8.12 SCHEDA DI CONTROLLO: verifica verticalità, controlli eccezionali, altro 33

8.13 RELAZIONE DI SOPRALLUOGO (fase di installazione, modifiche, altro) 34

9. CERTIFICAZIONI 36

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MIUM

PQI

1. INTRODUZIONE

1.1 PREMESSAIl presente manuale raccoglie due documenti: - Manuale di installazione, uso e manutenzione (MIUM); - Piano della qualità e di installazione (PQI).

Nella sezione iniziale (capitoli 1, 2 e 3) ed in quella di chiusu-ra (capitolo 8) sono sviluppati gli argomenti comuni, i capitoli centrali trattano invece specificamente i temi dell’utilizzo e della manutenzione.Per guidare nella lettura sono state predisposte su ciascuna pa-gina le icone “MIUM” e “PQI”.

1.2 SCOPO Il testo ha lo scopo di fornire indicazioni per garantire un me-todo di lavoro corretto e sicuro per tutte le attività incluse nelle seguenti fasi di lavoro: - trasporto verso il cantiere e movimentazione di componenti o

di elementi preassemblati; - montaggio ed installazione in sito; - utilizzo; - manutenzione ed eventuale modifica; - dismissione.

I primi due punti sono comuni ad entrambi i documenti citati in premessa, i rimanenti sono di pertinenza esclusiva del Manuale di installazione, uso e manutenzione.

1.3 CAMPO DI APPLICAZIONELe indicazioni fornite si applicano indicativamente a quat-tro macrosistemi realizzabili con i prodotti delle serie pesanti METALSISTEM: - Scaffalature portapallet classe 300 e 400; - Scaffalature tipo drive-in; - Scaffalature a passerella; - Soppalchi.

Le linee di prodotto impiegabili per la realizzazione delle struttu-re sopra elencate sono: - Super 4-5-6; - Superbuild; - Superbo; - Unibuild.

Scaffalature Porta pallet

Scaffalature Drive-in

Scaffalature a passerella

Soppalchi

Super 4-5-6 Super 4-5-6 Super 5-6 Super 6

Superbuild Superbuild

Superbo Superbo

Unibuild Unibuild

USM USM

USR USR

La trattazione riguarda applicazioni in ambito lavorativo di strut-ture in configurazione fissa, utilizzate per carico meccanizzato con mezzi idonei e ad opera di personale qualificato.

Per applicazioni differenti (ad esempio realizzazione di struttu-re complesse, installazioni mobili o sistemi di movimentazione merci automatizzata) si raccomanda il rispetto di tutte le prescri-zioni fornite nel seguito, specificando però che le stesse posso-no non risultare esaustive. In questi casi al presente testo vanno affiancati ulteriori documenti specifici.Indipendentemente dall’ambito di applicazione è sempre obbli-gatorio garantire aspetti essenziali quali l’integrità, l’efficienza, la stabilità, la sicurezza delle strutture e l’opportuna formazione del personale coinvolto nell’utilizzo dell’impianto.

1.4 RIFERIMENTINorme di riferimento: - D.Lgs. 09.04.2008, n. 81 “Testo unico sulla salute e sicurezza

sul lavoro”; - UNI EN 15629:2009 “Sistemi di stoccaggio statici di acciaio – Specifiche dell’attrezzatura di immagazzinaggio”;

- UNI EN 15635:2009 “Sistemi di stoccaggio statici di acciaio – Utilizzo e manutenzione dell’attrezzatura di immagazzinaggio”;

- UNI EN 15878:2010 “Sistemi di stoccaggio statici di acciaio. Ter-mini e definizioni”.

Norme di riferimento per il calcolo teorico: - UNI EN 15512:2009 “Sistemi di stoccaggio statici di acciaio - Scaffalature portapallet - Principi per la progettazione strut-turale”;

- UNI EN 15620:2009 “Sistemi di stoccaggio statici di acciaio - Scaffalature portapallet - Tolleranze, deformazioni e interspazi”;

- UNI EN 1990:2006 “Eurocodice: Criteri generali di progetta-zione strutturale”;

- UNI EN 1991-1-1:2004 “Eurocodice 1 - Azioni sulle strutture - Parte 1-1: Azioni in generale - Pesi per unità di volume, pesi propri e sovraccarichi per gli edifici”;

- UNI EN 1993-1-1:2014 “Eurocodice 3 - Progettazione delle strutture di acciaio - Parte 1-1: Regole generali e regole per gli edifici”;

- UNI EN 1993-1-3:2007 “Eurocodice 3 - Progettazione del-le strutture di acciaio - Parte 1-3: Regole generali - Regole supplementari per l’impiego dei profilati e delle lamiere sottili piegati a freddo”;

- UNI EN 1993-1-8:2005 “Eurocodice 3 - Progettazione delle strutture di acciaio - Parte 1-8: Progettazione dei collegamenti”;

- FEM 10.2.07:2012 “The design of drive-in and drive-through racking”.

Norme di riferimento per i materiali: - UNI EN 10346:2015 “Prodotti piani di acciaio rivestiti per immer-

sione a caldo in continuo - Condizioni tecniche di fornitura”; - UNI EN 10149-1:2013 “Prodotti piani laminati a caldo di ac-

ciai ad alto limite snervamento per formatura a freddo - Parte 1: Condizioni tecniche di fornitura generali”;

- UNI EN 10149-2:2013 “Prodotti piani laminati a caldo di acciai ad alto limite snervamento per formatura a freddo –

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MIUM

PQI

Fig. 1 Componenti portapallet

1. Montante2. Diagonale corta3. Diagonale lunga4. Traversina5. Collegamento bifronte6. Corrente7. Protezione piede montante8. Protezione spalla9. Guida a pavimento10. Invito guida pavimento11. Guida collegamento spalla12. Distributore di carico13. Piano a doghe14. Profilo ferma pallet15. Rompitratta16. Rompitratta combinati17. Piano di rompitratta18. Profili d’alzata19. Cuneo portafusti20. Profili portacontenitori

Fig. 1

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MIUM

PQI

Fig. 2. Componenti drive-in

1. Montante2. Diagonale corta3. Diagonale lunga4. Traversina5. Guida Drive-in6. Corrente di sommità - collegamento spalle7. Protezione piede montante8. Protezione piede spalla9. Guida a pavimento10. Invito guida Drive-in Fig. 2

Parte 2: Condizioni di fornitura degli acciai ottenuti mediante laminazione termomeccanica”;

- UNI EN 10204:2005 “Prodotti metallici – Tipi di documenti di controllo”.

Altri riferimenti normativi: - DM 17.01.2018 “Norme tecniche per le costruzioni”; - UNI EN 1090-1:2012 “Esecuzione di strutture di acciaio e di

alluminio - Parte 1: Requisiti per la valutazione di conformità dei componenti strutturali”;

- UNI EN 1090-2:2011 “Esecuzione di strutture di acciaio e di alluminio - Parte 2: Requisiti tecnici per strutture di acciaio”;

- ACAI-CISI testo unico del 11/05/2004: “Norma tecnica per le scaffalature pesanti portapallet”;

- ACAI-CISI testo unico del 11/05/2004: “Norma tecnica per le scaffalature pesanti tipo drive-in”;

- D.Lgs. 21.05.2004, n. 172 “Attuazione della direttiva 2001/95/CE sulla sicurezza generale dei prodotti”.

1.5 DEFINIZIONI

1.5.1 Definizioni riguardanti i soggetti coinvolti Di seguito le definizioni adottate per i principali soggetti coinvolti: - Committente - persona giuridica che commissiona il progetto

e la realizzazione, oppure la modifica, di un impianto di im-magazzinaggio;

- Datore di Lavoro (generalmente coincidente con il Commit-tente) - persona giuridica che impiega personale per lo svolgi-mento di attività lavorative che implicano l’utilizzo di sistemi di immagazzinamento;

- Fornitore - persona giuridica che si occupa della progettazio-ne di sistemi di scaffalatura / impianti di immagazzinaggio,

ossia della vendita e della fornitura di componenti per la rea-lizzazione degli stessi e dell’assistenza;

- Produttore (METALSISTEM S.p.A.) - persona giuridica che svi-luppa e produce i componenti delle linee elencate nel par. 1.2.

- Lavoratori - tutte le persone fisiche che svolgono attività la-vorative durante una qualsiasi delle fasi elencate nel par. 1.1;

- Utilizzatori - lavoratori le cui mansioni prevedono l’utilizzo di-retto di scaffalature installate in un impianto di immagazzina-mento in funzione.

1.5.2 Definizioni riguardanti la scaffalatura portapallet e drive-in

Uno scaffale è composto da elementi strutturali e da accessori. Mentre i componenti strutturali sono essenziali per la stabilità generale, i diversi accessori vanno scelti in funzione dello speci-fico utilizzo per migliorare le performance della struttura e per ridurre i rischi connessi all’utilizzo. Le figure Fig. 1 e Fig. 2 mostrano i più comuni componenti ri-spettivamente della scaffalatura portapallet e drive-in sfruttando una rappresentazione della linea Unibuild (anche le altre illustra-zioni del manuale sfruttano l’esempio della linea Unibuild).La struttura è considerata completa e stabile, se opportunamen-te assemblata, quando include tutti i componenti specificati da layout oppure, in caso uno specifico layout non sia richiesto dal Committente, quando include tutti i componenti prescritti nei manuali tecnici di prodotto per i casi standard.

1.5.3 Definizioni riguardanti soppalchi e scaffalature a passerella

Il soppalco Super 6 è costituito da una maglia regolare di mon-tanti singoli o in gruppo, collegati da travi di impalcato e com-

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MIUM

PQI

pletato da un sistema di controventature orizzontale e verticale.La scaffalatura a passerella è costituita da filari di spalle Super 5-6 monofronte o bifronte collegate tra loro da passerelle sospese realizzate con il sistema modulare per soppalchi Super 6.Anche questi sistemi si compongono di elementi strutturali e di accessori, di seguito le definizioni riguardanti i componenti principali: - Controventatura: insieme degli elementi che stabilizzano la

struttura nei riguardi dei carichi orizzontali. - Impalcato: insieme strutturale costituito dal piano di calpestio

e dall’insieme di travi che lo sostengono. - Montante: elemento verticale che sorregge uno o più livelli

di impalcato, ricevendone il carico e trasmettendolo a terra. - Parapetto: elemento strutturale di servizio, con la funzione di

impedire la caduta delle persone verso il basso. - Piano di calpestio: elemento piano che sorregge i carichi di

impalcato: è costituito da uno strato strutturale con una dire-zione principale di orditura (generalmente doghe di grigliato o lamiera grecata) e da un eventuale strato di finitura.

- Rompitratta: trave in appoggio fra due travi principali; riceve il carico dal piano di calpestio e lo trasmette alle travi principali.

- Trave principale: trave in appoggio fra due montanti, parallela alle doghe del piano di calpestio; riceve il carico dai rompitrat-ta e lo trasmette ai montanti.

- Trave secondaria: trave in appoggio fra due montanti, ortogo-nale alle travi principali; riceve il carico dal piano di calpestio e lo trasmette ai montanti.

Per una migliore comprensione dei diversi componenti e della loro messa in opera, si rimanda al “Manuale Tecnico Soppalchi e Scaffalature a Passerella” (MT01).

1.6 RESPONSABILITÀI soggetti coinvolti nella realizzazione e nell’utilizzo di un siste-ma di immagazzinamento hanno responsabilità reciproche da rispettare per una buona riuscita del progetto e per garantire la sicurezza sia dei Lavoratori coinvolti in ciascuna fase che degli Utilizzatori finali.

“La Lista delle Responsabilità” serve al Committente e al Fornito-re a chiarire preventivamente alla fornitura le rispettive respon-sabilità, evitando in seguito eventuali divergenze e contenziosi. Tale approccio ha anche il vantaggio di una riduzione di costi connessi a rielaborazioni evitabili sia per il Fornitore che per l’Utilizzatore.

1.6.1 Responsabilità del Committente / Datore di lavoroLa scelta degli accessori della scaffalatura è prerogativa del Com-mittente, sebbene opportunamente informato dal Fornitore sui prodotti più adatti a rispondere alle proprie esigenze. In ogni caso, scelte del Committente alternative a quelle proposte dal Fornitore, non devono assolutamente ledere l’integrità struttu-rale dei sistemi. In fase di progettazione di un nuovo impianto o di manutenzione / modifica di un impianto esistente, è compito del Committente rendere disponibili al Fornitore tutte le informazioni necessarie per la corretta progettazione, facendosi carico perlomeno di:

- rispettare le normative nazionali e locali e richiedere le oppor-tune autorizzazioni;

- in caso sia necessaria un’analisi sismica, far predisporre una relazione geologica che certifichi la categoria del sottosuolo;

- fornire informazioni dettagliate sulla classe d’uso della struttura ospitante (costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti, sedi di attività particolarmente pe-ricolose per l’ambiente, ecc.);

- specificare le caratteristiche dell’ambiente di installazione delle scaffalature (interno o esterno; eventuale esposizione ad agenti atmosferici; ambiente asciutto o umido; eventua-le presenza di inquinati/contaminati, o di aggressivi chimici; temperatura operativa, in particolare se fluttuante, se supe-riore o inferiore allo zero ecc.);

- fornire dati sulle caratteristiche della pavimentazione (por-tata, resistenza e consistenza, caratteristiche geometriche come eventuali pendenze e/o salti di quota, tipologie e caratteristiche delle finiture superficiali, ad esempio rivesti-menti in piastrelle, asfaltatura, ecc.);

- verificare che la pavimentazione sia idonea a supportare le azioni derivanti dalla sovrastruttura;

- segnalare eventuali criticità della pavimentazione (tombini, botole, cavedi, giunti di dilatazione, impianti inglobati);

- segnalare eventuali elementi che possano generare interfe-renze (impianti, macchinari, ingombri strutturali, aperture dell’involucro ecc.);

- specificare percorrenze, punti di accesso e uscita dell’im-pianto, percorsi di lavoro, percorsi di emergenza;

- fornire informazioni dettagliate sulla merce da immagazzi-nare (unità di carico, forma, dimensione, peso, imballaggio, attività di movimentazione se applicabile);

- fornire informazioni dettagliate sui dispositivi di movimen-tazione delle merci (tipo, portata, altezza di sollevamento, raggi di manovra);

- effettuare una valutazione dei rischi connessi all’installazio-ne, alla luce della specificità del singolo caso;

- vigilare sulla corretta esecuzione delle istruzioni di mon-taggio/installazione specificate dal Fornitore, sia nel caso in cui il Committente svolga autonomamente tali operazioni che nel caso in cui affidi le attività a terzi (è preferibile che l’installazione sia eseguita dal Fornitore, dal Produttore, o comunque da personale specializzato).

