PDF NUMERO 02-2014

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1 «IL FUTURO È DEI BAMBINI SE IL PRESENTE LI ACCOGLIE» Diamo un altro passo in direzione del futuro: dedichiamo questo secondo numero della nuova edizione della rivista scolastica ai piccolissimi, al nido LA GHIANDA e ai nostri tre ASILI, ma soprattutto al bambino nel I settennio. Il bambino piccolo oggi vive più che mai un’epoca di violente sollecitazioni, che sembrano contrastare sistematicamente la possibilità di sentirsi accolto. Oltre al tema dei mezzi di comunicazione che invadono e scandiscono i ritmi della vita quotidiana degli adulti e quindi della famiglia, vediamo impulsi deviati anche nell’esperienza del tempo, alterato da continue interruzioni e accelerazioni che ostacolano il ritmo naturale del sonno e della veglia, tanto per fare un esempio. Così pure le feste stagionali vivono un gran momento di recupero, solo apparente, perché al diffondersi di una nuova coscienza del loro valore, purtroppo spesso non si accompagnano la semplicità di un sentimento protetto o di un rituale domestico, ma invece l’ansia di sapere e conoscere dettagli su dettagli in uno sforzo faticosissimo di ricollegarsi alle tradizioni perdute. E in tutto questo, i bambini piccoli rischiano di percepire fin dal principio l’insensatezza nell’attività dell’adulto che li guida. Si dovrebbe rallentare tutto, chiedere di meno a sé stessi e agli altri. Desiderare il meno, il piccolo, il semplice ci restituirà un presente non più puntiforme e rimandato, ma invece dilatato e rotondo, come un nido capace di accogliere ciò che potrà nascere e più tardi prendere il volo. Il lavoro dei maestri e dei genitori in questo senso può essere molto appassionante, una sfida dolce, fatta di riguardi e di dinieghi alle spinte e stimolazioni continue, di attese e di ascolto, senz’altro bisogno che quello di lasciar crescere in pace la creatura appena giunta sulla terra e sempre pronta alla meraviglia e alla scoperta fiduciosa. Sia buono il mondo, come lo credono i bambini. A partire da qui e ora, dal presente. taglie numeri XXS: nido 02/2014 XS: asilo 02/2014 S: elementari 03/2015 M: medie 04/2015 L: superiori 01/2014 XL: ex-allievi 01/2014 Il regno del più piccolo

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«IL FUTURO È DEI BAMBINI SE IL PRESENTE LI ACCOGLIE»

Diamo un altro passo in direzione del futuro: dedichiamo questo secondo numero della nuova edizione della rivista scolastica ai piccolissimi, al nido LA GHIANDA e ai nostri tre ASILI, ma soprattutto al bambino nel I settennio. Il bambino piccolo oggi vive più che mai un’epoca di violente sollecitazioni, che sembrano contrastare sistematicamente la possibilità di sentirsi accolto. Oltre al tema dei mezzi di comunicazione che invadono e scandiscono i ritmi della vita quotidiana degli adulti e quindi della famiglia, vediamo impulsi deviati anche nell’esperienza del tempo, alterato da continue interruzioni e accelerazioni che ostacolano il ritmo naturale del sonno e della veglia, tanto per fare un esempio. Così pure le feste stagionali vivono un gran momento di recupero, solo apparente, perché al diffondersi di una nuova coscienza del loro valore, purtroppo spesso non si accompagnano la semplicità di un sentimento protetto o di un rituale domestico, ma invece l’ansia di sapere e conoscere dettagli su dettagli in uno sforzo faticosissimo di ricollegarsi alle tradizioni perdute. E in tutto questo, i bambini piccoli rischiano di percepire fin dal principio l’insensatezza nell’attività dell’adulto che li guida. Si dovrebbe rallentare tutto, chiedere di meno a sé stessi e agli altri. Desiderare il meno, il piccolo, il semplice ci restituirà un presente non più puntiforme e rimandato, ma invece dilatato e rotondo, come un nido capace di accogliere ciò che potrà nascere e più tardi prendere il volo. Il lavoro dei maestri e dei genitori in questo senso può essere molto appassionante, una sfida dolce, fatta di riguardi e di dinieghi alle spinte e stimolazioni continue, di attese e di ascolto, senz’altro bisogno che quello di lasciar crescere in pace la creatura appena giunta sulla terra e sempre pronta alla meraviglia e alla scoperta fiduciosa. Sia buono il mondo, come lo credono i bambini. A partire da qui e ora, dal presente.

taglie numeri

XXS: nido 02/2014 XS: asilo 02/2014 S: elementari 03/2015 M: medie 04/2015 L: superiori 01/2014 XL: ex-allievi 01/2014

Il regno del più piccolo

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Il grado elementare nelle scuole Waldorf riguarda l’ambito prescolare della pedagogia di Rudolf Steiner (gruppo mam-ma-bambino, nido d’infanzia, gruppo giochi e asilo) e le pri-me due classi elementari.

Esso si è costituito per abbracciare con uno sguardo d’in-sieme lo sviluppo del bambino sul piano fisico, animico e spirituale, per sostenerlo e rafforzarlo nel rispetto della sua individualità.

Il processo di formazione e di sviluppo dell’individualità co-mincia già nei primi anni di vita: il bambino impara a per-cepire sé stesso, a formare la coscienza di sé come essere distinto dalla mamma e dal suo ambiente, a dire “Io”, attra-verso un processo graduale al quale prendono parte tutte le sue esperienze sensoriali.

È attraverso i suoi sensi che il bambino piccolo può co-noscere il mondo e sé stesso. Solo più avanti entrerà in gioco il pensiero, come possibilità per l’uomo di sviluppare una coscienza di sé sul piano spirituale. Perciò il primo e più importante compito che la pedagogia steineriana si pone, per i primi anni, è quello di aiutare a sviluppare una sana concezione di sé attraverso la cura dei sensi.

CURA DEI SENSI E PRIMI INCONTRI CON LA VITA

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I sensi possono svilupparsi in modo sano, e comunicare esperienze ricche di significato,

quando favoriscono nel bambino abbondanti e continui incontri con la vita.

I sensi della vista, del tatto, dell’udito, dell’odorato sono adeguatamente stimolati da una cura speciale del

l’ambiente: spazi allestiti a misura di bambino, materiali caldi e naturali, colori armoniosi, profumi che

provengono dal legno e da oli essenziali.

Lo sviluppo dei sensi di base -tatto, senso della vita,

senso del movimento e dell’equilibrio- è favorito da una vita di movimento multilaterale

e variegata: saltare, arrampicarsi, lavorare in giardino, l’euritmia,

e dall’impegnarsi in attività proposte dagli adulti nella consapevolezza del loro valore più profondo,

che portino ad ampliare la percezione ai quattro elementi (terra, acqua, aria e fuoco),

con attività come impastare, cucinare, pulire, praticare regolarmente passeggiate nella natura.

Le attività artistiche quali modellaggio con la cera, pittura ad acquarello, i giochi ritmici

di movimento e canto, i racconti, i teatrini, il suono della lira con i meravigliosi

intervalli di quinta, concorrono a promuovere un sano sviluppo del linguaggio e di tutti i dodici sensi in modo interdipendente, ad accendere la creatività e a rafforzare

profondamente la coscienza di sé.

Gioco e movimento

Per il bambino piccolo muoversi è gioca-re. Nel grado elementare l’ambiente e l’ar-redamento sono pensati per offrire svariate possibilità di movimento, come saltare, scivolare, spingere, per consentire al bam-bino un’adeguata libertà di utilizzo e di tra-sformazione dello spazio. In questo stesso senso vengono concepiti anche i giocattoli: sono semplici oggetti di fattura artigianale, pensati per offrire un ricco campo di per-cezione al senso del tatto e della vita, il più possibile indifferenziati, modificabili a se-conda dell’uso che la fantasia del momento richiede.

Una forma di attività corporea molto gradita dai bambini sono i giochi in cerchio, girotondi, giochi danzati, che vengono proposti con ritmo settimanale nei gruppi di asilo. L’adulto si muove, canta semplici melodie secondo un copione che spesso è frutto della sua creatività personale, ispirato dalla natura, dalla vita degli uomini e de-gli animali, e i bambini spontaneamente lo imitano. Gli stessi girotondi o giochi vengono ripetuti per più giorni, affinché il bambino possa immergervisi interamente. Questo tipo di movimento favorisce la salute del bambino, attraverso la gioia e l’esercizio dell’equilibrio. Il gioco libero è il cuore dell’attività del bambino: nasce dalla sua iniziativa, spesso necessita di molto tempo e di uno spazio sicuro e quieto in cui gli adulti siano impegnati in qualche semplice lavoro e possano vegliare sui bambini, senza condizionarli. Il gioco è qualcosa di vivo, di estremamente delicato e in continuo muta-mento, oggi un bene ancora più prezioso, perché gravemente minacciato dal sovraccarico di stimoli e dal consumismo.

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Così anche l’euritmia viene introdotta a partire dall’asilo con ritmo settimanale, por-tata dall’euritmista che guida il gruppo in un percorso artistico di linguaggio e canto resi visibili nel movimento. Anche la narrazione di fiabe entra nel vissuto quotidiano del bambino nel grado elementare: vengono raccontate le fiabe tratte dalla tradizione popolare, che parlano tramite le immagini del mistero dell’essere umano e portano nutrimento all’anima del bambino. Le fiabe vengono portate a memoria, e non lette, perché ciò consente all’adulto di elaborarle e di entrare nel racconto insieme ai bam-bini in modo più profondo.

