Periodico dell'unione delle Famiglie Trentine all'estero

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PERIODICO DELL’UNIONE DELLE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO N. 34 • AGOSTO 2014 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 comma 2 NE/TN Tassa riscossa - Taxe perçue Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 22 del 12.12.2012 Rivista quadrimestrale L’Unione delle famiglie trenti- ne all’estero ha ripreso in pie- no la sua attività ed i risultati non mancano. Il Consiglio di Ammini- strazione si è ringiovanito con una giusta “dose” di consiglieri la cui esperienza ci è preziosa. Sono sta- ti rinsaldati i rapporti ed i vincoli con le Famiglie presenti all’estero, alcuni progetti stanno proseguen- do bene, sono frequenti le visite di nostri amici provenienti dall’estero alla nostra sede di Trento, con il Servizio emigrazione della Provin- cia, dopo i recenti avvicendamenti interni, c’è un clima di proficua e leale collaborazione. Siamo convinti che sul tema del- l’emigrazione e sulle politiche della Provincia sarebbe neces- saria una riflessione ampia SALUTO DEL PRESIDENTE Avanti con rinnovato impegno nel segno della solidarietà Cento anni fa sul Trentino si abbatteva la bufera della Pri- ma guerra mondiale. A luglio, dopo l’attentato di Sarajevo, l’Impero au- stro ungarico dichiarava guerra alla Serbia : era la miccia che nel giro di poche settimane coinvolse poi nel conflitto Germania, Russia, Francia e Germania. L’Italia sarebbe entrata in guerra l’anno dopo la il Trentino, che a quell’epoca faceva parte del- l’impero austro ungarico, si trovò di fatto coinvolto nelle vicende belli- che. Le prime conseguenze furono il trasferimento di gran parte del- la popolazione trentini delle zone di confine ( Rovereto, Riva, basso Trentino ) in Boemia. Poi l’anno INTERVISTA ALLO STORICO LORENZO BARATTER Cento anni fa il Trentino nella bufera della Guerra Il Trentino fu coinvolto nella guerra con un anno di anticipo rispetto al resto d’Italia – I trentini dimenticati (anzi puniti) dopo la fine del conflitto. successivo sulla linea di confine tra Impero e Italia ( Vallarsa ecc. ) cominciarono a confrontarsi ed uccidersi migliaia di soldati italiani e austro-ungarici, tra i quali anche molti trentini. Di queste vicende e sul peso che ebbero nella storia del Trentino il nostro collaboratore Oskar Enrici ne ha parlato col consigliere provincia- le Lorenzo Baratter nella sua veste di storico. Ecco il testo dell’interessante inter- vista. Dott. Baratter , allo scoppio della guerra, il 28 giugno 1914, l’Italia non è ancora in guerra. Vi entrerà il 24 maggio 1915. segue a pag. 19 segue a pag. 19 Oliviero Vanzo Famiglie trentine sfollate in Boemia di Oliviero Vanzo - Presidente UFTE ONLUS

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N. 34 • AGOSTO 2014

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PERIODICO DELL’UNIONE DELLE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO

N. 34 • AGOSTO 2014Poste Italiane S.p.A.

Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003

(conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 comma 2 NE/TN

Tassa riscossa - Taxe perçue

Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 22 del 12.12.2012

Rivista quadrimestrale

PERIODICO DELL’UNIONE DELLE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO

L’Unione delle famiglie trenti-ne all’estero ha ripreso in pie-

no la sua attività ed i risultati non mancano. Il Consiglio di Ammini-strazione si è ringiovanito con una giusta “dose” di consiglieri la cui esperienza ci è preziosa. Sono sta-ti rinsaldati i rapporti ed i vincoli con le Famiglie presenti all’estero, alcuni progetti stanno proseguen-do bene, sono frequenti le visite di nostri amici provenienti dall’estero alla nostra sede di Trento, con il Servizio emigrazione della Provin-cia, dopo i recenti avvicendamenti interni, c’è un clima di profi cua e leale collaborazione.Siamo convinti che sul tema del-

l’emigrazione e sulle politiche della Provincia sarebbe neces-

saria una rifl essione ampia

SALUTO DEL PRESIDENTE

Avanti con rinnovato

impegno nel segno della solidarietà

Cento anni fa sul Trentino si abbatteva la bufera della Pri-

ma guerra mondiale. A luglio, dopo l’attentato di Sarajevo, l’Impero au-stro ungarico dichiarava guerra alla Serbia : era la miccia che nel giro di poche settimane coinvolse poi nel confl itto Germania, Russia, Francia e Germania. L’Italia sarebbe entrata in guerra l’anno dopo la il Trentino, che a quell’epoca faceva parte del-l’impero austro ungarico, si trovò di fatto coinvolto nelle vicende belli-che. Le prime conseguenze furono il trasferimento di gran parte del-la popolazione trentini delle zone di confi ne ( Rovereto, Riva, basso Trentino ) in Boemia. Poi l’anno

INTERVISTA ALLO STORICO LORENZO BARATTER

Cento anni fa il Trentino nella bufera della Guerra

Il Trentino fu coinvolto nella guerra con un anno di anticipo rispetto al resto d’Italia – I trentini dimenticati (anzi puniti) dopo la fi ne del confl itto.

successivo sulla linea di confi ne tra Impero e Italia ( Vallarsa ecc. ) cominciarono a confrontarsi ed uccidersi migliaia di soldati italiani e austro-ungarici, tra i quali anche molti trentini.Di queste vicende e sul peso che ebbero nella storia del Trentino il nostro collaboratore Oskar Enrici ne ha parlato col consigliere provincia-le Lorenzo Baratter nella sua veste di storico. Ecco il testo dell’interessante inter-vista. Dott. Baratter , allo scoppio della guerra, il 28 giugno 1914, l’Italia non è ancora in guerra. Vi entrerà il 24 maggio 1915.

do bene, sono frequenti le visite di nostri amici provenienti dall’estero alla nostra sede di Trento, con il Servizio emigrazione della Provin-cia, dopo i recenti avvicendamenti interni, c’è un clima di profi cua e leale collaborazione.Siamo convinti che sul tema del-

l’emigrazione e sulle politiche della Provincia sarebbe neces-

saria una rifl essione ampia

poche settimane coinvolse poi nel confl itto Germania, Russia, Francia e Germania. L’Italia sarebbe entrata in guerra l’anno dopo la il Trentino, che a quell’epoca faceva parte del-l’impero austro ungarico, si trovò di fatto coinvolto nelle vicende belli-che. Le prime conseguenze furono il trasferimento di gran parte del-la popolazione trentini delle zone di confi ne ( Rovereto, Riva, basso Trentino ) in Boemia. Poi l’anno

Di queste vicende e sul peso che ebbero nella storia del Trentino il nostro collaboratore Oskar Enrici ne ha parlato col consigliere provincia-le Lorenzo Baratter nella sua veste di storico. Ecco il testo dell’interessante inter-vista. Dott. Baratter , allo scoppio della guerra, il 28 giugno 1914, l’Italia non è ancora in guerra. Vi entrerà il 24 maggio 1915.

segue a pag. 19segue a pag. 19

Oliviero Vanzo

Famiglie trentine sfollate in Boemia

di Oliviero Vanzo - Presidente UFTE

ONLUS

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Indice

Come sapete, la Legge Finanziaria 2006 (Legge 23 dicembre 2005 n. 266) ha introdotto un nuovo stru-mento di acquisizione di risorse economiche in favore delle organizzazioni e associazioni appartenenti alla categoria del mondo non profi t, tra le quali le ONLUS e quindi anche l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero. Considerando la diminuzione delle risorse pubbliche e spinti dalla volontà di aumentare la quota di autofi nanziamento dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, abbiamo deciso di sfruttare anche noi questo strumento.Ognuno di noi quindi può decidere di destinare la quota obbligatoria del 5 per mille all’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, semplicemente fi rmando in uno dei quattro riquadri presenti sui modelli di dichiarazione e scrivendo il codice fi scale numero 96008250225 della nostra Associazione.Per eventuali donazioni alla nostra Associazione, è possibile fare il versamento tramite bonifi co bancario: su IBAN IT42M0830401 8070 0000 7772 897 inviando poi la ricevuta o tramite fax al numero 0461-237234 o tramite email a: [email protected] tutti a sostenere l’Associazione anche attraverso questa opportunità e vi preghiamo di diffon-dere l’informazione anche tra i vostri parenti e amici.Grazie fi n d’ora.

SOSTIENICI ANCHE TU!Come destinare alla nostra associazione il 5 per mille

FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTEROPERIODICO DELL’UNIONE

DELLE FAMIGLIE TRENTINEALL’ESTERO O.N.L.U.S.