In fase di funzionamento di un impianto, è responsabilità del Datore di Lavoro garantire le condizioni affinché tutte le atti-vità lavorative possano avvenire correttamente ed in sicurezza.È responsabilità del Datore di lavoro: - dotarsi di attrezzature di movimentazione idonee; - impiegare personale addestrato, o addestrare, all’utilizzo

dei mezzi di movimentazione; - impiegare personale addestrato, o addestrare, ad operare

in sicurezza; - istruire gli Utilizzatori su come garantire la stabilità dei cari-

chi e dei materiali impilati; - dare indicazioni sulle corrette modalità di posizionamento

e di prelievo dei pallet (o qualsiasi altra unità di carico) sui livelli di carico e vigilare affinché tali indicazioni siano rispet-tate;

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MIUM

PQI

- assicurare che i corridoi operativi siano mantenuti sgombri da qualsiasi materiale ed ostacolo, incluse le merci imma-gazzinate;

- garantire l’immediata pulizia di eventuali perdite o disper-sioni di qualsiasi materiale;

- accertare regolarmente l’eventuale necessità di elementi di protezione degli scaffali in conseguenza del mutare delle attività svolte e delle attrezzature impiegate, provvedendo ove necessario all’integrazione;

- garantire la regolare ispezione e manutenzione di tutti i componenti dell’impianto;

- assicurare la comprensione dei livelli di danno degli scaffa-li (verde, giallo e rosso come definito nel paragrafo 7.4.3), l’individuazione degli elementi danneggiati e la messa in atto delle azioni prescritte;

- provvedere all’opportuna riparazione, se possibile, di com-ponenti danneggiati / usurati, oppure alla sostituzione con ricambi idonei;

- mantenere adeguati livelli di riscaldamento ed illuminazione nell’area di immagazzinaggio;

- garantire il corretto smaltimento dei rifiuti prodotti in cia-scuna fase.

1.6.2 Responsabilità del FornitoreSia per la realizzazione di nuovi impianti che per la modifica di quelli esistenti, il Fornitore deve comprendere le necessità speci-fiche del Committente, informarlo sui prodotti adatti a risponde-re alle esigenze e proporre soluzioni progettuali coerenti. La responsabilità non si limita alla vendita / fornitura, ma si estende all’assistenza una volta conclusa l’installazione.Di seguito una lista delle responsabilità: - determinare e fornire le indicazioni tecniche sui limiti di impie-

go delle scaffalature; - fornire informazioni sulla gamma di accessori disponibili per

adattare la scaffalatura alle specifiche esigenze del Commit-tente;

- fornire informazioni sulla gamma di accessori disponibili per la protezione della scaffalatura;

- fornire un layout illustrante dimensioni e ubicazione della scaffalatura, spazi liberi e corridoi operativi;

- offrire un servizio di installazione corredato, alla consegna dell’impianto, di certificato di fine montaggio;

- fornire il cartello di pericolo generico e le tabelle di portata; - garantire consulenza tecnica per le scaffalature fornite in caso

siano necessarie variazioni d’uso, cambiamenti di carico o ri-configurazione di layout e geometria;

- corredare la fornitura con istruzioni per l’ispezione regolare delle scaffalature;

- fornire indicazioni sulla convenzione riguardante i livelli di danno (verde, giallo e rosso) e le sulle relative azioni da intra-prendere;

- essere nella condizione di fornire adeguate parti di ricambio o alternative coerenti.

1.6.3 Responsabilità di Lavoratori ed UtilizzatoriTutti i Lavoratori hanno l’obbligo di rispettare le disposizioni in materia di Salute e sicurezza sul lavoro.Gli Utilizzatori devono inoltre fare un uso degli impianti che ne garantisca i massimi livelli di durabilità, efficienza e sicurezza, ga-rantendo di: - rispettare le istruzioni operative impartite dal Datore di lavoro; - mantenere sempre un comportamento volto alla sicurezza

individuale e collettiva; - utilizzare in maniera corretta tutte le attrezzature di lavoro e le

dotazioni dell’impianto; - utilizzare correttamente i dispositivi di protezione individuale; - evitare qualsiasi comportamento o azione che possano dan-

neggiare le attrezzature; - segnalare ai soggetti preposti eventuali malfunzionamenti o

danneggiamenti delle attrezzature e delle dotazioni in genere; - suggerire ai soggetti preposti eventuali modifiche dell’impian-

to utili per agevolare o rendere più sicuro il lavoro; - segnalare la necessità di elementi di protezione degli scaffali

ove necessario; - garantire che i pallet (o qualsiasi altra unità di carico) siano

movimentati solo verticalmente in fase di posizionamento o prelievo, evitando in particolare il trascinamento;

- mantenere sgombri i corridoi operativi da qualsiasi materiale; - garantire l’immediata pulizia di eventuali fuoriuscite o mate-

riali dispersi.

2. INFORMAZIONI GENERALI SULLA SICUREZZA

2.1 AVVERTENZE GENERALIMolti degli incidenti che avvengono in ambito lavorativo sono imputabili a disattenzione, ad uso improprio delle attrezzature e ad inosservanza delle regole di sicurezza.Si raccomanda pertanto di: - rispettare le norme vigenti in materia di igiene, antinfortunisti-

ca e sicurezza sul lavoro; - attenersi in modo scrupoloso alle indicazioni di questo testo; - osservare sempre la massima prudenza; - adottare un comportamento idoneo a ciascuna fase di lavoro.

Nei capitoli specifici dedicati a ciascuna fase di lavoro sono for-nite indicazioni su procedure, strumenti e dispositivi che garanti-scano il lavoro in sicurezza. Per le situazioni non contemplate da questo testo, la responsabilità di fornire tali indicazioni è deman-data ad ogni soggetto preposto.Il personale incaricato di ciascuna fase di lavoro deve possedere requisiti fisici ed attitudinali, esperienza e competenze tecniche adeguate al tipo di attività.

2.2 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALIDurante lo svolgimento di tutte le attività lavorative è obbligato-rio l’uso attivo di idonei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) differenziati a seconda delle attività.

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Nei casi in cui l’entità del lavoro richieda la redazione di un Do-cumento di valutazione dei rischi o di un Piano Operativo di Si-curezza (POS), tali documenti devono elencare i DPI da usare ed i livelli di protezione degli stessi. La responsabilità di approntare adeguata documentazione è in capo ai Datori di lavoro di ogni impresa coinvolta. Per tutti i casi in cui i dispositivi obbligatori non siano espres-samente dichiarati, si faccia riferimento a quanto specificato di seguito.DPI per l’installazione, la modifica e la dismissione: - Imbracatura anticaduta UNI EN 361 completa di cintura di

posizionamento UNI EN 358; - DPI anticaduta retrattile UNI EN 360; - DPI anticaduta (cordino assorbimento energia) UNI EN 355; - Dispositivo di ancoraggio UNI EN 795; - Connettori UNI EN 362; - Cordino di trattenuta UNI EN 358; - Guanti di protezione contro agenti meccanici UNI EN 388; - Casco di protezione UNI EN 397 dotato di sottogola; - Scarpe di sicurezza con suola imperforabile UNI EN ISO 20345,

categoria S1P; - Occhiali protettivi contro agenti meccanici UNI EN 166; - Apparecchi per la protezione dell’udito UNI EN 352; - Apparecchi per la protezione delle vie respiratorie UNI EN 149

(facciali filtranti FFP2 oppure FFP3); - Indumenti ad alta visibilità EN ISO 20471.

DPI per l’uso: - Scarpe di sicurezza con suola imperforabile UNI EN ISO 20345,

categoria S1P; - Guanti di protezione contro agenti meccanici UNI EN 388; - Indumenti ad alta visibilità EN ISO 20471.

3. ISTRUZIONI PER L’INSTALLAZIONE

3.1 SICUREZZA DURANTE IL TRASPORTO E LA MOVIMENTAZIONE DEI COMPONENTI

Effettuare le operazioni di trasporto verso il sito e le movimenta-zioni dei componenti da assemblare rispettando le procedure e le indicazioni riportate sull’imballaggio e nel presente manuale. Prima di movimentare, circoscrivere l’area di intervento per im-pedire l’accesso al personale non autorizzato.Utilizzare mezzi di trasporto, macchine ed accessori di solleva-mento conformi alle normative vigenti, che siano in grado di sopportare il carico e resistere alle sollecitazioni.Se si utilizzano rampe per il carico, queste devono avere lun-ghezza, larghezza, resistenza e grado di pendenza adeguati.Utilizzare solo dispositivi ed accessori sottoposti a controlli rego-lari e ad una corretta manutenzione.Fare attenzione che gli accessori di sollevamento (pallet, fasce o catene di imbracatura) non danneggino organi o parti sporgenti.Non inclinare, non capovolgere e non sbilanciare il carico duran-te la movimentazione ed il trasporto, evitando anche che subi-sca movimenti bruschi e urti violenti.

Prima di effettuare il trasferimento su mezzi di trasporto, assi-curare il carico al mezzo e controllare i dispositivi di bloccaggio al fine di evitare spostamenti improvvisi e pericolosi delle merci. Controllare che l’ingombro totale non superi i limiti consentiti e, se necessario, applicare le opportune segnalazioni e attenersi alle normative che regolano la circolazione su strada.L’apertura dei mezzi usati per il trasporto va effettuata diretta-mente dal trasportatore. Esso deve anche verificare che la stabi-lità del carico non sia stata compromessa durante il trasporto e che non ci siano materiali sciolti. Se necessario, il trasportatore deve ripristinare la stabilità e mettere in sicurezza il carico. Solo una volta conclusa l’ispezione e risolte eventuali problematiche, si può procedere a scaricare i mezzi.Qualunque operatore che, in seguito alla fase di scarico, riscon-tri anomalie o danneggiamenti nei materiali da porre in opera, deve avvisare chi di dovere affinché si eviti di installare elementi non idonei.

3.2 SICUREZZA DURANTE L’INSTALLAZIONE Tutte le operazioni oggetto di questa fase devono essere debi-tamente valutate e programmate da soggetti competenti ed eseguite da personale idoneo, qualificato e formato. L’uso degli appropriati dispositivi di protezione individuale è obbligatorio.L’attrezzatura utilizzata deve essere idonea, in buone condizio-ni d’uso e regolarmente controllata per garantirne l’efficienza. Particolare riguardo va posto ai mezzi di movimentazione e di sollevamento usati per portare in quota il materiale da installare.Durante le operazioni che prevedono lavoro in quota opportuni provvedimenti devono essere presi per garantire la sicurezza sia degli operatori che svolgono attività in quota che di quelli impe-gnati a terra nelle immediate vicinanze.

3.3 ALLINEAMENTO E TOLLERANZE STANDARDPer una corretta installazione, eseguire le seguenti operazioni propedeutiche: - tracciare a pavimento il reticolo definendo la posizione dei

montanti e le linea di riferimento di testata; - rilevare la geometria della pavimentazione predisponendo gli

spessori necessari per compensare eventuale non planarità e/o scostamento dall’orizzontale;

- in fase di montaggio, rispettare le limitazioni su allineamen-to e tolleranze, valutate a struttura scarica, schematizzate in seguito.

Prima di avviare l’installazione, mettere in sicurezza il luogo di lavoro rimuovendo eventuali ostacoli e fonti di pericolo e delimi-tando l’area per impedire l’accesso ai non addetti. Prima di ese-guire qualsiasi operazione, accertarsi che non vi siano persone nel raggio d’azione.

3.3.1 Allineamento e tolleranze standard per portapalletLe indicazioni fornite di seguito sono definite nelle norme UNI EN 15620:2008 per scaffalature portapallet di categoria 300A/300B e 400 a cui si rimanda.

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LIMITAZIONI SULLE TOLLERANZE ORIZZONTALI PER IL PIANO X - Z

Quote dimensionali e descrizione delle tolleranzeTolleranze di

installazione per portapallet classe 400

Tolleranze di installazione per

portapallet classe 300A

Tolleranze di installazione per

portapallet classe 300B

δA - Variazione della luce netta tra due montanti su ogni livello di carico, rispetto alla dimensione teorica

±3 mm

δAt Variazione della larghezza netta di tutto il portapallet, cumulativo con i numeri delle campate, rispetto alla dimensione teorica

±3n mm

B Disallineamento dei montanti in direzione trasversale al corridoio, cumulabile con il numero di campate, misurato in prossimità al pavimento [mm]

-max [±10mm;±1,0n] *applicabile ai montanti frontali rispetto alla corsia

max [±10mm;±0,5n] *applicabile ai montanti fronte e retro rispetto alla

corsia

δB0 Variazione della distanza tra l'asse di riferimento Z e l'inizio dell'impianto, misurato in prossimità al pavimento, rispetto alla dimensione teorica

±10mm

BF Disallineamento dei montanti appartenenti alla stessa spalla ±20mm -

Cx Fuori piombo di ciascuna spalla in direzione X ±H/350 ±H/500

Cz Fuori piombo di ciascuna spalla in direzione Z ±H/350se forche a corsa dinamica ±H/500

se forche a corsa fissa ±H/750*

δD Variazione della distanza della spalla rispetto al valore teorico ±6mm±3mm - spalla singola ±6mm - spalla doppia

δE Variazione della larghezza netta della corsia rispetto al valore teorico

±15mm ±5mm

δE1 Variazione della larghezza netta tra le guide al pavimento rispetto al valore teorico

- +5mm/ - 0mm

δE2 Variazione della distanza dal bordo montante alla guide al pavimento

- ±5mm

δF Variazione della distanza F in prossimità del pavimento ±15mm ±10mm

F1 Variazione tra due montanti adiacenti, misurati vicino al pavimento in direzione Z

- ±5mm

Gz Rettilineità del corrente in direzione Z ±A/400

Jx Rettilineità del montante in direzione X tra correnti distanziati di HB max [±3mm; ±HB/400] max [±3mm; ±HB/750]

Jz Curvatura\deformazione iniziale di un montante in direzione Z ±H/500

δM Tolleranza della guida in sommità dell'impianto - se prevista è definita dal produttore

TW Rotazione in mezzeria del corrente 1° per m

H è l’altezza del montante [mm]*H/500 è un valore accettabile a condizione che i blocchi dei pallet o altri tipi di merce sporgono ≥75mm e i blocchi o la merce siano supportati dal correnteF - distanza tra l’asse centrale della corsia, in direzione X, e il bordo montante [mm]

LIMITAZIONI SULLE TOLLERANZE VERTICALI IN DIREZIONE Y

Quote dimensionali e descrizione delle tolleranzeTolleranze di

installazione per portapallet classe 400

Tolleranze di installazione per

portapallet classe 300A

Tolleranze di installazione per

portapallet classe 300B

Gy Rettilineità del corrente in direzione y max [±3mm; ±A/500]

δH1 Variazione di H1 max [±5mm; ±H1/500] max [±5mm; ±H1/500] max [±3mm; ±H1/1000]

δH1A Variazione di H1A ±10mm ±7mm

δH3 Tolleranza della guida in sommità dell'impianto - se prevista è definita dal produttore

Hy Variazione tra le quote dei supporti, fronte e retro dello stesso livello di carico

±10mm

*n - NUMERO DI CAMPATEH1 - altezza dal bordo superiore del corrente del primo livello di carico al bordo superiore del corrente di un generico livello di caricoH1A - altezza dal pavimento al bordo superiore del corrente del primo livello di caricoA - luce netta tra due montanti

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Fig. 3

Fig. 4

Fig. 5

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3.3.2 Allineamento e tolleranze standard per drive-inLe indicazioni fornite di seguito sono definite nelle norme FEM 10.2.07:2012 per scaffalature drive-in a cui si rimanda.

