Pellegrini Economia Arnus Vol I 16x22

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Edizioni Il Campano – Arnus University Books Collana «Quaderni di Lavoro»

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Pelegrini Economia

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  • Edizioni Il Campano Arnus University Books Collana Quaderni di Lavoro

  • Antonella Martini Luisa Pellegrini

    DISPENSE DEI MODULI PER I CORSI DI

    ECONOMIA ED ORGANIZZAZIONE AZIENDALE ORGANIZZAZIONE DIMPRESA

    Facolt di Ingegneria Dipartimento Ingegneria dellEnergia e dei Sistemi (DESE)

    Edizioni Il Campano

    Arnus University Books

  • Antonella Martini e Luisa Pellegrini

    Dispense dei Moduli per i corsi diEconomia ed Organizzazione Aziendale - Organizzazione dImpresa

    Arnus University Books un progetto editorialedelle Edizioni Il Campano e Libreria Pellegrini srl

    per informazioni: Dott.ssa Chiara Marchi [email protected]

    ISBN 978-88-65280-46-1

    2011 by Edizioni Il Campano Arnus University Books Pisa Via Cavalca, 67, 56126, Pisa, Italia Tel. 050 580722 [email protected]

  • Prefazione

    l vol. I dei Quaderni di Lavoro contiene le dispense dei corsi di Economia e Organizzazione Aziendale peri CdS di Ingegneria Elettrica, Elettronica ed Energetica.Due osservazioni si rendono necessarie confrontando tra la metodologia didattica da noi utilizzata nei corsi EOA e le lezioni di tipo tradizionale, che non si avvalgono di strumenti diversi dal binomio lavagna-

    gesso:

    Ii) le slide costituiscono un supporto importante per due ordini di motivi:

    a. a lezione esse permettono allo/a studente/ssa sia di avere unampia visibilit del modulo chestanno seguendo a lezione (lo/a studente/ssa in grado di conoscere la struttura e lo stato diavanzamento del modulo), sia di evitare di prendere appunti in maniera ossessiva dedicandoquindi maggiore attenzione al ragionamento sottostante esplicitato dal docente. Inoltre, essepermettono linterazione con il docente in quanto tabelle, esercizi o riferimenti cartesiani,lasciati appositamente incompleti, saranno completati nel corso delle lezioni.

    b. a casa le slide, opportunamente integrate dallo/a studente/ssa con le spiegazioni ricevute alezione, costituiscono una base fondamentale per lo studio.

    ii) le dispense non sono la fedele trascrizione delle lezioni bens sono pensate come sintesi ragionata dei concetti presentati.

    A supporto dei corsi EOA stato sviluppato anche il sito didattico che costituisce la cassetta degli attrezzi perseguire e preparare lesame, cercando, nel contempo, di facilitare la comunicazione con i docenti. Per scaricare ifile pdf del materiale fornito, nonch trovare utili approfondimenti necessaria una password fornita daidocenti. Si accede al sito didattico dalle home page dei rispettivi docenti:

    Antonella Martini http://psa1.dsea.unipi.it:8080/Portale_DSEA/personale/Members/martiniwLuisa Pellegrini http://psa1.dsea.unipi.it:8080/Portale_DSEA/personale/Members/pellegriniw

    A completamento della preparazione, lo studente/ssa ha a disposizione il Vol. II dei Quaderni di Lavoro,contenente gli esercizi svolti e commentati di tutti i moduli del corso.

    Gli autori

    Pisa, 14 Settembre 2004

  • BILANCIO ED ANALISI B ILANCIO

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    1. NOTE INTRODUTTIVE

    1.1 IL NUMERO NELLE DISCIPLINE AZIENDALI

    La lettura del bilancio presuppone la conoscenza di un apposito linguaggio: occorre convertire i numeri in andamenti economici. E qui si concentra il maggior problema per gli ingegneri.

    Ipotizziamo di essere proprietari di unimpresa: una domanda scontata sapere come sta andando. Ma cosa significa, per unimpresa, sapere come sta andando? Facciamo un parallelo con lindividuo. E chiaro che la domanda suddetta pu significare pi cose: pu significare lo stato di salute fisica, lo stato di salute psichica, oppure il grado di maturit raggiunto (se migliorato o meno).

    Potremmo pensare di misurare la performance della nostra impresa cio come sta andando determinando quanto sta guadagnando. Il concetto di guadagno abbastanza intuitivo: differenza tra ricavi e costi. Meno intuitiva la soggettivit del concetto.

    Consideriamo unespressione del tipo Costo di un prodotto 30 al kg. Il concetto di costo implica non solo la conoscenza del sistema delle unit fisiche di misura e del sistema monetario, ma anche quella dei criteri che hanno portato alla formazione del costo stesso. Un costo non un elemento certo, ma unentit ottenuta attraverso processi di rilevazione, classificazione e riclassificazione che implicano la formulazione di una serie successiva di giudizi. A seconda del modo in cui questi giudizi vengono formulati, si possono avere diverse configurazioni di costo per una stessa realt osservata. Lespressione costo di un prodotto 30EURO certa solo per la parte che riguarda il richiamo alle unit fisiche, soggetta a revisione monetaria per quanto riguarda luso dell'euro, estremamente relativa per quanto riguarda i criteri che hanno portato alla determinazione del valore 30 anzich di altra cifra.

    I numeri, nei quali si vogliono sintetizzare le condizioni di esistenza e le manifestazioni di vita delle imprese, hanno un significato straordinariamente complesso che non pu essere inteso se non viene ricostruito il procedimento seguito per giungere alla loro determinazione, se i fenomeni che essi intendono rappresentare non vengono riconnessi con gli altri fenomeni ai quali sono congiunti in ordine di tempo e di spazio.

    Ipotizziamo che la nostra impresa abbia conseguito un utile di 50.000. Qual il valore di questa informazione? E un valore relativo. Intanto sappiamo che il concetto di utile ha una componente soggettiva: lutile non ha valore assoluto ma relativo. Secondo: ammesso che lutile avesse valore assoluto, che giudizio diamo sullimpresa? Potremmo dire: occorre confrontare 50.000 con il valore dellutile nellanno precedente. Tutto questo ancora non basta. Dobbiamo necessariamente precisare meglio il concetto di impresa.

    Nella lezione introduttiva avete visto che limpresa un complesso di attivit economiche organizzate al fine della produzione/scambio di beni o servizi. Questa una definizione di carattere giuridico (deriva dal concetto di imprenditore). Lessere impresa si basa su due dimensioni: la dimensione interna e la dimensione relazionale. La dimensione interna riguarda due aspetti: la combinazione produttiva ed il sistema delle operazioni. Il primo aspetto attiene alle connessioni che si stabiliscono tra i fattori produttivi: il contributo di un fattore destinato a rimanere inutile se non vi fossero altri contributi con i quali concorrere all'attuazione del processo operativo.1 Il secondo aspetto attiene al rapporto tra le operazioni.

    La dimensione relazionale riguarda, invece, il rapporto che l'impresa ha con l'esterno, quindi anche con i concorrenti.

    Il giudizio che diamo al valore di quella performance 50.000 - dipende anche da ci che hanno fatto le imprese concorrenti.

    1 Si pensi, ad esempio, ai rapporti tra quantit di materie da passare alla lavorazione, capacit delle attrezzature e personale disponibile.

    Modulo

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    Il valore dellinformazione utile di 50.000 dipende anche dal confronto temporale (rispetto agli anni precedenti) e spaziale (con le altre imprese).

    1.2 IL FINE DELLIMPRESALa risposta alla domanda Come sta andando limpresa presuppone la conoscenza dei fini dellimpresa

    stessa. Limpresa un insieme di beni e persone accomunati da una ragione dessere unitaria: realizzare un prodotto che pu essere materiale o immateriale. Tale prodotto rappresenta loutput dellimpresa, ottenuto attraverso un processo di trasformazione dei fattori produttivi (input). La ragione della realizzazione del prodotto cio il motivo per il quale limpresa lo produce nella capacit del prodotto stesso di soddisfare un bisogno di qualcuno. Un prodotto in grado di soddisfare un bisogno un prodotto che possiede un valore, cio un prodotto per il quale un soggetto, traendone beneficio, disposto a pagare un certo prezzo.

    Limpresa, dunque, esiste per creare ricchezza, cio per realizzare qualcosa (output) che vale di pi di quanto valgono le risorse impiegate per ottenerlo (input) e garantire durevolmente nel tempo questa situazione. In altri termini: si dice che limpresa persegue leconomicit.

    Notate che non sufficiente affermare che limpresa deve ottenere un valore di output superiore a quello di input: questa differenza positiva oggi potrebbe essere ottenuta a scapito della possibilit di ottenere tale differenza positiva anche in futuro. Occorre tener conto della dimensione relazionale dellimpresa.

    Leconomicit condizione necessaria per garantire durabilit ed autonomia. Durabilit significa attitudine a durare nel tempo in un ambiente mutevole, mentre autonomia significa attitudine a vivere senza interventi di sostegno e di copertura.

    Al tempo stesso leconomicit deve rispondere a dei vincoli, cio a delle regole da rispettare. Queste regole attengono allinsieme simultaneo di equilibri da rispettare: lequilibrio economico e lequilibrio finanziario. Il primo attiene al rapporto tra costi e ricavi, il secondo riguarda le entrate e le uscite finanziarie (crediti, debiti, liquidit immediate).

    2. LAMBITO DI RIFERIMENTO

    E chiaro che gli stakeholder non possono attendere la fine dellimpresa per rispondere a domande del tipo: quali risultati si stanno effettivamente ottenendo? Da che cosa dipendono i risultati ottenuti? Come si raccordano con gli obiettivi? Come si pu migliorare? Chi gestisce l'impresa deve dotarsi di una serie di strumenti utili a monitorare lo svolgimento delle dinamiche aziendali al fine di valutare l'effettivo raggiungimento degli obiettivi fissati e suggerire azioni correttive. Questi 'strumenti' possono fare riferimento a situazioni particolari oppure a situazioni generali. Rientrano nel particolare le informazioni relative al costo del prodotto, al rendimento di un fattore della produzione, alla remunerativit dei prezzi; sono, invece, generali le informazioni di sintesi, cio quelle informazioni che riguardano l'impresa nel suo complesso, in grado di dare un'idea sullo svolgimento complessivo dell'attivit.

    Poich l'impresa un sistema finalizzato ad incrementare la ricchezza e poich quest'ultima si modifica per effetto delle operazioni che l'impresa stessa compie nel corso del tempo, ne consegue che gli strumenti dovranno monitorare questo aspetto. In funzione della grandezza presa a riferimento per misurare la ricchezza, si hanno differenti modelli.

