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    Direttore Luca Beltrami Gadola

    numero 20

    30 giugno 2009

    edizione stampabile

    www.arcipelagomilano.org

    N 20In questo numero

    Editoriale - LBGIL POPOLO DI SINISTRA SOFFRE: DA MOLTOApprofondimenti - Walter MarossiSPIGOLATURE ELETTORALI

    Lettera Massimo CingolaniLA SOLITUDINE DEL CENTTRO SINISTRADall'ArcipelagoFrancoDAlfonsoSINISTRA: DI SCONFITTA IN SCONFITTA VERSO LA VITTORIAUrb. e Arch.JacopoGardellaCORSO V. EMANUELE: CANCELLARE LA MEMORIA DEI B.B.P.R.

    Economia -Mario De Gaspari DOPO LA CRISI UNO STATO CONTTROLLORE

    CittAldoBassetti BRERA. ACCADEMIA, PINACOTECA E BIBLIOTECA. CONVIVENZA IMPOSSIBI-LE

    Arte e CulturaCarloBertelliLACCADEMIA DI BRERA DOPO LEXPOMobilitMaurizioMottiniECOPASS. DECIDONO DI NON DECIDERE

    Dal Palazzo -***** - LE DUE PERLE DEL SINDACO

    In YouTube

    BRERAIl magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit inARTE & SPETTACOLI

    MUSICAa cura diPaolo ViolaARTE - a cura diSilvia DellOrso

    TEATROa cura diMaria Luisa BianchiCINEMA E TVa cura diSimone Mancuso

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    EditorialeIL POPOLO DI SINISTRA SOFFRE: DA MOLTO

    LBG

    Il vuoto della politica di destra -per intenderci il nessun dibattitodelle idee concentra i riflettorisulla sinistra, sul PD e sulle suevicende interne: sappiamo dun-que tutto, su tutti, su cosa diconoe cosa tacciono. Loro. Nulla sulpopolo di sinistra. Eppure c, re-siste, anche se nessuno se neoccupa veramente. Lorsignoricontinuano a pensare che la ca-pacit di resistenza di questo po-

    polo sia infinita, pure se assotti-gliato numericamente al conteg-gio elettorale, andando a gonfiarelastensionismo. Forti di questaconvinzione il gioco a spartirsi ivoti, pochi o tanti che siano. I pro-clami di questi giorni farebberopensare il contrario ma sono ap-parenze. Tra questi proclami i pigettonati sono due: largo ai gio-vani e lantiberlusconismo nonbasta. Largo ai giovani va sem-pre bene, anche nella guerra del15-18, quando chiamarono laclasse del 99 - i diciassettenni - lo

    gridarono a gran voce.

    Qui si tratta di quarantenni invecema d fastidio che qualcuno pensiche nel popolo di sinistra a esserescontenti e ad avere idee per latesta siano solo loro e per la gio-vane et. Pur stando dallaltrocapo dellarco anagrafico siamo inmolti ad avere qualche idea per latesta e personalmente mi vanto diessere scontento da quarantannisu per gi: prima meno poi via viasempre di pi, pur continuando avotare a sinistra, prima PSI ades-so PD. Le ragioni? Quasi semprele stesse, queste s resistenti al

    tempo: lincapacit della sinistra,finita la fase dura e pura della lot-ta di classe, a capire e magari an-ticipare i cambiamenti della socie-t e linnata litigiosit, vizio maanche patrimonio di una comples-sit e sottigliezza ideologica spin-ta purtroppo fino allintolleranza.

    Quanto allinsufficienza dellanti-berlusconismo ho qualche per-plessit. E vero, non si pu viverecon il prefisso anti sempre in c i-

    ma ai pensieri ma oramailantiberlusconismo sta prendendoi connotarti dellantifascismo: es-sere contro Berlusconi vuol direessere contro unicona che rap-presenta una concezione dellasociet, della politica, delle istitu-zioni e, per finire, della morale i-naccettabili in un Paese civile e -

    lontano dai contenuti di odiopersonale o dinvidia descritti nel-la vulgata di destra dovrebbeanche soltanto svolgere il ruolo diminimo comun denominatore del-

    la sinistra e dunque attutire e ot-tundere gli istinti schizofrenici e

    Non purtroppo cos, il berlusco-nismo, per quanto ripugnante nonlo abbastanza, almeno per i pa-lati fini di parte della classe politi-ca di sinistra che rifiuta una zuppanon sufficientemente piccantepreferendole lo sterco di destraper il suo futuro desco.

    C forse un terzo problema poiche agita insieme il centro e lasinistra tutta: il fattore Di Pietro.

    LIdV ha portato a casa un suc-cesso che solo lorsignori poteva-no non prevedere perch hanno

    labitudine il limite di parlarsisempre tra loro nelle supernestanze e frequentare forse solosalotti venati da un certo opportu-nismo di classe, quelli che - dico-no loro credono alla superioritgenetica della cultura di sinistra.

    Alcune importanti adesioni allIdVhanno forse fatto scoprire che uncerto eccesso di politically correcte, perch no, un qualche fastidioverso un pericoloso giustiziali-

    smo che non guarda in faccianessuno ha allontanato dallorto disinistra chi pone il problema dellagiustizia davanti al politiquedabord. Non sono pochi. Se itempi non fossero privi di autoiro-nia qualcuno, ricordando le mon-dine, canterebbe: Se otto percento vi sembra poco andate voi... .

    Cos stando le cose finisce che inmolti del popolo della sinistra siuniranno invece al coro di chi di-ce: Fate quel che volete, fatelosottovoce, vecchi o giovani malasciateci in pace fino a dopolestate. Il diritto alle ferie lha cer-to chi fa politica ma anche chi lasubisce. Quando avrete finito, di-teci solo quattro cose: cosa inten-dete fare, con quali mezzi (uominie risorse economiche), con qualialleanze sociali e quando. Il politi-che tortuoso escluso..

    A settembre ci rivedremo e non detto che a quel momento qua el nel popolo della sinistra non

    venga a qualcuno una nuova ideaper contarsi e per contare.

    ApprofondimentiSpigolature elettorali

    Walter Marossi

    I commenti post elettorali sono lafotocopia dei commenti al bar,

    dopo una partita di calcio. Tutti

    sono prodighi di io lavevo detto,di sarebbe bastato cambiare

    questo, di si sapeva che erano

    bolliti, di ad altri andata peg-gio etc. Il mondo pd non fa ecce-

    zione, la prima reazione stata di

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    orgoglio: abbiamo perso ma ab-biamo giocato bene, a Milano ab-biamo anche vinto. Lo stile quello dellInter dopo lestro-

    missione dalla coppa dei campio-ni: siamo bravi, siamo belli, nonci capiscono sar per la prossimavolta. Poi riflettendo che a Milanolultimo sindaco con una maggio-ranza di sinistra-centro risale aglianni 80; che solo un anno fa siera al governo nazionale e oggi si opposizione; che in Lombardia ilpd forza amministrativamentetrascurabile e che la vittoria a Ci-nisello non proprio degna di un

    manifesto firmato Diaz, la sin-drome interista/bartaliana del gli tutto sbagliato gli tutto da rifa-re ha il sopravvento. Meglio auto-ironia e depressione che ipocrisiaauto consolatoria, tuttavia sareb-be bene evitare entrambi gli ec-cessi, un po di misura non stona.

    Tutto ci premesso far anchiocome al bar sport, e invece di ra-gionare su dati complessivi, suflussi e reflussi, sottolineer alcuni

    aspetti che mi paiono interessati,considerazioni anche lapalissiane,spigolature si sarebbe detto untempo.

    Il secondo turno. Il centro sini-stra ha pi possibilit di vincere alsecondo turno che al primo. Per-ch lelettorato contro berlusconi pi ampio dellelettorato per ilPD, perch al secondo turno sivota il meno peggio, perch la di-namica dei candidati di lista (pre-ferenze e annessi) pi forte nelcentro destra che nel centro sini-stra. Ergo, qualsiasi riforma elet-torale proposta dal centro sinistradovrebbe puntare ad avere unsecondo turno a partire dalle leggiin discussione (leggasi regionali).Cos al prossimo referendum cre-tino, sarebbe meglio dire no subi-to.

    Astensione.Lelettorato che si

    astiene per ragioni politiche in

    aumento. Fino ad oggi si ragio-nato sullonda della tradizione diun voto obbligatorio (nel 1970 lapercentuale di voto alle comunali

    era del 94%) e di un astensioni-smo per indifferenza. Oggi accan-to a quello esiste un astensioni-smo per scelta. Settori consistentidi elettori ritengono non corri-spondente lofferta politica alladomanda ovvero ritengono abba-stanza sovrapponibili le offerte-candidature (nel caso di elezionediretta). Questo significa che nelfuturo le elezioni si vincerannopescando in quel bacino, tanto pi

    che sono significative tra elezio-ne ed elezione tra zona e zona.Sar pi importante recuperareconsensi dallastensione che sot-trarre voti allavversario. Significaaltres che le modalit della cam-pagna elettorale diventano piimportanti. Sappiamo, infatti, cheproprio lelettorato incerto quellopi sensibile alla campagna elet-torale, quello che decide nelle ul-time ore. Lamericanizzazione del-le campagne elettorali, nel senso

    di professionalizzazione, aumen-ter. Questo ci porta alla que-stione delle risorse. In futuro lecampagne elettorali costerannosempre di pi. Il pd si consola del-la sconfitta alle provinciali dicendoche Milano contendibile allecomunali. Giusto. Ma a parte chequesto lo sappiamo dalle regionaliscorse, il passo successivo prendere atto che se Ferrante haspeso 500.000 euro per le elezio-

    ni e la Moratti 10.000.000 forse ladifferenza percentuale tra i due direttamente proporzionale allaspesa sostenuta per la campagnaelettorale. Ergo il fund raising oggi altrettanto importante che leprimarie: un buon candidato sen-za mezzi ha meno chances divincere, e qui Monsieur de la Pa-lisse va a nozze, tuttavia nel cen-tro sinistra vi sempre un imba-razzo eccessivo a parlare di quat-trini, salvo poi citare nei convegni

    la sfida di Obama alle primarie,vinta anche grazie al fund raisinginnovativo.

    La lega. Non c nessun succes-so straordinario della lega.Rammento che nella citt di Mila-no la Lega aveva gi nel 1996 il12%, il 15% nel 1997 per scende-re al minimo del 4,35% delle co-munali del 2001. Landamento delvoto leghista inversamente pro-porzionale a quello di Forza Italiain passato, del pdl oggi. In pratica, un elettore moderato conserva-tore che ha scelto il centro destra

    e che allinterno del centro destrasceglie la componente pi radi-cale su alcuni temi. E un effettosbarramento al contrario: lelettoresicuro che il suo voto non va per-so sceglie la componente che sualcuni temi ritiene pi convincen-te. La figura del candidato non determinante; la lega in Lombar-dia ha avuto il presidente dellaRegione (qualcuno si ricorda diArrigoni?) il sindaco di Milano, ilpresidente della provincia di Mila-

    no, senza che la loro esistenzaabbia lasciato traccia elettorale.Lo stesso avvenne per Bertinottial tempo dellUlivo, gli elettoriprodiani che preferivano pi radi-calismo votarono Bertinotti, anchese lultima cosa che volevano erarifondare il comunismo. La legaha quindi uno zoccolo duro cherisale ai tempi del matrimonio cel-tico con il Po e un vasto elettoratodopinione. Ricorda per taluni ver-

    si il PSI di Craxi, uno zoccolo duroridotto e un elettorato dopinionepotenziale vasto ma fortementecondizionato dalle scelte tattichee dimmagine. Che rilevanza haquesta notazione? Molta in termi-ni elettorali. Se esiste, infatti, unelettorato dopinione leghista,quindi meno berlusconiano, forseun PD pi nordista potrebbe pe-scare in questo bacino sensibilecerto a temi incompatibili con il pd(le ronde?) ma anche a temi

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    compatibili (meno burocrazia,meno Roma).

