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I migranti e l’apprendimento della lingua italiana.Test e certificazione.Certificazione di italiano: opportunità o percorso aostacoli?Analfabeti in lingua madre ed L2

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Novembre 2010Novembre 2010Novembre 2010Novembre 2010 Agli abbonati e ai lettori: non è necessario spendere molte parole per spiegare che nell’attuale quadro complessivo di crisi economica sono molte le associazioni, come la nostra, che si trovano a dover affrontare grosse difficoltà e ad essere poste davanti alla alternativa:interrompere le attività o stringere i denti e tirare avanti in attesa di tempi migliori. Noi abbiamo scelto la seconda strada e per ciò non rinunciamo a pubblicare Percorsi. Siamo però costretti a far uscire i due numeri del 2010 in formato ridotto. Questo numero e il prossimo sono più delle newsletter che delle riviste vere e proprie. A noi preme che si colga la volontà di tenere fede all’impegno che da sempre ha caratterizzato Percorsi, quello di dare comunque un contributo di riflessione e di analisi circa i problemi che si pongono allo sviluppo dell’educazione degli adulti nel nostro paese. Su questo piano, è indubbio che oggi i temi all’ordine del giorno sono quelli dell’apprendimento della lingua italiana da parte degli stranieri e quello del nuovo assetto organizzativo e didattico che si vuole dare al sistema pubblico di istruzione degli adulti. Ci auguriamo che a questo impegno corrisponda un sostegno da parte dei lettori: sostenere Percorsi attraverso un abbonamento, magari un abbonamento“sostenitore”. Un caloroso ringraziamento dalla redazione. Buon Anno

FORMAZIONE 80

PercorsiRivista di educazione degli adulti

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EDITORIALE I migranti e l’apprendimento della lingua italiana: questione pubblica o fatto privato? Massimo Negarville Le scarse competenze linguistiche dei lavoratori immigrati e delle loro famiglie sono causa di notevoli costi sociali ed economici. Chi vive e lavora in Italia deve sapersi esprimere e comunicare in italiano e avere nozioni culturali necessarie per vivere e lavorare nel nostro paese. Si tratta di un dovere: i cittadini stranieri regolarmente soggiornanti in Italia debbono essere messi in condizione di acquisire tali capacità. Su questo tema il governo ha assunto due misure.

1. Il Consiglio Dei Ministri ha varato (21 maggio 2010) l'accordo di integrazione per i permessi di soggiorno che sarà operativo dal gennaio 2011. Lo straniero che chiede per la prima volta il permesso di soggiorno dovrà obbligatoriamente sottoscriverlo. L’accordo è basato su crediti che lo straniero deve conseguire nel periodo di validità del permesso di soggiorno (due anni): a zero crediti scatta l’espulsione. La provata conoscenza della lingua italiana ha un peso decisivo per acquisire i crediti necessari alla permanenza.

2. Il Governo ha inoltre definito per i

migranti che, dopo un periodo di regolare permanenza di almeno 5 anni nel nostro paese, richiedono il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo (Gazzetta Ufficiale dell'11 giugno 2010) l’obbligatorietà della conoscenza della nostra lingua. Il Decreto fissa le modalità di svolgimento delle relative prove di verifica. Questa misura è operativa dal dicembre 2010.

Con queste norme lo Stato impone degli obblighi e ne elenca puntigliosamente tipi e scadenze, ma da parte sua non si obbliga affatto a renderne possibile l’adempimento. Da nessuna parte sta scritto che verrà assicurata un’offerta formativa adeguata alla domanda, accessibile per localizzazione e per tempi di funzionamento. La logica delle misure governative è la seguente: • la conoscenza della lingua italiana è un

dovere; • lo Stato verifica il livello di conoscenza

posseduto;

• chi non ha raggiunto un determinato livello

viene sanzionato; • come acquisire questa conoscenza non è

oggetto di una specifica politica pubblica, è un fatto privato cui ciascun migrante deve provvedere come meglio crede.

Questa logica trasforma l’apprendimento dell’italiano da occasione di socialità, di sapere e di integrazione in un percorso punitivo in cui l’unica cosa puntualmente definita è l’organizzazione delle verifiche: il mancato superamento delle quali si riflette in modo assai concreto sulla vita dei cittadini stranieri. In sostanza ogni migrante dovrà cavarsela per conto proprio. Fronte a questo stato di cose quanti da anni lavorano con impegno e competenza per l’apprendimento linguistico e sociale dei migranti non debbono limitarsi ad esprimere dissenso e contrarietà. Devono indicare una misura pubblica alternativa. Questa potrebbe consistere, come propone l’Associazione TREELLLE1, in un piano nazionale straordinario finanziato da Stato e Regioni dedicato ai cittadini stranieri (16/64 anni) che non padroneggiano la lingua italiana e non frequentano corsi scolastici o di formazione professionale con l’obiettivo di portarli ad una adeguato possesso funzionale della nostro lingua ed ad una elementare conoscenza del nostro contesto istituzionale e sociale. Questa offerta di formazione (con caratteristiche di sostanziale gratuità, diffusa presenza nei territori, disponibilità di sedi e grande flessibilità di orari e modalità di formazione) coordinata dalle Regioni con la collaborazione delle Province e l’essenziale presenza dei Comuni dovrebbe vedere agire insieme il pubblico (oggi i CTP/eda, domani i CPIA) e il privato sociale. Per i migranti che lavorano o sono in cerca di lavoro il piano dovrebbe coinvolgere direttamente le imprese ed i sindacati attraverso gli Enti bilaterali e l’impiego delle risorse dei Fondi interprofessionali. Siamo di fronte ad una inutile provocazione, alla richiesta di un investimento insensato o ad una motivata proposta perché ci sia una efficace risposta a una riconosciuta priorità sociale?

