Percorso 1 La socializzazione - Loescher Editore · Elabora quindi un breve riassunto ... George...

12
1 ITINERARIO DI LETTURA L’influenza della socializzazione primaria sulle funzioni dell’organismo Il carattere sociale del Sé Aspetti problematici della socializzazione nella società contemporanea La libertà è una disciplina T4 T3 T2 T1 Percorso 1 La socializzazione La socializzazione ha inizio nei primi anni di vita e si sviluppa attraverso fasi successive e con il concorso di diverse agenzie di socializzazione, eserci- tando una sensibile influenza sugli individui. Il primo testo che presentiamo, L’influenza della socializzazione primaria sulle funzioni dell’organismo, mostra che quasi ogni aspetto della vita del bambino, comprese le sue funzioni fisiologiche, è condizionato dalla sua esperienza sociale. Dell’importanza della socializzazione per lo sviluppo individuale tratta anche il secondo testo, Il carattere sociale del Sé, opera del filosofo e psicologo sociale George Herbert Mead. In esso si segue il processo di formazione del sé, che si sviluppa a partire da un’esperienza sociale: ciascuno di noi conosce se stesso solo attraverso le relazioni con altri. Se il processo di socializzazione è comune a tutte le epoche, esso assu- me connotati diversi nelle varie società. Su questo tema, con particolare riguardo all’attualità, è incentrato il terzo testo, Aspetti problematici della socializzazione nella società contemporanea: al centro della riflessione ci sono da un lato l’indebolimento delle forme tradizionali dell’autorità e dal- l’altro i conflitti tra le agenzie di socializzazione. Uno dei rischi della società contemporanea, legato soprattutto alla specia- lizzazione dei ruoli, è che l’individuo, avendo affidato diversi ambiti della sua attività a persone competenti, tende a demandare loro decisioni fon- damentali, rinunciando all’esercizio della propria libertà. È questa la tesi sostenuta nell’ultimo testo del percorso, La libertà è una disciplina, dello psicologo e pedagogista Bruno Bettelheim.

Transcript of Percorso 1 La socializzazione - Loescher Editore · Elabora quindi un breve riassunto ... George...

Page 1: Percorso 1 La socializzazione - Loescher Editore · Elabora quindi un breve riassunto ... George Herbert Mead (1863-1931), filosofo e psicologo sociale, insegnò ... Mente, sé e

1

ITINERARIO DI LETTURA

L’influenza dellasocializzazione primaria sulle funzioni dell’organismo

Il carattere socialedel Sé

Aspetti problematicidella socializzazionenella società contemporanea

La libertà è unadisciplina

T4

T3

T2

T1

Percorso 1

La socializzazione

La socializzazione ha inizio nei primi anni di vita e si sviluppa attraverso fasisuccessive e con il concorso di diverse agenzie di socializzazione, eserci-tando una sensibile influenza sugli individui.Il primo testo che presentiamo, L’influenza della socializzazione primariasulle funzioni dell’organismo, mostra che quasi ogni aspetto della vita delbambino, comprese le sue funzioni fisiologiche, è condizionato dalla suaesperienza sociale. Dell’importanza della socializzazione per lo sviluppo individuale tratta ancheil secondo testo, Il carattere sociale del Sé, opera del filosofo e psicologosociale George Herbert Mead. In esso si segue il processo di formazionedel sé, che si sviluppa a partire da un’esperienza sociale: ciascuno di noiconosce se stesso solo attraverso le relazioni con altri. Se il processo di socializzazione è comune a tutte le epoche, esso assu-me connotati diversi nelle varie società. Su questo tema, con particolareriguardo all’attualità, è incentrato il terzo testo, Aspetti problematici dellasocializzazione nella società contemporanea: al centro della riflessione cisono da un lato l’indebolimento delle forme tradizionali dell’autorità e dal-l’altro i conflitti tra le agenzie di socializzazione.Uno dei rischi della società contemporanea, legato soprattutto alla specia-lizzazione dei ruoli, è che l’individuo, avendo affidato diversi ambiti dellasua attività a persone competenti, tende a demandare loro decisioni fon-damentali, rinunciando all’esercizio della propria libertà. È questa la tesisostenuta nell’ultimo testo del percorso, La libertà è una disciplina, dellopsicologo e pedagogista Bruno Bettelheim.

File 1-62 25-09-2006 11:51 Pagina 1

Page 2: Percorso 1 La socializzazione - Loescher Editore · Elabora quindi un breve riassunto ... George Herbert Mead (1863-1931), filosofo e psicologo sociale, insegnò ... Mente, sé e

L’influenza della socializzazione primariasulle funzioni dell’organismo

Peter Berger e Brigitta BergerCiò che percepiamo come «realtà sociale» varia da cultura a cultura ed èprodotto, trasmesso e conservato attraverso processi sociali. Di questarealtà ognuno di noi fa esperienza sin dalla nascita: il mondo del neonatoè popolato da altre persone, con le quali egli interagisce. L’esperienza socia-le infantile è qualcosa che pervade totalmente la biografia individuale, o,per dirla con le parole degli autori del brano seguente, «quasi ogni aspettodella vita del bambino coinvolge altri esseri umani: la sua esperienza deglialtri è determinante per tutta la sua esperienza». Anche gli aspetti non socia-li del comportamento sono in qualche misura oggetto dell’intervento di altrepersone, compresi quelli che potremmo pensare essere esclusivo dominiodelle funzioni fisiologiche dell’organismo: «così, sono gli altri che stabili-scono i modelli secondo i quali viene soddisfatta la richiesta di cibo delbambino [...] per dare un’immagine concreta, la società non soltanto impo-ne i suoi modelli sul comportamento infantile, ma arriva fin dentro il bam-bino, ad organizzare le funzioni del suo stomaco».

