Perche’ sono una frana nelle relazioni umane

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IO SONO COSI’ E PER QUESTO CHIEDO SCUSA AL MONDO TENTATIVO SEMISERIO DI DARE UNA SPIEGAZIONE ALL’IMBRANATAGGINE NEI RAPPORTI CON GLI ALTRI UMANI di IVA ZIGGHYOVA MARTINI

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IO SONO COSI’ E PER QUESTO

CHIEDO SCUSA AL MONDO

TENTATIVO SEMISERIO DI DARE UNA SPIEGAZIONE

ALL’IMBRANATAGGINE NEI RAPPORTI CON GLI ALTRI UMANI

di IVA ZIGGHYOVA MARTINI

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Tutto, per me, è da ricercarsi nella difficoltà

di comunicazione,dunque è bene chiarire cosa

sia questa preziosa funzione spesso causa

di:“atroci sofferenze”,”dilemmi” e “caos nella

linea cuore-testa”…

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Questo concetto è tanto geniale

quanto di semplice intuizione…

E’ IL PRIMO ASSIOMA DELLA PRAGMATICA

DELLA COMUNICAZIONE UMANA!

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Ebbene sì,quest’uomo ci ha rivelato

una verità inconfutabile in questa

valle di incertezze …

http://it.wikipedia.org/wiki/Paul_Watzlawick

Non c’è che dire nel 2007 il mondo ha perso una mente

eccelsa!

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A Palo Alto (Contea di Santa Clara, nella San Francisco

Bay, California) furono definiti i 5 assiomi della

comunicazione e la compagnia era davvero ottima al

Mental Research Institute : Gregory Bateson, Paul

Watzlawick, Janet Helmick Beavin, Don D. Jackson.

http://it.wikipedia.org/wiki/Scuola_di_Palo_Alto

QUANTO AVREI VOLUTO

ESSERE QUI

IN QUEGLI ANNI!

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Ma insomma quali sono i 5 assiomi della pragmatica

comunicativa e soprattutto dove va ricercata la

difficolta’ a interagire in maniera efficace e

propositiva tra gli umani?

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ECCOLI I MAGNIFICI CINQUE !

MA ANDIAMO CON ORDINE E ANALIZZIAMOLI UNO AD UNO…

In epistemologia, un

assioma è una

proposizione o un

principio che viene

assunto come vero perché

ritenuto evidente o perché

fornisce il punto di

partenza di un quadro

teorico di riferimento.

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1° ASSIOMA: (lo ho già introdotto)

NON SI PUO’ NON COMUNICARE

Eh sì,anche se ci mettiamo di impegno non si sfugge:qualcosa la

comunichiamo sempre,siamo animaletti intrepretativi!

Non rispondiamo ai messaggi?Voltiamo le spalle?Abbassiamo gli occhi?Non ci

pronunciamo su quanto ci viene chiesto? EBBENE IL MESSAGGIO CHE

ARRIVA E’ “NON VOGLIO/NON POSSO COMUNICARE CON TE.

Le motivazioni possono essere molteplici: mi sei antipatico/a, non ho voglia di

parlare, ho paura di te,mi metti soggezione, sono timido/a,sono

arrabbiato/a,non mi sento bene,sono troppo emozionato/a,sono cinico/a,sono

annoiato/a,sto scherzando.

IN QUESTO CASO IO CAPISCO CHE NON VUOI O NON PUOI

RELAZIONARTI MA IL MOTIVO LO POSSO SOLO DEDURRE E NON

E’ DETTO CHE CI AZZECCHI E TI DIA DI CONSEGUENZA UN FEED-

BACK CONGRUO.

“…poiché ogni nostra emanazione o comportamento risulta in qualche modo

essere un messaggio che il nostro interlocutore riceve, decodifica ed interpreta

secondo la sue capacità di comprensione, coerentemente con le proprie

esperienze, convinzioni e valori”. (cit. P. W)

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Per esemplificare meglio la comprensione di questo primo

assioma, rifletto sull’effetto che fa su di me la non-comunicazione,

per esempio quando mando una mail,un sms o telefono a qualcuno

che per un qualsivoglia motivo non mi risponde,raramente penso

che egli sia così occupato da non avere la possibilità di

rispondermi, molto spesso interpreto il suo comportamento come

una mancanza di rispetto ed un segno di indifferenza, se non di

ostilità, nei miei confronti.

La sua non-risposta di fatto diventa una riposta altisonante che ha

il potere di far contattare la mia parte emozionale ferita con quella

che io percepisco come indifferenza e conseguentemente di

condizionare la mia reazione che il piu’ delle volte è di

allontanamento.