1 Associazione TREELLLE. Quaderno n. 9 Il Lifelong learning e l’educazione degli adulti in Italia ed in Europa: dati, confronti proposte. Genova dicembre 2010

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POLITICHE FORMATIVE Le informazioni necessarie per capire 1. l’accordo di integrazione Il Consiglio Dei Ministri ha varato (21 maggio 2010) l'accordo di integrazione per i permessi di soggiorno che lo straniero che chiede per la prima volta il permesso di soggiorno dovrà sottoscrivere, dal gennaio 2011, contestualmente alla presentazione della richiesta del permesso. L’accordo è basato su crediti che lo straniero deve conseguire nel periodo di validità del permesso di soggiorno (due anni). I nuovi entrati in Italia si impegneranno a raggiungere nell’arco di due anni una serie di obiettivi:

• lavoro, • iscrizione al sistema sanitario nazionale, • situazione abitativa regolare, • padronanza della lingua italiana attestata

da un esame, • conoscenza della Carta costituzionale.

Se non soddisferanno le condizioni, avranno un altro anno di tempo per arrivare ai traguardi assegnati. Allo scadere del terzo anno, se non ce la faranno scatterà l’espulsione. Eventuali reati comporteranno la perdita di punti e quindi maggiori difficoltà o l’impossibilità di rinnovare il permesso di soggiorno. Il livello minimo da raggiungere è pari a 30 crediti, a zero crediti scatta l’espulsione. La provata conoscenza della lingua italiana ha un peso decisivo per acquisire i crediti necessari alla permanenza. 2. obbligatorietà della conoscenza della lingua italiana per i migranti che richiedono il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo Il Governo ha definito per i migranti che richiedono il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo* (Decreto 4 giugno 2010, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'11 giugno 2010) l’obbligatorietà della conoscenza della nostra lingua. Questa conoscenza deve essere almeno al livello A2 del Quadro comune di riferimento europeo per la conoscenza delle lingue approvato dal Consiglio d'Europa. Il Decreto fissa le modalità di svolgimento delle relative prove di verifica. Questa misura sarà operativa a partire dal dicembre 2010. Nel caso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo il cittadino

straniero chiede alla Prefettura di essere sottoposto a un test di verifica il cui superamento attesta il possesso di una competenza linguistica di livello A2. Nel caso di mancato superamento della prova, è possibile reiterarla. Sono esentate alcune categorie: i minori di 14 anni, chi ha frequentato un corso di italiano lingua 2 presso i CTP conseguendo un titolo riferibile al livello A2, gli stranieri in condizioni fisiche e mentali (documentate dal servizio sanitario nazionale) che precludano l’apprendimento, chi sia già in possesso di certificazione, chi abbia conseguito in Italia la licenza media, il diploma, la laurea. Nel caso dell’accordo di integrazione per i nuovi ingressi è richiesto il superamento di un test di verifica linguistica entro due anni dal rilascio del permesso. Il superamento dei test di verifica dà luogo a crediti di valore diverso, secondo i livelli: si va dai 10 punti per il livello A1 (solo lingua orale), ai 24 del livello A2 (orale e scritto), ai 28 del livello B1, ai 30 per i livelli superiori al B1. Si richiede anche una conoscenza sufficiente dei fondamentali della Costituzione, delle norme della vita civile, dell’organizzazione dei servizi (con particolare riferimento a obblighi fiscali, sanità, istruzione, lavoro). Questa conoscenza da luogo a tre diversi punteggi: 6, 9, 12 crediti, secondo i livelli raggiunti L’impegno dello stato Per questa formazione civica si prevede un impegno dello Stato: corsi (da 5 a 9 ore), erogati a cura degli Sportelli unici dell’immigrazione entro un mese dal rilascio del permesso di soggiorno. Per le competenze linguistiche, invece, lo Stato si limita, senza oneri aggiuntivi e nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, a sostenere i processi di apprendimento con “opportune intese con Enti Locali, Regioni, Onlus”.

Test e certificazione Il contenuto delle prove che compongono il test, i criteri di assegnazione del punteggio e la durata della prova sono stabiliti in collaborazione con un Ente di certificazione. Gli Enti certificatori individuati dal Ministero degli Interni e dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca sono quattro: Università degli studi di Roma Tre; Università per stranieri di Perugia; Università per stranieri di Siena; Società Dante Alighieri.

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3. l’accordo quadro tra Ministero dell’Interno e MIUR sulle modalità di

svolgimento del test di conoscenza della lingua italiana da parte degli stranieri

In base al Decreto Ministeriale 4.6.2010 del Ministero dell’Interno, a partire dal 9 dicembre p.v., lo straniero che intende richiedere il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo dovrà inoltrare domanda di svolgimento del test di conoscenza della lingua italiana (salvo i casi per i quali è previsto, dal medesimo decreto, l’esonero). La domanda dovrà essere inoltrata in via informatica, collegandosi al sito internet www.testitaliano.interno.it compilando il modulo ivi predisposto (è previsto un servizio di assistenza help-desk). Il sistema informatico trasferirà la domanda alla Prefettura territorialmente competente in base al domicilio del richiedente. Se la domanda risulterà regolare, entro 60 giorni il richiedente riceverà una lettera di convocazione per lo svolgimento della prova, con l’indicazione del giorno, dell’ora e del luogo presso cui dovrà recarsi per sostenere il test. Sono state raggiunte specifiche intese tra Ministero dell’Interno e Ministero dell’Istruzione per individuare le modalità operative per lo svolgimento del test di lingua e sono stati definiti in un accordo quadro gli impegni reciproci. Lo svolgimento del test avviene presso i Centri per l’istruzione degli adulti. In attesa della loro istituzione lo svolgimento del test avviene presso le istituzioni scolastiche sedi dei Centri Territoriali Permanenti di cui all’O.M. 455/97. Sarà cura delle Prefetture, in accordo con gli Uffici Scolastici Regionali, attraverso la stipula di protocolli di intesa, individuare quanti e quali CPIA/CTP saranno sedi di svolgimento del test. Tra i punti definiti in premessa dell’accordo quadro vi è la necessità di “assicurare agli stranieri richiedenti il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo la possibilità di svolgere il test di conoscenza della lingua italiana senza oneri a loro carico”. Il MIUR fornirà ai Dirigenti degli Uffici scolastici regionali le linee di indirizzo riguardanti il contenuto delle prove che compongono il test, i criteri di assegnazione del punteggio e la durata della prova definiti dagli Enti certificatori (Università degli Studi Roma tre, Università per

