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• Precursori• Biografia• La teoria

dell’evoluzione• Le prove• La polemica

antievoluzionistica• Discendenze culturali• Evoluzionismo e

scienze umane

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Precursori• Fissismo• Geologia, biologia,

evoluzione

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Evoluzionismo: come nasce una teoria scientifica

La polemica che si svolge parallelamente tra evoluzionismo e creazionismo introduce l’aspetto della socialità della conoscenza. Il sapere scientifico si inserisce nel complesso equilibrio delle dinamiche sociali. La fortuna di una teoria dipende anche dalla sua capacità di armonizzare saperi diversi in funzione dell’immagine che una società si fa di sé e dei propri valori.

La lotta tra l’evoluzionismo e il fissismo è un esempio di come nasce e del perché muore una teoria scientifica. Ogni teoria ha una suo potenziale di spiegazione di un certo numero di fenomeni e raggiunge la piena capacità del suo potere esplicativo nel contraddittorio, che è ad un tempo critico e sociologico, con le teorie avversarie. La teoria che prevale è quella epistemologicamente più semplice ed efficiente; quella che è in grado di spiegare un maggior numero di fatti empiricamente osservabili ricorrendo ad un minor numero di principi.

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Fissismo

• PRESUPPOSTI SCIENTIFICI

• Le specie viventi sono perfette e dunque immutabili. La morfologia dei viventi è sempre stata così come la vediamo oggi. Le differenze individuali sono accidentali e non danno mai luogo a mutazioni di specie.

• La specie vivente è eterna, nel senso che le specie che oggi vediamo sono sempre esistite dall’origine della vita.

• Tutte le specie viventi che oggi vediamo si sono originate contemporaneamente e sono in numero limitato. Le specie possono estinguersi ma non è possibile che ne compaiano di nuove.

Il fissismo, è la teoria biologica alternativa all’evoluzionismo. Essa fu universalmente ritenuta valida fino a Lamarck (vedi più avanti) perché coerente con l’esperienza spontanea e l’osservazione prescientifica. La formulazione più compiuta fu di Aristotele, e rappresentò la teoria di maggior durata nella storia del pensiero occidentale. Uno dei motivi della secolare fortuna del fissismo è legato al fatto che versione teologica di questa teoria è contenuta nella Bibbia, in particolare nel libro della Genesi.

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FissismoLa teoria fissista aveva dei punti deboli: • Le pratiche di selezione delle razze di animali o di

addomesticamento, note fin dall’antichità, mostravano fenomeni di trasformazione delle specie

• I fossili, inoltre, anch’essi noti in tempi antichi, mostravano l’esistenza di specie estinte

La difesa di Aristotele• Aristotele spiegava tali fenomeni

– come effetto di attività artificiali umane (“contro natura”) – ricorrendo alla spiegazione teologica (sospensione delle leggi naturali

per l’azione divina) – introducendo il concetto di accidente

• Aristotele, inoltre, spiegava il fenomeno dei fossili ipotizzando che alcune specie fossero scomparse a seguito di catastrofi cicliche

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Geologia, biologia, evoluzione•Con il temine evoluzione s’intendono i processi di trasformazione che le specie viventi subiscono nel tempo.•Secondo i calcoli dall’arcivescovo James Ussher (vedi fig.), XVI sec., basati su un’interpretazione letterale della Bibbia, la terra non avrebbe più di 5000 anni. Ciò fu comunemente ritenuto corretto fino a quando lo scozzese James Hutton (1726-1797), fondatore della geologia non formulò il concetto di “tempo profondo”. •Strettamente connessa alla scoperta del tempo profondo è la prima teoria evoluzionistica mai formulata, quella di Jean-Baptiste Monet, cavaliere di Lamarck. •Georges Couvier (1769-1832), infatti, fondatore dell’anatomia comparata, sostenitore del fissismo, si opponeva a Lamarck, dimostrando, grazie alle raffigurazioni egizie di animali, che le specie viventi non hanno subito mutazioni a memoria d’uomo. 