Molto probabilmente, dopo quella mancata risposta, la mia

disponibilità si modifica negativamente e di conseguenza anche la

qualità della mia relazione viene ridotta.

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Orbene,questo è l’inghippo:so che non vuoi/non puoi

relazionarti ma quello che mi manda in crisi profonda è:

perche’?.A questo punto il mio cervello inizia a fare tutta una serie di

ipotesi,congetture e pseudo-verifiche del tutto soggettive e

accidentali che hanno come unico risultato un bel gran mal di

testa,a volte nausea associata a bruciore di stomaco e una

confusione ancora maggiore!

Le risposte che do’ diventano sempre meno obiettive e dunque

tendono a minacciare maggiormente la mia integrità emotiva.

’ A SCELTA

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Lo so Mario direbbe:”Tutte pippe mentali le tue!” e forse ha

ragione se consideriamo un evento isolato ma proviamo a

moltiplicarlo per infinite volte e infinite persone,ragionando

sulla legge dei grandi numeri

http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_dei_grandi_numeribeh indubbiamente il discorso cambia…

MARIO RICORDA:L’ASSENZA E’

TALORA LA PIU’ GRANDE

DELLE PRESENZE…

Quest’uomo non

so chi sia ma l’ho

messo perché

assomiglia a

Mario…

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SAREBBE MEGLIO SE DALLA MIA BOCCUCCIA

USCISSE LA FATIDICA FRASE:”Posso chiederti perche’

non mi rispondi?”

Sembra facile (a parole) ma non lo faccio quasi mai per tutta una

serie di motivi:

- FALSO ORGOGLIO;

-PAURA DI UN ULTERIORE

RIFIUTO;

-DISINTERESSE;

-MANCANZA DI TEMPO;

-TIMIDEZZA;

-DISTURBI FISICI DI VARIO

TIPO;

- APATIA;

-RABBIA.

Questa

secondo me è

la faccia di

una

orgogliosa…

Page 13: Perche’ sono una frana nelle relazioni umane

Questo primo assioma rientra tra quelli del"non“,gli altri due

sono:

"Non si può non interpretare“(l’uomo animaletto euristico!)

"Non si può non apprendere (lo dice sempre anche il

prof.Pfanner)"

In base alla decodifica del messaggio si possono avere tre tipi

di risposte:

CONFERMA: ESISTI-SEI QUELLO CHE DICI- MI PIACE

QUELLO CHE DICI

RIFIUTO: ESISTI-NON SEI QUELLO CHE DICI-

NON ACCETTO QUELLO CHE DICI

DISCONFERMA-NON ESISTI-NON HA NESSUNA

IMPORTANZA CIO’ CHE DICI-NON HA NESSUNA

IMPORTANZA CIO’ CHE SEI

http://it.wikipedia.org/wiki/Euristica#L.27Euristica_nella_psicologia

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2° ASSIOMA: OGNI COMUNICAZIONE

HA UN ASPETTO DI CONTENUTO E UN

ASPETTO DI RELAZIONE, IN MODO

CHE IL SECONDO CLASSIFICA IL

PRIMO

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DUNQUE QUESTO ASSIOMA IN PAROLE POVERE DICE CHE

COME NELLA REALTA’ ESISTE UN CONTENUTO E UN

CONTENITORE (concetto questo che si acquisisce intorno ai 18 mesi di

età, a Piaget piacendo!)

ANCHE A LIVELLO DI COMUNICAZIONE C’E’ UN CONTENUTO

E UNA FORMA

- CONTENTO=MESSAGGIO OBIETTIVO CHE SI VUOL

TRASMETTERE;

- FORMA=STILE E QUALITA’ DELLA RELAZIONE CON CUI IL

MESSAGGIO VIENE VEICOLATO

Ma Paul Watzlawick va oltre e sottolinea che “ i due elementi (contenuto e forma)

“non hanno un rapporto lineare, ma uno di essi è preponderante

sull’altro”. Nella comunicazione, il contenitore, ovvero la qualità della relazione,

è molto più determinante ed influenzante per la percezione del contenuto che

non il messaggio in se stesso. Pertanto una buona relazione permette che possano

transitare ed essere accolti anche contenuti oggettivi di difficile accettazione,

mentre una cattiva relazione può costituire un ostacolo per il ricevimento di

contenuti più semplici e scontati.”