    I voti dei radicali. Una delle ri-

    mozioni pi incomprensibili deldibattito interno al centro sinistrae al PD in particolare riguarda iradicali o per meglio direlelettorato laico-libertario che siriconosce nelle liste Bonino. E unlettorato fortemente motivato,sensibile ai temi politici, indifferen-te per lo pi a quelli amministrati-vi. Un elettorato diffuso. Alle eu-ropee 150000 voti in Lombardia(contro i 1146000 del PD); a base

    provinciale il 2% a Bg contro il16,74% del PD, il 2% a BS controil 20% del PD, il 2,48% a Comocontro il 16,27% del PD, il 2,13%a CR contro il 23,25% del PD, il2,32% a Lecco contro il 22,12%del PD, il 2,05 a Lodi contro il22,83% del PD, il 2% a Mantovacontro il 29,67% del PD, il 3,83%a Milano contro il 24,56% del PD,il 2,74% a Monza contro il 21,61%del PD, il 2,80% a Pavia contro il21,23% del PD, il 2,15% a Son-

    drio contro il 14,19% del PD, il2,46% a Varese contro il 18,8%del PD. A base citt 3,55% a Co-mo, 3,38% a CR, 3,44% a BS,5,45% a Milano, etc. Lunica azio-ne coerente del veltronismo ri-spetto allipotesi del partito auto-sufficiente (oltre alla modifica del-la legge elettorale) era stata il co-involgimento dei radicali (se, infat-ti, ai 241247 voti del pd alle politi-che pari al 33,24% sottraiamo i

    voti presi dalla lista Bonino alleeuropee cosa otteniamo? Vi la-scio la sorpresa. Perch non si proseguito su questa linea? Vale-va la pena perdere pi del 10%dei propri voti per inseguire la Bi-netti? Quanto ha pesatonellastensionismo del secondoturno nel centro sinistra il disinte-resse radicale? Poich le listeBonino sono le tipiche listedopinione, a soffietto, evidenteche se per le elezioni future non si

    ragiona con questarea, specie

    alle elezioni amministrative, inLombardia, ma penso non soloqui, non si pu vincere.

    Leggermente diverso per la listaSinistra e libert. Il loro 2% re-gionale, pari a 106000 voti,corri-sponde grosso modo alla sommaprevedibile dei contraenti laccor-do di coalizione, lelettorato dopi-nione, se vi stato non statotale da modificare equilibri, si trat-ta di un elettorato stabilmente ac-quisito al centro sinistra, che sce-glie la componente pi laicoradi-cale sulla base di questioni di

    principio ma che non dovrebbeessere mancato alle elezioni am-ministrative. Le variazioni in nega-tivo tra dato delle europee e delleprovinciali stanno a indicarlo. Tut-tavia la somma dei voti di Sinistrae libert e radicali a base europeenella citt di Milano da circa unterzo dei voti del PD autosufficien-te. E pensabile in futuro, pensan-do alle elezioni comunali (ma an-che a quelle regionali) prescinde-re da questi voti? No. E pensabile

    operare scelte di candidature pre-scindendo da questi voti? No.Una primaria tutta interna conscelte tutte interne avrebbeappeal verso questo elettora-to?No.

    Questo mi sembra un avviso per inaviganti importante. Sempreallinterno di questa area che cosaresta della questione socialista.Poco. Nel senso che bisogna da-re ormai per acquisito chelelettorato del fu partito craxianonon condizionato dal valoredel simbolo socialista ma perquel che vale percentualmente(molto in alcune realt poco in al-tre, ma sempre in percentuali si-mili a quelle radicali) pi legatoa questioni di principio e alle figu-re di riferimento. In praticalassoluta maggioranza di quelloche fu lelettorato socialista stanel centro destra. Sia quello

    dopinione pi fortemente arrivato

    al PSI grazie a Craxi, sia quello diappartenenza storica (decimatodal trascorrere del tempo), siaquello pi legato alle figure dei

    singoli amministratori locali. Delresto basta vedere tra gli eletti delcentro destra il peso degli ex so-cialisti a tutti i livelli e misurarli conil peso degli ex socialisti nel cen-tro sinistra. E una situazione ri-baltabile o correggibile. Dubito?Alla frattura storica PSI versusPCI, Berlinguer versus Craxi si aggiunta la frattura che possiamodire Eluana. Quanto poi allescelte di personalit politica, alle

    elezioni provinciali, lendorsmentdi Tognoli (che pure a suo tempoaveva indicato Ferrante) per Po-dest vale certo di pi di tutti icandidati di area gi socialistanelle varie liste del centro sinistra.

    LUDC. La questione UDC spe-culare a quella dei Radicali.Valemeno nelle citt che nelle perife-rie; 5% in regione Lombardia, conpunta del 6% in provincia di Bre-scia; 3,88 nella citt di Milano. E

    un elettorato stabile tra ammini-strative ed europee, in moderatacrescita rispetto alle elezioni poli-tiche che in qualche modo con-sente di non votare per berlusconisenza fare una netta scelta dicampo verso unalternativa. Leleadership locali sono fortementeattratte dal PDL, fondamental-mente per ragioni di potere, ma laleadership nazionale abbastan-za indifferente alla struttura

    lunica motivazione di voto signifi-cante. Il partito pu indifferente-mente allearsi al centro destra oal centro sinistra, e lelettorato?

    Una volta che si sceglie di nonvotare Berlusconi (quello si unpartito autosufficiente) si gi fat-ta una scelta di campo fondamen-tale, ergo un elettorato che po-trebbe specie alle elezioni ammi-nistrative votare per il candidatodel entro sinistra. Ho detto candi-dato perch mi pare un elettorato

    inversamente proporzionale a

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    quello radicale. Questo fortemen-te caratterizzato dalle scelte con-crete e delle persone, quello dallescelte di principio il trascurabile

    peso dellala rosa bianca sta-rebbe, il condizionale dobbligo,a dimostrarlo.

    Ne consegue che non mi pareimpossibile una coalizione chepensi a tenere insieme questi dueestremi, giocando sulle personali-t dei candidati e sulle proceduredi scelta.

    A questo proposito occorre pen-sare a primarie diverse da quelleche si sono svolte in passato.In che senso?

    Un esempio per spiegarmi.Alle elezioni europee il PD milanese ha preso 156372 voti. Alleprimarie per le elezioni del segre-tario provinciale avevano votato2100 elettori, alle primarie per icandidati alle elezioni provinciali2800 (entrambi i dati con benefi-cio dinventario) alle primarie per

    lelezione dei direttivi di sezione(27 gennaio) 8800 elettori alleprimarie veltroniane 61000 eletto-ri.

    Ora evidente che stiamo par-lando di consultazioni tra loro mol-to diverse, di legittimazioni altret-tanto diverse, di coinvolgimentidiversi. Considerale allo stessolivello impossibile. Ma questa un'altra storia e non c pi spa-zio. Alla prossima

    LetteraLA SOLITUDINE DEL CENTROSINISTRAMassimo Cingolani

    I risultati delle provinciali a Milanoevidenziano un dato da poco co-nosciuto nel mondo della sinistra:lastensionismo. A parte la propa-ganda che, dopo le elezioni do-vrebbe lasciare spazio alla rifles-sione, e le banalit, giunto ilmomento di chiedersi perch alle

    ultime elezioni milanesi lelettoratodi centrosinistra non si presen-tato in massa alle urne.Il primo motivo perch non esi-ste pi quel blocco sociale dimassa che sidentificava in candi-dati progressisti in maniera acriti-ca e ideologica. Ora esistono gliindividui, piccoli imprenditori, arti-giani, professionisti.

    Spesso sono ex lavoratori dipen-denti, costretti dal mercato amettersi in proprio e a confrontarsicon la concorrenza senza le ga-

    ranzie dei dipendenti. Hanno sco-perto le difficolt della burocrazianelle istituzioni, dellaccesso alcredito, ecc.Il secondo motivo la crisi eco-nomica, della quale oggi tutti sonopronti a fare analisi dettagliate manessuno tra economisti, sindaca-listi, opinionisti mi sembra ci a-vesse messo in guardia sololanno scorso. Il tesorettoandavasubito ridistribuito perchleconomia era in fase di crescitacontinua.

    Un altro elemento il sistema digaranzia che riguarda solo pocherealt, generalmente quelle menocompetitive. E quando ti bloccanoil fido in banca si soli, nessunaistituzione ti vicina, nessuna for-za politica. A questo punto, per-ch questa massa dindividui do-

    vrebbe mobilitarsi, andare a vota-re, cosa cambia per loro? Niente.Lunica motivazione pu essereideale e ideologica e, molto pro-babilmente, quello che condizionacerte scelte sono fattori comelet, la tradizione, la storia perso-nale.Questo lo si nota nellanalizzare lavittoria del centrosinistra in Pro-vincia.

    Larea metropolitana milanese abbastanza omogenea, a partequalche zona dove possono es-

    serci maggiori problemi di sicu-rezza, il fattore determinante dellavittoria o della sconfitta la tradi-zione e la presenza di candidatiparticolarmente legati al territorio.Questo un po poco per limitareil lento declino del PD, e dico delPD, perch le altre aree della si-nistra, in particolare quella anta-gonista, sono ormai residuali esopravvivono non per un realeinsediamento nel tessuto socialema, probabilmente, solo per unapresenza generazionale, e le sal-

    va lallungamento della vita me-dia.

    Dobbiamo a questo punto sperarenel Congresso vengano postiallordine del giorno pochi concettisemplici, ad esempio: chi e checosa vogliamo rappresentare?

    Obama ha avuto subito chiaroche i suoi riferimenti erano e sonola classe media. E necessarioavere dei valori democratici mache valorizzino lindividuo e il sa-no individualismo democratico esolidale. Occorre dare spazio aigiovani, intesi come giovani com-petenze e idealit: si vedonotroppi e troppe trentenni allevaticome polli in batteria in circoli oex sezioni pi che mai obsoleti.

    Smettiamo con le ipocrisie deigiovani che spesso lo sono solo

    anagraficamente. Ho visto che aTorino, allultima riunione del Lin-gotto, che ultra cinquantenni sonodiventati quarantenni (magari ba-stasse questo per fermare il tem-po), intanto molti giovani normalie in buona fede sidenti

    Questo ci permetter di parlare unlinguaggio comprensibile, infatticomunicare in modo che nessunocapisca come essere muti, e sumolte tematiche (sicurezza, op-portunit, crisi, sviluppo della cit-

    t, ecc.) siamo stati

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    Penso proprio che lultimo cam-panello di allarme sia gi suonato,speriamo che i nostri avversari

    non ci abbiano gi svaligiatolelettorato, anche perch il PDnon assicurato sul rischio falli-

    mento. Di solito i rischi certi non liquota nessuno.

