Periodico della Congregazione Suore Domenicane …...Editoriale Nella Luce d’Imelda...

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OGGI È Venerabile! Sped. in Abb. Post. 45% art. 2, comma 20/c Legge 662/96 Filiale di Roma • Periodico della Congregazione Suore Domenicane della B. Imelda - Anno XII - n.29 Maggio/Dicembre 2008

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E d i t o r i a l e

Nella Luce d’Imelda Maggio/Dicembre 2008

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Periodico quadrimestraledella Congregazione delle Suore Domenicane della B. ImeldaAnno XII - n. 29Maggio/Dicembre 2008

Direttore responsabileLuciana Bini (Sr. Gemma)

RedazioneVittorio SammarcoSr. Lina BassoSr. Maria José LaraSr. Cristina SimoniSr. Dolores Foralosso

Realizzazione editoriale e graficaStudio Ruggieri Poggi:Silvia Ruggieri, Antonio Poggi, Luigi Pagliaro

StampaTipolitografia Sped.ImVia Serranti, 13700040 MontecompatriRoma

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c/c postalen. 85858009 Intestato a: Casa GeneraliziaSuore Domenicane B. ImeldaVia Trionfale, 833800135 Roma

Abbonamento annuo: € 7,00

Aut. Trib. di Roma n. 00357/97 in data 2.6.1997

sommario

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Imelda, una luce che risplende

Padre Giocondo Pio Lorgna, ve-ro figlio di S. Domenico e fratello di

S. Tommaso e di Caterina da Siena,era profondamente innamorato del-l’Eucaristia e vedeva in Imelda Lam-bertini, la piccola grande vittima del-l’amore eucaristico, un modellostraordinario di vita letteralmenteconsumata nel desiderio e nell’amore

per il divino Ospite dei nostri taberna-coli. P. Giocondo ha ripetutamente mo-strato e dimostrato la centralità dell’amo-re nella vita di Imelda.

Tutte le opere pastorali di P. Lorgna so-no espressione dell’amore eucaristico chedivorava la sua vita. Tutte, ma specialmen-te una: la famiglia religiosa delle Suore Do-

menicane della B. Imelda, all’inizio e per va-ri anni definita “Opera Eucaristica” per eccellenza.

Ecco giustificata la presenza di P. Giocondo inquesto numero speciale della rivista Nella Luce d’I-melda Oggi: veramente, tra l’umile e santo frate do-menicano e Imelda, la piccola e grande figlia di S.Domenico, c’era un legame straordinario e unico. IlPadre riconosce nella piccola domenicana unagrandezza che va oltre l’età e che è misurabile soloin base all’amore, per cui ella – senza proferir paro-la – gli diviene madre, modello, ideale.

Egli, il domenicano pio e dotto, il pastore dalcuore puro come quello di un bambino, se ne lasciaconquistare e diviene suo discepolo e imitatore.

Viviamo in un’epoca in cui più che mai c’è fa-me e sete di amore vero. Possano queste pagine farsentire il cuore di P. Lorgna pulsante d’amore perGesù Eucaristia e per l’umanità da portare a Lui. Ciaiutino a collocarci con lui nel cuore della Chiesanostra Madre accanto ad ogni fratello, ad ognipiccolo che cerca amore, verità, vita.

Sr. Maria de Fatima Francisco o.p. Priora Generale

Giocondo Pio Lorgna è Venerabile!

«È morto un Santo!»

L’amore più grande

L’azione pastorale a Venezia

Una perseveranza continua e perfetta

Obbediente fino alla morte

Eucaristia e vita parrocchiale

«Amare e far amare Gesù Eucaristia»

Cosa si chiede a un Santo?

Padre Giocondo maestro di dialogo

Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei

Il profeta dell’Eucaristia

È dolce tornare alla casa del Padre

Lettera aperta ai giovani

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Maggio/Dicembre 2008È Venerabile!

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Il 15 marzo 2008, ilSanto Padre Benedet-

to XVI, ricevendo il Cardi-nale José Saraiva Martins,prefetto della Congregazio-ne delle Cause dei Santi, loha autorizzato a promulgareil Decreto sulle virtù eroichedel Servo di Dio GiocondoPio Lorgna, sacerdote pro-fesso dell’Ordine dei FratiPredicatori e Fondatore del-le Suore Domenicane dellaBeata Imelda. Con questoDecreto viene concesso il ti-tolo di Venerabile.

Padre Lorgna nacque il27 settembre 1870 a Popettodi Tresana (Massa Carrara),da una famiglia semplice ecristiana. Dopo due anni discuola a Torrile (Parma),presso lo zio sacerdote, stu-diò nel seminario di Parmadal 1883 al 1889. Maturatala vocazione a consacrarsi aDio nell’Ordine Domenica-no, nel novembre 1889 ini-ziò il noviziato ad Ortonovo

(La Spezia) e qui fece la pro-fessione semplice. Fu poimandato nel convento diSan Domenico a Bologna do-ve completò la propria for-mazione. Nel 1893 emise laprofessione solenne.

Ricoprì vari incarichi,quali: docente di filosofia estoria ecclesiastica, biblio-tecario, maestro dei conver-si, confessore, predicatore,lettore di introduzione allaSacra Scrittura, sacristamaggiore. Fu poi a Fonta-nellato, nella Diocesi di Par-ma, con l’ufficio di confes-sore delle monache domeni-cane. Nel gennaio 1905 ven-ne trasferito a Venezia e glifu affidato il ministero diparroco della Chiesa deiSanti Giovanni e Paolo.

Trascorse qui gli ultimi23 anni di vita svolgendo unintenso apostolato, anchefuori parrocchia, e promuo-vendo numerose iniziative.Fondò il patronato “Divina

Provvidenza” per la gio-ventù maschile, gli Asili“Angeli custodi” e “SantoRosario” per i bambini, col-laborò alla fondazione della“Pia Unione delle Ancellemissionarie del SantissimoSacramento” e istituì l’Apo-stolato eucaristico familiare.

Nel 1917 cinque terzia-rie domenicane, che egli gui-dava spiritualmente, inizia-rono la vita comune. Fu que-sto il primo nucleo di unanuova famiglia religiosa a cuiil Servo di Dio diede vita nel1922, la Congregazione del-le Suore Domenicane dellaBeata Imelda che oggi operain Italia, Brasile, Cameroun,Filippine, Bolivia e Albania.

L’8 luglio 1928 ritornòalla casa del Padre e le suespoglie riposano nella Cap-pella del Rosario nella Basi-lica dei SS. Giovanni e Paoloa Venezia.

È in corso, presso laCongregazione delle Causedei Santi, lo studio di unpresunto miracolo attribui-to alla sua intercessione.

Postulazione Generale dell’Ordine dei Predicatori

L’ANNUNCIO UFFICIALE DELLA POSTULAZIONE GENERALEDELL’ORDINE DEI PREDICATORI.

Giocondo Pio Lorgna è Venerabile!

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«È morto il Parrocodei SS. Giovanni e

Paolo! È morto un Santo!».Questa l’esclamazione

universale che racchiudetutto il riverente affetto, tut-ta l’angoscia di questa tragi-ca ora, tutta la sconfinataammirazione per le eminen-ti, straordinarie virtù di Pa-dre Giocondo Pio Lorgna.

Tessere le sue lodi? Maparlano i fatti, che dicono dilui – nell’umiltà più profonda– il dono di fede più perfetto,il più cocente amore a GesùEucaristia, la più insaziata se-te di guidare anime a Dio, ilpiù industre zelo per ogni for-ma di carità, la più completadedizione ai Divini Voleri e…il più fervido amor per la Pa-tria, il più largo culto per lastoria e le tradizioni gloriosedi Venezia, il più squisito sen-so d’ogni arte, nell’altezzad’ingegno più fulgida.

Giovane parroco d’unatra le più vaste parrocchiedella Diocesi, vide subito ibisogni del gregge che gli siaffidava e i bimbi e le bimbevolle raccolti in Asili, i giova-

ni a quel Patronato “DivinaProvvidenza”, poi perpetua-to all’Opera Cardinal Ferrari.E, per adempiere efficace-mente alla dottrina cristiana,il provvido pastore chiamò leSuore dell’Opera di SantaDorotea e dividendo in quin-dici gruppi la Parrocchia, inmemoria dei quindici miste-ri del Rosario, mise a capo diciascuno una zelatrice affin-ché nessun fanciullo, nessu-na bambina, avesse a manca-re all’istruzione catechisticae ai santi sacramenti.

Il suo anelito di bene,gli infuse l’ardore delle fon-dazioni.

L a b e a t a , p i c c o l aImelda, la vittima dell’Eu-caristia – per il cui culto Pa-dre Lorgna si profuse tuttala vita – fu dichiarata patro-na della nuova istituzione.Sorse così la Congregazio-ne delle Suore DomenicaneImeldine che, in poco piùdi un lustro di vita, contagià otto case e prometteun’espansione veramenteprodigiosa.

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LA GRANDEZZA DI PADRE LORGNA VIENE SUBITO RICONOSCIUTA, ALL’INDOMANI DALLA SUA SCOMPARSA.

«È morto un Santo!»

L’amore che non conosce conf in i c i farà pensare a l le terre lontane .

L’8 luglio 1928 moriva a Venezia Padre Giocondo. Il giornale della Congregazione “Nella Luce d’Imelda”, per mano della direttrice Maria Girardi, lo acclamava già Santo per tutte le opere di carità svolte in vita.

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La sua vasta operositàd’apostolo, con desiderioinsaziato, si rivolgeva ancheall’opera della propagazionedella fede ed ecco, in memo-ria della passione di Cristo,dare senza risparmio la suasanta attività a una nuovafondazione: le Ancelle Mis-sionarie.

Volle che tutte le Asso-ciazioni cattoliche fosserofiorenti nella sua Parrocchiao provvedendo da sé o affi-dandole all’Opera dei PadriConfratelli. E dove diretta-mente non poteva arrivare ilsuo zelo di buon pastore, ec-co Padre Lorgna istituire l’A-postolato Famigliare Eucari-stico e per mezzo di personepie e discrete, lo sguardo vi-gile del parroco poteva pene-

trare di famiglia in famiglia,scoprirne le piaghe, risanaretanti mali morali, riabilitaretante anime in rovina.

Il restauro della Cappel-la del Rosario, auspicato daPadre Taurisano, è già datempo realtà storica, comemerito suo è anche il proget-to del ripristino dell’altraopera eminentemente artisti-ca, la Cappella di S. Orsola.

Questo santo Frate, chelasciò scritto un atto di accet-tazione della morte il giornoappunto in cui seppe «il mar-tirio di dare goccia a goccia ilproprio sangue, la propria vi-ta » (dalle cui parole si rivelal’anima del mistico perfetto)il giorno in cui, a confortosuo, si erigeva il Tabernacolonell’ultima casa da lui fonda-

ta in un paesetto delle nostreeccelse Alpi (S. Pietro di Ca-dore, ndr), questo santo fratemoriva nei vespri della festadi un domenicano, martiredell’Eucaristia, per termina-re con S. Giovanni di Coloniala sua festa in Cielo.

I Confratelli, le figlie,la Parrocchia piangono l’a-postolo perduto, ma gli stes-si confratelli e figlie e par-rocchiani tutti, sentono diavere acquistato un Santo eprotettore in Paradiso.

E l’esclamazione uni-versale si ripete dal labbrocommosso e convinto dei Su-periori, come dall’ingenua,ma veridica voce di un popo-lo concorde: «È morto unSanto! È morto un Santo!».

Maria Girardi

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Fin dai suoi primi tem-pi la Chiesa usa pro-

clamare Santi alcuni deisuoi figli. Dopo un metico-loso esame della vita deicandidati, riconosce e pre-senta la loro esperienza divita cristiana come un mo-dello da imitare e li racco-manda come intercessori dapregare. L’esigenza per arri-vare a questo riconoscimen-to è molto grande. Si chiede,infatti, che il candidato aglionori degli altari, non soloabbia vissuto tutte le virtùcristiane, ma le abbia vissu-te in grado eroico. Con il ri-conoscimento dell’eroicitàdelle virtù, il Servo di Dio

passa ad essere chiamato Ve-nerabile. Questo è il primopasso verso la beatificazionee canonizzazione. Il secon-do e ultimo passo sarà il ri-conoscimento dei miracoli,attribuiti all’intercessionedel Venerabile.

Questo è ora il caso diPadre Giocondo Pio Lorgna,religioso domenicano, par-roco dei Santi Giovanni ePaolo a Venezia, fondatoredelle Domenicane della Bea-ta Imelda. Di lui la Chiesa hada poco riconosciuto l’eroi-cità delle virtù.

Qual è il criterio adot-tato per misurare il grado dieroicità delle virtù cristia-

ne? Da sempre tale criteriofa riferimento all’eroicità diCristo. È l’eroicità dell’amo-re: «Non esiste amore piùgrande che dare la propriavita per quelli che si ama-no» (Gv 15,13). Nella vitadi Cristo, infatti, troviamotutte le virtù unificate nellavirtù fondamentale dell’a-more a Dio e al prossimo.Amore a Dio che si manife-sta e si concretizza nell’a-more ai fratelli.

