Pedagogia Sociale e Della Devianza - A Corpo Libero

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A corpo libero – sport, animazione e gioco - → Capitolo 1 1.1 Corpo e corporeità Per secoli è stata negata la valenza del corpo e ne è stata misconosciuta la portata centrale per l'essere umano e questa è una negazione che ha accentuato solo gli aspetti di godimento e di gioia dei sensi e ha visto proprio in questi ultimi le tracce del limite e della costruzione nella possibile conquista della leggerezza e della purezza dell'anima. Nella filosofia del Novecento, Edmund Husserl (1859-1938) e Maurice Merleau-Ponty (1908-1961) hanno offerto spunti di riflessione e anatomie esistenziali del corpo tese a restituire valore alla corporeità come dimensione essenzialmente costitutiva dell'uomo; l'uomo è il suo corpo, l'uomo è corpo. corpo → è spesso visto come limite, ostacolo, zavorra della mente e dell'anima, persino come ostacolo alla conoscenza, diviene, grazie ai contributi della fenomenologia, il centro stesso della persona senza il quale non è possibile alcune esperienza Riportare il corpo e la corporeità al centro delle riflessioni sullo sport, sul gioco sportivo di animazione, sulle attività motorie rappresenta un tentativo di inscrivere in maniera forte nella pedagogia e nella pedagogia sociale le pratiche che hanno come fine e come centro la dimensione corporea, sfuggendo al rischio di oggettivare il corpo e di tecnologizzarlo attraverso prassi che ne riducono il significato alla dimensione puramente organica/fisica. pedagogia sociale → intreccia la questione del corpo e della sua educazione con la possibilità di essere date dalla dimensione comunitaria, dalle prospettive del benessere inteso come un processo in cui si intersecano le dimensioni sociali, politiche, dalla socializzazione e dell'integrazione con la pedagogia del corpo. rappresentazioni del corpo → nell'odierna società massmediatica e caratterizzata dalla liquidità agiscono come tracce persistenti che definiscono spesso un a-priori del corpo fuori da una dimensione di vissuto, di esperienza, di alterità e li circoscrivono entro la cornice di una corporeità bidimensionale Balduzzi → “il corpo vissuto/vivente non teme di essere nuovamente zittito da una realtà, quella virtuale, che per definizione sembra esistere proprio in virtù della propria incorporeità. Nuovamente trova la propria risorsa energetica e virtuale nella sua capacità di dotare di senso il mondo al quale di apre nel proprio progetto esistenziale, di tutta una vita” Il corpo diventa il luogo di una trasformazione senza transito che traccia e modella il corpo, dandogli una nuova forma: un corpo ad immagine bidimensionale sempre uguale a se stesso, ma privo dell'identità che è invece frutto di continue, perenni e profonde trans-formazioni, di mutamenti che sono la coincidenza della persona con il suo essere esperienza, progetto, deriva, erranza, fatica, gioia... Prendendo ad esempio l'arte, si può affermare che la bellezza è anche carnalità del corpo, e non solo astrattezza, e quindi necessita di essere esplorata attraverso tutte le sue forme; fisico = uomo-macchina nei suoi aspetti di efficacia ed efficienza corpo = essere stesso come storia e come progetto nel divenire persona, è possibilità di incontro,

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– A corpo libero –– sport, animazione e gioco -

→ Capitolo 1

1.1 Corpo e corporeità

Per secoli è stata negata la valenza del corpo e ne è stata misconosciuta la portata centrale per l'essere umano e questa è una negazione che ha accentuato solo gli aspetti di godimento e di gioia dei sensi e ha visto proprio in questi ultimi le tracce del limite e della costruzione nella possibile conquista della leggerezza e della purezza dell'anima. Nella filosofia del Novecento, Edmund Husserl (1859-1938) e Maurice Merleau-Ponty (1908-1961) hanno offerto spunti di riflessione e anatomie esistenziali del corpo tese a restituire valore alla corporeità come dimensione essenzialmente costitutiva dell'uomo;l'uomo è il suo corpo, l'uomo è corpo.

→ corpo → è spesso visto come limite, ostacolo, zavorra della mente e dell'anima, persino come ostacoloalla conoscenza, diviene, grazie ai contributi della fenomenologia, il centro stesso della persona senza il quale non è possibile alcune esperienza

Riportare il corpo e la corporeità al centro delle riflessioni sullo sport, sul gioco sportivo di animazione, sulle attività motorie rappresenta un tentativo di inscrivere in maniera forte nella pedagogia e nella pedagogia sociale le pratiche che hanno come fine e come centro la dimensione corporea, sfuggendo al rischio di oggettivare il corpo e di tecnologizzarlo attraverso prassi che ne riducono il significato alla dimensione puramente organica/fisica.

→ pedagogia sociale → intreccia la questione del corpo e della sua educazione con la possibilità di esseredate dalla dimensione comunitaria, dalle prospettive del benessere inteso come un processo in cui si intersecano le dimensioni sociali, politiche, dalla socializzazione e dell'integrazione con la pedagogia del corpo.

→ rappresentazioni del corpo → nell'odierna società massmediatica e caratterizzatadalla liquidità agiscono come tracce persistenti che definiscono spesso un a-priori del corpo fuori da una dimensione di vissuto, di esperienza, di alterità e li circoscrivono entro la cornice di una corporeità bidimensionale

→ Balduzzi → “il corpo vissuto/vivente non teme di essere nuovamente zittito da una realtà, quella virtuale,che per definizione sembra esistere proprio in virtù della propria incorporeità. Nuovamente trova la propria risorsa energetica e virtuale nella sua capacità di dotare di senso il mondo al quale di apre nel proprio progetto esistenziale, di tutta una vita”

Il corpo diventa il luogo di una trasformazione senza transito che traccia e modella il corpo, dandogli una nuova forma: un corpo ad immagine bidimensionale sempre uguale a se stesso, ma privo dell'identità che è invece frutto di continue, perenni e profonde trans-formazioni, di mutamenti che sono la coincidenza della persona con il suo essere esperienza, progetto, deriva, erranza, fatica, gioia... Prendendo ad esempio l'arte, si può affermare che la bellezza è anche carnalità del corpo, e non solo astrattezza, e quindi necessita di essere esplorata attraverso tutte le sue forme;

→ fisico = uomo-macchina nei suoi aspetti di efficacia ed efficienza→ corpo = essere stesso come storia e come progetto nel divenire persona, è possibilità di incontro,

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comunicazione di relazione

La tridimensionalità del corpo è la sua dimensione per eccellenza della persona come originaria apertura al mondo e nel suo essere la dimensione per eccellenza dalla persona come originaria apertura al mondo e nel suo essere trama di infinite relazioni con il mondo delle cose e con quello delle persone e dei corpi sociali. La terza dimensione del corpo rifiuta l'appiattimento del corpo rifiuta l'appiattimento della persona alla sua immagine se questa non viene inscritta nella relazione con un corpo che è parola.

↓→ distrurbi psichiatrici → il corpo coincide con la parola e grida il suo disagio e la

sua disperazione: anoressia e bulimia↓

parole inscritte nel corpoche trasformano l'immaginein linguaggio e in relazione paradossale con il mondo e con gli altri

La negazione della tridimensionalità del corpo nella bidimensionalità di un corpo-immagine esplode nel corpo della bulimica e dell'anoressica, quale metafora di un corpo che è questo, ma anche quello e non vuole subire riduzioni o semplificazioni.

→ esistenzialismo-fenomenologia-pedagogia fenomenologia → hanno ridato spessore al corpo,considerato come estrema lucidità

↓ Husserl

↓“Trai i corpi di questa natura io

trovo il mio corpo nella sua peculiarità unica, cioè come l'unico a non essere mero corpofisico (Körper), ma proprio corpo vivente (Leib)

→ Galimberti → ingenuità → è il senso del corpo, non ha nulla a che fare con una riduzione semplicisticadel corpo stesso e la sua conseguente banalizzazione verso le derive del senso comune o alle deteriorazioni cui è sottoposto il concetto di ingenuità

→ corpo ingenuo → “nativo, naturale, originale e libero”corpo che torna alla sua forma e alla sua condizione originaria che è intenzionalità: “l'intenzionalità del corpo umano, la sua originaria apertura al mondo, il suo esporsi e attendere dal mondo indicazioni per sé è attestato dalla sua struttura anatomica

→ corporeità → elemento che dà forma ed è così che allora si impone sul piano di una corretta metodologiapedagogica il recupero educativo di un'attenzione prioritaria verso la corporeità ingenua

1.2 Corporeità: per una pedagogia del corpo

→ corporeità → concetto dinamico, pluridimensionale e storico/culturale;costituisce il fulcro e l'asse portante di una riflessione teorica che dovrebbe portare all'educazione corporea come particolare attenzione pedagogica sia trasversale sia specifica;è la traccia/fine/fulcro di una educazione del corpo, con il corpo e per il corpo;

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è il risultato personale di una complessa interazione intersoggettiva di co-costruzione di senso e di una dinamica che vede interagire diversi fattori in termini complessi e non sempre simmetrici

Il rapporto si esprime sempre al presente, ma si articola in relazione ad un passato e ad un futuro come capacità di includere la ricchezza, la diversità e la pluridimensionalità dell'essere un corpo che cambia. La corporeità rimanda al senso che ogni cultura dà alla persona che si storicizza, cioè che “si fa persona”: la cultura diventa occasione di crescita, di revisione del valore della persona/corpo anche all'interno di processi educativi/formativi. Inoltre la corporeità è il nucleo fondamentale dell'identità, determinata, oltre che dalla soggettività del singolo, anche dal contesto lo sostiene ed alimenta.La corporeità, come epressione di un rapporto diacronico/sincronico, implica la considerazione di altri 3 fattori che orientano le considerazioni riguardanti la pedagogia del corpo: si tratta di considerare la portata della coscienza del corpo, in rapporto ad un corpo che è in relazione con gli altri corpi e con il mondo e che si definisce/realizza come valore.

→ pedagogia del corpo → attraverso la costruzione di un'educazione del corpo, con il corpo e per ilcorpo, concentra la sua attenzione sull'immissione della persona in un processo che alimenti la sua capacità di costruirsi come persona a partire dal proprio corpo come possibilità data e da venire, come ciò che sono e potrò essere in rapporto alla mia coscienza di essere corpo, di relazionarmi attraverso il corpo e di assumerlo quale valore, quindi come fine e mai come mezzo della mia realizzazione umana.

↓ fine = il benessere → non in senso esclusivamente personale, ma in una

visione fortemente sociale e politica↓

OMS → definizione di salute↓

“la salute è lo stato di completobenessere fisico, mentale e sociale e non consiste in un'assenza di malattia o di infermità;la salute, quale benessere, emerge come processo complesso e dinamico in cui interagiscono diversi fattori, soprattutto quelli ambientali e le politiche di promozione e di difesa della salute e del benessere”

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↓ benessere

↓“stato ottimale di salute di individui e

gruppi. Due sono gli aspettifondamentali: la realizzazione del pieno potenziale fisico, psicologico, sociale, spirituale, ed economico di un individuo e l'apparato delle proprie aspettative di ruolo nella famiglia, nella comunità, nel luogo di culto, nel posto di lavoro e in altri contesti di vita”

→ benessere → è soggettivo ed oggettivo allo stesso tempo: oggettivo perché rimanda alle possibiliopportunità sociali, ambientali e comunitarie che possono favorire una migliore condizione di vita dal punto di vista fisico, mentale e sociale, e alla necessità di intraprendere azioni che promuovano benessere, attraverso l'interazione di diversi sistemi in una costruzione a maglia reticolare e a cerchi concentrici degli interventi sulla persona da promuovere

Il concetto di benessere può essere letto come un vero e proprio diritto: si tratta quindi di promuovere reti di sostegno e politiche per l'inclusione sociale che si declina come possibilità di partecipare alla vita quotidiana e come esercizio della cittadinanza attiva, il cui sfondo è costituito dalla promozione di capacità di autogoverno e di costruzione della comunità, con una visione che declini anche gli aspetti spirituali del benessere, in un'armonica unità della persona. In questa prospettiva, come già detto, il benessere è il fine, ma non costituisce un semplice traguardo finale, bensì un progressivo equilibrio costruito dal soggetto e dalle reti di sostegno in relazione alla propria possibilità di essere in un'ottica di giustizia sociale che implica la lotta alla povertà e al disagio.

coscienza del corpo queste tre dimensioni intessono una trama→ 3 dimensioni della corporeità corpo come relazione di possibilità educative, didattiche ed

corpo come valore esistenziali che aprono all'ipotesi delbenessere come una delle dimensioni che accompagnano la libertà da/di/per

↓la liberazione di una persona passa attraverso il corpo (libertà da) in quanto comunicazione, marichiede anche la possibilità di potersi fare (libertà di) che si intreccia con una libertà solidale (libertà per) in cui laresponsabilità si apre allasolidarità e il mio progetto di persona diviene progetto per la comunità

→ Freire → benessere+ liberazione+coscientizzazione → si definiscono reciprocamente verso una dimensione solidale e comunitaria;“non vi può essere vero benessere se non a partire dall'analisi della propria condizione di vita”

→ corpo → diventa il fine della community care ↓

una comunità che si prende curae che finalizza le proprie azioni

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all'empowerment, cioè al processo di potenziamento delle persone e a farle diventareprotagoniste sia del proprio progetto di vita, sia della loroliberazione da condizionamentie da situazioni di oppressione odi disuguaglianze sociali e di potere

La dimensione umanistica dell'attività motoria, il suo essere espressione della totalità della persona, fa comprendere come essa sia anche e soprattutto una pratica sociale che le persone realizzano interagendo tra loro con gli altri gruppi umani e con l'ambiente in cui vivono e che promuove l'inclusione.

