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COMUNE di BISCEGLIE PROVINCIA di BARLETTA - ANDRIA - TRANI

PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE

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Responsabile del Piano:

il Sindaco: Avv.Francesco Carlo SPINA

Redazione del Piano:

Giovanni de TRIZIO Gruppo di Lavoro: Pompeo CAMERO

Giacomo LOSAPIO Giovanni de TRIZIO Nicola CATALANO Antonio BALDINI Domenico RICCHIUTI Alessio DI LIDDO Domenico MONOPOLI

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INDICE

OBIETTIVI E STRUTTURA DEL PIANO DI EMERGENZA Pag. 7

1. PARTE GENERALE

1.1 NORMATIVE DI RIFERIMENTO Pag. 10 - normativa nazionale - normativa sui rischi - normativa regionale - linee guida e documenti di riferimento

1.2 ALTRE FONTI E DATI DI BASE Pag. 11 2. ANALISI DI PERICOLOSITÀ’ ED INDIVIDUAZIONE DEGLI EVENTI POSSIBILI 2.1 CALAMITA’ ED EPIDEMIE A BISCEGLIE NEI SECOLI Pag. 13 2.2 ANALISI DI EVENTI POSSIBILI Pag. 23 2.3 SCENARI DI RISCHIO Pag. 25

RISCHI NATURALI Pag. 27 - evento sismico - evento mareggiate ed erosione costiera - evento alluvioni - evento nevicate, gelate e grandinate - evento movimenti franosi - evento siccità ed ondate di calore - evento trombe d’aria e d’acqua - epidemie

RISCHI ANTROPICI Pag. 33 - disastri aerei - rischio chimico - industriale - inquinamento - fughe di sostanze - incendi - esplosioni - incidenti radioattivi - rischio connesso a gravi emergenze civili - incendio presenza gas uso domestico - incendio da corto circuito - interruzione prolungata di energia - incendi boschivi - stabilimenti a rischio di incidente rilevante - eventi sportivi e di spettacolo con richiamo di grandi folle.

2.4 AREE DI SOCCORSO Pag. 39

- aree di attesa - aree di accoglienza - aree di ammassamento soccorritori - vulnerabilità delle vie di accesso

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2.5 SCHEDA DI SCENARIO E CARTA DI SCENARIO Pag. 45

- Scheda rischio movimenti franosi

- Scheda rischio nevicate;

- Scheda rischio idrogeologico (inondazione e allagamenti stradali)

- Scheda rischio incidente rilevante

- Scheda rischio Incendi boschivi

- Scheda rischio sismico 3. LA PIANIFICAZIONE DELL’EMERGENZA 3.1 FUNZIONI DI SUPPORTO DEL METODO AUGUSTUS Pag. 58 3.2 IL SINDACO E LA STRUTTURA COMUNALE Pag. 59

DI PROTEZIONE CIVILE

3.3 CENTRO OPERATIVO COMUNALE ( C.O.C.) Pag. 60 3.4 ATTIVITA’ DI SUPPORTO DEL METODO AUGUSTUS Pag. 61 3.5 DESIGNAZIONE E COMPETENZE Pag. 62 DEI RESPONSABILI DI SUPPORTO 3.6 UFFICIO EMERGENZE COMUNALE Pag. 65 3.7 CENTRO OPERATIVO MISTO ( C.O.M.) Pag. 66 3.8 CENTRO COORDINAMENTO SOCCORSI ( C.C.S.) Pag. 68 3.10 VOLONTARIATO Pag. 69 3.11 MEZZI, MATERIALI E RISORSE UMANE Pag. 70 4. MODELLI DI INTERVENTO 4.1 PROCEDURE DI INTERVENTO Pag. 72 4.2 LIVELLI DI ALLERTA Pag. 73 4.3 MODELLO DI INTERVENTO RISCHIO IDROGEOLOGICO Pag. 76 - fase di attenzione

- fase di preallarme - fase di allarme

4.4 ATTIVAZIONE DELLE PROCEDURE D’INTERVENTO Pag. 78

RISCHIO IDROGEOLOGICO - segnalazione di attenzione - segnalazione di preallarme - segnalazione di allarme

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4.5 MODELLO DI INTERVENTO RISCHIO INCENDI BOSCHIVI Pag. 80

- generalità 4.6 PROCEDURE OPERATIVE RISCHIO INCENDI BOSCHIVI Pag. 82 4.7 MODELLO DI INTERVENTO RISCHIO SISMICO Pag. 83

RISCHIO EPIDEMIE Pag. 84 RISCHIO MAREGGIATE Pag. 86 RISCHIO ONDATE DI CALORE Pag. 90 RISCHIO TROMBE D’ARIA Pag. 93 RISCHIO INQUINAMENTO Pag. 94 RISCHIO FUGHE DI SOSTANZE Pag. 95 RISCHIO INCENDI RISCHIO ESPLOSIONI INCIDENTI RADIOATTIVI Pag. 96 SUPPORTO SANITARIO Pag. 98

5. NORME DI COMPORTAMENTO PER LA POPOLAZIONE 5.1 I COMPORTAMENTI E LE REAZIONI UMANE Pag. 101 NELLE SITUAZIONI DI EMERGENZA 5.2 SISTEMI DI ALLERTAMENTO DELLA POPOLAZIONE Pag. 104 5.3 NORME DI COMPORTAMENTO GENERALI Pag. 106

- inondazione - terremoto - nube tossica - sversamento di prodotto pericoloso - fuga di gas - incendio

5.4 VISIONE DEL PIANO E RELATIVE INFORMAZIONI Pag. 109 6. MODULISTICA ED ALLEGATI 6.1 SCHEDE PER LA PROCEDURA DI INTERVENTO Pag. 111

Modello A scheda segnalazione evento

Modello B scheda di chiusura evento

Modello C scheda modulo standard di segnalazione di evento calamitoso

Modello D scheda modulo standard di reperibilità Responsabili di Supporto del C.O.C.

Modello E scheda modulo standard di Informazione e

Verifica reperibilità rappresentanti C.O.M. in fase di attenzione

Modello F scheda modulo standard di convocazione C.O.C.

Modello G scheda modulo standard di convocazione C.O.M. in fase di preallarme

Modello H scheda modulo standard di informazione C.O.M. e

C.C.S. su problemi territoriali in fase di preallarme

Modello L Modello Standard di segnalazione impiego Gruppi ed Organizzazioni

Modello I Fac/simile di Ordinanza Sindacale Contingibile ed Urgente

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6.2 ALLEGATI l PER L’INPORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE Pag. 122

Allegato 1: modelli di scheda comportamentali Allegato 2: schede sulle modalità di comunicazione Allegato 3: comportamentali di autoprotezione da adottare

in caso di evento incidentale Allegato 4: composizione del pacchetto informativo Allegato 5: l’organizzazione dei rapporti con i mass-media Allegato 6: la tecnica della comunicazione

6.3 ALLEGATI RELATIVI AI RISCHI IDROGEOLOGICO E SISMICO Pag. 132

Rischio Idrogeologico

- Scheda di censimento dei dissesti idrogeologici

- Scheda di censimento edifici strategici e beni architettonici

- Risorse disponibili Rischio Sismico

- Scheda per il rilievo della vulnerabilità sismica degli edifici

- Scheda per il rilievo della vulnerabilità sismica per le murature

- Scheda per il rilievo della vulnerabilità sismica per il cemento armato

- Scheda per il rilievo della vulnerabilità sismica per i capannoni

- Scheda per il rilievo della vulnerabilità sismica per i ponti

- Scheda per il censimento dei danni edifici di culto e monumentali

- Scheda per il censimento dei danni – Edilizia privata ed OO.PP.

6.4 GLOSSARIO DI PROTEZIONE CIVILE Pag. 170

ALLEGATI CARTOGRAFICI - Tavola n. 16 Corografia di inquadramento territoriale

delle aree a rischio idrogeologico Pag. 31

- Tavola n. 17 Corografia di inquadramento territoriale delle aree a rischio sismico Pag. 32

- Tavola n. 18 Corografia di inquadramento dei cancelli Pag. 132

- Tavola n. 19 Corografia aree di ammassamento Pag. 43

- Tavola n. 20 Corografia aree di ricovero ed accoglienza Pag. 44

- Tavola n. 21 Corografia aree di attesa Pag. 42

INDICE TABELLE - Tabella n.4 Sintesi della tipologia e frequenza degli eventi Pag. 23

- Tabella n.5 Rischi incendi boschivi Pag. 35

- Tabella n.6 Scheda aree di soccorso Pag. 40

- Tabella n.7 Scala di Beaufort Pag. 88

- Tabella n.8 Scala Fujita Pag. 92

- Tabella n.9 Indice di Thom del grado di disagio Pag. 92

- Tabella n.10 Centro Operativo Misto (COM 7 BA – Molfetta) Pag. 67

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OBIETTIVI E STRUTTURA DEL PIANO DI EMERGENZA L’Amministrazione comunale nell’ambito del Piano esecutivo di Gestione e Piano Risorse ed Obiettivi – Esercizio 2009, ha incaricato il Servizio Protezione Civile comunale di redigere un “Piano comunale di protezione civile e di emergenza “ allo scopo di poter fronteggiare i possibili rischi che potrebbero interessare il territorio comunale . Il piano è stato predisposto in ossequio alla Legge n. 225 del 24/02/92 avente ad oggetto "l’istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile” e alle altre norme legislative nazionali e regionali riportate nel capitolo “norme di riferimento”, nonché secondo i criteri di massima per la pianificazione comunale di emergenza raccolti in un documento operativo predisposto dal Dipartimento di protezione Civile e dai servizi antincendio del Ministero dell'Interno. La predisposizione di questo lavoro trova riscontro, anche, nelle “linee guida per la gestione delle Emergenze” del Piano di Protezione Civile della Provincia di Bari, inviato ai Sindaci con nota n.3207/20/1/4/PP del 28 luglio 2006. Per una migliore gestione dell’emergenza e consultazione del presente piano il lavoro è stato predisposto in forma digitale in modo da essere successivamente condiviso da tutte le parti interessate all’emergenza di protezione civile. Nel piano di emergenza sono stati considerati come punti utili di riferimento le linee guida del metodo “ Augustus” che introduce il concetto della “disponibilità” delle risorse istituendo le funzioni di supporto che attraverso l’attività dei relativi responsabili permette di tenere sempre aggiornato il piano. Nello specifico, attraverso l’istituzione delle funzioni di supporto si raggiungono due obiettivi: 1. avere per ogni funzione di supporto la disponibilità delle risorse fornite da tutte le

amministrazioni pubbliche e private che vi concorrono; 2. affidare al responsabile della funzione di supporto sia il controllo della specifica

operatività in “emergenza”, sia l’aggiornamento costante dei dati nell’ambito del piano di emergenza in fase ordinaria.

Il piano di emergenza definisce, inoltre, a livello locale la conoscenza dei rischi presenti sul territorio, le procedure di emergenza che devono essere messe in atto per la gestione degli interventi di soccorso, differenziate per scenario di rischio. In base a quanto innanzi detto, il Piano si struttura in un insieme di: • scenari di eventi attesi; • modelli di intervento emergenza e soccorso per gli eventi attesi; • cartografie di modelli di intervento.

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Sulla base delle linee guida regionali per la pianificazione di emergenza in materia di protezione civile, di cui alla D.G.R. n. 255 del 7 marzo 2005, il Piano si articola secondo le seguenti fasi di lavoro: 1. Parte generale Sono raccolte in tale sezione tutte le informazioni relative alla conoscenza del territorio rappresentate in una corografia di inquadramento del territorio comunale e in una carta di sintesi dei siti strategici e sensibili presenti sul territorio: scuole, ospedali, ecc.. 2. Analisi di pericolosità ed individuazione degli elementi di rischio Questa sezione contiene gli elementi necessari all’individuazione delle tipologie di rischio di origine naturale e antropica, presenti sul territorio. 3. Lineamenti della pianificazione In essa sono individuati gli obiettivi da conseguire per dare una adeguata risposta di protezione civile ad una qualsiasi emergenza. 4. Modelli di intervento Si esplicano attraverso l’assegnazione di responsabilità nei vari livelli di comando e controllo per la gestione delle emergenze di protezione civile; si realizzano costanti scambi di informazioni nel sistema di protezione civile; si utilizzano le risorse realmente disponibili in maniera razionale e tempestivo , con uomini e mezzi adatti all’intervento. 5. Informazione per la popolazione Si illustrano le norme di comportamento generali da attuare in situazioni di emergenza. 6. Modulistica e Allegati In cui sono riportati gli schemi operativi e i dati censiti relativi alle risorse disponibili.

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1. PARTE GENERALE

1.1 Normative di riferimento 1.2 Altre fonti e dati di riferimento

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1.1 Normative di Riferimento La legislazione vigente più significativa in materia di Protezione civile comprende: Normativa nazionale - L. 24.2.1992, n. 225 “Istituzione del Servizio nazionale di Protezione civile”; - D. Lgs. 31.3.1998, n. 112 – Capo VIII - “Conferimento di funzioni e compiti

amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15.3.1997, n. 59”;

- D. Lgs. 30.7.99, n. 300 "Riforma dell'organizzazione del Governo, a norma dell'articolo 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59", con l’istituzione dell’Agenzia Ambientale per la Protezione Civile;

- L. 09.11.2001, n. 401/01 sul coordinamento operativo nella protezione civile; - D.P.C.M. 12.12.2001 “Organizzazione del Dipartimento di Protezione civile”; - In applicazione delle direttive del Consiglio Nazionale, Circolare n. 2 -

DPC/S.G.C./94 - in merito ai “Criteri per l’elaborazione dei Piani di emergenza”. Normativa sui rischi - D. Lgs.17.08.1999, n.334 “Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al

controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose”;

- D.M. 13/02/01 criteri di massima per l’organizzazione dei soccorsi sanitari nelle catastrofi;

- O. P. C. M. n. 3274 del 20/03/2003 in ordine al rischio sismico. Normativa regionale - L.R. 28.7.2003 n. 10 "Istituzione del servizio volontariato di vigilanza ecologica”

(BUR Puglia n.87 del 28.7.2003). Linee Guida e documenti di riferimento Per la redazione del Piano di Emergenza Comunale è opportuno avvalersi delle seguenti Linee Guida e Documenti tecnici di riferimento: - Presidenza del Consiglio dei Ministri – dipartimento della Protezione Civile.

Ufficio Emergenze Servizio Pianificazione e Attività Addestrative: Il Metodo AUGUSTUS (1996);

- Regione Puglia “protocollo d’intesa sulle linee guida regionali per la pianificazione di emergenza in materia di protezione civile” del 2005 ;

- Prefettura di Bari: Piano di coordinamento delle operazioni di soccorso Rischio idrogeologico e idraulico;

- Provincia di Bari: Piano di Protezione Civile - G.I.S. – aggiornamento con i dati della cartografia georeferenziata – programma di previsione e prevenzione rischi - linee guida per la Gestione delle Emergenze;

- Deliberazione del Comitato istituzionale dell'Autorità di Bacino della Puglia n. 25 del 30 novembre 2005, di approvazione del Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico (PAI)- (B.U.R., n. 15 del 2 febbraio 2006).

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1.2 Altre Fonti e Dati di Base Per la predisposizione di questo lavoro sono stati considerati, come punti utili di riferimento : 1. Piano regolatore comunale redatto dall’Arch. LA NOTTE, predisposto ed

approvato dal Consiglio Comunale nel 1977; 2. la documentazione cartografica di ortofoto inviata dall’Ufficio Tecnico del

Comune di Bisceglie; 3. Cartografia del P.A.I. redatta dall’Autorità di Bacino per la Regione Puglia; 4. Aerofotogrammetria del territorio di Bisceglie di base per la cartografia del Piano

di emergenza del 2008, aggiornata a seguito del censimento e raccolta dati. 5. Calamità ed epidemie a Bisceglie nei secoli XVI-XXI dai Quaderni del Centro Studi Biscegliese – Luca De Ceglie Si fa presente, a riguardo, che la carta del modello di intervento del piano comunale rappresentativa dell’intero territorio, da predisporre secondo la cartografia richiamata nelle linee guida regionali (D.G.R. 255/05), sarà successivamente integrata con la carta del modello di intervento del piano provinciale di emergenza in corso di definizione. Infine, allo scopo di essere operativi e speditivi, si è fatto uso nel presente lavoro di esempi pratici di piani di emergenza predisposti dalla Regione Lombardia.

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2. ANALISI DI PERICOLOSITÀ ED INDIVIDUAZIONE DEGLI EVENTI POSSIBILI

2.1 Calamità ed Epidemie a Bisceglie nei secoli 2.2 Analisi eventi possibili 2.3 Scenari di rischio 2.4 Aree di Soccorso 2.5 Scheda di scenario e carta di scenario

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2.1 Calamità ed Epidemie a Bisceglie nei secoli

CRONOLOGIA 1560 11 maggio, ore 4.40: un terremoto con epicentro localizzato tra Bisceglie e

Barletta causa gravi danni in queste città, in cui si verificano crolli di edifici, feriti e morti. La scossa viene avvertita anche a Molfetta dove però non si registrano danni. A Giovinazzo invece il sisma danneggia il campanile della cattedrale (cfr. Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli, manoscritti dal 1513 al 1562 di G. SERIPANDO, IX.c.42; P. COLLENUCCIO, M. ROSEO, C. PACCA, T. COSTO, Del compendio dell’istoria del Regno di Napoli, 2 voll., Venezia 1591. Questo ed altri terremoti riportati di seguito sono stati censiti dall’Istituto Nazionale di Geofisica, in un catalogo consultabile nel sito internet w w w. i n g r m . i t). In quest’anno, su iniziativa dell’Università di Bisceglie e del vescovo mons. Girolamo Sifola, viene istituito l’ospedale presso la chiesa di S. Nicola (L. DE CEGLIA -. FONTANA, L’ospedale e la sanità a Bisceglie, ed. A .Cortese, Bisceglie 2003, p. 7).

1569 La peste invade la vicina Trani, ma non penetra in Bisceglie «…nonostante

l’imprudenza dei Biscegliesi, che vi commerciavano di soppiatto e la malizia di chi per infettarla mandava oggetti di appestati» (F.BRUNI, La divozione ai SS. MM. Mauro V., Sergio e Pantaleone, Roma, tip. della Vera Roma, 1898, p. 81).

1631 Gli effetti di una violenta eruzione del Vesuvio sono visibili anche a

Bisceglie. La «…caduta di cenere e sabbia era durata dalle 2 di notte alle 6 di mattina con grandissima oscurità, terrore e spavento di tutta la città». (Mons. N. BELLOLATTI, manoscritti in Archivio storico diocesano di Bisceglie; G. DI MOLFETTA, Superstizione e magia nei sinodi e nelle visite pastorali dei secc. XVI e XVII in «Momenti e figure di storia pugliese», vol. I, Galatina 1981).

1656 Bisceglie viene liberata dalla peste e i cittadini per ringraziamento donano

ai Santi Protettori della città una lampada d’argento. Il vescovo mons. Giuseppe Lomellini durante la pestilenza si trasferisce nelle stanze di S. Maria delle Grazie, fuori le mura, e nello stesso anno fa restaurare la chiesetta di S. Rocco (annessa all’attuale palazzo Ingravalle, già dei Carelli), protettore delle pestilenze e della rabbia (cfr. L. PALMIOTTI, Bisceglie e la peste del 1656, in «il biscegliese» lug.-ago. 1984, p. 5).

1681 1 settembre: a Bisceglie «…è stata tal la tempesta di furibondi venti che ha

fatti danni notabilissimi nelle campagne, sradicando e portando altrove, non solo le viti delle vigne, olive e simili, ma arbori grandi, fino a diroccare case; per lo che tutta la vendemmia e l’olive sono perdute a fatto» (GRAMIGNANI, Vera relazione d’una terribil tempesta nella città di Bari e altre città, Napoli 1681).

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1690 «…ancora un naviglio Levantino appestato toccò la rada di Bisceglie, e taluni cittadini, contro gli ordini di polizia, salirono a bordo per acquistare cuoi e pannini che portava. Non si combinarono per poca differenza di prezzo, e mentre sentivano un mal di testa foriero del morbo, scesi in terra si trovarono liberi. Intanto il naviglio toccò poi Monopoli, e l’infetto, e di là la peste si diffuse nella provincia senza che Bisceglie fosse attaccata» (F. BRUNI, op. cit., pp. 81-82).

1692 27 luglio: «…si videro schiere di bruchi divoratori della terra» (A.

CUSTODERO, Un diario inedito (1690-1718) di Pompeo Sarnelli, Trani 1907).

1694 1, 5 e 6 gennaio: «…cadde molta neve» (P. SARNELLI). L’8 settembre, alle

ore 11.40, si registra un «…terremoto che causa la caduta di calcinacci dal campanile di una chiesa» (Archivio Majellaro, Pompei Sarnelli Vitae Cronistoria, 11 febbraio 1690-28 dicembre 1718).

1696 28 dicembre: «cadde molta neve» (P. SARNELLI). 1697 9 aprile: «…si esposero le statue dei Marteri perché ne impetrassero la

desiderata pioggia». - 18 dicembre: «…cadde molta neve fermata dal gelo» (P. SARNELLI).

1698 «Anno sterile con mala ricolta di grano e senza olive» (P. SARNELLI). 1699 Dicembre: nevicata (P. SARNELLI). 1700 1 gennaio: «…fiocca la neve in gran copia». – 24 maggio: «…temporale

grande di tuoni, cadde un fulmine». - 15 agosto: «…da questo giorno in poi sono morti parecchi che abitavano nelle torri della campagna alla custodia di quelle, per non esser piovuto con sufficienza»; «…quest’anno è stato sterile d’olive». – 4 dicembre: «…alluvione» (P. SARNELLI).

1701 14 marzo: terremoto preceduto da quattro giorni di piogge continue.

«Anno sterile di olio e si sono raccolte mandorle per la metà» (P.SARNELLI).

1702 20 febbraio: «…dopo lunga siccità cominciarono le piogge». – 14 marzo:

«…orribili venti di tramontana». – 30 aprile: «…processione solenne per la pioggia che manca da gran tempo». – 7 maggio: «…è cominciata la pioggia ma non è sufficiente». - 9 maggio: «…piovette copiosamente giusta il bisogno per tutta la notte». – 14 maggio: «Te Deum per l’ottenuta pioggia, replicata anche copiosamente jeri ed hoggi» (P.SARNELLI). Il 14 marzo 1702 sugli scogli della «Salata», a causa di una improvvisa tempesta, ci fu il naufragio della marsiliana veneziana «Madonna del Carmine», carica di stoffe e di mercipregiate (Archivio storico diocesano di Bisceglie, Curia Vescovile, Processi civili e criminali, fasc. di 15 fogli, ad annum).

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1703 1 settembre: «…messa per la pioggia essendo vuotate tutte le cisterne per la gran siccità». – 17 settembre: «…il Vescovo cantò messa, pregando il Signore per la pioggia, essendo mancate tutte le cisterne per la gran siccità, non havendo fatto pioggia in quest’anno, né meno nell’inverno da empiere una cisterna». – 10 ottobre: si tenne una processione «…e subito giunse, dopo sei mesi di siccità, la pioggia che la sera fu più profusa». – 15 ottobre: «…venne di nuovo la desiderata pioggia perché l’altra non fu a sufficienza e seguì più giorni» (P. SARNELLI).

1706 21 e 22 gennaio: nevicate. – 18 aprile: processione per la pioggia. – 29

luglio: forte temporale con scariche di fulmini. – 3 novembre: si avvertirono scosse di terremoto (P. SARNELLI).

1707 6 gennaio: «…la sera antecedente cominciò una pioggia, dopo quattro

mesi di siccità. La notte seguente piovette incessantemente»; «…questo mese di luglio sono stati caldi eccessivi» (P. SARNELLI).

1708 22 aprile e 1 maggio: «…si fece la processione per ottenere l’acqua» (P.

SARNELLI). 1708/09 Rovinose gelate (L. PALUMBO, Prezzi e salari agricoli a Bisceglie nella

seconda metà del Settecento, in Rivista di storia dell’agricoltura, n. 2, agosto 1975; L. PALUMBO, Vicende agrarie, epidemie ed epizoozie in Puglia, in Quaderno dell’archivio diocesano di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi, n. 20, tip. Mezzina, Molfetta 1997, pp.267-301).

1709 8 gennaio: «…dalla notte antecedente cominciò la neve a cadere

copiosamente ». - 19 maggio: «…pioggia vehemente con freddo » (P.SARNELLI).

1711 «Verrucoli [= cavallette, locuste, n.d.r.] calati in gran quantità» (P.

SARNELLI). 1712 10 luglio: «…processione per li bruchi». – 17 settembre: «…esposizione del

SS. Sacramento per la mortalità dei bovini». – 20 ottobre: altre manifestazioni religiose per la mortalità dei bovini e per la grandine. – Novembre e dicembre: «…la mortalità de’ bovi, cominciata nel mio territorio in questo autunno, sèguita» (P. SARNELLI).

1713 13-16 aprile: «…piogge abbondantissime» (P. SARNELLI). 1714 17 gennaio: «…esposizione del SS. Sacramento per impetrare la pioggia».

– 3 marzo: «…dopo non aver avuto la pioggia per molto tempo,venne la neve». – 4 marzo: «…seguitò a nevicare». – 9 aprile: celebrazione di una messa solenne «…avendoci la SS. Vergine ottenuta la grazia dell’acqua tanto desiderata». – 23 giugno: «…dopo molta siccità, venne un temporale con fulmini orribili» (P. SARNELLI).

1716 «Dalli 12 di febbraro alli 17 neve» (P. SARNELLI). 1718 21 settembre: «…fece qui una grandinata dov’erano più piene le olive» (P.

SARNELLI).

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1726 14 luglio: «…gran tempesta che buttò a terra tanti alberi ed in Bisceglie 310 alberi della mensa vescovile» (A. D’AMBROSIO, Mons. A. Pacecco: missionario in Cina e visitatore apostolico della Chiesa terlizzese, «Luce e Vita» Documentazione, tip. Mezzina, Molfetta 1984, n. 2, pp. 223-235).

1731 20/21 marzo: forte terremoto. Vi sono lesioni agli edifici, al palazzo

vescovile ed il crollo del campanile della cattedrale (A.PACECCO, Relatio ad Limina del 6 dicembre 1732). «Per molti giorni la gente si recò ad abitare nelle case di legno al palazzuolo» (E. TODISCOGRANDE, La storia dei SS. Martiri protettori di Bisceglie, terza edizione a cura di don Michele La Notte, tip. Conte, Bisceglie 1924). Una delle tende fu destinata «…per uso sacro, ed ivi sù di un apposito altare esposero i tre reliquiari delle Braccia dei SS. Martiri, in onore dei quali si cominciò una fervorosa novena» (F. BRUNI, op. cit., p. 81). L’epicentro viene individuato nel territorio foggiano, con l’intensità del 10 grado della scala mercalli il 20 marzo alle ore 2, con replica alle ore 8.30, seguito da scosse telluriche di minore intensità nei giorni successivi fino al 24 marzo (cfr. Nell’Adriatico l’origine dei movimenti, ne La Gazzetta del Mezzogiorno del 1 ottobre 1995). Il terremoto colpisce anche le città viciniori. A Molfetta si verificano crolli e morti (C. PAPPAGALLO, Notizie meteorologiche su Molfetta dalla seconda metà del Cinquecento alla fine del Novecento, estratto da Studi Molfettesi, n. 6-8, gen.-dic. 1998) e l’Arcivescovo deve ricorrere all’indebitamento personale per poter riparare il tetto della cattedrale e del palazzo vescovile entrambi danneggiati (Archivio Segreto Vaticano, Sacra Congregatio Concilii, relationes, b. 515 A; Relativo de Statu Ecclesiae Melphictensis, Molfetta 23 aprile 1735). Foggia viene quasi distrutta e si contano oltre 500 vittime.

1732 29 novembre, ore 7.40 (epicentro Irpinia): terremoto. «La scossa fu

avvertita fortemente dalla popolazione ma non causò danni» (A. PACECCO, diario anni 1725-1738, fondo cattedrale, in Archivio storico diocesano di Bisceglie).

1734 15 aprile: processione a richiesta del sindaco «…per impetrare la sospirata

pioggia stante la siccità». – 30 aprile: «…processione per ottenere la pioggia, come per Dio grazia si è ottenuta». – 17 ottobre: «…una grandinata copiosa e grossa fino ad una noce, prima fu asciutta, indi accompagnata con acqua e fu danno» (A. PACECCO).

1735 19 maggio: «tre fierissime grandinate» succedutesi nel corso di 10 mesi

distruggono il raccolto. In particolare «…terribile grandinata che fece gran danno» (A. PACECCO).

1736 Settembre ed ottobre: processioni per implorare la raccolta delle olive e la

pioggia. – 16 dicembre: «…processione pro peste anima -lium» (A. PACECCO). Viene istituita il 10 maggio la festa di ringraziamento in onore dei Santi Martiri protettori di Bisceglie per la liberazione dalla peste bovina. (E. TODISCO-GRANDE, op. cit.). «Fin la peste bovina cessò con una novena di preghiere fatta ai SS. Martiri» (F. BRUNI, op. cit., p. 82).

1738 5 gennaio: «…si incominciò la novena per il morbo degli animali» (A.

PACECCO). La paura della peste non si è ancora allontanata.

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 17

1750 Invasione di bruchi (Archivio storico diocesano di Bisceglie). 1754 Gelate (L. PALUMBO, op. cit.). 1755 Scarsa raccolta di grano (Archivio storico diocesano di Bisceglie). 1758 Maggio e giugno: flagello dei bruchi. - Settembre: epidemia (A.s.d.B.). 1759 Febbraio: epidemia (A.s.d.B.). 1762 Neve e vento danneggiano gli oliveti (L. PALUMBO, op. cit.). 1763/64 Carestia e siccità. Resa del grano e tumulto per il pane. Tempi freddi e

gelate sortite (L. PALUMBO, op. cit.). 1768 Gennaio e marzo: gelate. – Giugno e luglio: grandinate (L. PALUMBO, op.

cit.). 1770 Gelate (L. PALUMBO, op. cit.). 1774/76 Avverse condizioni meteorologiche e scarso raccolto di olive e di grano (L.

PALUMBO, op. cit.). 1778 Scarso raccolto (L. PALUMBO, op. cit.). 1784 Scarso raccolto (L. PALUMBO, op. cit.). 1782 Gelate (L. PALUMBO, op. cit.). 1788 Pessimo raccolto di grano (L. PALUMBO, op. cit.). Per neve e gelo ci fu una

moria di animali (M. COSMAI, Storia di Bisceglie, tip.Mezzina, Molfetta, 1960, p. 213).

1792 Gelate (L. PALUMBO, op. cit.). 1793/94 Penuria di grano in agosto (L. PALUMBO, op. cit.). 1798 Gelate (L. PALUMBO, op. cit.). 1801 Agosto: epidemia assai grave (A.s.d.B.). 1836 Colera. «Bisceglie fu invasa crudelmente dal morbo e già si contavano

molti discesi nella tomba» (E. TODISCO - GRANDE, op. cit.). 1851 14 agosto, ore 13.20 (epicentro Basilicata): terremoto. La scossa viene

avvertita fortemente e causa panico tra la popolazione. Non si registrano però danni (Archivio Storico del Comune di Bisceglie, Lettera del sindaco di Bisceglie Emilio Consiglio al Sottintendente di Barletta, categ. II, busta 37, fasc. 2 e Verbale della Commissione installata a Bisceglie per verificare eventuali danni arrecati dal terremoto del 14 agosto 1851, categ. II, busta 37, fasc. 2).

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1857 16 dicembre, ore 21.15 (epicentro Basilicata): terremoto con legge re lesioni agli edifici (Archivio di Stato di Bari, Opere pubbliche comunali, b. 16: Lettera del sindaco di Bisceglie L. Todisco – Grande all’Intendente di Terra di Bari con cui si trasmette il verbale urgente sulle riparazioni da apportare alla casa comunale di Bisceglie lesionata dal terremoto del 16 dicembre 1857; Perizia dell’arch. Mauro Di Pierro sui danni provocati alla casa comunale b. 18, f. 164/3; Archivio Storico Comune di Bisceglie, Lettera del sindaco L. Todisco - Grande al Sottintendente di Barletta sul terremoto del 16 dicembre 1857, cat. II, b. 37, f. 2).

1886/87 Il colera causa un numero elevato di decessi (cfr. La Riscossa della Carità,

numero unico pubblicato a benefizio degli orfani dei morti di colera, 1886. In questi anni si registrano anche casi di vaiolo, morbillo e tifo. Si vedano le statistiche in L. DE CEGLIA - T. FONTANA, op. cit.).

1895 Il comune di Bisceglie riceve un contributo economico dalla Provincia di

Bari per far fronte ai danni causati ai vigneti dalla peronospora (Deputazione provinciale, delibera anno 1896).

1910 7 giugno, ore 2.04 (epicentro Irpinia - Basilicata): terremoto. A Bisceglie la

scossa in due fasi della durata di 7 secondi viene avvertita fortemente dalla popolazione che si riversa all’aperto. Essa causa tremolio di letti e di oggetti (G. MARTINELLI, Notizie sui terremoti osservati in Italia durante l’anno 1910, Regio ufficio centrale di Meteorologia e geodinamica, in appendice al “Bollettino della Società Sismologia Italiana”, vol. 17, Roma 1914; Il Corriere delle Puglie dell’8 giugno 1910).

1910 Ottobre: l’epidemia di colera si diffonde in città (cfr. E .TODISCO-

GRANDE, op. cit.). 1915 3 gennaio, ore 6.42 (epicentro Marsica): scossa tellurica di pochi secondi

avvertita dalla popolazione ma senza danni né panico (Archivio dell’Istituto Nazionale di Geofisica, cartolina macrosismica relativa al terremoto del 13 gennaio 1915).

1930 23 luglio (epicentro Irpinia): terremoto del 6 grado della scala Richter

avvertito anche a Bisceglie, senza danni di rilievo “in loco”. 1954 18 novembre: un’alluvione si abbatte sul territorio biscegliese (cfr. Sistema

informativo catastrofi idrogeologiche del Consiglio Nazionale delle Ricerche, banca dati consultabile nel sito: http.avi.gndci.pg.cnr.it).

1956 2 febbraio: per oltre venti giorni cadono senza sosta i fiocchi di neve e la

città si presenta completamente imbiancata. L’eccezionale nevicata supera il mezzo metro di altezza. Le scuole vengono chiuse, le strade sono impraticabili e gravi sono i danni alle colture. È una catastrofe senza precedenti, le città sono paralizzate e le bocche da sfamare sono decine di migliaia. La neve torna a metà marzo (cfr. N. MASCELLARO, Una finestra sulla storia 1947-1960, vol. 3, Edisud, Bari 1991).

1961 21 febbraio: la statica della testata della diga di levante viene minata dalle

mareggiate. Si apre una falla e si teme il crollo della punta con il fanale di segnalazione (Archivio dell’Ufficio Tecnico Comune di Bisceglie, Lavori Pubblici 1961).

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1972 25 agosto: una forte alluvione arreca pesanti danni nelle campagne del

territorio biscegliese e precisamente nelle contrade Tuppicello, Matina degli Staffi, Grotte di Santa Croce, Macchione, San Nicola e Pantano (Archivio Consorzio Autonomo Guardie Campestri di Bisceglie, comunicazione al Sindaco del 1972).

1975 La spettacolare furia del mare in tempesta e i gravi danni causati alla

nuovissima diga di ponente [foto T. Fontana]. 1973 Fine agosto-settembre: la grave epidemia di colera in Campania si diffonde

anche a Bisceglie dove si registrano i primi cinque casi in provincia di Bari. Il sindaco Berardino Cozzoli adotta drastiche misure di sicurezza. Con ordinanza viene imposto il divieto di vendita dei mitili e molluschi e dei gelati lungo la litoranea. Si avvia una vaccinazione di massa (circa 35.000 persone) con i medici precettati. Vengono chiuse le scuole e le chiese e rinviata la festa in onore della Madonna Addolorata (L. DE CEGLIA, Quando il colera mise in subbuglio Bisceglie, in Salute e Società, aprile-maggio 2001, pp. 36-37).

1975 1-2-3 gennaio: una tempesta marina danneggia gravemente il molo di

ponente denominato della «Libertà», spaccando in due tronconi il “braccio” di prolungamento appena costruito (cfr. G. GENTILE, Porto, in AA.VV., Bisceglie nella documentazione grafica dal ‘500 al ‘900, tip. Mezzina, Molfetta 1988).

1977 11 agosto: una piena invade le campagne e la città causando gravi danni

alle colture, agli edifici industriali e alla rete fognaria. Circa 100 persone rimangono senza tetto dopo le ordinanze di sgombero di decine di abitazioni (Cfr. Sistema Informativo catastrofi, cit.).

1977 2 settembre: il nubifragio si ripete: si registrano allagamenti degli

scantinati (cfr. Archivio storico Comune di Bisceglie, Calamità ed epidemie, categ. XV, anno 1977). La pioggia cade con forte intensità dalle ore 13.30 alle 15.30 ed i quartieri Misericordia, Pozzo Marrone, Fondo Noce sono tra i piú danneggiati (cfr. «il biscegliese», ago.- sett. 1977, p. 1).

1980 Domenica 23 novembre, ore 20 (epicentro Irpinia - Basilicata): disastroso

terremoto del 7° grado della scala Richter. Si verificano notevoli danni e lesioni agli edifici del centro storico di Bisceglie e si procede al loro puntellamento.

1982 16 marzo, ore 17: crolla parte del muro di contenimento della sede stradale

nel parco comunale in costruzione in via Giovanni Bovio. Per fortuna non si registrano feriti tra i passanti (periodico «il biscegliese», marzo 1982).

1977 L’allagamento pluviale in pendio Misericordia [foto T. Fontana]. 1982 11 agosto: lungo la strada provinciale Bisceglie - Andria si apre

improvvisamente una voragine lunga 30 metri, larga 8 e profonda 4 metri che inghiotte un’auto in transito. Ferito l’automobilista (cfr. Sistema Informativo catastrofi, cit.).

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1983 28 giugno: un fulmine durante un violento temporale pomeridiano colpisce il sub dilettante Bruno Ferro (noto calciatore del Bisceglie), risalito sulla sua imbarcazione dopo la pesca di mitili, a Salsello.