stranieri di Perugina, Università per stranieri di Siena, Società Dante Alighieri). L’Ufficio scolastico regionale trasmetterà le linee di indirizzo alle sedi dei CTP che provvederanno alla somministrazione del test, alla valutazione della prova ed alla comunicazione dei risultati alla Prefettura. Il CTP sede di svolgimento del test costituisce una apposita commissione per lo svolgimento del test. Tale commissione, presieduta dal Dirigente scolastico, è composta da almeno due docenti di italiano in servizio presso il CTP, individuati preferibilmente tra quelli che abbiano frequentato corsi di aggiornamento e formazione in italiano lingua seconda. La commissione del CTP definisce il contenuto delle prove che compongono il test, i criteri di assegnazione del punteggio e la durata del test sulla base delle linee guida definite dagli Enti certificatori. Il CTP concorda con la Prefettura il calendario dello svolgimento del test da articolarsi in più sessioni, secondo necessità, nel corso dell’anno. La Prefettura, dieci giorni prima delle date previste comunica ai CTP l’elenco degli stranieri che hanno fatto domanda di partecipazione al test. Il test si svolge, previa identificazione dello straniero a cura della commissione ed esibizione della convocazione, secondo i criteri e le modalità definite dalla commissione medesima. La commissione comunica l’esito della prova alla Prefettura competente. I Consigli Territoriali per l’Immigrazione (di cui all’art.3, comma 6 del Testo Unico sull’immigrazione) promuovono, anche attraverso accordi con i CPIA/CTP, progetti di informazione per illustrare le modalità di attestazione della conoscenza della lingua italiana. Analogamente verranno promossi progetti volti alla formazione degli stranieri che dovranno sostenere il test. Il Ministero dell’Interno si impegna ad assegnare, per il tramite delle Prefetture, ai CPIA/CTP individuati come sedi di svolgimento del test il relativo finanziamento per ciascuna sessione di prova, in misura e secondo le modalità stabilite nei protocolli di intesa tra Prefettura e Ufficio Scolastico Regionale. Questo accordo quadro (di cui abbiamo sintetizzato i passaggi più significativi) è in vigore dal 16 11 2010.

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Passi avanti • E’ positivo che non siano previsti costi per i

migranti

• E’ positivo che si preveda il pagamento delle attività svolte dai CTP

• E’ positivo il riconoscimento dei CTP come

strutture pubbliche che organizzano e svolgono corsi di formazione linguistica e sociale per gli stranieri. Attività queste che parevano messe in discussione e che invece vengono con il decreto pienamente confermate.

Questioni da chiarire L’Università di Roma 3, l’Università per stranieri di Perugia, l’Università per stranieri di Siena e la Società Dante Alighieri elaborano le linee di indirizzo sul contenuto delle prove, sui criteri di assegnazione del punteggio e sulla durata delle

Non è affatto chiaro se queste linee siano utili orientamenti che spetta poi alle commissioni dei CTP definire alla luce delle loro esperienze e competenze o siano invece pacchetti predefiniti da applicare. La macchina dei Ministeri è già in movimento per organizzare le prime sessioni dei test, ma per quanto riguarda l’organizzazione ed il finanziamento di occasioni di apprendimento si fanno solo vaghe affermazioni. • Si dice senza meglio specificare di voler

“agevolare l’acquisizione della conoscenza della lingua italiana da parte degli stranieri anche ai fini dell’innalzalmento dei livelli di istruzione e delle competenze in materia di orientamento civico”.

• Si promettono “progetti volti alla formazione degli stranieri che dovranno sostenere il test”.

prove.

Il quadro comune europeo di riferimento per le lingue – livello A2

Riesce a capire espressioni e parole di uso molto frequente relative a ciò che lo riguarda direttamente (per esempio informazioni di base sulla sua persona e sulla sua famiglia, gli acquisti, l’ambiente circostante e il lavoro).

Riesce ad afferrare l’essenziale di messaggi e annunci brevi, semplici e chiari.

COMPRENSIONE

Riesce a leggere testi molto brevi e semplici e a trovare informazioni specifiche e prevedibili in materiale di uso quotidiano, quali pubblicità, programmi, menù e orari. Riesce a capire lettere personali semplici e brevi.

Riesce a comunicare affrontando compiti semplici e di routine che richiedano solo uno scambio semplice e diretto di informazioni su argomenti e attività consuete. Riesce a partecipare a brevi conversazioni, anche se di solito non capisce abbastanza per riuscire a sostenere la conversazione.

PARLATO

Riesce ad usare una serie di espressioni e frasi per descrivere con parole semplici la sua famiglia ed altre persone, le sue condizioni di vita, la carriera scolastica e il suo lavoro attuale o il più recente.

Riesce a prendere semplici appunti e a scrivere brevi messaggi su argomenti riguardanti bisogni immediati.

SCRITTO

Riesce a scrivere una lettera personale molto semplice, per esempio per ringraziare qualcuno.