    DallArcipelagoSINISTRA: DI SCONFITTA IN SCONFITTA VERSO LA VITTORIA

    Franco DAlfonso

    I commenti postelettorali sono fattiper depistare e sconcertare il po-vero lettore-ascoltatore, ma quelli

    provenienti dal Partito (non anco-ra arrivato) Democratico inquestoccasione hanno toccatovertici assoluti. Passi per quelli diFranceschini, per il quale era pre-vedibile che avrebbe utilizzatolargomento del siamo andatimolto meglio del previsto, anchese forse vedere nella sparizione disette milioni di voti rispetto al di-sastro di Veltroni dello scorso an-no un segno positivo del destino un filo troppo anche per il vicedi-sastro; ma le affermazioni di Pe-nati e di Barbara Pollastrini da Mi-lano e sobborghi hanno propostouna visuale che nemmeno ladoppia esposizione sul passatoglorioso e un presente penoso haaiutato il vostro Giano Bifronte asentirsi a proprio agio e capire.

    Lindimenticata Barbarella, chediede una volenterosa mano ademolire i miglioristi del Pci alprezzo di qualche modica am-maccatura tangentopolara, haannunciato a urna calda niente-dimeno che il crepuscolo di Ber-lusconi mentre Filippo Penati,molto pi sul pezzo in virt dellacampagna elettorale condottaquasi in solitario sforzo, ha invecesottolineato come a Milano sia incampo una sinistra riformista cheha dimostrato di poter vincere,grazie alla rimonta di 10 punti trail primo e il secondo turno. In

    somma, saremmo in una situa-zione come quella pi volte de-scritta da persone che sono state

    in coma profondo e ne sono usci-te: hanno di fronte per un tempoindefinito un puntino luminoso lon-tano, come il fondo di un tunnelbuio, che improvvisamente simuove e viene incontro, portandoal risveglio ed al ritorno alla vita. Ilpuntino luminoso la capacit diessere moderni e riformisti che,dopo tanto tempo, viene incontroa noi poveri orfani di una sinistrache abbiamo conosciuto e chenon c pi, che si manifesterebbeora con il volto barbuto e sorriden-te dellex presidente della Provin-cia.

    Appunto, ex: significa che le ele-zioni le ha perse, non le ha vinte.Come invece, al Nord, non lehanno perse gli uscenti della pro-vincia di Torino, Saitta, e del co-mune di Padova, Zanonato: Pe-nati si sar battuto bene, megliodegli altri uscenti lombardi spaz-zati via al primo turno, ma in pri-ma battuta (lunica che politica-mente conta) ha preso un di-staccone di 150 mila voti e non haperso subito per meno di 40 milavoti su oltre 1,6 milioni. Saitta eZanonato erano davanti sin dalprimo turno e comunque dimo-strano che si pu dare di pianche nel Profondo Nord .

    E il miracoloso quasi gol del se-condo turno stato effetto dellapolitica riformista messa in cam-

    po? Mah, a me pare pi effettodella corsa del gambero delle a-stensioni aggiunte, visto che Po-

    dest ha avuto 249 mila voti inmeno, mentre Penati andatoindietro di 95 mila: anche il sor-passo a Milano citt il risultatodi un 66 mila per Podest e diun 27 mila per Penati. Dove sa-rebbero gli elettori affascinatidallinnovazione e dalla politicamessa in campo? Dove sonofiniti quel 6-8% di elettori laici epresumibilmente di sinistra chehanno votato per SeL e per i Ra-dicali alle europee e non si sonosommati ai voti, gi in discesa, delPd alle provinciali ?

    Insomma, pi che il riformismo incampo, si sentito leffetto delcentrismo in campagna. Trasfor-mare unonorevole sconfittanellalba di un giorno nuovo servesolo a perpetuare le illusioni, coscome sarebbe pensare di avertrovato in Penati lhomo novusdella sinistra di Milano e del Nord,a dispetto del suo allineamentocompleto e costante al Segretarioin carica indipendentemente dallasua politica, dai tempi del Pci adoggi.

    Di sconfitta in sconfitta verso lavittoria non la terapia vincente,siamo ancora alla ricercadellequipe medica in grado di ap-plicarne una nuova e innovativa. Ilpuntino luminoso ancora l infondo, immobile.

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    anorama. Penati ha detto in chiu-sura della campagna elettorale:dopo di me nessuna Provincia diMilano ma la citt metropolitana.Cosa far Podest? Difficile dirlosin da ora ma forse proseguir inquesto disegno e la sua libert dimanovra si misurer con la di-

    strazione del presidente del Con-siglio: su questo problema Berlu-sconi non ha idee, come su tutti itemi che non toccano la sua im-magine o i suoi interessi, a menoche qualcuno degli alleati vogliausarlo in un senso (s alla cittmetropolitana) o nellaltro (no)come merce di scambio allinternodella maggioranza di Governo.

    Per Milano e il suo hinterlandlennesima prova di essere unasorta di gigantesco parco buoi,buoni solo per lavorare, silenziosie soprattutto morigerati nel noninsistere troppo a volere infrastrut-ture. Ci sono altri due nodi impor-tanti: lExpo e la Serravalle con il

    contorno della nuova tangenziale.Anche qui difficile capire cosasucceder ma di una cosa pos-siamo esser certi: la conclamataomogeneit politica dei tre livelli -Regione, Provincia e Comune diMilano non porter alla famosapacificazione e a quella marcia inpi che il commissario-sindacoMoratti vorrebbe.

    Le liti sotterranee non avranno piun mediatore Penati- in grado disedare le risse da esterno al si-stema di potere del centro destra.Su Serravalle e dintorni il ballettodegli interessi sar meno visibilema per questo pi indifferente agliinteressi collettivi. Probabilmente

    il ruolo della Provincia si appan-ner, schiacciata da un poterecentrale tra il distratto e locchiutosecondo la convenienza politicadella maggioranza. Come dice-vamo: da Roma probabilmente arrivato solo un podest.

    Urbanistica e architetturaCORSO VITTORIO EMANUELE: CANCELLARE LA CITT DEI B.B.P.R.

    Jacopo Gardella

    Due attentati gravissimi alla digni-t dellarchitettura contemporaneasono in procinto di essere com-messi a Milano: complice il Co-mune e la banda affamata dei co-struttori edili. Due assassinii, giorditi ma non ancora apertamentesvelati, stanno per essere com-

    messi, con lavvallo del Comune econ lalleanza tra imprenditori im-mobiliari e affaristi senza scrupoli,attivi nel mondo del commercio edella moda:

    in pieno centro di Milano, a metdi Corso Vittorio Emanuele, unautorevole edificio firmato dal no-to studio di architettura B.B.P.R.(Belgiojoso Peressuti Rogers) sul punto di essere sconciato daun intervento irresponsabile chene snatura lintero piano terreno;

    sulla cintura degli ex-Navigli, difronte al seicentesco Palazzo delSenato, un dignitoso edificio, pro-gettato da Roberto Menghi e Mar-co Zanuso allora giovani archi-tetti, divenuti in seguito noti in Ita-lia e allestero sta per esseresventrato a livello di strada e irri-mediabilmente snaturato.

    In entrambi gli edifici lintero pianoterra piano sempre ambito dachi esercita attivit commercialied ha bisogno di vetrine per ne-gozi viene trasformato e sfigura-

    to; e lattuale destinazione resi-denziale diventa area di esposi-zione e di vendita. La conseguen-za, per i due edifici, tragica: tut-

    ta la loro zona basamentale, stret-tamente integrata alla composi-zione architettonica dellinterafacciata, viene trasformata e so-stituita da una cortina perimetraledimmensi cristalli. Allignoranteche ha lingenuit di dire: che bel-lo! si fa notare che sarebbe altret-

    tanto bello sostituire le basi dimarmo bianco in un colonnatogreco con altrettanti piedistalli diplexiglass trasparente.

    Pi che descrivere la gravit dellaferita (ferita quasi mortale) infertaa due nobili esempi della miglioretradizione architettonica milanese, necessario fare alcune conside-razioni sul costume amministrati-vo che sta devastando la nostracitt.

    Va premesso che i due edifici sa-

    ranno rovinati (ma sarebbe megliodire massacrati) da un interventovolto esclusivamente a fini com-merciali e mirato a ottenerelunico ed esclusivo vantaggio diimprenditori e gestori privati. Nonsi di fronte ad una nobile causasociale, filantropica, culturale, chepossa giustificare il sacrificio dellecitate architetture: siamo di frontead una corsa sfrenata, siamo alcospetto di un avido arrembaggio,teso unicamente a ricavare ilmassimo sfruttamento possibileda posizioni di rendita sicuramen-te invidiabili. Per essere infatti si-tuati in zona centralissima, i dueinterventi edilizi offrono la garan-zia certa di un investimento pi

    che vantaggioso; e ci resopossibile dal fatto che Milano vivein un regime di selvaggia libertedilizia e di controlli pubblici inesi-stenti.

    Di fronte ai soldi non si esita asfregiare due ottimi esempi di ar-chitettura contemporanea, entratiormai di diritto a far parte dellastoria edilizia non solo milanese,ma anche italiana.

    Alle colpe, gravissime, diunincolta Amministrazione comu-nale, che consente operazioni co-s deplorevoli, occorre anche ri-conoscere le enormi lacune dellanostra legislazione nazionale elimperdonabile inadempienza de-gli organi centrali. Non esistonoleggi poste a tutela di edifici priva-ti contemporanei, anche se rico-

    nosciuti dindiscusso valore arti-stico. Non esistono strumenti legi-slativi a difesa degli architetti mo-derni, anche se le loro opere sonouniversalmente note ed elogiate.

    Mentre la tutela degli edifici pub-blici, quando sono di interessemonumentale, entra in vigore do-po cinquanta anni dalla loro co-struzione, per gli edifici privati,anche se di valore e di qualit,non sono previsti limiti di tempodai quali calcolare la loro validitstorica e il loro significato

    nellambito della tradizione; equindi la loro necessit di esseretutelati.

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    La Soprintendenza, anche volen-do salvare le migliori opere realiz-zate in tempi moderni, non pos-siede n pu utilizzare strumenti

    adeguati a impedire la loro distru-zione. Mancano le leggi per arre-stare lo scempio, ma soprattuttomanca la coscienza civica capacedi indignarsi, di protestare, di o-stacolare i misfatti urbanistici,sempre pi frequenti e continui, adanno di tante opere appartenentialla nostra epoca.

    La popolazione assiste passivaallo smantellamento della sua cit-t. Nessuno si scompone; nessu-

    no si ribella. Tutto viene tollerato;anche le operazioni che farebberoarrossire qualsiasi persona con-scia dei diritti che spettano al cit-tadino. Infatti ci che sta per es-sere pacificamente approvato dal

    Comune non danneggia soltantola recente storia dellarchitetturamilanese ma viola anche alcunidiritti urbanistici che spettano agli

    abitanti di Milano: tra questi varicordato il diritto di transito pub-blico, lungo il sottoportico che col-lega Corso Vittorio Emanuele conPiazzetta Pasquirolo; attraverso ilpiano terra delledificio progettatodagli architetti Belgiojoso, Peres-suti e Rogers. Il Comune abolisceil diritto di transito e concede alproprietario privato di incamerarela superficie riservata a quel tran-sito, per potervi alloggiare i suoispazi di vendita. Ci che avevaottenuto, legittimamente, al mo-mento della costruzionedelledificio, ora il Comune lo per-de e sperpera, illegittimamente, almomento della sua ristrutturazio-ne.

