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Pericoli in montagna Valerio Bozza AE CAI-Salerno

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Pericoli in montagna

Valerio BozzaAE CAI-Salerno

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Pericolo e rischio Il pericolo è il fatore (esterno o interno) che può potenzialmente causare un evento

dannoso.• Esempi: un pendio carico di neve, la nebbia, la stanchezza...

Il rischio è la probabilità che l’evento dannoso accada.• Dipende sempre dalla combinazione di fatori esterni e interni.

In montagna il rischio zero non esiste (ma neanche in cità!)

Uscendo in ambiente, ci esponiamo a pericoli diversi da quelli della nostra vita quotdiana.

Per minimizzare il rischio, occorre conoscere i pericoli e predisporre tute le contromisure affinché l’evento dannoso non accada.• Consapevolezza• Responsabilità

Esempio: atraversamento pendio nevoso• Rischio = probabilità di distacco di valanga

x tempo di atraversamento x numerosità del gruppo x …

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Pericoli oggetvi e soggetvi Pericoli oggetvi sono tut quelli identfcabili come fatori esterni all’escursionista. Pericoli soggetvi sono tut quelli imputabili all’escursionista.

I pericoli oggetvi possono essere distnt in pericoli diret e indiret.• Pericoli oggetvi iiret: agiscono diretamente sull’escursionista.

Freddo, vento, pioggia, nebbia, caldo, quota, fulmini, animali• Pericoli oggetvi iniiret: modifche dell’ambiente che producono event

dannosi.Caduta sassi, valanghe, cediment cornici e pont di neve, piene improvvise

I pericoli soggetvi:Equipaggiamento, capacità tecniche, condizioni fsiche e psicologiche, dinamica del gruppo.

NOTA BENE: la iifcoltà tecnica non è un pericolo di per sé.

E’ l’impreparazione soggetva a determinare il rischio su un certo terreno.

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Pericoli oggetvi diret

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Quota La pressione parziale iell’ossigeno si

riduce esponenzialmente con la quota.

A 4000m è il 60% della pressione al livello del mare.

Nel corpo si innescano graduali meccanismi di adatamento (acclimatazione).

La mancata acclimatazione porta al male acuto ii montagna.

Il 5-9% della popolazione avverte mal di montagna già a 3000m. Il 40-50% ha mal di montagna alla Capanna Margherita (4559m). Il malessere comincia almeno 6 ore dopo il trasferimento ad alta quota (fase

bianca). Prevenzione:

• Evitare salite troppo rapide.• Salire max 600m al giorno e scendere di 300m per dormire.• Scendere sensibilmente all’aggravarsi del mal di montagna.• Allenamento e alimentazione correta sono essenziali.

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Sole e caldo Temperature elevate, alta umidità, scarso

vento e irraggiamento solare possono metere a dura prova la termoregolazione del nostro corpo.

Crampi: possono insorgere nel corso di uno sforzo prolungato a causa del caldo.

Colpo ii calore: temperatura corporea elevata, pupilla contrata, assenza di sudorazione.

Prevenzione:• Evitare le ore più calde (consultare meteo)• Abbigliamento leggero con colori chiari ma senza scoprirsi troppo.• Cappello con visiera• Crema solare• Bere molto anche senza sete (anche soluzioni isotoniche). Evitare alcolici.• Stretching e massaggio muscoli. • Bambini e anziani sono più a rischio.

Insolazione: mal di testa, vertgini, inappetenza, fatca. La temperatura corporea resta normale.

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Raggi UV I raggi ultraviolet (UV) vengono parzialmente assorbit dall’atmosfera. Salendo di quota, ci esponiamo maggiormente.

• 1,5 volte di più a 2000m, 2,5 volte di più a 4000m. Superfci innevate o ghiacciai rifetono gli UV aumentando l’esposizione. Ofalmia: marcata intolleranza alla luce 6-12 ore dopo l’esposizione per

bruciamento della cornea. Ustioni iella pelle. Insorgenza di tumori della pelle.

Prevenzione:• Occhiali da montagna

(categoria 4) con protezioni laterali.

• Cappello con visiera.• Crema solare a protezione

totale.

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Freddo Basse temperature, pioggia e vento tendono ad abbassare la temperatura del

nostro corpo. Acqua e suiore conducono molto meglio il calore e, con la loro evaporazione,

rafreddano notevolmente il corpo. L’aria è il migliore isolante. Il vento asporta contnuamente il sotle strato d’aria

intorno alla nostra pelle, accelerando il rafreddamento (wind chill).

