PIANO DEI SERVIZI - febbraio 2004 - Maria Cristina Treu – aprile 2004.

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PIANO DEI SERVIZI- febbraio 2004 -

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Adeguamento al Titolo III della L.R. 1/2001Adeguamento al Titolo III della L.R. 1/2001

Il Titolo III della L.R. 1/2001 (artt. 6 – 9 della Legge) - intitolato “Norme per la determinazione della capacità insediativa e per la dotazione di aree per attrezzature pubbliche e di uso pubblico” - riformula integralmente gli articoli 19 (art. 6, L.R. 1/2001) e 22 (art. 7, L.R. 1/2001) della L.R. 51/75.

L’art. 6 della l.r. 1/2001 riformula la disciplina dei criteri per il calcolo della capacità insediativa del PRG.

L’art. 7 della l.r. 1/2001 detta le nuove regole in materia di attrezzature pubbliche e di uso pubblico.

In particolare questa seconda disposizione riveste caratteri eccezionalmente innovativi, offrendo alle amministrazioni comunali un nuovo strumento, il Piano dei Servizi, al quale è affidata la disciplina dei servizi pubblici e di interesse generale a livello comunale.

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OBIETTIVO GENERALE del Piano dei Servizi“.. assicurare una razionale distribuzione di attrezzature urbane nelle diverse parti del territorio comunale..” fornendo una documentazione sullo “.. stato dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale esistenti in base al grado di fruibilità e di accessibilità che viene assicurata ai cittadini per garantire l’utilizzo di tali servizi ..”, e precisando “.. nel rispetto delle previsioni del Programma Regionale di Sviluppo, dei piani territoriali regionali o sovracomunali, le scelte relative alla politica dei servizi di interesse pubblico o generale da realizzare nel periodo di operatività del piano regolatore generale, dimostrandone l’idoneo livello qualitativo, nonché un adeguato livello di accessibilità, fruibilità e fattibilità.”.

Operativamente il Piano dei Servizi:

- eleva il parametro per la stima della capacità insediativa dal valore di cubatura minima per abitante da 100 mc a 150 mc (ovvero di 50 mq/ab.);

- verifica la dotazione minima fissata dalla legge;

- integra i parametri quantitativi per il calcolo degli standard con la valutazione dell'accessibilità e del livello prestazionale dei servizi.

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Rafforzamento iniziative culturali e per la formazione

Sostegno forme differenziate di turismo e di accoglienza

Potenziamento logistica industriale e distributiva

Valorizzazione del verde urbano

Organizzazione del verde periurbano

Connessione con il verde territoriale

Riqualificazione della struttura urbana storica (fortificazioni, laghi, etc.)

Equa distribuzione territoriale dell’offerta di servizi: ruolo delle polarità urbane

Riduzione del rischio da incidenti rilevanti

Aumento della mobilità possibile (razionalizzazione e completamento del sistema infrastrutturale), diminuzione della mobilità necessaria (decentramento dei servizi e dell’offerta insediativa)

Il Piano dei Servizi per uno sviluppo sostenibile- principali obiettivi e strumenti -

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TEMA OBIETTIVO DI RIFERIMENTOVERIFICHE e/o AZIONI del Piano dei Servizi

AREA AMBIENTALE

Verde urbano Valorizzazione(giardini/parchi pubblici e verde attrezzato per lo

sport)

- Verifica della dotazione minima ex lege (16 mq/ab a fronte di 13,25 mq/ab)

- Riequilibrio della dotazione urbana- Verde come ambito di protezione (verde

filtro)- Incremento della superficie per

attrezzature sportive

Verde sovracomunale Organizzazione e Connessione

(Verde periurbano e territoriale)

- Verifica della dotazione minima ex lege (16 mq/ab a fronte di 10 mq/ab – non contabilizzando le aree del Parco del Mincio)

- Realizzazione di una cintura verde attorno alla città attraverso la connessione tra gli spazi aperti, le aree verdi e le riserve naturali (incremento della superficie a verde: Parco Periurbano, completamento sponde dei laghi, etc.)

- Realizzazione e razionalizzazione del sistema ciclopedonale di connessione del verde

Struttura urbana storica Riqualificazione

- Recupero delle aree e dei manufatti relativi alle antiche fortificazioni (ad es. verde per eventi collettivi e ricreativi, percorsi di lettura della struttura storica, etc.)

- Protezione degli elementi e delle tracce della struttura della rete idraulica storica

Il Piano dei Servizi per uno sviluppo sostenibile- principali obiettivi e strumenti per aree tematiche -

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Il Piano dei Servizi per uno sviluppo sostenibile- principali obiettivi e strumenti per aree tematiche -

TEMA OBIETTIVO DI RIFERIMENTOVERIFICHE e/o AZIONI del Piano dei Servizi

AREA MOBILITA’ ED INFRASTRUTTURE

Accessibilità Miglioramento

- Aumento della mobilità possibile (razionalizzazione/completamento delle infrastrutture esistenti), diminuzione della mobilità necessaria (decentramento dei servizi e dell’offerta insediativa: polarità urbane complementari al centro storico)