Nella vita di un Santola carità eroica è come unmosaico: tante virtù, tantiaspetti differenti dell’unicoamore a Dio, realizzato nel-l’amore totale, nella dona-zione totale di sé ai fratelli.Questo insieme molteplicecompone un’unica imma-gine che riproduce fedel-mente l’immagine di Cri-sto, modello supremo del-l’amore totale a Dio e alprossimo.

LA CHIESA HA PROCLAMATO VENERABILE P. LORGNA PER L’EROICITÀ DEL SUO AMORE.

L’amore più grande

Non s t anch i amoc i ma i d i f a re i l b ene nonos t an t e t u t t e l e d i f f i c o l t à e t u t t e l e noncu ran ze .

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Un amore senza limiti

Anche per Padre Lor-gna, quindi, la Chiesa ha ri-conosciuto che nella sua vi-ta egli ha amato in gradoeroico. Ha amato Dio, comel’amore assoluto, ed ha ama-to il prossimo, soprattuttoquelli che Dio ama di amorespeciale: gli emarginati, ipoveri, i bambini. Per essi

Padre Lorgna ha speso la suaesistenza. Nella vita di PadreLorgna la Chiesa ha ricono-sciuto una comunione diamore totale a Cristo Euca-ristia, e un’eucaristia corag-giosa, instancabile e fecon-da di opere per i fratelli cheil Signore gli affidava: i fede-li di cui era pastore, i poveri,i bambini abbandonati, le fi-glie spirituali.

Certamente già moltisi sono dedicati a descriverela vita e la santità di PadreLorgna. Esiste anche, come

L’Archivio Lorgna

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Personalmente ho avuto l’occasione di conoscere piùda vicino Padre Lorgna quando mi sono dedicato,assieme a Suor Elena Veronese, alla prima riorganiz-zazione dei suoi scritti e documenti, dando avvio allacostituzione dell’Archivio Lorgna. Era un insiemedisorganizzato di testi scritti a mano in caratteri nonfacilmente decifrabili e di documenti tra i più svaria-ti che bisognava mettere in ordine e catalogare. Conla sua intercessione, siamo riusciti a portare a termi-ne l’ardua impresa. È stata una grande e bella espe-rienza! È stata, soprattutto per me, la scoperta esal-tante di quel cammino di amore eroico che sgorgavadalle informazioni che gli scritti e le testimonianze civenivano svelando.

M. F.

frutto di tanti anni di ricercae di ricostruzione storicascientifica, una ricchissimaraccolta di documenti e ditestimonianze. È il grandelavoro realizzato in vistadella Causa, grazie al qualeora disponiamo di un veropatrimonio di informazionie dati. Su di essi il Papa, permezzo della Congregazionedei Santi, si è basato per ri-conoscere l’eroicità dellevirtù del Padre Lorgna equindi la sua santità.

P. Mariano Foralosso o.p.

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AVenezia ha lasciato unsolco profondo per

bontà, dedizione e amoreverso gli altri. E in questigiorni gli sono state ricono-sciute ufficialmente dallacompetente CongregazioneVaticana le virtù eroiche. Pa-dre Giocondo Pio Lorgna,nato a Tresana di Massa Car-rara, fu parroco domenicanoalla basilica e parrocchia deiSanti Giovanni e Paolo, dal1905 al 1928, anno in cui locolse la morte a soli 58 anni.Il suo corpo venerato riposain questa chiesa, nell’attiguaCappella del Rosario. È statala Congregazione delle Cau-se dei Santi, di cui è prefettoil Cardinale Josè SaraivaMartins, a promulgare il De-creto che gli concede il tito-lo di Venerabile. Ed è ancheallo studio, presso la medesi-

ma Congregazione, un pro-babile miracolo avvenutograzie, appunto, alla sua in-tercessione.

La sua vita è tutta unfiorire di opere di carità einiziative per il bene delleanime e delle genti tutte.Consacrato a Dio nell’Ordi-ne domenicano nel 1889, ri-coprì vari incarichi qualidocente di filosofia e storiaecclesiastica, maestro deiconversi, penitenziere, let-tore delle Sacre Scritture. Èstato pure confessore dellemonache domenicane aParma, prima di essere de-stinato ai Santi Giovanni ePaolo nella nostra città. Ed èproprio a Venezia, in questisuoi intensi ministeri, cherifulse l’essenza genuina delsuo apostolato, anche al difuori dell’ambito stretta-mente parrocchiale. Fondòil Patronato “Divina Provvi-denza” per la gioventù ma-

schile, gli asili “Angeli Cu-stodi e Santo Rosario” per ibambini, contribuendo allafondazione della “Pia Unio-ne Ancelle Missionarie delSantissimo Sacramento” eistituendo l’Apostolato Eu-caristico per le famiglie.

Ma la sua grande intui-zione fu il primo nucleo diuna nuova famiglia religiosacui diede vita nel 1922: laCongregazione delle SuoreDomenicane della Beata

LA DENSA ATTIVITÀ CONDOTTA NELLA CITTÀ LAGUNARE DAL PADRE LORGNA DAL 1905 AL 1928.

L’azione pastorale a Venezia

L’amore è la grande forza della nostra vita. Noi pensiamo e agiamo secondo la forza d’amore che riempie il nostro cuore.

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Imelda, oggi operante in Ita-lia, Brasile, Cameroun, Fi-lippine, Bolivia e Albania ela cui casa Madre, con relati-va scuola materna, si trova aCannaregio in Campo deiMiracoli.

«Aveva una specialepredilezione per la cappelladel Rosario dove tuttora sicelebrano le funzioni religio-se – annota l’attuale parrocoPadre Angelo Preda – e noi,per ricordarlo degnamente,vorremmo anche dare unapiù nobile collocazione alsuo sepolcro». E, in effetti, ilavori di ristrutturazione eadeguamento alla cappellamedesima e ad altri settoridella basilica, sono iniziatiproprio in questi giorni.

Titta Bianchinidal Gazzettino dell’11 aprile 2008

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Cosa vuol dire “praticaeroica delle virtù”

per noi persone del TerzoMillennio che a volte fati-chiamo a comprendere an-che che cosa significhi la pa-rola “virtù”?

Accade talvolta che,davanti a un gesto generoso,disinteressato, saggio, co-raggioso, ci venga sponta-neo esclamare: «Che bravapersona!».

Quando poi questo ge-sto è stato compiuto con fa-tica e sofferenza e produceun beneficio più ad altri cheall’autore stesso, allora di-ciamo: «Chi glielo ha fattofare? è proprio un eroe!».

Una persona, cioè, fuo-ri dell’ordinario, non comu-ne, che s’incontra raramente.

E fin qui si tratta solodell’opinione che possiamofarci davanti a un gesto soli-

tario, che è accaduto unavolta sola: si tratta comun-que di atto eroico.

E quando incontrassi-mo una persona che di attieroici, fuori dell’ordinario,dai risultati benefici per glialtri più che per se stessa, necompie sempre, ne ha fattol’abitudine nel quotidiano,senza annunci alla televisio-ne o sui giornali, senza i fariaccesi della pubblicità?

Una persona che, alladomanda “Chi glielo fa fa-re?” possa rispondere in ve-rità: «A farmi fare questo èsoltanto l’Amore, quello chesi identifica con la natura diDio stesso che è amore, chesi identifica con la “virtù”dell’amore/carità»?

Ebbene, questa perso-na è oltre l’ordinario, èstraordinaria e la perseve-ranza costante, fino alla

morte, in questo atteggia-mento ci fa dire con sicu-rezza che è eroica.

È questo che impres-siona in Padre Giocondo:non uno sporadico anche seeroico gesto di carità o di al-tre virtù, come può accaderecon visibile soddisfazioneanche a noi, ma la perseve-ranza continua e perfetta,anche in mezzo a contrasti epersecuzioni, nella virtùdella carità sorgente di tuttele altre virtù. Qui risiede ve-ramente la nota più spiccatadella sua eroicità.

È questo che la Chiesa,nella persona del Papa Be-nedetto XVI, dopo uno stu-dio approfondito e metico-loso, ha riconosciuto il 15marzo scorso con il famosodecreto sulla eroicità dellevirtù di P. Giocondo.

Sr. Dolores Foralosso

Una perseveranza continua e perfetta

CONSIDERATA IN PADRE LORGNA LA “PRATICA EROICA DELLE VIRTÙ”.

Solo in Gesù troveremo luce , amore e conforto .

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I biografi di Padre Lor-gna informano che nel

1901 i superiori trasferironoil giovane religioso da Bolo-gna a Fontanellato, «… peressere confessore delle Mo-nache domenicane». La co-sa mi sembrava strana, te-nendo presente l’importan-za del ruolo svolto dal No-stro a Bologna. Egli era uno

dei tre professori dello Stu-dium domenicano, impe-gnato nella formazione filo-sofica e teologica dei giova-ni domenicani, che rappre-sentavano la speranza di ri-presa per la Provincia. Ora,con tutto rispetto per le con-templative, mi sembravastrano che lo togliessero co-sì, senz’altra spiegazione, da

un compito tanto essenzialeper il futuro della Provincia.Di fatto, le ricerche d’archi-vio mi hanno svelato una diquelle storie in cui il diavo-lo ci ha messo la coda. Ma

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Obbediente fino alla morteDA UNA PUNTIGLIOSA RICERCA D’ARCHIVIO EMERGE TUTTA LA NOBILE FIGURA DI P. LORGNA.

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soprattutto mi hanno mo-strato con quale eroicità difede e di amore il giovaneLorgna avesse accettatoquesta difficile obbedienza.

Il Vescovo di Parmadell’epoca aveva lanciatogravi accuse contro due reli-giosi domenicani che pre-stavano servizio nel Santua-rio e con una certa prepo-tenza pretendeva dai supe-riori dell’Ordine una imme-diata sostituzione dei due.Le accuse risultarono poiassolutamente infondatee tutto induce a pensare che,in realtà, alla base ci fosseroirrisolte questioni economi-che. Non trovando altra so-luzione, i superiori chieseroa Padre Lorgna di lasciare gliimpegni importanti di do-cenza e di predicazione che

svolgeva nel convento diBologna e di trasferirsi aFontanellato, per salvare lasituazione.

È stata un’obbedienzarealmente difficile per il gio-vane religioso che aveva la-sciato il seminario diocesa-no di Parma per abbracciarela spiritualità e la missionedomenicana e la stava vi-vendo da alcuni anni contanto entusiasmo e dedizio-ne. A Bologna il giovaneLorgna viveva una vita di co-munione fraterna, silenzio,regolare osservanza, studio,insegnamento, predicazio-ne itinerante: esattamentequel che aveva sognatoquando aveva lasciato il se-minario di Parma. L’obbe-dienza ora gli chiedeva di ri-nunciare a tutto questo e di

trasferirsi a Fontanellatoper dedicarsi sine die al San-tuario e alle Monache do-menicane dell’attiguo mo-nastero. Gli chiedeva, inpratica, di rinunciare alla vi-ta domenicana e anche allasua promettente carriera didocente e di predicatore.

Le ricerche d’archiviohanno permesso di ritrovarela lettera che il giovane Lor-gna inviò al Priore Provin-ciale in quella circostanza:un vero esempio di quell’e-vangelico morire a se stessoche per Padre Lorgna signi-ficò, in concreto, la rinun-cia, per obbedienza, al suostesso ideale di vita e ai suoisogni di carriera. Vale la pe-na riportare alcuni brani piùsignificativi di questo docu-mento:

È la graz ia d i Gesù la nostra forza .

Parma Bologna

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«Molto Reverendo P.Provinciale, ...ho saputo cheElla ha rivolto lo sguardo so-pra di me, per destinarmi asuccedere al Padre Folli. Seproprio non può rimediarealtrimenti a Fontanellato...fiat! Sento tutta l’amarezzadel sacrificio e stendo la ma-no a questo calice... Conquesta sua decisione il mioavvenire, certo, prende unapiega tutta opposta alla miainclinazione: un confessio-nale, una vasta solitudine,ecco ora il campo fiorito del-la mia gioventù. Nonostan-te questo, Le ripeto, fiat! Hopromesso al Signore di esse-re obbediente fino alla mor-te e, con l’aiuto divino, vo-glio sempre rimanere fedelea questa mia promessa, micostasse pure, l’obbedienza,

il sacrificio di qualunqueideale, anzi la vita stessa».

Era, decisamente, illinguaggio e l’atteggiamen-to del vero discepolo di quelCristo che, per amore, «si èfatto obbediente fino allamorte...» (Fil 2,8).