Congelamenti: Abbassamento della temperatura alle estremità. Ipotermia: Abbassamento generale della temperatura corporea.

Prevenzione:• Consultare meteo• Abbigliamento e

equipaggiamento adeguat• Scegliere accuratamente

punt di sosta.

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Vento Salendo di quota, la velocità iel vento

aumenta notevolmente.

Ostacolo alla progressione: a 70km/h è necessario piegarsi controvento; a 100 km/h si fa fatca a stare in piedi.

Periita ii equilibrio: raffiche improvvise possono portare a cadute letali. Sollevamento iella neve: abbassamento visibilità. Difcoltà ii comunicazione. Prevenzione:

• Scegliere un versante non esposto al vento (consultare meteo).• Evitare creste e selle.

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Scarsa visibilità La visibilità può improvvisamente calare a causa di nebbia, nuvole basse, pioggia o

neve. Su manto nevoso, si parla di “white-out”, quando il terreno nevoso e la nebbia

annullano qualsiasi detaglio visibile. Difcoltà o impossibilità ii orientarsi. Impossibilità ii valutare pericoli oggetvi.

Prevenzione:• Osservare evoluzione condizioni meteo

locali.• Regolare l’altmetro frequentemente.• Fare il punto della propria posizione prima

che sia troppo tardi.• Riunire il gruppo (se non ci sono altri pericoli).• Evitare di proseguire per non rischiare di perdersi e/o tornare sui propri passi.

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Fulmini I fulmini sono improvvisi spostament ii cariche eletriche dal suolo alle nubi e

viceversa. Si realizzano quando il campo eletrico supera il valore critco nell’aria. Ricordiamo che le cariche si accumulano sulle superfci ai alta curvatura (punte).

Fulmine iiretoo spesso letale. Buona parte della corrente passa in superfcie. Scariche ii terra o seconiarieo concentrate su linee di cresta. Corrente ii passoo se i due piedi sono a distanze diverse dal punto d’impato, il

nostro corpo può fare da “ponte”.

Il fulmine scocca dove il campo eletrico è maggiore (accumulo di cariche sulle punte).

Sceglie la strada con minore resistenza (metalli o superfci bagnate).

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Fulmini Prevenzione:

• Consultare meteo. Evitare di trovarsi in cima al primo pomeriggio in estate.

• Allontanarsi da creste e scendere a valle.

• Allontanarsi da alberi isolat, il bosco fto ofre protezione.

• Allontanarsi da ogget metallici e vie ferrate• I cellulari sono sicuri!

https://www.quora.com/#s-iit-isafe-ito-iuse-icell-iphones-iduring-ilightning.• Accucciarsi e isolarsi dal terreno con lo zaino.• Ripararsi verso il fondo di una grota.• Ripararsi in bivacchi metallici o in auto (gabbia di Faraday).• Evitare di riunirsi in gruppo compato (l’aria calda e umida della nostra

traspirazione risalendo diventa un canale a bassa resistenza).

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Incendi In periodi di siccità e con vento forte,

gli incendi possono svilupparsi molto facilmente.

Il fronte di fuoco può procedere molto rapidamente e passare da un versante all’altro in poche ore.

Pericolo di trovarsi intrappolat dalle famme.

Intossicazione da fumo. Destabilizzazione versant e paret di

roccia. Prevenzione:

• Rinunciare all’escursione se la montagna è interessata da un incendio, anche se sul versante opposto.

• Se si è sorpresi da un incendio, allertare subito il 115 e chiedere informazioni sulla posizione e dimensione del fronte di fuoco.

• Allontanarsi dal fronte e uscire dalla direzione del fumo.

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Animali Granii carnivori (lupi, orsi) Granii erbivori domestci (mucche, cavalli). Vipere Inset e aracniii (ragni e zecche). Gli atacchi da orsi sono possibili in

circostanze partcolari. Le vipere sono present fno ai 2500m. Zanzare o altri inset possono essere

infestant in zone localizzate. Le zecche sono present sull’erba alta al limitare del bosco in zone di passaggio di

bestame. Prevenzione:

• Avvistando un carnivoro, non avvicinarsi e cambiare sentero.• Al bestame va sempre lasciata la via di fuga. Eventualmente, aggirarlo

cambiando sentero.• Ispezionare il terreno, smuovere le foglie o batere i piedi prima di sedersi o

toccare pietre. Le vipere scappano sempre se possibile.• Informarsi preventvamente sulla presenza di zone infestate da zanzare e

utlizzare repellent.• Usare sempre calzature a collo alto, calzetoni, pantaloni lunghi.

