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Periodico dell’Ente Bilaterale per il Turismo di Roma e Lazio Autorizzazione Tribunale di Roma n° 539 07/12/2001 - Poste Italiane SPA- Spedizione in abbonamento postale70% - DCB Roma - N° 22 Autorizzazione Tribunale di Roma n° 539 07/12/2001 - Poste Italiane SPA- Spedizione in abbonamento postale70% - DCB Roma - N° 22 Sicurezza: l’unione fa la forza OSSERVATORIO turismo in costante crescita Sicurezza: l’unione fa la forza OSSERVATORIO turismo in costante crescita Per riqualificare la periferia il turismo non basta Per riqualificare la periferia il turismo non basta

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Periodico dell’Ente Bilaterale per il Turismo di Roma e Lazio

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Sicurezza: l’unione fa la forza

OSSERVATORIOturismo in costante crescita

Sicurezza: l’unione fa la forza

OSSERVATORIOturismo in costante crescita

Per riqualificarela periferia il turismonon basta

Per riqualificarela periferia il turismonon basta

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EDITORIALE

E’ un rifiuto che viene dal più profondo delle viscere

È il rifiuto dell’orrore al quale il mondo è costretto ad assi-stere ed è, insieme, il rifiuto di atteggiamenti spesso ipocri-

ti ai quali, da troppo tempo, siamo abituati ad assistere.G7, G8,WTO, ONU, KYOTO,G4…..Montagne di sigle e di documenti, con firme importanti che pas-seranno magari alla storia, ma che non hanno fermato la famenel mondo, né le guerre, né i genocidi ai quali si assiste impassi-bili salvo poi il cercare di mettere a posto la coscienza mondia-le con processi spettacolari. Si firmano impegni per difendere ilMondo e poi si continua come prima, impotenti davanti ad unMondo che si scioglie come un gelato al sole.Ma contro gli assassini, ormai professionisti organizzati del ter-rore come dimostrano le azioni coordinate svolte a Londra,non basta certo una nuova sigla, né il documento che certa-mente ne sancirà la nascita.Occorre una capacità di azione preventiva da parte della magi-stratura e delle forze dell’ordine rapida, autonoma ed a tuttocampo, sostanzialmente vincolata al rispetto delle leggi che iPaesi democratici riterranno di dover unanimemente adottareper fermare la lucida follia di chi vuole, attraverso il terrore, sca-tenare “la guerra santa” con la scusa assurda di voler evitare lacontaminazione o, peggio, l’occidentalizzazione dell’Islam, crean-do ghetti e minoranze fondamentaliste, eccellente brodo di col-tura per far crescere odio e terrore.Il terrore assassino trasformato in “guerra”.Nella nostra Costituzione è solennemente sancito il rifiutodella guerra come mezzo per risolvere i conflitti. Ma qui non cisono conflitti da risolvere, non ci sono né guerre di civiltà néguerre di religione. Si vuole sconvolgere una pacifica e ordinataconvivenza.Ti portano la guerra in casa anche se tu continui a rifiutarla innome della tua storia, della tua civiltà e della tua Costituzione.Ti costringono a rinunciare anche in casa tua a pezzi importan-ti della tua libertà individuale e collettiva, pure esse garantitedalla storia, dalla civiltà e dalla Costituzione.Vogliono impedirti di muoverti per paura, per farti rinchiuderesempre più in te stesso e sentirti prigioniero di una frustrazio-ne che, inevitabilmente, porta a reazioni violente e inconsulte,magari da parte di una sparuta minoranza.E sarebbero guai ancora maggiori perché una simile reazionepotrebbe fungere da detonatore per una situazione socialmen-te esplosiva, come quella di Londra e Madrid o come quella che,

Direttore responsabile: Pietro LicciardiDirettore: Giancarlo Mulas

Coordinatore Editoriale: Orfeo Cecchini

COMITATO DI REDAZIONE:Coordinatore: Bartolo Iozzia

Giuseppe Aiello - Guido ImprotaOrfeo Cecchini - Caterina SaccaroMarcello Marzi - Giuseppe Zazzara

Produzione: Impatto srlStampa: Di Marcotullio

finito di stampare: Agosto 2005

COMITATO SCIENTIFICOAttilio Celant - Giovanni Peroni

Giuseppe Aiello - Guido ImprotaFranco Paloscia - Maurizio Fantaccione

Antonio Calicchia

Provincia di Roma Assessorato al Turismo

Comune di RomaAssessorato al Turismo

Ente Bilaterale Territoriale per il Turismo

continua a pag. 11

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SOMMARIO

� Fiano Romano

F iano Romano è un paese di poco più dinovemila abitanti sulla via Tiberina, 36 chi-

lometri a nord di Roma. Grazie alla posizionedominante sulla valle del Tevere, che fa per unbuon tratto da confine con le terre della bassaSabina, Fiano ebbe un proprio porto e un pro-prio traghetto, del quale usufruirono anche l’an-tipapa Onorino II quando mosse contro Roma,Pasquale II prigioniero di Enrico V, Lotario II ePio II nel 1464.L’antico nucleo urbano - cui si accede da PortaCapena ( foto di copertina)- è dominato dalcastello, al centro del quale si trova l’imponen-te torre rotonda, alta 30 metri e orlata di mer-lature.All’interno numerose sale mantengonol’aspetto originario.Nella piazza antistante il maniero si trova la chie-sa di S.Stefano Nuovo, fatta costruire dagli Orsi-ni di Pitigliano intorno alla seconda metà delQuattrocento. Nella parte di destra, c’è il sar-cofago di Niccolò III, celebre e valoroso capita-no della Repubblica di Venezia, morto a Lonigonel 1510. Nella cappella a destra dell’ altare dueangeli attribuiti al Pinturicchio, che lavorò a Romanella Cappella Sistina alla fine del Quattrocen-to.A pochi chilometri da Fiano, sulla via Tiberina indirezione della capitale di fronte a Lucus Fero-niae si trova la villa dei Volusii Saturnini, edifica-ta intorno al 50 a.C.

INTERVISTASicurezza: l’unione fa la forza. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4Silvana PedriniAllarme terrorismo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4Le assicurazioni del vicesindaco Garavaglia

OSSERVATORIO A maggio e giugno il turismo è in costante crescita. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6Giuseppe Aiello

INTERVENTI Estate calda, anzi caldissima. I prezzi meno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8R.C.

Dopo le bombe prevale il buon senso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10Letizia Crescenzi

Breve guida per comunicare con successo nel turismo . . . . . . . . . . 12Angela Schito

L’eccessiva sudorazione, un problema per molti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15Valter Degli Effetti

Regioni primo atto: una conferenza sul turismo costiero . . . . . . . . 16Franco Paloscia

Per riqualificare la periferia il turismo non basta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17Filippo Celata

Quando il menù è “tipico”? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20Alessandro Circiello

Gioielli e moda per un turismo d’alto bordo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21Caterina Saccaro

Rinasce l’Enalc Hotel, per una formazione di qualità . . . . . . . . . . . . . . . 22Orfeo Cecchini

NOTIZIARIOFiavet Lazio chiede un “Ufficio turistico di crisi” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23L’Hotel Posta Vecchia, una favola moderna. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24Roma in cerca del suo mare. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26Roberto Coramusi

Global tourism management. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27Japanitaly news . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28L’Enit informa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29

TRIBUNA DEL LAVOROPrescrizione dei contributi e agevolazioni per le nuove assunzioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30Maurizio Fantaccione

Indennità di maternità per le libere professioniste . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35Lavoratori “parasubordinati”, subito gli interventi regionali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38Alessandro Ortolani

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4 / anno 4 - numero 22

periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia

Silvana Pedrini

D opo i nuovi attentati terro-ristici a Londra e Sharm elSheikh è tornato a balenare

lo spettro di un’altra Caporetto delturismo, dopo quella, durissima, dell’11settembre 2001. Cosa si può fare perevitare un nuovo crollo dei viaggi?Senza dubbio molto dipenderà dalsenso di sicurezza che le istituzioni(governo, ministero e le stesse ammi-nistrazioni locali) sapranno infonde-re con provvedimenti adeguati. Pro-prio di questo abbiamo palato conl’assessore alla sicurezza del Comu-ne di Roma, Liliana Ferraro.Assessore, cosa fa il Campi-doglio per proteggere i citta-dini e i turisti dopo la nuovafiammata terroristica?«Il fenomeno terrorismo è un pro-blema mondiale e nel suo piccolo ognipaese europeo a rischio di attentatideve fare qualcosa nell’ottica di una

protezione interna al territorio masempre prestando molta attenzioneagli eventi internazionali. Guardare aldi fuori della propria realtà serve atrovare soluzioni nel confronto. Laparola magica è proprio questa: con-fronto. E all’interno del nostro Paese

il confronto si realizza laddove esisteuna vera e propria intersecazione dicompetenze. Ciò che è accaduto aLondra ha ampiamente dimostratoche non solo non si può abbassare illivello di guardia neppure per un atti-mo ma che occorre agire con fer-mezza e calma, anche se è molto dif-ficile come dimostrato dal grave erro-re commesso dalla polizia inglese aidanni di una persona che non avevaaltra colpa che il permesso di sog-giorno scaduto. Il panico generalizza-to e le gravi responsabilità che sonoin mano alle forze dell’ordine vannoaffrontati con la massima prudenza.Non è facile, l’ho già detto e lo ripe-to. Per questo motivo credo che lasoluzione ottimale, che il Comune stacercando da tempo, sia quella di crea-re una forza compatta formata dal-l’azione di tutti gli organi preposti allatutela del cittadino».Lei crede davvero alla possibi-

INTERVISTA

Sicurezza: l’unione fa la forza

Anna Pasqualini

Le bombe a Londra e Sharm, oltre al susseguirsi di minac-ce di attentati ad altri Paesi europei tra cui il nostro, qualiripercussioni pensa che possano avere sul turismo?«Da tempo il turismo italiano deve confrontarsi con un pro-blema in più rappresentato dal terrorismo. A parte questo,il quadro per il turismo italiano non appare di per sé parti-colarmente positivo. Ricordo, tuttavia, che la scorsa estateRoma ha rappresentato un’eccezione alla crisi che ha colpi-to il comparto turistico, ottenendo, unica fra le città d’arte,sostanziali incrementi rispetto al 2003. Ora naturalmente siè aggiunto un clima di pressante minaccia terroristica per l’I-talia, inclusa Roma, ma se guardiamo ai dati del turismo nellaCapitale negli ultimi mesi e alle stime di agosto notiamo chei dati rappresentano un costante miglioramento rispetto al

2004. Quindi Roma non solo fa fronte alla crisi, ma riesceanche a migliorare ancora i risultati in campo turistico».

La sicurezza del turista è anche, anzi in primo luogo, la sicu-rezza del cittadino.«Certamente. Se consideriamo la sicurezza dal punto di vistadell’ordine pubblico, Roma, lo dicono le statistiche, è unadelle città più sicure del mondo. Naturalmente, il terrorismoè un discorso diverso, poiché la minaccia che rappresentanon è convenzionale. Per questo, bisogna agire molto sullaprevenzione. D’accordo con il Prefetto della città, l’ammini-strazione comunale collabora attivamente a tutte le attivitàche sono state decise per tutelare la sicurezza dei cittadinie dei turisti».

Allarme terrorismo. Le assicurazioni del vicesindaco Garavaglia

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periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia

lità di evitare i soliti, rigidi cri-teri di separazione delle com-petenze, che nel nostro Paesepare abbiano sempre la meglio?«Non solo ci credo, ma si sta giàagendo in questa direzione. Le forzedi polizia, la prefettura, il comitatoprovinciale interagiscono in modoottimale per tutelare il cittadino. Bastapartire dall’assunto che siamo tutticittadini e purtroppo, ora, tutti arischio; basta guardare da dentro ilproblema ed affrontarlo con mezzireali. La sinergia delle istituzioni è edeve essere una realtà per la solu-zione di ogni problema: di questo

sono sempre stata convinta. Da quat-tro anni sono assessore ma soprat-tutto mi sento un cittadino di questabellissima nostra metropoli, tutta dadifendere, valorizzare e mantenereintatta nell’immaginario collettivo delturista che non rinuncia a visitarla, masoprattutto da rendere più che vivi-bile per chi la abita. Dobbiamo faretutto, e tutti assieme, per Roma: lacittà lo merita. Si concertino, dunque,tutte le iniziative, si informino e sicoinvolgano i cittadini nelle azioni diprevenzione: anche lo sguardo vigilee attento della gente che vive la cittàpuò aiutare le forze preposte alla

sicurezza. L’isolamento non producealtro che debolezza».Cosa si aspetta dai media?«La comprensione dei nostri sforzinell’attuazione delle sinergie di cui s’èparlato finora. E’ ovvio che il feno-meno terrorismoè un fatto che stacoinvolgendo ilmondo, è ovvioche i mediahanno il doveredi informare lagente su ciò cheaccade. Ma ancorpiù mi pare ovvioche delle citatesinergie i mediadebbono essereattivamente par-tecipi informandoi cittadini su tutto ciò che le istitu-zioni stanno facendo per loro. Il cit-tadino ha bisogno d’un messaggio diimpegno forte e di ricerca costante econtinua. Solo così può avere la cer-tezza di non essere solo. Lo ripeto, imedia possono fare molto in questosenso e possono farlo con estremafacilità».

INTERVISTA

Vicesindaco, ritiene che il continuo tam tam della stampae dei media - che peraltro riportano dichiarazioni dei poli-tici non sempre rassicuranti - sia utile a stabilire un climadi serenità, o meglio la coscienza di essere protetti?«È un momento difficile che va affrontato con grande respon-sabilità, ma anche con coraggio e fermezza. Non ho intravi-sto nelle dichiarazioni dei politici questo intento non rassi-curante. Piuttosto, abbiamo registrato un falso allarme, quel-lo sull’acqua, a causa del quale, per voci messe in giro da irre-sponsabili, si è creato qualche disagio».

Quale ruolo hanno il Comune e la Provincia nel coordina-mento delle forze di sicurezza che tutelano cittadini e turisti?«Per quanto riguarda il Comune, è stato elaborato, insieme

al prefetto Serra e ai responsabili delleaziende di trasporto, un piano per ilpotenziamento della sicurezza nellametro. Esiste poi, ma già da prima delleultime minacce, un costante e continuocollegamento con la Protezione civileper fare fronte a ogni eventuale emer-

genza. Infine, il sindaco di Roma è in costante contatto conle autorità per garantire il contributo dell’amministrazionecomunale alle forze dell’ordine impegnate nel garantire lasicurezza alla città».

L’assessore alla sicurezza del Comune di Roma, Liliana Fer-raro, sostiene che le istituzioni stanno realizzando siner-gie molto efficaci con tutte le forze che garantiscono unaconcreta difesa dal terrorismo. Lei è d’accordo su questo?Pensa anche che sarà possibile concretizzare «l’interseca-zione di competenze» di cui parla la signora Ferraro edevitare il vizio nostrano di mettere ovunque rigide bar-riere di competenze?«Sono d’accordissimo con l’Assessore Ferraro».

«La sinergia delleistituzioni è e deve essere unarealtà per la soluzionedi ogni problema»

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periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia

Giuseppe Aiello

I dati consuntivi sulla domanda turistica nel terzo bime-stre dell’anno in corso confermano la tendenza al raf-forzamento della crescita della domanda turistica in

tutto il territorio di Roma e provincia.L’analisi dei dati sull’andamento della domanda turistica neglialberghi della provincia di Roma nel periodo indicato evi-denzia infatti una chiusura complessivamente positiva sia sulfronte degli arrivi sia delle presenze, anche in presenza dipotenziali fattori di crisi (le stime al ribasso nella crescita delPIL di diversi paesi, il rapporto euro/dollaro, andamento deimercati finanziari, ecc.) che nel medio e lungo termine rap-presentano tendenzialmente un freno alla ripresa delladomanda turistica internazionale e interna. L’auspicio è chegli attentati di Londra non incidano negativamente sullaritrovata propensione al viaggio. Nel periodo maggio-giugno2005 negli alberghi della provincia di Roma sono stati regi-strati 1.562.316 arrivi e 3.822.852 presenze, con unacrescita rispettivamente di +8,07% e di +10,88%: si tratta,come ben si può vedere, di una crescita decisamente supe-riore a quella rilevata nei mesi precedenti.Anche in questo bimestre la crescita ha riguardato sia ladomanda italiana sia quella straniera, con una maggiore

accentuazione per quest’ultima (tabelle 1 e 2). La doman-da italiana è cresciuta infatti in misura decisamenteapprezzabile in tutto il territorio provinciale facendo regi-strare negli alberghi dell’intera provincia 623.683 arrivi(+5,24%) e 1.310.873 presenze (+7,80%). La domandaestera si è attestata su 938.633 arrivi (+10,04%) e2.511.979 presenze (+12,56%) (tabella 1 e 2).L’analisi della domanda per categoria di esercizi alberghie-ri evidenzia, anche in questo bimestre, una crescita delladomanda in tutte le categorie di esercizi alberghieri, adindicare una domanda turistica fortemente diversificata inaspettative e capacità di spesa.Sul fronte della domanda estera prosegue la continua edapprezzabile crescita della domanda europea (+11,04%di arrivi e +13,93% di presenze), ed in particolare delladomanda proveniente dalla Francia, dalla Germania, dalRegno Unito, dalla Spagna e dalla Russia. Ancora piùapprezzabile l’incremento della domanda provenientedagli U.S.A. (+7,41% di arrivi e +10,41% di presenze):questo segmento di mercato, che in passato è stato il piùcolpito dalla crisi, sta mostrando segni di ripresa chedovrebbero presto portarlo ai livelli di alcuni anni fa.Decisamente consistente anche la crescita della domandaproveniente dal Giappone (+13,11% di arrivi e +25,16%

OSSERVATORIO

A maggio e giugno il turismo è in costante crescita

Tabella 1 - Provincia di Roma (Totale) - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Maggio - Giugno 2005

Paesi 5 stelle 4 stelle 3 stelle 2 stelle 1 stella Totale

Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Totale 91.785 237.590 674.041 1.518.589 562.776 1.473.017 185.809 472.037 47.905 121.619 1.562.316 3.822.852

Italiani 24.222 42.707 220.020 423.500 243.178 546.992 111.756 240.504 24.507 57.170 623.683 1.310.873

Stranieri 67.563 194.883 454.021 1.095.089 319.598 926.025 74.053 231.533 23.398 64.449 938.633 2.511.979

Tabella 2 - Provincia di Roma (Totale) - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Maggio - Giugno 2005 - Var. % su anno precedente

Paesi 5 stelle 4 stelle 3 stelle 2 stelle 1 stella Totale

Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Totale 7,51 11,53 9,48 11,09 6,72 9,44 5,84 12,25 14,91 20,18 8,07 10,88

Italiani 4,33 2,10 7,81 8,53 2,92 6,55 3,86 7,97 14,09 19,39 5,24 7,80

Stranieri 8,70 13,83 10,31 12,11 9,80 11,22 8,96 17,06 15,79 20,90 10,04 12,56

Tabella 3 - Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Maggio - Giugno 2005

Paesi 5 stelle 4 stelle 3 stelle 2 stelle 1 stella Totale

Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Totale 90.689 235.700 573.473 1.337.948 447.807 1.196.322 139.185 372.215 37.009 95.973 1.288.163 3.238.158

Italiani 23.758 42.001 184.100 346.819 174.033 367.755 75.434 164.556 16.367 37.586 473.692 958.717

Stranieri 66.931 193.699 389.373 991.129 273.774 828.567 63.751 207.659 20.642 58.387 814.471 2.279.441

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periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia

di presenze) e, in generale, da tutto il Sud Est asiatico(+24,71% di arrivi e +26,55% di presenze).Il terzo bimestre dell’anno in corso conferma quindi la cre-scita ed indica un suo ulteriore rafforzamento nei prossimimesi, nel corso dei quali le quote di mercato di queste areedovrebbero continuare a rafforzarsi. Perché ciò avvenga ènaturalmente necessario da un lato che gli operatori pub-blici e privati sappiano continuare ad affrontare adeguata-mente le sfide di mercato che abbiamo indicato nei mesiscorsi (recuperare e potenziare le quote di mercato deiprincipali segmenti e aprirsi ai nuovi segmenti ad elevatopotenziale di sviluppo) e che il quadro internazionale simantenga perlomeno stabile.Vedremo a questo propositocosa succederà nei prossimi mesi: gli attentati di Londrasono un fatto isolato o fanno parte di un disegno terrori-stico più ampio destinato ad attuarsi?Come appare dalle tabelle da 3 a 6, gli andamenti di Romae del suo hinterland sono entrambi positivi ma diversifi-cati: l’hinterland è cresciuto a ritmi più sostenuti.A Roma vi è stata una buona ripresa degli arrivi (+6,08%)e delle presenze complessive (+9,27%). La domanda stra-niera a Roma ha registrato un’apprezzabile crescita nelbimestre sia negli arrivi (+7,36%) sia nelle presenze(+10,73%), così come anche la domanda italiana con+3,94% negli arrivi e +5,96% nelle presenze. In entram-bi i casi la crescita ha coinvolto tutte le categorie di hotel(tabelle 3 e 4).Prosegue con un buon ritmo la crescita della domanda ita-liana e straniera negli alberghi dell’hinterland (+18,48% diarrivi e + 20,64% di presenze). La domanda italiana è cre-sciuta del +9,27% negli arrivi e del +12,86% nelle pre-

senze. La domanda proveniente dall’estero è cresciuta del+31,92% negli arrivi e del +34,71% nelle presenze (tabel-le 5 e 6). Anche in questo caso l’incremento è dovutoall’accresciuta capacità di marketing degli operatori dell’-hinterland rispetto al passato,ma anche (e soprattutto) allacrescita del numero di operatori sul mercato e ai bassis-simi numeri di partenza. La conferma in futuro di questitassi di crescita è fortemente auspicabile, soprattutto se sitiene conto che essi non vanno a danno della capitale, masignificano apporto di domanda aggiuntiva nel territorio.

OSSERVATORIO

MUNICIPI DI ROMA

Roma - Distribuzione degli arrivi e delle presenze negli alberghi per Municipi - GIUGNO 2005

Valori assoluti Composizione % Variazione %su stesso mese a.p.