1985 Gennaio: consistente nevicata, con uno strato di circa 35 centimetri di

altezza nelle campagne. 1987 Marzo: abbondante caduta di neve. 1987 28 novembre, ore 4.15: imperversa la tempesta e all’imboccatura del porto

si verifica il tragico naufragio del motopeschereccio «Luisa Madre» di Molfetta che tentava di ripararsi dal greco - levante. Due pescatori molfettesi dell’equipaggio perdono la vita tra le onde del mare a forza 7.

1988 5 ottobre: il muro di contenimento della spiaggia «la Testa» frana

improvvisamente. Il tratto di spiaggia di fronte a via T. Todisco sprofonda a mare per una lunghezza di circa sei metri (periodico «il biscegliese», ottobre 1988)

1990 Il “flagello” dell’Aids si manifesta anche nel territorio nord-barese. A

Bisceglie, presso la Divisione di malattie Infettive dell’ospedale «Vittorio Emanuele II», diretta dal dott. Tommaso Fontana, dal 1990 ai primi mesi del 2003 sono stati diagnosticati ben 335 casi di Aids, segnalati al C.O.A. (Centro operativo dell’Istituto superiore del Ministero della Sanità), che hanno colpito nella maggior parte pazienti aventi un’età compresa tra i 19 ed i 44 anni provenienti da diverse città del circondario.

1991 Agosto: una iniziativa di campionamento delle acque marine del litorale

biscegliese, promossa dai biologi dello «Studio Biomedico - 22 - Associato» di Bisceglie in collaborazione con «Legambiente», mette in luce parametri batteriologici da spavento attraverso la distribuzione gratuita di appositi bollettini. L’acqua risulta inquinata di coliformi fecali e totali e di streptococchi oltre i livelli in diverse spiagge. L’iniziativa, che inizialmente riceve l’appoggio del Comune, prosegue fino al 1995.

1992 L’epatite di tipo “A” contagia ben 72 cittadini biscegliesi. L’epidemia (che

interessa centinaia di altri pazienti giunti nell’ospedale di Bisceglie e provenienti da diverse città del territorio nord barese) continua nel 1993 con 45 casi, nel 1994 con 12, nel 1995 con 4; nel 1996 salgono a 62 e nel 1997 se ne registrano altri 40 ammalati.

1992 Nella prima decade di gennaio dai rubinetti dell’acqua nelle abitazioni

zampilla un liquido torbido e maleodorante. C’è allarme e preoccupazione tra i cittadini per l’anomalo inquinamento. I tecnici dell’Acquedotto Pugliese dopo qualche giorno individuano la conduttura “incriminata” di un pozzo artesiano nell’agro biscegliese. Il sindaco Contò emette un’ordinanza in cui invita i cittadini ad adottare alcune precauzioni: «…provvedere allo svuotamento delle cisterne di acqua esistenti nei condomini ed a un’accurata pulizia e disinfezione delle stesse, tenuto conto che la medesima acqua è risultata verosimilmente inquinata da acqua non potabile prelevata da falda freatica ».Tuttavia nessun caso di intossicazione si registra nel pronto soccorso.

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1993 Gennaio: la neve si posa per circa 30 centimetri di altezza. Gravi i danni all’agricoltura ed i disagi alla circolazione («il biscegliese», periodico indipendente, gennaio 1993).

1993 14 dicembre: il motopeschereccio «Madonna delle Grazie» con tre persone

a bordo affonda a circa 1 miglio dal porto di Bisceglie. Nel naufragio si salvano solo due persone dell’equipaggio, mentre il corpo del marinaio biscegliese Nicola Ferrante di 23 anni scompare tra le onde del mare. Una storia che desta sconcerto e commozione in città (cfr. la vicenda ricostruita in L. DE CEGLIA, La barca prigioniera del mare, La Gazzetta del Mezzogiorno del 25 maggio 1994).

1994 Si registrano alcuni casi di colera, di lieve entità. Ma non mancano,per

prevenzione, i sequestri di prodotti ittici effettuati dalla polizia municipale e le riunioni operative di emergenza a palazzo di città convocate dal sindaco Biagio Lorusso.

1996 12 agosto: nel pomeriggio si abbatte una tromba d’aria, seguita da un

nubifragio con copiosa caduta di grandine. Allagamenti nell’agro, nel quartiere Misericordia e danni alle strutture edili in località cala del Pantano (L. DE CEGLIA, Un’ora di apocalisse a Bisceglie, ne La Gazzetta del Mezzogiorno del 13 agosto 1996).

1996 Agosto: violenta grandinata, con gravi danni ai vigneti. 1997 Nella primavera si registra un’epidemia di epatite di tipo “A” con centinaia

di ricoveri nella divisione di malattie infettive dell’ospedale civile «Vittorio Emanuele II».

1997 Agosto: il parassita “frankliniella” infesta la maggior parte dei vigneti (L.

DE CEGLIA, A Bisceglie dilaga il killer dell’uva, ne La Gazzetta del Mezzogiorno del 13 agosto 1997).

1998 Prima decade di luglio. Favonio con 40 gradi di temperatura.Bruciati gli

acini dell’uva. 1999 Colture di uva colpite dalla “peronospora” (L. DE CEGLIA, A Bisceglie

l’uva diventa una garanzia…, ne La Gazzetta del Mezzogiorno del 20 ottobre 1999).

2000 Un fenomeno naturale inspiegabile: dal cielo in diverse località italiane

piovono grossi pezzi di ghiaccio. Il 28 gennaio una palla di ghiaccio, del peso di circa 3 kg viene segnalata dai contadini anche a Bisceglie, in contrada Zappino (cfr. Palla di ghiaccio anche su Bisceglie ne La Gazzetta del Mezzogiorno del 29 gennaio 2000).

2000 4 aprile, ore 19.40: violenta grandinata con chicchi di 4-5 centimetri di

diametro. Danni alle colture in fiore, ciliegi e mandorli, e ortaggi (L. DE CEGLIA, A Bisceglie inferno di ghiaccio, ne La Gazzetta - 26 - del Mezzogiorno del 5 aprile 2000).

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2002 Giugno - luglio: siccità nelle campagne. Moria di alghe e fondali marini pieni di mucillagine. Danni al settore ittico (L. DE CEGLIA, Crisi pesca chiesto aiuto alla Regione, ne La Gazzetta del Mezzogiorno del 21 luglio 2002).

2002 29 agosto: nelle prime ore del pomeriggio imperversa una bufera di acqua

per una ventina di minuti. Allagamenti e disagi per gli automobilisti, in particolare sotto i ponti di Fondo Noce e via Ruvo e nei rioni Misericordia e Pozzo Marrone. (L. NATILE, Un’ora di inferno d’acqua, ne La Gazzetta del Mezzogiorno del 30 agosto 2002).

2002 31 ottobre, ore 11.33: il terremoto (VIII grado scala Mercalli) colpisce con

danni e morti la zona tra San Giuliano di Puglia in Molise e l’appennino Dauno. Il movimento tellurico viene avvertito con forte intensità, ma per fortuna senza danni, anche a Bisceglie dove la gente si riversa per strada e le scuole vengono evacuate. Nelle ore successive molti genitori, colpiti emotivamente dal crollo della scuola elementare di San Giuliano di Puglia e dal lutto per la morte di molti bambini sepolti dalle macerie, chiedono controlli immediati nei plessi scolastici di Bisceglie. I vigili del fuoco effettuano diversi sopralluoghi senza riscontrare rischi statici.

2003 8 aprile: una spessa coltre di neve si posa sulla città, invasa da una

corrente di aria fredda con temperature vicine a zero gradi. 2003 28 settembre, ore 3.25: lungo black out di energia elettrica sull’intero

territorio nazionale. Bisceglie rimane al buio per circa 12 ore . Disagi nell’approvvigionamento idrico e danni di prodotti alimentari conservati nei frigoriferi. L’ospedale «Vittorio Emanuele II» supera la prova grazie ad un generatore di corrente indipendente. Uno dei pochi mezzi di comunicazione per essere informati sugli sviluppi del caso rimane la radio a pile o alimentata dalla batteria dell’automobile.

2003 24 dicembre: mare in burrasca e forti raffiche di vento greco-levante. Nel

porto affondano sette imbarcazioni ed un’altra ventina vengono danneggiate. Danni e frane sulla costa. Il porticciolo di Cala del Pantano viene invaso da detriti e sabbia che ostruiscono l’ingresso delle piccole barche da pesca. (L. DE CEGLIA, Un porto vulnerabile, ne «il biscegliese», dicembre 2003).

2004 12 febbraio: ore 7. Mare in burrasca forza 6-7. La nave da carico «Eagle I»,

battente bandiera albanese ed in viaggio da Durazzo a Barletta, con sette persone di equipaggio a bordo, rimane per molte ore in balia delle onde e rischia di schiantarsi sulla costa biscegliese in località «Trullo Verde». La nave riesce a raggiungere il porto di Barletta nel pomeriggio dove si arena sulla sabbia per molti giorni.

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2.2 Analisi eventi possibili

Attraverso la valutazione di alcuni fenomeni manifestatesi nel passato, riportati nel punto precedente e con lo studio delle caratteristiche del territorio comunale, dall’analisi dell’ambiente e delle attività antropiche, si è evinto la tipologia dei rischi possibili. La tabella riporta in sintesi la tipologia degli eventi secondo la frequenza di accadimento. Tabella n.4 - sintesi della tipologia e frequenza degli eventi Eventi

Naturali Eventi

Metereologici Eventi

Antropici Incidenti nei

Trasporti Incendi

Tipologia Terremoto

Neve e Ghiaccio1

Tromba d'Aria2 Allagamenti3

Siccita ed Ondate di Calore 4

Incidenti Esplosioni

Inquinamenti Rilascio di Sostanze

Ferrovieri Stradali con diffusione di

sostanze tossiche

Inquinamenti

Boschivi Pseudo Steppa

Frequenza Solo scosse

Periodo Invernale 1 Raramente 2

Periodo primavera-autunno 3

Periodo estivo4

Saltuariamente, incendi di edifici senza rilascio di

sostanze tossiche

Eccezionalmente

Frequenza nel periodo estivo

lungo le carreggiate o

ove è presente la macchia

mediterranea

Ciò premesso, il presupposto da cui è necessario partire al fine di preordinare sistemi di prevenzione e d'intervento idonei è l'individuazione dei fenomeni calamitosi. A tale riguardo sulla base dei dati precedenti e sullo studio effettuato da professionisti incaricati dal Comune di Bisceglie per le osservazioni al Piano di assetto idrogeologico (PAI) regionale, nonché dalle indicazioni emerse dagli studi effettuati dall'Amministrazione Provinciale, dalla Regione e dalla Prefettura di Bari, si elencano di seguito gli eventi che si ritiene possano essere presi in considerazione. Tali eventi possono identificarsi in:

EMERGENZE NATURALI

- Evento Sismico - Evento Mareggiate ed Erosione Costiera - Evento Alluvioni - Evento Trombe d’Aria e d’Acqua - Evento Nevicate, Gelate e Grandinate - Evento Siccità ed Ondate di Calore - Evento Movimenti franosi

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EMERGENZE CONNESSE CON L’ATTIVITA’ DELL’UOMO

- Disastri aerei - Rischio Chimico-Industriale

- Fughe di sostanze - Inquinamento - Incendi - Esplosioni - Incidenti Radioattivi - Epidemie

- Rischio connesso a gravi emergenze civili - Incendio presenza gas - Incendio materiale tessile e plastico - Incendio da corto circuito - Fenomeni di autocombustione - Incendio di autocombustione - Incendio di legname - Incendio di prodotti oleosi - Interruzione prolungata di energia

- Incendi Boschivi - Stabilimenti a Rischio Incidente Rilevante - Eventi Sportivi e di Spettacolo con richiamo di grande folle

Vengono esclusi in quanto non attesi i rischi e pericoli derivanti dai seguenti eventi calamitosi:

- Emergenza vulcanica - Emergenza valanghe e slavine - Emergenza nucleare

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2.3 Scenari di rischio Secondo le linee guida regionali per scenario atteso, occorre definire :

- la descrizione sintetica della dinamica dell’evento;

- la perimetrazione, anche approssimativa dell’area che potrebbe essere interessata dall’evento;

- la valutazione preventiva del probabile danno a persone e cose che si avrebbero al verificarsi dell’evento atteso.

Inoltre, le linee guida hanno precisato che, per valutazione preventiva del danno atteso è necessario procedere al censimento degli elementi esposti a rischio, ove è possibile, compresi nelle aree predefinite, che comunque, potranno essere integrate successivamente in relazione al progressivo affinamento degli scenari e al completamento del censimento risorse ed elementi esposti a rischio.

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RISCHI NATURALI

RISCHI ANTROPICI

I fenomeni naturali sono spesso difficilmente prevedibili, nel senso che non esistono in tutti i casi indicatori facilmente osservabili che aiutino nel formulare la previsione. Tuttavia uno studio più approfondito del territorio ed iniziative di ricerca e di studio degli eventi possono ridurne le conseguenze, diminuendo i rischi per l'ambiente e per la popolazione.

Lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali, la crescente espansione degli insediamenti urbani ed industriali, il sempre più capillare uso delle vie di comunicazione comportano alterazioni all'ambiente fisico ed al territorio cui sono inevitabilmente connessi motivi di "rischio" per l'integrità del territorio stesso e soprattutto per le persone.

In base a quanto sopra precisato, si descrivono gli scenari attesi sul territorio di Bisceglie.

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RISCHI NATURALI EVENTO SISMICO L’analisi dell’evento trova fondamento, essenzialmente, nella nuova classificazione sismica del territorio nazionale, sancita con Ordinanza della Presidente del Consiglio dei Ministri (n. 3274 del 20/03/2003) e che include il nostro territorio tra quelli di "Zona 3" cioè nel quale si possono verificare scosse sismiche di intensità dal V al VII grado della scala Mercalli (magnitudo compresa fra i 4.8 e 6.1 scala Richter). Sulla base dei dati statistici e danni verificatesi per terremoti passati e per le condizioni geologiche e morfologiche del suolo locale, si può ipotizzare, per il territorio di Bisceglie, un terremoto con valore di macrosismicità del 6° grado della scala Mercalli. La scossa, nella fattispecie, per le caratteristiche del terreno di zona, (elastico) è molto forte ed è avvertita da tutti. Gli indicatori di settore riportano che molte persone spaventate corrono all’aperto; i mobili pesanti si spostano, si verifica la caduta di intonaci e danni lievi in genere. Secondo la scala Richter la gravità del terremoto può causare “al massimo lievi danni a solidi edifici. Causa danni maggiori su edifici non in cemento armato (c.a.) edificati in piccole regioni “. Quindi per il grado atteso di danno massimo ipotizzabile l’area interessata coincide con l’intero territorio comunale – con una vulnerabilità più a rischio per gli edifici ricadenti nel centro storico, che per la mancanza di manutenzione in cui verte, esalta le possibilità di rischio dovute alla povertà di materiale con cui è stato, in parte, edificato, e nella zona compresa tra le vie Giovanni Bovio e via Cavour, via S.Lorenzo e via Prof.Mauro Di Terlizzi, via Imbriani e via Guarini, via Imbriani e via Abate Bruni in quanto, essendo realizzate in muratura ed essendo in queste fasce compresi i primi fabbricati costruiti per essere venduti a terzi, mancano, a volte, di quelle particolari attenzioni che rendono un’opera perfettamente realizzata.

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EVENTI MAREGGIATE ed EROSIONE COSTIERA

Le mareggiate costituiscono un notevole rischio per una regione che ha circa 8 km di coste. Tale rischio si presenta soprattutto nei mesi invernali, quando condizioni atmosferiche sfavorevoli di bassa pressione producono perturbazioni con venti assai intensi, che causano mare molto mosso con onde furiose a riva che possono causare ingentissimi danni ad abitati costieri, infrastrutture civili e portuali e litorali turistici. In particolare uno scenario di rischio può evolvere anche in poche ore dalla calma assoluta al mare molto mosso in dipendenza delle caratteristiche della perturbazione.

EVENTO ALLUVIONI Particolare attenzione meritano, invece, i temporali con precipitazioni intense e di durata limitata (in media 1-3 ore) che sono da considerare fenomeni di interesse per la protezione civile allorquando coinvolgono zone limitate dell’abitato con effetti di allagamenti di quartiere rendendo gravemente difficoltosa la circolazione viaria e pedonale. Tali eventi potrebbero arrecare danni minori alle persone e ai beni senza, comunque, pregiudicare l’incolumità delle persone stesse. A seguito di tali fenomeni atmosferici le zone dell’abitato ripetutamente colpite risultano essere : Via Vecchia Corato, viabilità inserita nel PAI. Tuttavia, le manifestazioni d'ordine naturale, i bollettini meteo-previsionali, unitamente ai preallarmi che provengono dalla Prefettura e/o Regione, consentono di disporre di margini di tempo sufficiente per interventi adeguati alla gravità del rischio annunciato. Tra questi interventi vanno segnalati: - le predisposizione di cancelli sulla viabilità da interrompere e/o segnaletica stradale

di pericolo - le predisposizioni per l'eventuale evacuazione delle aree maggiormente minacciate - il controllo costante del deflusso della rete di smaltimento delle acque piovane.

EVENTO NEVE

Per rischio neve si intende tutta quella serie di disagi e difficoltà provocati da recipitazioni nevose abbondanti ed improvvise. Il ripristino della viabilità di competenza del Comune, considerato che l’Amministrazione non dispone di mezzi e manodopera sufficienti a fronteggiare in tempo utile l’emergenza, verrà effettuato con l’ausilio di ditte convenzionate. Il C.T.P.C. predispone un documento che individua le ditte che dovranno svolgere l’operazione di spalatura della neve e le modalità ed i luoghi in cui opereranno; tale ripartizione territoriale può essere variata a discrezione dal Servizio Viabilità. Supporti agli interventi comunali, in caso di necessità, saranno prestati dal Corpo Forestale dello Stato, dai VV.F., dalle Forze dell’Ordine soprattutto per raggiungere le località eventualmente isolate con viveri, medicinali, indumenti ma sopratutto per prestare soccorso ad eventuali malati e/o feriti.

EVENTO GELATE

Per le implicazione di Protezione Civile un rilievo particolare assumono le gelate, in quanto tali fenomeni sono in grado di condizionare la permanenza all'aperto delle persone e causare problemi operativi agli impianti tecnologici (effetto del gelo sulle tubature, aumento delle necessità di combustibili per il riscaldamento, ecc.) ed ai trasporti ( rischi per la circolazione stradale dovuti al ghiaccio, blocco degli scambi ferroviari, ecc.).Le gelate si presentano nel periodo compreso fra ottobre e febbraio.

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EVENTO GRANDINATE

La grandine risulta un evento meteorologico estremo in grado di causare danni elevati tanto all'agricoltura che ad altre attività umane. Il fenomeno della grandine è variabilissimo nel tempo e nello spazio (a volte in poche decine di metri si passa da una zona con ingenti danni ad una zona del tutto priva di danni).

EVENTO MOVIMENTI FRANOSI

Movimenti franosi di terreno possono verificarsi essenzialmente in conseguenza di abbondanti precipitazioni piovose, prevalentemente nelle zone della viabilità di litoranea. Per il territorio comunale di Bisceglie molto basso è il rischio connesso a tale fenomeno, sia per le persone che per le cose, in quanto circoscritto per la conformazione geografica.

EVENTO SICCITA – ONDATE DI CALORE

La siccità è causata da una deficienza di precipitazione, su un esteso periodo di tempo, dovuta ad una naturale variabilità climatica. Altri fattori climatici quali temperatura, vento, umidità relativa, radiazione solare intervengono poi nei processi di evaporazione e traspirazione, aggravandone la severità e quindi gli effetti. Sebbene la definizione della siccità della sua severità possa apparire a prima vista abbastanza soggettiva, esiste nel mondo scientifico un generale consenso nel distinguere la siccità dall'aridità e dalla desertificazione. Mentre il termine aridità si riferisce, infatti, ad una condizione climatica permanente di una località o di un'area, caratterizzata da bassi valori di precipitazioni annuali o stagionali, la parola siccità rappresenta, invece, una condizione occasionale ed in qualche modo eccezionale, di diminuzione delle disponibilità idriche naturali, rispetto a valori ritenuti normali Il termine desertificazione è invece usato per indicare un lento e talvolta irreversibile processo di riduzione o distruzione del potenziale biologico del suolo, dovuto all'interazione di fattori antropici e fattori naturali. La severità di un periodo di siccità e dei suoi effetti della società dipende, oltre che dall'intensità e dalla durata del fenomeni, anche dalla vulnerabilità della società all'evento stesso.

EVENTO TROMBE D’ARIA e D’ACQUA

Meno frequentemente alle mareggiate si sono associate trombe d'aria che gettano lo scompiglio sul litorale, senza diventare però quasi mai catastrofiche. La tromba d’aria può essere considerata il fenomeno meteorologico più violento che si verifica nell’area mediterranea: essa è costituita da una colonna d’aria in veloce rotazione antioraria che porta con sé polvere, detriti o altro materiale in funzione della sua violenza. Assume l’aspetto tipico di un imbuto che, dal cumulonembo da cui ha origine, si protende al suolo dove si allarga; il suo diametro può raggiungere dimensioni anche di 100÷150 metri. E’ un fenomeno meteorologico analogo al tornado, seppur con dimensioni e forza minori. Ai nostri climi ha di solito carattere moderato, anche se nei rari casi in cui si genera da violenti temporali.

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EPIDEMIE

In questa tipologia di rischio vengono fatte rientrare le problematiche di ordine sanitario conseguenti alla trasmissione di malattie infettive e diffusive nella popolazione umana e animale (epidemie ed epizoozie). Per quanto riguarda l’ambito umano va considerato il rischio dell’insorgenza di epidemie connesse al circuito oro-fecale (tifo, paratifo, salmonellosi, ecc.) che trovano veicolo di trasmissione nell’acqua e negli alimenti, in presenza di precarie condizioni igienico sanitarie. In genere queste situazioni si riscontrano nei Paesi in via di sviluppo, ma possono determinarsi anche sul territorio locale. A titolo di esempio si ricorda la profilassi colerica. Inoltre, negli ultimi anni, il flusso migratorio dai Paesi del terzo mondo si è notevolmente accentuato e molte delle persone immigrate sono sistemate in strutture fatiscenti, talora in regime di clandestinità. Sia le precarie condizioni igienico-sanitarie, sia la provenienza da zone affette da malattie non presenti nel nostro Paese, possono essere all’origine di focolai epidemici, seppur limitati, difficilmente rilevabili in modo tempestivo. Sono in costante aumento anche coloro che per vari motivi (turistici, lavorativo, volontariato, ecc.) si recano in zone affette da malattie a carattere epidemico, si può realisticamente prevedere un incremento dei casi di persone presentanti sintomatologie da far ipotizzare un avvenuto contagio. Non ultimo si evidenzia la frequente problematica delle persone profughe che arrivano in Italia attraverso canali clandestini e talora vengono scoperti casualmente (ex. autocarri con persone nascoste nel carico). Per quanto riguarda l’ambito animale, assume rilevanza di protezione civile l’ipotesi dell’insorgenza di focolai epidemici di malattie inserite nella lista “A” dell’Organizzazione Internazionale Epizoozie (afta epizootica, pesti suine, ecc.), a motivo delle complesse problematiche di tipo igienico-sanitarie ed economico che ne derivano. Il Comune prevede per tempo piani per il trasferimento rapido di animali, qualora gli allevamenti in cui si trovano, vengano coinvolti da eventi calamitosi esterni, garantendo il mantenimento di condizioni igienico-sanitarie adeguate nei luoghi di accoglienza degli animali.

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COMUNE di BISCEGLIE PROVINCIA di BARLETTA - ANDRIA - TRANI

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

Tav.16 CARTOGRAFIA DEL P.A.I.

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COMUNE di BISCEGLIE PROVINCIA di BARLETTA - ANDRIA - TRANI

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

Tav.17 CARTOGRAFIA AREE RISCHIO SISMICO

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RISCHI ANTROPICI

DISASTRI AEREI

Per quanto riguarda gli incidenti aeroportuali occorre precisare che si fa riferimento alla sola evenienza di incidente aereo al suolo, confinato all'interno dell'area aeroportuale (collisione di aeromobili in fase di rullaggio, incidente aereo in fase di decollo/atterraggio, atto terroristico o imprevedibile evento distruttivo all’interno dell’aerostazione).

RISCHIO CHIMICO INDUSTRIALE - Inquinamento

Il rischio ecologico è strettamente collegato con l'attività umana, può essere determinato da varie cause, tra cui le principali sono rappresentate dall'inquinamento atmosferico, idrico, del suolo e acustico. Nel territorio comunale il rischio inquinamento si manifesta prevalentemente in seguito al danneggiamento di impianti industriali o alla dispersione di prodotti petroliferi a causa di incidenti stradali che coinvolgono autocisterne.

RISCHIO CHIMICO INDUSTRIALE - Fughe di sostanze, incendi, esplosioni

Il rischio industriale comprende le esplosioni, gli incendi, la dispersione nell’atmosfera di gas o sostanze nocive, le nubi tossiche e quanto altro possa derivare da guasti di industrie che svolgono attività ad elevato rischio di incidente o che, comunque, trattano sostanze pericolose. La normativa vigente definisce le industrie a rischio di incidente rilevante e per esse obbliga la predisposizione di Piani di Emergenza Interni ed Esterni (PEI e PEE), i primi elaborati direttamente dall’industria, i secondi di competenza della Prefettura in collaborazione con i VV.F.

RISCHIO CHIMICO INDUSTRIALE - Incidenti Radioattivi

Il rischio radioattivo è strettamente collegato con l'attività umana, può essere determinato da cause specifiche. Nel territorio comunale il rischio radioattivo si manifesta prevalentemente in seguito al danneggiamento di impianti industriali o alla dispersione di prodotti a causa di incidenti stradali che coinvolgono autotrasporti.

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RISCHIO CONNESSO A GRAVI EMERGENZE CIVILI

Il rischio connesso alle strutture civile e residenziali viene comunemente sottovalutato, imputando al settore produttivo la maggiore quantità di eventi disastrosi rilevabili sul territorio. La realtà, riportata dalle rilevazioni statistiche, ribalta l’immagine della casa quale luogo sicuro, per evidenziare situazioni di rischio elevato sia a livello d’incidenti domestici, con incidenti di mortalità superiori a quello per incidenti stradali, sia a livello d’incidenti disastrosi, nei quali l’imprudenza o l’imperizia conducono a gravi conseguenze per persone e beni. Tra i massimi responsabili di questo drammatico quadro si pone il:

- gas per uso domestico Incidenti rilevanti della citata natura sfociano molto spesso in sventramenti di appartamenti, crolli di palazzi e danneggiamenti di strutture contigue, con gravi conseguenze per le persone coinvolte.

- energia elettrica per uso domestico fonte di folgorazioni, ma anche di incendi causati da corto circuito. Una particolare attenzione è richiesto trattando di rischio nell’ambito di strutture scolastiche. In caso di incidente di dimensioni rilevanti la natura particolare della popolazione scolastica, costituita da bambini o comunque da giovani in età minore ( non autosufficienti o parzialmente sufficienti), comporta un’attività di prevenzione altrettanto particolare con impronta professionale e con osservanza scrupolosa delle norme in materia di sicurezza nella scuola e dei piani d’evacuazione. La normativa vigente, in materia di prevenzioni incendi negli edifici scolastici contiene una classificazione delle scuole, le caratteristiche costruttive, le norme d’evacuazione in caso di emergenza, le caratteristiche d’impianti elettrici, sistemi d’allarme ed altro. Fra le norme di esercizio è previsto che debba essere predisposto un Piano d’emergenza, con l’obbligo di effettuare esercitazioni pratiche di evacuazione nel corso dell’anno scolastico.

- black-out di energia elettrica Infatti, una improvvisa e prolungata mancanza di energia elettrica priva i cittadini della luce, del riscaldamento e del rifornimento idrico. Incide negativamente sul funzionamento di molti servizi e determina, inoltre, condizioni favorevoli allo sviluppo di atti di violenza ed al diffondersi del panico, in particolare nei cinema, scuole, e ospedali. L'arresto di impianti, in aree produttive interessate alla mancanza di energia elettrica, può provocare notevoli danni, a causa del prolungarsi dei tempi che intercorrono tra l'arresto e l'avvio. Occorre, pertanto, un approfondimento delle probabili cause di incidente e l'adozione di adeguate misure di prevenzione che per la specificità dell'intervento è riservato all'azienda che gestisce il servizio. Nel Comune di Bisceglie, oltre alle zone produttive, sono presenti diverse strutture quali scuole, ospedali, parrocchie, cinema, teatri, musei etc.: la cui localizzazione è riportata nell’allegata Tavola n. 2 “Carta di sintesi infrastrutture strategiche ed elementi sensibili“ .

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INCENDI BOSCHIVI

Il patrimonio boschivo italiano è stimato intorno a 8.675.100 ettari, pari al 28% della superficie totale del Paese. Negli ultimi 20 anni sono stati distrutti dal fuoco circa 2.697.000 ettari di superficie boscata. La riduzione del danno causato da un incendio dipende non solo dalla tempestività dell'intervento, ma anche da un'attenta previsione del rischio ai fini della zonizzazione delle aree a maggior rischio e di una implementazione della gestione delle risorse. Nell’Italia centrale il periodo estivo (luglio-settembre) è quello a più elevata probabilità di accadimento di tali eventi calamitosi, tale situazione è ben evidenziata dalla “mappa dell’indice di rischio da incendio boschivo” qui allegata.

L’estinzione degli incendi boschivi è di competenza dei Comuni e delle Comunità montane, sotto la direzione del Corpo Forestale dello Stato (C.F.S.). L’area geografica entro cui si estende il territorio comunale di Bisceglie, dato lo sfruttamento del terreno e l'indiscriminata opera di disboscamento compiuta dall'uomo, hanno portato alla quasi totale scomparsa delle aree di vegetazione a macchia mediterranea, degradata così a pseudo-steppa.

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La maggior parte delle macchie attualmente esistenti nell'agro di Bisceglie sono infatti di dimensioni modeste e per lo più dislocate in prossimità di avvallamenti come le lame oppure in prossimità di piccole alture o dislivelli del terreno. Si tratta di residui di vegetazione spontanea, che sorgono su terreni aspri e rocciosi, quindi inadatti alla coltivazione. Nella parte più alta del territorio, in prossimità delle grotte, la vegetazione erbacea è bassa e stentata e di tipo steppico. Non vi sono dati certi e documentati che possano comprovare le cause d’ incendio. Comunque, l’analisi sul campo del territorio ha evidenziato : - la mancata pulizia dei rami secchi; - la presenza di: frammenti di vetri di bottiglie carcasse metalliche abbandonate e materiali di rifiuti edili Tuttavia, rimane presente la possibilità che si verifichino incendi nella zona agricola e lungo le strade vicinali per la presenza di terreni incolti. Per le aree urbane a verde la possibilità di propagazione incendio è generalmente bassa per la manutenzione continua predisposta dal comune e per il basso irraggiamento del suolo. Per cui il C.O.C, venuto a conoscenza di un incendio nel territorio comunale, informa il Nucleo Specializzato Antincendi Boschivi del C.F.S. di e i VV.F. nel caso di pericolo per abitazioni, strade e altre infrastrutture. Inoltre, il C.O.C.: - invia subito sul posto la squadra addetta allo spegnimento; - mobilita i mezzi meccanici necessari (ruspe, etc.); - recluta personale e mezzi nel caso la squadra di intervento risulti insufficiente; - chiede, previo accordo con chi dirige le operazioni, l’intervento di personale e mezzi

alle Comunità Montane, al C.F.S., ai VV.F. nel caso quelli locali risultino insufficienti; - provvede all’assistenza logistica delle squadre di intervento (in particolare bevande e

viveri).

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STABILIMENTI A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE

Un incidente industriale è considerato "rilevante" se si configura come "un evento quale un'emissione, un incendio o una esplosione di grande entità dovuto a sviluppi incontrollati che si verificano durante l'attività di uno stabilimento e che dia luogo ad un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana o per l'ambiente, all'interno o all'esterno dello stabilimento, e in cui intervengano una o più sostanze pericolose". Gli eventi che rientrano nell'ambito della Protezione Civile sono, quindi, quelli che toccano la sicurezza dei lavoratori impiegati nell'azienda e quelli che si riflettono sulla popolazione all'esterno dello stabilimento. Le attività a rischio di incidente rilevante sono individuate dalla normativa vigente attraverso un semplice meccanismo che tiene conto della pericolosità intrinseca delle sostanze e dei preparati prodotti, utilizzati, manipolati o depositati nello stabilimento, ivi compresi quelli che possono generarsi in caso d'incidente, e delle quantità degli stessi, rendendo obbligatoria per i gestori delle suddette attività la presentazione all'autorità competente della documentazione che attesti l'avvenuta valutazione dei rischi connessi alla loro conduzione. Il D.Lgs. 334/99, aggiornato con D.Lgs. 21-09-2005 n. 238, detta le disposizioni in materia di prevenzione degli incidenti rilevanti e impone obblighi precisi ai gestori degli stabilimenti in cui sono presenti le cosiddette "sostanze pericolose". Nel caso di un evento la Polizia Municipale in concorso con le Forze dell’Ordine dovrà: - segnalare l’evento ai Vigili del Fuoco; - circoscrivere l'area interessata e concorrere all'eventuale sgombero delle persone dai

locali investiti dall’evento; - vietare l'accesso alla zona incidentata costituendo posti di blocco e deviando il traffico

su itinerari alternativi; - contestualmente informare, immediatamente, la Prefettura e la Regione per le

ulteriori iniziative da intraprendere.

Per il territorio di Bisceglie, al momento della redazione del presente piano non insistono strutture che ricadano nelle prescrizioni riportate dai Decreti Legislativi. Allo stato attuale, le attività produttive ricadenti nel territorio della Città di Bisceglie non ricadono nei regimi di applicazione previsti dalla vigente normativa sui rischi rilevanti, risultando, per quanto concerne quelle operanti essere adeguate alla vigente normativa in materia di sicurezza del lavoro ed alle procedure di attivazione con propri piani di emergenza interno.

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EVENTI SPORTIVI E DI SPETTACOLO CON RICHIAMO DI GRANDI FOLLE

Ormai consuetudine per il comune di Bisceglie è quella di organizzare spettacoli o eventi sportivi che richiamano grandi folle, vedesi l’ormai consueta “Estate Biscegliese”. Per cui risulta necessario al fine di offrire supporto a quanti partecipano, attraverso un adeguato supporto sanitario e/o di accoglienza.

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2.4 AREE DI SOCCORSO Le aree di emergenza sono luoghi in cui vengono svolte le attività di soccorso alla popolazione durante un’emergenza. Vengono distinte tre tipologie di aree, sulla base delle attività che in ognuna di esse si dovranno svolgere :

1. aree di attesa; 2. aree di accoglienza o ricovero; 3. aree di ammassamento (principalmente a livello provinciale).

Ogni comune ha individuato le aree di emergenza (in particolare aree di accoglienza e attesa) in funzione della gravità e dell’estensione del rischio complessivo individuato sul proprio territorio, considerando in primo luogo il numero degli abitanti teoricamente coinvolti nell’evacuazione. Sulla cartografia di scenario sono indicati, a scala adeguata, i percorsi per raggiungere le aree attivate dalle principali vie di comunicazione ed i servizi in dotazione presso ciascun sito. Aree di attesa Le aree di attesa sono i luoghi “sicuri” in cui la popolazione si raccoglie in occasione di evacuazioni preventive, o successivamente al verificarsi di un evento calamitoso. L’individuazione delle aree di attesa prevede: • l’analisi degli scenari di rischio. Infatti la popolazione non deve essere mai evacuata

attraverso le aree colpite. I percorsi indicati sono scelti in modo da aggirare le aree coinvolte dagli eventi calamitosi;

• l’analisi del tragitto, solitamente pedonale, che deve essere percorso per giungervi; • la predisposizione di uno schema di evacuazione secondo le differenti zone comunali,

ognuna con la propria area di attesa. • le aree dovranno essere indicate con precisione e chiarezza alla popolazione, anche

mediante la divulgazione di materiale informativo. Aree di accoglienza • Sono le aree in cui viene ospitata la popolazione costretta ad abbandonare la propria

casa o in strutture esistenti posizionate in aree sicure e/o in edifici destinati ad altri scopi (palestre, scuole, centri sportivi, etc.). A livello comunale si dovrà tenere aggiornata la mappa delle strutture pubbliche e della capacità ricettiva.

Aree di ammassamento soccorritori Le aree di ammassamento soccorritori sono quelle individuate nei piani di emergenza provinciali, deputate alla raccolta e gestione del volontariato (multiruolo e specifico), nonchè delle forze statali di pronto intervento. Per questo motivo i siti individuati possiedono requisiti di massima, quali: a) dimensioni sufficienti per accogliere un importante numero di

persone e adeguati servizi campali; b) vicinanza ad un casello autostradale, o comunque ad un’arteria di

grande comunicazione, per consentirne il raggiungimento anche a mezzi di grosse dimensioni;

c) disponibilità di collegamenti con le principali reti di servizi (acqua, energia elettrica);

d) sicurezza da rischi idrogeologici che potrebbero interrompere i suddetti servizi;

e) posizione baricentrica rispetto all’area servita ed ai rischi considerati.

