Periodico di informazione del Registro Volvo Maggio 2013

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PERIODICO DI INFORMAZIONE DEL REGISTRO Direzione, redazione e amministrazione: REGISTRO ITALIANO VOLVO D’EPOCA - BOLOGNA via Marziale 3 Tel: 051.325454 Fax:051.6389049 • [email protected] - Curatore del Notiziario: Walther Lombardi Grafica: Stefano Baratti PUBBLICAZIONE RISERVATA AGLI ASSOCIATI - ANNO XVIII MAGGIO 2013 Giancarlo Puddu, con la moglie Agneta e la loro Volvo del 1965 La PV 544 nella terra dei Maharaja Giancarlo Puddu, con la moglie Agneta e la loro Volvo del 1965, è stato fra i protagonisti di un af- fascinante rally in India. Ecco il suo racconto della lunga avven- tura, durata quasi un mese, su un percorso di oltre 4mila chi - lometri. L’India è il Paese che quest’anno ha accolto la prima uscita della mia fedelissima Volvo PV 544 del 1965: a tenermi compagnia nell’abitacolo c’era, come sem- pre, mia moglie Agneta. La ma- nifestazione a cui partecipiamo con entusiasmo è il Classic In- dia Rally, organizzato dall’ingle-

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Periodico di informazione del Registro Volvo Maggio 2013

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PERIODICO DI INFORMAZIONE DEL REGISTRO

Direzione, redazione e amministrazione: RegistRo italiano VolVo D’epoca - Bologna via Marziale 3Tel: 051.325454 Fax:051.6389049 • [email protected] - Curatore del Notiziario: Walther Lombardi Grafica: Stefano Baratti

PUBBLICAZIONE RISERVATA AGLI ASSOCIATI - ANNO XVIII

MAGGIO 2013

Giancarlo Puddu, con la moglie Agneta e la loro Volvo del 1965

La PV 544 nella terra dei Maharaja

Giancarlo Puddu, con la moglie Agneta e la loro Volvo del 1965, è stato fra i protagonisti di un af-fascinante rally in India. Ecco il suo racconto della lunga avven-tura, durata quasi un mese, su

un percorso di oltre 4mila chi-lometri.

L’India è il Paese che quest’anno ha accolto la prima uscita della mia fedelissima Volvo PV 544

del 1965: a tenermi compagnia nell’abitacolo c’era, come sem-pre, mia moglie Agneta. La ma-nifestazione a cui partecipiamo con entusiasmo è il Classic In-dia Rally, organizzato dall’ingle-

se ROARR, specialista in “long distance rallies”. Partenza e arrivo a Delhi, rispettivamente il 24 gennaio e il 21 febbraio, e in mezzo 4300 km fra lo stato del Rajasthan e quello del Gu-jarat, nel nord ovest del sub-continente.

All’appuntamento a Delhi siamo

in 15 equipaggi, due dei quali provenienti dall’Italia: il nostro, formato dunque da Giancarlo e Agneta Puddu su Volvo PV 544, e quello composto da Roberto e Rita Chiodi su un’Alfa Romeo Giulia 1300. Prese le vetture dai container nei quali avevano raggiunto l’India, dopo mille dif-ficoltà burocratiche, riusciamo a

partire solamente verso le 5 del pomeriggio, quindi al buio, cosa sempre sconsigliabile... La mia Volvo dopo una sosta a un di-stributore sembra non voler più partire: per fortuna è solo il filo a massa della batteria che non fa contatto. Facile riparazione, ma entriamo in un videogioco notturno, il traffico diventa un in-cubo, i camion non hanno le luci posteriori e usano gli abbaglian-ti in permanenza. Sorpassi folli, moto, bici, cani, mucche, bu-fali e tuc tuc tutti contro di noi! E per non farci mancare nulla, speed bump micidiali all’ingres-so e all’uscita di ogni paesino!

La Volvo comincia giustamente a lamentarsi, ma non sa ancora cosa l’aspetta! Finalmente arri-viamo sani e salvi la sera tardi a Karauli, un forte del ‘500 diven-tato albergo.