Protezione e contenimento

Il senso del tatto, il senso della vita, il senso del movimento e dell’equili-brio vengono suscitati in modo sano se gli adulti creano intorno al bambi-no un ambiente veritiero da un punto di vista fisico e morale: materiali na-turali, armonia nei colori e nei suoni, possibilità per il bambino di muover-si e di giocare liberamente; impegno da parte degli adulti ad attingere alla fonte dell’essere umano, portando al bambino pensieri ed attività semplici e profondi, ancora lontani dal mondo della tecnologia.

OGNI COSA A SUO TEMPO.

LO SVILUPPO AVVIENE SEGUENDO LEGGI EVOLUTIVE GENERALI, E SECONDO LE DOTI INDIVIDUALI.

Ogni bambino ha bisogno di un tempo per la costituzione degli organi, come per la maturazione di nuove capacità. Occorre misurare gli stimoli, e tener conto dei tempi adeguati, evitando di richiamare troppo presto le sue forze ad una vita animica e di pensiero precoce.

Ritmo

Poiché i processi di attività e di apprendimento del bambino sono in gran parte inconsci, sono essenziali ritmo, ripetizione e ritualità. Il tempo scandito da un ritmo sano, che ga-rantisca un respiro tra gioco e riposo, proposto dagli adulti nella ripetizione dell’agire e nell’apertura alla flessibilità infonde fiducia e consente al bambino di far proprie le buone abitudini che vogliamo trasmettere, rafforza la formazione della volontà e della memoria. Esiste un ritmo nella giornata, un ritmo settimanale e un ritmo sperimentabile in modo più ampio, attraverso le stagione e le festività che ne scandi-scono i momenti culminanti. Ci si collega alle festività tramite il racconto di una fiaba, attraverso canti o gi-rotondi, e anche attraverso la preparazione dell’am-biente.

In tal modo i bambini posso-no sentir nascere un senti-mento del tempo, e avverti-re con tutti i sensi la bellezza e la gioia dell’essere inclusi in un macrocosmo vasto e sensato.

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STAGIONI E FESTE: ESEMPI DI ATTIVITÀ STAGIONALI NELLA NATURA IN CORRISPONDENZA CON I QUATTRO ELEMENTI. Inverno: Avvento, S. Barbara, S. Nicolao e S. Lucia (4, 6 e 13.XII), Natale, Re Magi, Candelora.

Terra e fuoco: preparare pacchettini di rametti secchi da bruciare nel camino, tagliare corteccia, mettere a disposizione per il gioco libero terra, sabbia, minerali. Aria: giocare con la neve, appendere leggeri fiocchi di lana. Cuocere biscotti e gustar-ne il caldo aroma. Acqua: esperienze con neve e ghiaccio, farla sciogliere, raccogliere in secchielli.

Primavera: Carnevale, Pasqua, Ascensione, Pentecoste.

Terra: zappare, pulire il giardino, giochi con la sabbia. Aria: appendere erbe aromatiche ad essiccare, creare e appendere uccelli di lana,

soffiare i soffioni di tarassaco, giocare a palla. Fuoco: esperienza del sole e del calore. Acqua: passeggiare sotto la pioggia, schizzare nelle pozzanghere.

Estate: San Giovanni

Terra: a terra e sabbia viene aggiunta l’acqua, mietere il grano, battere le spighe. Aria: fare farfalle di carta velina, ghirlande.

Autunno: San Michele, festa del raccolto, San Martino (festa della lanterne).

Terra: fare provvista di frutta per preparare marmellate, raccogliere verdure, castagne, nocciole. Aria: essiccare pomodori, fare ghirlande di foglie, far volare aquiloni, passeggiate nella nebbia.

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Spesso quando incontro i genitori per la prima volta, mi dicono che sono stati a vede-re un nido d’infanzia e si sono spaventati: un’orda di bambinetti scatenati che gridano, corrono ovunque e mordono. Allora -mi dicono- abbiamo tenuto il nostro bambino a casa ancora un anno. Fortunati questi genitori, che hanno potuto farlo, e fortunato il bambino, che si è risparmiato un’esperienza sconvolgente. Ma i bambini piccoli, anche se hanno avuto una brutta esperienza, sono presto pronti a ricominciare, freschi e fiduciosi, e se gli offriamo il giusto nutrimento, torneranno a risplendere, proprio come un fiore assetato e bisognoso di sole che riceve acqua e luce. I bambini infatti -continuo ad osservarlo ogni giorno- immediatamente riconoscono ciò che fa loro bene, e noi lo possiamo vedere dalla luce che emanano.

La luce... Come è im portante al nido la luce! La luce elettrica la accendiamo poco, solo nelle mattine più buie, e se siamo già verso S. Martino accendiamo lumini qua è là, lasciando una vaga penombra. La luce arriva pian piano, all’inizio si vede brillare il primo sole sulla montagna di fronte, poi all’ora della merenda è già arrivata in giardino e ci chiama. Non c’è mai bisogno di dire ai bambini “Andiamo a giocare fuori”, loro sanno benissimo che quando il sole brilla sul prato, brilla per loro, e si esce.Ma la luce soprattutto la portano i bambini al loro arrivo, e permettono a noi adulti di per-cepire la sua vera essenza. Prendiamo una mattina buia verso le otto e trenta. Qualcuno arriva, si sente bisbigliare al di là della tenda che separa il piccolo ingresso del Nido “La Ghianda” dalla stanza dei bambini. Si apre la tenda e vado ad accogliere il primo ospite della mattina. È ancora assonnato, rimane ancora un momento fra le braccia della mam-

ma, poi si avvia insieme a me alla finestra da cui potremo salutare ancora e guardarla allontanarsi lungo il vialetto. È come se fosse ancora notte, tutto dorme.

Ci sediamo vicini per un po’, perché c’è bisogno di ritrovarsi, di ritrovare la casa. Arriva ancora qualcuno, un breve pianto, il saluto alla finestra, e siamo in tre seduti vicini. Se le manine sono fredde, c’ è pronta una mini borsa dell’acqua calda. I bambini si guardano, mi guardano, nel silenzio. All’improvviso, dalla quiete e quasi dall’immobilità, nasce qualcosa, un movimento, un sorriso, difficile dire da dove è iniziato. Un fascio di luce accompagna il movimento. E i due bambini non sono più lì con me: uno è sullo scivolo a pancia in giù, l’altro in piedi si guarda intorno in mezzo alla stanza. Sembra che riflettano o che ascoltino qualcosa, qualcosa che sta per accadere. Altri bambini arrivano, l’ambiente si anima, ora si sentono le vocine -”chiac-chiericcio/ tra i nidi dei passeri/ e dei topolini”-, gli oggetti intorno cominciano a svegliarsi.

LA GHIANDAL’atmosfera conta più del fatto

QUANDO IL SOLE BRILLA SUL PRATO,

BRILLA PER LORO, E SI ESCE.

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Cade un pentolino, una nota sonora, subito dopo un gridolino di gioia. Anch’io intono il nostro canto del mattino e comincio a mettere sul tavolo le verdure da lavare, e i cereali. I più appassionati di cucina non tardano ad aiutare, immergono le carote nella bacinella d’acqua tiepida, le fanno un po’ nuotare, e intanto ne approfittano per stare ancora ad osservare gli altri. A mano a mano che nuovi ospiti arrivano, li vado ad ac-cogliere, e come in uno spettacolo lungamente provato -siamo quasi in primavera e ci vediamo ogni mattina da diversi mesi- ognuno trova il suo posto e comincia la sua parte, in modo sempre nuovo e creativo.

Mentre finisco di sgranare i piselli con i miei piccoli aiutanti, osservo quello che sta accadendo: i bambini hanno cominciato a giocare. Meraviglia! Giocano insieme e da soli, i gruppetti si formano e si sciolgono con una rapidità incredibile: prende vita un telo colorato, un cappello da pioggia passa da una testolina all’altra, ma non riesco tanto a seguirlo, perché intanto è partito il treno, e un carico di patate rotola rovino-samente giù dallo scivolo; il mio sguardo fluido sfiora ogni angolo, ogni bimbo. Il più piccolo si arrampica dalla seggiolina alla finestra della casetta, ma ancora non può scavalcarla. Che farà? In un istante qualcuno dall’altra parte lo aiuta, lo tira per i piedi, e come un serpentello, eccolo strisciare lungo la parete, ed è arrivato.

Ciò che è più interessante è la qualità del movimento generale: il ritmo, il colore, le modalità di gioco variano da bambino a bambino, ma nell’insieme si ha l’impressione di essere difronte ad un evento perfettamente armonioso e governato da una legge invisibile, o da un angelo, se si preferisce, in cui nulla è di troppo, e quando qualcosa finisce, svanisce come l’impronta di un uccello nel cielo. Non è caos, anche se in certi momenti potrebbe sembrare.

È CHE I BAMBINI PICCOLI VIVONO IN UN MONDO IN CUI LE COSE NON SONO SOLIDE, MA SCIN-TILLANTI: PIÙ SI PERCEPISCE LA MANCANZA DI SOLIDITÀ DELLE COSE, PIÙ ESSE APPAIONO LUCENTI: È LA CAPACITÀ DI MERAVIGLIARSI A COMPIERE QUESTO MIRACOLO.

ALLORA ANCHE NOI ADULTI POSSIAMO REAL-MENTE ABITARE, PER QUALCHE MOMENTO, IN QUESTO MONDO REALE, IN CUI TUTTO È INTER-CONNESSO: IL MONDO DELLA LUCE, UN SALTO NELLA GIOIA.

Micaela Bottinelli

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GRUPPO GIOCHI POMERIDIANO

Il gruppo giochi La Rosa Canina è nato per dare la possibilità alle famiglie che ne hanno necessità di lasciare i bambini che frequentano l’asilo anche al pomeriggio fino alle 15.15, con la

possibilità di un’uscita alle 13.00.