Alcuni di questi modelli imposti socialmente possono dipendere dacaratteristiche individuali, proprie di singoli adulti che entrano in contatto conil bambino. Per esempio, una madre può far mangiare il suo bambino tutte levolte che questi piange, al di fuori di qualsiasi orario, perché i suoi timpani sonomolto sensibili, o perché gli è così affezionata che non può sopportare di veder-lo star male neanche per un minuto. Ma, generalmente, la decisione se dar damangiare al bambino tutte le volte che piange o se imporgli un preciso orarionon è una decisione particolare della madre come individuo, ma è un modelloassai più esteso della società in cui vive la madre: essa l’ha appreso come il piùadatto per risolvere quel determinato problema.

Tutto ciò ha una conseguenza molto importante: nelle sue relazionicon gli altri, il bambino impara a conoscere un microcosmo strettamente cir-coscritto e solo molto più tardi si rende conto che questo microcosmo ha sul-lo sfondo un macrocosmo infinitamente più vasto. Forse, […] noi invidiamoil bambino per questa sua ignoranza. Cionondimeno, questo invisibile macro-cosmo, che gli è ignoto, ha modellato e prefissato quasi ogni cosa di cui egliabbia esperienza nel suo microcosmo.

Se una madre, ad esempio, passa da una rigida ripartizione dei pastiad un nuovo regime per cui il bambino può mangiare tutte le volte che pian-ge, questo non potrà assolutamente pensare che questo piacevole cambiamen-to delle sue condizioni possa essere opera di altri se non della madre. Ciò cheegli non può sapere è che la madre ha mutato il suo comportamento seguendo

T1

La socializzazionePercorso 1

2

File 1-62 25-09-2006 11:51 Pagina 2

Page 3: Percorso 1 La socializzazione - Loescher Editore · Elabora quindi un breve riassunto ... George Herbert Mead (1863-1931), filosofo e psicologo sociale, insegnò ... Mente, sé e

il parere di alcuni esperti, i quali possono rispecchiare, ad esempio, le nozioniin auge – in quel momento – diciamo, presso la borghesia colta. In definitiva,non è tanto la madre, quanto codesta invisibile entità collettiva quella che ha(in questo caso piacevolmente) invaso il sistema fisiologico del bambino. C’ètuttavia un’ulteriore implicazione. Nel caso in cui la madre appartenesse adun’altra classe, ad esempio alla classe operaia, con modelli di comportamentomeno influenzati dalle teorie prevalenti in materia, il bambino starebbe ancorapiangendo per la fame. In altre parole, i microcosmi dell’esperienza infantiledifferiscono l’uno dall’altro a seconda dei macrocosmi in cui essi sono inseriti.Il mondo in cui l’infanzia viene vissuta varia a seconda della sua collocazionecomplessiva nella società. Lo stesso principio di relatività può applicarsi alla tar-da fanciullezza, all’adolescenza e ad ogni altro stadio biografico.

A questo proposito, le pratiche connesse con la nutrizione possonocostituire un caso significativo. Vi è infatti una lunga serie di possibili variazio-ni in proposito: un’alimentazione del bambino secondo un orario regolare,oppure un’alimentazione fornita, per così dire, a richiesta; l’allattamento al senooppure quello artificiale; le diverse età di svezzamento, e così via. In questo cam-po, non solo vi sono grandi differenze tra le società, ma ve ne sono anche tra leclassi di una stessa società. Per esempio, l’allattamento artificiale in America,come in Europa, è stato introdotto dalle madri della classe media. Più tardi furo-no ancora le madri della classe media quelle che cominciarono ad abbandonarloin favore dell’allattamento al seno. Perciò, praticamente, era il livello di reddi-to dei genitori quello che decideva se, quando il bambino aveva fame, gli veni-va offerto il seno della madre o il poppatoio.

In questo campo, le differenze tra le diverse società sono veramentenotevoli. Nelle famiglie occidentali della media borghesia, prima che gli esper-ti divulgassero le varie teorie correnti sull’alimentazione «a richiesta», vigeva unregime duro, quasi industriale, per l’orario dei pasti. Il bambino mangiava adeterminate ore e soltanto in quelle; negli intervalli lo si lasciava piangere, e que-sta usanza era giustificata in vari modi: sia in termini di praticità, sia in vista diun supposto beneficio per la salute del bambino.

