PERIODICO DI INFORMAZIONE DELLA VALLE DELL’AGNO...da Massimo Gonzo, che da quel momento ha assunto...

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Mi sembra importante ed utile riprendere la proposta lanciata recentemente da Michele Benetazzo ai sindaci ed ai responsabili delle pro loco dei 13 comuni del Consorzio Astico- Brenta, in sede di program- mazione annuale delle attività. Si tratta in buona sostanza di riprendere un discorso più volte emerso sia a livello provinciale che nazionale, attribuendo alle pro loco un ruolo di coordina- mento e di promozione di tutto l’associazionismo, per utilizzare al meglio le risorse sia finanzia- rie messe a disposizione dalle Amministrazioni, sia di strutture e di volontariato del territorio che risultano altrettanto preziose ed indispensabili. «Desideriamo invece essere pre- si seriamente in considerazione, n.6 novembre - dicembre 2008 - Anno LII - Redazione: 36078 Valdagno (Vicenza), Viale Trento, 4/6 - Telefono 0445 401190 Bimestrale edito da : Associazione ProValdagno - Gratis ai soci - Registrazione al Tribunale di Vicenza n. 92 del 22 Dicembre 1956 Pubblicità inferiore al 70% - Stampa Litografia F.lli Danzo snc - 36073 Cornedo, via Monte Ortigara, 83 - Direttore Responsabile: Gianni Luigi Spagnolo - Spedizione in abbonamento postale Comma 20/b Art.2 L.662/96 - Ufficio Postale di Vicenza Ferrovia. Taxe percue (Tassa riscossa) all’Ufficio Postale di Vicenza - Italy 2,00 PERIODICO DI INFORMAZIONE DELLA VALLE DELL’AGNO fondato nel 1956 251 FONDIARIA SAI DIVISIONE FONDIARIA Agenzia Generale di Valdagno Via S. Clemente, 10/12 36078 VALDAGNO (VI) divisione FONDIARIA e-mail: [email protected] Tel. 0445 409735 - 409933 - Fax 0445 406097 CENTOVENTICINQUE ANNI DI MUSICA Raccontare la storia della «Banda Marzotto» è come per- correre sentieri e penetrare scorci che attraversano oltre un secolo di storia di Valdagno. Prima di tutto perché nel volgere di 125 anni vi sono state diver- se generazioni di valdagnesi che hanno conosciuto, seguito, as- coltato e amato questo gruppo strumentale dall’illustre passato (e dal promettente futuro), men- tre varie centinaia di giovani e meno giovani ne hanno fatto parte direttamente apportandovi il loro vissuto quotidiano oltre al background sociale e cultu- rale di un’intera comunità. E poi perché la città ne ha ri- cevuto, per contro, da una parte un eccezionale impulso alla pratica della musica, dall’altra un motivo di orgoglio e di rafforzamento della propria identità, anche grazie alle im- portanti affermazioni che questa compagine è andata costante- mente ottenendo in Italia e all’estero. Ma, soprattutto, le vi- cende della banda, che oggi ha mutato il suo nome in «Complesso Strumentale Vit- UNA PROPOSTA PER RAFFORZARE IL RUOLO DELLE PRO LOCO PRO VALDAGNO TESSERAMENTO 2009 Nei 125 anni di storia della “Banda Marzotto” (oggi “Complesso Strumentale V.E. Marzotto - Città di Valdagno”), si sono avvicendate diverse generazioni di valdagnesi che hanno vissuto la musica con entusiasmo e professionalità, orgogliosi di far parte di un gruppo strumentale dall’illustre passato. Una storia strettamente intrecciata con le vicende della Fabbrica, ossia con il simbolo stesso dell’avventura imprenditoriale dei Marzotto, che ha connotato e permeato di sé la città, collocando Valdagno nel contesto industriale nazionale ed europeo. (continua a pag. 2) torio Emanuele Marzotto - Città di Valdagno», si intrecciano strettamente con la storia di quella che è stata “la Fabbrica”, ossia il simbolo stesso della avventura industriale dei Mar- zotto, che ha connotato e per- meato di sé la città di Valdagno facendone uno dei maggiori centri nazionali ed europei della produzione tessile e dell’ab- bigliamento. Fu Vittorio Ema- nuele Marzotto che nel 1883 ebbe l’idea di istituire a Val- dagno un “Corpo Bandistico del Lanificio”. Era un giovane estro- verso e dinamico, dotato di una grande passione e di una buona competenza per la musica, e fu lui in persona a curare la costi- tuzione della nuova banda, a scegliere i primi maestri, a controllare puntigliosamente il repertorio dei brani da inserire in programma e a seguire il reclutamento dei nuovi orche- strali. Gli esordi in pubblico furono assai lusinghieri, con le prime tournée che raccolsero i commenti entusiastici della stampa dell’epoca, al punto che verso la fine dell’Ottocento la Banda dei Lanifici, ormai nota in buona parte d’Italia, si andava sempre più affermando come uno dei migliori gruppi nel suo genere. Da allora in poi il com- plesso strumentale registrò una continuità di presenza, di attività e di affermazioni che poche formazioni analoghe possono vantare, malgrado gli inevitabili momenti di difficoltà dovuti alle due guerre mondiali, alle agi- tazioni del ‘68, alle crisi a volte acute dell’industria laniera e, soprattutto negli ultimi decenni, all’evolversi dello storico rap- porto fra la città e la famiglia Marzotto. Tra le esibizioni ri- maste memorabili prima dello scoppio della Grande Guerra vi fu un grande concerto tenuto a Venezia in piazza San Marco, dove la «Banda Marzotto» suo- nò la Cavalcata delle Walkirie bissata poi a Milano in occasio- ne della grande Esposizione Internazionale del 1911. Dopo la morte di Vittorio Emanuele Marzotto, assassinato nel 1922, fu il figlio Gaetano ad assumersi l’onere di ricostruire su basi solide i destini della banda, alla La «Banda Marzotto» di Valdagno 1883-2008 Valdagno gennaio 2009 Gentile socio/a, È tempo di rinnovare la tessera alla PRO-VALDAGNO per il 2009. La tessera sarà la UNPLI CARD che attraverso convenzioni offre ai soci proloco notevoli vantaggi. Il costo è rimasto invariato ed è di 15,00 Anche quest’anno il tesseramento potrà essere effettuato con pagamento presso: LIBRERIA BUONA STAMPA in Corso Italia - Valdagno Tel. 0445/401092 AGENZIA TUTTOPRATICHE PROVALDAGNO in Viale Trento 4 (stazione ferrovie) Valdagno Tel. 0445/401190 SCOOBY DOO Piazza Roma Valdagno Tel. 0445/481237 Nella certezza che rimarrà fedele alla nostra associazione, contribuendo così alla crescita culturale della nostra città, colgo l’occasione per porgerLe cordiali saluti. IL PRESIDENTE Paolo Centomo Il Complesso Strumentale V. E. Marzotto - Città di Valdagno, 2008 Il Complesso Strumentale V. E. Marzotto - Città di Valdagno, 2008 La Banda nel 1890 La Banda nel 1890

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Mi sembra importante ed utile riprendere la proposta lanciata recentemente da Michele Benetazzo ai sindaci ed ai responsabili delle pro loco dei 13 comuni del Consorzio Astico-Brenta, in sede di program-mazione annuale delle attività.Si tratta in buona sostanza di riprendere un discorso più volte emerso sia a livello provinciale che nazionale, attribuendo alle pro loco un ruolo di coordina-mento e di promozione di tutto l’associazionismo, per utilizzare al meglio le risorse sia finanzia-rie messe a disposizione dalle Amministrazioni, sia di strutture e di volontariato del territorio che risultano altrettanto preziose ed indispensabili. «Desideriamo invece essere pre-si seriamente in considerazione,

n.6 novembre - dicembre 2008 - Anno LII - Redazione: 36078 Valdagno (Vicenza), Viale Trento, 4/6 - Telefono 0445 401190Bimestrale edito da : Associazione ProValdagno - Gratis ai soci - Registrazione al Tribunale di Vicenza n. 92 del 22 Dicembre 1956Pubblicità inferiore al 70% - Stampa Litografia F.lli Danzo snc - 36073 Cornedo, via Monte Ortigara, 83 - Direttore Responsabile:Gianni Luigi Spagnolo - Spedizione in abbonamento postale Comma 20/b Art.2 L.662/96 - Ufficio Postale di Vicenza Ferrovia.