    In questo modulo faremo riferimento al cosiddetto 'modello di bilancio'. Esso si propone di rappresentare l'andamento complessivo dell'impresa mediante un sistema di valori (di derivazione contabile) che sintetizza l'impatto delle operazioni aziendali sullequilibrio economico e finanziario. La misura di sintesi dellandamento aziendale costituita dal reddito d'esercizio. Tale risultato pu essere considerato come lincremento se potivo o il decremento se negativo - della ricchezza che si avuto nel corso del periodo oggetto di osservazione.

    2.1 LA VITA DELLIMPRESAImmaginiamo di rappresentare lintera vita dellimpresa su di un asse orizzontale. Possiamo individuare

    idealmente 4 fasi successive della vita aziendale: 1) la fase pre-aziendale: la ricerca del pi conveniente impiego del capitale disponibile nelleconomia

    individuale;2) la fase istituzionale: la fase di impianto (chiamata anche di costituzione); 3) la fase di funzionamento: quella in cui viene svolta la produzione per la quale limpresa era stata

    istituita;

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    4) la fase terminale: rappresenta lo stadio finale della 5) vita aziendale, quello in cui si concreta la cessazione dellattivit (si parla anche di fase di cessazione).

    E evidente che le fasi 2 e 3 sono intimamente collegate: il buon esito delle operazioni aziendali dipende da come sono stati impostati e risolti i molti problemi di impianto. Cos, ad esempio, un errore nella scelta dei tipi di prodotti, renderebbe necessario sostenere costi di riconversione notevolissimi.

    Nella fase istituzionale predominano le operazioni di finanziamento e di investimento nelle cosdette strutture dellimpresa (fattori produttivi che verranno utilizzati per pi anni: sono denominati anche fattori strutturali o fattori pluriennali).

    Nella fase di funzionamento sono presenti tutte le operazioni aziendali: alle precedenti si aggiungono le operazioni di acquisizione degli altri fattori produttivi, quindi le operazioni di trasformazione dei fattori stessi in prodotti finiti, nonch le operazioni di cessione di questi ultimi.

    Nella fase terminale, invece, predominano le operazioni di realizzo, intendendo con questa espressione le operazioni di ritorno in moneta di tutti gli investimenti. Tale fase si verifica tutte le volte che la vita aziendale si arresta, sia che questo avvenga per ragioni di forza maggiore che per deliberato proposito del soggetto economico. In altri termini, la cessazione dellattivit aziendale pu essere volontaria o coatta.

    - Si ha cessazione volontaria in presenza di una decisione spontanea del soggetto aziendale. - Si ha cessazione coatta quando imposta dalla legge, a tutela dei terzi ed in gravi situazioni di insolvenza.

    Occorre distinguere la cessazione assoluta dalla cessazione relativa: la prima denominata liquidazione e comporta la dissoluzione del vincolo di complementarit tra gli elementi del patrimonio: le attivit vengono convertite in denaro attraverso la vendita o la riscossione, le passivit sono estinte con il pagamento dei debiti e quanto eventualmente rimane viene assegnato al proprietario o ripartito tra i soci. Nella cessazione relativa, invece, non si ha dissoluzione del vincolo di complementarit.

    VOLONTARIA COATTA

    ASSOLUTA Liquidazione Liquidazione

    RELATIVACessione Fusione

    Scissione -----------

    La liquidazione pu essere volontaria o coatta. Questultima ha luogo sotto il controllo dellautorit giudiziaria, nei modi e nelle forme previste dalla legge e si applica nei casi di crisi insanabile dellimpresa o in presenza di gravi irregolarit. Si tratta di procedure concorsuali, istituti previsti dalla legge nellinteresse dei creditori, che tendono a destinare lintero patrimonio dellimpresa alla soddisfazione, possibilmente in modo integrale, dei creditori che hanno garanzie e proporzionale per quei creditori non forniti di tali garanzie.

    Le procedure concorsuali sono: fallimento, concordato preventivo, liquidazione coatta amministrativa, amministrazione controllata. Sono soggetti alle disposizioni sul fallimento, concordato preventivo e amministrazione controllata, gli imprenditori che esercitano attivit commerciale, esclusi gli enti pubblici ed i piccoli imprenditori.

    La cessazione coatta sempre cessazione assoluta, mentre la cessazione volontaria non necessariamente assoluta: lo nel caso di liquidazione. Tranne il caso di liquidazione, la cessazione volontaria pu configurarsi come operazione di crescita (esterna) o di ristrutturazione.

    Nel caso di cessazione volontaria, si hanno i seguenti istituti giuridici: a) cessione: comporta la vendita in blocco dellimpresa [limprenditore trasferisce ad altri la propria

    impresa, o un suo ramo, contro un corrispettivo che pu essere stabilito in denaro o in quote o azioni di societ. A seguito della cessione, limpresa continua a vivere in capo ad un nuovo soggetto. Possono essere cedute le imprese sia individuali che collettive. Non necessariamente limpresa cedente si estingue dopo la cessione: pu, infatti, continuare a sussistere cambiando loggetto dellattivit. Distinguiamo due casi di cessione:

    - cessione in senso stretto: si ha quando il trasferimento dellimpresa (o di un suo ramo) ha luogo con pagamento del prezzo in denaro. Pu riguardare sia unimpresa individuale, sia unimpresa collettiva (in questo caso, solitamente la societ cedente si scioglie, salvo il caso di cessione di un solo ramo aziendale; tuttavia la societ potrebbe continuare ad esistere, modificando il proprio oggetto sociale).

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    - Cessione per apporto: si ha quando unimpresa individuale viene conferita in una societ, di nuova costituzione o pre-esistente, ed il cedente riceve in pagamento quote sociali o azioni. In questo caso lapporto si configura come conferimento in natura congiunto.

    b) Fusione: riduzione ad unit dei patrimoni di due o pi societ e confluenza dei soci in ununica struttura organizzativa, con il medesimo soggetto giuridico. Si distinguono due tipi di fusione: - fusione propriamente detta (o fusione mediante costituzione di una societ nuova): le societ

    che partecipano alla fusione si sciolgono ed il loro patrimoni vengono apportati in una societ appositamente costituita. In questo modo, le societ si estinguono e, unendosi, danno vita ad una nuova societ (Fig. 1).

    Fig. 1: fusione propriamente detta

    - Fusione per incorporazione (o per assorbimento): una societ esistente incorpora una o pi societ che perdono, in tal modo, la loro individualit e cessano di esistere. La societ incorporante continua la propria attivit con un capitale sociale e con dimensioni che possono risultare pi o meno aumentate a seconda della preesistenza o meno di partecipazioni nelle societ fuse (Fig. 2).

    Fig. 2: fusione per incorporazione

    Qualora le fusioni implichino anche la trasformazione del tipo sociale di una o pi societ coinvolte nelloperazione, si ha una fusione eterogenea (ad es. se una s.n.c. si incorpora in una s.p.a.).

    c) Scissione: si attua mediante trasferimento dellintero patrimonio di una societ a pi societ o con il trasferimento di parte del suo patrimonio ad una o pi societ; tali societ possono essere preesistenti o di nuova costituzione e le azioni o quote da esse emesse vengono assegnate ai soci della prima. Esistono due tipi di scissione: - scissione integrale: comporta il trasferimento dellintero patrimonio di una societ a pi societ

    preesistenti (scissione per incorporazioni) o di nuova costituzione (scissione per costituzioni). La societ che si scinde cessa di esistere.

    Societ ALFA

    Societ BETA

    Societ DELTA

    Societ GAMMA

    Societ ALFA

    Societ BETA

    Societ DELTA

    Societ ALFA

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    - Scissione parziale: comporta il trasferimento solo di una parte del patrimonio di una societ ad una o pi societ preesistenti (scissione per incorporazione/i) o di nuova costituzione (scissione per costituzione/i). La societ che si scinde sopravvive con un patrimonio ridotto.

    Notiamo che i due istituti della fusione e della scissione sono operazioni di ristrutturazione di gruppi aziendali di segno opposto: infatti, mentre con la fusione, pi imprese si uniscono tra loro, con la scissione una societ si fraziona in pi imprese.

    Ai fini della riorganizzazione della struttura aziendale, si pu ricorrere anche alla scorporazione.

    d) Scorporazione: una societ preesistente, che continua ad esistere, conferisce la propria impresa, o un ramo di essa, in una nuova societ appositamente costituita o in unaltra societ gi esistente, ricevendo come contropartita azioni o quote (Fig. 3).

    Fig. 3: scorporazione

    e) Trasformazione: una societ (commerciale), mediante modifica del proprio atto costitutivo, cambia forma sociale. Trattasi di un mutamento di veste legale in quanto preesiste il medesimo soggetto giuridico.

    2.2 TEMPO ED AZIONE: PERIODO AMMINISTRATIVO ED ESERCIZIOE' evidente che non avrebbe senso conoscere alla fine della vita aziendale se limpresa sta andando male

    perch quellinformazione sarebbe del tutto inutile: non pi possibile intervenire per migliorare. In questo senso, allora, occorre poter disporre delle risposte durante la vita aziendale, con periodicit.

    A tale fine, dividiamo la vita dellimpresa in intervalli di tempo chiamati periodi amministrativi(accounting period): trattasi di cadenze della rilevazione di capitale e reddito. Per la maggior parte delle imprese, il periodo amministrativo coincide con lanno solare intervallo compreso tra 1 gennaio e 31 dicembre. Tale periodo ufficiale chiamato anno fiscale (fiscal year).

    I concetti di vita dellimpresa e periodo amministrativo fanno riferimento al tempo. Se guardiamo, invece, al flusso di operazioni che si manifestano nellintero arco di vita dellimpresa per il

    conseguimento dello scopo prefissato dallimprenditore, dobbiamo parlare di gestione. La parte di gestione che viene svolta in un periodo amministrativo denominata esercizio. Il periodo , dunque, un concetto puramente temporale - cadenza della rilevazione di capitale e reddito mentre lesercizio un concetto economico-temporale (insieme dei fatti di gestione verificatisi nel periodo ed incidenti sulle due grandezze capitale e reddito).

    La gestione definibile come linsieme delle operazioni che le persone operanti in impresa compiono, mediante i beni a loro disposizione, al fine di svolgere lattivit di produzione caratteristica dellimpresa stessa.

    La gestione data da un complesso di operazioni che sorgono, si sviluppano e si esauriscono nellorbita dellimpresa: tali operazioni prendono il nome di fatti aziendali (o anche operazioni di gestione). Gli avvenimenti che non hanno attinenza con la vita dellimpresa si dicono fenomeni o fatti generali. Questi ultimi si sviluppano per cause di ordine naturale, economico, sociale, giuridico, indipendentemente dalla vita delle singole combinazioni produttive. In funzione dellinfluenza che essi esercitano sullo svolgimento della gestione, si distinguono in diretti ed indiretti: i primi, pur verificandosi al di fuori dellimpresa, ne influenzano in maniera pi o meno rilevante le manifestazioni, mentre i secondi non riescono ad esercitare uninfluenza apprezzabile. Rientrano tra i fenomeni diretti i movimenti sociali, quando influiscono sullo stato dei consumi, i provvedimenti dello Stato e delle altre organizzazioni, quando riguardano il settore di attivit di cui si occupa limpresa. Appartengono alla categoria dei fenomeni indiretti i movimenti sociali che influiscono sui settori economici a cui limpresa non interessata, ecc.