Per contrasto può essere interessante considerare come si comportanoi Gusii del Kenia. Tra i Gusii non esistono assolutamente orari per i pasti. Lamadre dà da mangiare al bambino tutte le volte che piange. La notte la madredorme nuda sotto una coperta con il bambino tra le braccia e il bambino godedi un immediato e continuo accesso al seno materno. Quando la madre lavora,porta il bambino legato alla schiena oppure qualcun altro lo tiene accanto a lei:anche in queste occasioni, quando incomincia a piangere, il bambino viene allat-tato il più presto possibile: in linea di massima non passano mai più di cinqueminuti tra il momento in cui il bambino comincia a piangere e quello in cui vie-ne allattato. Paragonato alla maggior parte dei modelli di allattamento della socie-tà occidentale, questo dei Gusii ci appare davvero molto «permissivo».

La socializzazione Percorso 1

3

File 1-62 25-09-2006 11:51 Pagina 3

Page 4: Percorso 1 La socializzazione - Loescher Editore · Elabora quindi un breve riassunto ... George Herbert Mead (1863-1931), filosofo e psicologo sociale, insegnò ... Mente, sé e

Vi sono però altri aspetti delle pratiche alimentari dei Gusii che pos-sono dare un’impressione del tutto diversa. Per esempio, pochi giorni dopo lanascita, al bambino viene data una pappetta oltre al latte della madre. Sembraanche, dalle notizie riportate, che il bambino non partecipi con molto entusia-smo a questo pasto; ma non per questo riesce ad evitarlo: egli viene imboccatoa forza. Questa alimentazione forzata viene attuata in un modo piuttosto anti-patico dalla madre, che stringe il naso al bambino e gli versa la pappa in boccaquando egli la apre per respirare. Inoltre, anche se è possibile che altri si com-portino in modo diverso, la madre sembra dimostrare ben poco affetto, e inrealtà è raro che coccoli il suo bambino. Questo viene fatto probabilmente pernon far nascere gelosie nei presenti, ma in pratica ciò significa che il bambinopercepisce di più l’affetto degli altri che non quello della madre. Vi sono altriaspetti, oltre a questi, nell’educazione dei primi anni di vita dei bambini Gusiiche, paragonati ai modelli occidentali, ci colpiscono per la loro particolaredurezza. D’altro canto, per quanto riguarda lo svezzamento, i Gusii dimostra-no ancora una volta un grado molto elevato di «permissività» rispetto alle socie-tà occidentali. Così, mentre nelle società occidentali la stragrande maggioranzadei bambini passa dal seno al poppatoio all’età di sei mesi, i bambini Gusii ven-gono allattati fino all’età di ventidue mesi.

(P. Berger e B. Berger, Sociologia. La dimensione sociale della vita quotidiana,Bologna, il Mulino, 1995, pp. 55-60)

La socializzazionePercorso 1

4

Comprensione del testo1. Individua la tesi sostenuta dagli autori sul rap-

porto tra ambiente sociale e modelli di nutri-zione.

2. Spiega in quali modi l’appartenenza a un certoambiente sociale (classe borghese, classe ope-raia) influisce sulle modalità di allattamento deifigli.

3. Confronta i principali modelli di allattamento del-le società occidentali con quelli in uso presso iGusii del Kenia.

Rielaborazione e produzione4. Sulla base del testo proposto, formula una defi-

nizione dei concetti di «macrocosmo» e di «micro-cosmo» e spiega in che senso vengono usati nelbrano.

5. Dividi il testo in sequenze e a ciascuna attribui-sci un titolo. Elabora quindi un breve riassuntodi 20 righe al massimo.

File 1-62 25-09-2006 11:51 Pagina 4

Page 5: Percorso 1 La socializzazione - Loescher Editore · Elabora quindi un breve riassunto ... George Herbert Mead (1863-1931), filosofo e psicologo sociale, insegnò ... Mente, sé e

Il carattere sociale del Sé

George Herbert Mead

George Herbert Mead (1863-1931), filosofo e psicologo sociale, insegnòall’Università di Chicago, uno dei centri di origine della moderna ricercasociale. La sua opera più celebre, Mente, sé e società, è una trascrizio-ne delle sue lezioni, integrata da appunti e altri materiali, pubblicata postu-ma dai suoi allievi. Mead è considerato il padre dell’interazionismo sim-bolico, un indirizzo teorico e di ricerca nell’ambito delle scienze sociali chesi sofferma soprattutto sugli aspetti linguistici e comunicativi dei rapportitra gli esseri umani. La parte del suo pensiero che ha influenzato le scien-ze sociali in modo più duraturo è quella che riguarda la formazione del sé.Si può parlare dell’esistenza di un sé quando il soggetto umano diventaoggetto a se stesso; egli allora si guarda e si valuta come se fosse unesterno: «ecco, io sono fatto così, agisco in questo modo, faccio bene...faccio male...» . L’attività di autoriflessione è specifica della specie uma-na, così come la caratterizza la capacità di usare un linguaggio, ossia uninsieme strutturato di segni, ai quali convenzionalmente è assegnato unsignificato, condiviso da una comunità di parlanti. Il linguaggio è una con-dizione fondamentale per l’emergere del sé: poiché esso è per definizio-ne sociale (non ha senso pensare a un linguaggio totalmente privato), nederiva che l’emergere del sé è un processo sociale.La costruzione del sé è uno dei principali prodotti della socializzazione: dap-prima ciascuno di noi si confronta con il sé così come viene definito daglialtri e, successivamente, interiorizza questa immagine di sé. Una defini-zione che comunque non è mai definitiva né priva di problemi: il soggettoconserva sempre in qualche misura la capacità di criticare e prendere ledistanze da tale descrizione.