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LinneoCarl von Linné (Linnaeus, 1707-1778), biologo, seguace del fissismo, autore del Systema Naturae, con cui inventò la moderna nomenclatura biologica e la Classificazione degli organismi basata sulle loro caratteristiche comuni osservabili (ad es. le pinne nei pesci, la forma del becco per gli uccelli, la disposizione dei denti nei mammiferi ecc.)..•Egli propose di raggruppare animali e vegetali differenti in possesso di almeno una caratteristica in comune. Con questo metodo, ancora oggi in uso, egli classificò oltre 4000 specie animali.

•Vantaggi: semplicità e rapidità del metodo•Svantaggi: basato su somiglianze individuali estrinseche; è statico e non in grado di offrire una visione d’insieme dei viventi.

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Buffon

Georges Louis Leclerc, Conte di Buffon (1707-1788)

Biologo, seguace di Newton. Maestro di Lamarck, ne anticipò alcuni concetti. Basandosi sul concetto di ibrido fu tra i primi a mettere in dubbio il fissismo. Le specie imparentate discendono da un unico progenitore per degenerazione. Secondo Buffon le specie si generano spontaneamente ma non casualmente.

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Lamarck

• Jean-Baptiste Monet, cavaliere di Lamarck (1744-1829)

• Chimico, fisico e naturalista; insieme al suo maestro, Buffon, elaborò il metodo dicotomico per la classificazione delle piante, valido ancor oggi. La sua zoologia (Storia Naturale) fu una delle maggiori dei suoi tempi.

• Lamarck fu il primo a formulare una teoria evoluzionistica: Filosofia zoologica (1802):

• I viventi sono un prodotto spontaneo della natura e sono comparsi in epoche diverse in rapporto alla loro diversa complessità;

• Gli organismi, in altre parole, si perfezionano nel tempo • L’ambiente determina un graduale sviluppo degli organi.

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Lamarck, la teoria dell’ereditarietà dei caratteri acquisiti

• I concetti nuovi introdotti da Lamarck sono quelli di adattamento ed ambiente

• Lamarck assume che esiste continuità e circolarità tra mondo organico e inorganico

• L’uso degli organi in risposta agli stimoli ambientali modella gli organi stessi che si modificano lentamente, sviluppandosi o regredendo, e rendendo comunque gli organismi sempre più complessi

• La sua teoria supera la staticità del sistema di Linneo e rende non necessario ipotizzare interventi esterni alla natura per spiegare la comparsa della materia vivente

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Lamarck, le ragioni del fallimento di una teoria

• Il carattere più filosofico che scientifico della teoria • L’incapacità di spiegare come le mutazioni individuali

diventino patrimonio della specie• Gli attacchi di Couvier rafforzati da evidenze oggettive • Il rifiuto di Lamarck di abbandonare gli ideali politici

dell’89 in un ambiente culturale ormai stanco degli eccessi rivoluzionari, dominato dalla figura di Napoleone e da un’esigenza di sistematizzazione, sicurezza e conferme anche in campo scientifico.

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Cuvier

• Lamarck e Buffon introducono l’ipotesi della trasformazione delle specie per spiegare un fatto preciso: le somiglianze tra gli organi delle varie specie. Già in epoche precedenti il fenomeno dei piani di organizzazione comuni a vari organismi non era sfuggito a studiosi come Leonardo da Vinci.

• Cuvier dà al fenomeno una soluzione coerente con la teoria fissista (cfr. Lezioni di Anatomia Comparata dei Vertebrati), inventando il metodo della comparazione. Le funzioni svolte da ciascun organo sono una spiegazione sufficiente delle omologie fra gli organismi e rendono superfluo ipotizzare ascendenze comuni e trasformazioni anatomiche (omologia [somiglianza] = analogia [simile funzione]).

• Il metodo della comparazione gli consentì di classificare alcuni organismi fossili e di individuarli correttamente come appartenenti a specie estinte.