Municipi Arrivi Presenze Permanenza Arrivi Presenze Arrivi Presenzemedia

Municipio 1 300.329 744.270 2,48 50,12% 50,09% 7,15% 10,44%Municipio 2 36.193 89.909 2,48 6,04% 6,05% 4,58% 8,26%Municipio 3 14.022 34.940 2,49 2,34% 2,35% 14,12% 18,46%Municipio 4 7.524 18.572 2,47 1,26% 1,25% 6,24% 10,98%Municipio 5 6.651 16.362 2,46 1,11% 1,10% 7,45% 8,40%Municipio 6 779 1.931 2,48 0,13% 0,13% -8,03% 16,82%Municipio 7 1.858 4.447 2,39 0,31% 0,30% 12,33% 14,70%Municipio 8 14.694 36.138 2,46 2,45% 2,43% 13,90% 17,44%Municipio 9 3.595 8.914 2,48 0,60% 0,60% 89,31%100,13%Municipio 10 6.090 14.725 2,42 1,02% 0,99% 8,21% 11,33%Municipio 11 5.693 14.705 2,58 0,95% 0,99% 11,89% 14,95%Municipio 12 33.336 83.799 2,51 5,56% 5,64% 14,16% 17,34%Municipio 13 13.782 34.259 2,49 2,30% 2,31% 16,26% 19,70%Municipio 15 10.426 25.852 2,48 1,74% 1,74% 9,07% 12,58%Municipio 16 27.025 66.797 2,47 4,51% 4,50% 12,68% 16,25%Municipio 17 32.831 81.602 2,49 5,48% 5,49% 8,60% 10,82%Municipio 18 51.244 127.592 2,49 8,55% 8,59% 4,94% 8,17%Municipio 19 20.314 49.921 2,46 3,39% 3,36% 9,19% 13,43%Municipio 20 12.834 31.009 2,42 2,14% 2,09% 21,08% 26,77%Totale 599.220 1.485.744 2,48 100,00%100,00% 8,69% 12,08%

Tabella 4 - Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Maggio - Giugno 2005 - Var. % su anno precedente

Paesi 5 stelle 4 stelle 3 stelle 2 stelle 1 stella Totale

Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Totale 7,52 11,57 6,89 9,45 4,22 6,99 6,54 12,54 11,46 18,68 6,08 9,27

Italiani 3,39 1,24 4,96 6,80 2,84 4,98 3,77 6,12 6,18 13,36 3,94 5,96

Stranieri 9,07 14,10 7,82 10,41 5,13 7,91 10,01 18,21 16,04 22,37 7,36 10,73

Tabella 5 - Hinterland di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Maggio - Giugno 2005

Paesi 5 stelle 4 stelle 3 stelle 2 stelle 1 stella Totale

Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Totale 1.096 1.890 100.568 180.641 114.969 276.695 46.624 99.822 10.896 25.646 274.153 584.694

Italiani 464 706 35.920 76.681 69.145 179.237 36.322 75.948 8.140 19.584 149.991 352.156

Stranieri 632 1184 64.648 103.960 45.824 97.458 10.302 23.874 2.756 6.062 124.162 232.538

Tabella 6 - Hinterland di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Maggio - Giugno 2005 - Var. % su anno precedente

Paesi 5 stelle 4 stelle 3 stelle 2 stelle 1 stella Totale

Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Totale -6,32 -10,13 27,09 24,92 17,70 21,45 3,79 11,17 28,41 26,17 18,48 20,64

Italiani -21,22 -35,64 25,27 17,10 3,14 9,92 4,06 12,23 34,19 32,94 9,27 12,86

Stranieri 8,78 17,69 28,12 31,39 49,54 50,45 2,87 7,92 13,93 8,37 31,92 34,71

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periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia

R.C.

Quanto costa l’estate sotto il sol-leone? La domanda,ai primi caldiestivi,è diventata subito un vero

e proprio tormentone e anche sdraio,let-tino, ombrellone, panino e bibita sonodiventati la cartina tornasole della situa-zione economica del Paese.Famiglie, gio-vani e anziani si sono riversati come ognianno sul litorale romano ma cercando difarsi i conti in tasca,anche perché l’ormaiantica concezione della vacanza si è anda-ta modificando ed è sempre più difficile vil-leggiare per lunghi periodi;non solo in rivaal mare.Il “mordi e fuggi” è così diventato

quasi una soluzio-ne obbligata.Ahinoi dire: «ogginon è più comeuna volta» perquanto riguardail turismo estivoinsomma non èpiù una frasefatta; sono inumeri a parlarechiaro. Del restouna giornata almare, non parlia-mo di una intera

stagione, comincia ad essere una spesaimpegnativa da sostenere per un belpo’ di famiglie. Ma quest’anno il lito-rale romano ha riservato una sorpre-sa. Gli aumenti sono risultati infatti piùcontenuti, ad eccezione dei bagnicosiddetti di lusso.Secondo una recente ricerca promossadall’Adusbef (Associazione per la dife-sa degli utenti dei servizi bancari efinanziari) la crescita maggiore l’hannoregistrata i prezzi per l’accesso allaspiaggia, anche se compensati dal fattoche gli italiani, romani in testa, preferi-scono il lettino al posto della sdraio,decisamente più cara. La media nazio-nale si attesta intorno al 6,3 %, men-tre negli stabilimenti di livello supe-riore arriva addirittura al 22%. «Il cano-

ne di concessione è in media 1 europer metro quadrato di spiaggia», haspiegato il segretario dell’Aduc (Asso-ciazione per i diritti degli utenti e deiconsumatori) Primo Mastrantoni, «ein questi anni la cifra non è cresciuta;quindi le maggiorazioni non sono giu-stificate. Inoltre, il volume di affarimedio di uno stabilimento è di 500mila euro e il canone di concessioneè di circa 11 mila euro». Il segretariopunta piuttosto il dito contro i pro-prietari degli stabilimenti balneari:«Responsabili sono anche i gestori deilidi balneari, che sono titolari di unbene pubblico come la spiaggia. Gliaumenti dovrebbero essere correlatiad un innalzamento delle spese per lagestione e per gli investimenti effet-tuati, ma chi lo ha verificato?».I gestori laziali hanno comunque rispo-sto per tempo, anticipando nello scor-so maggio con un comunicato della SIBConfcommercio, che questa estate iprezzi dei servizi di spiaggia non sareb-bero aumentati. «Ci attendiamo moltodalla nuova Giunta regionale presie-duta da Piero Marrazzo», ha afferma-to Fabrizio Fumagalli, presidente delramo regionale dell’associazione, «per-ché per il Lazio il litorale rappresentaun’opportunità unica, in continua cre-scita ma ha la necessità di essere sem-pre più valorizzato.Troppo spesso gli

imprenditori sono stati lasciati soli adaffrontare gravi problemi come l’ero-sione, l’aumento dei canoni demanialimarittimi e la tutela ambientale».«Non abbiamo mai smesso di investi-re nelle nostre aziende per migliorareed ampliare i servizi offerti », continuaFumagalli, «sappiamo che è proprio neimomenti di difficoltà che bisogna guar-dare al futuro con coraggio e contra-stare l’avversa congiuntura con idee,iniziative, servizi di qualità; senza ritoc-care i prezzi ma anche senza compro-mettere gli equilibri economici dellenostre aziende».Anche se i propositi del SIB riguardoil blocco degli aumenti sono stati rece-piti solo in parte, considerate le cifreche in qualche caso i bagnanti hannodovuto sborsare per concedersi unagiornata di relax , un dato però sem-bra assodato: la folle corsa ai rialzi cheha coinvolto anche la nostra regionein questo 2005 ha subito una brusca egradita frenata. In confronto agliaumenti del 100% nel triennio 2001-2004, con un’impennata nel 2002,quando l’euro è entrato a regime, iprezzi rilevati questa estate non susci-tano grande apprensione.Per quanto riguarda la tipologia di ser-vizi che le spiagge del litorale romanomettono a disposizione – e che costi-tuiscono una delle variabili di spesa per

INTERVENTI

Estate calda, anzi caldissima. I prezzi meno

Sul litorale romanoprezzi più contenutiper ombrellone e lettino

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periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia

i bagnanti - non c’è più grande diffe-renza tra nord e sud (Fregene, Ostiae Lavinio). Importante allora è scopri-re quali sono i gusti e le preferenzedegli avventori.«Di bagni ne ho girati tanti», dice adesempio Federica, 26 anni, che lavorain una società di selezione del perso-nale, «ma quello che preferisco èl’“Onda Anomala” a Fregene, perchéè frequentato da giovani e si può rima-nere fino a tardi con la musica e l’a-peritivo. Quasi tutti i week-end scelgodi andare lì anche perché non horiscontrato aumenti rispetto allo scor-so anno; tranne, forse, per l’aperitivo».All’“Onda Anomala” un lettino costa6,50 euro, un ombrellone 5 euro e l’in-gresso è free considerato che è unchiosco e non un vero e proprio sta-bilimento. Ci sono tre punti doccia con

acqua fredda oltre ai servizi bar ecampo di beach volley. E’ prevista unazona riservata con ombrellone, lettinianatomici e materassini a 15 eurol’uno, aperitivo compreso (altrimentibirra a 5 euro e cocktail a 7 euro conqualcosa da mangiare; sushi con 10pezzi: 15 euro). Fabrizio, 45 anni, spo-sato con due figli piccoli, invece ha scel-to Ostia, anche perché è sempre anda-to su quella spiaggia, dove si trovabene: «Ho scelto il “Kursaal” perché èfacile da raggiungere, il parcheggio èvicino e gratuito ed i bambini si tro-vano bene per i servizi che offrono.Negli ultimi anni il mare è miglioratoed è sicuramente più pulito». La suafamiglia ha scelto l’abbonamento sta-gionale (3.250 euro compresa unacabina, 10 ingressi, free entrance in pisci-na, ombrellone, due lettini e due

sdraio, più doccia calda), ma divide laspesa con altri amici, anche perammortizzare un aumento del 5%rispetto allo scorso anno.Maurizio, 36 anni, ha optato per un’al-tra soluzione:«Ho scelto il “Trocadero”a Lido dei Pini, vicino Lavinio, per stareassieme alla mia famiglia. Il rapporto qua-lità-prezzo mi lascia soddisfatto. E’ unostabilimento tranquillo, frequentato dafamiglie. Rispetto alla scorsa stagione èstata sospesa l’animazione sia per i gran-di che per i bambini». In questo stabili-mento i servizi, rispetto al “Kursaal”,sono inferiori ma anche il costo dellostagionale è decisamente più basso (640euro più 80 euro al mese per usufruiredel parcheggio).Come si vede il litorale è aperto atutte le tasche e, finalmente, anche atutti i gusti.

INTERVENTI

LA DOMANDA TURISTICA NEGLI ALBERGHI DELLA PROVINCIA DI ROMA - STIMA FERRAGOSTO 2005

Agosto, a Roma il turismo cresceNel periodo di Ferragosto 2005 la domanda turistica negli esercizi alberghieri della provincia di Roma cresce del 5,78%sul fronte degli arrivi e del 6,92% su quello delle presenze (tab. 1). La crescita riguarda tutte le categorie alberghiere diRoma e dell’hinterland, dove l’incremento risulta leggermente più contenuto.A Roma, in particolare, la crescita di arrivi e presenze è rispettivamente del 5,45% e del 6,16% (tab. 2). Rilevante il ruolodella domanda verso Roma, che cresce del +4,12% di arrivi e +5,44% di presenze, ed in particolare americani e giappo-nesi (tabella 2 bis). Nell’hinterland la crescita è del 7,27% negli arrivi e del 10,21% nelle presenze.

FONTE: ROMA&PROVINCIA IN CIFRE

TAB. 1 PROVINCIA DI ROMA Ferragosto 2005 - Arrivi e presenze per categoria

dall’8/08/2005 al 21/08/2005 (Proiezione n. 1)

TOTALE VAR. %

Categoria Arrivi Presenze Arrivi Presenze

5 stelle 13.790 39.890 9,38% 10,53%

4 stelle 100.100 249.000 4,68% 6,30%

3 stelle 92.000 253.000 4,52% 6,20%

2 stelle 42.800 107.700 8,61% 6,95%

1 stella 11.250 32.300 11,80% 13,37%

Totale 259.940 681.890 5,78% 6,92%

TAB. 2 BIS - ROMA Arrivi e presenze straniere per area di provenienza

Ferragosto 2005 (dall’8/08/2005 al 21/082005) - Proiezione n. 1

FERRAGOSTO 2005 VAR. %

Paesi (esluso Italia) Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Europa 71.000 205.000 4,29% 3,92%

USA 38.000 101.000 5,08% 8,37%

Giappone 15.000 37.000 3,25% 5,46%

Resto del mondo 33.500 86.100 3,10% 5,73%

Totale 157.500 429.100 4,12% 5,44%

TAB. 2 ROMA Ferragosto 2005 - Arrivi e presenze per categoria

dall’8/08/2005 al 21/08/2005 (Proiezione n. 1)

TOTALE VAR. %

Categoria Arrivi Presenze Arrivi Presenze

5 stelle 13.600 39.500 9,41% 10,57%

4 stelle 85.000 220.000 4,12% 6,18%

3 stelle 76.000 201.000 4,37% 4,73%

2 stelle 30.000 72.600 9,11% 6,71%

1 stella 6.400 15.900 11,83% 11,20%

Totale 211.000 549.000 5,45% 6,16%

TAB. 3 HINTERLAND DI ROMA Ferragosto 2004 - Arrivi e presenze per categoria

dall’8/08/2005 al 21/08/2005 (Proiezione n. 1)TOTALE VAR. %

Categoria Arrivi Presenze Arrivi Presenze5 stelle 190 390 7,05% 6,61%4 stelle 15.100 29.000 7,93% 7,25%3 stelle 16.000 52.000 5,25% 12,28%2 stelle 12.800 35.100 7,44% 7,43%1 stella 4.850 16.400 11,76% 15,55%Totale 48.940 132.890 7,27% 10,21%

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periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia

Letizia Crescenzi

Ifanatici che per conto di Al Qaeda ein nome dell’Islam hanno scatenatouna guerra criminale all’Occidente e

allo stesso mondo musulmano nonsembrano disposti a fermarsi davanti aniente. Dopo anni di attentati compiu-ti con modalità analoghe – a Bali: 202morti nel 2002, Casablanca: 40 mortinel 2003, Djerba: 21 morti nel 2002,Istanbul:63 morti nel 2003 – il 23 luglioè toccato a Sharm el Sheikh, meta dinumerosissimi turisti italiani. Pochi gior-ni prima erano esplose quattro bombea Londra, a poco più di un anno didistanza da un tremendo attentato inSpagna, che aveva per obiettivo trenicarichi di pendolari. Ormai pare ci sidebba rassegnare di fronte al fatto checon il terrorismo dovremo conviverea lungo. Resta da vedere quali conse-guenze tutto ciò avrà su un settore cosìdelicato come il turismo, in particolareper quello di casa nostra.Roma in luglio è piena di stranieri checamminano spediti sotto il sole caldodell’estate e anche a loro è giunta lanotizia delle stragi appena compiute edelle minacce rivolte via internet alnostro Paese. Il Forum di Termini è sem-pre affollatissimo di gente che va e cheviene, persone di ogni età che fannoacquisti o che salgono sui treni ma inquesto periodo si notano soprattuttogli stranieri, in arrivo o in partenza, curvisotto enormi zaini o intenti a spingerecarrelli ricolmi di borsoni e valige.Wang,un giapponese di ventitré anni, consul-ta attentamente una cartina della cittàcon apparente tranquillità. «Vengo daYokohama», dice parlando un buoninglese, «e ho intenzione di fermarmiper un po’ in Italia; dopo andrò in Ger-mania».Alla domanda se ha paura diviaggiare in questi giorni si fa pensosoe dopo essersi concentrato un attimoper trovare le parole giuste risponde:«Non ho paura del terrorismo.Non horinunciato alle mie vacanze per l’esplo-

sione avvenuta a Londra e neppure lofarei mai!», poi torna a studiare sulla suapiantina il percorso migliore per visita-re la nostra capitale.Verso Fontana di Trevi, altra tappa obbli-gata per i turisti, una bella ragazza daicapelli lunghi e castani è intenta a foto-grafare; si chiama Junjyeon e quando ini-zia la conversazione in inglese, sorri-dendo, dice di essere in Italia da ormaitredici anni.Neppure Junjyeon è preoc-cupata per le bombe e analoga tran-quillità manifesta la sua amica, ventidueanni, nativa di una cittadina vicino Can-ton, la quale si fermerà in Italia per unmese circa, cercando di visitare più postipossibile.Jeff lavora presso una ditta telefonica diBryton, in Inghilterra, e sta fotografan-do la celebre scalinata a Piazza di Spa-gna. Alla domanda se la paura per gliattentati ha in qualche modo inciso suisuoi progetti risponde:«No,perché puòsuccedere qualsiasi cosa, anche solocamminando per strada».Che progetti hai per le tue vacanze ita-liane? «Non lo soancora, non hodeciso bene. Perora mi fermo aRoma, poi decide-rò. Di sicuro nonmi lascerò condi-zionare da quelloche è successo».La tappa successi-va del mini son-daggio tra i nume-rosi visitatori dellacapitale è lametropol i tana .Nella stazione diSan Giovanni c’èanche Biljana, unagiovane impiegatadi banca, che èintenta a scherza-re con un amicomentre aspetta

assieme ad una ventina di altre perso-ne il convoglio arancione della metro.Come tutti i romani che ancora nonsono partiti per le ferie sta facendo ilconto alla rovescia, sognando tranquil-lità e relax.Dove pensi di andare in vacanza?«Credo che tornerò a Sidney, perché èlì che sono nata».Non hai un po’ di paura a salire inaereo? «Cerco di non pensarci, delresto che posso fare? Andarci a nuotoè un po’ lunga…». In questo caso ineffetti è abbastanza difficile, bombe onon bombe, cambiare i propri piani.Maostentano tranquillità anche Zeni, unadomestica giapponese e il suo partner,Aghes, entrambi di passaggio a Romaprima di arrivare a Ginevra, dove hannodei parenti e dove si fermeranno perun paio di mesi.Tutti e due hanno lettosui giornali dei morti, dei feriti e delleminacce che sono state rivolte all’Eu-ropa, Italia compresa, ma non si sonofatti intimidire e hanno voluto comple-tare i loro piani, come del resto hanno

INTERVENTI

Dopo le bombe prevale il buon senso

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fatto anche alcuni amici comuni, chesono partiti ugualmente per le vacan-ze già pianificate in anticipo.Se il Giappone tutto sommato è lonta-no e non direttamente interessato dallaminaccia terroristica altrettanto non sipuò dire per gli europei. In particolareper Jeremy e Shalyce, due giovani ingle-si che passeggiano mano nella mano peri viali di Villa Borghese.Paura? «Beh,un po’ si,e come non aver-ne?» Del resto,quando il discorso inevi-tabilmente si sofferma sugli attentati del7 luglio, gli si legge negli occhi.Tuttavianon cambieranno i loro piani. La primatappa del loro tour estivo è Roma, poiAmsterdam e infine proprio Londra,come da tabella di marcia;preparata concura durante questo l’inverno.Girando per la città è evidente la voca-zione cosmopolita della Urbe, da cui siparte e in cui si arriva non soltanto perdiporto.Questo è sicuramente il caso di Irene,cinquantuno anni, una imponente signo-ra della Costa d’Avorio intenta a fareacquisti in un negozio del centro. La suaamica, e interprete, dice che fra qual-che giorno partirà per il paese d’origi-ne. Non sarà evidentemente per turi-smo ma comunque è un segno evi-dente che col pericolo attentati in qual-che modo si è già cominciato a convi-vere e forse non si ripeterà la quasiparalisi dei viaggi che si è verificatadopo l’11 settembre del 2001. Maancor più significativo probabilmenteè il progetto della signora Giulia, unainsegnante italiana, che mentre si rin-fresca con una granita al limone sedu-ta ad un tavolo di Piazza Navona spie-ga che tra qualche settimana accom-pagnerà un gruppo di quindici ragazziproprio a Londra, per seguire un corsodi lingua inglese. Lei personalmente nonrimanderà il corso e non ha mai pen-sato di farlo. In ogni caso, al di là dellapersonale determinazione dell’inse-gnante, ci saranno altrettanti genitoriche manderanno i loro figli con lei inviaggio, nonostante tutto.Per fortuna a quanto pare la vita con-tinua e la maggior parte delle personesembra intenzionata a non farsi condi-zionare dalla paura. Neppure Stefano,

impiegato di trent’anni, cambierà i pro-pri progetti di viaggio. «Dopo le bombea Londra e a Sharm non sono propriodel tutto tranquillo, e come potrebbeessere altrimenti? Comunque al mioviaggio in Grecia non rinuncio».E al lavoro, come ci vai? «Con i mezzipubblici, che prendo con la stessa fre-quenza di sempre».Il nostro mini sondaggio è quasi ter-minato. Le persone, non soltanto turi-sti, che hanno accettato di farsi inter-vistare in una Roma immersa nellacanicola estiva sono ovviamente quasitutte scosse dalla ferocia di un odiocieco che colpisce nel mucchio, senzaapparente ragione.Tuttavia il mondonon si è fermato, e non potrebbe

essere altrimenti. Nonostante l’ansiasembra predominare alla fine un certofatalismo e se c’è da prendere unaereo, un treno o la metropolitana, losi prende; magari cercando di pensa-re ad altro. L’impressione è che se unassestamento nei flussi turistici ci saràquesto riguarderà più che altro lemete situate in paesi ritenuti poten-zialmente ostili, come quelli medio-rientali. Per quanto riguarda le capita-li europee, compresa la nostra, e lealtre città dove potrebbe soffermarsil’odio omicida dei sedicenti fedeli diAllah, molto dipenderà dal senso disicurezza che sapranno infondere leautorità, adottando le opportunemisure.

