Periodico della Congregazione delle Suore di San Giuseppe ... · per diffondere un po’ di quel...

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Periodico della Congregazione delle Suore di San Giuseppe di Cuneo Aprile 2019 n. 1

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Periodico della Congregazionedelle Suore di San Giuseppe di Cuneo

Aprile 2019 n. 1

Incontro Amici

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Sommario

Editoriale p 3

SpiritualitàIncontro pasquale di Maria di Magdala p 4

Vita della ChiesaUna parola di speranza p 6

Dentro il carismaIl carisma e la spiritualità del Piccolo Disegno p 8

Vita della congregazione

La parola e le parole…ma le parole cambiano! p 10

Pastorale parrocchiale p 11

La nostra presenza in val Maira p 14

Mondo digitale: chiavi di lettura p 15

Come migliorare lo stato di salute in comunità p 15

Esercizi spirituali di federazione in Brasile p 16

Visita in Camerun: suor Wivine racconta p 17

Affrontare le disuguaglianze p 19

Laici nel Piccolo Disegno

San Giuseppe, santo di tutti i giorni p 21

Il nostro San Giuseppe p 22

Basilea: un progetto missionario p 23

Spazio giovani

Lui era lì: esperienza di vita p 25

Linguaggio dell’oggi nel mondo giovanile p 25

GMG a Panama p 27

Progetti di Missione

La Repubblica Democratica del Congo, oggi p 28

Contributo per la ristrutturazione della Casa di Kikwit p 29

Appuntamenti p 32

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Editoriale

Queste pagine del Notiziario primaverile 2019 vogliono essere eco delle voci-pa-role delle sorelle vicine e lontane, laici nel Piccolo Disegno, collaboratori, giovani, per diffondere un po’ di quel bene che germoglia e cresce come foresta silenziosa: gesti semplici e quotidiani, offerta interiore di una situazione di sofferenza, parte-cipazione, in tanti modi, alla diffusione del Regno, riflessioni donate per aiutare il cuore a risvegliarsi a nuova vita Anche la nostra congregazione, come ogni vita, è una ‘parola’, scaturita dal dono del carisma; spesso è incomprensibile oggi al nostro mondo sempre connesso Siamo sommersi da parole ascoltate, urlate, scritte, cantate, scambiate con ogni mezzo, a volte pronunciate prima di essere pensate Se sgorgano dall’amore e sono regalate con dolcezza, consolano, alimentano la gioia, accrescono la compassione; ma se degenerano nella volgarità e nella chiacchiera, possono ferire come lama Altra, solenne, si erge su tutte la Parola di Dio, creatrice che era ‘fin dal principio’ e che ci raggiunge quando trova accoglienza “Con un orecchio ostruito dalle ortiche del vaniloquio non è possibile lasciare spazio a una Parola così alta, che inquieta e consola, che ammonisce e pacifica, che provoca e rasserena “(D Bonhoeffer) A volte vorremmo poter girare l’interruttore per disconnetterci e abitare un poco il silenzio, penetrare nella profonda stanza della coscienza, lì dove il cuore trova pace Guardiamo a san Giuseppe, esempio di santità nel suo silenzio La sua vita è ‘parola’ potente, che ha attraversato la storia fino a noi, perché ha preso in mano le consegne di Dio, portandole fedelmente a compimento Ci auguriamo che le nostre parole possano sempre ‘profumare’ di “ogni Parola che esce dalla bocca di Dio”, pronunciate sempre con l’amore con cui il Risorto saluta gli apostoli impauriti: “Pace a voi!” Accogliamo con riconoscenza i doni di vita vissuta che ci sono offerti in queste pa-gine, perché ci possano allargare il no-stro orizzonte alle dimensioni del mon-do, facendoci sentire parte di un’unica grande famiglia E chissà che qualche ‘parola’, per la grazia dello Spirito santo, si incida a fuoco nel nostro cuore, così da poter sperimentare ciò che scrisse S Agosti-no: “Folgorato al cuore da Te mediante la tua parola, ti amai”

La commissione

Una generazione narra all'altra...

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INCONTRO PASQUALE DI MARIA DI MAGDALA CON GESÙ RISORTO

Spunti per una Lectio divina su Gv 20,11-18

È in una chiave di grande stupore e perplessità che l’evangelista racconta l’episodio Ciò che dà il via all’incon-tro di Gesù con la Maddalena è quel-lo stare di Maria presso il sepolcro La scena è molto breve e lo stile narrativo essenziale annota tre momenti: Maria di Magdala piange e incontra i mes-saggeri (vv 11-13); Gesù si fa incontro a Maria (vv 14-17); la missione di Ma-ria (v 18) Tutto l’episodio si svolge in un giardino, dove c’era un sepolcro e dove si pensava che ci fosse ancora il corpo di Gesù La passione di Gesù inizia e termina in un giardino, luogo che rappresenta l’alternativa creata da Gesù all’ufficialità politico-religiosa del suo tempo, con il suo centro nella città santa Gesù ha chiesto ai suoi di-scepoli di uscire da una logica di po-tere, per entrare dentro una proposta di autodonazione

Maria stava fuori presso il sepolcro, in lacrimeMentre i discepoli ritornano sui loro passi, questa donna rimane presso il sepolcro È lì fuori, senza penetrarvi Le sue lacrime dicono dolore e pro-fondo attaccamento a Gesù; in lei c’è un mondo di dolore devastante, oscuro, senza speranza Pur essendo innamorata di Gesù, non riesce a en-trare, a lasciarsi coinvolgere e avvol-gere dal mistero della sofferenza, a entrare nella logica della croce che è

di apparente sconfitta Si sente sola! Nel suo pianto è come se gridasse: “Dove sei Signore?” Al vedere due Angeli, Maria non ha paura, ha un uni-co pensiero “Hanno portato via il mio Signore”; ha una sola priorità: trovare il corpo di Gesù per poterlo accudire e toccare Il dolore è grande, cocen-te, ma è tutto centrato su un morto rapito, manomesso da chi sa chi C’è un forte e chiaro riferimento alla spo-sa del Cantico dei Cantici, che non ha paura di nulla, gira per la città di not-te, vuole solo trovare l’Amato del suo cuore Voltatasi indietro, vede Gesù, ma non sa che è lui I suoi occhi non sono ancora aperti alla fede Inizia per lei un cammino di cambiamento inte-riore che la porterà a riconoscerlo

“Donna perché piangi? Chi cerchi?”Siamo alla domanda pregnante e completa, incentrata in quel “Chi cer-chi?”, domanda giovannea ultima e definitiva, quella attorno alla quale ruota l’intero vangelo È posta a Maria di Magdala, ma è posta anche a ogni cristiano; anche a me, oggi Il Maestro si interessa al suo dolore, creando le condizioni perché Maria possa impe-gnare la propria libera volontà a cre-dere L’iniziativa è del Signore risorto, che vuole incontrarci perché ci vuole salvi, realizzati nel senso vero e pieno del termine

Spiritualita'

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Pensando fosse il custode del giardino...Maria si rivolge allo sconosciuto, ma non dice che colui che sta cercando è Gesù È lontana dal trovare la pista giusta; bisogna che la sua ricerca si trasformi in un movimento verso di lui E non è questa la “conversione” anche nostra?

“Maria!” ... “Rabbunì”Gesù la chiama per nome: “Maria”, ed è come se dicesse: “Ti conosco, so chi sei, conosco il tuo passato, la tua storia che appartiene strettamen-te alla mia” E si aprono il cuore e gli occhi di Maria Chi pronuncia il nome di qualcuno è come se si approprias-se del suo essere: Maria è “del Signo-re”, è la prima degli apostoli dopo la Pasqua Subito dopo c’è il “volgersi verso di lui”, c’è la volontà di “con-vertirsi” Maria apre il cuore a Gesù I Giudei lo avevano rinnegato come Maestro Lei no “Rab-buni” alla lettera “Maestro mio”, dove l’accento è sul possessivo ‘mio’ che dice la forza e l’intimità del loro rap-porto

“Non trattenermi, ma va’ dai miei fratelli e annuncia...”L’incontro con Gesù diventa annuncio e testimonianza, non un annuncio di idee, ma testimonianza di un’esperien-za vissuta: “Ho visto il Signo-re” Siamo all’ultima tappa del cammino di fede di Maria di Magdala Gesù la strappa,

per così dire, a se stessa, alla tentazio-ne di indugiare ripiegandosi sui suoi sentimenti personali, per un dono di sé all’Altro per gli altri La risurrezione non è il ritorno allo stato di vita pre-cedente, non è solo vita nuova, ma è l’immersione in Dio, nel Padre Gesù manda Maria ad annunciare la buona novella e la manda ai suoi discepoli definiti fratelli