Taxe percue (Tassa riscossa) all’Ufficio Postale di Vicenza - Italy 2,00

PERIODICO DI INFORMAZIONE DELLA VALLE DELL’AGNO

fondato nel 1956

251

FONDIARIA SAID I V I S I O N E F O N D I A R I A

Agenzia Generale di ValdagnoVia S. Clemente, 10/1236078 VALDAGNO (VI)

divisioneFONDIARIAe-mail: [email protected]. 0445 409735 - 409933 - Fax 0445 406097

CENTOVENTICINQUE ANNI DI MUSICARaccontare la storia della «Banda Marzotto» è come per-correre sentieri e penetrare scorci che attraversano oltre un secolo di storia di Valdagno. Prima di tutto perché nel volgere di 125 anni vi sono state diver-se generazioni di valdagnesi che hanno conosciuto, seguito, as-coltato e amato questo gruppo strumentale dall’illustre passato (e dal promettente futuro), men-tre varie centinaia di giovani e meno giovani ne hanno fatto parte direttamente apportandovi il loro vissuto quotidiano oltre al background sociale e cultu-rale di un’intera comunità.E poi perché la città ne ha ri-cevuto, per contro, da una parte un eccezionale impulso alla pratica della musica, dall’altra un motivo di orgoglio e di rafforzamento della propria identità, anche grazie alle im-portanti affermazioni che questa compagine è andata costante-mente ottenendo in Italia e all’estero. Ma, soprattutto, le vi-cende della banda, che oggiha mutato il suo nome in «Complesso Strumentale Vit-

UNA PROPOSTA PER RAFFORZARE IL RUOLO

DELLE PRO LOCO

PRO VALDAGNOTESSERAMENTO 2009

Nei 125 anni di storia della “Banda Marzotto” (oggi “Complesso Strumentale V.E. Marzotto - Città di Valdagno”), si sono avvicendate diverse generazioni di valdagnesi che hanno vissuto la musica con entusiasmo e professionalità, orgogliosi di far parte di un gruppo strumentale dall’illustre passato. Una storia strettamente intrecciata con le vicende della Fabbrica, ossia con il simbolo stesso dell’avventura imprenditoriale dei Marzotto, che ha connotato e permeato di sé la città, collocando Valdagno nel contesto industriale nazionale ed europeo.

(continua a pag. 2)

torio Emanuele Marzotto - Città di Valdagno», si intrecciano strettamente con la storia di quella che è stata “la Fabbrica”,ossia il simbolo stesso dellaavventura industriale dei Mar-zotto, che ha connotato e per-meato di sé la città di Valdagno facendone uno dei maggiori centri nazionali ed europei della produzione tessile e dell’ab-bigliamento. Fu Vittorio Ema-nuele Marzotto che nel 1883 ebbe l’idea di istituire a Val-dagno un “Corpo Bandistico del Lanificio”. Era un giovane estro-verso e dinamico, dotato di una grande passione e di una buona competenza per la musica, e fu lui in persona a curare la costi-tuzione della nuova banda, a scegliere i primi maestri, a controllare puntigliosamente il repertorio dei brani da inserire in programma e a seguire il reclutamento dei nuovi orche-strali. Gli esordi in pubblico furono assai lusinghieri, con le prime tournée che raccolsero i commenti entusiastici della stampa dell’epoca, al punto che verso la fine dell’Ottocento la

Banda dei Lanifici, ormai nota in buona parte d’Italia, si andava sempre più affermando come uno dei migliori gruppi nel suo genere. Da allora in poi il com-plesso strumentale registrò una continuità di presenza, di attività e di affermazioni che poche formazioni analoghe possono vantare, malgrado gli inevitabili momenti di difficoltà dovuti alle due guerre mondiali, alle agi-tazioni del ‘68, alle crisi a volte acute dell’industria laniera e, soprattutto negli ultimi decenni, all’evolversi dello storico rap-porto fra la città e la famiglia Marzotto. Tra le esibizioni ri-maste memorabili prima dello scoppio della Grande Guerra vi fu un grande concerto tenuto a Venezia in piazza San Marco, dove la «Banda Marzotto» suo-nò la Cavalcata delle Walkirie bissata poi a Milano in occasio-ne della grande Esposizione Internazionale del 1911. Dopo la morte di Vittorio Emanuele Marzotto, assassinato nel 1922, fu il figlio Gaetano ad assumersi l’onere di ricostruire su basi solide i destini della banda, alla

La «Banda Marzotto» di Valdagno 1883-2008

Valdagno gennaio 2009

Gentile socio/a,

È tempo di rinnovare la tesseraalla PRO-VALDAGNO per il 2009. La tessera sarà la UNPLI CARD che attraverso convenzioni offre ai soci proloco notevoli vantaggi.

Il costo è rimasto invariato ed è di 15,00

Anche quest’anno il tesseramento potrà essere effettuato con pagamento presso:

LIBRERIA BUONA STAMPAin Corso Italia - ValdagnoTel. 0445/401092

AGENZIA TUTTOPRATICHE PROVALDAGNOin Viale Trento 4 (stazione ferrovie)Valdagno Tel. 0445/401190

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Nella certezza che rimarrà fedele a l la nostra associaz ione , contribuendo così alla crescita culturale della nostra città, colgo l’occasione per porgerLe cordiali saluti.

IL PRESIDENTE Paolo Centomo

Il Complesso Strumentale V. E. Marzotto - Città di Valdagno, 2008Il Complesso Strumentale V. E. Marzotto - Città di Valdagno, 2008La Banda nel 1890La Banda nel 1890

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il nostro campanile - novembre/dicembre 20082

IL PUNTO - continua dalla prima pag.

(dalla prima “Centoventicinque...”)

Associazione Provaldagno

il nostro campanilePeriodico di informazione della Valle dell’Agno

Direttore ResponsabileGianni Luigi Spagnolo

DirettorePaolo Centomo

RecapitoAssociazione ProvaldagnoIL NOSTRO CAMPANILE

Viale Trento 4/6 - 36078 Valdagnoe-mail: [email protected]

Questo periodico è associatoalla Unione Stampa

Periodica Italiana

ed è per questo che auspico la nomina in tutti i Comuni della Consulta delle associazioni, formata da membri delle Pro loco e degli altri sodalizi.»Questa la proposta dell’avv. Benetazzo, personaggio autore-vole nel mondo dell’associa-zionismo, fondatore e presidente onorario dell’Unpli (Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia. In un periodo di crisi economica che impone severi limiti di bilancio alle attività culturali e ricreative, quella della Consulta mi sembra una idea interessante soprattutto se affiancata all’impegno di un incontro annuale per coordinare le attività in programmazione.Riprendendo una prassi già attuata in passato e che oggi ritorna di attualità proprio per rafforzare il ruolo della pro Valdagno nel contesto dell’as-sociazionismo locale.C’é urgenza infatti di definire un calendario coordinato delle manifestazioni e di stabilire collegamenti di comunicazione e di collaborazione (nei limiti delle rispettive capacità) con tutti coloro che promuovono attività di spettacolo, di cultura, di tempo libero sul territorio.A tutti è chiesto uno sforzo di superare egoismi, riaffermando la volontà di collaborare per una promozione coordinata del territorio.

Paolo CentomoPresidente Pro Valdagno

cui attività il lungo conflitto aveva imposto una sosta forzata. Una svolta importante si ebbe nel 1926, quando a dirigere il corpo musicale dei Marzotto fu chiamato il maestro AnselmoNeri, che recava con sé unaottima fama di conduttore arti-stico e di efficiente organiz-zatore. I concerti ripresero a tamburo battente. I componenti del complesso valdagnese erano più di ottanta e ricevevano ogni anno una discreta somma in denaro oltre a due tagli di vestito di lana di buona qualità, uno estivo e uno invernale. Nel 1928 parteciparono a Roma alla prima edizione del Concorso Bandistico Nazionale aggiudi-candosi il secondo premio, presenti ben 74 gruppi prove-nienti da tutta la penisola per un totale di 3500 bandisti. A presiedere la giuria del premio era nientemeno che il grande Pietro Mascagni.Gli anni Trenta segnarono il periodo di più intensa attività, che si svolse sotto l’infaticabile guida del direttore Neri. Le prove si tenevano nella nuova sede presso l’edificio della Scuola di musica, che Gaetano Marzotto aveva voluto all’in-