→ sport → è entrato in pieno titolo tra le attività che promuovono benessere e che hanno effetti positivi tra iragazzi svantaggiati o a rischio o con i soggetti vulnerabili

→ Belgio → ha analizzato, attraverso un'indagine qualitativa, l'influenza della pratica delle arti marziali sui ragazzi vulnerabili: dai dati emersi si rileva che questo sport aiuta a rafforzare l'autostima e il senso di autoefficacia

Si deve sottolineare che, non solo le arti marziali, ma gli sport in genere sono uno strumento positivo, anche se gli studi a riguardo non sono ancora abbastanza approfonditi, nonostante siano stati in parte dimostrati i benefici effettivi degli sport nel favorire inclusione sociale, nel permettere la socializzazione, l'esperienza e l'apprendimento della diversità. La ricerca ha messo in luce che i risultati variano in base al singolo individuo e al contesto e risentito in particolare di alcuni fattori: una forte corrispondenza tra gli obiettivi previsti dai programmi di attività e le effettive esigenze e gli interessi degli allievi.

1.3 La memoria del corpo

→ Màrai → “il corpo ricorda” → nella sua forma tattile, il corpo è una memoria indelebile e nel gusto enell'olfatto tale memoria diventa traccia primitiva, richiamano alla nostra infanzia.

Non solo il corpo come strumento per ricordare, per favorire persino la memoria in funzione di apprendimento, ma il corpo come matrice dei propri ricordi, come trama complessa e spessa delle tracce del proprio Io, della propria storia, dei propri percorsi che sono anche nella percezione del nostro corpo nel

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contatto con la pelle dell'altro, con le carezze, con i dialoghi intessuti nei profumi che avvolgono i corpi. La memoria del corpo resta giovane anche quando questi invecchia: “ l'Io corporeo non è soltanto una superficie ma un volume, non solo un contenente ma anche un contenuto, uno spazio interiore che emette sensazioni e vissuto nell'immaginario inconscio come la sostanza dell'Io, senza la sua pelle è solo involucro vuoto”.

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Maurice Merleau-Ponty

Filosofo francese appartenente alla corrente fenomenologica. I suoi studi sulla percezione e sul corpo hanno contribuito la dualità tra coscienza e corpo e a ricondurre la coscienza al vissuto, al corpo inteso come relazione con il mondo e con gli altri nell'intersoggettività.

Edmund Husserl

Filosofo tedesco fondatore della fenomenologia come corrente filosofica. Docente di filosofia ad Halle e in seguito a Gottinga e Friburgo. Tra suoi discepoli si ricorda Max Scheler e Martin Heiddegger.

Fenomenologia

Si fa riferimento alla corrente filosofica inaugurata da Husserl, il quale intendeva riscoprire la capacità dell'essere umano di leggere e di interpretare la realtà ponendo come obiettivo quello di un “ritorno alle cose stesse”, al fenomeno così come si presenta, riconoscendo all'essere umano la capacità, attraverso l' “esperienza vissuta” della coscienza, di “intenzione verso la realtà” e cioè di darle un senso.L'intenzionalità è il fulcro del suo pensiero, ha un carattere intersoggettivo grazie al quale è possibile la riflessione scientifica.In Italia rappresentanti di questa corrente sono stati Banfi e Paci e Bertolini

Pedagogia sociale

Inizialmente la pedagogia sociale si è posta come una branca della pedagogia generale che aveva come suo principale oggetto di studio la dimensione sociale dell'educazione, in particolare lo sviluppo della socialità nell'individuo. Il termine venne introdotto da Mager nel 1844 e fu ripreso successivamente da Diersterweg nel 1850e diffuso e approfondito da Natorp nel 1899.Attualmente le si riconosce stretta interdipendenza con la pedagogia generale.La pedagogia sociale pone al centro dell'educazione la questione di giustizia e dei diritti, primo fra tutti quello dell'educazione, dialetticamente costruiti attraverso la compartecipazione attiva dei soggetti e dei corpi sociali orientati dall'idea regolativa della comunità educante, come comunità che si pone in relazione critica nella costruzione e nella promozione dell'educabilità umana in ogni cittadino.

Umberto Galimberti (1942-in vita)

Docente universitario di Filosofia, Psicologia e Psicoanalisi dell'Università Ca' Foscari di Venezia. Membro ordinario dell'International Association of Analitical Psychology dal 1983. Inizia il suo percorso accademico come docente di Filosofia della storia, successivamente insegna Psicologia dinamica. Dal 2003 è anche vicepresidente dell'Associazione Italiana per le Consulenza Filosofica “Phronesis”.

OMS

L'acronimo OMS sta per Organizzazione Mondiale della Sanità. È possibile trovare anche l'acronimo WHO che corrisponde all'inglese World Health Organization. Si tratta di un'agenzia organizzata dell'ONU

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deputata ad occuparsi di tematiche relative alla promozione e alla difesa della salute a livello mondiale.È stata fondata nel 1948, ha sede a Ginevra e ne sono membri tutti i 193 stati appartenenti all'ONU.L'impegno dell'OMS si è indirizzato fin dall'inizio ad azioni di promozione dell'educazione alla salute e promozione del benessere.

Coscientizzazione

È il processo attraverso il quale, secondo Freire, è possibile favorire nelle persone oppresse una presa di coscienza del loro stato e della loro condizione storica che inneschi un progressivo e continuativo circolo che dalla coscienza porti alla prassi attraverso il dialogo per il cambiamento. Questo processo sta alla base di ogni intervento che abbia come finalità l'empowerment e che punti alla creazione di cittadini attivi e solidali.

Paulo Freire (1921-1997)

Pedagogista brasiliano e teorico dell'educazione; ha teorizzato un sistema educativo per l'alfabetizzazione dei contadini brasiliani finalizzato alla loro liberazione e coscientizzazione che successivamente è divenuto un modello di educazione degli adulti e un approccio educativo che ha aperto le porta ad una nuova epoca della cooperazione internazionale.Concetto chiave del suo pensiero è la reciprocità (che attinge da Buber) e una pedagogia interconnessa con la politica. Nella sua prospettiva il cambiamento per le masse oppresse attraverso la liberazione avviene a partire dalla possibilità di sperimentare un rapporto di parità in cui ciascuno apprende dall'altro.

Community care

Indica la logica con la quale si intende interpretare il fine delle azioni sociali finalizzate al benessere soggettivo e comunitario nella prospettiva della società che si prende cura e nella prospettiva della solidarietà che promuove cittadinanza

Empowerment

Concetto introdotto in ambito sociale da Rappaport; è un processo dell'azione sociale attraverso il quale le persone, le organizzazioni e le comunità acquisiscono competenza sulle proprie vite, al fine di cambiare il proprio ambiente sociale e politico per migliorare l'equità e la qualità di vita.

Autostima

(In psicologia) indica la considerazione che un individuo ha di se stesso ed è un processo che, seppur interiore, fortemente influenzato dalle interazioni che il soggetto ha con l'ambiente esterno

Autoefficacia

Si tratta di un costrutto psicologico che è stato introdotto da Bandura e viene definito come la valutazione che il soggetto fa della propria capacità di saper gestire differenti situazioni della vita quotidiana; le fonti del senso di autoefficacia risiedono nelle esperienze positive (successo), in quelle vicarie (osservazione di persone di successo) e nella persuasione verbale (incoraggiamento da parte di altre persone)

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→ Capitolo 2 – Le trame dell'educazione alla corporeità – Milani -

2.1 Dalla pedagogia per il corpo all'educazione del corpo, con il corpo e per il corpo

Alla significativa attenzione al tema del corpo, in particolare negli anni Sessanta/Settanta, con una riscoperta del corpo, della sua centralità e della necessità di una sua “liberazione”, non ha fatto seguito, nell'ultimo decennio, una più ampia e articolata riflessione pedagogica che pone al centro il corpo e la corporeità. Tuttavia questi recenti studi, se da un lato assegnano al corpo la giusta rilevanza, tuttavia rischiano, dal punto di vista pedagogico, di eccedere di specialismi senza trovare un punto fermo tra le diverse discipline su ciò che il corpo deve essere e può essere in relazione al “divenire persona” e al “divenire comunità”. Dovrebbe essere condotta la ricerca tenendo bene a mente di non separare le considerazioni riguardanti la sfera emotiva, affettiva, razionale e spirituale che compongono la persona.

→ pedagogia del corpo → richiede di non alienare il corpo nella ripetitività/standardizzazione, ma diricondurlo a “progetto”

↓è da intendersi fenomenologicamentecome trascendenza corporea che nonha un carattere metafisico, poiché èsempre espressione di un trascendersiverso il mondo e verso le altre presenzeche avvertiamo nella sfera dell'esperienza

→ fulcro → assumere il corpo e la corporeità come il senso del progetto educativoil suo centro e il suo fine nelle 3 dimensioni

↓- coscienza- relazione- valore

prendendo ad esame anche le 3 problematiche connesse↓

- identità- cultura- contesto

→ Iori → “Qualunque progetto educativo si apre all'interno dell'affettività dell'essere corpo e non puòignorarne i vincoli. Il soggetto umano esiste in quanto non si consegna alla propria biologicità corporea, ma assume il corpo come il suo destino. L'effettività ineliminabile, biologica, corporea, naturale è la situazione concreta e fattuale da cui procede il progetto”

Nel tentativo di proporre una lettura complessiva dei 3 assi portanti di una pedagogia del corpo (educazione del/con/per il corpo) bisogna considerare l'interpretazione che si fonda sull'idea di corporeità in senso diacronico e sincronico e che prevede che vi siano interventi educativi articolati e compositi orientati al benessere, personale e sociale, e alla promozione dell'intelligenza del corpo.

↓Gardner

↓teoria della intelligenze multiple

↓parte dall'analisi della mente umana per poi concentrarsi anche sul corpo, sulla

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base della constatazione che esiste una sinergia tra le diverse intelligenze dellamente

→ intelligenza corporeo-cinestetica/corporea → invita a coltivare progetti educativi che alimentino la conoscenza/destrezza/coordinamento del corpo in quanto aspetto irrinunciabile della condizione e dellacomprensione umana

“Tipica di tale intelligenza è lacapacità di usare il proprio corpo in modi molto differenti e abili, per fini espressivi oltre che concreti”

↓questa intelligenza si differenziae si intreccia con le altre (intrapersonale/interpersonale)

Inoltre bisogna ricordare che la riflessione riguardante il corpo conduce inevitabilmente a quella riguardante la competenza corporea di ogni uomo e,quindi, al concetto di identità

↓Gardner → “ Il corpo è anche ricettacolo del senso individuale del Sé, dei propri sentimenti

e aspirazioni più personali, oltre che quell'entità a cui altri rispondono in modo speciale a causa delle loro qualità unicamente umane”

Sviluppare l'intelligenza del corpo non può che favorire un migliore processo di conoscenza di Sé, di conoscenza delle proprie capacità, delle proprie risorse e dei propri limiti e comporta la consapevolezza sia delle proprie competenze motorie sia di quelle affettivo-emotivo-relazionali, in quella totale unità che è il corpoe che impegna gli educatori a favorire un processo di consapevolezza unito a quello di autoefficacia e di valorizzazione reciproca. Operare dal pinto di vista educativo su uno di questi assi portanti significa inevitabilmente agire anche sugli altri perché la persona è un sistema il cui tutto non è la somma delle parti.

2.2 Educare il corpo

Educare il corpo comporta per gli educatori/educatori sportivi/allenatori di focalizzare gli interventi verso una delle sue peculiarità: motricità come capacità di muoversi coscientemente per uno scopo.