Dalla docenzaall’esperienza in parrocchia

Una situazione analo-ga si determinò per PadreLorgna quando, agli inizidel 1905, i superiori glichiesero di lasciare Fonta-nellato per assumere la Par-rocchia dei Santi Giovanni ePaolo a Venezia. Anche inquesta occasione Padre Lor-gna fece un durissimo attod’obbedienza, e questa voltafu proprio fino alla morte, fi-

no al giorno 8 luglio del1928, quando il Signore lochiamò a sé.

Ancora una volta, quel-lo che i superiori gli chiede-vano sembrava una contrad-dizione ed anche un tradi-mento dell’ideale domenica-no che egli aveva abbraccia-to. Aveva lasciato il progettodi vita del sacerdote diocesa-no e ora si ritrovava a fare ilparroco! Era un tipo di vita edi lavoro per i quali PadreLorgna non si sentiva porta-to, né preparato.

In quell’epoca l’OrdineDomenicano, in Italia e inmolti altri Paesi, si stava ri-prendendo faticosamentedalla tempesta delle sop-pressioni. Si cercava di recu-perare gli spazi perduti conuna politica di riconquista

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Fontanellato Venezia

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di posizioni, ispirata moltospesso dal criterio della so-pravvivenza ad ogni costo.In certi casi, anche a costodel progetto di vita e dellamissione propria dell’Ordi-ne, sempre sperando in tem-pi migliori e pregando «per-ché tornino i giorni del no-stro splendore!». Per garan-tire questa sopravvivenza,l’accettazione di parrocchiesembrava il cammino piùimmediato e più efficace.

In queste circostanze,dunque, si è consumatal’obbedienza del giovaneLorgna. Un’obbedienza che,ripeto, è stata per tutta la vi-ta. È in momenti come que-sti, in sé poco significativi epoco gloriosi, che si è con-cretizzato l’itinerario diamore eroico di Lorgna, nel-la comunione con CristoEucaristia e nella donazionetotale di sé alla sua gente ealle sue figlie spirituali.

Gli scritti e i documen-ti di vario tipo raccolti nel-l’Archivio Lorgna permetto-no di ricostruire questo iti-nerario di amore. Tra di essimeritano particolare atten-zione, per il grande valore ditestimonianza al vivo che ri-vestono, una grande quan-tità di annotazioni e prome-moria, scritti su fogli e pez-zetti di carta i più svariati,nei quali Padre Lorgna an-notava i fatti e gli impegniquotidiani della sua missio-ne di parroco e di fondatore.

Tra di essi: la visita allefamiglie dei parrocchiani, lapreoccupazione pastoraleper situazioni famigliari ir-regolari che bisognava sana-re, i problemi economici deipoveri, le iniziative per otte-nere e dare aiuto a chi avevafame o cercava lavoro, i pro-getti vari per iniziative so-ciali e pastorali, ecc. Vi tro-viamo la sua attenzione co-

stante e minuziosa alla vita,ai problemi e alle angoscedei fratelli. La partecipazio-ne alle loro gioie, l’impegnopremuroso per i giovani.Troviamo la testimonianzadelle sue visite assidue agliammalati, l’accompagna-mento amico e saggio dei fi-danzati che si preparavano aformare famiglia, le visite diconforto alle famiglie e per-sone provate dal dolore del-la morte. Troviamo anchemolte annotazioni sui pro-blemi, le angustie, le incom-prensioni che ha dovuto af-frontare nelle molteplici ini-ziative in favore della comu-nità parrocchiale, dei suoipoveri, dei bambini abban-donati per le calli di Vene-zia. E, anche, le tante diffi-coltà e incomprensioni af-frontate per la fondazionedelle Domenicane della Bea-ta Imelda e nell’accompa-gnamento dell’avvio del

Albania Bolivia Brasile

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progetto delle Ancelle Mis-sionarie.

La lista potrebbe con-tinuare a lungo. Con certez-za, in questa documentazio-ne minore, come del restoanche nell’insieme degliscritti e dei documenti rac-colti, abbiamo una fotogra-fia al vivo dell’eroica eucari-stia quotidiana del piovan diSan Zanipolo.

Nella malattia e nella morte

Padre Lorgna è mortocome è vissuto: nell’obbe-dienza, per fede e amore! Iconfratelli di Torino gli ave-vano rivelato la vera naturadel suo male. La sua reazioneè registrata nell’Atto di accet-tazione della morte, da luistilato il giorno stesso dellaterribile rivelazione: «Que-sta mattina il P. Beretta, pre-sente il P. Pera, mi ha detto le

vere condizioni di mia salu-te...Sia fatta, o Gesù, la tuasantissima volontà! Accettola morte, e quella morte chetu vuoi, come tu l’accettastidal Padre tuo... Gesú, che lamia morte abbia le stesse fi-nalità che tu avesti... O Gesù,come tu volesti la gloria delPadre tuo, io voglio la gloriatua, che è pure quella del Pa-dre e dello Spirito Santo. OGesù, tu volesti la salvezzadelle anime... ed io pure vo-glio tutto questo. Ti racco-mando in modo speciale ilmio Ordine ed amata Provin-cia, la Congregazione Imel-dina, le Ancelle Missionarie,la mia Parrocchia e tutte leanime che mi affidasti, tutti isacerdoti secolari e regolari,parenti, amici, conoscenti,infedeli, eretici e poveri pec-catori! O Gesù ora, per il mo-mento della mia morte, ti di-co: nelle tue mani raccoman-do il mio spirito...».

«Se il grano di frumen-to caduto in terra non muo-re, non porta frutto » avevadetto Gesù (Gv 12,24).Quella di Padre Lorgna èstata veramente una vita incui il morire a se stesso, peramore, ha prodotto frutticopiosi di bene nella Chiesae nella società. Padre Lor-gna, nell’obbedienza, è mor-to a se stesso ed è diventatofonte di tanta vita che oracontinua a fiorire anche benoltre i confini della sua par-rocchia di San Zanipolo.Questa semente si è trasfor-mata in un grande alberoche stende i suoi rami in Ita-lia, Albania, Brasile, Bolivia,Cameroun, Filippine. È ilgrande albero della Congre-gazione delle Domenicanedella Beata Imelda, erede delsuo spirito eucaristico econtinuatrice della sua mis-sione apostolica.

P. Mariano Foralosso

Filippine ItaliaCameroun

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Padre Lorgna era religioso domenicano e come parroco incentròla sua vita totalmente sull’Eucaristia per essere Santo, sia comereligioso sia come pastore. Tutto ciò traspare in una suameditazione offerta al Patriarca e ai Parroci di cui riportiamoalcuni stralci, associandoli a dei passaggi del documento NovoMillennio Ineunte di Giovanni Paolo II.

«Miei cari figli,pochi mesi or sono, fui invitato a parlare su Eucaristia e vita parroc-

chiale ai sacerdoti adoratori e alla presenza dell’Eminentissimo Patriarca:dissi proprio ciò che mi dettava il cuore e la mia parola fu ascoltata congrande deferenza, anzi fui pregato di darla alle stampe.

Accogliete il povero dono paterno, anche come ricordo delle feste delVI centenario della canonizzazione del Cantore Eucaristico S. Tommasod’Aquino; custoditelo e abbiatelo caro quali figli amorosi».

Vostro aff.mo Parroco Padre Giocondo Pio LorgnaGiovedì Santo 1924

PADRE LORGNA IN TUTTA LA SUA VITA DI SACERDOTE ANELÒ A ESSERE UNA COSA SOLA CON GESÙ EUCARISTIA.

Eucaristia e vita parrocchiale

Imitare Gesù , ascol tarne la paro la e r iceverne la v i ta .

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Gesù Eucaristia centro della Chiesa

«Eminenza Reverendissima, VenerandiColleghi,

pochi giorni or sono venne da me Mons. Sil-vestrini pregandomi di svolgere nella presenteadunanza il tema: “Eucaristia e vita parrocchiale”.

Data la ristrettezza del tempo e le varie oc-cupazioni già assunte, io tentai di declinare l’in-vito, ma mi vinse la cortese insistenza e la bel-lezza del tema, nonché il pensiero che, parlan-do a sacerdoti, essi avrebbero cancellato i difetti della breve e affrettata re-lazione. Premesso questo, vengo subito al mio compito.

Basta accennare ai due termini, Eucaristia e vita parrocchiale, perchéla loro armonia appaia tanto evidente che il tema si potrebbe anche an-nunciare così: l’Eucaristia è la vita parrocchiale. D’altra parte, quale spiri-to possiamo noi infondere nelle anime se non l’Eucaristia?

La parrocchia è una famiglia la cui casa è il tempio; e che cosa sareb-be questo tempio privo dell’Eucaristia, oppure senza il culto che ad Essaconviene? Per me apparirebbe come una casa nel freddo inverno col foco-lare spento, oppure col focolare ardente, ma deserto. Tutti compiangerem-mo una famiglia simile...».

Il massimo impegno va posto dunquenella liturgia, «il culmine verso cui tende l’a-zione della Chiesa e, insieme, la fonte da cuipromana tutta la sua virtù».

Nel secolo XX, specie dal Concilio inpoi, molto è cresciuta la comunità cristiananel modo di celebrare i Sacramenti e so-prattutto l’Eucaristia. Occorre insistere inquesta direzione, dando particolare rilievoall’Eucaristia domenicale e alla stessa do-menica, sentita come giorno speciale dellafede, giorno del Signore risorto e del donodello Spirito, vera Pasqua della settimana(NMI 35).

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Ripartire da Cristo

Purtroppo dopo l’immane flagello del-la guerra, riscontriamo specialmente nelVeneto e nelle nostre città, tutte quelle con-seguenze, sebbene alquanto migliorate,economiche, civili e religiose di cui fece unquadro stupendo l’attuale Pontefice nellasua prima Enciclica.

Quanti ritornarono dalla guerra e dalforzato esilio trasformati nei loro sentimentireligiosi! Il rombo del cannone non fu per tut-ti, come si diceva, un buon missionario; l’oziopoi dei profughi e la mancanza frequente del-l’assistenza del Sacerdote quanto raffreddò icuori dei buoni Veneziani! Domandai ad unfanciullo della mia parrocchia che ritornavadall’esilio con l’accento prettamente toscano,se era andato al catechismo e se avesse ascol-

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tato la S. Messa; mi rispose, con tutta inge-nuità, che laggiù non vi era l’uso e che la chie-sa era così lontana che mai vi era andato! Co-me si fa presto a distruggere, e quanto è diffi-cile l’edificare... basta una semplice scossa diterremoto per atterrare una città, ma per far-la risorgere dalle sue rovine…

Ebbene, il male segue appunto la leggedella distruzione, e il bene quella dell’edifi-cazione. Non sconfortiamoci, però, perchéGesù, sotto i veli eucaristici, è nella suaChiesa che, come la barchetta evangelica alsuo comando, domina le tempeste appro-dando felicemente al porto.

Ora comprendo come il Curato d’Ars,entrando nella sua parrocchia che per la rivo-luzione francese era in uno stato miserando,subito pensasse al Rosario e all’Eucaristia.

Il Rosario parla di Gesù, ci conduce aGesù, innamorandoci di lui.

E Gesù non è in mezzo a noi nell’Euca-ristia, come venti secoli or sono, nelle sem-bianze umane, in Palestina? Non lo troviamonel Tabernacolo, come è glorioso nel cielo?Agli angeli e ai santi il Cristo glorioso, a noiil Cristo Eucaristico e da lui, proprio da luiascoltiamo queste parole consolatrici: «Iosono la via, la verità e la vita» (Gv 14,6).

Non ci seduce certo la prospettiva inge-nua che, di fronte alle grandi sfide del nostrotempo, possa esserci una formula magica. No,non una formula ci salverà, ma una Persona, ela certezza che essa c’infonde: io sono con voi!

Non si tratta, allora, di inventare un nuo-vo programma. Il programma c’è già: è quellodi sempre, raccolto dal Vangelo e dalla viva

Tradizione. Esso si incentra, in ultima analisi,in Cristo stesso, da conoscere, amare, imitare,per vivere in lui la vita trinitaria, e trasforma-re con lui la storia fino al suo compimento nel-la Gerusalemme celeste (NMI 29).

Cristo Eucaristia è la nostra vita

Avviciniamoci alTabernacolo e là tro-veremo la via che dob-biamo additare ai fe-deli, la verità che essidevono conoscere e lavita che noi siamochiamati a trasfonderenel loro cuore. Quan-to è sublime l’Angelico Dottore, San Tom-maso d’Aquino, quando, parlando dell’ar-monia dei sacramenti, tutti li ordina a quel-lo Eucaristico, quasi rivoli della stessa sor-gente e raggi del medesimo sole (p III q. 65a I).

Chi non ha letto il famoso discorsoPontificio pronunciato nel gran cortile Bel-vedere del Vaticano, in occasione del Con-gresso Eucaristico Internazionale? Qualeeco soave di quella splendida allocuzionesono queste parole rivolte ai giovani roma-ni: «La sorgente prima e l’alimento della vi-ta cristiana in tutte le sue forme e manife-stazioni è la Santa Eucaristia».

