Per Finirla Con Evoluzionismo - Daniel Raffard de Brienne

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    D NIEL R FF RD E BRIENNE

    P RFINIRLACON

    L EVOLUZIONISMOelucidazioni su

    un mito inconsistente

    Presentazione diGiuseppe Sermonti

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    Nella stessa collana:GENNARO

    MALGIERI,deario

    Italiano . pensierodel Novecento visto da destra

    M URIZio BLONDET , Complotti vecch i e nuovi

    Traduzione dal francese diCRISTINA BARDELLA

    ISBN 88 -8073 -077 -0 2003 Il Minotauro s.r.l.D irez ione e Redazione:Vi a C. Battisti, 18 - 00044 Frasca ti Roma)Te l e fax : 06 940 17 07 4e-mai : minotaurof ra scati@libero i

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    Grafica di copertina: Ang elo Ci ula

    Stampa: Edigraf s .r.l . - Via degli Olme tti, 38 - 00060 Formello Rl\1)Finito di stampare nel mese di Agosto 2003

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    ndice

    Presentazione p . 7

    Introduzione 15

    Capitolo primoL 'ipotesi evoluzionista 21

    Capitolo secondoIl motore del ' evoluzione 39

    Capitolo terzoL 'origine della vita 55

    Capitolo quartoL'origine delle specie 69

    Capito lo quintoa comparsa delle specie 83

    Capitolo sestoAlla ricerca degli anelli mancanti 101

    Capitolo settimoIl meccanismo del 'evoluzione 115

    Capitolo ottavoLa linea evolutiva umana 13 7

    Conclusioni 167

    Pro menzoria 169

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    resentazione

    La principale difficolt che si incontra opponendosi alleteorie evoluzioniste, ed in particolare al neo-darwinismo, la loro scoraggiante banalit. Qualunque teoria che proponga il Caso come generatore di tutti i viventi (la SelezioneNaturale non aggiunge nulla al caso) semplicemente ridicola e in termini statistici, assolutamente impossibile .C solo da chiedersi come una tale teoria abbia potuto so

    stenersi per un secolo e mezzo, ritrovando vigore dopo ogniguerra vinta dai conterranei di Darwin. Si attaglia alla situazione un pensiero di John Stuart Mill: Appare spessoche un convincimento, universale durante un'epoca ... inun'epoca successiva diventi un'assurdit cos palpabile chel unica difficolt quella di cercare di capire come mai una

    simile idea possa essere apparsa credibile.Un'altra difficolt nel discutere di evoluzione sta nel ca

    pire di che cosa si sta parlando. ben noto che nelle primeedizioni dell Origine delle Specie, Darwin non us mai iltermine evoluzione , mentre us quello di creazione o diorigine . La semplice ragione era che per evoluzione si

    intendeva, alla met dell'Ottocento, lo svolgimento di unprogramma, e il centro del pensiero di Darwin, e dei suoiepigoni, era che la Natura non avesse programmi o progetti, e le specie si trasformassero senza alcuna predetermina-

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    D NIEL RAFFARDDE BRIENNE

    zioneo prospettiva: perl'appunto, acaso. Se vogliamo trovare una definizione di Evoluzione, dobbiamo ricorrereai

    vocabolariletterari,dove si leggono frasi come questa:Unprocesso di cambiamento continuo da una condizione inferiore, pi semplice o peggiore ad uno stato superiore, picomplesso o migliore (Webster). Se cerchiamounadefinizione diEvoluzionein un testo scientifico,si parla di tutt altro. H elena Curtis, nel glossario dellasuarinomata Biologia , definisce cosl'evoluzione: Processo che da unapopolazione, in conseguenza di produzionedi variazionegenetica e dell'emergenza dellevariantiper opera dellaselezione naturale, ne fa discendere un'altra con caratteristiche diverse.Chequest'altra popolazione siasuperiore,picomplessao migliore,non importa; sufficienteche siavariata, fosse anche inferiore, pi semplice o peggiore. giusto che il pubblico sappia che quandogli scienziati,e segnatamentei biologi molecolari, parlano dievoluzione,stannodiscorrendo d'altro. Di qualcosa che non ha nulla ache fare con il concettocomunedi evoluzionee poco per

    sino conDarwin.L'affermarsidella evoluzione molecolare hasegnatol 'eclissi degli organismi. Abbandonate leforme viventi,ibiologisono rimasti affascinatida codici etesti genetici,perdendodi vista gli organismi edandosi questa regola:Solonel DNA, tutto nel DNA, nient'altroche nel DNA.

    Si sonopresi cura delle vicende molecolaridelle specie,preferendo ignorare che queste pocoo nullaavesseroa chefare con lastoriadella loro morfologia.Aveva scritto- conrispettabilefranchezza- il grandebiologo molecolare R.E.

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    PRESENTAZIONE

    Dickersonnel 1972: Quanto pi ci si avvicina al livelmolecolare negli organismi viventi, pi simili questiappaiono e menoimportantidivengono le differenze tra, peesempio, una mosca e un cavallo. E Franois Jacob, 1977: N on sonole novit biochimiche che hannogeneratola diversificazione degli organismi ... Precisa poi che non la differenza nei costituenti chimiciciche distingue unafarfalla da unleone,una gallina da una mosca o unvermeda una balena. Ci non toglie chegli evoluzionistisonooggi quasi esclusivamente bio-molecolari, sioccupanodiorganismi astratti e volentieri lavoranosu organismivirtuali residenti nei personal computer (come ilfamosoRichardDawkins).

    Raffard de Brienne, in quest'operasulla finedell'Evoluzione, si occupadell'evoluzione come la intende il pubblco e comela si intendevaanchenegli ambienti scientifici,fino all'inizio delnovecento. Cirisparmia lemolecole,lacui evoluzione non pu, nella definizione dellaCurtis, essere contraddetta, ed affrontai problemimairisoltidell'origine dellavita, delle specie,dell'uomo.L'origine della vitadallanon-vitaperun accidente occorso miliardidi anni facos improbabile daessere assolutamente impossibile. matematici- concludeR de Brienne- ci obbligano a dedurre l'impossibilitdell'evoluzionismo.L'origine dellacellula daun assemblaggio di molecole ancora pi improbabile,se esiste qualcosa dipi improbabile dell'impossibile. Gli ipoteticiprotobionti immaginati da alcuni protobiologi sono simili alla cellula quanto le bolled'acquapossano essere simili all'occhio umano. Altrettanto impossib

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    DANIEL RAFFARD DE BRIENNE

    l'origine delle specie e il loro graduale e progressivo svilupparsi l una dall'altra. Il fenomeno comporterebbe il ri

    trovamento tra i fossili di un gran numero di forme intermedie ma queste non si trovano Sono i famosi anelli man-canti che seguitano imperterriti a mancare. L ' esempio piclassico, cui l'Autore fa riferimento, quello degli equidi.Nel 1874 il paleontologo russo V. O. Kovalevsky abbozzauna successione evolutiva che prevede quattro generi insuccessione cronologica: Paleotherium AnchitheriumHipparion Equus. N el 1918 R. Lull traccia un tronco cheva dall' Eohippos (in luogo del Paleotherium) all'Equus, dacui Anchitherium e Hipparion si distaccano come rami laterali. L'indagine geologica, scrive Ch. Dperet negli stessianni, ha definitivamente accertato che non esistono passaggi graduali tra queste specie. Nel 1951, G. G. Simpsontraccia un albero che ha l'aspetto di un cespuglio, che ormai composto di linee parallele nella genealogia di J H.Quinn. La famosa successione graduale dei cavalli- conclude R. Fondi (1980)- consiste, in realt, di un insieme di

    elementi spazio-temporali staccati gli uni dagli altri.Il passaggio dalla scimmia all 'uomo incontra due ostacoli: il primo la difficolt di spiegare la modifica contemporanea della stazione, del cervello, della faringe, del sistemanervoso centrale. Il secondo l'esistenza insormontabile diuna barriera fra le facolt intellettuali della scimmia e del

    l'uomo. E poi, dove sono gli anelli intermedi? Qui incontriamo un.esempio classico della frode scientifica, il craniodi Piltdown. Scoperto all'inizio del secolo, questo craniopresentava una volta spaziosa combinata con una mascella

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    sco, da quando risultato che nella morfologia, nell'embriologia, nell'andatura, nella biologia molecolare, l'uomo

    molto pi originario e lo scimmione derivato , per tacer del fatto che fossili di scimmioni non si trovano oltrequalche centinaio di migliaia di anni fa e ominidi fossili datano da quattro, cinque o pi milioni di anni. Scrive Alan R.Templeton: Il camminare sulle nocche - non il bipedismo- la novit evolutiva nella locomozione dei primati e ...

    molti caratteri ominidi sono primitivi mentre le controparti nelle scimmie africane sono derivate. Ma non diciamolo ai bambini delle elementari, cui seguitiamo amostrare una scimmia china appoggiata sulle nocche chegradualmente si erige a formare l'uomo. Potrebbero accorgersi che il Re nudo.

    L'evoluzionismo, particolarmente quello neo-darwiniano, nonostante troppe volte smentito (e questo libro ne offreuna ponderosa casistica) seguita a sedere tranquillo sugliscranni del sapere e a far mostra di s sulle targhe di moltiillustri istituti in tutto il mondo. Con esso invalso negliambienti scientifici uno stile accademico elusivo e manicheo, che andato a detrimento di tutta la scienza . Mi piace citare, in conclusione, una frase di W. H. Thompson,studioso d'evoluzione, che fu incaricato a stilare l'introdu zione a una edizione centennale dell Origine delle Spe -cie di Darwin:

    Questa situazione, dove uomini si riuniscono alla difesa di una dottrina che non sono capaci di definire scientificamente, e ancor meno di dimostrare con rigore scientifico,tentando di mantenere il suo credito col pubblico attraverso

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    PRESENTAZIONE

    la soppressione della critica e l'eliminazione delle difficot, anormale e ind esiderabile nella scienza.

    Il libro di Raffard de Brenne merita una speciale considerazione, perch en1erge da questa situazione.

    GIUSEPPE SERMONTI

    (Professore Ordinario di Genetica)

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    ntroduzione

    In una sua opera, il professor Hamburger riferiva di consultato ilcelebre neurologo Lhermitte a proposito diunsuo paziente il quale,benchassistito datutto un marchingegno, continuava a vegetare senza segni di miglioramIl professorLhermitteconcluse il suo esame con queste prole: Ma caro amico, il vostro malato morto da parchio . Cos, imacchinariscientifici erano riusciti a riprporre il famoso tema dei morti viventi caro alla letteradell horror.