LIMITAZIONI SULLE TOLLERANZE ORIZZONTALI PER IL PIANO X - Z

Quote dimensionali e descrizione delle tolleranzeTolleranze di installazione per

Drive-in

δATOP Massima variazione della larghezza del tunnel (in sommità), rispetto al valore teorico ±1.5 mm

δABOTTOM Massima variazione della larghezza del tunnel (alla base), rispetto al valore teorico ±5 mm

δAT(n) Massima deviazione della larghezza, accumulata, in sommità e alla base ±2.0n mm

Cx Massimo fuori piombo del montante in direzione longitudinale, asse X ±H/500

Cz Massimo fuori piombo del montante in direzione trasversale, asse Z ±H/500

D Profondità dell'impianto Drive-in ±5 mm per spalla

δE Allineamento delle spalle in direzione longitudinale, rilevata separatamente, in sommità e alla base ±3 mm

Jx, Jz Massima deformazione ad arco del montante ±H/1000

n è il numero di tunnel/corsie dell’impianto H è l’altezza del montante [mm]

LIMITAZIONI SULLE TOLLERANZE VERTICALI IN DIREZIONE Y

Quote dimensionali e descrizione delle tolleranzeTolleranze di installazione per

Drive-in

L Massima deviazione tra il supporto guida drive-in e la superficie del pavimento ±H/250

M Massima variazione in altezza tra due guide dello stesso livello di carico ±6 mm

H è l’altezza del montante [mm]

δAt

Jx LJz

Cx

δE

M

±D Cz

±δAt(n)

±δATOP

±δAtop

±δAbottom

Fig. 6

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3.3.3 Allineamento e tolleranze standard per soppalchiLe indicazioni fornite di seguito sono definite in conformità con tolleranze essenziali di erezione prescritte dalla norma UNI EN 1090-2 – Esecuzione di strutture in acciaio e alluminio Parte 2: Requisiti tecnici per strutture in acciaio. Il fuoripiombo massimo ammesso per colonne di una struttura monopiano è definito come:Δzc = h/300dove h è l’altezza della colonna.

Nel caso di un portale, il fuoripiombo massimo ammesso per colonne di un portale facente parte di una struttura monopiano è definito come:Δzp = h/500dove h è l’altezza della colonna.

La deviazione massima in orizzontale dalla configurazione rettili-nea di una colonna è definita come:Δx,y = h/750dove h è l’altezza della colonna.

Per tutti i casi più complessi, quali ad esempio configurazioni pluripiano, si rimanda alle specifiche della norma.

3.4 SICUREZZA GENERALE DELLA SCAFFALATURA PORTAPALLET E DRIVE-IN

Ai fini della stabilità, e quindi della sicurezza generale, le scaffa-lature vanno sempre vincolate al pavimento tramite adeguata tassellatura delle basi metalliche, come definito negli elaborati specifici di progetto e nei manuali tecnici di prodotto. Spesso si rende necessario vincolare la scaffalatura anche alle strutture verticali dell’edificio, previa verifica dell’idoneità di tali strutture a sopportare i carichi derivanti dalla connessione. Tale even-tualità, sempre specificata da progetto o definita dai manuali tecnici di prodotto, è valutata in funzione dei seguenti aspetti: - caratteristiche geometriche della scaffalatura; - sollecitazioni previste per la tipologia d’uso; - eventuale rischio sismico nel sito di installazione; - caratteristiche dell’edificio.

In zona dichiarata sismica è obbligatorio l’ancoraggio a pa-vimento, mentre ogni tipo di fissaggio a parete o a strutture equivalenti è vietato e va sostituito, ove possibile, con collega-menti di sommità tra spalle.Date le differenze tra le varie linee di prodotto, si faccia sem-pre riferimento alle indicazioni progettuali e alle prescrizioni degli specifici manuali tecnici.Di seguito si riportano alcune indicazioni generalmente valide: - è sempre necessario il fissaggio a pavimento con almeno 2

tasselli in diagonale per base, ossia 4 tasselli per spalla; - scaffalature monofronte con spalle il cui rapporto H:P risul-

ta superiore a 5:1 devono essere provviste di collegamenti tra filari in sommità e/o ancorate a muro (purché sia op-portunamente verificata la resistenza del muro e comunque non ci si trovi in zona sismica);

- scaffalature bifronte con rapporto H:P maggiore di 10:1 de-vono essere vincolate a muro (purché non installate in zona sismica) e/o provviste di collegamenti tra filari in sommità;

- per scaffalature monofronte con spalle il cui rapporto H:P risulta compreso tra 5:1 e 7:1 è possibile evitare l’uso di puntoni di sommità purché si rispettino condizioni di raffor-zamento del traliccio della spalla e/o di riduzione dei carichi indicate negli specifici manuali tecnici.

3.5 OPERAZIONI DI INSTALLAZIONE

3.5.1 Indicazioni generaliPrima di ogni installazione devono essere accertate l’adeguata consistenza e portanza dei solai e/o delle pavimentazioni e la perfetta integrità dei componenti da porre in opera.L’installazione deve seguire scrupolosamente le specifiche di progetto sia per quanto riguarda il layout generale che l’as-semblaggio dei componenti di ciascuna scaffalatura. Qualsiasi variazione rispetto al progetto originale necessaria per asse-condare problematiche in precedenza non previste, deve esse-re sottoposta al progettista ed approvata prima di poter essere messa in atto.A fine installazione deve essere stilato, a cura dell’azienda che ha effettuato il montaggio, un verbale di installazione e col-laudo attestante la conformità del lavoro eseguito al progetto.

3.5.2 Sequenza e modalità delle operazioni per scaffalature portapallet e drive-in

La movimentazione dei componenti, in particolare il solleva-mento di elementi in quota, deve essere effettuata con stru-menti e dispositivi adeguati al lavoro in sicurezza. In nessun caso gli attrezzi impiegati per il montaggio e i dispositivi usati per movimentazione ed assemblaggio devono danneggiare i componenti.Di seguito una sommaria sequenza di lavoro: - delimitare e mettere in sicurezza l’area di intervento; - tracciare a pavimento il reticolo per visualizzare in pianta la

struttura da montare; - verificare l’eventuale presenza di interferenze non previste. Se presenti, revisionare il design secondo la procedura già specificata;

- assemblare a terra le spalle; - nel caso di impianti drive-in, preassemblare sui montanti le

staffe supporto guida autoportanti (rif. ISTM-015); - sollevare le spalle in posizione verticale; - nel caso di impianti drive-in, completare per prima cosa il

montaggio del tunnel di controvento ed in seguito proce-dere al collegamento delle spalle adiacenti;

- collegare tra loro le spalle tramite i correnti utilizzando esclusivamente martelli gommati per raggiungere il fine corsa dei nodi a incastro (negli impianti drive-in i correnti si posizionano in sommità, in direzione ortogonale ai tunnel);

- predisporre su ciascun corrente gli appropriati dispositivi antisgancio;

- se necessario per rispettare gli allineamenti e le tolleranze specificate al punto 3.3, predisporre opportuni spessori a pavimento;

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- allineare le strutture rispettando le tolleranze di montaggio descritte al punto 3.3;

- vincolare la scaffalatura alla pavimentazione con almeno 2 tasselli per base (4 per spalla)

- solo ove previsto da progetto (casistica descritta al punto 3.2), installare opportune staffe e tassellare alle strutture verticali;

- installare eventuali controventature; - installare tutti i dispositivi strutturali e di corredo alla scaffa-

latura (controventi, pianetti, rompitratta, ferma pallet, pro-tezioni, giunti di guida drive-in, inviti guida drive-in ecc.);

- posizionare tutti gli accessori di finitura e protezione da su-perfici taglienti (cappellotti e tappi in plastica);

- fissare alla scaffalatura in posizione ben visibile i cartelli di pericolo generico, le tabelle di carico, debitamente compi-late, ed eventuale ulteriore segnaletica prevista;

- installare eventuali protezioni al piede dei montanti e guide a pavimento.

3.5.3 Sequenza e modalità delle operazioni per soppalchiLe operazioni di installazione di un soppalco sono più com-plesse di quelle di una normale scaffalatura pesante, in parti-colare per la maggiore articolazione del sistema di controven-tatura e per la presenza dell’impalcato.Alcuni componenti strutturali dei soppalchi Super 6 possono essere a loro volta assemblati utilizzando sottocomponenti, in questi casi operazioni propedeutiche all’avvio della realizza-zione del soppalco vero e proprio sono l’assemblaggio a terra di tali elementi strutturali: - gruppo di montanti Super 6 – colonne composte da 2 o 4

montanti Super 6 reciprocamente connessi da un sistema di piastre. Le piastre vanno poste come da specifiche di pro-getto, portare a fine corsa con l’ausilio di martelli gommati e assicurate piegando le linguette antisgancio;

- Travi e rompitratta TSB – travi composte da montanti Super-build con funzione di ali, da piastre d’anima e da accessori di aggancio di testa. Le piastre d’anima vanno bullonate tra i due montanti che compongono le ali e a completamento delle travi vanno bullonate le staffe par il collegamento di testa.

- Travi a cassone Super 6 – travi composte da due montanti Super 6 collegati reciprocamente da piastre d’anima inca-strate. Le piastre vanno poste come da specifiche di proget-to, portare a fine corsa con l’ausilio di martelli gommati e assicurate piegando le linguette antisgancio.

Per le operazioni base di installazione ci si può rifare alle indi-cazioni del precedente paragrafo 3.5.2, cui si aggiungono le seguenti operazioni (per una migliore comprensione generale si rimanda al documento MT01): - assemblare la maglia composta da colonne e travi principali; - predisporre eventuali travi secondarie e rompitratta con i

relativi dispositivi antisgancio; - completare il sistema di controventi orizzontali e porre in

tensione; - nel caso di scale modulari METALSISTEM, preassemblare a

terra i cosciali delle scale e predisporre sulla struttura del

soppalco gli opportuni elementi di connessione; - sollevare con mezzi idonei la parte portante delle scale e

vincolarla alla struttura del soppalco; - completare la scala di accesso ponendo in opera i gradini e

tutti gli accessori a completamento del parapetto; - nel caso di scale in carpenteria, posizionare la scala e con-

netterla opportunamente alla struttura del soppalco; - porre in opera tutti gli accessori necessari alla posa del pia-

no di calpestio; - realizzare il piano di calpestio con i materiali specificati da

progetto; - predisporre tutti gli elementi di completamento del soppal-

co (parapetti, battipiede, baie di carico, ecc.).

4. ISTRUZIONI PER LA MODIFICA4.1 SICUREZZA DURANTE LA MODIFICAQualsiasi alterazione sostanziale necessaria per adattare la scaffalatura a mutate esigenze d’uso deve essere valutata pre-feribilmente dal progettista stesso, o comunque da personale qualificato. Attività di modifica sostanziale e di manutenzione straordinaria vanno adeguatamente progettate e messa in opera secondo la corretta procedura, al pari delle operazioni di installazione.

4.2 ALLINEAMENTI E TOLLERANZE STANDARDAnche in fase di modifica di una scaffalatura esistente è neces-sario attenersi a tutte le prescrizioni fornite nel paragrafo 3.3 e nei relativi sottoparagrafi.

4.3 OPERAZIONI DI MODIFICA

4.3.1 Indicazioni generaliLa modifica di una scaffalatura genera impatti sulla stabilità e sulla capacità portante della stessa. Anche la ridefinizione del layout può causare problematiche, in particolare connesse alla consistenza e alla capacità portante del pavimento, che sono fondamentali per la stabilità della scaffalatura. Interventi sul la-yout vanno quindi trattati al pari di ogni altro tipo di modifica.Qualsiasi alterazione rispetto al design originale impone un con-fronto preventivo con il progettista, con il Fornitore o comunque con un professionista esperto. La modifica deve seguire le pre-scrizioni fornite da tali soggetti e deve essere eseguita da perso-nale idoneo e competente.Si tenga presente che: - in caso un sistema venga smontato e rimontato in altro loco,

seppure esattamente con la stessa configurazione, bisogna verificare che la pavimentazione abbia perlomeno le stesse ca-ratteristiche di quella di prima installazione e che non ci siano condizioni ambientali che impongano adattamenti specifici;

- non sono ammesse aggiunte o modifiche tramite saldatura o bullonatura a meno che tali interventi non siano stati specifi-camente autorizzati da METALSISTEM;

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- l’estensione di scaffalature esistenti con aggiunta di nuovi moduli deve essere realizzata con componenti compatibili;

- la sostituzione di elementi usurati o danneggiati deve essere fatta con ricambi della stessa linea e delle stesse caratteristiche (qualora tali elementi siano ancora in produzione o comun-que disponibili presso il Fornitore o il Produttore), oppure con ricambi compatibili;

- dopo una qualsiasi modifica la capacità di carico deve essere ricalcolata e le tabelle di carico devono essere aggiornate.