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Cuvier

•  1. Le trasformazioni presuppongono tempi lunghissimi e la terra è invece relativamente giovane.

•  2. Gli organismi raffigurati o mummificati dagli egizi sono uguali agli attuali. 

•  3. Non si osserva in natura nascita di nuove specie, mentre le mutazioni prodotte attraverso l’allevamento tendono a riassumere la forma originaria una volta tornate allo stato selvatico.

•Generalizzando le sue osservazioni sulla conformazione stratificata di alcuni siti geologici francesi formulò la teoria delle catastrofi. Egli, cioè suppose che la terra fosse  stata sottoposta a gravi cataclismi che avrebbero lasciato traccia nella stratificazione della crosta terrestre e causato la scomparsa di intere specie di organismi.•Couvier fu un convinto fissista e combatté le teorie di Lamarck,  sebbene non ne citi mai le opere. Le sue critiche sono: 

•Molti suoi contemporanei ritenevano che la teoria di Couvier fornisse la conferma scientifica della narrazione biblica del diluvio universale.

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LyellCharles Lyell, (1797-1875) fondatore della geologia moderna (Principi di Geologia, 1831-1833)

Lyell  avversò la teoria dei cataclismi di Couvier. Secondo Lyell, la terra è sempre stata, ed è tuttora, in continua, lenta mutazione. I fossili ne sono una prova: le rocce, da masse sedimentarie, a causa del calore e

della pressione, subiscono trasformazioni.Attraverso l’osservazione delle condizioni attuali della terra l’idea di una evoluzione

(della crosta terrestre e della materia inorganica) si afferma in campo geologico prima ancora che biologico.

I Principi di geologia concepiscono l’idea del “tempo profondo” , cioè la sterminata estensione delle ere geologiche.I fossili inclusi a diversi livelli di profondità nelle stratificazioni della crosta terrestre dimostrano che, così come la terra, anche le specie viventi compaiono in epoche geologiche diverse di una durata fino ad allora impensabile.Darwin subì l’influenza dell’opera di Lyell. Il giovane Darwin lesse i Principi di Geologia durante il suo giro del mondo sul “Beagle”.

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• La vita

• Il viaggio del Beagle

• L’opera

Biografia

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La vita (1809-1882)

Charles interruppe molto presto gli studi di medicina, intrapresi ad Edimburgo per volere del padre, affinché ne continuasse la carriera. Il giovane Darwin prediligeva invece gli studi naturalistici. In questo periodo diventò un esperto collezionista, si specializzò nella tassidermia, ed intrecciò proficue relazioni con molti naturalisti scozzesi del tempo.

Nel 1827 entrò al Christ College di Cambridge, per avviarsi al sacerdozio. La lettura della sterminata opera dei viaggi geografici di Alexander Von Humboldt fecero nascere in lui il desiderio di viaggiare per studio. Si appassionò all’entomologia: … a Cambridge nessuna occupazione mi interessò tanto e mi dette tanto piacere quanto la raccolta degli insetti… (Autobiografia)

Darwin nacque a Shrewsbury, nel Kent. Il nonno paterno, Erasmus (vedi fig.), fu un noto intellettuale, autore di un’opera in cui anticipava le tesi di Lamarck; mentre la madre, una Wedgewood, apparteneva ad una dinastia di imprenditori.

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L’attività scientifica

Nel 1831 iniziò il famoso viaggio del quale pubblicò le memorie nel volume Il viaggio del Beagle, nel 1839, anno delle nozze londinesi con la cugina Emma Wedgewood. A causa delle condizioni di salute di Charles, tre anni dopo la famiglia si trasferì a Down, nel Kent, dove Darwin visse il resto della sua vita.

Qui egli condusse la sua attività scientifica, che fu eccezionalmente feconda, nonostante i continui mal di capo, insonnia e altri disturbi.