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terno del grande piano della “città dell’armonia” progettata dal Bonfanti. Nel ‘33 la banda partecipò ad una grandiosa gita a Roma organizzata per i di-pendenti dei vari stabilimenti Marzotto (ben 2300 persone trasportate su treni speciali, che sfilarono per il centro della capitale precedute dalle note dei musicanti valdagnesi). Nel ‘38 una nuova tournée portò la banda ed il coro a Norimberga,dove la stampa tedesca inneggiò alla bravura dei “camerati lavoratori” dei Lanifici Marzotto.Pochi mesi dopo le nuove vicende belliche costrinsero le attività della banda a diradarsi drasticamente, anche perché l’organico si ritrovò ridotto della metà a causa della chiamata alle armi di molti bandisti. Dopo la fine del conflitto la ri-costituzione del complesso bandistico consentì la piena ripresa delle attività concer-tistiche, mentre intanto alla guida del gruppo il maestro Stefano Ghiraldini succedeva a Neri. Nel corso degli anni Cin-quanta la “Banda” conquistò il 1° primo premio al concorso internazionale Gran Premio Bolzano (1953) e il 2° premio assoluto al III° concorso ban-dist ico internazionale di Ostenda (1954). I successivi an-ni Sessanta segnarono una svolta nella cultura e nei gusti musicali del pubblico, per cui alla fles-sione di interesse e di parteci-pazione si cercò di rispondere rinnovando i repertori e orga-nizzando eventi tesi a più aperte relazioni con le diverse realtà locali anche extra-aziendali.Nel 1971 il maestro Ghiraldinicedeva la bacchetta di condut-tore a Dario Neresini, che av-viava un’opera di profondo rinnovamento tecnico e arti-stico, mentre si andava via via superando la storica identifi-cazione Banda = Marzotto anche in virtù di un nuovo clima di apertura della Marzotto verso una realtà cittadina e territo-riale di dimensioni allargate.I programmi di attività si orientarono prevalentemente verso esibizioni più “locali”

che esterne, così che la storica “Banda Marzotto” di Valdagno si configurava ormai come una istituzione della città e per la città. L’ “era Neresini” si conclu-se nel 1983 con la morte pre-matura del direttore, incarico che fu assunto da Salvatore Gioieni.E veniamo ai giorni nostri.Pur mantenendo il legame ideale e fisico che unisce da sempre la banda alla tradizione e al nome dell’azienda manifat-turiera (la sede storica per esempio è rimasta la stessa), tra il 2003 e il 2004 si è arrivati alla svolta che ha determinato un mutamento sostanziale, oltre che formale, nella natura del gruppo e quindi nel modo stesso di interpretare il proprio ruolo nel rapporto con la realtà locale. Il fatto nuovo si è verificato quando il Comune di Valdagno,a fronte della decisione della Marzotto di far cessare l’attivi-tà della storica compagine, ha stipulato con l’azienda un ac-cordo con il quale si assumeva, in cambio della donazione degli strumenti e di un contributo economico in tre rate annuali, gli oneri per il prosieguo del-l’attività bandistica e per l’utilizzo della sede storica di via Panzini, la cui gestione è af f idata al l ’associazione “Progetto Musica” presieduta da Massimo Gonzo, che da quel momento ha assunto anche la direzione del complesso strumentale.Una storia, dunque, fatta di grandi concerti e di duri sacrifici personali, di memorabili tras-ferte e di un rapporto città-fabbrica che ha attraversato un percorso lungo 125 anni. Un patrimonio di esperienze e di manifestazioni artistiche e culturali che ha arricchito la nostra terra e che promette di farlo anche in avvenire. Perché la musica per banda non è cosa sorpassata, ma pratica viva e passione in grado di corris-pondere in pieno alle esigenze del territorio, della cultura edei costumi di una comunità.

Giorgio Trivelli

Sopra: Fanfara della Società Concordia Valdagnese, una delle formazioni bandistiche che confluì nella nuova Banda Operaia del Lanificio Marzotto.Sotto: Formazione Fanfaristica “I Boeri” del quartiere Rio di Valdagno (1910).

La successione dei DirettoriLa continuita nell’attività del complesso strumentale è stata assicurata negli anni da figure di notevole spicco nel campo musicale, a partire dalle prime prestigiose “bacchette” come PioNevi (a Valdagno dal 1883 al 1885) proveniente da Milano (dove ricopriva l’incarico di direttore della banda musicale cittadina), chiamato da Vittorio Emanuele Marzotto ad istituire una banda musicale che rappresentasse il Lanificio Marzotto e il paese di Valdagno. Vi riusciva, in parte, riunendo la Banda della Società Filarmonica, la Fanfaristica Concordia e musicanti di altri gruppi esistenti nel circondario. Completava la difficoltosa operazione il prestigioso maesto Giovanni Battista Pionzo (1885 - 1901), che era solito dirigere i concerti in frac e cilindro, come partecipasse a una cerimonia solenne. Origini piemontesi, rigoroso, attento anche ai compositori a lui contemporanei curando personalmente la trascrizione delle partiture che gli sembravano più adatte alla “sua” banda di Valdagno.Sotto la sua direzione si registrano i primi successi: 1° premio al concorso di Vicenza del 1890 e concerti in sedi esclusive a Monza e Milano (1894) e Bologna (1899). Amico ed estimatore di Giuseppe Verdi, muore lo stesso anno (1901) del grande musicista e viene sepolto a Valdagno. La serie dei direttori del complesso, che si sono succeduti nel tempo con un’unica interruzione nei primi anni venti, si completa con:

1901 - 1905 Alfeo Buja1905 - 1907 Igino Pozzolini 1907 - 1915 Regolo Romani Adami 1916 - 1920 Angelo Castellani1923 - 1926 Luigi Calzolari1926 - 1949 Anselmo Neri1950 - 1971 Stefano Ghiraldini1972 - 1982 Dario Neresini1983 - 2003 Salvatore Gioieni

Dal 2004 l’incarico di direttore e maestro del Complesso Strumentale V.E. Marzotto - Città di Valdagno è ricoperto da Massimo Gonzo.

1 2 5 A N N I D I M U S I C A

Complessi strumentali tra l’800 e ‘900 in vallata.

125° Musica

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3il nostro campanile - novembre/dicembre 2008

Alla Galleria dei Nani, di Palazzo Festari, mostra dedicata ai 125 anni della “Banda Marzotto”.

In occasione dei 125 anni dalla fon-dazione, presso la galleria dei nani di palazzo Festari è stata allestita una mostra documentaria e fotografica che ha riper-corso le tappe più significative della storia del Complesso strumentale V.E. Marzotto, che qui sintetizziamo.Gaetano Marzotto (1820 -1910) dopo l’unità d’Italia (ottobre 1866) diviene sindaco di Valdagno (fino al 1874) consigliere provinciale (1875) deputato al Parlamento (1876-1880, rieletto nel 1892 e nel 1895).La Società Filarmonica, istituita nel 1865 per riorganizzare le attività del corpo bandistico cittadino, festeggia la nomina del primo sindaco dell’Italia unita con una serenata: per questo la banda cittadina “è corrisposta con generoso trattamento di vino”.1868 inizio lavori di ampliamento del Lanificio.1869 il 15 agosto - ferragosto - grande fe-sta per la fine dei lavori del nuovo sta-bilimento e per celebrare l’amicizia Rossi - Marzotto.Un manifesto della Società Operaia di Valdagno, presto trasformata in Societàdi Mutuo Soccorso, saluta AlessandroRossi come “il principe dell’Industria Laniera, maestro di molto sapere scientifico e industriale”, e presenta il programma del concerto previsto nella piazza del paese dalla Banda Musicale dello Stabi-slimento Rossi di Schio insieme con la Banda della Società Filarmonica di Valdagno che vede come presidente Gaetano Marzotto e tra i promotori anche Luigi Valle (che nel 1872 prospettò la necessità di una nuova via di comuni-cazione con la val Leogra attraverso il traforo dello Zovo). Una prima testi-monianza di esibizione bandistica si trova nelle ”cronache” di Bernardo Bocchese,in occasione della festa organizzata tra il 27 e il 28 maggio 1797 per celebrare l’arrivo delle truppe francesi (e la caduta della Serenissima Repubblica di Venezia). Al grido di Libertà, Uguaglianza Fratel-lanza fece la comparsa anche il tricolore verde, bianco e rosso.Ma le cose cambiano rapidamente. Il 20 gennaio 1798 i capifamiglia valdagnesi giurano fedeltà all’Austria nel duomo cittadino.Nel 1806 ritornano i francesi.Nel 1815 ritornano gli austriaci che vi rimangono fino al 1866.

In questo periodo si diffonde in paese e nel circondario il gusto per la musica d’assieme; piccoli gruppi con strumenti a fiato o a corda (mandolino, chitarra) si formano un po’ dovunque, per suonare in occasione di sagre, solennità religiose o civili, riunioni conviviali.Vittorio Emanuele Marzotto (1858 -1922) nel 1883 sposa Italia (detta Ita) Garbin(famiglia di industriali tessili di Schio) e nello stesso anno rifonda il complesso filarmonico di Valdagno con l’assorbi-mento della Società Fanfaristica Con-cordia: nasce così la Banda del Lanificio Marzotto di Valdagno.