Alle 12.00 le maestre dei tre asili accompagnano i bambini nell’aula

de La Rosa canina dove le maestre incaricate li accolgono.Li aspetta una bella tavola apparecchiata allegramente attorno

alla quale si condivide il pranzo. È un momento gioviale dove i bimbi che vengono dai tre gruppi diversi hanno voglia di in-

contrarsi per conoscersi, condividere e magari già progettare il gioco che poi faranno insieme. Qualcuno si accorge che l’anno

prossimo frequenterà la stessa classe a scuola......ma improvvi-samente tutti zitti!! Uno, due, tre... arriva il Principe del silenzio e una clessidra scandisce il tempo in cui la quiete regna e chi

riesce a stare in silenzio fino alla fine avrà un premio: potrà suo-nare i cimbali o guardare nel caleidoscopio della maestra.

Il cibo biologico certo non è quello preparato dalla mamma che è sempre sacro, ma pure le cuoche della mensa sono brave e i

bambini mangiano con piacere.Si turnano nel fare i camerieri, è un ruolo molto ambito che il

più delle volte tocca ai più grandi, mentre i più piccoli possono scegliere l’animaletto che accompagna il tovagliolo.

Quando hanno finito di mangiare ogni bimbo sparecchia il suo piattino e via a lavar-si i denti....E poi?....Poi facciamo questo... No, io faccio così... Io tiro su il tavolo...Ma no, facciamo i salti! No, io sono il cane! Insomma i primi dieci minuti sono un po’ caotici! Poi magicamente ognuno trova il suo ruolo e via si gioca.Chi vuol riposare, può stare nel “nido”, un angolino un po’ riservato dove si può sognare o addirittura ronfare.La maestra intanto, in un angolino, prepara del materiale per fare un lavoretto : una pallina di feltro, il sale con le erbe, il disegno, del materiale per un falegname, un sacchetto di lavanda ecc., e chi vuole si può fermare e lavorare per confezionare qualcosa da portare a casa.A volte il racconto di una storia o un gioco in cerchio danno respiro al gioco libero.Le note de “Il nanetto laborioso ha bisogno di riposo ecco, allora che si china a sistemar la seggiolina.....” ci dicono che il tempo del gioco è finito, bisogna riordinare, a volte non è facile smettere di giocare.E quando il clima lo permette si può andare in giardino o a giocare al laghetto di Origlio.

Anna Katia Rigamonti

AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA CHE C’È UN AMICO IN PIÙ...

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GRUPPO MAMMA-BAMBINO“UN PONTE D’ORO BRILLA GIÀ TRA CIELO E TERRA STESO STA...”

Le note di questa canzone come un’eco lontana accompagnano ogni settimana l’attesa del lunedì pomeriggio. Io e i miei piccoli, Shanti di 18 mesi e Adam di 4 mesi, anche con pioggia, vento e intemperie varie, ci avventuriamo da Gandria per raggiungere un luogo senza tempo, pieno di calo-re, energia, profumo, dolce musica, colori e piccoli occhi che con la loro luce speciale ed unica ren-dono quel luogo pieno di magia.

Ad accompagnarci lungo quel “ponte d’oro” troviamo Beatrice, delicata e accogliente padrona di casa che con la sua voce melodiosa incanta i bambini e che con cura e pazienza insegna a noi mamme arti spesso sconosciute alla gran parte di noi (...lana cardata??, fare la maglia??,cucito??....). Solamente un pretesto per poter osservare i nostri piccoli che giocano tra loro... final-mente facendo silenzio e impegnando solo le nostre mani.Una deliziosa merenda tutti intorno alla tavola e con un buon cibo ci permette di parlare un po’ tra noi e pian piano di conoscerci.Le note cristalline dell’arpa di Beatrice ci danno l’arrivederci custodendo nel cuore la preziosità di momenti irripetibili vissuti coi nostri bambini...

Elisa Goldreich

DA SETTEMBRE 2014 È NATO IL GRUPPO GIOCO MAMMA-BAMBINO. OGNI LUNEDÌ POMERIGGIO LE MAMME CON BAMBINI PICCOLI (DA 0 A TRE ANNI) SI INCONTRANO IN UNO SPAZIO TUTTO DEDICATO A LORO.LA MAESTRA BEATRICE, CON LA SUA GRANDE ESPERIENZA, GUIDA, CONDUCE E CONSIGLIA, PROPONENDO PICCOLI LAVORETTI, GIOCHI CON LE DITA, FILASTROCCHE E QUALCHE CANZONCINA

È una bellissima esperienza sia per me che per la mia bimba, anche se la più picco-lina impara ogni volta qualcosa dagli altri bambini per imitazione. Abbiamo sempre ottimi spunti per gestire i nostri bambini lasciandoli liberi di giocare ed esprimersi con materiali semplicissimi ma che aprono ad una grande creatività. Un momento speciale per conoscere i nostri bambini osservandoli ed ascoltandoli giocare.Grazie per questo bellissimo momento che ci offri ogni lunedi.

Manuela e Sayen

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GIOCADITO GIOCADITO

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Terra, tu il cibo hai datosole, tu l'hai maturatocara terra, sole amatoil mio cuor vi è tanto grato

Dolci frutti, messi d’orson del sole doniche coi raggi e col calorcrescon sani e buoni

Madre terra ogni dìvogliam ringraziareche i suoi semi custodìfino a germogliare

A TAVOLA

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Dopo la nascita il bambino vive ancora immerso in un mondo luminoso ed iridescente, il mondo spirituale, ed è ancora collegato al grembo materno. Lentamente dovrà staccarsi da questi due ambiti protettivi per affrontare l’esperienza terrestre, dove sperimenterà il limite, il freddo, la durezza, la coscienza. Rudolf Steiner consiglia di proteggere più a lungo possibile questo rapporto col mondo spirituale e con la dimensione del calore, ricoprendo con veli leggermente rosa ed azzurri la culla del bambino, per familiarizzarlo lentamente con la realtà terrestre.Il neonato è tutt’uno con il suo ambiente e non può difendersi da influssi a lui dannosi, sono gli adulti intorno a lui a dovergli creare una protezione, che rispetti i suoi tempi evolutivi.Gli dei hanno disposto molto saggiamente affinché l’essere umano conquisti le facoltà del camminare, del parlare e del pensare lentamente e in successione. Noi adulti dobbiamo avere fiducia in questo percorso evolutivo e non cercare di accelerarlo.Solo a tre anni i bambini possono iniziare a frequentare le lezioni di euritmia.L’euritmia è un’arte del movimento nata agli inizi del secolo, su impulso di Rudolf Steiner, che scopre il corpo umano come strumento della parola e della musica. Nell’euritmia si rendono visibili il linguaggio e la musica. Rudolf Steiner, nella conferenza del 24.6.1924 del ciclo “Euritmia come linguaggio visibile” (Ed. Antroposofica), ci parla in questo modo:“Dio euritmizza, e mentre euritmizza, nasce quale risultato dell’attività euritmica, il corpo umano”.L’euritmia è di grande importanza proprio per il bambino piccolo, in particolare tra il terzo ed il quarto anno di vita. In questo contesto R. Steiner parla di “euritmia elementare”: “In particolare durante tale periodo di vita si potrebbe ottenere molto compenetrando il corpo del bambino con l’euritmia elementare” (Arte dell’Educazione – conferenza del 21.08.1919, Ed. Antroposofica).“Quando si fa euritmia con i bambini sotto i sette anni, essi ricevono una forza dell’Io che né la scuola né il destino possono suscitare.” (Nora von Baditz: “L’Euritmia per bambini piccoli” - quaderno nr. 10 dell’Associazione internazionale degli Asili Waldorf).

EURITMIAEuritmia per bambini all’asilo Dal terzo anno di età inizia a sciogliersi il legame con la madre ed il bambino vuole essere

più autonomo; incomincia a dire “io” a se stesso e a scoprire il mondo con sicurezza e fi-ducia. Entrando nel mondo dell’euritmia noi possiamo aiutarlo a trovare un giusto rapporto con l’ambiente e con le leggi dello spazio. Nei nostri tempi viene soprattutto stimolato il progresso intellettuale del bambino e questo porta a sviluppare tutto troppo in fretta.Ma il suo centro, il calore del suo cuore, le sue forze animiche vengono spesso dimentica-te, perché non danno risultati immediati. Proprio queste forze del cuore possono essere sviluppate con l’euritmia, poiché risvegliamo con esse l’amore per tutti gli esseri, la gioia per ogni azione. Da questo centro pulsante i bambini potranno sempre raccogliere nuove forze. La gioia è la risposta dell’uomo alle forze solari e noi adulti possiamo riflettere al me-glio la gioia che ogni bambino suscita spontaneamente in noi, muovendoci pieni d’amore nei suoi confronti.I movimenti euritmici scaturiscono dalla sana ed ideale figura umana: essa è sempre pre-sente nel nostro agire.Se da un lato sentiamo tutta la gioia collega-ta con la nuova vita in divenire, dall’altro lato ci coinvolge anche la grande responsabilità che noi adulti abbiamo nel proteggerlo, aiu-tandolo a trovare il supposto nel mondo.