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Vulnerabilità delle vie di accesso Altresì si può dire per le aree di ammassamento facilmente raggiungibili. La tabella seguente riporta la localizzazione delle aree di soccorso, con la precisazione che il campo sportivo di via Cavour, pur indicate come aree di ammassamento nel Piano di emergenza provinciale, non state prese in considerazione in quanto vicine ad elementi di rischio. In sostituzione è stato indicato nel Piano, il Campo sportivo di via Michele D’Addato, avente le caratteristiche adatte per ospitare una tendopoli per 500 persone, facilmente collegabile con i servizi essenziali (luce, acqua e fognature, etc) e non soggetta a rischi. Tabella n.6 scheda aree di soccorso

Aree di Attesa

Indicate con colore “ Verde “

nelle carte di Rischio

Aree di Ammassamento

Indicate con colore “Giallo”

nelle carte di Rischio

Aree di accoglienza e di ricovero

Indicate con colore “Rosso” nelle carte di Rischio

- Piazza Vittorio Emanuele II - Piazza 8 Marzo - Piazza Armando Diaz - Piazza Salvo D’Acquisto - Misericordia - Parco S.Andrea - Lungomare U.Paternostro - Stadio Ventura - Stadio Don Uva - Via Prof. L.Colangelo

- Via Ugo La Malfa - Largo Ospedale - Largo Salsello - Largo Calace - Via Padre Kolbe - Palazzetto dello Sport - Largo Darsena - Largo Salnitro

- Elementare Via Martiri di Via Fani Tel. 080 3966234 - Elementare Via XXV Aprile tel. 080 3955758 - Elementare IV° Circolo Via C. Preziosa Tel. 080 3957753 - Elementare II° Circolo Rione Cittadella Tel. 080 3955056 - Elementare III° Circolo S.G. Bosco Via vescovo Tel. 080 3955752 - Elementare I° Circolo Via XXIV Maggio Tel. 080 3921001

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 41

Aree di accoglienza e di ricovero

Indicate con colore “Rosso” nelle carte di Rischio

- Istituto Prof. Industria e Artigianato

Via Cala dell'Arciprete Tel. 080 3955745

- Istituto Prof. Servizi Comm.li e Turistici Via Villa Frisari 22 Tel. 080 3955765

- Istituto Tecnico Commerciale Via Mauro Giuliani Tel. 080 3953780

- Liceo Scientifico Statale Via Cala Dell'Arciprete 1 Tel. 080 3955064 - 3952699

- Scuola Materna Gesù fanciullo Via San Andrea Tel. 080 3921164

- Scuola Materna Salnitro Via Corte Preziosa Tel. 080 3957704

- Scuola Materna Seminario Via Guarini, Tel. 080 3951457

- Scuola Media Cesare Battisti Via Pozzo Marrone Tel. 080 3921036 - 3924427

- Scuola Media Galileo Ferraris Via Pozzo Marrone Tel. 080 3921211

- Scuola Media III Gruppo Via Fragata, tel. 080 3954296

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COMUNE di BISCEGLIE PROVINCIA di BARLETTA - ANDRIA - TRANI

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

Tav.21 AREE DI ATTESA

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COMUNE di BISCEGLIE PROVINCIA di BARLETTA - ANDRIA - TRANI

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Tav.19 AREE DI AMMASSAMENTO

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COMUNE di BISCEGLIE PROVINCIA di BARLETTA - ANDRIA - TRANI

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

Tav.20 AREE DI RICOVERO E DI ACCOGLIENZA

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2.5 SCHEDA DI SCENARIO E CARTA DI SCENARIO Ogni scenario di rischio, specificatamente analizzato sulla base di analisi e di documenti tecnici precedentemente descritti, è stato rappresentato da una scheda, in cui sono state riassunte, in maniera speditiva, le informazioni basilari riguardante: - descrizione dell’evento atteso con perimetrazione, anche approssimativa, delle aree di

danno; - localizzazione degli elementi vulnerabili all’interno dell’area di danno (strutture

pubbliche e private) e la popolazione interessata dall’evento; - valutazione preventiva del probabile danno a persone e cose che si avrebbero al

verificarsi dell’evento; - cancelli e vie alternative per la regolamentazione della viabilità locale ivi compreso la - localizzazione delle aree di attesa e di ricovero; - individuazione aree di ammassamento dei soccorritori. Oltre alle schede sintetiche di rischio, il Piano di emergenza è stato corredato da una carta di scenario riguardante il rischio idrogeologico e il rischio incendi boschivi. La carta di scenario di rischio, in scala adeguata , riporta : - le fonti di pericolo presenti sul territorio; - la delimitazione delle aree di danno; - l’individuazione degli edifici pubblici e privati vulnerabili all’interno delle aree di

danno; - i cancelli e le vie alternative; - le aree di attesa, accoglienza, ricovero popolazione e le aree di ammassamento.

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In sintesi, i dati relativi al comune di Bisceglie sono rappresentati in :

SCHEDA DI RISCHIO CARTA RELATIVA

Scheda rischio movimenti franosi SI

Scheda rischio idrogeologico (innonadazioni ed allagamenti stradali)

SI

Scheda rischio nevicate SI

Scheda rischio incidente rilevante NO

Scheda rischio incendi boschivi NO

Scheda rischio connesso ad emergenze civili SI

Scheda rischio sismico SI

Scheda rischio mareggiate NO

Scheda rischio connesso ad ondate di calore SI

Scheda rischio connesso a trombe d'aria SI

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SCHEDA RISCHIO SISMICO

Rilevanza del rischio sul territorio

Medio-basso

Evento Ipotizzato Scossa tellurica

Evento massimo storicamente verificatosi

valore di macrosismicità del 6° grado della scala Mercalli

Effetto ad area interessata La scossa è avvertita da tutti. Molte persone spaventate corrono all’aperto. Si verifica lo spostamento di mobili pesanti, la caduta di intonaci, danni ai comignoli e danni lievi in genere. Causa, al massimo, lievi danni ad edifici solidi in cemento armato; Con una vulnerabilità più a rischio per gli edifici ricadenti nel centro storico e nella zona compresa tra le vie Giovanni Bovio e via Cavour, via S.Lorenzo e via Prof.Mauro Di Terlizzi, via Imbriani e via Guarini, via Imbriani e via Abate Bruni in quanto realizzate in muratura

Grado di coinvolgimento della popolazione

Necessaria l’evacuazione precauzionale della popolazione e degli animali solo se presenti in strutture particolarmente danneggiate dal sisma .

Cancelli e vie alternative Disposizioni di cancelli ed individuazione di percorsi alternativi ad evitare il transito nei pressi di strutture gravemente danneggiate.

Valutazione complessiva la rilevanza dello scenario può ritenersi medio - basso considerato la bassa frequenza dell’evento sul territorio.

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SCHEDA RISCHIO MAREGGIATE

Rilevanza del rischio sul territorio

Medio-basso

Evento Ipotizzato Burrasca Forte

Evento massimo storicamente verificatosi

valore di stato 9, secondo quanto riportato nella scala Beaufort.

Effetto ad area interessata L'area interessata è quella costiera, la popolazione si chiude in casa. Si verifica, la caduta di intonaci, comignoli, cartelloni stradali, insegne pubblicitarie, antenne TV.

Grado di coinvolgimento della popolazione

E’ organizzato in fasi successive di allertamento che coinvolgono, progressivamente, strutture pubbliche, associazioni di volontariato e popolazione. Nel caso in cui siano previste condizioni meteo avverse, su indicazione del servizio veglia meteo del DPC, scatterà la fase di attenzione che, in base all’evoluzione dell’evento potrà condurre alla disattivazione della fase di attenzione o al passaggio alle fasi di preallarme e di allarme. In tal caso sarà necessario prevedere l’evacuazione delle aree a rischio di mareggiata. In particolare, nella fase di preallarme saranno allontanate dall’area a rischio i soggetti più vulnerabili, quali le persone a ridotta mobilità e gli anziani, mentre allo scattare della fase di allarme si provvederà alla completa evacuazione della popolazione presente.

Cancelli e vie alternative Disposizioni di cancelli ed individuazione di percorsi per la deviazione del flusso veicolare dalle aree a rischio nonché per eventuali soccorsi esterni.

Valutazione complessiva la rilevanza dello scenario può ritenersi medio - basso considerato la bassa frequenza dell’evento sul territorio.

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SCHEDA RISCHIO ALLUVIONI

Rilevanza del rischio sul territorio

Medio-basso

Evento Ipotizzato Alluvioni

Evento massimo storicamente verificatosi

Tracimazione della rete di smaltimento delle acque piovane

Effetto ad area interessata A seguito di precipitazioni eccezionali potrebbe verificarsi la tracimazione dei canali di smaltimento delle acque meteoriche, per scarsa pulizia dei pozzetti d'intercettazione e/o scolmatori, generando in primis: l'allagamento del piano stradale e successivamente l'allagamento di locali seminterrati ed ai piano terra.

Grado di coinvolgimento della popolazione

La popolazione viene invitata a non uscire di casa, qualora non ve ne fosse l'estrema urgenza.

Cancelli e vie alternative Viabilità regolare in tutto il territorio comunale

Valutazione complessiva la rilevanza dello scenario può ritenersi medio - basso considerato la rete di smaltimento delle acque piovane di recente realizzazione.

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SCHEDA RISCHIO NEVE - GELATE - GRANDINE

Rilevanza del rischio sul territorio

Eccezionale

Evento Ipotizzato Nevicate

Evento massimo storicamente verificatosi

Precipitazioni nevose non di forte intensità nella stagione invernale che creano, se accompagnate a venti freddi, disagi alla circolazione veicolare e pedonale per la formazione di ghiaccio sulle strade cittadine

Effetto ad area interessata Il fenomeno delle precipitazioni nevose non comporta per il territorio di Bisceglie situazioni di isolamento, bensì, come innanzi detto, solo disagi per la formazione di ghiaccio in sede stradale. In via ordinaria e preventiva, si dovrà provvedere, in caso di preallarme (segnalazioni meteo della Prefettura), ad attivare il servizio di nettezza urbana per lo spargimento di sale e lo sgombero neve se necessario (attività prevista nell’ordinario appalto di pulizia delle strade) dai punti sensibili quali: Ospedale e strutture pubbliche, strade a forte pendenza ed in casi eccezionali, a rimuovere neve e ghiaccio dalle zone pericolose in generale.

Grado di coinvolgimento della popolazione

La popolazione viene invitata a non uscire di casa, qualora non ve ne fosse l'estrema urgenza.

Cancelli e vie alternative Disposizioni di cancelli, ed individuazione di percorsi alternativi ad evitare il transito su tratti stradali interessati dalla presenza di ghiaccio

Valutazione complessiva La rilevanza dello scenario può ritenersi basso trattandosi di evento non ricorrente

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SCHEDA RISCHIO MOVIMENTI FRANOSI

Rilevanza del rischio sul territorio

Basso

Evento Ipotizzato Movimenti franosi di scarpate o terrapieni di tratti stradali imbibiti di acque piovane

Evento massimo storicamente verificatosi

A seguito di abbondanti precipitazioni piovose potrebbero verificarsi movimenti franosi di tratti stradali o che viaggiano in rilevato o che attraversano le “ lame “

Effetto ad area interessata Possono verificarsi movimenti di terrapieni per prolungate ed intense precipitazioni lungo i tratti della viabilità che viaggia in rilevato, nonché lungo i tratti delle strade vicinali o provinciali attraversate dalle lame.

Grado di coinvolgimento della popolazione

Molto basso è il rischio connesso a tale fenomeno, sia per le persone che per le cose, in quanto circoscritto a piccole zone franose che, all’occorrenza, vengono segnalate con apposita segnaletica di pericolo

Cancelli e vie alternative Viabilità regolare in tutto il territorio comunale

Valutazione complessiva Le zone interessate dallo scenario come innanzi detto non sono particolarmente estese, quindi la rilevanza dello scenario può ritenersi molto bassa

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SCHEDA RISCHIO SICCITA – ONDATE DI CALORE

Rilevanza del rischio sul territorio

Medio-alto

Evento Ipotizzato Grande caldo

Evento massimo storicamente verificatosi

a seguito del perdurare di alte temperature e di umidità elevata, potrebbero verificarsi rischi alla salute di persone vulnerabili: anziani, soggetti affetti da patologie croniche ed invalidanti, persone non autosufficienti, persone che assumono farmaci, neonati e piccoli bambini, chi svolge un lavoro intenso all’aria aperta, automobilisti bloccati in autostrada.

Effetto ad area interessata Tutta l’area del comune di Bisceglie e la rete stradale extraurbana ed autostradale

Grado di coinvolgimento della popolazione

Il rischio connesso a tale fenomeno, per le persone fortemente vulnerabili, riportate nell’anagrafe della fragilità presso l’ASL, consentirà di essere seguiti nelle necessità, attraverso la fornitura di acqua o accompagnate in ambienti climatizzati.

Cancelli e vie alternative Viabilità regolare in tutto il territorio comunale, all’occorrenza saranno utilizzate le corsie di emergenza qualora ci fosse un blocco temporaneo della circolazione sia sulla SS.16 Bis (extraurbana) che sull’autostrada per raggiungere gli automobilisti in difficoltà.

Valutazione complessiva Le zone interessate dallo scenario come innanzi detto è particolarmente estesa e capillare, quindi la rilevanza dello scenario può ritenersi molto alta

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SCHEDA RISCHIO TROMBE D’ARIA

Rilevanza del rischio sul territorio

Medio-basso

Evento Ipotizzato Tromba d’aria di debole intensità (grado F0)

Evento massimo storicamente verificatosi

Fenomeno meteo analogo al tornado con dimensione e forza minore

Effetto ad area interessata E’ organizzato in fasi successive di allertamento che coinvolgono, progressivamente, strutture pubbliche, associazioni di volontariato e popolazione. Nel caso in cui siano previste condizioni meteo avverse, su indicazione del servizio veglia meteo del DPC, scatterà la fase di attenzione che, in base all’evoluzione dell’evento potrà condurre alla disattivazione della fase di attenzione o al passaggio alle fasi di preallarme e di allarme. In tal caso sarà necessario prevedere l’evacuazione delle aree a rischio di tromba d’aria. In particolare, nella fase di preallarme saranno allontanate dall’area a rischio i soggetti più vulnerabili, quali le persone a ridotta mobilità e gli anziani, mentre allo scattare della fase di allarme si provvederà alla completa evacuazione della popolazione presente.

Grado di coinvolgimento della popolazione

La popolazione viene invitata a non uscire di casa, qualora non ve ne fosse l'estrema urgenza.

Cancelli e vie alternative Disposizioni di cancelli ed individuazione di percorsi per la deviazione del flusso veicolare dalle aree a rischio nonché per eventuali soccorsi esterni.

Valutazione complessiva la rilevanza dello scenario può ritenersi medio - basso considerato la rete di smaltimento delle acque piovane di recente realizzazione.

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SCHEDA RISCHIO EPIDEMIE

Rilevanza del rischio sul territorio

Medio-alto

Evento Ipotizzato Epidemia

Evento massimo storicamente verificatosi

Epidemia da Colera

Effetto ad area interessata E’ organizzato in fasi successive di allertamento che coinvolgono, progressivamente, strutture pubbliche, associazioni di volontariato e popolazione. Nel caso in cui siano previste condizioni meteo avverse, su indicazione del servizio veglia meteo del DPC, scatterà la fase di attenzione che, in base all’evoluzione dell’evento potrà condurre alla disattivazione della fase di attenzione o al passaggio alle fasi di preallarme e di allarme. In tal caso sarà necessario prevedere l’evacuazione delle aree a rischio di tromba d’aria. In particolare, nella fase di preallarme saranno allontanate dall’area a rischio i soggetti più vulnerabili, quali le persone a ridotta mobilità e gli anziani, mentre allo scattare della fase di allarme si provvederà alla completa evacuazione della popolazione presente.

Grado di coinvolgimento della popolazione

Provvede ad informare la popolazione delle eventuali situazioni di pericolo attraverso gli strumenti più idonei, avvalendosi, qualora ve ne fosse bisogno, anche di squadre della Polizia Municipale.

Cancelli e vie alternative Viabilità regolare in tutto il territorio comunale

Valutazione complessiva la rilevanza dello scenario può ritenersi medio - alto considerata la diffusione del virus

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SCHEDA RISCHIO INCIDENTE AEREO

Rilevanza del rischio sul territorio

Medio-alto

Evento Ipotizzato Crash o Splash Down

Evento massimo storicamente verificatosi

Precipitazione di aeromobile

Effetto ad area interessata E’ un’evento catastrofico per il numero di persone che potrebbero essere coinvolte. Nel caso in cui si dovesse verificare una di questi incidenti, la torre di controllo dell’aeroporto di Bari Palese, emette l’allarme. Nello scenario in cui l’aeromobile effettui un crash o un splash, tutte le attività di soccorso e recupero verranno coordinate dalla direzione marittima. La quale allerterà le unità SAR navali ed aeree per portare immediato soccorso. A terra, mediante coordinamento dovrà essere allestito un PMA necessario ad effettuare il triage sui naufraghi, per poi essere avviati ai presidi ospedalieri che nel frattempo saranno già stati allertati.

Grado di coinvolgimento della popolazione

Provvede ad informare la popolazione delle eventuali situazioni di pericolo attraverso gli strumenti più idonei, avvalendosi, qualora ve ne fosse bisogno, anche di squadre della Polizia Municipale.

Cancelli e vie alternative Viabilità regolare in tutto il territorio comunale avendo premura di creare un canale per i mezzi di soccorso dal punto di rendez-vous ai presidi ospedaliero

Valutazione complessiva la rilevanza dello scenario può ritenersi medio - alto considerato il numero delle persone coinvolte

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SCHEDA RISCHIO CHIMICO INDUSTRIALE

Rilevanza del rischio sul territorio

Medio-alto

Evento Ipotizzato Inquinamento atmosferico, idrico, del suolo e acustico, fughe di sostanze, incendi, esplosione,

Evento massimo storicamente verificatosi

Data la natura del rischio non vi sono eventi massimi verificatosi

Effetto ad area interessata Il rischio ecologico potrebbe interessare diverse zone della Città di Bisceglie come diverse potrebbero essere le cause. L’intervento è organizzato in fasi successive di allertamento che coinvolgono, progressivamente, strutture pubbliche, associazioni di volontariato e popolazione. Nel caso in cui siano previste condizioni meteo avverse, su indicazione del servizio veglia meteo del DPC, scatterà la fase di attenzione che, in base all’evoluzione dell’evento potrà condurre alla disattivazione della fase di attenzione o al passaggio alle fasi di preallarme e di allarme. In tal caso sarà necessario prevedere l’evacuazione delle aree a rischio di tromba d’aria. In particolare, nella fase di preallarme saranno allontanate dall’area a rischio i soggetti più vulnerabili, quali le persone a ridotta mobilità e gli anziani, mentre allo scattare della fase di allarme si provvederà alla completa evacuazione della popolazione presente.

Grado di coinvolgimento della popolazione

Provvede ad informare la popolazione delle eventuali situazioni di pericolo attraverso gli strumenti più idonei, avvalendosi, qualora ve ne fosse bisogno, anche di squadre della Polizia Municipale.

Cancelli e vie alternative Viabilità regolare in tutto il territorio comunale

Valutazione complessiva la rilevanza dello scenario può ritenersi medio - alto considerata la diffusione del virus

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3. LA PIANIFICAZIONE DELL’EMERGENZA

3.1 Funzioni di supporto del metodo “Augustus” 3.2 Il Sindaco e la struttura comunale di protezione civile 3.3 Centro operativo comunale (C.O.C.) 3.4 Attivita’ di supporto del metodo Augustus 3.5 Designazione e competenze dei Responsabili di

supporto 3.6 Ufficio emergenze comunale 3.7 Centro operativo misto (C.O.M.) 3.8 Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.) 3.9 Volontariato 3.10 Risorse mezzi e materiali di emergenza

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3.1 Funzioni di supporto del metodo ”AUGUSTUS” Le Linee Guida del Metodo Augustus (sviluppate dal Dipartimento di Protezione Civile), hanno lo scopo di: - fornire un indirizzo per la pianificazione di emergenza, flessibile secondo i rischi

presenti nel territorio; - delineare con chiarezza un metodo di lavoro semplificato nell’individuazione e

nell’attivazione delle procedure per coordinare con efficacia la risposta di protezione civile.

Il metodo Augustus abbatte il vecchio approccio di fare i piani di emergenza basati sulla concezione burocratica del solo censimento di mezzi utili agli interventi di protezione civile e introduce con forza il concetto della disponibilità delle risorse. Per realizzare questo obiettivo, le linee guida del metodo Augustus prevedono che nei piani di emergenza siano introdotte le funzioni di supporto (14 per il livello provinciale e 9 per quello comunale), con definizione di responsabili incaricati: - in situazioni ordinarie, di tenere “vivo” il piano, anche attraverso periodiche

esercitazioni ed aggiornamenti ; - nelle fasi di emergenza, di fornire supporto alle Autorità ed Enti coinvolti, dando

immediatezza alle risposte di protezione civile che vengono coordinate nelle Sale Operative.

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3.2 Il Sindaco e la struttura comunale di Protezione Civile Ai sensi della Legge 24 febbraio 1992, n. 225, il Sindaco è autorità Comunale di Protezione Civile. Al verificarsi dell'emergenza nell'ambito del territorio comunale assume la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita e provvede agli interventi necessari dandone immediata notizia al Prefetto ed al Presidente della Giunta Regionale. Ai sensi del comma 2 dell'art. 54 del decreto legislativo n. 267 del 2000, quale Ufficiale di Governo, adotta, con atto motivato e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico, provvedimenti contingibili ed urgenti in materia di sanità ed igiene, edilizia e polizia locale al fine di prevenire gravi pericoli che minacciano l'incolumità dei cittadini (ordinanza) e può richiedere al Prefetto, ove occorra, l'assistenza della forza pubblica. Il ricorso a tali provvedimenti deve in ogni caso essere immediatamente notificato al Prefetto. Affiancano il Sindaco il (C.O.C.) Centro Operativo Comunale di Protezione Civile ed un Ufficio Emergenza Comunale di Protezione Civile.

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3.3 Il Centro Operativo Comunale (C.O.C.) Organo collegiale, permanente, di cui si avvale il Sindaco per l’aggiornamento del piano comunale di protezione civile e per l'espletamento delle sue attribuzioni in una situazione di emergenza.

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3.4 Attività di supporto La struttura del C.O.C., presieduta dal Sindaco, coadiuvato da un coordinatore ed un suo vice è composta dai responsabili delle 9 funzioni di supporto, previste dal Metodo Augustus, come sotto specificate. 1. Tecnico Scientifico – Pianificazione 2. Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria 3. Volontariato 4. Materiali e mezzi 5. Servizi essenziali e attività scolastica 6. Censimento danni a persone e cose 7. Strutture operative locali 8. Telecomunicazioni 9. Assistenza alla popolazione Per ogni singola funzione il Responsabile , in "tempo di pace", aggiornerà i dati relativi alla propria funzione e, in caso di emergenza, nell'ambito del territorio comunale, affiancherà il Sindaco nelle operazioni di soccorso.

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3.5 Designazione e competenze dei responsabili di supporto I responsabili delle 9 funzioni di supporto e le mansioni attribuite vengono, qui di seguito, individuate e specificate.

1. TECNICO SCIENTIFICO-PIANIFICAZIONE

Mansioni attribuite: mantenimento e coordinamento di tutti i rapporti tra le varie componenti scientifiche e tecniche. Elaborazione di aggiornamenti cartografici nelle scale opportune.

2. SANITA' ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA

Mansioni attribuite: Tutto ciò che pertinente alla A.S.L., medicina veterinaria inclusa oltre che a quanto inerente alle organizzazioni di volontariato che operano nel settore sanitario. 3. ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO Mansioni attribuite: soccorso d'urgenza e non alla popolazione; suddivisione, organizzazione, addestramento ed utilizzo dei gruppi di volontari, che potranno essere utilizzati, previo nulla osta del Sindaco - sentito il Prefetto - nell'emergenza a seconda della loro specialità; censimento di risorse umane, materiali e mezzi, delle associazioni di volontariato, ivi incluso i tempi di intervento nell'area interessata. Il referente di tale funzione, da ritenersi una delle più importanti e delicate, dovrà provvedere ad organizzare esercitazioni congiunte con le altre forze preposte all'emergenza al fine di verificare le capacità organizzative ed operative delle organizzazioni ed associazioni varie, previo nulla osta del Sindaco o suo delegato. Pertanto, in situazione ordinaria, il referente dovrà, inoltre, acquisire gli elenchi dei volontari singoli iscritti nei ruoli prefettizi (normativa di riferimento : D.P.R. 66/81), organizzazioni di volontariato iscritte nei registri regionali (L.266/91 e leggi regionali), organi e gruppi di volontariato di protezione civile iscritti nell’elenco nazionale (D.P.R.613/94, modificato dal d.l.292/96); nonché censire i gruppi e le associazioni locali che operano nel volontariato da poter essere impegnate nelle attività di previsione , prevenzione e soccorso. Gli Enti Locali possono stipulare convenzioni con le organizzazioni di volontariato iscritte da almeno sei mesi nel Registro regionale e che dimostrino attitudine e capacità operativa. In tal caso gli oneri relativi alla copertura assicurativa sono a carico dell'Ente con il quale viene stipulata la convenzione (art. 7 legge 11 agosto 1991, n. 266)

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4. MATERIALI E MEZZI Mansioni attribuite: Tale funzione di rapporto è essenziale e primaria per fronteggiare una emergenza di qualsiasi tipo. Questa funzione, attraverso il censimento delle persone, dei materiali e mezzi comunque disponibili, siano essi dell'Ente locale che di Ditte private, deve avere un quadro costantemente aggiornato delle risorse disponibili. A tal fine, il responsabile di funzione, si avvarrà dei funzionari responsabili dei servizi comunali. Dall'elenco delle risorse disponibili sono da escludere quelle di appartenenza alla A.S.L., alle organizzazioni ed associazioni di volontariato specializzato, sia esse risorse costituite da persone, che da materiali e mezzi. Nel caso in cui la richiesta di materiali e/o mezzi non possa essere fronteggiata a livello locale, il Sindaco rivolgerà richiesta al Prefetto competente. 5. SERVIZI ESSENZIALI - RETI DI DISTRIBUZIONE ATTIVITA' SCOLASTICA INCLUSA. Mansioni attribuite: per l'espletamento della funzione assegnata, oltre a quanto di pertinenza degli impianti dell'Ente locale e quindi allo stesso assegnate, si avvarrà dei rappresentanti di tutti i servizi essenziali erogati sul territorio (ENEL, GAS, ACQUA, TELECOM, ecc.). Mediante verifiche territoriali deve essere mantenuta costantemente aggiornata la situazione circa l'efficienza e gli interventi sulla rete. 6. CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE Mansioni attribuite: Censimento danni a persone e cose. Il censimento dei danni a persone e cose riveste particolare importanza al fine di fotografare la situazione determinatasi a seguito dell'evento calamitoso e per stabilire gli interventi d'emergenza. Il responsabile della funzione, al verificarsi dell'evento calamitoso, dovrà effettuare un censimento dei danni riferito a: - persone - edifici pubblici - edifici privati - impianti industriali - servizi essenziali - attività produttive - opere di interesse culturale - infrastrutture pubbliche - agricoltura e zootecnica - altro

Per il censimento di quanto descritto il coordinatore di questa funzione si avvarrà di funzionari tecnici comunali o Provinciali, del Genio Civile regionale e di esperti del settore sanitario, industriale e commerciale nonché di Architetti, ingegneri e geometri operanti nel territorio locale. E' altresì ipotizzabile l'impiego di squadre miste di tecnici dei vari Enti per le verifiche speditive di stabilità che dovranno essere effettuate in tempi necessariamente ristretti.

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7. STRUTTURE OPERATIVE LOCALI

Mansioni attribuite: il responsabile della funzione dovrà coordinare le varie componenti locali istituzionalmente preposte alla viabilità nonché ad attivare il servizio continuativo di segnalazioni. In particolare, dovrà curare attraverso il servizio continuativo la fase di segnalazione e preallarme, nonché regolamentare localmente i trasporti e la circolazione inibendo il traffico nelle aree a rischio, indirizzando e regolando gli afflussi dei soccorsi.

8. TELECOMUNICAZIONI Mansioni attribuite: il coordinatore di questa funzione dovrà, di concerto con il responsabile della TELECOM, con il responsabile P.T. locale, con il rappresentante delle organizzazioni dei radioamatori (ARI e C.B.) presenti sul territorio, predisporre una rete di telecomunicazione non vulnerabile. Durante l'emergenza, il preposto a tale funzione di supporto sarà da considerarsi responsabile ufficiale dell'informazione. Sarà suo compito tenere i rapporti con i media previo informazioni ottenute e diramate dal C.O.C. E' fatto divieto a chiunque diramare notizie di qualsiasi genere connesso all'evento calamitoso fatta eccezione per il Sindaco o il suo delegato.

9. ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE Mansioni attribuite: conoscenza e competenza in merito al patrimonio abitativo, alla ricettività delle strutture turistiche (alberghi, campeggi, ostelli, etc) oltre che ricerca ed utilizzo di aree pubbliche e private da utilizzare come "zona d'attesa e/o ospitanti”. Nota: E' facoltà del Sindaco sostituire, previa motivazione scritta, il Responsabile di Funzione e/o suo sostituto in qualunque momento ritenuto opportuno e convocare in toto o in parte – nei locali appositamente predisposti, i Responsabili di Funzione a secondo della tipologia e gravità dell’evento.

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3.6 Ufficio emergenze Comunale Nel caso di attivazione del C.O.C., il Comune di Bisceglie ha individuato: - quale sede principale della Sala operativa Comunale, ubicata in via TRENTO ; - la Scuola elementare di Via XXIV Maggio come sede alternativa.

Tali sedi da un punto di vista logistico rispondono alle seguenti caratteristiche: - ben servite da collegamenti stradali sia verso i centri più periferici che verso le linee

di comunicazione nazionali - sicure rispetto a movimenti franosi, inondazioni, incendi boschivi, incidenti

industriali - servite dalle reti di acqua, fogne, gas, elettricità, telefonia fissa e cellulare - ben collegate con aree utilizzabili per l’atterraggio di elicotteri, ammassamento e

sosta - con strutture in c.a. capaci di resistere a un terremoto di intensità già registrati in

passato - dotate di parcheggi esterni - dotate di spazi adatti a contenere:

la sala emergenza, la segreteria con centrale di comunicazioni telefoniche, la sala per elaborazioni informatiche

- dotate di impiantistica elettrica idonea a supportare le dotazioni necessarie, quali: computer da tavolo e portatili, stampanti e plotter, linee telefoniche entranti (1 fax) e linee in uscita, fotocopiatrice, fax, telefoni cellulari, gruppo elettrogeno e gruppi di continuità.

Il Comune di Bisceglie ha predisposto, inoltre, presso il Comando distaccato della Polizia locale sito nella sede di piazza Castello al civico 55, un servizio continuativo per le comunicazioni concernenti gli eventi di protezione civile.

Ufficio Emergenza di Protezione Civile

Indirizzo (provvisorio) Piazza S.Francesco d'Assisi, 1

Telefono (mobile) 347 4109466 (reperibilità h24)

Telefono (provvisorio) Telefax (provvisorio - Centrale Operativa)

080 3366611 080 3366602 080 3957701

Telefax (provvisorio) 080 3957797

Orario di Servizio (giornaliero) 07,00 - 21,00

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3.7 Centro Operativo Misto (C.O.M.) Il Centro Operativo Misto (C.O.M.) è una struttura operativa decentrata, costituita in emergenza con decreto prefettizio, retta da un rappresentante del Dipartimento della Protezione Civile o del Prefetto. I compiti fondamentali attribuiti al C.O.M., in quanto proiezione decentrata del C.C.S., sono i seguenti:

- fornire tutte le possibili informazioni ed ogni forma di collaborazione, anche amministrativa, ai Sindaci e alle comunità locali mantenendosi in permanente contatto con il Centro coordinamento soccorsi;

- assicurare la distribuzione dei soccorsi, l'assegnazione dei ricoveri ed ogni altro

intervento assistenziale alle popolazioni sinistrate tramite i Sindaci o chi per loro;

- disciplinare l'attività di soccorso tecnico e di ripristino dei servizi;

- sovrintendere all'ordine pubblico locale; - coordinare l'attività dei Sindaci, o, qualora costituite, delle Unità

Assistenziali di Emergenza (U.A.E.) ricadenti nella propria giurisdizione territoriale, specie per quanto concerne l'assegnazione di viveri, vestiario, effetti letterecci e generi di conforto;

- vigilare sul trasporto e sulla consegna dei viveri, medicinali, attrezzature e

materiali del Centro Coordinamento Soccorsi ai singoli Comuni e alle U.A.E.;

- assicurare, d'intesa con i Sindaci interessati o con le U.A.E., la disponibilità dei locali da adibire a magazzini di raccolta e di smistamento dei materiali provenienti dai Centri Assistenziali di Pronto Intervento (C.A.P.I.) e di quelli eventualmente offerti dai privati;

- assicurare l'istituzione di un servizio di vigilanza diurna e notturna presso i

predetti magazzini nominando uno o più consegnatari;

- assicurare, chiedendoli ai Sindaci interessati, gli automezzi necessari per il trasporto dei materiali nelle zone sinistrate e nelle campagne;

- coordinare l'attività delle U.A.E. nell'assegnazione delle unità d’alloggio

distribuibili (roulottes, tende, containers) che devono essere consegnate agli aventi diritto sempre ed esclusivamente in uso temporaneo mediante appositi verbali sulla base dei quali devono poi essere effettuati i recuperi e la constatazione di eventuali danni.

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Tab. n.10 - Centri operativi della Provincia di Bari

il Comune di Bisceglie appartiene al centro operativo misto della 7^ zona, costituito dai Comuni di Binetto, Bitonto, Giovinazzo, Grumo Appula, Molfetta, Palo del Colle, Ruvo di Puglia, Terlizzi e Toritto, facenti capo al Comune di Molfetta.

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3.8 Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.) Il Centro Coordinamento Soccorsi rappresenta l’organo di supporto a mezzo del quale il Prefetto dirige e coordina gli interventi di protezione civile in fase di emergenza. Il Centro Coordinamento Soccorsi viene strutturato secondo quanto già indicato nelle premesse.

- Prefettura; - Provincia di Bari; - Questura; - Comando Provinciale dei Carabinieri; - Comando Provinciale Guardia di Finanza; - Polizia Stradale; - Forze Armate; - Corpo Forestale dello Stato; - Regione Puglia; - Comune; - Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco; - A.S.L. della Provincia di Bari - Servizio 118; - Croce Rossa Italiana – Comitato Provinciale di Bari; - ARPA; - Organizzazioni di Volontariato.

IL C.C.S. provvede a :

- coordinamento di tutta l'attività svolta dai Centri Operativi Misti (C.O.M.), se attivati, o dalle Autorità ed Organismi operanti nel territorio colpito da calamità;

- raccolta ed elaborazione dati ed informazioni relative all'evolversi della

situazione nelle zone colpite

- ricezione richieste di soccorso avanzate dai Centri Operativi Misti di settore, se attivati, o dalle Autorità ed organizzazioni operanti, e successivo inoltro, per l'adozione dei competenti interventi, ai Centri Direzionali degli Enti e Corpi impiegati nelle operazioni di soccorso

- collegamento costante con le Sale Operative del Ministero dell'Interno e del

Dipartimento della Protezione Civile

- organizzazione eventuale esodo della popolazione residente nelle zone colpite e successivo rientro nelle località di residenza

- organizzazione dei trasporti per eventuali collegamenti pendolari tra le zone

colpite dall'evento calamitoso

- ogni altra incombenza affidata dal Prefetto per fronteggiare la situazione di emergenza.

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3.9 Volontariato Le linee guida del piano di protezione civile provinciale in materia di volontariato specificano che: “le Autorità competenti, in conformità alle leggi vigenti che regolano il volontariato, possono avvalersi dell’operato dei volontari di protezione civile durante la diverse fasi emergenziali (allarme esterno ed emergenza esterna e post-emergenza). Le Associazioni e Gruppi di volontariato che non hanno una specifica specializzazione operativa nel rischio industriale potranno quindi, se espressamente richiesto, effettuare attività di supporto agli enti preposti al soccorso e all’assistenza alla popolazione, e alle strutture di protezione civile, in particolare per:

- la collaborazione nella gestione e organizzazione delle procedure della pianificazione di emergenza

- il supporto logistico - le comunicazioni radio - la gestione dei centri di raccolta della popolazione e l’assistenza alla popolazione - il supporto nell’attivazione dei posti di blocco stradali in collaborazione con le

Forze dell’Ordine. Una distinzione a parte deve essere invece fatta per quelle Associazioni o Gruppi di Volontariato che possiedono specifica specializzazione operativa nel rischio industriale (conoscenza, competenza e capacità operativa riconosciuta, possesso e disponibilità di D.P.I. per tutti gli operatori, disponibilità di attrezzature idonee all’intervento e di documentazioni). In questo caso, le organizzazioni potranno intervenire, se espressamente richiesto, per:

- il supporto nell’attività di monitoraggio dei dati meteorologici microclimatici e tecnici

- le attività di supporto agli altri organi di protezione civile nelle zone considerate di particolare attenzione

- le attività di soccorso alla popolazione che si trova coinvolta in aree di rischio; - le procedure di evacuazione dalle aree di rischio, con il concorso

nell’organizzazione - allestimento delle aree/zone di bonifica individuale e collettiva, per la

popolazione e gli operatori coinvolti - la collaborazione nella gestione e organizzazione della pianificazione di

emergenza Ovviamente qualsiasi intervento del volontariato dovrà essere preventivamente autorizzato dagli organi tecnici nei confronti dei quali viene indirizzato il supporto stesso”.

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 70

3.10 Mezzi, Materiali e Risorse Umane Per potere attuare interventi di soccorso tecnico, generico e specializzato ma anche di previsione e prevenzione rispetto alle ipotesi di rischio è necessario attivare una serie di censimenti per la costruzione di database di piano utili nella definizione degli scenari. Le risorse umane da censire sono i dipendenti dell’Ente che hanno conoscenze specifiche sul territorio, il personale sanitario logistico tecnico delle ASL o di strutture private, i volontari singoli non appartenenti ad Organizzazioni o gruppi comunali di volontariato, in possesso di particolari specializzazioni (tecnico – ingegneristiche, monitoraggio etc.), i volontari appartenenti ad Associazioni di volontariato e i professionisti locali ( geologi, ingegneri, ecc). I materiali e i mezzi oggetto di censimento sono quelli di proprietà pubblica o in gestione attraverso convenzioni. In particolare il censimento dei mezzi di proprietà o in gestione presso altre Organizzazioni di volontariato con competenze in materia di protezione civile deve rivolgersi in particolare, in considerazione degli scenari prevalenti sul territorio, mezzi di trasporto, autobotti per trasporto di liquidi alimentari, macchine per movimentazione terra, sacchi di sabbia, materiale sanitario ecc. L’elenco delle risorse disponibili per il Comune di Bisceglie dovrà essere semestralmente aggiornato attraverso apposita scheda di censimento.