    L'evoluzionismo o trasformismo biologico, unateoriainbase alla quale le specie viventi discendono,perfezionandosi, da progenitori comuni e,per il loro tramite, dalla materia bruta, oggiun cadavere conservato a stento in ustato di vita apparente.

    gi molto tempo, tuttavia, che il morto vivente preta quei segni di putrefazione che, dicono voci autorevengono tenuti nascosti per ragioni strettamente ideolog

    Gi nel 1903, il famoso professor Yves Delage scrivSono assolutamente convinto che essere o non essereluzionisti non dipenda da ragioni desunte dalla storia

    rale, ma dalle nostre opinioni filosofiche1 Un ex-direttoredel Musum National d'Histoire Naturelle di Parigi,

    Y DELAGE,L Hrdit et l grand problme de l biologie gnrale, 1903.

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    DANIEL R.AFFARDDE RIENNE

    moine, qualchetempo dopo annotava: L'evoluzione una

    sorta di dogma al qualei

    suoi sacerdotinon credono pi,mache tengono in piediper il popolo2 E persino l'illustreJe an Rostand, che comunqueal dogmanon intendeva rinunciare,lo definiva una favolaper adulti 3

    Il prof essor LouisBounoure, da parte sua,precisava:Ilpi bell'esempio di sistemapseudoscientifico a priori da

    to dallateoria evoluzionista.L'evoluzione biologica un1nito del tutto illusorio4

    l . Evoluzionismo eideologia

    Di fronte alla disgregazione e al crollo delleprove deldarvinismo,gli autorevoli difensori del dogma rispondonocon il principiod'autorit.Al punto che, senza scomporsi,RichardDawkinsscrive: La teoria (darviniana) indiscutibile come il fatto che Terra giri intorno al Sole5 E Marsh,gi alla finedel XIX secolo, registrava:Dubitare dell'evo

    luzione significa dubitaredella scienza, ela scienza un altro nome della verit. Patrick Tort, direttore delDizionariodel darvinismo6, mette in guardia: Ogni attacco aDarwin

    2 P. LEMOINE,in L Encyclopdie Franaise,1938.3 J RosTAND L volution,Delphine, 1960.4 L BoUNOURE, Recherched une doctrine de la vie chez les savants contempo-rains, Laffont,1964.5 R. DAWKINS Le Gnegoi ste , Menges1978Biologo britannico, Dawkinsrico-noscenel gene il ciecoattoredell'evoluzione dellespecie.6PUF, Paris 1996.

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    INTRODUZIONE

    pu essere m a ~ i p o l a t oo ripreso.Una tale strategia, apparentemente~ c i e n t l f i c apotrebbe essere ideologica o religiosa?.. Ecco. Introdotto,ben lontano dalla scienza, il concetto diIdeologia.Come abbiamo visto, Delagevi faceva gi riferimento nel 1903. E Bounoure, intorno allamet del secoloaffermava: Il fatto grave che, confondendosi col mito deprogresso, il pensiero evoluzionistaha invaso tutti i campidella conoscenza umana8

    oltretutto significativo come la parola evoluzionismoche. n d i e ~una dottrina filosofica di applicazione generale:abbia praticamente soppiantato quella di trasformismo che il termine specificoper l'evoluzione biologicar o g r e s ~ i v

    2. Il mito del progresso

    Il trasformismo fa parte,in realt, diun vasto movimento ideologico che godeva di ampio consenso gi nel Secolodei Lumi, e in base al quale tutto devenon solo modificarsio adattarsi,ma evolvere verso il meglio, dunque progredire.C?uesto movimento di idee trova il suo campo di applicaz . I ~ n enella filosofia, la religione, la storia, i costumi,la pohtlca, le scienzeed anche nella natura.

    In due secoli di approfondimento delleconoscen;e scientifiche e di sviluppo tecnologico, il mito del progressoha

    7 Science etA venir ,settembre1997.8 BOUNOURE,op. ci.

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    DANIEL RAFFARDDE BRIENNE

    trovato nuovo vigore e apparenti conferme, che si basaper suun malinteso.

    Le conoscenze scientifiche e la tecnologia hanno copiuto e compiono senz altro progressi straordinari, che nimplicano affatto, per, ilProgresso di uomini e cose. Sitratta di un progresso per accumulo. Grazie alla memoriall intelligenza, gli uominisi giovano dell opera dei loropredecessori e ogni generazione porta la sua pietra all edcio scientifico costruito nel corso dei millenni9 L umanit siregge, cos facendo, sulle leggi della natura, leggi immubili e pertanto non suscettibili di progresso.

    Prendendo atto del progresso, non della natura,ma dell uso ragionato delle sue leggi, non possiamo non riconscere che in altri campi non se ne registra nessuno. Allane del secondo millennio, bisogna convenire che, se datre due secolic stata nelle idee, nei costumi e nella politca evoluzione,essa non si compiuta in direzione del prgresso,ma in molti casi, in quella della regressione.

    3 e ideologie materialistiche

    Se il darvinismo ed i suoi epigoni hanno ancora, nostante tutto, fedeli difensori, perch costoro si fanno ranti del tono scientifico di certe ideologie. Per questol e-

    voluzionismo viene presentato come il principio necess

    9 Sui problemidella conoscenza, dellaverit, dell intelligenza, D.RAFFARD DEBRIENNEIl n a qu un seul Dieu,Chir,1991.

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    INTRODUZIONE

    di ogni materialismo, di ogni dottrina volta a negare ela sua creazione.Un principio necessarioma non sufficien

    te, perch il materialismo, purspostandol origine dellecose tanto indietro da perderla di vista, non risolve il prma della causa prima0

    quindi logico che la teoria evoluzionista sia statadelle basi essenziali del materialismo dialettico. Darwfortemente influenzato Marxed Engelsu.Dal 190612, Staliappogger piuttosto la forma neolamarckista del trasfsmo che lo spinger ad assecondare l inattendibile Lyko13 del quale avremo occasione parlare.

    nella propagazione del marxismo-leninismo chetracciamo uno dei pi potenti meccanismi in grado di

    tenere in vita apparente il morto vivente rappresentatol evoluzionismo.Uno degli insegnamenti fondamentali comunismo verteva propriosu questa dottrina.

    Altreideologie hanno aderito alla propaganda trasfosta: il razzismo hitlerianoe l eugenetica di Teilhard Chardinsono cresciutisul terreno di cultura darvinista 5.

    Il nostro proposito non quello di occuparci di ide

    10 Sullacausa prima, Dio etc., cfr.ibidem.L JUGNETProblmeset grands courants dela philosophie,Ordre franais, 197

    ID., Doctrines philosophiqueset systmes politiques,Ulysse, 1980.12

    STALINAnarchisme ou socialisme,1906.13 D. BurCANLyssenkoet lyssenldsme,PUF, Paris 1988.14 Mons. O GARA,L volutionnisme,MJC du Valais, s.d. Vescovodi YuankinginCina, Mons. O Gara riferisce che, dall arrivo dell Esercito diLiberazione,l intera popolazione doveva seguire delle lezioni, la prima delle quali aveva pemento l evoluzionismo.15 M. THRKAUFCosmoset cration, Tqui, 1984.

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    DANIEL R.AFFARD DE BRIENNE

    gie. Con la riflessione e l analisi delle conoscenze acqui-site, ci limiteremo a valutare la credibilit dell evoluzioni-

    smo biologico o trasformismo in base a criteri razionali escientifici.

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    apitolo PrimoL IPOTESI EVOLUZIONISTA

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    l ipotesi evoluzionista: scienza o metafisica?

    L evoluzionismo un ipotesi secondo la quale tutte lespecie viventi, compresa quella umana, discendono, persuccessive trasformazioni, da specie precedenti sempre pisemplici man mano che si risale verso la loro origine, finoagli organismi unicellulari generati dalla materia inanimata.

    Accolta in un sistema di pensiero che mette insieme filo-sofia e politica, l ipotesi trasformista oggi una teoria defi-nitivamente acquisita ed insegnata come un dogma.

    tuttavia lecito chiedersi se l ipotesi in questione possa

    dirsi veramente scientifica16

    Perch un ipotesi possa dirsiscientifica, i fatti che presenta devono essere osservabili,verificabili e, in linea di principio, riproducibili in laborato-rio secondo criteri rigorosi. Ora, la maggior parte dei fattiaddotti a favore dell evoluzionismo risale al passato e sfug-ge pertanto alle indagini scientifiche. Al pi, possono esse-re dedotti dai loro effetti presunti.

    Pochi fatti accertati e alcune fortunate esperienze, di cuiparleremo, depongono a favore di una certa evoluzione, masi tratta di un evoluzione estremamente limitata: la microe-voluzione, che produce solo variazioni morfologiche al-

    l interno delle specie. Nessuna osservazione, nessuna veri-fica mai riuscita a superare un ambito tanto ristretto. N eri-

    16 R SERVILLE, L volution est-elle unehypothsescientifique?,La Pense uni-verselle, 197 5

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    sulta un silenzio tanto inquietante da poter negare alla macroevoluzione, o evoluzionismo, lo status di ipotesi scientifica.

    Oltrepassando abbondantemente i limiti delle conoscenze e delle possibilit scientifiche, l'evoluzionismo, comeogni sistema che si prefigga di fornire una spiegazione globale del mondo, si dimostra una dottrina metafisica.Nonper questo rimane estraneo alla scienza, nel senso che, come ogni dottrina metafisica, cerca in essa motivi di credibilit. Per un bizzarro equivoco, per, data la sua attinenzacon la filosofia, viene inserito nell'insegnamento delle discipline scientifiche.

    2 L'evoluzionismo nel 'Antichit

    Precedendo di molto le ricerche scientifiche, la teoriaevoluzionista ha fatto la sua comparsa nell' Antichit 7 nelpensiero di filosofi materialisti ansiosi gi allora di e liminare Dio dalla sua creazione.

    Nel VI secolo a.C., Anassimandro di Mileto affermache i primi animali nacquero dall'umido (il mare); risalirono la riva ... e cambiarono vita. Un pensiero abbastanza simile condividono Talete e Anassimene di Mileto, cos come Eraclito di Efeso che scrive: Nulla , tutto divie-

    7 Cfr. D. BUICAN, L 'volution etes volutionnistes,PUF, Paris 1989 ; B . FAR-RINGTON, La Science dans l'Antiquit,Payot, Paris 1967; E BoiNET, Les Doctri-nes mdicales,leur volution,Flammarion, 1920 ; V BROCHARD, Les Sceptiquesgrecs, Vrin, 1923.

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    L IPOTESI EVOLUZIONISTA

    ne. Per Eraclito, tutto scorre secondo la necessit, dandoorigine al tutto.