    Loperazione non ovviamentegratuita: il Comune dir che i sol-di, richiesti al nuovo proprietario incambio dellex-transito pedonale,

    saranno spesi per il bene dellacitt. In realt tutti sanno quantopoco valgano queste altisonantidichiarazioni. Quei soldi verrannospesi chiss come; mentre si saperfettamente come e quantonuocer ai cittadini essere de-fraudati di un passaggio vitale inzona centralissima.

    Il procedimento reso possibileda un Comune che dilapida unpatrimonio posseduto da tutti i cit-tadini, e lo svende a esclusivobeneficio di pochi e avidi privati;

    un Comune non solo che non ar-gina e non frena, ma, connivente,favorisce e incoraggia il sopruso.

    EconomiaDOPO LA CRISI, UNO STATO CONTROLLORE

    Giovanni Agnesi

    Lattuale crisi viene da lontano, daanni di ubriacatura neoliberistadurante i quali diversi nostri politi-ci ed economisti, inneggiando allibero mercato, hanno passatoleggi che azzeravano ogni formadi cautela e di controllo, applican-do il motto libera volpe in liberopollaio. I risultati pi vistosi so-no stati i bond Argentina, Cirio eParmalat, i derivati rifilati ai Co-muni compreso quello di Milano, iltracollo di Alitalia e Air-one, la bol-la speculativa in Borsa edelledilizia; ne sanno qualcosamoltissimi piccoli investitori delceto medio. Ebbene gli stessipolitici ed economisti che in tempidi vacche grasse volevano libertdazione totale, che disprezzava-

    no sbeffeggiandoli quanti si per-

    mettevano di parlare di Stato co-me regolatore del libero mercatoe del capitalismo, ora in periodo dimagra considerano essenzialelintervento salvifico del denigratoStato. Purtroppo si ripete il solitovecchio giochetto di socializzarele perdite dopo aver privatizzato iprofitti, dove a pagare siamo lastragrande maggioranza e a in-cassare sono in pochissimi.

    Proprio per evitare il ripetersi infuturo di questa ingiustizia bene,oltre alla domanda assillantequando usciremo dalla crisi,chiedersi anche come usciremodalla crisi, una domanda

    questultima che si interroga sulla

    realt delle cose, sugli erroricommessi nel passato e che deveproporre un preciso progetto.Come dice leconomista MarcoVitale: usciremo dalla crisiquando si smetter di perseguiredirettamente laumento del valoredelle azioni in borsa, ma si torne-r a perseguire innanzituttolaumento del valore delle impre-se; quando il PIL non sar lunicometro per valutare il buon anda-mento delleconomia, dal momen-to che uneconomia che concen-tra la ricchezza in pochissimemani accrescendo la massa degliesclusi non una buona econo-mia; quando la legittima aspira-zione al profitto verr dissociatadalle pratiche sociali che fanno

    delluomo il fine e non il mezzo.

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    Infatti per evitare il ripetersidellattuale gravissima crisi sarnecessario andare di l dalle cau-se prossime, quali la mancanza di

    controllo accentuata dalla corru-zione delle agenzie di rating o lacircolazione di massa di derivati ecapire che la speculazione cat-tiva economia.

    Con Macchiavelli e la sua filosofiabasata sul concetto il fine giustifi-ca i mezzi, nel XVI secololavarizia e lavidit considerati vizie peccati mortali hanno iniziato aessere considerate virt civiche

    ed economiche, da qui nasce ladottrina dellutilitarismo, una cultu-ra in cui il criterio per operare lescelte e prendere le decisioni lesclusione di chi non utile alfine. Dellaffermarsi di tale cultu-ra leconomista Zamagni consta-ta: Oggi il libero mercato si tra-sformato in un mercato dellaviditdove tutto finalizzato al meroprofitto; si rovesciato il nessocausale tra lavoro e ricchezza do-ve la produzione di denaro non

    pi lattivit produttiva, ma la spe-culazione e la finanza; abbiamouna forte cultura consumistica checonsidera la felicit delluomoproporzionale alla sua utilit e ca-pacit di consumo, dove luomodovrebbe trovare la propria felicitnel rapporto con le cose anzichcon le persone; assistiamo allarottura tra economia di mercato edemocrazia con la creazione di

    societ in cui la separazione traricchi e poveri sempre pi am-pia e drammatica, una condizioneche lOccidente sta sperimentan-do da diversi anni.

    Infatti il Rapporto OECDdellOttobre 2008 ci informa che ladistanza tra ricchi e poveri au-mentata sensibilmente e lItalia seconda fra i paesi sviluppati, do-po gli Stati Uniti, in questa noninvidiabile graduatoria. Questacrisi ha chiaramente messo in lu-ce che la famosa societ dei dueterzi in cui la maggioranza era

    stabilizzata nel benessere, oranon c pi.

    Lo stesso Papa Giovanni Paolo IInel 2004 denunciava come: Unasociet che crea spazio solo pergli efficienti sia una societ non amisura duomo, che genera di-scriminazione non meno disuma-na di quella in base al sesso,alletnia o alla religione.

    Lelemento centrale in economia

    deve essere la persona umananella sua completezza, la nuovasociet che dobbiamo volere nonpotr pi tollerare che si continuia parlare di risorse umane, allastessa stregua di come si parla dirisorse finanziarie e risorse natu-rali.

    A mio avviso questa crisi deveportare non solo a formulare al-

    cune adeguate regole per evitaregli eccessi disastrosi del liberomercato, ma a un cambiamento dimentalit, a una nuova solidarietper ritornare alla buona econo-mia a una economia etica, co-me suggerito concretamente dagliautorevoli autori sopra menziona-ti. E arrivato il momento di pun-tare tramite una serie di interventia ridurre la drammatica disugua-glianza scavata in questi anni tragli italiani, realizzando una nuovasociet relativamente egualitaria eattenta al merito, supportata daistituzioni che limitino gli eccessi

    di ricchezza e povert. Gli in-genti perdite economiche causatedai macroscopici errori commessianche dai nostri politici ed eco-nomisti, oggi improvvisamenteconvertiti alletica economica eallo Stato regolatore e pagatore,inevitabilmente saranno pagati datutti noi. Un pesante deficit chenon sar coperto da nuove tasse,non sar sanato mettendo lemani nelle tasche degli italiani,ma render pi poveri i due terzi

    di italiani in quanto toglier enormirisorse per interventi a favore deimeno abbienti, per migliorare erendere meno onerosi i servizisociali, per migliorare la nostraqualit della vita, ecc. Pertanto doveroso pretendere gi oggi datutte le realt politico-economicheconcrete politiche di eguaglianza,con una equa ridistribuzione dellaricchezza e dei futuri profitti.

    CittBRERA: ACCADEMIA,PINACOTE E BIBLIOTECA UNA. CONVIVENZA IMPOSSIBILE

    Aldo Bassetti*

    Il roblema che sta alla base dellacrisi di Brera, come forse non abbastanza noto, la presenzanel Palazzo di Brera di ben sei diBelle Arti, la Pinacoteca, la Biblio-

    teca Braidense, lIstituto Lombar-do Accademia di Scienze e lette-re, lOsservatorio Astronomico,lOrto Botanico Museo Astro-nomico. E evidente che con il

    passare degli anni la fisiologicaespansione di ogni singola istitu-zione ha determinato una neces-sit di nuovi spazi causando di

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    conseguenza situazioni di gravedifficolt.

    La pi sofferente, tra queste isti-

    tuzioni, la storica Accademia diBelle Arti: infatti con quasi 4.000studenti ed alcune centinaia diprofessori la crisi ha raggiunto li-velli non pi sopportabili ed hadeterminato la necessit di pre-vedere una razionale soluzionetale da consentire la fruizione diaule, attrezzature, spazi per con-ferenze ecc. con ben diverse ca-ratteristiche dalle attuali e comun-que adatte e compatibili alle mo-derne esigenze didattiche. Le im-portanti collezioni (gessi, sculture,quadri ecc.) dellAccademia deb-bono restare nello storico Palazzodi Brera quale testimonianza arti-stica e culturale del suo passatoimportante e prestigios

    Il protocollo di accordo firmato indata 24 novembre 2008 tra il Mi-nistro Bondi (Beni culturali), il Mi-

    nistro La Russa (Difesa), il Presi-dente dellAccademia Mazzottaed il Sindaco di Milano Morattiprevede il trasferimento di gran

    parte dellAccademia alla Caser-ma Mascheroni: si tratta di unampio e nobile edificio con spaziverdi circostanti e molto adattoalle esigenze didattiche dellAcca-demia.Se, come visto sopra, lAccad-miaha problemi di spazio la Pinacote-ca certamente non si trova incondizioni molto differenti. Infattila Pinacoteca ha una densit eduna quantit eccessiva di operepresenti in spazi troppo ridotti edanche molte altre opere di qualitpurtroppo nei magazzini che nonhanno quindi possibilit di esseremostrate. Inoltre lassoluta neces-sit di recuperare qualit e presti-gio per quanto riguarda lacc-glienza dei visitatori palese edindiscutibile.Le condizioni infatti dei percorsi diaccesso alla Pinacoteca sono

    inaccettabili sia per lo stato di

    La non disponibilit per i visitatoridi avere spazi adeguati per i ser-vizi quali guardaroba, caffetteria,

    ristorante, servizi igienici ecc. e diascensori rende purtroppo la visi-ta al meraviglioso patrimonio arti-stico presente nel museo pi diffi-coltoso e poco attraente per unpubblico generico.Lo stato di degrado e di abbando-no dellOrto Botanico, la insuffi-ciente attenzione riservata allameravigliosa Biblioteca Braiden-se, che con la Sala Teresianaraggiunge livelli di assoluta unicitmondiale, confermano la gravecrisi di Brera.I cittadini milanesi devono essereinformati degli sviluppi del previ-sto piano di risanamento e darefiducia allAssociazione degli Ami-ci di Brera che tanto si adoperaaffinch Milano ritorni ad avere lagrande istituzione di Brera almassimo delle sue potenzialit.

    Arte e culturaLACCADEMIA DI BRERA DOPO LEXPOCarlo Bertelli

    Inventare una nuova accademiadarte. Su di una superficie di di-versi ettari, con unico limite la cu-batura dun edificio esistente, male cui funzioni vanno totalmentecambiate. Studiare i rapporti chetra la nuova accademia si stabili-scono con limmediato dintorno,dalla RAI ai teatri off. Affrontare

    con coraggio il tema del riuso.Come ha fatto Botta, che, sullafacciata neoclassica dellospedaleBeata Vergine Maria di Mendrisio,ha collocato una colossale scultu-ra di Ganimede rapito dallaquiladi Niki de Saint-Fall. E i giardiniintorno al grosso volume ottocen-tesco in laterizi popolarli di statuenuove, di opere uscite dalla stes-sa accademia, da rinnovare ognianno. Mobilitare le migliori mentiche fanno progetti a Milano per-ch concorrano alla nuova acca-demia. Dare una riposta milanese

    alla moda degli architetti griffes.Non per nazionalismo, ma perchun progetto di questo livello habisogno di architetti che non igno-rino la tradizione di Brera, mentrecostruiscono la nuova, vera acca-demia del XXI secolo. Non que-sto un programma allettante? Nonsarebbe pi impegnativo e dure-

    vole dellExpo? Oppure non po-trebbe entrare addirittura nei pro-grammi dellExpo, come operavalida che resterebbe alla sua fi-ne?

