Percorsi - Aracne · campi di applicazione, dall'editoria per bambini alla pubblicità intesa come...

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A07 Arte della f otografia e della g rafica p ubblicitaria Percorsi a cura di Luigi Affuso A cc a demia di Belle Arti di Napoli - Corso di Illustrazione d igitale - Prof. Luigi Affuso

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A07Arte della fotografia e della grafica pubblicitaria

Percorsia cura di Luigi Affuso

A ccademia d i Bel le Ar t i d i Napol i - Corso d i I l lustraz ione d ig i ta le - Prof. Luig i Af fuso

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(06) 93781065

ISBN 978–88–548–2537–6

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

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Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: maggio 2009

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I n d i c e

11 Prefazione, Fabio Donato 13 Introduzione, Luigi Affuso 15 Digital, Luigi Affuso

L a b o r a t o r i o

20 Fotografia istantanea: la polaroid, Maria Alba24 La fotografia ed il XIX secolo, Serenella Annunziata

28 Il manifesto: proposta di una metodologia progettuale, Maria Teresa Califano 32 Man Ray, Valentina De Rosa 36 Pino Ninfa: un racconto chiamato jazz, Antonio Di Carluccio40 Steve Mc Curry, tra sogno e narrazione: gli scatti dell'anima, Mariamichela Di Carluccio

44 La cartolina: come raccontare una città, Ciro Di Somma 48 L’immagine nella comunicazione pubblicitaria, Maria Grazia Di Vilio52 La grafica futurista, Annarita Izzo

56 Incisioni al femminile, Veronica Longo 60 La fotografia di scena: il Backstage, Luana Palumbo 64 Le Mascotte, Giuseppina Parisi 68 La pubblicità televisiva italiana, Lucia Ratone 72 La fortuna di Magritte nella pubblicità contemporanea, Maria Rosaria Raucci 76 Studio per elaborare un francobollo, Raffaele Veneruso 80 La comunicazione veloce: la pubblicità on line, Maria Vito

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ll presente volume raccoglie i progetti grafici degli allievi-docenti del corso di Illustrazione digi-tale nella classe d’insegnamento di Arte della fotografia e della grafica pubblicitaria dei corsiabilitanti Cobaslid, attivati presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli.

E' obiettivo formativo dei corsi Cobaslid, promuovere e sviluppare le attitudini e le competenzecaratterizzanti il profilo professionale del docente di scuola secondaria negli specifici settoriartistico-visivi, alla luce delle complesse esigenze richieste oggi per lo svolgimento di questaprofessione.

Questo progetto è stata un’utile occasione di ricerca e sperimentazione per confrontarsi con lecaratteristiche di queste disciplina in continua trasformazione.

Il corso ed il laboratorio hanno favorito alcuni percorsi significativi e ricchi di spunti capaci di faraccrescere la progettualità e le metodologie del fare in prospettiva didattica.

Queste linee di ricerca sono state integrate da uno scritto introduttivo del Prof. Luigi Affuso,docente del Corso che approfondisce e spiega il complesso e variegato mondo della rappre-sentazione digitale

Prefazione Fabio Donato

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Di fianco una pubblicità della PzeroPirelli chiaro riferimento all’uomo Vitru-viano di Leonardo

A lato Kas Oosterhuis, WTC 911, Newyork 2001(in alcuni mesi dell’anno). Laproposta progettuale per la zona diGround Zero consiste nell’idea di unacostruzione di un’architettura program-mabile, in grado di mutare forma intempo reale, grazie ad un sistemacostituito da una griglia tridimensionaledi cilindri pneumatici controllati da uncomputer. Una forma che muta inmaniera e-motiva nella, per dirla allaRem Koohlaas, delirante New York.

Alcune immagini sono tratte dalla retecon motore di ricerca google e sonoriferite a: p. 9 Pino Ninfa, Un racconto chiama-to Jazz; p.13 una foto di M. Mc Luhan;p. 14 Le connessioni elettronichericreano il mondo nell’immagine di unVillaggio Globale, p. 15 Escher eMantegna a confronto, p. 16 la fotogra-fia di denuncia: rielaborazione digitaledella famosa foto Kim Phuc - TrangBang, South Vietnam 1972 ed una pro-testa di studenti contro il Presidentedell’Iran Ahmadinejad; p.17 un foto-gramma tratto da Film rosso diKrzysztof Kieslowski (1994) ed un’ar-chitettura virtuale di Hov_Raponi:Block house.

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Oggi è possibile con l'ausilio delle tecnologie digitali disegnare e stampare su qualunque supporto: stoffa, ceramica,metallo, vetro o qualsiasi altro materiale, per cui il mezzo informatico diventa uno strumento in più, ma sicuramentenon sufficiente senza le conoscenze artistiche di base, per produrre illustrazioni digitali. L'illustrazione ha diversicampi di applicazione, dall'editoria per bambini alla pubblicità intesa come comunicazione visiva.