↓è ciò che accomuna sport, gioco,danza e teatro

→ movimento → concetto molto complesso, numerose definizioni e considerazioni↓

→ Arnold → le dimensioni educative del movimento si articolano “circa/attraverso/dentro il movimento”e ciascuna di queste dimensioni può attraversare un curriculum formativo;di tratta di pensare ad un movimento che va verso il mondo e verso gli altri, anche quando si esprime nel gioco competitivo o in quello estetico-espressivo

Il corpo si realizza anche attraverso la sua staticità → il corpo fermo è comunque in movimento perché ilcuore pulsa e sono attivi tutti i movimenti vitali;stare fermi richiede il controllo motorio e dei muscoli volontari che ci fanno mantenere la posizione statica attraverso il tono muscolare;quando è rivolta ad altri corpi può essere interpretata

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come ascolto/chiusura/attesa/apertura

L'esperienza del corpo è anche l'esperienza delle sensazioni (sensorialità) che esso vive-percepisce-decodifica

↓→ Gemelli → “Gli animali ci mostrano l'istinto naturale della madre a leccare il cucciolo: grooming;

si ritiene che riguardi bisogni comunicativi e affettivi più profondi, consentendo lo stabilirsi di un rapporto di indispensabile fiducia nei confronti dell'altro, e svolga una funzione rilassante”

Il corpo è anche tutti gli altri sensi → bisogna porre attenzione allo sviluppo e all'educazione dei sensi è certamente la premessa per una migliore prestazione del corpo stesso, ma soprattutto di una più corretta percezione di sé e delle possibilità di relazione del sé e delle possibilità di relazione con sé, con gli altri e con il mondo.

La possibilità di prendere coscienza del proprio schema corporeo manifesta un'alleanza sinergica con lo sviluppo della coscienza di sé e la coscienza dell'altro, che sono in strettissima relazione e che si sviluppano a partire dal proprio sé corporeo e all'accettazione di questo.

→ Parlebas → ha introdotto sia il concetto di psicomotricità che quello di sociomotricità ↓

è un'area più attenta alle dimensioni che costruiscono spazi di interazione tra le persone che rivaluta le attività di gioco e di sport considerandole attività formative e importanti per l'individuo

↓per l'educatore diventa quindi importantela scoperta e la gestione delle dinamichedi gruppo, della rete di interrelazioni che si strutturano in una situazione ludica, del leader e dei sottogruppi

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2.3. Educare con il corpo

Con la coscienza di sé e con l'accettazione di sé si giunge alla dimensione correlata della relazione nella prospettiva dell'educare con il corpo, che ha funzione relazionale, un corpo che si relaziona, che è relazione, che esiste nella relazione e attraverso la relazione. Il corpo che stringe legami, a partire dai bisogni biologici/fisici, rimanda alla natura sociale dell'uomo e al corpo come soggetto che genera e coltiva legami affettivi. Possono costruirsi trame educative a partire dal relazionarsi dell'adulto con il bambino o con l'adolescente per un riconoscimento dell'altro da sé e del suo potersi fare nella relazione con l'altro libera e non dipendente svincolando dal mero dato biologico la relazione per attingere ad un trascendersi che include l'Altro come possibilità di moltiplicare il proprio essere originario. Per una vera possibilità di relazione si rende necessario voler bene a se stessi, nella propria profondità;in questa dimensione il corpo si fa linguaggio, comunicazione, espressione: è necessario recuperare la voce del corpo che usi una parola sussurrata, taciuta, sibilata, balbettata, gridata...comunica, esprime e segna lo spazio dell'Io-Tu con voci nuove, in cui le emozioni, le sensazioni e i vissuti costruiscono trame finissime di possibilità e di aperture, ma anche possibili rifiuti e indelebili tracce di negazione. In questa dimensione sono da recuperare la ricchezza della danza moderna del “teatro degli oppressi” (Boal) e del “teatro povero”(Grotowski).

→ linguaggio espressivo → il corpo si svolge attraverso grammatiche precostituite, è sempre segnato da“una parola” della società ed è sempre socialmente costruito;c'è la possibilità che gli altri sguardi definiscano il corpo e lo scolpiscano in relazione ai propri timori, alle proprie paure, alle proprie difficoltà oppure ai propri canoni, alle proprie attese, ai propri desideri e interessi.

Il corpo approda alla ricerca come possibilità unica di accedere al mondo naturale e sociale, come possibilità di esplorare ciò che è presentificato dai sensi e della percezione. In questa dimensione, la ricerca si apre all'accettazione del mondo come possibilità e come risorsa che definiscono il corpo come sensibilità, percezione, attenzione e concentrazione capaci di dirigersi intenzionalmente per costruire progetti e percorsi di senso.

→ pedagogia del corpo → si pone in questo contesto come costruttrice di percorsi e di avventure possibili ecome decostruttrici di disegni o di vie già tracciate, spingendo la persona e la comunità a percorrere l'ignoto, il non noto e a rivisitare luoghi consueti verso il disvelamento del non detto e lo smantellamento dei pregiudizi e del già detto per incontrare corpi nel loro spessore e nella loro tridimensionalità.

2.4 Educare per il corpo

→ dignità del corpo → assume dimensione centrale, chiama in causa 2 questioni ↓

1- politiche del corpo2- diritto della persona

1. intrecciano la questione del benessere come problema non unicamente soggettivo, ma come possibilità adaccedere e a usufruire delle risorse nel territorio per la piena realizzazione di sé;

→ piano educativo → corpo = valore → nel senso di un riconoscimento a tutto tondo della sua dignitàe della necessità che esso sia preso in considerazione nn solo dachi fa del corpo il senso/significato di una professione, ma da tutti coloro che educano.

↓→ cura → diviene il corollario principale del corpo come

valore e del valore del corpo;

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la promozione della salute appare il primo focus sul quale dirige la cura del corpo come valore;

↓la promozione della salute resta un compitoessenziale e altamente politico-sociale connesso al riconoscimento del valore del corpo di ciascuno

↓occorrono interventi legislativi che consentono davvero la promozione della salute come obiettivo sociale e di interesse della e per la società

↓bisogna promuoivere la cultura del benessere non intesa come assenza di malattia/disagio, ma come equilibrio dinamico e ricco tra creazione di risorse e di progetti per una migliore possibilità della persona di essere

↓2 fronti principali

↓1. attuazione di progetti e di attività educative che

abbiano al centro il corpo e il benessere in unaserie olistica ed ecologico-sistemica

2. messa in atto di politiche che pongano al centro lacultura del benessere e la promozione di tuttequelle attività che possono favorire un benesseresociale, fisico e mentale

1. è necessario insistere su una formazione rigorosa e robusta di tutti coloro che svolgono attività educativecentrate primariamente sul corpo; vi è la promozione di stili di vita che siano incentrati su una buonaattività fisica/sportiva e questo problema si intreccia con le politiche sociali

2. possono favorire piani di educazione e di promozione della salute e del benessere oltre la sempliceriabilitazione e prevenzione, mediante interventi e percorsi atti a migliorare la qualità di vita delle persone,il diritto al benessere, alla salute e all'accesso alle strutture che permettono un miglioramento e unpotenziamento della propria corporeità nelle direzioni da noi disegnate

La resilienza è la capacità della persona di resistere agli urti della vita nonostante le difficoltà e di svilupparsi positivamente divenendo una persona sufficientemente equilibrata e pro-sociale. Il processo è molto complesso e non dipende unicamente dalle caratteristiche della persona.

↓ fattori coinvolti

↓- natura dell'evento traumatico - contesto di vita - caratteristiche individuali- competenze- risorse- stima e fiducia- progetto- storia dei successi e dei fallimenti

Le attività di movimento contribuiscono a contenere i fattori negativi, favorendo la socializzazione, permettendo quindi di ampliare la rete sociale dell'individuo, consentendo la fuoriuscita dall'isolamento e dalla solitudine e creando un beneficio effetto a catena che implementa le occasioni di socializzazione e la

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possibilità di accedere a nuove risorse umane e concrete, incentivando la capacità della persona di coltivare un progetto concentrandosi su qualcosa di positivo, di costruttivo e di concreto. Una politica della promozione del benessere diviene una politica di inclusione della persona nelle reti sociali e nella community care.

↓perché la promozione del benessere è unaquestione sociale e politica di promozione dell'empowerment → OMS → processo generale di rinforzo, crescita e responsabilizzazionepersonale e sociale delle persone e della comunità perché diventino sempre più

capaci di svolgere la loro funzione sociale↓

empowerment↓

diviene strumento politico di difesa, da parte del cittadino e delle comunità, delle propriepossibilità e delle proprie risorse per la promozione di un benessere per tutti

La promozione della salute passa attraverso l'adozione di politiche pubbliche coordinate e tese a favorire e sviluppare beni e servizi più sani, ambienti igienici e non pericolosi, cambiamenti legislativi coerenti, mutamenti nell'organizzazione sociale e ambientale.

2.5 Uno schema di lettura delle attività che pongono al centro la corporeità

Le possibili piste di riflessione circa la connessione tra sport veri e propri, attività motorie non sportive, attività ludiche e attività espressivo/comunicative/estetiche che hanno tutte in comune la centralità sulla corporeità e richiedono tutte, sicuramente, la mobilitazione dell'intelligenza corporea-cinestesica.

Il loro tratto comune è certamente l'uso del corpo e del movimento, ma con funzioni differenti.

→ attività motorie non sportive → corporeità → recupera soprattutto il rapporto corpo-mente, l'equilibriopsicofisico, il movimento come controllo e postura, come capacità di sentire il proprio corpo;questo genere di attività si differenzia dallo sport in cui si ha soprattutto la competizione con se stessi o con gli altri, ma anche la sponsorizzazione, il tifo,un'associazione che sostiene e un pubblico

→ sport → chiede alla persona una prestazione finalizzata alla competizione e il corpo è lo strumento diquesto obiettivo; vi è grande attenzione anche all'aspetto relazionale dei giochi di squadra finalizzato all'obiettivo del gioco;

→ danza → l'aspetto motorio è funzionale all'aspetto espressivo/comunicativo e al rapporto spazio-tempodeterminato dallo spazio scenico e dalla musica

→ teatro → anche in questo caso viene valorizzato l'aspetto espressivo/comunicativo e al rapporto spazio-tempo determinato dallo spazio scenico e dal ritmo della narrazione nonché dai luoghi/tempi evocati dalla rappresentazione

→ attività ludica → le spetta un posto a parte;si esprime sia attraverso il gioco libero sia attraverso quello di squadra;

→ gioco → esercizio motorio particolare, mosso unicamente dal piacere del

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movimento e della creatività/espressività insita nel momento ludico

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Howard Gardner (1943- in vita)

Professore di scienze dell'educazione presso l'università di Hardward. Allievo di Bruner, si è interessato di psicologia dell'età evolutiva e di neuropsicologia. È conosciuto per gli studi sulle intelligenze multiple:logico-matematica, linguistica, spaziale, musicale, corporeo-cinestetica, interpersonale, intrapersonale, naturalistica e esistenziale

Schema corporeo

È la rappresentazione che ciascun individuo elabora e possiede del proprio corpo, risultato delle percezioni e delle sensazioni che il soggetto prova provenienti dall'interno o dall'esterno e che gli consentono di percepirsi come un Sé unitario; il concetto è stato introdotto da Schilder: “è un'immagine tridimensionale che ciascuno ha di se stesso, non è semplicemente percezione, ma comporta schemi e rappresentazioni mentali, pur non essendo semplicemente una rappresentazione”.

Psicomotricità

Mette in evidenza il parallelismo dello sviluppo motorio e dello sviluppo intellettuale nei disabili mentali (studi di Piaget, di Schider). Non si tratta più solamente di una constatazione applicabile ai disabili mentali, ma di un processo generale di sviluppo delle facoltà mentali a partire dall'esperienza motoria, in tutti i bambini. È una tecnica pedagogica che partendo dal vissuto senso-motorio, porta gradualmente alla percezione e alla rielaborazione in concetti e, recuperando il concetto di schema corporeo, favorisce nei bambini la sua strutturazione e l'orientamento spazio-temporale.

Sociomotricità

Concentra la sua attenzione sulle potenzialità psicomotorie e sociali dei giochi di squadra, che sono un'importante occasione per far enmergere bisogni comunicativi e relazionali.Viene introdotta l'idea di inconscio motorio, una sorta di predisposizione innata ad un tipo di motricità e di sport, ed evidenzia il carattere emotivo del movimento e favorisce la presa di coscienza.