Parcheggi d’interscambio Realizzazione

- Riduzione del traffico veicolare nel centro storico favorendo forme di mobilità alternativa: interscambio mezzo privato-trasporto pubblico in parcheggi scambiatori opportunamente localizzati all’esterno della città (ad es. nelle polarità urbane, in area “Favorita” servito da bus navetta per il centro)

Rete delle piste ciclabili Razionalizzazione

- Sistema di connessione dei singoli tratti di ciclabili urbane

- Sistema di connessione delle piste ciclabili urbane con i comuni limitrofi (connessione con gli insediamenti e con il sistema dei parchi)

Linea ferroviaria a sud Superamento

- Ampliamento dei sottopassi esistenti e realizzazione di nuovi (breve periodo)

- Sistema di trasporto alternativo di tipo metropolitano urbano sulla linea ferroviaria Mantova-Monselice (lungo periodo)

Grandi infrastrutture Realizzazione- Porto di Valdaro come fattore di sviluppo

economico in un quadro eco-compatibile

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TEMA OBIETTIVO DI RIFERIMENTO

VERIFICHE e/o AZIONI del Piano dei Servizi

AREA SOCIO-ECONOMICA

Centro Storico Valorizzazione

- Rafforzamento delle iniziative culturali e per la formazione

- Promozione di attività economiche per rivitalizzare il centro

Città e Territorio Sostegno al turismo

- Offerta di forme differenziate di turismo (dal culturale all’ambientale – l’ambiente in termini di risorsa fisico-naturale come risorsa economica)

- Potenziamento ed articolazione dell’offerta ricettiva e per l’accoglienza (alberghi con maggiore capienza, Collegio Universitario, Ostello, B&B e family hosting, Campeggio, Residenze per categorie speciali, etc.)

Logistica industriale e distributiva Potenziamento

- Realizzazione del polo logistico di Valdaro

- Favorire l’insediamento di servizi per l’impresa e per l’innovazione

- Favorire l’insediamento di attività per lo sviluppo economico della città e di riqualificazione del territorio

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IMPOSTAZIONE METODOLOGIA del Piano dei ServiziIMPOSTAZIONE METODOLOGIA del Piano dei Servizi- fasi per la redazione - - fasi per la redazione -

- Definizione dei parametri minimi di riferimento

- Quantificazione della domanda complessiva di attrezzature pubbliche o ad uso pubblico

- Rilievo della situazione esistente

- Prima classificazione dei servizi

- Analisi dei caratteri demografici e sociali del comune

- Quantificazione dell’offerta complessiva di attrezzature pubbliche o ad uso pubblico

- Distribuzione spaziale dei servizi esistenti e valutazione rispetto all’accessibilità e alla qualità prestazionale

- Scelte del piano (vedi cartografia)

- Adeguamento delle NTA e relativa variante

Periodo ’61-’99

Periodo ’99-’03

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Casi in cui è possibile ridurre il parametro minimo di riferimento a 18 mq:

a) comuni con pop. inferiore a 3.000 ab. alla data del 31 dicembre dell’anno precedente a quello di adozione del prg o di sua variante;

b) comuni compresi in comunità montane o comunque qualificabili come montani ai sensi della l.r. 10/98;

c) comuni il cui territorio sia, per almeno il 50%, interessato da vincoli di tutela ambientale o paesistica che inibiscano la trasformazione delle aree, intendendo in questo caso vincoli di inedificabilità assoluta o di inedificabilità limitata a talune attrezzature pubbliche derivanti da:- vincoli puntuali ex lege 1497/39 o 1089/39 (oggi D.Lgs 490/99);- vincoli geologici o idrogeologici;- vincoli di pianificazione di Parchi regionali o statali e relativi equipollenti (riserve, monumenti naturali, siti di importanza comunitaria, etc.).

La dotazione minima di attrezzature richiesta è pari a 26,5 mq per abitante e la possibilità di ridurre tale quantità a 18 mq per abitante per alcuni casi.

Nelle zone omogenee (art. 2 del D.M. 1444/’68) la dotazione minima di aree per attrezzature pubbliche e di uso pubblico per le attività economiche è pari al:

- 10% della slp degli insediamenti produttivi ed artigianali;

- 100% della slp degli insediamenti commerciali, direzionali, alberghieri e terziari nelle zone C e D e del 75% nelle zone A e B; di tali aree almeno la metà deve essere destinata a parcheggi di uso pubblico, realizzati in tipologia edilizia multipiani, sia fuori terra che nel sottosuolo;

- 200% della slp delle grandi strutture di vendita come individuate dall’art. 4, comma 5, della l.r. 14/1999.

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Parametri minimi di riferimento ex l.r. 1/2001Parametri minimi di riferimento ex l.r. 1/2001

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Vincoli di tutela ambientale o paesistica Vincoli di tutela ambientale o paesistica che interessano il comune di Mantovache interessano il comune di Mantova

Parco Regionale del Mincio istituito con l.r. n° 47 del 08.09.1984, dotato di Piano Territoriale di Coordinamento approvato con d.g.r. n° 7/193 del 28.06.2000 e modificato con d.g.r. n° 1000 del 03.08.2000

Vincoli ex lege 1497/39 (oggi D.Lgs 490/99, art. 2) che dichiarano di notevole interesse pubblico diversi ambiti del territorio di Mantova, ossia:-    le sponde del fiume Mincio (D.M. del 03.04.1965);-    gli spondali dei laghi di Mezzo ed Inferiore (D.M. del 26.05.1970);-    la zona del Rio (D.M. del 13.02.1965);-    il centro storico e Cittadella (D.M. del 13.10.1977);