Via S. Martino 33 - 38122 TrentoTel. e fax 0461-237234

[email protected]

Direttore ResponsabileEttore Zampiccoli

RedazioneGiancarlo Filoso

Oskar EnriciFerruccio Bolognani

Mario PacherLuana PerottoNicole ParigotGiorgia Pezzi

Nara Deromedis

Grafi ca e stampaTipografi a Quaresima - Cles

INTERVISTA AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA

Creare nuove alleanze con i trentini all’estero 3

DALLA SEDERicordata la storia dell’emigrazione trentina 5

I giovani visitano la nostra sede 5

Sede aperta alla festa del Rione di S. Martino 6

Nel Consiglio di amministrazionetre nuovi componenti 6

Esaminati i problemi degli emigrati trentini in Sudamerica 7

Gli amici di Farroupilha in visita al Trentino 7

DALL’ARGENTINALa Famiglia Trentina di Rafaela in festa 8

Lettera di ringraziamento dalla “Famiglia Trentina de Rafaela” al Coro Genzianella 8

Ricordati i 136 anni dell’emigrazione trentina 9

DAL PARAGUAYElisabetta Deavi presidente del Circolo culturale e sportivo italo paraguaiano 9

DAL BRASILETimbò Rio dos Cedros 11

Caxias do Sul 11

Rio do Sul 12

Florianopolis 13

DALLA SVIZZERA

Un pensiero di Loredana Cont dopo la sua trasferta a Solothurn 14

INTERSCAMBI GIOVANILIGrande successo in Trentino per gli Interscambi Giovanili 16

STORIE DI EMIGRAZIONERemo Inama di Taio - Prima la guerra poi il Brasile 18

Storia di Angela Campregher 20

CUCINA TRENTINALo strudel di mele 22

UN PO’ DI DIALETTO...El trentin torna’ dalla ‘Merica 23

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Intervista

SULL’EMIGRAZIONE PARLA IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA UGO ROSSI

Creare nuove alleanze con i trentini all’esteroLe nostre comunità estere sono una grande opportunità per sviluppare reti economiche, culturali e sociali.

E’ tempo di pensare anche al “turismo di ritorno”.

Il presidente della Provincia Auto-noma di Trento, dott. Ugo Rossi, ha concesso al nostro giornale una intervista sulle tematiche dell’emi-grazione, che qui riportiamo. L’in-tervista è stata realizzata dal colle-ga giornalista Corrado Zanetti, che qui ringraziamo.

Presidente Rossi, Lei gestisce an-che la delega per l’emigrazione. Per la legislatura da poco avviata quali sono – in sintesi – le linee d’indirizzo che la Provincia inten-de seguire per questo importante settore?Oggi ben otto trentini su cento vi-vono all’estero, ma l’immagine tra-dizionale dell’emigrazione trentina non si rispecchia più nella realtà attuale, pur mantenendo una forte carica emozionale soprattutto nelle persone di una certa età. Ad esem-pio abbiamo un piccolo programma per emigrati trentini di prima ge-nerazione, ossia nati in Trentino, che rientrano per la prima volta a “casa”. Più in generale, abbiamo sviluppato negli anni diverse forme di sostegno per gli emigrati e i loro discendenti meno fortunati, che vi-vono in condizioni di indigenza. Ma siamo consapevoli che a conti fatti la diaspora ci ha dato e ci dà oggi molto di più di quanto ci ha chiesto e ci chiede. Così, oggi le comunità trentine all’estero sono, anche, una preziosa opportunità per un Trenti-no che cerca alleanze e che svilup-pa “reti lunghe”. Questo riguarda soprattutto le giovani generazioni. I tempi impongono di incentivare, con la dovuta attenzione, la mobili-tà verso l’esterno dei nostri giovani. Il rapporto con i trentini che vivo-

no fuori dal Trentino ci può aiutare anche sotto questo profi lo, contri-buendo a caratterizzare in maniera sempre più stretta questo rapporto come un rapporto biunivoco, in cui ciascuno dà e riceve qualcosa.

Parliamo soprattutto dei giovani, ovvero dei discendenti delle pri-me ondate dell’emigrazione tren-tina. Ci sono opportunità partico-lari che la Provincia può riservare loro in termini di formazione sco-lastica e di prospettive di lavoro o professionale?Sì, la Provincia lavora con i giovani di origine trentina si può dire da sempre, perché si tratta di un la-voro che dà frutti nel tempo lungo. Faccio qualche esempio: tutti gli anni 22 famiglie trentine ospita-no altrettanti giovani discendenti, provenienti da vari Paesi del mon-do, in regime di reciprocità. Que-sta iniziativa, ormai alla sedicesima edizione, rappresenta un’occasione di confronto con valori, modelli di vita e aspettative dei giovani resi-denti in Trentino. Un’opportunità per sviluppare relazioni non solo culturali ma anche economiche e professionali. Un investimento in un futuro non necessariamente im-mediato, ma capace di farsi humus fertile e duraturo.Proponiamo corsi di italiano online, molto apprezzati, ai quali parteci-pano ogni anno una cinquantina di persone dai 15 anni in poi.La conoscenza dell’italiano è fon-damentale per mantenere il legame con la terra di origine; essa rap-presenta anche un prerequisito per accedere alle borse di studio che annualmente la Provincia offre ai

giovani trentini residenti all’estero. La possibilità di laurearsi presso la nostra Università rappresenta un valore aggiunto per la loro profes-sionalità e fa dei giovani parteci-panti dei potenziali ambasciatori della trentinità nel loro rispettivi Paesi di residenza. Fino ad oggi si sono laureati una cinquantina di giovani.Attraverso intensivi corsi di for-mazione residenziali in Argentina, Brasile e Messico inoltre, sono stati coinvolti più di un centinaio di gio-vani che hanno così avuto modo di conoscere il Trentino e le opportu-nità che esso offre. Non da ultimo, anche se è poco noto, aiutiamo molti giovani e giovanissimi trentini a conseguire un’educazione di qualità nei loro Paesi. Ogni anno vengono erogate circa 260 assegni di studio a ragaz-zi, appartenenti a famiglie povere o indigenti, perché riteniamo che solo una buona formazione scolasti-ca darà a loro un futuro migliore.

Il turismo è una risorsa fonda-mentale del Trentino. Lei ritiene sarebbe maturo un progetto per

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il cosiddetto “turismo di ritorno”, ovvero una serie di azioni mirate ad incentivare la vacanza delle nuove generazioni degli emigrati in Trentino, come stanno facendo da anni Sicilia, Calabria e altre Regioni italiane?L’attaccamento di cui ho parlato si manifesta in modo commovente in chi visita il Trentino. Questo acca-de sempre più frequentemente, ad esempio, per i trentini brasiliani, che negli ultimi decenni hanno au-mentato la loro capacità di spesa. Le destinazioni, gli interessi, sono di natura emozionale, affettiva. Ad esempio, la prima santa brasiliana, Suor Paolina Visintainer, al secolo Amabile Lucia Wisinteiner, è di Vi-golo Vattaro dove è nata nel 1865 ma ciò non è suffi cientemente noto nemmeno fra le comunità del Sud del Brasile che parlano “talian”. Abbiamo in animo di promuovere l’altopiano della Vigolana proprio nel santuario a lei dedicato, che sorge a Nova Trento, nello stato di Santa Catarina ed è il secondo cen-tro di turismo religioso in Brasile dopo il santuario mariano di Apare-

cida, nello stato di San Paolo.Il “turismo di ritorno”, con l’auspi-cabile coinvolgimento dei soggetti privati, offre prospettive veramen-te interessanti, perché – fra le al-tre cose – non è condizionato dalla stagionalità. La promozione turisti-ca della nostra provincia è già for-temente orientata ai mercati esteri e sarà sicuramente dedicato spazio anche ad un rafforzamento dei co-siddetto “turismo di ritorno” anche perchè potremmo dire che i migliori stranieri sono quelli che parlano, o amano, o in qualche modo ricorda-no, il nostro idioma.

Ci ha parlato della mobilità verso l’estero dei nostri giovani.E’ cosa sotto i nostri occhi. Ci sono degli elementi che la differenziano dal passato sia nelle modalità – la facilità nel muoversi, la possibilità di restare in contatto utilizzando gli strumenti del web, l’abbondanza e la disponibilità delle informazioni – sia nelle motivazioni, che spesso sono connesse alla globalizzazio-ne del sapere e della formazione e al desiderio, felice prerogativa dei

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Intervista

giovani, di conoscere e migliorarsi.Ciò nonostante, vi sono anche, a volte, motivazioni che sono insie-me sintomo e conseguenza della crisi che stiamo vivendo, pur non avendo neanche lontanamente i ca-ratteri drammatici che assumevano le migrazioni “storiche”. Queste mo-tivazioni - un po’ la consapevolez-za che andare all’estero migliora la propria preparazione anche in vista di un futuro “riposizionamento” a casa, un po’ forse le opportunità che a volte sembrano essere più a portata di mano all’estero che non in Italia - riguardano sì spesso i laureati ma si estendono a volte a specializzazioni e professionalità che in precedenza non avrebbero nemmeno preso in considerazione di allontanarsi dalla propria terra. In questo contesto, la presenza di una rete di persone - non solo virtuale - in Paesi spesso lontani, mantiene la validità di un tempo e può fare la differenza, per i nostri giovani e anche per le loro famiglie in patria.

(C.Z.)

Foto di Nadia Sosa Dorigoni - Baita Segantini - Lago Colbricon

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dalla Sede

Grande interesse e ottima partecipazione ha avuto il giorno 13 giugno 2014 a Revò (Val di Non), la serata organizzata dall’As-sociazione, per far conoscere la nostra Associazione ed il mondo

dell’Emigrazione Trentina.L’inizio della serata è stato introdotto dalla nostra Vicepresidente Giorgia Pezzi, portando il saluto sentito del nostro Presidente Oliviero Vanzo, che per motivi di salute non ha potuto presenziare.Sono intervenuti, il sen. Franco Panizza, che ha avuto parole d’elogio sulla serata, lo storico sull’ emigrazione prof. Renzo Tommasi che ha relazionato sul tema e a Carla Nardelli, brasiliana d’origine Trentina che ha saputo raccontare a tutti la sua esperienza in Trentino e di chi della sua famiglia è emigrato. Ringraziamo, con l’occasione l’Amministrazione Comunale di Revò, tra-mite il suo sindaco Signora Yvette Maccani e il suo Assessore alla cultura signora Natalia Devigili, che ci ha dato questa opportunità per farci cono-scere e far conoscere il mondo dell’Emigrazione Trentina, il bibliotecario dott. Fabrizio Chiarotti e il suo staff, per l’allestimento della mostra; il Coro Maddalene che ha arricchito la serata con i suoi bellissimi canti.Alla fi ne della serata ha preso la parola la dott.ssa Fraccalossi Lorenza, funzionaria dell’Uffi cio Emigrazione che oltre a ringraziare il lavoro dell’As-sociazione e tutti gli intervenuti ha voluto spiegare le attività ed il lavoro svolto da questo Servizio a sostegno degli emigranti trentini all’estero.Non per ultima alla nostra segretaria Nara Deromedis sempre impeccabile nel coordinamento. A Paolo Raota, cugino degli artisti Rossanna e Josè, che da sempre collabora in modo attivo con l’Associazione, ed infi ne ad Osvaldo Tonina che si presta generosamente con il prorpio materiale sul-l’emigrazione. (G.P.)