Da Karauli andiamo a Rantham-bhore, una volta terreno di caccia del Maharaja di Jaipur, ora area protetta, dove vivono 49 tigri. A pochi chilometri dalla riserva un forte costruito nell’11° secolo. Il Maharaja di Ranthambhore, nel 14° secolo dette riparo nel forte ai nemici del sultanato di Delhi e il forte fu sottoposto a un mas-siccio assedio e infine conqui-stato dai musulmani. Questo

forte è protetto da cinque por-toni massicci muniti di punte di ferro per impedire l’accesso agli elefanti che portavano i guerrieri all’assalto. al momento dell’as-sedio, durato più di un anno, gli abitanti erano 10.000 e aveva-no cibo e acqua per un anno. Il forte è magnifico e ricco di tem-pli di tutte le religioni.

Riprendiamo la strada verso Bundi, dove si trova uno stra-ordinario palazzo reale, il Garh Palace, costruito dal Maharaja Rattan Singh nel 17° secolo. Descritto da Kipling come “ope-ra non dell’uomo ma dei folletti” quando ci è apparso da lonta-

no, ci siamo chiesti se saremmo stati ospiti di Tolkien o se invece eravamo in preda a un delirio di fantasie. Non ci sono parole per descriverne l’architettura! Bal-coni, sale, fortificazioni, dipinti (pochi quelli rimasti integri, ma meravigliosi), statue di elefan-ti ovunque, nei capitelli, come sovrapporte, negli angoli delle stanze. I dipinti delle persone sono solamente di profilo, poi-ché solo gli Dei potevano esse-re rappresentati di fronte!

Lasciamo Bundi e andiamo a visitare il bellissimo forte di Chittaugarh costruito nel 13° secolo. Lungo la strada vedia-mo dei piccoli appezzamenti di fiori bianchi da oppio, coltivati nella piena legalità e controllati dal governo. Dal forte ci dirigia-mo verso Udaipur e sulla strada dei Monti Aravalli ci appare la fortezza di Kumbulghar costru-ita dal Maharana Kumbha nel 1400. Le mura, seconde solo alla muraglia cinese, sono lun-ghe 37 km e attraversano 13 passi di montagna. All’interno templi, palazzi e villaggi. Arrivati

a Udaipur, siamo invitati la sera dal Maharana Shriji Arvind Sin-gh, grande collezionista di auto d’epoca e vincitore al Concorso di eleganza di Pebble Beach con una Rolls Royce appartenu-ta al nonno.

Dopo Udaipur entriamo nello stato del Gujarat, che ci offre templi dalle architetture affasci-nanti e straordinari paesaggi. In-credibilmente bello il tempio jainista di Palitana, composto da 800 templi. Per visitarlo bi-sogna salire 3700 gradini. Re-stiamo sbalorditi ed emozionati dalla visione di questo luogo di devozione scolpita nel marmo e vissuta ogni giorno da migliaia di pellegrini. Ci accompagnano nella visita canti, preghiere e il fa-scino dei fedeli vestiti di bianco che recano offerte e fiori. I jaini-sti, vegetariani assoluti, hanno un totale e religioso rispetto di ogni tipo di vita animale e vege-tale, addirittura non raccolgono nulla che cresce sottoterra per non fare male a un insetto o un verme nell’estrazione del vege-tale. Il giorno seguente arriviamo a Gondal nel centro del Gujarat e siamo ospiti nella residenza estiva del Maharaja, anche lui

appassionato di auto storiche. Nel suo garage ha trenta belle vetture in gran parte america-ne dell’immediato dopoguerra. Un’altra meraviglia che abbiamo visitato è Mount Abu del 12° secolo con due templi jainisti di sublime bellezza, di marmo bian-co, talvolta rosa, lavorati come un merletto con figure floreali e umane che letteralmente fuorie-scono dal marmo.