SUL FILO DELLA STORIA

125° Musica

“El Baracon” di via Manin, primi anni ‘20: una costruzione in legno dove si facevano teatro, concerti e serate danzanti. Negli anni 1923/25, la Banda era diretta dal M° Luigi Calzolari.

Fanfara di Castelvecchio, 1920.

Fanfara di Recoaro, 1918/20.

Fanfara Alpina di Piana, 1914.

Coro del Complesso Bandistico V. E. Marzotto negli anni Trenta.

Il Complesso Bandistico V.E. Marzotto davanti alla scuola di Musica con il M°Anselmo Neri (al centro), 1948.

Coro misto e complesso di fisarmoniche fondato e diretto dal M° Vere Paiola. Metà anni ‘50.

All’origine del nuovo complesso strumentale - composto quasi interamente da operai del Lani-ficio - c’é l’innato amore per la musica di Vittorio Emanuele Marzotto, il nuovo “re della la-na” che “cura la scuola di mu-sica con solerzia, impegno e talvolta con la severità che usa nella direzione dell’azienda”.La direzione della scuola e della banda viene affidata al m° PioNevi, direttore della banda civica di Milano che si alterna al m° Giovanni Battista Pionzo fino al 1885, anno in cui questoultimo viene nominato e gli subentra nell’incarico.

La storia della banda si intreccia con le vicende nazionali ed internazionali, come nel caso della prima guerra mondiale. Il 2 luglio 1916 la Banda Operaia Marzotto tiene un concerto(riprenderà l’attività solo a guerra finita) fortemente voluto da V.E. Marzotto “per sostenere lo spirito patriottico dei val-dagnesi”.La guerra lascia come strascico pesante profonde divisioni che non trovano un accordo per riprendere l’attività interrotta, anche a causa di contrapposte appartenenze politiche; nasce così la Banda Proletaria, con sede presso il Circolo Operaio, e la Banda dei Popolari con se-de presso il Ricreatorio.

Neppure la tragica morte di Vittorio Emanuele Marzotto (1922) riesce a ricucire i rapporti di collaborazione tra i compo-nenti delle due bande musicali: inutile in tal senso lo sforzo del M° Luigi Calzolari (1923/26).La svolta decisiva si ha nel 1926 quando a dirigere la BandaOperaia viene chiamato da Mantova il M°Anselmo Neri (1926 - 1949).

Gode di ottima fama di con-duttore artistico e di efficiente organizzatore.

Designato a questo incarico da Gaetano Marzotto, tra i due si instaura subito un accordo pressoché perfetto e duraturo.Nel 1927 viene stilato il primo regolamento che definisce i vari aspetti di rispettivo e reciproco interesse tra la Fabbrica e la Banda. Nell’aprile del 1928 la Banda si aggiudica il secondo premio nel concorso bandistico nazionale di Roma che vede la partecipazione di ben 74 gruppi strumentali provenienti da tutta la penisola.

A quel tempo la banda è com-posta da 84 strumentisti con unalto livello di preparazione. Intensa l’attività concertistica in tutti gli anni ‘30.Nel 1932 viene aperta la nuova sede della Banda nell’edificio progettato da Francesco Bon-fanti all’interno del complesso urbanistico realizzato in Oltre Agno battezzato come “Cittàdell’Armonia”.Nel 1934 nasce la nuova se-zione di canto corale con 175 componenti (121 uomini e 54 donne).

In occasione della inaugu-razione del teatro Impero (poi Rivoli) la banda si esibisce in un concerto impegnativo alla presenza del maresciallo Badoglio (8 dicembre 1937).

Il 1938 è un anno di grandi im-pegni nazionali ed interna-zionali: il 21 marzo concerto in onore del principe ereditario Umberto II di Savoia; in giugno una tournée a Norimberga, in Germania; il 25 settembre, a Valdagno per la visita ufficiale del capo del Governo BenitoMussolini.

L’attività del complesso stru-mentale subisce un sensibile rallentamento nel corso della seconda guerra mondiale.Stefano Ghiraldini (1950 -1971) di origine rodigina, chiamato a Valdagno dal M° Neri, gli suc-cede alla direzione della Banda.

Sotto la sua bacchetta il com-plesso registra altri successi: 1° premio al concorso interna-zionale di Bolzano (1953); 2° premio al concorso interna-zionale di Ostenda (Belgio) (1954). Il 5 novembre 1955 viene inaugurato il monumento a Gaetano Marzotto senior; tocca al Complesso strumentale dare solennità alla cerimonia che vede un grande afflusso di pubblico e di autorità.Un legame speciale si instaura, in quegli anni, con la città di Udine dove è vescovo Giusep-pe Zaffonato (già arciprete a Valdagno) e dove nella chiesa di S. Francesco si esibisce molte volte la banda, su iniziativa di Gaetano Marzotto.

A Ghiraldini subentra il M° Da-rio Neresini (1972 -1982) che subito amplia il repertorio, man-tenendo sempre alto il livello di preparazione e di interpre-tazione del complesso stru-mentale.Tra i concerti più significativi di quel periodo va ricordato quello per il bicentenario del Duomo di San Clemente (1978) e quello per l’ottantesimo della morte di Verdi (1981).

Il Complesso Bandistico V.E. Marzotto sulla gradinata della por-tineria della Fabbrica a Valdagno, con le nuove divise predisposte per il viaggio al concorso di Ostenda, 1954.

(continua a pag. 6)

a cura di Gianni L. Spagnolo e Vittorio Visonà

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4 il nostro campanile - novembre/dicembre 2008

Viale Trento, 4 - 36078 Valdagno (VICENZA)Tel. 0445 406020 (3 linee r.a.) - Fax 0445 408242

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srl

Alla Galleria “Germana” di San Quirico, lo scorso autunno, il secondo appuntamento con “Proposte d’Arte”

La mostra dedicata alle opere più recenti dei tre pittori val-dagnesi - Germana Peserico, Francesco Busato, Marco Zen -è stata l’occasione per mostrare il risultato di una particolare ricerca artistica: il fare pittura in un contesto, quello della contemporaneità, dove non sempre la comunicazione, so-prattutto se legata al non "social-mente utile", è scorrevole, anzi sopportabile, e didatticamente dilettevole. Un denominatore comune sembra accomunare questi artisti già ampiamente conosciuti in ambito locale e non solo, anche se poi la realiz-zazione sui supporti pittorici evidenziano emozioni-moti-vazioni molto differenti fra di loro.Il “paesaggio” è il pretesto per una convergenza: una chiave unica, in comunione, che apre però più porte intenzionali sia pure con spazi, forme, croma-tismi con combinazioni sin-tattiche corrette. Pitture che convergono nell'emozione, ma che si differenziano nella moti-vazione, quella spinta iniziale che porta a solcare con deter-minata sincerità la "traccia lace-rante" più intima e sensibile.Pitture, dunque, quelle di Germana, Francesco e Marco che inducono quasi "per forza" a voler constatare le diversità, non solo stilistiche, che creano efficaci, dilettevoli ed inte-ressanti opportunità di comu-nicazione e conversazione ar-tistiche. Germana presenta due fasi tra loro compatibili, anzi comple-mentari nella continuità della ricerca. La prima, con un nu-mero consistente di opere, quasiinteriore mostrando immagini-

125° Musica

In Mostra alla Galleria dei Nani 125 di Storia e di Musica

Sala Soster, palazzo Festari. Sabato 6 dicembre 2008, inaugurazione della mostra “Centoventicinque anni di Musica, la “Banda Marzotto” di Valdagno, 1883-2008. La pre-sentazione è stata affidata a Vittorio Visonà, mentre la ricerca d’archivio, l’organizzazione e l’allestimento sono stati curati da Sissi Rossi, Anna Cornale, Federica Busato, Michele Menin.

Galleria dei nani, Palazzo Festari. Nella foto qui sotto si vede in primo piano lo storico “Bombardino”” (flicorno baritono) con il quale il maestro e solista Arturo Boscato, per lunghi anni, ha suonato con inimitabile bravura, eseguendo celebri arie liriche, nel Complesso Strumentale “V. E. Marzotto”.