A REVÒ UNA BELLA INIZIATIVA

Ricordata la storia dell’emigrazione trentina

Mercoledì 9 luglio sono stati accolti tutti i 22 ragazzi degli interscambi giovanili accompagnati

dalla responsabile ed organizzatrice del Servizio Emi-grazione Antonella Giordani, nella nostra sede di Trento.Giancarlo Filoso il Vicepresidente ha portato il saluto del Presidente Oliviero Vanzo e ha rimarcato l’impor-tanza di divulgare questo tipo di iniziative per mante-nere questo legame con la terra d’origine.

Rina Bonvecchio, per anni alla vicepresidenza, ha rac-contato ai ragazzi la sua storia di fi glia di emigrati, nata in Argentina ma ritornata in Trentino per cono-scere le sue origini ed i suoi fratelli rimasti qui. Non ha più fatto ritorno in Argentina se non per viaggi di lavoro perché qui ha formato la sua famiglia.

I giovani visitano la nostra sede

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mite il suo sindaco Signora Yvette Maccani e il suo Assessore alla cultura signora Natalia Devigili, che ci ha dato questa opportunità per farci cono-scere e far conoscere il mondo dell’Emigrazione Trentina, il bibliotecario dott. Fabrizio Chiarotti e il suo staff, per l’allestimento della mostra; il

Alla fi ne della serata ha preso la parola la dott.ssa Fraccalossi Lorenza,

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dalla Sede...

“Il Fiume che non c’è” è il ti-tolo della Festa di San Marti-

no che ogni anno a maggio inonda le strade del quartiere di Trento. Anche l’Associazione (UFTE) - Unio-ne delle Famiglie Trentine all’Estero, Onlus – ha aderito ed ha richiamato la visita di molte persone.Abbiamo denominato la nostra ini-ziativa: “STORIE DI EMIGRAZIONE TRENTINA”Con allestita all’interno della sede una piccola mostra e con la proie-

zione continua di molti fi lmati sul-l’emigrazione.

IL FIUME CHE NON C’È

Sede aperta alla festa del Rione di S. Martino

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Il sito internet è pronto!!!

“In questi giorni è stato pub-blicato il nuovo sito dell’Unio-

ne Famiglie Trentine all’estero.Uno dei problemi riscontrati duran-te la sua creazione è stato il fatto che già esisteva un gruppo di Fb uf-fi ciale dell’associazione e fra l’altro molto attivo, e quindi non aveva senso che il sito fosse concorren-ziale con il gruppo o che cercasse di sottrarre utenti dallo stesso.Pertanto la strada che abbiamo de-ciso di seguire è stata quella di in-tegrare il sito con il gruppo di fb anzichè contrapporli. Il sito diventa per tanto un connet-tore delle informazioni prodotte sui Social Network usati dall’associa-zione, in primo luogo Facebook, ma anche YouTube e Flickr.La veste grafi ca è moderna e con-sente la visualizzazione su schermi e dispositivi diversi, dal computer di casa a smartphone e tablet.Ringrazio Giorgia, Giancarlo, Nara e Daiana per la loro preziosa collabora-zione senza la quale non sarebbe sta-to possibile completare il lavoro.”

(M.S.)

NOVITÀ NELL’UFTE

Nel Consiglio di amministrazione tre nuovi componentiCi sono alcune novità nella vita interna dell’Unione Fami-

glie Trentina all’estero.Dopo le dimissioni del consigliere Lorenzo Baratter, di Enzo Libardi e Daiana Boller sono entrati nel con-siglio di amministrazione Giorgia Pezzi, Ferruccio Bolognani e Massi-mo Rosini. Giorgia Pezzi,giovane della val di Non, è stata eletta vicepresidente.

Giorgia PezziFerruccio Bolognani Massimo Rosini

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sono venuti a trovarci...

UNIONE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO - 7

Il sen. Claudio Zin, parlamentare italo argentino eletto a Roma, ha incontrato venerdì scorso a

Trento i dirigenti dell’Unione delle Famiglie trentine all’estero. Ricevuto dal sen. Franco Panizza, dal vice-presidente dell’Unione, Giancarlo Filoso, dal consiglie-re provinciale Lorenzo Baratter e dai componenti del direttivo, il sen. Zin ha voluto approfondire l’attività delle varie Famiglie trentine in Sudamerica e in parti-colare in Argentina e Brasile. In collegamento tele-

IL SEN. ZIN VISITA LE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO

Esaminati i problemi degli emigrati trentini in Sudamerica

fonico il sen. Zin è stato salutato anche dal presidente dell’Unione Oliviero Vanzo.Il sen. Zin, che vive in Argentina ed è stato eletto alle ultime elezioni politiche con oltre 50 mila preferenze, conosce bene anche la realtà trentina, in quanto di-scendente da emigrati originari della valle di Sole. Il sen. Zin ha ricordato come tuttora in Sudamerica vivano fasce di emigrati e loro discendenti, che hanno problemi economici e sociali non indifferenti. Tra l’al-tro ha fatto presente come molti non possano ancora godere delle dovute coperture assistenziali. Il Veneto - ha detto a questo proposito – sta attuando interventi fi nalizzati proprio a garantire, attraverso una card, la possibilità per gli emigrati in Argentina di avere assi-stenza medico ospedaliera. Questa potrebbe essere una strada da analizzare anche per il Trentino. Si è detto poi assolutamente d’accordo con l’ipotesi di un proget-to di “turismo di ritorno” per gli emigrati di recente avanzato dall’Unione delle Famiglie. Quanto ai progetti che l’UTFE sta realizzando in Argentina e Brasile ha ga-rantito il proprio interessamento.Al termine dell’incontro il vicepresidente Filoso ha con-segnato al sen. Zin una artistica stella alpina in argen-to, realizzata da Mastro 7.

In questi ultimi anni sono sempre più diffusi i viaggi di gruppi di emigrati trentini che vengono a cono-scere la loro terra d’origine, infatti anche quest’anno si è ripetuto questo viaggio di ritorno da parte di

un folto gruppo di brasiliani, della Regione del Rio Grande do Sul che sono venuti a conoscere la terra dei loro avi.Nel mese di marzo sono partiti da Rio de Janeiro, in nave, una comitiva di diciassette persone la maggior parte appartenenti alla nostra dirama-zione brasiliana, famiglia trentina di Farroupilha, accompagnati dal presidente della stessa, Eduardo Slomp, il cui bisnonno partì da Mattarello nel 1875.Durante la loro permanenza in Trentino sono stati ospitati dal nostro socio Enzo Libardi di Levico che si è reso di-sponibile a far loro da guida turistica. Doverosa è stata la loro visita nella nostra sede dove sono stati accolti calorosamente dal Presidente Oliviero Vanzo e da alcuni membri del Consiglio di Amministrazione.

VISITA DA PARTE DI UN GRUPPO DI BRASILIANI

Gli amici di Farroupilhain visita al Trentino

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dall’estero...

La Società Italiana è stata fondata il 16 giugno 1890, svolgendo attività di carattere sociale e

culturale rivolta non solo ai soci ma all’intero comuni-tà. La Società è la casa per le associazioni costituite a Rafaela che rappresentano diverse regioni d’Italia : veneziani, lombardi, marchigiani, toscani, piemontesi, abruzzesi e ovviamente anche la Famiglia trentina. La Famiglia Trentina Rafaela ha stabilito la propria sede lì, essendo il posto di svolgimento di riunioni del consi-glio di amministrazione e assemblee. Anche il Coro San Vigilio e i musicisti della Carovanna delle fi sarmoniche

fanno le prove in questo luogo storico e signifi cativo per gli italiani di Rafaela e la regione. L’Aula Magna della Società Italiana e stata addobbata di ricevere nel novembre dello scorso anno, i nostri amici del Coro Genzianella, Roncogno, e magicamente ci hanno portato con i suoi a Trento rendendo un mo-mento indimenticabile. Il 16 giugno, l’evento per il 124° anniversario dalla fondazione si è svolto con rappresentanti comunale e di diverse istituzioni coinvolte nella italianidad, pre-sente anche il nostro Coro maschile “San Vigilio”

DA RAFAELA - ARGENTINA

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La Famiglia Trentina di Rafaela ha festeggiatola Società Italiana “Vittorio Emanuele II”

Rafaela, 22 Maggio 2014.Amici del CORO GENZIANELLA-

RoncognoA nome del giovane MAURO BO e tut-ta la sua famiglia e anche a nome del Consiglio direttivo della Asocia-cion Civil Familia Trentina de Rafaela desideriamo ringraziare la generosa donazione al giovane musicista.La donazione del Genzianella Coro ha fornito un sostegno importante per la famiglia di Mauro Bo per po-tere comprare la fi sarmonica che si

merita così riccamente. Mauro è un giovane molto capace , e nonostan-te i suoi anni raggioune fare canzo-ne molto diffi cili alla perfezione in diversi eventi , come l’Inno Nazio-nale Argentina o anche Libertango; e anche canzone del Trentino lógica-mente! Ha inoltre partecipato giorni fa in una riunione di giovani fi sar-monicisti nella città di San Jorge, provincia di Santa Fe. Grazie di cuore sia della nostra Aso-ciazione come di Mauro Bo e dei suoi

genitori, chi hanno sintetizzato la sua gratitudine dicendo: “Mauro è e sarà per sempre trentino per adozio-ne”. Affettuosi saluti!.