Lasciamo Mount Abu e andia-mo a Jailsamer, il forte dorato, la città più a ovest del Rajasthan, a soli 60 chilometri dal Pakistan. La città circondata da mura con-trollava il passaggio, obbligato, delle carovane e il maniero ha rappresentato per secoli il rifu-gio di sovrani che accumulavano ricchezze e costruivano meravi-gliosi palazzi con balconi intar-siati all’interno delle mura. Sulla strada per Jodhpur, sentiamo un rumore che viene dalle sospen-sioni posteriori. Mia moglie or-mai esperta fa subito diagnosi di rottura dell’ammortizzatore di si-nistra! A forza di buche, di salti e di sterrati in realtà l’ammortizza-tore ha sfondato l’alloggiamento nel bagagliaio. Nessun proble-ma: ci fermiamo in un villaggio,

dove un giovane artigiano con una vecchia saldatrice a carburo esegue rapidamente una perfet-ta riparazione. Da Jodhpur rien-triamo verso Delhi, ci fermiamo a Neemrana in un albergo for-tezza in cima a una collina, dove si rifugiavano i briganti. Tornati a Delhi, riportiamo la Volvo nel container e per altri due giorni ci godiamo questa bella e interes-sante città in attesa del nostro volo per Roma.Questo magnifico rally ci ha dato la possibilità di viaggiare con la nostra Volvo in maniera del tutto particolare, vedendo le persone, i paesini, le campagne, le zone desertiche, i templi, le regge e le fortezze dell’India, e potendo scoprire e apprezzare tante me-raviglie “sconosciute”. Protet-ti dalla “regola del 3” che vige sulle strade del subcontinente asiatico (primo avere un clacson forte e chiaro, secondo dispor-re di buoni freni e terzo godere di tanta fortuna) abbiamo por-tato felicemente a termine que-sta lunga e intensa esperienza, l’ennesima in giro per il mondo, grazie anche alla robustezza uni-ta alla semplicità della Volvo PV 544. Giancarlo Puddu

Secchia Rapita 2013

Vincono i Ghibellini, i Guelfi si leccano le feriteDalla battaglia di Zapponino del 1325 a oggi sono passati tan-ti secoli, ma il confronto è finito come allora con una sacrosan-ta batosta dei boriosi “Guel-fi” Bolognesi nei confronti dei “Ghibellini” Modenesi. La causa della sconfitta, secondo il mio giudizio, si deve ricercare nello spirito con cui è stata affrontata e condotta la gara. I Guelfi han-no usato solo la boria, mentre i Modenesi hanno usato il cuore e in queste battaglie la dedi-zione risulta un’arma in più per vincere. Pazienza, per due anni la secchia rimane nelle mani dei Ghibellini Modenesi, il tempo necessario ai Guelfi di leccarsi le ferite per riprovare poi, con più modestia, a conquistare la famosa Secchia. Indipendentemente dall’esito finale, la gara della Secchia Ra-pita 2013 per auto storiche, va-lida per il Trofeo Torri e Motori, è stata una 2 giorni cadenzata da ben 78 prove cronometrate, tutte studiate nei minimi parti-colari e situate in luoghi da so-gno. La manifestazione è stata arricchita dal transito nel parco di Villa Rangoni Macchiavel-li, dal controllo e dal saluto del Sindaco in piazza a Maranello, oltre che dall’arrampicata fino a raggiungere le montagne di neve di Serramazzoni, con so-sta e ristoro nel castello di For-migine e visita al Museo Panini per ammirare una delle più belle raccolte di auto e moto d’altri

tempi. I 3 giri di pista sul nuovo Autodromo di Modena “ mi han-no fatto ricordare i miei trascorsi da pilota di Formula Italia e F. 3 contro avversari come il rimpian-to Michele Alboreto, l’amico Ric-cardo Patrese, Bruno Giacomelli e tanti altri bravissimi piloti, d’altri

tempi come il sottoscritto”. Non è mancata, per finire, una cena ottima e abbondante.il ritrovo era alla mattina di dome-nica 17 aprile al Museo Casa Natale di Enzo Ferrari, con visita a macchine da brividi, poi alle 9 partenza verso Bazzano, la