SPUNTI PAESAGGISTICI E SOCIALI PER COSTRUIRE TRE PERCORSI ARTISTICI

tutte realizzate con pastelli e gessi, bianco e nero, visualizza

un aspetto del suo esseresimbolo avviluppate in dense, ma non retoriche, atmosfere segniche determinate, perfino lussureggianti, definitive per un processo avviato sulla strada, da elegante testimone accusa-torio, dello "sfacimento", senza passare, sia pure per affrettata osmosi, da grafie espressioniste. Qualche titolo aiuta a comple-tare le osservazioni: "l'Aborto","Vanità", "lo Specchio","Salomo-ne", "Parlamento", ecc.E la ricerca, ovviamente, non si ferma. Ecco allora le nuove "Città del futuro". Il fraseggio grafico assume in queste altre opere, un modulazione serrata. Il ritmo sfiora consequenzial-mente l'ossessione: rinviando l'osservatore al di là di quelle architetture castigate, quelle "vetrate" quasi "ammiccanti", incernierate dentro cornici originali.

"Città del futuro" all'interno del-le quali, dun-que, la vita scor-re seguendo una predestinazio-ne: rafforzando, e qui sta forse l ' impor tanzadelle opere es-poste di Ger-mana, la strada dell'arte e del-l'attività intel-lettuale.

Francesco, nella sua rapida car-rellata di pitture che spaziano in un arco di tem-po trentennale, propone una

l'habitat valdagnese.Ad un appariscente lirismo cromatico, anche originale, inserisce in questi paesaggi, apparentemente reali, la nota espressionista, a voler quasi frenare l'impulso elegante delle architetture urbane o di altre

sua visione delle situazioni am-bientali.Cromie della tradizione pittorica veneta dell'entroterra, quella della montagna dove l'orizzonte è una ritmia rocciosa, forte, rassicurante, affascinante. "Santa Maria di Panisacco", "ilCielo", "Conca di Smeraldo","Paesaggio valdagnese" 1 e 2 mostrano proprio questo intimo sentire, irrequieto, peraltro,ma non irriverente del luogo. L'odorare l'aria che sapora di fatica, ma anche di idealità.

Marco, nelle sue pitture, sfio-rando quello che può essere un "romantico canto" del colore negli accostamenti in "purezza", propone i suoi "intimi paesag-gi". Sensazioni ed emozioni in religiosità ripensate, rivissute e riverberate con intensità in cro-matiche e ordinate campiture: ampi spazi, però, non privi di determinata capacità medi-tativa.In tale sintonia si segue il lasciarsi trasportare dalle "trasparenze" e dalle profondità incise nei racconti pittoriciche narrano di "Profumo del silenzio", "Guardando verso Marana", "la Valle della luna","Aurora".

In alto: Germana Peserico, “Città del futuro”.

A fianco: Francesco Busato, “Paesaggio”.

Sotto: Marco Zen, “Paesaggio nel blu”.

Vittorio Visonà

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Evento che ha segnato profondamente la storia della gente ed il territorio della nostra Vallata.

5il nostro campanile - novembre/dicembre 2008

1918-2008: 90° Anniversario della fine della I° Guerra Mondiale

Commemorare tutte le vittime della guerra ed allo stesso tempo ricordare a tutti le tragiche conseguenze che ogni conflitto, in ogni tempo ed in ogni luogo porta con sé: questo lo spirito con cui l’Associazione Nazionale Alpini - Sezione di Valdagno, in collaborazione con il Gruppo Storico della Valle dell’Agno e con le altre Associazioni d’Arma, ha promosso un programma di manifestazioni - incontri culturali, convegni di studio, mostre, spettacoli musicali, rievocazioni storiche - che si sono svolte nella seconda metà del 2008, in stretta collaborazione con i Comuni della vallata. In agosto nella sala polifunzionale “Gino Soldà” a Campogrosso si sono susseguite tre mostre:Mostra di scultura “Parlar per schegge” di Don Adriano Campiello,

Il 24 agosto, sempre in località Campogrosso, in occasione della festa del Gruppo Alpini di Recoaro, è stata organizzata da parte del Centro Studi della Sezione e con la collabo-razione dell’Associazione 4 Novembre di Schio, la visita guidata all’anello storico. Oltre 500 persone, divise in gruppi di 25/30 persone hanno per-corso il sentiero, accompagna-ti da esperti studiosi della Grande Guerra. Di particolare suggestione la presenza di 12 figuranti con uniformi italiane ed austriache disposti lungo le trincee.La sera del 5 settembre a Re-coaro Terme, il Prof. ClaudioGattera, in occasione della pre-sentazione dello stemma del Gruppo Giovani della Sezione,ha presentato la storia del Battaglione Alpini M. Berico fondato a Recoaro nel 1915.

A Novale, presso il salone del Centro Giovanile, il 3 ottobre ha avuto luogo una serata dal titolo: “Cesare Battisti e Fabio Filzi: Ultimo atto” e “Gli aero-porti nella Valle dell’Agno 1915 - 1918”, tenuta rispettivamente dai Professori Claudio Gattera e Dina Tamiozzo.

Due serate dal titolo “Voci, note e foto della Grande Guerra”hanno avuto luogo presso l’aula magna delle scuole medie di Trissino e presso il Cinema Comunale di Recoaro Terme, rispettivamente l’11 ed il 18 ottobre, con la presenza dei cori “Aqua Ciara” , “Amici dell’Obante” e il “Complesso Bandistico di Muzzolon” e nella seconda serata con i cori “Alpini di Novale”, “Amici della Montagna” di Trissino e la Banda Cittadina di Cornedo.

Mostra fotografica “Guerre e non Guerre” di Luca Artusi,

Mostra cartoline “I prestiti di guerra” di Attilio Zordan e MauroMantovani.

Mostra cartoline “I prestiti di guerra” di Attilio Zordan e MauroMantovani.

Una foto di guerra accompa-gnava sullo sfondo ogni bra-no. Le due serate sono state presentate dal giornalista Luigi Centomo.Nella Chiesa di Campotamaso, il 17 ottobre sono state presen-tate le ricerche storiche di Da-rio Rossato e della Prof. An-nalisa Castagna sui soldati a Campotamaso e nella Valle dell’Agno. Le foto del Prof. Claudio Gattera e le canzoni del coro “Amici dell’Obante”hanno arricchito la manifes-tazione coordinata da Luigi Cailotto.

La Sala Soster del Palazzo Festari, ha ospitato due serate storico-culturali programmate dal Centro Studi della Sezione e dal Gruppo Storico della Valle dell’Agno. Il 24 ottobre, il Prof. Silvano Fornasa ha con-dotto la serata con l’intervento della Prof. Annalisa Castagna che ha parlato delle truppe e del Comitato di assistenza civile a Valdagno; con il Prof.

Maurizio Dal Lago che ha trattato il tema del Comune di Valdagno e la Guerra. Ha chiu-so i lavori il Geom. Franco Rasia che ha presentato una ricerca sulle opere militari a ridosso del fronte. Il 31 ottobre, presentato dal Prof. Maurizio Dal Lago, il Prof. Giorgio Rochat, docente di storia dell’Università di Torino, ha trattato il tema delle Storiografiedella Grande Guerra rispondendo alle domande dello storico Alessandro Massignani e del pubblico.

Santa Giuliana - Ulbe - Prebianca - Passo Xon - Staro - Staro Mille Malunga - Castiliero - Colle Bellavista. Alle ore 12 il gruppo ha deposto una corona all’interno del Sacrario. Il Gruppo ha poi proseguito per la strada del Re fino al Rifugio Campogrosso per poi rientrare alle ore 17, sempre a piedi e sempre sotto una pioggia insistente, a Santa Giuliana. L’assistenza logistica è stata fornitada un mezzo della Protezione Civile della Sezione.

Il ciclo di manifestazioni si è chiuso il 7 novembre a Castelgomberto,nella sala Forscola di Palazzo Barbaran, concessa dal Comune di Castelgomberto, dove la “Banda Brian” ha tenuto una serata culturale presentando canti e musiche popolari della Grande Guerra raccolti nel territorio dell’alto vicentino.