Il «Sé», proprio in quanto può essere oggetto a se stesso, è essenzial-mente una struttura sociale, e sorge nell’esperienza sociale. Dopo che un «Sé»è sorto, esso in un certo senso fornisce a se stesso le proprie esperienze sociali,e in conseguenza di ciò è possibile concepire un «Sé» perfettamente isolato. Èinvece impossibile concepire un «Sé» che sorga fuori dell’esperienza sociale. Unavolta che il «Sé» è sorto lo si può immaginare come una persona che venga segre-gata per il resto della sua vita, ma che ha ancora come compagno se stesso, edè in grado di pensare e conversare con se stesso allo stesso modo in cui primaha comunicato con gli altri. Quel processo, al quale mi sono appunto riferitoper il quale si risponde al proprio «Sé» allo stesso modo in cui un altro rispon-de ad esso, di partecipazione alla propria conversazione con gli altri, di presa dicoscienza di ciò che si sta dicendo e di utilizzazione di quella coscienza per deter-minare ciò che si dirà in seguito – è un processo con il quale noi tutti abbiamo

T2

La socializzazione Percorso 1

5

File 1-62 25-09-2006 11:51 Pagina 5

Page 6: Percorso 1 La socializzazione - Loescher Editore · Elabora quindi un breve riassunto ... George Herbert Mead (1863-1931), filosofo e psicologo sociale, insegnò ... Mente, sé e

familiarità. Noi seguiamo continuamente il nostro discorso con altre personemediante la comprensione di ciò che veniamo dicendo, e ci serviamo di quellacomprensione per la continuazione del nostro discorso. Veniamo scoprendo ciòche stiamo per dire, ciò che stiamo per fare proprio in quanto si parla e si agi-sce e nel corso del processo veniamo continuamente controllando il processostesso […]. Si comincia a dire qualcosa, supponiamo qualcosa di spiacevole, maquando si comincia a dirlo ci si accorge che si tratta di una cosa crudele. L’effettodi quanto stiamo dicendo ci arresta; abbiamo qui una «conversazione di gesti»1

fra l’individuo e se stesso. Noi intendiamo dire che l’azione è qualcosa cheriguarda l’individuo stesso, e che l’effetto sull’individuo fa parte dello svolgi-mento intelligente della conversazione con gli altri. Ora noi, per così dire, met-tiamo da parte questa fase sociale e facciamo a meno di essa, tal che si può par-lare con il proprio «Sé» allo stesso modo con cui si potrebbe parlare con un’al-tra persona.

Questo processo di astrazione non può essere continuato indefinita-mente. Inevitabilmente si cerca un uditorio, bisogna proiettarsi su qualcuno.Nell’intelligenza riflessiva si cerca di agire, e di agire solamente in modo chel’azione rimanga parte di un processo sociale. Il pensiero diventa momentopreparatorio all’azione sociale. Lo stesso processo del pensare è, naturalmente,solo il procedere di una conversazione interiore, ma è una «conversazione digesti» che nel suo compiersi implica l’espressione pubblica di ciò che uno pen-sa. Si separa il significato di ciò che si dice ad altri dal discorso effettivo e lo siprepara prima di dirlo. Si riflette su di esso e magari lo si scrive in un libro;ma tutto ciò è ancora una parte del rapporto sociale per cui ci si rivolge ad altririvolgendosi nel contempo al proprio «Sé», e per cui si controlla il discorsorivolto ad altri mediante la risposta che si è avuta al proprio «gesto» (gesture).Che la persona debba rispondere a se stessa è indispensabile per il «Sé», ed èquesto tipo di condotta sociale che determina il comportamento all’interno dicui quel «Sé» appare. […]

Nella condotta e nell’esperienza quotidiana ci rendiamo conto che unindividuo non ha l’intenzione di dire e di fare tutto ciò che in effetti dice e fa.Spesso noi diciamo che un tale individuo non è in sé. Veniamo via da un col-loquio importante con la coscienza di avere omesso cose importanti, con lacoscienza che vi sono parti del «Sé» che non si sono manifestate in ciò che si èdetto. Il fattore che determina la quantità del «Sé» che entra nel processo dicomunicazione è la stessa esperienza sociale. Naturalmente non occorre che tut-to il «Sé» trovi espressione. Noi manteniamo tutta una serie di rapporti diversicon le diverse persone. Siamo una cosa per l’uno ed un’altra per l’altro. Vi sonoparti del «Sé» che rilevano solo per il «Sé» nel rapporto con se stesso. Noi smem-briamo i nostri «Sé» in differenti «Sé», di tutti i generi, in relazione ai nostriconoscenti. Discutiamo di politica con uno e di religione con un altro. Vi sono«Sé» differenti, di ogni sorta, corrispondenti a tutti i tipi delle diverse reazioni

1. conversazione di gesti:il gesto è l’attoelementarenell’interazione sociale;è l’adattamentoall’azione dell’altro.