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periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia

INTERVENTI

EDITORIALE

appunto, potrebbe maturare a Roma, cosciente di essere anch’essanel mirino del terrorismo assassino.Contro il delirio assassino dell’uomo (o donna) della porta accantoc’è solo da confidare in una efficace e puntigliosa azione di preven-zione e controllo, magari ricucendo alla svelta strappi e slabbratureche si sono prodotte nel tessuto politico, sociale ed economico delnostro Paese, e non solo, in nome di una solidarietà via via scadutain solidarismo di maniera e, con alterne fortune, utilizzate strumen-talmente nel contesto di laceranti battaglie politiche.I fatti dimostrano che agli esiti di queste battaglie i terroristi assas-sini non sono affatto interessati.Ad essi non interessa che i loro “fra-telli islamici” siano accolti, rispettati ed assistiti come chiunque altroin Occidente, a partire proprio dal nostro Paese che ha alzato, sì, illivello di guardia ma senza fare due pesi e due misure, chiedendo atutti, indistintamente, di rinunciare ad un po’ di libertà a favore dellasicurezza. Lo Stato ha fatto, sta facendo ed ancora faccia di più, manoi, noi tutti, facciamo la nostra parte non cedendo a paure o ricat-ti o discriminando con sospetto il nostro vicino di casa, affermiamola nostra consapevolezza e la nostra serenità anche, ma direi soprat-tutto, nei momenti difficili.E questo lo è.A queste armi ed a tutte quelle che similmente verranno adottateper battere il terrorismo omicida, non potrà mai mancare, comemassimo sostegno, una difesa strenua dei valori della nostra libertàe della nostra civiltà.

Orfeo Cecchini

segue da pag. 2

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Angela Schito

O gni impresa, di piccole o digrandi dimensioni, fonda lapropria sopravvivenza all’in-

terno del mercato di riferimento sul-l’attività di comunicazione e pubbli-cizzazione dei propri prodotti o ser-vizi. Più precisamente, la comunicazio-ne commerciale è quel processo attra-verso il quale avviene un passaggio diinformazioni dal produttore di un ser-vizio ad un potenziale cliente.Lo scopo principale di questa attivitàè quello di convincere della bontà dellapropria proposta o, meglio ancora,della superiorità di questa rispettoall’offerta della concorrenza.Dunque, in questo caso, comunicarenon implica soltanto “passare infor-mazioni” o “produrre conoscenza” inqualcuno, ma soprattutto provocaredelle reazioni nella persona cui ci sirivolge: questa reazione, chiaramente,ha come finalità principale l’acquistodi un bene o servizio.Quando ci riferiamo alla comunica-zione commerciale, la prima cosa a cuipensiamo è la pubblicità, la quale, convari codici e “vesti”, appare sui mezzidi comunicazione di massa coi quali,quotidianamente e instancabilmente,entriamo più volte in contatto. E’ ciòche comunemente viene definito l’a-nima del commercio.Ma perché la comunicazione pubblici-taria è così efficace e continua ad averegrande presa sul pubblico?Innanzitutto perché è attenta ai desi-deri (reali o presunti) dei clienti,riuscendone a trovare un’interpreta-zione efficaceIn secondo luogo perché utilizza untipo di linguaggio immediato ed uni-versale, avvalendosi soprattutto diimmagini e di simboli forti che attrag-gono il pubblico, destando attenzionee interesse.Infine perché contiene in sé una pro-posta unica e sempre diversa dalle

altre. Capire i meccanismi che sinascondono dietro la pubblicità oggi èsempre più importante, non solo percoloro che lavorano nel settore maanche per chi si rivolge loro comecommittente.Ogni anno, nel turismo come in tuttigli altri settori della nostra economia,grandi somme di denaro sono desti-nate allo sviluppo della comunicazio-ne, della quale la pubblicità costituiscesolo una parte.

L’agenzia pubblicitaria: un nuovo interlocutoreNello specifico, il ponte tra l’impresaturistica e i mezzi di comunicazione dimassa è rappresentato dall’agenziapubblicitaria. Storicamente il suo com-pito era quello di negoziare con imedia per l’acquisto di spazi pubblici-tari, svolgendo un ruolo prettamentecommerciale. Oggi, invece, l’agenziariunisce in se una funzione commer-ciale ed una creativa, caratterizzando-si sempre più come una realtà com-plessa, fatta di manager, copywriter, artdirector, account, e reparti media.Di qui l’importanza, per ogni azienda,di conoscere il proprio interlocutore,per capire perché rivolgersi ad esso esoprattutto cosa chiedergli.Tre sono le principali funzioni cheun’impresa deve chiedere ad un’agen-zia: ascoltare e comprendere bene lapropria mission e le proprie esigenzeper interpretarle in chiave strategica;tradurre la propria offerta in unacomunicazione creativa e nuova; cono-scere bene l’universo dei media e diacquistare gli spazi pubblicitari giusti.Affinché le istanze dell’impresa possa-no trovare una traduzione nel lavorodi agenzia, nella prassi si stabilisconodegli incontri preparatori tra aziendacommittente e agenzia: in essi l’azien-da deve riuscire a trasferire tutte leconoscenze necessarie. Questa faseinterlocutoria è molto importante e

si fonda sulla presentazione, da partedell’azienda richiedente, di un docu-mento chiamato briefing.Il briefing, come suggerisce la stessaparola, deve essere breve ma incisivo.In esso, innanzitutto, bisogna descri-vere con precisione il servizio che sivuole promuovere, sia nel suo aspet-to essenziale che in quello più allarga-to (ad esempio, un’azienda agrituristi-ca, oltre ad offrire il servizio standarddi ristorazione, può associarvi deglielementi secondari che la caratteriz-zano rispetto alla concorrenza e lacompletano; come una convenzionecon un centro benessere). Ogni det-taglio sull’offerta va ben definito poi-ché può rappresentare la chiave di unvantaggio competitivo. Ma ciò nonbasta; è necessario anche trasferireinformazioni sull’arena competitiva: chisono i concorrenti? Con chi vogliamocompetere? Cosa vogliamo sottrargli?Il consumatore poi rappresenta ilterzo punto da specificare: chi megliodell’azienda conosce il proprio con-sumatore? Questa affermazione inrealtà non è tanto ovvia e molto spes-so le aziende, pur avendo conoscen-ze sul proprio pubblico di riferimen-to, non riescono a metterle a frutto.Non basta avere informazioni socio-anagrafiche; è utile sondare nei biso-gni e nelle aspettative dei clienti. Esi-stono molti modi per raccoglierequeste informazioni: attraverso nume-ri verdi o linee telefoniche dedicate,attraverso l’utilizzo di questionari oaltri sistemi personali di rilevazionedella customer satisfaction (via tele-fono o via mail). Una volta raccolte,queste informazioni vanno lette einterpretate, in modo da costituirepoi l’input per migliorare il proprioservizio.

La strategia di comunicazioneQuesto in sostanza ciò che un’impre-sa deve poter raccontare all’agenzia

INTERVENTI

Breve guida per comunicare con successo nel turismo

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periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia

che, da parte sua, tradurrà le infor-mazioni ricevute in quella che, nelgergo, viene chiamata “strategia dicomunicazione”, ovvero quel proces-so attraverso il quale le istanze del-l’impresa vengono tradotte in chiavepubblicitaria.Questo processo, nella realtà, si tra-duce in un documento, redatto dall’a-genzia, all’interno del quale l’impresadeve poter rintracciare immediata-mente tre punti fondamentali:- che cosa dire nella comunicazione,- come dirlo,- a chi dirlo.Ma consideriamo nello specifico comesi compone.Innanzitutto il primo elemento da ana-lizzare è la definizione degli obiettividi marketing. In realtà questo compi-to dovrebbe essere esclusivamenteaziendale, essa cioè dovrebbe specifi-care gli obiettivi precisi che si intenderaggiungere attraverso la campagnapubblicitaria, esplicitandoli quantitati-vamente (ad esempio aumentare del50% la conoscenza del nostro servizioo aumentare la quota di mercato del15%). Molto spesso però questo nonavviene, poiché proprio l’azienda nonha le idee chiare sugli obiettivi da rag-giungere. Qui entra in gioco il ruolodell’account executive, quella figura chein agenzia rappresenta l’anello di con-giunzione con il cliente, e con que-st’ultimo cercherà di metterli a fuocoattraverso incontri e riunioni di appro-fondimento.Successivamente si passa alla defini-zione degli obiettivi della comunica-zione. Anche qui è necessaria la mas-sima precisione. Non bisogna dimen-ticare che la comunicazione commer-ciale deve servire a convincere e soloconvincendo il pubblico sarà possibileinfluire sui suoi atteggiamenti e sullesue decisioni di acquisto. La chiave disuccesso sta dunque nel poter rispon-dere a questa domanda: cosa vogliamoche pensi il consumatore dopo esse-re stato esposto alla comunicazionedel nostro prodotto/servizio?Successivamente si passa alla defini-zione del prodotto/servizio: questomomento è fondamentale perché, sulla

base delle informazioni fornite dall’a-zienda, il lavoro di agenzia dovrà esse-re quello di “immaginarlo” nuovamen-te. Ciò significa che esso non dovràessere riportato come realmente è,ma principalmente come si vuole chevenga percepito. Qui possono entra-re in gioco argomentazioni sia di carat-tere razionale (risparmio, sconti sta-gionali), sia di carattere emotivo (relax,contatto con la natura), ma la cosaimportante è che in ogni momento sitenga conto della concorrenza. Il con-fronto con essa permette di delinea-re i punti di forza e di debolezza delservizio, permettendo così di trovareil posizionamento giusto.Ogni comunicazione però ha senso infunzione del target a cui la riferiamo.Come sosteneva un maestro dellapubblicità David Ogilvy tanti anni fa, avalle di ogni ragionamento raffinato ènecessario sempre immaginare fisica-mente il destinatario del messaggio,proprio come avviene ogni giorno nellanostra comunicazione interpersonale.Dunque una buona strategia deve con-tenere la definizione del target group,poiché è impensabile investire in unacomunicazione che si rivolga ad unamassa indistinta di individui. Il posizio-namento, infatti, è un concetto che sicostruisce su misura per il cliente; inaltri termini, come voglio che il poten-ziale cliente percepisca il mio servizio?Che posto voglio che occupi la miaazienda nella testa del consumatore? Pensiamo alla testa del consumatorecome ad uno spazio bidimensionale incui si collocano diversi punti: ognunodi essi rappresenta un’azienda, un mioconcorrente che occupa quel posto infunzione delle sue caratteristiche (qua-lità nel servizio, gentilezza del perso-nale…). Riuscire ad occupare un postopreciso nella sua testa è lo scopo prin-cipale della comunicazione che, ovvia-mente, deve essere suffragata da un’a-zione altrettanto consapevole deglioperatori turistici.Dopo aver stabilito cosa e a chi, si passaal cuore del messaggio pubblicitario,ovvero quella che viene definita “la pro-messa”.Ogni messaggio deve contene-re una promessa al consumatore, la

quale può essere costruita sia su basirazionali che su basi emotive. Questeultime molto spesso giocano un ruoloda protagonista: pensiamo ad esempioalla campagna pubblicitaria di CostaCrociere che, giocando molto sull’af-fettività dei suoi clienti, aveva come pro-messa principale il fatto che essi non sisarebbero mai più voluti separare dal-l’esperienza della crociera.La promessa, anche la più originale edinnovativa, va sempre supportata daargomentazioni precise. Qui bisognapoter rispondere a questa domanda:è credibile quello che sto prometten-do? Per quali ragioni il consumatoredovrebbe credere alle mie promesse? La promessa di un tour operator èsempre ed inevitabilmente quella di farvivere delle vacanze da sogno, indi-menticabili. E fin qui niente di origina-le e distintivo. E’ necessario quindi spie-gare il perché della promessa con delleevidenze: la spiaggia a pochi metri, ilcibo di qualità, il servizio personaliz-zato, il contatto con la natura, ecc. Leevidenze devono essere precise edistintive, pena l’inconsistenza dellacomunicazione.In ultima analisi la strategia deve con-cludersi con l’idea creativa. Essa rias-sume un concetto, un pensiero sem-plice ma diretto che costituirà la baseper il futuro lavoro dei creativi. Que-sto concetto, elaborato dall’agenzia,deve essere analizzato e successiva-mente condiviso dall’azienda clientepoiché su di esso poi si svilupperannosia gli elementi verbali (headline, body-copy, payoff) sia gli elementi visivi dellacampagna pubblicitaria.La comunicazione efficace infine sifonda sull’utilizzo di codici diversi(verbali e non) che si integrano e cherafforzano il concetto di partenza,così come una buona campagna pub-blicitaria deve potersi basare sull’uti-lizzo integrato di mezzi di comunica-zione (televisione, carta stampata,internet) e deve essere veicolataattraverso i canali giusti (attraversoazioni personalizzate come il directmailing oppure la partecipazione adeventi di carattere pubblico quali lefiere turistiche).

INTERVENTI

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periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia

Valter Degli Effetti (chirurgo plastico-ricostruttivo,docente presso l’Università di Ancona)

E d eccoci qua, di nuovo in esta-te; tempo di vacanze, di sole ecielo azzurro, con tanta voglia

di riempire le proprie giornate con pia-cevoli momenti di incontro e di svago.Per farlo alleggeriamo volentieri gli indu-menti ma, ahimè, in tutto questo c’è ilrovescio della medaglia. Per alcuni dinoi, e non sono così pochi, il sole e ilcaldo da stimolo di vitalità ed allegria sitrasformano in ansia, insicurezza, paura,imbarazzo. È quello che accade a colo-ro che soffrono di eccessiva sudora-zione; ovvero iperidrosi.

L’iperidrosi, quella fastidiosa, eccessiva sudorazione

La sudorazione è un fenomeno natura-le, necessario per la regolazione dellatemperatura corporea e non solo diquesta. La secrezione del sudore èmediata dal sistema nervoso vegetati-vo, il cosiddetto sistema nervoso sim-patico, che ne regola la produzione inbase alle necessità.Tuttavia in alcune per-sone questo sistema lavora ad un livel-lo più elevato di quello necessario peradempiere alle sue funzioni.Questo dis-turbo viene definito appunto iperidrosi.Si parla di iperidrosi secondaria, quandoil disturbo è conseguenza di uno statoquale: ipertiroidismo o altre disfunzionidel sistema endocrino.Si parla di iperidrosi essenziale o idiopa-tica quando non esistono cause speci-fiche.Questo disturbo è molto più fre-quente dell’ iperidrosi secondaria; gene-ralmente inizia nell’ infanzia o nell’ ado-lescenza e si protrae per tutta la vita.Ansia e nervosismo possono aggravareo scatenare un attacco di sudorazione,ma soltanto raramente è presente unapatologia vera e propria.Questo gene-re di persone spesso vengono definiteemotive, ed in genere il fenomeno dellasudorazione eccessiva, dell’imbarazzo e

dell’ansia si alimentano a vicenda comein un circolo vizioso. L’iperidrosi tendead aggravare l’ instabilità emotiva. Più sisuda più ci si imbarazza, più ci si imba-razza più si suda.L’iperidrosi può interessare qualsiasiparte del corpo, tuttavia vi sono zonepiù frequentemente interessate.La sudorazione eccessiva alle mani ègeneralmente la condizione più fasti-diosa tra tutte le forme di iperidrosi.Molte persone con questo disturbosono addirittura condizionate in alcu-ne scelte quotidiane. Il grado di sudo-razione può variare da un moderatoaumento, fino alla formazione di vere eproprie gocce. Poiché l’iperattività deinervi che regolano la secrezione puòcreare anche disturbi a carico dellamicrocircolazione, facendo contrarre ivasi, spesso le mani risultano freddementre sudano.L’ iperidrosi ascellare può creareimbarazzo per la formazione di chiaz-ze bagnate sugli indumenti, qualche voltacircondati da aloni bianchi per il con-tenuto salino.Anche l’iperidrosi plan-tare comporta disturbi e disagi facil-mente immaginabili e di non trascura-bile entità.L’ iperidrosi essenziale localizzata altronco, alle cosce, al cuoio capel-luto, al viso è meno frequente, tuttaviacombinazioni ed associazioni di più sedirappresentano la forma più comune.Indipendentemente dalla localizzazio-ne, l’iperidrosi – anche se non sempre- si aggrava durante i mesi estivi emigliora in inverno, generalmente infat-ti è favorita dalla elevata temperaturaambientale, così come da stress emo-tivi.Tuttavia può presentarsi anche senzanessuna causa scatenante apparente.Come si cura?Nei casi di iperidrosi secondaria, la tera-pia, quando possibile, deve essere fina-lizzata a risolvere la condizione pato-logica causale. Se questo non è possi-bile, e nei casi di iperidrosi essenziale,

le terapie sintomatiche finora a di-sposizione erano molte ma con risul-tati limitati:- antitraspiranti,- ionoforesi- farmaci (sedativi, anticolinergici),- psicoterapia,- chirurgia (asportazione delle ghian-

dole sudoripare o chirurgia del nervosimpatico).

In seguito la possibilità di utilizzare latossina botulinica ha costituito una svol-ta risolutiva. La tossina del batterio Clo-stridium botulinum è in grado di blocca-re la secrezione del sudore, annullandol’impulso nervoso responsabile della sti-molazione della ghiandola sudoripara.Solo dopo svariati mesi le terminazioninervose riacquistano la capacità di rila-sciare nuovamente il neurotrasmettito-re con graduale ripresa della sudora-zione. La terapia consiste nell’effettua-re piccole iniezioni superficiali con mini-me quantità di farmaco e l’effetto inibi-torio perdura per circa 6-8 mesi. Inseguito la sudorazione si ripresenta, all’i-nizio in modo lieve, aumentando poimolto lentamente.Talvolta il tempora-neo allontanamento del pensiero e dellapaura della sudorazione può risolvereil problema in modo definitivo. Esisto-no alcuni casi, per fortuna pochi, di resi-stenza alla tossina ma spesso si risolvo-no semplicemente aumentando il dosag-gio impiegato. La gravidanza e l’allatta-mento rappresentano attualmente dellecontroindicazioni; tra i vantaggi invecec’è la quasi totale assenza di effetti col-laterali. Eventuali effetti indesiderati sonocomunque modesti e a carattere trans-itorio. La tossina botulinica, pertanto,grazie alla sua efficacia, alla mancanza dieffetti indesiderati, ai modesti effetti col-laterali, alla semplicità di utilizzo, rap-presenta la terapia di elezione per il trat-tamento dell’iperidrosi e ha di fatto sop-piantato tutte le altre terapie, sia chi-rurgiche che mediche, meno efficaci epiù rischiose.

INTERVENTI

L’eccessiva sudorazione, un problema per molti

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periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia

Franco Paloscia

L’ avvio della nuova legislaturaregionale suggerisce un’at-tenta riflessione da parte dei

nuovi amministratori sulla situazioneche si è andata determinando nel turi-smo,“percepita” da più parti come unasituazione di declino soprattutto perle aree a carattere balneare.Proprio in tali aree, per altro, incom-be il previsto rincaro dei canoni dema-niali che renderebbe difficilmente con-

tenibile l’evolu-zione dei prezzidei servizi bal-neari.Il turismo costie-ro è una risorsaprimaria cherichiede unaforte azione dirilancio per con-trobattere unac o n c o r r e n z aaspra che ha isuoi punti diforza nel fattore

novità e nella modernità delle strut-ture.Ma anche l’Italia ci mette del suo nel-l’indebolire questo prodotto, per la suacarente promozione e per l’usanza invigore in alcune zone di obbligare uncosto per l’accesso al mare.Tra ritardi e abusi, tra perduranti cri-ticità dovute all’inquinamento marinoe all’erosione delle spiagge, la maggio-re risorsa per le vacanze rischia di nonreggere alla sfida della concorrenza. Lanuova legislatura dovrebbe porre alcentro dell’impegno la tutela di que-sta risorsa, puntualizzando strategieinterregionali efficaci e soprattuttoconvergenti: è possibile pervenire a cri-teri uniformi per la gestione dellespiagge, soprattutto in materia di ser-vizi e di prezzi? E’il terreno ideale perun serio confronto tra le istituzionipubbliche - regioni, province e comu-ni – e i potenti sindacati balneari, arti-

colati in vari gruppi d’interesse.Cominciamo, dunque, ad affrontare inconcreto i problemi del turismo “unoper uno”, uscendo fuori dall’abitudinedi elaborare le “grandi carte dei prin-cipi”. Occorre una Conferenza nazio-nale sul turismo costiero, che coinvol-ge molti problemi non solo di spiaggema di porti, di nautica, di crocieristica,di sport e tempo libero, di ambiente ecollegamenti, di grandi e piccole isole.L’Italia, ad esempio, non dispone di unsistema integrato di trasporti tra costepeninsulari e dalle isole maggiori eminori. Si è più volte parlato di “auto-strade del mare”, di “arcipelago Italia”,di coordinare il prodotto “isole mino-ri”, di sviluppo della portualità turisti-ca, di promozione della crocieristica,grande filone di sviluppo del turismomondiale. Sia nel trasporto passegge-ri e merci che nell’espansione di un’of-ferta di navigazione turistica c’è da fareper rendere l’Italia il paese ideale perchi ama il mare (dall’ombrellone allegrandi regate veliche).Abbiamo “tremari”, con caratteri molto diversi, chepotrebbero essere davvero i nostrigrandi giacimenti “petroliferi”.Alcuni progetti interregionali previsti

dallo speciale programma varato neimesi scorsi prevedono piani d’inter-vento e di promozione di aree costie-re. E’un metodo efficace poiché asso-cia varie regioni nel conseguire comu-ni obiettivi turistici. Ma il problemagenerale del turismo costiero chiamain causa politiche di governo coordi-nate: dalla protezione delle aree natu-ralistiche sfregiate dagli incendi, chedevastano ogni anno l’equivalente diintere province, alla prevenzione deldissesto idrogeologico, dalla tutela deiparchi e delle riserve marine alla sicu-rezza sul mare, anche da parte degliutenti. Per non parlare del problemadelle variazioni climatiche che incom-bono anche sulla condizione ambien-tale delle regioni marittime.Un tema all’ordine del giorno di unaConferenza sul turismo costiero nonpuò non essere quello della tutela “cul-turale” delle coste.La presenza di città d’arte, insediamentiarcheologici, archeologia marina, museie ambienti che tracciano il camminodella nostra civiltà del mare e la fortepossibilità di animazione culturalemediante festival, rassegne, spettacoli,manifestazioni storiche civili e religio-se, tradizioni della terra, dal folkloreall’enogastronomia, può consentire alleregioni costiere di offrire un prodot-to “integrato” mare-cultura unico almondo.Si devono combinare, dunque, strate-gie di marketing territoriale, di mar-keting di destinazione e di prodotto,con una cabina di regia che funzionicome intelligence, come faro capacedi illuminare il nostro mare segnandola rotta dei poteri pubblici e degli altrimille “poteri” presenti nella societàcome portatori di interessati molte-plici e complementari allo sviluppo diuna cultura e di un’economia del maredavvero degni della Terra da cui sonopartiti via mare, navigatori, idee, impul-si di civilizzazione che hanno formatol’intera civiltà occidentale.