Non ci sembra qui di udire San Paoloche scrivendo ai Colossesi esclama: «Cristoè la nostra vita» (CoI 3,4)? È Gesù stesso cheinsegna questa verità ai discepoli. È egli chesi paragona ad una vite e chiama noi suoitralci (Gv 15,5). Può il tralcio staccato dallavite essere fecondo?

Non perdiamo tempo in vani lamenti;lavoriamo e preghiamo, allo scopo di far in-namorare il nostro popolo della manna euca-ristica. Allora, soltanto dal deserto di questomondo lo condurremo nella terra promessa:ora della grazia e, un giorno, della gloria.

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Come è bello e confortante questopensiero di P. Vais, già professore all’Uni-versità di Friburgo: «Ogni essere – egli dice– anche il più misero e debole, se aiutato se-condo le esigenze della sua natura, produceeffetti meravigliosi».

Ebbene, a questi esseri deboli e miseriche siamo noi, diamo un sostegno: l’alberodella vita che nel giardino della Chiesa gi-ganteggia e ripara tutte le rovine di quellodell’Eden. Il demonio, come avvicinò i no-stri progenitori all’albero dell’Eden, cosìcerca di allontanare noi dall’albero eucari-stico; noi, o sacerdoti, quali angeli del Si-gnore, mettiamo in fuga l’angelo delle tene-bre scoprendone le insidie e mandando avuoto i suoi assalti feroci; noi, angeli del Si-gnore, come già quello apparso ai pastori diBetlem, invitiamo i fedeli alla mistica Grot-ta dove nasce sacramentalmente Gesù, vimuore misticamente e si dona alle anime.

Sì, carissimi fratelli e sorelle, le nostrecomunità cristiane devono diventare autenti-che “scuole” di preghiera, dove l’incontro conCristo non s’esprima soltanto in implorazionedi aiuto, ma anche in rendimento di grazie, lo-de, adorazione, contemplazione, ascolto, ar-dore di affetti, fino ad un vero “invaghimento”del cuore. Una preghiera intensa, dunque, chetuttavia non distoglie dall’impegno nella sto-ria: aprendo il cuore all’amore di Dio, lo apreanche all’amore dei fratelli, e rende capaci dicostruire la storia secondo il disegno di Dio(NMI 33).

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Non dobbiamo arrenderci, carissimi fra-telli nel sacerdozio, di fronte a crisi tempora-nee! I doni del Signore – e i Sacramenti sonotra i più preziosi – vengono da Colui che benconosce il cuore dell’uomo ed è il Signore del-la storia (NMI 37).

L’Eucaristia fonte di Comunione

L’Eucaristia è sacramento d’amore: l’hadetto Gesù (Gv 13,1) e lo ripete San Tom-maso d’Aquino: «Questo sacramento è il se-gno della massima carità» (p. II q. 75 a I). Èil più grande segno dell’amore di Gesù pernoi e deve essere anche il più grande segnodel nostro amore per Lui. In quale maniera?

L’amore desidera la presenza della per-sona che si ama e Gesù, alla vigilia di salire ilCalvario e prima di ascendere al cielo, nel-l’Eucaristia trovò il modo di rimanere inmezzo a noi: moltiplica la sua reale presenzain tutti i punti della terra. «È proprio degliamici – osserva San Tommaso – volere il go-dimento scambievole della loro presenza». Enoi su questo insistiamo presso i fedeli.

L’amore dice anche sacrificio; quandonon si alimenta di esso, anzi lo fugge, è amo-re menzognero: è il dolore che provano i ve-ri amici. Se essi ci circondano nell’ora dellafortuna e ci abbandonano in quella dellasventura, noi li ripudiamo né sappiamo chefarcene. Quanti potrebbero ripetere i famo-si versi di Ovidio: «Finché sarai felice avraimolti amici, se i tempi diventeranno nuvo-losi resterai solo». Gesù non è così.

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L’Eucaristia è il ricordo della sua pas-sione. Gesù, nascondendo sotto le apparen-ze del pane il suo corpo e sotto quelle del vi-no il suo sangue anticipa quasi la sua mortee dell’Eucaristia, immagine vivente dellasua morte, fa il monumento che ricorderà intutti i secoli e a tutti i popoli la sua passio-ne, diffondendone i meriti infiniti.

I nostri parrocchiani sentono tuttol’incanto e la preziosità del Santo Sacrificioche ci unisce al sacrificio del Calvario di cuiè la riproduzione vivente?

L’amore dice pure unione. Sant’Agosti-no lo definisce un peso che ci attira a ciò cheamiamo (Conf. L. 13 c. 9). San Tommaso lodefinisce il moto di colui che ama verso l’a-mato (Contr. Gentes L. 1 c. 68). Gesù ci ama,ardentemente ci ama e, nella comunione,tutto ci si dona intimamente.

Egli celebra la prima messa nel Cena-colo e offre se stesso agli Apostoli. E in-giungendo agli Apostoli di celebrare la mes-sa – «fate questo in memoria di me» (Cor11,24) – ordina di distribuire ai fedeli il pa-ne eucaristico come egli l’aveva loro elargi-to, come già essi avevano dispensato allefolle il pane, figura dell’Eucaristia, benedet-to e moltiplicato da lui.

Il banchetto è preparato, ma i più se nestanno lontano e rifiutano l’invito dicendo:«Ho comperato un podere – ho acquistatocinque paia di buoi – ho preso moglie» (Lc1,18-20). Di qui l’abbandono del divinoEmanuele nascosto sotto i veli eucaristici el’ansia affannosa per i beni caduchi dinanzi

ai quali tanta immensa moltitudine si pro-stra e adora!

Fare della Chiesa la casa e la scuola del-la comunione: ecco la grande sfida che ci stadavanti nel millennio che inizia, se vogliamoessere fedeli al disegno di Dio e rispondere al-le attese profonde del mondo.

Che cosa significa questo in concreto? An-che qui il discorso potrebbe farsi immediata-mente operativo, ma sarebbe sbagliato assecon-dare un simile impulso. Prima di programmareiniziative concrete occorre promuovere una spi-ritualità della comunione, facendola emergerecome principio educativo in tutti i luoghi dove siplasma l’uomo e il cristiano, dove si educano iministri dell’altare, i consacrati, gli operatoripastorali, dove si costruiscono le famiglie e lecomunità. Spiritualità della comunione signifi-ca innanzitutto sguardo del cuore portato sulmistero della Trinità che abita in noi, e la cui lu-ce va colta anche sul volto dei fratelli che ci stan-no accanto. Spiritualità della comunione signi-fica inoltre capacità di sentire il fratello di fedenell’unità profonda del Corpo mistico, dunque,come “uno che mi appartiene”, per saper condi-videre le sue gioie e le sue sofferenze, per intuirei suoi desideri e prendersi cura dei suoi bisogni,per offrirgli una vera e profonda amicizia. Spi-ritualità della comunione è pure capacità di ve-dere innanzitutto ciò che di positivo c’è nell’al-tro, per accoglierlo e valorizzarlo come dono diDio: un “dono per me”, oltre che per il fratelloche lo ha direttamente ricevuto. Spiritualità del-la comunione è, infine, saper «fare spazio al fra-

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tello, portando i pesi gli uni degli altri» (Gal6,2) e respingendo le tentazioni egoistiche checontinuamente c’insidiano e generano competi-zione, carrierismo, diffidenza, gelosie. Non cifacciamo illusioni: senza questo cammino spiri-tuale, a ben poco servirebbero gli strumenti este-

riori della comunione.Diventerebbero appara-ti senz’anima, mascheredi comunione più chesue vie d’espressione e dicrescita (NMI 43).

L’Eucaristia fontedell’Evangelizzazione

«Sacerdoti e religiosi, esercitiamo unapostolato sublime, perché il Sacramentodell’amore sia riamato e l’Eucaristia sia dav-vero la vita delle anime a noi in qualche mo-do affidate, la vita delle nostre parrocchie.Tutti, con le parole e con l’esempio, am-maestriamo il popolo sui grandi doveri eu-caristici; questi doveri dobbiamo inculcarlia tutto il popolo, ai fanciulli della catechesie alle varie associazioni della parrocchia.Adoperiamoci perché tutti i parrocchiani siriuniscano dinanzi a Gesù, attirati non solodal decoro delle sacre funzioni, ma anchedalla semplicità ed eleganza dell’ornamen-to che sempre deve risplendere, di preferen-za, nella cappella del Sacramento.

Perdonate poi, Eminenza, se cono-scendo quanto sia cara al buon popolo diVenezia la vostra parola scritta o detta, ioesponga umilmente la richiesta, anche a no-me dei confratelli adoratori, che in occasio-ne del Corpus Domini, ogni anno, rivolgiateun appello eucaristico alla vostra Diocesi,appello che venga esposto nelle chiese e, inpiccolo formato, diramato nelle famiglie.

Ecco le brevi riflessioni che offro ai mieiconfratelli nella cara speranza, come dissi findal principio, che la loro parola, nella discus-sione, riempia le lacune della mia relazione.

Dio voglia che si faccia sempre più vi-goroso il risveglio di vita eucaristica in tut-te le nostre parrocchie; a questo risvegliotendono i Congressi eucaristici internazio-nali, nazionali e diocesani, celebrati contanta solennità».

Ora il Cristo contemplato e amato c’in-vita ancora una volta a metterci in cammino:«Andate, dunque, e ammaestrate tutte le na-zioni, battezzandole nel nome del Padre e delFiglio e dello Spirito Santo» (Mt 28,19). Ilmandato missionario c’introduce nel terzomillennio invitandoci allo stesso entusiasmoche fu proprio dei cristiani della prima ora:possiamo contare sulla forza dello stesso Spi-rito, che fu effuso a Pentecoste e ci spinge oggia ripartire sorretti dalla speranza “che non de-lude” (Rm 5,5). Il nostro passo, all’inizio diquesto nuovo secolo, deve farsi più spedito nelripercorrere le strade del mondo.

Le vie sulle quali ciascuno di noi, e cia-scuna delle nostre Chiese, cammina, sono tan-te, ma non v’è distanza tra coloro che sonostretti insieme dall’unica comunione, la comu-nione che ogni giorno si alimenta alla mensadel Pane eucaristico e della Parola di vita.Ogni domenica il Cristo risorto ci ridà comeun appuntamento nel Cenacolo, dove la seradel «primo giorno dopo il sabato» (Gv 20,19)si presentò ai suoi per “alitare” su di loro il do-no vivificante dello Spirito e iniziarli allagrande avventura dell’evangelizzazione.

Ci accompagna in questo cammino laVergine Santissima (NMI 58).

A cura di Sr. Gemma Bini

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P adre Giocondo PioLorgna, domenicano

appassionato ed ardente, findai primi anni del suo sacer-dozio, ebbe l’ispirazione didar vita ad una Congrega-zione domenicana femmi-nile che incarnasse e perpe-tuasse lo spirito contempla-tivo apostolico di S. Dome-nico, mettendone in risaltoil grande amore per l’Eucari-stia, fonte e culmine di tuttal’evangelizzazione.

Per la diffusione dell’a-more e del culto a Gesù Eu-caristia e per la salvezza del-l’umanità, egli fondò la Con-gregazione delle Suore Do-menicane della Beata Imeldache volle aggregata all’Ordi-ne dei Predicatori, perché sinutrisse e vivesse dello spiri-to di San Domenico, e l’af-fidò alla protezione dellaBeata Imelda Lambertini,perché avesse in lei un mo-dello di amore eucaristico.

La missione essenzialedella Congregazione è ama-re e far amare Gesù Eucari-stia e si realizza nella forma-zione alla fede attraverso leopere educative e parroc-chiali, soprattutto a favoredei bambini e dei giovani. IlFondatore volle che le suesuore fossero valide colla-boratrici e animatrici nellapastorale parrocchiale. Lesuore attuano la loro missio-ne specialmente nella cate-chesi, con particolare atten-zione al mistero eucaristico,sempre attente a coglieretutte le occasioni per predi-care Cristo con la parola ol-tre che con la vita.

Convinte che la cultu-ra promuove l’uomo e lorende più capace di acco-gliere il messaggio evange-lico, si impegnano nel cam-po della scuola per comu-nicare anche attraverso lescienze umane il gusto del-

le cose di Dio. Nella loroazione apostolica sonoaperte alle esigenze del po-polo di Dio e offrono il loroaiuto per la promozioneumana e la formazione mo-rale e religiosa di coloroche hanno maggiore neces-sità.

Sensibili al comandodel Signore: «Andate e am-maestrate tutte le genti» efedeli al carisma domenica-no trasmesso loro dal Fon-datore Padre Giocondo PioLorgna, tengono vivo loslancio missionario per ladilatazione del Regno Eu-caristico in ogni parte delmondo.

Oggi sono presenti conuna cinquantina di comu-nità in sei Paesi di quattroContinenti.

CFRCostituzioni delle Suore

Domenicane della Beata Imelda

LA MISSIONE DELLA CONGREGAZIONE DELLE SUORE DOMENICANE DELLA BEATA IMELDA INDICATA DAL PADRE LORGNA.