Oltre alle spalle, elementi fondamentali per la stabilità e la porta-ta di una scaffalatura sono i correnti, i controventi e, nel caso di sistemi drive-in, le guide drive-in. Qualsiasi intervento che coin-volga direttamente tali elementi o che li influenzi indirettamente deve quindi essere attentamente valutato (vedi Fig. 7).Scaffalature controventate longitudinalmente hanno sempre una portata massima superiore rispetto a strutture simili sprovvi-ste di controventatura. La rimozione o l’errata modifica di qual-siasi controventatura riduce sostanzialmente la portata.Sia in presenza di controvento che non, un aumento dell’altezza del primo livello di carico o della distanza tra livelli di carico (sia che si tratti di correnti o di guide) causa riduzione della capacità di carico sicuro delle spalle.Per impianti drive-in anche l’aumento della larghezza del tunnel ha lo stesso effetto.In presenza di controventi, eventuali modifiche alla configura-zione dei piani (variazioni di quota, aggiunta e/o rimozione di piani ecc.) generalmente impongono di conseguenza anche adeguamenti del sistema di controventatura sia verticale che orizzontale.

4.3.2 Sequenza e modalità delle operazioni

Date le similitudini delle operazioni, si faccia riferimento a quan-

to prescritto per le operazioni di montaggio sebbene con gli

adattamenti richiesti dal tipo di modifiche da svolgere.

Se la modifica comporta l’estensione di sistemi esistenti con

aggiunta di nuovi moduli, si può sostanzialmente considerare

come una nuova installazione. In questo caso si faccia riferimen-

to a quanto indicato al punto 3.2.

Operazioni in ogni caso obbligatorie sono:

- delimitare e mettere in sicurezza l’area di intervento;

- rimuovere dalla scaffalatura ogni carico ed ingombro prima

dell’avvio di qualsiasi operazione;

- verificare, a modifica ultimata, il rispetto degli allineamenti e

delle tolleranze definite ai punti 3.3;

- predisporre tabelle di carico aggiornate.

5. ISTRUZIONI PER L’UTILIZZOIl corretto utilizzo del prodotto, sia sotto l’aspetto tecnico che

estetico, qualifica sia il produttore che il Cliente e garantisce una

maggiore sicurezza.

METALSISTEM raccomanda perciò la massima professionalità

ai Datori di lavoro e agli Utilizzatori affinché si facciano carico

rispettivamente di promuovere e di mettere in atto un utilizzo

conforme alle regole e alle caratteristiche riportate nella docu-

mentazione di prodotto.

Fig. 7 - Configurazione originale dei correnti modificata che richiede una variazione della controventatura verticale

a) Configurazione originale b) Posizioni alterate dei correnti con una controventatura posteriore inefficace

c) Controventatura posteriore modificata per adattarsi alla nuova disposizione

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5.1 SICUREZZA DURANTE L’UTILIZZO

5.1.1 Formazione del personaleGli Utilizzatori devono essere istruiti sul comportamento da adottare per svolgere in sicurezza il proprio lavoro e devono es-sere provvisti degli adeguati dispositivi di protezione individuali.Se per periodi limitati agli Utilizzatori stabili si aggiunge persona-le ausiliario, anche per tali utenti va previsto un piano di infor-mazione ed addestramento sull’uso dell’impianto e sulle attività da svolgere.

5.1.2 Persona responsabile della sicurezza (PRS) In coerenza con quanto imposto dalle normative vigenti in ma-teria di sicurezza sul luogo di lavoro, il Datore di Lavoro ha l’ob-bligo di nominare all’interno dell’impianto una persona col ruolo di Responsabile della Sicurezza (PRS) e di rendere noto il nome di tale figura a tutto il personale.La PRS deve conoscere la natura delle operazioni eseguite nel magazzino ed i pericoli ad esse associati, debitamente individua-ti e valutati sulla base di una valutazione dei rischi.La PRS deve inoltre prefiggersi il mantenimento di livelli di rischio adeguatamente bassi operando essenzialmente in due direzioni: - individuare eventuali accorgimenti e dotazioni capaci di ridur-

re i rischi connessi all’utilizzo dell’attrezzatura e valutare l’op-portunità di dotare l’impianto di tali dotazioni;

- individuare i comportamenti appropriati che gli Utilizzatori devono assumere nell’utilizzo dell’impianto ed impartire istru-zioni in merito.

Compito della PRS è anche tenersi aggiornata su novità nor-mative e tecnologiche in un’ottica di mantenere costantemente adeguati livelli di sicurezza.

5.1.3 Condotta degli utilizzatoriÈ obbligo degli Utilizzatori evitare nella maniera più assoluta il danneggiamento, l’alterazione o la modifica sia della scaffa-latura che dei singoli componenti rispetto alla configurazione originale.L’apporto di modifiche non autorizzate può ridurre il livello di sicurezza, compromettere la stabilità dell’impianto, nonché cau-sare danni e rischi per la salute.Il Datore di lavoro nomina figure preposte per accertare perio-dicamente l’integrità di strutture ed accessori, tuttavia spetta anche agli Utilizzatori diretti assicurarsi durante l’utilizzo delle scaffalature che queste siano in buono stato, segnalando qual-siasi problematica.

5.1.4 Integrità strutturale di scaffalature portapallet e drive-in e di soppalchi

La sicurezza degli Utilizzatori è strettamente legata allo stato di efficienza e all’integrità dei componenti dei sistemi di stoccaggio, in particolare per quanto riguarda gli elementi strutturali. Acces-sori importanti in questo senso sono gli elementi di protezione di montanti e spalle, il cui impiego e tipologia vanno definiti in funzione dei mezzi operanti nell’impianto e degli spazi pre-visti per la percorrenza degli stessi. Qualora le protezioni siano

indispensabili, l’integrità di tali componenti è prioritaria per la sicurezza strutturale dei sistemi.L’uso più comune di soppalchi non prevede interazione diretta con mezzi di movimentazione meccanica, se non in maniera cir-coscritta e ben definita. Anche la circolazione di mezzi in pros-simità dei soppalchi generalmente non è consentita, pertanto la probabilità di danneggiamento sostanziale di componenti strutturali dovuta ad urti durante l’uso risulta solitamente bassa. Eventuali interazioni o circolazione in prossimità sono definite in fase progettuale, apposite predisposizioni per la protezione vengono sviluppate e prescritte in tale fase. Sia le modalità di interazione che la presenza di dispositivi di sicurezza devono es-sere rispettate e mantenute durante l’uso.

5.1.5 Mantenimento dei livelli di sicurezzaQualora da una Valutazione dei Rischi effettuata dal Datore di lavoro emerga il bisogno di accorgimenti, non previsti nel pro-getto originale, per adattare la scaffalatura alle caratteristiche della propria attività (tipo di merce e movimentazione, mezzi utilizzati, frequenza di accesso, dotazioni di sicurezza dell’am-biente, formazione specifica del personale ecc.), il Committente dove contattare il Fornitore. Il Fornitore si deve rendere disponi-bile a valutare i casi specifici e a proporre dotazioni di sicurezza integrative e/o accorgimenti atti ad innalzare i livelli di sicurezza.Quando, per varie ragioni, si renda necessario rendere sismore-sistenti impianti originariamente non progettati come tali, sarà cura del Fornitore specificare accessori per migliorare il compor-tamento dell’impianto, nonché indicare accorgimenti e pratiche di utilizzo per limitare il rischio di caduta e ribaltamento della merce durante un eventuale evento sismico.METALSISTEM declina ogni responsabilità per uso improprio o non specificatamente autorizzato del prodotto.

5.1.6 Specifiche ulteriori per soppalchiLe specificità del soppalco, legate in parte al lavoro in quota, pongono problematiche ulteriori. Particolare attenzione va po-sta nell’evitare la caduta dall’alto degli Utilizzatori e la caduta di qualsiasi materiale dal soppalco. A questo fine devono essere installati e mantenuti in perfetto stato di funzionalità tutti gli accessori del caso (parapetti, battipiede, cancelli ed altri sistemi di sicurezza delle baie di carico, ecc.).Deve essere garantito il corretto utilizzo delle scale, in relazione anche alle caratteristiche dell’ambiente di lavoro, e dei sistemi di sicurezza anticaduta.Per scale installate in ambienti umidi o comunque utilizzate in condizioni tali per cui sia possibile scivolare, si devono adottare accorgimenti e/o dotazioni particolari atti ad impedire rischi per la salute dei lavoratori.L’utilizzo delle baie di carico deve essere limitato a personale che abbia ricevuto opportuna formazione. Tutti gli organi di movi-mento (cancelli basculanti e/o cancelli scorrevoli, protezioni ed accorgimenti anticaduta vari ecc.) devono essere provvisti di adeguata segnaletica e devono essere corredati degli opportu-ni sistemi di sicurezza. Per tali componenti deve essere prevista manutenzione ad intervalli regolari e comunque in ogni caso la manutenzione si renda necessaria per mantenere un adegua-

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to stato di integrità e funzionalità. La cadenza di operazioni di manutenzione ordinaria suscettibili delle condizioni specifiche dell’ambiente di lavoro (ad esempio ingrassaggio dei perni di rotazione che ha efficacia dipendente da fattori quali umidità e polveri) deve essere debitamente valutata ed eseguita.

5.2 AVVERTENZE PER LE REGOLAZIONI E LA MANUTENZIONE

Si raccomanda di mantenere l’impianto in condizioni di massi-ma efficienza, effettuando gli interventi di manutenzione pro-grammati e prescritti dal Produttore (Capitolo 7). Una buona manutenzione infatti, preservando nel tempo le caratteristiche funzionali, indispensabili per la sicurezza, permette di garantire una durata di esercizio più lunga e di ottenere le migliori presta-zioni dai prodotti.Assicurarsi che tutti i dispositivi di sicurezza della scaffalatura si-ano attivi e funzionanti, e che i componenti non siano usurati o danneggiati, tenendo presente che anche piccoli urti o danneg-giamenti localizzati possono generare superfici taglienti e spigoli vivi. Si raccomanda pertanto di sostituire gli elementi usurati o deteriorati, inclusi gli elementi di finitura in plastica che hanno generalmente la funzione di proteggere gli Utilizzatori dai bordi taglienti.In caso la necessaria manutenzione richieda integrazioni o sosti-tuzioni significative di elementi compromessi, contattare il Forni-tore. I pezzi di ricambio, per quanto possibile, devono apparte-nere alla stessa serie dei componenti da sostituire, o perlomeno essere compatibili.Tutti gli interventi devono essere eseguiti da personale autoriz-zato e qualificato.

5.3 INDICAZIONI PER IL CARICO CORRETTOLa sicurezza in fase di utilizzo di un sistema di scaffalatura dipen-de in primo luogo dal carico sicuro, che è funzione di una serie di aspetti reciprocamente correlati: - integrità della scaffalatura; - rispetto dei limiti di carico; - correttezza delle operazioni di carico.

Il responsabile del magazzino (PRS) deve essere informato circa le caratteristiche tecniche delle strutture ed il personale addet-to deve essere istruito e sensibilizzato ad usare correttamente i mezzi di movimentazione.Gli utilizzatori sono tenuti alla massima cura durante le opera-zioni di carico per evitare danneggiamenti alla scaffalatura. Vige l’obbligo di informare il PRS quando si verifichino urti accidentali alle strutture e qualsiasi anomalia venisse riscontrata.

5.3.1 Tabelle di portataLe istruzioni relative alle capacità di carico sicuro devono essere affisse in luogo ben visibile e tale che la visibilità non risulti ostru-ita in nessuna condizione di carico dello scaffale. Sebbene l’affis-sione nell’immediata vicinanza della scaffalatura sia accettabile, è sempre da preferire, ove possibile, fissare le tabelle direttamen-te sulla struttura in modo da evitare qualsiasi fraintendimento.Le tabelle suggerite sono quelle nel formato convenzionale del Produttore, rese disponibili direttamente dal Fornitore. In ogni caso, le informazioni riportate sulle tabelle devono essere perlo-meno quelle proposte nei formati standard: - anno di costruzione; - portata delle spalle; - portata della coppia di correnti o del piano (il carico si intende

generalmente uniformemente distribuito); - unità di carico; - quota dal pavimento del primo livello e numero di livelli.

Le tabelle devono essere redatte nella lingua nazionale del sito d’installazione, considerando comunque che il formato e le indi-cazioni dovrebbero essere espresse in maniera tale da consentire una semplice comprensione anche a persone con una limitata conoscenza della lingua.Si tenga presente che le capacità di carico sicuro sono calcolate sulla base della buona pratica per il posizionamento ed il ritiro delle unità di carico.

5.3.2 Sovraccarichi su scaffalatureEvitare di sovraccaricare le strutture oltre i carichi ammissibili ri-portati nelle tabelle di portata.La portata ammessa per coppia di correnti o per coppia di guide drive-in è calcolata facendo riferimento a carichi uniformemente distribuiti, pertanto anche carichi in valore assoluto inferiori a quelli specificati ma connotati da disomogeneità e/o sbilancia-mento possono provocare sovraccarichi locali.Carichi concentrati e/o sbilanciati come quelli indicati, in via non esaustiva nelle Fig. 10 e Fig. 11, concentrano azioni in parti delle strutture che, non essendo progettate per fare fronte a tali sol-lecitazioni, possono subire danneggiamento (Il pittogramma del cerchio con la banda trasversale rossa indica appunto il divieto).Le condizioni di carico esemplificate o condizioni ad esse assimi-

Cancello chiuso Carico depositato Cancello aperto

Fig. 8

UNITÀ DI CARICO EURO 800X1200 dim. x

PESOMASSIMO[daN]

PESOMEDIO[daN]

PORTATA PIANO / COPPIA CORR. carico uniformemente distribuito

[daN] L= [m]

PORTATA SPALLA [daN] H= P= [m]

ALTEZZA PRIMO LIVELLO [m] N° LIVELLI=

PORTATA PIANO DI CALPESTIOcarico uniformemente distribuito

[daN/m2]

ALTEZZA PIANO DI CALPESTIO [m]

RIF. n° SISTEMA DATA prima installazione

Azienda

05-0122058 rev. 1

Fare riferimento al Manuale Uso e Manutenzione e alle eventuali specifiche tecniche per la corretta implementazione delle procedure di gestione e uso dell’impianto che permettano di rispettare le specifiche di progettazione.I danneggiamenti riducono la capacità portante della scaffalatura: i componenti danneggiati devono essere riparati o sostituiti.

Normativa di riferimento: EN 15512 EN 16681 DATA emissione tabella

Fig. 9 - Tabella di portata

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labili vanno evitate. I carichi devono essere appoggiati alle strut-ture evitando manovre brusche che inducano azioni orizzontali e verticali eccessive, non previste.