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 71

COMUNE di BISCEGLIE PROVINCIA di BARLETTA - ANDRIA - TRANI

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

4. MODELLI DI INTERVENTO

4.1. Procedure di intervento 4.2. Livelli di allerta 4.3 Modello di intervento per il rischio idrogeologico 4.4 Attivazione delle procedure di intervento

rischio idrogeologico 4.5 Modello di intervento per il rischio incendi boschivi 4.6 Procedure operative rischio incendi boschivi 4.7 Modello di intervento per il rischio Sismico 4.8 Modello di intervento per il rischio Epidemie 4.9 Modello di intervento per il rischio Mareggiate 4.10 Modello di intervento per il rischio Ondate di Calore 4.11 Modello di intervento per il rischio Trombe d’Aria 4.12 Modello di intervento per il rischio Inquinamento 4.13 Modello di intervento per il rischio Fughe Sostanze,

incendi ed esplosioni 4.14 Modello di intervento per il rischio Incidenti

Radioattivi 4.15 Modelli di intervento per Supporto Sanitario

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4.1 Procedure di Intervento Il modello di intervento definisce le fasi nelle quali si articola l'intervento di protezione civile e che sono caratterizzate da un livello di attenzione crescente nei confronti dell'evento che si sta evolvendo ed individua le strutture che devono essere gradualmente attivate stabilendone relazione e compiti. Dovrà altresì essere ricognitivo delle misure di sicurezza da adottarsi per mitigare gli effetti dell'evento ipotizzato e descrivere le predisposizioni organizzative relative ai provvedimenti protettivi nei riguardi della popolazione (soccorso sanitario, eventuale evacuazione della popolazione, controllo della zona colpita..) Il modello di intervento deve essere adattato alle diverse realtà ambientali ed alle caratteristiche del singolo evento, sulla base dell'esperienza e della valutazione attenta e puntuale delle circostanze che si vanno determinando. Il cardine del modello d’intervento è indubbiamente costituito dalle procedure e/o attività le quali, individuando azioni e soggetti per ciascuna delle fasi consequenziali di allerta crescente nei confronti di un evento in evoluzione, costituiscono la griglia che consente di garantire la piena operatività delle diverse strutture di protezione civile e la gestione efficiente ed efficace dell’emergenza. Inoltre, devono essere predisposte procedure generiche per eventi non prevedibili, che consentono di affrontare qualsiasi emergenza che si dovesse verificare al di fuori di quelle considerate nello specifico.

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4.2 Livelli di Allerta Le azioni da intraprendere in occasione di un evento emergenziale ad opera di tutti gli organismi coinvolti a vario titolo nelle attività di Protezione civile deve essere definita in funzione sia della natura dell’evento ( idrogeologico, sismico, industriale ecc.) sia dell’intensità e della portata dello stesso. In linea generale, le procedure di intervento si articolano nelle seguenti fasi progressive e consequenziali preallarme, allarme , emergenza. E’ importante sottolineare che la Regione Puglia per il Rischio idrogeologico ha definito un’ulteriore fase di attenzione , per avvisi emanati di condizioni metereolgiche avverse.

1) Fase di Attenzione La fase di attenzione si pone l'obbiettivo di consentire agli organi si protezione civile di adottare le necessarie misure a tutela della pubblica incolumità, sfruttando il lasso di tempo intercorrente tra l'arrivo dell'avviso della previsione dell'evento e quello di preallarme o della produzione degli eventuali effetti sul territorio.

2) Fase di Preallarme La fase di Preallarme può essere avviata anche in assenza di quella di Attenzione, qualora le previsioni indichino un repentino peggioramento delle condizioni meteo o idrauliche non precedentemente rilevate. La fase di preallarme viene attivata di norma almeno 12-24 ore prima del previsto impatto dell'evento sul territorio comunale, alla conferma dell'aggravarsi delle previsioni meteo particolarmente avverse e in concomitanza di situazioni di sofferenza degli argini o di alto livello dei corsi d’acqua con pericolo di fuoriuscita della acque dal canale stesso.

3) Fase di Allarme La fase di allarme viene attivata in presenza di allagamenti significativi, che compromettano la percorribilità della rete viaria e/o procurino danni a persone e/o cose. A ciascuna delle suddette fasi è pertanto associabile un incremento dell’intensità del fenomeno, in termini di pericolosità e di potenzialità di danno, e conseguentemente un incremento delle misure operative da mettere in atto. Stanti queste considerazioni di carattere generale, per un corretto approccio alla lettura dei livelli di allerta è necessario discriminare gli eventi in termini di prevedibilità.

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RISCHI PREVEDIBILI

I modelli di intervento e conseguentemente le procedure che ne sono parte integrante devono essere modulati sulle specificità delle singole tipologie di rischio. Il Comune redige in modo adeguato le necessarie procedure di intervento, che dovranno essere distinte per fenomeni prevedibili e fenomeni non prevedibili.

Eventi territorialmente

localizzati Eventi territorialmente

diffusi

Rischi Prevedibili Rischio incendi

Rischio movimenti franosi Rischio crolli etc.

Rischio idraulico Rischio neve

Rischi non Prevedibili

Rischio industriale Rischio trasporti

Rischio sismico

I rischi prevedibili ordinariamente sono associati ai fenomeni idrogeologici, in quanto sono rischi noti e quantificabili attraverso sistemi di monitoraggio. L’adozione di elementi di valutazione certi e matematicamente definiti fa sì che per questa tipologia di eventi la scelta contestuale del livello di allerta da parte dell’Autorità competente sia in linea di massima effettuabile in ragione del superamento di definiti valori di soglia.

RISCHI NON PREVEDIBILI

Sono connessi ad eventi non quantificabili o di rapido impatto quali ad esempio terremoti e incidenti industriali, i quali, nel momento in cui avvengono, comportano direttamente uno stato di emergenza.

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ALLERTAMENTO

In relazione all’estensione territoriale ed al livello di percezione degli eventi calamitosi, incombenti o in atto, è possibile identificare: 1. Eventi territorialmente localizzati : quali ad esempio incidenti industriale, crolli etc.

la cui rilevazione è solitamente ad opera di singoli cittadini e degli organi tecnici e di vigilanza delle Autorità Locali;

2. eventi diffusi, la cui rilevazione è generalmente sul territorio. Per quanto concerne pertanto la segnalazione di un rischio incombente o di un evento calamitoso in atto, e conseguentemente l’attivazione delle procedure di intervento, è possibile in linea generale riconoscere quanto segue:

- sussistono circostanze (rischi prevedibili) in cui l’Autorità Pubblica, essendo essa stessa a conoscenza della situazione in essere, procede direttamente all’attivazione delle procedure di intervento (es. avvisi di condizioni meteo avverse “diramate dal Dipartimento Protezione Civile, tramite la Prefettura di Bari”);

- in altri casi all’Autorità Pubblica perviene la segnalazione della situazione in essere da canali differenti da quelli relativi al monitoraggio di parametri critici. In questi casi l’Autorità procederà all’attivazione delle procedure solo previo accertamento della situazione reale.

Concentrando l’attenzione su questo secondo caso, in linea generale risulta che, rilevato l’evento, la segnalazione converge sulle Centrali Operative degli Enti che svolgono un ruolo di riferimento nell’ambito della collettività. Poiché l’Autorità di Protezione Civile alla quale sono attribuiti, a livello provinciale, i compiti di attivazione delle procedure di intervento e di coordinamento nella gestione dell’emergenza è la Prefettura, le medesime Centrali operative inoltreranno la segnalazione alla Prefettura previe verifica della veridicità della segnalazione e indagini sul territorio per l’acquisizione di ulteriori elementi di giudizio per valutare l’entità dell’evento.

AUTOALLERTAMENTO

E’ importante sottolineare come un compito significativo nel rilevamento di eventi calamitosi incombenti o in atto, e nella tempestività della segnalazione può essere svolto da tutte le componenti dell’Autorità Pubblica nell’ambito delle attività di vigilanza sul territorio, durante lo svolgimento delle proprie mansioni ordinarie. In tal senso infatti indipendentemente dal ricevimento di una chiamata di allertamento, chiunque, in forza al Comune o ad uno degli Enti a vario titolo coinvolti nelle attività di Protezione Civile, non ultimo il personale volontario, venga a conoscenza del fatto che sul territorio si è verificata una situazione di particolare gravità è tenuto a prendere contatto con i propri Dirigenti responsabili al fine di concordare eventuali modalità di attivazione delle procedure di intervento.

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4.3 Modelli di Intervento per il Rischio idrogeologico Evento Atteso: scolmo del canale delle acque meteoriche

Date le caratteristiche del territorio, della rete idrografica e dei lavori di messa in sicurezza di parte del canale delle acque meteoriche che attraversa l’abitato, la probabilità di accadimento di un evento che determini allagamenti di vaste dimensioni risulta poco probabile.

COMPITI DEL COMUNE FASE DI ATTENZIONE Il Sindaco ricevuto l’avviso di condizioni meteorologiche avverse, trasmesso dalla Prefettura di Bari :

- verifica la reperibilità dei propri funzionari da fare confluire nel C.O.C.

- informa e verifica la reperibilità dei rappresentanti confluenti nel C.O.M. (COM 7^ Zona – Molfetta

- Allerta le strutture tecniche comunali

( servizi di : protezione civile, urbanistica e lavori pubblici)

- Allerta la struttura di polizia urbana del Comune. FASE PREALLARME Il Sindaco ricevuta dal Prefetto l’informazione dell’avvenuta attivazione della fase di preallarme:

- valuta l’opportunità di attivare il C.O.C. e di partecipare all’attività dei C.O.M. - avvisa i responsabili delle altre funzioni di supporto del C.O.C. e ne verifica la

reperibilità - dispone le attività di monitoraggio e controllo delle aree ritenute necessarie sul

territorio, avvalendosi dei propri organi tecnici e di vigilanza - (Polizia Municipale, servizio lavori pubblici) - allerta le strutture operative e il volontariato coinvolto nell’attività di soccorso - informa il C.O.M. e C.C.S su eventuali problemi insorti sul territorio

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FASE ALLARME Il Sindaco ricevuta dal Prefetto l’informazione dell’avvenuta attivazione della fase di allarme, dispone, attraverso il C.O.M. e C.O.C., convocati al completo, l’invio:

- delle squadre a presidio delle vie di deflusso - di volontari nelle aree di attesa - di uomini e mezzi presso le aree di ricovero o i centri di accoglienza della

popolazione - di uomini e mezzi per l’informazione alla popolazione - dispone l’allontanamento della popolazione dalle aree a rischio secondo le

modalità previste dalla Pianificazione comunale di emergenza - coordina tutte le operazioni di soccorso tramite le funzioni di supporto secondo

quanto previsto dal piano, utilizzando anche il volontariato di protezione civile - assume tutte le iniziative atte alla salvaguardia della pubblica e privata

incolumità - predispone uomini e mezzi per l’informazione alla popolazione del cessato

allarme - dispone le attività di monitoraggio e controllo delle aree ritenute necessarie sul

territorio, avvalendosi dei propri organi tecnici e di vigilanza (Polizia Municipale, servizio lavori pubblici)

- dalle prime manifestazione dell’evento assicura un flusso continuo di informazione verso la struttura regionale di Protezione Civile.

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4.4 Attivazione delle procedure d’intervento

rischio idrogeologico In pratica, per il rischio segnalato, le procedure d’intervento, dalla segnalazione di inizio emergenza alla segnalazione di fine emergenza, dovranno essere organizzate così come appresso definite.

SEGNALAZIONE DI ATTENZIONE

L’operatore del sevizio continuativo (Ufficio emergenza) ricevuto "l’avviso di condizioni meteorologiche avverse” trasmesso dalla Prefettura di Bari, provvede ad avvisare il Sindaco del messaggio pervenuto ed, in via precauzionale, dirama ai responsabili del C.O.C. il medesimo messaggio onde renderli reperibili h24. A comunicazione effettuata, inizia per i responsabili dei servizi di protezione civile, urbanistica, lavori pubblici e polizia municipale la fase di attenzione. Il Sindaco con la necessaria gradualità ed in base all’evoluzione del fenomeno informa e verifica la reperibilità dei rappresentanti che confluiscono nel C.O.M..

SEGNALAZIONE DI PREALLARME

Il Sindaco ricevuta dal Prefetto la comunicazione dello stato di preallarme, in base sempre all’evoluzione del fenomeno, sviluppa le seguenti azioni:

a) avvisa tutti i responsabili delle funzioni di supporto del C.O.C. e ne verifica la reperibilità

b) attiva il servizio di vigilanza costituito da personale comunale ed eventuali volontari (vigili urbani, personale del servizio lavori pubblici, vigili campestri, volontari di protezione civile locale) con compito di controllo lungo i tratti del canale Cappuccini dichiarati a rischio

c) allerta le strutture operative locali e non convenzionate, nonché il volontariato coinvolto nell’attività di soccorso

d) assunte le notizie fornite dall’attività di vigilanza, informa il C.O.M. ed il C.C.S. su eventuali problemi accertati sul territorio.

SEGNALAZIONE DI ALLARME

Il Sindaco ricevuta dal Prefetto la comunicazione dello stato di allarme convoca subito il C.O.M. ed il C.O.C. e, tramite le stesse, dispone:

a) il presidio delle aree a rischio; delimita l’accesso alle stesse tramite cancelli opportunamente posizionati; attiva le vie di fuga per evacuare precauzionalmente dalle aree interessate le persone a rischio (disabili, anziani che vivono soli, bambini, infermi, ecc.) secondo le modalità previste dal Piano di Emergenza

b) il volontariato nelle opportune aree di attesa della popolazione coinvolta c) di uomini e mezzi, di cui ai protocolli convenzionati, presso le aree di ricovero o i

centri di accoglienza della popolazione d) l’informazione della popolazione tramite il comando di polizia locale ed il

volontariato e) con continuità il flusso delle informazioni, diramando comunicati alla

popolazione coinvolta, a tutti gli Organismi di Protezione Civile attivi nell’emergenza, ai mass-media

f) di tutte le strutture, uomini e mezzi impegnati, ivi compreso il volontariato, per il coordinamento delle operazioni di soccorso e la salvaguardia della pubblica e privata incolumità tramite l’adozione di provvedimenti straordinari

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 79

g) il flusso continuo di informazioni verso gli altri Enti sovracomunali interessati

nella Protezione civile, Regione, Prefettura e Provincia h) il monitoraggio dell’evoluzione dell’evento per il controllo delle aree ritenute a

rischio i) la comunicazione della fine dell’emergenza, attraverso uomini e mezzi, alla

popolazione j) la verifica dei danni attraverso i servizi tecnici e di vigilanza, avvalendosi, ove

necessario, dei tecnici della Provincia e del Genio Civile, nonché dei professionisti locali.

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4.5 Modelli di Intervento per il Rischio Incendi Boschivi GENERALITÀ Le linee guida regionali, in applicazione della legge n.353 del 2000, dettano alcuni principi fondamentali in ordine agli interventi di lotta diretta contro gli incendi boschivi che si realizzano attraverso attività di ricognizione, sorveglianza, avvistamento allarme e spegnimento. Le attività di spegnimento sono programmate avvalendosi sostanzialmente di risorse, mezzi e personale del Corpo forestale dello Stato, dei Vigili del Fuoco e di personale aderente ad Organizzazioni di protezioni civile appositivamente formati per le operazioni di spegnimento. Le predette linee guida prescrivono che il modello di intervento si rende operativo attraverso azioni da realizzare per fasi successive finalizzate al contenimento, se possibile, del rischio incendio. In pratica:

- nel periodo ordinario, durante il quale la pericolosità di incendi è limitata, si dovrà procedere ad impostare, nell’ambito dei compiti istituzionali dell’Ente, procedure di intervento relative ad attività di previsioni e prevenzione

nel periodo di intervento, durante il quale la pericolosità di incendi boschivi è alta, si dovranno attivare fasi di operatività crescente:

1. Fase di attenzione (indicativamente da febbraio ad aprile e da giugno a settembre)

2. Fase di preallarme (dichiarazione di stato di gravità pericolosità) 3. Fase di allarme (segnalazione di avvistamento incendio) 4. Fase di spegnimento e bonifica (estinzione dell’incendio)

Per le predette fasi le linee guida regionali prescrivono per i comuni: in fase di attenzione e preallarme

- “concorrono all’attività di vigilanza e di avvistamento antincendio , in raccordo con il corpo forestale di stato ( CFS) e la provincia mediante l’impiego del volontariato comunale”

- le attività di previsione e di prevenzione secondo le attribuzioni stabilite dalle regioni provvedono ad informare la popolazione invitandola ad evitare comportamenti che possono provocare incendi

in fase di allarme

- Mettono a disposizione del CFS il volontariato comunale specializzato e , se richiesto dal CFS e dalla Provincia, mezzi e personale tecnico del comune e della comunità montana.

Dette linee prescrivono, inoltre, che il Sindaco : in fase di attenzione e preallarme

- ricevuta la comunicazione dell’attivazione della fase di attenzione di preallarme dispone opportune misure di prevenzione e di salvaguardia di competenza informandone la Provincia.

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in fase di allarme e spegnimento

- Fornisce alle forze impegnate nello spegnimento e successiva modifica ogni possibile supporto

- Sulla base delle indicazioni del Coordinatore delle operazioni di spegnimento, se necessario, ordina e coordina le operazioni di evacuazione della popolazione e dispone le operazioni di prima assistenza

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4.6 Procedure operative – rischio incendi boschivi Nel periodo ordinario Date le caratteristiche del territorio, la probabilità di accadimento di un evento che determini incendi boschivi di vaste dimensioni risulta poco probabile. Per cui il Comune di Bisceglie durante il periodo ordinario, nella gestione dell’attività preventiva, promuoverà:

1. la sottoscrizione di convenzioni con associazioni ambientalistiche e/o di protezione civile locali, finalizzate alla rimozione di depositi pericolosi abbandonati (vetri, plastica, ecc.) e pulizia dei rami secchi dalle aree boschive per evitare nelle giornate di irraggiamento solare l’accensioni di focolai;

2. campagne di informazione e sensibilizzazione per la prevenzione degli incendi con particolare riferimento agli operatori agricoli che operano nelle immediate vicinanze delle lame. Tale attività sarà svolta dalle associazioni di volontariato locale convenzionate.

nel periodo di intervento fasi di attenzione e preallarme : L’operatore del sevizio continuativo (Ufficio emergenza) ricevuto "l’avviso di valori meteo superiori alla media stagionale” dalla Prefettura di Bari, provvede: ad avvisare il Sindaco del messaggio pervenuto e, contestualmente, segnala il messaggio al servizio di vigilanza comunale e al Comando dei vigili campestri di zona, operativi h24, per i dovuti controlli delle aree a maggior rischio incendi. Il Sindaco:

1. allerta la struttura di volontariato convenzionato per operazioni di vigilanza e avvistamento , nonché di soccorso e /o di assistenza;

2. assunte le notizie fornite dall’attività di vigilanza, emette provvedimenti urgenti su eventuali problemi accertati sul territorio avvisandone la Provincia e il CFS;

3. informa la popolazione invitandola ad evitare comportamenti che possono provocare incendi.

fasi di allarme e spegnimento : Il Sindaco :

- fornisce alle forze impegnate nello spegnimento (Corpo forestale dello Stato, Vigili del fuoco) ogni possibile supporto di uomini e mezzi già allertati preventivamente

- dispone che la Polizia municipale provveda a circoscrivere l’area interessata, a guidare sui luoghi interessati le forze preposte allo spegnimento

- dispone che il Comando di Polizia municipale provveda a regolare la circolazione veicolare mediante opportuni cancelli per la deviazione del traffico sui percorsi alternativi ordina e coordina su indicazioni del Coordinatore delle operazioni di spegnimento a l’eventuale sgombero e/o allontanamento di persone in luoghi sicuri unitamente alle operazioni di prima assistenza.

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4.7 Modello di Intervento per il Rischio Sismico Il fenomeno sismico non consente di prevedere una fase che permetta di predisporre preventivamente gli interventi adeguati. Pertanto il piano di emergenza riguarda solo la fase di allarme. Il Sindaco al verificarsi dell’evento:

1. assicura la prima assistenza alla popolazione colpita, anche ricorrendo al coordinamento provinciale di volontariato di Protezione Civile. In particolare dispone, attraverso il C.O.C. o il C.O.M., in relazione alla gravità dell’evento ed ai risultati dei censimenti di agibilità degli edifici :

- l’invio di volontari nelle aree di attesa - l’invio di uomini e mezzi presso le aree di ricovero o i centri di accoglienza

della popolazione

2. coordina tutte le operazioni di soccorso tramite le funzioni di supporto del C.O.M. o del C.O.C. utilizzando anche il volontariato di Protezione Civile;

3. assume tutte le iniziative atte alla salvaguardia della pubblica e privata incolumità assicura per il tramite dei servizi tecnici il supporto all’attività di censimento e verifiche di agibilità.

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4.8 Modello di Intervento per il Rischio Epidemia Il rischio di una epidemia non consente di prevedere una fase che permetta di predisporre preventivamente gli interventi adeguati. In caso di emergenza il Comune, di intesa con le competenti Autorità sanitarie, predisponendo adeguate procedure operative ed informative per far fronte ad eventi di questo tipo. Il Sindaco al verificarsi dell’evento: 1) Divieto di prelievo, trasporto, vendita ed utilizzo di acqua di mare per rinfresco dei

prodotti ittici o di altro. A tale riguardo è auspicabile che venga emanata ordinanza del Presidente della Giunta Regionale.

2) Verifica dei valori di colimetria e cloro residuo nella rete idrica da parte dei P.M.P. ed iperclorazione se necessaria.

3) Intensificazione dei controlli batteriologici per la ricerca anche del vibrione colerico su: - acqua di mare - liquami di fogna - verdure che si “consumano abitualmente crude” - prodotti ittici

L'istituto di igiene del Policlinico è auspicabile che funga da laboratorio di riferimento centrale per tutte le ricerche ambientali e su alimenti che si svolgeranno presso altri laboratori. Misure di sorveglianza 1) Definizione di sospetto caso clinico: soggetto di età maggiore di 12 anni con

gastroenterite caratterizzata da almeno 5 scariche diarroiche nelle 24 h. 2) Ricerca dei casi: limitata ai pazienti afferenti a reparti di pronto soccorso od

accettazione ospedalieri, ai pazienti visitati presso ambulatori di strutture pubbliche o private e dai medici curanti.

3) In caso di sospetto di colera il soggetto dovrà essere inviato presso divisioni di malattie infettive.

4) Il laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologiche cui afferisce la divisione di malattie infettive ove trovasi ricoverato il paziente in osservazione, dovrà curare la coltura in acqua peptonata alcalina ed il subtrapianto dopo 6-8 h su agar TCBS; qualora dopo 24 h su TCBS si abbia sviluppo di colonie fermentanti il saccarosio (che si presentano colorate in giallo) la capsula di Petri dovrà essere inviata presso la cattedra di Igiene - Servizio di Microbiologia del Policlinico che, come già detto, è auspicabile che funga da Laboratorio centrale di riferimento.

5) Obiettivo primario della sorveglianza è la predisposizione costante di informazioni utili al programma di controllo dell'infezione. Per il raggiungimento di tale obiettivo è necessario attuare le seguenti azioni: raccolta, verifica e pronta analisi dei dati; indagine epidemiologica di campo su eventuali focolai epidemici. A tale scopo è auspicabile che venga attivato un centro raccolta dati con sede presso l'Istituto di Igiene dell'Università dell'area colpita.

Al centro dovrà essere conferito il compito di produrre giornalmente rapporti informativi sulla situazione epidemiologica, di sollecitare costantemente l'invio dei dati da parte delle strutture nella quali è avvenuta l'osservazione dei casi sospetti od accertati.

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Controlli ambientali

A livello degli sbocchi fognari ed a livello degli effluenti dei depuratori dovranno essere effettuati prelievi per Ia ricerca specifica del Vibrione cholerae. Le indagini di laboratorio dovranno essere effettuate presso l'lstituto di Igiene. Inoltre si dovrà: 1) ispezionare tutti i canali di fognatura bianca e nera aventi il mare come recapito

finale, oltre ai canali in terra di fogna a cielo aperto; 2) accertare ed individuare tutti i probabili abusi di prelievi di liquami, per eventuali usi

impropri, con particolare attenzione a quelli per l'irrigazione; 3) provvedere alla tenuta in buona efficienza di tutti i collettori principali delle reti

fognarie cittadine, effettuando la radicale bonifica degli stessi; 4) intervenire, immediatamente, ed a vista, nell'esecuzione di tutti i lavori manutentori

sulla rete idrica e fognante specialmente ove, si crei pericolo di inquinamento per effetto delle interferenze tra le stesse opere;

5) eseguire interventi di prevenzione, ove necessario, mediante la disinfestazione dei liquami, onde scongiurare il pericolo di inconvenienti igienici;

6) segnalare tempestivamente alle autorità competenti tutti i possibili casi di immissione di liquami nella fognatura bianca;

7) assicurare la continua pulizia delle griglie degli impianti di sollevamento di fognatura, nonchè la perfetta funzionalità delle elettropompe, per evitare scarichi di emergenza, per i quali, comunque, dovrà essere attivata l'automazione degli impianti di clorazione con sufficiente scorta del prodotto.

Flusso informativo Per ogni paziente ricoverato per gastroentrite che abbia avuto almeno 5 scariche diarroiche nelle 24 h precedenti, dovrà essere compilata apposita scheda per l'immediato invio ai SIP ed ai Servizi Veterinari della propria ASL, oltre che al Centro di raccolta dati che dovrà provvedere alla contestuale trasmissione al Ministero della Sanità - Divisione Generale Servizi Igiene Pubblica ed all'Assessorato Regionale alla Sanità. Coordinamento periferico I Servizi di Igiene Pubblica ed i Servizi Veterinari delle AA.SS.LL. sono incaricati del coordinamento per il territorio di competenza, previo raccordo con i P.M.P. al fine di regolamentare l'afflusso delle campionature. Ove sussistano gravi carenze di personale di vigilanza, il Coordinamento Provinciale dovrà raccordarsi col Comando NAS territorialmente competente per interventi ad adiuvandum. Il Ministero della Sanità, in caso di necessità, dovrà fornire un ulteriore contributo con proprio personale di vigilanza.

Educazione sanitaria Dovrà essere raccomandata la più ampia diffusione, anche tramite pubblica affissione, delle informazioni circa la necessità di: - lavaggio delle mani - lavaggio accurato di vegetali da consumarsi crudi - non praticare, ove non si creino le condizioni di necessità, profilassi vaccinale - non praticare chemioprofilassi antibiotica - non praticare una disinfezione speciale in quanto i comuni disinfettanti a base di

cloro sono efficaci nei confronti del vibrione -

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4.9 Modello di Intervento per il Rischio Mareggiate I litorali del Comune di Bisceglie, come la maggior parte delle spiagge pugliesisi, sono oggetto di fenomeni erosivi sia per naturale tendenza sia per la presenza di fattori antropici che ne hanno provocato certamente l'accelerazione negli ultimi decenni, come è il caso dell’intensa urbanizzazione costiera che ha stravolto gli equilibri molto delicati che regolano il confine tra terraferma e mare. L'arretramento della linea di costa è dovuta soprattutto al diminuito apporto di materiale solido al mare, causato dalla crescente occupazione degli alvei fluviali, dalle sistemazione delle reti di deflusso superficiale, dalla riboschimento delle aree interne, dal prelievo di acqua dalle falde sotterranee. Nel seguito si riporta una sintesi delle principali evidenze per il rischio di mareggiata e di erosione costiera emerse dallo studio preliminare dello stato delle coste biscegliesi, effettuato nella prima fase del programma di previsione e prevenzione, che ha portato all'identificazione, per ogni sub-unità fisiografica, dei principali tratti di costa caratterizzati da erosione. Per i tratti dove si evidenzia un rischio elevato occorrerà procedere a studi specifici più approfonditi al fine di recuperare l’intero litorale, analizzando le dinamiche dell'interazione idrodinamica tra costa e mare e attuando le opportune opere di difesa.

Il litorale di Ponente: tratto compreso tra il Ponte Lama ed il Porto del Comune di Bisceglie; Tale sub unità fisiografica, negli ultimi anni è stata oggetto di interventi per la difesa delle spiagge consistente in blocchi frangiflutti distaccati, nonché la realizzazione di una grande opera per il consolidamento del tratto costiero. Per cui ci si limiterà, in generale, ad un continuo monitoraggio del tratto costiero.

Il litorale di Levante: tratto compreso tra il Porto del Comune di Bisceglie e le Torre Calderina; Per tale sub unità fisiografica, gli interventi per la difesa delle spiaggie non prevedeno nell’immediato, la realizzazione di frangiflutti distaccati, mentre l’opera di consolidamento e recupero del tratto costiero è avviato. Per cui a differenza del tratto di Ponente tutta la sub unità fisiografica necessiterà di ulteriori studi di approfondimento per la difesa e il recupero del litorale che andrà anche monitorato.

In tale unità, fattore legato alle mareggiate ma di estrema pericolosità è l’avvicinamento sempre più sottocosta, e quindi a bassissime profondità di ordigni bellici inesplosi.

L’area portuale del Comune di Bisceglie: Per tale sub unità fisiografica, al momento la mancata presenza della Diga di Levante, non garantisce la stabilità dei fondali, per cui si dovrà monitorare continuamente il sedime portuale, al fine di tutelare l’approccio alle banchine delle unità navali da diporto e da pesca. Le devastanti mareggiate che nel passato hanno spesso lasciato il segno sul paesaggio costiero biscegliese al pari di uragani tropicali sono state causa di:

- erosione - allagamenti - danni a imbarcazioni, lidi e opere portuali.

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Sistemi di monitoraggio

Sono diversi gli Enti che effettuano raccolta e rilevamento di dati sullo stato del mare, ma quelli che lo fanno sistematicamente sono:

- il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare (Ispettorato Telecomunicazioni e Assistenza al Volo ITAV);

- l’Istituto Idrografico della Marina Militare. - il Servizio Idrografico e Mareografico (SIMN);

Ed è il SIMN a gestire la Rete Ondametrica Nazionale (RON) e la Rete Mareografica Nazionale (RMN). Presso la direzione generale del SIMN è operativo il Centro di Elaborazione e Archiviazione Dati, che svolge servizio di supervisione dello stato della rete, acquisizione di dati sintetici in tempo reale, archiviazione ed elaborazione dei dati storici. E’ proprio il SIMN a curare l’elaborazione e la produzione dei Bollettini delle Rilevazioni Ondametriche. Precursori di evento Per effettuare la previsione dei fenomeni di moto ondoso è fondamentale la conoscenza del campo di vento sulla superficie del mare e la sua evoluzione nel tempo. Le informazioni disponibili sui dati di vento sono numerose e si possono sostanzialmente distinguere in:

- registrazioni da terra, che possono essere direttamente utilizzate per effettuare una stima del moto ondoso;

- analisi sinottiche del tempo contenute nei bollettini meteorologici; - informazioni sui venti fornite da navi in mare aperto.

Noto il campo di vento che interessa una certa località, le caratteristiche delle onde generate possono essere determinate utilizzando dei modelli matematici di previsione, distinti in quattro grandi categorie: modelli spettrali, parametrici, statistici ed empirici. I modelli generalmente utilizzati sono quelli empirici, basati su relazioni sperimentali tra vento e caratteristiche del moto ondoso. I fattori fondamentali che è intervengono nell’analisi sono la velocità del vento in superficie, la lunghezza del fetch (area su cui soffia il vento) e la durata del vento.

Il modello di intervento E’ organizzato in fasi successive di allertamento che coinvolgono, progressivamente, strutture pubbliche, associazioni di volontariato e popolazione. Nel caso in cui siano previste condizioni meteo avverse, su indicazione del servizio veglia meteo del DPC, scatterà la fase di attenzione che, in base all’evoluzione dell’evento potrà condurre alla disattivazione della fase di attenzione o al passaggio alle fasi di preallarme e di allarme. In tal caso sarà necessario prevedere l’evacuazione delle aree a rischio di mareggiata. In particolare, nella fase di preallarme saranno allontanate dall’area a rischio i soggetti più vulnerabili, quali le persone a ridotta mobilità e gli anziani, mentre allo scattare della fase di allarme si provvederà alla completa evacuazione della popolazione presente. Attraverso la deviazione del flusso veicolare dalle aree a rischio nonché per eventuali soccorsi esterni.

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Tabella n.7 - Scala Beaufort della forza del vento

Numero di

Beaufort

Velocità del

vento (nds)

Velocità del

vento (km/h)

Velocità del

vento (mph)

Velocità media del

vento (nodi / km/h / mph)

Descrizione Altezza

onde (m)

Condizioni del mare Condizioni a

terra

0 0 0 0 0 / 0 / 0 Calmo 0 Piatto. Il fumo sale verticalmente.

1 1-3 1-6 1-3 2 / 4 / 2 Bava di vento 0.1

Leggere increspature sulla superficie somiglianti a squame di pesce. Ancora non si formano creste bianche di schiuma.

Movimento del vento visibile dal fumo.

2 4-6 7-11 4-7 5 / 9 / 6 Brezza leggera

0.2

Onde minute, ancora molto corte ma ben evidenziate. Le creste non si rompono ancora, ma hanno aspetto vitreo

Si sente il vento sulla pelle nuda. Le foglie frusciano.

3 7-10 12-19 8-12 9 / 17 / 11 Brezza tesa 0.6

Onde con creste che cominciano a rompersi con schiuma di aspetto vitreo. Si notano alcune "pecorelle" con la cresta bianca di schiuma.

Foglie e rami più piccoli in movimento costante.

4 11-16 20-29 13-18 13 / 24 / 15 Vento moderato

1

Onde con tendenza ad allungarsi. Le "pecorelle" sono più frequenti

Sollevamento di polvere e carta. I rami sono agitati.

5 17-21 30-39 19-24 19 / 35 / 22 Vento teso 2

Onde moderate dalla forma che si allunga. Le pecorelle sono abbondanti e c'è possibilità di spruzzi.

Oscillano gli arbusti con foglie. Si formano piccole onde nelle acque interne.

6 22-27 40-50 25-31 24 / 44 / 27

Vento fresco 3

Onde grosse (cavalloni) dalle creste imbiancate di schiuma. Gli spruzzi sono probabili.

Movimento di grossi rami. Difficoltà ad usare l'ombrello.

7 28-33 51-62 32-38 30 / 56 / 35 Vento forte 4

I cavalloni si ingrossano. La schiuma formata dal rompersi delle onde viene "soffiata" in strisce nella direzione del vento.

Interi alberi agitati. Difficoltà a camminare contro vento.

8 34-40 63-75 39-46 37 / 68 / 42

Burrasca 5.5

Onde alte. Le creste si rompono e formano spruzzi vorticosi che vengono risucchiati dal vento.

Ramoscelli strappati dagli alberi. Generalmente è impossibile camminare contro vento.

9 41-47 76-87 47-54 44 / 81 / 50

Burrasca forte

7

Onde alte con le creste che iniziano ad arrotolarsi. Striscie di schiuma che si fanno più dense.

Leggeri danni alle strutture (camini e tegole asportati).

10 48-55 88-102 55-63 52 / 96 / 60

Tempesta 9

Onde molto alte sormontate da creste (marosi) molto lunghe. Le strisce di schiuma tendono a compattarsi e il mare ha un aspetto biancastro. I frangenti sono molto più intensi e la visibilità è ridotta.

(Rara in terraferma) Sradicamento di alberi. Considerevoli danni strutturali.

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11 56-63 103-117 64-72 60 / 111 / 68

Tempesta violenta 11,5

Onde enormi che potrebbero anche nascondere alla vista navi di media stazza. Il mare è tutto coperto da banchi di schiuma. Il vento nebulizza la sommità delle creste e la visibilità è ridotta.

Vasti danni strutturali.

12 >63 >117 >72 N/A Uragano 14+

Onde altissime; aria piena di schiuma e spruzzi, mare completamente bianco.

Danni ingenti ed estesi alle strutture.

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4.10 Modello di Intervento per il Rischio Ondate di Calore Il fenomeno della siccità produce, infatti, una complessa rete di impatti che abbraccia una varietà di settori e che spesso va molto oltre i confini dell'area fisicamente soggetta al fenomeno. Tale complessità è dovuta, ovviamente, alla fondamentale importanza che la risorsa idrica riveste in tutte le attività umane, dalla produzione di beni alla fornitura di servizi. Gli impatti della siccità sulla società possono essere riassunti in: • Impatti economici, riscontrabili nelle ripercussioni su attività primarie, come

pesca ed agricoltura, a causa della diretta dipendenza di tali attività dalle riserve idriche superficiali e sotterranee. Oltre alle ovvie perdite relative all'entità dei raccolti inficiati, alla moria di bestiame per insufficienza di approvvigionamento, si annovera anche il notevole dispendio temporale ed economico necessario per il rimboschimento di aree devastate da incendi o per il risanamento delle specie boschive e vegetali infestate da nascenti popolazioni di insetti.

• Impatti ambientali, quantificati in base al danno arrecato alle specie vegetali, animali ed alla qualità dell'aria e dell'acqua, alla perdita di suolo causata dai processi erosivi, facilitati dagli incendi, alla naturale degradazione del terreno a seguito della riduzione del contenuto idrico, alla perdita di biodiversità.

• Impatti sociali, riguardanti la ridotta qualità della vita, i conflitti tra i gestori della risorsa. In questi casi si rende necessaria l'assunzione di misure di sicurezza riguardo la salute pubblica e più in generale la disponibilità di riserve idriche di emergenza.

Ai fini del Piano Operativo di Emergenza il perdurare di temperature elevate, al di sopra dei valori usuali, per almeno 3 giorni consecutivi, in alcuni casi associate a tassi elevati di umidità, comportano un rischio per la salute. Tale rischio non colpiscono la popolazione in maniera omogenea ma alcuni sottogruppi risultano essere maggiormente vulnerabili a causa delle condizioni personali, sociali e di salute. I gruppi particolarmente vulnerabili sono: - Le persone anziane hanno condizioni fisiche generalmente più compromesse e

l’organismo può essere meno efficiente nel compensare lo stress da caldo e rispondere adeguatamente ai cambiamenti di temperatura; tra questi chi soffre di malattie cardiovascolari, di ipertensione, di patologie respiratorie croniche, di insufficienza renale cronica, di malattie neurologiche è a maggior rischio.

- i soggetti affetti da patologie croniche e invalidanti che possono favorire gli effetti negativi del calore

- le persone non autosufficienti poiché dipendono dagli altri per regolare l’ambiente in cui si trovano e per l’assunzione di liquidi

- le persone che assumono regolarmente farmaci che possono compromettere la termoregolazione fisiologica o aumentare la produzione di calore.

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- i neonati e i bambini piccoli per la ridotta superficie corporea e la mancanza di una completa autosufficienza, possono essere esposti al rischio di un aumento eccessivo della temperatura corporea e ad una disidratazione, con possibili conseguenze dannose sul sistema cardiocircolatorio, respiratorio e neurologico.