La socializzazionePercorso 1

6

File 1-62 25-09-2006 11:51 Pagina 6

Page 7: Percorso 1 La socializzazione - Loescher Editore · Elabora quindi un breve riassunto ... George Herbert Mead (1863-1931), filosofo e psicologo sociale, insegnò ... Mente, sé e

sociali. È il processo sociale stesso a essere responsabile della comparsa del «Sé»;non esiste un «Sé» disgiunto da questo tipo di esperienza.

[…] Normalmente, all’interno del tipo di comunità come complessoal quale apparteniamo, esiste un «Sé» unificato, che può essere suddiviso. Perun soggetto piuttosto instabile di nervi e nel quale esista una predisposizionealla scissione, certe attività divengono impossibili e quel complesso di attivitàpuò scindere e sviluppare un altro «Sé». […] C’è il caso di un professore di peda-gogia che sparì, fu dato per perso, e più tardi riapparve in un campo di taglioe trasporto del legname nel West. Costui si liberò della sua professione e si misea lavorare nelle foreste dove si sentiva, per così dire, più a casa sua. L’aspettopatologico di questo caso consisteva nell’oblio, nell’omissione del resto del «Sé».Questo risultato comportò la liberazione da certe memorie corporee che avreb-bero identificato l’individuo con se stesso. […]

La struttura unitaria del «Sé» nella sua totalità rispecchia la strutturaunitaria del processo sociale nella sua unità; e ciascuno dei «Sé» elementari, deiquali esso è composto, rispecchia la struttura unitaria di uno dei moltepliciaspetti di quel processo nel quale l’individuo è coinvolto. In altre parole, i mol-teplici «Sé» elementari che costituiscono il «Sé» nella sua totalità, o in esso sonoorganizzati, costituiscono i vari aspetti della struttura di quel «Sé» globale, cor-rispondenti ai vari aspetti della struttura del processo sociale nel suo comples-so; la struttura del «Sé» nella sua totalità è così un rispecchiamento del proces-so sociale nella sua totalità. L’organizzazione unificatrice di un gruppo sociale èidentica all’organizzazione unificatrice di ciascuno dei «Sé» che vengono for-mandosi all’interno del processo sociale nel quale quel gruppo è impegnato oche quel gruppo sta realizzando.

Il fenomeno di sdoppiamento della personalità2 è causato dallo scin-dersi del «Sé» intero, unitario, nei «Sé» particolari di cui è composto, che cor-rispondono rispettivamente ai diversi aspetti del processo sociale in cui il sog-getto è implicato e all’interno del quale è sorto il suo «Sé» intiero o unitario.

(G. H. Mead, Mente, sé e società [prima edizione: 1934], Firenze, Barbera, 1966, pp. 157-61)

2. sdoppiamento dellapersonalità: fenomenoper cui in un singolocorpo è come se coesistessero due persone.

La socializzazione Percorso 1

7

Comprensione del testo1. In che senso, per l’autore, il Sé «sorge nell’e-

sperienza sociale»?2. Perché l’autore si sofferma sulla relazione che

ciascuno intrattiene con se stesso? Che cosaintende dimostrare?

3. Le tesi sostenute nel brano sono supportate dadiversi esempi. Individuane alcuni e sottolineali.

Rielaborazione e produzione4. Individua le parole chiave del brano. 5. Sintetizza il contenuto del brano elaborando una

mappa concettuale, che comprenda i principaliconcetti della teoria di Mead.

File 1-62 25-09-2006 11:51 Pagina 7

Page 8: Percorso 1 La socializzazione - Loescher Editore · Elabora quindi un breve riassunto ... George Herbert Mead (1863-1931), filosofo e psicologo sociale, insegnò ... Mente, sé e

Aspetti problematici della socializzazionenella società contemporanea

Loredana Sciolla

Nel processo di socializzazione intervengono diverse agenzie a plasmare imodi con cui gli esseri umani pensano e agiscono: la famiglia, la scuola, illavoro, i gruppi dei pari ecc. A fronte di questa molteplicità, che è uno deiprincipali tratti distintivi delle società attuali, più modernizzate rispetto aquelle del passato, viene da chiedersi: queste agenzie operano in modocoordinato e coerente? Oppure ognuna segue una propria logica d’azione?E come si pongono gli individui rispetto a eventuali messaggi contradditto-ri? Accanto a questo problema, Loredana Sciolla ne solleva un secondo,anch’esso caratteristico della nostra epoca: la progressiva democratizza-zione della società, nelle sfere pubbliche come in quelle private, ha inde-bolito le tradizionali fonti di autorità; in famiglia, a scuola e in molti altriambiti, i rapporti basati sul comando lasciano sempre più spazio a quellibasati sulla libera discussione. Ne consegue che l’individuo, al di là del pri-mo stadio infantile, è sempre più un agente attivo della propria socializza-zione. Per le scienze sociali questa evoluzione comporta, peraltro, l’ab-bandono di vecchi schemi di analisi della socializzazione, che la vedevanosoprattutto come un processo verticale di condizionamento, a favore dischemi che mettano maggiormente in risalto gli aspetti dell’interazione, del-la negoziazione, del conflitto tra i ruoli.