Vincoli ex lege 1089/39 (oggi D.Lgs 490/99, art. 139)

Vincoli ex lege 431/85 (oggi D.Lgs 490/99, art. 146) che interessano in particolare:- i territori contermini ai laghi, Superiore, di Mezzo ed Inferiore, compresi in una fascia della profondità di 300 m. dalla linea di battigia (art. 1, lett. b)- i fiumi, i torrenti ed i corsi d’acqua non derubricati e relative sponde o piede degli argini per una fascia di 150 m., ossia il fiume Mincio, il canale Diversivo Mincio, il canale Bianco, il corso d’acqua detto Fossa Parcarello (art. 1, lett. c)- la zona umida che si identifica con la riserva naturale Valli del Mincio (art. 1, lett. i)- la zona d’interesse archeologico che comprende l’area tra il Duomo, Palazzo Ducale ed il S. Andrea (art.1, lett. m)

Fasce fluviali del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) del fiume Mincio-    fascia A ovvero area di deflusso della piena-    fascia B ovvero area di esondazione della piena-    fascia C ovvero area di inondazione per piena catastrofica

Computo superficie totale vincolataMaria Cristina Treu – aprile 2004

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PTC del Parco del Mincio

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Vincoli ex lege 1497/39 (oggi D.Lgs 490/99, art. 2)

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Vincoli ex lege 1089/39 (oggi D.Lgs 490/99, art. 139)

mostra dettaglio su centro storico

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Vincoli ex lege 431/85 (oggi D.Lgs 490/99, art. 146)

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Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI)

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Onnicomprensivo vincoli assemblati

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Vincoli di massima tutela assemblati

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Sup.

(kmq) 1 2 3 4

Vincoli culturali e ambientali (D.Lgs 490/99)

Immobili vincolati ex lege 1089/39 (3)Complesso Monumentale Palazzo Ducale - Castello di S. Giorgio 0,05 xP.zza Virgiliana 0,04 xComplesso Monumentale di Palazzo Te 0,14 xFortificazione di Lunetta Frassino 0,04 xForte di Fossamana 0,10 xSparafucile 0,002 xBastioni a sud (adiacenti al Paiolo) 0,07 xAltri edifici vincolati ex lege 1089/39 0,18 x x x

Aree vincolate ex lege 1497/39Centro storico 2,75 x xCittadella 0,17 x xSponde del fiume Mincio e Lago Superiore 5,78 x xSpondali dei Laghi di Mezzo ed Inferiore 1,59 x xZona del Rio 1 0,04 x xZona del Rio 2 0,05 x x

Vincoli da Parchi RegionaliParco del Mincio 32,36 xZone di tutela integrale 8,33Zone di iniziativa comunale orientata (ZIC) 4,07Parco del Mincio senza le ZIC 28,29 x x x

Vincoli ex lege 431/85art.1 lett. b) - laghi 6,15 x x xart.1 lett. c) - corsi d'acqua 8,83 x x xart.1 lett. i) - zone umide 3,23 x x xart.1 lett. m) - zone archeologiche 0,03 x x x

Vincoli del PAIFascia A 15,96 x x x xFascia B 1,29 x x x xFascia C 13,67 x x

superficie comunale 63,95

superficie Laghi (4) 7,13

superficie totale vincolata 42,53 40,89 34,70 29,93

superficie totale vincolata rispetto al territorio comunale (%) 66,5% 63,9% 54,3% 46,8%

(3) Fonte: "Elenco degli immobili vincolati ex Lege n° 1089/39" trasmesso dalla Sovrintendenza di Brescia al Comune di Mantova in data 15.06.1998 (Protocollo n° 5574). In tale documento la Sovrintendenza fa presente che sono sottoposti alla tutela ex lege

(1) Il computo della superficie è stato effettuato con il GIS ArcView.

Tipologia di vincolo

(4) La superficie coperta dai Laghi di Mantova rappresenta circa l'11% del territorio comunale.

(2) Con area vincolata totale s'intende la superficie dei vincoli sovrapposti in modo da computare una sola volta la superficie di quelle parti di territorio assoggettate a più vincoli.

Sup. totale vincolata - varie ipotesi (2)

Computo della superficie delle aree soggette a tutela ambientale o paesistica che inibisce la trasformazione delle aree (1)

Ipotesi 1 – onnicomprensivo vincoli assemblati

Ipotesi 4 – vincoli assemblati max tutela

66,5%

Superficie totale vincolata rispetto al territorio comunale

46,8%

Per le caratteristiche di particolare sensibilità del territorio di Mantova e per la presenza di industrie soggette a RIR il Piano dei Servizi indica in 26,5 mq per abitante il parametro minimo di riferimento di standard per la popolazione

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Articolazione funzionale della dotazione di attrezzature Articolazione funzionale della dotazione di attrezzature

mq/ab.