INTERVENTI

Regioni primo atto: una conferenza sul turismo costiero

Il turismo costierochiama in causapolitiche di governocoordinate: dalla protezioneambientale, alla sicurezza sulmare

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periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia

Filippo Celata

R oma è il Comune più estesod’Europa ed ha di conseguen-za una delle più ampie perife-

rie. Sviluppatasi compatta e ad altadensità abitativa tra gli anni ’50 e ’70la cinta suburbana si estende a mac-chia d’olio lungo gli assi viari in uscitadalla capitale mentre gli insediamentipiù recenti sono invece più dispersi ea bassa densità. Il quadro generale ècomunque frammentato e discontinuo,poiché borgate abusive e aree resi-denziali sorgono nei pressi di megaedifici dell’edilizia popolare e di quar-tieri ad altissima densità lungo le con-solari.Tra queste vere e proprie micro-città si inseriscono aree industriali oartigianali, spazi agricoli ed enormispazi vuoti che solo con un notevolesforzo di fantasia si possono definireparchi urbani.Ai margini continua aprosperare l’abusivismo, che da unaparte si cerca di scoraggiare attraver-so denuncie e demolizioni e dall’altrasi continua quasi a legittimare con icondoni.La periferia romana non è comunquepeggiore di altre e mancano per for-tuna situazioni analoghe a quelle, dram-matiche, del quartiere di Scampia aNapoli o lo Zen di Palermo.Vi sonotuttavia errori urbanistici (come Cor-viale) e cattive abitudini che caratte-rizzano – non solo a Roma ma un po’in tutta Italia - la gestione degli spaziurbani. Le singole aree di Roma sonostate infatti pensate e realizzate inmaniera del tutto indipendente, dovela tradizionale e drammatica carenzadi capacità di gestione dei piani urba-nistici si è unta in molti casi ad una cat-tiva pianificazione, sviluppatasi – quasicome la città – in maniera poco orga-nica e spontanea. Basti pensare che ilprecedente piano regolatore risaleaddirittura al 1962 e risulta per granparte inattuato. Le conseguenze nonsono solo di tipo estetico. Il degrado

urbano di alcuni quartieri perifericiattrae soggetti economicamente esocialmente deboli, condannandoli acondizioni di disagio e alzando il costodi qualsiasi intervento di riqualifica-zione e recupero.Negli ultimi anni ci sono stati diversiprogrammi di riqualificazione urbanae di sviluppo locale - Contratti di quar-tiere, programmi PRUSST e Urban del-l’UE, Agenda 21, i programmi di riqua-lificazione o di recupero urbano, i labo-ratori territoriali e di quartiere, le ini-ziative della legge 266/97. Perfino unPatto territoriale per le periferie – cheperò hanno incontrato in molti casienormi difficoltà di attuazione. Ancheil nuovo piano regolatore finisce ingran parte per riconoscere le trasfor-mazioni avvenute, cercando di guidarequelle già in corso spalmando la cre-scita degli spazi edificabili su tutti imunicipi periferici.Dopo la saturazione di tutta la zonaest, la periurbanizzazione romana hasubito un deciso riorientamento adovest e verso il litorale. I Comuni diLadispoli e di Fiumicino sono rispetti-

vamente al sesto e al nono posto inItalia per crescita in valore assolutodella popolazione residente negli ulti-mi dieci anni e dinamiche analoghe sisono registrate nelle aree di Ostia ead Acilia. In queste condizioni è inevi-tabile una minore cura degli spazi urba-ni pubblici e una vera e propria “indi-vidualizzazione” dello spazio colletti-vo: i marciapiedi sono ridotti oppurenon esistono, la maglia di strade ed edi-fici non presuppone piazze, giardini maparcheggi. I soli spazi di aggregazionesociale diventano i centri commercia-li. Questi spazi sono inoltre troppovasti per essere serviti efficientemen-te dal sistema di trasporto pubblico el’impossibilità di un servizio capillarerafforza la predilezione per gli sposta-menti in automobile.Nel nuovo piano regolatore di Romasono previste una ventina di centrali-tà periferiche, circa una per municipio,dove concentrare attività commercia-li e poco più. Attraverso queste cosid-dette “nuove centralità” si propone ilsuperamento della monofunzionalitàche caratterizza molte delle nuove

INTERVENTI

Per riqualificare la periferia il turismo non basta

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periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia

periferie romane, diventate ben pre-sto dei meri quartieri dormitorio. Sonoquindi previsti servizi di base e servi-zi avanzati, attività commerciali eappunto strutture ricettive e turisti-che. Esperienze passate indicano tut-tavia che non è sufficiente prevederelo spazio per tali attività.Dalla mancata realizzazione dell’asseattrezzato successivamente ribattez-zato SDO, alla drammatica carenza diattività commerciali nei quartieri diedilizia popolare, gli esempi fallimen-tari sono innumerevoli e clamorosi. Losviluppo di un tessuto di servizi e diopportunità economiche – oltre chedi strade, edifici e abitazioni – non èaffatto scontata. Da una parte deveessere promosso attraverso grandi epiccoli progetti di iniziativa pubblica (idue esempi più virtuosi sono la loca-lizzazione decentrata dei poli univer-sitari di Tor Vergata e di RomaTre) e inparte dipende dal mercato, che sem-bra avere una sete insaziabile di spaziresidenziali edificabili ma si comportain maniera più capricciosa quando si

tratta di localizzare le attività econo-miche e produttive.Che ruolo può avere il turismo in que-ste aree? Lo sviluppo del sistema turi-stico è visto come un potente stru-mento per dare “centralità” alle peri-ferie romane. Nel piano regolatore lezone destinate alla ricettività turisticavengono ricompresse nell’ambito piùgenerale di aree a prevalente finalitàper non meglio specificate “attività”,che possono essere di tipo commer-ciale, servizi di diverso tipo oppurestrutture turistico-ricettive. Questaambiguità ha suscitato diverse per-plessità: prevedere ad esempio unacerta metratura per tale uso non con-sente di capire se essa sarà intera-mente dedicata ad un unico albergo dilusso, ad un centro commerciale oppu-re a servizi commerciali minuti o a ser-vizi ed attrezzature pubbliche. E’ chia-ro che si tratta di realizzazioni moltodifferenti tra di loro. Emerge quindi ilruolo dei Municipi, che innanzituttorilasciano le concessioni edilizie e poidovrebbero prevedere una pianifica-

zione più di dettaglio, nell’ambito diuna programmazione complessiva dadefinirsi attraverso processi parteci-pativi e di coinvolgimento della popo-lazione residente.Esiste già una periferia turistica? Innan-zitutto la periferia romana ospita diver-se attrattive e siti turistici. I beneficidiretti sono tuttavia molto bassi; bastipensare che l’area archeologica diOstia Antica accoglie ogni anno più di250 mila visitatori, per un incasso dipoco inferiore ai 500 mila euro. Que-sta cifra equivale al fatturato medio diun albergo a tre o quattro stelle conventi camere e una decina di lavora-tori.Allo stesso tempo diverse areeperiferiche hanno visto rapidamentecrescere il numero degli alberghi edelle strutture ricettive. Negli ultimitrent’anni si nota lo sviluppo di unacintura ricettiva esterna rispetto all’a-rea storica di concentrazione turisti-ca: il centro di Roma. Questa cinturaricettiva si sviluppa ad ovest partendoda Monte Mario passando per il Gia-nicolo, l’Eur e fino a Fiumicino. Sono

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qui localizzati una serie di alberghi digrandi dimensioni e di elevata qualità.Questi alberghi si localizzano presso iprincipali gateway di accesso alla capi-tale, potendo in questo modo attrar-re sia chi intende visitare la capitaleche i flussi turistici di passaggio. Que-sto tipo di sviluppo è facilitato dalmiglioramento dei trasporti e daiminori valori immobiliari ed è condi-zionato dalla capacità di sviluppare effi-caci strategie di marketing – contro larendita di posizione di cui beneficianogli alberghi centrali - e soprattutto lacapacità di minimizzare i disagi dovutialla distanza dal centro.I grandi alberghi possono più facil-mente scegliere localizzazioni decen-trate e gestire internamente problemicome quelli relativi al trasporto deituristi nel centro. Anche per questoattivano una domanda esterna di benie servizi molto contenuta.In che modo le popolazioni localiaccolgono i progetti di costruzione dinuove strutture ricettive? Prendiamoad esempio il quartiere del Pigneto,dove è in progetto la costruzione diun nuovo importante albergo. L’ex fab-brica farmaceutica Serono, di circa 30mila metri quadrati di superficie, diven-terà un albergo di lusso con annessocentro congressi, parcheggi e servizicommerciali. Il presidente del sestomunicipio, nel cui territorio sorge la

struttura, ha già dichiarato di vederecon estremo favore il progetto, men-tre il comitato di quartiere Pigneto-Prenestino ha espresso forti perples-sità riguardo alla localizzazione nell’a-rea di strutture turistiche ricettive ein particolare la trasformazione del-l’ex fabbrica, preferendo la realizza-zione di servizi pubblici. Queste oppo-ste visioni hanno caratterizzato ancheil dibattito pubblico e i workshop par-tecipativi organizzati in occasione del-l’avvio del contratto di quartiere. Peralcuni il progetto genera benefici eopportunità per le attività economi-che e tutta la popolazione dell’area.Per altri – la maggior parte – è inutilee incoerente con un’area tutto som-mato residuale e problematica, che dauna parte continua ad ospitare immi-grati, anziani e altre categorie deboli edall’altra ha visto enormemente cre-scere il prezzo degli affitti e il costodella vita. La discussione ha tuttaviaconsentito di trovare un compromes-so: la Serono renderà più sostenibilel’intervento e l’impresa multinaziona-le proprietaria dell’hotel contribuirà ariqualificare l’area pedonale, cedendo

al Comune i locali per il laboratorio diquartiere e altre aree per la creazio-ne di una piazza. Ma in assenza di que-sti interventi aggiuntivi che possibilitàavrebbe l’area del Pigneto di benefi-ciare della localizzazione di un grandealbergo di lusso? La costruzione del-l’albergo e gli altri interventi in can-tiere (come la creazione di servizi cul-turali e ricreativi) apporteranno in ognicaso benefici all’intero quartiere, nellamisura in cui questi nuovi poli di ser-vizi non rimarranno isolati in sé stes-si e l’area circostante sarà in grado dioffrire adeguate opportunità di spesae di svago. E’ previsto per questoanche un programma di rilancio delleattività commerciali locali le cui risor-se sono però enormemente inferioriai finanziamenti mobilitati dai grandiprogetti di riconversione immobiliare.Paradossalmente la riuscita del pro-cesso di sviluppo dell’area non potràche accelerare le tendenze in atto e lacrescita dei prezzi, mettendo in diffi-coltà molti degli attuali abitanti e con-tribuendo alla loro espulsione dal quar-tiere.Accanto alla costruzione di grandialberghi sarebbe quindi necessario farein modo che alla domanda attivata daqueste strutture (domanda di lavoroma anche di beni e servizi) corrispon-da localmente una offerta adeguata.Bisognerebbe in generale recuperarecapacità di gestione dello sviluppourbano e superare una modalità di pia-nificazione che da una parte introdu-ce sempre nuovi vincoli, regole e prin-cipi per tentare di tutelare il territo-rio bloccando qualsiasi trasformazio-ne possibile e dall’altra legalizza, con-dona e sfrutta lo scempio del territo-rio con l’obiettivo di “fare cassa”.All’interno di queste opposte tenden-ze manca la capacità di gestire la cittàe le sue trasformazioni.Tra il massi-malismo dei grandi progetti e il mini-malismo della piccole scelte, fatte casoper caso, manca insomma la capacitàdi conoscere, controllare, guidare losviluppo della città.Al gioco minuto degli interessi parti-colari si può contrapporre soltanto ilcoraggio delle scelte consapevoli.

INTERVENTI

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periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia

Alessandro Circiello

L a buona tavola, la ricerca diprodotti genuini e l’incontrocon le tradizioni gastronomi-

che locali sono ormai diventate unbuon motivo per viaggiare e non sonopochi coloro che scelgono una regio-ne piuttosto che un’altra non soltan-to in base ai monumenti da visitare maanche per la cucina che offre. Si spie-ga anche così il fiorire dei cosiddettipercorsi enogastronomici e la cre-scente attenzione alla promozione deiprodotti tipici. Ma osterie, trattorie eristoranti sono “attrezzati” per rispon-dere ad una domanda sempre più esi-gente e raffinata? Girando per borghi e città del Lazio,che immancabilmente offrono “cucinatipica”, purtroppo non sempre è pos-sibile cogliere nei menù la grandevarietà di prodotti che questo terri-torio offre e che spaziano dai frutti delmare a quelli, assai copiosi, della terra.Basti pensare alla patata del Viterbese,al fagiolo di Sutri, alla lenticchia diOnano, al cece dal solco dritto diTalentano, all’asparago del Canino;senza tuttavia dimenticare l’aglio rossoda taglio di Proceno, il pomodoro diBolsena, il carciofo di Cerveteri o ilfinocchio del Viterbese,“passando” peril farro di Acquapendente, le noccioleed i marroni dei monti Cimini, la cilie-gia di Celleno, la cicoria romana “pun-tarelle”, la fragolina di Nemi, l’oliva diSezze e il guanciale.A proposito di affettati e insaccaticome non menzionare poi la morta-della, la coppa, del Viterbese, che vantaanche un eccellente pecorino e laricotta, o la porchetta di Ariccia? Tra iprodotti ittici invece, spicca l’anguilla,mentre sono di notevole struttura ivini dei Castelli Romani. Ed è soltantouna breve carrellata, un assaggio, di ciòche la tradizione e la sapienza artigia-na di questa regione ha in serbo per ilnostro palato.

Purtroppo di sovente difficilmente siva oltre l’immancabile grigliata mista dicarne di pecora o agnello, in memoriadella prevalente attività agro-pastora-le del Lazio, o la pasta fatta in casa.Eppure basterebbe poco per valoriz-zare ciò che appartiene alla più genui-na tradizione locale e che rappresentaun unicum; anche rispetto a più blaso-nate (forse solo perché meglio valo-rizzate e pubblicizzate) tavole di altreregioni della nostra Penisola.

Quando si mette in tavola una teglia diverdure croccanti, condite semplice-mente con un filo di olio eccellente pro-veniente dalle nostre zone,bisogna esse-re precisi e rispettare, la verità dei sapo-ri. Ciò è possibile vivendo il territorio,in tutti i sensi, e ricoprendo un po’ dipassione per il proprio lavoro e sensodell’ospitalità. Un asparago ed un car-ciofo sono ottimi già per se stessi e peresaltarne i sapori è sufficiente, una voltamondati e affettati sottilmente, condir-

INTERVENTI

Quando il menù è “tipico”?

IInnggrreeddiieennttii ppeerr iill ssaallttiimmbbooccccaa::

baccalà filetti gg.. 440000salvia gg.. 55

prosciutto crudo gg.. 112200olio extra vergine

d’oliva gg.. 2200ppeerr lloo zzaabbaaiioonnee::

brodo di pesce gg.. 220000zafferano in fili gg.. 22uova tuorlo gg.. 3300

sale gg.. 22ppeerr iill ddeeccoorroo:: carota gg.. 220000

peperoni rossi gg.. 8800pepe gg.. 22

PROCEDIMENTOppeerr iill ssaallttiimmbbooccccaa::tagliare il filetto di bacca-là in bocconcini, avvolge-re ogni singolo pezzo dipesce nella fettina di pro-sciutto, mettendovi all’in-terno una fogliolina di sal-via. Rosolare in padellacon olio, quindi abbassa-re la fiamma e cuocere afuoco medio.ppeerr lloo zzaabbaaiioonnee::ridurre sul fuoco il brodo

di pesce con lo zafferano,aggiungervi i tuorli fuoridal fuoco e montare conuna frusta, come un nor-male zabaione.ccoommppoossiizziioonnee:: mettere lo zabaione sulfondo del piatto, adagiar-vi sopra cinque saltim-bocca.ppeerr iill ddeeccoorroo::decorare con la juliennedi carote al centro e cubidi peperone rosso.

LA RICETTA

Saltimbocca di baccalà su zabaione allo zafferano

(www.cuochilazio.it)

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li a dovere. Il segreto è saperli sceglie-re, preferendo magari prodotti di cui ènota la provenienza a quelli anonimi,anche se più facilmente reperibili, delmercato all’ingrosso, che ormai offre ditutto e in qualsiasi stagione. Il successodi un piatto (e alla lunga di un locale)quindi comincia al momento della scel-ta ed è essenziale potervi dedicare iltempo necessario.Gli ingredienti miglio-ri devono essere cercati, scoperti; giran-do di porto in porto,di mercato in mer-cato, pronti ad assorbire la cultura delposto, goderne i colori, gli odori; cer-cando di capire la gente, ascoltare leloro conversazioni… Ciò che rende “tipico” un menù èdunque la qualità degli ingredienti, chedevono essere abbinati con armoniae correttezza, ma anche le personehanno un ruolo importante. Chi cuci-na infatti ha il compito di conservaretutti i sapori in versione originale,seguendo una preparazione correttae ben sapendo che la delicatezza diuna pasta, il sapore di una farcia, la giu-sta riduzione e la giusta cottura sonospesso questione di attimi. Ciò chia-ma evidentemente in causa una certaformazione, che deve essere il più pos-sibile “continua”, per poter seguire l’e-voluzione del gusto e stare al passocon una domanda non di rado piùinformata e smaliziata di certi gestoridi trattorie e osterie. Del resto la cuci-na regionale, specialmente quellaromana, è una cucina popolare chelascia spazio a prodotti di varia pro-venienze e come il resto della cucinamediterranea si adatta alle esigenzedei contemporanei.Altro elemento da non sottovalutareè il costante riferimento alle tradizio-ni e alla storia locale. La cucina delLazio è una cucina modesta, con pre-parazioni non elaborate ma che favo-risce la convivialità, e saper coglieregli spunti, i sapori, gli atteggiamenti cheemergono dal secolare bakgroundconsente di acquisire quel “distintivo”che da un lato evita di proporre menùfotocopia, che ben poco mostranodella varietà che caratterizza addirit-tura ciascuna provincia; dall’altro costi-tuisce un potente elemento di pro-mozione e di pubblicità.

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periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia

Caterina Saccaro

R oma si conferma un grande palcosceni-co e una location d’eccezione per le sfi-late; non soltanto di alta moda. A luglio

tutta la città è stata pervasa da una sorta di ecci-tazione, con automezzi che trasportavano inlungo e in largo scenografie, addobbi, attrezza-ture, luci per fare dell’Urbe un enorme palco-scenico. Il complesso dell’Auditorium, la terraz-za del Pincio , il Tempio di Adriano sono stati iluoghi ove decine di splendidi giovani hannoindossato i preziosi capi delle collezioni che inautunno faranno girare la testa al pubblico ditutto il mondo. Fra l’altro quest’anno la Piazzadel Campidoglio ha accolto i meravigliosi abiti diAlberta Ferretti, premiata dal sindaco Veltroniper la fulgida carriera.Insomma ancora una volta si è consolidato quelconnubio che ha fatto della Capitale un inte-ressante appuntamento per i romani e peri turisti, oltre che per gli operatori del set-tore, che l’hanno ormai inclusa, con Parigie New York, tra gli appuntamenti cui nonè possibile mancare.Ma Roma non è solo moda. Il 28 giu-gno a Castel Sant’Angelo si è svoltala terza edizione di “Oro di Roma”,che grazie a Confesercenti, ideatri-ce della manifestazione, è già diven-tata una ulteriore “perla” del giàricco carnet delle offerte estive.Fortemente voluta dal vicesindaco,Mariapia Garavaglia, “Oro diRoma” com’è ormai noto vuolevalorizzare e promuovere il con-tenuto artistico e culturale dellaproduzione artigiana di oreficeria,che da noi vanta una lunga tradi-zione. La creatività e la raffinatatecnica manuale degli orafi roma-ni rende il gioiello lavorato unpezzo di eccellenza per il mercato,non solo italiano. A questo propo-sito la terza edizione della manife-stazione varcherà l’Atlantico, perportare i suoi piccoli e grandicapolavori negli Stati Unitid’America. Dopo ilMedio Oriente un inte-

ro continente potrà così apprezzare il lavoro fattocon passione, pazienza e cura dei nostri orafi; sin-golare esempio di quell’ingegno, fantasia e raffi-natezza che caratterizza i maestri artigiani delnostro Paese. La manifestazione quindi, oltre adessere una ideale passerella per confrontare laproduzione delle varie aziende del settore e pro-porre nuovi modelli, è diventata una sorta di cam-

pionario dell’imprenditoria locale.Roma è particolarmente orgogliosa di farsirappresentare all’estero da un progetto nelquale tutta l’amministrazione comunale si

è impegnata a fondo, forte anche dei suc-cessi ottenuti nelle precedenti edizio-

ni.“Oro di Roma” si è ulteriormen-te e costantemente arricchita ed èormai pronta – come del restodimostra l’esperienza di questaestate – per diventare un invinci-bile veicolo di promozione.Dopo gli Stati Uniti toccherà

anche alla Cina ospitare sfilate dimoda, i cui abiti saranno accompa-gnati dai gioielli ideati e prodotti dalleaziende romane. Questi sono infattidue settori di punta capaci di cata-lizzare l’attenzione e suscitare l’in-teresse di un pubblico vasto e qua-lificato, con benefici facilmente

immaginabili non soltanto per l’e-conomia del nostro Paese ma ancheper il nostro turismo, fatto di per-sone che arrivano sulle sponde delTevere attratte dalle bellezze arti-stiche e architettoniche dellaCittà Eterna ma anche dai suoi

atelier e show room cheraccolgono il meglio delmade in Italy.