    ALFA

    Societ ZETA

    BETA

    Societ ZETA

    Partecipazioni nelle societ Alfa e Beta Attivit e

    PassivitAttivit e Passivit Altra Attivit e Passivit

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    I fatti aziendali che si svolgono allinterno dellimpresa prendono il nome di fatti interni o di trasformazione, mentre i fatti che si svolgono allesterno vengono denominati fatti esterni o di scambio.

    Il modello di bilancio si basa solo sulle operazioni di gestione esterna. Osserviamo che limpresa un fatto dinamico, paragonabile al corpo umano; da questo punto di vista, i

    periodi amministrativi cos come gli anni di un individuo sono una finzione: un modo artificiale per cogliere una realt dinamica. Le imprese non licenziano i dipendenti e non arrestano lo svolgimento dellattivit alla fine di ogni periodo; la gestione prosegue senza interruzione da un esercizio a quello successivo.

    Risulta, pertanto, evidente lassunzione alla base del bilancio desercizio: si suppone di fermare la gestione al termine di ciascun periodo, cio si cerca di fotografare lattimo. Chiaramente la difficolt maggiore consiste nel separare gli elementi: attribuendo alcuni vedremo quali ad un periodo (diremo, cio, che sono elementi di competenza dellesercizio) e rimandando gli altri al periodo successivo.

    Il bilancio desercizio si riferisce alla normale vita dellimpresa, potremmo dire che riguarda lordinariet aziendale o, in termine tecnico, il funzionamento.

    Riassumendo, il modello contabile: - si riferisce alla fase di funzionamento (quindi il bilancio desercizio un bilancio in ipotesi di

    funzionamento: il valore attribuito a ciascun elemento tiene conto del fatto che lindomani nuovo periodo amministrativo limpresa continua ad esistere ed operare);

    - prende a riferimento un periodo amministrativo; - in questo periodo analizza solo le operazioni di gestione esterna.

    2.3 TIPOLOGIE DI BILANCIIn relazione alle diverse fasi della vita dellimpresa abbiamo differenti tipologie di bilanci. Distinguiamo 3

    tipologie. 1) Il bilancio desercizio quello fondamentale. Ne esistono diverse classi.

    - le diversit gestionali di imprese industriali, mercantili, bancarie, assicurative, agricole, comportano peculiarit dei loro bilanci annuali, dei modelli di contenuto, dei criteri di valutazione, dei riferimenti normativi.

    - le imprese presentano aspetti peculiari a seconda della veste giuridica assunta: individuale, societaria (di persone, di capitali), associativa, consortile, ecc. Le stesse possono, poi, controllare altre imprese o collegarsi, in qualche modo con loro.

    2) I bilanci speciali si riferiscono a particolari tipi di gestione di imprese (ad. es. societ di gestione di fondi comuni), allaccertamento di irregolarit amministrative pregresse (es. ispezioni giudiziarie) oppure a trasferimenti mortis causa di imprese (successioni ereditarie).

    3) La dottrina denomina straordinari quei prospetti, generalmente costituiti dal solo SP, redatti in momenti eccezionali della vita dellimpresa e predisposti con criteri di valutazione e scopi diversi da quelli del bilancio desercizio. Sono straordinari quei bilanci da redigersi in occasione di trasformazioni, di fusioni, di scissioni, di atti di liquidazione, di procedure concorsuali. In altri termini, questi bilanci riguardano gestioni straordinarie.

    In questo modulo faremo sempre riferimento al bilancio desercizio, anche quando non espressamente indicato.

    2.3.1 Il Bilancio desercizioIl bilancio desercizio detto ordinario poich viene redatto annualmente. Esso risulta datato con

    riferimento alla fine di ogni periodo amministrativo: cos se questo coincidente con lanno solare, il bilancio desercizio dellanno 2001 datato 31 dicembre 2001. Qualora limpresa sia di tipo collettivo, detto bilancio soggetto ad approvazione dei soci e, nelle societ di capitali, anche allobbligo di pubblicazione.

    Possono esistere anche bilanci infrannuali, cio bilanci riferiti ad un periodo inferiore allanno. Essi vengono redatti con i criteri di valutazione stabiliti dalla legge per il bilancio desercizio. Qualora redatti regolarmente sono detti ordinari, in caso contrario sono detti straordinari. [Esempio di bilancio infrannuale ordinario la relazione semestrale predisposta dalle societ quotate. I bilanci di tipo straordinario si riferiscono a:

    - accertamento di utili in vista della distribuzione di acconti sui dividendi;

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    - accertamento di perdite che diminuiscono il capitale di oltre 1/3; - determinazione del capitale esistente in relazione allemissione di obbligazioni qualora dallultimo bilancio

    approvato siano intervenuti fatti nuovi (come laumento del capitale sociale o laccertamento di perdite di oltre 1/3 del capitale stesso);

    - la relazione del bilancio consolidato della capogruppo (quando una societ controllata presenta una data di chiusura dellesercizio non coincidente con la data del bilancio consolidato; in tal caso non viene consolidato il bilancio desercizio, bens un bilancio intermedio redatto con riferimento alla data del bilancio consolidato);

    - fusione di due o pi societ (redigere e depositare la situazione patrimoniale delle societ che si fondono insieme al progetto di fusione ed ai bilanci degli ultimi tre esercizi.

    Nei casi di accertamento di utili maturati e di perdite subite, lo SP accompagnato dal CE; negli altri casi questultimo manca.]

    Finalizzato alla rappresentazione del capitale e del risultato conseguito in un periodo amministrativo, il bilancio desercizio strumento di sintesi di una realt dinamica. La gestione, infatti, caratterizzata da un moto incessante che non pu essere bloccato e, daltra parte esiste lesigenza da parte del soggetto economico, del legislatore, del fisco e di altri gruppi di interesse a comprenderne landamento. Il compromesso tra questi due aspetti dinamica e statica - non pu che costituire una finzione: il bilancio redatto ipotizzando di fermare per un attimo la gestione e presupponendo, congiuntamente, che la stessa continui nel periodo successivo (ipotesi di funzionamento). Una tale finzione richiede un processo di valutazione degli elementi patrimoniali che, non avendo esaurito la loro utilit, saranno disponibili nei periodi successivi. Nel bilancio, pertanto, confluiscono sia valori storici, relativi ad operazioni concluse, sia valori prospettici risultanti dalladozione di criteri valutativi che introducono nella sintesi astratta del risultato economico un grado di incertezza e soggettivit. In tal senso deve essere interpretata la veridicit espressa dal bilancio: unistantanea della dinamica della gestione.

    Essenzialmente il bilancio desercizio ha lo scopo di rendere conto dellattivit svolta a coloro che hanno interesse nellimpresa: tipicamente il soggetto economico (singolo imprenditore o soci), il legislatore ed il fisco. Avendo ciascuno di questi motivazioni di interesse differenti, in funzione di esse cambier la dimensione soggettiva del bilancio (i criteri) e, dunque, il risultato stesso. Distinguiamo un bilancio gestionale, civilistico e fiscale.

    Il bilancio gestionale il punto di partenza della cosiddetta analisi di bilancio, uno strumento diretto ad interpretare il contenuto della gestione al fine di individuare indizi e sintomi utili in ottica prospettica.

    Il bilancio civilistico risponde allesigenza di tutelare i creditori (soci o terzi), fornendo una rappresentazione prudenziale delle singole voci in modo da evitare annacquamenti di capitale (incrementi fittizi). I riferimenti normativi sono agli articoli 2423-2435bis del Codice Civile.

    Il bilancio fiscale, infine, risponde allesigenza del legislatore fiscale che consiste nellevitare comportamenti elusivi dimposta finalizzati a sottostimare il risultato economico. I riferimenti sono alla legge 22 dicembre 1986 n. 917, nota come Testo Unico delle Imposte sui Redditi.

    3. LE OPERAZIONI FONDAMENTALI DI GESTIONE

    Sappiamo che la gestione costituita dallinsieme delle operazioni che le persone operanti in impresa compiono al fine di svolgere lattivit caratteristica dellimpresa stessa e avvalendosi dei beni a loro disposizione. Individuiamo 4 operazioni principali di gestione:

    1) finanziamento (attinto e concesso); 2) acquisto di fattori produttivi; 3) trasformazione; 4) vendita del prodotto.

    Mentre la trasformazione considerata unoperazione di gestione interna, le altre sono considerate operazioni di gestione esterna in quanto mettono in relazione, in vario modo, limpresa con i terzi (finanziatori, fornitori, lavoratori, clienti, Stato).

    Per poter operare unimpresa ha bisogno di mezzi monetari, impianti, macchinari ed altre risorse: nessuna attivit pu essere iniziata se non si ha a disposizione un determinato capitale monetario. Tale capitale necessario per acquistare tutti gli strumenti necessari alla produzione, per affittare i locali, per retribuire il personale, per le spese generali (luce, telefono, riscaldamento, pubblicit, ecc.).Il finanziamento attinto

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    loperazione mediante la quale limpresa viene dotata dei mezzi monetari - il capitale di finanziamento - necessari per lo svolgimento della sua attivit.

    Occorre osservare che in aggiunta alloperazione di finanziamento attinto, pu esistere anche la concessione di finanziamenti a terzi (finanziamento concesso).

    Il capitale di finanziamento pu essere apportato dal titolare, nel caso di impresa individuale, o dai soci, se si tratta di una societ. Tale capitale denominato capitale di rischio (o capitale proprio). Nel linguaggio contabile si parla di capitale netto o, nel caso di societ, di capitale sociale.

    Poich spesso il capitale di rischio non sufficiente, unulteriore parte viene ottenuta in prestito da altri, generalmente da banche. Questa parte di capitale denominata capitale di credito. Nel linguaggio contabile si parla di debiti di finanziamento.

    Il capitale di finanziamento deve essere adeguatamente remunerato: nel caso di capitale di rischio la remunerazione costituita dallutile ottenuto dalla gestione, mentre nel caso di capitale di credito, la remunerazione rappresentata dallinteresse, ad un tasso e scadenze prestabilite.

    Il capitale monetario deve essere impiegato nella produzione: occorre, infatti, acquistare i fattori produttivi. Si definiscono fattori produttivi tutti i beni e tutti i servizi strettamente correlati ed interdipendenti per qualit e quantit che si utilizzano allinterno della combinazione produttiva per rendere possibile lottenimento del prodotto. Qualora un fattore produttivo perda lidoneit a partecipare allattivit produttiva dellimpresa, viene meno la qualifica di fattore produttivo.