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Piante La vegetazione può essere un ostacolo al

nostro cammino, se invade la sede del sentero o se procediamo fuori sentero.

I rovi (Rosaceae) possono lacerare vestt e pelle provocando ferite.

Ortiche (Urtcaceae) e edere velenose (Anacardiaceae) possono creare fastdiose dermatt fno a reazioni allergiche important.

Prevenzione:• Indossare indument lunghi su gambe e braccia.• Avere a disposizione cesoie e/o segheto per farsi strada.• Ispezionare bene la vegetazione se ci si siede per terra.

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Pericoli oggetvi indiret

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Terreno bagnato o ghiacciato La pioggia può rendere scivoloso e infdo un terreno altriment innocuo. Il ghiaccio dovuto al rigelo noturno dell’acqua (verglas) può richiedere l’uso dei

ramponi. Pozzanghere gelate possono essere formarsi sul sentero. Lingue ii neve possono essere present a inizio stagione.

Prevenzione:• Consultare il meteo, con atenzione alle temperature noturne.• Non iniziare trat impegnatvi con tempo incerto.• Atenzione ai versant nord ad inizio stagione (lingue di neve nei canali).• Se si sospeta la possibilità di ghiaccio o neve residua, portare una piccozza per

intagliare gradini. Se il gruppo è sufficientemente preparato, dotarsi di ramponi.

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Valanghe Il manto nevoso di un pendio può essere destabilizzato per diversi motvi: Neve fresca incoerente Appesantmento da fusione dovuta a sole o pioggia. Strato di neve nuova su brina di superfcie. Accumuli da trasporto del vento.

Prevenzione:• In escursioni in ambiente innevato, consultare il bolletno valanghe.• In caso di ambiente valanghivo, dotare tut i component del gruppo di ARTVA,

pala e sonda (con opportuna seduta di istruzione).• Distanziare gli element del gruppo su un pendio pericoloso.

Molto spesso, la valanga è innescata dalla presenza ii escursionisti.

Peniii meno inclinati di 30° sono generalmente sicuri.

I canali convogliano le valanghe anche a quote basse.

I boschi sono generalmente sicuri.

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Cornici e pont di neve La neve può creare anche struture a sbalzo molto ardite ma fragili. Sulle creste, il vento forma delle cornici aggetant su uno dei versant. Crepacci o ruscelli possono essere ricopert di neve e nascondere una trappola.

Prevenzione:• Tenersi ad una distanza dalla cresta maggiore della profondità del manto

(almeno 2-3 metri).• Sondare con i bastoncini gli avvallament sospet che possano nascondere

crepacci o ruscelli.• Evitare di sovraccaricare con più persone.

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Caduta sassi e ghiaccio Da pareti ii roccia o peniii ripiii possono staccarsi sassi che guadagnano fort

velocità per diversi motvi:disgelo diurno, fort piogge, forte vento, presenza di animali, altri escursionist, scosse di terremoto.

Stalatt di ghiaccio possono staccarsi e precipitare per gli stessi motvi.

Prevenzione:• Evitare di passare soto paret di roccia in caso di

pioggia o vento o nelle ore calde dopo una gelata noturna.

• Traversando soto una parete, restare distanziat e passare rapidamente.

• In salita su pendio, restare vicini e prestare atenzione ad escursionist più in alto.

• Evitare i canali e preferire dossi e creste.• In caso di caduta sassi, appiatrsi sul pendio-

parete senza guardare in alto.

Anche sassi piccoli ad alta velocità possono provocare danni letali.

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Caduta rami e alberi Rami e alberi cadono contnuamente in

montagna.

Prevenzione:• Prestare atenzione nell’atraversare un bosco

vecchio in giornate ventose.

Piene improvvise Il corso di innocui ruscelli può ingrossarsi in pochi

secondi per diverse cause:forte nubifragio, rotura diga di detrit, apertura scarichi di prese d’acqua.

Essere colpit diretamente è improbabile, ma non impossibile.

Un guaio potrebbe diventare impossibile dopo una piena.

Prevenzione:• Evitare percorsi fuviali in giornate piovose.• Valutare bene la presenza di guadi lungo il percorso.

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Pericoli soggetvi

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Equipaggiamento inadato

L’equipaggiamento per un’escursione va scelto in base alle iifcoltà iichiarate dal materiale descritvo (se disponibile).

Esempio: scarponi e abbigliamento estvo per escursione E in estate.

Molte situazioni di pericolo sono dovute ad un equipaggiamento inadeguato a fronteggiare situazioni inatese.