    Il quartiere di Brera non piquello degli artisti, delle bettole abasso prezzo, dei piccoli negoziartigiani, delle storiche gallerie delMilione, di Lenoci. E profonda-mente cambiato negli ultimi de-cenni. A parte il folklore dei car-tomanti, ha negozi cari ed elegan-ti, ristoranti dai prezzi inaccessibi-

    li, una popolazione residente che

    vive in case ristrutturate e care,notti assediate dalla movida.Lattaccamento al quartiere nongiustifica la resistenzadellAccademia a non voler discu-tere soluzioni razionali che com-portano lo spostamento di alcunesue importanti attivit. Lo sposta-mento della didattica non alterer

    in nessun modo le attrattive delquartiere Brera, dove la pinaco-teca e, un giorno, le raccoltedellAccademia, che saranno fi-nalmente rese pubbliche, hanno eavranno un grande forza di attra-zione. Un disturbo potr venirealle comodit dei docenti chehanno studio e forse abitazionenel quartiere, ma non mi sembraun problema cittadino.

    Alle sofferenze per insufficien-za di spazio, per impossibilitdinnovazione - dellAccademia di

    Brera (il fatto che non possa e-

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    sporre la propria galleria, comefanno le accademie di Vienna e diParigi significativo) si debbonoaggiungere quelle della Biblioteca

    Braidense, che conduce una lottaperdente con lo spazio (ha depo-siti alla Lacchiarella, a Vigevano),quelle della Pinacoteca, che pati-sce limpossibilit di mettersi allivello degli istituti internazionali enazionali analoghi (come a Bolo-gna, a Venezia), non ha posto perun vero laboratorio di restauro e,non avendo spazi adatti alle mo-stre, manca a una funzione impor-tante nei confronti della citt edella stessa accademia. La penu-ria di spazio, con lesasperantelentezza dei lavori del palazzo Cit-terio, ha fatto perdere a Brera col-

    lezioni importanti di arte contem-poranea che le erano destinati. Vi poi la chiesa di Brera, la grandechiesa madre degli Umiliati, nega-

    ta, con i suoi affreschi giotteschi,ai visitatori.

    Capisco allora i (pochi? molti?)giovani che si uniscono ai loroprofessori nel rifiuto di trasferire leattivit didattiche dellaccademiain una sede tutta da progettare.Allievi e maestri vivono in una cit-t che ancora nasconde con i car-telloni pubblicitari i vuoti lasciatisessantanni fa dalla guerra, inuna citt che ha incoraggiato laviolenza al proprio profilo, autoriz-zando orrende sopraelevazioni.

    Una citt che da molti anni guardasolo al profitto e quindi si permet-

    te dimbruttirsi. Cos ci si rasse-gna ai pessimi servizi per pendo-lari, ci si arrende allo sporcoscambiandolo per pittoresco. E,

    credo, lindifferenza del Comunedavanti a un problema cos vitaleper Milano che li scoraggia.

    Eppure cose ne succedono. LaBovisa era il deserto delle fabbri-che abbandonate ed ora uncentro universitario vitale che statrasformando un intero quartiere;la Bicocca non aveva futuro e og-gi sta sempre pi diventando,man mano che si completa, unaltro grande centro di studi, dartee sin spettacolo. Si pu cambiarerotta.

    MobilitECOPASS. DECIDONO DI NON DECIDERE

    Maurizio Mottini

    Sulla sperimentazione si sarebbeconsultata la citt, ma per ora non

    successo niente. LAmmi-nistrazione Moratti allinizio d-lanno ha strombazzato a destra ea manca i grandi risultati dellagrande innovazione ma poi, pianpiano, sono emersi dati reali bendiversi.

    Il Corriere della Sera del 28 mag-gio, in cronaca milanese, con bentre articoli dava il quadro del falli-mento dellesperienza fatta.Sullinquinamento rigorose valu-

    tazioni di esperti epidemiologihanno detto che linfluenza suldato della citt stato nullo.

    (e il fondino di Sergio Harari hasottolineato come diffondere datinon attendibili e non verificati daparte dellAmministrazione sia co-sa grave: la scienza una cosaseria) Circa il traffico in centrodopo i primi mesi che avevanoregistrato un calo significativo,favorendo la velocit commerciale

    dei mezzi pubblici, tutto tornato

    se non come prima quasi, mentrelunico elemento positivo stato il

    contributo a una maggior sensibi-lit ambientale.

    Ci sono state troppe deroghe nel-la definizione dei divieti? Bisognaforse impedire ogni deroga? Ilparziale rinnovo del parco mac-chine dei milanesi ha incrementa-to lingresso nella zona delle or-mai pi numerose auto dotate deirequisiti richiesti? O bisogna au-mentare le tariffe come suggeri-sce il consigliere comunale Fe-

    dreghini, sulla base dellespe-rienza di Londra? Insomma chefare?, se anche Lega Ambienteche aveva caldamente appoggia-to liniziativa giunta recentemen-te a dire che stato un fallimen-to?

    Che larea dellEcopass fossetroppo piccola per determinarequalcosa di positivo sul tassodinquinamento della grande Mi-lano era facilmente prevedibile.

    Che portasse qualche beneficio

    temporaneo sulla circolazione incentro era pure prevedibile. Ma

    solo se ci si scorda del grave er-rore fatto dal centrodestra milane-se di annullare il blocco delle autoentro la Cerchia dei Navigli, che imilanesi avevano deliberato inuna consultazione popolare nel1985!

    Che il costo degli impianti di con-trollo e monitoraggio per la realiz-zazione dellesperimento sia statoingente certo, tanto che mailAmministrazione ha fornito dati

    precisi al riguardo. Ci sono statestime circa un possibile equilibriodei costi con i ricavi delle multeper le infrazioni alla disciplina E-copass nel corso del 2008. Masono appunto stime, non dati cer-ti. Comunque stato un costo no-tevole, di qualche milione di .

    Che fare allora? Abolire le dero-ghe? Aumentare le tariffe?

    Perch non fare una scelta pi

    coraggiosa?

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    Interpelliamo i cittadini per saperese sono daccordo a chiudere altraffico privato (fatti salvi i residen-ti) nellarea compresa dalle mura

    spagnole!

    Non ci sarebbe nessun costo ag-giuntivo poich gli impianti di con-trollo gi ci sono. Leffetto anti-smog ci sarebbe, poco ma sem-pre meglio dellEcopass (c statoricordato che c inquinamento

    anche da attrito delle gomme enon solo da gas di scarico).Leffetto anticongestionamentodel traffico sarebbe certo.LATMavrebbe unoccasione (non eludi-bile) per incrementare la capacitdi trasporto delle linee del metro edei mezzi di superficie, uscendodalla visione micragnosa che lhacaratterizzata in questi anni.

    E il Sindaco uscirebbe finalmentedalla bambagia delle pubblicherelazioni per affrontare un temaurbano con la dovuta seriet.

    E fantapolitica? Spero proprio dino, per il bene della citt.vicendadellEcopass bisogner pur deci-dere qualcosa. Si era detto chedopo un anno di

    Dal Palazzo

    LE DUE PERLE DEL SINDACOAdm

    Cadono entrambe dalla collana diLetizia Moratti le due perle diquesta settimana. Nellansia diricostruire il rapporto gravementedeteriorato con il premier, il sin-daco non ha badato a spese. Alpunto che ha parlato di Berlusconicome di un capo del governo chepi di ogni altro valorizza le don-ne. Come le valorizzi affar suo,com ormai noto. La stampa in-ternazionale ha dedicato paginesu pagine al giro di donne a Pa-lazzo Grazioli? A Letizia non im-porta. Da prima della classe gio-ved scorso ha alzato il ditino e hapronunciato una sentenza chenon ammette dubbi: Credo sidebba distinguere tra quelli chesono pettegolezzi e fanno parte diun modo molto particolare di de-

    scrivere le persone e ci che lattivit politica del presidente delConsiglio. Incidente chiuso. Ne-gare, negare, fortissimamentenegare. Nella speranza che il Ca-valiere dimentichi la Letizia furen-te che arriv addirittura a criticareil governo dagli schermi della Rai,ai tempi della vicenda Alitalia.

    * * *

    La seconda perla di Letizia ri-

    guarda lassessore Massimiliano

    Finazzer Flory. Il quale, comormai noto, ha una passione irre-frenabile: esibirsi sul palcosceni-co. Non come assessore alla Cul-tura, ma come attore, voce reci-tante, fine dicitore. La cosa ha su-scitato pi di un malumore. Ingiunta, qualche suo collega as-sessore ha addirittura sollevato il

    caso: forse non del tutto correttoche chi decide i finanziamenti aiteatri cittadini, poi ne calchi lescene, ha osservato. Nonlavesse mai fatto. subito inter-venuta la Moratti, stabilendo chenon c alcuno scandalo. Malevo-lo chi pensa a eventuali conflitti diinteresse. Come spesso succede,la frittata stata subito rivoltata:semmai c una convergenza diinteressi, e a beneficiarne sar il

    mondo del teatro. Quando mai si avuta la fortuna di avere un as-sessore tanto sensibile da pre-tendere di essere protagonista,invece che spettatore.

    Proprio qui sta il punto, in effetti.Troppe convergenze di interessi.Un assessore che calca le scenedegli stessi teatri che, prima o poi,decider se e quanto finanziare. Non un po troppo, ancheper una citt che, come Milano, si

    era illusa di averle viste propriotutte?

    * * *

    Ecco come i comunicati stamparaccontano la settimana appenatrascorsa a Palazzo Marino.

    FLORYLEGI - Milano, 23 giugno2009 - La citt unindustria cre-ativa, uno spazio che si muove,che danza, che compie gesti eproduce parole ha dettolassessore Massimiliano FinazzerFlory.

    * * *

    ER PIU - Milano, 24 giugno 2009

    Ogni tre mesi desidero cataliz-zare lofferta del cinema a Milanosu culture altre, le pi straniere, lepi esotiche, spesso le pi creati-ve spiega lassessore alla Cultu-ra Massimiliano Finazzer Flory.

    * * *

    PONTIFEX MAXIMA - Milano, 24giugno 2009 Il riconoscimento anche per le giovani donne cinfatti un ponte ideale tra loro e le

    donne che hanno gi avuto la

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    possibilit di affermarsi. Lo hadetto il Sindaco Letizia Moratti.

    * * *

    MORATTINHA - Milano 25 giu-gno, 2009 Oggi, gioved 25giungo, alle ore 17, il Sindaco Le-tizia Moratti riceve a Palazzo Ma-rino il cantante brasiliano Carlin-hos Brown. A seguire, in SaladellOrologio, incontro con lastampa.

    * * *

    PRO DOMO MEA - Milano, 25

    giugno 2009Milano di nuovopalcoscenico di letture teatrali hadetto lassessore alla CulturaMassimiliano Finazzer Flory.