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→ Capitolo 3 – Condotte motorie, gioco e sport – Bortolotti, Ceciliani -

3.1 Il gioco tra natura e cultura (Bortolotti)

L'educazione altro non è che un sistema di tecniche le quali “fondano la propria efficacia sull'applicazione della loro materialità ad un sistema di corpi” (Mass); ciò appare tanto più vero quanto più l'azione pedagogica e didattica si rivolge esplicitamente al corpo, come nel caso dell'educazione fisica/motoria: a questo livello ciò che conta è esplicitare che la dimensione corporea è sempre implicata nella vita didattica, per il semplice fatto che noi siamo innanzitutto esseri corporei. Risulta fondamentale connettersi ad alcune tappe basilari di un percorso, certamente non del tutto lineare, ma che in qualche modo le interseca e collega tra loro, e che fanno riferimento al pensiero di alcuni autori “classici” che hanno dato il loro contributo a diversi livelli

↓- occorre senz'altro analizzare la funzione biologica e adattativa del gioco,

all'interno della quale la dimensione motoria assume un'importanza basilare,nel senso letterale del termine, nello sviluppo umano (Groos)

- nel gioco appaiono anche forme simboliche in grado di fare da sfondo a scambi significativi a livello sociale (Mead)

- rispetto al fenomeno della suddivisione del gioco in categorie, il riferimento obbligato appare il disegno di matrice sociologica proposto da Caillois, cheidentifica le più disparate forme conosciute di giochi, le collega organicamente in dimensioni fondanti

- la categoria principale che definisce il fenomeno ludico, che risiederebbe nel paradosso(Bateson)

L'istinto del gioco: il contributo fondamentale di Karl Groos

→ Groos → gioco → di fondamentale importanza, tra i suoi scritti, ci sono le questioni dell'istinto del giocoin funzione adattativa e del ruolo della motricità corporea nell'attività ludica

non è imitazione, piuttosto premonizione delle occupazioni serie dell'individuo;il gioco dei bambini rappresenta uno sforzo preparatorio che appare prima di ogni attività seria, ed è evidentemente finalizzato al prepararli alla vita adulta

↓attività ludica → pre-esercizio

→ motricità+corpo → origine stessa del fenomeno ludico;

L'autore sottolinea che il gioco non è prerogativa umana, dal momento che anche gli animali giocano: si può sostenere con certezza che il gioco è nato con il corpo, grazie allo sperimentare che si applica primariamente al corpo;nel processo evolutivo, che più che essere reso possibile dal gioco si è dipanato proprio come tale, esisterebbe una successione ben stabilita di attività importanti per la vita dell'animale superiore, come per quella dell'uomo, che portano al controllo assoluto del proprio corpo.

↓ compiti speciali

↓1. controllo completo dei mezzi di locomozione per cambiare luogo, tipici della

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specie2. grande agilità nell'inseguire la preda, appostarsi, inseguire, afferrare, colpire,

sfuggire a nemici...3. speciale abilità nel combattere, specialmente nella lotta con i propri simili nel

corso della lotta per il corteggiamento

l'impulso istintuale interviene in tutte queste forme adattative

Ciò che appare di importanza basilare è che se il processo evolutivo dell'esperienza è favorito dal gioco, ciò è stato possibile a partire dallo sperimentare corporeo.

Uno sguardo culturale sul gioco: l'interazionismo simbolico

Il gioco, oltre alle componenti naturali, ha anche componenti di tipo culturale.

→ Bruner → gioco → “ è l'impiego principale dell'infanzia, il suo veicolo di improvvisazione ecombinazione, l'induttore primario di sistemi regolativi, mediante i quali alle spinte impulsive viene a sostituirsi il mondo dei freni culturali”

→ Caillois → 2 tendenze ludiche ↓

- paidia: improvvisazione e disordine- ludus: norma (induttore primario dei sistemi regolativi)

Dal punto di vista socio-culturale gli autori che hanno dato contributi fondamentali al gioco come paradigma di valori sono Huizinga e Caillois, mentre Piaget ha dato la descrizione dei meccanismi di trasformazione da impulso ludico biologico a gioco formale in un'ottica ontogenetica, infine, altre considerazioni in chiave comunicativa, sono state date da Bateson. Nonostante questi numerosi contributi al tema ludico, è stato Mead a ritagliare per il gioco un ruolo fondamentale.

→ Mead → interazionismo simbolico → i soggetti sono circondati da oggetti cui vengono attribuiti deisignificati in modo tale che il loro comportamento non risponde tanto all'oggetto in sé quanto al suo significato, che viene elaborato su basi simboliche

→ interazionismo → poiché il significato si costruisce ininterazione con gli altri

→ simbolico → dal momento che è veicolato da segni, gestisignificativi, codici, linguaggi..

Mead fa una distinzione netta tra gesto e simbolo

↓- gesto → atto che agisce da stimolo e richiama risposte prestabilite- simboli → sono utilizzati dagli uomini per instaurare interazioni:

ciò consente agli individui di interagire in modo reciproco

Nel contesto sociale il meccanismo primario per accedere ai significati altrui è costituito da quel fenomeno che l'autore chiama assunzione del ruolo dell'altro: in questo caso sono fondamentali il gioco imitativo e di ruolo.

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L'esperienza ludica permette la strutturazione del sé sociale, un passaggio che si percepisce linguisticamente nel momento in cui il bambino designa se stesso attraverso il pronome “me”, che indica l'avvenuta distinzione di un punto di vista diverso da quello evidenziato dal pronome “io”.Mead sottolinea la strutturazione di un'altra fondamentale capacità: altro generalizzato, concetto che richiama quello di gruppo di riferimento/comunità. Infatti il bambino intorno agli 8/9 anni comincia a partecipare ai giochi organizzati, perché pronti a capire il funzionamento delle regole dei giochi ai quali prende parte, a cogliere i valori etici, a regolare il proprio comportamento non per acquisizione meccanica, ma anticipando i comportamenti altrui e adattando il proprio comportamento a quello altrui.

Mead, con la sua teoria, supera il determinismo sociale di stampo positivista.

L'Homo Ludens in un'isola incerta

→ Huizinga → gioco → ne coglie le caratteristiche all'interno delle istituzioni sociali: riesce facilmente a dimostrare che la società umana sorge e si sviluppa nel gioco, come gioco al punto che ogni azione umana appare un mero gioco.

→ natura dell'uomo = culturale, tale natura è intrisa di gioco

L'approccio di Huizinga è emico → si interessa allo spirito del giocatore adulto ↓

infatti non considera il gioco dei bambini

L'autore inoltre individua una “cifra ludica” in ogni forma culturale: linguaggio, poesia, mito, religione, diritto, guerra, filosofia, arte, sport

→ Caillois → riprende e completa l'opera iniziata da Huizinga;intreccia i contributi di sociologia, etnologia, filosofia, pedagogia, storia e ha il pregio di disporre le sue riflessioni all'interno di un quadro estremamente vario ma rigorosamente delineato;elabora un sistema di classificazione, per il quale conia, sulla base dei propri adottati, più termini specifici, tra i quali paidia e ludus

↓descrive la trasformazione in terminidi passaggio dalla turbolenza alla regola,evidenziando lo straordinario valore del gioco in senso sia biologico e naturale,sia culturale e simbolico

↓“all'origine del gioco c'è una libertà prima, originaria, che è esigenza di distensione einsieme distrazione e fantasia. Questa libertà è il motore indispensabile del giocoe rimane all'origine delle sue forme più complesse e più rigorosamente organizzate”

All'origine della sua classificazione stanno la caratteristica naturale e biologica della dimensione ludica;l'autore costruisce un quadro unitario, coerente e completo delle varie forme di gioco, nel quale prospetta, oltre alla doppia articolazione costituita dalle dimensioni della paidia e del ludus, una suddivisione in quattro principali categorie, da lui individuate sulla base dei principi ispiratori dei giochi stessi

↓- Agon → competizione

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- Alea → caso- Mimicry → maschera/simulacro- Ilinx → vertigine

per ognuna di queste dimensionisi possono identificare sia giochilegati alle caratteristiche biologiche,che trovano quindi espressione in atteggiamenti tipici degli animali, sia l'esistenza di una doppia articolazione costituita dalle dimensioni della paidia e del ludus,che complessivamente danno vita a espressioni ludiche che si trovano in continuum, ma che si declinano in fenomeni che vanno da un tasso estremamente alto di imprevedibilità

Strutturazione AGON ILINX MIMICRY ALEA

BASSA-PAIDIAchiassoagitazione

Corse ecombattimenti liberi

Rotazioni infantilialtalenagiostra

Imitazioni infantilitravestimentimaschere

Filastrocche contetesta o croce

solitari

Cruciverba Boxeschermacalcio

Danza acrobaziealpinismo

Teatro arti e spettacolo

Scommesseroulettelotterie

ALTA-LUDUS scacchi

Il messaggio paradossale “questo è un gioco”

Una delle imprese più difficoltose nei confronti dei tentativi di comprensione profonda del fenomeno ludico sia costituita dalla sua definizione; è stato ben evidenziato che la natura “oscillatoria” del gioco lo rende una sorta di struttura in grado di conciliare una serie di rapporti caratterizzati da coincidentia oppositorum (= far dialogare tra loro elementi antitetici).

L'autore a cui bisogna fare riferimento per approfondire questa tematica è Bateson ↓

ha analizzato la natura logica del gioco↓

“questo è un gioco” = stabilisce un quadro paradossale come il paradosso diEpimenide

↓è dimostrabile cheogni sviluppo di tipo logico porta aconclusioni cherisultano incontraddizione conle premesse

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→ Bateson → paradosso → gli esseri viventi sono capaci di produrre delle condotte ludiche solo nel momento in cui riescono a metacomunicare, a scambiarsi segnali che veicolano un messaggio relativo o al linguaggio-oggetto o a deicomportamenti.Il linguaggio permette di esprimere 3 livelli di comunicazione

↓- linguaggio-oggetto: stato di base- simulazione dei messaggi del

linguaggio-oggetto- livello metacomunicativo

Un individuo che gioca simula un comportamento che si distingue da quello reale non tanto per la sua forma esteriore, ma in quanto egli segnala attraverso un metamessaggio che il suo comportamento fosse stato di “base”, ovvero di non-gioco. La distinzione tra gioco e non-gioco/fantasia o non-fantasia è possibile solo da messaggi di tipo metacomunicativo, che consentono appunto la distinzione tra attività primaria/secondaria, come nel caso dei messaggi che risultano quelli di base: nasce così il messaggio “questo è un gioco”, che è patrimonio degli esseri evolutivamente più sviluppati.

↓- i messaggi/segnali scambiati nel gioco sono in un certo

senso veri o non sono quelli che si hanno in mente- ciò che viene denotato da questi segnali è inesistente

Con le sue sofisticate analisi, Bateson conferma che il gioco è una terra di confine, luogo di contaminazione per eccellenza, destinato non solo a vivere in paradossi, ma anzi ad alimentarsi di questi;appare un insieme intrinseco di comportamenti che mescolano posture aggressive e atteggiamenti gioiosi, comunicazioni di tipo primario e secondario, meta-messaggi, e che finisce per risultare un fenomeno quanto mai complessa ma, proprio per questo, affascinante e pieno di vita.

3.2 Dal gioco allo sport con...educazione. La continuità tra gioco e sport (Ceciliani)

Il passaggio dal gioco allo sport non è un processo da considerare scontato ma un percorso educativo intenzionale, soprattutto oggi dove la specializzazione precoce e la tecnologia invitano il bambino ad attività tecniche che tolgono spazio alla naturale e piacevole espressione del movimento.

→ bambino → nelle varie fasi di età si rapporta in modo differente al gioco↓

lo interpreta prevalentemente come divertimento nell'infanzia,e come risultato nell'adolescenza

↓il rischio odierno è che venga anticipata la tendenza a vedere il gioco come mezzo per raggiungere un risultato prestativo anchecon i bambini

→ gioco → può contenere molti aspetti esaltati dallo sport e può preparare gradualmente l'ingresso delbambino nella pratica della disciplina sportiva; tale passaggio deve avvenire nel tempo perché richiede una personalità evoluta e non più infantile

Queste riflessioni devono ricondurre la pratica sportiva, il gioco che diventa sport, in ambiti formativi condivisibili dove il saper attendere lo sviluppo del bambino deve guidare, in modo pedagogicamente corretto, la didattica dell'educatore sportivo: la rilevanza pedagogica non riguarda indifferentemente tutto lo sport, ma soprattutto quella parte di esso che coinvolge i soggetti in età giovanile, a partire dal momento in cui un/a bambino/a entrano in un'organizzazione sportiva per praticare e imparare una determinata disciplina a livello individuale o di squadra.

L'adulto nel suo ruolo di educatore è chiamato ad assoggettarsi alle esigenze dei bambini, deve spiegare la

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sua idea di gioco e di sport a quella di attività piacevole, varia e divertente; l'approccio allo sport deve essere gestito da chi dà importanza agli aspetti educativi e sociali.

Giocare bene, giocare male

Giocare bene e giocare male sono due aspetti riconducibili al gioco in generale e allo sport in particolare: il bambino che gioca bene, che dà importanza al “processo” e non al risultato, si diverte, sorride, scherza sui suoi errori e difficoltà, è sempre pronto a riprovare o a “ri-giocare”; il bambino che gioca male è sempre teso perché proiettato già al finale, tanto da non godersi il processo che è la parte coinvolgente e divergente. Spesso il passaggio dal gioco allo sport viene vissuto male proprio perché si passa dal giocare bene al giocare male.