popolazione presente*

49.023Attrezzature di interesse comune 350.882 7

Servizi per l'istruzione 74.510 2

Verde urbano 734.675 15

Parcheggi 177.148 4

totale attrezzature di livello comunale 1.337.215 27

Attrezzature di interesse sovracomunale 836.472

Servizi per l'istruzione di livello sovracomunale 116.694

Verde sovracomunale 798.377 16

totale attrezzature di livello sovracomunale 1.751.542 36

TOTALE 3.088.758 63* popolazione presente = pop. al 31.12.03 + presenze occasionali

Aree standard realizzate/in corso di realizzazione

articolazione funzionalesup. (mq)

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Confronto con altri comuni capoluogo lombardi- Fonte dei dati: ns Elaborazioni da Mosaico Informatizzato Strumenti Urbanistici Regione Lombardia -

sup (mq) ab. di riferimento* mq/abstandard esistente 1.277.527 40.805 31standard da prg vigente 3.899.218 47.591 82* 40.805 = ab. al 21.10.2001; 47.591 = capacità insediativa teorica di piano

Comune di Lodi

sup (mq) ab. di riferimento* mq/abstandard esistente 4.798.000 71.233 67standard da prg vigente 9.580.400 109.103 88* 71.233 = ab. al 21.10.2001; 109.103 = capacità insediativa teorica di piano

Comune di Cremona

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CARTOGRAFIA DEL PIANO

Tavola 1: Contabilità delle aree per i servizi urbani

Vengono individuate le aree standard del prg vigente confermate, non confermate, di nuova introduzione e le aree relative alle attrezzature di uso pubblico gestite da privati

Tavola 3: La struttura della nuova città pubblica

Il sistema delle attrezzature pubbliche urbane viene contestualizzato nello schema strutturale di riferimento previsto dal Documento Direttore

Tavola 2: Adeguamento del PRG

Vengono individuate le destinazioni d’uso delle aree standard del prg vigente non confermate

Criteri guida alle

scelte

Variante PRG

PTCP – Previsioni infrastrutturali: vigenti – in valutazione

PTCP – Documentazione cartografica: Tav.1 – Tav.2 – Tav.3 – Tav.4

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Tavola 1 - Criteri guida per le scelte

Aree e/o immobili non confermati a standard- aree in cui è stata verificata una buona dotazione di servizi nel contesto e

caratteristiche tipologiche idonee per altre destinazioni d’uso

- non sono state realizzate attrezzature pubbliche o non risultano utilizzate per

questa funzione (Sentenza Corte Costituzionale n° 179 del 1999 in materia di

indennizzabilità e di reiterazione dei vincoli urbanistici)

Aree e/o immobili confermati a standard - aree in cui sono state realizzate o risultano in corso di realizzazione attrezzature

pubbliche

- non sono state realizzate attrezzature ma risultano di proprietà pubblica

Nuove aree da destinare a servizi- aree in cui insediare nuove attività di servizio o rilocalizzare attività esistenti perché

aree più congruenti

Nuove aree da destinare a servizi gestiti da privati- aree in cui insediare nuove attività di servizio o rilocalizzare attività esistenti perché

aree più congruenti

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Distribuzione spaziale dei servizi esistentiDistribuzione spaziale dei servizi esistenti- accessibilità e qualità prestazionale -- accessibilità e qualità prestazionale -

Esempio dei servizi scolastici

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La variante allo strumento urbanistico generale di Mantova costituisce

indubbiamente il primo importante intervento di rinnovamento della

pianificazione vigente che, si ricorda, risale al 1984 (PRG approvato con

D.G.R.L. n. 42788 del 25.9.1984).

L’esigenza di assumere tale scelta si radica principalmente nella necessità di

innovare il vigente PRG, non più adeguato alla luce di quanto introdotto dalla

legge 1/2001 e nel nuovo rapporto tra Pubblica Amministrazione, cittadinanza

e territorio che, proprio nei servizi, si instaura. Tale rapporto va nella direzione

di una maggior partecipazione e responsabilizzazione dei privati nell’ambito

delle scelte pianificatorie e nelle fasi di attuazione di tali determinazioni,

nonché al ruolo dell’Amministrazione sempre più virato nella direzione di

soggetto garante del regolare sviluppo del territorio.

OBIETTIVI DELLA VARIANTEOBIETTIVI DELLA VARIANTE

Variante in adeguamento alla l.r. 1/2001 e altre normative sopravvenute – varianti connesse e conseguenziali

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Varianti interessanti l’impostazione generale del P.R.G.Varianti interessanti l’impostazione generale del P.R.G.

Varianti di adeguamento alla L.R. 1/2001(Disciplina dei mutamenti di destinazione d’uso di immobili e norme per la dotazione di aree per attrezzature pubbliche e di uso pubblico

Varianti connesse all’adeguamento al D.P.R. 380/2001(Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia)

Varianti connesse all’adeguamento alla L.R. 41/97(Prevenzione del rischio geologico, idrogeologico e sismico mediante strumenti urbanistici generali e loro varianti)

Varianti connesse all’adeguamento al D.Lgs. 334/99 ed al D.M. LL.PP. 151/2001(Elaborato Tecnico RIR)

Recepimento varianti normative – Sintesi cartografica

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Varianti di adeguamento alla L.R. 1/2001

Adeguamento al Titolo II della L.R. 1/2001Adeguamento al Titolo II della L.R. 1/2001

Adeguamento al Titolo I della L.R. 1/2001Adeguamento al Titolo I della L.R. 1/2001