    Per iniziare lattivit di impresa necessario disporre degli uffici, locali, automezzi, ecc. quindi il capitale monetario dovr essere investito per formare le strutture. Le strutture sono costituite da fattori produttivi che saranno utilizzati per pi anni, in successivi cicli di produzione: per questo vengono denominati fattori pluriennali. La loro gamma molto ampia: alcuni corrispondono a beni aventi consistenza fisica e, per questa caratteristica, sono definiti materiali; altri, privi di tale consistenza, sono costituiti da utilit economiche e definiti immateriali (diritti di utilizzo di brevetti, formule, opere dellingegno, ecc.). Occorre osservare che alcuni di questi fattori produttivi durevoli potrebbero essere conferiti dal titolare o dai soci dellimpresa in fase di costituzione. Infatti, i conferimenti iniziali di capitale di propriet e quelli successivi possono venire effettuati anche in forma diversa dal denaro (conferimenti in natura o apporti). Tali conferimenti potrebbero essere costituiti da uno o pi beni singolarmente utilizzabili nellattivit produttiva (apporti disgiunti), oppure essere costituiti anche da un insieme di beni avvinti da vincoli di complementariet economica (apporti congiunti). Questultima ipotesi relativa al conferimento di un complesso aziendale funzionante (unimpresa o parte di essa).

    Lacquisizione dei fattori produttivi pone limpresa in contatto con i mercati di approvvigionamento sui quali lofferta dei fornitori si confronta con la domanda delle imprese utilizzatrici. Occorre poi considerare il mercato del fattore lavoro, il cui funzionamento necessariamente differente a tutela della dignit delluomo.

    Ottenuto il finanziamento ed acquistati i fattori produttivi pluriennali la struttura occorre disporre dei materiali necessari, assumere il personale, disporre di vari servizi generali, ecc. Questi fattori produttivi prendono il nome di fattori di esercizio in quanto utilizzati completamente per la produzione dellanno (o immediatamente o entro un breve intervallo di tempo), a differenza dei fattori pluriennali che, di contro, sono impiegati gradualmente in pi anni.

    In unimpresa commerciale, il principale fattore di esercizio costituito dalle merci, oltrech dal lavoro dei dipendenti; in unimpresa industriale, invece, costituito dalle materie prime.

    La trasformazione il complesso di operazioni di natura, intensit e complessit differenti a seconda delle caratteristiche dellattivit produttiva attraverso le quali i fattori produttivi vengono utilizzati, in modo coordinato, per realizzare i beni e/o i servizi oggetto dellattivit produttiva dellimpresa. Trattasi di un insieme di operazioni interne (atti di gestione interna) in quanto con esse limpresa non entra in contatto con i mercati (atti di gestione esterna) ma si esauriscono nel processo di trasformazione di beni e servizi disponibili (i fattori produttivi acquisiti) in beni e servizi di differente qualit economica (i prodotti finiti ottenuti).

    La trasformazione chiamata anche combinazione produttiva: insieme delle attivit ordinate in processi produttivi attraverso i quali i fattori produttivi vengono trasformati in prodotti finiti. Definiamo processoproduttivo linsieme delle attivit variamente distribuite ed organizzate, necessarie per lottenimento di un prodotto finito (ed eventuali sottoprodotti). Ne consegue che si hanno tanti processi produttivi quanto sono i prodotti principali ed accessori che limpresa intende realizzare. Il concetto di processo produttivo non deve essere limitato alla trasformazione fisica di materie prime e servizi in prodotti, tipica delle imprese industriali, ma deve essere inteso in senso ampio. Infatti, anche in impresa commerciale, il cui oggetto tipico la compravendita, dato riscontrare lattivit di trasformazione di un complesso di fattori (in questo caso la merce acquistata su certi mercati) in prodotto (la medesima merce resa disponibile in luoghi e tempi diversi).

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    Occorre osservare che tutti i fattori produttivi pluriennali e di esercizio sono utilizzati (cio consumati) nella realizzazione del prodotto: questa operazione prende il nome di trasformazione; tuttavia, in funzione delle modalit di partecipazione al processo produttivo, mentre per i primi lutilizzo parziale e graduale, per i secondi completo e immediato. Sotto questo profilo i fattori produttivi possono essere distinti in fattori a fecondit ripetuta e fattori a fecondit semplice.[I fattori a fecondit semplice esauriscono la loro utilit economica partecipando ad un unico ciclo produttivo. Cessano, quindi, di esistere come fattori produttivi, non appena vengono utilizzati allinterno della combinazione produttiva. I fattoria fecondit ripetuta, invece, cedono la loro utilit economica a pi cicli produttivi ai quali partecipano mantenendo inalteratele loro caratteristiche tecniche di fattori produttivi.. Il fattore a fecondit semplice correlato alleconomia del prodotto per lottenimento del quale cede completamente la sua utilit economica, mentre il fattore a fecondit ripetuta correlato alleconomia di tutti i prodotti differenti talora anchenella configurazione qualitativa che con il suo concorso si possono ottenere. Si prospettano, quindi, differenti modalit di recupero dei mezzi monetari a seconda che siano investiti in fattori a fecondit semplice o ripetuta. Il recupero dei primi, infatti, affidato ai ricavi di vendita del prodotto ottenuto dallunico ciclo produttivo al quale il fattore partecipa; di contro, il recupero dei mezzi monetari investiti nei fattori a fecondit ripetuta affidato al complesso dei ricavi provenienti dalla vendita di tutti i prodotti ottenuti da tutti i cicli produttivi ai quali i fattori hanno partecipato. Ne consegue che il recupero attraverso i ricavi avviene gradualmente nel tempo. CAVALIERI, Appunti di Economia Aziendale, pp. 124-125].

    Infine, il ciclo si chiude con la vendita del prodotto finito ottenuto. Si definisce finito quel prodotto che ha terminato lintero ciclo di lavorazione e che limpresa colloca sui

    mercati di sbocco; tale prodotto potr essere acquistato dal consumatore finale per soddisfare i propri bisogni in questo caso si parla di prodotto finale oppure potr essere acquistato da altre imprese per essere impiegato nei loro processi produttivi.

    Il prodotto verr venduto a coloro che ne faranno richiesta o a coloro che lavevano in precedenza ordinato: nel primo caso si dice che limpresa produce per il mercato; nel secondo che limpresa produce su commessa (o su ordinazione).

    In questa fase, i mezzi impiegati per ottenere la produzione, ora ritornano con lincasso dei prezzi di vendita del prodotto.

    La gestione , dunque, caratterizzata dallentrata di fattori produttivi e, dopo la loro trasformazione, dalluscita dei prodotti finiti. In questo senso, si parla di input della produzione ed output della produzione.

    4. IL CAPITALE DELLIMPRESA

    Riconsideriamo pi nel dettaglio le singole operazioni di gestione, immaginando di iniziare ex novo unattivit dimpresa.

    Occorre acquisire i mezzi monetari poich il momento delle uscite acquisto di fattori produttivi precede il momento delle entrate vendita dei prodotti finiti2.

    4.1 LA NECESSIT DELLE REGISTRAZIONIIpotizziamo di costituire unimpresa collettiva Corso EOA, in data 1 gennaio 2004, con un capitale

    finanziario di 500M, di cui 200 apportati dai soci e 300 ottenuti presso una banca. Come tenere traccia di questo fatto? Sorge in problema di come tenerne conto, per la necessit di rendere, poi, conto ai terzi ed ai soci.

    Potremmo scrivere nel seguente modo:

    01/01/2004Cassa = abbiamo 500.

    Banca = deve avere 300.

    In questo modo avremmo preso nota del fatto aziendale. Tuttavia, prendere nota dei fatti accaduti non sufficiente a soddisfare le necessit conoscitive delluomo.

    Storicamente larte di tenere i conti si adegu lentamente alle necessit delluomo di affari: fino al XIII sec. e anche oltre in Italia ed in Europa limprenditore tipico era il mercator, che operava da solo o in compagnia con i familiari, che insieme vivevano ad unum panem et vinum. Ogni mercante, cio, lavorava per proprio conto impiegando solo il proprio capitale, confondendo quello personale con quello dellimpresa del cui stato, quindi,

    2 Preliminare a questa operazione la determinazione del fabbisogno di finanziamento.

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    non rendeva conto ad altri. Fino a questo periodo, dunque, le rilevazioni tenevano traccia dei movimenti delle merci, delle entrate ed uscita di moneta e dei crediti e dei debiti. Era il cosiddetto saldamento delle ragioni. quanto abbiamo fatto anche noi con la registrazione sopra. I limiti di un tale modo di ragionare furono storicamente evidenti con la diffusione di organizzazioni commerciali pi ampie, costituite in forma societaria: le Compagnie. Nel nostro caso, dalla registrazione effettuata, possiamo dedurre quanto segue: il denaro in cassa ammonta a 500; alla banca dovr essere restituito 300. Manca, tuttavia, uninformazione fondamentale: a quanto ammonta il capitale dellimpresa Corso EOA?.

    I mezzi finanziari a disposizione (200+300), che sappiamo rappresentare il capitale finanziario, dovranno, in parte, essere investiti per formare le strutture dellimpresa, cio per acquisire i fattori produttivi pluriennali.

    Ipotizziamo di acquistare un immobile per 250 ed un impianto per 150, in data 10/01/04. Seguendo il medesimo ragionamento della registrazione di cui sopra, potremmo prendere nota del fatto

    aziendale nel modo seguente: 10/01/04

    Cassa = [01/01/04] abbiamo 500. [10/01/04] acquisti immobile e impianto per (250.+150.) abbiamo 100. Immobile = acquistato per 250. Impianto = acquistato per 150.

    Dalla sintesi di questi due fatti aziendali, possiamo trarre alcune considerazioni:

    Corso EOA Al 10/01/043

    Cassa = abbiamo 100. Immobile = 250. Impianto = 150. Banca = deve avere 300.

    - Abbiamo informazioni dei mezzi dai quali si compone il capitale: in altri termini, dal prospetto al 10/01/01 possibile conoscere il capitale di Corso EOA nellaspetto concreto (reale ed originario) individuando come stato impiegato. Ciascuno degli elementi che lo compongono presenta determinate caratteristiche qualitative che devono combinarsi tra di loro: limpresa una combinazione produttiva e gli elementi acquistano significato e valore proprio in virt della loro destinazione allattivit produttiva, alla quale sono vicendevolmente legati da un rapporto di strumentalit.

    - Possiamo distinguere gli elementi che compongono il capitale cassa, immobile, impianto - dagli elementi che gravano su di esso banca - (confronta il termine abbiamo con deve avere).