    * * *

    PUNTI DI VISTA - Milano, 26 giu-gno 2009 Vedere Milano a 50metri di altezza significa riscoprirele sue bellezze ha dettolassessore allArredo, Decoro ur-bano e Verde Maurizio Cadeo.

    * * *

    CADUTA MASSI - Milano, 26 giu-gno 2009 Questa mattina holanciato un appello da 50 metri dialtezza. Lo ha detto questa mat-tina lassessore allArredo, Decorourbano e Verde Maurizio Cadeo.

    * * *

    STELLA DI LATTA 1 - Milano, 22giugno 2009 - Nel 2008 alcol e

    droga alla guida hanno provocatoa Milano 1284 feriti e 3 morti. Loha comunicato il vice SindacoRiccardo Marshall De Corato.

    STELLA DI LATTA 2 - Milano, 23giugno 2009 - Purtroppo crimina-lit e clandestini sono ormai unbinomio inscindibile e rischioso. Sitratta di gente che vive di illeciti espesso diventa violenta. Lo co-munica il vice Sindaco RiccardoMarshall De Corato.

    STELLA DI LATTA 3 Milano, 24giugno 2009 - Nella notte sonostate rubate da ignoti 12 caldaiedel valore di 30 mila euro. Locomunica il vice Sindaco e asses-sore alla Sicurezza Riccardo Mar-shall De Corato.

    STELLA DI LATTA 4 - Milano, 25giugno 2009 - Due furgoni FiatDucato della Polizia Locale, cu-

    stoditi nel deposito di via Fiamma,sono stati imbrattati questa nottecon una stella a cinque punte e lascritta Corsari Milano. Del fatto stata informata la Digos. Lo co-munica il vice Sindaco e assesso-re alla Sicurezza Riccardo Mar-shall De Corato.

    STELLA DI LATTA 5 - Milano, 26giugno 2009 - Da inizio anno so-

    no gi 55 le sanzioni da 500 eurodate per imbrattamenti. Lo co-munica il vice Sindaco e assesso-re alla Sicurezza Riccardo Mar-

    shall De Corato.

    STELLA DI LATTA 6 - Milano, 26giugno 2009 Nel mezzaninodella fermata Lotto i Blue Beretshanno ritrovato un portafoglio con7 carte di credito che stato ri-consegnato alla proprietaria, unadonna olandese. Lo comunica ilvice Sindaco e assessore alla Si-curezza Riccardo Marshall DeCorato.

    * * *

    GIOVENTU BRUCIATA -Milano,25 giugno 2009 Il festival diWoodstock, con i suoi messaggidi pace, di libert e di amore hasegnato una generazione di gio-vani sottolinea lassessore alloSport e Tempo libero Alan Rizzi.

    * * *

    LA CARICA DEI 499 - Milano, 26giugno 2006 Saranno quasi500 gli studenti provenienti da di-versi Paesi, fra cui Stati Uniti, Ci-na, Russia, Brasile, Australia eTurchia, che entreranno a far par-te della community creata con ilprogetto Milano Summer School.Cos il Sindaco Letizia Moratti.

    RUBRICHE

    ARTE

    Questa rubrica curata da Silvia DellOrso

    Milano culla della Scapigliatura.Movimento artistico e letterario cui dedicata lampia rassegna a cu-

    ra di Annie-Paule Quinsac e di unvariegato comitato scientifico co-stituito da esperti di musica, lette-

    ratura, teatro e architettura. Unadenominazione che rinviando achiome disordinate, allude in real-

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    t a vite dissolute e scapestrate.Ribelli, appunto, come i protago-nisti del romanzo di Cletto Arrighi

    La Scapigliatura e il 6 febbraio

    (1861-62) che ha dato il nome aquesto mix di fermento intellettua-le, impegno socio-politico e arte,destinato a scompigliare comeun pandemonio la Milano tardoottocentesca. La mostra docu-menta lintera stagione, a partiredagli anni 60 dell800 finoallinizio del 900. 250 opere, tradipinti, sculture e lavori grafici,dalla pittura sfumata del Piccioallintensit coloristica di Faruffini,alle innovazioni di Carcano, finoRanzoni, Cremona, Grandi chesegnano il momento doro dellaScapigliatura, ma anche PaoloTroubetzkoy, Leonardo Bistolfi,Medardo Rosso, Eugenio Pellini,Camillo Rapetti. Una sezione del-la mostra ricostruisce la vicendadel travagliato progetto del Mo-numento alle Cinque Giornate diGiuseppe Grandi, gessi compresi.Ulteriori approfondimenti, in ambi-to letterario e giornalistico, si tro-vano alla Biblioteca di via Senatoche espone il Fondo delleditoreAngelo Sommaruga, ricco di lette-re, biglietti postali, cartoline, vo-

    lumi e riviste, oltre una sezionededicata alla caricatura e ad alcu-ne opere di artisti fra cui Ranzoni,Troubetzkoy e Conconi.Scapigliatura. Un pandemo-nio per cambiare larte.Palazzo Reale, piazza Duomo 12

    orario: luned 14.30/19.30; mar-ted-domenica 9.30/19.30; gioved9.30/22.30.La Scapigliatura e AngeloSommaruga. Dalla bohme mi-lanese alla Roma bizantina.Fondazione Biblioteca di via Se-

    nato, via Senato 14 orario: mar-ted- domenica: 10/18.Fino al 22 novembre.

    Una mostra che si pu visitareanche on-line sul sito della galle-ria (www.galleriaforni.it), ma che sempre consigliabile vedere dipersona. A confronto le opere didue artisti che, in modo diverso,ma con non dissimile intensit,hanno cercato di catturare atmo-sfere assolute e stati danimo.Oggetti senza apparente significa-to, ma che suggeriscono le emo-zioni di una vita. Per Ferroni li-

    vornese, morto a Bergamo nel2001 gli strumenti del mestiere,dalle matite al cavalletto, ordinatisu un tavolino, coperto da un

    drappo bianco: composizioniessenziali e metafiisiche,sprofondate nel silenzio. PerSesia artista cinquataquattrenneoriginario di Magenta oggettiormai in disuso che richiamano ilpassato, riscattandolo dalloblio.Gianfranco Ferroni si servitocon grande maestria, nellarcodella sua vicenda creativa, diacquaforte e litografia, mediaimpiegati anche nelle operegrafiche in mostra. Sono tecnichemiste su base fotografica quelleadottate da Sesia; entrambiesplorano il tema della naturamorta e la poetica delloggetto.Gianfranco Ferroni e GiovanniSesia. Silenzi.Studio Forni, via Fatebenefratelli13 orario: 10/13 e 16/19.30,chiuso domenica e luned. Fino al31 luglio.

    Un nuovo appuntamentonellambito delle celebrazioni peril bicentenario della fondazionedella Pinacoteca di Brera. Lo-casione sta suggerendo un mo-

    dus operandi che si vorrebbe ap-partenere alla quotidianit di unmuseo, tra scavo e ricerca sulproprio patrimonio, ma anche ca-pacit di dare conto dei risultaticon attitudine divulgativa. Latten-zione si sposta questa volta suGiuseppe Bossi, figura chiave del-la storia braidense, uno dei primisegretari dellAccademia di BelleArti succeduto a Carlo Bianconi,sospettato di sentimenti filo au-striaci cui si deve, fra laltro, lapresenza nelle collezioni di Brera

    del Cristo morto del Mantegna edello Sposalizio della Vergine diRaffaello, al cui acquisto parteci-p attivamente. La rassegna ri-costruisce la raccolta di ritratti eautoritratti di artisti che Bossi con-cep come incentivo alla ricogni-zione storica degli antichi maestridella scuola milanese per gli allie-vi dellAccademia. In tutto 34 ri-tratti, 25 dei quali raffiguravanoinfatti maestri lombardi o loro fa-miliari, dei quali si presto persamemoria, se vero che gi nelcatalogo della Pinacoteca del1816 non sono pi registrati come

    nucleo autonomo. Le curatrici del-la mostra, Simonetta Coppa eMariolina Olivari, li hanno rintrac-ciati, spesso dimenticati in uffici

    pubblici e ne presentano 24, re-staurati per loccasione, oltre a unAutoritrattodi Giuseppe Bossi.Il Gabinetto dei ritratti dei pit-tori di Giuseppe Bossi.Pinacoteca di Brera, via Brera 28,Sala XV orario: 8.30/19.15,chiuso luned (la biglietteria chiu-de 45 minuti prima).Fino al 20 settembre.

    dedicata alla lunga stagionetrascorsa da Monet a Giverny lamostra di Palazzo Reale. Unarassegna che allinea 20 granditele dellartista provenienti dalMuseo Marmottan di Parigi, dipin-te tra il 1887 e il 1923 quando lacostruzione del giardino di Gi-verny, con i salici piangenti, i sen-tieri delimitati dai roseti, lo stagnocon le ninfee, il ponte giapponese,i fiori di ciliegio e gli iris trova pie-no corrispettivo nella tavolozzamulticolore di Monet, portandoalle estreme conseguenze quel-lattitudine innata che lo induceva,ancora ragazzino, a disegnare dal

    vivo il porto di Le Havre, piuttostoche seguire in studio le lezioni deimaestri. Il tempo della magnificaossessione di Giverny - una pic-cola citt sulle rive della Sennadove Monet spese la maggior par-te del suo tempo e dove costru ilsuo pi volte immortalato giardino- le cui immagini si possono con-frontare con una serie di fotogra-fie ottocentesche di giardini giap-ponesi. Non senza percepirne lafamiliarit con la tradizione giap-ponese dellukiyo-e, rappresenta-

    ta da 56 stampe di Hokusai e Hi-roshige, prestate dal Museo Gui-met di Parigi ed esposte a rota-zione per ragioni conservative.Monet. Il tempo delle ninfee.Palazzo Reale orario: luned14.30/19.30, marted-domenica9.30/19.30, gioved 9.30/22.30.Fino al 27 settembre.

    A cura di Philippe Daverio conElena Agudio e Jean Blanchaert,la rassegna propone tuttaltro cheuna lettura univoca e compiutadellarte sudamericana; semmai

    http://www.galleriaforni.it/http://www.galleriaforni.it/http://www.galleriaforni.it/http://www.galleriaforni.it/
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    un ritratto dautore che ricorda ar-tisti di ieri e protagonisti delle ul-time generazioni, insistendo sualcuni temi condivisi: sangue,

    morte, anima, natura, citt. Esempre e comunque con grandepassione sociale e attenzione perla storia. Non ununica AmericaLatina, ma tante Americhe Latine,cos come molto diversificato evariegato il panorama artistico delcontinente sudamericano. Arriva-no dal Brasile, da Cuba, dalla Co-lombia, dal Cile, dal Venezuela edal Messico le oltre cento opereesposte. Una cinquantina gli arti-sti rappresentati, concettuali, a-stratti, figurativi nel senso pi tra-dizionale del termine, pittori, scul-tori, fotografi o amanti delle spe-rimentazioni linguistiche. Ecco,dunque, la cubana Tania Brugue-ra, largentina Nicola Costantino,la brasiliana Adriana Varejo finoa Beatriz Milhares, Vik Muniz, alfotografo guatemalteco LouisGonzales Palma, al cileno De-mian Schopf. C anche Alessan-dro Kokocinsky, cresciuto in Ar-gentina, ma nato in Italia dove tut-tora vive e lavora, che trasferiscenelle sue opere dolenti i tormentivissuti in prima persona. Nella sa-

    la cinematografica dello SpazioOberdan la sezione video cura-ta da Paz A. Guevara e ElenaAgudio.Americas Latinas. Las fatigasdel querce.Spazio Oberdan, via Vittorio Ve-neto 2 - orario: 10/19.30, martede gioved fino alle 22, chiuso lu-ned.Fino al 4 ottobre.