Maria di Magdala andò subito ad annunciare ai discepoli “Ho visto il Signore” e ciò che le aveva detto.Maria ci insegna ad essere donne ap-passionate di Dio, donne che brucia-no di desiderio per il Signore, desi-derio che Dio sia conosciuto, lodato, celebrato, servito e amato da tutti

Suor Maria Rosa Porretta

Spiritualita'

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UNA PAROLA DI SPERANZA(riflessione dal monastero Cottolenghino di Pralormo)

Come può oggi la Chiesa essere parola e segno di speranza per il mondo? La do-manda non è banale in un momento in cui purtroppo l’attenzione sulla vita della Chiesa si limita alla curiosità riguardo ai vari scan-dali È sempre attuale il detto: ‘Fa più rumo-re un albero che cade rispetto ad una foresta che cresce’ Oggi an-che qualche figlio della Chiesa cade fragorosa-mente come grandi alberi, attirando l’attenzione di molti e nascondendo il fluire di vita che fa crescere in modo fecondo, ma silenzioso, la foresta Dove si nasconde dunque la speranza proposta dalla Chiesa? Anzitutto nei cristiani, nei volti dei semplici fedeli Chi è il cristiano? È colui che ha in-contrato Cristo e porta riflessi nel suo volto i Suoi lineamenti Papa Francesco durante la cerimonia di apertura della GMG lo scorso 24 gennaio, diceva: «Un santo di queste terre (Oscar Romero) amava dire: “Il cristianesimo non è un insieme di ve-rità da credere, di leggi da osservare o di proibizioni. Il cristianesimo è una Persona che mi ha amato tanto, che desidera e chiede il mio amore. Il cri-stianesimo è Cristo”. È portare avanti il

sogno per cui Lui ha dato la vita: ama-re con lo stesso amore con cui ci ha amato. Non ci ha amato a metà, non ci ha amato un pochino. Ci ha amato totalmente, ci ha colmati di tenerezza, di amore, ha dato la sua vita». Il Papa concludeva così il discorso: «Cari gio-vani, questa Giornata non sarà fonte di speranza per un documento finale, un messaggio concordato o un pro-gramma da eseguire. No, non sarà questo. Quello che darà più speranza in questo incontro saranno: il volto e il cuore cambiati con cui tornerete a casa, la preghiera che avete imparato a dire con questo cuore cambiato. E ognuno tornerà a casa con la nuova forza che si genera ogni volta che ci incontriamo con gli altri e con il Signo-re, pieni di Spirito Santo per ricordare e mantenere vivo quel sogno che ci

Vita della Chiesa

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fa fratelli e che siamo chiamati a non lasciar congelare nel cuore del mon-do; dovunque ci troveremo, qualsiasi cosa staremo facendo, potremo sem-pre guardare in alto e dire: Signore, insegnami ad amare come tu ci hai amato».La Chiesa anche oggi è segno di spe-ranza nei gesti prima ancora che nelle parole di questo nostro amato Papa, che lascia trasparire dalla sua umani-tà il volto di Colui che per amore si è fatto uomo come noi Osservando la tenerezza con cui Francesco ac-carezza i malati, prende in braccio i bambini, lava i piedi nella liturgia del Giovedì santo, non è difficile immagi-nare l’atteggiamento di Gesù per le strade della Galilea, quando la folla gli si stringeva addosso, quando vo-leva che i bambini andassero a Lui, quando toccava i lebbrosi e si lasciava toccare dalle peccatrici La Chiesa è e

sarà segno di speranza nella misura in cui promuoverà l’uomo, la vita, apren-do all’umanità orizzonti di speranza e di vita nuova Ognuno di noi, incontrando Cristo, adorandolo nel proprio cuore, la-sciando che Egli viva nei propri gesti e parole, potrà rendere ragione della speranza che lo abita San Pietro nella sua prima lettera afferma: "Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pron-ti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi". San Paolo ricorda ai Colossesi la gloriosa ricchezza del mistero che è “Cristo in voi, speranza della gloria”.La Chiesa, cioè ogni cristiano, può dire anche oggi al mondo: Quello che ho ve lo do, la mia speranza è Cristo Gesù, risorto e vivo!

Suor Bruna Dutto(Suore Adoratrici)

Vita della Chiesa

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IL CARISMA E LA SPIRITUALITÀ DEL PICCOLO DISEGNO NELL’ATTUALE CONTESTO STORICO

Entrando nella Casa ma-dre delle suore di san Giuseppe a Cuneo, mi venne spontaneo posare lo sguardo su un dipinto appeso alla parete: un albero, con i rami stesi in molteplici direzioni: “Si vede che queste sorel-le diversamente vestite, non hanno frontiere, si sentono di casa in tutto il mondo”, pensai L'imma-gine dell’albero è familia-re alle comunità religiose delle suore di san Giu-seppe A quell’immagine è collegata una storia, un avvicendarsi di stagioni feconde di frutti La sto-ria dell’albero è solare agli occhi di tutti La vicenda di un seme è raccontata da Gesù stesso, è auto-biografico Così nel seme c'è la storia di un carisma, il Piccolo Disegno; c'è la storia di un fondatore, pa-dre Jean Pierre Médaille Quando nel 1651 il Pic-colo Disegno verrà riconosciuto dalla Chiesa, figureranno i nomi delle pri-me suore; quello di padre Médaille, che ha intuito l'urgenza del nuovo ca-risma, autore della Lettera Eucaristica, non c’è; ciò apparteneva allo stile del

padre Fondatore: rimanere nascosto come il seme Ogni spiritualità ha suoi modelli, che sono mediazioni di grazia per realizzare una vita autenti-camente cristiana; i santi, che mag-giormente incidono nella spiritualità

Dentro il carisma

Puerto Rico1976

West Hartford, CT1885

Cuneo1831

Springfield, MA1883

Boston, MA1873

Baden, MA1869

Orange, CA1912

Erie, PA1860

Notre Dame de Chambriac

1732

US Federation

Italian Federation

French Federation Merged Congregation

Non Federated(Argentina 1882 and Puerto Rico 1976)

Canadian Federation

St. Etienne de Lugdares

1849

Clermont1723

Rodez1825

Winslow, ME1906

Instituto San Giuseppe

2006

Congregation of St. Joseph

2007

Wichita, KA1888

Tipton, IN1888

Wheeling, WV 1853

Le Puy1650

Car

ond

ole

t18

36

Sault Ste. Marie, ON1936

Hamilton, ON1852

London, ON1868

Pembroke, ON1921

St. Vallier1683

Le Puy1650

Ca

Car

ond

ole

t18

36836

Philadelphia, PA1847

Toronto, ON1851

Rochester, NY1854

Concordia, KS1883

1854

La Grange, IL1899

Brentwood, MA1856

Revolution1789

Pignerol1825

Chambery1812

Champagnole1851

Aoste1831

Turin1821

Novare1826

Suse1866

Annecy1833

Viviers1660

Institut St. Joseph

1993

Argentina1882

Anita

Zul k

ar nai n

Cleveland, OH1872

Nazareth, MI1889

Watertown, NY1880

Congregation of the Sisters of St. Joseph

in Canada2012

Peterborough, ON1890

2013

Lyon1808

Lyon2006

St. Augustine, FL1866

Crookston, MNprov. 1905

Cincinnati, OHprov. 1962

New Orleans, LAprov. 1855

Medaille1977

Bordeaux1840

Bourg1824

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della nuova congregazione, saranno particolarmente due: Giuseppe e Pa-olo San Giuseppe è un protagonista che resta sullo sfondo, un silenzio che parla San Paolo è il modello di un ser-vizio della Parola nel suo dinamismo espansivo In questi giorni sono stato sorpreso davanti ad un foglio che mi è stato messo sotto gli occhi; riportava un aggiornato elenco delle “Congre-gations of St. Joseph”: 11.000 sorelle in 52 Paesi, distribuite nei cinque con-tinenti: America, Europa, Africa, Asia e Oceania Vero segno, questo, che il carisma e la spiritualità del Piccolo Disegno sono una realtà “vivente” nella Chiesa La nascita e l’espansione delle suore di San Giuseppe nel XVII secolo è iniziata in Europa, ma la vita consacrata nel vecchio continente sta ora attraversando un tempo di crisi: il nostro è un tempo di trasformazione che coinvolge tutte le “vocazioni” L’Europa è un focolaio di contrasti e di tensioni ideologiche secondo le quali il contenuto del messaggio cristiano avrebbe penetrato la cultura europea, ma che ora potrebbe essere escluso come bagaglio superato dalla laicità L’epoca che stiamo vivendo appare come una stagione di smarrimento della memoria e dell’eredità cristia-na, accompagnati da una sorta di in-differentismo religioso Molti europei danno l’impressione di vivere senza retroterra spirituale, come degli ere-di che hanno dilapidato il patrimonio consegnato loro dalla storia Lo espri-me con chiarezza lo storico Dorino Tu-niz (2018): “In Europa sembra essersi