Lettera di ringraziamento dalla “Famiglia Trentina de Rafaela” al Coro Genzianella

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dall’estero...

Varato il programmadella “famiglia”

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“Sotto la luna di febbraio 2014” è stato il titolo della rappresentazione con la quale si è ricordato

il 136 ° Anniversario dell’arrivo degli immigrati nella colonia Resistencia-Chaco –Argentina - 1878 (Friuli) e 1879 Trentinos/tirolese)A nome del Consiglio direttivo di Resistencia/Tirol desidero ringraziare tutti i partecipanti, dai preceden-ti giornate con una temperatura superiore a 40° nel-la città di Resistencia... per ringraziare i genitori dei bambini che hanno agito e che con grande entusiasmo hanno portato avanti ieri e oggi... BUON COMPLEANNO RESISTENZA.

DA RESISTENCIA - CHACO - ARGENTINA

Ricordati i 136 anni dell’emigrazione trentinadi Margarita Bussolon - Presidente Famiglia Trentina di Resistencia

I responsabili dei vari gruppi che compongo-no l’Unione delle famiglie trentine Resisten-

cia-Chaco si sono incontrati per mettere a punto il programma di lavoro del corrente anno. E’ un pro-gramma ricco di iniziative in campo sociale, educa-tivo e culturale.Nella foto i responsabili al termine dell’incontro.

Il 30 aprile scorso Elisabetta Deavi è stata eletta presidente

del Circolo Italo-Paraguaiano E’ la pri-ma donna ad occupare questo presti-gioso incarico. Riportiamo di seguito una intervista ad Elisabetta Deavi as-sociandoci ai complimenti e agli au-guri per il suo nuovo incarico. 1) La comunità è avida di sapere più di lei e del suo lavoro, ce lo può raccontare?Nata a Trento, e vissuta in Inghilter-ra per più di 13 anni, sono fi nita in Paraguay per motivi di lavoro di mio marito. Dovevamo restare solo un anno, per noi rimanere un altro ed un

altro ancora e di anni ne sono pas-sati 16. Mi ricordo che più passò il tempo, più mi mise in opera a cercare quanti trentini abitassero in Paraguay, con l’aiuto dell’ambasciata Italiana. In realtà, trentini come me c’erano pochi, dunque, nel anno 2000 invitai un gruppo di artisti trentini del grup-po “La Cerchia” per esporre dei loro quadri al istituto “Dante Alighieri” con l’aiuto del ex-direttore l’Istituto, Dott. Armando Ficorilli. Dopo questa iniziativa, iniziai la mia vera ricerca dei trentini tramite un comunicato del decreto 379/2000 della PAT (Provincia Autonoma di Trento) circa gli ex-Au-

DAL PARAGUAY

Elisabetta Deavi presidentedel Circolo culturale e sportivo italo paraguaiano

Elisabetta Deavi

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stroungarici. Tutti i discendenti di trentini che avevano lasciato la loro terra durante l’impero Austrounga-rico avevano il diritto di chiedere la cittadinanza italiana, e questa fu una bella notizia per tutte quelle famiglie che conobbi e che riusciro-no ad ottenere la cittadinanza.Di conseguenza ho fondato il primo Circolo Italiano in Paraguay chia-mato “Circolo Trentino del Para-guay” che dal 2003, in associazione con L’Unione Famiglie Trentine del Paraguay, creò dei progetti come la scuola “Trento” nella città di Caa-cupe. Non solo, ma altri dei nostri progetti consistono in;• Interscambi giovanili (dal 2003

fi no ad oggi). Giovani discendenti trentini sono ospitati da famiglie trentine e ricevono dei libri cul-turali per arricchire la loro nuova esperienza all’estero.

• Borse di studio complete per gio-vani discendenti(triennale/magi-strale/dottorato). Una volta con-seguito il diploma di laurea resta a loro la scelta di restare o di tor-nare al paese di appartenenza.

• Rimpatrio di famiglie con origini trentine, sofferenti di problemi economici. Esposizioni culturali circa gli usi e costumi trentini.

• Seminari sulla storia del Trentino. • Incontri gastronomici, ecc.Altri lavori che realizzo, riguardano

il mio ruolo come disegna-trice grafi ca, e consistono nell’edizione della rivista “La voce degli italiani del Para-guay”, riviste circa esposizio-ni canine latinoamericane e internazionali, e di recente sto creando il giornale “La voce del Trentino-Tirol ed enti Italo-Pa-raguaiane”, che sarà un giornale online. 2) Quale altre mansioni svolgeva fuori o dentro il circolo o da qual-che ente italiana, prima di essere stata eletta?Sono presidente del Circolo Trentino del Paraguay, il quale è associato con L’Unione Famiglie Trentine del Paraguay e sono madrina delle per-sone portatrici di handicap uditive concesso dal istituto Antonio Pro-volo. All’essere fi glia di sordomuti, la mia prima lingua fu il LIS (Lingua dei segni).3) Ha mai pensato di potere esse-re eletta presidente del Circolo?Sinceramente no. Non ho mai avuto ambizioni di occupare un incarico, ho sempre lavorato e collaborato ad honorem, oltre ogni aspettativa di occupare un incarico, e lo faccio ben volentieri.4) Come si sente diventare la rap-presentante uffi ciale di questa istituzione? Ne vado orgogliosa e ringrazio a

tutti quelli che mi hanno eletto, però sono

anche consapevole della grande re-sponsibilità che cade su di me.5) Ha qualche futuro progetto in mente?Vorrei fare crescere questa istituzio-ne, unire sempre di più agli italiani del Paraguay e accorciare l’immensa distanza che c’è tra la madre patria e il Paraguay.6) Quale pensa sia la soluzione per integrare di più alle enti ita-liane?Continuare la strada del ex-Presi-dente del Circolo, Dott. Jose Za-notti Cavazoni, ovvero concentrarsi su tutte le attività e questioni che tende a unire di più la nostra co-munità.7) Per concludere, che messaggio vuole trasmettere ai nostri lettori?Il messaggio è quello di lavorare sempre congiuntamente per poter restare sempre uniti, godendo del-la lingua, culture e tradizioni come avrebbero voluto i nostri avi e an-tenati per noi, i loro discendenti.

Mostra sul Trentino nella settimana della lingua Italiana.

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DAL BRASILE

La Famiglia Trentina di Timbò – Rio dos Cedros ogni anno organizzano una grande festa tirolese per mantenere le tra-dizioni legate alla terra natale dei propri avi ed anche que-st’anno è stato un grande suc-cesso con la partecipazione di tante persone. Queste inizia-tive vengono trasmesse da ge-nerazioni e da sempre giovani e meno giovani s’incontrano

per condividere una giornata all’insegna della cultura e del-le tradizioni trentine.

Il Gruppo Folcloristico di Danze Famiglia Trentina è nato nel 2009 quando un gruppo di amici di Forks, quartiere di Caxias do Sul, aveva deciso di promuovere la cultura e le origini dei loro antenati: gli immigrati trentini. E’ stato grazie anche all’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero che il Gruppo è riuscito a svolgere una bella attività culturale. Attraverso un dvd di dan-ze trentine dei gruppi del Tesino abbiamo imparato i passi, abbiamo riprodotto gli abiti tipici cuciti dalle nostre associate e così a poco a poco il Gruppo si è consolidato. Ogni domenica facciamo le nostre prove ed ora partecipiamo anche alle feste anche a livello nazionale come la FESTA NAZIONALE DELL’UVA, il Festi-val più grande della regione del Rio Grande do Sul. Ora siamo anche invitati a rappresentare tutti i gruppi di danze popolari e questo per noi è un grande onore!

Speriamo un giorno di poter fare un ge-mellaggio con i gruppi della

nostra terra d’ori-gine in par-

t i c o l a r m o d o con il gruppo Folk di Castello Tesino o

il gruppo di Predazzo, dai quali abbiamo appreso la passione per le danze popolari trentine e che anche da queste colonne vogliamo ringraziare.Aggiungiamo anche il ns. sito dove potete gustare tut-ti le ns. manifestazioni: famigliatrentinaforqueta.com.br

Un caro saluto a tuttiPresidente della Famiglia Trentina

di Farroupilha e moglieLuis Eduardo Slomp e Tereshina Slomp

BRASILE – CAXIAS DO SUL

Il gruppo di danza folk ricorda le origini trentine

BRASILE – TIMBO’ RIO DOS CEDROS

Tradizionale festa tirolese

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Il 31 maggio scorso si è tenuta la festa “Anima Italia-na”, organizzata dalla Famiglia Trentina di Rio do Sul.La festa è stata un successo, raggiungendo l’obiettivo di diffondere la cultura e la tradizione degli immigrati trentini. La gastronomia tipica e la danza sono state le principali attrazioni. La festa si tiene annualmente

e quest’anno, nella sua 9° edizione, hanno partecipa-to circa 500 persone.Due famiglie di origine trentina, Pisetta e Sborz, sono state onorate, oltre il Club Sorop-timista di Rio do Sul. Il fondatore e primo presidente del Club Soroptimista di Rio do Sul, la signora Aclides Andreatta, è di origine trentina.