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Rudolf Steiner fa notare che il bambino piccolo, quando percepisce un movimento, sente l’impulso interiore ad imitarlo. Questo significa che gli adulti che circondano il bambino, dovrebbero portargli incontro gesti armoniosi e coscienti.Tutto l’essere infantile -la forma fisica, il mondo animico, l’essere spirituale- viene richia-mato attraverso l’euritmia, così che esso possa costruirsi lentamente ed in armonia, per accogliere la sana coscienza dell’Io. I bambini dovrebbero entrare nel mondo danzando e giocando pieni di gioia, entrare in rapporto con le proporzioni dello spazio, imparare ad amare la Terra col desiderio di sco-prirla. Quando il bambino è felice si muove danzando: e qui si vede il suo bisogno di leg-gerezza e bellezza.“Se gli uomini avessero la giusta leggerezza essi in effetti danzerebbero con i bambini, si muoverebbero con essi... Se i genitori imparassero ad occuparsi del bambino in modo euritmico sorgerebbe qualcosa di molto diverso per il bambino che no altrimenti... Tutti gli uomini hanno oggi una certa pesantezza. Con l’euritmia potrebbero superarla...” (Rudolf Steiner – Arte dell’Educazione – Ed. Antroposofica).Nell’essere dell’euritmia elementare vive la gioia per il movimento come tale, nello spe-rimentare le proprie membra. Il bambino si immedesima con gli esseri che vivono nelle poesie e nelle storie. Egli stesso diventa creatore con i suoi gesti, così il bambino si unisce nell’euritmia, alle qualità essenziali del mondo. Il bambino vuole incontrare nell’euritmia cose a lui familiari: è un continuo respiro nell’alterno movimento tra l’aprirsi gioiosamente al mondo, lo sperimentare le molteplici attività umane ed il sentirsi accolto da un involucro protettivo.Nell’euritmia elementare: -andiamo incontro al bisogno primordiale del bambino di protezione da un lato e di aper-tura verso il mondo dall’altro;-cerchiamo attraverso semplici e gioiosi movimenti di procurare quel sentimento del pro-prio corpo necessario a rafforzare la sua volontà di vita;-gli diamo un’esperienza essenziale nella quale egli può unirsi attraverso l’imitazione dei gesti e dei suoni, alle immagini del mondo e attraverso la ripetizione rafforzare la sua vo-lontà di vita.

Maria Enrica Torcianti

LE ATTIVITA` FACCIAMO IL PANEQuando i bambini al mattino fanno il loro ingresso in asilo sono incu-riositi nel vedere la maestra che con la farina e l’acqua impasta. I bambini si avvicinano, cominciano a fare domande e a chiedere di po-ter anche loro aiutare a fare il pane. Chi si offre per portare la farina e chi per portare la pallina di pane ai compagni.E in un’atmosfera di quiete e parte-cipazione ognuno fa il suo panino.La maestra canta la canzone del mugnaio insieme ai bambini.Poco alla volta cominciano ad al-zarsi e alla maestra raccontano la forma che hanno preso i loro pani-ni… ed ecco sulla teglia sono nate lumachine, bisce, spade e altro an-cora.Soddisfatti del proprio capolavoro si lavano le mani per poi andare a giocare.In tarda mattina l’asilo si riempie di un caldo e gustoso profumo di pane cotto, la maestra toglie i pani dal formo e li mette nei sacchetti di ogni bambino che orgoglioso porta a casa alla mamma.

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Quando è il giorno della pittura, l’asilo si trasforma: i tavoli non sono più nella posizione di tutti giorni ma sono separati, per permettere questa at-tività.Si crea da subito un clima di calma e serenità, la maestra siede al tavolo e man mano che i bambini arrivano a salutarla scrive i loro nomi su dei grandi fogli bianchi. Alcuni bambini hanno già il desiderio di fare qualcosa e chie-dono: “Maestra, posso portare io i fogli?” “Maestra, posso portare i vasetti dell’acqua?” ecc.il tutto viene fatto con gioia e partecipazione. Quando tutti i bambini hanno ricevuto tutto quello che occorre, la maestra canta seguita anche dai bam-bini. È ora di ricevere ciascuno il proprio pennello.In quel momento avviene una “magia”, si crea un gran silenzio, è proprio un momento speciale.Quando ricevono il pennello possono iniziare la pittura.Intingono il pennello nel colore e sul foglio bianco nascono all’inizio delle tracce e via via i bambini scoprono che i colori possono incontrarsi e gio-cando insieme possono creare meravigliose sfumature, altri colori, intensi o leggeri. Ogni bambino lavora con grande dedizione e con viva partecipazione al proprio lavoro. Quando hanno terminato ammirano la loro pittura, i colori che sono riusciti a dare e soddisfatti la mostrano alla maestra e ai compagni, prima di met-terla ad asciugare.

Al mattino quando i bambini arrivano in asilo, siedono in un gran cerchio di seggioline; ad attenderli c’è la maestra che li invita a infilarsi le scarpette di euritmia e in attesa che arrivi la cara maestra Maria Enrica si fanno insieme dei giochi.Poco dopo eccola arrivare, la maestra, che dopo un breve saluto decide che un treno può partire, e allora sceglie il capotreno e chi fa il ponte, tutti vorrebbero partecipare e a turno la maestra li accontenta.Si parte con un lungo trenino, si attraversano le varie stazioni e cantando raggiungia-mo la sala di euritmia.Ad aspettarci c’è una cara persona che ci farà ascoltare dei bei suoni con il suo xilo-fono.La maestra Maria Enrica ci invita a partecipare con un bel girotondo fatto di movimen-ti, suoni che ci guidano in una storia di ciabattini, cavalli e altro ancora e per un breve momento vivamo una bella atmosfera gioiosa.Ma è già ora di scegliere un nuovo capotreno e un ponte perché si riparte. Tornati in asilo ringraziamo e salutiamo la maestra. I bambini in un clima di seranità rimettono le loro pantofole per andare a giocare.

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Il disegno è sempre a portata di mano, ogni volta che il bambino vuole esprimersi coi colori, il foglio bianco, il "sottomano" e le cerette sono a disposizione.

Il gioco libero è uno dei momenti piu' importanti dell'asilo. Finita l'attività (pane, pittura, cera, euritmia ecc.) l'aula si trasforma. I bambini iniziano a progettare, a cercare com-pagni di gioco e a costruire. I tavoli e le sedie diventano di volta in volta aerei, treni, navi o casette. Qualcuno parte per una vacanza o va a trovare un amico. C'è chi crea un teatrino e poi invita tutti a vederlo. Qualcun'altro indossa un velo o un mantello e diventa un cavaliere che va a libe-rare la sua principessa…e tra discussioni, contrattazioni e giochi di ruolo il bam-bino impara a stare insieme agli altri; nascono amicizie e alleanze.La maestra osserva che tutto fluisca con armonia, a volte interviene per suggerire un gioco a chi in quel momento non sa cosa fare, oppure aiuta un bimbo ad inserirsi in un gruppetto, o capita di dover risolvere un piccolo conflitto.Poi la maestra canta la conzoncina del riordino e più o meno velocemente tutto ritorna come prima. Tavoli, sedie, stoffe, legni, piattini e animaletti tornano al loro posto, per ritrovarli il giorno dopo.

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Il lunedi i bambini vengono correndo dal cancello e dopo aver salutato la maestra e i loro amici corrono a giocare, chi sull’altalena, chi al castello, chi alle corde e altri giocano a rincorrersi.Quando ormai tutti sono arrivati la maestra controlla che ogni bimbo abbia gli indumenti adeguati, in base al tempo e alla stagione: scarponcini, o stivaletti, cappello, guantini ecc. È quasi ora di partire… un bambino suona la campanella: è il segnale che dobbiamo prepararci tutti in fila, mano nella mano o tenendo una lunga corda. I bambini salgono sul treno in partenza.Chi si prepara già con le briglie per poi giocare nel bosco ai cavallini, chi si porta il cestino per raccogliere i tesori del bosco.… Ecco si parte! durante la passeggiata c’è a volte un canto che ci allieta il cammino

altre volte il silenzio fa spazio al canto deg-gli uccelli e alle voci scherzose dei bambini. Arrivati vicino alle “Betulle”, ogni gruppo fa un grande girotondo e la maestra sceglie chi saranno i due “cavalieri” che nelle varie tap-pe saranno i suoi aiutanti. Scelti i bimbi tutti corrono verso la prima fermata. Mentre ci si aspetta, qualcuno si avventura nel bosco ad esplorare e a cercare pietre preziose. Poco dopo arriva un nuovo segnale: “cavaliere si riparte…” “andiamo tutti sul ponte dei “gi-rini”.In questo punto della passeggiata, nascono i primi giochi dei bambini, creano con rami, bastoni, delle vere e proprie barriere in cui si ha accesso solo se si paga un biglietto per passare (una foglia o un rametto speciale). Su questo ponte ci passiamo in qualsiasi stagione ed è una grande occasione per ve-dere le uova delle rane o i loro girini e anche i ranocchi. Quando è inverno quello stagno si trasforma in una lastra di ghiaccio e tut-to luccica e scricchiola sotto gli scarponi. Si vorrebbe stare ancora un po’ ma è ora di ri-partire. “Cavalieri, andiamo tutti all’isola dei pescatori!” Qui i bambini possono toccare l’acqua con le mani e lanciare i sassi, vicino all’acqua a volte trovano bastoni e fili lasciati da qualche pescatore.Ma è ora di ripartire… “cavalieri andiamo al prato delle anatre!” Si riparte con grande

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gioia ed entusiasmo, qualcuno si attarda perché nell’isola dei pescatori ha trovato delle cose molto interessanti, ma la maestra che sempre sorveglia li richiama per unirsi a tutti gli altri. Il grande “prato delle anatre” è tra due boschi, i bambini partono, poi tornano… “Maestra nel bosco ho trovato una famiglia di funghi, vieni a vedere!” “Maestra, questi fiori li raccolgo per la mia mamma”, “Maestra, questo sasso pieno di brillanti, lo porto a casa da vedere alla mia mamma!” e cosi via.Ma a qualcuno vien fame, è proprio l’ora dello spuntino. Le maestre dicono: “È aperto il ristorante!” La fame prende il sopravvento e tutti si avvicinano alla loro maestra e sembra-no proprio come degli uccellini che nel nido cinguettano finché non vengono sfamati. Ogni maestra sceglie la panca dove distribuire la merenda e i bimbi seduti si preparano con le loro ciotoline. “Ancora, ancora maestra…” “Quando saremo in asilo faremo la merenda grande!” Tutti ritornano a giocare… ancora per poco. Con un canto di richiamo si ritorna insieme verso l’asilo. Ora il rientro è faticoso, i bambini vorrebbero rimanere ancora nel bosco, ma si è fatto tardi e la merenda ci aspetta…

Quando è il giorno della cera i bambini spontaneamente vanno a salutare la maestra e mostrano le loro manine perché possa sentire se sono abbastanza calde “come un forno” per ricevere la piccola cera, ogni volta di colore diverso.E se le mani sono troppo fredde o quasi, la maestra dice: “soffia, soffia un vento caldo nelle mani, perché possano diventare calde, calde come un forno”… e quando sono ben calde i bimbi arrivano dalla maestra che dona a cia-scuno una cera colorata che presto potrà essere trasformata. Qualcu-no, all’inizio, non sa cosa fare, spesso è la stagione che ci suggerisce e ci porta consiglio su casa fare con la piccola cera.Quando scoprono che dal calore delle loro mani la cera si trasforma, ai bambini brillano gli oggi e chiedono: “Maestra, mi dai ancora un po’ di cera?”Nascono cosi tanti piccoli capolavori, cestini, di frutta, scivoli, luma-chine, fiori, ecc. ed è cosi prezioso che vale la pena custodirlo in una graziosa scatolina colorata che permetterà ai bambini di portarla a casa e aprirla davanti agli occhi stupiti di mamma e papà.