compiuta la secolarizzazione, il - salto nel vuoto etico - un’attitudine a non credere in Dio o in una religione L’aver dimenticato Dio ha portato ad abbandonare l’uomo nella sua realtà ontologica, aprendo un vastissimo spazio per lo sviluppo del nichilismo La cultura europea dà l’impressione di una apostasia silenziosa da parte dell’uomo che vive come se Dio non esistesse” In un'epoca di crescente emarginazione dei valori religiosi dal-la cultura, ritengo indispensabile la testimonianza dei consacrati che vivo-no con gioia il loro carisma Il Piccolo Disegno vissuto e amato può testimo-niare la bellezza di «vedere» Dio, con gli occhi della fede, in un mondo che ne ignora la presenza Dall’Eucaristia è partita la “scintilla” che ha dato origi-ne al progetto del gesuita Jean Pierre Médaille, divenuto, per tutte le suore di San Giuseppe, impegno a vivere la comunione e la missione per rac-contare il Dio di Gesù Cristo all’uomo del nostro tempo, che non sente più il bisogno di redenzione perché vive il mito del presente rassegnato alla sua finitudine Il rapporto tra Eucaristia e Piccolo Disegno ricorre quattordici volte nella Lettera Eucaristica e ha la sua espressione più vera nel dinami-smo “della comunione e della mis-sione”; missione che non è opera di navigatori solitari: la comunione è la principale espressione della missione La forza per realizzare questo sogno la si attinge dall’Eucaristia

P. Enrico Masseroni Arcivescovo em.

Dentro il carisma

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Vita della congregazione

Sono sempre tante le nostre parole, più o meno immediate, dette con la voce, manifestate con la vita, scritte in un so-cial, in un messaggio Parole, parole, parole… con cui necessariamente sia-mo chiamati ad entrare in relazione Al convegno CISM a Collevalenza, 19/23 novembre 2018, l’attenzione è stata posta sulla comunicazione in par-ticolare con il mondo giovanile, in que-sto nostro tempo in cui anche i linguag-gi cambiano velocemente Come parliamo ai nostri giovani? Qua-le linguaggio essi parlano? E noi come veniamo percepite? Dentro il mondo, come esserci, quali linguaggi usare e osare? Quale spiritualità? Per trovare alcune risposte siamo stati condotti in un percorso davvero inte-ressante e abbiamo raccolto preziosi spunti di riflessione per ripensare la no-stra missione, le proposte formative e le modalità di animazione vocazionale in uno stile relazionale Molti contributi hanno tracciato un pro-filo sociologico e culturale relativo ai mezzi di comunicazione, con particola-re attenzione ai nativi digitali Ma soprattutto siamo stati invitati con forza a rimetterci in cammino accanto ai giovani, a guardarli con realismo, fi-ducia e speranza, ad ascoltarli e a dia-logare con loro in modo più autentico Oggi, più che mai, occorre esserci, la-sciarci trasformare dalla Parola che è

Gesù, suscitare domande, parlare con parole e gesti, osare cammini nuovi, an-dare all’essenziale e diventare credibili A questo riguardo mi sembra molto si-gnificativa la parola di Rosaria Lisi: I giovani non sono un problema da in-casellare; piuttosto che increduli, sono genuinamente critici nei confronti delle formule scontate con cui viene annun-ciato il credo religioso ed esigono che i loro interlocutori parlino il linguaggio genuino, antico e sempre nuovo dell’e-sperienza della relazione.Interessanti e attuali sono stati anche i laboratori proposti su alcuni ambiti co-municativi che gridano maggiormente in questo tempo: spiritualità, sogget-tività e individualismo, social media, maschile/femminile/gender, creato e giustizia, corpo In queste giornate così ricche e significative è cresciuta la con-vinzione che la vita parla più forte delle parole e che è urgente aver cura della dimensione profondamente umana e spirituale nelle relazioni Il Signore Gesù, il Verbo (la Parola) che si è fatto carne, sia per noi sempre più Maestro di vita, di incontro, di relazio-ne e di comunicazione Il suo Vangelo, Parola che fa vivere, sia Luce sul nostro cammino Solo il Signore può trasfor-mare la nostra esistenza in una parola significativa per il mondo d’oggi

Suor Grazia Cavallo

LA PAROLA E LE PAROLE…MA LE PAROLE CAMBIANO! Educarsi ai nuovi linguaggi

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Vita della congregazione

Percorrendo la mappa delle nostre co-munità nelle diocesi in Piemonte, pos-siamo notare che siamo presenti in più di 10 parrocchie Questo non significa che abbiamo una partecipazione atti-va in ciascuna Si tratta soprattutto di presenze molto discrete, non appari-scenti, ma non per questo meno signi-ficative e speriamo anche importanti agli occhi di Dio Le nostre comunità, che lavorano in ambito parrocchiale, si dedicano in particolare a:• servizio liturgico • celebrazione della Parola• catechesi, accompagnamento del-

le catechiste• gruppi di vangelo• gruppi famiglie

RACCONTARCI familiarmente, accogliendoci come deboli strumenti nella missione della Chiesa che è in Italia Questo è stato lo scopo dell’incontro tra noi, a partecipazione libera, vissuto lo scorso anno in Casa madre (5 febbraio 2018) Abbiamo accolto con stupore e riconoscenza ciò che ogni sorella presente ha desiderato comunicare e ci siamo interrogate su come valorizzarlo, portando a conoscenza di tutta la con-gregazione quanto si opera in vari ambiti, pur nella nostra povertà di numero e di forze Questa è una prima raccolta dei dati emersi sotto la voce ‘Pastorale parrocchiale’; ne seguiranno altre sui temi emersi, con il limite che ci si riferisce solo a quanto hanno comunicato le sorelle intervenute all’incontro Sarebbe utile ricevere altre comunicazioni sulla propria esperienza in questo campo Desideriamo essere ‘presenze di Vangelo’ per il mondo di oggi “Voglio salvare dall’oblio e mettere in evidenza il fatto che ogni giorno acca-dono anche tante cose belle, proclamare tutto il bene che si fa ovunque. Dob-biamo rendere visibile il bene, perché il male e l’egoismo si fanno pubblicità da soli, in molti modi e con mezzi potenti”, sono parole del Rettore Maggiore della Famiglia salesiana, che possono illuminare anche il nostro cammino

• ministri straordinari della comunio-ne eucaristica

• visita agli ammalati• pastorale giovanile, presenza di

ascolto e di accompagnamento spirituale

Nella diocesi di Torino siamo presen-ti nella parrocchia di “Madonna degli Angeli” (via Carlo Alberto, 39); suor Lodovica partecipa al Consiglio pasto-rale, collabora con il gruppo liturgico, ed è ministra straordinaria della comu-nione eucaristica Nella diocesi di Fossano operiamo nel-la parrocchia dello Spirito Santo, come testimonia suor Valeria: È una presenza a tempo pieno a servizio della comuni-tà. Siamo state richieste esplicitamente per l’accoglienza, la catechesi e la visi-