La socializzazione nelle società moderne è dunque un processo mol-teplice e continuo, che solleva una serie di problemi proprio sull’efficacia dellatrasmissione culturale che dovrebbe garantire. Il primo è il problema dei con-flitti di socializzazione. Da un lato la presenza di molteplici agenzie di socializ-zazione, che costituisce una «struttura policentrica», in cui cioè ogni agenzia siaffianca all’altra senza che ve ne sia una davvero dominante, sottopone gli indi-vidui ad influenze contrastanti. Si è già fatto cenno, ad esempio, al gruppo deipari1 che, accanto alle funzioni di mediazione messe in luce da numerose ricer-che, esprimono spesso anche valori e modelli contrastanti rispetto a quelli tra-smessi in famiglia (il successo scolastico può essere un valore per i genitori e undisvalore nel gruppo dei pari, dove è più importante la spavalderia, il coraggio,il «saper farsi valere» ecc.). Tra gli stessi elementi di fondo acquisiti durante lasocializzazione primaria e quanto appreso nella socializzazione secondaria pos-sono sorgere conflitti. […] Alcune importanti crisi che avvengono dopo l’in-fanzia sono causate dal fatto di dover riconoscere che il «mondo» dei proprigenitori non è l’unico esistente, ma ha, ad esempio, una collocazione socialemolto precisa (è, ad esempio, il mondo di un gruppo poco istruito, di ceto socia-

T3

La socializzazionePercorso 1

8

1. gruppo dei pari: agenziadi socializzazioneformata da individui tracui esistano relazioniparitarie, e non rapportigerarchici e di autorità.Ne sono esempi ungruppo di amici o dicolleghi, i membri diun’associazione divolontariato ecc.

File 1-62 25-09-2006 11:51 Pagina 8

Page 9: Percorso 1 La socializzazione - Loescher Editore · Elabora quindi un breve riassunto ... George Herbert Mead (1863-1931), filosofo e psicologo sociale, insegnò ... Mente, sé e

le inferiore, considerato in maniera negativa in ambienti sociali diversi con cuil’individuo entra in contatto).

Un secondo problema, su cui si sono concentrate molte ricercherecenti, è quello dell’erosione delle tradizionali strutture gerarchiche. Nella fami-glia come nella scuola ciò provocherebbe un indebolimento delle fonti di auto-rità. Ciò sarebbe dovuto, almeno in parte, alla progressiva confusione dei ruo-li nella famiglia nucleare2 moderna e all’indebolimento del sistema dei ruoli nel-la scuola (in seguito all’effettivo allargamento dei diritti degli studenti, allapresenza delle famiglie, all’ingresso di studenti appartenenti a culture moltodiverse). A questa erosione contribuirebbe anche il venire meno delle aspettati-ve pubbliche sui comportamenti dei genitori e degli insegnanti nel senso di uncostante controllo sociale sulla conformità alle norme della nuova generazione.

Se i conflitti di socializzazione e l’erosione delle strutture gerarchichesegnalano l’emergere di nuove sfide che un mondo in continuo mutamentopone alla trasmissione culturale nelle nostre società, ciò non significa tuttaviache non siano già in atto processi interni di adattamento e cambiamenti neimeccanismi e nei modi di socializzazione per far fronte alla nuova situazione.In particolare studi recenti, in una relativa convergenza tra psicologia sociale esociologia, sottolineano che la struttura verticale di autorità viene sempre piùspesso sostituita da un sistema di scambio fondato sulla negoziazione3 e la rego-lazione comunicativa in cui ha un’importanza crescente l’elaborazione indivi-duale e riflessiva dell’attore rispetto al controllo coercitivo o interiorizzato.

(L. Sciolla, Sociologia dei processi culturali, Bologna, il Mulino, 2002, pp. 223-24)

2. famiglia nucleare: famigliacostituita da una solaunità coniugale.

3. negoziazione: trattativa.

La socializzazione Percorso 1

9

Comprensione del testo1. Che cosa si intende per «struttura policentrica»? 2. Spiega in quali forme si manifesta l’indeboli-

mento del sistema dei ruoli nel mondo dellascuola.

3. Studi recenti nel campo della psicologia socialee della sociologia hanno posto in evidenza uncambiamento significativo nelle relazioni sociali:di quale cambiamento si parla?

Rielaborazione e produzione4. Individua le parole chiave contenute nel testo e

di ciascuna scrivi una breve definizione.5. Formula cinque domande sul testo da sottopor-

re ai tuoi compagni.