    Nel V secolo, Empedocle d'Agrigento pensa che il tutto provenga dalla terra riscaldata dal fuoco e che il casocrei combinazioni fortuite di esseri viventi dei quali solo imigliori sopravvivono. Per Anassagora di Clazomene ltutto si forma sotto la spinta che un principio, il Nous, im

    prime ad una massa primi genia . Leucippo e Democritodi Abdera vanno oltre. Per Democrito, il tutto scaturitoper caso dal limo terrestre, a cominciare da atomi che sicombinano secondo necessit. Gli animali pi idonei, cosformati, sopravvivono. Anche Epicuro, nel IV secolo, sosterr la formazione delle cose da atomi.

    Il solo pensatore latino della serie, Lucrezio, che visse nelI secolo a.C., si riconosce discepolo di Epicuro e si dichiaraapertamente ateo. A suo parere, la religione frutto dellamancata conoscenza di una vera filosofia della natura. Ilmondo opera della natura. Gli atomi si combinano a casoper formare il tutto sotto il vaglio della selezione naturale.

    Come si vede, tutti gli elementi dell'evoluzionismo erano gi presenti nell'Antichit. La cristianit si terr lontana da queste speculazioni, anche se nel Medioevo si amava credere che mosche e topi potessero nascere dalla materia inerte. La credenza nella generazione spontanea so

    pravviver fino al XIX secolo. L'evoluzionismo fa la suaricomparsa con l'irreligiosit del Secolo dei Lumi. GiBuffon, discretamente ateo, credeva nella generazionespontanea: a suo parere, moscerini, onischi e altre piccolecreature nascono dalla materia in decomposizione. In-

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    contraddice la tesi dei piccoli cambiamenti continui, affemando che l'evoluzione si compie per variazioni bruschche diventano immediatamente ereditarie20

    Una correzione al darvinismo si resa necessaria gi negam1i Trenta, con la nascita del neo-darvinismo o teoria sinttica dell'evoluzione. Secondo questa teoria, l'insieme delmutazioni deriva da minuscole variazioni genetiche aleatore la selezione naturale elimina i soggetti meno dotati.

    Il darvinismo, neo o meno, oggi duramente attaccatoPer i seguaci della teoria neutralista, le mutazioni aleatordei geni interessano geni neutri e non comportano vantaggin conclusione, la sopravvivenza delle specie dovuta al cso, non alla selezione.

    Essendo peraltro evidente che nessuno riuscito a scoprre le forme intermedie volute dal darvinismo, i famosi aneli mancanti , alcuni ricercatori hanno avanzato una teoridetta degli equilibri puntuati. Secondo gli stessi, l'evoluziosi compirebbe per salti bruschi che introducono nuove specintervallate da stasi , ovvero lunghi periodidi equilibrio

    Secondo la teoria della contingenza dell'evoluzione, verificano regolarmente sulla Terra grandi catastrofi; le spcie che sopravvivono non sono le pi dotate,ma le pi fortunate. Inoltre non esiste progresso, al contrario: dal perido Cambriano, periodo in cui comparvero le prime specic un generale impoverimento della biodiversit.

    20 BUICAN,L 'volutionet es volutionnistes,cit.21 P MICHAUT,volutionnisme et crationnisme,Crie, s.d.

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    L'IPOTESI EVOLUZIONISTA

    Ecco che ci avviciniamo alla tesi dell'evoluzione regresiva, una tesi sostenuta, non senza un briciolo di provoczione, a dimostrazione che gli argomenti a favore dell'evluzione progressiva si adattano meglio ad un'ipotesi secodo la quale tutte le specie esistevano in origine. Ogni specsarebbe scon1parsa consentendo ad altre di svilupparsi dunque di fare apparentemente la loro comparsa, tenutconto della rarit dei fossili)22 Ma concepibile un uomoprecambriano?

    4 Gli argomenti del ' evoluzionismo

    L'ideologia non pu bastare a spiegare l'idea evoluzionsta. Se da pi di venticinque secoli la tesi trasformistasiri -presenta, pi o meno chiara, pi o meno completa, ad intevalli regolari, perch si basa sullo studio della natura. Gnell'Antichit venne suggerita da varie osservazioni, ossevazioni che si sono moltiplicate in epoca moderna. Prima esaminare le prove dell'evoluzionismo, bene dame uresoconto23

    l . Molto prima che Leonardo da Vinci avviasse lo studidell'anatomia comparata e Carlo Linneo la riducesse a sstema, la semplice osservazione del mondo animale rivel

    22 G. SALET - L LAFONT,L 'volution rgressive,d. franciscaines, 1943. Inoltre:J F PROTEAU, e Singe descend de l'homme,Ulysse, 1995.23 P.M . PRIER, e Transformisme,Beauchesne, 1938;M VERNET,L 'volutiondumonde vivant,Plon, 1950.

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    va sconcertanti somiglianze anatomiche e fisiologiche talcune specie, ad esempio tra i mammiferi. L uomo e

    scimmia non presentano forse molti caratteri comuni? somiglianze suggerisconola parentela e la parentela presupponeuna comune discendenza, dunque un evoluzionoriginata daun medesimo ceppo.

    Le differenze,per trasformazioni progressive, portano alle stesse conclusioni. Cosac di pi diverso diuna zampa dileone e diun ala di pipistrello? Eppure, i loro scheletri hannuna struttura simile. Quando paragoniamo il collo della raffa dalle lunghe vertebre a quello dalle dimensioni pi dotte degli altri ruminanti, come non pensare all evoluzion

    2. Lo studio dei fossili, cominciato oltre due secoli fconforta la tesi dell evoluzione conuna cronologia ricca distrane forme che ricollegano al presente altre somiglianed altre differenze.Non possiamonon chiederci se queglianimali scomparsi, di cui fossili rappresentano le forme sidue, non siano i progenitori delle specie attuali.

    3. Anatomia comparata e fossili ci parlano di converge

    ze di forme e conformit di organi, cose queste su cui toneremo.Ma c di pi. Alcune specie presentano organi rudimentali che potrebberorappresentarele tappe diun evo-luzione. il caso, ad esempio, delle dita laterali rudimenli del cavallo. Si cita anchel osso pelvico della balena che,pur non aderendo a muscoli, corrisponde al femore dei qu

    drupedi.Non c , per, niente di sicuro. Se le zampe posteriori della balena sono invia di sparizione, un processo interrottosiall epoca di un suo vecchissimo cugino, il basilosaurus, il quale, al posto dell osso pelvico, presentavauna

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    L IPOTESI EVOLUZIONISTA

    sorta di appendice inadatta sia al nuoto che alla locomone, ma che poteva servire a facilitarnel accoppiamento24

    Gli organi rudimentali, il cui numero diminuiscemanmano che ne vengono comprese le funzioni, sono in reatrofizzati enon in fase nascente: rappresentano pertanindizi di evoluzione regressiva.Non si trovano mai organi invia di formazione, come vorrebbe il trasformismo biolog

    4 La paleontologianon si limita a studiare i fossili presingolarmente. Essa ci spalanca ampi panora1ni che mono come la fauna ela flora si siano modificate ad ogni geologica. Ogni ra vedela comparsa di nuovi gruppi danimali e di piante. N o n sipu affermare che esistano evoluzioni in seno a questi gruppi, al contrario, essi spesso

    grediscono e scompaiono.In compenso, all interno di ogngruppo, le forme attuali differiscono da quelle remote differenze spesso aumentano (ma non sempre, come vemo) con l anzianit del gruppo.

    La tesi che la comparsa di nuovi gruppi dalla complet crescente comporti uno sviluppo progressivo delle spviventi generalmente bene accolta.Ma molto recentemente alcuni autoril hanno contestata: Fauna e flora sono innegabilmente cambiate da... un ra all altra,ma le mutazioni non hanno comportato tutto sommatouna complessit crescente. Piuttosto si trattato di variazioni su grandmi rimasti inalterati dapi di mezzo miliardo di anni

    25

    5 In seguito ai lavori di Serres e di Haeckel, l embrio

    24 P E. JOHNSON,Le Darwinisme e n question Pierred Angle, 1996.25 R. FONDI,La Rvolution organiciste Labyrinthe, 1986.

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    gia ha fornito per qualche tempo argomenti forti all' evoluzionismo. Haeckel scriveva: l'ontogenesi ricapitola la filo

    genesi. Intendeva con ci che l'embrione ricapitola, nesuo sviluppo,le forme ancestrali. Inizialmente unicellulare,somiglia poi ad un invertebrato, quindi ad un pesce, e covia ... cos che il cuore del feto umano, inizialmente un semplice tubo, sviluppa successivamente due cavit come i rettilpoi tre come gli anfibi, infine quattro come i mammiferi.

    Lo sviluppo della biologia molecolare non permette pidi sostenere un tale argomento, perch il feto umano possiede, fin dal suo concepimento, tutto il capitale geneticdella specie. Le somiglianze superficiali rilevate da Haecksi spiegano con lo sviluppo fisico degli organi. Prendiaml'esempio di un seme vegetale: cosa pu mai produrre, snon un germoglio simile a tutti gli altri germogli? Registriamodi passaggio che Ernst Haeckel, professore a Iena,fu condannato dalle autorit universitarie per aver ritoccato i suoi studi di embrioni.

    6. Si possono trovare argomenti pi seri, anche se menosuggestivi. Ad esempio quello che possiamo dedurre daparassitismo. Ogni specie vivente nutre involontariamentuna o pi specie parassite. Dobbiamo concluderne che allcreazione di ogni specie sia corrisposta la creazionediparassiti? L'evoluzione, in realt mai contestata,di specielibere in specie parassite non sarebbe pi plausibile?

    7. La biogeografia fornisce argomenti molto pi validigli stessi che hanno permesso a Darwin di elaborare la suteoria. Esiste infatti disparitdi forme nell'ambitodi speciegeograficamente isolate.

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    L'IPOTESI EVOLUZIONISTA

    Al momento della separazione tra Australia e Americdel Sud, che secondo Wegenersi verific intorno a 160 mi-lioni di anni fa i marsupiali o mammiferi aplacentati (cheportano il feto in un marsupio, come il canguro) che visierano rifugiati sotto la spinta dei mammiferi placentati,sidivisero in due gruppi che si sono evoluti separatamente.marsupiali americani, dopo la saldatura delle due Americhhanno per di pi molto sofferto della concorrenza di altmammiferi. Inoltre, le faune delPacifico e dell'Atlanticocomprendono specie geminate, ossia forme diverse di anmali che appartengono allo stesso tipo; ci dimostra che dsollevamento dell'Istmodi Panama avvenuto intorno a50milioni di annifa c stata un'evoluzione separata. Infine,

    sappiamo che particolari specie vivono su isoledi originevulcanica o corallina che, da sempre isolate, hanno potutpopolarsi soltanto per immigrazione. Queste specie si sarebbero dunque evolute separatamente.

    bene notare che gli argomenti che si evincono dallbiogeografia sono tutti a favore di un'evoluzione locale. Lforme si modificano all'interno degli stessi tipi e nonc comparsa di nuovi organi. La microevoluzione non giustifca nel modo pi assoluto le estrapolazionidi Darwin.