Adeguamento al Titolo III della L.R. 1/2001Adeguamento al Titolo III della L.R. 1/2001

Riforma della disciplina delle destinazioni d’uso e relativi mutamenti

radicale revisione della parte normativa generale del PRG e conseguente semplificazione della disciplina delle singole zone omogenee alla nuova impostazione in materia

Ridisegno della disciplina dei centri storici imponendo una maggior attenzione alle valenze storiche, artistiche e ambientali, nonché prevedendo alleggerimenti procedurali per favorire il recupero di tali ambiti

la notoria importanza del centro storico di Mantova, oggetto di precisi ed estesi vincoli culturali e ambientali (D.Lgs. 29.10.1999, n. 490), ha sempre implicato una particolare attenzione alla tutela del patrimonio comunale che si è tradotta in previsioni pianificatorie sempre rigorose e puntuali che non hanno richiesto innovazioni di grande rilievo

Sostituzione degli articoli 19 e 22 della L.R. 51/75 in materia di attrezzature pubbliche o di uso pubblico e introduzione dello strumento Piano dei Servizi

revisione completa del sistema dei servizi pubblici con conseguenti ed incisive modifiche sia sotto il profilo della normativa di PRG sia sotto il profilo degli azzonamenti di numerose aree

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Adeguamento al Titolo I della L.R. 1/2001Adeguamento al Titolo I della L.R. 1/2001

fornire alla cittadinanza uno strumento urbanistico adeguato alle più recenti evoluzioni normative

ottemperare ad una precisa prescrizione regionale, ovverosia l’art. 1, comma 6, della L.R. 1/2001, che ha demandato ai Comuni il compito di dare concreta applicazione ai principi innovativi introdotti con la legge citata

ferma restando la definizione di destinazione d’uso contenuta nell’art. 2 della L.R. 9 maggio 1992, n. 19, i comuni indicano, attraverso lo strumento urbanistico generale, le destinazioni d’uso non ammissibili rispetto a quelle principali di singole zone omogenee o di immobili; in tutti gli altri casi il mutamento di destinazione d’uso è ammesso

“tutto ciò che non è ammesso è vietato” “tutto ciò che non è vietato è ammesso”

Obiettivi

definizione delle categorie di usi rilevanti ai fini della determinazione della dotazione di aree per infrastrutture e servizi pubblici, di interesse pubblico e generale

Principi introdotti dalle nuove disposizioni

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Adeguamento al Titolo II della L.R. 1/2001Adeguamento al Titolo II della L.R. 1/2001

Il Titolo II della L.R. 1/2001, intitolato “Norme per l’intervento nei centri storici”,

prevede la riscrittura integrale dell’art. 17 della L.R. 51/75.

L’adeguamento del PRG di Mantova alla nuova disciplina dei centri storici,

unitamente alla nuova impostazione del regime delle destinazioni d’uso sopra

descritto, ha fornito l’occasione per una generale revisione della pianificazione

urbanistica di tale importante comparto del territorio comunale.

Il comma 1 dell’art. 5, L.R. 1/2001 stabilisce che “Il piano regolatore generale

nell’individuare e perimetrare il centro storico e i nuclei di interesse storico,

artistico e ambientale, se esistenti, tiene conto della cartografia di prima

levatura dell’Istituto Geografico Militare Italiano, motivando adeguatamente

eventuali ampliamenti o riduzioni in relazione ai mutamenti dello stato dei

luoghi intervenuti successivamente”.

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Adeguamento al Titolo III della L.R. 1/2001Adeguamento al Titolo III della L.R. 1/2001

Il Titolo III della L.R. 1/2001 (artt. 6 – 9 della Legge) - intitolato “Norme per la determinazione della capacità insediativa e per la dotazione di aree per attrezzature pubbliche e di uso pubblico” - riformula integralmente gli articoli 19 (art. 6, L.R. 1/2001) e 22 (art. 7, L.R. 1/2001) della L.R. 51/75.

L’art. 6 della l.r. 1/2001 riformula la disciplina dei criteri per il calcolo della capacità insediativa del PRG.L’art. 7 della l.r. 1/2001 detta le nuove regole in materia di attrezzature pubbliche e di uso pubblico.

In particolare questa seconda disposizione riveste caratteri eccezionalmente innovativi, offrendo alle amministrazioni comunali un nuovo strumento, il Piano dei Servizi, al quale è affidata la disciplina dei servizi pubblici e di interesse generale a livello comunale.

Il Piano dei Servizi costituisce un elaborato del PRG.Tale allegato del PRG nel caso di Mantova consta dei seguenti elaborati:- Relazione- Tavola 1: Contabilità delle aree per i servizi urbani- Tavola 2: Adeguamento del PRG- Tavola 3: La struttura della nuova città pubblica

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Varianti connesse all’adeguamento al D.P.R. 380/2001

Il legislatore nazionale ha inteso intraprendere un’operazione di riordino

e razionalizzazione della materia edilizia.

Il Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in

materia edilizia è entrato in vigore il 30 giugno 2003,

limitatamente alla sola “Parte prima”, disciplinante l’Attività

edilizia.

Le disposizioni attualmente vigenti modificano

significativamente la precedente normativa innovando anche

le stesse definizioni generali degli interventi edilizi e dei

titoli abilitativi.