File 1-62 25-09-2006 11:51 Pagina 9

Page 10: Percorso 1 La socializzazione - Loescher Editore · Elabora quindi un breve riassunto ... George Herbert Mead (1863-1931), filosofo e psicologo sociale, insegnò ... Mente, sé e

La libertà è una disciplina

Bruno Bettelheim

Libertà, autonomia e capacità di prendere decisioni sono considerati attri-buti fondamentali della donna e dell’uomo moderni. Uno dei rischi dellasocietà contemporanea, legato soprattutto alla specializzazione dei ruoli, èche l’individuo, avendo affidato diversi ambiti della sua attività a personecompetenti, tende a demandare loro decisioni fondamentali, rinunciandoall’esercizio della propria libertà. A questo tema ha dedicato interessantiriflessioni Bruno Bettelheim (1903-90), psicologo e pedagogista. È erratopensare che gli individui siano portati naturalmente a esercitare la propriaautonomia, ossia «la capacità di autogovernarsi e [...] la coscienziosa ricer-ca di un significato da dare alla propria vita». Secondo Bettelheim occorreche gli individui vengano opportunamente educati all’esercizio della liber-tà. Nell’infanzia l’educazione del soggetto all’autonomia passa per il con-trollo del proprio corpo e delle proprie funzioni; successivamente, soprat-tutto a partire dall’adolescenza, egli dovrà essere portato a prendere deci-sioni, a fare scelte, che progressivamente comportino sempre maggioriresponsabilità verso se stesso e verso gli altri.

Lo storico motto «la tassazione senza rappresentanza è tirannia»1 hain sé una saggezza maggiore di quanto si supponga comunemente. Essa non sipreoccupa di quali tasse debbano essere imposte e come, e neppure si chiedeper quali scopi debba essere speso il denaro così raccolto. […] In superficie essosembra tutelare i diritti di proprietà, e può darsi che, sul piano cosciente, que-sto fosse il suo originario significato. Tuttavia, se andiamo più a fondo, vedre-mo che la sua importanza consiste nella stretta connessione che esso stabiliscefra il potere di decidere in cose di importanza essenziale e la tirannia. […]

Il consenso all’imposizione di una tassa è una cosa ben precisa, e infondo di poca importanza. Ma il fatto di impedire a un individuo di prendereparte alle decisioni in materie che lo interessano profondamente tende a crearequel senso di impotenza che noi chiamiamo «soggezione a una tirannia». Leazioni o le decisioni particolari che possono far sì che una persona abbia l’im-pressione di vivere in una società tirannica e di non essere libera di prenderedecisioni mutano col tempo, con la società e con l’individuo. […]

In realtà, si dovrebbe dare una grande importanza a quelle particola-ri libertà di azione e di decisione che consideriamo necessarie per non sentircisoggetti a una tirannia, perché esse ci dicono quali punti si debbano conside-rare decisivi per una determinata società, o per un determinato gruppo all’in-terno di essa. […] Naturalmente, vi sono diversi gradi di coscienza e, in qual-siasi periodo storico e in qualsiasi regione del mondo, vi sono campi d’azionein cui la coscienza della libertà è acuta, altri dove essa sonnecchia. Per quanto

T4

1. la tassazione ... tirannia:principio del pensieropolitico liberale. UnoStato ha il diritto diimporre le tasse solo se i cittadini possonoesercitare, attraverso i propri rappresentantipolitici, un controllosullo Stato stesso.

La socializzazionePercorso 1

10

File 1-62 25-09-2006 11:51 Pagina 10

Page 11: Percorso 1 La socializzazione - Loescher Editore · Elabora quindi un breve riassunto ... George Herbert Mead (1863-1931), filosofo e psicologo sociale, insegnò ... Mente, sé e

l’importanza da attribuire a determinati ambiti di libertà di scelta possa variareda individuo a individuo, il senso dell’autonomia dipende dovunque dalla con-vinzione di poter partecipare alle decisioni più importanti, e di poterlo fare neicampi più essenziali.

Tanto nell’infanzia quanto nell’età matura, il fatto di non potere dap-prima influenzare il proprio ambiente sociale e fisico e, più tardi, di non poterprendere decisioni su come e quando modificarlo, è nocivo, se non fatale, perla personalità umana. Ma non tutto quello che si rivelerà poi un bene è fin dal-l’inizio facile o piacevole. Le decisioni sono una cosa difficile e impegnativa, eperciò sono evitate, anche là dove sono teoricamente possibili. Tuttavia, perquanto restrittivo e opprimente possa essere un dato ambiente, anche in que-sto caso l’individuo conserva un aspetto della sua libertà, la libertà di giudicar-lo. Sulla base di questo giudizio egli è anche libero di dare la sua approvazioneinteriore oppure di opporre resistenza a ciò che gli viene imposto. È vero chein un ambiente estremamente oppressivo queste decisioni interiori possono por-tare a conseguenze pratiche insignificanti o addirittura nulle. Perciò, quanto piùun uomo è inserito in un meccanismo sociale che tende al raggiungimento dirisultati «pratici», tanto più egli tenderà a giudicare il fatto di prendere una deci-sione interiore che non approda ad alcun risultato pratico come uno spreco dienergie; e quindi eviterà di prendere una simile decisione.