→ gioco → principale finalità → ricerca del piacere, del divertimento, dell'appagamento motorio, della propria soddisfazione;è anche uno strumento di riequilibrio emotivo che nell'infanzia aiuta il bambino a mediare e controllare il distacco materno e l'assunzione dell'identità sessuale.

→ sport → diviene area transazionale perché addomestica il piano della realtà rendendolo controllabile,accettabile, contribuendo così allo sviluppo dell'autostima

a) Il gioco-sport

Le indicazioni nazionali per il curriculo del ciclo primario del 2007 intitolano l'ambito dell'Educazionefisica/motoria come “Corpo, Movimento e Sport” sostengono la necessità di partire dalla corporeità per identificare il movimento come base di tutte le altre attività.

→ corpo → tramite la sua percezione consapevole divengono un elemento imprescindibile per poterrealizzare il movimento finalizzato, raffinato ed efficace;

La senso-motricità deve essere perseguita non solo nell'infanzia, ma anche nel resto della vita e deve essere affiancata anche dalla dimensione emotiva, che si rifà fondamentalmente al momento di confronto con gli altri giocatori e al raggiungimento degli obiettivi: il gioco-sport diventa educativo solo se viene dato il tempo ad ogni bambino di sviluppare la propria intelligenza emotiva.

→ gioco-sport → rappresenta l'ambito privilegiato in cui le intelligenze multiple possono essere esercitate integrandosi negli aspetti corporeo-cinestetici, spazio-temporali, interpersonali ma anche intrapersonale;si collega ai giochi popolari, giochi dal carattere tradizionale, derivanti e trasmessi da attività ludiche di carattere ancestrale e locale ;si pone come attività di collegamento tra giochi di paidia e di ludus

→ caratteristiche del gioco-sport↓

- non deve essere un avviamento precoce allo sport in quanto non è un “mini-sport”, ma gioco-sport, chesi adatta al bambino e non viceversa

- non prevede un addestramento classico, direttivo: sono attività strutturate sulla ripetizione dei gestitecnici, scarso coinvolgimento cognitivo, scarsa motivazione, apprendimenti scarsamente consapevoli, scarsa competenza di transfer motorio

- è la predominanza dell'aspetto ludico-giocoso: tutte le proposte devono avere carattere di esperienza

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divergente, coinvolgente, che trova nel gioco e nelle applicazioni ludiche la qualità base delle esperienze proposte e la possibilità di realizzare situazioni di tipo addestrativo che raggiungono gli stessi obiettivi del metodo tradizionale senza annoiare/demotivare il bambino

- didattica indiretta con cui l'educatore può orientare gli apprendimenti, senza togliere la partecipazione attiva e soggettiva del bambino, attraverso l'uso prevalente dei metodi induttivi

- concetto di variabilità che si condensa nei modulatori principe dell'attività motoria infantile:multilateralità e la polivalenza

- riguarda la competizione dei bambini: il gioco da sempre è competizione nel senso di confronto con sestessi, con gli altri e non “contro” gli altri, è un lottare insieme;competere costituisce un livello raffinato di relazione sociale

L'atteggiamento pedagogico dell'educatore è riassumibile principalmente nella pazienza di saper attendere, con una didattica graduale e adeguata, i tempi di sviluppo di ciascun bambino.

b) Giocare lo sport

Il passaggio dal gioco allo sport può avvenire in modo efficace attraverso la presentazione di forme digioco abbastanza semplici e adatte ai principianti, ma già orientate a permettere l'apprendimento di abilità tipiche dello sport. L'idea di fondo non è quella di preparare tecnicamente i bambini allo sport, piuttosto lo scopo è di aiutarli a comprendere la natura del gioco attraverso forme divertenti e piacevoli che richiamano, in prima istanza, le forme di gioco libero che i bambini adottano da soli.

→ pratica giocata/play practice → ci propone di insegnare e consolidare la tecnica sportiva in età più tardive rispetto a quelle del primo avviamento allo sport.Tale approccio richiede agli educatori abilità educative aggiornate e una conoscenza profonda delle attività;questo tipo di gioco si collega alle attività ludiche tradizionali dando così la possibilità ad ognuno di prendervi parte

“Giocare lo sport” non è la chiave di volta di tutta la pratica sportiva, ma rappresenta un approccio pedagogicamente accettabile nelle situazioni di passaggio dal gioco del bambino al primo avviamento sportivo; senza dubbio un approccio di questo tipo richiede agli educatori pazienza, tempo e di essere abile conoscitore della disciplina;

→ Launder → “Teach through the game and in the game” → 3 processi azione educativa ↓

- shaping play/modellamento del gioco → attraverso gli universali ludici è possibilemodellare il gioco adattandolo alle esigenze dei bambini; è possibile manipolare le variabili e sviluppare molte situazioni estreme diapprendimento che si orientano verso glielementi specifici della prestazione richiesta

- focussing play/focalizzazione del gioco → una volta che la transizione dal gioco infantileallo sport è avvenuta gli educatori devono evidenziare la specificità dello sport praticato “insegnando nel gioco”;il focussing manipola le regole secondarie fissandone di primarie

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- enhancing play/sviluppo del gioco → riguarda la pratica vera e propria della disciplinasportiva e viene rimandata a letture specifiche rispetto alle diverse tipologie di sport

→ sport → per essere educativo non deve perdere la dimensione del gioco, la sua identità ludica cheavvicina la natura del bambino e le sue esperienze originarie.Deve evolvere in linea con il gioco spontaneo del bambino, nella trasformazione dello apirito agonistico in competizione, cioè nella capacità di mettersi in gioco nel rispetto delle regole dando il meglio di sé nel momento che conta.

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Karl Groos (1861-1946)

Professore di Filosofia dell'Università di Basilea, per primo si è occupato in modo approfondito dei comportamenti istintuali nel gioco sia degli animali che dell'uomo (XIX secolo).Grazie a questi lavori egli rappresenta una vera e propria pietra miliare, e ha riscosso particolare attenzione nel dibattito scientifico transalpino, tanto che studiosi a lui successivi nei loro scritti hanno spesso interagito con il suo pensiero, citandolo ampiamente.

George H. Mead (1863-1931)

Filosofo e studioso delle scienze sociali, amico e collega di J. Dewey, brillante conferenziere; tuttavia non ha lasciato scritti, ma vi sono raccolte di appunti delle sue lezioni. Di dedicò anche alla pedagogia, ma successivamente se ne allontanò occupandosi degli studi che gli diedero fama.

Roger Coillois (1913-1978)

Sociologo, scrittore e critico letterario francese, si è interessato a diversi e numerosi argomenti, tra cui il gioco e lo sport. Nel suo volume I giochi e gli uomini. La maschera e la vertigine, per evitare fraintendimenti riguardo al classificazione proposta, preferisce non adottare termini noti o già utilizzati in modo simile, ma coniarne di nuovi.

Gregory Bateson (1904-1980)

Studioso di amplissimi interessi che spaziano dall'antropologia alla sociologia, dalla linguistica alla cibernetica. È considerato il padre dalla Terapia familiare ad orientamento sistemico e colui che ha inaugurato un approccio olistico allo studio della mente umana e dei problemi umani e ha dato l'impulso allo studio della teoria dei sistemi umani.

Paradosso

“una contraddizione che deriva dalla deduzione corretta di premesse coerenti”;dalle ricerche del Menthal Research Institute di Palo Alto è stato elaborato per spiegare alcune dinamiche della pragmatica della comunicazione umana.

Competizione

Deriva dal latino compétere, “andare insieme”, ed è la modalità tipica in cui si presentano molti sport/gare anche in forma ludica: in questi contesti va intesa nel senso di confronto con gli altri per la scoperta di sé.

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Principio della multilateralità

Scelta di mezzi e di esercizi, più diversi possibile: in tal modo si attivano e si affinano il maggior numero possibile di schemi motori e si costruiscono abilità motorie specifiche delle discipline sportive.

Principio di polivalenza

Consiste nello stimolare gli schemi motori integrandoli con le altre aree della personalità, in modo che l'applicazione motoria possa assumere valenza e validità diverse e non standardizzate.

Universali ludici

Si intendono quegli elementi tipici che caratterizzano le diverse forme di gioco e che costituiscono, nel loro insieme, una sorta di intelaiata del gioco stesso definendone la possibilità ludica.Sono considerati universali ludici: il modello di gioco, il punteggio, i ruoli e sottoruoli, lo spazio, la comunicazione.

Regole primarie e secondarie

Le regole primarie sono quelle che non possono essere modificate senza alterare l'essenza stessa del gioco; le regole secondarie sono quelle che si possono alterare senza modificare il gioco stesso.

→ Capitolo 4 – Animazione, corpo e attività motorie – Deluigi -

4.1 Animare lo sport fra relazione interpersonale e movimento

Creare una interazione fra l'animazione socio-culturale e lo sport significa attribuire, riscoprire e valorizzare la potenzialità educativa della dimensione sportiva che coinvolge indifferentemente persone di tutte le età, naturalmente con proposte differenziate.

→ animazione socio-culturale → metodologia formativa globale che mira ad una crescita e ad unevoluzione armonica dell'individuo considerato un'unità indivisibile e non una somma di parti o funzioni. Questa crescita/maturazione passa attraverso la presa di coscienza che l'individuo e i gruppi sociali vivono in un modo simbolico e devono sviluppare la loro capacità di apprendere, utilizzare concretamente e creare sistemi simbolici

Bisogna considerare, in relazione a questa tematica, le caratteristiche dell'animazione: essa si costituisce come metodologia basata sulla relazione fra la riflessione e le azioni pensate per rendere partecipi i soggetti a cui ci si rivolge. L'animazione non pretende di risolvere le difficoltà personali e della convivenza, ma piuttosto svolge la funzione di accompagnamento nella ricerca di autotonomia da parte dei singoli nella costruzione della propria identità.

→ sviluppo continuo → è l'elemento che crea dinamicità e flessibilità all'interno di una metodologia che agisce nel quotidiano, in una trama che include il singolo e i gruppi di riferimento cui la persona appartiene

L'animazione costruisce luoghi e tempi di crescita di crescita per il soggetto non come somma di elementi distinti, ma come entità “composta” e non suddivisibile in sfera affettiva, relazionale, cognitiva. Anche nel contesto sportivo, è possibile attuare strategie volte a promuovere l'apprendimento continuo dei singoli che condividono un'esperienza di gruppo nella quale si impiegano e si creano sistemi simbolici di

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riferimento: gli apprendimenti acquisiti all'interno dell'ambito sportivo hanno notevoli ricadute sulla struttura della personalità e sulle modalità di approccio anche al di fuori della prassi sportiva. Vale la pena di investire sull'animazione come veicolo e stile di educazione nella proposta sportiva in cui i soggetti, con libera scelta, possono sperimentare esperienze tipiche dell'approccio animativo come il protagonismo personale e le dinamiche di gruppo.

↓il gruppo è un “luogo di comunicazione educativa”

↓i rapporti che si creano devono possedere una tale intensità da consentire a qualsiasi osservatoredi riconoscere che essi sono diversida quelli che ogni membro del gruppoha con le persone che appartengono all'ambiente sociale in cui il gruppoè inserito

→ caratteristiche per costruire una squadra = gruppo ↓

- coesione- orientamento al compito- cooperazione

L'animazione richiede che l'approccio educativo sia fondato sulla relazionalità e sul contributo che ciascun soggetto coinvolto nel processo di sviluppo continuo e condiviso può apportare con la sua presenza attiva;il dialogo necessita di spazi di condivisione e di confronto in équipe per progettare e per agire creativamente, mettendo al centro il soggetto e i soggetti a cui ci si rivolge.

Come possono incontrarsi animazione e sport?

→ animare lo sport → significa connettere fra loro diverse dimensioni della persona in una dinamicacontinua: la relazione, il mettersi in ascolto, il saper fare proposte diversificate e la partecipazione;porsi nell'ottica dell'animazione sportiva è scelta e responsabilità dell'allenatore e dell'équipe di allenatori che prendono in considerazione la sfera relazionale e quella dell'attuazione di proposte diversificate: in merito alla struttura di proposte sportive diversificate, è bene tenere a mente i criteri di adeguatezza al contesto in cui si agisce, la varietà di sfumature che possono essere espresse dalle attività progettate, l'importanza di disporre di una struttura flessibile e di essere professionisti competenti e in grado di modulare la proposta a seconda delle necessità e delle variabili che entrano in gioco.

→ ascoltare → è solo attraverso l'ascolto attento della persona che si possono tracciare le linee diintersezione fra relazione e attività sportive “messe in campo”;ascoltare implica porre attenzione e interessarsi all'altro: forma di accoglienza che permette e facilita l'espressione in un ambiente aperto alla fiducia e non giudicante.