Nonostante la pioggia battente, martedì 4 novembre 2008, si è svolto come da programma il Pellegrinaggio all’Ossario del Pasubio.Alle ore 9 dopo una breve cerimonia al monumento ai caduti organizzata dal Gruppo Alpini di Recoaro sul colle di Santa Giuliana, un gruppo di 9 alpini, artiglieri, genieri, ha iniziato la marcia verso il Pian delle Fugazze con il seguente itinerario:

Il Gruppo Alpini di Recoaro Terme ha fornito i volontari per la sorveglianza della Mostra fotografica “Reportage dal Fronte” allestita dall’ 1al 9 novembre presso il Centro Sociale Giardino dal Comune di Recoaro e dal Museo del Risorgimento di Vicenza.Una mostra storica dal titolo “La Valle dell’Agno nella Gran-de Guerra - Immagini, mappe, equipaggiamenti uniformi” è stata allestita dagli alpini Massimo Padovan, Franco Perin e Franco Rasia nel salone d’onore Villa Trissino di Cornedo.Hanno contribuito all’allestimento i Comuni di Cornedo, Valdagno e Recoaro Terme mettendo a disposizione materiali e documenti d’archivio.Il Dott. Mauro Passarin del Museo del Risorgimento di Vicenza, il Prof. Maurizio Dal Lago ed il Prof. Claudio Gattera hannocollaborato per la parte storica.Hanno messo a disposizione i reperti delle loro collezioni i signori Dario Balestro, Enzo Brunialti, Piero Caile, Elvio Luna, GianniMassignan, Franco Mastrovita, Massimo Padovan, Franco Perin,Franco Rasia, Antonio Storti. E’ stato inoltre esposto del materiale proveniente dal “Lascito Ugo Nizzero” e dal deposito della Sezione. La mostra, aperta tutti i giorni dall’ 1al 12 novembre, è stata visitata da cittadini della valle dell’Agno e dagli alunni delle scuole di Cornedo.

I Gruppi Alpini di Piana, di Cornedo e di Recoaro hanno restaurato o collaborato al restauro dei monumenti ai caduti presenti nel loro territorio.

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6 il nostro campanile - novembre/dicembre 2008

DDADA

È attivo il sito web:

www. provaldagno.it

Per inviare posta e leggere

“Il nostro campanile”

in formato elettronico

Gianni L. Spagnolo

Alla morte di Neresini, la dire-zione viene affidata al M° Sal-vatore Gioieni (1983-2003).Siciliano d’origine, con unprestigioso curriculum profes-sionale, il m° Gioieni carat-terizza la sua direzione per un piglio artistico deciso, originale, a volte estroso ed imprevedibile.In quel periodo, da ricordare il concerto per il centenario della banda (1983), quello per il gemellaggio tra Valdagno e Prien Am Chiemsee (Baviera) e quello in occasione dei festeg-giamenti dei 150 anni della Manifattura Marzotto, tenutosi allo Stadio dei Fiori (1986). Tra la fine del 2003 - quando Gioieni lascia la direzione - e l’inizio del 2004, il complesso strumentale vive un momento di difficoltà a causa della decisione della Manifattura di far cessare l’attività della Banda.Solo il tempestivo intervento del Comune - e i successivi accordi tra lo stesso, la Manifattura - riesce ad assicurare continui-tà ad una attività stimata e ap-prezzata da tutta la cittadinanza.

La nuova gestione del com-plesso viene affidata all’As-sociazione Progetto Musica presieduta dal M° Massimo Gonzo.Anche il m° Gonzo, come i suoi illustri predecessori, può vantare un curriculum di rilievo: diploma al conservatorio di Verona, specializzazione in strumentazione per banda, collaborazione a gruppi cameristici ed orchestrali quali l’Orchestra da camera di Pa-dova, i Solisti Veneti, l’Orchestradell’ente lirico di Verona.

Un primo premio, due secondi premi e un terzo premio ai concorsi in composizione e strumentazione per banda “Diapason d’oro” di Mantova.Dal 2004 il complesso stru-mentale V.E. Marzotto assume quindi anche l’intitolazione “Città di Valdagno” e sotto la direzione del M° Gonzo ha ripreso la sua attività prestigio-sa e qualificata nel mondo musicale locale e nazionale.

(“Sul Filo della Storia”da pag. 3)

125° Musica

Il nostro periodico ha pubblicato una serie di articoli per ricordare cosa fu il 1968 a Valdagno, col-legando in particolare gli avve-nimenti che culminarono nei “fatti” del 19 aprile con i primi fermenti della contestazione studentesca.A distanza di quaranta anni quel periodo cruciale per la nostra storia - sia locale che nazionale - fanno ancora discutere, anche se i contesti culturali, sociali e politici sono talmente cambiati da rendere talvolta difficile la comprensione complessiva di fenomeni che appaiono sempre più lontani dalla nostra con-temporaneità.Basti pensare che nessun partito del tempo è sopravvissuto fino ad oggi e non solo come si-gle/simboli elettorali, ma anche e soprattutto come riferimenti ideali (ideologici).La globalizzazione poi ha fatto il resto, perché oggi il mercato del lavoro si deve confrontare continuamente con i grandi flussi di capitale a livello inter-nazionale, e la competizione si svolge su scala mondiale, sfuggendo spesso alle regole e alle politiche economiche dei governi e degli organismi inter-nazionali.La crisi del ‘68 a Valdagno fu innescata dalle rivendicazioni sindacali sui ritmi e i carichi di lavoro, sui salari, sulle prospet-tive occupazionali. La perdita del posto di lavoro era una mi-naccia incombente e concreta per molti, visto che nel quin-quennio 1962/66 gli organici della Marzotto avevano subito un 20% di riduzione. Su queste preoccupazioni con-crete si innestò la riflessione degli studenti (quelli del Liceo in prima linea) che recepivano anche i fermenti di novità che venivano dalle università italiane e francesi (il famoso maggio ‘68 a Parigi).Per tutti quel periodo fu quindi un crogiolo di tensioni, di preoccupazioni, di idealità e di aspettative, all’insegna di un grande, collettivo desiderio di futuro.Il ‘68 a Valdagno fu tutto questo, mentre a tutti fu chiaro di vivere una svolta epocale, l’inizio di un periodo più ricco di inco-gnite che di certezze.In effetti poi la vicenda sinda-cale ebbe uno strascico signifi-cativo con l’occupazione delle fabbriche nel gennaio-febbraio del 1969. Una nuova vertenza con momenti di grande tensio-ne, ma senza - va sottolineato - episodi di violenza.

IL ‘68 A VALDAGNO PER TUTTI I PROTAGONISTI, OLTRE LE DIFFERENZE IDEALI E POLITICHE, FU DESIDERIO DI FUTURO. Il ruolo della chiesa locale

La vertenza era tornata ad essere tutta “valdagnese” rifiutando le esasperazioni idelogiche che volevano fare di Valdagno la culla di una rivoluzione di portata nazionale. Questo va detto per evitare di confondere i piani di azione - sindacale , politica, ideologica - che talvolta trovavano punti di convergenza e talaltra diver-gevano perché differenti erano le finalità perseguite.In buona sostanza Valdagno seppe riaffermare e far prevalere anche in quelle tragiche cir-costanze la migliore tradizione di una ceto operaio maturo e consapevole e una cultura pro-fondamente radicata nel senso profondo di appartenenza allachiesa, alla parrocchia.Ed è proprio in questo senso che vorrei portare una mia testimonianza diretta su di un episodio che penso meriti un giusto rilievo. Personalmente non ho un “mio” ‘68 da ricordare né penso di dovermi “riappropriare” di al-cunché (come cerca di fare qualcuno in un eccesso di nostalgia).Non ho “fatto” il 68, ma come molti valdagnesi ho vissuto con consapevolezza piena gli avve-nimenti che coinvolgevano - direttamente o indirettamente -tutte la famiglie (anche la mia: due sorelle operaie in Fabbrica, la mamma pensionata Marzotto, il papà, scomparso da poco, ex dipendente Marzotto).Un mio ricordo particolare si colloca sul versante dell’im-pegno ecclesiale nel difficile tentativo di riappacificare gli animi all’indomani degli episodi del 19 aprile 1968.

La violenza collettiva con deva-stazioni e feriti (fortunatamente non gravi) era un fatto nuovo a Valdagno che sconvolgeva le coscienze ed interpellava in modo pressante e del tutto inedito la comunità ecclesiale, da sempre punto di riferimento e guida della società locale. Stupore e consapevolezza che con questa violenza venivano compromessi non solo i legami tradizionali con la Marzotto (con tutto quello che ciò signifi-cava anche nel sociale, in particolare nelle opere as-sistenziali), ma anche i legami culturali con il pensiero e l’azione della tradizione catto-lica e in particolare con la dot-trina sociale della Chiesa, im-prontata al collaborazione - pur nella diversità degli interessi- e al rifiuto categorico della so-

praffazione violenta.Ecco quindi la necessità di unarisposta chiara, serena ed equili-brata da parte della chiesa loca-le, anche se nelle ore più calde di quel fatidico 19 aprile si erano sentite grida del tipo ”Bruciamo la canonica perché i preti sono amici di Marzotto”. E così in una riunione di tutti i sacerdoti della città fu deciso di prendere posizione facendo leggere durante tutte le messe della domenica 21 aprile “in Albis” un documento elaborato nella segreteria parrocchiale di San Gaetano.A fianco di Don Giovanni Barbieri, nella stesura di un tes-to che doveva calibrato anche nelle virgole, c’era anche il sottoscritto - giovane liceale impegnato in azione cattolica.Furono momenti di riflessione intensa e sofferta, cercando di esprimere una posizione che fosse rispettosa della verità dei fatti, cercando di dare contem-poraneamente qualche spunto di riflessione per riappacifi-care gli animi e ricondurre la vertenza sindacale (perché questa era la cosa principale) nell’alveo di un confronto civile e produttivo.Ne sortì un testo che, anche a distanza di anni, conserva intatta la sua validità di fondo, a conferma del fatto che nei momenti più difficili vanno ricercate e dette le parole più autentiche e vere.