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Ad esempio se dico “scemo” ad un amico in

una situazione di convivialita’ lui

probabilmente non si offendera’ ma se lo dico

a un conoscente in un ambito quanto meno

neutro rischio come minimo due cazzotti!

Oppure se aperta la finestra vedo che fuori

piove e dico “Mazza oggi che sole, spacca le

pietre!” chi mi ascolta capirà (a meno che non

sia proprio un po’ rigidino/a a livello mentale)

che sto facendo dell’ironia.

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Quindi, se si giocasse alla morra:STILE BATTE

CONTENUTO OGGETTIVO!

E QUI CASCA L’ASINO…“Perche’ ?”Diranno i miei piccoli lettori,perché io ho un’iperinvestimento

nell’utilizzo dello stile ironico a cui si associa l’utilizzo di parole a bassa

frequenza d’uso,talora arcaiche,neologismi,citazioni in latino o greco antico e

quando mi gira pure onomatopee.

Ora che l’ironia sia indubbiamente indice di una mente non letargica e come

sostiene R.Gary ,da non confondere con Ridgway Gary.il serial Killer: “consista

in una dichiarazione di dignità,un'affermazione della superiorità dell'uomo su

cio' che gli capita“ è sacrosanta verita’ ma c’è un limite a tutto,il troppo stroppia!

SCUSA, POSSO AIUTARTI ?

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Ma che cosa è l’ironia?

Etimologicamente deriva dal greco “eironeía “(dissimulazione,

finzione). Inaugurata da Socrate come strategia maieutica (il

chiedere per sapere, l'interrogare conoscendo già la risposta),

studiata da Kierkegaard e da Jankélevitch,l’ ironia è un

atteggiamento verso il mondo che può diventare uno stile di vita, un

modo autocontrollato e lucido della ricerca della verità.OH

BENE,BENONE,NE SONO FIERA! MA CONTINUATE A

LEGGERE…

In retorica, l'ironia è una figura particolarmente sfuggente e

complessa. Il suo paradosso consiste nel fatto che per funzionare

deve essere riconoscibile ma se è troppo scoperta perde

di efficacia e si avvicina all'amarezza del sarcasmo: il discorso

ironico si gioca quindi tra riconoscibilità e leggerezza.

EBBENE SI’ LO AMMETTO: A ME MANCA

L’EQUILIBRIO TRA LA MANIFESTAZIONE E LA

DELICATEZZA PER CUI OLTREPASSO SPESSO LA

LINEA DI CONFINE E DIVENTO SARCASTICA CON LE

CONSEGUENZE CHE POTETE IMMAGINARE!

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3° ASSIOMA :LA PUNTEGGIATURA CONDIZIONA IL SIGNIFICATO DELLA COMUNICAZIONE

E’ la punteggiatura che mi permette di differenziare la natura dello scambio

che ho con un’altra persona e di definire i ruoli entro modelli di interazione più

o meno convenzionali (più o meno appunto…).

Il mitico Watzlawick amava fare l’esempio della cavia da laboratorio che dice:

“Ho addestrato bene il mio sperimentatore ,ogni volta che io premo la leva lui

mi dà da mangiare!”(non so se a questo punto Pavlov,quello che adorava la

saliva dei cani, si sia rigirato nella tomba o si sia fatto una bella risata!)

http://it.wikipedia.org/wiki/Ivan_Pavlov

LUI E’ PETR

I L CANE LUPO

CECOSLOVACCO DI

PAVLOV CHE NON NE

PUO’ PIU’ DI

SPUTAZZARE E STA

CORRENDO VERSO LA

LIBERTA’!

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Però,non tergiversiamo e torniamo a noi e al terzo

assioma. Allora,abbiamo detto (anzi scritto) che gli scambi

comunicativi si organizzano come se seguissero una sorta

di punteggiatura. E non si deve dare per scontato che la

lettura sia stessa tra due persone.Per esempio, sarà capitato anche a voi di “rimbrottare” qualcuno perché troppo musone e questo qualcuno avrà pensato “ma se tu continui a rinfacciarmi che sono chiuso/a io lo sarò sempre di più”. -VOI “ SEI PEGGIO DI UNA MUMMIA ERGO TI SCUOTO UN PO’ ANCHE BRUSCAMENTE”;-LUI/LEI “ MA SE MI TRATTI COSI’ IO PER FORZA METTO IL MUSO!”DELLA SERIE: CHI LA VEDE COTTA E CHI LA VEDE CRUDA!