Le variazioni nel caso di Mantova attengono esclusivamente

all’apparato normativo di PRG per la parte che definisce gli

interventi edilizi.

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Varianti connesse all’adeguamento alla L.R. 41/97(Prevenzione del rischio geologico, idrogeologico e sismico

mediante strumenti urbanistici generali e loro varianti)

Impostazione metodologica

L’esito dello studio è la redazione della Carta della fattibilità geologica per le azioni di piano.

Definizioni delle classi di fattibilità:

Classe 1 – Fattibilità senza particolari limitazioni

Classe 2 - Fattibilità con modeste limitazioni

Classe 3 - Fattibilità con consistenti limitazioni

Classe 4 - Fattibilità con gravi limitazioniStralcio esempio Stralcio caso di Mantova

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L’Elaborato Tecnico RIR dovrà contenere, di norma:

1.Le informazioni fornite dal gestore dell’industria classificata a rischio di incidente

rilevante, ovvero:

a. Inviluppo delle aree di danno su base cartografica

b. Categoria dei GPL e per i depositi di liquidi infiammabili e pericolosi

c. Classe di probabilità di ogni singolo evento per tutti gli stabilimenti

d. Categorie di danno attese in relazione agli eventi incidentali

2.L’individuazione e la rappresentazione su base cartografica degli elementi

territoriali e ambientali vulnerabili

Elaborato Tecnico “Rischio di Incidente Rilevante (RIR)”

Nel Comune di Mantova sono presenti cinque industrie a rischio di Incidente

rilevante: Raffineria IES S.p.a, Polimeri Europa, Consorzio Agrario di Mantova,

Crion Produzioni Sapio, Sol Group.

Analisi degli scenari incidentali:

- trasporto sostanze pericolose

- gestione sostanze pericolose

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Rischio legato al trasporto di GPL

SP 28 (via Brennero)

SP 62 (statale della “Cisa”)

rischio di incidente rilevante

valutato di livello elevato

Valutazione del rischio in relazione alle misure di divieto di transito

Prima Dopo

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Rischio legato alla gestione di sostanze pericolose

Scenari accidentali relativi

ai siti di deposito e manipolazione

sostanze pericolose

Areali di danno valutati di

entità notevole

Valutazione del rischio in relazione alle modifiche degli impianti

Prima Dopo

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situazione pre

situazione post

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Maria Cristina Treu – aprile 2004

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Maria Cristina Treu – aprile 2004

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elevata letalità

lesioni reversibili

lesioni irreversibili

Areali di danno per categorie di effetti (areali di danno non più credibili in seguito a modifiche in atto degli impianti)

Categorie territoriali (Tabella 1, D.M.LL.PP. 9-05-01, n° 151

categoria A

categoria B

categoria C

categoria D

categoria E

categoria F

elevata letalità

lesioni irreversibili

lesioni reversibili

Areali di danno per categorie di effetti (situazione senza progetti di modifica in atto)

Base catastale

Legenda

Tavola dell'Inviluppo geometrico delle aree di danno per ciascun scenario incidentale e per ciascuno dei valori di soglia e categorizzazione delle aree circostanti gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante in base a quanto indicato nella Tabella 1, D.M.LL.PP. 9-05-01, n°151.

Ipotesi incidentale _ POLIMERI LocalizzazioneProbabilità diaccadimento Scenario

Elevata letalità

Lesioniirreversibili

Lesionireversibili

PE1 Serbatoio D202 etilbenzene CER 1*10̂ -6 rilascio tossico 7 82

PE2 Rottura tubazione (acrilonitrile) CER 4,3*10̂ -5 rilascio tossico 7 115PE3 Rottura tubazione (etilene) Parco serbatoi 1,2*10̂ -5 flash-fire 25

PE4 Serbatoio DA1017 (benzene) Parco serbatoi 2,2*10̂ -4 rilascio tossico 155

PE5 Rottura tubazione (metano) gestione servizi ausiliari 1,8*10̂ -4 flash-fire 6PE6 Serbatoio DA421 (acrilonitrile) MSL 8,6*10̂ -5 rilascio tossico 56 281

PE7 Serbatoio DA404 (benzene) MSL 8,6*10̂ -5 rilascio tossico non raggiunta 315PE8 Rottura tubazione (acrilonitrile) MSL 6,3*10̂ -3 rilascio tossico 54 566

PE8a Rottura tubazione (acrilonitrile) MSL 6,2*10̂ -4 rilascio tossico 6 154PE9 Rottura tubazione (benzene) MSL 4,1*10̂ -3 rilascio tossico non raggiunta 235

PE10 Rottura manichetta (acetone) MSL 6,5*10̂ -4 incendio 12

PE11 Ferrocisterna (benzene) Depositi mobili 1,5*10̂ -4 rilascio tossico non raggiunta 45PE12 Ferrocisterna (cloruro di etile) Depositi mobili 9.5*10̂ -7 incendio 28

PE12a Ferrocisterna(cloruro di etile) Depositi mobili 9.9*10̂ -8 incendio 40PE13 Ferrocisterna (stirene) Depositi mobili 1*10̂ -6 incendio 12 21