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Il viaggio del Beagle

Nell’agosto del 1831, nonostante l’opposizione del padre, Cherles accettò l’incarico di naturalista di bordo sul brigantino “Beagle”, propostogli dall’amico Henslow, conosciuto a Cambridge. La spedizione scientifica iniziò il 27 dicembre da Devemport con la missione di completare i rilevamenti geografici delle coste atlantiche e pacifiche dell’America meridionale e di alcune isole del Pacifico.Il capitano del battello era un creazionista convinto e fu nel confronto umano e dialettico con questo personaggio che Charles cominciò a maturare idee evoluzionistiche.

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Al ritorno dal viaggio, che contribuì a fargli maturare una straordinaria competenza come naturalista, iniziò a mettere ordine nei suoi appunti e nella sua imponente raccolta di materiale, curando la pubblicazione del rapporto scientifico sulla spedizione e Il viaggio del Beagle (1839).

I 5 anni trascorsi a visitare terre lontane, di cui in Europa si avevano solo notizie frammentarie, furono fondamentali per la formazione scientifica di Darwin; il naturalista raccolse una gran messe di materiali e dati, al cui riordino lavorò a lungo al suo ritorno in patria e che sarebbero serviti come base per l’elaborazione della sua teoria. 

Il viaggio del Beaglele isole Galapagos

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I fringuelli delle Galapagos   «… Raccolsi ventisei specie di uccelli terrestri,

tutti peculiari dell’arcipelago e assenti altrove… fra l’altro …tre specie di tordi beffeggiatori, una forma altamente caratteristica dell'America. Gli altri uccelli terrestri formano un gruppo molto singolare di fringuelli, affini tra di loro per la struttura del becco, la coda corta, la forma del corpo e il piumaggio; ve ne sono tredici specie, che il signor Gould ha diviso in quattro sottogruppi. Tutte queste specie sono particolari di questo arcipelago e lo stesso vale per l'intero gruppo, ad eccezione di una specie del sottogruppo Cactornis, importata recentemente dall'isola Bow, nell'arcipelago Low'. Le due specie di Cactornis si possono vedere spesso arrampicarsi intorno ai fiori dei grandi alberi di cactus, ma tutte le altre specie di questo gruppo di fringuelli, unite in piccoli stormi, vivono sul terreno arido e sterile delle zone piú basse. I maschi di tutte queste specie, o certamente della maggior parte, sono di un nero brillante e le femmine (forse con una o due eccezioni) sono brune».

Da: il viaggio del Beagle

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I fringuelli delle Galapagos

  

«Il fatto piú curioso è la perfetta gradazione nelle dimensioni del becco delle diverse specie di Geospiza, da uno largo come quello di un frusone, a quello di un fringuello e … persino a quello di una silvia. Il becco piú grande del genere Geospiza è illustrato alla lettera a) e il piú piccolo alla lettera c), ma invece di esservi soltanto una specie intermedia, con un becco di dimensioni come quelle alla lettera b), vi sono non meno di sei specie con becchi varianti insensibilmente. Il becco del sottogruppo Certhidea è illustrato alla lettera d). Il becco del Cactornis assomiglia un po' a quello di uno storno e quello del quarto sottogruppo, Camarhynchus, ricorda quello di un pappagallo. Osservando tale gradazione e diversità di struttura in un gruppo piccolo e molto omogeneo di uccelli, si potrebbe realmente immaginare che da un originario esiguo numero di uccelli di questo arcipelago una specie sia stata modificata per finalità diverse…»

Da: il viaggio del Beagle

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L’opera

I materiali scientifici che Darwin mise insieme per formulare la sua teoria non si limitavano alle discipline naturalistiche. Nel 1838 Darwin lesse il Saggio sulla popolazione dell’economista Thomas R. Malthus, un economista, che gli fece comprendere come la “guerra per la sopravvivenza” descritta dai naturalisti precedenti, non è limitata alla lotta interspecifica (predazione), ma anche dalla concorrenza intraspecifica. Già nel 1839 Darwin annotava nei suoi diari abbozzi della sua teoria; nel 1844 scrisse un saggio completo ma non pubblicato nello scrupolo scientifico di raccogliere dati inoppugnabili in vista del difficile confronto con i sostenitori del fissismo. 