E’ l’ottica differente che diamo allo stesso episodio a

innescare tutta una serie di difficolta’ a gestire

efficacemente i punti,le virgole,i punti e virgola della

comunicazione. E TUTTO CIO’ PUO’ ESSERE

CAUSA DI FRAINTENDIMENTI FATALI!

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4° ASSIOMA:COMUNICHIAMO CON IL MODULO

ANALOGICO E CON IL MODULO NUMERICO

LINGUAGGIO ANALOGICO = “Tutto ciò che le parole non

dicono”

QUINDI QUELLO CHE VIENE MANIFESTATO

ATTRAVERSO: I GESTI,LA MIMICA,LA PROSSEMICA,LA

PROSODIA,L’ATTEGGIAMENTO,IL VESTIARIO (e qui è

d’uopo esclamare “L’abito purtroppo può fare il monaco!”)…

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Per rinfrescarvi le idee nel link sottostante troverete

un semplice “test” attraverso il quale potrete

verificare quanto riuscite a decodificare il linguaggio

extraverbale,provate!

http://www.psicologi-psicoterapeuti.it/psychofun/quiz/corpo/

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Ho trovato interessante, nel sito www.ipermind, l’ articolo, che riporto per intero, in cui

vengono elencate le cose da non fare al fine di instaurare e mantenere interazioni sociali

efficaci.

ECCO I 9 ERRORI DA EVITARE

1. Tenere il contatto oculare troppo a lungo o troppo poco. Mantenere un buon contatto oculare è indice di rispetto e interesse in ciò che gli altri

dicono. Tenere il contatto oculare per troppo tempo può far sentire le altre persone a

disagio, al punto che potrebbero cominciare a chiedersi “avrò qualcosa tra i denti o una

gocciolina che pende dal naso?”.

E questa si suppone non sia la tua intenzione

Guardare poco negli occhi può farti apparire

invece poco interessato alla persona o a quello

che sta dicendo. In genere chi tende ad evitare

il contatto oculare può essere percepito come

poco sincero o insicuro.

Inoltre, un cambiamento fisiologico che puoi

notare quando il tuo interlocutore è interessato

è che le sue pupille subiranno una dilatazione,

questo è un indizio che i venditori di tutto

il mondo conoscono bene.

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2. Irrigidire le spalle.

La postura ideale per una buona comunicazione è rilassata. Quando ti senti teso è

più facile irrigidire le spalle e i muscoli in generale e ciò renderà visibile la tua

ansia e il tuo nervosismo. Comincia ad osservare il tipo di postura che tieni

quando ti trovi a interagire con qualcuno.

Tieni la schiena dritta o stai un po’ curvo in avanti? In che posizione stai quando ti

senti sotto pressione? Come stai quando ti senti triste o sconsolato? Il primo

passo per migliorare il proprio linguaggio non verbale consiste nell’auto-

osservazione.

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3. Tenere la testa bassa.

La posizione della testa può trasmettere il grado di fiducia che hai in te stesso. Tenere

la testa alta non solo ti farà percepire più fiducioso ma, per via della stretta

connessione tra postura e stato emotivo, contribuirà anche a farti sentire in tal modo.

Inoltre questa posizione ti aiuterà a essere preso più sul serio conferendoti maggiore

autorità.

Per trasmettere invece sensazioni di amichevolezza e

dolcezza un trucco poco conosciuto è quello

di inclinare la testa giusto un pochino

su un lato mentre stai ascoltando.

Questa pozione ricorda infatti quella dei cuccioli.

E si sa quali sensazioni questi trasmettono.

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4. Incrociare le braccia.

Le braccia possono essere viste come la porta d’ingresso del corpo e del sé. Anche

se non tutte le volte che incroci le braccia lo fai per chiusura, ricorda che quando

sono incrociate possono rappresentare uno scudo difensivo che tiene fuori il resto

del mondo.

Una versione estrema che può indicare ulteriore ostilità è caratterizzata dalle braccia

molto strette con le mani che si chiudono a pugno. Quando sei teso e ti accorgi che

stai assumendo questa posizione sciogli le mani e dai una leggere scrollata alle

braccia.

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5. Dondolare le gambe.

Le gambe sono la parte del corpo più difficile da controllare consciamente della

nostra comunicazione non verbale. Tendiamo a muovere le gambe molto più

del normale quando siamo nervosi, stressati o agitati. Il messaggio che stai

mandando quando agiti ritmicamente le gambe è chiaro, “sono ansioso e non

riesco a stare fermo”. Quindi la cosa migliore che puoi fare e di tenerle più

immobili possibile in molte situazioni, specialmente negli incontri lavorativi.