PASTORALE PARROCCHIALE

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ta ai malati. Condividiamo con la gen-te gioie e fatiche. Cerchiamo di vivere quello che ci suggeriva p. Médaille: essere la casa di Nazareth e accogliere come faceva san Giuseppe con Gesù e Maria. Questo ci aiuta nei momenti a volte difficili, insieme all’incoraggia-mento reciproco e la partecipazione al lavoro di ciascuna sorella con la pre-ghiera e la collaborazione attiva. La gente è molto riconoscente, apprezza questo nostro essere con loro, questo cammino di stretta collaborazione con i laici. Il nostro desiderio è di aiutare a incontrare Gesù Nella diocesi di Saluzzo operiamo nel-la parrocchia di san Chiaffredo come ministri straordinari della comunione eucaristica presso gli ammalati, nel so-stegno e accompagnamento di inizia-tive varie e nel servizio liturgico delle celebrazioni della Parola nelle parroc-chie della Valle Maira e nella catechesi in alta Val Varaita Abbiamo la testimonianza delle sorelle che svolgono il servizio in Valle Maira da quasi 20 anni: Come suore, viviamo intensamente il momento celebrativo e ci impegniamo a essere testimoni. Sentiamo la responsabilità, ma provia-mo anche stupore, gioia ed entusia-smo. Cerchiamo di lasciare che la Pa-rola agisca nel nostro cuore e sia dono ai fratelli e sorelle che incontriamo. La celebrazione, alle volte, riunisce poche persone, altre volte sono più numero-se e provengono dalle varie parrocchie della Vallata o sono di passaggio o vil-leggianti. Sono per la maggioranza, persone adulte anziane, ma ci capita

anche di incontrare famiglie giovani con i loro bambini e i giovani. Qualche volta coinvolgiamo i bambini e i ragaz-zi con piccoli servizi o portando simbo-li legati alla liturgia. Tra i partecipanti, in genere notiamo attenzione, deside-rio di pregare e di ascoltare la Parola. Alcune persone, tra le più interessate a collaborare con le parrocchie per l’apertura delle chiese, l’accensione delle luci e del riscaldamento, espri-mono sempre la loro riconoscenza. La collaborazione con i parroci è buona e il servizio è apprezzato In diocesi di Mondovì, a Peveragno, suor M Grazia Cavallo continua a svol-gere un servizio in parrocchia nel co-ordinamento della pastorale giovanile insieme agli animatori dei vari gruppi con incontri di programmazione, di ve-rifica, di formazione e di preghiera In diocesi di Cuneo siamo inserite nelle parrocchie della Cattedrale, del Sacro Cuore, del Cuore Immacolato, di san Paolo, di san Rocco Castagnaretta, di Fontanelle, di san Benigno, dove vivo-no Inoltre suor Silvia Canale svolge un prezioso servizio di accompagnamen-to delle catechiste nelle parrocchie di

Vita della congregazione

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san Michele di Cervasca e a Cervasca; suor Marinella Pellegrino presta lo stesso servizio nella parrocchia di Bor-go san Dalmazzo Nel territorio della parrocchia-catte-drale di Cuneo hanno sede la nostra Casa madre e l’infermeria che, come un polmone orante, ossigena tutte le sue attività Qui operano anche alcune sorelle con attività diverse: segreteria e accoglienza nell’ufficio parrocchiale, gruppi di preparazione al Battesimo, gruppi di famiglie post-battesimo, distribuzione dell’Eucaristia agli am-malati In particolare una sorella ha testimoniato: Insieme al parroco, don Mauro Biodo, e a una coppia di laici accompagno un gruppo di giovani coppie che hanno battezzato i loro figli: la priorità della pastorale fami-liare esige oggi un impegno di ‘com-pagnia’, anche qui molto piccolo e discreto, ma spero valido e significa-tivo per il Regno. Nella parrocchia del Sacro Cuore siamo presenti in quattro comunità, ognuna delle quali offre va-rie collaborazioni e servizi, da quello di accoglienza nei nostri locali per ritiri e incontri, a quello specifico di catechesi o di servizio liturgico-floreale o di ospi-talità per i gruppi di vangelo Una so-rella ha detto che ogni mese anima un centro d’ascolto della Parola proposto dalla parrocchia al quale partecipano delle signore, vicine di casa Nella par-rocchia del Cuore Immacolato è pre-sente la comunità di Regina Mundi Le loro testimonianze: La nostra pre-senza come comunità è ancora sentita come un valore: è importante che ci

siate! - ci dicono. Svolgiamo compiti adatti alla nostra età: visita ai malati, ministri straordinari della comunio-ne eucaristica sia in chiesa come nel-le case, partecipazione alle catechesi parrocchiali, etc. In casa accogliamo il gruppo di Vangelo e l’incontro mensile di preghiera per il Papa. In parrocchia sono disponibile per il servizio di mi-nistro straordinario della comunione eucaristica in un giorno definito e in sostituzione di persone assenti. Ho possibilità di avvicinare molte per-sone, specie anziane, che attendono con gioia un saluto, una parola di fidu-cia, la promessa nel ricordo della pre-ghiera. Inoltre porto la comunione ad alcuni ammalati impossibilitati a rag-giungere la chiesa. Lo ritengo un servi-zio prezioso perché offre l’opportunità per fare del bene, non solo alle per-sone alle quali sono inviata, ma anche tra i familiari. Spesso si stabiliscono relazioni positive e arricchenti. Cerco di donare attenzione, ascolto, fiducia e mi accorgo che il bene che ricevo è maggiore di quanto posso dare.

Vita della congregazione

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LA NOSTRA PRESENZA IN VAL MAIRADa molti anni svolgiamo un servizio pastorale in alcune comunità della me-dia e alta Valle Maira, il servizio della liturgia della Parola alla domenica, che adempie il precetto festivo per gli abi-tanti di quei piccoli paesi di montagna Questo servizio era iniziato nel 2000 con suor Miriam Dalmasso e suor Paola Tallone Nel 2008, a causa della morte di suor Miriam, vi subentrano suor Gio-vanna Moschella e suor Ester Baudino Adesso, come allora, non ci viene chie-sto di prenderci cura delle masse, ma di piccoli gruppi di persone, valorizzan-do l’accoglienza, il dialogo, l’incontro personale attraverso il silenzio che si fa ascolto e preghiera, l’interessamento, la condivisione di tutto quello che può far gioire o soffrire e portandolo volen-tieri nella celebrazione della Parola che viviamo con loro La presenza di Cristo, che opera nella Parola e ci viene incon-tro nel Pane Eucaristico, dà il vero si-gnificato alla nostra fede e ci fa sentire uniti La liturgia della Parola è un mo-mento celebrativo che può preparare l’assemblea alla celebrazione dell’Eu-caristia ed è impegno a confrontarsi con la Parola insieme ai fratelli e sorelle presenti e a viverla Quando ci capita di essere in pochi, tuttavia ci sentiamo Chiesa e ci uniamo spiritualmente alle comunità della Valle in cui si sta cele-brando l’Eucaristia Anche la nostra preparazione e il mo-mento del viaggio hanno un loro in-tenso significato: non possiamo annun-ciare la Parola se prima non abbiamo

cercato di interiorizzarla personalmente e di tradurla in qualche piccola conver-sione o gesto di comunione; inoltre, il nostro viaggio “in salita” ci spalanca il cuore allo stupore, al rendimento di grazie, alla lode, alla speranza e ci edu-ca a quella “sintonia dei cuori”, così preziosa per ogni nuovo incontro con l’altro, che prepara l’animo all’ascolto e alla preghiera Una di noi, suor Ester, ha vissuto la sua infanzia, fino ai 12 anni, proprio in un paesino dell’alta Val Maira, Elva, e per di più in una borgatina lontana dal cen-tro, isolata, nascosta tra gli alberi: una infanzia, forse povera di stimoli appari-scenti, ma semplice e serena Il ritorno periodico nella sua terra ri-sveglia in lei ricordi particolari Il suo-no delle campane era come la voce di un amico che si fa presente, la mano che sostiene e accompagna, una spin-ta per continuare il cammino, un segno del tempo che passa e dell’arrivo di un momento di riposo o di gioco per i bambini

Suor Ester Baudino con Suor Paola Tallone e Suor Giovanna Moschella

Vita della congregazione

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Numerosissime! A dimostrare il nostro interesse per il mondo digitale In effetti, questo è ormai il nostro mondo, la nuova frontiera Una frontiera in continuo avan-zamento, perché una sua caratteristica è esattamente il continuo, rapido svilup-po È ovvio che noi vogliamo conoscere e capire qualcosa di più di queste nuove forme di comunicazione e siamo perciò riconoscenti a suor Silvia Canale, che si è assunto l’impegno di trasmettere a no-stra misura, le prime lettere dell’alfabeto digitale: internet, web, social network e piattaforme simili Il pomeriggio di lunedì 14 gennaio 2019 ci ha proposto il tema: “Il mondo digitale: chiavi di lettura” Siamo entrate, così, in questo mondo che ci affascina e ci sconcerta, ma che è quello di oggi e soprattutto di domani, un mondo in cui entrano a volte in modo prepotente, accanto ai vecchi, i nuovi media

Un mondo intuitivo, emotivo, fatto di immagini, di immediatezza, di velocità, di interattività; dove l’utente comunica, crea, entra in una rete impressionante di persone intercomunicanti Sono stati due interventi preziosi di suor Silvia, intervallati da un break e conclusi con un momento di preghiera Al termi-ne la consegna di una scheda/glossario, con un nutrito numero dei termini più usati nel mondo digitale, e un simbolo: un segnalibro a forma di chiave, con so-pra la password “Comunicazione…Co-munione” Un bel pomeriggio!