5.3.3 Qualità dei palletI pallet impiegati sulle scaffalature devono essere di tipologia coerente con le caratteristiche assunte in fase di progettazione in particolare per quanto riguarda dimensioni, qualità, portata e modalità di inforcamento. Tutti i pallet impiegati devono po-ter garantire sia movimentazione che stoccaggio in sicurezza e quindi devono essere periodicamente controllati per verificare il perdurare delle prestazioni e dell’integrità.In ogni caso non si possono utilizzare pallet danneggiati o ina-datti all’utilizzo in sicurezza.Il caricamento del pallet non deve mai eccedere la capacità di carico nominale dello stesso.

5.3.4 Modalità di carico della scaffalaturaLe scaffalature portapallet e drive-in sono concepite per lo stoc-caggio di merci su pallet e quindi per movimentazione tramite mezzi meccanici come muletti. Nei livelli inferiori dei portapallet tuttavia possono essere previste operazioni di carico e di presa manuale di colli sciolti. In ogni caso tutte le operazioni di accesso ai livelli di carico e di movimentazione merci devono avvenire in modo sicuro e con mezzi idonei.È responsabilità del Datore di Lavoro definire procedure di utiliz-zo sicuro in funzione delle modalità di accesso.Per raggiungere i livelli di stoccaggio non raggiungibili agevol-mente da terra non è consentito salire sui piani o arrampicarsi sulle scaffalature, devono invece essere utilizzare apparecchiatu-re di accesso sicuro. METALSISTEM declina ogni responsabilità per un uso improprio o non specificatamente autorizzato dello scaffale e dei suoi accessori.

5.3.5 Operazioni di carico e scaricoDurante ogni fase delle operazioni di carico e scarico i mezzi de-vono essere manovrati a velocità moderata e prestando la massi-ma prudenza per evitare qualsiasi urto e collisione. La sequenza tipo delle operazioni può essere riassunta con i punti seguenti: - individuare dell’esatto punto della scaffalatura su cui porre o

da cui prelevare l’unità di carico;

Scaffale Portapallet

Fig. 10 - Sequenza di caricamento dello scaffale Portapallet

Scaffale Drive-in

Fig. 11 - Sequenza di caricamento dello scaffale Drive-in

posizione corretta carico sbilanciato carico decentrato

Fig. 12 - Posizionamento carichi in profondità

1000 daN 1000 daN 1000 daN 2000 daN

500 daN

1700 daN700 daN

1500 daN 1500 daN

Carico distribuito Carico concentrato

Carichi disomogenei Carico concentrato

Fig. 13 - Distribuzione dei carichi nella campata

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- approcciare a bassa velocità il punto esatto mantenendo il ca-rico rasente al terreno;

- sollevare lentamente il carico alla quota stabilita; - appoggiare lentamente il pallet sui correnti o sulle guide drive-in; - abbassare leggermente le forche nella misura sufficiente a evi-

tare la trasmissione di qualsiasi forza orizzontale sui correnti durante l’allontanamento del mezzo);

- effettuare la manovra di retromarcia lentamente evitando il contatto tra le forche, la scaffalatura e il pallet appena depo-sto, abbassare le forche fino a terra e successivamente allon-tanarsi.

5.3.6 Norme di sicurezza della strutturaI componenti strutturali danneggiati e le strutture che presenta-no deformazioni e/o lesioni alle parti vitali dell’impianto devono essere scaricate.Le zone danneggiate devono essere compartimentate in modo da impedirne l’utilizzo in attesa della sostituzione degli elementi.Come meglio dettagliato nel capitolo 2, è fatto divieto assoluto di apportare modifiche non valutate e concordate con il Fornito-re o con professionisti competenti.

Evitare per qualsiasi motivo di caricare una struttura che presenti lesioni ad elementi principali (montanti, diagonali, basi, correnti, ripiani e guide drive-in); pre-vedere la sostituzione degli elementi danneggiati il più presto possibile.Una struttura carica con elementi principali danneggiati diventa instabile creando rischio di danno sia al materiale che al personale che ha accesso all’impianto.

5.3.7 Sovraccarichi su soppalchiNon sovraccaricare le strutture oltre i carichi ammissibili riportati nelle tabelle di portata.La portata dei solai è valutata facendo riferimento in genere a carichi uniformemente distribuiti, sono da evitare pertanto di-sposizioni della merce stoccata che causino carichi concentrati.I carichi devono essere appoggiati alle strutture evitando ma-novre brusche che inducano azioni orizzontali eccessive, non previste.In tutte le situazioni in cui è prevista e ammessa interazione con mezzi di movimentazione meccanica (ad esempio cancelli ba-sculanti o porzioni adibite a carico con mezzi), vanno rispettate le prescrizioni fornite nei punti precedenti di questo paragrafo per le quanto riguarda le modalità di carico. Per garantire la carrellabilità del solaio, vengono generalmente previsti da progetto dei ripartitori di carico come ad esempio pannelli MDF, lamiere, oppure altri materiali idonei a distribuire il carico concentrato delle ruote.L’utilizzo di carrelli è consentito solo in presenza di tali elementi.

5.4 MODIFICA GEOMETRICA DELLA STRUTTURAÈ fatto divieto assoluto di alterare la geometria della struttura rispondente al progetto originale senza consultare il fornitore e riceverne il consenso e l’autorizzazione scritta.METALSISTEM declina ogni responsabilità per uso improprio o non formalmente autorizzato dello scaffale e dei suoi accessori.

6. ISTRUZIONI PER LA DISMISSIONE

6.1 INDICAZIONI GENERALILa dismissione può concludersi con il conferimento dei mate-riali in forma di rifiuti presso appositi centri di raccolta, oppure con il riutilizzo in altri contesti. In entrambi i casi tale fase pre-vede operazioni di smontaggio, di movimentazione e di tra-sporto con modalità che variano a seconda della destinazione finale prevista per i componenti.Se lo smontaggio è finalizzato al riutilizzo dei componenti, bisogna assicurare che questi non vengano in alcun modo danneggiati. Ad ogni modo anche quando non è previsto il riutilizzo, la dismissione deve configurarsi come una scompo-sizione programmata della scaffalatura, secondo modalità e sequenze definite in un apposito piano. La dismissione deve essere programmata e valutata in tutti i suoi aspetti prima di dare avvio allo smontaggio.

6.2 SICUREZZA DURANTE LA DISMISSIONELa dismissione può essere considerata per semplicità un pro-cesso inverso rispetto all’installazione, pertanto da questa fase mutua tutti gli aspetti relativi alla sicurezza. Prima di avviare qualsiasi operazione di smontaggio, gli addetti devono assi-curarsi di aver sufficiente comprensione delle caratteristiche dell’impianto per evitare errori nella sequenza delle operazio-

Fig. 14

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ni. Un rischio potenziale della fase di dismissione e di eventuali attività di sostituzione, è legato al possibile rilascio istantaneo e imprevisto di energia accumulata negli elementi a causa di deformazioni dovute all’uso o a danneggiamenti. Per tale mo-tivo è importante valutare bene lo stato degli elementi su cui si interviene e prestare attenzione durante lo smontaggio.

6.3 SEQUENZA E MODALITÀ DELLE OPERAZIONILo smontaggio deve procedere per porzioni liberando in se-quenza le diverse spalle, garantendo la stabilita generale del sistema di scaffalatura mentre si opera su una sua porzione.La movimentazione dei componenti, in particolare di quelli in quota, deve essere effettuata con strumenti e dispositivi adeguati al lavoro in sicurezza.Di seguito una traccia delle fasi principali che vanno declinate ed integrate per ogni specifico caso: - delimitare e mettere in sicurezza l’area di intervento; - accertare l’assenza di strutture, apparecchi, installazioni, ecc.

non previste o non presenti in fase di definizione della proce-dura, che possano impedire o ostacolare lo smontaggio. Se necessario, riesaminare lo stato di fatto del sito e revisionare il piano di lavoro;

- scaricare completamente la scaffalatura da qualsiasi carico ed ingombro;

- assicurare tramite dispositivi provvisori eventuali parti danneg-giate o compromesse la cui stabilità potrebbe venire meno durante il disassemblaggio;

- rimuovere eventuali protezioni al piede dei montanti e guide a pavimento;

- rimuovere eventuali collegamenti a muro; - rimuovere i controventi e gli accessori (tamponature, pianetti,

rompitratta, ecc.), lasciando provvisoriamente in opera so-lamente gli elementi eventualmente indicati nel progetto di smontaggio come utili per la stabilità temporanea;

- rimuovere i dispositivi antisgancio; - scollegare le spalle rimuovendo i correnti e le guide drive-in; - svincolare dal pavimento le spalle rimuovendo completamen-

te i tasselli se possibile, oppure tagliando gli stessi a filo del pavimento;

- calare a terra le spalle; - rimuovere le basi e tutti gli spessori; - disassemblare le spalle; - procedere alle eventuali operazioni di scomposizione degli

elementi più ingombranti in pezzi adatti al trasporto.

6.4 GESTIONE DEI RIFIUTIL’installazione, la manutenzione e la dismissione di scaffalature comportano la produzione di rifiuti che devono sempre essere gestiti correttamente, differenziati e quando possibile riciclati.I componenti della scaffalatura vengono recapitati in cantiere im-ballati, la rimozione degli imballi per la successiva messa in opera deve essere effettuata in maniera ordinata, separando le diverse tipologie di materiale. Alcuni materiali possono essere riutilizzati, mentre la grande maggioranza divengono rifiuti. Il conferimen-to dei rifiuti deve avvenire con modalità conformi alle normative

locali del sito di installazione e comunque perseguendo la logica del riciclo.Materiali di risulta della rimozione degli imballaggi che vanno ge-neralmente conferiti separatamente sono: - Legno – pallet e morali (per i pallet si consiglia sempre il riutiliz-zo nel caso le condizioni e la qualità lo consentano);

- Carta e cartone – scatole, angolari e fogli, etichette; - Metallo ferroso – regge in acciaio e chiodi; - Materiali plastici – regge in plastica, film termoretraibile, pluri-

ball, sacchetti e buste.La regolare manutenzione impone la sostituzione di elementi danneggiati mentre la dismissione comporta lo smantellamento dell’intero impianto. In entrambi i casi i rifiuti prodotti sono: - Materiali metallici ferrosi ingombranti, nella fattispecie acciaio

strutturale (quasi totalità); - Materiali plastici, ossia componenti di finitura come tappi in

plastica per montanti (quantitativi molto ridotti). L’acciaio strutturale è un materiale interamente riciclabile e come tale va trattato. Nel caso di dismissione di elementi in buono sta-to la strada preferenziale sarebbe quella di trovare opportunità di riuso, previa opportuna valutazione e verifiche specifiche, evitan-do l’immissione di componenti lavorati nel ciclo dei rifiuti. Ogni volta questo non sia possibile, il materiale deve essere opportu-namente conferito per il riciclaggio e/o per il recupero dei rifiuti secondo le leggi vigenti nel Paese di installazione.

7. ISPEZIONE E MANUTENZIONEPer la sicurezza degli operatori e per garantire l’efficienza e l’i-doneità dell’impianto nel tempo, deve essere prevista una re-golare ispezione della struttura volta a rilevare eventuali danni o rischi derivanti da un cattivo stato di conservazione dei com-ponenti o da alterazione dell’assetto geometrico dell’insieme.La sostituzione degli elementi danneggiati o eccessivamente usurati è obbligatoria e quando non può essere portata a ter-mine immediatamente vanno presi opportuni provvedimenti per limitare il rischio.Le aree interessate dal danno devono essere isolate fino a che con opportuni lavori di manutenzione non sia stata ripristina-ta l’efficienza e la sicurezza dell’impianto.La norma di riferimento per la corretta gestione e manuten-zione delle strutture di stoccaggio è la UNI EN 15635, che co-stituisce il riferimento per le prescrizioni dei prossimi paragrafi.Una rigorosa gestione delle ispezioni e delle manutenzioni è fondamentale per la sicurezza delle strutture che interagisco-no, per funzione o per semplice vicinanza, con i mezzi mec-canizzati per la movimentazione della merce, e deve essere prevista sia per le strutture di stoccaggio sia per le parti di soppalco esposte a possibili danneggiamenti.

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7.1 CONTROLLI PERIODICIControlli sull’integrità delle scaffalature dovrebbero essere ef-fettuati giornalmente dagli operatori addetti all’immagazzina-mento e alla movimentazione delle merci, i quali dovrebbero anche riportare eventuali osservazioni al PRS.Ad intervallo mensile lo stesso responsabile del magazzino do-vrebbe personalmente provvedere ad un ispezione generale dello stato di conservazione della struttura, redigendo e con-servando un verbale di tutti i controlli eseguiti (vedere “REGI-STRO MANUTENZIONE” a pagina 32).Con cadenza variabile a seconda della tipologia d’impianto e dell’indice di rotazione delle merci immagazzinate, ma co-munque non superiore ai 12 mesi, deve essere eseguito un so-pralluogo da parte di un tecnico professionalmente abilitato.

7.1.1 Controllo della geometria della strutturaÈ fatto divieto assoluto di alterare la geometria della struttura rispondente al progetto originale senza consultare il fornitore e riceverne il consenso e l’autorizzazione scritta.METALSISTEM S.p.A. declina ogni responsabilità per uso im-proprio o non formalmente autorizzato dello scaffale e dei suoi accessori.

7.1.2 Controllo della verticalità della strutturaAlmeno ogni 2 anni deve essere eseguito un controllo del fuori-piombo in direzione sia longitudinale che trasversale, verificando che questo rientri nelle tolleranze di montaggio specificate nel Cap. 3.Qualora si verifichi un disallineamento rispetto alla verticalità, superiore a quello ammesso dai limiti di cui sopra, si dovrà in-tervenire con opportuni spessori di montaggio, od opportuni accorgimenti tecnici.

7.1.3 Controllo dell’integrità degli elementiCon periodicità variabile da 6 mesi (per impianti con eleva-to indice di rotazione) ad 1 anno, dovrà essere effettuato un controllo sistematico sull’integrità della struttura, allo scopo di evitare l’insorgere di deformazioni permanenti, che possono ingenerare cause di pericolo per l’incolumità degli utenti. Resta fondamentale sensibilizzare il personale sulle modalità manuali di carico come altresì di avvisare comunque tempesti-vamente la PRS nel caso si verifichino danni di qualsiasi natura della struttura.

7.1.4 Controllo delle finiture superficialiCon cadenza di controllo variabile da 1 anno per ambienti particolarmente aggressivi (in presenza di salsedine marina, di emanazioni nocive o di sostanze inquinanti) fino a 5 anni per ambienti chiusi poco aggressivi dovrà essere fatto un controllo dello stato di conservazione del rivestimento superficiale, con particolare attenzione a bulloneria, tasselli e saldature, prov-vedendo eventualmente ad apportare ritocchi o riparazioni adeguate.