    - Non abbiamo informazioni sulla provenienza del capitale, cio delle fonti dalle quali proviene (ricordare che il capitale di finanziamento pu provenire dal titolare (capitale di rischio o capitale netto) e, eventualmente, da terzi come nel nostro caso (capitale di credito). In altri termini, non conosciamo il capitale nel suo aspetto astratto (ideale, derivato).

    4.2 IL CONCETTO DI CAPITALE DI FUNZIONAMENTODunque il capitale presenta un duplice aspetto: concreto ed astratto. Il primo reale ed originario, il

    secondo, ideale e derivato.

    4.2.1 Laspetto concreto del capitaleDal primo punto di vista il capitale dellimpresa definibile come il complesso dei beni economici (beni

    materiali ed immateriali), strettamente collegati tra loro e con il lavoro umano di cui limpresa dispone per lo svolgimento di una attivit produttiva unitaria (componenti positive) e dal complesso delle obbligazioni che limpresa ha assunto verso terzi (componenti negative). Tale definizione mette in rilievo laspetto concreto, reale del capitale come fattore produttivo complesso, costituito da beni che, nella loro singolarit, presentano aspetti qualitativi, quantitativi e temporali, e, nellunitariet tra loro ed il lavoro umano, hanno relazioni.

    3 Il riferimento ad uno specifico momento e non allintero giorno: sottinteso che listante la mezzanotte della data indicata.

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    Il capitale, nella differente configurazione degli elementi che lo compongono presente in ogni stadio della vita dellimpresa fino a quando, cio, limpresa in funzionamento. La gestione insieme coordinato di operazioni produce una serie di trasformazioni successive nella composizione del capitale:

    - il fattore generico denaro viene trasformato in fattori specifici di produzione (beni e servizi) attraverso gli approvvigionamenti;

    - i fattori produttivi sono trasformati in prodotti attraverso la combinazione produttiva; - i prodotti sono trasformati in mezzi monetari attraverso le vendite.

    Ad ogni operazione il capitale si modifica nella sua composizione qualitativa e nel suo valore. La definizione di capitale dimpresa sopra riportata fa riferimento al cosiddetto capitale di

    funzionamento (o di bilancio, o di gestione), un concetto strumentale alla misurazione del reddito ed alla osservazione dellaspetto qualitativo del capitale.

    4.2.2 Laspetto astratto del capitaleLinsieme dei componenti positivi il complesso dei beni materiali ed immateriali rappresenta il capitale

    lordo di funzionamento (o capitale investito); deducendo da questo le obbligazioni, si determina il capitale netto di funzionamento che rappresenta quella parte del valore dei componenti positivi che residua alla propriet dellimpresa dopo aver soddisfatto gli impegni (obbligazioni) assunti.

    Dal punto di vista astratto, dunque, il capitale dimpresa la misura sintetica dellaspetto concreto espresso in una stessa unit di misura (la moneta). Tale astrazione unitaria, che esprime la dotazione propria dellimpresa, si denomina capitale netto (cio capitale al netto delle perdite).

    Occorre osservare che il capitale di funzionamento non rappresenta lunica configurazione del capitale dimpresa in quanto esistono altre tre fondamentali nozioni di capitale-valore: il capitale di rivalutazione (o di funzionamento rivalutato), il capitale economico ed il capitale di liquidazione.

    4.2.3 Il principio di omogeneitPer poter sommare quantit che si riferiscono a risorse di diversa natura necessario esprimerle attraverso

    ununica unit di conto, cio ununica unit di misura a valore nominale costante. Tale unit di misura la moneta. Poich solo mediante la conversione in termini monetari di quantit che si riferiscono a risorse diverse possibile effettuare comparazioni ed operazioni di somma e sottrazione, ne discende il principio di omogeneit(Money-measurement Concept) secondo il quale il bilancio deve riportare solo quei fatti aziendali che possono essere espressi in termini monetari. Il vantaggio del principio anche la misura del suo limite: il bilancio riporta non gi tutti gli effetti di eventi passati, bens soltanto quelli esprimibili in termini monetari.

    4.2.4 Il principio dellidentit giuridicaAltro principio che pu essere formulato il seguente: il bilancio (e, dunque, anche le registrazioni) deve

    essere redatto avendo a riferimento limpresa e non la propriet (soci o titolare) principio dellidentit giuridica (Entity Concept). Se il proprietario preleva denaro dalla cassa dellimpresa, il fatto produce effetti opposti sul proprietario e sullimpresa: infatti, mentre il primo vede aumentare la propria cassa privata, limpresa vede ridursi i mezzi monetari di pari importo. Il principio dellidentit giuridica afferma che i fatti devono essere registrati nella prospettiva dellimpresa e non gi di quella opposta del proprietario.

    4.3 LUTILIT DI UNO SCHEMAAl fine di rendere conto di com fatto il capitale dellimpresa, occorre evidenziarne i due aspetti (concreto

    ed astratto), cio indicare gli elementi che lo compongono com impiegato il capitale e coloro che lo hanno apportato le fonti di provenienza. Sappiamo che i mezzi dai quali composto il capitale possono essere sia elementi positivi, sia obbligazioni verso terzi, cio elementi negativi e che per giungere allaspetto astratto del capitale di funzionamento occorre sottrarre questi ultimi ai precedenti componenti positivi. Possiamo, dunque, affermare che esistono elementi attivi ed elementi passivi del capitale e che la sintesi aritmetica ne rappresenta laspetto astratto. Ne consegue che per rappresentare quanto sopra sufficiente comporre un prospetto a due sezioni nel quale la sezione di sinistra evidenzi gli elementi attivi le attivit (assets) e la sezione di destra gli elementi che gravano sul capitale, cio le passivit (liabilities). La sezione di sinistra, dunque, pu denominarsi attivit o, anche, attivo, mentre quella di destra pu denominarsi passivit o, anche, passivo.

    Riprendendo il caso Corso EOA, in sede di costituzione all1/01 si configura il seguente prospetto del capitale:

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    Corso EOA al 01/01/04

    Attivit Passivit Cassa 500. Debito v/banche

    Capitale sociale 300.200.

    Occorre notare che linserimento della voce Capitale sociale nella sezione di destra del prospetto comporta due vantaggi:

    1) In questo modo, a fronte della sezione di sinistra che rappresenta gli impieghi, la sezione di destra evidenzia le fonti di provenienza del capitale dimpresa. Nello specifico: il debito v/banche identifica il capitale di credito, mentre la voce capitale sociale indica il capitale di rischio4.

    2) Le due sezioni risultano bilancianti: il totale di sinistra sempre uguale al totale di destra. E il principio del duplice aspetto (Dual-aspect Concept): il valore totale delle attivit necessariamente uguale a quello delle passivit + quello del capitale netto5.

    Attivit = Passivit + Capitale Netto

    Infatti: se le attivit sono gli impieghi del capitale di finanziamento e questultimo costituito da fonti di provenienza della propriet (capitale di rischio) e di terzi creditori (capitale di credito), essendo questi ultimi indicati nella sezione di destra, ne consegue il bilanciamento.

    Il prospetto del capitale sopra rappresentato denominato Stato Patrimoniale (Bilance Sheet)6. Esso costituisce parte integrante del bilancio e rappresenta il capitale aziendale, del quale mette in evidenza i due aspetti fondamentali della provenienza dei mezzi monetari affluiti alla gestione e della destinazione degli stessi mezzi. In altri termini, lo Stato Patrimoniale (SP) evidenzia, da una parte, la struttura economico-tecnica del capitale, cio i suoi impieghi e dallaltra, la struttura economico-finanziaria del capitale, cio le sue fonti.

    Il termine Stato indica il riferimento ad uno specifico istante; nel nostro caso indicata la data 1/01/01: deve intendersi non lintero giorno, bens la mezzanotte di quel giorno. In altri termini, il prospetto presenta unistantanea del capitale dellimpresa.

    Il termine Patrimoniale intende precisare vocabolo precedente Stato - : il prospetto evidenzia lo stato, cio la situazione ad uno specifico istante, del patrimonio. Stato Patrimoniale unespressione acquisita ormai dalla dottrina che, tuttavia, potrebbe indurre a ritenere equivalenti i concetti di capitale e di patrimonio.

    Il patrimonio un insieme di beni, ciascuno dei quali pu dare singolarmente un proprio reddito; ad esempio, la famiglia unimpresa domestica.

    Il capitale, invece, un insieme di beni strettamente collegati tra loro e con il lavoro umano per svolgere un processo di produzione unitario e dare un reddito unitario.

    A seguito delloperazione del 10/01/04, lo Stato Patrimoniale risulta:

    Corso EOA al 10/01/04

    Attivit Passivit ImmobileImpiantoCassaTotale attivit

    250.150.100.500.

    Debito v/banche Capitale sociale

    Totale a pareggio

    300.200.

    500.

    Confrontando le due successive rappresentazioni istantanee del capitale (statica comparata) possibile conoscere i movimenti quali-quantitativi dello stesso. Si nota che il capitale di propriet non si modificato a seguito delloperazione di acquisto in data 10/01: tale operazione, infatti, ha prodotto una diminuzione della

    4 Alcuni considerano il capitale netto come un debito v/portatori di capitale, tuttavia, anche se alcuni aspetti di passivit potrebbero esservi, esso si ritiene vincolato in modo permanente alle vicende produttive dellimpresa, nel senso che, salvo casi particolari, non verr restituito alla propriet fino a quando non diventi esuberante o non si voglia cessare lattivit produttiva. Inoltre, la remunerazione di detto capitale variabile in quanto decisa di volta in volta dalla stessa propriet in relazione allandamento delle vicende produttive. Infine, circa la rischiosit, vero che pure i mezzi monetari di prestito sono investiti e, dunque, corrono il rischio di impresa, tuttavia permane lobbligo di estinguere tutti i debiti prima di rimborsare il capitale di propriet (in caso di perdite, queste si abbattono, innanzitutto, sul capitale di propriet e poi sul capitale di terzi, ma solo nella misura in cui il primo insufficiente per assorbirle). 5 Questo risulta vero anche nel caso in cui le passivit fossero superiori alle attivit. 6 Lespressione inglese Balance Sheet esprime il principio del duplice aspetto.

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    cassa per 400. ed un contemporaneo aumento delle attivit di pari importo (immobile ed impianto). Un fatto di gestione che si risolve in una compensazione tra le voci di SP (cio, in variazioni di segno opposto nellambito concreto) lasciando inalterata lentit del capitale netto, si denomina permutativo. Notiamo anche che ogni fatto di gestione rilevato comporta almeno due cambiamenti, di segno opposto, dello SP (senza considerare i cambiamenti nei totali e nella data del prospetto).

    Ipotizziamo di acquistare delle merci (fattore produttivo di esercizio) in data 20/01 per 50. e di pagare la corrispondente fattura7 a 30 gg.