Suor Graziella Zocchi

MONDO DIGITALE: CHIAVI DI LETTURA

Vita della congregazione

COME MIGLIORARE LO STATO DI SALUTE IN COMUNITÀUn singolare incontro si è svolto in Casa madre nel pomeriggio del 20 febbraio 2019 Il tema proposto dalla Commis-sione della formazione ‘Come miglio-rare lo stato di salute in comunità L’i-giene: come e quanto influisce Qual è l’aspetto più importante?’ Strettamente collegato alla ‘Laudato sii’ di Papa Francesco, ha posto l’accento sulla Casa comune e sull’attenzione ver-so le attuali problematiche dell’igiene e dell’ambiente Il pomeriggio è stato in-trodotto dalla proiezione del video sul

cantico delle creature di Branduardi, che ha aiutato la numerosa assemblea a posare uno sguardo contemplativo sul-la creazione, ‘casa’ consegnata da Dio all’uomo perché la custodisca e la faccia crescere nella sua bellezza La relatrice, dott Speranza Mandotti, professional-mente qualificata e di ricca esperienza, ci ha guidate a entrare nell’argomento, collocandolo nel più ampio contesto ambientale e sociale Il percorso, svolto attraverso immagini, ci ha fatto conoscere come lo stato di

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Vita della congregazione

ESERCIZI SPIRITUALI DI FEDERAZIONE IN BRASILE

La federazione italiana è presente in Brasile con alcune comunità delle con-gregazioni di san Giuseppe dell’Istitu-to, di Pinerolo e di Cuneo La grande distanza che intercorre tra le nostre comunità e quelle delle altre due con-gregazioni rendeva difficile l’incontro tra noi, che avveniva per lo più in oc-casione di riunioni organizzate per tutte le congregazioni giuseppine presenti in Brasile, a cui partecipavano solo alcune rappresentanti Il desiderio di incontrarci tutte, da tem-po era presente e vivo in noi per cono-scerci, comunicare e scambiare il nostro vissuto e il nostro incarnare il carisma di comunione in questo immenso Pae-se Quest'anno dal 4 al 12 gennaio ci siamo riunite, come federazione, per vivere insieme l'esperienza degli eser-cizi spirituali a Salvador, capitale della Bahia, nella casa di incontri e ritiri della diocesi, situata di fronte al mare, con un paesaggio bellissimo e incantevole Il primo giorno è stato dedicato alla co-

noscenza reciproca Ogni congregazio-ne ha narrato l’arrivo in Brasile e parlato dell’attuale missione Dal giorno 5 al 12 abbiamo vissuto la bella e ricca espe-rienza degli esercizi spirituali, accompa-gnate da Padre Sergio, religioso africa-no, missionario in Brasile Il tema degli esercizi è stato: "Le relazioni" Siamo riconoscenti alle nostre congregazioni per questa ricca esperienza e ci augu-riamo possa ripetersi in altri momenti

Suor Maria Regina Martini(Vila de Cava)

salute comporti un continuo processo di crescita, a livello fisico-psichico e so-ciale, influenzato da fattori ecologici, genetici, culturali, politici e dai nostri stili di vita La presentazione dettaglia-ta, vivace e familiare della relatrice, nella prima parte dell’intervento, ha of-ferto interessanti motivazioni per la se-conda parte dell’esposizione, dedicata maggiormente alle modalità concrete dell’igiene a livello personale La cura del creato condiziona la salute e la cura

della persona, attraverso comporta-menti di igiene corretti, rende abitabile l’ambiente e facilita relazioni comunita-rie serene Con la consegna del simpa-tico simbolo del ‘cencino’, e un articolo della Laudato sii, si è concluso il pome-riggio, con l’accresciuta percezione del proprio contributo nel rendere più vivi-bile l’ambiente di vita e più armoniosa ogni convivenza

Suor Mercedes Adotti

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Sei appena tornata dal Camerun, com’è andata questa visita? La visita si è svolta in un clima di sere-nità e di pace Le suore ci attendevano con gioia Sono rimasta non sorpresa, ma piuttosto stupita per l’interesse e l’apporto che ciascuna di loro ha dato nei momenti della condivisione Madre Gemma ed io ci eravamo preparate moralmente per andare con coraggio ad affrontare i rischi dell’insicurezza che regna in quella zona

Che cosa ti ha maggiormente colpita di quella realtà?Sono moltissime le cose che mi hanno colpita; mi limito ad alcune: l’ospitalità e la generosità della gente; anche se poveri, venivano a salutarci portando un dono, molto significati-vo come l’obolo della vedova; il pa-esaggio con le montagne composte da grandi pietre; le case tipiche della zona chiamate “bukaru”; la vivacità, la disciplina e il rispetto degli alunni nelle classi affollate che abbiamo visitato; le espressioni di riconoscenza e di grati-tudine di quelli che hanno conosciuto i sacerdoti e le suore missionarie, so-prattutto quelle che sono dovute rien-trare a causa della situazione di insicu-rezza per le incursioni dei Boko Haram

Quali sono le cose che hai sentito comuni con il Congo e quali le diffe-renze?Ci sono molte somiglianze tra il Con-go e il Camerun Si tratta di due paesi dell’Africa centrale, la cui lingua uffi-

ciale è il francese Condividiamo alcuni valori tipici africani come: l’accoglien-za, l’ospitalità, la condivisione, la sete di spiritualità, ma anche il sovraffol-lamento delle grandi città, il poco ri-spetto della puntualità, degli impegni assunti Per le diversità ho notato soprattutto la molteplicità delle lingue Mentre in Congo la Messa è celebrata in una delle 4 lingue nazionali del paese o in francese, ho visto invece che a Salak si celebrava in francese e poi c’erano le traduzioni nelle lingue locali Le stes-se corali erano diversificate a seconda dell’etnia di appartenenza Ogni cora-le cantava in una parte della celebra-zione, secondo un turno prestabilito In Congo quasi il 90 % della popola-zione è cristiana, mentre in Camerun del Nord i cristiani sono una minoranza tra molti mussulmani

Qual è stato il momento più bello di questa visita?Momenti belli di questa visita sono sta-ti i vari incontri con le suore, che aveva-no atteso con impazienza questa visi-

VISITA IN CAMERUN: SUOR WIVINE RACCONTA

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ta, poi con i numerosi gruppi di alunni che frequentano le nostre scuole, con collaboratori e collaboratrici, vescovi, parroci e tante altre persone semplici che si incrociavano per strada

Le nostre comunità sono un piccolo segno in una realtà difficile: quale te-stimonianza danno, secondo te? Posso dire che le nostre comunità of-frono un servizio prezioso alla Chiesa locale ed esprimono la bellezza e la ricchezza del nostro carisma Abbia-mo visto sorelle tutte dedite a Dio e al caro prossimo e impregnate del-le nostre virtù caratteristiche: umiltà, semplicità e cordiale carità Tuttavia in confronto alle esigenze di quanto è loro richiesto, il numero delle suore è veramente troppo esiguo Malgrado ciò non esitano a lavorare come lievi-to nella pasta Sono realmente molto vicine ai poveri Abbiamo avuto poco tempo per incontri più significativi, ma le persone incontrate ci hanno rassi-curate sul loro modo di lavorare e ap-prezzano la loro presenza Sicuramen-te queste comunità, sempre contando sulla grazia di Dio, hanno un futuro

Le sorelle congolesi sono missionarie in Camerun: come valuti la loro pre-senza, quale contributo può offrire alla Delegazione, alla Congregazione?La presenza delle suore missionarie congolesi è veramente una realtà mol-to significativa Sono molto ben inse-rite nella realtà e nella cultura per cui non si vede neppure più la differen-za, persino nel linguaggio Il loro zelo apostolico, la condivisione del loro

vissuto attirerà certamente altre sorel-le in quella missione, contribuendo a cancellare alcuni pregiudizi su questa realtà

Cosa ti porti in cuore dopo questa visita? Quale messaggio vuoi comu-nicare? Mi porto in cuore una grande ricono-scenza e tanta fiducia nel Signore che ci ha dato protezione durante il tempo della visita e che continuerà a veglia-re su ciascuna delle nostre sorelle, che vivono la situazione di precarietà e in-sicurezza con totale abbandono a Lui Alle suore della delegazione vorrei dire: non abbiate paura di andare in missione in Camerun e dimenticate i pregiudizi, perché l’ambiente è acco-gliente e buono e anche il clima non impossibile Come congregazione: rin-graziamo per quello che già si fa per accompagnarle e sostenerle perché non si sentano sole Abbiamo bisogno di voi, giovani suore, per continuare questa presenza missionaria L’opera di padre Médaille attende qualcuno che, con coraggio, ne assicuri la continuità