    5 L'albero genealogico del ' evoluzione

    La comparazione tra esseri viventi permettedi classifi-carli in suddivisioni sempre pi capillari, a cominciare dala distinzione tra fauna e flora. Si dividono gli animali i

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    grandi gruppi organizzati: i sottotipi (Insetti, Vertebrati... ),le cui differenze sono tanto nette da far ritenere impossibil'esistenza tra loro di forme intermedie o disposizioni fondamentali comuni26 Al di sotto dei sottotipi, le classi (esempi peri Vertebrati: Pesci, Rettili o Mammiferi), in seguito gli ordinche raggruppano i diversi sistemi di combinazioni di organi

    All'interno dei gruppi sistematici cos classificati, si distingue l'organizzazione formale che suddivide gli esseviventi a seconda della disposizione e delle proporzioni dloro organi, in famiglie, generi, specie, oltre chein variet orazze. I limititra suddivisioni inferiori possono sembraretroppo lieviper poter pensare a passaggi intermedi o a progenitori comuni.Ma gli ordini si trovano gi nettamente se

    paratida certe discontinuitnell organizzazione27

    da tale classificazione che si pensato di ricostruireunalbero genealogico degli esseri viventi. Ognispecievi si trova disposta all'estremit diun ramo principale o secondarioche parteda un punto di congiunzione dove si crede di poteposizionare l'ipotetico progenitore di varie specie.Al di sotto

    del punto di congiunzione,un nuovo ramo prosegue fmo adun altro punto di congiunzione, l dove dovrebbe trovarsi lpotetico progenitore di molti generi ancora.In questo modo,risalendo di congiunzione in congiunzione agli ordini, classsottotipi, si riesce a ricollegare il tutto adun unico tronco cheaffonda le radici nell' humus degli organismi unicellulari.

    26 J. LEFVRE,Manuel critiquede biologie,1938.27 M. CAULLERY,Lestapes de la biologie,PUF, Paris1941.

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    L'IPOTESIEVOLUZIONISTA

    N e risulta,in definitiva,un bell'alberocon tanti ramisecondari,ma dal tronco e dai rami principali quasispogli,carico soprattuttodi punti interrogativi econ pochi punti di riferimento- dal momento che la maggior parte dei fossilitrovaanch essa relegata tra le foglie- fomiti dai rari documenti fossili.

    Il nostro albero enuncia a chiare letterel ipotesi evolu

    zionista.Non resta che trovare le prove a suo sostegno. Orper uno strano equivoco,l albero stato trasformato nellasua prova stessa, e questograzie ad un vizio di ragionamento conosciuto come petizione di principio , ossiadomandaper la risposta. Sein una somiglianza di formesivuol ravvisare la prova diuna parentelapossiamobenissimo - dice divertito Jean Servier- ricostruire catene evolutive partendo daglioggettiche ci circondano e provare chil bastone, passandoper il trespolo, la sdraio, lo sgabello, lpoltrona e il divano, il progenitoredelletto 28

    Ideologi e volgarizzatori seguitano a ritoccarela loro

    prova ad usum populi.Non c enciclopedia o manualescientificoper ragazzi chenon presenti il famoso alberodell'evoluzione.E dal momento che laprova si rafforza das, al posto dei puntini di sospensione che esprimono il dbio degli scienziati troviamo lepi assertivesottolineature.

    28 J. SERVIER,L Hommeet l Invisible Laffont1964; ID. L Homme est rassur dedescendredu singe, in Totalit ,no 15 , 1982.

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    6 I guai del ' albero genealogico

    L'albero, gi tanto fragile alla nascita, non gode di buonasalute. Si sperava che lo sviluppo delle ricerche potesse in-foltime il tronco ed i rami principali di nuovi fossili. In real-t, si verificato il contrario: si tende sempre pi a sposta-re verso l'estremit dei rami secondari forme che si ritene-vano intermedie, e che l approfondimento delle conoscen-ze non consente pi di mantenere nella stessa posizione. Ilrisultato finale una curiosa genealogia, fatta solo di cugi-ni, qualche zio forse, ma neanche un nonno.

    La biologia molecolare aggrava ulteriormente la situa-zione29 Ogni tipo di proteina, l'emoglobina ad esempio, hauna sequenza di amminoacidi che cambia leggermente dauna specie animale all'altra. Se teniamo conto di queste va-riazioni, vediamo che le grandi classi dei vertebrati, come leorganizza l'anatomia comparata, si ritrovano anche a livel-lo molecolare. E le separazioni restano altrettanto nette per-ch, a livello proteico, non esistono classi intermedie.

    Peggio ancora, il confronto delle proteine del tipo cito-cromo C mostra che la distanza tra quella del batterio equelle del cavallo, del piccione, del tonno e del bombice quasi la stessa: tutti i tipi sono isolati, senza forme di pas-saggio. Lo stesso per l RNA e l'emoglobina: l'emoglobinadella lumaca alla stessa distanza da quella della carpa, del-

    la rana, del pollo o del canguro.

    29 Cfr. M. DENTON, volution,une thorie encrise, Flammarion, 1992; S ORTOLI,L'volutionconteste,in Science et Vie , no 834 , 1987.

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    L'IPOTESI EVOLUZIONISTA

    Davanti alla povert e alla debolezza dell'albero genea-logico, si tende oggi ad adottare il sistema dei cladi. Un cla-do un ramo biforcato che congiunge ad un unico troncodue specie che, per la loro somiglianza, si presume abbianoun progenitore comune. I cladi s'incastrano in altri cladi piampi, nella speranza di inserire nel sistema tutto il vivente.Da notare che il fattore tempo, fondamentale nell' evoluzio-

    nismo, non viene tenuto in nessuna considerazione e che unclado pu collegare un fossile ad una specie attuale. Il pro-genitore comune non viene mai nominato e pare addiritturache si rinunci a cercarlo.

    La cladistica somiglia molto a una posizione di ripiego.Come scrive Andr Neuvy 30 : la filosofia del cladogramma

    caratterizza l'imbarazzo di chi sostiene incondizionatamenteil trasformismo di fronte all'assenza di elementi probanti.

    7 Alberi meno ambiziosi

    A conforto parziale, ma inconfutabile, del trasformismo,sono stati spesso ricostruiti alberi genealogici limitati all'e-voluzione di determinate specie.

    Cos per le tavole che rappresentano l'evoluzione dellaspecie umana a partire dalla scimmia. N o n c enciclopedia

    per l'infanzia che non presenti un disegno con sei o sette fi-gure che camminano l una dietro l'altra a passo uguale. Il

    30 1n uno studio effettuato nel 1997 di cui Neuvy i ha dato notizia.

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    DANIEL RAFFARD DE BRJENNE

    primo della fila un uomo di oggi e l ultimo uno scimpanz, ma tutti vengono rappresentati con la stessa villosit,

    carnagione e la stessa gestualit. Vedremo nell'ultimo capitolo quanto una simile schematizzazione sia insidiosa. Eppuresiamo ben lontani dalle ricostruzioni che mostrano la discendenza dall'ameba del granchio, dell'elefante, dello squalo.

    Per quanto modesto, l'albero genealogico del cavalloviene spesso presentato come prova sostanziale di trasformismo. L'ambizione si limita a stabilire in che modo un piccolo mammifero erbivoro dell'Eocene abbia dato origine,nell'arco di 50 o 60 milioni di anni, ad un grande mammifero erbivoro 3 Ora, l'albero in questione tanto poco attendibile da subire continue modifiche. Nel 1874, Kowalewsky traccia un tronco diritto con quattro livelli, l ultimodei quali il nostro cavallo. Diversi ricercatori, tra cui il decano Dupret, hanno presto trasformato i primi tre in ramicollaterali 32 Nel 1918, Lull disegna un albero a forma dipalma con cinque rami su un tronco a nove livelli. Nel1955,la palma diventata, con Quinn, un cespuglio: non c pi

    un tronco, quindi niente progenitori, ma quindici rami chealtri porteranno a ventitr 33 Oggi ci si chiede se il cavallonon provenga da varie razze fossili: l'albero rischia di prendere la forma di una mangrovia 34

    3R . SERMONTI, Perseverareautem diabolicum,in Totalit , n 15, 1982 . Inoltre:

    R . SERMONTI-R. FONDI , Dopo Darwin,critica del 'evoluzionismo,Rusconi, Milano 1979.32 P. CORDIER-GONI, Ce ontje doute, Rivire scientifique , 1957.33 I.M. VAN DER VLERK-P.H. KUENEN, L'Histoirede la Terre Marabout, 1961.34 P. CHALMEL, L'volution,mythe ouralit, Tqui, 1989.

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    apitolo secondoIL MOTORE DELL EVOLUZIONE

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    l La materia causa prima?

    Nonostante l evoluzionismo ci appaia gi poco attendibile, ne prenderemo comunque in esame gli argomenti scientifici ed il meccanismo. Ma trattandosi di un tentativo dispiegazione globale della vita e delle sue forme, bisogna in

    nanzitutto determinarne la causa potenziale.Il nostro mondo materiale, dall atomo alla galassia, in

    costante movimento. Non potrebbe esistere senza movimento. Il tempo la 1nisura degli eventi che realizzano ilmovimento e la materia.

    Ma ogni evento, come ogni modifica o conseguenza che nederivino, effetto di una causa o, pi esattamente, di una combinazione di cause. Ora, ogni causa essa stessa effetto di altre. In questo modo, risalendo da effetti in cause, dovremmoripercorrere la storia dell universo fino a scoprirne l origine,che non pu che essere una causa senza causa, la causa prima.

    Respingere l origine dell universo in un passato inconcepibile per la mente umana, non risolve il problema dellacausa prima. Far dunque risalire l universo ad un big-banginiziale, significa trascurare il fatto che lo stesso non puche conseguire da cause precedenti.

    N o n si pu eludere il problema della causa prima 35 O es

    sa esterna al mondo materiale e la chiamiamo Dio, oppu-

    35 Sulla causa prima ed il caso, cfr RAFFARD DE BRIENNE, op. i

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    DANIEL RAFFARD DE BRIENNE

    re si trova nella materia. Dunque la materia si genera dalnulla. N o n ha inizio e dispone, non gi dell'eternit che

    assenza di tempo, ma di una durata infinita. ci che Possiede, in definitiva, attributi divini. Il materialismo, chesi vuole ateo, in realt un panteismo.

    Inoltre, accettando la tesi evoluzionista, dovremmo ammettere che una materia auto-creatrice, una materia-Dio, sisia dotata di una forza evolutiva regolata da un'intelligenza

    ordinatrice. Non si pu infatti non riconoscere che l'evoluzione, con la comparsa successiva della cornice ambientale,dei primi esseri viventi, delle specie sempre pi evolute einfine dell'uomo, realizza un disegno coerente. evidenteche l universo costituisce un insieme perfettamente ordinatoi cui elementi, per quanto dissimili e perch complementarinelle loro dissomiglianze, concorrono tutti ad armonizzare.Tutto ci pu essere solo frutto di un'intelligenza .