    Seguendo questo fatto esterno di gestione con il prospetto di SP, abbiamo: Corso EOA al 20/01/04

    Attivit Passivit ImmobileImpiantoMerciCassaTotale attivit

    250.150.50.

    100.550.

    Debito v/fornitori Debito v/banche Capitale sociale

    Totale passivit

    50.300.200.

    550.

    Anche questo fatto di gestione si configura come permutativo.

    In data 10/02 ipotizziamo di vendere, al prezzo di 80, le merci in precedenza acquistate; regolamento a 60 gg. Avremo: + Crediti per 80. - Merci per 50. (le merci diminuiscono per 50. perch sono state acquistate per tale importo e con quel valore figuravano nello SP).

    In questo caso non siamo in presenza di un fatto permutativo in quanto laumento nei crediti (cio + attivit per 80.) non compensato dalla diminuzione nella voce merci (cio attivit per 50.). La differenza 30. incide, quindi, sul capitale netto. Definiamo modificativo quel fatto di gestione che, non risolvendosi in una compensazione tra i valori di SP, incide sullentit del capitale netto; in particolare, in funzione del segno dellincidenza (+/-), si dir modificativo diminutivo ovvero modificativo aumentativo8.

    Nellesempio di cui sopra, il capitale dellimpresa Corso EOA al 10/02/04 aumentato di 30. a ragione della vendita delle merci ad un prezzo 80 superiore a quello di acquisto 50 - ; tale differenza costituisce utile su merci. Il capitale netto al 10/02, dunque, risulta composto, oltrech dal capitale sociale anche da detto utile su merci. Notiamo che il capitale sociale non si identifica con il capitale netto ma ne costituisce una parte: si dice anche che il capitale sociale una voce ideale del netto. Inoltre, si nota che la riserva di utili anchessa una voce ideale del netto e che questultimo una zona ideale (cio astratta e derivata).

    Corso EOA al 10/02/04

    Attivit Passivit ImmobileImpiantoCrediti v/clienti Cassa

    Totale attivit

    250.150.80.

    100.

    580.

    Debito v/fornitori Debito v/banche CAPITALE NETTO:Capitale sociale 200Riserva di utile 30 Totale passivit

    50.300.230.

    .580.

    5. IL SISTEMA CONTABILE ED IL METODO CONTABILE

    5.1 IL PROBLEMA DEL COME

    7 Non si considera, per semplicit, lIVA. 8 Per la precisione: quando vi sono una o pi variazioni elementari di un certo segno, non compensate da altre di segno opposto, il fatto definito modificativo; quando, invece, vi sono due o pi variazioni elementari di segno opposto ma di importo non uguale, per cui non si compensano, il fatto definito misto.

  • BILANCIO ED ANALISI B ILANCIO

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    Se confrontiamo lo SP al 20/01 con quello immediatamente successivo (al 10/02), otteniamo due tipi di informazioni:

    - Com mutato il capitale nellaspetto concreto, sia qualitativo che quantitativo; - Com variato9 il capitale nellaspetto astratto-unitario (+/- capitale netto).

    Detto confronto, tuttavia, non ci mostra le cause della variazione del capitale. Sappiamo che il capitale si modifica in presenza di un fatto modificativo: in particolare, aumenta per i conferimenti della propriet (in sede di costituzione dellimpresa oppure successivamente i cosiddetti aumenti di capitale -) cio, nelle imprese collettive, a seguito di aumenti di capitale sociale - oppure a seguito di utile; diminuisce per restituzioni di capitale alla propriet (i cosiddetti rimborsi di capitale) oppure a seguito di perdite (se il prezzo di vendita delle merci fosse stato inferiore al prezzo di acquisto, la differenza perdita conseguita avrebbe intaccato il capitale netto). In sintesi, le variazioni del capitale netto se non sono attribuibili ad aumenti o rimborsi di capitale, sono imputabili al conseguimento di utili o di perdite e, dunque, allo svolgimento della gestione. Lutile e la perdita, nel linguaggio del bilancio, costituiscono il reddito. Tale reddito rappresenta il risultato economico della gestione: se positivo denominato utile (o profitto), se negativo chiamato perdita.

    Il confronto tra due SP, tuttavia, non indica COME si formato il risultato. Questo perch ci sfuggita la dinamica.

    Un altro esempio chiarir meglio il concetto. Ipotizziamo, in data 15/02/04, di cedere in locazione lo stabile di propriet allimpresa Senzatetto, dietro pagamento anticipato di un canone di 10.

    La locazione il contratto mediante il quale una parte, il locatore, si obbliga a far godere allaltra parte, detta locatario o conduttore, una cosa mobile o immobile per un dato tempo, verso un determinato corrispettivo. Trattasi di un contratto con effetti solo obbligatori: il conduttore non consegue alcun diritto reale sulla cosa, ma solo un diritto di credito (avente ad oggetto il godimento della cosa altrui) nei confronti del locatore. In altri termini, il contratto di locazione non produce leffetto di trasferire la propriet.

    Come registrare questo fatto? Gli immobili non diminuiscono perch il contratto di locazione stipulato non assimilabile ad un contratto di compravendita; al contempo, la cassa aumenta di 10. Poich se una variazione originaria (nelles.: + cassa) non compensata da unaltra variazione originaria di segno opposto, incide, per la differenza, nellaspetto derivato del capitale, nel caso in esame si avr: + cassa per 10. + riserva di utili per 10.

    Il nuovo SP sar, pertanto, il seguente: Corso EOA al 15/02/04

    Attivit Passivit ImmobileImpiantoCrediti v/clienti Cassa

    Totale attivit

    250.150.80.

    110.

    590.

    Debito v/fornitori Debito v/banche CAPITALE NETTO:Capitale sociale 200Riserva di utile 40 Totale passivit

    50.300.240.

    590.

    5.2 UN PROBLEMA, DUE ESIGENZE

    Dallesigenza del come si formato lutile scaturiscono due esigenze: 1. Imparare ad analizzare i fatti di gestione anche nellaspetto derivato; 2. Studiare come rilevarli.

    ESIGENZA 1Riprendendo lesempio precedente, utile ragionare nel seguente modo:

    + cassa per 10. + fitto attivo per 10. (cio + riserva di utile a motivo della stipulazione del contratto di locazione).

    Analogamente, nel caso del 10/02 relativo alla vendita delle merci per 80., possiamo scomporre la transazione in due eventi distinti:

    9 Notare che il termine variazione un concetto numerico, a differenza di mutazione che presenta sia un aspetto quantitativo, che un aspetto qualitativo.

  • BILANCIO ED ANALISI B ILANCIO

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    a) la vendita della merce che, in quanto tale, ha determinato un incremento delle riserve di utili (e dei crediti) di 80.;

    b) la riduzione delle rimanenze la quale, al contrario, ha diminuito il valore delle riserve di utili di 50. Considerato in s, lincremento delle riserve di utili derivante dalle operazioni di gestione viene

    denominato ricavo (revenue). La vendita di merci, dunque, ha generato un ricavo di 80., cos come la riscossione del canone di locazione ha generato un ricavo di 10.

    Considerata in s, la diminuzione delle riserve di utili derivante dalle operazioni di gestione viene denominata costo di competenza (expense). Quando limpresa Corso EOA ha consegnato merce al cliente prelevandola dal magazzino, la transazione ha ridotto le rimanenze ed il capitale netto, generando un costo di competenza di 50.

    In sintesi: quando limpresa vende merce per 80. acquistata a 50., leffetto complessivo della transazione sulle riserve di utili pu essere pensato come costituito di due componenti: un ricavo di 80. ed un costo di 50.

    Avendo ragionato in questo modo, la variazione tra capitale netto al 01/01 e netto al 15/02 40. risulta cos formata (e giustificata):

    Ricavi 90. Vendita di merci = 80. Fitto attivo = 10. Costi 50.Acquisto di merci = 50. Reddito (ricavi costi) 40.

    Il reddito viene mostrato in un rendiconto denominato Conto Economico (o conto dei Profitti e delle Perdite). Questo prospetto spiega come si generato lutile/perdita.

    ESIGENZA 2

    Circa lesigenza di cui al punto 2, occorre osservare che il prospetto di SP non adatto per seguire (cio rilevare) i fatti di gestione in quanto soddisfa esigenze conoscitive periodiche. Occorre, quindi, una struttura di scritture che segua ogni elemento ed ogni voce e che, al contempo, sia predisposta per una sintesi (da fare quando serve!).

    Notiamo che ogni elemento e voce variano in aumento e/o in diminuzione, quindi per seguirne le variazioni sufficiente uno schema a due sezioni che prende il nome di mastrino.[Mastrino deriva da mastro: i conti, originariamente, erano tenuti in un libro mastro, inteso nel senso di libro maestro o principale.]

    Si denomina, invece, conto (T-account) linsieme delle scritture relative ad un oggetto semplice avente lo scopo di metterne in evidenza e seguirne la grandezza quando questa sia variabile e misurabile.

    Se ad ogni elemento e voce viene aperto un conto10, si forma un sistema di scritture tra loro collegate e riferite ad un oggetto complesso. Tale oggetto pu essere il capitale o la gestione. In passato loggetto complesso era costituito dal capitale (sistema patrimoniale), poi stato sostituito dalla gestione (sistema del capitale e del reddito). Il sistema di scritture cio sistema di conti - denominato sistema contabile o, pi semplicemente, contabilit.

    Sappiamo che la gestione costituita da un insieme di operazioni i fatti che possono svolgersi allinterno e allesterno dellimpresa. Poniamo il seguente problema: in che momento un fatto deve essere registrato? Si potrebbe dire: quando si verifica. Ma il punto stabilire quando un fatto si verifica, cio qual lelemento che porta a dire che il fatto si verificato? Consideriamo i seguenti casi:

    - Quando registrare gli stipendi? - Quando registrare la stipulazione di un contratto di locazione con canone pagabile in via posticipata?

    Il modo pi ovvio per registrare questi fatti al momento in cui si verifica la movimentazione finanziaria. Poich il verificarsi della movimentazione finanziaria indica lesistenza di un rapporto con una controparte, possiamo concludere che registrare i fatti al momento della movimentazione finanziaria significa registrare i fatti esterni di gestione.

    10 Nel linguaggio contabile aprire un conto significa attribuire il nome di una voce ad un mastrino ed effettuare la prima registrazione.