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BRASILE – RIO DO SUL

La festa anima italiana organizzata dai trentini

Ci sono sempre occasioni per ritrovarsi nella nuova sede della Famiglia Trentina di Florianopolis, che non è aperta soltanto ai discendenti di trentini ma anche a tutti i discendenti degli italiani emigrati in Brasile. Sono diverse le attività che si svolgono, legate alla cultura italiana, tra cui, il corso di lingua italiana.Il suo consiglio direttivo si riunisce settimanalmente per discutere sui diversi temi come l’organizzazione di incontri piuttosto che le celebrazioni da realizzare durante l’anno, piuttosto che le cene a casa di uno o dell’altro socio, occasione per degustare degli ottimi vini trentini. Ci piace ricordare anche la visita di Chiara Simoni della Cantina Monfort di Lavis, che ha trovato nella Famiglia Trentina di Florianopolis le porte aperte ed una calo-rosa accoglienza.

BRASILE – FLORIANAPOLIS

Incontri nella nuova sede della Famiglia

Cena realizzata a casa del Socio Nelson Sandrini

Direttivo della Famiglia

Chiara Simoni della Cantina Monfort di Lavis

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Da molto tempo la Famiglia Trentina di Florianopolis si sta impegnando nella promozione diretta dei prodotti trentini in terra brasiliana.Il giorno 14 maggio di quest’anno ha dato il benvenu-to presso la sua bella sede in centro Florianopolis a una delegazione di imprenditori trentini operanti nel segmento dell’edilizia di qualità, delle componenti in-dustriali, e dell’energia e ambiente. La missione e stata organizzata dalla Trentino Export, Trentino Sviluppo e

Distretto Tecnologico Habitech di Rovereto.Grazie al stancabile lavoro di Oscar Lenzi socio della Famiglia Trentina di Florianopolis ben oltre 15 azien-de trentine stanno già esportando i propri prodotti in Brasile, facendo crescere l’economia trentina.Questo dimostra che l’emigrazione trentina all’estero è una grande risorsa per il Trentino.

(O.L.)

BRASILE – FLORIANAPOLIS

Contribuendo con forza all’internazionalizzazionedei prodotti trentini in Brasile

Nel mese di giugno abbiamo avuto la visita inaspet-tata di Suzana Ghisleni e di suo marito Paulo. Suza-na fa parte attiva della Famiglia Trentina di Floria-nopolis è una psicologa ed anche scrittrice, ha due fi glie con le quali nel 2008 ha fatto un viaggio di un anno girando l’Europa e quindi facendo anche tappa in Italia e per due mesi si è stabilita a Trento. Al ritorno di questo viaggio e vista la meravigliosa esperienza che ha fatto con la sua famiglia ha scrit-to un libro: “Le fi nestre per l’Europa” ed in occa-sione del viaggio di quest’anno ne ha fatto omaggio anche alla biblioteca comunale di Trento. Vista la bellissima esperienza fatta e soprattutto per l’accoglienza ricevuta sta preparando un altro libro che presenterà l’anno prossimo a Trento.Suzana ti aspettiamo nel 2015!!!!

BRASILE – FLORIANAPOLIS

Incontro con Suzana Ghisleni

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DALLA SVIZZERA

Un pensiero di Loredana Contdopo la sua trasferta a Solothurn

Cari amici dell’UFTE,a chiusura della mia esperienza a Solothurn invio alcune foto.La trasferta a Solothurn è stata per me una piacevole esperien-za: alla festa di chiusura dell’an-no accademico dell’UNITRE c’era molta gente che ha gradito lo spettacolo che ho proposto. Il pubblico, non era solo di ori-gine trentina ma di molte regioni

d’Italia, per cui ho usato un po’ l’Italiano e un po’ il dialetto. Alcuni spettatori hanno scoperto che sono ancora in grado di ridere (così mi hanno detto), alcuni mi hanno chiesto di ritornare perché hanno bisogno di ridere, tutti si sono divertiti molto.Per me è stata un’esperienza personalmente molto emozionante perché sono nata a Basilea e da piccolis-sima ero ad Aesch, per cui ricordare l’emigrazione dei

miei genitori mi ha provocato una certa (inaspettata) commozione che il pubblico ha peraltro percepito. Ho trovato persone cordiali e alla mano come di solito sono sempre i trentini emigrati all’estero, e tanta sim-patia nei miei confronti.Un grazie particolare a Vito Agosti Presidente della Fa-miglia Trentina di Sholoturn, che si è preso carico di me e di mio marito Giorgio: entrambi abbiamo apprez-zato la sua compagnia e il suo impegno.Oltre alla Famiglie Trentine l’evento è stato supportato anche dall’Unitre i cui rappresentanti mi hanno accolta in maniera molto gratifi canti.Ringrazio, anche da parte di mio marito, tutti per la cordialità e la simpatia, e li saluto con “forza Svizzera” dal punto calcistico visto che la Svizzera ha passato il turno ai mondiali e noi no (che fi gura...).

Loredana Cont

solidarietà

L’Associazione Unione delle Famiglie Trentine all’Estero ONLUS Trento, il Comune di Lavis, l’ Associazione Donatori sangue Lavis e l’Associazione Balcan United (Organizzazione umanitaria Lavis) nel mese di giugno hanno raccolto fondi, generi alimentari e vestiario per aiutare la gente bosniaca e serba, colpita violente-mente da un alluvione che ha devastato il territorio. L’idea è stata avanzata dal nostro Consigliere Bruno Girardi che da anni si occupa di solidarietà ed è molto noto per questa iniziative.

Raccolta fondi e generi alimentari e non, pro alluvione Bosnia e Serbia

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PROMOSSI DALL’UFFICIO EMIGRAZIONE DELLA PROVINCIA

Grande successo in Trentinoper gli Interscambi giovanili

Dal 1 al 21 luglio 2014 si è svolta in Trentino la XVIa edizione del Programma interscambi giovanili, ini-ziativa promossa ed organizzata dall’Uffi cio Emigrazio-ne della Provincia autonoma di Trento. E’ un intervento nato dal Primo Congresso Mondiale della Gioventù Tren-tina (1998) che vede ogni anno protagonisti e destina-tari 22 giovani di origine trentina residenti all’estero e 22 giovani residenti in Trentino, in età compresa tra 18 e 35 anni.Per l’anno 2014 sono stati ammessi giovani oriundi trentini provenienti da Argentina (6), Brasile (5), Cile (1), Uruguay (1), Paraguay (2), Messico (3), Guatemala (1), Stati Uniti (1), Spagna (1), Bosnia Erzegovina (1) ospiti di altrettanti coetanei ammessi a partecipare al progetto, residenti in varie località del Trentino (Trento, Piana Rotaliana, Val di Non, Val di Sole, Val di Cembra, Val Rendena, Vallagarina, Val-sugana.

La formula del programma prevede l’ospitalità recipro-ca presso le famiglie dei partecipanti ed il periodo ha una durata di 3 settimane.Ciascun interscambio avviene in due distinte fasi tem-porali:prima fase: soggiorno in Trentino • dal 1 al 21 luglio 2014 - 3 settimane)• seconda fase: soggiorno estero-3 settimane, entro

2016 in un periodo concordato tra i due partnerPer la fase di “SOGGIORNO IN TRENTINO” l’Uffi cio Emi-grazione organizza giornate di attività da convividere in gruppo, per favorire la scoperta o riscoperta delle comuni radici attraverso un calendario di appunta-menti guidati al territorio. Ciò consente di conoscere aspetti che caratterizzano gli ambiti storico-culturali e socio-economici sia nelle città principali che nelle vallate. In questa edizione, oltre al primo incontro di benvenu-

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interscambi giovanili

Accoglienza del 2 luglio 2014 nella Sala Belli

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interscambi giovanili

to presso la sede della Provincia autonoma di Trento ed alla successiva visita guidata al centro storico di Tren-to, sono state inserite specifi che visite alla Valle di Non (Lago di Tovel/Parco Adamello Brenta, Santuario di San Romedio), all’Università degli Studi di Trento, all’Alto Garda (Riva del Garda, Canale di Tenno/Ville del Monte), al Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina a San Michele all’Adige. Qui il gruppo ha pe-raltro anche ricevuto una speciale accoglienza presso la locale Caserma dei Vigili del Fuoco” dove sono state illustrate le peculiarità del sistema della Protezione ci-vile trentina. La partecipazione alle giornate dedicate alla FESTA PROVINCIALE DELL’EMIGRAZIONE svolta in Primiero nel fi ne settimana 11-12-13 luglio 2014 ha fornito anche occasione per una bellissima escursione guidata in am-bito dolomitico a cura dell’Ecomuseo del Vanoi. Il Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto e l’Altopiano di Brentonico hanno accolto il gruppo per una giornata di visita legata al tema del Centenario della Grande Guerra. La giornata conclusiva si è invece svolta a Grumes, in val di Cembra, grazie alla collabo-

razione del locale Gruppo Alpini e con la presenza de-gli amici del Coro Genzianella di Roncogno, che hanno voluto dedicare ai giovani alcuni di quei canti tradi-zionali che da sempre conoscono, perchè fanno parte, di quel patrimonio culturale a lungo preservato nelle comunità trentine di appartenenza.Particolarmente apprezzata ed emozionante è risultata - come sempre - la visita al “proprio” luogo di origine. A tal fi ne l’Uffi cio Emigrazione ha provveduto a coin-volgere le rispettive Amministrazioni comunali affi nchè dedicassero un apposito e caloroso “saluto di benvenu-to” ai propri giovani conterranei. L’accompagnamento da parte dei rispettivi partner locali ha dato un valore aggiunto all’esperienza condivisa con gli ospiti; la pre-senza a questi momenti ha fatto sì che anche i giovani residenti abbiano a loro volta conosciuto o riscoperto non solo il territorio ma anche la forza di quei valori legati alle storie familiari ed alle tradizioni che unisco-no idealmente le singole esperienze di emigrazione e di chi è rimasto nella terra di origine, il Trentino.