«Amare e far amare Gesù Eucaristia»

Siate apostole con la parola, apostole con l’esempio, in casa e fuori casa, in pubblico e in privato, sempre e in tutto.

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Con profondo rispettoe con un pizzico di

curiosità visito i registri chea Venezia, presso la tomba diPadre Giocondo, accolgonole espressioni dei fedeli e dicoloro che desiderano ma-nifestare un po’ del loro cuo-re in un ambiente così devo-to e bello.

Premetto che la mag-gioranza delle invocazioni odelle espressioni ivi conte-nute si rivolgono alla BeataVergine del Santo Rosario,seduta con in grembo il Fi-glio, così ben raffigurata nel-la statua in terracotta poli-croma. Molte espressioni so-no un inno alla gioia di vive-re, alla bellezza contemplatao da contemplare in Veneziae specialmente nella basilicae in questa cappella.

Nell’insieme sembra diudire un inno polifonico,pieno di vivacità, di colore,di crescendo e di adagio. In

qualche altra pagina sembradi essere in un girone delpurgatorio dantesco in mez-zo alle anime che soffrono,pregano, invocano.

Sono pagine e pagine,righe su righe, sempre illu-minate dalla speranza e det-tate dalla fede o, almeno, dauna certa sensibilità per labellezza che coltiva lo spiri-to e lo dispone alla fede stes-sa. Raramente ci s’imbatte inqualche espressione super-ficiale, stonata. Ma dura po-chissimo, perché a riportarela musica nel giusto ritmo cipensa il successivo fedele,con naturalezza.

Tra queste ho contatotrecento voci che s’innalza-no a Padre Giocondo il qua-le giace lì accanto: umile, si-lenzioso, vigile e paterno,com’è stato sempre anche invita. Un coro possente i cuisuoni, però, si muovono at-torno a poche tonalità.

Quella della famiglia èla più forte che congloba tut-te le altre, seguita da sfuma-ture che evidenziano alcuniaspetti particolari: la salute,la tenuta della coppia, la vitadi figli desiderati, la soluzio-ne di qualche problema con-creto inerente alla casa o allavoro, la riuscita negli studi.

La seconda tonalitàche esce forte dal cuore deifedeli tocca, invece, le cordedella religiosità, della vitaspirituale, della fede.

Infine, la tonalità chepresta voce alla sofferenzadel mondo. Sono rimastasorpresa anche dal senti-mento di riconoscenza umi-le e profondo che accompa-gna ogni richiesta: il graziesgorga spontaneo assieme al-la domanda e, più di una vol-ta, i fedeli ritornano peresprimere direttamente que-sto grazie, come il lebbrososamaritano guarito da Gesù.

L’AMORE PER P. GIOCONDO È VIVO: LE TANTE SUPPLICHE SULLA SUA TOMBA A VENEZIA.

Cosa si chiede a un Santo?

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La FamigliaBenedici la mia famiglia! (Questa invocazione è ripetuta in tutte le varianti possibili)

Proteggi la nostra famiglia!

La mia famiglia sia sempre unita e serena!

Benedici questa nuova famiglia che va formandosi!

Guarda questa tua famiglia!

Benedici la nostra unione!

Proteggi il nostro amore!

Veglia su coloro che amo!

Prega per la mia famiglia!

Guida tutta la mia famiglia a trovare pace!

Intercedi presso il Signore per la ricostruzione

del matrimonio dei miei amici!

Benedici il nostro matrimonio

e aiutaci a farlo diventare sempre più cristiano.

Aiutami a pagare i debiti!

Con il tuo aiuto, Caterina ottenga consolazione e incontri l’uomo

che possa essere compagno e marito fedele per la vita!

Mia figlia Francesca ha bisogno della tua intercessione.

Le mie preghiere sono sporche,

le tue le porteranno sicuramente maggiori benefici.

Aiutate nostra figlia Celeste, datele la forza di sopportare

la pesante terapia in corso, fatela guarire completamente.

Ricordati di Maria che domani discute la tesi!

Quest’anno ho la maturità e vorrei che tu benedicessi me e i miei esami.

Ti raccomando Silvia e la sua bimba che sta per nascere!

Quel bambino che tu sai è malato grave di tumore alla testa.

Fallo guarire. Fai presto!

Ti chiedo di far nascere sana la mia piccola Elena e che,

quanto visto in ecografia, risulti solo uno sbaglio!

È la prima volta che vengo e non ti conosco, ma ho fiducia in te:

intercedi presso Dio perché dia finalmente la parola

alla nostra piccola Marta!

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Aiuta le persone che sono in cerca di un senso

per la loro vita!

Prega per me!

Chiedi pace e santità al mondo!

Due anziani invocano grazia e felicità

per le nipoti Monica e Francesca!

Aiuta mio figlio a ritrovare la fede nel Signore.

Fa’ che Paolo entri nella misericordia di Dio

e dona pace a noi tutti!

Padre Giocondo, aumenta la mia fede!

Aiutami a vincere il male interiore!

Che nella mia famiglia regni sempre la fede in Cristo Gesù!

Chiedi a Gesù Verità per noi tutti.

Che la mia famiglia ritorni a Dio!

La Religiosità

Maggio/Dicembre 2008È Venerabile!

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Ti chiediamo la guarigione di Francesca!

Fa’ guarire Simonetta!

Proteggici dalla sofferenza!

Proteggi il mondo intero. Che mia figlia ritrovi la gioia di vivere!

Allevia la mia sofferenza!

Fa’ che guarisca dall’orgoglio!

Che mia moglie non soffra più di depressione!

Guarda alle sofferenze della bambina Deborah!

Intercedi presso la Madonna perché liberi N.

dalla prigione della sua malattia mentale!

Che mio papà smetta di fumare!

Guarisci tutti i bambini ammalati. Te ne prego!

Di’ al Padre di non guardare i nostri peccati,

ma all’innocenza di queste creature

e alla fede della tua Chiesa!

Che trovino un posto di lavoro per il loro mantenimento!

Padre Pio Giocondo,

sono tornato per chiedere di nuovo il tuo intervento.

Intercedi per noi presso Dio e la Madonna

perché tutto si possa sistemare.

Noi abbiamo pazienza, ma pensaci tu!

La Sofferenza

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E se ora mi vuoi aiutare, Padre Giocondo, non sentirti obbligato,

perché per me hai fatto anche troppo!

Ho sentito parlare di altri servi di Dio…

Questo signor Pio Lorgna non lo conosco tantissimo,

però lo prego lo stesso!

Grazie del bene che mi fai!

Grazie, Padre Giocondo!

Ho visto il tuo aiuto!

Con tanta gratitudine per l’aiuto che ho sempre avuto!

Caro Padre Giocondo, grazie di aiutare mio figlio nella salute e nel lavoro!

Grazie per aver protetto i miei genitori nell’incidente automobilistico!

Non mi basterà una vita per ringraziarti!

Pensa anche al mondo intero!

Ringrazio Padre Giocondo perché mio figlio è stato assunto nel lavoro!

P. Giocondo, tu sai supplicare bene il Signore!

Grazie. Deborah è “clinicamente” guarita!

Tempo fa siamo venuti a chiederti di donarci la gioia

di generare una nuova vita: ora questa gioia è arrivata ed è incommensurabile,

quanto la tua bontà: grati per sempre!

Ti avevo chiesto protezione durante l’operazione e ti ringrazio

perché è andato tutto bene.

O Padre Giocondo, il Signore ti glorifichi!

La Riconoscenza

I suoni di questa melo-dia umano-divina si spengo-no, ma la dolcezza della loromusica continua ad avvolge-re le nostre anime e aumentain noi la certezza che PadreGiocondo continui ad essere

anche dal Cielo il pastore buo-no, premuroso, eroico di que-sta sua parrocchia itinerante,il padre pieno di amore e dicomprensione per le personeche si affidano con fiducia alui, il compagno di viaggio fe-

dele e forte, capace di portarei pesi con chi è oppresso, dicondividere il pane con chi èaffamato, di cantare di gioiacon chi esulta di riconoscen-za. Padre Giocondo è vivo!

Sr. Dolores Foralosso

Maggio/Dicembre 2008È Venerabile!

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Molte volte, da quan-do siamo in missio-

ne in Albania, ci siamo chie-ste: Padre Giocondo, checosa farebbe se fosse in que-sta realtà? Come avvicine-rebbe questi fratelli? Qualiscelte farebbe?

Nei primi anni, quan-do l’emergenza povertà ciprovocava e assorbiva lamaggior parte del nostrotempo, ci domandavamocome conciliare la risposta

all’immediato e nel medesi-mo tempo come aiutare lepersone a scoprire l’acquache disseta e il Pane che nu-tre per la vita eterna.

Eravamo consapevoliche al di là della fame di pa-ne c’era, soprattutto nella fa-scia giovane della popola-zione, il bisogno meno im-mediato ma più profondo diformazione. Ripercorrendola vita di Padre Giocondo,rileggendo nella Positio(raccolta delle ricerche sto-rico-spirituali presentate al-la Commissione incaricatadel Processo di beatificazio-ne) il suo modo di viverequotidianamente la sua mis-sione di pastore in una dellemaggiori parrocchie di Ve-nezia, e riflettendo sulleesortazioni alle prime co-munità, abbiamo colto alcu-ni aspetti che ci hanno aiu-tato a trovare la nostra lineadi missione.

Da vero domenicano,Egli sapeva essere in dialogocon Dio e con i fratelli e sa-peva ascoltare il grido segre-to d’ogni persona, per farse-ne carico e donare, luce,speranza e amore.

Padre Giocondo eral’uomo umile, semplice, ac-cogliente, al quale ogni per-sona sentiva di potersi ri-volgere senza timore. Eral’uomo intelligente e intui-tivo che sapeva andare oltrele apparenze e far emergereil meglio di ogni persona.Era il pastore, capace di af-frontare sofferenze, disagi eincomprensioni pur diriabbracciare chi si era per-duto. Era per tutti l’amicocapace di accoglienza e fe-deltà.

Padre Giocondo maestro di dialogo

«SIATE APOSTOLE CON LA PAROLA, APOSTOLE CON L’ESEMPIO, IN CASA E FUORI CASA, IN PUBBLICO E IN PRIVATO, SEMPRE E IN TUTTO».

È l ’amore che forma gl i aposto l i .

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Era l’uomo del dialo-go, sempre aperto, sempredisponibile, sempre co-struttivo. Era la persona se-rena, unificata da un grandeamore. L’amore al Dio con

noi, a Gesù presente nel-l’Eucaristia.

Questi aspetti dellapersonalità e della vita delnostro Fondatore ci hannostimolato e guidato a collo-carci in questa realtà con ilcuore aperto alle necessitàdei fratelli, ma con un orien-tamento che si è fatto gra-dualmente sempre più chia-ro e stimolante: «donare ilpane della verità».

La proclamazione del-l’eroicità delle sue virtù èstata per noi una confermaed uno stimolo a proseguireil cammino affidandoci alla

sua intercessione e se-guendo il Suo esempio.

I passi di questo nostrocammino sono segnatie illuminati: - dalla presenza di Ge-sù Eucaristia, infatti, lepersone che frequenta-no la nostra casa sannoche il luogo più impor-tante e più accogliente è

la piccola cappella dove unalampada è accesa anchequando la luce manca, e nel-la casetta c’è Gesù che acco-glie e ascolta. I bambini glimandano un bacio; le mam-me confidano in silenzio leloro ansie e le loro aspira-zioni.- dall’accoglienza di 500bambini e adolescenti chesi aprono al sapere e alla Ve-rità e sperimentano che ilcercare insieme la verità èun’avventura molto bella.

- dall’ascolto di tante perso-ne che desiderano condivi-dere i loro problemi, i lorodubbi e le ansie. Fra questemamme, alcune hanno affi-dato la loro incipiente ma-ternità a Padre Giocondo ehanno potuto superare pro-blemi che secondo i medicierano insuperabili. Altrehanno ottenuto un miglio-ramento dei rapporti in fa-miglia, qualcuna è convintache la guarigione di un figliosia avvenuta per l’interces-sione di Padre Lorgna.

La proclamazione del-l’eroicità delle virtù del Fon-datore è soprattutto un invi-to a vivere in pienezza la no-stra missione, sapendo cheessa si realizza, non solo conla parola e con l’attività cari-tativa e sociale, ma soprat-tutto con la vita quotidianaintessuta d’amore, preghie-ra e sacrificio, come appun-to fu la vita di Padre Gio-condo.

Sr. Margherita RandonComunità di Elbasan - Albania

Maggio/Dicembre 2008È Venerabile!

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Aundici anni il ragazzi-no esce dalla casa pa-

terna senza sapere che saràper sempre. Oppure lo sa enon lo fa capire. Dal cuore dimamma Maria un altro pezzodi carne viva si stacca, condolore lancinante. Il primo èstato con Bentivoglio, il figliomaggiore. Però, con questo èaltra cosa: Giocondo è cosìtenero, affettuoso, gioioso...