→ ascolto attivo → tale ascolto pone le basi per una comunicazione efficace e richiede lacapacità di accogliere l'altro nella complessità del suo essere nella relazione

→ Gordon → sottolinea l'importanza educativa del saper accogliere e valorizzare lacomunicazione altrui, creando un clima di di fiducia non giudicante, attribuendo la giusta importanza al messaggio condiviso

Tenere congiunte le prospettive della comunicazione, della relazione e del gruppo all'interno del contesto

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sportivo richiede di lasciare spazio alla partecipazione (quarto polo della nostra rappresentazione)

All'interno di uno spazio di sport gestito in modo “animato” è possibile per i soggetti “giocarsi un ruolo diverso”, fare emergere capacità e competenze che non trovano espressione all'esterno, generare una canalizzazione positiva delle energie talora inascoltate o male interpretate e dar voce al proprio sé con il linguaggio corporeo; diventa necessario interrogarsi sulla possibilità di costruire tali esperienze. Tutto ciò richiede essenzialmente capacità creativa all'allenatore perché sappia non farsi intrappolare dalla routine.

4.2 Fra gruppo e squadra: l'importanza delle dinamiche relazionali

È interessante notare come sia necessario prestare attenzione al singolo e al gruppo che si trasforma in squadra.

→ Mantegazza → sottolinea che nello sport il gruppo diventa squadra, la quale mobilita di miti e i rituali, esoprattutto aggrega creando un dentro e un fuori;

Alcuni legami interpersonali all'interno della squadra possono infatti garantire continuità e riuscita alle proposte sportive, altri ne determinano il disinvestimento e la conflittualità irrisolta; altro punto fondamentale riguarda l'obiettivo condiviso

↓generalmente è chiaro a tutti i partecipantie che viene perseguito attraverso strategie che fanno evidente riferito all'esperienza comunee in cui si sperimentano elementi come la fatica, l'impegno, il riconoscimento, il confronto e la sinergia

La capacità di saper lavorare in gruppo non è data per scontata e, in un certo senso, si può parlare della creazione di una “responsabilità diffusa”, che rinvia alla dimensione comunitaria in continuo sviluppo dove il contributo di ciascun individuo è parte irrinunciabile della costruzione di benessere condiviso. Occorre definire dei ruoli per attuare le linee di azione di cui si parla: i ruoli assegnati dall'allenatore si intrecciano con il reale riconoscimento da parte del gruppo ed entrano in gioco dinamiche di attribuzione di ruolo anche da parte della squadra che può scardinarle dal punto di vista relazionale. Bisogna mettere in luce la funzione che ciascun ruolo riveste e che può caratterizzare la peculiarità dei singoli giocatori. L'allenatore deve prestare attenzione e integrare entrambi gli spettri, per consentire risultati significativi per il singolo, per il gruppo, per l'atleta e per la squadra.

→ altra dinamica intersoggettiva → alternanza cooperazione-competizione↓

all'interno della squadra vi sarà cooperazione per raggiungerel'obiettivo condiviso, mentre, neiconfronti del “fuori” e della squadra avversaria vi sarà competizione

↓anche all'interno della propria squadraesiste competizione tra i singoli per l'esigenza di ognuno di emergere alfine di dimostrare le proprie capacità e avere un ruolo di rilievo e riconosciutodagli altri

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→ autorevolezza → in questo contesto bisogna fare riferimento alla dimensione dell'autorevolezza, in cui i ruoli sono riconosciuti e rispettati e allo stesso tempo vi è spazio di dialogo e di cooperazione

Inoltre dal contesto di gruppo di una squadra possono nascere anche legami significativi e rivalità che non si esauriscono nello spazio di gioco, ma che vengono trasposte nel quotidiano. Gestire i conflitti prevede che si intreccino aspetti differenti di diverse linee educative e l'autonomia decisionale dei soggetti: può essere utile lavorare sul riconoscimento del “dentro” e “fuori” dello spazio della partita e della dimensione del quotidiano al di là dello sport. Non bisogna trascurare che si parla di “gioco di squadra” anche in contesti di agonismo professionale, abbinando la dimensione ludica e quella del gruppo e orientano i membri a situarsi in un contesto in continuo mutamento dove il tempo scandisce e contiene gli avvenimenti.

4.3 Tempi e spazi dello sport

Lo sport come spazio e luogo di partecipazione e di espressione della persona va reso accessibile a tutti e ciò richiede di attivare garanzie perché tale condizione si verifichi anche in contesti in cui le risorse materiali scarseggiano.

L'attività fisica ha bisogno di spazi anche informali garantiti e a costo zero, in cui potersi ri-creare.↓

trascorrere il tempo libero in modo significativo e darsinuova forma perché ci siriappropria di una dimensione più personale del tempo a disposizione

Progettare il proprio tempo libero consente al soggetto di orientarsi verso una vera e propria liberazione dal tempo stesso e, quindi, scegliere di fare sport significa avere a disposizione tempi e spazi fruibili con un'offerta diversificata a seconda dell'interesse e delle fasce d'età.

Garantire il diritto allo sport per tutti e ovunque↓

- adeguate politiche di promozione dell'attività sportiva e del tempo libero → bisogna sottolineareanche la dimensione ludica dello sport e non solo quella agonistica

- corretta considerazione dell'eterogeneità della popolazione a cui si propone la pratica sportiva- corretta informazione sulle occasioni possibili per fare sport e divulgazione di “altre” discipline- promozione e riscoperta dei luoghi in cui praticare sport legati alla quotidianità

Parallelamente nella dimensione del tessuto urbano sono garantiti spazi aperti allo sport e alla libera attività fisica; è necessario condurre una riflessione che conduca ad intercettare spazi fruibili già esistenti.La città diventa educativa.

Nelle attività rivolte a bambini-adolescenti e ad anziani vi sono degli aspetti comuni e peculiarità su cui poter lavorare dal punto di vista dell'animazione. La dimensione sportiva assume molteplici forme e spetta a chi costruisce proposte di sport e attività motoria intrecciate in modo efficace queste prospettive per generare spazi significativi di crescita continua e gratificazione personale. Vivere e attribuire significato alle esperienze consente di creare un “terreno” di appartenere e di reciprocità, elemento costitutivo della relazione fra allenatore-animatore e gruppo. Il significato diventa evento di confronto tra le esperienze dei membri del gruppo consentendo la costruzione di un'area di significati comuni tra i membri del gruppo.

Il dialogo di articola attraverso la comunanza di esperienze o la comunanza di significati

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4.4 Sport e intercultura

Bisogna anche analizzare il rapporto tra animazione e sport in ambito interculturale, come tessuto socio-culturale problematico e tuttora in via di costruzione.

→ prospettiva interculturale → considera le persone come percorse da cambiamenti continui, modulari, adattamenti, innovazioni e identità in movimento

↓cultura+identità → sono concetti in divenire, non dati una volta per tutte,

continuamente aggiornabili e permeabili ad influenze esterne

→ dialogo interculturale + costruzione di interazioni → sono le linee costitutive dell'accoglienza in mododa costruire esperienze di reciprocità positiva;emerge perciò l'esigenza di una progettualità pedagogica capace di sostenere forme relazionali talvolta deboli e frammentate, pronte a svanire a fronte di conflittualità incentrate sullasottolineatura delle diversità rispetto a quella della comunanza

→ intercultura → si fonda sulla capacità dell'uomo di essere dinamico nel suo pensare e pensarsiappartenente al contesto anch'esso in movimento; il contributo che ciascun soggetto puòdare attraverso il dialogo sostiene processi di cambiamento;l'interazione fra soggettività consente di costruire percorsi interculturali in cui sapersi interrogare, riconoscendo il valore della reciprocità e restituendo dignità ad ogni persona e alla sua identità in una dimensione comunitaria.

L'attività sportiva formale e informale apre canali di dialogo inaspettati e offre spazi di incontro in cui tutti si “mettono in gioco” per raggiungere un obiettivo comune. Si generano uguaglianza e interazione a livello orizzontale, così è data la possibilità di contribuire un obiettivo comune. Il bisogno di essere accettati dai pari richiede reciprocità e mediante le pratiche proprie dell'animazione e dello sport si può creare un ambiente di comunicazione in cui si facilitano le relazioni interpersonali con la possibilità di rafforzare valori indispensabili nella quotidianità. Affinché queste esperienze siano incanalate in modo positivo è necessario che vi siano adulti che si facciano garanti di spazi, tempi, luoghi in cui ogni soggetto possa esprimere le proprie capacità, confrontarsi con i vissuti della riuscita e del fallimento, venire a contatto con dinamiche di gruppo positive in cui gestire elementi di conflittualità.

→ educatori-animatori → attuano diverse funzioni affinché lo sport svolge una funzione educativa↓

- diversa modalità di comunicazione fra le diversità quando si instauranodinamiche di collaborazione fra tutti i componenti di una squadra

- da parte dell'allenatore è necessaria una buona gestione delle regole

- ogni partecipante ha la possibilità di mettere in gioco nel vero sensodel termine

- alternanza fra momenti rivolti al gruppo e al singolo in modo dapotenziare sinergicamente le competenze di tutti e di ciascuno

- ricerca di un adeguato equilibrio fra gesto sportivo, agonismo edivertimento

- si colgono diversi sguardi all'interno dell'allenamento

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- si va al desiderio di giocare dei ragazzi con una progettazione voltaall'apprendimento e allo sviluppo continuo tecnico-sportivo e relazionale

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Sviluppo continuo

Erikson teorizza un processo di crescita cumulativo che si svolge attraverso gli stadi di sviluppo psicosociale. Ognuno di essi caratterizza un dato periodo dell'esistenza, permanendo in forme differenti lungo tutto l'arco della vita e può anche essere affrontato dal soggetto in tempi diversi.

Dinamica di gruppo

L'autore di riferimento è Lewin, il quale descrive l'ambiente di vita dell'uomo attraverso una terminologia topologica in cui la realtà è un campo, una totalità in cui si possono individuare differenti regioni, attraverso le quali è possibile studiare e comprendere le diverse dinamiche comportamentali.

Dimensione comunitaria e sviluppo di comunità

La dimensione comunitaria e lo sviluppo di comunità fanno riferimento al protagonismo di ogni soggetto e alle relazioni fra le diversità che si incontrano promuovendo partecipazione e democrazia. La comunità non è un noi statico, ma definito dal suo farsi secondo una direzionalità condivisa. Le comunità sono luoghi di identità e nessuna identità è totale e può esaurire in sé tutte le altre.

Autorevolezza

Il termine racchiude in sé una prospettiva educativa fondata sul rispetto, sulla fiducia e sul riconoscimento reciproco. Essere autorevoli significa ad un tempo evitare la gratuità delle norme che regolano il rapporto interpersonale, e offrirsi all'educando come una valida testimonianza di alterità che se per un verso rappresenta un limite alle proprie azioni, per un altro verso costituisce la dimostrazione delle possibilità che un determinato comportamento è in grado continuamente di aprire verso una fondamentale autorealizzazione.

Città educativa

Con questo termine si fa riferimento ad una struttura sociale che richiama la dimensione della comunità come riferimento per ogni cittadino. In essa, si crede nell'educabilità dei soggetti, nella possibilità di divenire protagonisti, nel prendersi cura delle relazioni all'interno di strutture sociali mutevoli. La città educativa è in continuo fermento grazie ad un attento intreccio fra teoria e prassi pedagogico-sociale, al fine di generare spazi di autonomia e di crescita continua.

Intercultura

È un concetto divenuto centrale nelle riflessioni pedagogiche di fronte all'evidenza di una società sempre più multiculturale e multietnica. Tale concetto si fonda sull'ipotesi, il riconoscimento e la valorizzazione delle interazioni reciproche e considera le diverse culture non come chiuse e monolitiche, ma sempre percorse da da processi di cambiamento e trasformazione in quanto costruite da identità in movimento.

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→ Capitolo 5 – Lo sport professionistico – Refrigeri -

→ sport professionistico → anche in questo contesto è indispensabile soffermarsi su una questionepreliminare, senza la cui analisi non risulterebbe efficace e produttivo intraprendere qualsiasi discorso;è indispensabile delineare nettamente il fondamento teorico e il ruolo sociale di questo tipo di sport

5.1 L'identità dello sport professionistico e delle altre accezioni

Bisogna analizzare altre 3 accezione dello sport ben distinte fra esse↓

1. sport militare: attività paramilitari2. sport igienico-medico: attività di movimento attivo e di movimento passivo3. sport-gioco: attività ludica

Lo sport professionistico come sublimazione di attività belliche

Questo tipo di sport può essere identificato come espressione diretta della guerra, più specificatamente come una forma di “sublimazione” bellica, da intendersi in senso freudiano, operata per finalità di dinamica sociale piuttosto complesse.