Antonella Giordani

Il gruppo

Nadia Dorigoni con Antonella Giordani La Vice Presidente Giorgia Pezzi con Mario Palmieri

Il Coro Genzianella

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storie di emigrazione

Remo Inama di TaioPrima la guerra poi il Brasile

Intervista di Ferruccio Bolognani

REMO INAMA RACCONTA LA SUA VITA AVVENTUROSA E NON CERTO FACILE

Quando si incontra un italiano che vive in un altro Paese sorge naturale il desiderio di conoscere il perché ha fat-to questa scelta, ma se questo italiano è un emigrante la domanda diventa superfl ua. Infatti, è facile intuire la risposta. Questa, per Remo Inama è stata data in tempi diversi e ricucita con una intervista nella pace bucolica del suo sitio di Itú vicino a San Paolo. E così racconta:

“Approfi ttando di un momento di libertà sono tornato per la prima volta a visitare la mia valle nel Trentino insieme a Rina, mia moglie ed i miei fi gli. A loro ho fatto visitare la cantina dove ho vissuto nascosto alcu-ni giorni prima della fi ne della guerra. Sì perché anche se avevo poco più di 18 anni, essendo nato nel 1925, nel 1944 ero stato arruolato nel CST, corpo di sicurezza trentino per difendere i militari tedeschi da attacchi dei partigiani. Alla visita fatta a Cles mi hanno aggre-gato al 2° battaglione a Trento per l’addestramento. Dopo 4 settimane mi hanno mandato a Primolano al li-mite della Valsugana e per mesi ho studiato come fug-gire. L’occasione si è realizzata quando al controllo si è presentato un camion carico di ceste contenente dei maiali da mandare al macello per i tedeschi a Trento. Io, armato ed in divisa perfetta, mi sono intrufolato tra le ceste ed a Borgo Valsugana sono sceso. Potevo sempre dire che andavo a casa in licenza e sono salito su ogni mezzo che andava in valle di Non. Ma una donna che faceva l’interprete al Comando te-desco ha fatto la spia e mi hanno dato la caccia. Mi hanno trovato facendomi inseguire dai mastini che ero già al Tonale. La mia fuga verso la Svizzera era stato un sogno di breve durata. Mi hanno condotto a Trento e dopo 15 giorni di carcere mi hanno processato. Purtroppo, oltre alla diserzione, hanno scoperto che mentre ero da guardia ad un de-posito di munizioni era mancato del tritolo. Fin troppo facile incolparmi. Come potevo difendermi? L’avvoca-to della difesa era più cattivo di quello dell’accusa. Verso le due di notte la giuria militare era riunita per la sentenza. La condanna a morte mi era dovuta per diserzione e sabotaggio. I minuti passavano eterni, quando suonò l’allarme. Nel sottoscala della cantina, trasformata in rifugio, si siede una donna amica di un uffi ciale. Al lume di candela il suo viso mi

sembra noto. Infatti lei è l’impiegata del negozio di drogheria di mio zio. Mi ha visto tante volte quando ero ragazzo e mi promette di intercedere per me. Es-sendo interprete sa bene che un giovane minore di 21 anni non può essere condannato a morte. Alle tre fi nisce l’allarme ed alle quattro del mattino i giudici commutano la pena capitale in ergastolo. Dopo poche ore insieme ad altri sfortunati sono sul treno diretto a Dachau, luogo non ideale per passare il Natale del 1944. Ma tant’è sono vivo e posso sperare. L’occasione si presenta quando Himmler per fare posto agli ebrei che arrivano da Danzica trasferisce alcune centinaia di militari italiani incarcerati per diserzione vicino a Norimberga, per dei lavori nel lager di Hersbruck. Non racconto le sofferenze che ho visto perché saprai che bestialità sono state commesse e non voglio pensarci. Ho superato quei momenti per una speranza e voglia di vivere. La fortuna è arrivata con il bombardamento del lager del 19 aprile 1945. Gli italiani che si sono salvati sono stati inquadrati in un gruppo e rivestito con di-vise militari dei soldati rumeni, un grigio verde sporco e berretti senza visiera. Mentre incolonnati stavamo marciando verso Praga il giorno 21 aprile dei caccia americani ci hanno mitragliato scambiandoci per dei soldati tedeschi. Il mio compagno Larentis di Mori non si è più alzato ed i feriti che non potevano cammina-re hanno ricevuto il colpo di grazia dalle pistole dei tedeschi che ci hanno sospinto in un boschetto per passare la notte. Io mi sono messo al margine del bivacco e nella notte, striscian-do con i gomi-ti, sono sci-volato

Remo Inama con la moglie e a sinistra Ferruccio Bolognani

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storie di emigrazione

fi no al margine del bosco. Prima dell’alba ero in un prato e sempre strisciando sono arrivato in un fi enile adiacente ad una casa di campagna.Mi sono quasi soffocato dentro il fi eno dove per la stanchezza ho preso sonno. Ho vinto i morsi della fame e sono stato avvolto dalla notte. Ho sentito dei pas-si vicini della contadina, ma per fortuna non quelli dei militari. Forse non mi hanno cercato perché non hanno fatto la conta di quelli sopravvissuti al mitra-gliamento. Dopo due giorni mi sono presentato alla padrona. Una donna minuta di 30 anni, che non si è spaventata al mio apparire e mi ha dato del pane nero con un po’ di latte. Suo marito era nella marina dislo-cato nell’Adriatico. Da mesi non riceveva notizie e for-se proteggendomi ha sperato che qualcuno lo facesse anche per il suo uomo. Mi ha dato dei suoi vestiti e mi sono incamminato verso Resensburg con la speranza di arrivare a Monaco ed a Innsbruck. Qualche carro di contadini mi ha nascosto tra i sacchi, tra la paglia ed il letame. Non so come ho fatto a superare i controlli. Non sapevo che oramai la disfatta per i tedeschi era vicina e pertanto avevano allentato la sorveglianza. La sorte comunque mi ha aiutato ed ho trascinato i miei 37 chili fi no a Taio, dove sono giunto la notte del 29 aprile. Poiché c’erano due jeep tedesche davanti a casa mi sono nascosto in cantina. E quando è sce-so mio padre per prendere una bottiglia quasi moriva dallo spavento. Mi ha avvisato della presenza del co-mando tedesco in casa mia ed io l’ho pregato di non dir nulla a mia madre, perché l’emozione non tradisse il segreto del mio nascondiglio. Me ne sono stato chiuso tre notti e tre giorni quando fi nalmente il 2 maggio il

suono delle campane ha annunciato che anche per Taio era terminato l’incubo della guerra. Insieme ai miei 37 chili ho portato a casa una malattia nervosa per tutti gli shock passati che mi ha debilitato a tal punto che il medico mi ha proibito per tre mesi di stare alla luce e mi ha curato con iniezioni di sulpiride, una cura per i degenti in manicomio.La guarigione è stata lenta, come lento è stato il recupe-ro delle energie. Mi è sembrato incredibile prima anche se ero magro e morto di fame sapevo reagire e lottavo per vivere, poi quando il pericolo era cessato mi ero abbattuto ed ero incapace di sollevarmi e dimenticare i fantasmi dei lager. Comunque anche quella parentesi l’ho lasciata dietro alle spalle. Mi sono dedicato allo studio per avere maggior qualifi che nel futuro lavoro in campo agricolo a cui mi dedicavo nella campagna di mio padre. Però sognavo un lavoro più responsabile perché avevo 29 anni e pensavo ad un avvenire mi-gliore.E così dopo aver scartato una proposta di lavoro in Canada, il 9 luglio del 1954 sbarcavo in Brasile dal piroscafo Anna Costa dopo 20 giorni di navigazione. La nave era sotto la tutela del CINEE, comitato inter-nazionale emigrazione europea. L’incontro con mio zio e con il lavoro nelle proprietà del conte Matarasso mi hanno dato serenità e tranquillità economica. Io non capivo una parola di portoghese e non potevo certo avvicinare le ragazze. In una festa ho incontrato la ti-mida Rina accompagnata dalla sua famiglia. È stato un fulmine a ciel sereno e me ne sono innamorato. Quando per le festività di Natale ci siamo rivisti ho capito che anche lei provava sentimenti sinceri nei miei confronti. Il 15 febbraio 1955 l’ho sposata.”