Tutta la chiesa e quindi anche i vostri sacerdoti fanno proprie le espressioni del concilio che afferma: “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore”. (Gaudium et Spes).

La nostra Valdagno ha passato una delle giornate più tristi e dolorose della sua storia.Quella che doveva essere, secondo le intenzioni una pacifica e legittima dimostra-zione di lavoratori compatti e responsabili per le loro giuste rivendicazioni é degenerata in forme di violenza, di distruzioni, di vandalismi indegni di un paese civile.

Ci conforta il sapere che tali fatti sono stati deprecati dalla maggioranza dei cittadini an-che perché causati in gran parte da forze estranee al nostro am-

biente di Valdagno.Mentre deploriamo e condan-niamo ogni forma di violenza rinnoviamo la nostra sentita comprensione e cordiale soli-darietà alle legittime aspirazioni dei nostri lavoratori e facciamo appello a tutti i responsabili affinché si impegnino a fare tutto il possibile per esattamente conoscere e giustamente risol-vere la penosa situazione.

Il messaggio di pace rivolto da Cristo ai discepoli nel Vangelo di oggi divenga realtà anche per Valdagno, affinché con l'aiuto di Dio e la buona volontà di tutti gli uomini non si ripetano atti di violenza e si ristabiliscano pertutti serenità e giustizia. Questo é il nostro augurio ac-compagnato da fiduciosa preghiera.

Don Giovanni, con la cura meti-colosa che lo contraddistin-gueva, volle che il testo fosse ciclostilato e messo a disposi-zione alle porte delle chiese per evitare fraintendimenti e inter-pretazioni faziose.L’intervento delle parrocchie venne apprezzato da tutti, anche se da sinistra fu giudicato troppo debole e annacquato rispetto ai proclami di “battaglia”che circolavano nei volantini e sui manifesti di quei giorni. Ma era proprio questo il senso di un gesto che voleva essere di vicinanza agli operai nella chia-rezza di posizioni equilibrate, contro ogni esasperazione ed estremismo.La chiesa locale intendeva assu-mere le preoccupazioni di una intera popolazione senza cedere a derive ideologiche e partitiche.Altro gesto forte del clero fuanche la celebrazione delle Messe, celebrate da Mons. Giuseppe Sette (a Valdagno) e don Alfonso Zecchin (a Maglio di Sopra) nelle fabbriche occupate, nel gennaio - febbraio del 1969.Ulteriore conferma del ruolo concreto e incisivo svolto dal mondo cattolico locale, nel corso di una vicenda sindacale e politica tra le più difficili ed emblematiche del sessantotto italiano.

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7il nostro campanile - novembre/dicembre 2008

APERTI AL MONDO, CON UNA SOLIDARIETÁ CONCRETA AL PASSO CON I TEMPI

Valdagno si apre alla solidarietà in forma concreta, coordinatae a livello internazionale.

Questo lo scopo del “Comitato per la cooperazione internazio-nale decentrata per lo sviluppo sostenibile - Città di Valdagno”,presentato alla cittadinanza il

19 dicembre 2008, con lo scopodi coordinare e sostenere i pro-grammi di cooperazione allo sviluppo a favore di cittadini valdagnesi, religiosi e laici, che operano in Asia, Africa e Ame-rica Latina.Dare concretezza e continuità ai vari progetti promossi dai gruppi, dalle associazioni reli-giose e laiche, e uno stretto collegamento con la Pubblica Amministrazione: questo lo spirito dell’iniziativa che nasce da una proposta emersa in Consiglio comunale nel feb-braio del 2007 e che è maturata nella costituzione del Comitato, con lo scopo specifico è di dare ai valdagnesi dei canali diretti, concreti e immediati per es-primere la propria solidarietà agli abitanti delle zone svan-taggiate del mondo dove si soffre e si muore per denu-trizione, per carenze sanitarie e dove c’é bisogno di strutture per avviare lo sviluppo e arrivare all’autosufficienza: scuole, os-pedali, pozzi per l’acqua, strade.

Il Comitato quindi si propone di sostenere progetti, programmi e processi di sviluppo umano sostenibile, cioé rispettoso dell’ambiente e del contesto sociale, costituendo un fondocomune, destinato a finanziare le varie iniziative.

rettivo misto, formato da Con-siglieri Comunali e Rappre-sentanti di Associazioni impegnate in tal senso, individuare questi progetti direttamente gestiti da nostri concittadini nelle varie aree del mondo, facendosi così da tramite tra le esigenze reali e la solidarietà attiva, come è accadutoanche negli anni scorsi.Allo scopo è stato aperto un conto corrente presso il Credito Cooperativo (filiale locale della Cassa Rurale e Artigiana di Brendola: c.c. 000296076).

Attivo inoltre il sostegno della Amministrazione comunale a sostegno delle richieste di fondi privati e pubblici per i singoli progetti e nell'attività di coin-volgimento e sensibilizzazione dell'intera cittadinanza sui temi della solidarietà internazionale e dei progetti in atto.Nel corso della serata sono stati presentati tutti i 12 progetti internazionali alla presenzadi un numeroso pubblico.

L’assessore competente GuidoNovella ha informato i presenti che per l’anno 2008 i primifondi già raccolti saranno destinati per la ricostruzione e l’ampliamento della ScuolaElementare di San Francisco da

Questi attualmente i progetti che rientrano nell'iniziativa e che "partecipano" alla assegnazionedei fondi:

Progetto “Scuola di San Francisco da Floresta“, in Guinea Bissau, inti-tolata a Vittorio Bicego - referente S. Dal Medico;Progetto "Hospitalito",Salvador - seguito dal medico E. Visonà;Progetto "Artbol", Boliviaseguito dalla Coop. “Canalete” - referente C. Campi;Progetto "Una ScuolaPer Franca", Guatemala - referente C. Zattra;Progetto "Risorseforestali a Mongù", Zambia - seguito dal CeLIM” - referente M. Franceschi;Progetto "Sri Lanka",Asia - seguito dalla Coop. Studio Progetto - referente B. Coaro;Progetto agricolo"Mandala", Brasile seguitoda Carmelo - referente B. Toniolo;Progetto "Sor-Riso",Sierra Leone seguito P. A. Guiotto - referente M. Guiotto;Progetto "LekhaporaShirbo", Bangladesh seguito dall’Ass. Filo di Juta - referente L. Martini;Progetto "ScuolaAlberghiera Inhasoro", Mozambico - seguito dal CeLIM” - referente M. Franceschi;Progetto "Escuela NinosTrabajadors Bogotà", Colombia seguito da C. e I. Morsolin - referente F. Morsolin;Progetto "Escuelita aSantiago do Chile", Cile seguito da F. e M. Milan - referente C. Milan.

“Sulle vie di Gino” è il ti-tolo del nuovo libro dedi-cato al grande alpinista recoarese Gino Soldà,con cui si sono concluse le celebrazioni del cente-nario della sua nascita.

Contiene la biografia e le testimonianze dell’illus-tre concittadino con la descrizione delle vie a-perte sulle Piccole Do-lomiti. L’iniziativa portata a compimento dalle se-zioni del Cai di Valdagno e di Recoaro Terme, che porta il nome di Gino Soldà, ha avuto il soste-gno dei due comuni e delle Sezioni vicentine del Cai.Il lavoro è stato realizzato dal giornalista Luigi Cen-tomo e dal presidente del Cai valdagnese, Redento Peserico, che hanno strut-turato il libro con due capitoli.Il primo è dedicato alla biogra-fia di Soldà, avendo cura di chiarire una volta per tutte il luogo di nascita, cioé Valda-gno l’8 marzo 1907. La famiglia si trasferì a Recoaro il 28 feb-braio 1921, quando Gino aveva 13 anni. In questa prima parte, con la prefazione di Bruno Bruni,presidente del Cai di Recoaro, non ci sono solo le note vicende sportive di Gino, ma gli autori hanno cercato di aprire una nuova fase di studio del personaggio con una serie di capitoletti che riguardano la nascita, l’uomo immagine, cam-pione fino all’ultimo, il ricordo dei figli Manlio ed Evi, un fisico perfetto descritto dal suo me-dico, Luigi Bortolaso e poi, la più bella foto di Gino scattata da Placido Barbieri e il suo rapporto con l’amicizia a cura del giornalista Gianni Celi.