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GIOCADITO GIOCADITO

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GIOCADITO GIOCADITO

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NovitàRudolf Steiner: Il mistero della morte – Volume III Da Opera Omnia n. 159 – pagine 122 – Euro 15Scienza dello spirito come atteggiamento / Il corpo eterico come rispecchiamento dell’universo. Comunità sopra di noi, Cristo in noi / Esperienze dell’uomo dopo il passaggio attraverso la soglia della morte / Il supera-mento gnoseologico della morte. Esperienze dell’anima prima della nascita e dopo la morte. Il nostro rapporto con i defunti.

Rudolf Steiner: Impulsi scientifico-spirituali per lo svilup-po della fisica – I.Primo corso scientifico: luce, colore, suono, massa, elet-tricità, magnetismoOpera Omnia n. 320 - pagine 192 – rilegato in tela – Euro 28Tre indirizzi di ricerca delle scienze naturali convenzionali e loro contrasto con il metodogoethiano/ Contrasto tra massa e luce nel rapporto con la coscienza / I colori come fenomenimarginali / Organizzazione dell’occhio / “Scomposizione” dell’oscurità /Fosforescenza, fluorescenza, colori dei corpi / Oscurità e materia / Esperienza del calore eesperienza della luce / Processo respiratorio e percezio-ne del suono / Fenomeni dell’elettricità/ I raggi catodici, i raggi X, i raggi α, β, γ.

M. Thun: Calendario delle semine di Maria Thun® 201464 pagine a colori – Euro 11,00

S. O. Prokofieff: L’apparizione del Cristo nell’etericoCollana Widar Edizioni – 200 pagine – Euro 30

S. O. Prokofieff: L’incontro con il male. La pietra di fonda-zione del beneCollana Widar Edizioni – 192 pagine – Euro 20

Nuove EdizioniRudolf Steiner: Linee fondamentali di una gnoseologia della concezione goethiana del mondo, con particolare riferimento a SchillerOpera Omnia n. 2 – 140 pagine – Euro 12

Rudolf Steiner: Anima e spirito nell’uomo e nell’animaleOpera Omnia n. 60 – pagine 64 – Euro 8

Rudolf Steiner: La filosofia di Tommaso d’Aquino Opera Omnia n. 74 – pagine 112 – Euro 12

Rudolf Steiner: Cristo e il mondo spirituale – La ricerca del Santo GraalOpera Omnia n. 149 – pagine 124 – Euro 12

Rudolf Steiner: Natura interiore dell’uomo e vita tra morte e nuova nascitaOpera Omnia. n. 153 – pagine 180 – Euro 14

Rudolf Steiner: Corrispondenze fra microcosmo e macrocosmoOpera Omnia n. 201 – pagine 274 – Euro 18

S. O. Prokofieff: L’incontro con il male. La pietra di fonda-zione del beneCollana Widar Edizioni – pagine 192 – Euro 20

Novità in preparazioneRudolf Steiner: Impulsi scientifico-spirituali per lo svilup-po della fisica – II.Secondo corso scientifico: il calore (Opera Omnia n. 321)

S. O. Prokofieff: L’esoterismo della Società Antroposofica

S. O. Prokofieff: Il Gruppo scultoreo di Rudolf Steiner

EDITRICE ANTROPOSOFICA - I - 20133 Milano, via Sangallo 34 – Tel.: +39 2 7491197 Fax: +39 2 70103173 [email protected]

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Il trascorrere dei giorni e delle stagioni è caratterizzato dalle feste, che in asilo sono vissute con molta partecipa-zione, dai bambini e dai genitori. La prima che incontria-mo è la festa di San Michele, eroe buono e coraggioso, che sconfigge il drago. Per l’asilo è la festa del raccolto, la forza della terra e il calore del sole d’estate hanno pro-dotto i frutti che insieme dividiamo e condividiamo.

LE FESTEFESTEGGIAMO INSIEME…

S. MICHELE: IL RACCOLTO E LA FORZA DELLA TERRA

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L’11 novembre è il giorno di San Martino. L’inverno si avvicina, le giornate si accorcia-no e la terra si avvia verso il riposo. In asilo, nei giorni che precedono la festa, prepariamo le lanterne ricche di colori che ogni bambino sceglie a suo gradimento e mentre si lavora si canta.Si fanno varie teglie di biscotti che verranno donati a tutti i bambini che parteciperan-no al "corteo delle lanterne".Il mattino dell'11 novembre andiamo tutti (maestre e bambini) nell'aula grande di eurit-mia e le maestre raccontano un tea-trino. Nel pomeriggio, quando il sole è tramontato, genitori, fratellini e so-relline, parenti e amici, ci ritroviamo. Accendiamo ognuno la propria lan-terna e partiamo per un lungo corteo intorno alla scuola cantando le can-zoni di San Martino.

LUCI, COLORI, CALORESAN MARTINO

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Il primo lunedí d'Avvento negli asili si prepara una grande spirale con i rami di abete. La maestra invita un bambino alla volta a percorrere la spirale dove al centro è posta una candela accesa, il bimbo accende la sua candelina e la depone tra i rami, poi esce dal sentiero dando spazio ad un altro bambino. I genitori partecipano cantando insieme i canti natalizi. Pian piano la stanza si illumina in un'atmosfera serena, con musica e silenzi, piena di attesa e magia, i movimenti rallentano e diventano fluenti, ascoltando e immaginando storie, cantando e ammirando le luci delle cande-le in una stanza che profuma di pino e di mele rosse.

Poi ogni bambino torna a casa con mamma o con papà portando con sé, oltre alla sua candelina, una luce e un calore che lo ac-compagnerà fino al Natale.

LA SPIRALE D’AVVENTOLentamente va Maria, tra le chiare stelle d'or

prende luce, prende gloria, per il bimbo suo SignorNell'immensità stellare, su nel ciel Maria va

reca i doni che il Natale, alla terra porterà

Chiede al sole e alla luna, fili bianchi e fili d'orper cucire una vestina, per il Bimbo suo Signor

Stan le stelle tutte intorno, a guardar Maria che vareca i doni che il Natale, alla terra porterà

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Durante il periodo di Pasqua ogni bambino confezio-na con la lana, il suo leprotto e si semina il grano che germoglierà dopo qualche giorno. Quando è il giorno della festa in asilo, andiamo tutti in giardino a cercare i leprotti che il giorno prima sono scappati… e che magicamente ritornano portando un uovo per ogni bambino.

…e poi arriva anche la festa di Pentecoste. Colombine, ninfee e candeline, tutto rigorosamen-te bianco.In un'atmosfera leggera, fresca e intima di primavera.

IL LEPROTTO DI PASQUA

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LA MAGGIOLATAbambini mamme, papà, nonne e nonni, parenti e amici. In un cli-ma di grande festa si canta, si chiacchiera e ci si conosce.

La Maggiolata è una festa tipica della tra-dizione ticinese. Uno dei primi giorni del mese di maggio tutti i genitori sono invi-tati a condividere giochi all'aperto e una merenda. Il nostro giardino si riempie di

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IL MISTERO DELLA NASCITA

Lo spirito è l’orecchio consapevole(Emily Dickinson)

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Dietro il mistero della nascita di ogni singo-lo individuo è celato un mistero ancora più grande che è quello dell’incarnazione: come l’uomo, in quanto entità spirituale, discen-de in un corpo e prende una forma fisica. Di questo mistero, ossia di come avviene l’unione tra Spirito e Materia, ci narrano le Vergini medioevali. Queste madri ammanta-te di cielo, che tengono nel loro abbraccio il Figlio di Dio, posato sul petto, sono l’ar-chetipo di quella gestazione spirituale che precede ogni gravidanza vera e propria. Le Vergini medievali, in quanto madri celesti, ci mostrano pertanto quello speciale rappor-to che intercorre tra l’entità spirituale che sta per incarnarsi, ossia il Figlio, e la figu-ra femminile che assolve il ruolo di ventre e quindi di ponte tra terra e cielo, per consen-tire la discesa dello Spirito nella materia.