La conforta il pensieroche lo affida al cuore diun’altra mamma: alla mam-ma dell’uomo che ama, anonna Margherita.

Chi conosce il paese diPopetto, può indovinare isentimenti di questo ragaz-zino intelligente e assetatodi conoscenza: la prospetti-va di allargare gli orizzonti,di vedere altre persone, diabitare in casa dello zio par-roco, ha attenuato la soffe-renza del distacco e lo ha fat-to sentire grande, almenocome il fratello che lo ha pre-ceduto. Uscire dalla propriafamiglia non reca soltantodolore, non è soltanto di-

stacco. È apertura, è avven-tura, è cosa da persone gran-di. Per Giocondo è stato tut-to questo.

E poi c’era lo zio, sacer-dote stimato ed amato damolti, da tutti: quanti amiciaveva! Dal Seminario, alla fa-miglia Francescana che erastata della sua giovinezza, alpopolo di Dio che formava lasua parrocchia.

L’adolescente Giocondoviveva un momento fecondodi educazione affettiva; colti-vava legami forti, profondi,capaci di illuminare la mentee di elevare e scaldare il cuo-re, capaci di motivare la vo-lontà e spingerla all’azione.

Dalla casa degli amatigenitori e fratelli, a quella del-lo zio parroco e, da lì, al semi-nario di Parma.

Qui la Provvidenza loaspettava alla scuola di duesanti: il rettore Andrea Ferra-ri, poi Cardinale a Milano eproclamato Beato da Giovan-ni Paolo II; il vicerettore Gui-do Conforti, poi Vescovo diRavenna e fondatore dei Save-riani, proclamato Beato – an-che lui – da Giovanni Paolo II.

Con i due, e soprattuttocon il primo, c’è stato moltodi più che il prevedibile ruo-lo maestro-discepolo. Il Fer-rari, per Giocondo, è stato l’a-mico, il modello, il padre nel-

UN SANTO CHE HA CAMMINATO SULLA STRADA DEI SANTI.

Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei

Beato

Andrea Ferrari

Beato

Guido Conforti

Tutto quel lo che si fa per amore ha nascosto i l ba lsamo del la g io ia .

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la fede, il consigliere amato,ascoltato, imitato. Amiciziache supera la distanza e duraoltre la separazione; amiciziaattestata da numerosi docu-menti, conservati volentieridall’interessato, e arrivati fi-no a noi.

Divenuto domenica-no, Giocondo manifestasenza timore i suoi senti-menti nei confronti di altripadri nella fede che incontrasulla sua nuova via: uno deiprimi è Giacinto Cormier,al quale il nostro giovane re-ligioso sottopone il proprioprogetto di vita per avernegaranzia. Il grande confra-tello, anche lui proclamatoBeato da Giovanni Paolo II,ammirò la serietà di vita e dipropositi del giovane con-fratello e ne benedisse il pro-gramma, assicurando checonduceva alla santità.

Ecco il nostro a Vene-zia, condotto dalla manosoave, ma esigente e forte,della Provvidenza.

Lì, come parroco, comeconsigliere e come esamina-

tore dei seminaristi, vieneben presto associato all’azio-ne del suo Patriarca, il servodi Dio Cardinale Pietro LaFontaine, da Padre Giocon-do amato e stimato come unvero Santo. Ricambiato. Èbello pensarli assieme, per-correndo un tratto di CanalGrande in gondola, parlandodel comune amico, nel frat-tempo divenuto Maestro del-l’Ordine Domenicano: il P.Giacinto Cormier, da ambe-due ritenuto un Santo! Mira-bile intreccio di amicizie!

Al funerale di PadreGiocondo, il Patriarca LaFontaine diede sfogo ai senti-menti di affetto, stima e ami-cizia che aveva vissuto – ri-cambiato – nei confronti delsacerdote domenicano, chenon esitò a definire Santo, nelsenso proprio del termine.

I diari della maturità diPadre Giocondo sono costel-lati di notizie brevi ma lumi-nose, riguardanti i suoi in-contri con due santi sacerdo-ti fondatori: Don GiovanniCalabriae Don Luigi Orione.

Colpisce la diligenzacon cui P. Giocondo annota ilgiorno e l’ora degli incontri, illuogo e le più piccole sfuma-ture del loro dialogo. Non èpoi tanto implicito il senti-mento d’ammirazione e digrande considerazione cheegli nutriva per i due: solo ilfatto che li considerasse dav-vero Santi giustifica tale inte-ressamento e motiva l’anno-tazione scritta nel diario aperpetua memoria di qualco-sa che il Padre Giocondo ca-piva benissimo essere impor-tante, grande: Egli aveva in-contrato un Santo (una voltaDon Calabria, un’altra voltaDon Orione); egli aveva for-nito l’indicazione stradale adun Santo (Don Orione); egliaveva ricevuto il sorriso daun Santo (Don Orione); egliaveva chiesto ed ottenuto ilconsiglio di un Santo (DonCalabria); un Santo (Don Ca-labria) aveva parlato benedella sua Opera (futura Con-gregazione) annunciandoneun futuro pieno di vita; unSanto (Don Calabria) gli ave-

Beato

Giacinto Cormier

Servo di Dio

Pietro La Fontaine

San

Giovanni Calabria

Maggio/Dicembre 2008È Venerabile!

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va assicurato la propria pre-ghiera per l’Opera; un Santo(Don Orione) si era attarda-to, come lui, presso il capez-zale di un comune grandeamico morente, il conteGiambattista Paganuzzi.

Come fare per strapparedal Signore la grazia dellaguarigione di Maria Bassi?Padre Giocondo non vedenulla di meglio che rivolgersial giovanissimo cappuccinodi S. Giovanni Rotondo, Pa-dre Pio da Pietrelcina, dallavita spirituale straordinaria,ma soprattutto dalla straordi-naria santità della vita. Così,dal nord al centro-sud dell’I-talia, alcune lettere portano ladomanda piena di stima e divenerazione e recano la ri-sposta di chi è coinvolto nel-l’intercessione e vuole aiutareil confratello a compiere be-ne la volontà del Signore.

Pio da Pietrelcina eGiocondo Pio: l’uno figlio diFrancesco e l’altro figlio diDomenico, ma sulla stessalunghezza d’onda, nella fe-de e nell’amore per le perso-ne che soffrono e chiedonosollievo. Impressiona que-sto carteggio che risale al1920, quando Padre Gio-condo Pio Lorgna aveva 50anni di età e il Padre Pio daPietrelcina soltanto 32-33 egià da quattro anni soffriva ilmartirio delle stimmate edella diffidenza.

Il ministero sacerdotalelo ha messo vicino, soprat-tutto nell’incarico straordi-nario di esorcista, ad un altro

pastore santo: il Beato An-drea Giacinto Longhin, Ve-scovo di Treviso, quasi coeta-neo di Padre Giocondo.

Siamo vicini al terminedella sua vita e l’obbedienzalo invia in Spagna per il ca-pitolo Generale: si tratta dieleggere il nuovo Maestrodell’Ordine Domenicano.Anche con il voto del Nostroviene eletto BonaventuraParedes. Padre Giocondogli dedica molte annotazio-ni vivaci nel suo diario, defi-nendolo un Santo da altari edescrive, come una grazianon comune, la possibilitàdi dialogare con lui e poter-gli parlare della sua parroc-chia e della Congregazioneda poco fondata.

La storia ha dimostratoche aveva perfettamente ra-gione: da pochi mesi il PapaBenedetto XVI ha proclama-to Beato il Padre Paredes, as-sieme a numerosi altri spa-gnoli uccisi nel 1936.

Aprile 1958: il Patriar-ca di Venezia, Angelo Giu-

seppe Roncalli, di lì a pochimesi, Papa Giovanni XXIII,proclamato Beato da Gio-vanni Paolo II, firma la chiu-sura del processo diocesanosulla fama di santità di PadreGiocondo Pio Lorgna, reli-gioso, parroco, fondatore, einvia il materiale a Roma.

Potremmo continuarea sgranare il rosario delleamicizie sante di Padre Gio-condo, ma ritengo sufficien-te quanto è stato rievocatoper confermare la verità deldetto: «Dimmi con chi vai eti dirò chi sei ».

Sì, Padre Giocondo an-dava sulla strada dei Santi,con tanti altri Santi che glierano cari, che gli eranoamici. Egli li individuava sulsuo cammino, li cercava, necoltivava con venerazione ilrapporto, li coinvolgeva nel-le sue opere sante. Egli an-dava con loro, perché erauno di loro. Anche lui era unSanto! È Santo.

Sr. Dolores Foralosso

San

Luigi Orione

San

Pio da Pietrelcina

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Carteggio tra il Ven. Giocondo Pio Lorgna e S. Pio da Pietrelcina

«M. Reverendo Padre, memore dell’amore che lega i cuori dei nostri Santi Fondato-ri, perdoni se oso chiederLe una vera carità per un’ottima terziaria domenicana: MariaBassi. Detta signorina da tre anni, e con la dovuta approvazione ecclesiastica e dell’Ordi-ne, adunò intorno a sé, sebbene inferma, alcune giovani per accendersi reciprocamente del-l’amore eucaristico e diffonderlo specialmente nelle anime innocenti dei bambini raccoltiin Asili. Purtroppo l’infermità si è andata aggravando talmente che non può più occupar-si dell’opera eucaristica, anzi è costretta a vivere presso la sua famiglia, mentre tanto sa-rebbe necessario che stesse in mezzo alle sue figlie.

M. R. P. ormai mi ha compreso. Noi desideriamo una grazia da Gesù Sacramentatoe per mezzo della B. Imelda Lambertini speciale patrona dell’Opera: grazia che potrebbeservire benissimo per la causa di canonizzazione di così amabile beata che visse e morì perestasi d’amore eucaristico. Se V. P., nelle sue preghiere, vorrà fare un memento a Gesù Sa-cramentato, e per i meriti della cara Imeldina, chiedergli una tanta grazia, certo, sarà unagrande carità di cui le saremmo grati perennemente.

Nella più dolce fiducia, Le porgo i più vivi sentimenti di riconoscenza mentre racco-mando me pure e tutte le mie intenzioni alle Sue preghiere».

Con grande sollecitudine P. Pio gli rispose:

«3. 1.1923 - Carissimo Padre, pregherò secondo le sue sante intenzioni. Il Signorevoglia confortare le anime che Lei mi ha raccomandato. Speriamo sempre nella sua Di-vina Misericordia. In quanto a Lei, ringrazio la sua bontà nel pregare per me. Anche Leichieda per me al Signore quanto io prometto di chiedere per Lei. Sempre dev. mo in G. C.P. Pio Capp.»

Beato

Andrea Giacinto Longhin

Beato

Bonaventura Paredes

Beato Angelo

Giuseppe Roncalli

Papa Giovanni XXIII

Maggio/Dicembre 2008È Venerabile!

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CAMEROUN

Che sognoaverlo comeParroco!Mi chiamo Pana Arsène.Sono uno studente. Hoconosciuto P. GiocondoLorgna per mezzo di unospettacolo teatralepreparato dalla suora cheassisteva il nostro gruppoJunior, per gli 80 anni difondazione dellaCongregazione delle SuoreDomenicane della BeataImelda. Avevo interpretatoP. Lorgna, ed è stato graziea questo ruolo che è nataper questo santo uomoun’ammirazione

straordinaria, sconfinata.Mi è venuta voglia divivere la sua vita, di esserecome lui, di portare il suoabito religioso. Oggi, dopocinque anni, cammino conuna Congregazionereligiosa, nella qualevoglio seguire i suoi passi. «Che l’esempio della BeataImelda v’insegni l’amoreper Gesù Eucaristia: vivetecome lei». Questa fraseche Padre Giocondorivolgeva alle sue figlie èstata per me parola disperanza, tanto che l’usavoper salutare le suorequando andavo a far lorovisita. Mi sarebbe piaciutomolto avere PadreGiocondo come Parroco:

le sue qualità, il coraggio,la semplicità, larettitudine, il dinamismodi fede, sarebbero state uncarburante nuovo perquesto treno della fedeche avanza cosìlentamente ai nostrigiorni, in una societàpiena dei più svariatimalanni.Oggi, consideroP Giocondo come miomodello nella vita religiosache ho abbracciato, evoglio assomigliargli.Chiedo al Signore che ilprocesso della suabeatificazione arrivi acompimento, perché lui èdavvero un Santo!

Arsène Gruppo Junior

DA TUTTO IL MONDO TESTIMONIANZE DELLE GRAZIE RICEVUTI DAL PADRE LORGNA.

Il profeta dell’Eucaristia

Non c ’è amore inerte .