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Malthus• Thomas R. Malthus (1766-1834)  • Il reverendo Thomas Malthus inaugura l’analisi

demografica nell’opera Saggio sulla popolazione (1798). L’opera si oppone alle tesi egualitariste di William Godwin (1756-1836).

• Saggio sulla popolazione (1798) • Esistono fattori di autoregolazione della tendenza

della popolazione umana a riprodursi in misura eccessiva. Questo meccanismo consiste nella crescente scarsità delle risorse dovuta alla sproporzione tra la crescita in ragione geometrica della popolazione e la crescita delle risorse alimentari che è invece in ragione aritmetica.

• Si avrà quindi una concorrenza per accaparrarsi l’accesso alle risorse (guerre, rivolgimenti sociali, oltre a carestie e pestilenze) e una diversificazione tra i soggetti coinvolti.

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L’opera

Nel 1846 Darwin cominciò uno studio dei cirripedi, durato ben 8 anni, in cui, secondo una nuova prospettiva, non linneana, andava in cerca non di archetipi, ma di antenati. Raggiunto dalla notizia che Wallace stava per pubblicare un saggio evoluzionista, Darwin si lascia convincere da Lyell a pubblicare finalmente la sua teoria. Comparve così un articolo sulla Linnean Society firmato da Darwin e Wallace in cui per la prima volta è definito il concetto di “selezione naturale”. 

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WallaceAlfred Russell Wallace, naturalista animato da molteplici interessi scientifici (antropologia, geologia, glaciologia, agronomia, entomologia) socialista, appassionato di tematiche che oggi definiremmo “ecologiste”, fu l’uomo che «gettò nel panico Darwin» (Focher), inducendolo a rompere gli indugi e rendere pubbliche le sue teorie evoluzioniste.

Wallace, infatti, giunse a formulare autonomamente il concetto di selezione naturale e all’elaborazione di una teoria evoluzionista indipendente e tuttavia così simile a quella di Darwin da far apparire le differenze con quest’ultimo dei trascurabili dettagli.

Wallace non ebbe la fortuna di Darwin e fu presto dimenticato a causa della sua visione teleologica dell’evoluzione, che egli riteneva guidata da un’intelligenza superiore verso la futura creazione di una razza umana perfetta. Wallace costituisce un esempio precocissimo di come possano darsi versioni dell’evoluzionismo filosoficamente non contraddittorie con una visione finalistica e creazionista.

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Nel 1859 Darwin pubblicò L’origine della specie attraverso la selezione naturale

Nel libro venivano sostenute le seguenti tesi:  

• Gli organismi si sono trasformati nel tempo;    

• Tutte le forme viventi sono discese da uno o pochi antenati comuni attraverso un continuo processo di ramificazioni successive; 

• Il processo di trasformazione è graduale e continuo; 

• L'evoluzione agisce sulla variabilità degli individui.

La teoria dell'evoluzione

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I principi del darwinismo• Dal punto di vista puramente scientifico la dottrina di Darwin è

riassumibile in due proposizioni basilari:• variazione casuale

nel passaggio da una generazione all’altra di una stessa specie si verificano mutazioni casuali, anche

piccolissime, che possono avere effetti anche molto importanti sia sul piano fisiologico che comportamentale.

Queste mutazioni sono, a loro volta, trasmissibili alla discendenza.

• selezione naturalegli organismi hanno la tendenza a riprodursi secondo una

progressione geometrica, cui fa riscontro una crescente scarsità delle risorse ambientali. Gli individui con una

dotazione di variazioni meno efficienti tendono a soccombere mentre i soggetti portatori di variazioni che

consentono strategie adattive di successo hanno maggiori possibilità di prolificare e trasmettere alla

discendenza i propri tratti ereditari. Di generazione in generazione le variazioni particolarmente adatte

all'ambiente si propagano accumulandosi e diventando patrimonio dell'intera specie. Questo processo nella sua

estensione prende il nome di evoluzione.