Nel caso si riscontri la presenza di elementi danneggiati dalla corrosione, si renderà necessaria la sostituzione degli stessi.

7.1.5 Controllo delle tabelle di portataVerificare la presenza e la visibilità delle tabelle di portata. Qualora non siano leggibili, non siano in numero sufficiente o non siano chiare devono essere sostituite e/o integrate.Si precisa comunque che il controllo ed il mantenimento dello stato di efficienza della scaffalatura sono precisa responsabili-tà dell’acquirente, il quale ha la responsabilità di gestire ed or-ganizzare tali ispezioni a seconda della tipologia dell’impianto e della merce immagazzinata.

7.1.6 Controllo dei componenti di protezioneElementi fondamentali per la sicurezza strutturale sono le pro-tezioni di spalle e montanti. L’integrità di tali componenti deve essere costantemente monitorata e ripristinata nel caso siano occorsi danneggiamenti.L’analisi dei danni riscontrati sia su elementi di protezione che su componenti strutturali deve essere spunto per la definizio-ne di eventuali modifiche di specifica e/o integrazioni di ulte-riori protezioni al fine di meglio assecondare condizioni d’uso non previste. I controlli devono essere estesi anche a elementi di finitura quali tappi in plastica e altri accessori per la protezione degli utilizzatori dal contatto con superfici taglienti. Anche in questo caso eventuali situazioni che possano gene-rare pericolo di lesioni devono essere adeguatamente valutate e risolte.

7.1.7 Verifica generaleAl decimo anno di vita della struttura decade la garanzia inerente le prestazioni strutturali del prodotto. Il cliente, per continuare ad usufruire del bene acquistato, dovrà eseguire tramite il fornitore o un professionista abilitato una verifica generale dell’impianto nel suo complesso.Tale verifica dovrà comprendere il controllo di tutti i punti del paragrafo 7.1, intervenire conseguentemente e contenere il successivo piano di controllo.

7.2 CONTROLLI ECCEZIONALINel caso si verifichino eventi eccezionali, quali ad esempio eventi sismici o incidenti e danneggiamenti gravi legati all’u-tilizzo di mezzi, l’attività del magazzino deve essere tempo-raneamente interrotta perlomeno nelle aree maggiormente danneggiate e devono essere approntati controlli eccezionali da parte del progettista o altro tecnico abilitato e competente.La campagna di controlli va definita di caso in caso a seconda degli eventi. Adeguate misure di ripristino devono essere por-tare a termine prima della ripresa delle attività.

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7.3 REGISTRAZIONE DEI DANNIAl fine di definire correttamente il tipo e l’intervento di ma-nutenzione si deve poter identificare la posizione e il tipo di danno.Per definire la posizione, è uso comune denominare i filari con un numero, seguito da una lettera dell’alfabeto che identifica la campata e da un numero per il livello di carico. Una sigla identifica il componente specifico: M montante, C corrente, T traliccio, A accessorio campata. In seguito si riporta un esem-pio (vedi fig. Fig. 15).Esempio: il corrente a disegno è identificabile con 4C2C; il montante con 4C0M.

7.4 VALUTAZIONE DEL DANNO

7.4.1 Livelli di deformazione per scaffalaturePer lo scaffale portapallet e drive-in vanno verificate le defor-mazioni su: - correnti/guide; - spalle.

L’applicazione dei carichi di esercizio sui correnti genera una flessione in direzione verticale il cui limite massimo ammissibi-le è definito dalla formula:

δY = L/200 dove L sta per lunghezza campata in mm.

Una flessione di esercizio coerente col limite specificato è con-siderata una flessione elastica che dovrebbe scomparire qua-lora i correnti vengano scaricati.Diverso è il caso della deformazione permanente (non elasti-ca) causata da sovraccarichi o danni da urto. Questo tipo di deformazione è ammissibile solo a condizione che non ecceda i valori di seguito specificati: - la deformazione verticale residua (Fy) non può superare il 20% della flessione normale sotto il pieno carico;

- la deformazione laterale residua (Fz) misurata sul bordo su-periore o inferiore di un corrente, causata da carichi laterali o torsione accidentale in condizioni di sovraccarico, non può superare il 50% della flessione verticale normale in condizioni di pieno carico.

In tutti i casi in cui tali limiti siano superati, così come quando i connettori di estremità dei correnti mostrano una deforma-zione chiaramente visibile, i correnti devono essere scaricati e valutati da un professionista competente.Le deformazioni sui montanti e sugli elementi delle spalle, che possono derivare da urti accidentali o da uso inappropriato, non possono eccedere i limiti specificati nella figura seguente rispettivamente per: - deformazione massima ammissibile in direzione spalla; - deformazione massima ammissibile in direzione campata; - deformazione massima ammissibile nei distanziali e nelle dia-

gonali del traliccio di spalla.

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MIUM

PQI

7.4.2 Limiti di deformazione per soppalchiIn condizioni di normale utilizzo le frecce degli elementi struttu-rali devono essere contenute quanto è necessario perché non ne derivino danni alle opere complementari in genere presenti sul soppalco o realizzate sotto allo stesso.Solitamente i soppalchi non interagiscono con mezzi di movi-mentazione meccanizzati e sono quindi poco soggetti al rischio di danni causati da urti e usura.Quando l’utilizzo del soppalco o di parte di esso può essere as-similato per tipologia di carichi e modalità di movimentazione a quello di una scaffalatura portapallet, devono essere rispettate le prescrizioni in materia di deformazione massima e di danneg-giamento specificati al paragrafo precedente.

7.4.3 Gradi di dannoCon riferimento ai livelli di danno individuati, si considerino i se-guenti gradi di danno.

• Rischio VERDE, quando la deformazione NON SUPERA i valo-ri indicati in Fig. 16 e Fig. 17.Il livello verde indica il limite che non richiede una riduzione della portata massima dello scaffale o la riparazione imme-diata del sistema. Tali componenti dovranno essere registrati come adeguati per servizio ulteriore fino a successiva ispezio-ne da parte della direzione, ma dovranno essere chiaramente identificati per un riesame specifico ed una nuova valutazione nel corso di ispezioni future. Il superamento del livello verde sarà considerato un danno che può rappresentare un rischio per il sistema di scaffalature.

• Rischio GIALLO, quando il danno alle strutture ha un valore IN-FERIORE AL DOPPIO dei valori indicati in Fig. 16 e Fig. 17.Questo danno potenziale richiede un intervento il prima pos-sibile. Identifica un’area dove il danno è sufficientemente gra-ve da esigere azioni correttive ma non così grave da esigere lo svuotamento immediato dello scaffale. Una volta che il carico è stato rimosso dal componente danneggiato, il componente non dovrà essere caricato di nuovo finché non sono state fat-te le riparazioni. L’utilizzatore dovrà rendere tali scaffali inac-cessibili per assicurarsi che non siano utilizzati di nuovo prima delle necessarie riparazioni e prima che le attrezzature non siano certificate come sicure.Per esempio, si potrebbero utilizzare etichette adesive per in-dicare che gli scaffali non devono essere caricati finché non sono state fatte le necessarie rettifiche. In pratica, qualsiasi scaffalatura che presenti un danno della categoria di LIVELLO DI RISCHIO GIALLO dovrebbe essere designata come danno di LIVELLO DI RISCHIO ROSSO se i rimedi non sono apportati entro quattro settimane dalla definizione originale.

• Rischio ROSSO, quando il danno alle strutture ha un valore SU-PERIORE AL DOPPIO dei valori indicati in Fig. 16 e Fig. 17.Danno molto grave che richiede un intervento immediato. Queste sono situazioni in cui viene identificato un livello di danno critico, che esige che un area della scaffalatura sia im-mediatamente liberata dal carico e resa inaccessibile a qualsi-asi utilizzo finché non è stato eseguito il lavoro di riparazione.

Tale lavoro di riparazione dovrebbe normalmente compren-dere la sostituzione del componente danneggiato. La ripara-zione è ammessa soltanto quando è supportata da un analisi strutturale eseguita dal fornitore.Le aziende dell’utilizzatore dovranno avere delle procedure di messa in sicurezza di tali aree per assicurarsi che queste non siano riutilizzate prima dell’esecuzione delle riparazioni.Per esempio, una campata particolare potrebbe essere libera-ta dal carico in presenza dell’ispettore e provvista di corde che ne impediscono l’accesso e quindi l’utilizzo.

8. INDIVIDUAZIONE, ANALISI E VALUTAZIONE DEI RISCHI

La metodologia seguita per l’individuazione dei rischi è stata quella di esaminare le lavorazioni che concorrono alla realizza-zione dell’opera. Per ogni lavorazione si sono individuati i rischi, che sono stati valutati in riferimento: alle norme di legge e di buona tecnica, al contesto ambientale, alla presenza contem-poranea e/o successiva di diverse imprese e/o diverse lavorazioni.Per ogni lavorazione è stata elaborata la relativa scheda di valu-tazione riportata di seguito. Questa contiene: le attività, i rischi, la valutazione dei rischi, le procedure esecutive, gli appresta-menti e le attrezzature atte a garantire il rispetto delle norme di sicurezza.Per la valutazione dei rischi ci si è avvalsi delle due scale semiquanti-tative (probabilità dell’evento, danno atteso) riportate di seguito.Per l’assegnazione dei valori 0,1,2,3, è sufficiente che sia ve-rificata anche una sola delle condizioni previste nella colonna

“criteri”. L’assegnazione di uno dei valori non comporta ovvia-mente la previsione del verificarsi di tutte le condizioni corri-spondenti al valore scelto e riportate nella colonna “criteri”.

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MIUM

PQI

Tab. 1 SCALA DELL’INDICE “D” (Danno Potenziale)

Valore Criteri

3

Si possono verificare danni che producono sulle persone effetti irreversibili (morte, perdite anatomiche e/o funzio-nali). Si possono verificare danni che producono inabilità temporanea con prima prognosi > 40 giorni di guarigione.Esiste una correlazione tra l’attività e la possibilità che causi vittime o danni irreversibili alle persone.

2

Si possono verificare danni che producono inabilità tempo-ranea con prognosi > 21 giorni di guarigione. Esiste una correlazione tra un incidente durante una fase dell’attività e la possibilità di danni con fermata parziale o totale dell’at-tività > 30 giorni e/o con produzione di una limitata conta-minazione dell’ambiente.

1

Si possono verificare danni che producono inabilità temporanea con prognosi ≤ 21 giorni di guarigione. Esi-ste una correlazione tra un incidente durante una fase dell’attività e la possibilità di danni con fermata parziale o totale dell’attività > 1 e ≤ 30 giorni.

0

Si possono verificare danni che producono inabilità temporanea con prognosi ≤ 3 giorni di guarigione. Esi-ste una correlazione tra un incidente durante una fase dell’attività e la possibilità di danni con fermata parziale o totale dell’attività ≤ 1 giorno.

Tab. 2 SCALA DELL’INDICE “P” (Probabilità - Frequenza eventi)

Valore Criteri

3

Esiste una correlazione diretta tra il fattore di rischio e la causa legata ad un danno.Si sono già verificati danni per la stessa mancanza rile-vata (incidenti, infortuni, malattie professionali). Esiste una correlazione tra l’attività e/o il fattore di rischio ed il peggioramento dell’andamento infortunistico e/o di malattie professionali su un periodo significativo (tre, cinque anni).Esiste una probabilità di incidente ≥ 2x10-2

2

Il fattore di rischio può provocare un danno, anche se non in maniera automatica o diretta.È noto qualche episodio in cui alla mancanza rilevata ha fatto seguito il danno.Esiste una correlazione tra l’attività e/o il fattore di ri-schio e un casuale andamento infortunistico e/o di malattie professionali su un periodo significativo (tre, cinque anni).Esiste una probabilità di incidente < 2x10-2 e ≥3x10-3

1

Il fattore può provocare un danno solo in circostanze occasionali o sfortunate di eventi.Non sono noti o sono noti solo rari episodi già verifi-catisi.Esiste una correlazione tra l’attività e l’andamento po-sitivo infortunistico e/o di malattie professionali su un periodo significativo (tre,cinque anni).Esiste una probabilità di incidente < 3x10-3 e > 3x10-5

CATEGORIA DI RISCHIO

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INDICE “P” (probabilità o frequenza degli eventi)

CATEGORIA DI RISCHIO = “P” + “D” (vettorialmente secondo gli assi cartesiani).

Legenda delle CATEGORIE DI RISCHIOA - LIEVE: Condizioni di rischio per le quali occorre mantenere o attuare i controlli dei pericoli potenziali.B - MODESTO: Condizioni di rischio per le quali è necessario sta-bilire controlli dei pericoli potenziali per verificarne un even-tuale incremento.C - MODERATO, D - ALTO: Condizioni di rischio per le quali oc-corre attuare interventi di prevenzione e protezione per ridur-re i rischi in relazione all’entità del rischio accertata.

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MIUM

PQI

8.1

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MIUM

PQI

8.4

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C

Elet

troc

uzio

ne p

er l’

uso

di

avvi

tato

re e

lett

rico

Gli

appa

recc

hi p

orta

tili (

avvi

tato

ri el

ettr

ici)

devo

no d

ispor

re

di d

oppi

o iso

lam

ento

(cla

sse

II) c

ontr

asse

gnat

o da

l sim

bo-

lo d

el d

oppi

o qu

adra

tino

conc

entr

ico.

22

C

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Rev. 12 - 06/2018 | classificazione: CONTROLLATO28

MIUM

PQI

8.5

FASE

LAVO

RATI

VA: 5

. MOV

IMEN

TAZI

ONE

DI S

PALL

E, M

ONTA

NTI E

COR

RENT

I E G

UIDE

DRI

VE-IN

/ DE

I GRU

PPI D

I MON

TANT

I E D

ELLE

TRA

VI C

OMPO

STE

OPE

RAZI

ON

IPO

STO

DI L

AV

ORO

TIPO

LOG

IA D

I RIS

CH

IOA

PPRE

STA

MEN

TI E

ATT

REZZ

ATU

RE A

TTI A

GA

RAN

TIRE

IL R

ISPE

TTO

DEL

LE N

ORM

EIN

D.

DA

NN

OIN

D.