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così che questa parola sacra si depositi nel cuore e dal cuore discenda nel ventre; ci troviamo a contemplare questa feconda-zione spirituale, che avviene attraverso la Parola creatrice, il Lo-gos, osservando l’opera del Lorenzetti. Ciò che maggiormente colpisce di questo meraviglioso affresco è l’intensità del dialogo che intercorre tra le due figure. Possiamo quasi vedere l’alito, il soffio che trasporta le parole del Figlio nell’orecchio-ventre del-la madre; ma non possiamo sentire le parole che passano tra

La condizione di Verginità in cui queste Madonne son immerse, ci rivela che non ci troviamo in una dimensione terrena, ma in uno spazio spirituale, che precede sia temporalmente che ontologicamente il piano materiale; la Verginità ha quindi a che fare col fatto che, presso queste Madri, siamo in quella fase che precede il conce-pimento fisico, e che è radice spirituale di tale concepimento. Nelle sue “Lezioni or-dinate del corso di formazione dei medici” Giuseppe Leonelli ci dice che “La madre in realtà concepisce spiritualmente prima della fecondazione. […] Il concepimento rimane originariamente un evento spirituale. La fecondazione avviene nel corpo fem-minile e l’edificazione del corpo è ora affidata all’unione del padre e della madre.” (G. Leonelli, “Lezioni ordinate del corso di formazione dei medici” II Vol., pag.68).

Ogni gravidanza è preceduta da una gestazione nello Spirito, ogni madre terrena è stata nella condizione archetipica della Vergine Celeste, e, per poter divenire madre di uomini, deve essere passata per quella condizione secondo la quale è madre di Dio; così come ogni Figlio, è, dal punto di vista spirituale, Figlio di Dio. In questo senso il concepimento appartiene alla dimensione della Madre, ed è una realtà spi-rituale, mentre, come Leonelli ci spiega, l’edificazione del corpo è affidata all’unione di madre e padre e riguarda il piano terreno.

La speciale relazione, appartenente al piano spirituale di cui abbiamo parlato, tra Madre e Figlio, ci viene mostrata con una forza particolare nell’affresco di Loren-zetti qui presentato. Nell’immagine un fatto ci colpisce immediatamente: il bambino parla alla madre; il figlio è nella posizione del maestro, impartisce un insegnamento, mentre la madre è l’allieva, è l’orecchio in grado di farsi ventre; l’ascolto in grado di comprendere (comprendere inteso nel senso etimologico di prendere con sé), al punto da saper incarnare il messaggio udito. “Se, dunque, Vergine fedele, il tuo orecchio è aperto per ascoltare, e il tuo spirito per credere, ricevi nell’orecchio la parola dell’Angelo, e ricevi nel cuore il Verbo dell’Altissimo, e concepisci nel tuo cor-po il Figlio di Dio” scrive Guerrico d’Igny, monaco cistercense nato intorno al 1070, nella sua Omelia sull’Annunciazione. L’orecchio deve accogliere l’annuncio divino,

Pietro Lorenzetti Madonna dei Tramonti

Basilica inferiore di San Francesco

1320-1325, Assisi

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quella condizione di “abbassamento” in cui la madre si deve porre per poter accogliere il figlio in tutta la sua grandezza e superiorità, ed è una condizione legata alla dimensio-ne del cuore; ella deve riconoscere nel proprio figlio il suo maestro. Il cuore è l’organo in grado di accogliere la dimensione spirituale, e che trova nell’immagine dell’utero la propria metamorfosi terrena. “Il cuore, nella sua centralità tra capo ed organi sessuali, è, nella donna in particolare, l’organo dell’intervento diretto dello spirito, del concepimen-to spirituale, che rende possibile la fecondazione. Esso appare questa volta come un organo di cui la formazione uterina nel corpo femminile è una metamorfosi, quindi come un organo che ha in sé forze configuratrici. Ora invece il cuore appare come il tramite di un processo che ha nella fecondazione e nell’utero il suo compimento… “ (cit., pag.69).

Un altro elemento che ci colpisce è il gesto che la Vergine compie: sembra quasi indica-re un punto dietro di sé, alle proprie spalle e posto un po’ più in alto; questo luogo, che ella indica, sembrerebbe alludere al luogo da cui il messaggio del figlio proviene, ed è come se stesse indicando lo spazio da cui proviene la sostanza stessa del figlio. Que-sto ci rivelerebbe una particolare verità sul legame tra i due: il figlio viene dal passato, è più vecchio della madre, la generazione a cui appartiene precede quella a cui appar-tiene la madre; e nello stesso tempo il figlio nascerà da questa donna più giovane di lui, ed egli rappresenterà il futuro. Lorenzetti ci parla della condizione archetipica della maternità che abita in ogni gravidanza terrena. La donna incinta, in attesa di partorire, è anche una Madonna che sta ricevendo il Verbo per bocca del Figlio che darà alla luce; quindi se vista da una prospettiva spirituale, è come se ella fosse contenuta nell’inse-gnamento del figlio, è avvolta in una sorta di grembo spirituale, e cresce nella voce del figlio che la educa dall’alto. Prima di incarnarsi quindi, ogni bambino tiene nel proprio ventre spirituale la propria madre, e le parla, impartendole quell’insegnamento che ri-ceverà poi dal mondo esterno una volta che sarà nato. Dovremmo sempre ricordare, in quanto adulti, che le generazioni del futuro, i giovani, son più anziani di noi, in quanto ci han tenuti nel loro ventre spirituale e ci hanno educato, son stati i nostri maestri.

Dafne Zaffuto

orecchio della madre e bocca del bam-bino, l’insegnamento resta per noi cela-to, un mistero, così come è inviolabile lo speciale legame di parentela tra i due, ci troviamo dinanzi ad un evento sacro. Quello che vediamo è invece la tensione tra i due sguardi, il gesto benedicente del bambino con cui ci viene rivelato che il figlio è un maestro, e soprattutto notiamo al centro dell’immagine proprio l’orecchio della madre, sottolineato ed esposto con eccezionale insistenza in quest’opera.

La madre deve essere orecchio e silenzio prima di farsi ventre; deve saper ascolta-re la voce del figlio che nella dimensione spirituale occupa una posizione di supe-riorità rispetto a lei, in quanto è proprio il figlio che le rivela la volontà del Padre, che è sostanza divina, di cui anche la ma-dre è figlia. Ecco quindi una particolare qualità di cui la Madre è dotata, e cioè l’umiltà, che fa sì che ella possa essere descritta nei termini in cui Dante ce la descrive nell’ultimo Canto del Paradiso: “Vergine madre, figlia del tuo figlio,/umile e alta più che creatura,/termine fisso d’et-terno consiglio,/ tu se’ colei che l’umana natura/nobilitasti sì, che ‘l suo fattore/non disdegnò di farsi sua fattura.” L’umiltà è

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Ex ALLIEVI

C’eravamo anche noi agli esordi della nostra meravigliosa scuola, abbiamo frequen-tato l’asilo dapprima in via Montarina, poi nel “vecchio” Adler, a Lugano. Ma i ricordi di quegli anni sono un po’ foschi…Ricordiamo le aule arredate amorevolmente come lo sono ora, alcuni mobiletti sembrano gli stessi, la grande sedia della maestra, un guardaroba adiacente…Davanti alle aule dell’Adler era a disposizione dei bambini

un enorme terrazzo per le piccole ricreazioni e nonostante fosse piastrellato col cemento, vi si trovavano piccole piriti e quarzi! Ri-cordiamo qualcosina delle feste di San Giovanni nel bosco di Pura, della maggiolata piuttosto che del carnevale, quando travestite da contadinelle (e pensare che lo siamo diventate) piantavamo le pri-mule o ci toccava il duro incarico di frustare la panna fino a ottenere il burro per la merenda! Serbiamo nel cuore l’infinita umanità e la dolcezza delle maestre Beatrice (ventenne!) e Ester Gester, che già allora avvolgevano i bambini in un’atmosfera calorosa, accoglien-te, con i canti e i colori per ogni festa o stagione. Indimenticabile è la cara Piera, che da sempre e tutti i giorni curava i piccoli infortuni o malesseri di noi bam-bini, accompagnandoci nella sua minu-scola infermeria, provvista di armadietto magico e perfino di una lettiga.

Queste radici profonde e solide non ci hanno lasciato dubbi nel proporre lo stesso percorso anche ai nostri bambi-ni (Tahjssa -X-, Luena -VI-, Nicolò -II- e Gioele -I-). Grazie maestre!!

Francesca e Patrizia

35 anni fa… ripensando all’asilo…

Ripensando all’asilo i ricordi sono tanti, belli speciali e magici! Ricordo molto volentieri le festività, come la festa di S. Michele, quando si doveva affrontare una sorta di “prova di coraggio”, passando attraver-so la bocca del drago (sembrava proprio vera, ma era fatta di cavalletti e stoffe) e raggiungere quella luce che si intravvedeva in fondo alla sua gola e là si trovava la pietra del coraggio, la pirite, che ancora conservo gelosamente, nella bocca del drago mo-dellato con la cera quello stesso giorno.E la festa delle lanterne, dove si respirava quella bellissima atmosfera di inizio inverno, il primo gelo ri-scaldato dalle magiche lanterne costruite da noi che illuminavano il nostro cammino attraverso il bosco.Poi arrivava la spirale d’avvento, altra emozionante prova di coraggio dove ci si sentiva così importanti, così fieri di poter entrare in questa spirale, accen-dere il nostro lumino e riportarlo fuori… che magico momento… poi arrivava il Natale vissuto nelle nostre case.Ricordo il carnevale con gioia! Era una festa così bella, dove tutto l’asilo si trasformava così come tutti noi, chi in qualche personaggio strano, chi pren-deva le sembianze di un animale.Poi la Pasqua… la creazione di quel bel coniglietto di lana, che lavoro! E il veder crescere l’erbetta semi-nata da noi qualche tempo prima… che meraviglia! Che orgoglio!Poi la maggiolata: ricordo questa festa ricca di canti

e balli, una festa che risvegliava gli animi di tutti noi! Un saluto festoso a tutta la primavera! E poi arrivava la fine dell’anno scolastico con la grande festa del fuoco anch’essa magica e davvero speciale. Altri ricordi che con piacere mi piace raccontare sono le attività svolte durante le mattinate, in particolare im-pastare e cuocere il pane, ma soprattutto mangiarlo per merenda, ricoperto di quel delizioso miele con il quale la maestra lo “decorava” davanti ai nostri occhi pieni di golosità! O ancora tutte quelle ore passate in giardino a cercare i nani e tutto quello che spostavano durante la notte. O ancora le tante ore passate a saltar la corda e ad arrampicarsi sugli al-beri… che bei ricordi, non li scorderò mai, e mentre ve li racconto l’emozione è ancora forte… E vedere i miei bambini in questa stessa avventura è un regalo bellissimo. Rivivo con loro quei bei momenti ma con una diversa coscienza, anche se ogni volta l’emozio-ne è forte, nuova e speciale!Quello che spero tanto è che si continui a rispetta-re questa magia nel vivere l’asilo, e penso che per i bambini sia un’esperienza davvero importante e preziosa. Inoltre, che in questi asili ci sia davvero un gran rispetto di tutto quello che li circonda e li acco-glie.Non penso che cambierei qualcosa… è davvero così speciale e vissuto con una cura immensa!