INTERVENTI

Gioielli e moda per un turismo d’alto bordo

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Orfeo Cecchini

È dall’ormai lontano 1992 chel’Ente Bilaterale Territorialeper il Turismo, d’intesa con le

Organizzazioni Sindacali, l’APRA (Fede-ralberghi Roma) , e la Confcommer-cio Romana, chiesero alla RegioneLazio di avviare una azione di recupe-ro e ristrutturazione dell’ex HotelEnalc di Ostia.In quel documento, quasi storico, vistoil tempo trascorso, tutte le compo-nenti associative datoriali dichiarava-no la loro concreta disponibilità a par-tecipare alla realizzazione del piano direcupero, candidavano l’Ente Bilatera-le alla organizzazione e realizzazionedei percorsi formativi professionaliz-zanti.E’ quindi con grandissima soddisfazio-ne che apprendiamo che l’Enalc Hotel,la famosa scuola alberghiera di Castel-fusano, tornerà a vivere; addiritturaentro la fine dell’anno. La promessa -ma a sentire il presidente della Regio-ne, Marrazzo, con alcuni assessori, ilsindaco di Roma,Valter Veltroni, e ilPresidente del XIII Municipio di Ostia,Davide Bordoni, si tratta ormai di unaquasi certezza - è stata fatta nel corsodell’incontro che si è svolto sul litora-le romano il 22 luglio, per presentareuna serie di importanti progetti per ilrilancio della costa. La notizia non puòche suscitare entusiasmo tra gli ope-ratori, che hanno ancora ben vivo ilricordo di ciò che ha significato que-sta gloriosa struttura per il turismoromano e non solo.All’Enalc si sonoinfatti formate generazioni di maitre,chef, direttori, che hanno poi fatto car-riera nei migliori alberghi e ristorantidel mondo, grazie ad una preparazio-ne di prim’ordine, impartita in unastruttura da subito diventata un puntodi riferimento per una clientela vip eun polo di sviluppo per tutto il litora-le romano. Purtroppo scelte quantomeno improvvide ne hanno decreta-

to nel 1975 la chiusura, togliendo agliallievi l’opportunità di fare una ottima“gavetta”, considerata la clientelaimportante ed esigente che frequen-tava dal 1959 la scuola-albergo.Finalmente la Regione e le ammini-strazioni locali hanno deciso di porvirimedio, dimostrando di essere sensi-bili alla necessità di puntare, se si vuoldavvero dare impulso e riqualificare ilturismo locale, sulla qualità non solodelle strutture ma soprattutto di chidovrà lavorarci dentro.Secondo quanto anticipato dall’asses-sore regionale alle attività produttive,Raffaele Ranucci, sarà una fondazionea capitale misto (la maggioranza delquale sarà versato dalla Regione Lazio)a gestire l’impianto. La parte alber-ghiera sarà probabilmente affidata aduna impresa di alto livello, mentre saràla stessa fondazione a curare la scuo-la, la quale dovrà prevedere anchestage formativi nella parte ricettiva.Per Marrazzo il recupero dell’EnalcHotel costituisce un punto di parten-za per tutto il Lazio, diventando latestimonianza di una possibile «siner-gia istituzionale di alto livello per risul-tati di peso non solo nazionale».Taleaffermazione non può che essere con-divisa dagli operatori e le associazionidi categoria, che da tempo chiedono

proprio la messa in campo di sinergiefra istituzioni, impresa ed enti di for-mazione per dare alle nuove leve unapreparazione moderna, come richie-de il mercato; capace di essere moto-re di qualificazione e sviluppo per ilturismo da un lato ed elemento di sta-bilità in un mondo del lavoro, caratte-rizzato da una mobilità che spessodiventa precarietà.Il nuovo Enalc sarà senza dubbio unapalestra per le future generazioni di“manager” e non è difficile prevederefuturi accordi con l’Università, che hagià inserito il turismo tra le prospetti-ve di occupazione per i laureati indiverse discipline, alcune specifiche peril settore turistico. Speriamo la «siner-gia» si spinga fino ad aprire le portedella scuola anche a tutta una serie difigure professionali e di corsi non tra-dizionali ma assolutamente essenzialiper il mercato. Non dimentichiamociche di fronte alle innegabili difficoltàdell’istruzione statale di rimanere alpasso con i tempi e con le richiestedelle imprese il turismo in questi anniha dovuto spesso fare da sé, metten-do in campo proprie risorse e com-petenze. I risultati ci sono stati e sonosotto gli occhi di tutti; per questosarebbe bene, nel comune interesse,poterne tener conto; specialmente nel-

INTERVENTI

Rinasce l’Enalc Hotel, per una formazione di qualità

L’Enalc Hoteldi Castel

Fusano in unafoto d’epoca

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l’interesse di quei giovani che una voltadiplomati vorrebbero poter racco-gliere da subito i frutti dei loro sforzie del loro impegno.L’Ente Bilaterale per il Turismo ha com-piuto, in questi anni, grandi sforzi nellaformazione, allestendo o finanziandocon proprie risorse, centinaia di corsiper neodiplomati o per operatori delsettore che necessitavano di un aggior-namento o di una riqualificazione pro-fessionale. Non va dimenticato peral-tro che l’Ente è stato uno dei primipromotori e finanziatori del Masterpost laurea ad indirizzo turistico cheancora oggi si realizza d’intesa con laFacoltà di Economia e Commercio del-l’Università La Sapienza.Essendo l’ente un luogo di incontro traistituzioni, imprenditori e lavoratori hapotuto anche cogliere per tempo e inqualche caso anticipare gli orientamentidel mercato, predisponendo adeguataofferta formativa. Ci pare dunque uninterlocutore ideale per far diventareil nuovo Enalc il simbolo di una forma-zione professionale in grado di affron-tare e vincere la guerra continua tra ilmercato e lo spettro della disoccupa-zione. Come ben sanno gli operatorialla teoria deve seguire un lungo e seve-ro impegno sul campo, ma le continuecrisi del settore hanno spinto le azien-de ad una corsa esasperata al conteni-mento dei costi. Purtroppo così anchela formazione è diventata un costo datagliare, con la conseguenza che sonosempre meno le aziende disposte adaccogliere giovani per stage o inseri-menti lavorativi.In questa prospettiva sarebbe interes-sante poter aprire un dialogo, magarisu queste stesse pagine, con la Regio-ne per far si che recuperi importanticome la scuola-albergo di Castelfusa-no si trasformino in un reale investi-mento in formazione e la formazionein occupazione… Con l’auspicio chel’Enalc sia domani il centro di una reteformativa che copra, con il coinvolgi-mento delle istanze locali, tutto il ter-ritorio regionale, magari recuperandoalla società civile, così come avvenutoper Ostia, immobili o strutture impor-tanti per questi scopi, ma abbandona-ti all’incuria ed al degrado.

NOTIZIARIO

Fiavet Lazio chiede un“Ufficio turistico di crisi”

L a Fiavet del Lazio ha incontra-to il neo assessore regionale alturismo, Raffaele Ranucci, per

confrontarsi sul futuro della politicaturistica regionale e sul testo unicodella Legge regionale.L’assessore ha assicurato che la nuovaAgenzia del turismo del Lazio, dellaProvincia e del Comune di Roma, chesi dovrà occupare della promozionedel territorio, sarà operativa dal pros-simo novembre, mentre entro il 2005la legge quadro per il turismo dovràessere approvata, dando finalmentecertezza normativa anche ad un set-tore fondamentale per l’economia delPaese e della Regione.Nel corso dell’incontro il presidentedella Fiavet Lazio, Cinzia Renzi, ha invi-tato l’assessorato a fornire un mag-giore supporto alle agenzie, valutandola possibilità di introdurre sgravi fisca-li per sostenere l’attività degli opera-tori in momenti difficili come quelloattuale, ma soprattutto ha auspicatol’avvio di un rapporto più costruttivotra la Regione Lazio e i tour operatorincoming, con l’obiettivo di lavorareinsieme sui mercati strategici e sui pro-dotti da promuovere durante le fiereturistiche nazionali e internazionali.Il colloquio ha preso in considerazio-ne anche la grave situazione che si èverificata all’indomani dell’attentato inEgitto. «In seguito ai recenti eventi ter-roristici di Sharm El Sheik, ed altrinumerosi gravi episodi che mettono arischio l’incolumità dei viaggiatori», hasottolineato Cinzia Renzi, «suggerireila costituzione urgente di un ente ounità di crisi formata dalle associa-zioni di categoria delle agenzie di viag-gi e tour operator, associazione deiconsumatori e istituzioni, che possadiventare un’interfaccia unica, rappre-sentante di tutte le categorie, in gradodi intervenire in momenti di crisi perdare informazioni certe e uniformi aiconsumatori, evitando così dispersio-ne di notizie o diffusione di false infor-

mazioni». La proposta di costituire unufficio turistico di crisi per il Lazio èstata accolta dall’assessore Ranucci,che ha dimostrato grande interesseper il progetto e ha garantito l’appog-gio istituzionale per la formazione diquesto nuovo organismo.La presidente della Fiavet Lazio ha infi-ne portato all’attenzione dell’assesso-rato i problemi derivanti dall’attualenormativa sulla locazione per l’eserci-zio dell’attività di tour operator e diagenzia di viaggio, che non permette disvolgere entrambe le attività nella stes-sa postazione o ufficio.

Cinzia Renzi

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NOTIZIARIO

L’Hotel Posta Vecchia, una favola moderna

Nasce verso il 1200 come torre didifesa, nel Settecento grazie agliOdescalchi è uno dei più bei

castelli del litorale laziale e oggi è unresort egregiamente gestito da una gio-vanissima manager,Barbara Panzera.Parliamo dell’Hotel Posta Vecchia di PaloLaziale,ex dimora di Ladislao Odescalchiche, distrutta dalle guerre, venne acqui-stata negli anni Sessanta da Paul Getty eriportata al suo antico splendore.Il miliar-dario americano riuscì infatti a recupera-re non solo l’assetto architettonico delmaniero ma ne curò l’arredamento avva-lendosi della consulenza di Federico Zeriil quale scelse tutti pezzi splendidi, rigo-rosamente settecenteschi.Non ci si meraviglia se Paul Getty –novello Re Mida – durante gli scavi perla costruzione di una piscina interna, lacui stupenda collocazione va oltre il piùfertile immaginario, ebbe anche la for-tuna di trovare una villa romana contanto di mosaici orientaleggianti (sicu-ramente era appartenuta a un riccomercante che aveva rapporti con l’Afri-ca del nord), statue intatte e suppellet-tili preziose al punto da lasciare,oggi, unpiccolo museo. E non ci si può meravi-gliare neppure se l’attuale proprietario,che per anni ha vissuto con la sua fami-

glia nel castello, ha affidato la gestionedella Casa a mani espertissime che ope-rano al comando di una testa giovane,giovane.Barbara Panzera dice che nel suo per-corso - evidentemente vittorioso se con-sideriamo la tappa più recente - l’osta-colo più grande è stata l’età. Ha iniziatoinfatti l’attività a 19 anni e dopo tre eragià sulla vetta; poi tanta esperienza all’e-stero – Dubai, l’Austra-lia – e successivamentedi nuovo in Italia a diri-gere il Posta Vecchia.La giovanissimaetà ha dunqueinciso sfavorevol-mente sulla suacarriera?«Beh, diciamo che èstata lo zoccolo piùduro: in Italia non si èabituati a dare la gestio-ne di un hotel ad una persona tanto gio-vane, a meno che non appartenga allafamiglia del titolare. Ma anche in quelcaso, ne ho fatto esperienza, i giovanihanno poco spazio per “rischiare e met-tersi in gioco” secondo le regole delcambiamento».Intanto un giovanissimo (anche lui) e

compitissimo cameriere serve un aperi-tivo da urlo, comprensivo di un piatto abase di stuzzichini rigorosamente fatti incasa che tenterebbero un anoressico.In questo albergo si respira aria diEuropa. Sembra di stare a Londrao a Parigi. C’è il dinamismo tipicoe naturale della più raffinata scien-za dell’ospitalità.«Questo è un gran bel complimento,

non perché in questoPaese ci sia qualcosa dainvidiare al resto delmondo: noi abbiamotutto il bello possibile eimmaginabile, e anchedi più. Il problema è chespesso si confida un po’troppo, e tropparesponsabilità di scari-ca sulle spalle del patri-monio culturale e arti-stico italiano. Intendo

dire che oggi l’ospite di un albergo dilusso è cambiato, è molto più esigentee non si accontenta di sapere che fuorile mura della casa c’è la splendida Romae dintorni che lo aspettano ma vuoleanche un soggiorno che sia all’altezza ditanto splendore e, soprattutto, vuole ungiusto rapporto qualità-prezzo».Insomma sono finiti i tempi dellevacche grasse, come disse giàqualche anno fa, ormai, Giovan-ni Colombo, allora presidentedella Fiat.«Indubbiamente sì. E da tanto tempo,anche se non tutti se ne sono accorti.Le tariffe degli alberghi romani sonopiuttosto alte e,detto brutalmente,pro-prio perché viviamo in una realtà cultu-rale, storica e paesaggistica inimitabile,ciò che un albergo “vende” deve esse-re addirittura superiore in qualità alprezzo di vendita».Quali sono le virtù che fanno ladifferenza in un manager d’al-bergo?«Determinazione, ambizione e costan-

Barbara Panzera

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NOTIZIARIO

za. Le prime due se si è molto giovanisono, direi, quasi scontate. La terza siimpara con l’esperienza ed è senz’altrola più difficile da gestire soprattutto inuna realtà che ha paura dei cambiamenti.La mia filosofia, è vero, viene molto dal-l’esperienza di Dubai, dove ho lavoratocon molte soddisfazioni e dove, essen-zialmente, sono cresciuta professional-mente. Ma Dubai è Londra, è Parigi, èBerlino, insomma è tutte le grandimetropoli europee e potrebbe essereanche Roma. Il problema sta nel nonsaper guardare oltre certe antiche tra-dizioni dell’ospitalità che oggi sonoobsolete.Un esempio a caso: in questonostro albergo non ci sono gerarchie difatto che, invece, vivono e sopravvivo-no in altre Case, sia a scapito dell’ar-monia tra chi lavora che, conseguente-mente, della clientela.Ogni mia decisio-ne viene concertata con il personale,che ha sì le sue specifiche responsabili-tà ma non deve agire solo nell’ottica delsuo piccolo “orticello”,poiché – e a que-sto credo fermamente – la cosa è fon-damentale nel nostro settore è proprioil lavoro di equipe. Occorre tanta sin-tonia tra chi lavora per raggiungere l’op-timum in tutti i settori dell’hotel. In sin-tesi è come se fossimo tutti padroni dicasa. Che si fa se a casa arriva un ospi-te? Ci si movimenta tutti assieme permetterlo a proprio agio. Giusto?»Non fa una piega. Crede quindiche per un manager sia moltoimportante saper delegare?«Assolutamente sì. Soprattutto in una

realtà come la nostra, che non puòcerto essere rapportata ad un hotel diRoma, si deve sentire che esiste, chiarae connotata, un’anima collettiva.Ovvia-mente io cerco di scegliere le risorseumane che più si avvicinano a questamia filosofia e i risultati si vedono lad-dove siamo riusciti a realizzare un mec-canismo assolutamente irreversibile direciproca collaborazione. L’importanteè che siamo tutti d’accordo su questoconcetto dell’ospitalità: dare il megliodi sé, uniti, porta a realizzare il meglioper tutti. Il cliente ritornerà solo sepotrà conservare un bel ricordo dellanostra casa, e ciò sarà dipeso solo edesclusivamente dalla qualità del nostrolavoro. Oltre tutto, il personale cosìresponsabilizzato è in grado di gestireal meglio anche eventuali interscambi:se un direttore d’albergo si ammala, adesempio, come è successo a me direcente,non deve morire pensando chetutto vada a rotoli perché, con la febbrealta, è costretto anche lui come tutti gliesseri umani a starsene a letto».

Il personale ha contratti atempo indeterminato?«Assolutamente no. Io assumo con con-tratti a termine dei professionisti chemettono a disposizione il loro know-howed hanno l’opportunità di accrescerlocon le migliori gratificazioni da partemia, sia in termini economici che di qua-lità di vita. I miei collaboratori hannotutti una casa propria a disposizione,completa di tutto ciò che occorre pervivere al meglio. Non portano divisecanoniche e tutte uguali perché trovosciocco uniformare l’esteriorità e misembra più utile mettere assieme tanteteste diverse che lavorano bene per unobiettivo comune. Io scelgo per loro eassieme a loro la tipologia di vestiarioche si differenzia da settore a settoretenendo conto di una linea comune,agile e moderna ma di gran classe, cosaessenziale e doverosa all’antica tradi-zione della Casa».Insomma, pare di capire che lei ama untipo di modernità che sia sempre misce-lata al fascino della tradizione, vero?«E’ così. Soprattutto questo posto e lasua storia mi hanno convinto che ilbenessere è espressione di vita e d’ar-monia: per farle un esempio, noi offria-mo agli ospiti ogni sorta di comfort manon mettiamo mai fiori recisinei vasi; per guarnire gliinterni usiamo solole piante chep o s s o n otran-

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periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia

Roberto Coramusi

È nuovo amore tra Roma ed ilsuo litorale. Come ogni rela-zione ultradecennale assieme

a veri e propri idilli questo rapportoha vissuto momenti difficili. Ora peròè necessaria una svolta; altrimenti c’èil rischio che una costola del XIIIMunicipio si stacchi dolorosamentedal resto del corpo, come ha fatto Fiu-micino negli anni Novanta.Per la Capitale l’accesso al mare risul-ta senza dubbio strategico, special-mente se sostenuto da una serie diinterventi per sfruttare al meglio que-sta opportunità. Un viatico per il turi-smo e per il commercio prima ditutto. Il progetto “Lido di Roma2015”, presentato con una serie di ini-ziative dal 20 al 22 luglio scorso, siprefigge proprio questo, come hatenuto a precisare lo stesso sindacodi Roma Walter Veltroni, secondo ilquale «Tra le tante cose che rendonoeccezionale la nostra città ce n’è unache spesso non abbiamo saputo valo-rizzare come merita: il mare.»Le istituzioni comunali, con uno sfor-zo senza precedenti che ha visto lapartecipazione di quasi tutti gli asses-sorati, hanno dunque pianificato unaserie di azioni che, con il contributodei privati, hanno l’obiettivo dichia-rato di far fare il definitivo salto diqualità a Roma. La città eterna deveseguire l’esempio di altre grandi capi-tali come Lisbona, Rio de Janeiro, Bar-cellona e Buenos Aires che hannofatto del mare la loro principale risor-sa. «E’ per questo che occorre unprogetto che tenga insieme tutto ilterritorio, il Lido e il suo entroterra,per coniugare le ragioni dello svilup-po economico e quelle della coesio-ne sociale, dei diritti dei cittadini, dellacrescita culturale, del miglioramentodella qualità della vita. Riuscire nel-l’intento sarà tanto più alla nostraportata quanto più sapremo coinvol-gere cittadini e parti sociali, associa-

zioni e istituzioni in questa grandesfida», ha detto ancora il primo cit-tadino di Roma.La partenza appare solida, poiché sipunta da subito alla rinascita cultu-rale del litorale, con l’apertura delTeatro del Lido e di una delle piùgrandi biblioteche comunali di Romae al rilancio degli scavi archeologicidi Ostia Antica. Seguiranno il risana-mento idrico-sanitario e la depura-zione delle acque, la nascita del portoturistico, di Cineland, il migliora-mento della viabilità inter-quartieredell’entroterra. Poco più in là siaggiungeranno la trasformazione dellaferrovia Roma-Lido in metropolita-na e il nuovo ponte sul Tevere diPonte Galeria-Dragona.Tuttavia anco-ra tanto lavoro bisogna fare per ren-dere Ostia ed i quartieri limitrofiparte integrante della capitale e nonappendici abbandonate e se stesse.Uno su tutti c’è da affrontare e risol-vere il problema della criminalità che,soprattutto durante il periodo inver-nale, sfigura il volto di questa partedi città, rendendola insicura e moltovulnerabile.A questo proposito entro marzo, apri-le 2006 saranno presentati i piani diriqualificazione l’area verde circostan-te la Chiesa di S. Francesco, con indi-zione in giugno della gara di appaltoper la realizzazione di attività di socia-lizzazione e sport. I piani riguarderan-no anche i quartieri Infernetto e Dra-goncello.Tutto questo per bonificarele zone che più di altre si sono tra-sformate in un punto di ritrovo per lebande dedite alla micro-criminalità.Dando un’occhiata al progetto si notache gli interventi programmati hannouna vasta gamma di operatività e toc-cano diversi settori. Per quanto riguar-da le politiche per il turismo è in can-tiere la riqualificazione del Borghettodei Pescatori e per questo si sta anchestudiando di valorizzare le attività dipescaturismo, il recupero dello stabi-

le ex Colonia Vittorio Emanuele, daadibire ad Ostello della gioventù, e larealizzazione di una video-guida turi-stica del litorale indirizzata agli ope-ratori e ai turisti stranieri. Sotto l’a-spetto culturale si lavora per aprireuna biblioteca comunale a San Gior-gio di Acilia, presso Parco Lilloni.C’è anche l’intenzione di ristruttura-re l’ex deposito Atac di Corso Ducadi Genova per realizzare un centroespositivo d’arte moderna e contem-poranea. L’iniziativa dovrebbe potercontare su una procedura di projectfinancing, con la quale si dovrebberorendere operativi altri servizi e strut-ture ad uso culturale.Sempre nell’ambito dei programmi diriqualificazione urbana di Ostia Ponen-te e Acilia Dragona, a Dragonadovrebbe sorgere il nuovo Palazzodella Musica, disegnato da Portoghe-si. Per le politiche della periferia edello sviluppo del territorio risultamolto ambizioso il contratto di quar-tiere «Canale dei Pescatori», cofinan-ziato dalla Regione Lazio, sul qualehanno scommesso molto le autoritàcomunali. In programma c’è la pedo-nalizzazione della piazza del Borghet-to dei Pescatori, la realizzazione delpercorso pedonale che colleghi ilborgo alla ferrovia di Ostia antica,oltre alla costruzione di un centropolivalente a Stagni di Ostia.La via che l’assessorato competenteha scelto per rendere più semplice eveloce la realizzazione di questa com-plessa opera di rivalutazione è quel-la delle opere a scomputo e l’attua-zione delle zone «O». L’autorecupe-ro del territorio infatti permette aicittadini ex abusivi, organizzati in con-sorzi, di realizzare opere di urbaniz-zazione all’interno dei propri quar-tieri utilizzando gli importi che glistessi cittadini avrebbero dovutopagare come oneri di urbanizzazio-ne per il rilascio delle concessioniedilizie in sanatoria.