- chi fa esercizio fisico o svolge un lavoro intenso all’aria aperta può disidratarsi più facilmente degli altri.

Per le prime due categorie attraverso l’anagrafe della fragilità, elenco predisposto dai servizi locali sia sanitari (ASL) che socio-assistenziali (Comune), si identifica la popolazione a maggior rischio per le ondate di calore. Tale sistema informativo locale in rete ha accesso agli archivi nominativi degli assistiti, dei ricoveri, delle prestazioni ambulatoriali, delle prescrizioni farmaceutiche, delle esenzioni dal contributo sanitario per patologia, dell’invalidità civile, dell’assistenza domiciliare. Il rischio di colpo di calore diventa emergenza da tenere in forte considerazione durante gli esodi automobilistici per le ferie estive, tale fattore degenera: - per paralisi temporanea dovuto all’intasamento del casello autostradale - per paralisi temporanea dovuto ad incidenti In caso di emergenza il Comune, di intesa con le competenti Autorità sanitarie, predisporrà adeguate procedure operative ed informative per far fronte ad eventi di questo tipo. Anche se le modalità operative si baseranno sul sistema di prevenzione nazionale che prevede l’emanazione di un Bollettino di Pre-Allertamento / Allertamento, si rende nota la tabella indicativa della percezione degli effetti climatici sulla popolazione. Per stabilire empiricamente la sensazione di disagio e pericolo per la popolazione, in funzione della temperatura e dell’umidità relativa, e poter attivare il piano di assistenza alla popolazione, si può fare riferimento all’indice di disagio di Thom. Questo indice è adatto per descrivere le condizioni di disagio fisiologico dovute al caldo-umido ed è sensibile in un intervallo termico compreso tra 21°C e 47°C; al di fuori di tale intervallo, anche al variare dell’umidità relativa, l’indice attribuisce sempre la condizione fisiologica alle classi estreme, cioè “benessere” per temperature inferiori a 21°C e “stato di emergenza medica” per temperature superiori a 47°C.

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Tabella n. 8 Scala FUJITA

Tabella n. 9 Indice di THOM del grado di disagio

Indice DI Stato di Disagio

fino a 21° Nessun disagio o benessere generalizzato

da 21° a 24° Meno della metà della popolazione prova disagio

da 25° a 27° Più della metà della popolazione prova disagio

da 28° a 29° La maggioranza della popolazione prova disagio e un

deterioramento dello stato psico-fisico

da 30° a 32° Tutta la popolazione prova un forte disagio

oltre 32° Stato di emergenza sanitaria per il disagio molto forte con

elevato rischio di colpo di calore

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4.11 Modello di Intervento per il Rischio Trombe d’Aria Nell’area geografica di Bisceglie, un fenomeno analogo, sono le trombe d’acqua. Meno violenti delle trombe d’aria e difficilmente arrivano sulla terraferma, poiché si sfaldano all’incontro con la stessa o con un rovescio d’acqua; costituiscono altresì un pericolo per le imbarcazioni che incontrano nel loro tragitto. Anche le dimensioni di tali fenomeni sono decisamente minori, avendo un diametro dell’ordine di qualche metro. Alle prime manifestazioni della formazione di una tromba d'aria, si deve cercare di evitare di restare in zone aperte. Se le persone sorprese dalla tromba d'aria dovessero trovarsi nelle vicinanze di piante di alto fusto, allontanarsi da queste. Qualora nella zona aperta interessata dalla tromba d'aria dovessero essere presenti dei fossati o buche, è opportuno ripararsi in questi. Se nelle vicinanze dovessero essere presenti fabbricati di solida costruzione, ricoverarsi negli stessi e restarvi in attesa che l'evento sia terminato. Trovandosi all'interno di un ambiente chiuso, porsi lontano da finestre, porte o da qualunque altra area dove sono possibili cadute di vetri, arredi, ecc. Prima di uscire da uno stabile interessato dall'evento, accertarsi che l'ambiente esterno e le vie di esodo siano prive di elementi sospesi o in procinto di caduta. La scala Fujita (Tabella n.8) classifica le trombe d’aria in base agli effetti che produce all'ambiente, agli edifici e ad altre infrastrutture o manufatti costruiti dall'uomo. Grado Tipo Vento (Km/h) Effetti

F0 Debole 65 - 120 Rami degli alberi spezzati, danneggiati i cartelloni e i segnali stradali.

F1 Moderato 120 - 180 Asportazione della superficie dei tetti; auto spinte fuori strada; piccoli stabili distrutti (garage, box).

F2 Intenso 180 - 250 Alberi sradicati, oggetti scagliati lontano a forte velocità, interi tetti sollevati dalle case, case senza fondamenta devastate.

F3 Forte 250 - 330 Boschi rasi al suolo, auto trascinate o sollevate da terra, possibilità di crollo di pareti di case.

F4 Devastante 330 - 420 Oggetti scagliati a notevole distanza, automobili sollevate da terra e spostate per decine di metri, gravi danni alle case con deboli fondamenta.

F5 Catastrofico 420 - 520

Auto spostate anche per centinaia di metri, sollevamento di autotreni, case con buone fondamenta distrutte, alberi distrutti e scortecciati, danni seri anche ad edifici in cemento armato, Chiamato in gergo "Il dito di Dio"

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4.12 Modello di Intervento per il Rischio di Inquinamento La prima emergenza è fronteggiata dalla ASL, dai VV.F. e dal Comune, ciascuno per le proprie competenze. I tecnici di tali enti cureranno:

- l’identificazione della sostanza dispersa sull’ambiente, anche con il ricorso ad analisi di laboratorio;

- il contenimento, l’assorbimento, il recupero e lo smaltimento, per quanto possibile, della sostanza dispersa e/o la sua neutralizzazione chimica;

- la bonifica del territorio interessato;

- se l’inquinamento interessa corsi d’acqua, l’intercettazione della sostanza con eventuali forme di sbarramento e al successivo impiego di sistemi di pompaggio, se trattasi di sostanze non mescolabili in acqua e più leggere;

- gli interventi igienico - sanitari a salvaguardia della salute pubblica; Oltre a ciò, il C.O.C, nelle modalità meglio descritte al punto successivo, si occuperà dell’informazione della popolazione e degli eventuali strumenti di tutela della pubblica incolumità (es. intimazione a non uscire di casa, a non usare acqua corrente, etc. , evacuazione di alcune zone).

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4.13 Modello di Intervento per il Rischio di Fughe di Sostanze, Incendi ed Esplosioni Il Comune, in caso di incidente industriale, si occuperà della gestione dell’emergenza al di fuori dell’area industriale colpita con particolare riguardo all’informazione e all’assistenza della popolazione interessata e al ripristino di strutture ed infrastrutture. In particolare, il C.O.C, sentiti i pareri dei responsabili dell’ASL e dei VV.F. competenti:

- allerta la popolazione circa il pericolo indicando le zone del territorio considerate sicure e quelle soggette ad inquinamento;

- fornisce agli abitanti informazioni sugli eventuali accorgimenti da tenere per la tutela della salute;

- se necessario, ordina lo sgombero delle zone colpite, chiedendo al Prefetto ulteriori mezzi, in caso quelli locali non fossero sufficienti;

- nel caso ci siano zone considerate pericolose per la pubblica incolumità, in concorso con le forze dell’ordine, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, assicura il confinamento dell’area individuata anche attraverso la sorveglianza delle vie di accesso;

- per la parte di Sua competenza, collabora all’esecuzione del Piano di Emergenza appositamente predisposto dalla Prefettura.

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4.14 Modello di Intervento per il Rischio Incidenti Radioattivi Ai fini di una corretta gestione della emergenza radiologica assume rilevante importanza l’informazione al pubblico che si esplica attraverso due fasi fondamentali: preventiva che persegue lo scopo di sensibilizzare la popolazione che rischia di essere interessata da una emergenza radiologica sulle misure di protezione sanitaria, sugli aspetti essenziali e importanti della pianificazione, sulle azioni protettive necessarie e sui comportamenti da adottare; Tali emergenza nascono con lo scopo di informare tempestivamente e correttamente la popolazione effettivamente interessata da una emergenza radiologica sui fatti relativi all’emergenza, sul comportamento da adottare e sui provvedimenti di protezione sanitaria decisi dall’autorità competente. Contenuto dell’informazione La popolazione effettivamente interessata dall’emergenza radioattiva riceverà in modo rapido e ripetuto informazioni riguardanti: Le informazioni precedenti saranno integrate, in funzione del tempo disponibile, con richiami riguardanti la radioattività e i suoi effetti. Se l’emergenza è preceduta da una fase di preallarme, alla popolazione vengono fornite informazioni riguardanti i tempi ed i modi con cui vengono diffusi gli aggiornamenti sull’evoluzione della situazione. Inoltre informazioni specifiche sono rivolte a particolari gruppi di popolazione, in relazione alla loro attività, funzione ed eventuale responsabilità nei riguardi della collettività nonché al ruolo che effettivamente debbono assumere nella situazione di emergenza in atto. In particolare, l’informazione dovrebbe vertere sui seguenti elementi: a) informazioni sulla situazione di emergenza radiologica · il luogo, la data e l’ora dell’incidente, · il tipo di situazione di emergenza radiologica, · le principali caratteristiche delle sostanze radioattive emesse, · la zona geografica potenzialmente interessata, · l’evoluzione prevedibile della situazione e l’influenza dei fattori climatici e

meteorologici; b) disposizioni di protezione · circolazione delle persone all’aria aperta ed occupazione delle abitazioni; · condizioni di consumo degli alimenti e dell’acqua atta al consumo (diluizione,

pulitura), · restrizioni e avvertimenti relativi al consumo, · luoghi di approvvigionamento dell’acqua e degli alimenti non contaminati, · utilizzazione di indumenti e scarpe, · igiene corporale, · distribuzione di pastiglie di iodio, · disposizioni da attuare in caso di evacuazione, · mezzi di trasporto pubblico (luoghi di fermata e ore di passaggio), · itinerari previsti per i veicoli privati e limiti alla circolazione stradale, · ricoveri e alloggi con le corrispondenti capacità, · centri di cure mediche e disposizioni relative.

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Le principali azioni protettive atte a limitare gli effetti nocivi delle esposizioni a radiazioni ionizzanti sono: · controllo degli accessi alle zone interessate al fine di limitare all’essenziale

l’afflusso di persone nelle zone dell’incidente

· riparo al chiuso rimanere all’interno di edifici con porte e finestre chiuse e impianti di ventilazione con aspirazione dall’esterno spenti

· evacuazione lasciare un’area che presenti rischi di esposizione a dosi superiori a predeterminati livelli

· iodioprofilassi uso di composti di iodio stabile ai fini di evitare o limitare la captazione di iodio radioattivo da parte della tiroide

· protezione della catena alimentare impedire che sostanze radioattive contaminino determinati elementi della catena alimentare (ad es. protezione al coperto di foraggio per animali)

· controllo della catena alimentare sottrarre al consumo alimenti o bevande contaminate

· decontaminazione rimozione di sostanze radioattive depositate su superfici esposte.

In relazione alla adozione delle misure protettive sopra elencate ha un’importanza primaria l’attuazione tempestiva del monitoraggio ambientale, mirato a rilevare l’andamento della radioattività dell’ambiente nelle effettive condizioni di diffusione esistenti durante l’emergenza.

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4.15 Modello di Intervento per Supporto Sanitario Durante tutte le manifestazioni autorizzate, in ogni settore dell’impianto con presenza di pubblico, dovrà essere operativa una squadra sanitaria composta da un medico e da due infermieri, tenendo conto del rapporto seguente: - fino a 5.000 spettatori - 1 squadra sanitaria; - da 5.000 a 10.000 - 2 squadre sanitarie; - da 10.000 a 20.000 - 3 squadre sanitarie. Le squadre devono essere composte da un medico esperto in emergenze e rianimazione cardio-polmonare e da due infermieri professionali o volontari del soccorso addestrati, con corsi annuali, alla rianimazione cardio-polmonare di base ed all’uso del defibrillatore. Al servizio di ogni squadra deve esserci un’ambulanza con autista e due soccorritori (Presidio sanitario mobile). Nel caso di 2 squadre sanitarie, uno dei 2 mezzi di soccorso sarà costituito da Centro mobile di rianimazione, dotato di monitor defribillatore e con medico rianimatore a bordo. Tutto il personale, salvo disposizioni diverse da parte delle Autorità di Prefettura locale, dovrà essere presente sul posto ed essere operativo dall’apertura dei cancelli fino al completo svuotamento dell’impianto da parte del pubblico. Dovrà, peraltro, essere immediatamente riconoscibile e, pertanto, indossare casacche o pettorali di colore 8 facilmente visibile da lontano (provviste di più tasche per consentire il trasporto di farmaci salvavita e di piccoli strumenti medici) e recanti anteriormente e posteriormente una scritta ben visibile riferita al servizio sanitario di soccorso. Ogni squadra sanitaria dovrà avere in dotazione un apparecchio radio ricetrasmittente con frequenza riservata o altro sistema portatile di comunicazione, possibilmente dotato di auricolare. I locali destinati ad ospitare dette squadre sanitarie dovranno essere dotati di un apparecchio telefonico con linea interna ed esterna, onde consentire i necessari contatti con la centrale operativa 118, ove esistente, o con altre centrali di soccorso sanitario che sostituiscano provvisoriamente il 118, ai fini di una ospedalizzazione mirata. Dovranno essere, altresì, dotati di servizi igienici, essere arredati e forniti di farmaci e di materiale di medicazione, nonchè di arredamento e di impiantistica conformi alla legge. La segnaletica relativa alla ubicazione delle sale di medicazione deve essere adeguata ed efficiente. Gli ospedali più vicini al luogo della Manifestazione devono essere allertati con almeno 5 giorni di anticipo, al fine di mettere a disposizione posti letto per l’immediata ospedalizzazione degli infortunati. Le ambulanze dovranno stazionare davanti alle infermerie, pronte ad un rapido impiego. Gli impianti devono avere dei percorsi interni ed esterni liberi, onde consentire una rapida movimentazione dei soccorritori e dei mezzi di soccorso. E’ necessario individuare, nella prossimità dell’impianto, un’area da transennare destinata all’atterraggio ed al decollo di un’eliambulanza. Ciò al fine di evitare, soprattutto verso la fine della manifestazione, quando il pubblico si accinge a lasciare l’impianto, che l’eventuale trasporto degli infortunati in ospedale venga intralciato dal blocco della circolazione stradale che sempre si crea in queste circostanze nelle immediate vicinanze dell’impianto.

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E’ necessario l’uso di un sistema di registrazione dei pazienti sia ai fini legali che per eventuali indagini epidemiologiche. Nel caso di referto, questo va compilato in triplice copia e deve recare: - il settore esatto dell’impianto dove è avvenuto l’infortunio; - la data e l’ora dell’intervento; - i dati anagrafici dell’infortunato; - la diagnosi, la terapia praticata, la prognosi e l’eventuale invio in ospedale; - la firma ed il timbro del medico visitatore. Durante i concerti, negli stadi nei quali è prevista la presenza di pubblico anche sul prato, devono essere creati dei corridoi nei quali non sia consentito lo stazionamento ed il transito del pubblico, e che siano al servizio esclusivo dei soccorritori. Tali corridoi devono essere delimitati con divisori e presidiati per tutta la loro estensione dal personale del Servizio d’ordine. Tale personale, che deve essere addestrato alle norme di Primo Soccorso ed al trasporto corretto degli infortunati, deve essere provvisto, nel caso di manifestazioni notturne, di torce elettriche allo scopo di individuare prontamente gli infortunati ed agevolare, nel contempo, l’opera dei soccorritori. E’ necessario, pertanto, che lungo tali corridoi vengano ricavate delle "anse" nelle quali attivare delle Squadre sanitarie, composte almeno da un paramedico e da un soccorritore, attrezzate con: - sistema di barellamento atraumatico; - pallone autoespandibile di rianimazione; - sistema di erogazione di O2; - aspiratore di mucosità; - farmaci e materiale di medicazione necessari. Altre 2 Squadre sanitarie devono essere create nelle immediate prossimità del palco che ospita gli artisti e dove più spesso si verificano gli infortuni, data la massa di pubblico che vi si concentra. Tali presidi devono essere composti da un medico e da due paramedici esperti in emergenza. Il pubblico, comunque, va tenuto, con appositi divisori, ad una distanza non inferiore a metri 6 dal palco.

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COMUNE di BISCEGLIE PROVINCIA di BARLETTA - ANDRIA - TRANI

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5. NORME DI COMPORTAMENTO PER LA POPOLAZIONE

5.1 I Comportamenti e le Reazioni umane nelle situazioni di emergenza 5.2 Sistemi di allertamento della popolazione 5.3 Norme di comportamento generali 5.4 Visione del piano e relative informazioni

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5.1 I Comportamenti e le Reazioni umane nelle situazioni di emergenza Poiché una situazione di emergenza non riguarda mai un singolo individuo bensì un numero cospicuo di persone, sono stati svolti diversi studi per capire come queste si comportino per sopravvivere ad una minaccia. Testimonianze di superstiti, “case study” e ricerche su campo in simulazioni hanno evidenziato la forte eterogeneità delle risposte individuali. Secondo Leach (2004) nelle situazioni di pericolo, la risposta degli individui può essere classificata in tre grandi gruppi.

I gruppo: comprende il 10-15% di persone coinvolte in disastri, rimane relativamente calmo. Queste persone sono capaci di organizzare i pensieri rapidamente, mantenere intatta la consapevolezza delle situazioni e le capacità di giudizio e ragionamento, sono capaci di valutare la situazione, fare un piano di azione e metterlo in pratica.

II gruppo: composto da circa il 75% di persone, comprende coloro che rispondono in maniera sconcertata e confusa, mostrando un ragionamento compromesso e un rallentamento del pensiero. Il loro comportamento è guidato da processi quasi automatici.

III gruppo: il 10-15% di persone, tende a mostrare un alto grado di comportamenti controproducenti che aumentano il rischio di morte, come quello del pianto incontrollato, di confusione globale, urla e ansia paralizzante.

È in queste due ultime categorie di comportamenti che troviamo il maggior numero di vittime. È da notare che i tratti di personalità di ciascuno sono scarsamente predittive delle risposte in tali condizioni: persone solitamente molto decise e razionali potrebbero comportarsi in questi scenari anomali in modo confuso e disorganizzato. Più in specifico, è emerso che le reazioni e i comportamenti nelle situazioni di pericolo possono essere le più disparate. Ne possiamo identificare nove che includono stati emotivi, cognitivi e fisiologici:

1. Comportamenti ansiosi: le persone sono in preda all’ansia, urlano, piangono e diventano incapaci anche di azioni semplici come aprire una porta;

2. Comportamenti di fuga disorganizzata: le persone tendono a correre, fuggendo in qualsiasi direzione, anche se non è quella giusta;

3. Comportamenti di coesione sociale: le persone si riuniscono fra loro e si “sentono un gruppo” (es., “sulla stessa barca”);

4. Attaccamento ai beni familiari: le persone prima di evacuare cercano di recuperare gli oggetti personali che hanno un valore economico ed affettivo;

5. Comportamenti altruistici: le persone tendono ad aiutare altre persone in difficoltà, esponendosi loro stessi ad un pericolo vitale;

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1 Percezione del pericolo imminente

2 Vulnerabilità personale

3 Focalizzazione sul pericolo esterno

4 Pianificazione di un’azione

5 Azione (automatica o consapevole)

6 Rievocazione del pericolo

6. Comportamenti di “congelamento”: alcune persone rimangono cognitivamente paralizzate e incapaci a muoversi;

7. Comportamenti di panico: si tratta di comportamenti distruttivi, irrazionali e asociali quali il lottare con altre persone.

8. Disorientamento situazionale: le persone percepiscono uno stato di incredulità e di astrazione della situazione;

9. Disorientamento fisiologico: nella situazione di scarsa visibilità (es., causata dal fumo scaturito dall’incendio) le persone faticano a trovare le vie d’uscita e si intossicano con i gas inspirati;

Parallelamente all’attivazione fisiologica la mente cerca rapidamente le informazioni immagazzinate per prendere delle decisioni sulle azioni da svolgere. Questo processo può essere suddiviso in sei fasi specifiche ognuna con una proprie peculiarità.

MOBILITAZIONE DELLE RISORSE MENTALI NELLE SITUAZIONI DI PERICOLO

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Nella prima fase, si comprende di esser in pericolo e si è spaventati dalla situazione. Poi ci si rende conto di essere vulnerabili; si può essere sopraffatti dal panico e sentirsi estremamente deboli. Nella fase terza, si capisce che per riuscire a sopravvivere bisogna agire; si passa da un focus interno di vulnerabilità e uno esterno di pericolo. In una fase successiva, il pericolo è visto come un problema da risolvere, tenendo conto delle proprie abilità per fronteggiarlo; consapevolmente o istintivamente si elabora un piano di azione pronto per essere attuato; si diventa più calmi e controllati. Nella fase quinta, è il momento dell’azione, in cui si mette in atto ciò che consapevolmente o istintivamente è stato progettato; la mente è chiara e focalizzata sul compito e, in tal modo, esprime fiducia e controllo. Infine, una volta scampati al pericolo, si torna con la mente alla situazione tragica a cui si è sopravvissuti; le persone che rimangono per lungo tempo in questa fase potrebbero avere problemi successivi di equilibrio psicologico (i cosiddetti “pensieri intrusivi” e lo sviluppo del Disturbo Acuto da Stress e il Disturbo da Stress Post-traumatico). È da tenere presente che durante una situazione di emergenza le persone possono rimanere bloccate in una di queste fasi specifiche, oppure continuare a slittare avanti e indietro ripetutamente fra due o più di esse. “FIGHT” , “FLIGHT” O “FREEZE” I modelli teorici classici hanno messo in evidenza che, di fronte alle minaccia di vita, gli esseri umani (e gli animali) affrontano la situazione attraverso due tipi di azioni: il fronteggiamento o l’evitamento, un binomio definito “combatto o fuggi”, (“fight or flight”). Dalle più recenti indagini è emerso che in realtà, i processi cognitivi ed emotivi che seguono la percezione di un pericolo, possono essere spiegati in una visione non solo dualistica: ci sarebbe una terza possibilità: il fenomeno che egli ha definito “freezing”, riferendosi con esso al totale o parziale congelamento dei movimenti da parte della persona in pericolo, dovuto ad un meccanismo di difesa attuato dal cervello in condizioni estreme. Non sono, infatti, infrequenti nell’esperienza dei soccorritori i casi in cui hanno cercato di aiutare alcune persone guidandoli fuori dalla situazione di pericolo, urlando loro di muoversi e fuggire ma questi non hanno reagito e sono stati immobili. Tra i professionisti che operano in scenari a rischio (es., militari, vigili del fuoco), le esercitazioni e le simulazioni sono importanti in quanto consentono di produrre schemi comportamentali automatici per prevenire la paralisi cognitiva

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5.2 Sistemi di Allertamento della Popolazione L’allertamento della popolazione costituisce una delle attività primarie del soccorso e compete, di norma, all’autorità locale di protezione civile cui la legge affida, appunto, l’attivazione ed il coordinamento dei primi soccorsi. La scelta circa lo strumento da utilizzare per allertare la popolazione spetta al Sindaco il quale, tra i mezzi di allertamento ipotizzabili, preferirà quelli che soddisfano le seguenti prioritarie esigenze:

- raggiungere il più ampio numero di persone nel più breve lasso di tempo possibile - essere gestibili direttamente dall’amministrazione competente - essere attivabili in condizioni di sicurezza in quanto gli impianti non richiedono al

personale preposto di operare in “zone a rischio” - essere in grado si fornire informazioni anche complesse - essere gestibili da personale operativo h24

Ciò premesso, lo strumento più idoneo è - secondo lo standard tecnologico più aggiornato – un impianto di amplificazione, dotato dei seguenti requisiti:

- potenza sufficiente per raggiungere anche il limite esterno della zona di attenzione - un sistema di comando di facile attivazione ed immediatamente disponibile per

l’autorità locale di protezione civile ovvero per la persona dallo stesso delegata a tale specifico scopo

- gestibile da personale operativo h 24 - idoneo a trasmettere anche messaggi complessi

Tuttavia, in mancanza di sistemi rispondenti al citato standard, sono ipotizzabili, in via transitoria, strumentazioni meno complesse quali:

- impianti di sirene (comprese quelle gestibili solo da personale interno all’azienda)

- megafoni autoalimentati (di norma quelli montati su autovetture) - campane predisposte su torri civiche o parrocchiali ecc..

Oltre a quelli citati, possono ipotizzarsi altri strumenti “speciali” ovvero “individuali” di allertamento come, ad esempio, comunicazioni telefoniche, telefax ecc.; ma appare evidente che, ai fini del presente piano, dovendo disporre soprattutto di uno strumento idoneo per allertare, in tempi brevi, un numero elevato di persone ed, in particolare, quelle residenti all’esterno dell’azienda, sono da preferirsi i sistemi di allertamento “collettivi” nonché quelli, come il primo segnalato, che permettono di fornire alla popolazione informazioni anche dettagliate sulle misure di protezione da adottare. In questo contesto, peraltro, appare indispensabile sottolineare l’esigenza che, qualsiasi strumento si voglia utilizzare, il Sindaco deve, comunque, decidere come ed in quali circostanze utilizzarlo. Occorre cioè che lo strumento sia, comunque, utilizzato secondo procedure concordate e pianificate, a livello locale, preventivamente ed in modo da far giungere alla popolazione, almeno i due seguenti tipi di comunicazione:

- si è verificato un evento incidentale presso la “nota” azienda. La popolazione presente entro i confini della “zona di attenzione” deve rimanere al chiuso della propria abitazione (allertamento di tipo “A”)

- si è verificato un evento incidentale presso la “nota” azienda. La popolazione presente entro i confini della “zona di attenzione” deve evacuare in direzione opposta rispetto all’azienda medesima (allertamento di tipo “B”).

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A titolo meramente esemplificativo – anche al fine di proporre un’ipotesi di convezione tra il gestore dell’impianto ed il sindaco - se lo strumento utilizzato è la sirena ed occorre assicurare il riparo al chiuso della popolazione, il suono sarà continuo e della durata di almeno 3 (tre) minuti. Nel caso in cui occorra evacuare, il suono sarà intermittente e della durata, anche in questo caso, di almeno 3 (tre) minuti.

- se il mezzo di allertamento prescelto è, invece, la campana, l’esigenza di portare al riparo le persone potrà, ad esempio, essere comunicata con una serie continua, ma identica, di rintocchi;

- altrimenti, in caso di evacuazione, si avrà una serie discontinua di rintocchi di tono diverso.

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5.3 Norme di Comportamento Generali Come documento di lavoro “base”, si illustrano, nel seguito, le norme di comportamento generali da attuare in situazione di emergenza, a prescindere dal livello di rischio specifico individuato sul territorio comunale precisando che nella sezione allegati sono riportate i modelli specifici per l’informazione preventiva alla popolazione in adeguamento al piano di emergenza predisposto dalla Provincia.

INONDAZIONE Le norme di comportamento per la popolazione dell’area alluvionata, in attesa dei soccorsi e della successiva evacuazione, comprendono:

- Individuare aree sicure al di sopra dei livelli di esondazione, avere disponibili ed efficienti gli indumenti e le attrezzature necessarie (come sacchi di sabbia, teloni impermeabili, ecc), tenere una scorta di acqua potabile ed il bagaglio di emergenza, in vista di un successivo sfollamento. Sigillare le fessure delle porte con sacchi di sabbia o paratie orizzontali, così pure i serbatoi ed i locali dell'impianto di riscaldamento.

- Mantenere funzionante una motopompa ed un gruppo elettrogeno, ove disponibili. - Disattivare le utenze elettriche, energia elettrica, gas, acqua, portarsi oltre il livello

massimo dell'acqua, salendo ai piani superiori o sul tetto. Se si è sorpresi per strada arrampicarsi sopra un albero, su un palo, non cercare di attraversare una corrente dove l'acqua è superiore al livello delle ginocchia.

- Non guidare in strade allagate, se il veicolo si impantana abbandonarlo subito. - Ispezionare locali al buio con lampade a batterie, dopo avere disinserito

l’interruttore generale EE. - Non usare, anche successivamente all’evento, cibi alluvionati e bere acqua

minerale. - Prima di rientrare nelle proprie abitazioni, verificare lo stato di manutenzione,

rilevando i danni eventualmente subiti dalla struttura, con l’ausilio dei tecnici esterni, VVF e comunali all’uopo individuati dal Comune.

TERREMOTO

Le norme di comportamento per la popolazione, in caso di scossa tellurica comprendono: - Durante le scosse restare in casa, ripararsi sotto un solido tavolo, il letto, il vano di

una porta gli architravi interni alla struttura di cemento armato. - Aprire la porta per evitarne il blocco. Allontanarsi dai vetri, spegnere stufe,

caminetti, ed - utilizzatori elettrici possibili veicoli d'incendi, così pure chiudere il contatore del

gas e disattivare l'energia elettrica. - Se dovete abbandonare l'edificio non usare l'ascensore o montacarichi per evitare

di rimanere bloccati all'interno. - Lasciare le linee telefoniche libere, seguire le istruzioni fornite dalla radio o tramite

altoparlanti. - Se vi trovate all'esterno non passate sotto cornicioni o muri pericolanti,

mantenersi lontano da palazzi ed edifici sostare solo in luoghi aperti, non rifugiarsi nelle cantine, nei sottopassi, nella metropolitana: le uscite potrebbero essere bloccate. Non usare l'auto, se vi trovate a bordo evitate di percorrere ponti, gallerie, strade franate. Allontanarsi da argini, ponti, dighe, attenzione alle linee elettriche.

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NUBE TOSSICA

Le norme di comportamento per la popolazione dell’area interessata da una nube tossica, in attesa dei soccorsi e della successiva evacuazione, comprendono:

- Se all'aperto coprirsi naso e bocca con il fazzoletto, rientrare a casa gettare i vestiti, lavarsi curando bene gli occhi e le parti del corpo esposte. In ogni caso allontanarsi dal luogo dell’incidente portandosi sopravento.

- Non intralciare il traffico evitando ogni spostamento in direzione della zona - dell'incidente. - In caso di malessere richiedere l'intervento medico di urgenza, somministrare

ossigeno a quanti mostrassero sintomi di asfissia. - Nelle abitazioni e locali chiusi fermare gli impianti di ventilazione o

condizionamento, disattivare le utenze, luce, gas, posizionare stracci bagnati in corrispondenza di porte, finestre, ecc.

- Non cercare riparo nelle cantine o nel sottosuolo per pericolo di asfissia, somministrare ossigeno a quanti mostrassero sintomi di asfissia.

- Nelle scuole far rientrare le scolaresche all'interno e trattenerle nei locali chiusi, attendere le istruzioni delle autorità competenti.

- Ove coinvolti, ricoverare gli animali in stalle o recinti chiusi, non somministrare, successivamente all’evento, foraggio fresco o fieno conservato all'aperto, o acqua di superficie o di pozzo.

SVERSAMENTO DI PRODOTTO PERICOLOSO

Le norme di comportamento per la popolazione, in caso di sversamento di prodotto pericoloso, comprendono:

- In caso di sversamento in ambiente esterno Se all'aperto coprirsi naso e bocca con il fazzoletto, allontanarsi dall’area interessata dallo sversamento. In caso di malessere richiedere l'intervento medico di urgenza, somministrare ossigeno a quanti mostrassero sintomi di asfissia. Nelle abitazioni e locali chiusi, rifugiarsi al chiuso nel locale più idoneo, caratterizzato da:

- presenza di poche aperture - posizione ad un piano elevato - ubicazione dal lato opposto rispetto alla fonte incidentale - disponibilità di acqua - presenza di un mezzo per la ricezione delle informazioni. - fermare gli impianti di ventilazione o condizionamento, sia locali sia centralizzati,

chiudere le serrande delle canne fumarie, porte e finestre e sigillarle con stracci bagnati.

- disattivare le utenze - non cercare riparo nelle cantine o nel sottosuolo per pericolo di asfissia,

somministrare ossigeno a quanti mostrassero sintomi di asfissia. Nelle scuole far rientrare le scolaresche all'interno e trattenerle nei locali chiusi, attendere le istruzioni delle autorità competenti. Ove coinvolti, ricoverare gli animali in stalle o recinti chiusi, non somministrare, successivamente all’evento, foraggio fresco o fieno conservato all'aperto, o acqua di superficie o di pozzo.

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 108

In caso di sversamento all’interno dell’ambiente di lavoro In caso di sversamento all’interno del proprio luogo di lavoro, verificare che all’interno dei locali non siano rimaste bloccate persone:

- presidiare l’ingresso all’edificio, impedendo l’accesso a chiunque non sia addetto alle operazioni di emergenza

- verificare se vi siano cause accertabili di perdita dei liquidi (rubinetti aperti, visibile rottura di tubazioni, contenitori forati, ecc.) e si è in grado di eliminare la causa della perdita.

In tal caso contenere e neutralizzare il liquido sversato, utilizzando idonei mezzi e i dispositivi di protezione individuale a disposizione. Altrimenti richiedere interventi esterni. Nelle locali di lavoro fermare gli impianti di ventilazione o condizionamento, disattivare le utenze, luce, gas, posizionare stracci bagnati in corrispondenza di porte, finestre, ecc. Al termine, lasciare ventilare fino a non percepire più l’odore del prodotto sversato.

FUGA DI GAS Le norme di comportamento comprendono:

- al chiuso, spegnere immediatamente le fiamme libere e le sigarette ed interrompere l’erogazione di gas dal contatore esterno

- aprire tutte le finestre - non effettuare alcuna operazione su apparecchiature ed interruttori elettrici - evacuare l’ambiente seguendo le vie di fuga segnalate, non utilizzando ascensori,

ma unicamente le scale - presidiare l’ingresso all’edificio, impedendo l’accesso a chiunque non sia addetto

alle operazioni di emergenza - verificare se vi siano cause accertabili di perdita di gas (rubinetti aperti, visibile

rottura di tubazioni flessibili, ecc.) e richiedere l’intervento del servizio tecnico esterno

- al termine, lasciare ventilare fino a non percepire più l’odore

INCENDIO Le norme di comportamento in caso di incendio comprendono:

- preventivamente, attenersi alle disposizioni delle autorità per il divieto di accensione di fuochi nei periodi di maggiore siccità / nelle zone regolamentate appositamente.

- non gettare sigarette e non bruciare stoppie nei campi, non abbandonare nei boschi rifiuti o materiale infiammabile.

- segnalate subito la presenza dell'incendio e, ove possibile, intervenire sul focolaio di incendio con estintori, getti di acqua, sabbia. Non utilizzare mai l’acqua sulle apparecchiature elettriche

- durante un incendio attenzione a non rimanere intrappolati dalle fiamme, proteggersi dal fumo con un fazzoletto umido.

- in spazi aperti, non ripararsi in anfratti o cavità del terreno, battere il fuoco con frasche o pale, se c'è disponibilità d'acqua gettarla su foglie secche erba, arbusti alla base delle fiamme

- sui pendii non salite verso l'alto, il fronte del fuoco si propaga più velocemente in salita che in discesa.

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 109

5.4 Visione del Piano e relativo e informazione Il Piano è visionabile, in ogni sua componente, cartacea ed informatica (Parte Generale, Modello Operativo, Cartografie, Allegati) presso il Servizio di Protezione Civile Comunale. Il referente responsabile, è disponibile per ogni informazione in merito negli orari di ufficio previo appuntamento, contattando l’ufficio di gabinetto del Sindaco.

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 110

COMUNE di BISCEGLIE PROVINCIA di BARLETTA - ANDRIA - TRANI

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

6. Modulistica ed Allegati

6.1 Schede per la procedura di intervento 6.2 Allegati per l’informazione preventiva alla popolazione 6.3 Allegati relativi ai rischi idrogeologico e sismico 6.4 Glossario di Protezione Civile

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 111

6.1 Schede per la procedura di intervento La modulistica allegata al piano è funzionale alle procedure di coordinamento e indirizzo che il Sindaco è chiamato assolvere in caso di emergenza. Tanto al fine di omogeneizzare i linguaggi e standardizzare le procedure di comunicazione, all’interno della struttura comunale di Protezione Civile:

- Modello A scheda segnalazione evento

- Modello B scheda di chiusura evento

- Modello C scheda di segnalazione di evento calamitoso

- Modello D scheda di reperibilità Responsabili di Supporto del C.O.C.

- Modello E scheda di Informazione e Verifica reperibilità rappresentanti C.O.M.

in fase di attenzione

- Modello F scheda di convocazione C.O.C.

- Modello G scheda di convocazione C.O.M. in fase di preallarme

- Modello H scheda di informazione C.O.M. e C.C.S. su problemi territoriali in

fase di preallarme

- Modello I fac/simile di Ordinanza Sindacale Contingibile ed Urgente

- Modello L modello di segnalazione impiego Gruppi ed Organizzazioni

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 112

MODELLO A Scheda Segnalazione Evento

EVENTO ……………………………………………………………………… del ……………... ora ………..…

SEGNALAZIONE A:

Tramite nr. Ora

Sindaco

Provincia

Prefettura

Regione Puglia(segnalazione danni)

C.O.C.

Il giorno ………………………. alle ore ……………………. ci è stato segnalato che:

Nel Comune di Prov.di

località

Evento

Gravità presunta (alta, media, bassa)

tel:

si è verificato quanto segue:

Segnalazione proveniente da:

VERIFICA

Verifica dell’evento tramite: POLIZIA MINUCIPALE VIGILI DEL FUOCO di …………………………………………….…………... PREFETTURA di …………………………………………………………. CARABINIERI di …………………………………………………………. ALTRO ………………………………………………………….

REGISTRAZIONE SI REGISTRA l’evento segnalato……………………………………. Disponendo l’archiviazione..…………………….…………..... Informando Il Sindaco ……………………………………… Informando Il C.O.C. ……….…………………………….. Disponendo la prosecuzione delle attività ………………..

L’operatore addetto……………………………………... (firma)……………………………………..

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 113

MODELLO B Scheda di Chiusura Evento

EVENTO ……………………………………………………………………… del ……………... ora ………..…

SEGNALAZIONE A:

Tramite nr. Ora

Sindaco

Provincia

Prefettura

Regione Puglia(segnalazione danni)

C.O.C.