→ aggressività → è lo stato primordiale di eccitazione che spinge il soggetto all'azione, che talora disublima.

↓processo di sublimazione → all'interno del contesto sportivo è molto generale e

coinvolge ogni aspetto e ogni soggetto interessato;sul campo di battaglia si traduce in stadio che ne riproduce tutte le caratteristiche: si traducono in attività si spettacolo;però questo processo è variabile in intensità da sport e da cultura a cultura: oscilla tra 2 estremità

↓ - violenza - rivalità

e a seconda di come ci si colloca più o meno elevato risulta il grado di sublimazione: tanto più ci si allontana dalla posizione di azioni di guerra tanto più elevato risulta il grado di sublimazione e viceversa

Questo spiega il fenomeno della violenza sportiva → se il grado della sublimazione è tanto debole o non si verifica affatto, lo spettacolo sportivo rimane pressoché allo stesso livello di violenza della guerra guerreggiata (es. spettacoli circensi, pugilato);viceversa in altre circostanze la sublimazione risulta molto elevata per cui si danno spettacoli sportivi pacifici, amichevoli, piacevoli, rilassanti, del tutto simili a quelli artistici/teatrali, ove la violenza e la brutalità della guerra si sublimano nei gradi più elevati dell'ironia, del sarcasmo, dell'invettiva, del battibecco, del sorridente distacco

La ublimazione è un fenomeno sociale onnipresente nella vita associata e anche se apparentemente odioso, svolge una funzione di grande rilievo per il mantenimento dei rapporti fra individui e gruppi.

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Questo vale anche per lo sport professionale, il quale svolge un ruolo di liberazione di tensioni e di riconsiliazione di molta utilità alla dinamica del mutamento sociale.

L'identità sociale degli altri tre tipi di sport

Gli altri 3 tipi di sport non hanno nulla a che vedere con la natura scientifico-culturale, ossia con il processo di sublimazione bellica dello sport professionistico.

1. Lo sport militare anche se proviene anch'esso dall'attività bellica come quello professionistico, consiste inattività di simulazione bellica da intendersi come attività di guerra affini, simili, di finzione; tant'è che lecircostanze in cui si è determinato lo sport come simulazione bellica risultano completamente diverse daquelle dello sport spettacolo professionistico;

2. risulta ancor più diversa dalla sublimazione dello sport professionistico l'identità scientifico-culturale e ilruolo sociale dello sport igienico-medico, il quale nella sua più intima natura consiste in espressioni dinaturalismo salutare: il corpo viene assunto come una delle espressioni della natura con propriecaratteristiche, leggi, esigenze, del tutto simile alle altre forme viventi animali e vegetali.Questa concezione del corpo si inscrive all'interno del monismo metafisico, concezione che esclude ogniforma di realtà al di fuori della natura, compreso il corpo umano.Si tratta di attività paramedica, alle quali si aggiungono anche attività di movimento passivo quali lamassoterapia, la termoterapia, la crioterapia, l'idroterapia, il termalismo, l'elioterapia, tutte pratiche con lafinalità di assecondare e corroborare i movimenti e i ritmi e spesso anche l'aspetto stetico; questo sport èstato definito igienico, quindi inscritto entro il campo della medicina preventiva, da intendersi come unasua coincezione e pratica del tutto diversa dalla terapeutica clinico-farmacologica e da quella chirurgica.Le radici più lontane e profonde vanno individuate nella teoria degli umori espressa nel contesto dellascuola medica di Cos e circostanziata e diffusa nei secoli successivi dall'ippocratismo, mentre gli sviluppisuccessivi si possono rinvenire nei vari movimenti igienico-medici periodicamente ricorrenti.

3. Anche lo sport-gioco presenta una natura scientifico-culturale diversa dallo sport professionale.È attività ludica, gioco, espressione positiva della psicofisiologica della natura umana, da non confondersicon il naturalismo dello sport igienico, né tantomeno con l'aggressivismo della psicoanalisi;è considerato manifestazione fisiologica della natura umana finalizzata non alla salute e al benessere, maal suo sviluppo e all'apprendimento: è la risposta fisiologica del corpo umano all'esigenza dello sviluppointegrale della personalità.

1.→ Spencer → gioco-sport → è espressione del bisogno fisiologico di liberazione del surplus di energie vitali non utilizzate, inespresse nelle attività per la sopravvivenza;

2.→ Groos → è un'attività di movimento che predispone l'organismo allo svolgimento delle attività che sitrova a dover compiere nella vita futura, una sorta di pre-esercizio vitalizio finalizzato a predisporre le abilità funzionali necessarie per un buon adattamento all'ambiente di vita

3.è un'attività naturale di relazione sociale, di comunicazione non verbale, di manifestazione dell'attivitàdell'esistenza, della sua sanezza, affatto diversa dalle iperboli comportamentali e dalle perversionidell'interazione con gli altri

4. → Piaget → attività motoria di promozione dello sviluppo della personalità, per la realizzazioneintegrale delle proprie potenzialità; Piaget attribuisce al gioco-sport la finalità essenziale di poter dare determinazione della vita intellettiva del bambino e per lo sviluppo integrale della sua personalità

5.2 Le caratteristiche costitutive dello sport professionale

→ sport professionale → caratteristiche → che lo rendono un fenomeno sociale molto complesso econtroverso, molto diffuso ma, allo stesso tempo, anche quello

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più disistimato/rifiutato sul piano sociale e considerato meno positivamente sul piano culturale e scientifico: questo perchè è un'attività di lavoro dello spettacolo, caratterizzata ad altissimo grado di emozionalità e gratificazione e da ampia diffusione, pressoché globale

Il carattere di attività lavorativa spettacolare

La prima caratteristica di questo tipo di sport consiste nell'essere divenuto da cerimonia religiosa lavoro dello spettacolo a seguito del processo di sublimazione sociale. Questa accezione dello sport conobbe le sue origini nella Grecia arcaica in cerimonie di onoranze agli dei con giochi panellenici; in origine costituì uno dei riti di ringraziamento e di preghiera di benevolenza alle divinnità, ma esso si trasformò in vero e proprio spettacolo di grande impegno organizzativo e atletico. Il carattere lavorativo è aumentato con il ritorno delle olimpiadi moderne del 1896: da allora in poi le attività sportive hanno ripreso vigore proprio con il sostegno del mondo dell'industria e del commercio, che con il passare del tempo na ha aumentato tutti i caratteri dell'attività lavorativa.

a) L'altro grado di emozionalità e gratificazione

Dal processo di sublimazione bellica dello sport è derivata una caratteristica tipica delle componenti costitutive del lavoro dello spettacolo in esso spesso sovradimensionate: l'intensa emozionalità, l'esaltazione del sé e la gratificazione psicofisica. La pratica delle attività sportive spettacolari provoca intense emozioni positive, ma anche negative ed indipendentemente dagli esiti della gara, provoca l'esaltazione del sé, che induce a compiere azioni psicofisiche più elevate di quelle normalmente agite nella vita quotidiana. La partecipazione dello spettatore non è meno emozionante, esaltante e gratificante della pratica diretta, poiché esso si pone in situazione empatica con i genitori. Lo sportivo a volte, a causa della sua emozionalità, può apparire come un esaltato/ingenuo e questi giudizi sfavorevoli, tuttavia, potrebbero mutare se si prendesse coscienza che è proprio il carattere di forte emozionalità dello sport-spettacolo a provocare queste reazioni del tutto fisiologiche e farne capire l'origine potrebbe portare ad un grado di sublimazione elevato fino al fair play.

b) La diffusione planetaria

La diffusione planetaria dello sport professionale scaturisce dalla dimensione emozionale, tanto che le sue manifestazioni più seguite coinvolgono quasi l'intero mondo degli sportivi e quasi l'intera popolazione del mondo. Da questa considerazione si nota come il discorso sullo sport si fa molto più complesso di quanto lasciano intendere le opinioni di distima degli intellettuali sopra ricordati: soltanto fenomeni tanto significativi hanno un'eco così vasta nel comune sentire dei popoli.

L'asservimento e la strumentalizzazione dello sport

La seconda caratteristica dello spot-spettacolo si configira come un'attività sociale facilmente strumentalizzabile e di fatto ampiamente strumentalizzata da altre attività umane più razionali e più accreditate sul piano sociale e scientifico-culturale. Lo sport professionale viene impiegato strumentalmente dal mondo del lavoro industriale e postindustriale similmente ad altre attività o oggetti o soggetti altamente emozionali come l'immagine di un'avvenente donna, un panorama bellissimo, un animale grazioso e dal dell'ideologia politica, quali lo statalismo e l'imperialismo.

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a) La strumentalizzazione da parte del mondo del lavoro industriale e postindustriale

→ prima forma di strumentalizzazione → può essere ricercata in quella operata dal mondo del lavoro,attivata non in modo emozionale poiché si perseguono scopi pratico-utilitaristici;e, essendo poco gratificante, il lavoro è agli antipodi rispetto allo sport e, per i suoi scopi produttivistici e commerciali, è costretto a ricorrere alla sua utilizzazione in due modi

↓1. attività di gioco-svago che frammentino la sua pesantezza e

minimizzino la noia, con il loisir;in questo caso, secondo la critica marxista, lo sport diventacompensazione del lavoro

2. strumentalizzare lo sport professionale con lasponsorizzazione per la valorizzazione dell'immagine dicredibilità, qualità, affidabilità del lavoro;il rapporto di utilità è reciproco: non è solo il lavoro ad averebisogno della dimensione emotiva dello sport, ma è anche losport che necessita della dimensione finanziaria del lavoro.

È per l'asservimento alle ragioni del lavoro industrializzato che lo sport, nella nostra civiltà, ha svolto e assume tuttora un ruolo subordinato, non autonomo sotto ogni riguardo.

b) La strumentalizzazione ideologica da parte della politica

→ altra strumentalizzazione → la si può ravvisare nel ruolo sociale affidatogli da parte di alcune ideologiepolitiche, in primo luogo il nazionalismo e l'imperialismo.Esempi emblematici sono quelli del nazionalismo della seconda metà dell'Ottocento e dei primi anni del Novecento il quale affidò allo sport il rilevante ruolo sociale di diffusione nell'intero popolo dell'idea del primato e della potenza nazionale, della superiorità della propria cultura, della propria etnia;analogo discorso si deve sostenere per la strumentalizzazione da parte dell'ideologia imperialista che ha utilizzato questo fenomeno sociale di grande coinvolgimento nelle masse per realizzare le politiche economiche e culturali espansioniste, pervenendo alla messa a punto di concezioni colonialiste.

Questo rapporto di asservimento alla ideologia politica ha procurato uno stato di accrescimento culturale dello sport e di conseguenza un fastidioso rifiuto: non sono pochi quelli che attribuiscono il rifiuto dello sport al fanatismo e alla bellicosità degli spettacoli sportivi di esplicita derivazione bellica.

→ Ravaglioli → “l'opposizione dello sport pare radicata in quelle etiche che pongono al vertice delladestinazione dell'uomo la serie delle mete ideali, per esempio la giustizia sociale, la solidarietà o anche i fini pedagogici della collaborazione e perfino della partecipazione alle pratiche sportive, attiva ma priva di ambizioni di vittoria”.

5.3 L'ancillarizzazione culturale e scientifica

→ terza caratteristica sport-spettacolo → è costituita dalla sua ancillarità culturale e scientifica;

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lo sport deve essere considerato un'area di sapere marginale rispetto alle altre più “impegnate”, se non addirittura un'espressione da non prendere in considerazione più di tanto sul piano scientifico-culturale. Le ragioni di ciò sono rintracciabili sostanzialmente dalla concezione della scientificità moderna e contemporanea che si fonda su uno statuto epistemico fatto di principi razionali e non riconosce quelli dell'emozionalità: ciò ha finito per produrre un rapporto di predominio da parte delle scienze più consolidate , dalla medicina alla filosofia.

Il monopolio della medicina sul corpo

→ medicina → il predomio di questa scienza sul corpo costituisce una ragione storica dello stato diprecarietà scientifica dello sport;

→ Ulmann → “ […] in tutto il lunghissimo periodo dell'educazione ellenistica […] laginnastica non trovò una teoria completa che le assegnasse un vero statuto filosofico o educativo”

↓infatti il movimento-sport fi considerato addirittura una componente della medicina; il monopolio della medicina sul movimento-corpo trova testimonianza negli scritti di Platone, La Repubblica e il Timeo, e nel Trattato sul sublime di Erodico di Selimbria.

↓la salute e il benessere si possono mantenerea lungo osservando un regime di vita rigoroso che comprende da un lato norme sulla alimentazione e dall'altro la pratica dell'eserciziofisico

per il galenismo la cura del corpo di praticava con l'igiene, intesa come medicina preventiva

La sottovalutazione del gioco-sport per la dicotomia mente-corpo

→ ultima ragione → tradizione filosofica → che detiene la concezione della secondarietà del corporispetto alla mente provenuta dalla storica dicotoma mente-corpo;questa è una concezione antropologica che ha dominato la cultura occidentale fino al secolo scorso.