NOTIZIARIO

Roma in cerca del suo mare

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periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia

Mobbing, punti d’ascolto contro i disagi nelle aziendeL’obiettivo è individuare sulnascere condizioni di disagiodei dipendenti

Si va diffondendo tra le impresedell’Emilia Romagna, a cominciare daquelle della provincia di Bologna, lacreazione di “punti di ascolto” per ilpersonale aziendale, con l’obiettivodi individuare sul nascere condizionidi disagio dei dipendenti, capirne lecause e intervenire per risolverle.Tale disagio, infatti, se tempestiva-mente valutato e trattato, può esserecurato e rimosso, evitando che sicreino situazioni conflittuali econtenziosi, con conseguente benefi-cio sia per il dipendente che perl’azienda.«Questi centri di ascolto», dice ildottor Massimo Masotti, specialistain Medicina del lavoro, psicoterapeu-ta che ha già introdotto l’iniziativa indiverse aziende di Bologna e provin-cia, «permettono di scoprire e analiz-zare nascenti situazioni di difficoltàambientali o di disagio nelle relazioniumane e professionali, sia tra i dipen-denti che tra questi e le gerarchieaziendali, consentendo agli esperti diindividuare i casi più significativi e, seoccorre, suggerire interventi corret-tivi».Un’altra strada seguita oggi dalleimprese dell’Emilia Romagna, in gene-re di dimensioni medio-grandi, èquella di istituire – affidandoli a medi-ci e psicologi specialisti – corsi diformazione tarati sulle specificheesigenze aziendali e che riguardanosia i rapporti interpersonali di“comunicazione” tra i propri dipen-denti, sia la mediazione e la gestionedei conflitti. L’obiettivo principale –sottolinea il dottor Masotti – è quellodi migliorare il clima all’interno dellefabbriche e degli uffici e di favorirecosì il senso di appartenenza, conpositive ripercussioni sulla motivazio-ne e sulla produttività individuale.

Boscolo hotels e Pirelli re, alvaglio possibiliintese nel turismo?Secondo quanto risulta aFinanza & Mercati avrebberoaperto un tavolo di trattative

Pirelli Real Estate, possibile nuovoalleato finanziario ed immobiliaredell’albergatore Angelo Boscolo? E’l’ipotesi che si legge su Finanza &Mercati di sabato 9 luglio. Secondo ilquotidiano sarebbe stato aperto untavolo di trattative con l’imprendito-re di Padova, un primo incontrosembra sia già avvenuto a Milano. Alvaglio dell’a.d. di Pirelli Re, “dueipotesi di lavoro” con la catena. Laprima potrebbe essere relativa ainuovi investimenti che BoscoloHotels ha in cantiere, acquisizioniper lo più all’estero nei prossimi 12-24 mesi. L’obiettivo perseguito dalgruppo alberghiero è quello di poterdare visibilità internazionale alla cate-na. In quest’ottica si può spiegare unapossibile joint venture con PirelliReal Estate mirata ad operazioni disviluppo immobiliare.La seconda ipotesi invece al vagliodella società milanese è da ricondurreai progetti in cantiere della Bicoccatra cui un fondo immobiliare adapporto, specializzato nel settore turi-stico. Come si legge sul quotidianouna parte del portafoglio alberghierodella famiglia Boscolo potrebberappresentare un bacino da cui coglie-re gli immobili da collocare nello stru-

mento di gestione. Secondo quantorisulta a F&M alcuni valutatori profes-sionali si starebbero già muovendo tragli alberghi romani di Boscolo, mentrePirelli Re non sarebbe l’unica societàa “corteggiare” il gruppo. Secondoindiscrezioni altri investitori istituzio-nali “del mattone” sarebbero interes-sati alla realizzazione di nuove solu-zioni finanziarie ed immobiliari conl’imprenditore padovano.

Wttc, le previsio-ni per il turismoa Londra nel 2005Le bombe avranno un effettolimitato nel tempo e nell’inten-sità, ma fino a tutto il 2006.

Secondo il World Travel & TourismCouncil Crisis Committee, l’impattodegli attentati di Londra sul turismo,leisure e business, dovrebbe esserecontenuto, sia nella durata chenell’intensità, e circoscritto al soloRegno Unito. Il Wttc Cris EventForecasting Model è stato per laprima volta utilizzato dal momentodella sua creazione, a maggio diquest’anno durante il summit diNew Delhi. Queste le previsioni peril 2005: i visitatori potrebbero ridur-si di 588mila unità rispetto allaprevisione formulata in precedenzaper il periodo in questione (30milio-ni 947mila368), per un –1,9%. I viag-gi personali degli inglesi potrebberocalare del 2,3% rispetto alla previ-sione, con la perdita di 2,3 mld disterline su un totale di spesa previ-sto di 102mld di sterline.Altrettan-to, 2,3% la perdita dei viaggi busi-ness delle società inglesi (523 mln disterline le spese mancate su untotale di 22,7 mld). Il Pil derivantedall’industria di viaggi e turismopotrebbe perdere due punti percen-tuali, vale a dire 927 mln di sterline,dalle previsioni formulate in prece-denza (46,8mld). L’influenza degliattentanti, conclude il Wttc, dovreb-be farsi sentire anche nel 2006, perpoi svanire completamente nel2007.

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periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia

Sempre più in viaggio con InternetIl governo giapponese ha pubblicato ilLibro bianco sull’utilizzo di Internet, dalquale risulta che alla fine del 2004 gliutilizzatori della rete risultavano esse-re 79 milioni 480mila, con un aumentodi quasi il 3% rispetto all’anno prece-dente. Sono quindi il 62.3% i nipponiciche navigano sul web ma la cosa inte-ressante è che per quanto riguarda lapianificazione dei viaggi ben l’80% delleinformazioni proviene da Internet, con-tro il 50% delle pubblicazioni a stampae il 28.1% della televisione. Le più “clic-cate” sono le carte geografiche del ter-ritorio che si intende visitare e le infor-mazioni relative ai negozi (58.1%),seguono gli articoli con informazionigenerali e le previsioni del tempo(54.5%); le informazioni sui trasportipubblici e come arrivare a destinazio-ne sono prese per il 53% dalla rete.

In Italia i cacciatoridi itineraridella JATANel corso del seminario che Japanitalyha tenuto a Ferrara il 28 maggio scor-so in occasione della manifestazione“Cento Città” la JATA (Japan Associa-tion of Travel Agency) ha comunicatoche invierà entro quest’anno una pro-pria delegazione in visita in dodici paesiper creare nuovi itinerari di viaggio chetengano conto delle tendenze in attoin Giappone, dove è in forte crescita ilturismo individuale, e per svilupparenuovi prodotti da proporre ai turistipotenziali. L’obiettivo è di portare entroil 2007 venti milioni di giapponesi all’e-stero (alla fine del 2004 sono stati sedi-ci milioni e mezzo). I paesi scelti per lavisita sono stati classificati in tre cate-gorie: «big destination», circa un milio-ne di turisti giapponesi all’anno, in cuisono stati inclusi Cina, Italia, e Germa-nia; «second destination», circa mezzomilione all’anno, in cui sono inclusiFrancia, Portogallo, Inghilterra,Austra-lia e Taiwan; «new destination», per flus-si ancora esigui: Vietnam, Messico,

Marocco, Nuova Zelanda.Per il nostro paese essere tra i “big”,specialmente in un momento così dif-ficile, è senz’altro una buona notizia.Adesso occorre non farsi trovareimpreparati e per questo è importan-te l’impegno sia delle amministrazionipubbliche che degli operatori privati.Le prime devono far conoscere il loroterritorio, senza dimenticare un aspet-to che può sembrare banale: come rag-giungere una determinata area con imezzi pubblici. I giapponesi infatti dif-ficilmente affittano un’ auto e pren-dono invece volentieri bus, pullman etreni; come sono abituati a fare nelloro Paese. Secondo un sondaggioeffettuato tra i turisti nipponici risultache essi desiderano innanzitutto avereinformazioni molto concrete e utilimentre le immagini, anche se moltobelle, interessano decisamente meno.Insomma l’opposto di quanto si vedein molti dei siti internet di regioni, pro-vince e comuni.I privati invece devono fare moltaattenzione al rapporto prezzo-qualitàche ha subito un evidente peggiora-mento negli ultimi anni. Altro ele-mento sostanziale è la cura del clien-te, per la quale in passato gli italianierano famosi. Attenzione quindi ai par-ticolari e alle richieste, molte volte ine-spresse, dei propri ospiti.

Stime in crescita per i T.O. giapponesiSecondo il rapporto JTB 2005 sullaprevisione del mercato turistico giap-ponese all’estero anche il 2005 è daconsiderarsi molto positivo. Il numerodei viaggi all’estero dovrebbe infattiattestarsi sulla cifra di 17 milioni 400mila, avvicinandosi a quella record del2000 di 17 milioni 820mila.Tale risul-tato si deve sia al recupero del desi-derio di andare all’estero da parte dellafascia di età matura, sia alla migliorecongiuntura economica, derivata dallacrescita per due anni consecutivi delPil. Ha contribuito inoltre l’ aperturadell’aeroporto internazionale di Chubu,

provincia di Aichi.Tuttavia il rapportocita anche elementi negativi come l’au-mento delle tariffe dei voli dovuto all’a-scesa del prezzo del petrolio e il peri-colo attentati, che potrebbero averequalche effetto sul computo finale.Il documento della JTB fornisce invecei dati definitivi del 2004, secondo i qualisono stati 16 milioni 831mila i giappo-nesi che hanno lasciato l’arcipelago (più28.6% rispetto all’anno precedente).L’incremento è dovuto principalmenteall’attrazione per la Cina e per la Corea.In particolare il numero dei viaggiatoriper la Cina è stato di 3 milioni 350 mila,con un aumento del 48.1%.L’altra tendenza nuova rilevata dalla JTBriguarda le modalità di prenotazionedel viaggio, che nel 26.9% dei casi avvie-ne via Internet. Il web è la forma pre-ferita dalle donne single, dalle donnesposate ma occupate e dagli uomini sin-gle,A scegliere la modalità tradiziona-le, lo sportello dell’agenzia di viaggio, èormai solo il 35.8%. L’uso di Internetper pianificare il viaggio inoltre aumen-ta man mano che si acquisisce unamaggiore esperienza turistica.Tra lepersone con più di dieci esperienze diviaggi all’estero, l’utilizzo di internet saleinfatti al 30%. Infine risulta che mentrein passato il leading target del viaggioall’estero era quello di donne del seg-mento di età 20-29 anni, adesso sonole donne di età 30-39 anni e in parti-colare quelle di 50-59 anni le repeater,in grado di trainare il mercato.

Occhio alla concorrenza!Nel turismo affidarsi alle posizioni di ren-dita non è saggio.La dimostrazione vienedagli Stati Uniti, il cui governo ha stan-ziato cinque milioni di dollari per attira-re in quel paese i turisti giapponesi. Sitenga conto che gli Usa sono già la prin-cipale meta dei nipponici,preceduti comenumero soltanto dai “cugini” inglesi.Nel2004 sono stati infatti 3 milioni 700 milai cittadini del Sol Levante che si sonorecati nel Paese a stelle e strisce, con unincremento del 18% rispetto all’annoprecedente e spendendo in totale ben12.4 miliardi di dollari.

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periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia

Ecotur: rapporto su “turismo e natura” Momento saliente della XV edizionedi Ecotur, che si è svolta dal 22 al 24aprile a Montesilvano, è stato la pre-sentazione del terzo Rapporto sulTurismo-Natura.Le vicende e le tensioni internazionalihanno inciso anche sulla scelta dellevacanze. Non potrebbe spiegarsi diver-samente il significativo aumento, in ter-mini di arrivi e di presenze, del turismoeco-ambientale e di quanti decidonodi trascorre una vacanza non consu-mistica, alternativa, nei territori natu-ralistici o nelle aree protette. Il ter-mometro di questo crescente feno-meno lo si è avuto nel corso della XVedizione di Ecotur con la presentazio-ne del terzo Rapporto, secondo il qualelo scorso anno i turisti che hanno scel-to una vacanza a contatto con la natu-ra sono stati 7,5 milioni dei quali 1,7milioni stranieri (4,5% degli arrivi glo-bali in Italia). La spesa complessiva èstata di 5,4 miliardi di euro, pari al 6,7%dei complessivi 80 miliardi di euro dispesa per consumi turistici a livellonazionale, e l’occupazione fu di 102 milaposti di lavoro.

A settembre tornA settembre torna Buy Lazio Il Buy Lazio torna in provincia di Romadal 15 al 18 settembre 2005.Secondo laformula di workshop turistico itineran-te in tutto il patrimonio turistico delLazio. Protagonisti di questa ottava edi-zione sono i mercati dei paesi del NordEuropa, in particolare i paesi scandinavi,i paesi baltici, il Regno Unito e l’Irlanda.Buy Lazio è un’iniziativa promossa daUnioncamere Lazio, in collaborazionecon l’assessorato al Turismo dellaRegione, l’Enit, l’Alitalia e con il soste-gno operativo delle Camere di com-mercio del Lazio, delle associazioni dicategoria del turismo (Confturismo,Assoturismo, Federturismo) e di tuttigli attori locali.Riproposta la strategia di marketing ter-ritoriale “Dalla geografia al prodotto”,finalizzata a promuovere un prodotto

turistico regionale diversificato e di altaqualità. Come lo scorso anno il terri-torio viene presentato in sezioni distin-te per prodotto offerto:mare del Lazio,città d’arte e cultura, enogastronomia,ambiente e natura, congressuale. E’ pre-vista la presenza di 70 buyers selezio-nati, provenienti dai mercati turisticinordeuropei specializzati nell’outgoinge nell’organizzazione di soggiorni in Ita-lia. Sul versante dell’offerta, sono pre-viste oltre 200 aziende laziali.

Trend in salitper le entrate valutarie del 2004Primato economico per il turismo congressualeNel 2004 il turismo congressuale hafatto segnare oltre 22,5 miliardi dieuro, pari ad una quota-mercato del26% rispetto allo share del turismobalneare, attestatosi al 23%. Il dato èemerso nel corso della presentazionea Roma dell’Osservatorio congressualeitaliano, promosso dal ConventionBureau della Riviera di Rimini e dallarivista specializzata Meeting & Congressi,della Ediman.Nel corso dell’incontro, annuale appun-tamento per gli operatori del settore,sono stati presentati i dati del merca-to:109.000 incontri tra congressi e con-vegni, 17 milioni di congressisti (+10%)e circa 12,6 milioni di pernottamenti),e per la prima volta è stato anche resonoto il conto economico del settore,che contribuisce alla formazione del Pilcon circa 15 miliardi di euro.Secondo il curatore dello studio, il pro-fessor Attilio Gardini, «Dati economi-ci alla mano, si tratta, di un settoresano, con imprese dinamiche e alta-mente produttive, dove appare evi-dente l’appeal per investimenti futuri.Anche se purtroppo non va ignoratoil fatto che a fronte di un’offerta benarticolata, si registra un insoddisfacenteposizionamento sui mercati interna-zionali». Mercati, come ha aggiunto ilpresidente di Federcongressi,AdolfoParodi, sui quali l’Italia si presenta«senza una strategia di competitività,ma soprattutto senza aggregazioni diqualità, come ad esempio i ConventionBureau che potrebbero sostenere le

candidature delle nostre sedi con-gressuali presso gli interlocutori este-ri». Per il presidente di Italcongressi,Massimo Fabio, occorre però anche ilsupporto delle istituzioni, poichè «senon siamo appetibili all’estero è ancheperché non coinvolgiamo le associa-zioni scientifiche, rendendole consa-pevoli dell’importanza di ospitare even-ti internazionali. Dovremmo sollecita-re la nuova Enit, recentemente tra-sformata in Agenzia di promozione, asensibilizzare la rete diplomatica ita-liana per supportare le promozionidelle nostre offerte congressuali»

Trend in salita per le entrate valutarie del 2004Il 2004 è stato un anno sostanzial-mente positivo per il turismo inter-nazionale in Italia, con un aumentodelle entrate pari a +3,8% rispetto al2003 (da 27.605 a 28.665 milioni dieuro). La diminuzione delle uscite (da18.193 a 16.515 milioni di euro, parial -9,4%) ha portato ad un conse-guente miglioramento del saldo dellabilancia dei pagamenti turistica rispet-to al 2003 (da 9.412 a 12.150 milionidi euro, pari al +29,1%). Questo qua-dro è emerso nel corso della VI con-ferenza “L’Italia e il turismo interna-zionale nel 2004. Risultati e tendenzeper incoming ed outgoing” organizza-ta dal Ciset, Università Ca’ Foscari diVenezia e Ufficio Italiano Cambi, svol-tasi a Venezia.In rapporto al Pil le entrate rappre-sentano il 2,1%. La destinazione con ilmaggior apporto di valuta straniera siè confermata la provincia di Roma(3.732 milioni di euro), in aumento del5,4% rispetto al 2003, come risulta dal-l’indagine campionaria alle frontierecondotta dall’Uic. Per quanto riguar-da i paesi d’origine, la Germania si èconfermata la nazione che alimenta lemaggiori entrate per turismo in Italia(23% del totale, +260 milioni di eurosul 2003) con flussi in aumento. Posi-tivo anche l’andamento delle spesedagli Stati Uniti (11,2%), dal RegnoUnito (8%), dall’Australia (2,1%).

NOTIZIARIO

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periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia

Maurizio Fantaccione

Con le circolari n.262 del 13ottobre 1995 e n.18 del 22gennaio 1996 l’INPS ha già

fornito indirizzi interpretativi inmateria di prescrizione dei crediticontributivi previdenziali e assisten-ziali di cui all’articolo 3 commi 9 e 10della legge n. 335/95. In materia, lasentenza della Corte di Cassazionen.2100 del 12 febbraio 2003, oggettodel messaggio n.10 emesso dal Coor-dinamento Generale Legale l’8maggio 2003, ha costituito l’unicaderoga agli indirizzi espressi nellecircolari citate in quanto affermavache i crediti contributivi maturatiprima del primo gennaio 1996 nonpossono mai considerarsi prescrivibilinel più breve termine dei cinque anni,ritenendo che la durata del terminedi prescrizione si dovesse determina-re in base al periodo di riferimentodel credito.Successivamente la Suprema Cortecon le sentenze del 17 dicembre2003 n.19334, 7 gennaio 2004 n.46 e6 aprile 2004 n.6706 ha nuovamenteaffermato e consolidato il precedenteorientamento. Si rende, pertanto,indispensabile fornire una interpreta-zione corretta dei canoni essenzialidella prescrizione del diritto dell’enteprevidenziale ai contributi dovuti dailavoratori e dai datori di lavoro,secondo le regole poste dall’art. 3,commi 9 e 10 della legge 335/1995,così come interpretate dalla giuri-sprudenza più recente.

1. Decorrenza della prescri-zione ed efficacia degli attiinterruttivi.Si rammenta in primo luogo che, inmateria di diversa durata dellaprescrizione del credito contributivo,la legge n. 335 del 1995 distingue traatti posti in essere ad iniziativadell’Ente ed atti posti in essere su

denuncia del lavoratore, principio chenon contrasta con quello generalestabilito dall’art. 55 del R.d.l. 4 otto-bre 1935 n.1827, secondo il qualel’interruzione della prescrizione deicontributi per l’ assicurazione obbli-gatoria si verifica solo per effettodegli atti, indicati dall’art. 2943 Codi-ce Civile, posti in essere dall’INPS,titolare del relativo diritto di credito,e non quando anche uno di tali attisia posto in essere dal lavoratore,come nell’ipotesi di azione giudiziariada questi proposta nei confronti deldatore di lavoro.In base alla disposizione in parola,anche la denuncia del lavoratore odei suoi superstiti è idonea a deter-minare in dieci anni il termine dellaprescrizione nei confronti dell’INPS odegli altri Istituti previdenziali acondizione che l’Ente emetta l’attointerruttivo di propria competenza. Siricorda in proposito che la legge n.335/95 è entrata in vigore il 17agosto 1995 ed ha posto la data del 1gennaio 1996 come decorrenza perla riduzione della prescrizione acinque anni. Quindi gli atti interruttivinotificati e le procedure intese alrecupero, iniziate prima del 17 agosto1995, hanno efficacia interruttivadella prescrizione diversa (per dieci ocinque anni) a seconda del tipo dicontribuzione; tali periodi vanno poiaumentati del periodo di sospensionetriennale di cui all’art. 2 della legge n.638/83. Ne discende che attualmentesi possono configurare tre differentisituazioni per calcolare con certezzail decorso della prescrizione delcredito contributivo, a seconda delmomento dell’eventuale esercizio (omancato esercizio) di un atto inter-ruttivo della prescrizione stessa:- la prima per il periodo fino al

31dicembre 1995 trascorso senzacompimento di atti interruttivi;

- la seconda per il periodo dal 17

agosto 1995 e fino al 31 dicembre1995 trascorso col compimento diatti interruttivi;

- l’ultima per periodi dal primogennaio1996.

Di conseguenza, la possibilità di recu-perare i contributi relativi ad anniprecedenti si tradurrà in atti concretiin modo diverso anche a secondadella data dell’ultimo atto interruttivodei termini (se posto in essere) sel’atto è stato compiuto prima del 17agosto 1995, possono essere recupe-rati i contributi IVS risalenti ai tredicianni precedenti, in quanto gli stessirestano assoggettati alla prescrizionedecennale ed alla sospensione trien-nale prevista dalla legge 11 novembre1983 n. 638 (in questi termini senten-za Cassazione del 7 gennaio 2004n.46). Se invece risulta essere statocompiuto tra il 17 agosto 1995 ed il31 dicembre 1995, il recupero deicontributi potrà retroagire per solidieci anni. Ovviamente in tal caso, perevitare la perdita del diritto perprescrizione, il successivo atto inter-ruttivo deve intervenire entro i diecianni dal precedente.In ogni caso, ed ancorché si tratti dicontributi riferentesi a periodisuccessivi al primo gennaio 1996, ladenuncia del mancato pagamento deicontributi stessi da parte del lavora-tore dipendente o a progetto o delcollaboratore coordinato e continua-tivo comporta che il termine prescri-zionale sia decennale, sempre chel’Istituto provveda ad emettere ilproprio atto avente efficacia interrut-tiva.I contributi minori (DS,TBC, ENAO-LI, SSN, etc .) si prescrivono in cinqueanni anche a seguito della legge n.335/1995, in quanto nulla è cambiatorispetto alle precedenti disposizioni.È opportuno rammentare che hannoefficacia interruttiva della prescrizio-ne relativamente al residuo debito,

TRIBUNA DEL LAVORO

Prescrizione dei contributi e agevolazioni per le nuove assunzioni

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periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia

anche i pagamenti in acconto di undebito già denunciato come, adesempio, la contribuzione denunciatain occasione dei condoni. In conside-razione di ciò e per evitare la prescri-zione del debito residuo, le sedi sonoinvitate a definire, con le relativeprocedure, i condoni per i quali risul-tano interrotti i pagamenti per oltredue rate e a diffidare i debitori. Perl’area agricola, le diffide, relativamenteai condoni, sono state emesse dallasede centrale.