PRO

BABI

LITÀ

IND

. RI

SCH

IO

1M

ovim

enta

zion

e de

i co

mpo

nent

i st

rutt

ural

i sc

iolti

o p

reas

sem

blat

i e

degl

i im

balli

di m

inut

eria

, tr

amite

car

rello

/ c

arre

llo

elev

ator

e a

forc

he,

dal

depo

sito

al

luog

o di

m

onta

ggio

Perc

orso

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dep

osito

al

luog

o di

mon

tagg

ioIn

vest

imen

to

di

lavo

ra-

tori

da

part

e di

ca

richi

sp

orge

nti t

rasp

orta

te d

al

carr

ello

ele

vato

re

Prev

eder

e ad

egua

ta v

iabi

lità

in re

lazi

one

all’i

ngom

bro

del c

aric

o e

alle

car

atte

ristic

he d

el c

antie

re. U

so

di c

asco

di p

rote

zion

e sia

per

il la

vora

tore

add

etto

alla

gui

da d

el c

arre

llo c

he p

er i

lavo

rato

ri ch

e si

tr

ovan

o ne

l can

tiere

.2

1B

Inve

stim

ento

de

i la

vora

-to

ri da

par

te d

el c

arre

llo

elev

ator

e e

del

caric

o tr

aspo

rtat

o da

l ca

rrel

lo

elev

ator

e (s

civo

lam

ento

de

l car

ico)

Inst

alla

re il

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ico

in c

onfo

rmità

alle

istr

uzio

ni d

el fa

bbric

ante

del

car

rello

ele

vato

re a

forc

he, i

n m

anie

ra

tale

che

ess

o no

n ca

da d

uran

te le

man

ovre

.M

iglio

rare

la v

isual

e de

l con

dutt

ore

ante

riorm

ente

col

loca

ndo

il ca

rico

tras

port

ato,

in c

onfo

rmità

alle

ist

ruzi

oni d

el fa

bbric

ante

del

car

rello

ele

vato

re, i

n m

odo

che

non

cost

ituisc

a os

taco

lo a

lla v

isual

e ne

ces-

saria

per

una

gui

da c

orre

tta

(a q

uest

o pr

opos

ito o

ccor

re n

otar

e ch

e un

’err

ata

collo

cazi

one

del c

aric

o tr

aspo

rtat

o so

lleci

ta e

cces

sivam

ente

l’at

tenz

ione

del

gui

dato

re, c

he v

iene

qui

ndi c

ostr

etto

a p

rest

are

men

o at

tenz

ione

alle

per

sone

pre

sent

i).A

dozi

one

di c

orpe

tto

ad a

lta v

isibi

lità

per

il pe

rson

ale

even

tual

men

te a

ddet

to a

seg

uire

da

vici

no il

ca

rico

tras

port

ato.

Uso

di s

carp

e di

sic

urez

za c

on s

uola

impe

rfor

abile

.Pr

ovve

dere

ad

un’a

degu

ata

form

azio

ne d

el c

ondu

ttor

e de

l car

rello

.

21

B

Riba

ltam

ento

del

car

rello

el

evat

ore

a fo

rche

Il po

sto

di g

uida

dev

e es

sere

dot

ato

di a

ppos

ita p

rote

zion

e co

ntro

lo s

chia

ccia

men

to in

cas

o di

rib

al-

tam

ento

del

mez

zo (i

n ge

nera

le ta

le p

rote

zion

e co

nsist

e ne

l dot

are

il m

ezzo

di u

na c

abin

a ch

iusa

).I c

ondu

ttor

i dei

car

relli

ele

vato

ri de

vono

ess

ere

assis

titi,

dura

nte

le m

anov

re in

ret

rom

arci

a, d

a un

a pe

rson

a a

terr

a. È

vie

tato

il t

rasp

orto

di p

erso

ne a

l di f

uori

di q

uelle

eve

ntua

lmen

te c

onse

ntite

dal

co-

stru

ttor

e ne

lla c

abin

a di

gui

da. È

vie

tato

spo

star

si a

velo

cità

ecc

essiv

a, a

rres

tars

i bru

scam

ente

e s

volta

re

a cu

rva

stre

tta,

con

o s

enza

car

ico.

31

C

Uso

ind

ebito

del

car

rello

el

evat

ore

Vie

tare

l’us

o de

i car

relli

ele

vato

ri a

tutt

i i la

vora

tori

che

non

abbi

ano

ricev

uto

l’inf

orm

azio

ne, f

orm

azio

-ne

e a

ddes

tram

ento

pre

vist

i dal

la n

orm

ativ

a vi

gent

e pe

r tal

e co

mpi

to.

12

B

Azi

onam

ento

acc

iden

tale

de

gli o

rgan

i di c

oman

do

per

la m

anip

olaz

ione

dei

ca

richi

Tutt

i gli

orga

ni d

i com

ando

del

car

ico

devo

no a

vere

il ri

torn

o au

tom

atic

o ne

lla p

osiz

ione

neu

tra.

Gli

orga

ni d

i com

ando

del

car

ico

devo

no e

sser

e es

clus

ivam

ente

del

tipo

ad

azio

ne m

ante

nuta

ed

azio

-na

bili

per v

ia e

lett

rica,

mec

cani

ca o

altr

o sis

tem

a.G

li or

gani

di c

oman

do d

el c

aric

o de

vono

ess

ere

collo

cati

e di

spos

ti in

man

iera

tal

e da

evi

tare

il lo

ro

azio

nam

ento

acc

iden

tale

, in

part

icol

are

nei r

igua

rdi d

el p

revi

sto

pass

aggi

o di

acc

esso

al p

osto

di m

a-no

vra

e di

gui

da d

el m

ezzo

(si

veda

la c

ircol

are

del m

inist

ero

del l

avor

o e

della

pre

vide

nza

soci

ale

n.

50/9

8). P

er i

carr

elli

elev

ator

i con

mar

chio

CE

le m

isure

pre

cede

nti n

on v

algo

no, i

n qu

anto

il s

udde

tto

mar

chio

att

esta

che

il c

ostr

utto

re h

a ris

pett

ato

i req

uisit

i ess

enzi

ali d

i sic

urez

za p

revi

sti p

er la

mac

chin

a.

22

C

Ces

oiam

ento

o s

chia

ccia

-m

ento

di p

arti

del c

orpo

de

ll’op

erat

ore

da

part

e de

gli

elem

enti

del

carr

o so

lleva

men

to

forc

he

in

mot

o re

lativ

o tr

a lo

ro

Cat

ene,

ruo

te d

enta

te o

altr

i ele

men

ti in

mov

imen

to c

he r

isulti

no in

qua

lche

mod

o ac

cess

ibili

al c

on-

duce

nte

o ad

altr

i dev

ono

esse

re in

tegr

alm

ente

seg

rega

te t

ram

ite a

ppos

ite p

rote

zion

i. In

alte

rnat

iva

a ta

li pr

otez

ioni

son

o da

rite

ners

i ugu

alm

ente

val

ide

adeg

uate

“di

stan

ze d

i sic

urez

za”

fra

gli o

rgan

i in

mov

imen

to re

lativ

o (s

i ved

a la

circ

olar

e de

l min

ister

o de

l lav

oro

e de

lla p

revi

denz

a so

cial

e n.

50/

98).

22

C

Espo

sizi

one

a ru

mor

eSi

sug

geris

ce l’

uso

di in

sert

i aur

icol

ari o

cuf

fie o

topr

otet

tric

i (in

via

cau

tela

tiva)

.2

1B

Page 29: Piano della qualità PQI e di installazione · 2019. 10. 18. · -UNI EN 15878:2010 “Sistemi di stoccaggio statici di acciaio. Ter-mini e definizioni”. Norme di riferimento per

Rev. 12 - 06/2018 | classificazione: CONTROLLATO 29

MIUM

PQI

8.6

FASE

LAVO

RATI

VA: 6

. INS

TALL

AZIO

NE D

ELLE

SPA

LLE

E DE

LLE

TORR

ETTE

DI C

ONTR

OVEN

TO /

DEI M

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NTI E

GRU

PPI D

I MON

TANT

I

OPE

RAZI

ON

IPO

STO

DI L

AV

ORO

TIPO

LOG

IA D

I RIS

CH

IOA

PPRE

STA

MEN

TI E

ATT

REZZ

ATU

RE A

TTI A

GA

RAN

TIRE

IL

RISP

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DEL

LE N

ORM

EPR

OC

EDU

RE E

SEC

UTI

VE

IND

. D

AN

NO

IND

.PR

OBA

BILI

TÀIN

D.

RISC

HIO

1So

lleva

men

to d

elle

spa

lle

e lo

ro

fissa

ggio

ai

tu

n-ne

l di

con

trov

ento

con

i

siste

mi

oppo

rtun

i; in

se-

rimen

to c

orre

nti

di s

om-

mità

.

Solle

vam

ento

del

le s

palle

e

loro

fiss

aggi

o tr

amite

la

prim

a fil

a di

cor

rent

i.

Solle

vam

ento

di

m

on-

tant

i/gru

ppi

di m

onta

nti

e fis

sagg

io c

on l

a tr

ava-

tura

prin

cipa

le d

el p

rimo

livel

lo

Que

llo p

revi

sto

nel p

roge

tto

Tagl

i o a

bras

ioni

Uso

di g

uant

i di p

rote

zion

e e

di a

bbig

liam

ento

idon

eoC

odifi

care

opp

ortu

na p

roce

dura

per

il

mon

tagg

io,

com

plet

a di

eve

ntua

li se

gnal

azio

ni g

estu

ali p

er c

omun

icar

e2

1B

Con

tusio

ni a

i pie

diU

so d

i sca

rpe

di s

icur

ezza

con

suo

la im

perf

orab

ile2

1B

Dan

ni

dors

o-lo

mba

ri co

nse-

guen

ti a

mov

imen

tazi

one

ma-

nual

e de

i car

ichi

Valu

tare

i ca

richi

dur

ante

que

sta

fase

. In

gene

rale

, se

il pe

so

med

io s

olle

vato

da

una

pers

ona

è su

perio

re a

25

kg, s

i può

di

re c

he c

’è u

n ris

chio

per

l’ap

para

to d

orso

-lom

bare

. Tal

e af

-fe

rmaz

ione

dev

e es

sere

sup

port

ata,

a s

econ

da d

ell’i

mpr

esa,

da

lla v

alut

azio

ne d

ei r

ischi

, ch

e te

nga

cont

o de

i pa

ram

etri

(eff

ettiv

o pe

so d

el c

aric

o, c

ondi

zion

i di

mov

imen

tazi

one,

fr

eque

nza

ecc.

) Per

eff

ettu

are

una

com

plet

a va

luta

zion

e de

i ris

chi.

Se t

ali r

ischi

dov

esse

ro e

sser

e ev

iden

ziat

i, il

dato

re d

i la

voro

(im

pres

a ap

palta

tric

e ch

e es

egue

il m

onta

ggio

) dov

porr

e in

ess

ere

tutt

i gli

obbl

ighi

pre

vist

i dal

dec

reto

legi

slativ

o n.

81/

2008

(sor

vegl

ianz

a sa

nita

ria, i

nfor

maz

ione

e f

orm

azio

-ne

dei

lavo

rato

ri).

22

C

Inve

stim

ento

da

part

e di

mat

e-ria

le c

adut

o da

ll’al

toU

so d

i cas

co d

i pro

tezi

one

31

C

Sbila

ncia

men

to e

cad

uta

della

sp

alla

per

err

ata

man

ovra

con

co

nseg

uent

e in

vest

imen

to d

ei

lavo

rato

ri

Uso

di c

asco

di p

rote

zion

e

31

C

Dan

ni

cons

egue

nti

ad

espo

-siz

ione

de

gli

arti

supe

riori

a vi

braz

ioni

dur

ante

l’us

o de

ll’av

-vi

tato

re e

lett

rico

o pn

eum

atic

o

In g

ener

ale

la so

mm

a ve

ttor

iale

del

le a

ccel

eraz

ioni

rile

vate

sui

tre

assi

in c

ondi

zion

i nor

mal

i di i

mpi

ego

supe

ra i

5m/s

2 . Ta

le

valo

re è

acc

etta

to d

alla

lett

erat

ura

scie

ntifi

ca c

ome

“sog

lia d

i in

terv

ento

” al

di s

opra

del

la q

uale

occ

orre

pre

vede

re m

isure

di

pre

venz

ione

e p

rote

zion

e. In

que

sto

caso

è d

a pr

escr

iver

si

l’uso

di g

uant

i ant

ivib

razi

one

e la

sor

vegl

ianz

a sa

nita

ria.

22

C

Elet

troc

uzio

ne p

er l’

uso

di a

vvi-

tato

re e

lett

rico

Gli

appa

recc

hi p

orta

tili (

avvi

tato

ri el

ettr

ici)

devo

no d

ispor

re d

i do

ppio

isol

amen

to (c

lass

e II)

con

tras

segn

ato

dal s

imbo

lo d

el

dopp

io q

uadr

atin

o co

ncen

tric

o.2

2C

Page 30: Piano della qualità PQI e di installazione · 2019. 10. 18. · -UNI EN 15878:2010 “Sistemi di stoccaggio statici di acciaio. Ter-mini e definizioni”. Norme di riferimento per

Rev. 12 - 06/2018 | classificazione: CONTROLLATO30

MIUM

PQI

8.7

FASE

LAVO

RATI

VA: 7

. ANC

ORAG

GIO

ALLA

PAV

IMEN

TAZI

ONE

DELL

E SP

ALLE

E T

ORRE

TTE

DI C

ONTR

OVEN

TO /

MON

TANT

I E G

RUPP

I DI M

ONTA

NTI

OPE

RAZI

ON

IPO

STO

DI L

AV

ORO

TIPO

LOG

IA D

I RIS

CH

IOA

PPRE

STA

MEN

TI E

ATT

REZZ

ATU

RE A

TTI A

GA

RAN

TIRE

IL R

ISPE

TTO

DEL

LE N

ORM

EIN

D.

DA

NN

OIN

D.