A cura di Suor Gemma Dalmasso

Vita della congregazione

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AFFRONTARE LE DISUGUAGLIANZE Con molta gioia ho par-tecipato, insieme alle suore: Nilva Dal Bello (Chambery/Brasil), Rita Bosh (Buenos Aires Ar-gentina), Heidi Aguirre (Lyon/México), alla com-missione di Sviluppo So-ciale dell’ONU – 57° pe-riodo di sessione, dall’11 al 15 febbraio il cui tema quest’anno è: Affrontare le disuguaglianze e gli ostacoli all’inclusione so-ciale attraverso politiche fiscali, salariali e di protezione sociale.Prima delle sessioni abbiamo avuto l’opportunità di partecipare ad una giornata con le sorelle che svolgo-no un ruolo di grande importanza nell’ONU come rappresentanti della ONG - Congregazione suore di san Giuseppe Ci hanno accompagnato: suor Barbara Bozak - Chambery, suor Suzanne Wilson - Canada, suor Ma-rianne Sennuk - Brentwood, suor Joan Atkinson - Canada Siamo state messe a conoscenza dell’organizzazione dell’ONU, del suo funzionamento e del lavoro globale che le nostre sorelle svolgono come ONG di fronte alle Nazioni Unite Abbiamo anche potuto condividere la realtà dei nostri Paesi (Messico, Bra-sile e Argentina), il grido del nostro popolo sofferente e come le decisioni politiche ed economiche ne aumenta-no le disuguaglianze

Come congregazione di san Giusep-pe facciamo parte della Commis-sione Giustizia (JCOR), formata da religiose/i di 18 congregazioni ricono-sciute presso l’ONU Ha come obietti-vo di rafforzare l’impegno dei religiosi che stanno lavorando nelle comunità e sono rappresentate presso le Nazio-ni Unite In questa giornata di scambio siamo state accompagnate da suor Dona (Filadelfia) che ha offerto il servizio di traduzione La nostra partecipazione alle sessioni della Commissione di Svi-luppo sociale ci ha impegnate molto nell’ascolto dei diversi Paesi che han-no presentato il lavoro che svolgono per affrontare le disuguaglianze A mezzogiorno ci incontravamo come gruppo nell’ufficio della nostra ONG per scambiarci e animarci vicendevol-mente; questo spazio ci ha permes-so anche di vedere l’importanza del lavoro che ogni sorella e ogni comu-

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nità svolge nel proprio paese, come parte di un tutto che ha le sue rica-dute anche sull’ONU Attualmente la congregazione di san Giuseppe è presente in 52 paesi e nei cinque con-tinenti Constatiamo come l’influenza delle ONG, come la nostra, insieme a quella di altre congregazioni, abbia avvicinato capi politici nazionali e de-legati dei governi presso l’ONU per promuovere il bene comune, al punto che, per la prossima assemblea, si è posto in agenda il tema suggerito da queste ONG Il 15 febbraio abbiamo partecipato attivamente al Forum della società ci-vile dove, oltre ad ascoltare i diversi esponenti della società, con il grup-po dell’America latina e Caraibi e altri paesi, abbiamo presentato le situa-zioni che generano disuguaglianze, e suggerito il cambio di politica che i governi dovrebbero realizzare per favorire i settori più vulnerabili della

società (handicappati, minori, anziani, giovani) È stata una giornata che ha permes-so di rendere vicina la realtà dei nostri paesi attraverso la nostra voce Profondamente riconoscenti per l’op-portunità di partecipare a questa as-semblea, invitiamo ogni sorella e ogni comunità ad offrire il proprio contribu-to, poiché quello che realizziamo an-che il più piccolo, è importante per il nostro compito all’ONU Ognuna secondo le sue possibilità, con la preghiera, la solidarietà o azio-ni concrete può aiutare a trasformare il mondo Dobbiamo unirci e contribuire, insie-me ad altre organizzazioni, al Regno di Dio attraverso il lavoro per il bene comune (JCOR) per far diventare re-altà la proposta di Gesù: ‘Che tutti siano uno’; nessun fratello, nessuna sorella deve rimanere fuori

Suor Paulina Oviedo

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San Giuseppe è un esempio di santità per il suo silenzio, per la sua ubbidienza e cura della san-ta Famiglia La presenza di san Giuseppe nella mia vita si manifesta in tut-ti quei momenti in cui ascolto e sono perseverante nelle mansio-ni difficili da accettare, lasciando da parte la stanchezza per arri-vare alla loro conclusione La sua dedizione e cura verso Gesù e la Santissima Vergine Maria, lo rendono un santo vivo in mezzo a noi Ogni volta che ci prendiamo cura di qualcuno con accettazione e amore, lo stiamo imitando e contribuiamo alla sua opera di amore e di fraterni-tà San Giuseppe è il santo ub-bidiente al mandato di Dio, che nel silenzio e con infinita bontà e responsabilità seppe portare avanti la profezia che gli era sta-ta affidata Per la mia vita è un riferimento saldo di amore e di gratitudine Il suo esempio mi invita a essere ponte di amore e di fratellanza, lasciando le paure, le perplessità, a volte anche principi arcaici per aprirmi al nuovo, rilevando quello che unisce, facendo emergere le qualità dell’altro, scoprendo il positivo in ogni persona Grazie a lui, sono diventata più tolle-rante e gioiosa per tutte le opportuni-tà che la vita mi regala Rendo grazie a san Giuseppe e alla

congregazione delle suore di san Giu-seppe per aver potuto conoscere il carisma del Piccolo Disegno e diven-tare una laica operante nel progetto di padre Médaille e devota di questo grande Santo

Mercedes Caceres (dal Perù)

SAN GIUSEPPE, SANTO DI TUTTI I GIORNI

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È in uno dei dipinti che adorna la nostra chiesa, in fondo a destra e in secondo piano, che abbiamo scovato l’immagine del nostro San Giuseppe. Accanto domina un barcone, e un gruppo di gente, uomini e donne, in viaggio verso una vita migliore: vittime e protagonisti, migranti, di ieri e di oggi. Vicino al barcone, nella stessa direzione, la sacra famiglia della fuga in Egitto: la Madonna e il Bambino, l’asino, e San Giuseppe dinnanzi, con la fune in mano. Attenti al destino di chi fugge su barconi e altri mezzi senza pietà, il nostro San Giuseppe non l’avevamo considerato... Eppure, così come lo conosciamo tramite le Scritture, come ce lo hanno raccontato le suore di San Giuseppe, e come ce lo indica la spiritualità del piccolo disegno, anche il nostro San Giuseppe prende in mano le consegne di Dio per seguire, umile, nuove vie di speranza. E nella storia della salvezza cammina, lo sguardo fisso a Gesù,lasciando la scena ad altri protagonisti: prima fra tutti l’umanità che soffre, cammina e spera.

Donatella Portale-D'Addazio

Il nostro San Giuseppe

Dipinto di Luigi Zonta, chiesa di san Pio X, Basilea

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Laici nel Piccolo Disegno

BASILEA: UN PROGETTO MISSIONARIO CON LE SUORE GIUSEPPINE DI CUNEO

Per l’anno pastorale 2018-2019 la nostra parrocchia di Basilea ha deci-so di sostenere le attività pastorali e assistenziali delle suore Giuseppine di Cuneo a Costanta e dintorni, in Romania La nostra comunità rinnova così il proprio impegno a favore delle persone bisognose in quella regione della Romania, tramite l’opera della comunità delle suore, ivi inserita Già nel 2002 la nostra parrocchia ave-va devoluto i proventi del progetto missionario alla missione delle suore in Romania; in seguito alcuni giovani dei nostri gruppi parrocchiali hanno partecipato come animatori ad alcu-ne edizioni dell’Estate ragazzi a Oituz (un piccolo villaggio alle porte di Con-stanta), insieme alle suore E la scelta non cadeva a caso: a questa congre-

gazione, infatti, la storia della nostra parrocchia è profondamente legata sin dalla fondazione dell’allora missio-ne agli inizi del novecento Nel 1902, ancora prima che nasces-se la Missione, le suore Giuseppine giungevano a Basilea per portare aiu-to materiale e morale ai migranti di quell’epoca Dopo gli inizi da pionie-re e i periodi difficili delle due guerre, sono rimaste stabilmente al servizio della nostra comunità per quasi un se-colo, nel corso del quale la loro pre-senza si è trasformata al passo con la storia della nostra emigrazione Nel corso dei decenni – dapprima a fian-co dei padri Bonomelliani e poi con i missionari Scalabriniani giunti nel 1946 – le suore hanno dato un con-tributo determinante per lo sviluppo