Dove saremo

ASI Autoshow e Raduno Registro 240L’attività di Walther Lombardi, infaticabile presi-dente del Registro Italiano Volvo d’Epoca, non conosce tregua. Oltre a coordinare la partecipa-zione alle gare con la Scuderia, ha già inoltrato due richieste di iscrizione all’ASI Autoshow in calendario dall’11 al 14 luglio, una per sé con la coupé P1800 e l’altra per l’appassionatissi-mo Giuseppe Macchioni di Genova, al volante di una 142. Come sempre, saranno però gli or-ganizzatori a decidere chi sarà ammesso, visto il grande numero di richieste. Come abbiamo già anticipato, la sede dell’ambita manifesta-zione è Cortina d’Ampezzo: le tappe saranno quattro e attraverseranno le più rinomate loca-

lità dolomitiche. Il Ra-duno Nazionale del Registro 240 invece è in calendario per il 29 e 30 giugno, a Roma. il tradizionale pranzo sarà sostituito da una cena il sabato sera, in modo da fa-vorire quanti provengono da più lontano. Allo stesso scopo ci sarà una seconda concentra-zione domenica mattina e alla fine i saluti in un orario che consenta di mettersi in strada per il ritorno senza stress.

città del costruttore Gordini, e Castelletto di Serravalle, in oc-casione della Festa del Maiale. A seguire tutti al parco Museale di Arte Moderna Cà La Ghiron-da di Zola Predosa per la sosta pranzo. Dopo la sosta siamo ri-partiti per transitare all’interno dei famosi parchi di Palazzo Al-bergati e di Villa Gamberini, per terminare la gara a Castel Franco Emilia, in occasione della sagra di San Giuseppe e del tortellino. Il Comune ha riservato un tratto di strada al centro del paese per fare svolgere la finale per l’asse-gnazione della famosa Secchia. Tutto questo al costo d’iscrizione per equipaggio di 2 persone di € 220,00, con parte del ricava-to che viene, come tutti gli anni, devoluto in beneficenza. Questa organizzazione merita solo rin-graziamenti e applausi per l’im-pegno e lo sforzo sostenuti nel preparare una simile meraviglia,

di spettacolo visivo, di tempistica, di svolgimento, di ottima cucina e di ottimo cronometraggio: tut-to perfetto. Bravi, bravi, bravi. Un suggerimento a titolo personale: proporrei di fare lo schieramento dei contendenti alla sfida finale scegliendo, oltre al primo e al secondo arrivato, anche le due

prime lady, i primi dei non clas-sificati, i primi dei 4. e 5. livello, per fare in modo che tutti i par-tecipanti restino a seguire la fina-le. Non premiare il pilota che ha totalizzato più netti, ché si finisce di premiare sempre i soliti, ma chi ha fatto più netti fra i non qualifi-cati o fra i concorrenti dei 4. e 5.

Scuderia Volvo

Attestato e certificati

Già pronti per la Summer Marathon

Tempi più rapidi all’ASI

L’attività della Scuderia è in pieno fermento, non solo con la parteci-pazione alle gare del Trofeo Torri e Motori, ma anche con la presenza a prove che non fanno parte di questo campionato. Come, in particolare, alla Summer Marathon, una manife-stazione internazionale molto impor-tante, tanto che è stata inserita dalla csai nel novero dei grandi eventi. La gara beneficia anche del soste-gno di Volvo Auto Italia ed è in pro-gramma dal 13 al 16 giugno, con base a Livigno. Le Volvo d’epoca, appartenenti al Registro Volvo, iscrit-te alla gara sono due: la P1800 di Massimo Zanasi e la PV 544 di Va-lerio Rimondi. Il programma prevede un percorso di 700 km da coprire in tre giorni, disseminato di 72 prove cronometrate, transiteremo al Pas-so della Prica, Passo Gavia, Passo Foscagno, Passo Bernina, Passo Spluga, Passo Stelvio, Passo del Furn, per finire con un inedito circu-ito cittadino a Livigno.