La struttura disciplinare dell indirizzo “fotografia” e “grafica pubblicitaria” necessita oggi della conoscenza del mondodigitale, il designer ragiona sulle forme visive e su come possono essere combinate per farne uscire il “senso”. Il presente lavoro è il risultato del tema di laboratorio proposto: Come nasce un libro illustrato,dall’impostazione del testo, al lettering, alla scelta e composizione delle immagini.

È stato realizzato un prodotto partendo dal supporto informatico di base, realizzazione e successiva trasformazionein formato idoneo per l’invio all’editore, per giungere al supporto cartaceo a colori della stampa digitale che abbiamosotto gli occhi.

Le linee guida progettuali sono state le seguenti:

- Composizione di 4 pagine illustrate sul tema proposto alla tesi, formato 16x24 cm

- Testo esplicativo sull’argomento di max 3500 caratteri spazi inclusi

- Prima pagina guidata in cui è stato inserito il testo supportato da 2 immmagini sul tema proposto

- Progettazione di 3 pagine grafiche libere sul tema prescelto

- Ipotesi progettuale della prima e quarta di copertina del libro/catalogo

- Breve curriculum, mail o sito web.

Introduzione Luigi Affuso

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Luigi Affuso, Architetto, è nato a Napolidove vive e lavora. Specializzato in

Progettazione Architettonica ed Urbana edin Computer Aided Design, si occupa di

progettazione e delle relative modalità dirappresentazione digitale. Autore di saggi

su varie riviste di arte e di architettura,collabora con l’Università degli studi di

Napoli “Federico II”. Docente di Arte negliistituti di secondo grado è Professore a

contratto di Illustrazione Digitale eDidattica dell’Arte presso l’Accademia di

Belle Arti di Napoli. Consulente di entipubblici, ha partecipato a concorsi di pro-gettazione nazionali e internazionali con

riconoscimenti e progetti pubblicati.Fondatore e Presidente del centro cultura-le Archimedia, curatore di mostre e conve-gni ha già pubblicato per l’Aracne editriceFrame & Mutations/Visioni di Architettura

(2005).mail: [email protected]

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Qualche mese fa, in occasione dell’Euroarchfest tenutosi a Napoli, Derrick de Kerckhove assistente del grandescienziato Marshall Mc Luhan, mi raccontava la sensazione provata assieme al suo maestro al Centro di Culturae Tecnologia dell’Universita di Toronto quando, erano gli anni ‘70, Salvador Dalì invio un fax da New York perscusarsi di non poter intervenire ad un importante convegno.

Mc Luhan voleva assolutamente che il suo allievo vedesse questa macchina straordinaria che “sembrava bacias-se la cornetta e gli sussurrasse un messaggio scritto nell’orecchio”. Passarono anni e nessuno parlò più di faxfino alla fine degli anni ‘80 quando divenne di uso comune.Questo aneddoto è significativo per affermare che anche la migliore è più recente tecnologia non può essereaccessibile ad un pubblico impreparato e nella nostra psicologia collettiva non può esserci spazio almeno perqualche tempo.

Analizzando le forme di comunicazione possiamo asserire che quelle fondamentali sono la parola, la scrittura el’elettricità e le tre forme di espressione sono conosciute come orale, scritta e digitale.

Secondo gli studi del Dipartimento dell’Università Canadese tutto ha origine dal linguaggio e dal nostro rapportocon esso. Il modo di comporre la parola è partecipativo e condiviso, la parola è fuori dal corpo e condivisa tra lagente, è condivisa da una piccola comunità come quella della famiglia, quella del clan, o quella della tribù, unapiccola comunità che crea insieme il senso ed il significato: il pensiero è cosa comune. Nel mondo del lettore que-sto processo è individualizzato, interiorizzato e diventa cosa personale, abbiamo un’appropriazione del linguag-gio che è anche un’appropriazione ed una conquista dello spazio.

L’ipertesto visibile in rete con il pc diventa un nodo connettivo, possiamo pensare in tempo reale. Emerge, unimmaginario oggettivo, l’idea dell’immaginario personalizzato del lettore si trasforma in un immaginario manifestoe condiviso attraverso lo schermo, memoria comune con altri.

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Digital Luigi Affuso

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Affronteremo questa studio da un punto di vista epistemologico, che ben si adatta aduna ricerca sul disegno considerato come linguaggio (con le sue regole grammaticali esintattiche), come forma di conoscenza, di controllo e di memoria, in definitiva come rap-porto con la realtà.