2. Prescrizione dei contributidovuti dagli artigiani, dagliesercenti attività commercialie dai lavoratori autonomiiscritti alla Gestione separata.I criteri di applicazione dell’istitutodella prescrizione in materia dicontributi dovuti dagli artigiani, daicommercianti e dai lavoratori auto-nomi iscritti alla Gestione separata(cosiddetti professionisti non iscrittiad altre casse), nei termini introdottidalla citata legge n. 335/1995, sonostati illustrati dalla circolare n. 104 del16 maggio 1996. Con detta circolare,in riferimento agli artigiani ed aicommercianti, veniva ribadito il prin-cipio, già espresso in precedentidisposizioni, secondo il quale per lacontribuzione dovuta sulla quota direddito eccedente il minimale impo-nibile di cui alla legge n.233/1990, laprescrizione inizia a decorrere dalladata in cui l’Amministrazione finan-ziaria dello Stato comunica all’Istitutoil reddito prodotto dal soggettotenuto al pagamento della relativacontribuzione previdenziale. E ciò inconsiderazione dell’insussistenza dinorme che impongano al contribuen-te di comunicare all’Istituto il proprioreddito e della disposizione contenu-ta nell’art. 2935 del Codice Civile, inbase al quale la prescrizione cominciaa decorrere dal giorno in cui il dirittopuò essere fatto valere.Si fa presente, a tal riguardo, che taleorientamento è stato recentementecensurato da numerose sentenze dimerito che hanno evidenziato l’insus-sistenza, nella fattispecie, di un’impos-

sibilità giuridica di riscuotere, benpotendo l’Istituto chiedere la denunciadei redditi agli interessati o all’Ammi-nistrazione finanziaria. Alla luce delcitato orientamento giurisprudenziale,anche al fine di evitare la condannadell’Istituto al pagamento delle speselegali, si è giunti nella determinazionedi applicare, in riferimento ai contribu-ti dovuti sulla quota di reddito ecce-dente il minimale imponibile, gli stessicriteri in atto per i contributi dovutisul predetto minimale. Conseguente-mente il termine prescrizionale decor-re dal giorno in cui i contributi inargomento dovevano essere corrispo-sti secondo la normativa vigente e,quindi, dal giorno in cui doveva essereversato il saldo risultante dalla dichia-razione dei redditi dell’anno di riferi-mento.Il nuovo indirizzo sarà applicato atutte le situazioni non definite alladata di emanazione della presentecircolare, ivi comprese quelle relativeai lavoratori autonomi di cui all’art.50 del TUIR. I contributi iscritti aruolo e prescritti saranno sgravatid’ufficio, mentre i ricorsi amministra-tivi giacenti riguardanti l’argomentosaranno restituiti alle rispettive strut-ture che, verificata l’assenza di attiinterruttivi, adotteranno i conseguen-ti provvedimenti di annullamentodell’imposizione.Non appare superfluo evidenziare, atal riguardo, che le modalità di riscos-sione dei contributi introdotte daldecreto legislativo 18 dicembre 1997,n. 462, con la conseguente attribuzio-ne di competenze all’Amministrazio-ne finanziaria dello Stato, sono piena-mente compatibili con il criterio dicomputo dei termini prescrizionalisin qui descritto. L’attuale ripartizionedelle attribuzioni tra l’INPS e l’Agen-zia delle entrate limita, peraltro, l’in-tervento dell’Istituto in materia allesole fattispecie non coinvolte dall’a-zione di recupero dell’Amministra-zione finanziaria.

Assunzioni agevolate ex legen. 407/1990 e obbligo di rias-sunzione ex art. 6, c.4 del

D.lgs n. 297/2002L’articolo 8, c.9 della legge n.407/1990, come noto, prevede laconcessione di taluni incentivi in favo-re di tutti i privati datori di lavoro edegli enti pubblici economici, in casodi assunzione con contratto a tempoindeterminato di lavoratori disoccu-pati da almeno ventiquattro mesiovvero sospesi dal lavoro e beneficia-ri del trattamento straordinario diintegrazione salariale da un periodouguale a quello suddetto.Ai fini dell’accesso alle agevolazionicontributive il legislatore, ha previstodue ordini di requisiti, che devonoessere posseduti rispettivamente dailavoratori e dai datori di lavoro. Ilavoratori devono essere disoccupatida almeno 24 mesi o sospesi dal lavo-ro e beneficiari di trattamento dicassa integrazione dallo stesso perio-do. I datori di lavoro non devonoassumere in sostituzione di lavoratoriper qualsiasi causa licenziati o sospe-si. Fra questi ultimi non sonocompresi quelli che si dimettono equelli assunti a termine, i cui contrattisi risolvono alla prevista scadenza.La norma non precisa quale sia l’arcotemporale di riferimento ai fini dell’e-ventuale sostituzione. D’intesa con ilMinistero del Lavoro si era, quindi,ritenuto che esso dovesse essererapportato ai dodici mesi immediata-mente precedenti, in considerazione,anche, delle disposizioni in materia diriduzioni o sospensioni di personaledi cui all’articolo 15, c. 6 della leggen.264/1949.Tale ultima disposizione,tuttavia, è stata successivamentemodificata dall’articolo 6, c.4 delD.lgs. n.297/2002, che ha provvedutoa dimezzare il termine annuale.Conseguentemente, il Ministero delLavoro ha di recente manifestato ilproprio orientamento di rivedere ilcriterio sinora seguito nella prassiamministrativa, adeguandolo al vigen-te termine di sei mesi, previsto inmateria di riduzione del personalesuccessivamente all’entrata in vigoredel D.lgs n.297/2002.In conformità, quindi, con gli indirizziministeriali, si ritiene possibile

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ammettere alle agevolazioni contri-butive in argomento i datori di lavoroche procedano alle relative assunzio-ni di personale entro i sei mesisuccessivi alla cessazione dei prece-denti rapporti di lavoro. Resta confer-mato, ovviamente, il rispetto dellealtre condizioni di accesso.Al riguar-do appare utile ribadire che, in basealla lettera della norma, l’assunzionedeve essere a tempo indeterminato(anche part time) sin dall’origine.Come peraltro già affermato nelmessaggio n.19018 del 7 dicembre1999, la fattispecie dell’assunzionecon contratto a tempo determinatoe successiva trasformazione a tempoindeterminato del rapporto, infatti,mentre trova espressa disciplina nellalegge n.223/1991, non è contemplatadalla legge n. 407/1990.

Sent. n. 3082 del 21 ottobre 2003 (dep.il 17 febbraio 2004) della Corte Cass.,Sez. tributaria - Pres.Altieri, Rel. Botta

Imposte sui redditi - Reddito dilavoro dipendente - Indennitàa titolo di risarcimento deldanno da «dequalificazioneprofessionale» percepita da undipendente a seguito di trans-azione relativa alla risoluzioneconsensuale del rapporto dilavoro - Onere della prova -Imponibilità

Massime - Il «demansionamento»del lavoratore da parte del datore dilavoro costituisce inadempimentocontrattuale e determina, oltreall’obbligo di corrispondere le retri-buzioni dovute, l’obbligo del risarci-mento del cosiddetto «danno dadequalificazione professionale».Taledanno può assumere aspetti diversiin quanto può consistere sia neldanno patrimoniale, derivantedall’impoverimento della capacitàprofessionale acquisita dal lavoratoree dalla mancata acquisizione di una

maggiore capacità, sia nel pregiudiziosubìto per perdita di chance ossia diulteriori possibilità di guadagno, sia inuna lesione del diritto del lavoratoreall’integrità fisica o, più in generale,alla salute ovvero all’immagine o allavita di relazione. Ci si trova, quindi, difronte ad un danno composito, le cuicomponenti non è detto che sussi-stano tutte in una stessa fattispecie edelle quali, per ciascuna, deve esseredata una specifica prova circa il nessodi causalità.In assenza di elementi probatori chene consentano una diversa qualifica-zione, l’indennità percepita da unlavoratore a seguito di transazioneavente ad oggetto la risoluzione delrapporto di lavoro, a titolo di risarci-mento del danno da dequalificazioneprofessionale, deve ritenersi diretta arisarcire la perdita di redditi cagiona-ta al lavoratore dal comportamentoillegittimo del datore di lavoro.

Fatto - con ricorso presentato il 23ottobre 1997, il sig. F. impugnava,innanzi alla Commissione tributariaprovinciale di Milano, il silenzio rifiutoopposto dall’Amministrazione finan-ziaria all’istanza di rimborso delleritenute alla fonte subita dal contri-buente per l’importo di lire624.375.000, sull’imposto lordocomplessivo di lire 1.865.000.000,corrisposto al contribuente medesi-mo dal proprio datore di lavoro a(supposto) titolo di risarcimentodanni alla professionalità e per dannobiologico, a seguito di un verbale diconciliazione sottoscritto in data 14ottobre 1996.Sosteneva il contribuente, che ilproprio datore di lavoro, la società P.S.p.A. presso la quale era stato assun-to con mansioni «manageriali» il 30maggio 1984, verso la fine dell’anno1992, dopo che egli era statopromosso del 1989 direttore delleiniziative editoriali, aveva cominciatoa sottrargli progressivamentemansioni, fino a lasciarlo sostanzial-mente privo di attività da svolgere.Tale situazione aveva indotto nelcontribuente un profondo stato di

frustrazione e di stress, che trovava ilsuo momento apicale in un infartocardiaco il 26 marzo 1993, dal qualesarebbe derivata al lavoratore un’in-validità nella misura del 55 per cento.Il 14 ottobre 1996 il F. aveva convenu-to, a seguito di ricorso ex art.414 delcodice di procedura civile, avanti alPretore di Milano il proprio datore dilavoro, rivendicando differenze retri-butive, nonché il risarcimento deldanno alla professionalità e del dannobiologico, danni che attribuiva all’ille-gittimo comportamento posto inessere dal convenuto. In pari dataveniva sottoscritto il ricordato verba-le di conciliazione, nel quale venivaconcordata la risoluzione del rappor-to di lavoro e il datore di lavoro siimpegnava, in via transativa, a ricono-scere al lavoratore, tra l’altro, anchela somma di lire 1.865.000.000 pertutte le voci di danno rivendicate: masu tale somma il datore di lavororiteneva di dover operare la ritenutafiscale.Di qui l’istanza di rimborso da partedel lavoratore, il silenzio rifiutodell’Amministrazione finanziaria ed ilricorso al giudice tributario che hadato origine al presente giudizio.La Commissione adita, con sentenzan.348/45/98 del 20 ottobre 1998,depositata il 3 febbraio 1999, rigetta-va il ricorso e la decisione venivaconfermata dalla Commissione tribu-taria regionale di Milano, la quale, conla sentenza in epigrafe, rigettava l’ap-pello del contribuente.Avverso tale sentenza, il sig. F., conatto notificato il 20 dicembre 2000,propone ricorso per cassazione conunico articolato motivo, che illustraanche con memoria ex art. 378 delcodice di procedura civile. Resiste ilMinistero delle finanze con controri-corso notificato il 22 febbraio 2001.

Diritto - Con l’unico complessomotivo di ricorso, il ricorrentedenunciava violazione e falsa applica-zione degli artt. 6 e 16 del D.prn.917/1986, quest’ultimo come modi-ficato dall’art. 32 del Dl. n.41/1995,convertito con modificazioni dalla

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MASSIMARIO DEL DIRITTOTRIBUTARIO

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legge. n.85/1995, nonché omessa,insufficiente e contraddittoria moti-vazione circa un punto decisivo dellacontroversia, rilevabile d’ufficio ecomunque eccepito dalla parte.Ad avviso del ricorrente, avrebbeerrato il giudice di merito nel ritenereche la disposizione di cui al comma 2dell’art. 6 del Tuir, nella parte in cuiesclude «dalla tassazione soltanto leindennità dipendenti da invaliditàpermanente o da morte», comportas-se il rigetto della domanda.Sarebbe fondata su questo presup-posto, l’affermazione della sentenzaimpugnata, secondo la quale nonesiste «agli atti una sentenza delTribunale che certifichi l’intervenutaincapacità lavorativa, né tanto menola transazione proposta dalla societàed accettata dal ricorrente ha contri-buito a risolvere la tematica se lasomma sia stata versata a coperturadel danno alla professionalità, all’im-magine, o alla personalità oppure deldanno biologico e in che percentua-le», né dalla prodotta documentazio-ne clinica emerge una qualsiasi provache «la patologia dichiarata sia instretta dipendenza del rapporto dilavoro»: sicché «le indennità percepi-te a vario titolo dal ricorrente nonpossono che essere consideratecome reddito assimilato a quello dilavoro dipendente assoggettate atassazione».La decisione adottata dal giudice dimerito è censurabile, ad avviso delricorrente, perché sarebbe stataomessa «la necessaria qualificazionedelle somme percepite dal ricorren-te, individuandone il “titolo” sullabase del distinguo danno emergen-te/lucro cessante; individuazione,peraltro, semplicemente ricavabile siadalla natura delle somme erogate(indubitabile quantomeno per ildanno biologico), sia dal verbale diconciliazione giudiziale».Il motivo oltre a presentare profili diinammissibilità, è infondato. Se siconsidera, infatti, quale sia la ratiodecidendi della sentenza impugnata èabbastanza agevole verificare cheessa non è sostanzialmente investita

dalle censure articolate nel ricorso.Orbene, dalla lettura della sentenzaimpugnata emerge che la ratio deci-dendi è radicata in un accertamentodi fatto, anzi in una pluralità di accer-tamenti di fatto che possono cosìindividuarsi:

a) assenza di una prova certa ed affi-dabile circa la (dedotta) incapacitàlavorativa. Il giudice di merito, inproposito, parla della inesistenza«agli atti di una sentenza del Tribu-nale che certifichi l’intervenutaincapacità lavorativa»;

b) insufficienza dell’atto transativostipulato tra le parti a chiarire lanatura delle somme erogate daldatore di lavoro al lavoratore.L’atto in questione darebbe a talisomme una qualificazione, ad avvi-so del giudice di merito, generica,non essendo possibile ricostruirese esse siano versate «a coperturadel danno alla professionalità,all’immagine o alla personalitàoppure del danno biologico e inche percentuale»;

c) assenza di una prova certa ed affi-dabile circa la «stretta dipenden-za» della «patologia dichiarata»dal rapporto di lavoro: in altreparole il difetto di prova sul nessodi causalità.

In questo quadro, il nucleo centraledell’accertamento compiuto dalgiudice di merito appare indubitabil-mente costituito dall’interpretazionedella volontà delle parti consacratanell’atto transattivo con il quale èstato consensualmente risolto ilrapporto di lavoro e che ha costitui-to la causa di legittimazione dell’ero-gazione da parte del datore di lavoroal lavoratore della somma sulla qualeè stata operata la contestata ritenutaIrpef.Se, quindi, alla base del convincimen-to raggiunto dal giudice di merito viè l’interpretazione della volontà delleparti, come consacrata nell’accordoche ha regolato la risoluzioneconsensuale del rapporto di lavoro,ci si trova di fronte ad un accerta-

mento di fatto incensurabile in sededi legittimità se la motivazione èimmune da vizi logici e giuridici(Cass. n.5110/2003; n.10290/2001;n.7242/2001; n.1054/2001).È appena il caso di evidenziare che ilricorrente non ha sostanzialmenteproposto alcuna censura il punto dimotivazione della sentenza impugna-ta, essendosi egli, in concreto, limita-to alla sola enunciazione, nella rubri-ca del motivo di ricorso, di unadenuncia (poi non sviluppata conadeguate argomentazioni) di «omes-sa, insufficiente e contraddittoriamotivazione circa un punto decisivodella controversia, rilevabile d’ufficioe comunque eccepito dalla parte»: sitratta di una denuncia assolutamentegenerica, come rileva la circostanzache la «rubrica» del motivo delricorso riproduce, praticamente allalettera, il dettato di cui all’art. 360,n.5), del codice di procedura civile,omettendone uno specifico collega-mento con la fattispecie discussa.Eppure, poiché l’essenza della deci-sione impugnata si risolveva (comepur lo stesso ricorrente sembraammettere) in questa (da lui conte-stata) esegesi dell’atto transattivo, ilricorso avrebbe dovuto sviluppareuna critica, che facesse emergere laviolazione dei canoni legali di erme-neutica contrattuale (trattandosi nelcaso di specie dell’interpretazione diun atto di autonomia privata) e i vizidi motivazione.Inoltre, poiché le censure in questionenon possono risolversi nella meracontrapposizione di una interpreta-zione diversa da quella criticata,occorreva che, nel denunciare laviolazione delle regole di ermeneuticaed il vizio di motivazione, fosse speci-ficamente indicato il nodo attraversoil quale si fosse realizzata l’anzidettaviolazione e le ragioni della obiettivadeficienza e contraddittorietà delragionamento del giudice di merito(cfr. Cass. n.9950/2001; n. 11053/2000;n.4222/2000,n.8057/1999).In altri termine, di fronte all’interpre-tazione che il giudice di merito avevadato dell’accordo transattivo consa-

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crato nel verbale di conciliazione, eradi fondamentale importanza che l’ap-parato critico del ricorso fossecostruito con la specificità adeguataa consentire a questa Corte la verifi-ca della (supposta) erroneità dell’e-segesi assunta a base del convinci-mento espresso nella sentenza impu-gnata. E proprio perché si trattava diuna (supposta) erronea interpreta-zione di un atto di autonomia priva-ta, il ricorrente avrebbe dovuto: a)riprodurre integralmente nel ricorso,nel rispetto del principio di autosuffi-cienza, l’accordo de quo (o, almeno, laparte in contestazione) - non poten-do la Suprema Corte, per i limitipropri della funzione ad essa attribui-ta, procedere alla ricerca e all’esamedel contenuto dei fascicoli di parte(cfr. Cass. n.4948/2003; n.4905/2003)-; b) precisare quali norme ermeneu-tiche fossero state in concreto inos-servate: c) specificare in quale modoe con quali considerazioni il giudicedi merito se ne fosse discostato.Nulla, di tutto questo, e riscontrabilenel ricorso: il ricorrente, in verità,sembra piuttosto voler contrappor-re, all’esegesi del giudice di merito, lapropria interpretazione; ma questa sirisolve, peraltro, in affermazioni - «lesomme percepite dal ricorrente(hanno) natura risarcitoria in quantocostituenti ristoro del cosiddetto“danno emergente”» -, che rimango-no indimostrate e che, nell’idea delricorrente, dovrebbero trovare forzanella (ritenuta) impossibilità, per ilgiudice di merito, di disattendere laqualificazione delle somme erogateoperata dalle parti nel verbale diconciliazione.Senonché è proprio la qualificazionedata dalle parti alle somme de quibusad essere dal giudice di merito, nondisattesa, ma giudicata insufficiente adar conto della natura delle sommemedesime ed in particolare a chiarirese esse siano imputabili, per restarenella prospettiva interpretativa che ilricorrente predilige, a «danno emer-gente» o a «lucro cessante» (o qualeparte o percentuale delle stesse sia,all’una e all’altra categoria di danno,

ascrivibile): in buona sostanza, ilgiudice di merito ritiene che la quali-ficazione, data nel verbale di concilia-zione alle somme erogate al lavora-tore, sia priva di decisività, perchégenericamente riferita ad ogni prete-sa di danno che il lavoratore avevaavanzato o avrebbe potuto avanzare.Su questo punto - che è senzadubbio «il» punto attorno al qualefinisce per ruotare l’intera decisioneimpugnata - il ricorrente non muovecensure specifiche e non spiega incosa sia consistito l’errore compiutodal giudice di merito - sotto il dupli-ce profilo della logicità della motiva-zione e del rispetto delle regolesull’ermeneutica contrattuale - inquesta sua valutazione dell’attotransattivo.D’altro canto, almeno a quanto èdato comprendere dalla narrativa deifatti esposti dal ricorrente, l’azione diquest’ultimo atteneva ad una pretesadi risarcimento danni da «dequalifica-zione professionale», risarcimentoche copre sia le perdite di retribu-zione (superiore) eventualmentesubite a causa delle diverse (e mino-ri) mansioni attribuite al lavoratore,sia i mancati guadagni conseguentialla cosiddetta perdita di chancheslavorative, sia il danno biologico perdisturbi psicogeni legati allo «stressda dequalificazione» o il danno allaprofessionalità sotto l’aspetto didanno alla vita di relazione.In proposito questa Suprema Corte,ha evidenziato che il «demansiona-mento» del lavoratore da parte deldatore di lavoro costituisce inadempi-mento contrattuale e determina, oltreall’obbligo di corrispondere le retri-buzioni dovute, l’obbligo del risarci-mento del danno da dequalificazioneprofessionale.Tale danno (detto anchedanno professionale) può assumereaspetti diversi in quanto può consiste-re sia nel danno patrimoniale derivan-te dall’impoverimento della capacitàprofessionale acquisita dal lavoratoree dalla mancata acquisizione di unamaggiore capacità, sia nel pregiudiziosubito per perdita di chanche ossia diulteriori possibilità di guadagno, sia in

una lesione del diritto del lavoratoreall’integrità fisica o, più in generale, allasalute ovvero all’immagine o alla vitadi relazione. È compito del giudice delmerito - le cui valutazioni, se sorretteda congrua motivazione, sono incen-surabili in sede di legittimità - accerta-re se in concreto in suddetto dannosussista, individuarne la specie edeterminarne l’ammontare eventual-mente procedendo anche ad unaliquidazione in via equitativa (Cass.n.14199/2001; sulla natura contrattua-le della responsabilità del datore dilavoro cfr. Cass. n.931/1993).Ci si trova, quindi, di fronte ad undanno composito, le cui componentinon è detto che sussistono tutte inuna stessa fattispecie e delle quali,per ciascuna, deve essere data unaspecifica prova circa il nesso dicausalità: un danno nel quale posso-no essere compresenti, in proporzio-ni variabili caso per caso, una compo-nente a titolo di «danno emergente»e una componente a titolo di «lucrocessante»: Sicché, mentre, da un lato,è da escludere che si possa afferma-re, come il ricorrente mostra di rite-nere, che il danno in questione siaqualificabile, astrattamente, (solo)come «danno emergente», dall’altro,si fa ancora più evidente la necessitàdi una specificazione delle diversecomponenti del danno, sulla quale ilricorrente avrebbe dovuto adeguata-mente argomentare, evidenziandol’errore che, a suo avviso, avrebbecommesso il giudice di merito nelnon trovare risolta quella specifica-zione nell’atto transattivo esaminato.Peraltro, si deve rilevare che l’indiriz-zo di recente assunto da questaSuprema Corte, circa l’interpretazio-ne degli artt. 6 e 16, del Dpr.n.917/1986, limita la tassabilità delleindennità corrisposte al lavoratore atitolo di risarcimento danno, allasituazione vigente prima dell’entratain vigore dell’art. 32, comma 1, letteraa), del Dl n.41/1995, convertito inlegge n.85/1995 norma che ha previ-sto l’assoggettamento ad Irpef, atassazione separata, di ogni «somma e(…) valore comunque percepii

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(...)anche se a titolo risarcitorio (...) aseguito di provvedimenti dell’autoritàgiudiziaria o di transazioni relativi allarisoluzione del rapporto di lavoro»(cfr. Cass. n.11687/2002; n.1467/2001;n.14241/2001;n.14008/1999: in tema diindennità supplementare corrispostasulla base della contrattazione collet-tiva ai dirigenti d’azienda illegittima-mente licenziati: Cass. n.12798/2002,in tema di somma corrisposta aldipendente per il pregiudizio, costi-tuente danno emergente, all’immagi-ne professionale in conseguenzadell’anticipata risoluzione del rappor-to di lavoro; Cass. n.9893/1997, intema di atto di transazione chepreveda il versamento di somme allavoratore «a titolo di saldo, stralcio,transazione e risarcimento danni (...)in aggiunta alle spettanze contrattualidi fine rapporto», a seguito dell’ac-cettazione del licenziamento a suotempo intimato). In questa prospetti-va, poiché nel caso di specie ci sitrova in una fattispecie di risoluzioneanticipata del rapporto di lavoro subase consensuale, che costituisce labase di legittimazione per l’erogazio-ne al lavoratore di determinatesomme, alcune delle quali a titolorisarcitorio (genericamente definito,senza specificare l’entità dellesomme attribuite ad ogni voce didanno), e poichè la risoluzioneconsensuale del rapporto e l’eroga-zione delle somme de quibus si sonoentrambe realizzate (il verbale diconciliazione è del 14 ottobre 1996)nella vigenza dell’art. 32, comma 1,lettera a), del Dl n.41/1995, converti-to in legge n.85/1995, si deve ritene-re che in ogni caso le somme eroga-te erano tassabili. Pertanto il ricorsodeve essere rigettato. Sussistonogiusti motivi per compensare tra leparti le spese della presente fase digiudizio.