    Si fa sempre pi fitto il dialogo traarte antica e moderna, almeno

    quanto a iniziative che vedono aconfronto tradizione e modernit.Come la mostra allestita in questigiorni allAccademia Tadini di Lo-vere. Una rassegna nata dallacollaborazione tra il museo lom-bardo, aperto nel 1828 da un col-lezionista di allora, il conte LuigiTadini, e tre galleristi/collezionistidi oggi, Claudia Gian Ferrari,Massimo Minini e Luciano Bilinelli.Ecco dunque che le opere di An-tonio Canova, Francesco Hayez,Jacopo Bellini, Fra Galgario, ilPitocchetto, Francesco Benaglio eParis Bordon, conservate in per-

    manenza allAccademia Tadini, sitrovano per qualche mese facciaa faccia con quelle di Giulio Pao-lini, Carla Accardi, Lucio Fontana,

    Luigi Ontani, Arturo Martini, SolLeWitt e molti altri maestri del XXe XXI secolo.Accademia Tadini. Quattrocollezionisti a confrontoLovere (Bergamo), Accademia diBelle Arti Tadini, Palazzo dell'Ac-cademia, via Tadini 40 (Lungola-go) - orario: marted-sabato15/19, domenica 10/12 e 15/19.Fino al 4 ottobre.

    la mostra simbolo delle cele-brazioni per il centenario della na-scita del Futurismo. Una rassegnaimpetuosa e forse un po bulimica,ma come di fatto fu il Futurismo ecome si conf alla passione dellostudioso che ama rendere pubbli-che le proprie scoperte. Il Futuri-smo a volo duccello, dunque,guardando al movimento in tuttala sua estensione cronologica esenza omettere nessuna dellesue molteplici declinazioni, esplo-rando anzi lintero campo dazionedi unavanguardia la cui piena va-lutazione stata a lungo condi-zionata dalle sue collusioni col

    fascismo. A cura di Giovanni Listae Ada Masoero, la rassegna riuni-sce circa 500 opere, spaziandodai dipinti, disegni e sculture, alparoliberismo, ai progetti e dise-gni d'architettura, alle scenografiee costumi teatrali, alle fotografie,ai libri-oggetto e ancora agli arre-di, allarte decorativa, alla pubbl i-cit, alla moda, offrendo in chiu-sura un assaggio di film futuristi. Il20 febbraio 1909 Filippo Tomma-so Marinetti pubblicava su Le Fi-garo il Manifesto del Futurismo

    ed appunto a Marinetti che spet-ta un ruolo chiave nel percorsoespositivo, traghettando nelletdelle avanguardia larte italiana difine 800 alla quale dedicataunefficace panoramica in apertu-ra, tra Simbolismo e Divisionismo.Si prosegue quindi per decenni,individuando di volta in volta lefigure e i caratteri dominanti. Boc-cioni, Carr, Balla, Severini, Rus-solo, Soffici, Prampolini, Depero,Sironi, Dottori e molti altri. Lacompagine di maestri futuristi ampiamente rappresentata, an-che grazie a opere non scontate,

    e la rassegna segue lintera evo-luzione del movimento fino a tuttigli anni 30 e oltre, avventurandosinella met del secolo scorso per

    rintracciarne gli eredi: da Fontanaa Burri, Dorazio, Schifano ai poetivisivi.Futurismo 1909-2009. Velocit +Arte + Azione.Palazzo Reale, piazza Duomo 12

    orario: 9.30/19.30, luned14.30/19.30, gioved 9.30/22.30.Fino al 12 luglio.

    I temi sono tutti indiscutibilmenteponderosi e decisamente univer-sali: Potere, Quotidiano, Vita,Morte, Mente, Corpo, Odio, Amo-re. Ognuno di questi rinvia a unadelle 8 sezioni in cui si articola lamostra bergamasca il cui titolo,Esposizione Universale, sembraironizzare su uno degli argomentipi frequentati e ineludibili delmomento. Qui per lExpo rigo-rosamente artistico, con una car-rellata di un centinaio di opere dal400 ai giorni nostri, forte - Carra-ra di Bergamo, ma non solo. Si vada Giovanni Bellini, Bergognone,Botticelli, Carpaccio, Foppa, Pi-sanello, Tiziano a Casorati, Du-champ, De Chirico, Christo, De

    Dominicis, Ontani, Clemente, Ka-bakov, Gilbert & George, MariaLai, Spalletti, Arienti, Cuoghi emolti altri, tra cui Ben Vautier lecui opere-testo ricorrono in tutte lesale. A cura di Giacinto Di Pie-trantonio, non la prima volta cheil direttore della Galleria dArtemoderna e contemporanea diBergamo mette a confronto larteantica con quella moderna. Lo hafatto ragionando sulle Dinamichedella vita dellarte, una rassegnadi qualche anno fa e continua a

    riproporre anche in questo caso lasua visione unitaria dellarte, tuttacontemporanea, perch con gliocchi di oggi che si rilegge lartedi ieri.Esposizione Universale Lartealla prova del tempo.Bergamo, Galleria darte modernae contemporanea, via San Toma-so 53 orario: marted-domenica10/19, gioved 11/22. Fino al 26luglio.

    A sei anni dalla morte di EnricoBaj, la sua produzione artisticanon cessa di riservare sorprese e

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    nuovi filoni dindagine. Non solo ledonne fiume, i monumenti idrauli-ci, le dame, i generali, a molti gifamiliari, ma anche i mobili anima-

    ti, in linea con lineludibile tenden-za allantropomorfizzazione del-lartista milanese. Un libro, a curadi Germano Celant, edito da Ski-ra, e una mostra alla FondazioneMarconi propongono questo ver-sante della feconda produzioneartistica del padre del MovimentoNucleare e della Patafisica Medio-lanense. Sono una cinquantina leopere eseguite agli inizi degli anni60, presentate in collaborazionecon lArchivio Baj. Alla base, lideatipicamente surrealista e venatadironia che qualsiasi cosa possatrasformarsi in altro. Ecco, dun-que, come gi stato per i perso-naggi, una serie di mobili bizzarrima anche eleganti, confezionaticon ovatta pressata e applicata acollagesul fondo di stoffa da tap-pezzeria, su cui Baj sistemavacornici, pomelli, passamanerie efregi di serrature a evocarne i trat-ti somatici; via via il mobile si pre-cisa, si fa di legno grazie a foglidimpiallacciature opportunamen-

    te impreziositi e si avvia a esibirela sua natura Kitsch.Enrico Baj. Mobili animati.Fondazione Marconi, via Tadino

    15 - orario: marted-sabato10.30/12.30 e 15.30/19. Fino al24 luglio.

    I suoi celebri Bleuhanno addirittu-ra richiesto una tonalit di blucreata ad hoc, che porta atuttoggi il suo nome (InternationalKlein Blue). Laspirazione alla pu-rezza e allassoluto hanno con-traddistinto lintera e brevissimavicenda creativa di Yves Klein,suggerendo pi di unaffinit conPiero Manzoni, e non soltantoperch sono morti, quasi coeta-nei, a un anno di distanza lunodallaltro: nel 62, a Parigi, iltrentaquattrenne Klein; nel 63, aMilano, Manzoni appena ventino-venne. A Yves Klein, capofila delNouveau Ralisme, sebbene nesia uscito un anno dopo la fonda-zione e antesignano della pitturamonocroma, dedicata unampiaretrospettiva che oltre a presenta-re un centinaio di opere del mae-

    stro francese, provenientidallArchivio Yves Klein di Parigi eda collezioni internazionali, affian-ca loro, nelle piazze e nei giardini

    della citt, una selezione di scul-ture metalliche della moglieRotraut Uecker che con Kleincondivise anche la vocazioneartistica e immaginifica. Sui trepiani del museo, le opere di Kleinsono presentate per nuclei tema-tici: i Monochrome realizzati conpigmenti puri fino ad arrivare alsolo blu, alternato con loro in fo-glia; i quadri realizzati con il fuocoa contatto diretto con la tela; leAnthropomtrie, tele su cui sonoimpressi i corpi delle modelle co-sparse di colore dallartista duran-te veri e propri happening; e an-cora i Relief plantaire, le Sculp-ture ponge, insieme a filmati efotografie a documentarne le a-zioni, mentre un ricco apparatodocumentario permetter di se-guire le tappe del percorso artisti-co e personale di Klein.Yves Klein & RotrautLugano, Museo dArte, Riva Cac-cia 5 orario: marted-domenica10/18, luned chiuso (tranne il 1e29 giugno). Fino al 13 settembre.

    MUSICA

    Questa rubrica curata da Paolo Viola

    MELOLOGHI ALLA MILANESIANA

    I melologhi, dice la Garzantina,sono testi letterari recitati su unaccompagnamento musicale che licommenta e dice anche che na-scono verso la fine del 700 e chenell800 vennero utilizzati in a lcuneopere teatrali (come Mozart in Zai-de e Beethoven nel Fidelio); in re-alt in tempi pi recenti li ritrovia-mo in almeno tre esempi celeber-rimi come Pierino e il Lupo diProkofev, Histoire du soldat di

    Strawinskij e il Babar di Poulenc,

    per non parlare di quella Faadedi Walton del 1923, per voce reci-tante e orchestra su testi di Sitwell,che non si pu ascoltare senzaprovare grande emozione ed ecci-tazione.

    Laltra sera al teatro Dal Verme, inuno di quegli straordinari incontriche Elisabetta Sgarbi ci regalacon la sua Milanesiana serate diletteratura e musica di grande in-

    telligenza, di inediti, coraggiosi e

    intriganti intrecci darte e di spetta-colo per un pubblico colto e raffi-nato, o quantomeno attento e cu-rioso il melologo riapparso inuna particolare luce e grandezza,quella del romanticismo tedesco,dovuta essenzialmente alla produ-zione musicale - poca e poco co-nosciuta - di Schumann, Listz eRichard Strauss.

    Eseguire un melologo una im-

    presa ardua per due motivi: innan-

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    zitutto per il pubblico, in quantonon si sa se lopera debba essererivolta a chi si interessa di poesia,letteratura, teatro, recitazione, ov-

    vero a un pubblico di melomani emusicofili da concerto; sono ascol-tatori molto diversi tra loro, nonsempre interessati luno al campodellaltro, e non a caso questo e-vento stato possibile nellambitodella Milanesiana che ha propriolobiettivo e lindubbio merito di fa-re incontrare mondi, arti e culturediverse.

    Ma anche perch molto difficilefar lavorare insieme attori dram-matici e musicisti, che normalmen-te non hanno alcuna specifica pre-parazione - i primi in campo musi-cale e gli altri in quello della recita-zione - che hanno ritmi, intonazio-ni, temperamenti molto diversi, eche tuttavia nellesecuzione delmelologo devono fondersi perfet-tamente per esprimere la stessacosa nello stesso modo, provare ecreare le stesse emozioni.