Il giorno ………………………. alle ore ……………………. ci è stato segnalato che:

Nel Comune di Prov.di

località

è terminato l'evento

risolto per mezzo

VERIFICA Verifica dell’evento tramite: POLIZIA MINUCIPALE VIGILI DEL FUOCO di …………………………………………….…………... PREFETTURA di …………………………………………………………. CARABINIERI di …………………………………………………………. ALTRO ………………………………………………………….

REGISTRAZIONE SI REGISTRA l’evento segnalato……………………………………. Disponendo l’archiviazione..…………………….…………..... Informando Il Sindaco ……………………………………… Informando Il C.O.C. ……….…………………………….. Disponendo la prosecuzione delle attività ………………..

L’operatore addetto……………………………………... (firma)……………………………………..

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 114

MODELLO C Modulo di Segnalazione di Evento Calamitoso

Data: ……………………… Ora: ……………….. da: Sindaco del Comune di BISCEGLIE prov.di: BAT Via: TRENTO, 10 C.a.p.: 70052 Tel.Uff.di Gabinetto: 080 3950258 Telefax: 080 3950205 at: REGIONE PUGLIA PROVINCIA di BAT PREFETTURA di BARI – PROTEZIONE CIVILE Via: Piazza LIBERTA’, 1 BARI Tel.: 080 5293111 Telefax: 080 5293198 Prot.nr. ……………………… Oggetto: SEGNALAZIONE DI EMERGENZA/EVENTO CALAMITOSO Attesa gravissima situazione venutasi a creare il giorno ……………………… alle ore

………………………, causa ……………………………………………………………………………………….…… ,

che ha interessato il territorio di …………………………………………………………………………..…….

riscontrata impossibilità fronteggiare evento con mezzi et poteri propri, rappresentasi

urgente necessità di intervento delle SS.LL.

A tal fine si comunica che sinora sono state assunte le seguenti iniziative:

Il personale e le forze attualmente in campo sono: Pregasi confermare avvenuta ricezione.

Il Sindaco

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 115

MODELLO D Modulo di Segnalazione di Reperibilità

Responsabili di supporto del C.O.C. Data: ……………………… Ora: ……………….. da: Sindaco del Comune di BISCEGLIE prov.di: BAT Via: TRENTO, 10 C.a.p.: 70052 Tel.Uff.di Gabinetto: 080 3950258 Telefax: 080 3950205 ai: Responsabili di Supporto delle funzioni di: …………………………………………………………………….

…………………………………………………………………….

…………………………………………………………………….

…………………………………………………………………….

…………………………………………………………………….

Prot.nr. ……………………… Oggetto: SEGNALAZIONE DI ATTENZIONE/PREALLARME

NOTA FAX PREFETTURA DI BARI del …....……………..

RIGUARDANTE……………………………………………………………..……………

SI DISPONE CHE I RESPONSABILI DELLE FUNZIONI INNANZI RICHIAMATE

- Pongano in stand by il personale delle proprie funzioni

- Si tengono a disposizione per un intervento tempestivo

Pregasi confermare avvenuta ricezione.

Il Sindaco

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 116

MODELLO E Modulo di Informazione e Reperibilità

Rappresentanti del C.O.M. Data: ……………………… Ora: ……………….. da: Sindaco del Comune di BISCEGLIE prov.di: BAT Via: TRENTO, 10 C.a.p.: 70052 Tel.Uff.di Gabinetto: 080 3950258 Telefax: 080 3950205 ai: Responsabili del C.O.M. BA - MOLFETTA/7^ zona

costituito dai Comuni di Binetto, Bitonto, Bisceglie, Giovinazzo, Grumo Appula, Molfetta, Palo del Colle, Ruvo di Puglia, Terlizzi e Toritto.

e p.c. PREFETTURA di BARI – PROTEZIONE CIVILE Via: Piazza LIBERTA’, 1 BARI Tel.: 080 5293111 Telefax: 080 5293198 Prot.nr. ……………………… Oggetto: SEGNALAZIONE DI ATTENZIONE

NOTA FAX PREFETTURA DI BARI del …....……………..

RIGUARDANTE……………………………………………………………..……………

SI INFORMA CHE A SEGUITO DI AVVISO DI ATTENZIONE DIRAMATO

PREFETTURA RENDESI NECESSARIO VERIFICARE REPERIBILITA’

RAPPRESENTANTI CONFLUENTI NEL C.O.M./ 7^.-

Pregasi confermare avvenuta ricezione.

Il Sindaco

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 117

MODELLO F Modulo di Convocazione

Responsabili di supporto del C.O.C. Data: ……………………… Ora: ……………….. da: Sindaco del Comune di BISCEGLIE prov.di: BAT Via: TRENTO, 10 C.a.p.: 70052 Tel.Uff.di Gabinetto: 080 3950258 Telefax: 080 3950205 ai: Responsabili di Supporto delle funzioni di: …………………………………………………………………….

…………………………………………………………………….

…………………………………………………………………….

…………………………………………………………………….

…………………………………………………………………….

e p.c. PREFETTURA di BARI – PROTEZIONE CIVILE Via: Piazza LIBERTA’, 1 BARI Tel.: 080 5293111 Telefax: 080 5293198 Oggetto: CONVOCAZIONE C.O.C. A SEGUITO DI SEGNALAZIONE DI

PREALLARME NOTA FAX PREFETTURA DI BARI del …....……………..

RIGUARDANTE……………………………………………………………..……………

SI DISPONE CHE I RESPONSABILI DELLE FUNZIONI INNANZI RICHIAMATE

SIANO IMMEDIATAMENTE CONVOCATI PRESSO LA SALA OPERATIVA

COMUNALE.-

Pregasi confermare avvenuta ricezione.

Il Sindaco

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 118

MODELLO G Modulo di Convocazione

Rappresentanti del C.O.M. Data: ……………………… Ora: ……………….. da: Sindaco del Comune di BISCEGLIE prov.di: BAT Via: TRENTO, 10 C.a.p.: 70052 Tel.Uff.di Gabinetto: 080 3950258 Telefax: 080 3950205 ai: Responsabili del C.O.M. BA - MOLFETTA/7^ zona

costituito dai Comuni di Binetto, Bitonto, Bisceglie, Giovinazzo, Grumo Appula, Molfetta, Palo del Colle, Ruvo di Puglia, Terlizzi e Toritto, facenti capo al Comune di Molfetta.

e p.c. PREFETTURA di BARI – PROTEZIONE CIVILE Via: Piazza LIBERTA’, 1 BARI Tel.: 080 5293111 Telefax: 080 5293198 Prot.nr. ……………………… Oggetto: RICHIESTA DI CONVOCAZIONE C.O.M. A SEGUITO DI

SEGNALAZIONE DI PREALLARME NOTA FAX PREFETTURA DI

BARI del …....……………..

RIGUARDANTE……………………………………………………………..……………

A SEGUITO DI AVVISO DI PREALLARME DIRAMATO PREFETTURA SI DISPONE

RENDESI IMMEDIATAMENTE NECESSARIO CONVOCARE PRESSO LA SALA

OPERATIVA COMUNALE DI ………………………………………………….. IL CENTRO

OPERATIVO MISTO 7^ ZONA.-

Pregasi confermare avvenuta ricezione.

Il Sindaco

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 119

MODELLO H Modulo di Informazione sui Problemi Territoriali

in fase di Preallarme Data: ……………………… Ora: ……………….. da: Sindaco del Comune di BISCEGLIE prov.di: BAT Via: TRENTO, 10 C.a.p.: 70052 Tel.Uff.di Gabinetto: 080 3950258 Telefax: 080 3950205 ai: Responsabili del C.O.M. BA - MOLFETTA/7^ zona

costituito dai Comuni di Binetto, Bisceglie, Bitonto, Giovinazzo, Grumo Appula, Molfetta, Palo del Colle, Ruvo di Puglia, Terlizzi e Toritto.

Prot.nr. ……………………… ai: C.C.S. - PREFETTURA – PROTEZIONE CIVILE Via: Piazza LIBERTA’, 1 BARI Tel.: 080 5293111 Telefax: 080 5293198 Prot.nr. ……………………… Oggetto: INFORMAZIONE SUI PROBLEMI TERRITORIALI IN FASE DI PRE

PREALLARME NOTA FAX PREFETTURA DI BARI del …....……………..

RIGUARDANTE……………………………………………………………..……………

DAI SOPRALUOGHI DELLA POLIZIA MUNICIPALE E/O SERVIZI TECNICI EMERGE

QUANTO SEGUE:

AREA INTERESSATA

ESIGENZE TERRITORIALI ALTRE NOTIZIE

Il Sindaco

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 120

MODELLO I Schema di Ordinanza

Contingibile ed Urgente

Città di BISCEGLIE

Il SINDACO VISTA la nota della Prefettura di Bari, ivi pervenuta in data …………………., tramite il

Comune di Molfetta, avente per oggetto segnalazioni inerenti la situazione pluviometrica;

VISTI i sopralluoghi della Polizia Municipale e/o del Servizio Tecnico Comunale, in

occasione dei turni di vigilanza e di ……………….…., dai quali si evince …………….

……………………………………………………………………………………………………………..………………….

CONSIDERATA l’urgenza di provvedere in merito, a salvaguardia della pubblica incolumità, per tutto il periodo in cui perdurerà la situazione di pericolo sopra rappresentata; Visto il Decreto Lgls 10 aprile 1992, n.285; Visto l’art.16 del D.P.R. 6 febbraio 1981, n.66; Visto l’art.15 della legge 24 febbraio 1992, n.225; Vista la legge 267/2000

Ordina

• La chiusura al traffico pedonale e veicolare del tratto di strada

oppure • Lo sgombero delle seguenti abitazioni

oppure • La chiusura delle scuole di ogni ordine e grado presenti sul territorio del Comune di

Bisceglie

affinché non vengono a cessare le condizioni di pericolo oggetto del presente provvedimento. L’inottemperanza alla predetta ordinanza comporterà la denuncia all’Autorità Giudiziaria ai sensi dell’art. 650 c.p.. Il presente provvedimento viene trasmesso al Sig. Prefetto di Bari. Contro la presente ordinanza è ammesso , nel termine di 30 giorni, ricorso al sig. Prefetto di Bari ( D.P.R. 24 Novembre 1971, n.1199), oppure in via alternativa, ricorso al T.A.R. del Puglia nel termine di 60 giorni, (Legge 6 dicembre 1971, n.1034), termini tutti decorrenti dalla notificazione o dalla piena conoscenza del presente provvedimento Bisceglie, lì ………………………………..

Il Sindaco

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 121

MODELLO L Modulo di Richiesta Impiego

Gruppi ed Organizzazioni Data: ……………………… Ora: ……………….. da: Sindaco del Comune di BISCEGLIE prov.di: BAT Via: TRENTO, 10 C.a.p.: 70052 Tel.Uff.di Gabinetto: 080 3950258 Telefax: 080 3950205 ai: PREFETTURA – PROTEZIONE CIVILE Via: Piazza LIBERTA’, 1 BARI Tel.: 080 5293111 Telefax: 080 5293198 Prot.nr. ……………………… Oggetto: RICHIESTA IMPIEGO GRUPPI ED ORGANIZZAZIONI

…………………………..………………………………………………………..……………

Vista la nota della Prefettura di Bari, ivi pervenuta in data …………………., tramite il Comune di Molfetta (sede di C.O.M.), avente per oggetto segnalazioni inerenti la situazione pluviometrica; VISTI i sopralluoghi della Polizia Municipale e/o del Servizio Tecnico Comunale, in occasione dei turni di vigilanza e di ……………………..………., dai quali si evince ……………. ………………………………………………………………………………………………………………………………... CONSIDERATA l’urgenza di provvedere in merito, a salvaguardia della pubblica incolumità, per tutto il periodo in cui perdurerà la situazione di pericolo sopra rappresentata;

Si chiede

La disponibilità a poter utilizzare i seguenti Gruppi ed Organizzazioni per le sotto specificate attività :

Si resta in attesa di un sollecito e positivo riscontro

Il Sindaco

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 122

6.2 Allegati per l’informazione preventiva alla popolazione

Modelli di schede comportamentali Allegato 1

Schede sulle modalità di comunicazione Allegato 2

Comportamenti di autoprotezione da attuare in caso di evento incidentale Allegato 3

Composizione del pacchetto informativo Allegato 4

L'organizzazione dei rapporti con i mass-media Allegato 5

La tecnica della comunicazione Allegato 6

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 123

DOCUMENTO 1

Modelli di Schede Comportamentali

Scheda A\1

Provvedimenti di autoprotezione in caso di allarme generale

Da attivare nel caso di segnale d’allarme generale

Due minuti di suono modulato: ripetizione

Rifugiarsi al chiuso nel locale più idoneo possibile. Le caratteristiche che migliorano l’idoneità di un locale sono: - presenza di poche aperture - posizione ad un piano elevato - ubicazione dal lato dell’edificio opposto allo stabilimento - disponibilità di acqua - presenza di un mezzo di ricezione delle informazioni Evitare l’uso di ascensori

Chiudere tutte le finestre e porte esterne

Mantenersi sintonizzati mediante radio o TV sulle stazioni emittenti indicate dalle

Autorità ovvero prestare attenzione ai messaggi inviati mediante rete telefonica o

altoparlanti

Non usare il telefono. Lasciare libere le linee per le comunicazioni d’emergenza

Fermare i sistemi di ventilazione o condizionamento siano essi centralizzati o locali.

Spegnere i sistemi di riscaldamento e le fiamme libere

Non andare a prendere i bambini a scuola. Sono protetti e a loro pensano gli insegnanti

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 124

Scheda A\2

Provvedimenti di autoprotezione in caso di rilascio tossico Da attivare in seguito a comunicazione da squadre di soccorso, radio/TV, altoparlanti, telefono, ecc. Durante il rifugio al chiuso Mantenersi sintonizzati mediante radio o TV sulle stazioni emittenti indicate dalle Autorità ovvero prestare attenzione ai messaggi inviati mediante rete telefonica Non usare il telefono: Lasciare libere le linee per le comunicazioni d’emergenza Chiudere le serrande delle canne fumarie e tamponare l’imbocco di cappe o camini Sigillare con nastro adesivo le prese d’aria di ventilatori e condizionatori Sigillare con nastro adesivo e tamponare con panni bagnati le fessure degli stipiti di finestre e porte e la luce tra porte e pavimento Se il rifugio è costituito da un bagno, tenere aperta la doccia per dilavare l’aria interna In caso di necessità tenere un panno bagnato sugli occhi e davanti al naso e alla bocca In caso di ordine di evacuazione Abbandonare la zona seguendo le istruzioni delle autorità e possibilmente seguendo percorsi trasversali alla direzione del vento e che si allontanano dal punto di rilascio Tenere possibilmente un fazzoletto bagnato sulla bocca e sul naso Non utilizzare le auto per evitare l’ingorgo del traffico con blocco dell’evacuazione e per non intralciare l’intervento dei mezzi di soccorso Dirigersi al punto di raccolta indicato nella documentazione fornita dalle Autorità Evitare l’uso di ascensori Possibilmente portare con sé un apparecchio radio. Mantenersi sintonizzati sulle stazioni emittenti indicate dalle Autorità e prestare attenzione ai messaggi inviati Non andare a prendere i bambini a scuola. Sono protetti e a loro pensano gli insegnanti. Al cessato allarme Segnale di cessato allarme Un minuto di suono permanente Aprire tutte le finestre e le porte per aerare i locali interni Portarsi all’aperto assistendo in tale operazione eventuali persone inabilitate Porre particolare attenzione nel riaccendere ai locali, particolarmente quelli interrati o seminterrati, dove vi possa essere ristagno di vapori

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 125

Scheda A\3 Provvedimenti di autoprotezione in caso di incendio o esplosione

Da attivare solo nel caso di comunicazione da squadre di soccorso, radio/TV, altoparlanti ecc. Durante il rifugio al chiuso Mantenersi sintonizzati mediante radio o TV sulle stazioni emittenti indicate dalle Autorità ovvero prestare attenzione ai messaggi inviati mediante rete telefonica Non usare il telefono: lasciare libere le linee per le comunicazioni d’emergenza Tenersi a distanza dalle porte e dai vetri delle finestre In caso di ordine di evacuazione Allontanarsi dal punto di possibile esplosione seguendo i percorsi indicati dalle autorità e tenendosi lontani da edifici e strutture collassabili Seguire possibilmente percorsi schermati rispetto al punto della possibile esplosione Non utilizzare l’auto per evitare l’ingorgo del traffico con blocco dell’evacuazione e per non intralciare l’intervento dei mezzi di soccorso Dirigersi al punto di raccolta indicato nella documentazione fornita dalle Autorità Evitare l’uso di ascensori Possibilmente portare con sé un apparecchio radio. Mantenersi sintonizzati sulle stazioni emittenti indicate dalle Autorità e prestare attenzione ai messaggi inviati. Non andare a prendere i bambini a scuola. Sono protetti e a loro pensano gli insegnanti Al cessato allarme Segnale di cessato allarme Un minuto di suono permanente Porre particolare attenzione nel riaccedere ai locali, particolarmente quelli interrati o seminterrati, dove vi possa essere ristagno di vapori Attenzione al possibile crollo di parti di edifici o strutture Aprire tutte le finestre e le porte per aerare i locali interni

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 126

DOCUMENTO 2

Modalità di Comunicazione

Scheda B/1 - PRIMA ZONA DI INFORMAZIONE

La prima zona di informazione è rappresentata dall'inviluppo delle prime zone di pianificazione caratterizzate da effetti sanitari comportanti una elevata probabilità di letalità anche per le persone mediamente sane. Ai fini della protezione riveste fondamentale importanza il comportamento della popolazione e si rende quindi necessaria una azione di informazione preventiva particolarmente attiva e capillare che dovrà essere svolta con mezzi diretti.

MODALITÀ DELLA COMUNICAZIONE

ACCORGIMENTI DA ADOTTARE A SECONDA

DELLA DENSITÀ DI POPOLAZIONE

a bassa densità di popolazione fissa <1000 persone al km2

Consegna porta a porta di un plico a tutte le famiglie residenti nella zona, da parte di un rappresentante della pubblica amministrazione (possibile utilizzazione del volontariato)

media o alta densità di popolazione fissa >1000 persone al km2

Invio (1) del plico con la predisposizione di sistemi di "richiamo e amplificazione" del messaggio (ad esempio una seconda spedizione solo della scheda comportamentale)

Informazione generalizzata (2)

Conferenza stampa

Affissione in locali pubblici di targhe contenenti i sistemi di allertamento e le norme di comportamento Eventualmente si può far ricorso a comunicazioni audiovisive.

Informazione diretta a nuclei familiari (porta a porta)

Distribuzione a tutte le famiglie residenti nella area di una plico (pacchetto informativo) contenente: • una lettera di presentazione dell’iniziativa a cura del sindaco e/o del prefetto • un documento informativo/illustrativo; • una scheda comportamentale con le indicazioni sui sistemi di allertamento e sulle norme di comportamento da assumere in caso di incidente;

---------------------------------------------- • eventualmente può essere inserito del materiale illustrativo delle aziende interessate

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 127

Scheda B/2 - SECONDA ZONA DI INFORMAZIONE

La seconda zona di informazione è rappresentata dall’inviluppo delle seconde zone di pianificazione caratterizzate da possibili danni, anche gravi ed irreversibili, per persone mediamente sane che non intraprendendo le corrette misure di auto protezione

MODALITÀ DELLA COMUNICAZIONE Informazione diretta ai nuclei familiari (porta a porta)

Invio postale (3) a tutte le famiglie residenti nella area di un plico (pacchetto informativo) contenente: • una lettera di presentazione dell’iniziativa a cura del sindaco e/o del prefetto; • un documento informativo/illustrativo • una scheda comportamentale (eventualmente modificata secondo le specifiche territoriali (4) con le indicazioni sui sistemi di allertamento e sulle norme di comportamento da assumere in caso di incidente; • eventualmente può essere inserito del materiale illustrativo delle aziende interessate

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 128

Scheda B/3 - TERZA ZONA DI INFORMAZIONE

La terza zona di informazione è rappresentata dall’inviluppo delle terze zone di pianificazione caratterizzate dal possibile verificarsi di danni, generalmente non gravi, a soggetti particolarmente vulnerabili. Per quanto riguarda la comunicazione si può ricorrere ad una informazione generalizzata, quale la stampa ed i mezzi audiovisivi.

MODALITÀ DELLA COMUNICAZIONE Informazione generalizzata Conferenza stampa

Affissione in luoghi pubblici di targhe contenenti i sistemi di allertamento e le norme di comportamento

Eventualmente si può far ricorso a comunicazione audiovisive.

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 129

Scheda B/4 - QUARTA ZONA DI INFORMAZIONE

I luoghi ad elevata concentrazione di persone possono essere presenti in prima, in seconda e terza zona. In tali luoghi dovranno essere predisposti specifici provvedimenti quali la formazione ed addestramento del personale responsabile, linee di comunicazione dedicate, ecc. L’informazione dovrà tener conto di tali provvedimenti e delle specificità dei luoghi interessati.

ACCORGIMENTI DA ADOTTARE IN PRESENZA DI LUOGHI AD ELEVATA

CONCENTRAZIONE DI PERSONE 1-2-3 ZONA (*)

Luoghi di ritrovo, alberghi ed uffici

Affissione targhe contenenti i sistemi di allertamento e le norme di comportamento (*)

Distribuzione della scheda comportamentale ai responsabili dell’esercizio o ufficio;

Predisposizione di esercitazioni di emergenza

concentrazioni occasionali Distribuzione della scheda comportamentale agli organizzatori della manifestazione (eventuale verifica di comprensione in sede autorizzativa).

(*) il pacchetto informativo dovrà essere preparato tenuto conto delle caratteristiche del destinatario. Le informazioni dovranno essere predisposte a seconda delle indicazioni previste nel piano di emergenza.

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 130

Scheda B/5 - LUOGHI AD ELEVATA CONCENTRAZIONE DI

PERSONE VULNERABILI I luoghi ad elevata concentrazione di persone vulnerabili possono essere presenti in prima, in seconda e terza zona. In tali luoghi dovranno essere predisposti specifici provvedimenti quali la costituzione di locali chiusi idonei al rifugio, formazione ed addestramento del personale responsabile, evacuazione, attrezzature di protezione individuale, linee di comunicazione dedicate, ecc. L'informazione dovrà tener conto di tali provvedimenti e delle specificità dei luoghi interessati.

ACCORGIMENTI DA ADOTTARE IN PRESENZA DI LUOGHI AD ELEVATA CONCENTRAZIONE

DI PERSONE VULNERABILI 1-2-3 ZONA

Scuole Consegna del pacchetto informativo al corpo docente

(*)

Incontri formativi/informativi con il corpo docente Realizzazione di conferenze e lezioni di protezione civile per gli studenti

Predisposizione di esercitazioni di emergenza

Affissione targhe contenenti i sistemi di allertamento e le norme di comportamento

Ospedali, strutture sanitarie e di ricovero

Consegna del pacchetto informativo al responsabile

Predisposizione di esercitazioni di emergenza

Incontri informativi con il corpo medico e paramedico

Affissione targhe contenenti i sistemi di allertamento e le norme di comportamento

(*) il pacchetto informativo dovrà essere preparato tenuto conto delle caratteristiche del destinatario. Le informazioni dovranno essere predisposte a seconda delle indicazioni previste nel piano di emergenza.

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 131

DOCUMENTO 3

Comportamenti di auto protezione da attuare in caso di incidentale (1)

Scenario

IncidentalePrima zona Seconda zona Terza Zona

INCENDIO - Rilascio istantaneo di sostanze infiammabili con formazione di sfera di fuoco

- Rilascio di sostanze infiammabili con formazione di nube e sua combustione

- Radiazioni termiche stazionarie quali incendi in pozza o a gettoRilasci di sostanze tossiche

Rifugiarsi al chiuso se siprevede un rilascio di brevedurata.

Rifugiarsi al chiuso se siprevede un rilascio dibreve durata.

Rifugio al chiuso

Evacuare allontanandosi dal punto di rilascio se il rilascio è potenziale o di lunga durata

Evacuare allontanandosi dalpunto di rilascio se il rilascio èpotenziale o di lunga durata

Visti gli effetti trascurabilinon viene

raccomandata nessuna

particolare azione protettiva

Rifugiarsi al chiuso o in posizione schermata da

radiazioni termiche

Rifugiarsi al chiuso o in posizione schermata da

radiazioni termiche.

(1) Quanto riportato in tabella fornisce i criteri di massima per la scelta delle azioni di autoprotezione da prevedere per la popolazione. In ogni caso le indicazioni riportate costituiscono solo un punto di riferimento per un’analisi più ampia e mirata.

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 132

6.3 Allegati relativi ai rischi idrogeologici e sismico RISCHIO IDROGEOLOGICO

1. Scheda per il censimento dei dissesti idrogeologici

RISCHIO SISMICO

2. Scheda Cancelli

3. Schede edifici Strategici e Beni Architettonici

4. Scheda per il rilievo vulnerabilità sismica degli edifici

5. Scheda per il rilievo vulnerabilità sismica per le murature

6. Scheda per il rilievo vulnerabilità sismica per il cemento armato

7. Scheda per il rilievo vulnerabilità sismica per i capannoni

8. Scheda per il rilievo vulnerabilità sismica per i ponti

9. Scheda per il censimento dei danni edifici di culto e monumentali

10. Scheda per il censimento dei danni – Edilizia privata ed OO.PP.

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 133

1 Scheda per il censimento dei dissesti idrogeologici

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COMUNE di BISCEGLIE – PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 134

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 135

COMUNE di BISCEGLIE PROVINCIA di BARLETTA - ANDRIA - TRANI

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

TAV.18 CANCELLI

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 136

3. Schede edifici Strategici e Beni Architettonici

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Denominazione edificio Ubicazione

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Uti

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ne

Comune Via Trento 8 P.T. 2.400 3 A Mur. Port. Volte Terrazzo

" Via Trento 8 1° P 2.400 3 A Mur. Port. Volte Terrazzo

" Via Trento 8 2° P 2.400 3 A Mur. Port. Volte Terrazzo

Comune Via Prof.M. Terlizzi Sem.Inter. 1.600 3 B Mur. Port. Solai Terrazzo

" " P.T. 1.600 3 B Mur. Port. Solai Terrazzo

" " 1° P 1.600 3 B Mur. Port. Solai Terrazzo

" " 2° P 1.600 3 B Mur. Port. Solai Terrazzo

Polizia Municipale P.za S. Francesco P.T. 380 3 A Mur. Port. Volte Terrazzo

" " 1° P 380 3 A Mur. Port. Volte Terrazzo

Ospedale Civile Via G. Bovio 3.000 3 D Cem. Arm. Solai Terrazzo

Ospedale Psichiatrico Via G. Bovio C Mur. Port. Solai Terrazzo

Ufficio Postale Via Gramsci P.T. 3 D Cem. Arm. Solai Terrazzo

Ufficio Postale Via Fragata P.T. 3 F Cem. Arm. Solai Terrazzo

Ufficio Postale Via F.Di Molfetta P.T. 3 D Cem. Arm. Solai Terrazzo

Ufficio Postale Via P. Kolbe P.T. 3 F Cem. Arm. Solai Terrazzo

Via Ghandi P.T. 2.400 3 F Cem. Arm. Solai Terrazzo

Via Ghandi 1° P 2.400 3 F Cem. Arm. Solai Terrazzo

A= Prima del 1900 Numero di Piani Altezza massima e minima Area in pianta Uso

B= 1919-:-1945 Residenziale = 1

C= 1946-:-1960 Attiv.Produttive = 2

D= 1961-:-1971 Serv. Pubblico = 3

E= 1972-:-1981

F= DOPO 1981

Per i beni architettonici allegare possibilmente una fotografia

Rilevare con l'ausilio della la superficie in pianta dell'edificio in mq. con approssimazione del 10%

Riportare il numero totale dei Piani dell'edificio conteggiati a partire dalla quota terreno più bassa

Riportare l'altezza massima/minima valutata in gronda

Istit. Prof.le Industria e Artigianato

2

3

4

5

6

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE e DI EMERGENZADATI SU EDIFICI PUBBLICI STRATEGICI E BENI ARCHITETTONICI

COMUNE di BISCEGLIEISTAT COMUNE - 0907200936

1

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 137

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Denominazione edificio Ubicazione

N.°

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ne

7 Scuola Materna Via Guarini P.T. 530 3 E Cem. Arm. Solai Terrazzo

Sem.Inter. 1.200 3 D Murat. Cem. Solai Terrazzo

Via Pozzo Marrone P. Rialz. 1.200 3 D Murat. Cem. Solai Terrazzo

1° P 1.200 3 D Murat. Cem. Solai Terrazzo

Sem.Inter. 1.700 3 D Murat. Cem. Solai Terrazzo

Via Pozzo marrone P. Rialz. 1.700 3 D Murat. Cem. Solai Terrazzo

1° P 1.700 3 D Murat. Cem. Solai Terrazzo

Via XXIV Maggio 77 P.Rialz. 1.900 3 B Muratura Solai Terrazzo

1° P 1.900 3 B Muratura Solai Terrazzo

Via XXV Aprile, 4 P.Rialz. 880 3 C Muratura Solai Terrazzo

1° P 880 3 C Muratura Solai Terrazzo

2° P 880 3 C Muratura Solai Terrazzo

P.Rialz. 3.200 3 E Cem. Arm. Solai Terrazzo

Viale calace 1° P 3.200 3 E Cem. Arm. Solai Terrazzo

A= Prima del 1900 Numero di Piani Altezza massima e minima Area in pianta UsoB= 1919-:-1945 Residenziale = 1

C= 1946-:-1960 Attiv.Produttive = 2

D= 1961-:-1971 Serv. Pubblico = 3

E= 1972-:-1981

F= DOPO 1981

Per i beni architettonici allegare possibilmente una fotografia

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE e DI EMERGENZADATI SU EDIFICI PUBBLICI STRATEGICI E BENI ARCHITETTONICI

COMUNE di BISCEGLIEISTAT COMUNE - 0907200936

8

Rilevare con l'ausilio della la superficie in pianta dell'edificio in mq. con approssimazione del 10%

Riportare il numero totale dei Piani dell'edificio conteggiati a partire dalla quota terreno più bassa

Riportare l'altezza massima/minima valutata in gronda

Scuola Media "C. Battisti"

Scuola Media "G. Ferraris"

Scuola Elementare 1° Circ."De Amicis"

10

11

12 Scuola "Monterisi"

Scuola Elementare "Prof. Caputi"

9

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 138

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Denominazione edificio Ubicazione

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Sem.Inter. 2.050 3 D Cem. Arm. Solai Terrazzo

P. Rialz. 2.050 3 D Cem. Arm. Solai Terrazzo

1° P 2.050 3 D Cem. Arm. Solai Terrazzo

P.Terra 1.200 3 F Cem. Arm. Solai Terrazzo

1° P. 1.200 3 F Cem. Arm. Solai Terrazzo

P.Terra 1.600 3 D

1° P. 1.600 3 D

P.Terra

1° P. 2.100 3 F Cem. Arm. Solai Terrazzo

Sem. Inter. 1.800 3 E Cem. Arm. Solai Terrazzo

P. Rialz. 1.800 3 E Cem. Arm. Solai Terrazzo

1° P. 1.800 3 E Cem. Arm. Solai Terrazzo

A= Prima del 1900 Numero di Piani Altezza massima e minima Area in pianta UsoB= 1919-:-1945 Residenziale = 1

C= 1946-:-1960 Attiv.Produttive = 2

D= 1961-:-1971 Serv. Pubblico = 3

E= 1972-:-1981

F= DOPO 1981

Per i beni architettonici allegare possibilmente una fotografia

Via De Donato Fragatella

Rilevare con l'ausilio della la superficie in pianta dell'edificio in mq. con approssimazione del 10%

Riportare il numero totale dei Piani dell'edificio conteggiati a partire dalla quota terreno più bassa

Riportare l'altezza massima/minima valutata in gronda

Scuola Elementare 3° Circ. "S. G. Bosco"

Scuola Elementare "Via Di Vittorio"

Scuola Elementare "Don Tonino Bello"

Scuola Elementare "Martiri di Via Fani"

13

14

16

17 Scuola Materna "Salnitro"

Via Martiri di Via Fani

Via XXV Aprile

Via G. Di Vittorio

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE e DI EMERGENZADATI SU EDIFICI PUBBLICI STRATEGICI E BENI ARCHITETTONICI

COMUNE di BISCEGLIEISTAT COMUNE - 0907200936

15

Via A. Vescovo

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 139

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Denominazione edificio Ubicazione

N.°

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P. Terra 5.800 3 E C.A. Acciaio Solai Terrazzo

1° P. 5.800 3 E C.A. Acciaio Solai Terrazzo

P. Terra 830 3 E Cem. Arm. Solai Terrazzo

1° P. 830 3 E Cem. Arm. Solai Terrazzo

Scuola Elementare P. Terra 2.400 3 F Cem. Arm. Solai Terrazzo

Materna e Media 1° P. 2.400 3 F Cem. Arm. Solai Terrazzo

"Sergio Cosmai" 2° P. 2.400 3 F Cem. Arm. Solai Terrazzo

P. Terra 1.300 3 E Cem. Arm. Solai Terrazzo

1° P. 1.300 3 E Cem. Arm. Solai Terrazzo

P. Terra 2.400 3 F Cem. Arm. Solai Terrazzo

1° P. 2.400 3 F Cem. Arm. Solai Terrazzo

3 B Muratura Solai Terrazzo

A= Prima del 1900 Numero di Piani Altezza massima e minima Area in pianta Uso

B= 1919-:-1945 Residenziale = 1

C= 1946-:-1960 Attiv.Produttive = 2

D= 1961-:-1971 Serv. Pubblico = 3

E= 1972-:-1981

F= DOPO 1981

Per i beni architettonici allegare possibilmente una fotografia

Via Giuliani

Caserma Carabinieri Via Prof. M. Terlizzi

Via Ghandi

21 Via Villa Frisari

Scuola "Carrara Gioia"

Via Carr. Reddito

Piazza Salvo D'Acquisto

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE e DI EMERGENZADATI SU EDIFICI PUBBLICI STRATEGICI E BENI ARCHITETTONICI

COMUNE di BISCEGLIEISTAT COMUNE - 0907200936

Rilevare con l'ausilio della la superficie in pianta dell'edificio in mq. con approssimazione del 10%

Riportare il numero totale dei Piani dell'edificio conteggiati a partire dalla quota terreno più bassa

Riportare l'altezza massima/minima valutata in gronda

Istituto Commerciale18

19

20

Liceo Scientifico

Istituto Professionale Commercio e Turismo

23

22

Page 140: PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE...gestione delle Emergenze” del Piano di Protezione Civile della Provincia di Bari, inviato ai Sindaci con nota n.3207/20/1/4/PP del 28 luglio

COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 140

Nu

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Denominazione edificio Ubicazione

N.°

Pia

ni

Alt

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max

(m

.)

Alt

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(m

.)

