Perché sei un essere speciale, ed io avrò cura di te · perché sei un essere speciale, ed io...

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Terapia e accompagnamento: dall’etimologia alla bioetica Nereo Zamperetti ULSS 6 - Vicenza Perché sei un essere speciale, ed io avrò cura di te Vicenza - 19 settembre 2015

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Terapia e

accompagnamento:

dalletimologia

alla bioetica

Nereo Zamperetti

ULSS 6 - Vicenza

Perch sei un essere speciale, ed io avr cura di teVicenza - 19 settembre 2015

il paradosso della medicina moderna

anche se non ti posso guarire, continuer a prendermi cura di te

perch sei un essere speciale, ed io avr cura di te

specialis (species)

generalis (genus)

Ren Descartes, Discours de la mthode (1637)

Cogito, ergo sum

Kant I., La metafisica dei costumi, (1797), Laterza, 1996, p. 294.

... luomo considerato come persona, vale a dire come soggetto di una ragione moralmente pratica, elevato al di sopra di ogni prezzo, perch come

tale egli dev'essere riguardato non come un mezzo per raggiungere i fini degli altri e nemmeno i suoi

propri, ma come un fine in s; vale a dire egli possiede una dignit (un valore interiore assoluto),

per mezzo della quale costringe al rispetto di se stesso tutte le creature ragionevoli del mondo, ed

questa dignit che permette di misurarsi con ognuna di loro e di stimarsi loro uguale.

perch sei un essere speciale, ed io avr cura di te

nel semplice incontro di un uomo con laltro si gioca lessenziale, lassoluto: nella manifestazione, nellepifania del volto dellaltro scopro che il mondo mio nella

misura in cui lo posso condividere con laltro. E lassoluto si gioca nella prossimit, alla

portata del mio sguardo, alla portata di un gesto di complicit o di aggressivit, di

accoglienza o di rifiuto. (E. Levinas)

perch sei un essere speciale, ed io avr cura di te

il volto dellaltro un eccomi, io ci sono che chiede la nostra risposta e la nostra

dedizione (E. Levinas)

dal latino: cum (con) + panis (pane):partecipe dello stesso pane.

Stare in compagnia molto di pi di non stare soli. E la differenza tutta nel poter condividere.

accompagnamento

"C qui un ragazzo che ha cinque pani dorzo e due pesci; ma che cos questo per tanta gente?".

Rispose Ges: "Fateli sedere". Cera molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa

cinquemila uomini.

Allora Ges prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribu a quelli che si erano seduti, e lo stesso

fece dei pesci, finch ne vollero. (Gv 6, 6-11)

cum-panis nella tradizione cattolica

Ora, mentre essi mangiavano, Ges prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezz e lo diede

ai discepoli dicendo: Prendete e mangiate; questo il mio corpo. (Mt 26,26)

cum-panis nella tradizione cattolica

In verit io vi dico: uno di voi mi tradir. () colui per il quale intinger il boccone e glielo

dar. E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota. (Gv 13,21-26)

cum-panis nella tradizione cattolica

Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia

da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto.

Mentre discorrevano e discutevano insieme, Ges si accost e camminava con loro. (Lc 24,13-14)

cum-panis nella tradizione cattolica

-, [] servizio, cura, ossequio, rispetto, culto PLAT. Phaedr. 255a., Rp. 427b (per gli di), Leg. 886c (per i genitori), al. ISOCR. 11.24 (per gli di) ecc. | . cura del corpo (ginnastica e medicina) PLAT. Gorg. 464b; . cura del corpo PLUT. Alex. 48.3 (lavacri, profumi, vesti); in vesti e ornamenti eleganti XEN. Mem. 3.11.4; giorni della purificazione o della cura del corpo VT. Esth. 2.12; vesti da schiava VT. Esth. 5.1 // religione, culto, credo EUS1. VC.2.24 ecc. // cura, premura, attenzioni THUC. 3.11.5 ISOCR. 3.22 ecc.; trattavano con grande cura THUC. 1.55.1; servivano Callibio con ogni premura (o si mostravano servili verso) XEN. Hel. 2.3.14 // cura, governo, trattamento, di animali PLAT. Euthyph. 13a ARISTOT. HA. 578a 7 PLUT. Praec. 823e | di piante PLAT. Theaet. 149e THPHR. HP. 2.2.12 // manutenzione, di coseISYLL3. 1106.49 (IIIa) ecc. | preparazione, di farmaci DIOSC2. 2.76 // med. cura, trattamento HP. Art. 80, al. PLAT. Prot. 354a ecc. | fig. . rimedio alla passione CHARIT. 2.8.1 // collett. servit, scorta di gente HDT. 1.199.1, al. POL. 4.87.5 ecc.; con una scorta di cavalleria XEN. Cyr. 4.6.1;

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1 attivo a servire OD. 13.265; qcn. PLAT. Euthyph. 13d // avere cura, rispettare, onorare, venerare, con acc. (gener. di di) HDT. 2.37.2 PIND. P. 3.109 ecc.; n volevano venerare gli di immortali HES. Op. 135; servo e venero i templi EUR. Ion 111; . onorare il padre e la madre PLAT. Rp. 467a; | sostenere: facendosi sostenitore di Cesare PLUT. Ant. 5.2 | seguire: la dottrina stoica PLUT. Cic. 4.2 // tras. soddisfare: il ventre HLD. 2.22.5 | curare, mantenere, allevare, coltivare HDT. 1.193.5 (piante) PLAT. Gorg. 516e (cavalli) XEN. Oec. 5.12 (terra come divinit) ecc. // med. curareHP. VM. 9 THUC. 2.47.7 XEN. Cyr. 3.2.12 ecc.; la malattia ACH. 1.17.4 | est. riparare: le parti avariate della nave DIOD. 4.41;