    Questo miracolo avvenuto mer-coled scorso quando dopo gliinterventi poetici e letterari di FleurJaeggy, Charles Simic e Predrag

    Matvejevic (che meraviglia equanta poesia nella lettura dellasua storia Il pane dei marinai!) Anna Bonaiuto e Michele Cam-

    panella hanno eseguito un pro-gramma di melologhi romantici daloro intitolato Storie di apparizioni,spettri e fantasmi, per una voce eun pianoforte, e che ha tenuto ilpubblico con il fiato sospeso peroltre unora.

    Michele Campanella un piani-sta straordinario ma special-mente in questo caso non tan-to il pianista a rivelarsi quanto ilmusicista a tutto tondo; la sua ca-pacit di adeguarsi al ritmo dellarecitazione, di chiedere ed ottene-re dalla voce umana intonazionicoerenti con quelle del pianoforte,di utilizzare le libert offerte dallascrittura musicale per metterle alservizio del testo recitato, tuttoquesto mentre deve essere con-centrato sulla interpretazione mu-sicale e le sue mani non possonoe non devono tradire lautore, tut-to ci sembra un miracolo e ci sichiede come sia stato possibile.

    Ma se da anni si sa che Campa-nella un grande e vero musici-

    sta (a proposito, perch cospoco presente nelle sale milanesimentre suona in tutto il mondo?qualche assonanza con la storia

    di Claudio Abbado? che succedea Milano?), abbiamo gridato almiracolo ascoltando quella bra-vissima attrice di teatro e di cine-ma che Anna Bonaiuto recitareliriche e poemi provenienti dallaGermania ottocentesca (che cer-tamente non fanno parte del suorepertorio, tendente piuttosto alnapoletano moderno) in perfettasintonia con il pianoforte, il chevuol dire affrettando, rallentando,alzando ed abbassando i toni,dando la giusta coloritura alla vo-ce, facendola diventare strumentosenza usare il canto.

    Uno spettacolo indimenticabile,che meriterebbe tante repliche etanto pubblico, soprattutto do-vrebbe essere portato in giro perlItalia per sprovincializzare i pro-grammi dei nostri concerti, spessoripetitivi ed inclini a raccontarequello che gi si sa a chi ha perso

    se mai lavesse avuto il gustodellesplorazione e della scoperta.

    30 giugno

    CINEMA & TV

    Questa rubrica curata da Simone Mancuso

    Transformers La vendetta delcaduto di Michael Bay

    Ottimo lavoro produttivo perquesto sequel che per daqualsiasi altro aspetto lo si guardi,non si esime dalla maledizionedei secondi. Iniziamo dallasceneggiatura. La cosa che saltaallocchio lincapacit di legare,gli aspetti che mettono in risalto irobot con le scene che riguardanogli umani. Come se ci fosserostorie parallele che debbanoconvivere per forza. Inoltre, nelprimo film, tra i soggettistipartecipava John Rogers, gi

    soggettista di Catwoman, il

    quale stato escluso in questo.Mentre viene aggiunto, tra i

    sceneggiatori, Ehren Krugen,scelta molto pi versatile. Che siaquesto uno dei motivi? Tra laltrodalla sceneggiatura viene fuorilincapacit di scrivere una parte,per la bellissima attira massemaschili Megan Fox, capace difarla recitare invece di darle dellepose. La maggior parte delleinquadrature e scene di MeganFox sono delle foto legate al suoaspetto fisico, basta considerarela prima scena in cui appare.Peccato, perch a mio avviso nel

    primo film aveva dimostrato una

    recitazione allaltezza dellaproduzione, che ovviamente deve

    comprendere questo genere dicose, ma non limitarsi solo aquelle.La regia e la fotografia sono,come nel precedente,esattamente il clich che ci siaspetta per un polpettonecommerciale senza grossepretese, se non quelle finoraelencate.Il montaggio, forse, lunica cosache si salva oltre alla produzione,visto che in questi film comunque una delle parti fondamentali, e

    gli si presta sempre molta

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    attenzione. Non a caso vieneaffidato a quattro dei pi famosi ecapaci montatori della Hollywoodche fa i soldi.

    Se poi, come ultimaconsiderazione, prendiamo il fattoche dura due ore e mezzaBeh,diventa un po complicato seguirlo.Per rientra sicuramente tra queifilm che bisogna vedere solo alcinema, e se siete alla ricerca diun ottimo livello di effetti speciali,il tutto con una spruzzatina diazione qui e curve mozzafiato l,insomma di puro intrattenimento,allora il film per voi.I love Radio Rock di RichardCurtisSe fossi un produttore di unamajor hollywoodiana avreiacquistato i diritti prima delluscita

    TerminatorSalvation di Mcg

    Se si potesse, descrivere il filmsoltanto con le musiche di DannyElfman, mettendo sotto il titolo unfile mp3 con lincalzante tema lofarei. Questo a mio avviso

    basterebbe a descrivere lapotenza di questo film, che arrivaallo spettatore come londa durtodi una bomba atomica,

    supportando con la musica scenecome il ritorno di un T-600(il primoTerminator, per intenderci, ilgovernatore della California)completamente fatto al computer,primo stile(vedi Conan il barbaro),come mostro finale. Terminatorsche, forse giustamente, rubano lascena al protagonista Connor,interpretato magnificamente daBale, come il T-800, lultimainvezione delle macchine con unaparte sostanziale umana, e loscheletro robotico, con lo scopodinfiltrarsi nella resistenza. Questielementi denotano lattenzione daparte dei soggettisti, tra cuilonnipresente James Cameron,per lo sviluppo di una storia maiche versi sul banale, ma che anzi,cerchi unevoluzione proprio comei suoi personaggi. Elemento,questo, ricorrente in tutti i filmdella saga, che a mio avviso una delle poche a mantenere lostesso livello qualitativo in quasi

    tutti i suoi cloni. Il motivo, forse, dovuto allattenzione verso lacrew che collabora con i variregisti, mantenendo nei ruoli piu

    determinanti, gli stessi operatori.Come gi detto per le musiche,ma anche nel montaggio, ilmontatore di James Cameron,Conrad Buff, o lo stessoCameron, messosi da parte comeregista per dedicarsi alsoggetto(forse era meglio che lodirigesse lui questo episodio).Insomma, stessa troupe stessosuccesso, un film chedecisamente non delude leaspettative, ne dei fans dellasaga, ne degli altri spettatori eche anzi crea gi lattesa per ilprossimo episodio, Terminator 5,attualmente in sviluppo e chedovrebbe esser pronto per il2011.Se dovessi trovare una pecca, secos si pu dire,di questo film sicuramente la regia, improntatapiu sugli spot e i music videosche sul cinema. Ma questo,si sa, un altro discorso(mp3)

    TEATRO

    Questa rubrica curata da Maria Laura Bianchi

    INCANTI E DISINCANTI FESTI-VAL

    Gioved 2 luglio I Cortile di VillaRealeOre 19.00UTOPIE MIGRANTIPerformance/installazione dal vivocon 40 attori e 40 leggii

    Testi da: Tommaso Campanella,E. M. Cioran, Michel Foucault,Charles Fourier, Karl Mann-heim, Thomas More, WalterPagliarani, Pericle, Platone, Wil-liam Shakespeare, Oscar WildeMessa in spazio Valentina Co-lorniCollaborazione alle ricerche te-stuali Marco CccavoDirettore dorchestra: Massimi-

    liano Finazzer Flory

    Nellattuale contesto storico non

    sembra esserci pi spazio alcuno

    per le utopie; eppure, le sfideallinizio del terzo millennio, sonoaltissime: il mondo contempora-neo offre scenari inquietanti e cichiede di attivare le dinamichemigliori delle nostre comunit pergarantirci squarci di speranza epassione tali da mantenere vivalaspirazione a un mondo pi u-

    mano, pi giusto.E, se obiettivamente difficile ri-disegnare linee su cui proiettarelutopia possibile, ridefinire i con-cetti di uomo e cittadino, di umani-t e societ, di uguaglianza e di-versit, di stato sociale e solida-riet, un tentativo che dovrem-mo fare.

    Fino a sabato 4 luglio (1 luglio -riposo) I PACOre 21.30

    ROMOLUS/CORRECT POLITI-CALLY SHOWProduzione del FestivalRegia di Andrei FeraruAllestimento scenico di PatriciaFeraruin collaborazione con gli allievidellAccademia di Belle Arti diBrera

    Testi di Lia Bugnar, Stefan Peca(autori rumeni)e Massimo Bava-stro, Ana Candida de CarvalhoCarniero, Silvana Grasso, KatiaIppaso, Sara Pessina (autori ita-liani)Brani tratti da Anestesia locale diGnther GrassChef dramaturg Tatiana OlearAssistente alla regia Sara Pessi-naContributi video di Andrea Fan-tasiaCon Nicola Ciammarughi, Paolo

    Cosenza, Rufin Doh, Sara Fe-

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    noglio, Maria Concetta Grava-gno, Adrian Nicolae, GualtieroScola, Paolo Tarozzi Verbini,Emanuela Villagrossi, Tatiana

    WintelerUno spettacolo in italiano, rom,rumeno, inglese Il 1 novembre 2007, GiovannaReggiani, 47 anni, viene aggreditae uccisa da Nicolae Romulus Mai-lat, 24 anni, gitano rumeno abitan-te a Roma. Lantefatto di crona-ca non tuttavia il soggetto veroe proprio dello spettacolo; neprende spunto per seguire il mo-saico delle reazioni alla vicenda eprova a rivelare laspetto dramma-tico dellescalation irrazionale, apartire dallalzata di toni dei mediatelevisivi. Introduce, inoltre, unariflessione sul senso identitariodei cittadini italiani, degli stranieriresidenti da pi o meno tempo epi o meno assimilati, degli ultimiarrivati, dei rom nomadi, non perforza anti-stanzialima pi sempli-cemente non-stanziali (differenti,altri, nomadi). Ci che essenzia-le la verit delle posizioni di o-gnuno: tutti hanno, da un certopunto di vista, ragione e non cnessuna risposta a questo circolo

    vizioso.Un piccolo colpo di scena dentrola scena racconta il mito di Ro-molo e Remo, linizio della legge ele regole della stanzialit: la vio-lenza dell uomo stanziale controil nomade.Il Romolodel fatto reale diventa ilRemo del mito, laggressore di-viene aggredito.

    Marted 30 giugno, venerd 3 esabato 4 luglio I PACOre 20.00

    VERBA VOLANT / PROFEZIECIVILI DI UN ANTICONFORMI-STAProduzione Quellicherestano incollaborazione con il FestivalTesti di Goffredo PariseAdattamento e regia di FabrizioParentiCon Carla ChiarelliMusiche composte ed eseguite daPiero SalvatoriScenografia di Silvia ManzoniCostumi di Giusy Gandolfo

    Produzione: Associazione Cul-turale QUELLICHERESTANO

    Verba Volant raccoglie la corri-spondenza di Goffredo Parise coni lettori pubblicata sul "Corrieredella sera" fra il 1974 e il 1975;cui si aggiunge Benessere bor-ghesia, un racconto apparso su