Pensiero/Riassunto di Machiavelli

5
Il trattato è suddiviso in 26 capitoli, che possono a loro volta essere in alcuni blocchi tematici, come per altro l’autore indica sin dal capitolo uno, che costituisce una sorta di indice generale. I primi undici capitoli analizzano i tipi di principato; dal XII al XIV l’autore prende in considerazione le milizie, e in particolare spiega perché non si debbano usare i mercenari; il corpo centrale, dal XV al XXIII descrive il comportamento del principe; il capitolo XXIV, a sé stante, spiega perché i principi italiani hanno perso i loro stati dopo la discesa di Carlo VIII in Italia (1494); il capitolo XXV analizza il rapporto tra virtù e fortuna e infine il XXVI è un’esortazione a liberare l’Italia. Pur essendo un’opera rivoluzionaria nell’impostazione del pensiero,il Principe si può collegare ad una precedente tradizione di trattatistica politica.Già nel medioevo erano diffusi trattati intesi a tracciare il modello del principe e a indicare le virtu che egli doveva possedere.Se da un lato il Principe di Machiavelli si riallaccia a questa tradizione,dall’altro la rovescia radicalmente:mentre tutti gli antichi trattati miravano a fornire un’immagine ideale ed esemplare del regnante,consigliandoli di praticare tutte le più lodevoli virtu,la clemenza,la mitezza,la giustizia,la liberalità,la fedeltà alla parola data,Machiavelli

description

Riassunto del pensiero politico di machiavelli con considerazioni anche sul clima culturale che lo ha influenzato.

Transcript of Pensiero/Riassunto di Machiavelli

Page 1: Pensiero/Riassunto di Machiavelli

Il trattato è suddiviso in 26 capitoli, che possono a loro volta essere in alcuni blocchi tematici, come per altro l’autore indica sin dal capitolo uno, che costituisce una sorta di indice generale. I primi undici capitoli analizzano i tipi di principato; dal XII al XIV l’autore prende in considerazione le milizie, e in particolare spiega perché non si debbano usare i mercenari; il corpo centrale, dal XV al XXIII descrive il comportamento del principe; il capitolo XXIV, a sé stante, spiega perché i principi italiani hanno perso i loro stati dopo la discesa di Carlo VIII in Italia (1494); il capitolo XXV analizza il rapporto tra virtù e fortuna e infine il XXVI è un’esortazione a liberare l’Italia.

Pur essendo un’opera rivoluzionaria nell’impostazione del pensiero,il Principe si può collegare ad una precedente tradizione di trattatistica politica.Già nel medioevo erano diffusi trattati intesi a tracciare il modello del principe e a indicare le virtu che egli doveva possedere.Se da un lato il Principe di Machiavelli si riallaccia a questa tradizione,dall’altro la rovescia radicalmente:mentre tutti gli antichi trattati miravano a fornire un’immagine ideale ed esemplare del regnante,consigliandoli di praticare tutte le più lodevoli virtu,la clemenza,la mitezza,la giustizia,la liberalità,la fedeltà alla parola data,Machiavelli proclama di voler guardare alla “verità effettuale delle cose” e non all’ideale,quindi non propone al principe le virtù morali,ma quei mezzi che possono consentirgli effettivamente la conquista e il mantenimento dello stato e,con coraggiosa spregiudicatezza,arriva a consigliargli di essere anche non buono,crudele,mentitore e dissimulatore,quando le esigenze dello stato lo impongano.

Il metodo di Machiavelli è innovativo. Sin dal primo capitolo, è il ragionamento, tramite il procedimento dilemmatico, a farla da padrone: l’autore ci mostra il punto di arrivo della sua scrupolosa osservazione della realtà. Il metodo è “empirico”: l’autore verifica i

Page 2: Pensiero/Riassunto di Machiavelli

singoli casi, da cui ricava solo in seguito una teoria generale, che quindi non è astratta, ma verificabile sul campo. È importante osservare che per Machiavelli l’esperienza si acquista sia in modo diretto, partecipando personalmente alla vita politica, sia leggendo gli esempi storici che ci vengono forniti dagli antichi.