PE14Rilascio di cicloesanone Depositi mobili 2,6*10̂ -6 pool fire 17,5 26,5 31

1,15*10̂ -3 13SG Rilascio di Ossigeno

Ipotesi incidentale _ SOL GROUP

dispersione in atm

Localizzazione Probabilità diaccadimento Scenario Elevata

letalitàLesioniirreversibili

Lesionireversibili

Ipotesi incidentale _ IES Localizzazione Probabilità diaccadimento

Scenario Elevataletalità

Inizioletalità

Lesioniirreversibili

I1 Incendio bacino S109 (greggio) Stoccaggio atmosferico 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 57 93 116 147

I2 Incendio bacino S110 (greggio) Stoccaggio atmosferico 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 51 84 104 135

I3 Incendio bacino S111 (greggio) Stoccaggio atmosferico 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 105 130 150 180

I4 Incendio bacino S5 (benzina) Stoccaggio atmosferico 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 35 61 77 98

I5 Incendio bacino S6 (benzina) Stoccaggio atmosferico 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 35 61 77 98

I6 Incendio bacino S7 (benzina) Stoccaggio atmosferico 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 48 78 100 130

I7 Incendio bacino S8 (greggio) Stoccaggio atmosferico 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 51 84 104 135

I8 Incendio bacino S9 (greggio) Stoccaggio atmosferico 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 51 84 104 135

I9 Incendio bacino S20 (benzina) Stoccaggio atmosferico 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 40 66 85 110

I10 Incendio bacino S22 (benzina) Stoccaggio atmosferico 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 40 66 85 110

I11 Incendio bacino S28 (benzina) Stoccaggio atmosferico 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 40 66 85 110

I12 Incendio bacino S30 (benzina) Stoccaggio atmosferico 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 40 66 85 110

I13 Incendio bacino S202 (benzina) Deposito mobile 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 50 55 60 75

I14 Incendio bacino S203 (benzina) Deposito mobile 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 50 55 60 75

I15 Incendio bacino S204 (benzina) Deposito mobile 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 50 55 60 75

Lesionireversibili

Scenari accidentali non più credibili in seguito a modifiche degli impianti

I1* Incendio di greggio con esalazione di SO2, presso la Raffineria IESI2* Incendio sfera GPL mc 1500, presso la Raffineria IESI4* Rilascio di TEL/TML, presso la Raffineria IESS1* Incendio di un serbatoio di GPL, presso la Monteshell GasE1* Rilascio di fenolo, presso il Petrolchimico EnichemE2* Rilascio di acrilonitrile, presso il Petrolchimico Enichem

situazione pre

situazione post

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elevata letalità

lesioni reversibili

lesioni irreversibili

Areali di danno per categorie di effetti (areali di danno non più credibili in seguito a modifiche in atto degli impianti)

Categorie territoriali (Tabella 1, D.M.LL.PP. 9-05-01, n° 151

categoria A

categoria B

categoria C

categoria D

categoria E

categoria F

elevata letalità

lesioni irreversibili

lesioni reversibili

Areali di danno per categorie di effetti (situazione senza progetti di modifica in atto)

Base catastale

Legenda

Tavola dell'Inviluppo geometrico delle aree di danno per ciascun scenario incidentale e per ciascuno dei valori di soglia e categorizzazione delle aree circostanti gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante in base a quanto indicato nella Tabella 1, D.M.LL.PP. 9-05-01, n°151.

Ipotesi incidentale _ POLIMERI LocalizzazioneProbabilità diaccadimento Scenario

Elevata letalità

Lesioniirreversibili

Lesionireversibili

PE1 Serbatoio D202 etilbenzene CER 1*10̂ -6 rilascio tossico 7 82

PE2 Rottura tubazione (acrilonitrile) CER 4,3*10̂ -5 rilascio tossico 7 115PE3 Rottura tubazione (etilene) Parco serbatoi 1,2*10̂ -5 flash-fire 25

PE4 Serbatoio DA1017 (benzene) Parco serbatoi 2,2*10̂ -4 rilascio tossico 155

PE5 Rottura tubazione (metano) gestione servizi ausiliari 1,8*10̂ -4 flash-fire 6PE6 Serbatoio DA421 (acrilonitrile) MSL 8,6*10̂ -5 rilascio tossico 56 281

PE7 Serbatoio DA404 (benzene) MSL 8,6*10̂ -5 rilascio tossico non raggiunta 315PE8 Rottura tubazione (acrilonitrile) MSL 6,3*10̂ -3 rilascio tossico 54 566

PE8a Rottura tubazione (acrilonitrile) MSL 6,2*10̂ -4 rilascio tossico 6 154PE9 Rottura tubazione (benzene) MSL 4,1*10̂ -3 rilascio tossico non raggiunta 235

PE10 Rottura manichetta (acetone) MSL 6,5*10̂ -4 incendio 12

PE11 Ferrocisterna (benzene) Depositi mobili 1,5*10̂ -4 rilascio tossico non raggiunta 45PE12 Ferrocisterna (cloruro di etile) Depositi mobili 9.5*10̂ -7 incendio 28

PE12a Ferrocisterna(cloruro di etile) Depositi mobili 9.9*10̂ -8 incendio 40PE13 Ferrocisterna (stirene) Depositi mobili 1*10̂ -6 incendio 12 21