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Autore:Autore:Autore:Autore: A.A.V.V. Titolo:Titolo:Titolo:Titolo: LIFOP - Lingua italiana per la formazione professionale – Collana Quaderni Gialli Contenuto:Contenuto:Contenuto:Contenuto: Guida e Cd Rom Interattivo. Programma per l'apprendimento dell'italiano per stranieri inseriti in percorsi di formazione professionale. Costo:Costo:Costo:Costo: Euro 10,00 + Euro 13,00 per i due CD

Autore:Autore:Autore:Autore: Odilia Saccardo, Gianni Fontana Titolo:Titolo:Titolo:Titolo: Leggere in Italiano Contenuto:Contenuto:Contenuto:Contenuto: materiali didattici per adulti italiani e stranieri analfabeti o semianalfabeti. Un percorso graduato per apprendere i meccanismi della lettura. Costo:Costo:Costo:Costo: Euro 12,00.

Autore:Autore:Autore:Autore: Odilia Saccardo, Gianni Fontana Titolo:Titolo:Titolo:Titolo: Parlare e Scrivere in Italiano Contenuto:Contenuto:Contenuto:Contenuto: materiali didattici per adulti italiani e stranieri analfabeti o semianalfabeti.

Un percorso graduato, per apprendere i meccanismi della scfritttura Costo:Costo:Costo:Costo: Euro 12,00.

Autore:Autore:Autore:Autore: Odilia Saccardo, Gianni Fontana Titolo:Titolo:Titolo:Titolo: Comprendere l'italiano Contenuto:Contenuto:Contenuto:Contenuto: materiali didattici per adulti italiani e stranieri analfabeti o semianalfabeti.

Un percorso graduato, per la comprensione e la costruzione di semplici frasi nella lingua italiana Costo:Costo:Costo:Costo: Euro 12,00.

Autore:Autore:Autore:Autore: Chiara Ferraris, Caterina Muscarà Titolo:Titolo:Titolo:Titolo: Lettura tre Contenuto:Contenuto:Contenuto:Contenuto: Attraverso un percorso di lettura di brevi e semplici testi, suddivisi per tipologia, e corredati di una scheda di verifica sulla compresnione si vuole attivare nel lettore inesperto strategie di elaborazione e di riflessione. Costo:Costo:Costo:Costo: Euro 12,00.

Autore: Autore: Autore: Autore: A.A.V.V.

Titolo: Titolo: Titolo: Titolo: HERMES HERMES HERMES HERMES –––– CD ROCD ROCD ROCD ROM InterattivoM InterattivoM InterattivoM Interattivo Appositamente creato per straneri che posseggono un livello medio della lingua italiana HERMES permette attraverso un videogioco di migliorare la competenza linguistica. Al CD-Rom sono allegati una grammatica e una guida per lo studente.

CoCoCoCosto:sto:sto:sto: Euro 30,00 Autore: Autore: Autore: Autore: A.A.V.V.

Titolo: Titolo: Titolo: Titolo: FIRST STEPSFIRST STEPSFIRST STEPSFIRST STEPS Appositamente creato per l’insegnamento della lingua italiana ai migranti romeni First Steps “fornisce ai migranti abilità comunicative di base ed elementi di storia e cultura italiana attraverso un metodo innovativo di apprendimento individuale”. Contenuto : Un phrasebook romeno-italiano, una grammatica italiana, un libro di storia e cultura italiana, un CD audio. Costo: Euro 25,00 Per ordinare questi materiali : Fax: 011 5069378 E-mail: [email protected] ; [email protected] Sito internet: www.formazione80.it

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INTERVENTI Certificazione di italiano: opportunità o percorso a ostacoli? Teresa Alberto Consideriamo gli ultimi provvedimenti in materia di immigrazione che sono stati illustrati precedentemente. La novità è la stipula di un “ Accordo di Integrazione” che, al rilascio del permesso di soggiorno, impegna l’immigrato al raggiungimento, entro due anni, prorogabili di uno, di specifici obiettivi; devono stipulare l’accordo tutti coloro che richiedono un permesso superiore ad un anno che abbiano da 16 a 65 anni. Per il rilascio di entrambe le tipologie di permesso di soggiorno il richiedente deve dimostrare una conoscenza della lingua italiana così come descritta dal livello A2 del Quadro comune europeo di riferimento per l’apprendimento e l’insegnamento delle lingue. Il Quadro comune europeo fornisce una base comune in tutta l’Europa per l’elaborazione di programmi, linee guida, esami, libri di testo per le lingue moderne, ecc. Descrive in modo esaustivo ciò che chi studia una lingua deve imparare per usarla per comunicare e indica quali conoscenze e abilità deve imparare per agire in modo efficace. Sembra che ci sia un consenso ampio, anche se non universale, sul numero e sulla natura dei livelli opportuni per l’organizzazione dell’apprendimento linguistico e il riconoscimento pubblico dei risultati. Il quadro delineato consiste di sei livelli generali: il livello di contatto, il livello soglia, il livello progresso, il livello dell’efficacia e il livello di padronanza. Alcuni dei nomi dati dal Consiglio d’Europa non si prestano ad essere tradotti, per questo motivo viene usualmente il seguente schema:

A

Livello elementare A1

Contatto A2

Sopravvivenza

B Livello Intermedio

B1 Soglia

B2 Progresso

C

Livello Avanzato C1

Efficacia C2

Padronanza

Il livello A2 è quindi il grado superiore del livello elementare di conoscenza di una lingua straniera la cui descrizione globale è la seguente: Riesce a comprendere frasi isolate ed espressioni di uso frequente relative ad ambiti di immediata rilevanza (ad es. espressioni di base sulla persona e sulla famiglia, acquisti, geografia locale e lavoro). Riesce a comunicare in attività semplici e di routine che richiedono solo uno scambio di informazioni semplice e diretto su argomenti familiari e abituali. Riesce a descrivere in termini semplici aspetti del proprio vissuto e del proprio ambiente ed elementi che si riferiscono a bisogni immediati. Essendo il livello A2 un livello di approccio “iniziale” alla lingua è interessante vedere anche il riferimento agli aspetti qualitativi nell’uso della lingua orale. Estensione – usa frasi elementari con espressioni memorizzate, gruppi di parole e formule fisse per dare informazioni limitate in semplici situazioni quotidiane Correttezza – usa correttamente alcune strutture semplici, ma fa ancora sistematicamente errori di base Fluenza – è in grado di farsi comprendere con enunciati molto brevi, nonostante siano molto evidenti pause, false partenze e riformulazioni Interazione – è in grado di rispondere a domande e di reagire ad affermazioni semplici. E’ capace di segnalare che sta seguendo il discorso, ma raramente capisce a sufficienza per riuscire a sostenere autonomamente la conversazione Coerenza – è in grado di collegare gruppi di parole con semplici connettivi quali “e” , “ma”. “perché”. (Quadro europeo di riferimento per le lingue: apprendimento insegnamento valutazione La Nuova Italia Oxford) Esaminando la descrizione del livello A2, questo non pare una meta difficile da raggiungere per un immigrato inserito nella società italiana: ciò vale soprattutto per il permesso di soggiorno Ce mentre pare più problematica la situazione di un nuovo arrivato. Nei primi anni dell’immigrazione, quando il contatto con gli italiani era quasi sempre immediato, due anni potevano ritenersi sufficienti per apprendere la lingua italiana a livello elementare. Ora la situazione è cambiata: in alcune comunità non è necessario conoscere l’italiano per lavorare, trovare casa ecc. Il riferimento è alla comunità cinese o a quella bengalese o nigeriana o a gruppi di marocchini o egiziani impiegati nell’edilizia o nei mercati.

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Un discorso particolare vale per le donne ricongiunte al coniuge che spesso non lavorano perché impegnate nella cura dei figli; molte di queste hanno raramente contatto con italiani:è quindi difficile stabilire un tempo standard per raggiungere la competenza linguistica del livello A2. Rilevare come la lingua d’origine giochi un ruolo fondamentale nella velocità di apprendimento pare un’ovvietà: una persona di lingua romena o un ispanofono (peruviano, ecuadoriano, ecc) apprendono l’italiano molto più velocemente di una persona che parla cinese, giapponese, indiano, bengalese, arabo, ecc. soprattutto se queste sono le uniche lingue conosciute. Inoltre, gli immigrati provengono da paesi dove i sistemi scolastici sono molto differenti, anche qualitativamente, e dove a volte l’istruzione non è obbligatoria. Giungono quindi in Italia persone laureate o diplomate, con conoscenza di una o più lingue straniere e persone analfabete anche nella loro lingua di origine. Per le prime non è difficile ipotizzare un percorso di 80 - 100 ore per il raggiungimento del livello A2, per le altre, invece, si tratta di ipotizzare un percorso che le porti anche a leggere e scrivere in alfabeto latino. Si tratta molto spesso di due, tre anni di percorso scolastico. Una riflessione, inoltre, sulla Formazione Civica, breve corso la cui frequenza è prevista nel mese successivo alla stipula dell’Accordo di Integrazione per i richiedenti il primo permesso di soggiorno: è evidente che la terminologia obbligatoriamente utilizzata nell’affrontare argomenti quali, ad esempio, diritti e doveri del cittadino, diritto di famiglia, ecc. non può prescindere da alcuni tecnicismi che non sono compatibili con il livello di conoscenza della lingua italiana descritti dal livello A2. Arriviamo infine alla certificazione. In data 16 novembre 2010 è stato stipulato, tra il Ministero dell’Interno e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, un accordo quadro per dare applicazione al Decreto Ministeriale 4 giugno 2010 recante modalità di svolgimento del test di conoscenza della lingua italiana da parte degli stranieri, al cui superamento è subordinato il rilascio del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo (tranne i casi per i quali è previsto, dal medesimo decreto, l’esonero). Quest’ultimo accordo affronta, in qualche modo, buona parte degli interrogativi che sono stati posti (anche all’interno dei CTP) nei mesi scorsi ma lascia aperte alcune questioni. Il riferimento alla diffusione capillare dei CTP sul territorio nazionale è piuttosto ottimistico: ci sono zone dove il CTP più vicino dista oltre 50 Km. Vero che lo spostamento può essere richiesto allo straniero per sostenere il test di lingua, ma rimane comunque molto problematica l’offerta di

corsi di lingua italiana su tutto il territorio nazionale. In nessuno dei provvedimenti di legge si prevedono con precisione corsi finalizzati al raggiungimento del livello A2 né si prevedono agevolazioni per i corsisti (permessi sul lavoro o anche solo l’istituzione di corsi nei numerosi paesi e nelle città che ne sono attualmente sprovvisti). Questo è un punto altamente critico: negli anni i CTP e il volontariato sociale hanno dato una risposta alla richiesta di corsi di lingua italiana da parte degli immigrati, ma ora i CTP diventeranno CPIA e dovranno rispondere a numerosi ulteriori compiti tra cui i corsi di lingua italiana. Non è difficile prevedere un aumento di richieste di frequenza da parte dei cittadini stranieri che non potranno essere soddisfatte. E questo in parte già avviene per i CTP situati in zone con alto tasso di popolazione immigrata, ma nel futuro saranno i tempi del permesso di soggiorno a determinare l’urgenza e l’intensificazione della domanda. Inoltre tutto questo, perfettamente funzionale alle esigenze del Ministero degli Interni, modifica profondamente il ruolo fin qui ricoperto dai docenti dei CTP, riconducendoli a certificatori formali e privandoli del ruolo formativo cha ha caratterizzato finora le loro attività.