    2 l caso, motore del ' evoluzione?

    In realt, gli assertori dell'evoluzionismo non paionoporsi il problema dell'origine e della causa prima, come nonsembrano disposti a concedere alla materia un'intelligenzaorganizzatrice di cui, a dire il vero, non si ha notizia.

    Essi ritengono che il motore dell'evoluzione sia il caso.

    A loro parere, le piccole o grandi variazioni che realizzano,

    36E COUVERT, Lettre ouverte un biologiste, n La pense Catholique , n 168, 1987.

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    teria quasi eterna, tutte le combinazioni, anche lepi improbabili, hanno avuto modo di verificarsi.Ma una tale opi

    nione si scontra a sua voltacon irriducibili obiezioni.

    3 Impossibilit del caso come principio motore

    I tentativi necessari alla formazione casuale diuna prima

    cellula vivente comportanouna tale quantit di atomi che ilnumero delle loro possibili combinazioni raggiunge cifreastronomiche. Sono cifre che superano di gran lunga la soglia di impossibilit calcolata dal matematico Borel, secondo cui qualeun evento;non avendo cheuna probabilit diverificarsi su lO o, non si verificher mai in nessun luogodell'universo. Ricordiamo che gli atomi dei miliardi e miliardi di stelle dell'universo contano soltanto l 070 particelle

    Lecomtedu N oiiyha calcolato che, perch il caso possaformareuna sola macromolecola asimmetrica (elemento base della materia organica), dovrebbe disporre di10 243 miliardi di annP8 Ossia, in anni, l seguito da 252 zeri, quandol et della Terra ne comporta soltanto9

    Georges Salet,da parte sua, scrive:Anchemobilitandotutta la materia di centinaia di miliardi di galassie che popolano l universoper trasformarla in geni e distruggerli poialla cadenza favolosa di l 0 4 volte al secondo, accorrerebbero circa l 0500 anni per realizzare tutti glistatipossibili di

    38P. LECOMTE DU NoDY, L Homme devant la science, Flammarion,1939.

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    IL MOTOREDELL'EVOLUZIONE

    un gene di media importanza, cio di l 000 coppie di nucleotidi39. Ora,un semplice batterio annovera nel suoDNA3000geni dellastessaimportanza.

    Poco importano le cifre,si dir, dal momento che il caso,per compiere i necessari tentativi,ha potuto disporre dell'eternit.Ma se cos fosse, perchnon resta traccia degli incalcolabili tentativi andati a vuoto? Si potrebbe risponderche le loro tracce hanno avuto tutto il tempo discomparire.Allora perchnon si vedono tracce di nuovi tentativi? Dobbiamo credere che il caso abbia smesso dioperare?Ma chidunque avrebbe cambiato le leggi della materia?

    E innanzi utto, il caso dispone davvero dell'eternit (opi esattamente diun tempo infinito)?

    4 Impossibilit del/ evoluzione p r caso

    Si deve in primo luogo osservare che l'evoluzione nopu essere eterna. Un'evoluzione,per quanto numerosi possano esserne i tentativi, meandri e tappe immaginabili,segue un percorso che la portada un punto all'altro. Possiedequindiuna durata limitata. Supponendo che abbia avuto inizio, se cossi pu dire, dasempre,potrebbe solo essere finita da sempre. Evoluzioneed eternit (di fatto, tempo infinito) sonotermini antiteci.

    Si potrebbe rispondere che la materia eterna,ma che

    39 G. SALET, Hasard et certitude, d. St-Edme,1972.

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    l'evoluzioneha avuto inizio inun tempo definito. Si presuppone allora che la materia immutabile abbia subtounamodificazione. Ma, o la modificazione derivada un impulso esterno, e con questo reintroduciamo la nozione di Doppure provieneda un movimento interno, e ricadiamo nepanteismo.

    Alcuni hanno espressol idea di una evoluzione ciclica,dunque eterna, poich la fine diun ciclo la riporterebbe alpunto di partenzaper una nuovo inizio. PerEngels,la materia stessa si muove inun continuo vortice0 SecondoHoyle, man mano che la materia muore, se ne creaunaquantit pari41 ; siamo in piena metafisica panteista. PePierre Rousseau, un processo che deriva dalla trasformazione eterna e reciproca della materia in energia e dellnergia in materia42

    Romana fa tuttavia notare che,se la legge della conservazione dell'energia stabilisce che lasommadi energia racchiusa nel mondo resta sempre la stessa,una parte di essa sitrasforma poco a poco in energia termica, la quale non p

    pi trasformarsiin energia utile43

    Se il primo principiodella termodinamica afferma che la quantit di materia eenergia nell'universo rimane costante, il noto secondo prcipio stabilisce che la materia e l'energia tendono sempr

    40 A. ROMANAin J. DE BIVORTDE LA SAUDEEssai sur Dieu, l hommeet l uni-vers, La Colombe, 1957.41T. PAGE toileset galaxies,Marabut,(Ville) 1962.42 P. RoussEAU, e l atome l toile,PUF, Paris1966.43 Cfr. ROMANAop cit.

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    decadere da stati complessi e ordinati instati disordinatil'entropia misura tale decadimento44

    Gamow, basandosi sulla fisica relativistica, affermal'universo esaurisce le sue riserve45: dunque la materiano eterna. La scienza prova inoltre che la materiaha un etcalcolabile, il che basta astabilirecheha avuto un inizio. Sne pu dedurre l'inizio anche dalla constatazione che, guito o meno adun big-bang, l'universo in espansioneespansione di cui gli astrofisici misurano la durata. Mche si basano sulla radioattivit attribuiscono alla Terrme ai meteoriti provenienti dallo spazio,un et massima dalcuni miliardi di anni. infine accertato che lestelle invecchiano e si spengono. Quanto detto prova che la m

    non eterna, al contrarioha avutoun inizio e avruna fine.Anche ammettendo l'eternit ciclica della materia, nrisolverebbero tuttavia i problemi diuna evoluzione che dvrebbe verificarsi nel corso di un solo ciclo di durata limpoich alla fine di ogni ciclo tutto tornerebbe al punto z

    5 Ricorso adun agente esterno o sconosciuto

    Il caso non pu essere l'unico principio motore plau

    44 Prigoniniha elaboratouno studio sulla strutturazione spontanea dei sisteminon-equilibrio, ma ne ha studiatisolamente casiparticolariche non contraddicno in nullala II legge della termodinamica.Vedi A.J. MoNTY-WHITEvolutionun mythe roulant,Centrebiblioteque europen, 1983.45 PAGE op cit.

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    le dell'evoluzione.Da una parte,come stabiliscono i calcoli di Lecomte du Noiiy edi Salet, e come vedremo in altri

    capitoli, il tempo concesso al caso di gran lunga troppobreve. Dall'altra,l'evoluzionismoesige un'evoluzione progressiva, dunque ordinata, che malsi concilia con un casoper definizione imprevedibile.

    Si potr obiettare che la selezione naturale basta a spiegare la conservazione di un vantaggio acquisito per caso.

    evidente per che spesso, a voler credere agli evoluzionistiun vantaggio compare solo gradualmente ed preceduto dtappe nelle quali, primadi diventare effettivo in un tempo avenire, causa soltanto inconvenienti. La selezione dovrebbeliminare sia gli inconvenienti che il potenziale vantaggio

    I pi eminenti esperti rifiutano la spiegazione dell'evoluzione ad opera del caso. Per Marcel-Paul Schiitzenbergerl'evoluzione non pu essere frutto del caso, perch l'ordine non pu uscire dal caos. Secondo Jean Dorst, il caso nopu essere responsabile della macroevoluzione che, a suoparere, chiaramente programmata. Anche Roberto Fondsostiene che le specie compaiono secondo un programminscritto nella materia organica. tienne Wolff, che condivide l'opinione di Fondi, ritiene che l'evoluzionesi orientisecondo precise direttrici46

    gi da tempo che gli studiosiintroducononelle loro dimostrazioni un elemento di tipo metafisica sinceramentestraneo agli assunti scientifici: una misteriosa finalit, un

    46 Interviste diquesti quattroprofessori in "Figaro-Magazine",24 novembre1991.

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    IL MOTORE DELL'EVOLUZIONE

    forza evolutiva,un capitale evolutivo ilcui esaurimentogiustificherebbeil fissismo ostinatodi specie antichissime.Incapaci di definireuna simile forzamisteriosa,i teoricidell'evoluzione lhanno chiamata coni nomi pi diversi.C lo "slanciovitale"di Bergson47, la "telefinalit"di Lecome du Noiiy48, il "determinismo teleologico"di Cunot49. Serville50 ha registrato inoltre: '"entelechia"(Naegeli), la "forza evolutivainterna"(Abel),la "causa non meccanica" (Driesch), l"'anticaso"(Cunot) el'"anticaos"(Piveteau).A questi bisognaaggiungere "'evoluzioneesplosiva" (Schindewolf)e l"'aromorphosis" (Senentzoff eZenner)che attribuisconofacolt creatricialla materia1Infine, il premioNobelMonod, paladinodel casonell'e

    voluzionismo,- nonostante riconoscaallo stesso tempol'improbabilit dell'evoluzionead operadel caso,considera iviventidotati di un "progetto" che li dirige; parladi"teleonomia"52

    Se molti pensatorio ricercatorisi limitano a coniare termini che, senzaavere unsignificatopreciso, rasentano lametafisicanel tentativodi evitarla, altri si spingono oltre ericonoscono in Dio il principio motore dell'evoluzione. PeTeilhard deChardin, cheavevala pretesa diadattare ilmar-

    47

    H. BERGSONL volution cratrice,1907.48 P. LECOMTEDUNoDY, L homme et sa destine,1948.49 L CUNOTL Jnquitude mtaphysique,tudes,1928._50 SERVILLEop. cit.51 D. DEWAR The Transformist Illusion,Dehoff,1959.52 J. MONOD e Hasard et l Ncessit.

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    DANIEL R.AFFARD DE BRIENNE

    xismo al cristianesimo53 , e per Chauchard54 , Boigelot55 eGrass56, l'evoluzionismo il modo in cui si realizza l

    creazione per un impulso impresso da Dio.Torneremo a parlarne, ma segnaliamo intanto, al limidella metafisica, l'opinione di Le Roy, per il quale l'evolzione umana obbedisce a fattoridi origine psichica57 L'autore non dice nulla dell'evoluzione antecedente l umanitdell'originedi detti fattori psichici. In compenso, Teilhardde Chardin attribuisce fattori psichici a tutto l'universo:suo parere, anche la materia bruta, anche le particelle elmentari possiedono coscienze conle quali possono prevedere il futuro e fare in modo che l'evoluzione tenda ad uuniverso dallo psichismo assoluto58 Con questo esempioditeilhardismo delirante, ricadiamo in un panteismo integraappena velato da una verniciatadi cristianesimo.