SULLE VIE DI GINO

Quindi la descrizione di un incidente in parete, il suo voluminoso epistolario, la conquista della nord est del Dente del Sassolungo, la nord della cima Ovest della Lavare-do, maestro di sci e aspira-zioni per i figli, la conquista del Sassolungo e della sud-ovest della Marmolada, alcune lettere di Gino e il suo curriculum alpinistico sportivo.La seconda parte inizia con un tributo alle Piccole Dolomiti e con un accurato censimento delle vie aperte da Gino, che vengono presentate con foto a tutta pagina, molto significative e anche suggestive; di ciascu-na è riportato il grafico e la descrizione tecnica.

Piacevole anche da guardare.Gli autori hanno evidenziato che la realizzazione di un altro libro su Gino Soldà è un “segnodi riconoscenza per essere sta-

Ogni anno verrà definito un progetto “cittadino”, sul quale chiamare a raccolta sia la generosità dei cittadini che gli interventi istituzionali (Comune, Regione, Enti e agenzie statalie non, per lo sviluppo del terzo mondo).E’ compito di un Consiglio di-

I componenti del “Comitato per la cooperazione interna-zionale decentrata per lo sviluppo sostenibile - Città di Valdagno”.

Floresta, in Guinea Bissau, dove ha operato per vent’anni il valdagnese Vittorio Bicego,deceduto 10 anni or sono. Per ricordare il decimo anniversario del generoso testimone di solidarietà, il “Gigante Buono”, chiamato “Mid’né” dagli indi-geni, ovvero “colui che soffre per gli altri”, l’amministrazione comunale di Valdagno gli ha dedicato la piazza del paese di Castelvecchio mentre la Se-zione degli Alpini di Valle gli ha dedicato una lapide a ricor-do. Inoltre il gruppo di appoggio formato da colleghi di lavoro della Marzotto, familiari e cittadini di Castelvecchio e di tutta la Valle dell’Agno ha indetto in tutte le Scuole di ogni ordine e grado un Concorso dedicato a Vittorio Bicego che ha coinvolto 1200 studenti e che ha avuto un grande suc-cesso. Inoltre con la vendita del libro “Lettere dall’Africa di Vittorio” e con la generosità ditanti valdagnesi è riuscito a

Il 19 dicembre 2008, a Palazzo festari, il Comitato presenta ad un foltopubblico i 12 progetti di cooperazione internazionale.

(continua a pag.8)

Page 8: PERIODICO DI INFORMAZIONE DELLA VALLE DELL’AGNO...da Massimo Gonzo, che da quel momento ha assunto anche la direzione del complesso strumentale. Una storia, dunque, fatta di gran

La prima edi-zione del con-corso si svolse nel 2002 per festeggiare il c e n t e n a r i odella Pro Val-dagno presso l'Albergo Al-pestre di Cas-telvecchio di Valdagno. Al-tra occasione particolare è stata la cele-brazione del 50 anno de “Il Nostro Campanile”, il periodico di informazione della Valle dell'Agno, edito dalla Pro Valdagno a partire dal 1956.Perché la Maresina d’Oro, rappresenta un evento speciale rispetto a quella d’Argento, in quanto il concorso gastronomico è stato riservato alle persone premiate nelle varie edizioni della Maresina d'Argento; ciascun partecipante invia un menù completo composto da antipasto, primo e secondo piatto.

La selezione dei menù delle serate conviviali viene effettuata da una competente Giuria che sceglie le ricette di antipasti, primi e secondi piatti fra quelli presentati in concorso.Tutti i partecipanti alle serate esprimono il loro gradimento con un voto e risulta vincitore della "Maresina d'oro" (un'opera unica di Galliano Rosset raffigurante un ramoscello di erba maresina realizzata dalla Gioielleria Ottorino Pasetti di Valdagno) il piatto che ha ottenuto il punteggio maggiore.

Agli “autori” degli altri piatti vengono consegnati premi offerti dagli sponsor. La serie dei concorsi della Maresina è stata ideata e promossa da Gabriella Polita e Amedeo Sandri, con la compartecipazione e il patrocinio della Pro Valdagno.

8 il nostro campanile - novembre/dicembre 2008

Serata della Maresina d'Oro, il 27 marzo 2009 all’Hotel Trettenero di Recoaro T.

raccogliere i fondi per la co-struzione di due pozzi nella Regione del Tombalì dove sitrova l’azienda agricola di SanFrancesco fondata da VittorioBicego nel 1984.Ed è partito da quella zona il primo con-tainer di cajou-anacardi la cui commercializ-zazione è già ben avviata nella Valle dell’Agno, del Chiampo e del Leogra dando un futuro alle centinaia di famiglie di San Francesco che lavorano nel-l’azienda agricola dove si pro-ducono anche vari frutti tropicali (ananas, manghi, banane, riso, noce di cocco, ecc.). Adiacente alla scuola sarà allestita anche un piccolo centro infermieristico e di pronto soccorso.

La somma raccolta non potrà finanziare l’intera opera prevista ma è convinzione del gruppo d’appoggio che altri gene-rosi cittadini valdagnesi colla-boreranno perché il progetto possa essere interamente coper-to e finanziato.

Il nuovo progetto “cittadino” per l’anno 2009 sarà individuato dalla commissione nel mese di gennaio e sarà pubblicizza-to nei prossimi mesi con la pro-mozione di incontri nelle Scuole, presso la Biblioteca Ci-vica e la sala delle Conferenze di Palazzo Festari, nonché con la pubblicazione per esteso del progetto di sviluppo prescelto attraverso gli organi di stampa cittadini e di Valle.A breve il Comitato si riunirà per calendarizzare le attività di sensibilizzazione nei confronti della cittadinanza sul nuovo progetto agricolo “Mandala” di cui è responsabile il concittadino Carmelo Fioraso presente in Brasile da molti anni.

Compagnia di Danza e Teatro dell’Havanapresenta:

SONLARSpettacolo di danza e percussionidi René de Càrdenas

VENERDI 27 FEBBRAIO

MARTEDI 10 MARZO

L’AMANTEMILITARERegia Paolo Valerio

Compagnia del TeatroStabile di Verona

Società per Attori presenta:

Franca Valeri in

Carnet de notes 2008di Franca Valeri

MERCOLEDI 25 MARZO

STAGIONE TEATRALE2008 - 2009 VALDAGNO

to, nel senso più ampio del ter-mine, un grande maestro di vita. Vuole essere anche il preludio e lo stimolo a studiare il perso-naggio che, oltre ai meriti e alla fama alpinistica, ha firmato molte altre “imprese”, che ha compiutoanche nella quotidianità della vita”. “La sua fu una “montagna vissuta” - ha scritto Annibale

(dalla pag. precedente “Sulle vie di Gino”)

(da pag. 7 “Aperti al mondo...)

Mentre si stava mandando in stampa questo numero del Campanile (11 febbraio 2009) è giunta la notizia della improvvisa scomparsa di Germana Peserico (nella foto all’inaugurazione della mostra). Il servizio a pag. 4 dedicato alla sua pittura vuole quindi essere un sincero e commosso omaggio a Lei, che nella vita come nell’arte manifestava una personalità ricca di vitalità, di intelligenza e di creatività.

Salsa, presidente generale del Cai - così come lo furono le sue imprese sportive prima, la pro-fessione poi e la famiglia.In ciascuno di questi ambiti si espresse e si realizzò piena-mente, sapendoli conciliare inuna visione di insieme.Nel suo alpinismo, come nelle sue affermazioni nelle com-

petizioni sciistiche, seppe fon-dere perfettamente la necessità di una preparazione atleticasuperiore, essenziale per il risultato, al profondo rispetto per il valore della vita e di comunione con l’ambiente.L’infanzia e l’adolescenza vis-sute in tempi e circostanze difficili, gli fecero apprezzare

ed accrescere i valori legati alla famiglia, le attenzioni per la quale, con grande senso di responsabilità, non sacrificò mai ai suoi interessi e alle sue passioni personali. In questo sta il messaggio esistenziale di GinoSoldà, oggi più attuale e necessario che mai”.