PRO

BABI

LITÀ

IND

. RI

SCH

IO

1 A

ncor

aggi

o al

la p

avim

enta

-zi

one

delle

spa

lle e

torr

ette

di

con

trov

ento

/ m

onta

nti e

gr

uppi

di m

onta

nti

Que

llo p

revi

sto

dal

prog

etto

Inal

azio

ne d

i po

lver

i pr

oven

ient

i da

ll’us

o de

l tra

pano

Uso

di f

acci

ale

filtr

ante

FFP

22

1B

Espo

sizio

ne a

l ru

mor

e pr

odot

to

dal t

rapa

noSi

con

siglia

l’us

o di

inse

rti a

uric

olar

i o c

uffie

oto

prot

ettr

ici (

in v

ia p

reca

uzio

nale

)2

1B

Urt

i de

lla t

esta

con

tro

elem

enti

post

i in

oper

aU

so d

el c

asco

di p

rote

zion

e2

1B

Schi

acci

amen

ti o

punt

ure

ai p

iedi

Uso

di s

carp

e di

sic

urez

za c

on s

uola

impe

rfor

abile

21

B

Elet

troc

uzio

ne p

er l

’uso

del

tra

-pa

no e

lett

rico

Gli

appa

recc

hi p

orta

tili (

avvi

tato

ri el

ettr

ici)

devo

no d

ispor

re d

i dop

pio

isola

men

to (c

lass

e II)

co

ntra

sseg

nato

dal

sim

bolo

del

dop

pio

quad

ratin

o co

ncen

tric

o.2

1B

8.8

FASE

LAVO

RATI

VA: 8

. MON

TAGG

IO D

EI C

ORRE

NTI /

TRA

VI A

I PIA

NI R

IMAN

ENTI

E D

EGLI

ACCE

SSOR

I GRI

GLIA

TI E

COM

PONE

NTI C

ALPE

STIO

IN Q

UOTA

(anc

he e

vent

uale

bar

riera

pos

terio

re; r

ete

post

erio

re o

late

rale

)

OPE

RAZI

ON

IPO

STO

DI L

AV

ORO

TIPO

LOG

IA D

I RIS

CH

IOA

PPRE

STA

MEN

TI E

ATT

REZZ

ATU

RE A

TTI A

GA

RAN

TIRE

IL R

ISPE

TTO

DEL

LE N

ORM

EIN

D.

DA

NN

OIN

D.

PRO

BABI

LITÀ

IND

. RI

SCH

IO

1M

onta

ggio

dei

cor

rent

i e

delle

gui

de d

rive-

in a

d al

tezz

a su

perio

re a

2,0

m

Que

llo p

revi

sto

dal

prog

etto

Tagl

i o a

bras

ioni

Uso

di g

uant

i di p

rote

zion

e a

di a

bbig

liam

ento

idon

eo.

21

B

Con

tusio

ni a

i pie

diU

so d

i sca

rpe

di s

icur

ezza

con

suo

la im

perf

orab

ile.

21

B

Dan

ni

dors

o-lo

mba

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21

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2008

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03/9

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32

D

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22

C

Page 31: Piano della qualità PQI e di installazione · 2019. 10. 18. · -UNI EN 15878:2010 “Sistemi di stoccaggio statici di acciaio. Ter-mini e definizioni”. Norme di riferimento per

Rev. 12 - 06/2018 | classificazione: CONTROLLATO 31

MIUM

PQI

8.9

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32

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32

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21

B

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Page 32: Piano della qualità PQI e di installazione · 2019. 10. 18. · -UNI EN 15878:2010 “Sistemi di stoccaggio statici di acciaio. Ter-mini e definizioni”. Norme di riferimento per

Rev. 12 - 06/2018 | classificazione: CONTROLLATO32

MIUM

8.11

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Page 33: Piano della qualità PQI e di installazione · 2019. 10. 18. · -UNI EN 15878:2010 “Sistemi di stoccaggio statici di acciaio. Ter-mini e definizioni”. Norme di riferimento per

Rev. 12 - 06/2018 | classificazione: CONTROLLATO 33

PQI

8.12

SCH

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Rev. 12 - 06/2018 | classificazione: CONTROLLATO34

cod: MUM01PORTAPALLET | DRIVE-IN | SOPPALCHIManuale di installazione, uso e manutenzione - Piano della qualità e di installazione

MIUM

PQI 8.13 RELAZIONE DI SOPRALLUOGO (fase di installazione, modifiche, altro)

Data Società

Riferimento impianto

8.13.1 Personale coinvolto:

Fornitore

Società di montaggio

Cliente

Altri

Il sopralluogo viene effettuato per verificare lo stato avanzamento dei lavori

8.13.2 Oggetto della verifica:

Area

Tipologia scaffale

Tipologia spalla

Tipologia corrente

Altezza livelli di carico

Numero livelli carico scorta

Numero livelli picking

8.13.3 Osservazioni:

I lavori stanno procedendo secondo il programma concordato SI NO

8.13.4 Controlli effettuati:

La società di montaggio controlla ad ogni spedizione il materiale scaricato e verifica che i DDT risultino conformi SI NO

Conformità di planimetria pavimentazione e misure dell’immobile alle specifiche di progetto SI NO

(alla presenza del Responsabile Società di montaggio e del Referente del Cliente)

Il personale presente in cantiere (corrispondente al POS) è dotato di tesserino di riconoscimento SI NO

Il personale presente in cantiere (corrispondente al POS) è dotato di DPI idonei per le attività previste SI NO

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cod: MUM01

Rev. 12 - 06/2018 | classificazione: CONTROLLATO 35

PORTAPALLET | DRIVE-IN | SOPPALCHIManuale di installazione, uso e manutenzione - Piano della qualità e di installazione

MIUM

PQI

Il Cliente ha messo a disposizione cassoni per la raccolta dei rifiuti SI NO

indifferenziata

carta - cartone

plastica

materiale ferroso

legno

La squadra addetta al montaggio smaltisce correttamente gli imballi delle scaffalature SI NO

8.13.5 Conclusioni:I lavori di montaggio sono conformi alle specifiche di contratto

SI NO

8.13.6 Ulteriori considerazioni:

8.13.7 Raccomandazioni:Si richiede di tenere sempre in ordine il materiale ricevuto, sia all’esterno che all’interno del luogo di lavoro.

Firma per Fornitore

Firma per Ditta di montaggio

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Rev. 12 - 06/2018 | classificazione: CONTROLLATO36

cod: MUM01PORTAPALLET | DRIVE-IN | SOPPALCHIManuale di installazione, uso e manutenzione - Piano della qualità e di installazione

MIUM

PQI

SISTEMI E STRUTTURE PER IL MAGAZZINO

I-38068 Rovereto (TN) - Viale dell’Industria, 2Tel +39 0464 30 30 30 - Fax +39 0464 30 30 31www.metalsistem.com - [email protected]@pec.it

NR. E

DIZI

ONE

01DA

TA E

DIZI

ONE

2009

NR. R

EVIS

IONE

14DA

TA R

EVIS

IONE

05/2

018

DATA

STA

MPA

05/2

018

QualitàSicurezza

Costruttori Italiani Scaffalature Industriali

CERTIFICAZIONI DI SISTEMACertificazione del sistema qualità secondo la norma ISO 9001:2015: certificati dal 1997;

Certificazione del sistema ambientale secondo la normaISO 14001:2004: certificati da settembre 2009;

Certificazione "AEO" FULL - Authorized Economic Operator: certificati da ottobre 2009;

Certificazione del sistema sicurezza secondoOHSAS 18001:2007;

Certificazione del processo di saldatura secondo la norma UNI EN ISO 3834-2.

Certificato di conformità del controllo della produzione in fabbrica in conformità al Regolamento n° 305/2011/EU EN 1090-1:2009/A1:2011 (marcatura ).

CERTIFICAZIONI DI PRODOTTOScaffalature industriali

Marchio di prodotto TÜV;Marchio qualità e sicurezza CISI.

Scaffalature commercialiEseguite prove presso l'Università di Trento secondo normativa UNI 11262.

Banchi CassaConformità Direttiva Macchine 2006/42/CE;Conformità Direttiva Bassa Tensione 2014/35/CE;Conformità Compatibilità Elettromagnetica 2014/30/CE.

IMPIANTI ELETTRICIAutorizzazione ad eseguire i lavori secondo il DLGS 37/2008 (ex L 46/1990) che garantisce la sicurezza degli impianti elettrici.

CERTIFICAZIONE DEL PERSONALE

Patentini dei saldatori secondo le norme UNI EN ISO 9606-1:2017 e UNI EN ISO 14732:2013.

ACCREDITAMENTO PRESSO IL SERVIZIO TECNICO CENTRALE SECONDO LE NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI (NTC)

METALSISTEM è qualificata come centro di trasformazione ed è in possesso dei requisiti richiesti dalla norma per la lavorazione dell'acciaio n° 753/10.

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL D.LGS 231/2001

In vigore da dicembre 2009.

Certificazioni

9. CERTIFICAZIONICertificazioni di prodotto rilasciate a METALSISTEM:

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cod: MUM01

Rev. 12 - 06/2018 | classificazione: CONTROLLATO 37

PORTAPALLET | DRIVE-IN | SOPPALCHIManuale di installazione, uso e manutenzione - Piano della qualità e di installazione

MIUM

PQI

Rovereto, giugno 2018 Prot. AT/LG/MG/dich. giu_2018

METALSISTEM S.p.A. con sede a Rovereto in Viale dell'Industria n. 2, in qualità di produttore di scaffalature metalliche industriali con la presente

DICHIARA

di essere certificata ISO 9001:2015 – Certificazione del sistema di qualità; di essere certificata ISO 14001:2008 – Certificazione del sistema ambientale; di essere certificata “AEO” FULL – Authorized Economic Operator; di essere certificata OHSAS 18001:2007 – Certificazione del sistema di sicurezza; di essere accreditata come Centro di Trasformazione presso il Servizio Tecnico Centrale, con attestato di

denuncia dell’attività n°753/10. Metalsistem acquisisce dai fornitori di acciaio specifici certificati dei materiali, etrasforma tale materia prima, effettuando una tracciatura costante di tutta la sua produzione, in base al sistemadi qualità certificato secondo la norma ISO 9001:2015. Inoltre effettua, con prove di laboratorio a campione suinastri utilizzati, controlli al fine di monitorare il permanere degli standard qualitativi di fornitura;

che i prodotti Metalsistem sono conformi alla direttiva europea n°2001 del ’95 riguardante la sicurezza generaledei prodotti. Tale direttiva è stata recepita dallo Stato italiano che ha emanato il relativo D. Lgs. 172/04;

che i componenti strutturali principali Metalsistem sono prodotti in conformità al Regolamento n°305:2011/EU(Regolamento dei prodotti da costruzione) con controllo della produzione in fabbrica secondo le prescrizionidella EN 1090-1:2012 nell’ambito del sistema 2+ (marcatura CE);

che le scaffalature Metalsistem sono conformi alle vigenti normative in materia di prevenzione della salute edella sicurezza dei lavoratori e degli ambienti di lavoro secondo il D. Lgs. 81/2008;

che tutti i componenti strutturali formati a freddo sono realizzati con acciaio strutturale conforme alle norme UNIEN 10149 e UNI EN 10346, con certificato 3.1 secondo UNI EN 10204;

che in generale le norme di riferimento per il calcolo teorico dei componenti strutturali principali sono, in relazioneal tipo di struttura, le UNI EN 15512:2009, le UNI EN 1993-1-1:2005 Eurocodice 3, le FEM 10.2.06 parte 2 eCISI;

che l'Azienda fa parte dell'associazione di settore CISI (Costruttori Italiani Scaffalature Industriali - MembroANIMA-AISEM associato FEM) che impone delle regole di buona progettazione, di sicurezza e di controllo deimateriali a cui Metalsistem si attiene per tutti i componenti strutturali descritti nei propri cataloghi. Inoltrel’associazione CISI tutela il rispetto del D. Lgs. sul “prodotto sicuro”;

che i componenti strutturali principali sono conformi alla EN 1090-1 – Certificato di conformità del controllo dellaproduzione in fabbrica – con un sistema di gestione del processo di saldatura in accordo alla UNI EN ISO 3834;

che tale processo è soggetto a costanti controlli interni, effettuati dal personale di linea, preparato e certificatoper eseguirlo secondo le UNI EN ISO 14732:2013 e UNI EN ISO 9606-1:2013, e dal Controllo qualità aziendale,nonché a periodici controlli da parte di ente esterno RINA secondo la norma ISO 9001;

che le vernici utilizzate sono ecologiche (assenza di piombo); che le lamiere zincate utilizzate sono prodotte con processo di zincatura Sendzimir, che prevede la zincatura a

caldo per immersione in continuo; che la passivazione della zincatura è esente da cromo esavalente (Cr6-free); che i nastri di lamiera di acciaio utilizzati da Metalsistem appartengono alla classe di reazione all’azione

dell’incendio “A1”, secondo il D.M. 10/03/05 allegato C Decisione 2000/147/CE e secondo la norma UNI EN13501-1:2009, quindi non contribuiscono a nessuna fase dell’incendio, nemmeno in presenza di un incendiocompletamente sviluppato.

In fede.

Metalsistem S.p.A. Direttore Tecnico – D.T.S. – R.F.P.C.

ing. Lucio Gelmini

Storage and Material Handling SolutionS induStrial autoMation and MacHinerieS retail trade SolutionS SHopfitting and furniSHing conceptS

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MIUM

PQI

Rovereto, giugno 2018

prot. AT/LG/MG/dich. giu_2018

GARANZIA

METALSISTEM S.p.A. con sede a Rovereto in Viale dell'industria n.2, in qualità di produttore di scaffalature

metalliche commerciali e industriali, adotta la seguente quale garanzia.

1. È garantita la buona qualità del materiale e della costruzione. È garantito che la struttura mantenga le proprie

prestazioni di portata per un periodo di 10 (dieci) anni. La garanzia relativa ai componenti non strettamente

statici, si prescrive nell'arco di 1 (un) anno dalla data di consegna dei beni. Sono comunque esclusi da

qualunque forma di garanzia, vizi e difetti derivanti da normale logorio e da uso improprio od anomalo del

componente.

2. L'acquirente decade dal diritto alla garanzia se non osserva le condizioni di pagamento, se i guasti sono

causati da imperizia, uso anomalo, sovraccarico, manomissione o modifiche alle strutture, o per danni

imputabili a cause di forza maggiore.

3. Trascorsi 8 (otto) giorni dal D.D.T. o, trattandosi di vizi occulti, dalla loro scoperta senza che il compratore,

a mezzo di lettera raccomandata, abbia denunciato a Metalsistem S.p.A. nella sede di Rovereto vizi o

imperfezioni, tutto il materiale si intende accettato senza alcuna riserva.

4. METALSISTEM S.p.A. garantisce la reperibilità dei pezzi di ricambio principali, presso il proprio magazzino,

per un periodo di almeno 5 (cinque) anni dal documento di trasporto.

METALSISTEM S.p.A. Legale Rappresentante

Fabio Roncati

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METALSISTEM S.p.A.

Viale dell’Industria, 2 - 38068 Rovereto (TN) Italytel. +39 0464 303030 - fax +39 0464 303031

[email protected] - www.metalsistem.com