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Uso

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i Str

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A= Prima del 1900 Numero di Piani Altezza massima e minima Area in pianta UsoB= 1919-:-1945 Residenziale = 1

C= 1946-:-1960 Attiv.Produttive =2

D= 1961-:-1971 Serv. Pubblico =3

E= 1972-:-1981

F= DOPO 1981

Per i beni architettonici allegare possibilmente una fotografia

Terrazzo

Terrazzo

Terrazzo

A Falda

Primi del 1649

Tetto Legno Volte

Tetto Legno Volte

Tetto Legno Volte

Tetto Legno Volte

Tetto Legno Volte

Tetto Legno Volte

Tetto Legno Volte

Muratura

Muratura

Muratura

Muratura

292

Luogo di Culto

Luogo di Culto

Luogo di Culto

Primi del 1500

Primi del 1586

Muratura

Muratura

Sec. XI

1090

Luogo di Culto

Luogo di Culto

Terrazzo

Terrazzo

24

25

Cattedrale e Seminario Vecchio - Mensa Vescovile

26

27

28

Tetto Legno Volte

A Falda

Muratura

Luogo di Culto

Sec. XVI

Sec. XII

Luogo di Culto

374 Terrazzo

Sec. XI Muratura

Chiesa S. Luigi

Chiesa S. Domenico

Chiesa Purgatorio

Chiesa S. Matteo

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE e DI EMERGENZADATI SU EDIFICI PUBBLICI STRATEGICI E BENI ARCHITETTONICI

ISTAT COMUNE - 0907200936 BENI ARCHITETTONICI TUTELATI

Rilevare con l'ausilio della la superficie in pianta dell'edificio in mq. con approssimazione del 10%

Riportare il numero totale dei Piani dell'edificio conteggiati a partire dalla quota terreno più bassa

Riportare l'altezza massima/minima valutata in gronda

Chiesa S. Antonio

Piazza Duomo

Chiesa S. Adoeno

Via Trieste

Via G. Frisari

Via G. Frisari

Via S. Domenico

Largo Purgatorio

Largo S. Matteo

Largo S. Adoeno

Ex Chiesa S. Croce

COMUNE di BISCEGLIE

29

30

31

Luogo di Culto

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 141

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Denominazione edificio Ubicazione

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33 Palazzo Ciani Passeri Via Trento 536 3 A Muratura Volte Terrazzo

34 Palazzo Manes Via Trento 620 1 XVIII Muratura Volte Terrazzo

35 Palazzo Tupputi Via O. Tupputi Disabitato XVI Muratura Solaio Lrgno Terrazzo

473 1 A Muratura Volte Terrazzo

840 3 1586 Muratura Volte Terrazzo

930 1 Fine Muratura Volte Terrazzo

1400

A= Prima del 1900 Numero di Piani Altezza massima e minima Area in pianta Uso

B= 1919-:-1945 Residenziale = 1

C= 1946-:-1960 Attiv.Produttive =2

D= 1961-:-1971 Serv. Pubblico = 3

E= 1972-:-1981

F= DOPO 1981

Per i beni architettonici allegare possibilmente una fotografia

Chiesa S. Nicolo' del portoLuogo di

CultoMuratura Terrazzo1300

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE e DI EMERGENZADATI SU EDIFICI PUBBLICI STRATEGICI E BENI ARCHITETTONICI

Rilevare con l'ausilio della la superficie in pianta dell'edificio in mq. con approssimazione del 10%

ISTAT COMUNE - 0907200936 BENI ARCHITETTONICI TUTELATI

Palazzo Tamborrino Frisari

32

36

37

Riportare il numero totale dei Piani dell'edificio conteggiati a partire dalla quota terreno più bassa

Strada Caldaia

Via O. Tupputi

Via G. Frisari

Via Trieste

Volte

Riportare l'altezza massima/minima valutata in gronda

Palazzo Ammazzalorsa38

Biblioteca Comunale Complesso S.Croce

COMUNE di BISCEGLIE

Page 142: PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE...gestione delle Emergenze” del Piano di Protezione Civile della Provincia di Bari, inviato ai Sindaci con nota n.3207/20/1/4/PP del 28 luglio

COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 142

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Denominazione edificio Ubicazione

N.°

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max

(m

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Uso

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39

40 Palazzo "Berarducci" Via G. Frisari, 20,22,24 590 1 A Muratura Volte Terrazzo

41 Palazzo "De Luca" Vico De Luca 510 1 XVI-XVII Muratura Volte Terrazzo

42 Palazzo "La Notte" Via C. Colombo 594 1 A Muratura Volte Terrazzo

43 Palazzo "Curtopassi" Via O. Tupputi 1 A Muratura Volte Terrazzo

44 Palazzo "Consiglio" Via G. Frisari 18 1 A Muratura Volte Terrazzo

45 Palazzo "S. Domenico" Via Trento, 8 870 3 XII Muratura Volte-Solaio Terrazzo

A= Prima del 1900 Numero di Piani Altezza massima e minima Area in pianta Uso

B= 1919-:-1945 Residenziale = 1

C= 1946-:-1960 Attiv.Produttive =2

D= 1961-:-1971 Serv. Pubblico = 3

E= 1972-:-1981

F= DOPO 1981

Per i beni architettonici allegare possibilmente una fotografia

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE e DI EMERGENZADATI SU EDIFICI PUBBLICI STRATEGICI E BENI ARCHITETTONICI

Palazzo "Frisari" 834 1 1556 Muratura Volte Terrazzo

Riportare il numero totale dei Piani dell'edificio conteggiati a partire dalla quota terreno più bassa

ISTAT COMUNE - 0907200936 BENI ARCHITETTONICI TUTELATI

Via G. Frisari 15

Riportare l'altezza massima/minima valutata in gronda

Rilevare con l'ausilio della la superficie in pianta dell'edificio in mq. con approssimazione del 10%

COMUNE di BISCEGLIE

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 143

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Denominazione edificio Ubicazione

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47 Bastione Martino Via C. Colombo A Muratura Volte

48Bastione S. Paolo o di

PonenteVia Trento 1.022 A Muratura Volte

49Bastione S. Angelo o dei

SantiVia trieste 264 A Muratura Volte

50Torrione dell'Abazia o dei

SantiVia Trento 1490 Muratura Volte

51 Palazzo "Schinosa" Via G. Frisari 1.190 1 XVI Muratura Volte Terrazzo

52 Teatro "Garibaldi" Via C. Dell'Olio 866 3 A Muratura Tetto a Falde A Falda

53 Chiesa S. Nicola Strada Ospedale 1090 Muratura Volte Terrazzo

54 Monastero S. Luigi Via G. Frisari A Muratura Volte Terrazzo

55 Palazzo Fiore Via Monte Grappa 20 878 1 1700 Muratura Volte Terrazzo

56 Chiesa S. Margherita Via S. Margherita 1197 Muratura Volte A Falda

57Villa Frisari con Cappella

eGiardino5.510 1 XVI-XIX Muratura Volte Terrazzo

58 Palazzo della Pretura Piazza S. Francesco 443 B Muratura Volte Terrazzo

59Molo Vecchio e Cappella

della SanitàVia N. Sauro A Muratura Volte

A= Prima del 1900 Numero di Piani Altezza massima e minima Area in pianta Uso

B= 1919-:-1945 Residenziale = 1

C= 1946-:-1960 Attiv.Produttive =2

D= 1961-:-1971 Serv. Pubblico = 3

E= 1972-:-1981

F= DOPO 1981

Per i beni architettonici allegare possibilmente una fotografia

Riportare il numero totale dei Piani dell'edificio conteggiati a partire dalla quota terreno più bassa

ISTAT COMUNE - 0907200936 BENI ARCHITETTONICI TUTELATI

Piazza Castello

Riportare l'altezza massima/minima valutata in gronda

Rilevare con l'ausilio della la superficie in pianta dell'edificio in mq. con approssimazione del 10%

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE e DI EMERGENZADATI SU EDIFICI PUBBLICI STRATEGICI E BENI ARCHITETTONICI

Torri Normanne e Castello Svevo (resti)

951 1060 Muratura Volte

COMUNE di BISCEGLIE

46 Terrazzo

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 144

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60 Scoglio "La Cassa" Zona Portuale A Muratura

61 Cimitero Monumentale Via G. Bovio C Cem. Arm.

62 Villa Angelica Via S. Andrea 1 B Muratura Solai Terrazzo

63Ex Convento e Chiostro dei

CappucciniVia prof. M. Terlizzi A Muratura Volte Terrazzo

64 Chiesa S. Lorenzo e Via S. Lorenzo 590Luogo di

Culto1453 Muratura Volte Terrazzo

64 Cappella del Calvario Via S. Lorenzo 247Luogo di

Culto1453 Muratura Volte Terrazzo

65 Chiesa S. Agostino Via F. VenezianiLuogo di

CultoA Muratura Volte Terrazzo

66Chiesa S. Maria della

MisericordiaLargo Misericordia 233

Luogo di Culto

1445/1650 Muratura Volte-Solaio Cupola

67 Chiesa S. Maria di Passavia Piazza S. Francesco 325Luogo di

Culto1747 Muratura Volte Terrazzo

68 Chiesa S. Michele Via prof. M. TerlizziLuogo di

Culto1606 Muratura Volte Terrazzo

69Villa Frisari - Frantoio Oleario

+ GiardinoVia Villa Frisari 1.015 XVII-XIX Muratura Volte Terrazzo

70 Ex Orfanotrofio "Bombini" Via S. Lorenzo 2.012 XV-XIX Muratura Volte Terrazzo

A= Prima del 1900 Numero di Piani Altezza massima e minima Area in pianta UsoB= 1919-:-1945 Residenziale = 1C= 1946-:-1960 Attiv.Produttive =2D= 1961-:-1971 Serv. Pubblico = 3E= 1972-:-1981F= DOPO 1981

Per i beni architettonici allegare possibilmente una fotografia

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE e DI EMERGENZADATI SU EDIFICI PUBBLICI STRATEGICI E BENI ARCHITETTONICI

Riportare il numero totale dei Piani dell'edificio conteggiati a partire dalla quota terreno più bassa

ISTAT COMUNE - 0907200936 BENI ARCHITETTONICI TUTELATI

Riportare l'altezza massima/minima valutata in gronda

Rilevare con l'ausilio della la superficie in pianta dell'edificio in mq. con approssimazione del 10%

COMUNE di BISCEGLIE

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 145

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Denominazione edificio Ubicazione

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71Complesso Edilizio "Villa

Giulia"Largo Monterisi 325 1747 Muratura Volte Terrazzo

72Complesso Madonna della

PietàLargo Monterisi 56 B Muratura Volte Terrazzo

73Villa Fornari e Area di

pertinenzaVia S. Cosmai 742 1 Muratura Solai Terrazzo

74 Villa Bufis e Cappella Via Cavour 1 Muratura Volte Terrazzo

75 Arco Via Guarini Via Guarini 21

76 Palazzo Liberty Via De Gasperi 63 1 Muratura Volte

A= Prima del 1900 Numero di Piani Altezza massima e minima Area in pianta UsoB= 1919-:-1945 Residenziale = 1C= 1946-:-1960 Attiv.Produttive =2D= 1961-:-1971 Serv. Pubblico = 3E= 1972-:-1981F= DOPO 1981

Per i beni architettonici allegar possibilmente una fotografia

Riportare l'altezza massima/minima valutata in gronda

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE e DI EMERGENZADATI SU EDIFICI PUBBLICI STRATEGICI E BENI ARCHITETTONICI

Rilevare con l'ausilio della la superficie in pianta dell'edificio in mq. con approssimazione del 10%

ISTAT COMUNE - 0907200936 BENI ARCHITETTONICI TUTELATI

Riportare il numero totale dei Piani dell'edificio conteggiati a partire dalla quota terreno più bassa

COMUNE di BISCEGLIE

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 146

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 147

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 148

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 149

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 150

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 152

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 156

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 157

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 158

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 160

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 161

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 162

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 166

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 167

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 168

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 170

6.4 Glossario di Protezione Civile

A

Aerofotogrammetria - Rilievo topografico della superficie terrestre eseguito mediante aerofotogrammi.

Alea - Eventualità, rischio: correre l'a., tentare la sorte.

Alluvione - Eccesso di acqua dovuto a piogge abbondanti, a straripamento di corsi d'acqua, di bacini. Deposito di detriti trasportati da un corso d'acqua. Porzione di terreno che, a causa dei depositi fluviali, si aggiunge ad un fondo agricolo rivierasco e che per legge appartiene al proprietario del fondo stesso.

Antropiche - Di calamità dove si evidenzia l'intervento dell'uomo nella determinazione dell'ordine fisico dell'ambiente naturale.

Antropizzazione - Opera di modificazione e trasformazione dell'ambiente naturale attuata dall'uomo per soddisfare le proprie esigenze e migliorare la qualita' della vita, spesso, però, a scapito dell'equilibrio ecologico e dell'incolumità stessa dell'uomo.

Aree di emergenza - Aree destinate, in caso di emergenza, ad uso di protezione civile. In particolare le aree di attesa sono luoghi di prima accoglienza per la popolazione immediatamente dopo l'evento; le aree di ammassamento dei soccorrritori e delle risorse rappresentano i centri di raccolta di uomini e mezzi per il soccorso della popolazione; le aree di ricovero della popolazione sono i luoghi in cui saranno installati i primi insediamenti abitativi o le strutture in cui si potrà alloggiare la popolazione colpita.

Area mezzi di soccorso - Area adiacente al PMA o all'area di raccolta riservata all'afflusso, alla sosta ed al deflusso delle ambulanze e degli altri mezzi di soccorso.

Area di raccolta - Area, localizzata nell'area di sicurezza, destinata al concentramento delle vittime. Corrisponde al PMA nei casi in cui non è disponibile una struttura dedicata (tende o containers).

Area di sicurezza - Zona immediatamente circostante l'area dell'evento, di dimensioni commisurate all'entità del pericolo residuo, da mantenersi sgombra.

Argano - Macchina per sollevare o spostare pesi formata da un tamburo in metallo o legno , sul quale si avvolge la fune a cui è legato il carico. Verricello.

ASD (Acute Stress Disorder) - Disturbo acuto da stress, le cui caratteristiche sono lo sviluppo di ansia, dissociazione, ripetizione dell'esperienza dell'evento, evitamento, che durano più di 48 ore e compaiono entro 1 mese dall'esposizione ad un evento estremo. La durata è tra 2 giorni e 4 settimane, se persistono si entra nel PTSD.

Attivazioni in emergenza - Rappresentano le immediate predisposizioni che dovranno essere attivate dai centri operativi.

Attività addestrativa - La formazione degli operatori di protezione civile e della popolazione tramite corsi ed esercitazioni.

Azimut - Angolo formato dal piano verticale passante per un astro con il piano meridiano del luogo d'osservazione.

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B

Bacino idroelettrico - Lago sorto da una diga e utilizzato per produrre energia elettrica.

Bacino idrografico (o imbrifero, o di raccolta) - Territorio delimitato da linee di spartiacque che raccoglie le acque di precipitazione facendole confluire in uno stesso corso d'acqua.

Bacino montano - Tratto superiore del corso di fiumi e torrenti e dei loro affluenti.

Bacino orografico - Porzione di superficie terrestre, per lo più alluvionale, compresa tra rilievi.

Bailey - Ponte di rapida montatura, costituito di elementi metallici congiungibili in modo da formare una struttura prefabbricata, usato per attraversare fiumi o riaprire altre vie di comunicazione interrotte per diverse cause.

Bioclastico - Del sedimento formato da resti organici (gusci, scheletri di animali, piante); anche, del processo di corrosione e disgregazione delle rocce ad opera di organismi animali o vegetali.

Blackout - Interruzione, in genere imprevista e imposta dall'emergenza, nell'erogazione di energia elettrica; blocco di un impianto o di un servizio: blackout elettrico, blackout telefonico, blackout televisivo.

Bocca di presa - Punto di utilizzo degli idranti stradali.

Borro - Canalone torrentizio prodotto dallo scorrimento delle acque di superficie su una parete ripida; canale di scolo di una palude: canale che raccoglie le acque di scolo dei campi.

Bradisismo - Innalzamento o abbassamento regolare e lento della crosta terrestre con conseguente modificazione della linea di costa.

Briefing - Insieme di istruzioni che un gruppo di lavoro da ad altri collaboratori affidandoli degli incarichi ben precisi. Riunione di gruppo in cui un incaricato del gruppo da istruzioni e informazioni a diversi collaboratori.

Bunker - Costruzione difensiva semi sotterranea in cemento armato con feritoie per sparare; lugo difeso con eccezionali misure di sicurezza.

Burn-out - IL concetto di burn-out, letteralmente "bruciato", "scoppiato" indica una particolare forma di stress lavorativo tipica delle helping profession (professioni d'aiuto), è una risposta a una situazione lavorativa diventata intollerabile e si esprime con sintomi quali affaticamento, difficoltà di concentrazione, isolamento emotivo, ansia e depressione a cui si accompagnano disturbi del sonno, cefalee e malattie gastrointestinali. C. Maslach (1977) ha descritto il burn-out definendolo una sindrome di esaurimento emotivo, depersonalizzazione e ridotta realizzazione personale.

Bypass - Qualunque deviazione di un condotto o circuito principale che ne escluda un tratto; conduttura secondaria; deviazione stradale temporanea che permette di superare un tratto ostruito.

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 172

C

Cablaggio - Complesso dei cavi che collegano le varie parti di impianti o apparecchiature elettriche ed elettroniche; la loro messa in opera.

Calamità - Evento naturale o legato ad azioni umane, nel quale tutte le strutture fondamentali della società sono distrutte o inagibili su un ampio tratto del territorio.

Canadair® - Velivolo anfibio, bimotore, progettato e costruito dalla ditta Bombardier® per essere impiegato nella lotta agli incendi boschivi.

Cancello - Punti obbligati di passaggio per ogni mezzo di soccorso, particolarmente se provenienti da territori confinanti, per la verifica dell'equipaggiamento e l'assegnazione della zona di operazione. Sono presidiati preferibilmente da uomini delle forze di Polizia (Municipale o dello Stato) eventualmente insieme ad operatori del sistema di soccorso sanitario, ma comunque in collegamento con le Centrali Operative 118 o le strutture di coordinamento della Protezione Civile attivate localmente (CCS, COM, COC).

Cantiere - Area che costituisce l'unità elementare di intervento, individuata, a seconda dei casi, sulla base di criteri topografici o funzionali in modo da consentire una ottimale distribuzione delle squadre di soccorso. (Esempio: le macerie di uno stabile crollato, un troncone di fusoliera di un aeromobile precipitato, una carrozza ferroviaria di un convoglio deragliato, un piano di uno stabile incendiato, ecc.). Più cantieri possono essere raggruppati in un unico "settore".

Capacità antincendio - Quantità di acqua disponibile al punto di presa sufficiente a far fronte alla necessità antincendio senza dover ricorrere a vasche di riserva.

Catastrofe - Evento, non importa di quale entità e con quali conseguenze sia sulle persone che sulle cose, provocato vuoi da cuse naturali che da azioni umane, nel quale però le strutture fondamentali della società rimanfono nella quasi totalità intatte, efficienti ed agibili. Essa produce una improvvisa e grave sproporzione tra richieste di soccorso e risorse disponibili, destinata a perdurare nel tempo (oltre 12 ore).

Catena dei soccorsi - Sequenza di dispositivi, funzionali e/o strutturali, che consentono la gestione del complesso delle vittime di una catastrofe ad effetto più o meno limitato. Consiste nell'identificazione, delimitazione e coordinamento di vari settori di intervento per il salvataggio delle vittime, l'allestimento di una Noria di salvataggio tra il luogo dell'evento ed il PMA e gli ospedali.

Catena straordinaria dei soccorsi - Identica alla catena dei soccorsi resa maggiormente complessa dalle dimensioni dell'evento o da alcune caratteristiche ambientali particolari. Abitualmente si differenzia per l'interposizione di uno o più Centri Medici Di Evacuazione o CME, lungo la Noria di Evacuazione. Sinonimi o equivalenti funzionali dei CME sono gli Ospedali da Campo, le Navi Ospedale, le Unità Mobili Medico Chirurgiche.

Centrale operativa 118 - Centrale Operativa del Servizio Urgenza ed Emergenza Medica - 118 (SUEM).

CCS (Centro Coordinamento Soccorsi) - Rappresenta il massimo organo di coordinamento delle attività di Protezione Civile a livello provinciale. E' composto dai responsabili di tutte le strutture operative presenti sul territorio provinciale. I compiti del CCS consistono nell'individuazione delle strategie e delle operatività di intervento necessarie al superamento dell'emergenza attraverso il coordinamento dei COM.

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 173

Centro operativo - In emergenza è l'organo di coordinamento delle strutture di Protezione Civile sul territorio colpito, ed è costituito da un'Area Strategia, nella quale afferiscono i soggetti preposti a prendere decisioni e da una Sala Operativa, strutturata in funzioni di supporto. La DI.COMA.C. esercita, sul luogo dell'evento, il coordinamento nazionale; il CCS gestisce gli interventi a livello provinciale attraverso il coordinamento dei COM che operano sul territorio di più comuni in supporto all'attività dei Sindaci; il COC, presieduto dal Sindaco, provvede alla direzione dei soccorsi e dell'assistenza della popolazione del comune.

Ciclone - Spostamento di masse d'aria che convergono verso un punto di pressione minima. Vortice di masse d'aria accompagnato da piogge torrenziali; è detto anche uragano o tifone.

CISD (Critical Incident Stress Debriefing) - un incontro strutturato che viene organizzato per il singolo o per un gruppo che ha vissuto un episodio altamente traumatico(generalmente dopo 48-72 ore dall'evento); è un efficace processo psicologico e formativo che riduce lo stress traumatico.

CISM (Critical Incident Stress Management) - Programma globale per l'attenuazione dello stress legato ad eventi traumatici sviluppato originariamente da Jeffrey Mitchell nel 1983 per arginare lo stress dei soccorritori nelle situazioni di emergenza. Comprende sette fasi: Istruzione prima dell'incidente; Demobilitation; Intervento durante la crisi; Defusing; Debriefing, CISD; Sostegno familiare; Sostegno sociale.

CME (Centro Medico di Evacuazione) - Dispositivo strutturale di trattamento sanitario delle vittime che in genere viene attivato in caso di catastrofi coinvolgenti un territorio particolarmente esteso. E' localizzato lungo il percorso della Noria di Evacuazione per permettere di stabilizzare il trattamento dei feriti ed ottimizzare, su più ampia scala, l'utilizzazione delle risorse di trasporto sanitario e quelle di cura definitiva. Ad uno stesso CME possono afferire più PMA .E' sinonimo di Ospedale da Campo.

COC (Centro Operativo Comunale) - Centro operativo a supporto del Sindaco per la direzione ed il coordinamento degli interventi di soccorso in emergenza.

COM (Centro Operativo Misto) - Centro operativo che opera sul territorio di più comuni in supporto alle attività dei sindaci.

Comburente - Di sostanza o di miscuglio di sostanze che rende possibile e durevole la combustione. Combustibile - Di sostanza che, per azione di un comburente, può bruciare sviluppando energia termica e luce.

Combustione - Reazione tra un combustibile e un comburente con produzione di energia termica e luce: combustione del carbone, del legno, della benzina. Combustione lenta: quella che si verifica senza sviluppo di calore e di luce. Combustione spontanea: autocombustione. Incendio.

Corrente ignea - Trasmissione di calore e/o dell'incendio da un fabbricato o da una parte dello stesso, ad un altro, per effetto dell'irraggiamento termico.

Centro situazioni - Centro nazionale che raccoglie e valuta informazioni e notizie relative a qualsiasi evento che possa determinare l'attivazione di strutture operative di protezione civile. In situazioni di emergenza si attiva come Sala Operativa a livello nazionale.

Commissario delegato - L'incaricato da parte del Consiglio dei Ministri per l'attuazione degli interventi di emergenza conseguenti alla dichiarazione dello stato di emergenza ( eventi di tipo "c" - art.2, L.225/92).

Continuità amministrativa - Mantenimento delle attività amministrative fondamentali volto a garantire l'organizzazione sociale in situazioni di emergenza.

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Coordinamento operativo - Direzione unitaria delle risposte operative a livello nazionale, provinciale e comunale.

Coping - IL concetto di coping è stato introdotto negli anni sessanta da R. Lazarus ed è riferito non solo alla capacità di risolvere i problemi, ma anche alla gestione delle proprie emozioni e dello stress; il coping è una strategia fondamentale per raggiungere il benessere, è un insieme di strategie mentali e comportamentali utili a fronteggiare una determinata situazione (individuo protagonista, parte attiva).

Counseling - In una situazione di emergenza l'obiettivo principale del counseling psicologico è quello di diminuire la probabilità che, a seguito del disastro, possano insorgere disturbi a lungo termine quali il PTSD. Il primo aiuto emotivo deve servire ad affrontare le difficoltà della vita dopo il disastro e preparare le strategie per affrontare le difficoltà future. Il servizio di counseling viene offerto sia alle vittime, sia al personale di soccorso.

Critical incident - Il Critical Incident è stato definito da Mitchell e Everly (1996) come qualunque situazione capace di esercitare sulla persona un impatto fortemente stressante tale da annientare i meccanismi di coping utilizzati di solito.

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D

Defusing - E' una tecnica di intervento breve, di gruppo, che viene utilizzata entro alcune ore da un evento critico, è un processo di aiuto che serve a fornire ai superstiti sostegno, rassicurazione, informazione. Non è psicoterapia, ma un pronto soccorso emotivo che aiuta il gruppo a ritornare alla normalità.

DICOMAC (Direzione di Comando e Controllo) - Rappresenta l'organo di coordinamento nazionale delle strutture di Protezione Civile nell'area colpita. Viene attivato dal Dipartimento della Protezione Civile in seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza.

Dipartimento di emergenza - Aggregazione funzionale di diverse Unità Operative ospedaliere, deputate alla gestione dei pazienti con patologie acute in grado di provocare una minaccia per la sopravvivenza. Spesso comprende la Centrale Operativa 118 ed il Servizio di Urgenza ed Emergenza Medica. Può fornire uomini e mezzi per integrare le risorse dei servizi di soccorso medico, in particolare per quanto riguarda il Direttore dei Soccorsi Sanitari.

Direttore al trasporto - Infermiere o operatore tecnico incaricato di gestire la movimentazione dei mezzi di trasporto sanitario in funzione delle priorità emerse durante le operazioni di triage. Si rapporta al Direttore del Triage.

Direttore del triage - Medico, o in sua assenza, infermiere incaricato di coordinare le operazioni di triage sulle vittime a livello del PMA. Si rapporta al Direttore dei Soccorsi Sanitari.

Disastro - Un evento concentrato nel tempo e nello spazio nel quale la società subisce perdite tali da ostacolare il normale svolgimento delle funzioni sociali essenziali (Fritz, 1961). I disastri rappresentano problemi di primaria importanza per la salute pubblica a causa delle morti, dei traumi, delle sofferenze che provocano (Lechat 1984, 1989). In base alla causa scatenante i disastri si suddividono in: disastri naturali (alluvione, terremoto, uragano, eruzione vulcanica …); disastri provocati dall'uomo; disastri tecnologici (fughe tossiche, inquinamento …); disastri conflittuali (atti terroristici …).

Dispositivo di intervento - Complesso di risorse umane e materiali utilizzate globalmente per la risposta all'evento.

DSM-IV - Diagnostic and statistical manual of mental disorder, American Psychiatric Association. Manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali, 1994.

DSS (Direttore dei Soccorsi Sanitari) - Medico, appartenente ad una Unità Operativa afferente al Dipartimento di Emergenza (non necessariamente alla centrale operativa 118) con esperienza e formazione adeguata, presente in zona operazioni e responsabile della gestione in loco di tutto il dispositivo di intervento sanitario. Opera in collegamento con il Medico coordinatore della Centrale Operativa 118. Si coordina con il referente sul campo del soccorso tecnico (VVF) e con quello delle forze di Polizia.

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E

Ecologia - Scienza che ha per oggetto di studio i rapporti intercorrenti tra gli esseri viventi e l'ambiente. Nel linguaggio odierno, indica anche, sia pure impropriamente, la necessità di difendere la natura, la sensibilità per i problemi dell'ambiente.

Emergenza - Situazione critica non prevedibile, di grave pericolo e di grave rischio pubblico affrontata dalle autorità con misure straordinarie.

EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) - Desensibilizzazione e Riabilitazione attraverso i Movimenti Oculari, terapia specifica per il trattamento dei disturbi da stress post-traumatico messa a punto nel 1987 da F. Shapiro.

Empatia - Capacità di immedesimarsi in un'altra persona fino a coglierne i pensieri e gli stati d'animo.

Endogeno - Che ha la sua genesi o che si sviluppa all'interno di qualcosa. Termine geologico o geografico: che ha origine o si trova nelle zone profonde della Terra; che ha origine internamente alla crosta terrestre ma produce effetti rilevabili in superficie. Forze endogene: quelle che causano i terremoti, i bradisismi, il vulcanismo, i movimenti orogenetici.

Environment - Voce inglese: ambiente.

Epicentro - Punto della superficie terrestre che si trova sulla verticale passante per l'ipocentro di un terremoto; estens. zona circostante maggiormente colpita.

Equinozio - Ognuno dei due punti in cui l'eclittica interseca il piano dell'equatore celeste. Ognuno dei due momenti dell'anno in cui il Sole, nel suo moto apparente dell'eclittica, transita per tali punti e in cui su tutta la Terra la durata del giorno è uguale a quella della notte: 21 marzo è l'equinozio di primavera, il 23 settembre è l'equinozio d'autunno.

Erosione - Sgretolamento della superficie terrestre emersa dovuta ad agenti fisici, disgregazione, corrosione. Azione abrasiva delle acque di scorrimento superficiale, come i fiumi e simili.

Esogeno - Che ha origine all'esterno, che proviene da fuori. Di forze, fenomeni, agenti che operano o si verificano sulla superficie terrestre provocando trasformazioni chimiche, meccaniche.

Esondazione - Il traboccare, lo straripare soprattutto dell'acqua dei fiumi o dei torrenti.

Evento - Fenomeno di origine naturale o antropica in grado di arrecare danno alla popolazione, alle attività, alle strutture e infrastrutture, al territorio. Gli eventi, ai fini dell'attività di Protezione Civile, si distinguono in: a) eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili dai singoli enti e amministrazioni competenti in via ordinaria; b) eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che per loro natura ed estensione comportano l'intervento coordinato di più enti e amministrazioni competenti in via ordinaria; c) calamità naturali, catastrofi o altri eventi che per intensità ed estensione devono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari (art.2, L.225/92).

Evento atteso - Rappresenta l'evento, in tutte le sue caratteristiche (intensità, durata, ecc.) che la Comunità Scientifica si aspetta possa accadere in una certa porzione di territorio, entro un determinato periodo di tempo.

Evento non prevedibile - L'avvicinarsi o il verificarsi di tali eventi non è preceduto da alcun fenomeno (indicatore di evento) che consenta la previsione.

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Evento prevedibile - Un evento si definisce prevedibile quando è preceduto da fenomeni precursori.

Evento traumatico - La definizione di evento traumatico si basa sulla natura drammatica dello stesso, sulle modalità di interpretazione individuali e sulle modalità di risposta dell'individuo: non tutte le persone che sperimentano un evento tragico svilupperanno in futuro un PTSD. Il DSM-IV ha raggruppato gli eventi traumatici in: eventi accaduti direttamente alla persona; eventi accaduti in qualità di testimoni; eventi di cui si è venuti a conoscenza.

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F

Fasi operative - L'insieme delle azioni di Protezione Civile centrali e periferiche da intraprendere prima (per i rischi prevedibili), durante e dopo l'evento; le attivazioni delle fasi precedenti all'evento sono legate ai livelli di allerta (attenzione, preallarme, allarme). FBI (Federal Bureau Investigation) - Agenzia investigativa degli Stati Uniti.

FEMA (Federal Emergency Management Agency) - Agenzia federale per la gestione dell'emergenza, il principale ente del governo federale addetto alla gestione delle emergenze che interessano gli Stati Uniti in tempo di pace o di guerra.

Fotogrammetria - Riproduzione della dimensione di una zona per mezzo di fotografie da diverse prospettive

Fointerpretazione - Tecnica di interpretazione delle immagini fotografiche mediante speciali strumenti; è applicata soprattutto per scopi militari.

Fronte dell'evento - Zona estesa, comprendente più aree anche non contigue, su cui si è manifestato l'evento.

Funzione 2 - Funzione - Sanità umana, veterinaria ed assistenza sociale - attivata a livello di Centri di Coordinamento operativi in emergenza (DICOMAC, CCS, COM, COC).

Funzioni di supporto - Costituiscono l'organizzazione delle risposte, distinte per settori di attività e di intervento, che occorre dare alle diverse esigenze operative. Per ogni funzione di supporto si individua un responsabile che, relativamente al proprio settore, in situazione ordinaria provvede all'aggiornamento dei dati e delle procedure, in emergenza coordina gli interventi dalla Sala Operativa.

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COMUNE DI BISCEGLIE - PIANO di PROTEZIONE CIVILE e di EMERGENZA pag. 179

G

Gateway - Nel linguaggio informatico, sistema telematico che consente ad un utente di connettere le proprie banche dati a una banca dati centrale.

Gaussiano - Del matematico K.F.Gauss (1777-1855). Curva gaussiana: curva a forma di campana, detta anche curva degli errori o distribuzione normale; costituisce la più comune distribuzione di probabilità.

Generatore - Apparecchio o macchina in grado di generare energia utilizzando energia di altra natura: generatore elettrico, di corrente, di suono, di segnali, di corrente alternata (alternatore), di corrente continua (dinamo), di vapore (caldaia).

Geodesia - Scienza che studia la conformazione e le dimensioni del globo terrestre e ne cura la rappresentazione grafica.

Geodinamica - Studio degli agenti naturali, esogeni ed endogeni, che modificano continuamente la crosta terrestre.

Geofisica - Scienza che si occupa dei vari fenomeni fisici che si verificano sulla Terra e nell'atmosfera terrestre; è detta anche fisica terrestre.

Geofotogrammetria - Studio geologico di una zona geografica per mezzo di fotografie prese dall'aereo e osservate mediante la tecnica della stereoscopia.

Geoide - Solido ideale, la cui superficie risulta in ogni punto perpendicolare alla direzione della gravità; la sua forma corrisponde a quella che avrebbe la Terra se fosse priva di rilievi montuosi.

Geologia - Scienza che studia l'origine, la morfologia, la costituzione della Terra e le trasformazioni in essa avvenute.

Geomorfologia - Scienza che studia la forma della superficie terrestre in rapporto all'azione di forze esogene.

Geomorfosi - Il cambiamento della forma e della disposizione interna di un organo vegetale determinata dalla forza di gravitazione terrestre.

Geoscopio - Strumento ottico per l'ispezione della superficie terrestre da un aereomobile.

Geosinclinale - Grande depressione del fondo marino, allungata e instabile, in vicinanza dei continenti, in cui si è avuta un'intensa sedimentazione; per deformazione e corrugamento da origine a una catena montuosa.

Geotecnica - Studio delle caratteristiche del suolo e del sottosuolo soprattutto in funzione della possibilità di realizzare opere edilizie.

GIS - Geographical Information System (Sistema Informativo Territoriale). Sistema che identifica le tecnologie informatiche per l'elaborazione di dati geografici. [vedi anche glossario GIS]

Glaciologia - Settore della geofisica che studia i ghiacciai, la loro formazione e l'influenza che esercitano sul clima e sulla morfologia della superficie terrestre.

Guardrail - Barriera metallica (o anche di cemento o altri materiali) di protezione e sicurezza, fornita di catarinfrangenti, posta ai bordi delle strade extraurbane.

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H

Habitat - L'insieme dei caratteri ambientali, climatici, geologici, geografici che favoriscono l'insediamento di certe specie animali o vegetali; per estensione l'ambiente umano e sociale.

Hacker - Pirata informatico. Appassionato di informatica, che usa la sua competenza soprattutto in modo improprio e illegale, introducendo anche virus capaci di danneggiare o distruggere la memoria del computer cui accede.

Handicap - Svantaggio iniziale, specie rispetto alla concorrenza, in attività, imprese, aziende. Handicap tecnologico. Menomazione fisica o psicologica, difetto, disfunzione, malattia che comporta una invalidità più o meno grave, una condizione di inferiorità rispetto agli altri: portatore di handicap.

Handout - Testo, appunti, ciclostilati diffusi in occasione di convegni, conferenze stampa per favorire la miglior comprensione di un intervento, di un annuncio.

Hangar - Capannone per il ricovero di aeromobili. Aviorimessa.

Hardware - La macchina, i componenti elettronici, i dispositivi, la struttura rigida di un elaboratore o di un personal computer (si contrappone al software).

Hertz - Unità di misura della frequenza, simbolo Hz, corrispondente ad un ciclo al secondo.

Hinterland - Regione alle spalle di un grande porto, dai cui traffici trae beneficio l'intera area. Territorio che economicamente, socialmente, culturalmente è collegato a una metropoli, a un centro di cui subisce l'influenza.

Humus - Terreno molto fertile, contenente sostanze organiche formatesi in seguito alla decomposizione di esseri animali o vegetali.

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I

Idrante antincendio - Attacco unificato, dotato di valvola di intercettazione ad apertura manuale, collegato a una rete idrica. Un idrante può essere a muro, a colonna soprasuolo oppure sottosuolo.

Idraulica - Scienza che studia teoricamente e sperimentalmente i fenomeni inerenti al moto e all'equilibrio dei liquidi e in particolare dell'acqua.

Idrocarburo - Composto costituente solo da carbonio e idrogeno, solido, liquido o gassoso, generalmente incolore e insolubile in acqua, usato come combustibile, carburante, solvente e come materia prima in numerose sintesi industriali.

Idrodinamica - Ramo dell'idraulica che studia il moto dei liquidi e in particolare dell'acqua.

Idrogeologia - Branca della geologia che studia le caratteristiche fisiche e chimiche delle acque profonde e di superficie in relazione ai fenomeni geologici.

Idrografia - Branca della geografia fisica che studia l'origine e l'evoluzione delle acque superficiali delle terre emerse e la loro azione sul paesaggio terrestre: idrografia marina, idrografia fluviale, idrografia lacustre. Rappresentazione cartografica delle acque marine e terrestri.

Idrologia - Scienza che studia le proprietà chimiche e fisiche delle acque. Idromeccanica - Settore della meccanica che studia i liquidi.

Idroplano - Tipo di carena che sfrutta la reazione dell'acqua come sostentazione, riducendo, insieme con l'immersione, la resistenza al moto / alette idroplano: superfici alari immerse, grazie alle quali lo scafo riceve una spinta verticale. Qualsiasi imbarcazione dotata di carena o alette del tipo suddetto che le consentono di sollevarsi sulla superficie dell'acqua.

Idropneumatico - Dispositivo o congegno messo in azione dal contatto tra due fluidi, uno dei quali liquido, l'altro aeriforme.

Idrorepellente - Che non assorbe acqua o che conferisce tale caratteristica. Idrofugo. Idrovia - Seguito di corsi d'acqua, bacini, opportunamente collegati e predisposti per la navigazione.

Idrovolante - Velivolo a motore capace di decollare e ammarare sull'acqua grazie ad appositi galleggianti e alla forma a carena della fusoliera.

Idrovora - Macchina atta a sollevare e aspirare acqua grazie a un sistema di pompe, usata, tra l'altro, nelle opere di bonifica.

Incidente maggiore - Incidente che coinvolge un numero elevato di vittime in uno spazio confinato, con infrastrutture circostanti conservate. Sinonimo di Catastrofe ad effetto limitato.

Indicatore di evento - L'insieme dei fenomeni precursori e dei dati di monitoraggio che permettono di prevedere il possibile verificarsi di un evento.

Infiltrazione - Lenta e costante penetrazione di un fluido attraverso un mezzo permeabile. Acque d'infiltrazione: acque presenti nel sottosuolo , che provengono dalla superficie attraverso strati permeabili.

Informatica - Scienza applicata che studia le modalità di raccolta, di trattamento e di trasmissione delle informazioni mediante elaboratori elettronici.

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Infrastruttura - Impianti che costituiscono la base indispensabile per l'abitabilità di un luogo; in particolare l'insieme dei servizi pubblici (rete stradale o ferroviaria, scuole, acquedotti. Infrastrutture urbane.

Inondazione - Afflusso strabocchevole di acqua in un luogo, dovuto a straripamento di corsi d'acqua o a intenzionale allagamento. Alluvione, piena.

Inquinamento - Alterazione e contaminazione di un ambiente, di una sostanza, indotte da cause esterne, specialmente dall'opera dell'uomo: inquinamento atmosferico, delle acque, del suolo. Inquinamento acustico: eccessiva rumorosità che danneggia l'udito. Inquinamento radioattivo: diffusione di radiazioni dovuta a esplosioni o a guasti di impianti nucleari.

Ipocentro - In geofisica, punto all'interno della crosta terrestre in cui ha origine un terremoto.

Ipogeo - Sotterraneo. Essere vivente che vive anche solo periodicamente sotto terra o in caverne o nel terreno. Di vano o ambiente che si trova sotto terra.

Irraggiamento - Trasmissione del calore prodotto da un incendio nell'ambiente circostante.

Isobara - In geofisica e cartografia, linea che unisce tutti i punti a quota prefissata aventi in un dato momento uguale pressione atmosferica.

Isotopo - Riferito ad atomi di un elemento che hanno lo stesso numero atomico ma diverso numero di massa atomica; occupano lo stesso posto nel sistema periodico degli elementi. Isotopo radioattivo.

Isostatico - Che presenta sollecitazioni statiche di uguale valore. Nella scienza delle costruzioni, che possiede i vincoli necessari a garantire l'equilibrio.

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J

Jeep - Camionetta fuoristrada molto solida e resistente, a quattro ruote motrici, adatta a percorsi su terreni difficili e impervi.

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K

Kelvin - Unità di misura della temperatura; è pari a 1 grado centigrado ma il suo zero è - 273,14 gradi, cioè lo zero assoluto. Dal nome del fisico irlandese W.Thomson (1824-1907), noto come lord Kelvin.