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La selezione naturaleSebbene Darwin ammetta di ignorare le leggi della variazione (cap. 5 de L'origine) egli fornisce gran copia e varietà di dati d’osservazione a sostegno della sua teoria. L’evoluzionismo, tuttavia fu accolto solo dopo violente diatribe scientifiche e ideologiche.

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L’albero dell’evoluzione•    Lo schema riprodotto qui accanto

è tratto dall'Origine della Specie; esso indica la "discendenza variante”, dovuta a mutazioni che Darwin immagina molto lievi «... ma della natura più differenziata; esse non compaiono simultaneamente, ma sovente dopo lunghi intervalli di tempo... ciò conduce alle più differenti e divergenti variazioni (rappresentate dalle linee esterne)... quando una linea divergente incontra un punto, si suppone che una somma di variazioni  si sia accumulata sino a formare una varietà assai ben marcata, tanto da essere ritenuta degna di essere registrata in un'opera di sistematica»(Darwin, L'origine trad. italiana Luciana Fratini, Boringhieri 1967)

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Filogenesi

Il termine filogenesi indica la generazione delle specie da altre specie preesistenti e meno evolute. Tutti i viventi hanno avuto origine da pochi organismi originari, e forse addirittura da uno solo.

«Vi è una semplice grandezza nel modo di considerare la vita coi suoi poteri di crescere, di assimilare e di riprodursi, come ispirata originariamente nella materia in una o poche forme; e mentre questo nostro pianeta è andato rotando secondo determinate leggi, la terra e l’acqua in un ciclo di cambiamenti si sostituivano l’una all’altra, in modo tale che da una origine così semplice, attraverso il processo di una selezione graduale di cambiamenti infinitesimi, si sono evolute infinite forme di stupenda bellezza…»

C. Darwin, L’origine della specie, abbozzo del 1842.

.

Alberi filogenetici presentati da Darwin nell’Origine (a destra) e in un suo taccuino di appunti (sotto)

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Le prove

• L’omologia degli organismi

• L’embriologia• La paleontologia• La domesticazione

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L’omologia degli organismi

• Gli stessi organi, sebbene spesso appaiano profondamente modificati per volume, forma, funzione, possono essere ritrovati in organismi appartenenti a specie diverse (omologia).

• Il disegno (a destra) descrive l’omologia tra gli scheletri di alcuni animali.

• Anche il sistema nervoso centrale di questi animali (a sinistra) appartenenti a classi diverse, presentano strutture omologhe.

• L’evoluzionismo dà a questo fenomeno una spiegazione assai coerente con i principi generali della teoria.

 

 

 

Dall’alto: cervelli di  rana, lucertola, gallina, topo 

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Le prove: l’embriologia

• Fin dall’antichità si era potuta osservare la stupefacente somiglianza nella morfologia degli embrioni delle più diverse specie. Le forme esterne degli embrioni diventano sempre più simili tra loro e virtualmente indistinguibili man mano che si risale verso epoche di vita più precoci e vicine al concepimento.

• Darwin ritiene di poter fornire una spiegazione a questo fenomeno riconducendo anch’esso ai principi generali della selezione naturale.

•L’embrione è la fase di sviluppo di un organismo compresa tra il concepimento e la completa formazione di tutti gli organi (organogenesi). Tale fase ha varia durata a seconda della specie. Nella specie umana si prolunga per nove settimane dal concepimento. La fase successiva, fetale, è caratterizzata dalla crescita quantitativa e dalla maturazione degli organi che consentiranno la viabilità dell’organismo.