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Una continuascoperta Guardo alla figura di P. Giocondo come aqualcuno allo stesso tempodolce ed esigente. Egliresta un mistero per me,non finisco mai discoprirlo. Quando hoincontrato le SuoreImeldine, la prima voltaho sentito molto forte che,per comprendere la lorovita di religiose bisognavaconoscere e capire P. Giocondo, senza il qualeavrei perso qualcosa dimolto bello. Anche oggicontinuo a crederlo eringrazio il Signore per lemolte lettere e scritti cheabbiamo del Fondatore,attraverso i quali eglicontinua a insegnarci avivere la nostra vocazionein tutti i suoi aspetti. Equeste lettere ci spoglianoe ci rivestono nello stessotempo! «Pensa, figlia mia,alla santità che dovrebberisplendere in te, conformealla dignità alla quale sei

stata elevata».Credo di avere veramenteincontrato Padre Giocondomentre seguivo un corsodi formazione, durante ilpostulato: non si trattavapiù dei libri che avevoletto, e che mi avevanolasciata tuttavia assetataperché troppo brevi.Quell’incontro è statofondamentale. Ho lettomolte storie di Santi;alcune mi sono care, misono d’insegnamento. Macon P. Giocondo è statodiverso: l’ho sentito subitocome qualcuno che potevoseguire, imitare. Misembrava che, nella nostradiversità, pure ciassomigliassimo, perchélui poteva insegnarmi avivere la mia vita!

Sr. Dominique

Ci ha lasciatoun unicomessaggio:«Ama!»Ho conosciuto il PadreGiocondo dalle Suore,quando sono arrivatenella nostra Parrocchia.Presto hanno formato ungruppo di spiritualitàeucaristica in cuileggiamo, riflettiamo,studiamo insieme la vita egli insegnamenti di PadreGiocondo. Poi,nell’iniziativadell’Adorazione delgiovedì, ho imparato adapprezzare l’intimità conGesù. Tutto questo mi haaiutato e ha aiutato lanostra parrocchia aconoscere e ad amare

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Gesù Eucaristia, comedesiderava il PadreGiocondo. Ho compresoche la sorgente di vita diPadre Giocondo, del suoapostolato, e la ragione ditutto il suo essere ancheil fondatore è statal’Eucaristia. È passandodall’Eucaristia che Egli haraggiunto la santità. PadreGiocondo amava molto laBeata Imelda, di cui eramolto devoto esostenitore dellacanonizzazione. AllaCongregazione religiosache ha fondato ha volutodare il nome della Beatadomenicana, innamoratadell’Eucaristia. Era amicodei bambini e dei giovani.Aveva tre grandi mezziper trasmettere la linfa aqueste giovani piante: laConfessione, la Preghiera,l’Eucaristia! Il PadreGiocondo non ha maitralasciato i suoi impegnianche quando le forzefisiche stavano pervenirgli meno. Con la suavita egli ci ha lasciato ununico messaggio: AMA!Chiedo al Padre checonosce la forza e ladebolezza di ciascuno, diconcedermi, per i meritidi Cristo e l’intercessionedi Padre Giocondo, diavere un amore profondoper l’Eucaristia e per imiei fratelli e sorelle finoall’ultimo istante dellamia vita.

Richard

Una nuova vita Il 24 agosto 2007 unabuona parte della miafamiglia, me compreso, èstata arrestata e incarceratanella Prigione Centrale diBertoua per una lite che ciopponeva a un Magistratodella Grande Istanza dellacittà. Quando mi hannogettato in cella, alcommissariato, avevogiurato che se io mitrovavo in prigione Dionon esisteva proprio, tantopiù che non c’eranoelementi e prove sufficientiper dimostrare che ilterreno all’origine dellitigio appartenesse allamia famiglia. In prigione! Non è unaprova da poco, bisognamettercela proprio tuttaper superare la privazione

della libertà. Le primesettimane sono state moltodure e ho vissuto unaprofonda ribellione a Dio;ero incapace di pregare,tutto m’infastidiva. Un giorno ho ricevuto lavisita di Sr. Silvana, Sr.Scholastique e Sr. Doloresdella Congregazione delleDomenicane della BeataImelda. Esse mi hannodato una preghiera darivolgere a Padre Giocondoe mi hanno parlato diquesto Santo che ioconoscevo perché avevopartecipato come attore allospettacolo teatralerealizzato dal mio gruppodi giovani sulla vita diquesto grande personaggio.Qualche giorno dopo laloro visita mi sonoricordato delle parole cheSr. Silvana mi ripeteva:

E se l ’umi le esempio d i Mar ia c i commuove , come non potrà commuoverc i f ino a l le lacr ime l ’umi l tà d i D io?

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«Prega Padre Giocondo,Egli ti ascolta. Porta semprecon te questa preghiera, tifarà solo del bene». Non erano parole vuote. Èsempre bene nella vitatrovare un modello come ilPadre Giocondo; unmodello che ci apra ilcammino verso il Signore,qualcuno che ci prendaper mano nei momenti distanchezza, qualcuno checi mostri la stella quandonel nostro cuore è scesa lanotte.La preghiera dataci dalleSuore ci ha aiutato a usciredalla prigione! Oggi siamodi nuovo liberi, in salute ein pace. Ho provatogiovamento leggendo lastoria di Padre Giocondo,ma molto di più quando lopregavo domandandogli diintercedere per la mia

famiglia e per me presso ilSignore che è Padre. Hochiesto a Dio di farmisperimentare un briciolod’amore perché diventibalsamo di tenerezza, didarmi i suoi stessi occhiper stupirmi con Lui dellabellezza che ha seminatonel mondo, un cuore puroper guardare e ammirare ipopoli di tutte le razze, ditutte le culture e lingue. Cari amici che leggetequeste righe, se seguirete iconsigli, se pregherete emetterete in pratica la vitadi Padre Giocondo,comincerà anche per lavostra vita una paginanuova e bella. Pregate ilSignore per l’intercessionedel Padre Lorgna ed Egli vicolmerà delle suebenedizioni.

Augustin

Seguire i suoiinsegnamenticonduce alla santitàQualche mese fa ho saputocon gioia dalle SuoreDomenicane della BeataImelda che la Causa diBeatificazione del PadreGiocondo ha compiuto unpasso importante ed èbello poter testimoniareche Egli è vivo e rispondealle nostre preghiere.Poiché, da qualche anno,collaboro alla traduzionedegli scritti formativi diPadre Giocondo, come iDiscorsi di formazione, leLettere alle comunità,Eucaristia e santità,condivido la bellezza e larettitudine dei suoiinsegnamenti. Vivere

Maggio/Dicembre 2008È Venerabile!

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questi ultimi, conduce allasantità. Assicuro coloroche coltivano interesse aconoscere la vita di P.Giocondo, che in luitroveranno una via e unpercorso di santità. Ma sarà bene contemplare ifrutti della sua operaattraverso le Suore chevivono ed espandono ilCarisma dellaCongregazione: «Amare efar amare Gesù Eucaristia».

Abbé Laurent

CAMEROUNNDJANGANÉ

Per suaintercessione: la guarigione di mio figlioNel 2007 mio figlio ècaduto in un pozzo nonprotetto a Belabo e si è

provocato alcune fratture.Con l’aiuto delle SuoreDomenicane della BeataImelda di Ndiangané, lamia famiglia lo hatrasportato d’urgenzaall’ospedale di Bertouadove lo hanno ingessatoper un mese e mezzo, masenza alcun risultato. Sr. Rosana mi ha messo inmano la preghiera alPadre Giocondo con lasua reliquia,assicurandomi cheavrebbe pregatopersonalmente, mainvitando anche me e lamia famiglia a farealtrettanto per otteneredal Signore, perintercessione di PadreGiocondo, la guarigionedi mio figlio. La reliquia e la preghierasono state messe sotto ilcuscino del bambino, laSuora ha pregato e anche

tutta la famiglia e, graziea Dio, il bambino harecuperato la salute. Sono molto riconoscenteverso il Signore, verso Sr.Rosana e la sua comunitàper tutto quello chehanno fatto per noi. IlSignore le benedica econceda loro tanta forzanella loro missione.

Daniel

FILIPPINE

Il silenzioprofondo dellasua casa nataleMi sembra un sognoandare nella casa semplicee umile di PadreGiocondo, dove egli haricevuto il grande donodella vita, dove ha recitatola prima preghiera, hacondiviso la vita con igenitori e i fratelli e doveha cominciato a praticarequelle virtù che oggi laChiesa gli riconosce ingrado eroico. La serenità eil profondo silenziodell’ambiente, secondome, hanno incisoprofondamente nella vitadi P. Giocondo. Nelsilenzio del suo luogonatale, infatti, egli hapotuto ascoltare la vocedel Signore Dio, che lochiamava a diventarestrumento del suo amorenon solo per icompaesani, ma per tuttele persone che avevano e

Oh, amate , ve lo r ipeto , amate , la vostra vocaz ione: siate vere anime eucar ist iche .

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avrebbero avuto bisognodell’amore di GesùEucaristia.

Sr. Sherry Lyn

Il sole illuminale Alpi,l’Eucaristia lanostra animaL’amore di Padre Giocondoper Gesù Eucaristia ècresciuto nella sua casanatale! Infatti, dallaterrazza, a Popetto,guardando verso il sole cheillumina le Alpi Apuanepiene di neve, si capisceperché Padre Giocondodescrive l’Eucaristia comeun sole che avvolge di lucee di calore la nostra anima.Senza dubbio, la passioneche egli ha nutrito perGesù Eucaristia,contemplando il sole dalla

sua casa natale, si èalimentata fino a diventarela fiamma che ha bruciatopoi tutta la sua esistenza.

Sr. Arlene

ITALIASASSARI

Un Padre, unFratelloConosciamo PadreGiocondo perché voi, suefiglie, ce ne parlate spesso.Inoltre, noi chepartecipiamoquotidianamente allaMessa, da oltre 20 anni,tutte le mattine e tutte lesere, lo invochiamo con le

parole: «Signore Dio, chehai donato al tuo servoPadre Giocondo tanta fedenell’Eucaristia…».Per noi è un Padre, unfratello, una persona a cuirivolgersi quando siamonel bisogno.Avvertiamo la suaprotezione, anche perchél’unione fa la forza.Invocandolo tutti i giorniassieme, e quindi in molti,abbiamo quasi la certezzache esaudisca le nostrerichieste.Per noi non fa differenzaora che è stato dichiaratoVenerabile. Lo abbiamosempre considerato unSanto, ma pensiamo che ora

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abbia ancora più poterepresso Dio. Noi andiamo a Messa tuttii giorni e corriamo ilrischio di indebolire laforza dell’esperienza cheviviamo. Il PadreGiocondo ci dice di nonfare l’abitudine, ma didiventare sempre piùconsapevoli del valoredella Messa e ci sprona adiventare apostoledell’Eucaristia come è statolui. Pensiamo che, in

modo speciale ai sacerdotie ai parroci, egli direbbe didare importanza aisacramenti dellaRiconciliazione edell’Eucaristia. Direbbe –come egli stesso ha fattotante volte durante la suavita – di lasciar fare ai laicitante cose che essi possonofare, in modo da avere piùtempo per la preghiera, perl’evangelizzazione, perandare a cercare i lontani,insomma, più tempo perfare i sacerdoti!

Gruppo di SpiritualitàDomenicana Eucaristica

ITALIAASTI

Ma dove l’avetemesso Gesù?Ho sempre amato GesùEucaristico, fin dabambino, ma obbligato astudiare Padre GiocondoPio Lorgna per scriverne labiografia, l’amore a GesùEucaristico in me divenneun incendio. Ora che laChiesa lo ha proclamatoVenerabile, cioè eroico nellevirtù, davvero la mia animaesulta nell’attesa di vederlopresto proclamato Beato eSanto. Ebbene, che cosadice un uomo della Parola,come Padre Giocondo, aun altro uomo della parola,come me, modestissimoscrittore? Innanzitutto laParola, il Verbo di Dio, èuna Persona viva che suquesta terra ha un

indirizzo preciso dove lopossiamo trovare sempre:questo luogo è l’altare ed èil Tabernacolo. Che cosa direbbe ilVenerabile Padre GiocondoPio ai credenti di oggi?Con voce paterna, calda,ma anche severa ci direbbe:«Ma dove l’avete messoGesù? Perché non lo amatecome merita, perché non loricevete spesso nel vostrocuore riconciliato con Dioe nella sua Grazia? Perchénon sostate in adorazionedavanti al suoTabernacolo?».