Tale equipaggiamento va complementato in previsione delle coniizioni meteo e iei possibili pericoli oggetvi iiret o iniiret che potremmo incontrare.

Esempi: giacca impermeabile per pioggia o vento, indument pesant in caso di freddo, piccozza per eventuali lingue di neve o trat ghiacciat, bussola per scarsa visibilità, lampada frontale se si fa tardi…

Non esitare a desistere se le condizioni di difficoltà sono superiori a quanto previsto dal nostro equipaggiamento.

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Impreparazione tecnica Un sentero difficile non è di per sé pericoloso. La iifcoltà diventa pericolo se va al di là delle nostre capacità tecniche.

Esempio: non possiamo afrontare una EE o una EEA se non abbiamo un minimo di familiarità con l’arrampicata.

Il rischio di fronte ad un pericolo viene notevolmente aumentato se:• Si è incapaci di percepire un pericolo• Si è incapaci di valutare l’enttà di un pericolo• Non si conoscono le contromisure da adotare

Per afrontare la montagna sono necessarie cultura ei esperienza.

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Impreparazione fsica Misurare le proprie capacità fsiche in rapporto alle iifcoltà da afrontare. Riservarsi un adeguato margine ii sicurezza per afrontare situazioni impreviste.

Valutare iislivelli, lunghezza e tempi di cammino. Valutare iifcoltà dovute al terreno (trat impervi, roccete, neve, ghiaccio, trat

atrezzat). Valutare esposizione (in rapporto all’assenza di vertgini). La pratica dell’escursionismo è la migliore alleata per «non fare il passo più lungo

della gamba».

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Condizioni psicologiche La preparazione fsica e tecnica non bastano: occorrono anche solide coniizioni

psicologiche per afrontare difficoltà e pericoli della montagna.

Crisi ii panico di fronte a difficoltà inaspetate devono essere combatute riportando alla logica razionale il confronto tra capacità e difficoltà.

Elevando le proprie capacità fsiche e tecniche, si aumenta il margine ii sicurezza e anche la fducia in se stessi.

Viceversa, l’eccesso ii confienza può diventare temerarietà senza la lucida valutazione dei pericoli.

E’ essenziale saper rinunciare quando il rischio diventa troppo alto.

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Stanchezza e disatenzione Durante la iiscesa, lo sforzo diminuisce, il fsico si rilassa e la soddisfazione per la

meta raggiunta può far diminuire la nostra atenzione.

La maggioranza degli incident nell’escursionismo avviene durante la fase di rientro. Mai rilasciare l’atenzione. Sorvegliare ogni singolo passo.

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Dinamica di gruppo Le capacità di valutare i pericoli può essere notevolmente infuenzata

dall’interazione col gruppo. I più deboli ed inespert tendono a fdarsi dei più fort ed espert, rinunciando ad

una valutazione individuale (efeto gregge). I più fort ma ancora inespert tendono ad essere temerari per dimostrare la propria

forza, instaurando meccanismi compettvi.

La presenza di fort aspetatve può forzare verso decisioni sbagliate.

Un gruppo eterogeneo e poco coeso che procede senza ruoli defnit può esporsi molto facilmente a rischi.

Occorre stabilire sin dall’inizio chi prende le decisioni e le regole del gruppo.

La presenza di altri gruppi sullo stesso itnerario può spingere ad una falsa sicurezza.

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La regola del 3x3 Lo svizzero Werner Munter ha cercato di codifcare

una procedura universale di valutazione del rischio valanghe.

La procedura deve essere abbastanza semplice da consentre una valutazione rapida.

Deve ridurre il rischio all’interno di un margine socialmente «accetabile»(case fatality rate degli ingegneri tedeschi è 1:100.000)

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I fltri successivi La riduzione del rischio passa atraverso l’adozione di tut i passi necessari alla

valutazione dei pericoli in rapporto a condizioni meteo e del gruppo.

1. Pianifcazione iell’escursioneoa) Valutazione difficoltà del percorso su carte, guideb) Esame bolletni nivo/meteoc) Ricognizione esperienza, capacità ed equipaggiamento del gruppo

2. Osservazioni all’arrivo sul luogo prima iella partenzaoa) Valutazione condizioni efetve del terreno (bagnato, ghiaccio, neve)b) Condizioni meteo localic) Condizioni efetve del gruppo alla partenza

3. Osservazione continua iurante l’escursioneoa) Condizioni del terreno lungo l’escursioneb) Evoluzione meteoc) Risposta e dinamica del gruppo