P.Q.M. - La Corte Suprema diCassazione rigetta il ricorso ecompensa le spese.

TRIBUNA DEL LAVORO

Daniela Carbone (avvocato)

Cassazione Sezione lavoro 10 giugno2005 n. 12260.La diversità ontologica tra lavoro dipen-dente e lavoro autonomo esclude che idiversi criteri previsti dall’art. 1 legge379/90 per la liquidazione dell’indenni-tà di maternità alle libere professioniste,rispetto a quanto previsto per le lavora-trici dipendenti, violi il precetto di ugua-glianza di cui all’art 3 della Costituzio-ne. L’indennità di maternità spettantealla libera professionista, previsto dalcitato articolo della legge 379/90 ( oggitrafuso nell’art. 70.2 D.lgs 151/01), vacomputata soltanto sui redditi derivantidall’esercizio di attività libero professio-nale, con esclusione di quelli derivantidall’esercizio dell’ impresa commerciale.Ne consegue che per la farmacista tito-lare di farmacia la suddetta indennitànon può essere computata sui redditirivenienti dall’esercizio dell’impresa.Con la pronuncia di cui in epigrafe, laCassazione ha avuto modo di torna-re sui suoi passi in tema di indennitàdi maternità per le libere professio-niste, estendendo il criterio dicommisurazione introdotto dallalegge 289703, anche alle indenni-tà liquidate prima dell’emana-zione di quest’ultimo provvedi-mento. Il caso di specie riguar-da una dottoressa, titolare difarmacia, che chiedeva ed ottene-va dal giudice del merito lacondanna dell’ente previ-denziale di categoria allacorresponsione dell’in-dennità di maternità,computata non solo suiredditi professionali, maanche su quelli derivanti dall’e-sercizio della farmacia. Il giudicedi primo grado osservava, inparticolare, che la pretesadell’ente convenuto di corrispon-

dere alla dottoressa B. l’indennitànella misura prevista dall’art. 1.3della legge 379/90 era infondata.Con sentenza del 2002 la Corte diappello di Milano rigettava l’appellodell’Enpaf: contro tale sentenza, l’isti-tuto ricorreva in Cassazione. Lasuprema Corte cassava la decisionesostenendo che i redditi d’impresanon possono essere posti a base delcalcolo dell’indennità di maternitàper le libere professioniste.L’Ente ricorrente, con una primadoglianza, deduceva che la Corte diappello, in violazione e falsa applica-zione dell’art. 1.2 e 3 della legge379790, nonché con insufficiente econtraddittoria motivazione, avrebbecondiviso l’orientamento dellaSuprema Corte, secondo cui il citatoart. 1 non farebbe differenze tra libe-re professioniste titolari di azienda enon titolari , in quanto avrebbeprevisto per laquantificazionedell’indennitàun criteriounico.

Indennità di maternità perle libere professioniste

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periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia

Con la seconda doglianza l’Entededuceva che - poiché l’art.2238 delCodice Civile. assoggetta il profes-sionista alla stessa disciplina dell’im-presa considerandolo un vero eproprio imprenditore – l’unico crite-rio applicabile sarebbe quello cheprevede un’indennità non inferiore acinque mensilità di retribuzione,calcolata nella misura dell’80 percento del salario minimo giornaliero:in tal modo il giudice di appelloavrebbe dovuto scindere il redditopercepito dalla professionista - perlo svolgimento dell’attività propria -da quello derivante da partecipazionia imprese.In ultimo, ma non per importanza,l’ente previdenziale, eccepiva l’inco-stituzionalità del citato articolo 1,per contrasto con gli articoli 3 e 38della Costituzione, per evidentedisparità di trattamento ontologicotra lavoratore autonomo e lavorato-re subordinato. In proposito la Cortedi Cassazione riteneva non fondata laquestione di legittimità, facendo rile-vare che «il diverso sistema di auto-gestione dell’attività consente alledonne professioniste di scegliereliberamente modalità di lavoroprofessionali con il prevalente inte-resse del figlio»; del resto, ha conti-nuato la Suprema Corte, sarebbedifficile, per le libere professioniste,esigere e verificare l’osservanzadell’obbligo di astensione dal lavoronel periodo precedente e successivoal parto. Del resto – per quanto riba-dito dalla Corte – l’obiettivo delladetta indennità è quello di tutelare lasalute della madre e del nascituro, enel contempo di evitare che allamaternità si colleghi uno stato dibisogno, o una diminuzione del teno-re di vita.Parimenti infondata è la questione diincostituzionalità dell’art. 38 Cost. -per lo squilibrio tra erogazioni previ-denziali e contributi - consideratoche l’art. 5 legge 389/90 consentel’eventuale aumento con decretoministeriale del contributo annuale inmisura fissa.Per gli altri motivi di ricorso, la

Corte ha avuto modo di risponderesostenendo che – avuto riguardo allemancate ulteriori specificazioni daparte del legislatore e alla realtàsociale costituita dalla gestione dellefarmacie – il criterio di determina-zione dell’indennità basato sul riferi-mento al reddito percepito e denun-ciato dal professionista, trova appli-cazione a prescindere dalla forma incui sia concretamente esercitata l’at-tività professionale.La Suprema Corte ha dovuto peròmaggiormente soffermarsi su altromotivo di ricorso, articolato dall’En-paf, che insisteva sull’interpretazionesecondo cui ai fini della quantificazio-ne del reddito previsto dal citato art.1 della citata legge, dovrebbe esseretenuto presente soltanto il redditopercepito dalla professionista cometale; al proposito, ed a sostegno delleproprie ragioni, l’ente si rifaceva ailavori preparatori della proposta dilegge 2631 presentata dall’onorevoleMantini nel 2001 - di modificadell’art. 70 Tu di cui al D. lgs 151/01in materia di indennità per le libereprofessioniste e da cui si evince cheil reddito da prendere in considera-zione è solo quello professionale – equindi successivo all’orientamentodella Cassazione.Tale proposta è stata recentementeapprovata con legge 289/03, la qualeha stabilito che l’art 70 del Tu 151/01va modificato nell’espressione «delreddito percepito e denunciato ai finifiscali» con la seguente «del soloreddito percepito e denunciato ai finifiscali come reddito da lavoro auto-nomo».Secondo l’originaria formulazionedell’art. 1 della legge 379/90, l’inden-nità avrebbe dovuto essere commi-surata all’80 per cento di cinquedodicesimi del reddito percepito edenunciato ai fini fiscali dalla profes-sionista nel secondo anno preceden-te a quello della domanda.La giurisprudenza di legittimità si eraorientata in modo univoco, ammet-tendo che ai fini della quantificazionedell’indennità rilevassero non solo iredditi derivanti dallo svolgimento di

attività professionale in sensoproprio, ma anche quelli provenientidallo svolgimento dell’attività profes-sionale in forma di impresa.Veniva in tal modo respinta, la diver-sa lettura proposta dagli enti previ-denziali, secondo i quali l’unica tipo-logia reddituale da considerareavrebbe dovuto essere individuatanei soli redditi prodotti dall’effettivoesercizio dell’attività professionale, inmancanza del quale si sarebbe dovu-to ricorrere al criterio suppletivo eminimale previsto al comma 3dell’art.1, parametrato sui minimali diretribuzione ai fini contributivi.Accogliendo l’interpretazionecontraria, invece, l’assimilazione diredditi ulteriori ed eterogenei ai finidella quantificazione delle prestazioniavrebbe potuto determinare vistosesperequazioni tra i trattamenti dimaternità liquidati sulla base dei soliredditi di lavoro autonomo e quellicalcolati sui redditi delle attività svol-te in forma di impresa.Su queste problematiche, per toglie-re ogni dubbio, la Cassazione avevarespinto le eccezioni di incostituzio-nalità dell’interpretazione più ampiadella base reddituale di computo percontrasto con gli art. 3 e 38 dellaCostituzione, replicando come illegislatore avesse assegnato all’inden-nità lo scopo di favorire la conserva-zione del normale tenore di vitadella lavoratrice autonoma, anchedurante il periodo di maternità.La legge 289/03 ha modificato l’as-setto, definendo un tetto massimodell’indennità ( nuovo comma 3 bisart. 70); è stato individuato uncriterio temporale più stabile perl’individuazione del reddito di riferi-mento, che è quello del secondoanno precedente al momentodell’evento e non più al momentodi presentazione della domanda –considerato che può presentarsientro l’arco di tempo di nove mesi.Infine la legge da ultimo citataprevede che l’indennità debba esse-re calcolata sul solo reddito profes-sionale; il che costituisce chiarifica-zione del testo originario.

TRIBUNA DEL LAVORO

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periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia

Corte di cassazione 4 aprile 2005,n.6957

Obbligo di fedeltà – Principigenerali di correttezza ebuona fede – Portata –Comportamenti anche solopotenzialmente lesivi – Viola-zione dell’obbligo di fedeltà –Configurabilità.

Dal collegamento dell’obbligo difedeltà, di cui all’art.2105 c.c., con iprincipi generali di correttezza ebuona fede ex artt.1175 e 1375Codice Civile. deriva che il lavorato-re deve astenersi non solo daicomportamenti espressamentevietati dal suddetto art.2105, maanche da qualsiasi altra condotta che,per la natura e per le sue possibiliconseguenze, risulti in contrasto coni doveri connessi all’inserimento dellavoratore nella struttura e nell’orga-nizzazione dell’impresa o crei situa-zioni di conflitto con le finalità e gliinteressi della medesima o siacomunque idonea a ledere irrimedia-bilmente il presupposto fiduciario delrapporto. (Fattispecie relativa a lavo-ratore che aveva omesso di comuni-care al datore di lavoro che i lavorisottoposti al suo controllo, qualesupervisore, erano svolti da societàpartecipate da propri familiari).

Garante per la protezione dei datipersonali - Newsletter 1 maggio2005 n. 253

Dall’accesso ai dati allavideosorveglianza: la sintesidei chiarimenti del Garantedella privacy

OGGETTO: Internet - Informative chiaree consenso libero.Il cittadino, quando compila un’infor-mativa su carta od on line, deve esse-re informato dell’uso che verrà fatto

dei propri dati personali e devepoter esprimere un consenso liberoe non condizionato. Lo segnala ilGarante della privacy accogliendo ilricorso di un utente che si lamentavadella scarsa chiarezza dei modelli online che aveva compilato per regi-strarsi sul portale di una società diservizi sulla grande rete e del conti-nuo invio di e-mail indesiderate. Sitratta di una società che fornisceanche servizi gratuiti come l’accessoin rete, la casella di posta elettronicae lo spazio web per un sito persona-le. La società dovrà riformulare lamodulistica adeguandola al Codicedella privacy e sospendere l’invio diposta indesiderata. In attesa dellasottoscrizione della nuova modulisti-ca la società non potrà trattare i datidel ricorrente per finalità commer-ciali, né utilizzarli per finalità promo-zionali o di marketing. Il Garante haanche contestato il consenso omni-bus dal quale la società faceva in real-tà dipendere la fornitura di servizi,accertando che le informativepresenti sul web non consentivano diesprimere scelte libere e consapevo-li. L’Authority ha anche precisato cheè illegittimo chiedere l’autorizzazio-ne del cliente per un’eventualetrasmissione dei dati all’autoritàgiudiziaria, che è, invece, doverosa neicasi previsti dalla legge, a prescinderedalla volontà del cliente. Ingiustificatoanche chiedere il consenso per lafatturazione commerciale se le uten-ze fornite sono gratuite. In pratica lasocietà, con un’unica sottoscrizione,chiedeva anche l’autorizzazione adefinire il profilo commerciale delcliente, utilizzandolo per finalitàpromozionali e di marketing.

Ministero del lavoro - direzione generaleattività ispettiva - interpello 24 maggio2005 n. prot. 659

In base al principio di non discri-minazione aspettativa sindacaleanche a chi è in part time

Rispondendo all’istanza di interpello

posta dall’Unione industriali di Asti,il ministero del Lavoro fornisce, conla nota 24 maggio 2005 n. prot. 659,alcune precisazioni in ordine aidiritti del lavoratore part time. Inparticolare, il ministero chiarisceche l’esercizio dell’attività sindacalerientra nel “principio di non discri-minazione”, garantito dall’articolo 4,commi 1 e 2, lettera a), del Dlgs61/2000, che sancisce il diritto dellavoratore a tempo parziale a bene-ficiare dei medesimi diritti di unlavoratore a tempo pieno “compa-rabile”, fra cui i diritti sindacali(compresi quelli di cui al titolo IIIdella legge 20 maggio 1970 n. 300 esuccessive modificazioni). Anche illavoratore con rapporto di lavoro atempo parziale può, perciò, usufrui-re dell’aspettativa sindacale di cuiall’articolo 31 della richiamata legge300/1970 che dispone il diritto deilavoratori, chiamati a ricoprire cari-che sindacali provinciali e nazionale,di essere collocati in aspettativa nonretribuita per tutta la durata delloro mandato. L’aspettativa sospen-de il rapporto di lavoro e non singo-le giornate o periodi della giornata,pertanto la stessa può riguardareesclusivamente i periodi in cui l’atti-vità lavorativa deve essere resasecondo le modalità stabilite dalcontratto di lavoro part time. Nederiva che il lavoratore (o il datoredi lavoro) non possono variareunilateralmente le singole giornatedi assenza, così come le tuteleprevidenziali disposte dai commi 3 e4 Rispondendo all’istanza di inter-pello posta dall’Unione industriali diAsti, il ministero del Lavoro forni-sce, con la nota 24 maggio 2005 n.prot. 659, alcune precisazioni inordine ai diritti del lavoratore parttime. In particolare, il ministerochiarisce che l’esercizio dell’attivitàsindacale rientra nel “principio dinon discriminazione”, garantitodall’articolo 4, commi 1 e 2, letteraa), del Dlgs 61/2000, che sancisce ildiritto del lavoratore a tempoparziale a beneficiare dei medesimidiritti di un lavoratore a tempo

TRIBUNA DEL LAVORO

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MASSIMARIO DEL DIRITTODEL LAVORO

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pieno “comparabile”, fra cui i dirittisindacali (compresi quelli di cui altitolo III della legge 20 maggio 1970n. 300 e successive modificazioni).Anche il lavoratore con rapporto dilavoro a tempo parziale può, perciò,usufruire dell’aspettativa sindacaledi cui all’articolo 31 della richiamatalegge 300/1970 che dispone il dirit-to dei lavoratori, chiamati a ricopri-re cariche sindacali provinciali enazionale, di essere collocati inaspettativa non retribuita per tuttala durata del loro mandato. L’aspet-tativa sospende il rapporto di lavoroe non singole giornate o periodidella giornata, pertanto la stessapuò riguardare esclusivamente iperiodi in cui l’attività lavorativadeve essere resa secondo le modali-tà stabilite dal contratto di lavoropart time. Ne deriva che il lavorato-re (o il datore di lavoro) non posso-no variare unilateralmente le singolegiornate di assenza, così come letutele previdenziali disposte daicommi 3 e 4 dell’articolo 31 dellalegge 300/1970 opereranno esclusi-vamente per le ore o le giornateindicate, nel contratto, come lavora-tive. Il ministero del Lavoro precisa,inoltre, che è demandato allacontrattazione collettiva stabilire ilimiti, le causali per la richiesta dilavoro supplementare, le condizionie modalità per l’apposizione di clau-sole elastiche e flessibili, tuttavia, inmancanza di detta contrattazione, lapossibilità di variare la collocazionetemporale della prestazione oaumentarne la quantità può essereconcordata fra le parti, esclusiva-mente per iscritto. Il lavoro supple-mentare può essere richiesto daldatore anche senza il consenso dellavoratore, solo in quanto previstodalla contrattazione collettiva, incarenza della quale è necessario ilprevio consenso del lavoratore, nonnecessariamente in forma scritta. Illavoratore non può pretendere latrasformazione del contratto dilavoro da tempo parziale a tempopieno o viceversa, come non puòimporla unilateralmente il datore dilavoro.

TRIBUNA DEL LAVORO

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periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia

Alessandro Ortolani

Q ualcuno li definisce «atipi-ci» o «parasubordinati».Altri, con espressione più

enfatica, «il popolo del diciotto percento», dalla percentuale dei contri-buti versati alla gestione separatadell’Inps.Quel che è certo è che questi lavo-ratori rappresentano un tertiumgenus, un mondo a sé, che dista anniluce sia dalla grinta ambiziosa di tantiliberi professionisti sia dal mondoprotetto e garantito dei lavoratoridipendenti. In questa condizioneindefinita, nonostante gli interventiprevisti dalla recente riforma delmercato del lavoro, vivono ormaioltre un milione di lavoratori in Ita-lia, la cui crescita impetuosa scon-volge i tradizionali e consolidati sche-matismi del diritto del lavoro.Tra i cosiddetti “parasubordinati” c’èun po’ di tutto: dai nuovi lavori figlidella rivoluzione di Internet ai lavo-ri subordinati di sempre, come ilcommesso, la cassiera del grandemagazzino o la donna delle puliziecui il condominio ha chiesto di apri-re la partita IVA per non pagarle icontributi. Ed è in questa schizofre-nia il punto critico di un fenomenoin crescita.Da un lato ci sono quelli che si“godono” la libertà concessa dalsuperamento del lavoro tradiziona-le e dall’altro i finti nuovi, che nonpotendo avere un’assunzione veraaccettano rapporti di dipendenzacamuffati da consulenze, collabora-zioni e quant’altro. Perché altrimen-ti, rischiano di doversene restare acasa.La Regione Lazio, in attesa che si fac-cia un po’ di chiarezza nell’ambitodelle sue competenze in materia dipolitiche attive del lavoro, ha intesopromuovere, attraverso la leggeregionale 27/2003, una serie di signi-ficativi interventi a favore dei lavo-ratori parasubordinati al fine di

migliorare e consolidare la loro posi-zione sul mercato del lavoro.Attraverso tale misura infatti si pre-vede l’attivazione di concreti inter-venti di sostegno professionale con-sistenti in incentivi economici diret-ti a favorire l’acquisto o la locazionefinanziaria di attrezzature, strumen-tazioni, materiali, pacchetti di pro-grammi informatici.Sono inoltre previste agevolazioniper la realizzazione o la ristruttura-zione di immobili destinati allo svol-gimento dell’attività lavorativa, l’ac-quisto di servizi e di abbonamenti ariviste specializzate, l’accesso a ban-che dati e siti web, la formazione el’aggiornamento professionale.Il menzionato provvedimento dilegge prevede inoltre interventi disostegno al reddito dei lavoratoriparasubordinati quali: interventimutualistici a tutela della salute,interventi finalizzati alla coperturadelle spese relative ai versamentivolontari del fondo Inps, l’attivazio-ne di procedure agevolate di acces-so al credito, l’istituzione, presso iservizi per l’impiego regionali, disportelli informativi dedicati al lavo-ro parasubordinato.In definitiva si può ritenere che dopoi molti tentativi, andati a vuoto, dirazionalizzare il problema e di darerisposte concrete al mondo dei cosìdetti “precari” ci sia, finalmente, sulpiatto uno strumento legislativo chepossa realmente contribuire a risol-vere, almeno in parte, il problema.Per non far rimanere lettera mortatale iniziativa legislativa occorre tut-tavia che il governo regionale avviiun tavolo tecnico con le organizza-zioni sindacali e datoriali di catego-ria per definire, quanto prima, il pro-gramma operativo per l’anno 2005,finalizzato a dare concreta ed imme-diata attuazione agli interventi sopramenzionati.I “lavoratori” interessati ci possonosperare?

Lavoratori “parasubordinati”, subito gli interventi regionali

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