    6 Obiezioni al 'idea di creazione evolutiva

    Abbiamo visto come la teoria evoluzionista possa re

    53 P. CHAUCHARD La Cration volutive,SPES, 1959. J. JOUBLIN L'volutionnisme soi-disant chrtien de Teilhardde Chardin, in La Pense Catholique , n 78-79, 1962.54 Ibidem.55 R. BOIGELOT L 'Homme et l 'Univers,Renouveau-Soleil, 1946.56P.P. GRASS,L'volutiondu vivant,Albin Michel, 1973; ID. Essai sur l'histoire nature ile de l 'homme,Albin Miche , 1971.57 LE RoY, Les Origines humaines et l'volution de l'intelligence,Boivin, 1927;ID. L'Existence idaliste etlef it de l'volution,Boivin, 1927.58J.E. CHARON La Connaissance de l'univers,Seuil, 1965.

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    IL MOTORE DELL'EVOLUZIONE

    gersi solamente con l'ausilio della metafisica o addiritdel soprannaturale. Ma bisognerebbe che la metafisica

    finisse per contraddire la scienza sul suo stesso terreno. proprio su quel terreno che sorgono gravi obiezioni.Se ammettiamo che la creazionesi compie sotto formadi

    un'evoluzione scatenata da un evento iniziale, tutto ilprogramma dovrebbe trovarsi iscritto nella materia in mda avviare automaticamente e progressivamente i procevolutivi. Di un tale programma iscritto nella materia bnon si ha notizia, a meno che i nostri evoluzionisti deisticettino di prendere in considerazione un secondo evecreatore che faccia nascere la vita da elementi inanima

    Nel DNA dei loro cromosomi, gli esseri viventi pos

    dono tutte le informazioni che, tramandate dai progenideterminano il loro completo sviluppo59 A loro volta, trasmettonolo stesso codice genetico ai loro discendenti.Seesistesse perci un messaggio evolutivo trasmissibile averso i secoli, essosi troverebbe contenuto nel codice gentico. In altre parole, il DNA degli organismi unicellularimordiali doveva contenere il codice delle milionidi specie,pi o meno complesse, a venire.

    Il professar Schiitzenberger, oltre a considerare le inmazioni contenute nel genoma del tutto insufficienti nuricamente a spiegare il vivente, se non a tal fine predi

    sto, fa notare che i pesci dell'era primaria avrebbero do

    59Per non appesantire il nostro testo, si suppone che il lettore conosca alcunimenti di genetica cui dovremo richiamarci api riprese. Ne forniamo tuttaviauncompendio nel Pro Memoria.

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    DANIEL R.AFFARD DEBRIENNE

    to avere, in potenza, i germi di organi di cui erano privi, madi cui i loro successori sarebbero stati provvisti60

    Gli organismi unicellulari attualmente esistenti hanno almassimo nel loro DNA mille volte meno nucleotidi, quindiinformazioni, di quanti ne abbia l'uomo. evidente che, perevoluzione, non potrebbero generare milioni di specie,compresa quella umana. Si potrebbe allora pensare che gliesseri che non evolvono, o che non evolvono pi, si disfinodelle informazioni inutili. Se i pesci Crossopterigi hannodato origine a tutti i vertebrati terrestri perch, sempre nella stessa ipotesi, il loro DNA conteneva tutti i codici dei vertebrati.Se uno di essi, il celacanto, rimasto immutato dopo decine di milioni di anni, si deve pensare che abbia anche abbandonato tutti i codici inutilizzati.

    Allo stesso modo dovremmo immaginare chei capostipiti di un sottotipo, di una classe, di un genere, si siano dis-.fatti dei codici degli altri sottotipi, classi, generi. Se non accettiamo queste cancellazioni,l DNA degli organismi unicellulari attuali non dovrebbe essere mille volte pi poverodi quello umano,ma migliaia di volte pi complesso.

    Se5 al contrario, ammettiamo che il DNA rifiuti, o perlomeno non trasmetta le informazioni inutilizzate, come spiegare che non rifiuti allo stesso modo leinformazioniche riguardano eventuali specie future, quando neppure questesono immediatamente utilizzabili?

    60M.-P. SCHTZENBERGER,Les Failles u darwinisme in La Recherche , n 283,gennaio 1996.

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    IL MOTORE DELL'EVOLUZIONE

    Perch, nella prima come nella seconda ipotesi, dovremmo accettare che il DNA contenga una massa di informazioni che verrebbero utilizzate solo da una discendenza pio meno lontana. Che esista o meno una selezione tra questinformazioni, quale processo potrebbe bloccare, nell'evenienza per milioni di anni, una quantit di nucleotidi durante la duplicazione del DNA e gli spostamenti del RNA?

    Quale processo permetterebbe poi di sbloccare gradualmente alcuni di questi nucleotidi e non altri, secondo uncronologia e direzioni predeterminate almeno dall'origindella vita? E come potrebbe tutto ci sopravvivere agli incidenti genetici che nessuna selezione, a livello delle informazioni bloccate, riconoscerebbe?

    Per ricapitolare, dietro un artificio di tipo positivista, latesi evoluzionista, punta di lancia dell'ateismo, si trova costretta a far intervenire fattori soprannaturali che si ispirano ad un panteismo certo, o ad un certo creazionismo.Senzaper questo riuscire a trovare la via d'uscita da un dedalodicontraddizioni ed impossibilit che bastano a dimostrare lsua stessa inattendibilit.

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    Capitolo terzoL ORIGINE DELL VIT

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    Se i fautori di una poco probabile creazione evolutivapossono accettare che Dio abbia fatto apparire sulla Terra leprime cellule viventi, gli assertori invece di un ancor piimprobabile evoluzionismo materialista devono presumereche la vita si sia generata da s dalla materia inanimata.

    Che cosa la vita? Pare che una sua chiara definizionenon esista. Gli scienziati condannano il vitalismo, una dottrina biologica che afferma l'esistenza di un principio vitale, distinto sia dall'anima che dal corpo, da cui dipenderebbero le attivit organiche. Ma la vita non si spiega con unasemplice costruzione della materia, dichiara Maurice Fernet, il quale aggiunge, contro Teilhard de Chardin, che l'energia della vita non la stessa della materia bruta 61.

    Cos' dunque la vita? Un dizionario largamente diffusorisponde: Risultato del funzionamento regolare degli organi che concorrono allo sviluppo e alla conservazione del

    l'individuo62. La vita procederebbe dunque dal funzionamento regolare degli organi, ma come possono funzionaregli organi se non sono prima dotati di vita? La vita non pu es-sere insieme la causa e la conseguenza del loro funzionamento.

    Non riuscendo in definitiva a spiegare la vita, ci si limi-

    61 M. FERNET, La Grande I ll usion de il hard de Chardin Gedal ge, 1964 . ID. numerosi articoli, in Le Monde et la vie , nn. 133-134-135 -138 -144 -146-184 -191,1964 -1969.62 Petit Larousse illustr 19 72.

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    ta a definirla superficialmente come l esercizio delle funzioni dell essere vivente.

    Che cosa un essere vivente? un complesso fisico organizzato all esercizio autonomo di un certo numero di funzioni che concorrono, tramite scambi energetici e chimicicon l ambiente, a realizzare tre scopi:- L autorigenerazione, che garantisce lo sviluppo el so

    stentamento dell essere vivente. Tale funzione assicura lacontinuit della struttura mediante la rigenerazione dellasostanza.

    - L autoregolazione, che consente all essere vivente diadattarsi entro certi lin1iti alle variazioni dell ambiente.

    - L autoreplicazione, mediante la quale l essere vivente dforma ad esseri simili a se stesso.A ci concorrono organi pi o meno specializzati, or di

    nati tra loro in un complesso armonico secondo il programma stabilito dal DNA6 Ogni essere vivente possiede un individualit ed limitato nello spazio e nel tempo; in particolare, nasce e muore.

    I materiali di base dell essere vivente sono rappresentatida molecole complesse, dette organiche, che non sono presenti nella materia inerte.

    Gli unici elementi in comune tra materia organica e materia inerte sono gli atomi, ovvero gli elementi chimici checompongono le molecole. Sappiamo che questi elementi in

    comune si trovano allo stadio pi elementare della materia

    6 Vedi Pro Memoria.

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    L ORIGINE DELLA VITA

    E un tale incontro si spiega naturalmente con il fatto che gesseri viventi non possono attingere, direttamente o menola loro sostanza se non nella materia inanimata.

    Per il resto tutto separa la materia organica, complessamutevole, dalla materia inerte priva di movimento, come idica il termine. La maggior parte delle molecole della mteria inanimata stabile e se a volte, nel tempo, si esercisu di esse un azione, questa va solo nel senso della decomposizione, della disintegrazione in elementi ancora pi semplici e stabili. N on solo la materia non offre nessun segnodievoluzione progressiva, ma dimostra l esatto contrario.

    l La vita nasce dalla materia inanimata

    Mondo minerale e mondo vivente appaiono tanto estrnei l uno all altro, che si fatica a credere che il primo abbpotuto generare il secondo.

    Esistono in realt organismi che fanno da cerniera tmondo vivente e minerale. Sono i virus. I virus, formati proteine, ma proteine cristallizzabili, possiedono, conu fi-lamento di acido nucleico codificato (DNA o RNA), alcupropriet dell essere vivente. Potrebbero costituire un ecellente stadio intermedio tra minerale e cellula vivente

    per riprodursi, non dovessero sfruttare cellule ospiti. Npotendo infatti costruire le loro proteine, i virus le fanno semblare da cellule invase dal loro DNA. Il primo virus npu aver preceduto la prima cellula e dunque non pu esre un suo ascendente.

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    Una teoria, denominata pansperma , avanzata al principio del secolo da Lord Kelvin e da Arrhenius, ipotizza che

    le prime cellule viventi siano giunte sulla Terra dagli spazi interplanetari o anche interstellari, trasportate da meteoriti. Siri-tiene inoltre che alcuni meteoriti presentino tracce di materiaorganica, anche se molto probabilmente si tratta di tracce prodotte da una contaminazione terrestre. Comunque sia, ben poche cellule viventi sarebbero state in grado di sopravvivere ai

    rigori estremi delle radiazioni e delle temperature dello spazio.La ~ n s p e r m torna attualmente in auge grazie all'astro

    fisica. E stato annunciato il ritrovamento di materia organica sul pianeta Marte, ma la notizia pare quanto meno prematura e troppo ottimista. Ad ogni modo, come vedremo,tra molecole organiche e cellule viventi ce ne corre. PoichMarte, nell'opinione generale, l unico pianeta del sistemasolare, oltre alla Terra, che potrebbe ospitare la vita, le speranze si orientano ormai verso l immensit della nostra galassia. Nell orbita della stella Pictoris (Costellazione delPittore), stato scoperto quel che sembra essere un pianeta,ma una tale evenienza non ci farebbe avanzare di un passonella soluzione del problema della vita.