Autore:Autore:Autore:Autore: Pasquale Calaminici Titolo:Titolo:Titolo:Titolo: L'italiano non é l'Italiano Percorsi di riflessione sui meccanismi della comprensione dei testi scritti Riassunto:Riassunto:Riassunto:Riassunto: pp. 184. Costo:Costo:Costo:Costo: Testo e supporto software Euro 15,00.

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Analfabeti in lingua madre ed L2 Michela Borio, Patrizia Rickler Negli ultimi anni nel nostro e in altri CTP di Torino si è assistito a un aumento considerevole degli stranieri con nulla o bassa scolarità (0-5 anni) nel paese di origine. L’accostarsi all’istituzione scolastica di questo tipo di persone, certamente non favorite dalla vita, ci sembra particolarmente significativo. In relazione all’esame per la certificazione dell’italiano previsto dal Ministero, si pongono però una serie di problemi. Come tutti gli alfabetizzatori sanno bene, le persone con bassa scolarità pregressa incontrano problemi in alcune attività: 1. leggere il linguaggio dei simboli: mappe,

grafici, tabelle; 2. capire il linguaggio "astratto", come

spiegazioni di regole o istruzioni per svolgere un esercizio;

3. effettuare riflessioni linguistiche basate sulle astrazioni concettuali delle categorie grammaticali;

4. lavorare su argomenti lontani dalla propria esperienza e dalla vita quotidiana.

A ciò, naturalmente, si aggiunge la lentezza “tecnica” nel leggere e nello scrivere. Le procedure e i materiali che vanno bene per una persona scolarizzata non funzionano con chi è poco scolarizzato: si tratta proprio di un diverso modo di imparare, di cui occorre tener conto per predisporre un percorso formativo efficace. Sulla base di una serie di studi è possibile iscrivere queste difficoltà in un quadro teorico ben preciso riferito all'analfabetismo, che prende avvio da alcune considerazioni di base sulla differenza tra parola parlata e parola scritta.(cfr. W. Ong, Oralità e scrittura) La parola parlata è suono, è movimento, è nel tempo, è flusso irreversibile, non può tornare indietro; è dentro la situazione, nella persona che parla e agisce, è legata al momento presente. La parola scritta è il suono bloccato in uno spazio ristretto, è un fermo immagine; si può vedere, quasi si può toccare, diventa come una "cosa". Molti studiosi sostengono che la scrittura abbia trasformato la mente umana più di qualsiasi altra tecnologia, in quanto in grado di creare caratteristiche cognitive. Infatti la parola scritta, affidata ad uno spazio esterno alla persona, fuori dal tempo, rende possibile una serie di operazioni: realizza la separazione tra la persona e le parole, tra soggetto e oggetto; allontana dall’evento, decontestualizzandolo; permane dopo l'esperienza che si è vissuta.

Per questo, quindi, la parola scritta permette la riflessione "dopo": la mente impara ad andare oltre l'esperienza, a riflettere, a ragionare su dati astratti, non legati alla situazione “qui e adesso”, ad analizzare ed elaborare nuove idee. In sintesi, la scrittura aiuta il pensiero a strutturarsi: si attivano procedure cognitive non legate al concreto che consentono di andare oltre l’esperienza e di entrare nel campo dell’astrazione e del ragionamento formale. Nel campo degli studi sull’organizzazione del pensiero appaiono particolarmente interessanti alcune considerazioni avanzate da A.R. Luria nel saggio ”Storia sociale dei processi cognitivi” e riportate da W.Ong. Su indicazione di L.. Vygotsky l’autore effettuava una ricerca in Uzbekistan, intervistando una serie di persone, tra cui anche contadini e operai di bassa o nulla scolarità. Interessantissime le osservazioni sul tipo di organizzazione del pensiero degli analfabeti che emerge dalle interviste, definito “pensiero situazionale”. • È un pensiero che fatica a pensare per

categorie. Es. Viene data la consegna.”Raggruppare tre oggetti che possono essere indicati con un’unica parola” e vengono dati gli oggetti “sega, ceppo, martello, accetta”. La risposta dell’analfabeta è “Tolgo il martello, perché non serve”. L’intervistatore propone la categoria ”strumenti di lavoro”, ma l’analfabeta è convinto: “Senza il ceppo non si fa niente”. • E’ un pensiero che evidenzia difficoltà nel

ragionamento deduttivo, base della logica formale.

Es. Viene posta dall’intervistatore questa domanda: “All’estremo Nord c’è la neve, e tutti gli orsi sono bianchi. La Terranova si trova all’estremo Nord, e c’è sempre la neve. Di che colore sono gli orsi?” La risposta della persona che non sa leggere è “Non lo so, non ci sono mai stato”. • È un pensiero che stenta a dare definizioni. Perché dare una definizione? E’ inutile! Si può rispondere invece con un’indicazione operativa: “Che cos’è un autobus? Serve per andare”. È molto importante precisare che la presenza di queste difficoltà non significa assolutamente mancanza di intelligenza o di un pensiero logico: l’analfabeta ha semplicemente attivato strategie cognitive differenti per raggiungere i propri obiettivi. Chi conosce questo tipo di persone avrà sicuramente notato l’abilità nel fare calcoli mentali anche complessi che riguardano l’uso pratico del denaro. La fatica è nell’organizzare concatenazioni logiche lunghe, che hanno bisogno dell’appoggio al testo scritto. Secondo H. Gardner (“Formae mentis”) è la capacità di leggere e scrivere praticata nel