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Laici nel Piccolo Disegno

di intere generazioni La mensa operaia, l’asilo nido e la scuola materna, il do-poscuola, i corsi di forma-zione professionale, l’as-sociazionismo cattolico, il catechismo, l’animazione liturgica, la pastorale gio-vanile, i campi estivi… e, non da ultimo, il sostegno e l'accompagnamento spi-rituale di singoli sono stati tra le pietre miliari del loro lavoro Hanno accompa-gnato la storia della nostra comunità con lo spirito di accoglien-za e di comunione che caratterizza il loro carisma e hanno lasciato una for-te impronta anche dopo la loro par-tenza da Basilea, avvenuta nel 1993 “Il ricordo delle suore di S Giuseppe di Cuneo è ancora vivo”, scrive nel 2003 p Graziano Tassello nel capitolo

dedicato alle suore nel Libro del cen-tenario della missione (p 115-137)*, e aggiunge: “La direzione spirituale portata avanti dalle suore, soprattutto tra le giovani generazioni, ha segnato la vita di parecchi giovani, inducen-doli ad assumere in prima persona un lavoro di proposta cristiana e di mis-sionarietà, creando ponti di solidarie-tà con le suore Giuseppine attive in Romania ”Su questa scia si iscrive la scelta del progetto missionario della nostra parrocchia di quest’anno: in segno di gratitudine per il bene che come comunità abbiamo ricevuto, facciamo un gesto di solidarietà a favore di chi è nel bisogno e cogliamo l’occasione per trasformarci da comunità che rice-ve in comunità che dona (*Sulle sponde del Reno. Missione cattolica italiana Basilea 1903-2003 Numero unico a cura di P Silvano Gu-glielmi e P Lorenzo Scremin, Basilea 2003)

Donatella Portale-D’Addazio

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Spazio Giovani

LUI ERA LÌ: ESPERIENZA DI VITA

LINGUAGGIO DELL’OGGI NEL MONDO GIOVANILE

Come ogni relazione che si rispetti anche quella con Gesù richiede tutto ciò che necessita un amo-re o un'amicizia: fiducia incondizionata, rispetto reciproco, sincerità, co-stanza, perseveranza Tuttavia, non è raro vive-re momenti di sconforto, disorientamento, allonta-namento; ebbene, pro-prio quando ciò accade, è opportuno ricordarsi dei segni, dei messaggi, dei gesti che Dio indirizza a noi attraverso coloro che ci sono più vicini Spesso infatti a causa della vita frenetica che si conduce, non ci si accorge dell'instancabile presenza di Dio nella nostra vita; eppure quan-to è stata tangibile la sua vicinanza nell'adorazione durante gli incontri del "Sole a mezzanotte"! Lui era lì: ci ha chiamati a scoprire insieme chi

Difficile scrivere un articolo sul linguag-gio dell'oggi nel mondo giovanile: non si trovano le parole giuste Eppure ce ne sono così tante a disposizione Per-ché allora quando si tratta di parlare dal vivo, di scrivere trovando le tue pa-role, cercando tra le più intense della nostra lingua ci ritroviamo spaesati e quasi muti? Cosa possiamo proporre cercando un linguaggio nostro, perso-nale, profondo? Perché non utilizzare un linguaggio standard, breve, pre-

siamo, ci ha invitati a fare un viaggio in noi stessi, nei meandri della nostra anima e nella nostra men-te; ci ha chiesto ci vivere intensi momenti di soli-tudine con Lui e subito dopo ci ha indotto a con-dividerli con gli altri; ci ha spinti a ragionare sulle opportunità che quoti-dianamente cogliamo e sulle scelte che spesso

non siamo in grado di prendere per il bene nostro e degli altri; ci ha sugge-rito le strategie migliori per affrontare le fatiche di questo mondo, piccole o grandi che siano Perché se da una parte ci sentiamo spesso dei gagliardi eroi, dall'altra è pur vero che nemme-no la più fortunata battaglia può esse-re favorita senza una buona Guida che ne motiva i combattenti

Maria Rosaria Moccia

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Spazio Giovani

confezionato che faciliti la comunica-zione? Siamo così sicuri che la comunicazione venga facilitata? Il problema della co-municazione giovanile è che il linguag-gio viene utilizzato spesso solo per dare risposte: oggi SI ASCOLTA PER RISPONDERE E NON PIÙ PER CAPI-RE per entrare in relazione con gli altri Siamo immersi in un mondo ricco di mezzi di comunicazione che agevolano l'espressione del nostro linguaggio eppure nella relazione con l'altro spes-so non troviamo le parole e non siamo in grado di esprimerci dal vivo nono-stante quasi un’intera notte sveglio Un’intera notte a raccontarsi della pro-pria vita con gli amici, una notte fatta di chiacchiere, confidenze, parole, risa-te, pettegolezzi Chiudi gli occhi ormai pesanti, non prima di… aver spento la chat Ora le lacrime si stanno calman-do, hai deciso di raccontare tutto a tua sorella e così… le hai mandato un au-dio di ben 6 minuti Quanto affetto ti dimostra quella per-sona con le tre parole più belle che po-tessero mai dirti… fai lo screenshot e vai a rileggere ogni tanto quel ti voglio bene Finalmente hai raccontato com’è an-data la giornata alla tua famiglia ora… puoi spegnere la videochiamata Innegabilmente hai fatto tutto quel-lo che dovevi fare Ma forse non stavi raccontato veramente ai tuoi amici di cosa vorresti fare da grande, quali sono i tuoi sogni e le tue paure Non c’era nessuno davanti a te ad asciugarti le lacrime e ad accoglierle

Nessuno piangeva insieme a te Non hai provato la calda sensazione di sentirti dire “TI VOGLIO BENE!” den-tro a un abbraccio infinito Non stavi realmente guardando tua mamma negli occhi… magari del tuo stesso colore; non stavi veramente sor-ridendo sentendo il profumo del dopo-barba di tuo papà, né stavi resistendo alla tentazione di dar fastidio alla tua sorellina tormentandole le guance di baci e carezze Innegabilmente hai comunicato tutto quello che dovevi, sei riuscito a dire tutto, a costo zero e con un click Ma forse eri solo, davanti a uno schermo Uno schermo grigio e freddo Papa Francesco ha detto: “Il mondo di-gitale, le reti sociali che ci pervadono e attraversano, stemperano confini, can-cellano margini e distanze, riducono le differenze Sembra tutto a portata di mano, tutto così vicino ed immediato” …Eppure senza il dono coinvolgente delle nostre vite, potremo avere miriadi di contatti ma non saremo mai immersi in una vera comunione di vita”

Silvia Micioni

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Spazio Giovani

GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ A PANAMA Ho deciso di partecipare alla GMG quest'estate Prima non ero molto con-vinta perché sarei andata da sola, senza il gruppo che di solito frequento, con il qua-le sono andata alla mia prima esperienza a Cracovia Poi anche il costo era eleva-to, quindi subito ho accantonato l'idea Quest'estate ho lavorato e mi sono messa qualche soldo da parte Intanto riflettevo sul tema della GMG, ovvero "Ecco la ser-va del Signore, avvenga di me secondo la tua parola" Visto che quindi si parlava di vocazione, mi ha spinto a partire, a capire la mia vocazione o comunque a chiarirmi alcuni dubbi Così ho detto il mio "sì" e, con l'aiuto anche di una mia zia che dove-va farmi ancora il regalo dei 18 anni, ho deciso di partecipare alla GMG!Non conoscevo nessuno e devo dire che mi sono trovata veramente bene con que-sto gruppo enorme L'ho vissuta più libe-ramente perché non mi sono "privata" di amicizie che magari fossi stata con un'a-mica avrei evitato Abbiamo iniziato con il gemellaggio a Chitré che ci ha fatto par-tire con una grande carica! Ci hanno ac-colto in modo super caloroso e abbiamo sentito che aspettavano proprio con tutto il cuore il nostro arrivo Quando siamo ar-rivati, per loro è stata una gioia enorme e

questa gioia ce l'hanno trasmessa Purtroppo è durato poco, ma è stato in-tenso! Abbiamo iniziato andando a ve-dere la parata d'apertura, con musiche, danze e vestiti tipici, ci siamo subito im-mersi nella loro cultura Le persone sono veramente molto accoglienti e calorose Pieni di gioia e voglia di ballare e canta-re La loro fede la senti, è viva e concre-ta Successivamente i giorni a Panama li abbiamo passati intensamente Eravamo sempre occupati Abbiamo iniziato con feste d'apertura, messe, momenti di cate-chesi e riflessioni, poi visite nella Panama vecchia, al canale di Panama, casco viejo, alla tribù indigena di Emberá e infine alle magnifiche San Blas Insomma lo svago dopo la GMG non è mancato! Così abbia-mo avuto anche modo di approfondire un po' la storia di questa meravigliosa città Ho avuto anche la fortuna di passare il mio ventesimo compleanno là! A casa mi por-to i volti, i momenti e una frase del Papa che dice "solo ciò che si ama può essere salvato" È una frase concreta e quotidia-na Si può pensare alle liti in famiglia o tra amici Alle persone che non si amano D'altronde Gesù ci dice: ama gli altri come ami te stesso Quindi amati e ama chi ti sta vicino