VALE

ANCHE PER

LE ZAMPE…

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6. Gesticolare velocemente.

I gesti delle mani sono così numerosi che è difficile dare una breve guida.

Invece di agitare continuamente le mani mentre stai parlando, prova ad usare i

gesti delle mani per enfatizzare quello che stai dicendo, questo ti farà apparire

più sicuro in quello che stai dicendo e sembrerai più spontaneo. Per agevolarti

in questo puoi usare dei movimenti illustrativi.

NEL LINK SOTTO TROVATE LA DESCRIZIONE DI QUESTI

ULTIMI E NON SOLO!

http://webssis.uniba.it/ssis/download/bandi/MATERIALE%20FORMAZIONE%20ON%20LINE%20CORSO%20M%20Z%20SEDE%20LECCE%20PROFSSA%20BOSNA%20SOSTEGNO%20400H%20II%20EDIZIONE%20AA%202008%202009.PDF

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7. Non tenere le distanze e essere invadente.

La distanza dagli altri è cruciale se vuoi mandare i giusti segnali. Se

stai molto vicino potrai essere etichettato come “aggressivo” o

“invadente”. Se stai molto lontano potrai sembrare “distaccato” o

“freddo”. Nota anche se ti avvicini molto a qualcuno se questa

persona si allontana, se è così probabilmente sei entrato troppo nella

sua zona di comfort.MANNAGGIA ALLA PROSSEMICA ,

QUELLA MI FREGA SEMPRE,

VISTO CHE LA MIA ZONA PROSSIMALE

RIENTRA NEL RANGE DI QUELLA CHE,

PER LA MAGGIOR PARTE

DEGLI UMANI,

E’ LA PUBBLICA

DUNQUE TALORA POSSO ESSERE

PERCEPITA

COME UN

PO’ “SNOBBOSA”! PERSONAL SPACEhttp://it.wikipedia.org/wiki/Prossemica

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8. Ignorare il contatto fisico.

Noi comunichiamo anche attraverso il tatto. Pensa al

messaggio che dai con i seguenti gesti: una stretta di mano

ferma, un timido tocco sulla spalla per richiamare

l’attenzione, un rassicurante colpetto sulla schiena…

PRATICAMENTE LA

MIA ESPRESSIONE

DOPO UNA STRETTA

DI MANO!

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9. Scarsa mimica facciale.L’espressione delle emozioni è veloce e può succedere a volte di perdersi un

messaggio. Alcune mimiche sono estremamente rapide, durano una frazione di

secondo e prendono il nome di microespressioni. Quindi può essere utile per

rimarcare un’emozione enfatizzare la mimica. facciale appropriata.

Senza esagerare poiché anche le macroespressioni emotive (che durano

intorno ai 3-4 secondi) se protratte per un tempo superiore ai 5 secondi

saltano all’occhio perché tendono ad essere interpretate come espressioni

non autentiche di un’emozione.

IO POTREI GIOCARE

A CARTE E VINCEREI

SEMPRE…

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RIASSUMENDO…

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.

E’ fondamentale ricordare che quello che diciamo è molto meno

importante di come lo diciamo. E che quando parliamo con le

persone sono gli aspetti non verbali a determinare ciò che

susciteremo in loro.

Se parlo con una persona e verbalizzo:”Sì,quello che dici mi interessa

molto!”ma guardo ogni tre nanosecondi l’orologio il mio

intelocutore a quale canale comunicativo crederà quello corporeo o

quello limguistico? A voi l’ardua sentenza!

OGGI HO SCOPERTO

QUANTO SIA

DIFFICILE SCRIVERE

CON PAINT

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5 ASSIOMA:LA COMUNICAZIONE PUO’ SVOLGERSI SU

UN PIANO SIMMETRICO O COMPLEMENTARE

Si ha un’interazione simmetrica quando gli interlocutori, rispetto a

quella comunicazione, si considerano di pari livello, sullo stesso

piano. L’interazione complementare si ha invece quando gli

interlocutori non si considerano sullo stesso piano, bensì risulta

evidente da quella comunicazione che uno dei due ha una posizione

superiore (one-up) e l’altro subordinata (one-down).

SU QUESTO ASSIOMA POSSO DIRE SOLO QUESTO (MA BASTA E

AVANZA): MI SENTO PERENNEMENTE E PERVASIMAMENTE

SEMPRE IN RAPPORTO ONE-DOWN !

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Ehi tu rifletti!Qual è il tuo tallone d’Achille nella comunicazione?

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GRAZIE PER L’ATTENZIONE