2 med. servire, occuparsi del servizio HOM. 3.390 (di culto divino) ecc. prendersi cura: lo subissavano di premure XEN1. 5.10.12

3 passivo essere trattato bene o onorato HP. Aph. 6.38 PLAT. Leg. 684c ecc. | essere venerato THUC. 4.98.2 // essere preparato, di vivande PLUT. QConv. 716e // med. essere curato: meglio non curare (coloro che hanno un cancro nascosto); se vengono curati, infatti, muoiono rapidamente HP. Aph. 6.38.

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- -

a che si prende cura, servizievole, servile, di pers. e cose XEN. Hel. 3.1.28 MEN. fr. 296.15 PLUT. Adul. 74a, al. ecc. | con gen. PLAT. Def. 412e XEN. Ag. 8.1 ecc.; incline al servilismo nei confronti dei potenti PLUT. Lys. 2.4 | sost. arte di prendersi cura: l'arte di curare queste cose (cio i vestiti) PLAT. Pol. 282a // che serve dio PHIL2. Fug. 17.42

b med. curativo, terapeutico: Il metodo terapeutico GAL. tit. ecc.; sost. arte di curare, terapeutica [DIOSC2.] Th. praef. | costituzione malaticcia cio bisognosa di continue cure ARISTOT. Pol. 1335b 7 // compar. -

avv.

in modo servizievole PLUT. Art. 4.3 IOS. AI. 17.204, BI. 2.297 ecc.

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-, //

servitore, inserviente, assistente, aiutante, compagno (d'armi) IL. 2.110, al. OD. 4.23, al. HES. Th. 100 PLUT. Pomp. 72.4 ecc. | . adoratore di Apollo PIND. O. 3.16; . servizievole verso gli stranieri, ospitale PIND. O. 13.3 (di Corinto) // servo HDT. 1.30.1, al. ARISTOPH. Pl. 3, al. LYS. 7.34 ecc.

dat. pl. - PIND. P. 4.41..

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Ettore e Achille

Oh, fossi rimasta fra le immortali marine,e Peleo avesse sposato una donna mortale!Ora anche tu avrai nel cuore un lutto infinitoper il tuo figlio morto, che non accoglierai mai pi nella casa, perch il mio cuore non mi spinge pi a viverein mezzo agli uomini, fino al momento che Ettore,colpito dalla mia lancia, perda la vitae paghi il prezzo per la spoliazione di Patroclo.

XVIII - vv. 86-94

E a lui cos disse Teti, versando lacrime:Avrai rapida morte, figlio, se vero quel che dici: subito dopo Ettore pronto il tuo destino . *+ Turbato le rispose il rapido Achille: Ora andr a cercare lassassino delluomo che mi fu caro,Ettore, e poi anchio avr la morte quando lo voglianoZeus e gli altri immortali .

XVIII - vv. 95-117

Cos Ettore, con un furore inestinguibile non arretrava,appoggiando alla torre lo splendido scudo,e turbato disse al suo magnanimo cuore:Per me molto meglio sarebbe alloraaffrontare Achille e tornare avendolo uccisoo morire gloriosamente ucciso da lui in difesa della citt..

vv. 97-111

lasciatolo, la dea raggiunse il nobile Ettoreprendendo laspetto di Deifobo e la sua voce sicura,e, standogli accanto, gli disse queste parole:Il veloce Achille ti incalza e ti insegueattorno alla citt di Priamo, con i rapidi piedi;su fermati, resistiamogli e difendiamoci..

vv. 227-231

Pi non ti fuggir, figlio di Peleo, come sono scappato tre volte intorno alla grande citt di Priamo, senza mai trovare il coraggio daffrontare il tuo assalto; ma ora il cuore mi ha spintoa starti di fronte: chio ti uccida o sia ucciso da te.

vv. 250-254

e, dopo averla palleggiata, scagli la lunga lancia; ma lo splendido Ettore la scorse arrivare e la schiv;la vide in anticipo e si chin, gli pass sopra la lancia di bronzo e si piant a terra; la raccolse Pallade Atena, e, di nascosto ad Ettore condottiero di popoli, la rese ad Achille.

vv. 273-277

e dopo averla palleggiata scagli sua lunga lancia, colse nel centro lo scudo di Achille, non sbagli il colpo; ma rimbalz lasta lontano dallo scudo; Ettore si adir che inutilmente larma veloce gli fosse sfuggita di mano. Si ferm affranto, non avendo altra lancia di frassino. Chiam Deifobo dal bianco scudo, gridando a gran voce: gli chiedeva una lancia; ma quello non gli era pi accanto.

vv. 289-295

Ettore allora comprese in cuor suo e disse: Ahim, certo gli dei mi hanno chiamato alla morte: io credevo che mi fosse vicino Deifobo, invece dentro le mura ed Atena m'ha tratto in inganno. Ora mi accanto la morte crudele, non pi lontana, e non c' scampo ... .

vv. 296-301