→ dicotomia mente-corpo → teorizzata dai filosofi antichi è rimasta in vigore per tuttoil Medioevo nella forma di anima-corpo

↓un mutamento di atteggiamento si è verificato con l'avvento dell'approccio sperimentale di Bacone e Galileo, che ne mise in dubbio la concezione tradizionale di strumento dell'anima e ne avviò il processo lentissimo del superamento della sua secondarietà culturale;

↓ il corpo cominciò ad essere oggetto di conoscenza scientifica, costituita dall'anatomia, dalla fisiologia come gli altri oggetti della natura, secondo criteri meccanicistici. Sebbene dagli inizi del Novecento le concezioni negativiste del corporeo siano state messe in forte dubbio, l'affermazione piena della maturazione scientifica è ancora oggi in attesa di completamento.

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5.4 Il ruolo della pedagogia e dell'educazione

Affinché lo sport professionale possa aspirare al titolo di attività sociale, a cultura e scienza sociale matura, è necessaria un'operazione di fondazione pedagogica che ne individui lo statuto epistemico più proprio in tutta la sua articolazione. È necessaria un'azione educativa fondata sulla consapevolizzazione generale che deve essere operata in primo luogo dalla scuola e dalle società sportive e contestualmente dalle agenzie extrascolastiche in genere, comprese quelle mass-mediali.

→ intervento di consapevolizzazione↓

a. le attività sportive professionali sono spettacolo, ossia sublimazione di guerra e non una guerra, unaforma di nobilitazione che non giustifica alcuna manifestazione di violenza

b. lo sport professionale è un lavoro dello spettacolo, che possiede le caratteristiche della forteemozionalità (es. teatro, cinema, concerto...)

c. lo sport professionale tratta di un'attività di liberazione nevrotica generale che va considerata tale e cheil vincere/perdere ha solo questa funzione

d. quando assume una funzione ideologico-politica si tratta di una strumentalizzazione

Ormai si rileva una sempre più considerevole ricerca scientifica e sociale, che va irrobustendo il bagaglio di conoscenza circa questa area, come dimostrano i risultati della sociologia dello sport, la psicologia dello spot, la pedagogia dello sport e la sociologia dei processi culturali.

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Sublimazione bellica

In ambito psicologico, il concetto di sublimazione è stato introdotto da Freud, ed indica il processo psichico attraverso il dinamismo inconscio che riesce a spostare l'energia dalla pulsione sessuale o aggressiva ad un obiettivo non sessuale e non aggressivo.Sono considerate forme di sublimazione bellica tutte le manifestazioni canore, letterarie, argomentazioni culturali, dialoghi, confronti teorici su qualsiasi argomento.

Spettacoli circensi

Si svolgevano nell'antica Roma e consistevano in giochi e gare di gladiatori, spettacoli teatrali ed equestri.Il termine circense deriva dal latino circus (= cerchio) e richiama la forma ad anello delle piste su cui si svolgevano le gare a cavallo

Sport igienico

La distinzione delle attività di movimento igienico-medico da quelle militari e dalle atletiche è antica. È ampiamente trattata già da Merculiare nel suo celebre De arte gymnastica del 1569, pur ammettendo che quella medico-igienica può essere costituita da alcuni degli esercizi tipici della altre due.

Teoria degli umori

Per Ippocrate (460 ca.-377 ca. a.C.), maggior esponente della scuola di Cos, la salute o la malattia dell'organismo umano sono l'esito di uno stato di armonia o di disarmonia dei quattro umori di cui l'organismo si compone insieme, il sangue, il flegma, la bile gialla e la bile nera.

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La diversa proporzione fra i quattro umori determinano anche il temperamento.

Herbet Spencer (1820-1903)

Filosofo britannico che si è interessato alla teoria evoluzionistica dell'Ottocento. Elabora una teoria evoluzionista che abbraccia tutto il cosmo: nella sua teoria pedagogica infatti presta molta attenzione, accanto all'educazione intellettuale-scientifica e a quella morale, all'educazione motoria.Nell'ambito di questi studi si è interessato nelle attività quotidiane messe in atto per la conduzione della vita.

Jean Piaget (1896-1980)

Psicologo ginevrino ha dedicato la sua vita allo studio dello sviluppo dell'intelligenza con un approccio cognitivista. È considerato il fondatore dell'epistemologia genetica attraverso la ricostruzione degli stadi di sviluppo della persona dall'infanzia all'età adulta. All'interno dei suoi studi ha formulato una classificazione secondo la quale il gioco può essere suddiviso in tre categorie: di immaginazione/simbolico, di esercizio/funzionale, di regole.Il gioco di regole, in particolare, è un prezioso strumento per stimolare l'evoluzione di rapporti stabili e collaborativi nel gruppo, di democratizzazione della vita di gruppo.

Giochi panellenici

Questi antichi giochi dell'età arcaica ebbero motivazioni religiose: i Pitici, allestiti ogni 4 anni a Delfi in ricordo della vittoria di Apollo sul serpente Pitone, i Nemei, ogni 2 anni nella valle Nemea in onore di Eracle, gli Istmici, ogni 2 anni a Corinto in onore di Poseidone o gli Olimpici, ogni 4 anni ad Olimpia in onore di Zeus.

→ Capitolo 6 – Competenze dell'educatore per una pedagogia del corpo – Milani,Deluigi -

6.1 Essere competenti: dal concetto di competenza al divenire competenti (Milani)

→ ambito delle professioni → tema delle competenze → è un classico e inevitabile modo culturale e unanecessaria prospettiva per parlare in termini appropriati della formazione e dello sviluppo della professionalità

La ricerca e lo studio in questa direzione hanno apportato riflessioni sempre più ampie, articolate e puntuali. Al fine bisogna dare corpo ad una professionalità a taglio pedagogico, quale quella di chi vuole occuparsi di un'educazione della/alla/per la corporeità e per il corpo. Non esistono differenze con le altre professioni a carattere pedagogico e che perciò si tratta di declinarne e di delinearne soprattutto la specificità.

→ 4 tipologie di competenze ↓

1.- metacompetenze2. competenze di base3.- competenze trasversali4.- competenze specifiche: sono quelle che tratteggiano i diversi volti dell'educativo, ossia le professioni

di area pedagogica

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per ciascuna di queste figure è possibile pensare alcune competenze specifiche:è evidente che è molto diverso svolgere l'attività di consulente pedagogico rispetto a quella di allenatore

→ competenza → è generalmente riferito alla sintesi tra le conoscenze del soggetto in merito al campo di applicazione, la sua biografia e la sua formazione teorica e sul campo, l'esperienza, le logiche dell'organizzazione in cui si opera, l'insieme dei repertori di buone pratiche e di metodologie, la rielaborazione creativa e personale del soggetto in situazione in rapporto con un'identità professionale sociale.

È una realtà che si esprime nel contesto e ce in questo non solo prende consistenza, ma anche si genera e si definisce nel tempo

è il risultato dell'apporto critico e interventivo dei soggetti che rispondono con azioni coordinate e significative all'inedito e all'imprevisto, trovando risposte efficaci ed efficienti

è un'energia che il soggetto mobilita mettendo in campo le proprie risorse per rispondere nel migliore dei modi problematiche della situazione e del contesto in cui si opera, rinnovando e sperimentando le pratiche

→ Boterf → competenza → in astratto non esiste: esistono le persone competenti, dato che la competenza non è da intendersi unicamente in senso individuale

Il tentativo di definire e descrivere le competenze ha lo scopo di fornire dei parametri, delle idee per mobilitare i soggetti o i gruppi a divenire competenti; la competenza infatti non è l'applicazione di regole, ma l'interpretazione creativa e soggettiva ma anche condivisa all'interno di una comunità di pratica.

→ Zarifian → distingue tra competenza e competenze↓

sarebbero i saperi e i super-fare cui la competenza assicura alle capacità dell'individuo o dei gruppidi gestire le risorse, di far fronte alle difficoltà,alle incognite, alle situazioni aleatorie attraversoun'azione capace di assumersi rischi

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insieme di competenze diverso dalla loro somma6.2 Dal professionista competente all'équipe competente

Solo recentemente si è pensato alla competenza come ad una dimensione che caratterizza e stabilizza un'équipe nella quale progressivamente vada anche costituendosi un'identità grazie alla condivisione di problemi, di prospettive e di soluzioni, in sostanza di “pratiche”.

→ Wittorski → “La competenza è legata ad una persona o a un collettivo nella realizzazione di un'attività.Differisce dalla qualificazione che è il risultato di una negoziazione e di unriconoscimento sociale della competenza messa in atto. Quest'ultima corrisponde alla possibilità di mobilitare delle conoscenze, delle capacità e delle qualità per far fronte a problemi dati. Essa designa queste capacità e conoscenza in azione”

In questa prospettiva è utile riflettere sulle suggestioni di Le Boterf che parla della competenza come di un'esperienza posta nell'intersezione di tre dinamiche

↓- saper agire: possesso delle conoscenze, abilità- voler agire: necessario interesse ad agire con competenza e con

professionalità; percorsi ed obiettivi di impegno verso il miglioramento delle proprie pratiche tramite la formazione, l'autoformazione e l'ecoformazione

- poter agire: possibilità di avere nel contesto di lavoro gli strumenti;sottolinea la dimensione “politica” del contesto in cui si opera

A queste 3 dimensioni se ne può aggiungere una quarta → dover agire: sottolinea l'esigenza dell'impegno a “non tirarsi indietro”;questa dimensione implical'impegno del professionista a farsi carico delle situazioni in prima persona, ricordando che in alcune situazioni particolari la persona non può attendere una risposta che potrebbe non arrivare

Quest'ultima dimensione non si riferisce unicamente al singolo, ma anche alla dimensione collettiva: la deontologia non è una questione che attiene il privato dell'esercizio professionale, ma è elemento essenziale della professionalità nell'eccezione sociale e collettiva ed è il punto focale da cui si dipana il senso della professione nella sua relazione con i soggetti a cui si rivolge, ma anche con gli stessi professionisti, con la comunità e con la società nel suo complesso.

→ Ryle → considerando la relazione tra saperi che fondano la competenza e la competenza stessa parla di know-that e know-how ↓ ↓i saperi utili sapere come dell'esercizio agire in un di una determinato professione contesto

Tuttavia le professioni dell'umano necessitano di altre 2 categorie di saperi↓

know-why know-where ↓ ↓

sapere che sa saper indicare

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rendere le il senso e laragioni del direzione sia proprio agire della nostra

professionalitàsia delle opzionipossibili in un orizzonte di senso

6.3 Il professionista come uomo nel contesto e per il contesto e in relazione di équipe

→ tratti del professionista competente (→ particolare attenzione all'ambito educativo) ↓

- fare ed essere in relazione alla sua professionalità nella condivisione di pratiche tipiche della sua professione

- gestire l'imprevisto, l'inedito e il nuovo

- riflettere dentro, su e per l'azione

- confrontarsi, coordinarsi, collaborare e cooperare

- lavorare in équipe

- apprendere dall'esperienza

- condividere la propria professionalità

- agire attendendosi sempre al codice deontologico

- giustificare razionalmente e scientificamente

- rapportarsi ai soggetti ai quali si rivolge con estremo rispetto

- tener conto dei rilievi provenienti dai colleghi

- gestire la routine e la quotidianità

- gestire costantemente la propria formazione

- valutare e valutarsi

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- porre attenzione al contesto

- favorire la dinamica tra saper fare, voler fare, poter fare e dover fare

In senso concettuale e concreto è possibile distinguere tra una professionalità descritta attorno alle mansioni e ai compiti con un taglio nettamente esecutivo e una professionalità più dinamica e complessa che viene a crearsi attraverso il gioco nell'intreccio tra biografia del soggetto, motivazione alla professione e spinta “vocazionale” si tratta di una lettura multisfaccettata e poliedrica, che cerca di rendere conto della complessità della relazione dinamica tra competenza, professionalità e contesto operativo. Il professionista competente, non applica le teorie al contesto e non agisce in modo standardizzato, ma gestisce i saperi e le risorse a sua disposizione sia nel suo bagaglio professionale sia nell'ambiente di lavoro.

6.4 Metacompetenze, competenze trasversali, competenze di base e competenze specifiche

6.5 Le competenze specifiche dell'allenatore educatore nella dimensione della progettazione(Deluigi)

Le competenze specifiche della professionalità dell'allenatore si intersecano con prospettive educative e pedagogiche che conducono alla promozione di uno sport aperto a tutti e garante della possibilità di espressione e di partecipazione di ogni soggetto.

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