La soluzione dei problemi dell'ItaliaCome già anticipato, la teoria politica non può rimanere metafisica, ma si deve basare sulla concretezza storica, che Machiavelli ben conosceva avendo assunto incarichi politici di rilievo. Il punto di partenza per l’analisi è l’osservazione dello stato di crisi in cui versa l’Italia: essa è politica (gli stati sono tutti frammentati), militare (si veda il problema dei mercenari) e morale (a causa della mancanza di valori, di cui soprattutto Roma è responsabile). Per risolvere tale situazione è necessario un principe che riorganizzi la virtù del popolo italiano e costituisca uno stato forte. Si tratta di obiettivi molto concreti e contingenti, che però generano una teoria generale più astratta sul potere e sulla sua natura.L’importanza di Machiavelli all’interno della trattatistica politica è capitale, tanto che viene considerato il fondatore della moderna scienza politica. Egli infatti slega la politica dalla morale: ciò che è buono in politica può essere cattivo per la morale, e viceversa, come spiega in modo lucido nel capitolo XV.

Il bene dello stato, secondo MachiavelliSecondo Machiavelli, l’azione politica è autonoma dalle altre scienze, poiché possiede leggi specifiche che non possono essere assimilate a quelle della morale: per il principe, infatti, il “bene” non è quello personale o quello morale, ma  il “bene” dello stato, che deve divenire fine ultimo del suo agire. Il bene dello stato è l’utile. Ciò che ci si deve chiedere, se si vuole valutare l’operato di un regnante, è se abbia raggiunto o meno i fini politici, non il modo o i mezzi con cui li ha ottenuti. Machiavelli rivendica orgogliosamente la novità del suo operato, e lo teorizza perché questa è la realtà, cui bisogna sempre attenersi.L’uomo politico comprende che agisce in mezzo agli uomini e questi, come sappiamo, sono malvagi; quindi non si può agire seguendo l’ideale e la virtù, anche se sarebbe bello poterlo fare.Viene detto che il principio basilare del suo pensiero è “il fine giustifica i mezzi”,ma l’affermazione è inesatta ,Machiavelli non “giustifica”,constata solo che certi comportamenti, buoni o cattivi che siano,sono indispensabiliper conquistare o mantenere lo stato.Commettere crudeltà e violenze,mancare alla parola,mentire

Page 3: Pensiero/Riassunto di Machiavelli

e simulare sono una triste necessità a cui il politico si deve piegare,perchè deve fare i conti con la reale natura dell’uomo;e sono indispensabili se si vuole perseguire l’utile della comunità.A questo punto si deve distinguere il principe dal tiranno: il principe, infatti, opera a vantaggio dello stato, e si pone come strumento per giungere all’utile; il tiranno invece opera a vantaggio proprio. Lo stato, oltretutto, è necessario, perché pone un rimedio alla malvagità umana: la perfezione è costituita dalla repubblica, poiché garantisce continuità. Si fonda infatti su istituzioni stabili e inalterate,  non sulle doti di uno solo; per questo si deve considerare il principato una forma transitoria. 

Il Principe di Machiavelli e il tema della fortunaUn elemento viene a turbare la logica, ed è la fortuna. La fortuna è un insieme di forza casuali e senza finalità (si può notare a questo punto che Machiavelli non prende in considerazione Dio nel suo discorso, perché se esiste la fortuna non può esistere la provvidenza). L’uomo, tuttavia, può fronteggiare e contrastare la fortuna, trasformandola in occasione, ossia permettendole di stimolare le doti eccezionali che un uomo possiede e che rischiano di rimanere potenziali. Il calcolo e la capacità di previsione diventano quindi essenziali; in alternativa l’uomo può anche “riscontrarsi”, cioè adattarsi, ai tempi; ma si tratta in ultima analisi di una dote non presente nell’uomo.Il termine virtù in Machiavelli cambia significato: la virtù è l'insieme di competenze che servono al principe per relazionarsi con la fortuna, cioè gli eventi esterni. La virtù è quindi un insieme di energia e intelligenza, il principe deve essere intelligente ma anche efficace ed energico.La virtù del singolo e la fortuna si implicano a vicenda: le doti del politico restano puramente potenziali se egli non trova l'occasione adatta per affermarle, e viceversa l'occasione resta pura potenzialità se un politico virtuoso non sa approfittarne. L'occasione, tuttavia, è intesa da Machiavelli in modo peculiare: essa è quella parte della fortuna che si può prevedere e calcolare grazie alla virtù.La virtù umana si può poi imporre alla fortuna attraverso la capacità di previsione, il calcolo accorto. Nei momenti di calma l'abile politico deve prevedere i futuri rovesci e predisporre i necessari ripari, come si costruiscono gli argini per contenere i fiumi in piena.