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    di redditoAspetto

    originarioConti

    finanziari

    Aspettoderivato

    Contieconomici

    di reddito

    di capitale

    pluriennali di periodo

    Possiamo, dunque, concludere affermando che nel sistema contabile avente per oggetto complesso la gestione, si rilevano solo i fatti esterni di gestione. Lattenzione rivolta a cogliere la movimentazione finanziaria di un fatto, quindi laspetto concreto, reale, originario ora rappresentato dagli elementi finanziari. Tutto il resto colto per derivazione da questi. In sintesi: mentre guardando al capitale come oggetto complesso, i due aspetti originario e derivato erano, rispettivamente, gli elementi dellattivo e del passivo, da un lato, e le voci di capitale netto, dallaltro, prendendo la gestione ad oggetto complesso del sistema, laspetto originario limitato agli elementi finanziari (che colgono i fatti esterni) mentre tutto il resto costituisce aspetto derivato. Denominiamo finanziari quei conti aperti agli elementi finanziari ed economici i conti aperti alle voci rimanenti. Laspetto economico analizza le cause delle variazioni dellaspetto finanziario. In particolare, i conti economici si distinguono in: conti economici di capitale e conti economici di reddito.I conti economici di capitale si riferiscono alle voci della zona del netto (capitale sociale, riserve di utili, risultato di esercizio), mentre i conti economici di reddito riguardano tutto il resto. I conti economici di redditi sono aperti ai costi ed ai ricavi.

    Riprendendo i prospetti di SP e CE dellimpresa Corso EOACorso EOA al 15/02/04

    La classificazione dei conti sopra riportata permette di comprendere meglio i due prospetti del bilancio; in particolare: il CE quel prospetto che, riportando tutti i costi e ricavi di periodo (generati dai fatti esterni del periodo), evidenzia il risultato economico (utile o perdita) derivante dallesercizio; lo SP riporta le risorse non consumate nel periodo e, quindi, rinviate al periodo successivo (tali risorse sono rappresentate sia da elementi finanziari attivi e passivi sia da costi pluriennali. E, pertanto, errato affermare che nel conto economico confluiscono tutti i costi e ricavi in quanto solo i costi e ricavi di periodo vi devono essere riportati: i costi pluriennali, essendo di fatto risorse non completamente consumate nel periodo, devono confluire nello SP. Dalla rilevazione dei soli fatti esterni di gestione, discendono i due seguenti corollari:

    1. Non si rilevano i fatti interni di gestione (es. danneggiamenti alle merci); 2. La contabilit non in fase con la realt: sar, infatti, sempre in ritardo rispetto a questa e, in alcuni casi,

    in anticipo (es. canone anticipato). Questi due corollari pongono un problema di assestamento dei conti al fine di colmare lo sfasamento tra i tempi contabili ed i tempi reali delle operazioni. E necessario, dunque, stabilire un momento di pausa nella gestione al fine di compiere tale operazione. Occorre osservare come lespressione momento di pausa nella gestione sia una contraddizione di termini: infatti, la gestione un fatto dinamico, un moto incessante e, dunque, impossibile da arrestare sia pure per un attimo, se non in termini ideali, di finzione. Questo peccato originale della contabilit (originale nel senso di natura e, dunque, ineliminabile) un concetto da ricordare in quanto viene naturalmente trasmesso al bilancio di esercizio, che della contabilit figlio nel senso che da questa direttamente discende.

    Il momento ideale di pausa di pi logica individuazione la fine del periodo amministrativo in quanto proprio allora che si manifesta lesigenza di passare dalla contabilit al bilancio per accertare il risultato dellesercizio. In altri termini, lipotesi che limpresa continui a funzionare per un periodo di tempo indeterminato: il principio della prospettiva di funzionamento (going-concern concept).

    ATTIVIT PASSIVITImmobileImpiantoCrediti v/clienti Cassa

    Totale attivit

    250.150.80.

    110.

    590.

    Debito v/fornitori Debito v/banche CAPITALE NETTO:Capitale sociale 200 Riserva di utile 40 Totale passivit

    50.300.240.

    .590.

    CONTO ECONOMICORicavi Vendita di merci = 80. Fitto attivo = 10. CostiAcquisto di merci = 50. Reddito (ricavi costi)

    90.

    50.

    40.

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    Lassestamento , quindi, una delle operazioni finali dellesercizio e costituisce il passaggio obbligato per giungere dalla contabilit al bilancio. Fin qui il sistema; ma poich il sistema rappresenta il contenuto, necessaria la forma, cio il metodo. Occorre disporre di un metodo di scritture: di un insieme di regole con cui fare funzionare il sistema di conti. Il metodo si formato spontaneamente per necessit di rilevazione delle fiorenti attivit mercantili medievali. Si pensa che il primo conto ad essere aperto fu il conto relativo alla cassa: poich il fondo di cassa sicuramente positivo e poich in occidente si scrive da sinistra a destra, la prima registrazione (relativa alla consistenza di cassa) logicamente fatta nella sezione di sinistra ed una variazione positiva. Nel linguaggio contabile la sezione sinistra di un conto chiamata dare (debt) e quella di destra avere (credit).[Anche il nome attribuibile alle due sezioni un fatto storico: si ritiene che i primi conti ad essere aperti furono quelli intestati alle persone dei debitori e creditori. Allora era logico dice che i clienti (debitori) devono dare una certa cifra: da qui la voce dare che sta per dare/devono dare. Analogamente era logico dire che i fornitori (nostri creditori) devono avere da noi una certa cifra: da qui la voce avere, elisione di deve/devono avere.]

    + -

    In sintesi: le variazioni positive della cassa sono registrate nella sezione di sinistra del conto cassa, mentre le variazioni negative sono riportate nella sezione destra. Poich la sezione sinistra denominata dare e quella di destra avere, in gergo contabile si afferma che le variazioni positive sono registrate in dare, mentre le variazioni negative in avere.

    Tutti i conti accesi agli elementi finanziari assimilabili alla cassa funzionano nel modo suddetto. I conti relativi agli elementi finanziari passivi funzionano nel medesimo modo: le variazioni positive (diminuzioni di debiti) in dare e le variazioni negative (aumento di debiti) in avere.

    Poich gli elementi finanziari attivi figurano (come esistenza) in dare e gli elementi finanziari passivi in avere (sempre come esistenza), posto il principio del duplice aspetto, per il quale Attivit = Passivit + Netto, ne consegue che facendo funzionare in modo antitetico il conto acceso al capitale netto (e sue parti ideali) conto economico di capitale - ed i restanti conti economici di reddito si ottiene unimportante uguaglianza di controllo:

    - + - + + -

    DARE = AVERE

    Tale uguaglianza si aggiunge al principio del duplice aspetto ed entrambe valgono per ciascuna transazione.

    Disponendo di un sistema contabile predisposto per seguire le operazioni di gestione (loggetto complesso) e di un metodo contabile (regole di registrazione) possibile risolvere al problema del come. Se esiste un fatto esterno, questo determina una variazione positiva o negativa nei valori di natura finanziaria; tale variazione pu essere bilanciata da una variazione finanziaria di segno opposto ( ci che si chiama permutazione finanziaria) oppure, se scoperta, incide nellaspetto derivato misurando una variazione economica dello stesso segno. Tale variazione economica sappiamo potr influire direttamente sul capitale unitariamente considerato (variazione economica di capitale), oppure potr influire indirettamente sul capitale e direttamente sul reddito (variazione economica di reddito), come costo (se negativa) o come ricavo (se positiva).

    CASSA

    Variazioni positive

    Variazioninegative

    AvereDare

    CAPITALENETTO AvereDare

    Variazioni positive

    Variazioni negative

    RICAVOAvereDare

    Variazioni positive

    Var. negative (rettifiche)

    COSTOAvereDare

    Var. positive (rettifiche)

    Variazioni negative

    DEBITI

    Variazionipositive

    Variazioninegative

    AvereDare- +

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    Dobbiamo osservare che le operazioni di finanziamento da terzi determinano costi per gli interessi corrisposti; analogamente, le operazioni di finanziamento a terzi determinano ricavi per gli interessi riscossi.

    6. VERSO IL CONTO ECONOMICO: L'ASSESTAMENTO

    Facendo riferimento ad un arco di tempo pari allintera vita dellimpresa (da 0 a t), denominiamo redditototale lincremento o il decremento che il capitale conferito dalla propriet ha subito per effetto di tutte le operazioni compiute, posto che:

    - al tempo t lattivit dellimpresa completamente cessata: questo significa che 1) tutti i fattori produttivi sono stati completamente utilizzati per lattivit produttiva o, se non utilizzati, sono venduti per stralcio; 2) tutti i processi produttivi sono stati ultimati e tutti i prodotti venduti;

    - il potere di acquisto della moneta non ha subito variazioni; - tutti i crediti sono stati incassati e tutti i debiti pagati; - non ci sia pi alcun rischio in corso; - durante lintero arco di vita dellimpresa non sono stati effettuati altri conferimenti, n rimborsi di

    capitale di propriet e non stato operato alcun prelievo di reddito. Ne consegue che, stante le ipotesi precedenti, il capitale alla fine della vita dellimpresa si presenta come

    costituito esclusivamente da denaro. La determinazione del reddito totale non presenta utilit pratica ai fini della conoscenza dei risultati

    dellattivit di impresa. Molto pi utile, infatti, la determinazione del risultato di periodo. Le ragioni che inducono a determinare il reddito con riferimento a periodi parziali della vita aziendale possono essere cos sintetizzate:

    - il reddito di un periodo rappresenta un parametro, sia pure estremamente sintetico, attraverso il quale verificare la validit delle strategie adottate;

    - il reddito del periodo costituisce il limite superiore alla misura della ricchezza prelevabile; - necessario fornire a taluni interlocutori esterni, informazioni sulla misura dei redditi relativi a differenti

    periodi; - necessario ottemperare agli obblighi di legge, sia civilistica che fiscale.

    La determinazione del reddito di periodo pone il problema dellindividuazione della parte di costi e di ricavi da attribuire alla competenza economica del periodo. Occorre, infatti, osservare che la gestione aziendale si sviluppa nel tempo senza soluzione di continuit: ciascuna operazione interrelata con quelle precedenti e con quelle successive e, dunque, i costi ed i ricavi si susseguono nel tempo. E evidente che la scissione per esercizi della gestione aziendale richiede lindividuazione di costi e ricavi comuni a pi periodi e la successiva separazione di questi per periodo. Tale scissione non pu che presentare un notevole grado di astrazione.

    Ci posto, ne consegue la necessit di individuare i criteri da seguire nelleffettuare la scissione. A tal fine occorre definire il principio della competenza economica, cio le condizioni che vengono assunte come utili per individuare i costi ed i ricavi da considerare di pertinenza di un dato periodo, dalla differenza dei quali scaturisce la misura del reddito attribuibile al medesimo periodo. Si parla anche di contabilit per competenza (accrual accounting) in contrapposizione alla contabilit per cassa (cash accounting): solo una contabilit del primo tipo consente di misurare il reddito in quanto tiene traccia, non solo degli incassi e dei pagamenti, ma anche dei costi e dei ricavi.