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Le prove: La domesticazione 

da L’origine della specie (1859) 

Delle razze dei colombi domestici. «Pensando che sia opportuno scegliere un gruppo speciale di animali per farne oggetto di studio, ho preso a considerare i  colombi domestici. Io ho conservato tutte le razze che potei procurarmi e ricevei nel modo più obbligante degli esemplari da diverse parti del mondo […] La diversità delle razze è veramente meravigliosa […]  Un ornitologo certamente non vorrebbe porre il messaggero inglese, il giratore a faccia corta, il colombo romano, il barbo, il gozzuto, il colombo pavone nello stesso genere: tanto più che gli si potrebbero mostrare in tutte queste razze parecchie sotto-varietà di discendenza pura, cioè di specie, com’egli senza dubbio le chiamerebbe. Benché le differenze fra le razze dei colombi siano grandi, io tengo pienamente l’opinione comune dei naturalisti che reputano siano tutti discesi dal colombo torraiuolo (Columba livia)» 

il colombo pavone

il tomboliere

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La polemica antidarwinista

L’impatto della dottrina di Darwin sulla cultura fu così grande da durare tuttora, ben oltre i confini della biologia. Sia la fortuna che la singolare attitudine del darwinismo ad accendere interminabili polemiche sono dovute alla particolare combinazione di caratteristiche formali di questa teoria.

•Il potere di spiegazione del darwinismo•Il colpo definitivo all’antropocentrismo

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Il potere di spiegazione dell’evoluzionismo

Molti biologi e naturalisti dell’epoca accettarono con entusiasmo il darwinismo, poiché permetteva di spiegare tutta una serie di osservazioni fatte in precedenza ed unificare fenomeni apparentemente indipendenti. Tra gli altri, Thomas Henry Huxley (1825-1895), che nelle proprie osservazioni sull’anatomia di molti animali marini compiute nel corso di un viaggio di esplorazione intorno al Globo, trovava puntuali conferme delle teorie di Darwin.La semplicità, l’economicità epistemologica, l’efficienza della teoria di Darwin consentirono di superare le classiche obiezioni all’evoluzionismo e di abbattere la veneranda teoria fissista.

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Potere di spiegazionel’ereditarietà

•Nei primi decenni del nostro secolo la congettura darwiniana della trasmissione ereditaria dei caratteri trovò spiegazione nella genetica sviluppatasi sulla base delle leggi formulate già nel 1866 dall'abate austriaco J.G. Mendel.•Mendel scopre che l’ereditarietà è discontinua, ipotizza l’esistenza di unità che ne sono responsabili (oggi confermate e chiamate “geni”) che costituiscono la dotazione ereditaria individuale. Le teorie dell’abate Gregor Mendel spiegavano i meccanismi dell’ereditarietà dei caratteri, dando che Darwin aveva ipotizzato senza poterli dimostrare.

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Il colpo definitivo all’antropocentrismo

Proprio perché distrugge l’idea di quella eterna fissità della natura, dei suoi equilibri e delle sue leggi, da sempre modello e legittimazione di ogni potere autoritario, il darwinismo apparve pericolosamente “ever-sivo” sul piano sociale e politico,.

Gl’intellettuali conservatori dell’Inghilterra vittoriana compresero subito la portata rivoluzionaria delle idee contenute in questa teoria e, come la Chiesa Anglicana, presero una posizione nettamente contraria alla teoria evoluzionista.

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La fine dell’antropocentrismola polemica creazionista

Il sistema tolemaico o geocentrico (in alto) e il sistema copernicano o

eliocentrico

La combinazione, nel darwinismo, di determinismo e casualità; visione non finalistica, fattuale, descrittiva, non valutativa delle origini della vita determinò uno scontro fra fede e scienza paragonabile solo a quello che nel XVI secolo seguì alla rivoluzione copernicana.

Dal punto di vista evolutivo, infatti, l’origine della specie umana non rappresenta un fatto eccezionale, non esistono differenze qualitative tra le specie; l’uomo non è il fine del creato.

Sul piano religioso la spiegazione per via evolutiva della nascita dell'uomo fu considerata incompatibile con la teologia della creazione.

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Il carattere scientifico dell’evoluzionismo

• Le caratteristiche formali del darwinismo non sembrano in grado di superare l’esame della controllabilità popperiana. Il principio delle variazioni casuali non permette di avanzare previsioni; l’osservativismo del metodo di Darwin e le congetture per ovviare all’insufficienza dei dati non permettono alla teoria di stabilire con esattezza le condizioni della propria falsificabilità.