All’altro estremo della scala, quanto più uno vede ogni sua cosa siste-mata a proprio vantaggio da altri, tanto meno sembra giustificato ai suoi occhiil dispendio di energie richiesto dal fatto di dover prendere decisioni. Perciòtanto il bambino i cui genitori decidono tutto per il suo bene, quanto il bam-bino che vive in condizioni di totale abbandono, o quello che vive in unambiente familiare molto oppressivo, non riusciranno a sviluppare una fortepersonalità. […]

Sfortunatamente, la capacità di prender decisioni è una funzione che,al pari di certi muscoli o di certi nervi, tende ad atrofizzarsi quando non vieneesercitata. […] Se le cose stanno così, allora ogni controllo esterno, benché eser-citato per il bene dell’individuo, è indesiderabile se ostacola troppo lo sviluppodell’Io, vale a dire, se ostacola dapprima la capacità di prendere decisioni e suc-cessivamente la loro attuazione nei campi più importanti per lo sviluppo e lasalvaguardia dell’autonomia.

[…] Quanto più complessa diventa una società, tanto più cresce ilbisogno di autonomia individuale, in quanto entrambi questi aspetti riflettonostadi più avanzati della «coscienza della libertà». Avviene però che, quando que-sta complessa società corrode la nostra libertà, sia interiore che esteriore, noi neabbiamo una coscienza acuta e immediata; ci rendiamo invece conto meno facil-mente e meno rapidamente che è proprio il complicato sviluppo della nostrasocietà che ci rende capaci di cercare, trovare e amare questi valori, e di temer-ne così acutamente la perdita. La società non è certo un orco, né l’uomo nascelibero. Ambedue crescono insieme, se si può usare questa cruda analogia.

La socializzazione Percorso 1

11

File 1-62 25-09-2006 11:51 Pagina 11

Page 12: Percorso 1 La socializzazione - Loescher Editore · Elabora quindi un breve riassunto ... George Herbert Mead (1863-1931), filosofo e psicologo sociale, insegnò ... Mente, sé e

Naturalmente, gli occidentali moderni non hanno agito senza ragio-ne permettendo che certi aspetti della loro vita venissero curati e controllati dal-la società, né hanno agito sventatamente delegando a una scelta schiera di per-sone la facoltà di prender per loro conto le decisioni più importanti. La tecni-ca moderna, la produzione e la società di massa hanno recato all’uomo beneficicosì numerosi e tangibili che soltanto andando contro i propri interessi egli puòvoltar loro le spalle per il semplice fatto che essi comportano dei pericoli per lasua autonomia personale. D’altro canto, avendo egli ottenuto tanti vantaggi affi-dando molti campi della sua attività a persone esperte e competenti, forte è latentazione di permettere che queste si assumano la direzione di zone sempre piùampie della sua libertà personale.

Non è che l’uomo moderno sia molto più pronto a cedere la sua liber-tà alla società, o che ai bei tempi andati egli fosse molto più libero. Il fatto è,piuttosto, che il progresso scientifico e tecnico lo hanno liberato da molti pro-blemi che una volta egli doveva risolvere da sé se voleva sopravvivere, mentrel’orizzonte moderno presenta una varietà di scelte molto maggiore di quella allaquale egli era abituato. L’uomo moderno si trova così davanti a una contraddi-zione: minore bisogno di sviluppare la sua autonomia perché può sopravvivereanche senza, e bisogno maggiore di essa se preferisce che non siano altri a pren-dere decisioni per lui. Quanto minore è il numero di decisioni importanti chedeve prendere per sopravvivere, tanto meno egli sente il bisogno, ovvero l’ur-genza, di sviluppare le sue capacità di prendere decisioni. […]

L’uomo, se non adopera e rafforza le sue capacità di prendere deci-sioni, è incline a cadere in balìa tanto dei suoi desideri istintivi quanto dellasocietà: dei suoi desideri istintivi perché egli non sa armonizzarli e controllarli,[…] e della società, che regolerà la sua vita per lui, se egli non lo farà da sé.

Ma se l’uomo cessa di sviluppare la propria coscienza della libertà,questa tende a indebolirsi per mancanza di esercizio.

(B. Bettelheim, Il cuore vigile. Autonomia individuale e società di massa [prima edizione: 1960],Milano, Adelphi, 1988, pp. 81-87)

La socializzazionePercorso 1

12

Comprensione del testo1. Secondo Bettelheim, qual è il vero significato del

famoso motto «la tassazione senza rappresen-tanza è tirannia»?

2. In quali situazioni l’individuo rinuncia a esercita-re la propria libertà di scelta e quali sono le con-seguenze?

3. Nella società moderna occidentale, quali sono ipericoli per l’autonomia individuale?

Rielaborazione e produzione4. L’autore utilizza una cruda analogia: individuala

e spiegane il significato.5. Secondo te, la tendenza dell’uomo moderno a

delegare ad altri (ad esempio i politici) il compi-to di prendere decisioni per dedicarsi maggior-mente ai propri affari privati può limitare le liber-tà individuali?

File 1-62 25-09-2006 11:51 Pagina 12