Paolo Risso scrittore

BRASILE

Il profetadell’EucaristiaIl 10 dicembre ??? ilBrasile accoglieva le primeotto missionarie della

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Congregazione. Esseavevano anche un grandeideale, imparato alla scuoladi Padre Giocondo: amaree far amare GesùEucaristia. Profondamentemotivate, si sono integrateun po’ per volta e hannoimparato a convivere conil popolo della terra diSanta Cruz. Molte giovanidonne brasiliane si sono

unite a loro e questo hapermesso di spargere inmolte altre città e perfinoin Bolivia e ora anche inMessico la sementelanciata dal Fondatore.Qual è il segreto di questaespansione? Penso sia lostesso che aveva il PadreGiocondo, cioè la volontàdi amare Gesù Eucaristia edi diffondere questo amore

tra i fratelli. Ricordo la piccola casasituata in rúa Alagoas, e lapiccola cappella con unbel quadro di NostraSignora del Rosario con lesuore in preghiera. Io erobambina, ma quella scenaera la voce del Signore chemi chiamava a qualcosa dipiù grande. È stato apartire da lì che è andatomaturando il mio sognomissionario. Così, pensoproprio che il Tabernacoloe Maria, la Vergine delRosario, siano state laforza che ha attirato legiovani brasiliane che oggisono a servizio di bambini,giovani, e tanti fratelli neivari luoghi del Brasile edella Bolivia. Oggi constatiamo che stasuccedendo la stessa cosain Messico dove alcunegiovani, attratte dall’idealedi Padre Giocondo,

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invocano la nostrapresenza. Mi piace definireil Padre Giocondo ilprofeta dell’Eucaristia. Finda bambino si era sentitoattratto dal Presente deinostri Tabernacoli. Mano amano che cresceva nellacomprensione, crescevaanche nella risposta aldono ricevuto. Lapresenza dell’amore di Dioche aveva posto la suatenda in mezzo a noi nelsacramento dell’amore

eucaristico, lo attiravasempre più. Infiammatoda questo amore,desiderava con tutte le sueforze che tutti avessero uncuore eucaristico.Giocondo, noi lo amiamo,e speriamo che per noi,come per le primeImeldine dell’Italia, delBrasile, del Cameroun,delle Filippine, dellaBolivia e dell’Albania, lasua memoria sia fonte dimolte benedizioni.

Sr. Cecília de Conti

Diffondere nelmondo il RegnoeucaristicoPadre Giocondo, da verodomenicano, ha insegnatoalle sue figlie un camminodi santità. La suapredicazione, diretta asuore, a laici, – suoiparrocchiani – ci trasmetteuna vita totalmenteconsacrata a GesùEucaristia e ai fratelli,specialmente ai più giovani:bambini, adolescenti egiovani.Tutto il lavoro formativodi Padre Giocondo furivolto a fare delle suefiglie, sue collaboratrici,come egli stesso diceva«vere domenicaneimeldine: domenicane,dunque anime diraccoglimento e d’azione;Imeldine, infiammate di

Le anime sono att i rate là dove c ’è amore .

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amore eucaristico eapostole di Gesù».L’amore a Gesù Eucaristiae al prossimo ha spintoPadre Giocondo a fondareuna Congregazionereligiosa con l’obiettivo didiffondere nel mondo ilregno eucaristico. Questosignifica che ogni Imeldinaè chiamata ad esprimere,con la sua vita, l’amore aGesù e alle persone cheincontra nello svolgimentodella sua missione.Come Domenicaneabbiamo il compito diannunciare CristoEucaristico, pane di vita,specialmente ai bambini,agli adolescenti e aigiovani, con la speranzache essi, fatta esperienzadell’immenso amore diGesù, diventino apostolidella gioia cristiana.Soltanto chi si lasciatrasformare dall’amore di

Gesù, può annunciarneprofeticamente il Regno disalvezza. Lasciamoci, dunque,condurre dall’esempio diPadre Giocondo, cercandodi vivere una sola anima eun solo cuore in Lui. Tuttoper Lui, con Lui, in Lui.Tutto per Lui e quindiniente si faccia che non siaper la sua gloria; tutto conLui, perché Egli deve esseresempre e in tutto il nostroamico fedele; tutto in Luiperché l’amore è una forzatrasformatrice che unisce.

Sr. Karla Aparecida Pires Viana

BOLIVIASANTA CRUZ DE LA SIERRA

Sereno e senza pauraDue mesi dopo, il medicom’informa che deveamputarmi la gambaammalata. Quel giorno ci ècrollato addosso il mondo.Era duro per me, figliomaggiore con il papà morto

da poco, ed era durissimovedere il dolore di miamadre e dei miei fratelli.Oltre tutto, ero preso dallapaura della operazionechirurgica e dalle sorpreseche poteva offrire. Un giorno mia sorellaricevette da Suor Maria eSuor Jeronima, domenicanedella Beata Imelda,un’immagine con lapreghiera e la reliquia diPadre Giocondo. Hocominciato a pregarlo confervore ogni giorno,supplicandolo di nonabbandonarmi mai. Il giorno dell’operazionetanto temuta arrivò, e ioentrai in sala operatoriasereno, senza paura, conl’immagine di P. Giocondosul petto. Tutto andò bene!Il male non si era diffuso,come si temeva. Ora sto riprendendo leforze e continuo a sentire lapresenza buona del Padrevicino a me e alla miafamiglia.

Said Eduardo

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Trascriviamo alcuneespressioni dipersone che l’hannovisitata in questiultimi anni. Lasciamo, invece,all’immaginazionequello che puòscrivere una figlia,sia essa religiosa onon, che entra nellacasa del PadreGiocondo Pioarrivando dal Brasile,dalle Filippine,oppure dalCameroun, dallaBolivia, dall’Albaniao da uno dei variluoghi d’Italia.

TESTIMONIANZE DI FEDE DA POPETTO DI TRESANA

È dolce tornare alla casa del Padre

APopetto si respira proprioaria di famiglia e sembra

perfino di udire echeggiare voci epreghiere: è la casa di GiovanniLorgna e di Maria Fiasella, i geni-tori di Padre Giocondo Pio.

Da sempre è inserito nellevisite d’obbligo per le Suore che

tornano per un periodo di vacan-za, per le sorelle d’altri Paesi chevengono in Italia per qualche ser-vizio e per le sorelle delle comu-nità d’Italia che vanno a riscal-darsi al focolare di Popetto, comepure per varie persone laicheamiche.

Ama, e l ’amore t i d i rà tutto quel lo che dev i fare .

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“Questo luogo ha un messaggio

di preghiera per quelli che ci sono

e per quelli che ci vengono”.

P. Riccardo

“Finalmente ho potuto visitare

questa casa che ricorda le umili

origini del Ven. Confratello

P. Giocondo Pio Lorgna: ci sembrava

che lo spirito del Padre aleggiasse

intorno a noi”.

P. Francesco

“Sono venuto a Popetto,

al luogo natale di P. Giocondo Pio

Lorgna: mi aiuti ad essere

un sacerdote come Lui”.

P. Venturino

“Confido e spero che questa beata

dimora diventi luogo per tante anime

per un cammino personale

di santità”.

P. Marino

“Per la tua gloria, Signore, sono

qui ad onorare anche il tuo Servo

ed amico P. Giocondo Pio Lorgna”.

P. Silvestro

“Sono qui in visita pastorale:

risplenda sempre più la figura

di Giocondo Lorgna e la sua

preghiera ci sostenga nel bene”.

Eugenio Binini Vescovo di Massa

“Sono salito alla casa natale di

P. Giocondo e ringrazio Dio che ama

la vita e che sul monte provvede”.

Don Tarcisio Maria Benvenuti

“Ho avuto la gioia di scoprire questo

angolo di silenzio, ricco della

testimonianza povera e feconda

del P. Giocondo Pio”.

Bruno Tommasi Vescovo

“Sono certo che non mancheranno

i segni che porteranno

alla beatificazione

dell’illustre concittadino

Padre Giocondo Pio Lorgna”.

Gianetto Uberti sindaco di Tresana

“Innalziamo il nostro canto a te,

o Dio, perché accolga nella schiera

dei Beati il nostro protettore

Padre Giocondo Lorgna”.

Il Coro di Barbarasco

“Invoco la particolare benedizione

di P. Giocondo, perché interceda

per noi, sue figlie, presso Dio,

la Vergine Maria e S. Domenico”.

Madre Lauretana

“Grazie, Padre, per averci accolte

nella tua casa”.

Sr. M. Giuseppina

“Oggi siamo qui nella Casa Paterna,

pellegrine in cerca di aiuto e di luce

per vivere in fedeltà creativa il dono

a noi lasciato da P. Giocondo”.

Sr. Tarcisia

“Grazie di questi bei giorni

vissuti qui a Popetto”.

Sr. M. de Fatima

“P. Giocondo completi l’opera”.

Sr. Maria Rosa e Consiglio Provinciale

“Ci hai accolte, accompagnate

e guidate con paterno amore:

è bello sentire la tua presenza”.

Sr. Fiorenza

“Ricorderò con gioia questi giorni

che ho trascorso qui, conoscendo

un po’ di più Padre Giocondo”.

Sr. M. da Gloria

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Lettera aperta ai giovaniUN ACCORATO APPELLO A PERCORRERE LA VIA DELLE VIRTÙ SCELTA DA GESÙ.

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Miei cari giovani,leggendo il Vangelo, noi sia-mo commossi nel vedere Ge-sù in mezzo alle folle e circon-dato dai suoi Apostoli. Pertutti aveva un sorriso, una be-nedizione, una parola diconforto. Ma se amava tuttid’intenso amore, un palpito ditenerezza speciale lo nutrivaper i bambini e per i giovani.Non era lui che chiamava at-torno a sé i fanciulli? Che li ac-carezzava dolcemente e listringeva al suo cuore? «La-sciate, ripeteva spesso, che ifanciulli vengano a me» (Lc18,16).

Dopo i bambini sentivaun affetto speciale per i giova-ni. Narra il Vangelo che tra gliApostoli ve n’era uno che erail suo prediletto, colui cheGesù amava (Gv 19,26). Vol-le che costui fosse al suo fian-co nel momento più solennedella vita, cioè nell’ultima ce-na; lo fece riposare col caposul suo petto, diede a lui tan-ta forza di salire il Calvario, lovolle ai piedi della croce, te-stimone dei suoi dolori, e alui, proprio a lui, lasciò qualericordo preziosissimo, quan-to era più caro al suo cuore,sua Madre.

Chi era costui? Giovan-ni l’evangelista! E perché eracosì prediletto da Gesù? Unodei motivi lo rivela il domeni-cano S. Tommaso: «Perché S.Giovanni era giovane». Allar-gate dunque, miei cari ragaz-zi e giovani, il vostro cuore,

perché quel medesimo Gesùche là nella Palestina venti se-coli or sono tanto prediligevala vostra età, sotto i veli euca-ristici è qui presente in que-st’Ostia santa e verrà nel vo-stro cuore per farvi sentiretutto il suo amore divino.

Ma amore, voi lo sapete,vuole amore. Gesù vi ama,sceso nel vostro cuore vi faràsentire il palpito del suoamore, e voi che gli direte?Poche parole, solo queste:«Ti voglio riamare, o Ge-sù!». Ma non di un amorequalunque, sebbene genero-so, bensì di un amore checonsiste nelle opere e inquelle opere appunto che ri-spondono alla vostra età.Quali sono?

«La vita giovanile – dicelo stesso S. Tommaso – ha unavia lunga ancora da percorre-re: la sua vita, più che del pas-sato vive dell’avvenire». Mapurtroppo dinanzi allo sguar-do del giovane si apre la viafiorita del piacere e quella fati-cosa della virtù; la via del pia-cere sfrenato conduce a perdi-zione, quella della virtù con-duce alla salvezza; quale vole-te scegliere? Dite a Gesù chevolete amarlo e, mossi dall’a-more, scegliere la via dellavirtù percorsa da lui, anzi cheè lui medesimo, indicata pro-prio da lui: «Io sono la via».

La vita del giovane èdesiderosa di conoscere; ilgiovane vuol sapere: la no-

stra mente è fatta per la ve-rità. È proprio durante lagioventù e l’adolescenza chesente le migliori energie inse stessa. Ma in questo mon-do assieme alla verità, quan-ti errori! Se la verità è luce,l’errore è tenebre e quantiprediligono le tenebre allaluce; ebbene, miei cari, an-date a Gesù che vuole darvila luce della verità: quellaverità che egli insegnò colsuo labbro divino: «Io sonola verità».

La vita del giovane èpiena d’entusiasmo e di unrigoglio fecondo, scorre nel-le sue vene un sangue gene-roso, il cuore batte lieto e benregolato e dice: la vita è gran-de, grande, si vede che è im-mortale.

Miei cari l’età vostra èbella perché all’esuberanza,al rigoglio delle forze natu-rali, voi unite il rigoglio del-le forze spirituali, di quelleforze che emanano dalla vi-ta soprannaturale fruttodella grazia. Ebbene Gesùche è la fonte stessa dellagrazia, è la vita vostra: «Egosum Via, Veritas et Vita» (Gv14,6). Questo, dunque, ditea Gesù quando l’avrete nelvostro cuore: Gesù io ti vo-glio riamare e il mio amoresi manifesterà in questo:«Voglio te che sei mia via,verità e vita».

Padre Giocondo Pio Lorgna Testo in Al V 168 (7)

Maggio/Dicembre 2008È Venerabile!

Amare e far amare Gesù Eucar ist ia : ecco la vostra missione .

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«L'uomo ha bisogno di luce per vivere e per operare!» (P. Giocondo Pio Lorgna)