    L'esistenza di un gran numero di pianeti nella nostra galassia non infatti probabile?

    Come si vede l ipotesi della pansperma non spiega nulla. Serve solo a ricacciare il problema della vita nelle lontananze dello spazio ed evitare cos di trovargli una soluzione, complicandolo anzi con una questione di trasporto. Perch la vita sarebbe scaturita dal mondo minerale di lontani. . . . .1potet1c1 p1anet1 e non sul nostro, dove si trova?

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    L ORIGINE DELLA VITA

    2. Atmosfera ipotetica e brodo primordiale

    Per i materialisti, la vita deve essersi generata spontaneamente dalla materia inorganica, ma la scienza non forniscenessuna prova in questo senso. Gli esseri viventi sono formati da complessi organici a loro volta prodotti da esseri viventi che selezionano ed assimilano materiali inorganici 64

    Per sbloccare la situazione gli evoluzionisti hanno concepito una storia piena di colpi di scena, nei quali l'incontrofortuito di alcune sostanze, casualmente dotate delle necessarie proporzioni, avrebbe prodotto, per combinazioni chimiche accidentali, i primi organismi semplicissimi, ma viventi. Un simile concorso di possibilit, scrive Joel de Ro

    snay, tanto poco verosimile da essersi potuta verificare unasola volta e grazie all'immensit del tempo lasciato al caso 65 In realt, come abbiamo visto e vedremo ancora, un tempo

    calcolato anche in miliardi di am ridicolmente troppo breveper concedere alla nostra storia anche la pi esigua delle possibilit. Rosnay avrebbe dovuto parlare di assoluta impossibilit.

    Il primo autore di tale storia evoluzionista, il biologo russo Oparin, non si lasci trarre in inganno. Ispirandosi adEn-gels, fece ricorso a misteriosi principi superiori, a necessitinerenti alla natura, tutte cose che esulano dal campo delleleggi naturali come da quello della casualit 66 Ricadiamoancora una volta nella metafisica.

    64 M FERNE T, L volutiondu mondevivant,Plon, 1950.65 J DE ROSNAY, Les Originesde la vie: de l atome la cellule,Seuil, 1967.66 A.l. OPARIN, L Origine dela viesur la Terre Masson, 1965; commento del pro-

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    DANIEL RAFFARDDE BRIENNE

    Al principio dunque della storiac l'atmosfera primordiale della Terra, composta, secondo Oparin, da metano

    ammoniaca, idrogeno e vapore acqueo. Viene subito dpensare all'atmosfera di Giove, pianeta semi-gassoso67 , anche se la sua atmosfera composta principalmente da idrogeno ed elio.Ad ogni modo, ci viene detto, intorno alla Terra non c era ossigeno, che altrimenti avrebbe impedito airaggi ultravioletti di realizzare le prime sintesi volute dalstoria evoluzionista. L'ossigeno presente in enormi quantinella nostra aria e nella nostra acqua, si sarebbe trovato alora immagazzinato in ossidi ferrici.Unasua piccola quantit contenuta nel vapore acqueo avrebbe formato dal metano il gas carbonico (diossido di carbonio), da cui provienl'atlnosfera attuale e che,secondoalcuni, sarebbe stato addirittura l'unico componente della vera atmosfera primordiale, come su Venere e Marte68 Sulla Terra, per l'azione deivegetali, l'ossigeno avrebbe cominciato a sostituire il gacarbonico un 1niliardo di annifa.

    Nell'atmosfera di Oparin, la sintesi di molecole organi

    che sarebbe stata provocata da radiazioni escaricheelettriche. Miller, Calvin, Fox e altri hanno ricostituito in laboratorio la stessa atmosfera, sottoponendola poi a vari trattamenti: scariche elettriche, bombardamenti di un ciclotroneriscaldamento a l 000 gradi. Cos facendo hannoottenutola

    fessore Gavaudan,traduttore.Le primeopere diOparinsono state pubblicate nel1924.67F.H.T. RODHES,La ie et son volution, Voici, 1964.68E.J. OPIK Initiation l astronomie, Payot, Paris 1964.

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    L'ORIGINEDELLAVITA

    sintesi di quegli amminoacidi che sono il materiale da struzione delle proteine, oltre alla sintesi di altre molec

    organiche; ma hanno anche ottenuto la sintesi di una maconsiderevole di molecole diverse ed in particolare di qule dell'acido cianidrico, il terribile acido prussico dei manzi polizieschi. pur vero che si possono ottenere mocole organiche anche sottoponendo l'acido cianidrico raggi ultravioletti.

    Se ciascuno di quei diversi trattamenti violenti produsintesi promettenti, anche in grado di distruggerle. Inolallo stesso modo in cui in assenza di vita non pu esistselezione naturale, nonc nulla che consenta alle molecole buone di liberarsi dalla massa di quelle cattive.

    Comunque sia, i nostri evoluzionisti ritengono che le mlecole buone si siano opportunamente raggruppate o fondo degli oceani, o meglio ancora sul fondo delle lagriscaldate dalsole e miracolosamente risparmiate dall'orogenesi tumultuosa dei primordi.Sar il brodo primordiale(alcuni preferiscono parlare di fango primordiale ) in le molecole si combineranno in macromolecole perl azione necessaria di presuntima oscuri catalizzatori. N on basta,bisogna anche immaginare un processo sconosciuto cconsenta agli amminoacidi tenuti in soluzione di costrudelle proteine.

    vero che inlaboratoriosi riusciti a formare catene damminoacidi,ma con procedimenti aseccoe riscaldandolia 170 (unpo caldo per un brodo, anche primordiale).Sitratta di catene che, non somigliando a proteine biologicvengono chiamate proteinoidi.

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    DANIEL RAFFARD DE BRIENNE

    In condizioni che si vogliono analoghe a quelle attribuite alla Terra ancora giovane, ma in realt assai diverse da un

    esperimento all'altro, sono anche riusciti a costruire sperimentalmente altre molecole, in particolare nucleotidi unitiin sequenze nientemeno che da 30 a 200 elementi, ma inmodo del tutto casuale. Restiamo lontanissimi dalla catenaperfettamente ordinata di 5 milioni di coppie di nucleotidiche costituiscono il DNA di un semplice batterio.

    3 Una pre vita?

    Osserveremo ancora che le macromolecole del brodo primordiale debbono distruggersi anche pi facilmente di

    quanto non si formino. Ma anche conservandosi, non possono costituire degli esseri viventi: basta infatti assemblarequalche pezzo a caso in una scocca per avere un motore?

    Gli evoluzionisti, ipotizzando che le macromolecole abbiano acquisito (dove? come?) la capacit di crescere, proliferare, farsi complesse, interagire tra loro, superano anco

    ra una volta i confini della metafisica .. . Comunque, a sentir loro, le propriet della vita sono comparse gradualmente.

    In una soluzione acquosa, stata provocata sperimentalmente l'agglomerazione di macromolecole in minuscolegoccioline isolate da molecole d'acqua attratte elettricamente: i "coacervati" . Se ne dedotto che, sempre grazie adoscuri catalizzatori, si sarebbero formate spontaneamentegoccioline prebiotiche, i "protobionti", che nutrendosi delbrodo primordiale avrebbero dato origine a cellule viventi.

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    L'ORIGINE DELLA VITA

    E tutto ci in virt di una selezione naturale, quando nonpu esserci selezione naturale fintanto che non esiste riproduzione. Si parla anche di "geni nudi" o di RNA primordiale: una prima molecola di RNA si sarebbe sintetizzata fortuitamente nel brodo primordiale.

    In breve, sono stati ipotizzati pre-organismi provvisti dipre-vita. Ora la vita, e anche la "pre-vita", non pu esisteresenza una vera organizzazione: possiamo davvero credereche basti mettere insieme qualche pezzo di un motore perch questo cominci a girare? E ancora una volta, come pula pre-organizzazione, senza uno schema di montaggio e unmontatore qualificato, evolversi in organizzazione e la previta in vita? Possiamo anche chiederci se basti montare tut

    to il motore perch questo si avvii da solo. In altre parole, lavita semplicemente il risultato di una combinazione dimolecole, oppure la combinazione di molecole semplicemente la base necessaria alla vita? Ma allora c un altroproblema.

    Ecco per concludere la storia dei nostri evoluzionisti.

    N o n una buona storia: con tutte le sue inverosimiglianze,ci lascia ancora lontani dalla mta.

    Tra i "protobionti" e la pi modesta delle cellule viventi,esiste una grande, grandissima distanza. I "protobionti" somigliano alla cellula quanto gli occhi del brodo possono somigliare all'occhio umano La cellula vivente si presentacome un organismo complesso che funziona secondo modalit precise che escludono la possibilit di evoluzione dastadi inferiori: la legge del tutto o niente. Tenuto contodella complessit della cellula e dell' interdipendenza dei

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    D NIEL RAFFARD DE BRIENNE

    suoi organuli, dovremmo supporre che si sia generata all'improvviso dai "protobionti". Non possono esserci analo

    ghi stadi intermedi, ad esempio quello attuale dei virus: quelche i virus non hanno, lo prendono da cellule perfettamente costituite.

    Avvolto da una membrana a permeabilit selettiva, il pisemplice degli organismi unicellulari comporta, oltre al nucleo, un gran numero di organuli delicati: mitocondri, ribo

    somi ... , in grado di garantire tutte le funzioni vitali e di sintetizzare l 0.000 prodotti diversi. Il nucleo, nella sua membrana69 contiene con i cromosomi tutto il centro di comando sotto forma di lunghi filamenti di DNA. Le lunghe catene di DNA contano milioni di anelli disposti secondo un ordine rigoroso; la minima inversione romperebbe il mecca

    nismo. Anche ipotizzando che il caso sia riuscito ad infilaretanti anelli, come avrebbe potuto trovare il giusto ordine?

    4 L 'impossibile passaggio al ' essere vivente

    Il problema si complica con l'asimmetria delle molecoleorganiche. A causa di tale asimmetria, molecole della stessaformula deviano la luce polarizzata a sinistra (levogire) o adestra (destrogire). Le molecole organiche ottenute per sintesi non deviano la luce da alcun lato (sono racemiche) per-

    69 Soltanto alcuni organismi uni cellulari, i procarioti, non hanno un nucleo vero eproprio.

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    L'ORIGINE DELLA VITA

    ch statisticamente sono per met levogire e per met destrogire. quanto stato osservato durante gli esperimenti

    gi citati sulle sintesi dell'atmosfera ipotetica e del brodoprimordiale.