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contesto dell’istruzione scolastica a modificare le operazioni linguistiche e cognitive. Gli individui che hanno frequentato una scuola superano regolarmente quelli che non l’ hanno frequentata in compiti in cui si richiedono strategie specializzate di elaborazione dell’informazione, come la scomposizione di un problema in problemi minori, o in cui si devono usare spontaneamente certi sistemi tassonomici di classificazione. Un individuo scolarizzato è stato infatti abituato, durante la sua frequenza scolastica, ad affrontare problemi e compiti spesso fuori da un contesto concreto ed ha imparato ad affrontare questi compiti solo perché gli sono stati assegnati; ha imparato a cercare indizi, a escogitare soluzioni e strategie, a cercare con impegno risposte originali. Alla luce di quanto detto, appaiono spiegabili le difficoltà che incontrano i nostri studenti di scolarità molto bassa nell’affrontare compiti di tipo scolastico. Risulta inoltre evidente la difficoltà per uno straniero di bassa scolarità, anche se perfettamente in grado di padroneggiare la lingua italiana a livello orale, di accedere alle prove previste dalla certificazione del livello A2. Le verifiche proposte dai test presuppongono infatti una serie di capacità, tra cui: • lettura “tecnica” veloce, comprensione rapida

delle consegne formali previste per verificare per scritto la comprensione orale;

• orientamento all’interno di questionari a risposta multipla e con riferimenti a schemi e tabelle;

• abitudine alla riflessione metalinguistica, abitudine a ragionare su argomenti spesso slegati dalla vita quotidiana, come in genere sono quelli proposti dalle attuali certificazioni.

Sarebbe quantomeno auspicabile l'accertamento della competenza linguistica attraverso prove di verifica orali.

Roma: migranti e lingua italiana Fiorella Farinelli Nel 2009-2010 gli stranieri che a Roma hanno frequentato scuole gratuite di italiano sono stati quasi 15.000, circa 7.000 nei CTP, gli altri nelle scuole del volontariato e del privato sociale. Numeri importanti ma largamente al di sotto della domanda potenziale in una città dove sono più di 300.000 gli stranieri “regolari” e parecchie decine di migliaia gli irregolari.

I CTP che attivano corsi di italiano lingua 2 sono 12, in alcuni l’offerta formativa è ricca, articolata per livelli, sorretta da buone competenze professionali, in tutti l’apprendimento della lingua si intreccia alla formazione sociale e civica. Sul lato del volontariato e del privato sociale, sono numerosissimi i corsi promossi dall’associazionismo laico e di ispirazione religiosa connotati da dosi generose di accoglienza e flessibilità organizzativa, spesso di buona qualità didattica, qualche volta di straordinarie capacità di integrazione. Arricchiscono il quadro le iniziative formative di parecchie biblioteche comunali, dell’UPTER – (l’università popolare più importante della città che ha corsi di italiano gratuiti e a pagamento), di parrocchie, sindacati, centri sociali. Finora solo una parte dei corsi ha previsto test finali di accertamento delle competenze linguistiche, ma l’accreditamento delle scuole presso gli Enti Certificatori è in crescita. Dei quattro Enti che operano in Italia, i più presenti a Roma sono le due Università pubbliche per stranieri di Siena e di Perugia. Venuto meno qualche anno fa il Coordinamento regionale dei CTP e il suo ruolo di promozione dei corsi per stranieri e di qualificazione degli insegnanti, oggi il riferimento principale per le scuole di italiano lingua 2 è la Rete scuole migranti che associa 27 associazioni ed è sostenuta dai Centri Servizi per il volontariato CESV-Spes. La Rete, che ha sue strutture organizzative, un comitato scientifico, un sito (www.scuolemigranti.it), assicura la circolazione delle informazioni, promuove occasioni di confronto e di formazione, agevola il rapporto con gli Enti Certificatori, attrae un buon numero di volontari, insegnanti in pensione ma anche molti giovani, studenti universitari, operatori del servizio civile, tirocinanti dei corsi in cui si consegue la certificazione per l’insegnamento di italiano agli stranieri. E’ principalmente per iniziativa della Rete che alla fine di novembre si è tenuto a Roma un convegno dedicato all’attuazione della normativa che condiziona al superamento di un test linguistico di livello A2 il permesso CE di lunga durata. Sono in molti, fra l’altro, a temere che i problemi di fattibilità - evidenti e numerosi - facciano da volano a un mercato legale e illegale dei titoli. C’è un gran movimento di istituti linguistici privati a pagamento. E brucia il giro di affari, e le truffe, che si scoprono ad ogni “regolarizzazione”. Il primo problema sono i numeri Che richiesta, di accesso ai test e di partecipazione ai corsi, ci si deve aspettare per il 2011?