Le attese interminabili per avere i documenti necessari per la cir-colazione e le agevolazioni fiscali da parte dell’ASI, Automotoclub Storico Italiano, sembrano destinate a diventare uno sbiadito ri-cordo. Dallo scorso 25 febbraio presso lo stesso ASI è diventa-ta operativa l’informatizzazione delle procedure per emettere, fra l’altro, l’attestato di datazione e storicità, il certificato d’identità e quello di rilevanza storica, che ormai richiedono soltanto circa un mese. Anche il Registro Italiano Volvo d’Epoca, che in passato non ha risparmiato le critiche ai tempi lunghissimi dell’ASI, ringrazia…

Ci hanno lasciati

Addio a due soci fondatori del RegistroElio BonsaverPurtroppo nel nostro notiziario non sempre pub-blichiamo notizie trionfali e con grande amarezza devo comunicarvi la scomparsa di due soci fonda-tori del Registro Italiano Volvo d’epoca. Dalla lon-tana America, in quella che sarebbe stata la casa dei suoi desideri, acquistata nel 2007 in Florida nella città di Daytona Beach dove sorge il famo-so circuito automobilistico, e dove dai primi del

2010 si era trasferito definitiva-mente, ci giunge la notizia che Elio Bonsaver, che al suo paese Caprino Veronese chiamavano il “Matto” per le sue gesta spe-ricolate, ci ha lasciato. Vi voglio raccontare il mio primo incontro con Elio. Anno 1995, il primo raduno Volvo. Per gentile con-cessione e per l’amicizia che ci legava, l’allora direttore dell’Au-

todromo enzo e Dino Ferrari di imola, Massimo Gambucci, ci dà l’opportunità di utilizzare tutta la pista dell’autodromo alla condizione di usarla mo-deratamente. A quel punto il Bonsaver dalla sua PV 544 Sport oltre a una certa quantità i pezzi di ricambio Volvo, allora introvabili, scarica una Lam-bretta preparata da corsa o da record e mette in moto il suo mostro pronto per entrare in pista. Il rumore della Lambretta era talmente forte che il Direttore dal suo ufficio è sceso deciso a mandar-ci tutti a casa. Dopo qualche minuto, necessario per convincerlo a desistere, il buon Elio ha ferma-to la Lambretta, però ha tenuto il casco, ha preso la PV 544 ed è entrato in pista a tutta manetta per battere il record della pista. Naturalmente il direttore gli ha subito esposto la bandiera nera per fermarlo. Poi siamo andati avanti per tanti anni a frequentarci ai raduni Volvo o alle fiere dove lui esponeva i suoi ricambi. L’ultima volta che siamo stati assieme nel 2005 siamo andati a Göteborg in Svezia con le nostre Volvo d’epoca: il buon Elio ha partecipato con la sua Duett rossa, portandosi

appresso un’officina completa per dare assisten-za a tutti i partecipanti. Quei 6 giorni passati con Bonsaver sono stati un vero godimento di vita, con lui non ti annoiavi mai, una ne pensava 100 ne faceva, tanto che tutti i componenti di quella spedizione hanno continuato a chiedermi a lungo quando avremmo organizzato un altro viaggio con Elio Bonsaver…

Giorgio VarottiEra un vero gentleman, sempre disponibile, lo chiamavo al venerdì per comunicargli dove la no-stra squadra Volvo partecipasse a una qualsiasi gara di regolarità e lo ritrovavo la domenica alla partenza. Seguiva da esterno la gara, poi alle premiazioni, “l’uomo profumo”, così era stato soprano-minato da tutti noi per i suoi pre-ziosi omaggi, ci… profumava tutti regalando profumi, creme, sham-poo di ogni genere, balsami, de-odoranti. Alla fine, prima di partire per rientrare a Milano dove risie-deva, mi chiedeva dove saremmo andati per la gara successiva, e lì lo ritrovavamo puntuale con i suoi omaggi profu-mati. Con la sua Volvo Amazon grigia canna di fucile e l’adorata moglie Franca ha partecipato a tutti i Raduni Volvo invernali al Passo del Falzare-go.Aveva cessato di occuparsi della sua azienda Mi-lanese, specializzata nel settore della cosmesi, a fine 2008, venduto la casa di Milano, abbando-nato la Lombardia per tornare nella sua adorata terra di Romagna e precisamente sulle colline di Cattolica: l’ultima volta ero andato a trovarlo a ini-zio lavori di restauro di una magnifica villa da dove si poteva ammirare un panorama mozzafiato, che spaziava dal promontorio di Gabicce al grattacie-lo di Rimini. Rimarrete nei nostri cuori.

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