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L

Lineamenti della pianificazione - (Parte B del Piano secondo il Metodo Augustus): individuano gli obiettivi da conseguire per dare una adeguata risposta di protezione civile ad una qualsiasi situazione di emergenza e le competenze dei soggetti che vi partecipano.

Livelli di allerta - Scandiscono i momenti che precedono il possibile verificarsi di un evento e sono legati alla valutazione di alcuni fenomeni precursori o, in alcuni casi, a valori soglia. Vengono stabiliti dalla Comunità scientifica. Ad essi corrispondono delle fasi operative.

Livello di allerta centrale 118 - E' lo stato di allertamento della Centrale Operativa 118. Il livello di allarme è lo stato di attivazione delle risorse aggiuntive rispetto a quelle ordinarie. Si possono distinguere 4 livelli di allerta: - Livello 0: è il normale livello di funzionamento della Centrale Operativa; sono attivate le risorse ordinarie e si utilizzano le normali procedure di gestione. - Livello 1: il livello viene attivato quando sono in corso situazioni di rischio prevedibili, quali gare automobilistiche, concerti, manifestazioni sportive, manifestazioni con notevole affluenza. E' attivato in loco un dispositivo di assistenza, dimensionato sulla base delle esigenze ed in adesione a quanto previsto da specifici piani di intervento. La Centrale Operativa dispone di tutte le informazioni relative al dispositivo, monitorizza l'evento ed è in grado di coordinare l'intervento. - Livello 2: Viene attivato quando vi è la possibilità che si verifichino eventi preceduti da fenomeni precursori, quali ad esempio allagamenti, frane, ecc. Le risorse aggiuntive vengono messe in preallarme, in modo che possano essere pronte a muovere entro 15 minuti dall'eventuale allarme. Il Medico coordinatore della Centrale Operativa può disporre eventualmente l'invio di mezzi sul posto per monitoraggio o per assistenza preventiva. - Livello 3: Viene attivato quando è presente una situazione di maxiemergenza. Il Dispositivo di Intervento più appropriato viene inviato sul posto e vengono attivate le procedure per la richiesta ed il coordinamento di risorse aggiuntive anche sovraterritoriali.

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M

Magma - Massa costituita da silicati completamente o parzialmente allo stato fuso e a temperatura elevatissima, situata nelle zone profonde della crosta terrestre; se si solidifica all'interno della Terra genera le rocce intrusive, se si solidifica sulla superficie terrestre genera invece le rocce effusive. [vedi anche glossario Vulcanologia]

Magnete - Corpo in grado di generare, in forma permanente o temporanea, un campo magnetico. Calamita. Magnete d'accensione: generatore di corrente elettrica alternata usato per alimentare il circuito di accensione di un motore a combustione. Magnete volano: sui motori dei motocicli, quello che, oltre a regolarizzare il moto, fornisce la tensione per la scintilla di avvio e per le esigenze elettriche dell'impianto.

Magnitudo - Grandezza introdotta in sismologia per classificare in modo oggettivo la potenza distruttrice di un terremoto esprimendola in funzione dell'accelerazione massima delle onde sismiche.

Mappa - Rappresentazione grafica in dettaglio di una zona di terreno; carta topografica, pianta, carta geografica. Mappa catastale: quella in cui sono riportati i confini delle proprietà fondiarie e il valore fiscale delle stesse proprietà. Fogli di mappa: quelli che riproducono le piantine degli immobili registrati al catasto. Descrizione dettagliata di una determinata realtà in seguito a minute ricerche.

Mareografo - Strumento atto alla registrazione delle variazioni del livello del mare in rapporto alle maree.

Mass media - L'insieme dei mezzi di comunicazione e di divulgazione (televisione, cinema, radio, giornali, manifesti) che informano il vasto pubblico. Mezzi di comunicazione di massa: il condizionamento dei mass media.

Maxwell - Unità di misura, simbolo Mx, del flusso magnetico nel sistema CGS. J.C.Maxwell 1831-1879.

Mayday - In radiotelefonia, segnale internazionale con cui si chiede soccorso, equivalente al SOS in telegrafia; richiesta di assistenza.

Metal detector - Rilevatore di metalli. Particolare congegno elettromagnetico usato in alcuni luoghi pubblici (aeroporti, banche, tribunali) per segnalare gli oggetti metallici nascosti nelle valigie, borse o su persone.

Metamorfismo - L'insieme dei mutamenti di minerali e rocce causati da azioni chimiche, dal calore e dalla pressione.

Meteorologia - Scienza che ha per oggetto di studio l'atmosfera terrestre e i fenomeni ad essa legati.

Modello di intervento - (Parte C del Piano secondo il Metodo Augustus): consiste nell'assegnazione delle responsabilità nei vari livelli di comando e controllo per la gestione delle emergenze, nella realizzazione del costante scambio di informazioni nel sistema centrale e periferico di Protezione Civile, nell'utilizzazione delle risorse in maniera razionale. Rappresenta il coordinamento di tutti i centri operativi dislocati sul territorio.

Modello integrato - E' l'individuazione preventiva sul territorio dei centri operativi e delle aree di emergenza e la relativa rappresentazione su cartografia e/o immagini fotografiche e/o da satellite. Per ogni centro operativo i dati relativi all'area amministrativa di pertinenza, alla sede, ai responsabili del centro e delle funzioni di supporto sono riportati in banche dati.

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Modem - Nella tecnica delle telecomunicazioni, dispositivo che converte i segnali digitali di un computer in segnali atti a essere trasmessi su una normale linea telefonica e viceversa.

Modulistica - Schede tecniche, su carta, e su supporto informatico, finalizzate alla raccolta e all'organizzazione dei dati per le attività addestrative, di pianificazione e di gestione delle emergenze.

Monitoring - Reazione psicologica in cui la concentrazione e l'attenzione sono precise e portano ad atti concreti (necessaria ai soccorritori), l'attenzione è focalizzata verso l'esterno e le emozioni vengono accantonate. (Miller, 1980)

Multiprocessing - Modo di funzionamento contemporaneo di più unità su parti diverse di uno stesso processo di elaborazione.

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N

Naspo - Attrezzatura antincendio costituita da una bobina mobile su cui è avvolta una tubazione semirigida collegata ad un'estremità, in modo permanente, con una rete di alimentazione idrica in pressione e terminante dall'altra estremità con una lancia erogatrice.

Naufragio - Disastro marittimo che si verifica quando per un qualsiasi motivo una nave affonda o va completamente distrutta, riducendosi a relitto. Affondamento.

Network - Rete di stazioni emittenti radiotelevisive che operano in collaborazione tra loro; in Italia indica per lo più le reti radiotelevisive private.

Noria di evacuazione - Movimento delle ambulanze e degli altri mezzi di trasporto sanitario dal PMA agli ospedali e viceversa al fine dell'ospedalizzazione delle vittime.

Noria di salvataggio - Insieme delle operazioni effettuate da personale tecnico, anche sanitario, volte al trasporto di feriti dal luogo dell'evento al PMA e viceversa.

Nosocomio - In usi letterari o burocratici, ospedale (es. “disporre il ricovero presso il nosocomio provinciale”).

Nucleare - Che riguarda il nucleo dell'atomo. Chimica nucleare:settore della chimica che si occupa dello studio della struttura del nucleo atomico e delle sue trasformazioni.Fisica nucleare: settore della fisica che si occupa del nucleo dell'atomo. Energia nucleare: l'energia liberata dalle reazioni di fusione e fissione del nucleo atomico (sommergibili, navi a energia nucleare). Che produce, usa e sviluppa energia nucleare: centrale, impianto nucleare; armi nucleari, esperimento nucleare.

Nursing - La professione di infermiere e l'assistenza prestata da chi è abilitato a svolgere tale professione.

Nylon - Denominazione commerciale, che costituisce marchio registrato, di una fibra sintetica e del tessuto che se ne ricava, di largo impiego, nell'industria: calze, corda di nylon.

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O

Orogenesi - Insieme dei processi che determinano la formazione delle catene montuose e dei rilievi.

Orografia - Settore della geografia che studia i rilievi del terreno (colline, montagne, sistemi montuosi). Insieme di rilievi montuosi in una determinata zona terrestre e, anche, la relativa descrizione e rappresentazione cartografica.

Osmosi inversa - Principio fisico di desalinizzazione dell'acqua, che permette, in particolari impianti di potabilizzazione, di ridurre composti inquinanti quali nitrati e cromo.

Ospedale - Istituto pubblico o privato destinato all'assistenza sanitaria, nel quale si provvede al ricovero e alla cura dei malati: ospedale civile, ospedale militare, ospedale psichiatrico.

Ospedali da campo - Dispositivi di intervento composti da uomini e mezzi in grado di assicurare alle vittime della catastrofe un livello di cure intermedio tra il primo soccorso ed il trattamento definitivo. Offrono la possibilità di effettuare interventi chirurgici di urgenza, assistenza intensiva protratta per più ore e degenza di osservazione clinica. Sono sinonimi di Centro Medico di Evacuazione.

Osservatorio - Costruzione, luogo attrezzato per l'osservazione a distanza, di tipo scientifico o militare: osservatorio astronomico, astrofisico, meteorologico. Posizione privilegiata, istituzione apposita per l'osservazione di fenomeni di vario tipo: osservatorio dei prezzi, dei comportamenti umani.

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P

Pack - Insieme di grandi lastre di ghiaccio che si sono staccate dalla banchisa polare e che galleggiano sul mare.

Palificazione - Insieme dei pali, lignei o di altro materiale, che sostengono le fondamenta di un edificio o di altra costruzione. Palificata. Operazione consistente nella posa di pali. Insieme dei pali che sostengono linee telefoniche o elettriche sospese.

Panico - Episodio acuto d'ansia caratterizzato da tensione emotiva e terrore intollerabile che ostacola un'adeguata organizzazione del pensiero e dell'azione (U.Galimberti, 2000). Il panico di massa è un comportamento collettivo autodistruttivo che si sviluppa in casi eccezionali con ansietà diffusa, mancanza di leadership, confusione e percezione di rimanere intrappolati. (Santoianni, 1996)

Paraffina - Miscela di idrocarburi saturi, costituente una sostanza bianca, grassa e solida, combustibile, presente nei peteroli grezzi, negli oli di scisto e nel catrame di lignite bituminosa; viene utilizzata nella produzione di candele, fiammiferi e detersivi, in cosmetica, per l'apprettatura dei tessuti, per la preparazione di cere da scarpe. Prova del guanto di paraffina: mezzo di accertamento usato dalla polizia per rilevare eventuali tracce di polvere da sparo sulle mani degli indiziati. Olio di paraffina: miscela di idrocarburi liquida e oleosa, utilizzata come lubrificante, riscaldante e per la preparazione di unguenti e vaseline. Ogni idrocarburo saturo della serie del metano; deve il suo nome alla scarsa reattività ai comuni reagenti chimici.

Paravalanghe - Struttura di sostegno o galleria artificiale che serve a proteggere strade o ferrovie da valanghe o slavine.

Parte generale - Parte A del Piano secondo il Metodo Augustus. E' la raccolta di tutte le informazioni relative alla conoscenza del territorio e ai rischi che incombono su di esso, alle reti di monitoraggio presenti, alla elaborazione degli scenari.

Password - Serie di caratteri alfanumerici che costituisce la parola d'ordine, il codice di accesso ai programmi di un computer.

PCSS (Posto Comando di Soccorso Sanitario) - Struttura mobile che consente al Direttore dei Soccorsi sanitari di coordinare l'attività del dispositivo di intervento e di mantenere i contatti con la Centrale Operativa 118.

Pericolosità (H) - Capacità o possibilità di costituire un pericolo, di provocare una situazione o un evento di una determinata intensità (I), indesiderato o temibile.

Pianificazione d'emergenza - L'attività di pianificazione consiste nell'elaborazione coordinata delle procedure operative d'intervento da attuarsi nel caso si verifichi l'evento atteso contemplato in un apposito scenario. I piani di emergenza devono recepire i programmi di previsione e prevenzione.

Pick-up - Camioncino, perlopiù fuoristrada, con cassone scoperto, sponde laterali fisse e posteriore ribaltabile, per il trasporto leggero e rapido.

Piena - Aumento della portata di un corso d'acqua rispetto alla media annuale, dovuto alle piogge abbondanti o al discioglimento delle nevi e dei ghiacciai. Inondazione, alluvione.

Piezometrico - Relativo alla pressione in un punto generico di una massa fluida: carico, pozzo piezometrico, linea, pendenza, torre piezometrica. Altezza, colonna, quota piezometrica, altezza che una colonna liquida dovrebbe raggiungere per esercitare, in condizione di stasi, una pressione pari a quella esistente nel punto del fluido considerato.

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Plutonio - Elemento chimico transuranico (simbolo Pu), chimicamente molto affine all'uranio, prodotto nei reattori nucleari; particolarmente adatto come materiale fissile, viene usato nelle armi termonucleari e come combustibile per i reattori nucleari.

PMA (Posto Medico Avanzato) - Dispositivo funzionale di selezione e trattamento sanitario delle vittime, localizzato ai margini esterni dell'area di sicurezza o in una zona centrale rispetto al fronte dell'evento. Può essere sia una struttura (tende, containers), sia un'area funzionalmente deputata al compito di radunare le vittime, concentrare le risorse di primo trattamento e organizzare l'evacuazione sanitaria dei feriti.

Poliammide - Polimero la cui molecola contiene gruppi ammidici, impiegato, per la sua elasticità, inataccabilità e resistenza, nella fabbricazione di fibre sintetiche speciali, come quelle usate per tute antincendio, giubbotti antiproiettile, elmetti. La più nota è il nylon.

Poliuretano - Materia plastica ottenuta per poliaddizione di isocianati con alcoli polivalenti che, per la sua resistenza agli agenti esogeni e le sue buone qualità fisiche chimiche, viene usata nella fabbricazione di vernici, adesivi o rivestimenti protettivi. Poliuretano espanso: solido a struttura spugnosa, usato come isolante termico o acustico e per gli imballaggi; più comunemente è detto polistirolo espanso.

Pollution - Termine inglese: inquinamento.

Pompa - Apparecchiatura utilizzata per sollevare o trasferire fluidi.

Pompa centrifuga - Particolare tipo di pompa presente sui mezzi di soccorso che consente di erogare acqua aumentando notevolmente la pressione tra il punto di presa e il punto di utilizzo.

Portata - Quantità di liquido che attraversa una sezione nell'unità di tempo.

Potere di ordinanza – Il potere del Commissario delegato, in seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza, di agire anche a mezzo di ordinanze in deroga ad ogni disposizione vigente e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico.

Pressione - Grandezza fisica normalmente individuata per stabilire il dislivello che può superare una certa quantità di acqua.

Prevalenza - Dislivello tra il pelo dell'acqua di aspirazione e quello di mandata.

Prevenzione - Tutela nei confronti di qualcosa di dannoso attraverso opportuni accorgimenti: prevenzione delle malattie, della tossicodipendenza; norme per la prevenzione degli infortuni. Il complesso delle misure di protezione adottate nei confronti di calamità naturali o antropiche.

Previsione - Ipotesi di ciò che accadrà in futuro fondata su indizi e segnali attuali. Previsione meteorologica.

Procedure operative - L'insieme delle attivazioni-azioni, organizzate in sequenza logica e temporale, che si effettuano nella gestione di un'emergenza. Sono stabilite nella pianificazione e sono distinte per tipologia di rischio.

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Programmazione - Organizzazione di un'attività secondo una definizione dei propri intendimenti in ordine all'attività medesima.. Programmazione economica: strumento impiegato dall'autorità pubblica per orientare l'attività economica in un settore, in una regione o in uno stato, in funzione di predeterminati obiettivi economici e sociali. In Protezione Civile l'attività di programmazione è afferente alla fase di previsione dell'evento, intesa come conoscenza tecnico scientifica dei rischi che insistono sul territorio, nonchè alla fase della prevenzione intesa come attività destinata alla mitigazione dei rischi stessi. Il risultato dell'attività di programmazione sono i programmi di previsione e prevenzione che costituiscono il presupposto per la pianificazione d'emergenza.

Protezione civile - L'apparato amministrativo e l'attività che esso svolge per la prevenzione e il soccorso delle popolazioni colpite da calamità naturali o da altre catastrofi.

Psicologia dell'emergenza - La Psicologia dell'Emergenza o "Psychology in action" si occupa dello studio, della prevenzione, del trattamento dei processi psichici, dei comportamenti, delle emozioni che si manifestano prima, durante e dopo un evento drammatico che colpisce il singolo individuo, ma anche l'intera comunità, con particolare attenzione alla formazione psicologica e al sostegno psicologico del personale di soccorso.

Psicologi per i popoli - Associazione di volontariato, presente in Italia dal 1999 che si propone di testimoniare in Italia e all'estero, con azioni e strumenti della psicologia, la solidarietà nei confronti di singoli o gruppi in grave stato di bisogno per calamità. L'Associazione è attiva nelle seguenti aree: area delle emergenze nazionali e della protezione civile (interventi psicologici in emergenza, al singolo e alla comunità, sostegno e formazione ai soccorritori); area delle emergenze internazionali e della cooperazione (progetti di intervento all'estero, sostegno agli operatori umanitari); area della multiculturalità, dei diritti umani e della pace.

Psicosi delle catastrofi - Panico, forte paura, di carattere collettivo, conseguente al manifestarsi di eventi calamitosi. (sensibilizzazione e mediazione).

Psicosomatica - La medicina psicosomatica guarda all'uomo come un tutto unitario, dove la malattia si manifesta a livello organico come sintomo e a livello psicologico come disagio: lo stress genera la disfunzione dell'organo causando la lesione che a sua volta causa la malattia. (U. Galimberti, 2000)

PTSD (Post-Traumatic Stress Disorder) - Disturbo che può manifestarsi in seguito ad un evento particolarmente grave come una situazione in cui si è rischiato di morire o di rimanere feriti in modo grave, oppure questi eventi sono capitati a persone di famiglia. La sintomatologia comprende: sintomi intrusivi (l'episodio traumatico tende ad essere rivissuto); sintomi di evitamento (la persona tende ad evitare luoghi e pensieri che ricordano l'accaduto); sintomi di aumentata attivazione (difficoltà ad addormentarsi, reazioni esagerate di allarme…). Per il DSM-IV si può parlare correttamente di PTSD se la durata dei disturbi supera il mese e se creano un disagio clinicamente significativo con menomazione del funzionamento sociale e lavorativo.

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Q

Qualificazione - Caratterizzazione in base a precise qualità; in particolare conseguimento di requisiti, attribuzione di titoli, che rivelano o riconoscono in qualcuno una speciale qualità, una specializzazione professionale, una qualifica.: conseguire una buona qualifica; mancanza di qualifica. Corsi di qualifica professionale: per la preparazione tecnica dei lavoratori che opereranno in uno specifico settore.

Quanto - Valore minimo, finito e indivisibile, di grandezze variabili solo in modo discontinuo, secondo i propri multipli: quanto di energia. Teoria dei quanti: la teoria formulata da M.Planck secondo cui le grandezze fisiche possono assumere un numero discreto di valori. Quanto di luce: il fotone.

Quark - Nella fisica delle particelle elementari, costituente primo degli androni, mai osservato singolarmente, la cui carica è una frazione della carica elementare.

Quarzo - Minerale molto diffuso costituito da biossido di silicio, presente in natura sia come cristallo allo stato puro, incolore e trasparente (cristallo di roccia), sia in diverse aggregazioni di varia colorazione causata dalla presenza di impurità (quarzo rosa, affumicato, ametista, rubino). Il quarzo è uno dei componenti essenziali di molte rocce eruttive, metamorfiche e sedimentarie; viene largamente utilizzato per la fabbricazione del vetro, dei materiali refrattari e degli abrasivi; trova largo impiego nell'industria elettrotecnica e radiotecnica e, per le sue proprietà piezoelettriche, in orologeria.

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R

Radar - Radio detection and ranging: voce inglese "rilevamento e localizzazione (per mezzo di) onde radio. Strumento radio usato per localizzare oggetti mobili o fissi, basato sulla proprietà di emettere radioonde e di riceverle dopo che sono state riflesse dall'oggetto ricercato. Radar nautico: utilizzato dalle navi per la navigazione notturna o in casi di scarsa visibilità per evitare collisioni. Radar ottico: che impiega un fascio di raggi laser.

Radarmeteorologia - Utilizzazione di apparecchiature radar per rilievi e misurazioni meteorologiche.

Radiazione - Emissione e propagazione di energia sotto forma di onde elettromagnetiche o di particelle che si propagano lungo traiettorie ad andamento rettilineo; l'insieme degli elementi irradiati: radiazioni nucleari, radiazioni alfa, radiazioni beta, radiazioni gamma, radiazioni elettromagnetiche, radiazioni luminose, rad. termiche, rad. sonore, rad. solari, rad. cosmiche. Radiazione ionizzante : quella di energia sufficiente a ionizzare la materia che attraversa.

Radioattività - Emissione di radiazioni da parte dei nuclei atomici; proprietà di alcune sostanze di emettere radiazioni; nel linguaggio comune la quantità di radiazioni presente nell'aria, nell'acqua e in generale in un corpo che ha subito contaminazione radioattiva.

Radiocollegamento - Collegamento tra due punti distanti per mezzo di onde radio, detto anche collegamento radio.

Radiocomunicazione - Sistema di comunicazione a distanza per mezzo di onde hertziane o radioonde.

Radiometro - Strumento per il rilevamento di radiazioni, in particolare di microonde.

Radiomicrofono - Microfono collegato con una radiotrasmittente tascabile che permette di evitare l'uso del cavo di collegamento.

Radiomobile - Veicolo dotato di una radio ricetrasmittente. Autoradio. Reparto radiomobile della Polizia.

Radioonda - Onda elettromagnetica con frequenza compresa fra 10 Kilohertz e 300 Megahertz usata per le radiotrasmissioni.

Radon - Elemento chimico radioattivo dal simbolo Rn, appartenente al gruppo dei gas nobili; si forma per disintegrazione del radio e trova applicazione in medicina.

Raz - Corrente marina particolarmente violenta che si forma negli stretti o è causata dalla marea. Ondata che si alza all'improvviso in mare aperto risultando particolarmente pericolosa per le picccole imbarcazioni.

Real time - Simultaneità con cui i dati immessi nel computer vengono immediatamente elaborati; in tempo reale.

Relazione d'aiuto - La relazione d'aiuto si ha quando vi è un incontro tra due persone, di cui una si trovi in una condizione di sofferenza, disabilità e bisognosa d'aiuto ed un'altra invece dotata di un grado superiore di adattamento, abilità e che può offrire l'aiuto richiesto (R. Mucchielli, 1996)

Reporter - Nel giornalismo, inviato speciale di un giornale o di un'emittente radiotelevisiva che effettua un servizio su un avvenimento di particolare importanza, per esempio di un evento calamitoso.

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Resilienza - Capacità umana di affrontare gli avvenimenti dolorosi e rinascere dalle situazioni dolorose. Ogni persona possiede la resilienza: non è solo la capacità di resistere al dramma, non solo la sopravvivenza a tutti i costi, ma anche la capacità di usare l'esperienza del contatto con l'avvenimento traumatico per costruire il futuro.

Rischio - Possibilità che si verichi un fatto negativo, un danno, che qualcosa non abbia l'esito voluto. Pericolo, repentaglio. Nella matematica attuariale, scarto tra la possibilità di verificarsi di un certo evento e la frequenza con cui l'evento si verifica. Rischio (R): è il valore atteso delle perdite umane, dei feriti, dei danni alle proprietà e delle perturbazioni alle attività economiche dovuti al verificarsi di un particolare fenomeno di una data intensità. Il rischio totale è associato ad un particolare elemento a rischio E e ad una data intensità I è il prodotto: R(E;I) = H(I) V (I;E) W (E). Gli eventi che determinano i rischi si suddividono in prevedibili (idrogeologico, vulcanico) e non prevedibili (sismico, chimico industriale, incendi boschivi).

Risposta operativa - L'insieme delle attività di protezione civile in risposta a situazioni di emergenza determinate dall'avvicinarsi o dal verificarsi di un evento calamitoso.

Ruspa - Macchina escavatrice, collegata a un trattore o montata su di esso, dotata di benna o di pala dentata, che la rende atta allo spianamento del terreno e al trasporto del materiale.

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S

Safety - Cercar scampo nella fuga. Sicurezza, salvezza. Dispositivo di sicurezza.

Safety engineer - Responsabile della sicurezza sul lavoro.

Salvataggio - Operazione di soccorso a persone, animali o cose, in occasione di incidenti, naufragi o disastri naturali.

Salvavita - Che può salvare dalla morte. Cani sottoposti a uno speciale addestramento per la ricerca di persone ancora vive tra le macerie di edifici crollati. Denominazione commerciale, che costituisce marchio registrato, di un dispositivo automatico di sicurezza applicato agli impianti elettrici; è in grado di interrompere istantaneamente l'erogazione di energia in caso di pericolo.

Sala operativa - Area del Centro Operativo, organizzata in funzioni di supporto, da cui partono tutte le operazioni di intervento, soccorso e assistenza nel territorio colpito dall'evento secondo quanto deciso nell'Area Strategia.

Salvaguardia - L'insieme delle misure volte a tutelare l'incolumità della popolazione, la continuità del sistema produttivo e la conservazione dei beni culturali.

Saturo - Che ha raggiunto il punto di saturazione; in particolare di soluzione che ha raggiunto il massimo grado di concentrazione; di composto organico in cui gli atomi di carbonio sono uniti agli atomi con un solo legame; di vapore quando è in equilibrio con la fase liquida. Che contenere altro; che è eccessivamente pieno di qualche cosa. Impregnato, pieno, carico: terreno saturo d'acqua; stanza satura di fumo; aria satura di umidità. Atmosfera , ambiente saturo di elettricità.

Setting - Termine impiegato per indicare un contesto preciso, un'area spazio-temporale vincolata da regole, ove avviene un determinato processo.

Scenario dell'evento atteso - Valutazione preventiva del danno a persone e cose che si avrebbe al verificarsi dell'evento atteso.

Sicurezza - Prevenzione, eliminazione parziale o totale dei danni, pericoli, rischi; condizione di essere al sicuro: osservare le norme di sicurezza stradale; dare garanzie di sicurezza. Sicurezza pubblica: tutela dell'ordine pubblico e dei diritti dei cittadini. Sifonamento - Complesso delle opere idrauliche poste in atto per incanalare l'acqua nel sottosuolo di una città. Infiltrazione d'acqua alla base di una costruzione o di un terrapieno, che può causare frane o smottamenti.

SIPEM - Società Italiana di Psicologia dell'Emergenza che si occupa di studio, ricerca e formazione con particolare riguardo alla psicologia dell'emergenza, promuovendo interventi in situazioni straordinarie di calamità naturale e sociali.

Sistema di comando e controllo - Sistema per esercitare la direzione unitaria dei servizi di emergenza a livello nazionale, provinciale e comunale e si caratterizza con i seguenti centri operativi: DI.COMA.C., C.C.S., C.O.M. e C.O.C.

Smottamento - Scivolamento verso il basso di terreni imbevuti d'acqua. Smossa, cedimento, frana: zona soggetta a smottamenti.

Soglia - Valore del/i parametro/i monitorato/i al raggiungimento del quale scatta un livello di allerta. Salto di livello in un terreno, provocato da fenomeni di erosione. Soglia glaciale: forte dislivello dovuto a erosione glaciale, situato fra una valle secondaria e una principale.

Solstizio - Ciascuno dei due momenti dell'anno, corrispondenti a due punti sull'eclittica, in cui il sole si trova alla massima distanza dall'equatore celeste. Solstizio d'inverno, 21 dicembre; solstizio d'estate, il 21 giugno.

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Squadre di soccorso - Unità comprendenti operatori sanitari che provvedono alla gestione delle vittime sul luogo dell'evento ed al loro trasporto fino al Posto Medico Avanzato.

Squadre sanitarie - Unità comprendenti personale sanitario e mezzi che operano all'interno del Posto Medico Avanzato e seguono il paziente fino al suo ricovero in ospedale.

Stato di calamità - Prevede il ristoro dei danni causati da qualsiasi tipo di evento, alle attività produttive e commerciali.

Stato di emergenza - Al verificarsi di eventi di tipo "c" (art.2, L.225/92) il Consiglio dei Ministri delibera lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale. Tale stato prevede la nomina di un Commissario delegato con potere di ordinanza.

Straripamento - Riferito a fiumi, atto di traboccare oltre le rive o gli argini. Tracimazione, alluvione, inondazione.

Stress - Termine usato per la prima volta da Hans Selye nel 1936 e definito come la reazione aspecifica dell'organismo ad ogni richiesta che proviene dall'ambiente esterno o interno all'individuo e ne richiede un adattamento. La richiesta comprende gli stimoli definiti agenti stressanti quali stimoli fisici e stimoli emozionali. La reazione difensiva e adattiva chiamata Sindrome Generale di Adattamento (General Adaptation Syndrome) è caratterizzata da 3 fasi: fase di allarme, il corpo mobilita energie per difendersi dallo stimolo stressante; fase di resistenza, l'organismo si organizza in senso difensivo; fase di esaurimento, avviene il crollo e l'incapacità di adattarsi ulteriormente. (H. Selye, 1976)

Stress psicologico - La reazione di stress dipende sia dai diversi fattori di personalità, che dalla valutazione cognitiva di attribuzione di significato allo stimolo. Se lo stimolo è considerato pericoloso si produce un'attivazione emozionale con conseguenti risposte somatiche e psichiche. (Lazarus, 1966)

Stress del soccorritore - Tra le fonti di stress legate all'opera di soccorso in calamità troviamo: l'urgenza; l'esposizione a pericoli fisici imprevedibili, condizioni atmosferiche; difficoltà di comunicazione, ambiguità del proprio ruolo; turni di lavoro lunghi, mancanza di adeguate sistemazioni; inefficacia dei mezzi, scarsità di risorse; eccessiva identificazione con le vittime; l'incontro con la morte, la sofferenza; l' incontro con la morte di bambini; l'eventuale ostilità della comunità colpita. Le reazioni di stress negli operatori che intervengono in calamità sono normali e vanno messe in conto. (H. Young, 2002)

Strutture effimere - Edifici presso i quali di regola si svolgono attività ordinarie (scuole, palestre, ecc.) mentre in emergenza diventano sede di centri operativi.

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T

Task force - Formazione navale in grado di compiere azioni belliche in piena autonomia operativa; unità militare o di polizia preparata a intervenire in situazioni d'emergenza. Gruppo di esperti e tecnici costituito per prendere decisioni di tipo operativo in campo economico, industriale e politico.

Telerilevamento - Misurazione a distanza dell'energia elettromagnetica emessa dagli oggetti. Analisi della configurazione della superficie terrestre o della situazione meteorologica, compiuta per mezzo di particolari satelliti.

Tracimazione - Straripamento di corsi e masse d'acqua: tracimazione del fiume in piena.

Trauma - IL DSM-IV definisce il trauma come un evento vissuto al di fuori della norma, violento, lesivo che minaccia o ferisce l'integrità fisica o psichica del singolo o di un gruppo di persone. Si distinguono due tipi di trauma: trauma di tipo I, è un evento unico, imprevisto, con un chiaro inizio ed una fine; trauma di tipo II, è un evento violento a cui una persona viene ripetutamente esposta, è prevedibile, ma inevitabile e crea senso di impotenza (traumatizzazioni dei soccorritori).

Traumatizzazione vicaria - L'impatto psicologico che può avere il vissuto traumatico del paziente sul soccorritore e si manifesta con sintomi psicosomatici, ansia ed irritabilità, distacco emotivo, problemi familiari ed evitamento.

Triage - Il triage, o suddivisione in categorie, consiste nel classificare le vittime secondo criteri di gravità differenziati, per determinare: la priorità della presa in carico; il tipo di terapia più appropriata; la priorità di evacuazione; le modalità e destinazioni delle evacuazioni. (Noto, 1989)

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U

UMSS (Unità Mobili di Soccorso Sanitario) - Struttura mobile con caratteristiche di mobilitazione immediata, attrezzata per funzionare come PMA, comprendente 2 (massimo 3) tende pneumatiche; barelle leggere per 50 feriti; generatori di energia (elettricità e gas compresso); materiale sanitario suddiviso in casse di colore corrispondente alla destinazione d'uso (rosso: infusioni; giallo: materiale non sanitario; verde: medicazione/immobilizzazione; blu: ventilazione).

UMMC (Unità Mobili Medico Chirurgiche) - Dispositivi di intervento composti da uomini e mezzi in grado di assicurare alle vittime della catastrofe un livello di cure intermedio tra il primo soccorso ed il trattamento definitivo. Offrono la possibilità di effettuare interventi chirurgici di urgenza, assistenza intensivistica protratta per più ore e degenza di osservazione clinica.

Uragano - Ciclone tipico del Mar delle Antille, delle zone costire degli Stati Uniti Meridionale e dell'Australia, detto ancle ciclone tropicale. Vento di fortissima intensità, corrispondente al massimo grado della scala Beaufort; anche, nel linguaggio corrente, tempesta molto violenta con vento e pioggia.

Uranio - Elemento chimico dal simbolo U, appartenente alla famiglia degli attinidi; è radioattivo e ha proprietà metalliche ed elevata densità; gli isotopi a peso atomico 235 e 233 sono fissili e possono essere impiegati direttamente come combustibili nucleari, mentre l'isotopo più abbondante, a peso atomico 238, deve essere trasformato preventivamente in plutonio 239.

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V

Valanga - Massa di neve che scende precipitosamente per un pendio, aumentando progressivamente di dimensioni e trascinando con sè quanto incontra sul cammino; cane da valanga: addestrato per la ricerca delle persone travolte da valanghe. Con specificazione di ciò che cade, massa imponente, straripante che, precipitando, fa danni; valanga d'acqua, di pietre, di terra; una valanga di fango.

Valore esposto (W) - Rappresenta il valore economico o il numero di unità relative ad ognuno degli elementi a rischio in una data area. Il valore è in funzione del tipo di elemento a rischio : W = W(E).

Verricello - Macchina per sollevare pesanti carichi, simile ad un piccolo argano, costituita da un cilindro orizzontale rotante, attorno a cui si avvolge, mediante una manovella, la fune legata al peso.

Viscosa - Soluzione fluida di cellulosa in soda caustica, dall'aspetto simile alla seta, utilizzata per la preparazione di tessuti artificiali come il rayon, anche, tessuto ottenuto sottoponendo tale soluzione a vari procedimenti chimici.

Vittima - Chi muore o chi subisce grave danno in seguito a un incidente, a una calamità naturale, a una malattia e simili. Le vittime di guerra, le vittime di un naufragio, di un terremoto; il numero delle vittime di un incendio; rimanere vittima di un incidente stradale. A.J.W.Taylor e A.G. Frazer (1981) hanno proposto una classificazione delle vittime di un disastro in sei livelli: vittime di primo livello: chi subisce in via diretta l'impatto dell'evento catastrofico; vittime di secondo livello: parenti ed amici delle vittime di primo livello; vittime di terzo livello: personale di soccorso (traumatizzazione vicaria); vittime di quarto livello: la comunità coinvolta nel disastro e chi ne è eventualmente responsabile; vittime di quinto livello: persone il cui equilibrio psichico è tale che, anche se non sono coinvolte direttamente nel disastro, possono reagire con un disturbo emozionale; vittime di sesto livello: persone che, per un diverso concorso di circostanza, avrebbero potuto essere loro stessi vittime di primo livello, o che hanno spinto altri nella situazione di calamità o che si sentono coinvolti per altri motivi indiretti.

Volontariato - Lavoro volontario, non regolarmente retribuito, che viene prestato per acquisire la pratica necessaria all'esercizio di una professione. Attività volontaria e gratuita svolta da alcuni cittadini a favore della collettività. L'insieme di gruppi organizzati che prestano disinteressata opera di aiuto e assistenza: il Volontariato, le Associazioni del Volontariato.

Vulcano - Fenditura profonda della crosta terrestre, in comunicazione con depositi di magma situati nella litosfera, dalla quale fuoriescono lava, lapilli, ceneri, acque, vapori e gas ad alta temperatura: vulcano attivo, in eruzione, quiescente, spento. Nel linguaggio comune il cono vulcanico, la montagna costituita dai detriti vulcanici solidificati. [vedi anche glossario Vulcanologia]

Vulnerabilità (V) - Grado di perdita prodotto su un certo elemento o gruppo di elementi esposti a rischio risultante dal verificarsi di un fenomeno di una data intensità. E' espressa in scala da 0 (nessuna perdita) a 1 (perdita totale) ed è in funzione dell'intensità del fenomeno e della tipologia di elemento a rischio: V = V (I;E).

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W

Walkie-talkie - Ricetrasmettitore portatile a onde radio, usato soprattutto dalle forze dell'ordine, dai servizi di soccorso o dai radioamatori.

Workshop - Corso di specializzazione, seminario di studi e ricerche.

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X

Xerografia - Procedimento di stampa a secco, con speciali macchine fotoelettriche, per riprodurre documenti, disegni e simili su carta speciale.

Xilene - Idrocarburo aromatico ottenuto dal benzene per sostituzione di due atomi di idrogeno con due gruppi metilici, usato come solvente o nella sintesi di varie resine e materie plastiche.

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Z

Zenit - Punto di intersezione con la sfera terrestre con la perpendicolare passante per il luogo di osservazione posto sulla superficie terrestre (si contrappone al nadir): sole sullo zenit, direttamente sopra la testa dell'osservatore.

Zinco - Elemento chimico dal simbolo Zn; è un metallo presente in natura nei suoi minerali (silicati, blenda, calamine), duttile e malleabile, trova largo impiego industriale per rivestire superfici e oggetti metallici contro la corrosione, per la tecnica della zincografia e per la preparazione di molte leghe, tra cui l'ottone.

Zolfo - Elemento chimico dal simbolo S; è un metalloide solido presente in natura allo stato puro, dal colore giallo intenso, o combinato in minerali quali i solfati e i solfuri, o nelle acque solfuree e in alcune sostanze organiche; bruciando all'aria emana un caratteristico odore molto acre, dovuto alla formazione del biossido di zolfo; viene largamente utilizzato nell'industria chimica per la produzione di acido solforico, nell'industria di coloranti e dei fiammiferi, in agricoltura per ricavarne antiparassitari e fertilizzanti, nella vulcanizzazione della gomma e in medicina per la cura della pelle.