Etra

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1). La cosa più preziosa che l’asilo Waldorf ha dato ai miei figli è la ri-conoscenza.Essi infatti sono stati riconosciuti come esseri che vivono nell’eterico, esseri spirituali che stanno pian piano scendendo sul piano fisico, che abbisognano di tanta protezione (e riconoscenza) dalla famiglia e dalla società che li accolgono. 2). I momenti che ho vissuto con maggiore intensità sono la Lanternata di San Martino e la Spi-rale d’Avvento.3). Non dimenticherò mai, e nemmeno i miei figli lo faranno, la maestra Yvonne. Esempio magni-fico ed incarnato di coerenza pedagogica. Senza nulla togliere a chi l’ha degnamente sostituita.

4). Mi piacerebbe vedere maggiore coerenza pedago-gica. Per esempio nell’accogliere bambini troppo pic-coli, con un rischio di sovraccaricare tutti, ma soprat-tutto i più piccoli, in maniera eccessiva.Mi piacerebbero delle “direttive” più precise e coerenti da parte del collegio in merito ai punti citati.Non dimentichiamoci che quando una mamma arriva all’asilo, è molto vulnerabile, è nel dolore di separazio-ne, sta lasciando magari per la prima volta il suo bam-bino in mani extra-familiari. Ha bisogno di essere rassi-

curata e condotta nella pedagogia, nel cammino comunitario. Il rischio di non dare abbastanza “direttive” (sui ritmi, sulle modalità, sui giochi, ecc.) come al solito va a scapito del bambino, e questo sappiamo bene che non è assolutamente coerente con la pedagogia steineriana. Quindi a mio parere bisogna avere più coraggio. Omettere di informare debitamente un genitore sul pensiero che sta alla base della filosofia, è un vero peccato, per tutti. Spesso si lascia troppo tempo e spazio alle libere interpretazioni.... Questo non è il cammino verso la libertà. La libertà l’abbiamo esercitata scegliendo questa scuola, ma dobbiamo dimostrare ognuno in noi stessi di essere pronti e vigili a cogliere il meraviglioso mondo che si apre entrando in una vera, profonda e spirituale filosofia.

Rosa

L’arrivo all’asilo ogni mattino. L’arrivare nello stretto atrio dove al loro gan-cio i bimbi lasciano le loro piccole giacche, le scarpe e si cambiano per entrare come fio-ri variopinti in asilo, atrio dove ogni cosa parla del bambino, di dolcezza e calore nei suoi confronti è ciò che più fa nascere sentimenti gioiosi in me... Anche se qua-si sempre di corsa, fatico a non sbirciare un attimo all’interno e osservare un momento il quadro che ogni giorno diverso accoglie la mia bimba... Vedere come ogni giorno vi entra piena di gioiosa aspettativa, e come ogni gior-no corre verso la sua maestra per abbracciarla serena e felice mi commuove più di ogni altro momento. E ricordo che da sempre pensan-

do ad un bambino era questo uno dei luoghi, una delle immagini che più mi emozionavano. Forse poiché nella mia vita di mamma quell’a-

trio è il luogo primo in assoluto dove si lascia andare il bam-bino che entra ogni giorno in un cosmo tutto suo, del quale vengo a sapere tante cose poiché ho una fi-glia chiacchierina, ma di cui infinite non so poiché appartengono già unicamente al suo

cammino nel mondo. Questo e poi per me che sono “nah am Wasser gebaut” in svariate occasioni, altro momento emotivamente forte è il ritrovo in occasioni di festa, dove i bimbi sono illuminati da gentilis-sima purezza.

Jasmine

L’ASILO VISSUTO DAI GENITORI

Mi piacerebbe vedere genitori così entusiasti da lasciar-si immergere nella pedagogia e antroposofia continuan-do concretamente a casa questa coerenza pedagogica.(togliendo tv, impegni sociali pomeridiani, e aggiungendo almeno un po’ di…autoeducazione)!Magari così facendo vedremmo maestre meno stanche e provate da questo intensissimo lavoro.

la cosa più preziosa...

SENTO LA MIA BIMBA PROTETTA E GIOIO-SA, È UN CONTINUO CRESCERE E SBOC-CIARE E SCOPRIRE E OSSERVARE... E CHE AVVENGA IN UN LUOGO DOVE È PROTET-TA IN TUTTI I SENSI, LA SENTO PROTETTA FISICAMENTE E SENTO PROTETTO IL SUO CUORE E IL SUO CRESCERE... QUESTO PER ME È DI VITALE IMPORTANZA.

Finora, detto attraverso il mio sentire, ciò che vi è di più bello... il poter fare passi lungo il suo sviluppo in un ambiente e mondo dove questo passaggio, su tutti i piani (visivo, di sentire, olfat-tivo, estetico, parlo di materiali, ambiente di tutto ciò che cura e avvolge i suoi sensi) può avve-nire il più dolcemente possibile poiché in gran parte riflette ed estende ciò che curiamo a casa.

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Qual’è la cosa più preziosa che l’asilo Waldorf da (o ha dato) a tuo figlio/a?Accoglienza innanzitutto.

Rispetto dell’individuo - del suo tempo - del suo essere in divenire.Sostegno a lui, ma anche a noi genitori.

Arricchimento nel suo nascere come individuo.

Quali i momenti che vivi con più intensità? Perché?L’anno scolastico è cadenzato dal susseguirsi di eventi importanti (Festa di San Michele e di San Martino, la Spirale dell’avvento, la Festa di Natale, Carnevale, la Maggiolata, la Pentecoste, la festa

di fine anno) tutte danno al bambino e a noi genitori un ritmo di vita.. La magia e la sacralità con cui vengono presentate, vissute,

rispettate e condivise con il bambino, il gruppo, la maestra e le famiglie ci portano a vivere ognuno di questi periodi come arric-

chenti ed uno dopo l’altro ci portano a crescere insieme ai nostri bambini.

Cosa non dimenticherai mai del asilo Waldorf?La sensazione di sentirsi parte di una grande famiglia, dove tutti

hanno a cuore il bene dei bambini. La cura dell’ambiente e del particolare in cui vivono il quotidiano i bambini, la nuova casa in legno che respira insieme a loro, il con-

tatto quotidiano che i bambini vivono con la natura.

Cosa ti piacerebbe fosse diverso al asilo?Mi piacerebbe che fosse inserito nella routine quotidiana dell’asilo anche il pranzo che ritengo essere un ulteriore momento di cresci-

ta per il bambino e per il gruppo.

Lorena

Quali i momenti che vivi con più intensità? Perché?

Il corteo delle lanterne di San Martino e la Spi-rale d’Avvento. Ognuno di questi eventi agisce in modo diverso ma entrambi sono bellissimi,

indimenticabili e profondamente toccanti.Sono momenti che segnano in modo partico-lare lo sviluppo animico del bambino e nutro-no, senza tante parole, il suo senso religioso. Il corteo di San Martino è toccante anche per

lo spirito comunitario che sviluppa e la sua intensità viene amplificata dalla magia del

canto, dallo splendore delle luci, dalla cornice autunnale e dall’unione delle famiglie intorno a

messaggi di fratellanza, condivisione, fede e speranza.

La Spirale d’Avvento ci porta a vivere, assieme ai bambini, momenti di calma e sicurezza, un

rientro in noi stessi, un nutriente raccoglimen-to, un tragitto verso un’immensa luce interiore

che ogni volta ci regala l’opportunità di ricordare

che non siamo mai soli e che “il senso della vita è dar senso alla vita”.

Susana

Noi siamo nuovi come famiglia sia all’asilo che a scuola, diamo le nostre impressione come neo-genitori. Pensiamo che l’asilo Waldorf dia ai bambini molte molte cose preziose, il saluto dalla maestra alla mattina, un vaso di fiori in un angolino, le canzoni, il momento del pane, il gioco, tutto è fatto con tanto ma tanto amore da parte delle maestre!!Il nostro bimbo sta scoprendo un mondo bellissimo, dove la fantasia è sempre presente! L’asilo Waldorf sta insegnando al nostro bimbo a vivere in serenità, in armonia, con libertà e amore per le cose sempli-ci, come ogni bambino dovrebbe poter vivere!!

Alicia

un mondo bellissimo dove la fantasia è sempre presente Quali sono le cose più preziose che l’asilo Waldorf dà, o ha dato, a tuo figlio/a?

Il proFondo, dolce e genuino sorriso della maestra.Il contatto dirEtto con le forze della natura. L’opportunità Di sviluppare la fantasia e la creatività.Il rispetto per la sua immEnsa delicatezza.

La possibilità di fiorirE in armonia.L’inconscia volontà di sconfiggere il Drago interiore.