•Sono stati avanzati dubbi sul carattere scientifico della teoria darwiniana anzitutto da un punto di vista puramente formale.

•Secondo il celebre aforisma dell’epistemologo Karl Popper, «Non possiamo conoscere per intero neppure il più piccolo pezzo di mondo», il carattere scientifico di una teoria richiede che essa sia falsificabile per principio. Ciò implica che essa sia in grado di “prendersi dei rischi”, assumendosi la responsabilità di azzardare previsioni scientifiche, anticipando l’osservazione di fatti ed evidenze sperimentali. Il principio di falsificabilità, quindi esclude intrinsecamente l’esistenza di teorie “totalitarie”, teorie che avanzano la pretesa di spiegare qualsiasi fenomeno, perché una teoria del genere sfuggirebbe ad ogni possibilità di controllo scientifico.

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• Darwin prevedeva che le ricerche paleontologiche avrebbero prima o poi rinvenuto resti fossili appartenuti ai cosiddetti “anelli di congiunzione”. Questa previsione è andata incontro a risultati controversi. Da una parte gli anelli di congiunzione finora scoperti sono molti di più di quelli che Darwin sarebbe stato disposto ad accettare; d’altro canto, nessuno di questi soddisfa pienamente i requisiti di Darwin.

• Ad esempio le formiche cretaciche sembrano possedere i caratteri delle formiche moderne ed anche delle attuali vespe; manca tuttavia la prova che esse siano effettivamente progenitrici delle une e delle altre. In particolare: perché le specie che avrebbero svolto la funzione di anelli di congiunzione sono tutte estinte? In altri termini: perché non possiamo osservare nessun “anello di congiunzione” tra le specie attualmente viventi?

Il carattere scientifico dell’evoluzionismo

•Esistono obiezioni al darwinismo su un piano strettamente scientifico, ad esempio quella basata sul rapporto tra anagenesi e speciazione. •L’anagenesi è la lenta evoluzione delle singole specie. Esistono molte prove indirette di questo processo, come i fossili di specie estinte. La speciazione è invece la differenziazione (divergenza) delle specie le une dalle altre secondo il modello dell’albero evolutivo. La teoria della selezione naturale fornisce una buona spiegazione del primo tipo di processi evolutivi ma non sembra altrettanto convincente riguardo alla speciazione. Darwin credeva che in passato fossero esistiti “anelli di congiunzione”, ossia delle specie progenitrici, i cui individui fossero portatori dei caratteri delle diverse specie che da essi discendono.

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• Poiché la documentazione fossile è paragonabile ad un vecchio film di cui oggi non restano che pochi fotogrammi sparsi, è possibile che gli anelli di congiunzione che, secondo le aspettative di Darwin, presto o tardi sarebbe stato possibile osservare, restino per sempre mancanti.

• Si è tentato allora di riprodurre sperimentalmente il fenomeno della speciazione tramite incroci in laboratorio. Gli esperimenti di William R. Rice e George W. Salt con i moscerini (Drosophila melanogaster) sembrano condurre a qualcosa di molto vicino a una speciazione. Tuttavia, il risultato di osservare sul nascere l’origine di una nuova specie non si è ancora potuto ottenere.

• L’origine delle specie l’una dall’altra quale risultato dell’accumulo di trasformazioni adattive, sembra scontrarsi con l’evidenza, acquisita solo di recente con la scoperta del codice genetico, che ogni specie ha una sua peculiare dotazione genetica. Esistono “barriere genetiche” tra le specie viventi. In altri termini, a oggi la teoria di Darwin riesce meglio nel dare ragione della scomparsa delle specie piuttosto che della loro origine.

Il carattere scientifico dell’evoluzionismo

Il difrattogramma X del DNA realizzato da Rosalind Franklin (1952)

Il moscerino della frutta (Drosophila melanogaster)