    Sappiamo che il reddito di periodo illustrato dal prospetto denominato Conto economico: tale prospetto accoglie tutti i costi ed i ricavi che possono riferirsi al periodo in esame, cio che sono di competenza di tale periodo. Il problema , appunto, quali costi e quali ricavi.

    Lart. 2423 bis c.c. statuisce: ... devono essere considerati i profitti e gli oneri che sono di competenza, indipendentemente dalla data cui si riferiscono gli incassi ed i pagamenti. Vediamolo meglio. Osserviamo, anzitutto che ricavo non sinonimo di incasso (entrata di cassa), cos come costo non sinonimo di esborso (uscita di cassa). Lo si capisce considerando che la cassa un elemento finanziario e, dunque, originario dalle gestione, mentre i costi ed i ricavi sono elementi economici e, quindi, derivati: colti, cio per derivazione dalle variazioni (incassi e pagamenti) finanziarie.

    Quali sono i costi ed i ricavi di competenza? Si possono definire di competenza del periodo i costi ed i ricavi relativi ai processi compiuti nel periodo stesso, intendendo per compiuti nel periodo solo i processi produttivi che si sono chiusi con il conseguimento dei ricavi, sempre che siano state effettuate nel periodo stesso,

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    da parte dellimpresa, anche le relative prestazioni. In sintesi: un ricavo riconosciuto (= contabilizzato) nel periodo in cui si realizza, cio quando:

    - avvenuto lo scambio con lesterno e limpresa ha ricevuto il corrispettivo (credito commerciale o cassa);

    - limpresa ha fatto quanto doveva per aver diritto al ricavo (un anticipo da clienti non un ricavo perch limpresa non ha ancora consegnato il bene e, spesso, non ha neppure realizzato il prodotto).

    Definiamo quanto sopra principio di realizzazione (realization concept). Consideriamo il seguente esempio:

    Il ricavo si realizza quando il processo di vendita giunge a completamento con latto di consegna del prodotto (15/02). Nellesempio la manifestazione finanziaria successiva alla realizzazione del ricavo, ma non necessariamente cos: il ricavo, infatti, pu essere realizzato (1) prima, (2) durante o (3) successivamente al periodo nel quale avviene lincasso.

    A fronte di ricavi cos definiti, sono considerati di competenza i costi che si reputano relativi alle prestazioni effettuate. Il principio che regola il riconoscimento dei costi di competenza di un periodo il principio di competenza (matching principle). Esso stabilisce che sono di competenza di un periodo i costi correlati ai ricavi di quel periodo, cio le risorse consumate per produrre i ricavi del periodo.

    Se si suppone che al tempo t lattivit dellimpresa continui ipotesi di funzionamento non tutti i processi saranno compiuti: esistono processi in corso di svolgimento, che troveranno compimento soltanto nei momenti successivi. E evidente che costi e ricavi relativi a tali processi non competono al periodo considerato ma ai periodi successivi nei quali i processi avranno compimento con il conseguimento dei ricavi o con il completamento delle prestazioni ancora da effettuare. Tali costi e ricavi, pertanto, dovranno essere consegnati ai periodi futuri.

    Ipotizziamo di interrompere al tempo t (al termine del primo periodo) il fluire del tempo per estrapolare sia i componenti attivi e passivi del capitale di funzionamento, sia i costi ed i ricavi dellesercizio.

    Il capitale di funzionamento, riferito al tempo t, accoglie sicuramente tutti i componenti di natura finanziaria. Non solo: sono presenti, infatti, anche componenti di natura economica. Lattivo economico accoglie i valori degli investimenti (in attesa di realizzazione attraverso i ricavi futuri) che si incontrano seguendo idealmente il circuito della produzione: fattori produttivi che rimangono disponibili per le utilizzazioni future e prodotti che rimangono da vendere. Per quanto riguarda i fattori produttivi, possiamo trovare rimanenze di fattori a fecondit semplice, acquistati nel periodo 0 t, ma non ancora utilizzati: si tratta delle differenti qualit di materie prime, merci e titoli. Esistono, inoltre, anche rimanenze di fattori a fecondit ripetuta, acquistati nel periodo 0 t che sono stati parzialmente utilizzati, nel senso che hanno ceduto utilit economica partecipando alle produzioni realizzate nel periodo, ma ancora utilizzabili per le produzioni dei periodi successivi: si tratta dei fattori a fecondit ripetuta caratterizzati da materialit (impianti, immobili, mobili, ecc.) e di fattori a fecondit ripetuta immateriali. In sintesi, tutto ci che di natura finanziaria o che, essendo di natura economica, non completamente consumato e/o erogato nel periodo in esame e, dunque, deve essere rinviato ai periodi futuri, trova collocazione nello Stato Patrimoniale.

    Nel Conto Economico sono riportati i costi e ricavi di competenza dellesercizio. Occorre, in primo luogo, determinare i ricavi realizzati nel periodo in quanto, solo successivamente possibile individuare i costi ad essi correlati: sono i costi ad essere correlati ai ricavi e non viceversa. Procediamo per gradi, individuando, anzitutto, alcune categorie di costi di competenza:

    1. costi di periodo trattasi di costi riconducibili al consumo di risorse che scompaiono nel periodo perch utilizzate nello svolgimento della gestione: si pensi ai costi amministrativi, ai costi commerciali ed ai costi generali. Si tratta di risorse che vengono consumate per rendere possibile lo svolgimento dellattivit. Dal momento che queste risorse hanno prodotto integralmente la loro utilit nel periodo, esse sono risorse scomparse.

    2. costo del venduto costo dei beni consegnati nel periodo e, come tali, correlato ai ricavi realizzati. In coerenza con il principio di competenza, il costo dei beni venduti (= consegnati) diventa, pertanto, costo di competenza del periodo.

    Il reddito del primo periodo di vita dellimpresa tempo t non pu derivare soltanto dalla differenza tra costi e ricavi sostenuti o conseguiti nel periodo (misurati da uscite/entrate finanziarie), ma deve includere anche le rettifiche di tali costi e ricavi relative alla parte di essi da consegnare alla competenza dei periodi futuri.

    10/02Produzione

    15/02Vendita

    20/02Incasso

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    Lipotesi di continuit di funzionamento implica, altres, che si debba tener conto nella determinazione del reddito di periodo dei rischi specifici, ben individuabili, che a fine periodo sono in essere e che presumibilmente, produrranno effetti negativi, nei successivi periodi, sulleconomia di impresa.

    Andiamo con ordine, considerando il primo punto. Sappiamo che la contabilit rileva i fatti esterni attraverso manifestazioni (+/-) finanziarie, quindi nel periodo 0 t in contabilit sono stati registrati sicuramente quei fatti esterni misurati da variazioni finanziarie avvenute nelperiodo in esame. Sappiamo, inoltre, che esiste il peccato originale che impedisce alla contabilit di essere in fase con la realt. Questo problema emerge con tutta evidenza alla fine del periodo amministrativo in sede di chiusura dei conti quando per la determinazione del reddito si ricorre al principio di competenza. E evidente, infatti, che la contabilit pu avere rilevato costi e ricavi che non sono di competenza e, di contro, non avere registrato costi e ricavi che sono di competenza. Per sintonizzare la contabilit necessario intervenire sui conti per inserire o togliere qualcosa; in altri termini, necessario un assestamento.

    Si definisce assestamento linsieme delle operazioni contabili necessarie affinch la contabilit sia in fase con il principio della competenza. Tali operazioni sono di inserimento e di rettifica (o storno).

    6.1 OPERAZIONI DI INSERIMENTO

    Consideriamo la prima tipologia. Le operazioni di inserimento hanno lobiettivo di inserire costi e ricavi di competenza del periodo ma non ancora registrati in contabilit; si distinguono in:

    - Operazioni di completamento: riguardano costi e ricavi di competenza le cui manifestazioni finanziarie maturano completamente solo a fine periodo (es. imposte dirette (saldo) ed interessi sul c/c);

    - Operazioni di integrazione: riguardano costi e ricavi di competenza le cui manifestazioni finanziarie non sono ancora completamente maturate alla fine del periodo (es. Ratei, fondi spese, fatture da emetter/ricevere); riguardano, inoltre, costi e ricavi che nascono in sede di valutazione a fine periodo (fondi rischi);

    - Operazioni di ammortamento: ripartizione in quote dei costi pluriennali relativi a fattori produttivi a fecondit ripetuta.

    Vediamo pi nel dettaglio le due ultime tipologie di operazioni. Rientrano tra le operazioni di integrazione le seguenti rilevazioni: ratei, fondi spese e fatture da emetter/ricevere.

    Operazioni di integrazione

    RateiConsideriamo il seguente esempio. In data 1/4 limpresa ha stipulato un contratto di locazione relativo ad

    un magazzino, concordando il pagamento in rate semestrali posticipate per 6. Al momento della stipulazione 1/4 - in contabilit non viene effettuata alcuna registrazione in quanto il

    fatto non determina una manifestazioni finanziaria. In data 1/10 limpresa paga il canone relativo al periodo 1/4 1/10: loperazione viene rilevata in quanto origina una variazione finanziaria passiva (- cassa) che misura una variazione economica negativa (un costo).

    Al 31/12 fine periodo in contabilit non risulta inserito la parte di canone 1/10 31/12 in quanto la manifestazione finanziaria si verificher solo all1/4. Tale quota di costo di competenza del periodo perch relativa ad una prestazione gi consumata dallimpresa. Lo strumento da utilizzarsi per inserire questa quota di costo di competenza, a manifestazione finanziaria futura e proporzionale al tempo, denominata rateo passivo.Notiamo che tale rateo passivo misura una specie di debito che limpresa ha contratto nei confronti del locatore del magazzino in quanto il godimento del bene gi avvenuto per il periodo 1/10 31/12 ma il corrispettivo non ancora stato versato.

    - Cassa + Fitto passivo

    1/04Stipulazione

    1/10Pagamento

    1/04Pagamento

    31/12

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    In generale: in quanto strumento che imputa una quota di costo/ricavo, il rateo passivo/attivo un elemento di natura finanziaria e, come tale, trova collocazione dello Stato Patrimoniale. In particolare il rateo attivo esposto tra le attivit, mentre il rateo passivo figura tra le passivit.

    Fondi spese I fondi spese misurano costi di competenza dellesercizio per i quali incerto limporto e la data di manifestazione. Sono fondi spese: il fondo imposte, fondo tfr e fondo manutenzioni e riparazioni. Il fondo imposte si alimenta quando c incertezza causata da: possibili cambiamenti nelle leggi fiscali con effetto retroattivo oppure accertamenti per imposte evase o debiti per imposte liquidabili in esercizi futuri. Il fondo TFR riguarda le imputazioni di esercizio relative ai versamenti ai dipendenti in sede di fine del rapporto di lavoro. Non tutta la retribuzione guadagnata da un dipendente viene da questi percepita. Oltre alle ritenute