LA religiosità contenuta in semplici gesti. La subliMe magia del canto.La sicurezza nascOsta nel ritmo e nella ripetitività.La gioia e la tranquillità che scatuRiscono da un ambiente accogliente e protetto.Le fondamenta per diventare un esserE libero e sano, che cresce imparando dalla vita stessa, alla ricerca del buono, del bello e del vero.Ecco, l’AMORE PER LA VITA.

le fondamenta per diventare un essere libero e sano

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...varie attività che amano tanto...

Da pochi mesi sono tornata, dopo quattro anni, nel mondo dell’asilo: che bello!!Alla mattina arrivo in asilo con Samuel e ci aspetta sempre il bel sorriso della maestra Dora. La maestra ha già preparato gli angoli di lavoro! Su di un tavolo ci sono dei pic-coli mucchietti di farina; su un altro, vicino ad ogni posto, tutto è preparato con cura per chi vuole disegnare… e ancora, più in là, c’è chi è già al lavoro nell’angolo della falegnameria.

Vedo i bimbi gioiosi e pieni di voglia di immergersi in queste varie attività che amano tanto: chi impasta, chi sega e liscia il legno, chi crea dei bei mondi con i colori primari

che danzano sui fogli! Tutto è fatto apposta per loro, per ri-spettare i loro bisogni e per dare la gioia del fare di cui hanno tanta necessità.La maestra è seduta al tavolo con le mani nell’impasto o comunque sempre attiva in altri bei lavori…e…i bambini la guardano con lo sguardo colmo della gratitudine di poter imi-tare questi bei gesti pieni di senso.Questo rispetto verso cosa è davvero il bisogno del bambino a quest’età, verso il suo mondo e quello che vive, è un rega-lo enorme per un genitore, un dono! Tutto questo donato in modo da lasciare il bimbo libero.

Le feste dell’anno mi fanno sempre emozionare, ma una più di tutte: la spirale dell’av-vento, che sto per rivivere dopo quattro anni! Ogni bambino, in un ambiente illuminato soltanto dalla luce della grande fiamma, prende la sua mela con la candela e percorre la stradina che porta alla luce. C’è chi va veloce e sicuro, c’è chi si gode ogni passo, lentamente, controllando i piedini, c’è chi si distrae preso dalla luce che non vede l’ora di avere vicino. Percorrono a modo loro questa spirale e tutti con il viso risplendente che esprime l’intensità di questo vissuto. È bellissimo!

Portare i bimbi nell’asilo della nostra scuola è per un genitore, ripeto, un grande regalo perché ogni vissuto che trascorre lì e pieno di verità, di amore e protezione per quello che sono e per ciò di cui il loro cuore e le loro manine hanno tanto bisogno!

Ci sarebbero tante cose preziose di cui parlare ma non voglio prendere troppo spazio!Porto nel cuore l’esperienza dell’asilo di Sahira e ora sono tanto felice di percorrere questo nuovo inizio con Samuel.

Un grazie di cuore a Beatrice e Dora per questi preziosi doni dati a Sahira e Samuel… per la devozione e il prezioso amore donato!

Sofia

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Oh, come piove! Sono contento, questo è il mio grande divertimento. Ora a passeggio vado bel bello sotto l’ombrello.

Eccolo aperto: cupola tonda, pare una giostra, lieve, gioconda,

un capannino mobile e bello: viva l’ombrello!

La pioggia crepita sui tesi spicchi, dai ferri gocciola con dei ripicchi:

io resto asciutto ilare e bello, sotto l’ombrello!

Quanti si bagnano! Fan compassione, io sto benissimo, arcibenone!

Chi vuol venire?È grande e bello,sì, quest’ombrello!

(Arpalice Cuman Pertile)

L'ombrello PICCOLE IDEE

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Alla madre

Eri dritta e felicesulla porta che il ventoapriva alla campagna.Intrisa di lucestavi ferma nel giorno,al tempo delle vespe d’oroquando al sambucosi fanno dolci le midolla.Allora s’andava scalziper i fossi, si misurava l’ardoredel sole dalle improntelasciate sui sassi.

Leonardo Sinisgalli

CANTIAMO INSIEME

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PICCOLE IDEE PICCOLE IDEE

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CANTIAMO INSIEMECANTIAMO INSIEME

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Raccontare le fiabe è nutrire l’anima dei contenuti più squisitamente spirituali di cui l’es-sere umano ha bisogno: nell’infanzia, per riconoscere questo “nostro mondo”, come parte del mondo da cui il bambino stesso proviene, dove bello, buono e vero coincidono; nell’e-tà adulta, per comprendere anche se stessi, negli enigmi dell’esistere e nelle loro archeti-piche soluzioni in un cammino verso la realizzazione di sé.

Cammino che, come ben le fiabe indicano, è irto di prove, ostacoli che il protagonista, l’eroe della fiaba, supera con estrema naturalezza , grazie al suo vibrare all’unisono con le forze spirituali immanifeste ma che tanta parte hanno nella fiaba: dal rendere magici i più semplici oggetti del quotidiano, per divenire strumento di esistenziali trasformazioni, al cristallizzare incontri d’aiuto, proprio là, dove serve.

Ciò implica Apertura, verso il Cosmo e il mondo degli Archetipi, per poi manifestare la quintessenza, colta e scelta, in un continuo atto creativo teso al compimento di sé. La stessa Apertura e capacità che il bambino sano, fino ad un certo punto, manifesta e vive, per sua natura e che l’adulto dovrebbe saper riscoprire, interiormente, in modo consape-vole.

Realizzare una fiaba, rappresentarla, è, in pic-colo, lo stesso processo creativo, nel quale, dall’ascolto meditativo, si possono ricevere colori, suoni, forme, immagini, attraverso cui condividere ciò che di essa si è compreso, sperimentato come esperienza artistica, tan-to più vera quanto più si anela a realizzarla in una creativa quotidianità di sé.Quanto più questo processo è, ogni volta, in-trinsecamente vero, e, quindi, mai uguale a se stesso, tanto più sarà realmente creativo ed efficace nella possibilità di comunicare i suoi contenuti all’animo degli spettatori.“…e vissero felici e contenti…..”

IL FILO D’ORO

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Asilo Gelsominoma. Beatrice [email protected] 943 24 93

Nido d'infanzia La GhiandaMicaela [email protected]

Asilo Botton d’Oroma. Dora Caputo076 406 60 21

Asilo Girasolema. Marisa Scaringella

076 772 89 41

La Rosa Caninagruppo giochi

pomeridianoAnna Katia Rigamontiannakatia.rigamonti@

gmail.com

AssistentiSonia Brera

Anna Katia Rigamonti Viola Alberti

Raffaella Belcastro

La fiaba, con la sua poesia, è maestra di vita e d’arte e, come tale, esige un’assidua, costante e profonda frequentazione, grazie alla quale ci dona le chiavi per poter accedere alla meravigliosa sag-gezza di cui è portatrice. Il tavolo, lo spazio, il tempo, fedeli aiutanti che spesso ci hanno mostrato e condotto verso la migliore realizzazione e a una più vera e fedele comprensione, laddove l’intelletto e l’astrazione po-tevano averci fuorviato.Un’esperienza magica, che può essere esperienza di vita se, nel limite, impariamo a cogliere l’indicazione profonda verso l’oppor-tunità.Raccontare, rappresentare e cercare di vivere le fiabe è un atto squisitamente terapeutico in una modernità che troppo spesso misconosce ciò che ci sostanzia, abusando, anche con violenza, del linguaggio immaginativo per renderlo strumento di schiavitù e condizionamento anziché di realizzazione e libertà di essere.

C’era una volta…ma… .chissà dove...ma ..chissà quando...forse.. dappertutto…forse.. ancora adesso!

Raffaella MeRonide “Il fIlo d’oro”compagnia di teatro di figura per bambini dai 3 ai 99 anni

“Il filo d’oro” è responsabile delle rap-presentazioni della fiabe in occasione dei Bazar e di altri eventi della nostra scuola e promotore ed artefice del pro-getto “Fiabe per tutte le stagioni” volto a valorizzare e diffondere l’infinita ricchez-za del patrimonio fiabesco sul territorio.

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NOCCIOLINE

Tutti amano le noccioline: piccoli semi gustosi ricchi di sapore e sano nutrimento, allegre da sgranocchiare, leggere e buffe, una tira l’altra: così sono le filastrocche e rime riunite nel libricino e composte da varie mae-stre di asilo delle scuole steineriane nel corso della loro lunga esperienza. Hanno fatto il giro di tanti giardini d’infanzia, passate da un quaderno all’altro, da una maestra a un’altra, e soprattutto da un bimbo all’altro, così immediate ed espressive, accompagnano nelle stagioni dell’anno e nei vari momenti della vita quotidiana le piccole e grandi scoperte dei bambini in tenera età.

Raccolte, tradotte, create e composte da Beatrice Kurmann-Erismann e Renato Bon, vengono qui proposte riunite in un volumetto che le accom-pagna con le illustrazioni semplici e fresche di una nostra ex-allieva, Linda Forestieri, vincitrice lo scorso anno del I premio nel concorso artistico (Sezione Illustrazione) Albatros. A breve dunque, care mamme e maestre, potrete tutte sgranocchiare le nostre Noccioline.

WScuola EdizioniCollana: AlbaAA.VV. - NocciolineRime e filastrocche per l’asiloI ed. 2015

WSCUOLA EDIZIONIIN ANTEPRIMA

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Un grazie particolare a chi versa la quota sostenitore, per noi molto preziosa per mantenere la qualità della nostra rivista.Banca Raffeisen Bioggio – N. conto: 2988.36 – IBAN CH46 8030 7000 0002 9883 6

Rivista ScolasticaNUOVO CON-TATTO2 Numeri per anno scolastico80 pagine a colori e b/n