SEGUE DA PAG. 1 SALUTO DEL PRESIDENTE: e partecipata per capire in che modo e con quali canali o incentivi sareb-be utile rapportarsi con le nuove generazioni di trentini all’estero, al fi ne di favorire non solo la doverosa solidarietà, laddove sia necessaria, ma anche la crescita professionale ed economica dei fi gli dei trenti-ni che ormai lavorano da anni su mercati diversi dal nostro. La no-stra proposta è che in autunno la Provincia dedichi a questi temi un

tavolo speciale, un momento di di-battito e di confronto.I continui attacchi al mondo del-l’emigrazione non possono produrre che scollamenti e turbative delete-rie per l’intero settore. Vi sono mol-ti progetti che andranno nel breve attuati verso le nostre Famiglie ma anche per tutti gli emigranti anche recenti. I giovani in particolare. Noi capiamo che in questi momenti di diffi coltà di molte nostre fami-glie trentine, nel contesto italiano,

debbano porre particolare attenzio-ne nelle spese da certifi care sia per il mondo dell’emigrazione ma non possiamo esimerci da proseguire nemmeno nella solidarietà interna-zionale a sostegno delle popolazio-ni meno fortunate. E qui dobbiamo non dimenticare che ancora in alcu-ne zone, in particolare del Sud Ame-rica, delle generazioni anche nuove trovano diffi coltà perché anziani e non con redditi adeguati al lavoro svolto. Dobbiamo sostenerli.

SEGUE DA PAG. 1 INTERVISTA ALLO STORI-CO BARATTER: Cosa accade in questo anno in Tren-tino?Il Regno d’Italia nel 1914 era lega-to da un vincolo di alleanza con la Germania e l’Austria Ungheria. Allo scoppio del confl itto l’Italia

valutò tutte le opzioni possibili, compreso ovviamente anche l’inter-vento a fi anco degli alleati, tuttavia alla fi ne si decise per la neutralità, come del resto fecero anche altre Nazioni europee che sarebbero en-trate nel confl itto in un momento successivo.

Tra le ragioni che rinviarono l’in-gresso italiano nel confl itto, in-dipendentemente dalla scelta di campo, vi era anche un’oggettiva impreparazione dell’esercito italia-no, di cui i massimi vertici politici e militari erano pienamente e dichia-ratamente consapevoli.

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Prima di inoltrarmi nel raccon-to della vita di mia prozia, cioè la sorella di mio nonno Giovanni, giovane sposa emigrata in Brasile, pensavo di scrivere qualcosa sul-l’emigrazione dal Trentino verso le Americhe anche per capire un po’ di più le motivazioni che hanno spinto questa mia ava ad affronta-re l’ignoto. Come lei partirono, nella seconda parte del 1800, diverse decine di migliaia di persone da una terra a tradizione rurale, molto sacrifi cata dalla nostra struttura territoriale, con una capacità di produzione di appena 6500 kmq in maggioranza montani. La popolazione era molto concentrata su ristrette aree colti-vabili favorendo piccole proprietà in fondovalle, piccoli arativi, vigneti e gelseti, però con grandi pascoli e boschi comunitari in montagna, e ciò per lungo tempo era bastato al sostentamento della popolazione del Tirolo italiano. Più tardi, in seguito a crisi, crescita demografi ca an-che se minima, queste risorse cominciarono ad essere inadeguate e a nulla servirono i tentativi di moderare lo squilibrio che si risolse solamente con l’esodo mi-gratorio.Le uniche risorse potevano essere quelle della gelsiba-chicoltura e dei setifi ci, ma la crisi dell’industria serica rese queste risorse non più vantaggiose.Il popolo Trentino per far fronte al bisogno di lavoro migrò per molto tempo anche in Europa, ma stagional-mente. Fu nel 1875 che ben 4660 persone partirono per l’oltreoceano, già nei 25 anni prima ne erano par-titi dall’intero Tirolo ben 4061.La valsugana contribuì in maniera massiccia. Un croni-sta dell’ epoca scriveva: “Con il passare del tempo le persone tornarono a mi-grare verso le regioni interne della Monarchia asbur-gica, occupandosi in industrie tessili e cotoniere nel Vorarlberg” ma questa è un’altra storia. Chissà cosa pensava Angela quando vide sparire dalla vista la casa dei genitori con ancora sulle guance il sapore delle lacrime mescolate a quelle della mamma e

dei famigliari.Lei giovane sposa di appena 21 anni, sposata ad un fi dato e maturo uomo di 41, si fece coraggio e salutando con la discrezione delle donne di quell’epoca le vie, le case, il paesag-gio, si strinse con timorato amore al suo sposo.Si erano sposati nel 1873, forse in abito nero come si usava allora, il 29 ottobre, l’aria era fresca e qua e là si scorgevano i primi accenni d’inverno, ma il cuore era contento.Il marito era un bell’uomo di 41 anni di nome Pietro Simone Raizer, nato a Besenello il 3 novembre del 1834 da Pietro e Maddalena Martinelli. Lei, la sposa, era Angela Orsola nata il 6 novembre del 1852 ai Campregheri da Giovanni Campregher e Maria. Chissà

se hanno pensato di essere ambedue dello Scorpione, combattivi, ambiziosi e tenaci, ma si sa allora queste sciocchezze non li sfi oravano nemmeno. Circa due anni dopo partirono per l’America, non so nulla del loro viaggio, ma possiamo immaginare la me-raviglia, il terrore, la speranza e la fede che li accom-pagnò nella traversata. La destinazione fu Rodeio nello stato di Santa Catarina. Fecero i contadini ed ebbero sei fi gli: Palmide (che poi sposò Pio Sandri), Ernesto (che sposò Eufrasia Adami), Eleonora (che sposò Luiz Campregher), Beniamino (che sposò Amalia Woriller), Maria (che sposò Pedro Monteiro de Souza) ed Erminio (che sposò Gertrudes Adami).Da costoro derivarono numerosi discendenti, molti dei quali vivono nello Stato di Santa Catarina, sia a Ro-deio che nella località di Rio dos Cedros e nella città di Jaraguà do Sul e di Blumenau. Alcuni pronipoti di Angela (nipoti di Erminio Raizer) li abbiamo conosciuti in occasione di una loro visita in Italia. Torno ora a quella coppia così disperatamente corag-giosa e me la immagino lottare con la foresta, gli in-setti, la precarietà.In alcune lettere del 1926 spedite a mio nonno Gio-vanni Campregher da un fi glio di Angela si legge che

storie di emigrazione

20 - UNIONE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO

Storia di mia prozia Angela Campregher (1852-1941)

di Marta Bernabè - pronipote di Angela

Angela Campregher in Raizer

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storie di emigrazione

UNIONE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO - 21

l’otto novembre celebravano il cinquantesimo anniver-sario del primo arrivo degli italiani a Rodeio con grandi feste, mortaretti, balli, con la presenza di oltre 5000 migranti da tutta Europa.Inoltre parla del tempo piovoso, della raccolta del riso, del “milho” e del tabacco, però si lamenta che i prezzi erano diminuiti.Le lettere erano l’unico legame con cui ogni parte informava l’altra di cosa succedesse, lutti, nascite e matrimoni, e c’era molta condivisione delle gioie e di-sgrazie lontane. Il 3 febbraio 1930 Angela scrive una lettera al fratello Giovanni raccontando le proprie vicissitudini: la morte di un fi glio dopo lunga malattia, ma anche che stan-no bene “sono grasa, rosa e forte”, che lavorano nelle piantagioni e che il fi glio fa due viaggi al giorno con il velocipede a prendere la posta lontana “7000 metri”, poi scrive che a Rodeio sono tutti tirolesi e vivono di coltivazione del riso, che nel loro distretto raggiunge i 65000 sacchi all’anno. Parla inoltre di un distretto di Ascura con 4000 abitanti che si unisce al loro e i due distretti prendono il nome di Arosal dal nome brasilia-no del riso arois.E’ straordinario entrare nella loro storia e nel loro tem-po attraverso le lettere scritte sul posto, contenenti esperienze veritiere non alterate dalla stampa. Scene di vita reale descritte da una persona nata nel cuore dell’ottocento in un piccolissimo paese di 100 persone dove non esisteva l’analfabetismo. Ecco uno stralcio della lettera:“Caro fratello io ti torno a dire che quando sono arivata qui in Rodeio la prima volta immezo ai boschi e alle belve feroce le tighere e Indiani gridavano e circonda-vano la nostra picola caseta fata di pali e coperta coi linzuoli, ma grazie al buon Dio fame non o mai pasato perche carne selvatica venera di darla ai cani. I porchi selvatici pasavano a fi le di quaranta cinquanta avanti alla mia caseta, ma adeso caro fratello si e cambiato come il giorno e la note Automobili camignoni veloci-pedi ferovia che pasa tutte le ore uno fi la laltro, abbia-mo anche una grande e bella Chiesa abbiamo anche un

grandisimo Convento di padri francescani che conta 60 religiosi abbiamo le monache abiamo le catechiste un ordine formato qui in Rodeio conta gia 100 religiose, grande ospitale gia e cominciato e per aiutarlo ogni famiglia di qui paga 100 fi orini e abbiamo un medico che e poco tempo che venuto da Napoli abbiamo la stazione telegrafi ca abbiamo in tutte le case la luce eletrica, anche la istruzione militare viene fatta qui in Rodeio sono 50 soldati tutti di Rodeio la istruzione viene fata tre volte alla setimana, mangiano dormono tutti a sua casa e tutti anno il velocipede per andare alla istruzione.”Ultima traccia che ho è una lettera del 1935 del fi glio Erminio.L’arrivo di notizie era un evento. Per prima cosa ras-sicurava che stavano bene e ringraziava di una rara e preziosa fotografi a con la promessa di restituire il piacere. Dice che la mamma, la nostra Angela 83enne, sta bene, è sana e forte, passeggia, è sempre più giovane, parte-cipa alle feste matrimoniali dove “ella va e beve i suoi goti e poi ella viene in casa con le orechie rose”.Inoltre racconta che il riso è ancora la loro risorsa, ma che è un lavoro durissimo e di “poca salute”, lavorano per 8 mesi nella palude e 4 mesi d’inverno non bastano “a sugarse”, e racconta il duro procedimento per avere due raccolti di riso, naturalmente tutto “a braccio”. Si parla anche del confl itto italo-abissino e tutti i “radi” (le radio) a Rodeio “sono aperti giorno e notte” e tutti hanno paura della guerra perché chi è rimasto in patria deve lasciare soli i genitori per combattere in Africa. Cari amici per un po’ siamo tornati indietro nel tempo, abbiamo sofferto e gioito con Angela e i suoi fi gli. E’ stato come aprire l’album di una storia scritta con il coraggio, la fede, la forza e le speranze di una coppia che tanti anni fa partì per non tornare mai più, ma... “adeso sono dietro a inventare un aeroplano che in un giorno si può fare il viaggio dall’Europa al Brasile e alora io vengo a trovarvi tutti”.Così scrive quella giovane sposa 55 anni dopo che era partita!