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La situazione è incerta. Non ci sono ancora dati ufficiali sul numero delle domande di permesso di lunga durata già presentate e rimaste inevase proprio in attesa della nuova normativa. 260.000 a livello nazionale, si dice, ma quante e come distribuite per luogo di residenza- nella vastissima area metropolitana romana ? Incertezze ci sono anche sul versante del permesso a punti, perché ancora non si sanno i numeri (170-180.000?) degli stranieri, in altissima percentuale già qui ma impiegati al nero, che saranno interessati a livello nazionale dal nuovo decreto flussi. E neppure i tempi entro cui il decreto, se davvero ci sarà dopo i due anni di moratoria imposti dal Viminale, determinerà un primo bacino di coinvolti dal nuovo accordo di integrazione. Quanti, comunque, a Roma? Ma per le scuole e per gli insegnanti ci sono anche altre questioni aperte, alcune davvero inquietanti e difficili da risolvere. La preoccupazione maggiore è per l’assenza di impegni dello Stato (e, al momento, di ogni altra istituzione) di moltiplicazione e diffusione ovunque serva delle opportunità formative. Non tira aria di sviluppo, nel taglieggiato sistema scolastico pubblico (e anzi i CTP avranno a partire dal 2011 meno docenti e meno risorse a disposizione); mentre nelle altre scuole, se i volontari non mancano, mancano però molto spesso i locali. Che sono difficilmente reperibili a titolo gratuito anche dagli istituti scolastici che non le utilizzano nelle ore pomeridiane/serali, giorni festivi, vacanze eccetera, un po’ per i soliti vincoli che tormentarono anche i primi corsi delle 150 ore, un po’ perché le scuole hanno sempre più bisogno di soldi, e un po’ infine per evitare le probabili contrarietà per la presenza di studenti così poco ordinari da parte delle famiglie. Ci vorrebbe una regia locale, forte e generosa, ma non c’è molto da sperare dagli Enti Locali, al momento restii sul piano nazionale ad accollarsi ulteriori oneri organizzativi ed economici, e forse anche dalle Regioni. Anche se a Roma operano otto Comitati Locali EDA promossi dal Comune, che coprono tutti e venti i Municipi della città, anche se la Provincia di Roma ha recentemente deliberato un impegno di 7 milioni e mezzo di Euro a favore dell’immigrazione (ma nessuna azione connessa alla questione dei test linguistici). Sullo sfondo, l’evidente inadeguatezza ai compiti assegnati degli Sportelli Unici per l’immigrazione, ingorgati di pratiche e sfoltiti di personale; la scarsa fattibilità di una formazione civica che, per non essere del tutto inefficace e forse anche molesta, avrebbe bisogno di risorse e di competenze che non ci sono.

Maroni, intanto, dichiara che da dicembre l’accordo di integrazione sarà operativo. Ma come ?

Torino: la proposta di Formazione ’80 a cura della Redazione Nel territorio torinese, in città e nei comuni della provincia, esiste nelle scuole e nella società civile una ricchezza di iniziative rivolte ai migranti per l’apprendimento della lingua e del contesto sociale che, per quanto importanti ed in alcuni casi esemplari, non assumono la dimensione necessaria a rispondere alla complessità ed articolazione della domanda dei migranti. Il varo delle misure governative offre l’occasione per utilizzare queste esperienze al fine di costruire a Torino e provincia una attività coordinata tra pubblico, privato sociale e mondo del lavoro (imprese e sindacati) capace di definire un sistema di informazione e di offerta di apprendimento della lingua e della società italiana. Proponiamo di prendere in considerazione le iniziative esistenti rivolte ai migranti adulti (16/64 anni) che non frequentano corsi scolastici e/o di formazione professionale al fine di: 1. censire con precisione quanti nel pubblico

(CTP eda), nel privato sociale (Pastorale migranti, associazionismo, Enti di formazione) e nel mondo del lavoro (imprese, enti bilaterali, Fondi Interprofessionali) lavorano alla formazione linguistica, culturale e professionale dei migranti adulti in città e provincia.

2. costruire un coordinamento permanente di

questi soggetti, sostenuto dal pubblico (Provincia, Città di Torino, Comuni della Provincia), per: • quantificare l’offerta oggi disponibile; • ragionare sulla situazione organizzative

delle attività: • valutare i risultati che si ottengono nelle

varie situazioni in termini di apprendimento della lingua con riferimento al livello A2 richiesto dalle misure governative;

• confrontare metodi e strumenti di lavoro Queste attività dovrebbero essere immediatamente avviate in modo da avere puntuali proposte per predisporre a Torino e provincia una adeguata offerta di formazione

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linguistica e non limitarsi ad adempiere ai compiti organizzativi (sedi per le prove di verifica, informazione ed organizzazione delle medesime) così come previsto dalle norme. La questione più urgente riguarda il permesso di soggiorno di lungo periodo che da dicembre 2010 chiede la certificazione della conoscenza della lingua. A questo proposito diviene necessario:

1. conoscere il numero ed il profilo di quanti lo richiedono nel nostro territorio;

2. sviluppare una informazione chiara e

mirata della norma che obbliga alla conoscenza ella delle modalità di certificazione previste nel nostro territorio;

3 fornire ai migranti la mappa dei luoghi e

delle associazioni che mettono a disposizione opportunità di apprendimento.

Per raggiungere questi tre obiettivi è indispensabile un impegno dei governi locali (in primis la Città di Torino e la Provincia di Torino) che in piena collaborazione con Prefettura e Questura costruiscono una mappa della domanda. A partire da questa si costruisce una organizzazione che vede operare insieme, con il coordinamento degli Enti Locali, i sistemi pubblici di istruzione e di formazione degli adulti, il privato sociale ed il mondo del lavoro. Organizzarsi per questo specifico gruppo, verificando i risultati ottenuti, è il banco di prova per capire se sia sensato dare vita ad un’organizzazione permanente capace di fornire ai migranti informazione, orientamento e percorsi di apprendimento.

Percorsi

Anno XXIII, Novembre 2010

Direttore Pasquale Calaminici

In redazione

Massimo Negarville Lucietta Perona

Direttore Responsabile

Gianni Montani

Direzione e redazione C.so Re Umberto, 12 – 10121 Torino Tel. 011 5069370, Fax 011 5069378

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Abbonamento annuo (2 numeri + allegati) € 30 Abbonamento sostenitore € 50

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Registrazione del Tribunale di Torino n. 3685/86

Rivista di educazione degli adulti

Hanno collaborato a questo numero Teresa Alberto Docente, CTP Parini, Torino Michela Borio Docente, CTP Parini, Torino Patrizia Rickler Docente, CTP Parini, Torino Fiorella Farinelli Esperta EdA, Roma