Whorf affermava, che i linguaggi, e i modelli di reazione che essi implicano, non sonosemplicemente strumenti per la “descrizione di eventi”, ma anche “determinanti di even-ti” che la loro grammatica contiene una cosmologia, una visione generale del mondo,della società, che influisce sul pensiero, sul comportamento, sulla percezione.

Secondo Whorf la “cosmologia di un linguaggio” è espressa in parte dall'uso aperto diparole, ma si fonda anche su classificazioni “che non hanno un contrassegno manife-sto... ma che operano [...] attraverso un invisibile 'scambio centrale' di collegamenti, inmodo tale da determinare altre parole che contrassegnano la classe”.

Feyerabend sostiene che le “classificazioni nascoste” vengono“ percepite più che com-prese la loro consapevolezza ha una qualità intuitiva, che sono adatte a essere piùrazionali di quelle manifeste" e che creano “resistenze strutturate a punti di vista ampia-mente divergenti”. Ed aggiunge “Se queste resistenze si oppongono non soltanto allaverità delle alternative a cui si fa resistenza, ma anche alla supposizione che sia statapresentata un'alternativa, abbiamo un caso di incommensurabilità” .

Si può affermare quindi che le transizioni a nuove epoche in fisica, in astronomia comein arte o in architettura “difficilmente restano ristrette ai caratteri manifesti del punto divista ortodosso”, anzi rivelano idee nascoste modificando anche i caratteri manifesti

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stessi. E si può supporre che ci troviamo, con la “Rivoluzione informatica”, di fronte a “resistenze strutturate" e poiché, come detto innanzi, l’incommensurabilità dipende daclassificazioni nascoste, difficilmente si riesce a darne una definizione esplicita.

Analizziamo quindi alcuni casi di “incommensurabilità” nel campo della rappresentazio-ne e della percezione. Il nostro apparato sensibile può produrre oggetti “percettuali”non comparabili fra loro se nati da “insiemi mentali”, sistemi di classificazione diversi.Gli insiemi mentali dipendono da modelli di educazione della nostra cultura e da com-ponenti fisiologiche.

Chi di noi non si è imbattuto in quei particolari disegni tridimensionali di Escher checreano distorsioni nella nostra percezione? La comprensione è possibile solo ponendol’attenzione a porzioni di disegno, ma non c’e modo di cogliere una transizione da unapossibilità all’altra.Ora ci si chiede se il mondo concettuale e percettivo sia stabile o sia preferibile anela-re verso mutamenti, portatori di “incommensurabilità”, preludio di uno “stadio superioredi conoscenza e di coscienza”?

L’irrazionalità “viene superata […] per mezzo della produzione deliberata di nonsensofinchè il materiale prodotto è abbastanza ricco da consentire ai ribelli di rivelare, e achiunque altro di riconoscere, nuovi principi universali”

Si potrebbe confutare che se ammettiamo l’incommensurabilità nella scienza, non sap-piamo se le nuove concezioni spiegano ciò che si propongono o si perdono in campidiversi. Una teoria fisica ad esempio non sappiamo se si occupi ancora di problemi dispazio/tempo o per errore il suo autore ha fatto un’asserzione biologica.

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Molti pensano che le nuove modalità del disegno digitale possano paragonarsi all’inven-zione della prospettiva che per dirla con Derrick de Kerckhove è la transizione del tatto invisione. “Ci stiamo spostando (siamo solo all’inizio) da una modalità percettiva ad una tat-tile, completamente diversa, che ci farà passare da una dominante visuale ad una tattile”.

Dalla superficie alle superfici di interfaccia, dall’icona al “bottone”: l’icona è una rappresen-tazione, pigiare un bottone è un’azione. L’icona è statica, “il bottone” è dinamico; questocambiamento è fondamentale per comprendere il ruolo dell’immagine.

L’intervallo si sta riempiendo, abbiamo perso lo spazio neutro, spazio neutro che era posi-zionato nella concezione spaziale occidentale, tra lo spettatore e l’immagine.

“Lo 01 è il più piccolo denominatore comune di esperienza, di tessiture, di colori, di suoni,di gesti, di tatto, tanta esperienza umana viene tradotta nello 01, come prima era tradottanell’alfabeto che era il senso comune. Ora il senso comune è il digital”.

Fondamentale diventa il tempo inteso come dimensione che permette alle altre di svelarsi,tempo che spinge verso ogni limite, assegna ogni soglia, apre ogni divenire; e lo spazio,che da newtoniano di semplici traiettorie volge verso quello definito da Lagrange (differen-ziale) dove ogni movimento spinge uno spazio locale, condizioni locali con correlazioni conil proprio ambiente.

Penso ad uno spazio iper-dimensionale insieme di leggerezza/velocità/fluidità, uno spazioa-meccanicistico inteso come un grande pensiero piuttosto che una grande macchina.