Andrea

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Progetti di Missione

È il paese africano francofono più popoloso Possiede immense ri-sorse naturali, di cui i congolesi usufruiscono solo in minima parte a causa, soprattutto, di una cattiva politica Il paese sta vivendo una situazione abbastanza complessa Ascoltiamo da una nostra sorella sul posto, suor Adèle, la situazio-ne attuale “Le elezioni presidenziali, legisla-tive e provinciali nella Repubblica Democratica del Congo si sono finalmente svolte il 30 dicembre 2018 dopo diversi rinvii dal 2016 L'annuncio dei risultati provvisori da parte della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) previ-sto per il 6 gennaio 2019, con quelli definitivi il 15 gennaio 2019, è stato rinviato a tempo indeterminato Nel frattempo, da un lato si sono ac-cumulate le pressioni sulla CENI, so-spettate dall'opposizione di truccare i

risultati dalla maggioranza al potere e, d’altra parte, è cresciuto il sospetto di frode del governo di Joseph KABILA verso Félix TSHISEKEDI, per la manca-ta vittoria del suo delfino In una lunga attesa dei risultati, l'in-certezza, la paura e l'insicurezza hanno paralizzato la vita del popolo congole-se Nonostante tutta questa sfortunata situazione, la gente ha dato prova di maturità e di comprensione, consape-vole di aver avuto l'unica opportunità di scegliere, attraverso elezioni, un le-ader in grado di portare il Paese fuo-ri dal caos in cui è stato immerso per decenni La Conferenza episcopale congolese (CENCO), attraverso il suo portavoce don Donatien NSHOLE, durante una conferenza stampa, aveva invitato la

INSIEME PER DONARE VITA

LA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO, OGGI

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Progetti di Missione

CENI alla verità delle urne, attraver-so il conteggio manuale delle schede per evitare guai Ma pare che la voce non sia stata ascoltata Nella notte tra il 9 e il 10 gennaio 2019 la CENI ha fi-nalmente proclamato i risultati provvi-sori delle elezioni presidenziali, dopo quelli provinciali: Felix TSHISEKEDI è stato annunciato vincitore e ha poi prestato giuramento il 24 gennaio 2019 Nel frattempo, mentre si at-tendevano i risultati ufficiali definitivi da parte della Corte costituzionale, ci sono state scene di giubilo dei suoi sostenitori, mentre quelli di Martin Fayulu, presidente veramente eletto dalla quasi totalità della popolazione, si sono espressi con manifestazioni di contestazione La CENCO ha anche

affermato che non erano questi i dati raccolti dai suoi 40 000 osservatori di-spiegati sul terreno Questa situazione ha causato la perdita di vite umane in diverse città della RDC, tra cui KIKWIT nella Provincia del BANDUNDU Ora non si reagisce più con violenza Si ha l’impressione che la gente sia scorag-giata o forse si illuda che il nuovo go-verno porti finalmente un cambiamen-to verso il meglio Come suore di san Giuseppe, fedeli ai valori morali e religiosi, davanti a questi risultati che non rispettano mi-nimamente la volontà del popolo, sia-mo profondamente amareggiate, ma cerchiamo di accettare la realtà rin-novando la nostra fiducia nel Signore, sorgente di ogni bene”

Suor Adèle BIETO

CONTRIBUTO PER LA RISTRUTTURAZIONE DELLA CASA PER I BAMBINI SORDI A KIKWIT

(REPUBBLICA DEM. DEL CONGO)

A Kikwit, nella Repubblica Democra-tica del Congo, e precisamente nella regione del Bandundu, le suore di san Giuseppe, impegnate da decenni nel-la scuola per gli audiolesi, continuano a lavorare con slancio e generosità perché tanti sordi, bambini e adole-scenti, possano ‘ritrovare la parola’ e riuscire a comunicare Il loro impegno tuttavia non si ferma all’ambito strettamente rieducativo e scolastico, che pur rimane l’obiettivo primario della loro azione, ma le suore si fanno carico di questi handicappa-ti, soprattutto di quelli più lontani da

casa, o di cui la famiglia non si occupa più, accogliendoli nel piccolo ‘colle-gio’ che si trova vicino alle comunità delle suore Questo ‘collegio’ è una casa che ospi-ta circa 20 bambini sordi: ragazzi e ra-gazze in età compresa tra i 6 e i 12 anni

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che rimangono lì durante tutto l’anno scolastico Una suora e una educa-trice, che vive costantemente con i sordi, si occupano di loro: li seguono nel loro cammino di crescita umana ed educativa, provvedono al cibo e a quanto è necessario alla vita quo-tidiana, si occupano della loro salute e soprattutto sono presenza buona e affettivamente significativa per questi bambini spesse volte trascurati dalle famiglie e dai loro stessi genitori L’edificio, però, dopo tanti anni di inin-terrotto utilizzo, per poter continuare ad accogliere in modo dignitoso i suoi ‘abitanti’ ha bisogno di essere ristruttu-rato, ripulito e riparato, anche perché le forti piogge che ogni anno si ab-battono impetuose sulla zona hanno danneggiato il tetto, i muri esterni e in parte anche le fondamenta della casa Questo progetto risponde a un biso-gno urgente perché desideriamo che

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Progetti di Missione

questi ragazzi sordi possano continua-re a vivere vicino alla scuola per audio-lesi, di cui le nostre suore si occupano, frequentare le lezioni e crescere in un ambiente dignitoso e accogliente Ringraziamo di cuore tutti quelli che accoglieranno la nostra richiesta e ci aiuteranno a realizzare il nostro sogno di una casa più dignitosa per i nostri fratelli sordi

Le suore di san Giuseppe

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Semi di Comunione

Ciò che è avvenuto in questo giorno di Pasquaè avvenuto per tutti gli uominie non c'è nessuno che sia esclusoda questo dono, da questa grazia, da questa salvezza;nessuno è escluso dal timore e dalla gioia grandedall'estasi del sepolcro vuotonessuno è escluso dall'incontro col Signore Risorto.Questo evento esplode partendo da un punto: è quel sepolcro vuoto,è quell'uomo cercato fra i mortie incontrato come vivo:questa è la parola che è stata evangelizzataper primi ai figli di Israele per mezzo di Gesù Cristo.Dono di vita che trasformaQuesta parola si dilata all’universo, trasforma tutti gli uominidona la vita risorta a tutte le creature di Dio. E questa Parola cammina.Cammina per le vie del mondo.

(Giuseppe Dossetti)

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Congregazione delle Suore di San Giuseppe di Cuneo - 12100 Cuneo - corso Giovanni XXIII, 17Tel: 0171.692269 - Fax: 0171.67319 - E-mail: suore.giuseppine@virgi l io. i t

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Autorizzazione Tribunale di Cuneo n. 90 del 25-08-1954 - Stampa: MG Servizi Tipografici 12010 Vignolo (CN)

A p p u n t a m e n t i

Buona Pasqua

ORGANIZZATI DA "La Sorgente" - Via Lorenzo Bertano, 19 - Cuneo

Per giovani dai 17/18 anni in suEsperienza di incontro, condivisione, silenzio e preghiera all'Alpe di papa Giovanni - Limonetto (CN)Dal 19 al 21 luglio 2019

Dedicato "soprattutto" ai nati dal 1998 al 2002Dipingi la tua vitaTrekking in valle Stura27 agosto - 1 settembre 2019

Per maggiori INFO telefonare a Suor Grazia 338 7109430Occorre dare l'adesione 15 giorni prima dell'appuntamento