PE14Rilascio di cicloesanone Depositi mobili 2,6*10̂ -6 pool fire 17,5 26,5 31

1,15*10̂ -3 13SG Rilascio di Ossigeno

Ipotesi incidentale _ SOL GROUP

dispersione in atm

Localizzazione Probabilità diaccadimento Scenario Elevata

letalitàLesioniirreversibili

Lesionireversibili

Ipotesi incidentale _ IES Localizzazione Probabilità diaccadimento

Scenario Elevataletalità

Inizioletalità

Lesioniirreversibili

I1 Incendio bacino S109 (greggio) Stoccaggio atmosferico 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 57 93 116 147

I2 Incendio bacino S110 (greggio) Stoccaggio atmosferico 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 51 84 104 135

I3 Incendio bacino S111 (greggio) Stoccaggio atmosferico 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 105 130 150 180

I4 Incendio bacino S5 (benzina) Stoccaggio atmosferico 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 35 61 77 98

I5 Incendio bacino S6 (benzina) Stoccaggio atmosferico 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 35 61 77 98

I6 Incendio bacino S7 (benzina) Stoccaggio atmosferico 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 48 78 100 130

I7 Incendio bacino S8 (greggio) Stoccaggio atmosferico 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 51 84 104 135

I8 Incendio bacino S9 (greggio) Stoccaggio atmosferico 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 51 84 104 135

I9 Incendio bacino S20 (benzina) Stoccaggio atmosferico 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 40 66 85 110

I10 Incendio bacino S22 (benzina) Stoccaggio atmosferico 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 40 66 85 110

I11 Incendio bacino S28 (benzina) Stoccaggio atmosferico 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 40 66 85 110

I12 Incendio bacino S30 (benzina) Stoccaggio atmosferico 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 40 66 85 110

I13 Incendio bacino S202 (benzina) Deposito mobile 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 50 55 60 75

I14 Incendio bacino S203 (benzina) Deposito mobile 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 50 55 60 75

I15 Incendio bacino S204 (benzina) Deposito mobile 10̂ -4 - 10̂ -6 Pool fire 50 55 60 75

Lesionireversibili

Scenari accidentali non più credibili in seguito a modifiche degli impianti

I1* Incendio di greggio con esalazione di SO2, presso la Raffineria IESI2* Incendio sfera GPL mc 1500, presso la Raffineria IESI4* Rilascio di TEL/TML, presso la Raffineria IESS1* Incendio di un serbatoio di GPL, presso la Monteshell GasE1* Rilascio di fenolo, presso il Petrolchimico EnichemE2* Rilascio di acrilonitrile, presso il Petrolchimico Enichem

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Legenda

Base catastaleAreali di danno per categorie di effetti (situazione senza progetti di modifica in atto)

elevata letalità

lesioni irreversibili

lesioni reversibili

categoria F

categoria E

categoria D

categoria C

categoria B

categoria A

Categorie territoriali (Tabella 1, D.M.LL.PP. 9-05-01, n° 151

Areali di danno per categorie di effetti (areali di danno non più credibili in seguito a modifiche in atto degli impianti)

lesioni irreversibili

lesioni reversibili

elevata letalità

situazione pre

situazione post

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Page 49: PIANO DEI SERVIZI - febbraio 2004 - Maria Cristina Treu – aprile 2004.

Legenda

Base catastaleAreali di danno per categorie di effetti (situazione senza progetti di modifica in atto)

elevata letalità

lesioni irreversibili

lesioni reversibili

categoria F

categoria E

categoria D

categoria C

categoria B

categoria A

Categorie territoriali (Tabella 1, D.M.LL.PP. 9-05-01, n° 151

Areali di danno per categorie di effetti (areali di danno non più credibili in seguito a modifiche in atto degli impianti)

lesioni irreversibili

lesioni reversibili

elevata letalità

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Tav. 1 – Quadro delle informazioni territoriali: valutazione delle compatibilità delle previsioni d’intervento

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Page 51: PIANO DEI SERVIZI - febbraio 2004 - Maria Cristina Treu – aprile 2004.

Tav. 2 – Carta delle attenzioni e delle indicazioni di piano: sistema fisico-naturale e valorizzazione ambientale

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Page 52: PIANO DEI SERVIZI - febbraio 2004 - Maria Cristina Treu – aprile 2004.

Tav. 3 – Carta delle attenzioni e delle indicazioni di piano: sistema paesistico e storico-culturale

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Page 53: PIANO DEI SERVIZI - febbraio 2004 - Maria Cristina Treu – aprile 2004.

Tav. 4 – Carta delle attenzioni e delle indicazioni di piano: sistema insediativo urbano ed infrastrutturale

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Page 54: PIANO DEI SERVIZI - febbraio 2004 - Maria Cristina Treu – aprile 2004.

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Page 55: PIANO DEI SERVIZI - febbraio 2004 - Maria Cristina Treu – aprile 2004.

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Page 56: PIANO DEI SERVIZI - febbraio 2004 - Maria Cristina Treu – aprile 2004.

mostra legenda

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Page 58: PIANO DEI SERVIZI - febbraio 2004 - Maria Cristina Treu – aprile 2004.

Zona Boccabusa-Ghisiolo-Lunetta-Cipata

Zona Trincerone

Zona Angeli-Dosso del Corso

Gambarara

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