Famiglia di Ernesto Raizer - fi glio di Angela

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gastronomia

Lo strudel di mele

ALLA SCOPERTA DELLA CUCINA TRENTINA

Con questo numero apriamo una rubrica dedicata alla gastronomia o meglio alle tradizioni ed all’attualità della cucina trentina. La nostra collaboratrice Luana Perotto ci farà conoscere personaggi e proposte di vari protagonisti dell’arte culinaria trentina. In questo numero Luana ci presenta Francesca Berlanda.

“Sono Francesca Berlanda, da poco superati i 30 anni e da poco responsabile di cuci-na del “Moki”, piccolo bar-bistrot nel cuore di Trento. Negli ultimi 10 anni ho girato l’Europa, con qualche tappa anche nelle Americhe, spinta dall’insaziabile curiosità per le diverse culture e guidata dall’amore per la cucina. Poi, dopo questi anni, l’affetto verso i cari e una serie di coincidenze (la vita è imprevedibile...) mi hanno riportato a Trento.La ricetta che vi propongo è quella dello STRUDEL DI MELE, dolce tipico di queste terre trentine e sudtirolesi, molto semplice, ma buono ed adattabile a molti tipi di frutta, in base a quella disponibile nella vostra regione, ovunque essa sia.

INGREDIENTIPasta “Matta”: Farina - 250gr.Burro - 100gr.Uova - 1Tuorli - 1Sale - un pizzicoAcqua tiepida quanto bastaRipieno:Mele – 750 gr.Zucchero – 60 gr.Cannella - 1 cucchiainoPinoli – 25 gr.Uvetta ammollata in 2 cucchiai di grappaScorza 1 limone grattugiataPane grattato - 75 gr., dorato in padella con 100 gr. di burro (per asciugare l’umidità della frutta - se si usasse frutta ricca di acqua, aumentare la quantità)

PROCEDIMENTOPer la pasta:Lavorare il burro freddo a pezzi con la farina fi no ad ottenere una consistenza sabbiosa. Unire il sale. Unire l’uovo e il tuorlo e lavorare. Aggiungere poco a poco l’acqua fi no ad ottenere una pasta liscia. Avvolgere nella pellicola trasparente e far riposare in frigorifero per almeno mezz’ora. Nel frattempo preriscaldare il forno a 180°C.Per il ripieno:Sbucciare le mele e tagliarle a pezzi di circa 1/2cm. Aggiungere il pesto degli ingredienti e mescolare.Ritirare la pasta dal frigo. Infarinare il piano di lavoro. Stendere la pasta molto fi na e darle una forma ret-tangolare. Collocare il ripieno nel centro del rettangolo ed arrotolare. Sigillare le estremità con un po’ di acqua fredda e spennellare con dell’uovo sbattuto.Spolverare con zucchero a velo. Informare a 180°C per circa 40 minuti, fi nché prenda un aspetto dorato. PS. La stessa pasta “Matta” può essere utilizzata anche con ripieni salati.

Francesca Berlanda

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dialetto

UN PO’ DI DIALETTO MALE NON FA

El trentin torna’ dalla ‘MericaA cura di Cornelio Galas

(Giani, all’amico Bepi): Tei Bepi, en-dovina chi è ‘rivà en paès...“El papa? Oscia no i ha dit gnent per televisiommm”-Ma valà mona, è ‘rivà el Giònni, el fi ol del Dolfo, sat quel che sarà zamai pù de quarant’ani me digo che l’è en Me-rica? “El fi ol del por Dolfo? Quel che gaveva a so temp i ruganti su ai piani?”-Ma sì, quel lì te digo, te vedessi che machinaza....ah la sarà longa da chi a lazò...“Eh oscia, vara che el sarà vegnù co la coriera...”-Ma no te digo, toh vardel lazò...quel col capel da cauboi...dai che nem a sa-ludarlo...(l’incontro): “Oscia, ma set ti Gionni? Propri ti? Te ricordit de noi? El Giani, el Bepi...cioè mi saria el Giani, lu el Bepi....te ricordit?”(Gionni li guarda, li riguarda, poi...): Uell...ai remember...iu Gianui end iù...Giosueppe...(Bepi): “Ma come parlit, diaolporco, ne par de esser en den cine de Stalio

e Olio...no t’avrai miga desmentegà el dialet trentin....va bem che te sei nà ‘n Merica da bocia...ma(Giani): Scolta Bepi l’è come se ti te fussi stà quarant’ani a Dro...adès te di-ressi vegno gio giobia col gerlo delle ciarese con giò el giolet...te ciapi da dove te laori, dove te magni, dove i parla tuti cosita no...(Bepi): Sì ma sto chi nol capìs pu gnent...bisogna parlarghe taliàm en ponta me sa...(Giani): Meio saria el merican me digo...(Gionni): Mai frend...mai old frends...veri veri guud...remember porks mai fader...(Bepi): sto chi el se ricorda sol dei porzei...(qualcuno richiama l’attenzione del gruppo): Oh, oh ela vossa quela ma-china longa parchegiada de travers? Ocio che el vigile l’ha fat zamai la mul-ta e me sa che ades i la fa portar via? Ela vossa?(Bepi): Gionni, tua ... grossa mascin? Ah, correr se no raus...su car attrez-

zts...capiren?(Giani): Vara che no l’è miga tode-sch...meio che ghe spiega mi a gesti valà (fa capire in qualche modo che l’auto sta per essere rimossa...)(Gionni, per nulla preoccupato): Li-musin? Limusin? No problem, its ir mai uoman...Concetta...mai uoman...uell?(Bepi): vara che te poi anca ofrirghe na botiglia, na cassa de limonzin ai vi-gili de chi, la multa i te la fa istess...e se no te vai lì....no ghè conceti meri-cani che tegna...(arriva Concetta, giovane moglie di Gionni): Ahò, ammore, chisti vulevano dollars per nun rubare ‘a limusinne...che chiameresti Papà Ciccio gli dissi....e dela pisctola il segno feci ah....iti sono iti sono da ‘a pppaura...(Gionni): Eh brava, bravva uoman...uell (rivolto a Giani e Bepi): Chista ‘na femmina speciale fu, u granne am-more....piccirilla di Ciccio à Bestia...che tiene grande pizzeria a Niu iork....e lì conobbi Concetta....subito ci spo-sammo...bacio le mani quagliò....se ite in Americca casa mia vostra fu....

ci hanno lasciato

Emilio Sommadossi ci ha la-sciato nello scorso mese di feb-braio. un grande amico, ricco di sensibilità, sentimento e altrui-smo. Una grande persona Emilio Sommadossi, marito della nostra instancabile ex vice presidente Rina Bonvecchio. Emilio Sommadossi era una per-sona ricca di valori umani di tempi passati, esempio di impe-

gno civile e di passione per il mondo dell’emigrazione. Il rito funebre si è svolto nella chiesa S. Antonio di Trento ed è stato accompagnato all’organo dal maestro Andrea Fluoli del Coro Genzianella che ha intonato alla fi ne, come era de-siderio di Emilio, la famosa canzona alpina “Il signore delle Cime”. Anche dalle colonne di questo giornale un pensiero di vicinanza a Rina e alla fi glia Paola.

Mariella Fossati era nata il 30 gennaio 1933 a Tonadico, Pri-miero, in provincia di Trento dai coniugi Maddalena de Pao-li e Antonio Jagher. Era la pri-ma fi glia di 4 fratelli e sorelle. Sua madre morì quando Maria aveva 12 anni. Suo padre si ri-sposò con Tomia de Paoli, che è stata come una madre per i fi gli. Frequentò la scuola del-

l’obbligo nel paese, poi trovò lavoro nel ramo alberghie-ro, facendole stagioni tra l’altro ad Alassio, San Martino di Castrozza e Milano. All’inizio degli anni ‘60 emigrò in Svizzera e si stabilì a Solothurn, dove si sposò ed ebbe 4 fi gli. Mariella era una socia molto attiva all’interno della Famiglia Trentina di Solothurn e la sua mancanza, il 7 febbraio 2014, ha lasciato un grande vuoto.

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www.guidavacanze.it

le nostre prossime partenze

MODENA per il Re di TorteEvento dedicato all’affascinante mondo

della pasticceria e del cioccolato

18 ottobre 2014

ROMAvisita alla città

e udienza da Papa Francesco

dal 16 al 19 novembre

RATTENBERGMercatini di Natale

29 novembre 2014

SCHWAZ e MAYRHOFEN

Mercatini di Natale

6 dicembre 2014

DUBAIEMIRATI ARABI-OMAN

Crociera “Mille e una notte”con Costa Serena

dal 12 al 20 dicembre

Via C.A. Martini 138023 CLES (TN)Tel. 0463.423002Fax 0463.424510

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