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Nascono così nuovi spazi, spazi definiti connettivi, collegati in tempo reale mediante larete, che mettono in relazione i tre ambienti in cui viviamo: mente, mondo e network.

Ancora Derrick de Kerckhove, sostiene che la tecnologia spinge verso connessioni mente-macchina indipendenti dal nostro pensiero, dove le connessioni non avverranno nellanostra testa ma su nuovi dispositivi di visualizzazione, si fisseranno come massa critica inimmagini allo stesso modo dei pensieri. Ma mentre questi ultimi “hanno permanenza illu-soria” e sono privati, quelli tradotti sullo schermo sotto forme visuali invece saranno ”affi-dabili”, li richiameremo quando vorremo, appariranno allo stesso modo e li potremo condi-videre con altri.

Tra l’altro nel processo di miniaturizzazione elettronica ci stiamo avvicinando alle dimen-sioni atomiche. A tale livello la fisica classica non è più una teoria adeguata per la descri-zione dei fenomeni, entra invece in gioco la Meccanica Quantistica, informandoci che seun bit può esistere in due stati distinti può anche esistere in una loro sovrapposizione coe-rente. Si tratta di un terzo stato, che non ha un analogo classico in generale, in cui l’ato-mo rappresenta entrambi i valori 0 e 1 contemporaneamente. Il Quantum Computingnasce dall’unione tra Teoria dell’Informazione classica, Informatica e Fisica Quantistica.

Bibliografia

- Marshall Mc Luhan , Gli strumenti del comunicare, Il Saggiatore, Milano 1964- P.K. Feyerabend, Contro il metodo, Feltrinelli, Milano 1997- L. Prestinenza Puglisi, Tre parole per il prossimo futuro, Meltemi, Roma 2002.- D. de Kerckhove, L’architettura dell’intelligenza, Testo & Immagine, Torino 2001.- J. Jeans, L’Universo misterioso, Treves-Treccani-Tumminelli, Milano/Roma 1932. - Paul Virilio, Lo spazio critico, Edizioni Dedalo, Bari 1998

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Il termine Polaroid prima di essere legato alla mitica macchina fotografica era il nome di uno specialefilm di plastica utilizzato per polarizzare la luce, brevettato nel 1929 e successivamente sviluppato daEdwin H. Land nel 1932 quando aveva solo 23 anni ed era ancora uno studente di Harvard.Abbandonata l’Università prima del conseguimento della laurea Land fondò nel 1937, la PolaroidCorporation che inizialmente produceva soltanto prismi, occhiali e vetri accoppiati, tutti basati sul prin-cipio della polarizzazione della luce, ma con il passare degli anni riuscì a migliorare il suo film applican-dolo così in numerosi campi passando dai filtri fotografici agli oblò per gli aerei.

Land racconterà che l’idea della macchina per stampare foto istantanee gli viene nel 1944 grazie allafiglia che desiderava vedere subito sviluppate le foto scattate durante una passeggiata.Solo nel primo anno di vendita la Polaroid Land 95 fece fatturare ben cinque milioni di dollari: le fotovenivano impresse su un “Roll Film”, una pellicola in rullo molto particolare, composta da due parti: posi-tivo e negativo. Non era esattamente immediata da usare, andava estratta la foto e poi andava strap-pato via il positivo subito dopo l’avvenuto sviluppo della stessa.

Dieci anni dopo il lancio, le macchine Polaroid erano vendute in 45 paesi.

In seguito la Polaroid introdusse, per la gioia degli utenti meno esperti, il primo rullino “integrale” edurante gli Anni settanta viene quindi lanciato il modello SX-70, il primo modello dotato del caricatorequadrato dal quale sbucavano le foto che una volta sventolate per qualche minuto rivelavano l’immagi-ne appena scattata. Questo particolare tipo aveva inoltre la peculiarità di essere modificabile: riscaldan-do la foto (con un phon o simili) e agendo con vari attrezzi di fortuna (punteruoli o punte di legno) era,ed è tutt’ora, possibile deformare l’immagine sviluppata.Nel 1973 venivano prodotti ben cinquantamila confezioni di pellicola al giorno, un escalation che conti-nuò fino alla metà degli anni ‘80, passando per il 1977 anno in cui per la prima volta il fatturato raggiun-se il miliardo di dollari. La Polaroid è stata usata da tutti: gente comune, registi cinematografici, architetti, arredatori, detectiveprivati e persino grandi nomi della fotografia ne facevano abitualmente uso per i motivi più disparati.Anche l’ eccentrico Andy Warhol la utilizzava spesso per i propri “esperimenti”.

Maria Alba, Torre Annunziata - Napolia l b a s k u r a @ a l i c e . i tDiplomata in Decorazione presso l’ Accademia di Belle Arti

di Napoli nell’ a.a. 2005/06

Fotografia istantanea: la polaroid Maria Alba

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