    Ora, negli esseri viventi, tutti gli amminoacidi e quinditutte le proteine sono leyogiri. Ad eccezione di alcuni prodotti di batteri o di funghi che sono sempre destrogiri. . . equesto non migliora le cose. Il fatto dipende, chiaramente,dallo stesso DNA, di per s asimmetrico. Ma come potrebbero i milioni di gradini del DNA essere tutti, senza eccezione, asimmetrici dallo stesso lato, se la loro scelta stataeffettuata a caso tra materiali met levogiri e met destrogiri? Crederemmo al caso se una roulette facesse uscire per

    secoli solo il rosso e mai il nero?L'improbabilit di ottenere una serie ininterrotta di rossi

    o di levogiri cresce secondo una progressione geometricacon ragione 2. Il famoso problema della scacchiera ci dun'idea di tale progressione. Poniamo un chicco di granosulla prima casa della scacchiera, 2 sulla seconda, 4 sullaterza, 8 sulla quarta e via raddoppiando fino alla 64a ed ultima casa. Le cifre, inizialmente modeste, sfuggono progressivamente al controllo finch, giunti all'ultima casa,avremo sulla scacchiera la raccolta mondiale di grano delsecolo E siamo solo alla 64a casa. Che accadrebbe se do

    vessimo continuare l'operazione sui milioni e miliardi di case che rappresenterebbero le molecole dell'essere vivente?Supereremmo presto la soglia d'impossibilit fissata da Borel.

    Ricordiamo che il matematico Borel ha dimostrato chesuperata una certa soglia, di cui riparleremo a proposito di

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    DANIEL R.AFFARD DE BRIENNE

    Salet, l improbabilit equivale ad assoluta impossibilit.Come esempio di improbabilit di questo tipo, ha citato

    quello di un milione di scimmie che per dieci ore al giornopicchiano sui tasti di un milione di macchine per scrivere;in capo ad un anno, i fogli cos stampati, verrebbero raccol-ti a caso in volumi, i quali volumi si rivelerebbero la copiaesatta dei libri di una biblioteca. Ecco un esempio matema-tico pi semplice che non risponde neppure ad un impossi-

    bilit: esistono pi di 2 miliardi di modi di disporre 20 per-sone intorno ad un tavolo. Anche in questo caso i matema-tici ci impongono una sola conclusione: l impossibilit del-l evoluzionismo.

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    apitolo quartoL ORIGINE DELLA SPECIE

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    l rima cellula e poligenismo

    Consideriamo come avvenuta la formazione del primoorganismo unicellulare, della prima cellula vivente da cui,per gli evoluzionisti, discenderanno i regni animale e vege

    tale. Se vogliamo mantenere, per proseguire la nostra discussione, la finzione del suo emergere graduale dalla materia inorganica o quella della sua improvvisa comparsa, l una e l altra impossibili, dobbiamo accettare che questa cellula sia unica.

    Da un lato, infatti, l unicit del sistema cellulare in tuttoci che vive obbliga gli evoluzionisti a sostenere la tesi diuna discendenza da un origine comune: se fossero esistitevarie origini, infatti, non vi sarebbero diversi sistemi?

    Dall altro, se riteniamo che la vita possa essere comparsa soltanto nell unico sistema cellulare attualmente esisten

    te, e che tutte le possibili alternative siano rimaste inerti osterili, oppure, ancora pi difficile, se siamo convinti che l ~tri sistemi avrebbero potuto funzionare, ma che per coincidenza uno solo si sia realizzato in pi esemplari al punto daeliminare tutti gli altri, allora dobbiamo ammettere che unevento, giudicato altamente improbabile da Joel de Rosnay70e assolutamente impossibile dai matematici, si sia ve-

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    rificato un certo numero di volte, moltiplicando considere-volmente il tasso di improbabilit o aggravando, se possibi-

    le, l impossibilit.Tenuto conto del carattere fortuito delle mutazioni e del-

    le innumerevoli direzioni che esse possono imprimere ca-sualmente, il trasformismo, per ogni tappa dell'evoluzione,pu solo ammettere un'origine unica, un monogenismo .

    Alcuni autori avvalorano spesso, invece, l'ipotesi del

    poligenismo , ipotesi secondo la quale o per una coinci-denza davvero straordinaria, o per l'intervento di un miste-rioso fattore vagamente metafisica, soggetti diversi sub-iscono le stesse modificazioni. Osservando come la teoriapoligenica venga pi facilmente applicata alla pretesa di-scendenza dell'uomo dal mondo animale, ci si rende contodi quanto l'evoluzionismo debba pi alle ideologie che allascienza. E con l unico apparente risultato di seminare dub-bi sull'esistenza dell'anima ed eliminare il peccato origina-le Senza contare la giustificazione del razzismo.

    2 protisti

    Torniamo al nostro organismo unicellulare e alla sua esi-genza di riprodursi rapidamente. I suoi discendenti, i pro-tisti , si sarebbero differenziati in due linee evolutive: iprotofiti , da cui discenderebbe il regno vegetale, ed iprotozoi , antenati ipotetici del regno animale.

    A questo punto si incontra una prima difficolt. Difatti,come gli animali dipendono per il loro sostentamento (oltre

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    L'ORIGINE DE LLA SPECIE

    che per l'aria che respirano) dai vegetali, cos i protozoi,che possono assimilare soltanto sostanze organiche, si nu-trono attraverso i protofiti i quali, grazie ad alcuni pigmen-ti come la clorofilla, trasformano i minerali in molecole or-ganiche. Con tali pigmenti i protofiti possiedono dunque,nel senso darviniano del termine, un vantaggio sui protozoi.Ma la loro comparsa sarebbe anteriore o posteriore a quelladei protozoi? Se fosse anteriore, dovremmo parlare di re-gressione, non di evoluzione progressiva. Se fosse posterio-re, di cosa si sarebbero nutriti nel frattempo i protozoi? De-gli avanzi del brodo primordiale che, per un'ulteriore felicecombinazione, si sarebbero trovati in quantit sufficiente?

    In entrambi i casi, non c stata selezione naturale, per-

    ch il vantaggio dei protofiti non ha comportato la scom-parsa per competizione dei protozoi. Sappiamo, ma ne par-leremo ancora, che secondo il darvinismo ed i suoi discepo-li, il progresso evolutivo deriva dall'eliminazione per sele-zione naturale degli individui e delle specie rimaste immu-tate a favore di quelli o quelle che, per una mutazione for-tuita, hanno acquisito un vantaggio. Su questi s s u n t i ~avremmo tutte le ragioni di stupirei che ai giorni nostri sipossano ancora contare milioni di specie viventi, di cui mol-te svantaggiate se confrontate con le loro vicine o cugine,mentre la selezione naturale avrebbe dovuto ridurne il nu-mero, se non all'unit, almeno alla modesta quantit con-sentita dalle differenze di ambiente fisico.

    Inoltre, poich il trasformismo somiglia a una corsa adimpossibili ostacoli, ci si para di fronte un'ulteriore diffi-colt. I protisti avrebbero, attraverso una favolosa serie di

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    mutazioni, generato sia la farfalla che l'elefante, la querciae il fungo. Ora la Terra ospita ancora una nutrita popolazione

    di protisti immutati. Dovremmo allora pensare che alla lotte-ria dell'evoluzione gli uni vincano ogni settimana il primopremio da milioni di secoli e gli altri niente? Mai niente?

    Altri esempi di questa strana lotteria sono quelle specie,un po ingenuamente chiamate fossili viventi che, comeavremo modo di vedere, sono immutate da milioni di seco-li mentre le loro famiglie avrebbero subito varie mutazioni.I nostri studiosi parlano allora di specie bloccate in vicoliciechi, o in attesa di esaurire la loro forza evolutiva. In real-t sono solo parole che non corrispondono ad alcun feno-meno comprovabile e che non spiegano come mutazioni ac-cidentali cessino di essere possibili.

    3 Protozoi e metazoi

    Torniamo ancora una volta ai nostri organismi unicellu-

    lari, e segnatamente ai protozoi da cui discenderanno, comedicono, gli animali pluricellulari o metazoi . Si tratta di or-ganismi composti da pi di una cellula e anche da un gran-dissimo numero di cellule. Riproducendosi, i protozoi dan-no sicuramente origine a nuove cellule, ma ciascuna di essecostituisce un nuovo individuo indipendente dal genitore.

    Si conoscono casi intermedi in cui nuove cellule verreb-bero a completare il protozoo p er fame un sia pur mode-stissimo metazoo? Potremmo pensarlo osservando certi Fla-gellati, le Volvocali e i Cnidosporidi, che si riuniscono in

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    L'ORIGINE DE LLA SPECIE

    comunit nelle quali osservabile la specializzazione fun-zionale di alcune cellule. Potremmo distinguervi degli ab-

    bozzi di meduse. Ma solamente apparenza: un insieme diprotozoi non forma un metazoo. Un metazoo comporta uncerto numero di cellule che costituiscono organi distinti de-stinati alle diverse funzioni, ma si tratta di un solo individuo.

    Inoltre, fa osservare .Max de Ceccatty 7 1, perch un proto-zoo possa essere considerato l antenato di un metazoo, do-vrebbe possedere cromosomi omologhi a coppie. E questonon accade n nelle Volvocali n nei Cnidosporidi, n innessun altro protozoo.

    Per concludere, il nostro esempio attesta soprattutto l e-norme distanza che separa organismi unicellulari e pluricel-

    lulari. Soltanto un profondo rimaneggiamento del DNA inseguito ad una mutazione tanto grande da diventare invero-simile, potrebbe colmare una simile distanza. Per renderel idea, i metazoi pi semplici, i pi primitivi , gli Spon-giari (spugne) ed i Celenterati (meduse, coralli), con i lorogameti e tessuti specializzati, sono molto pi vicini all uo-mo che ai protozoi 72

    71 M . DE CECCATTY, La Vie de la ce llule l ho mme, Seuil, 196 772 Ibidem . In oltre, J F PROTEAU, D e la sduction la supercherie trasformiste,FDLF, 1978.

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    L'ORIGINE DELLA SPECIE

    occorrono subito i gameti, la loro fusione, gli organi che liformano e il mododimetterli in contatto.

    N si pu immaginare, per rendere la comparsa casualedella sessualitpi verosimile, che essa si sia verificataun unica volta, dal momento che comparsa non solo neglianimali che sarebbero discesi dai protozoi,ma anche nei ve-getali, presunti discendenti dei protofiti.

    inoltre il caso di osservare, per imitarci ai caratterifondamentali, che il sistema di determinazione dei sessi tra-mite la coppia di cro