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144 I VANITY FAIR I 28.03.2012 Fino a 7 anni fa non aveva figli, abitava in Spagna e non conosceva una parola d’inglese. Adesso tutto è cambiato per lei. Vive e fa carriera a Hollywood (ma anche in Italia: la stiamo per rivedere in Tv nei panni della Maddalena), e intanto anche la famiglia cresce. Non crediate però che sia finita qui Paz Vega, 36 anni, il 1° e 2 aprile sarà su Raiuno nella miniserie Maria di Nazaret. L’attrice doppia anche il personaggio di Carmen nel cartoon Madagascar 3, al prossimo Festival di Cannes. DI PAOLA JACOBBI FOTO WARWICK SAINT VANITY Y Tu mAmÁ TAmbIéN Paz Vega non c’è senza

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Fino a 7 anni fa non aveva figli, abitava in Spagna e non conosceva una parola d’inglese. Adesso tutto è cambiato per lei. Vive e fa carriera a Hollywood (ma anche in Italia: la stiamo per rivedere in Tv nei panni della Maddalena), e intanto anche la famiglia cresce. Non crediate però che sia finita qui

Paz Vega, 36 anni, il 1° e 2 aprile sarà su Raiuno nella miniserie Maria di Nazaret. L’attrice doppia anche il personaggio di Carmen nel cartoon Madagascar 3, al prossimo Festival di Cannes.

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S ette anni fa, Paz Vega fece un provino per il film di James L. Brooks Spanglish. Spedì un vi-deo dalla Spagna a Los Angeles, con le battu-te imparate a memoria

in inglese, lingua di cui non conosceva nemmeno una parola. Piacque al regi-sta, che la convocò. Paz prese un aereo per incontrarlo, era la prima volta che metteva piede in California. Passò cin-que ore in uno studio di Hollywood a ripetere le battute del copione senza capire nulla di quello che le dicevano Brooks e gli altri.«Era come essere circondata da un plo-tone di marziani», racconta nel bar Le Pain Quotidien di West Hollywood, un posticino a pochi passi da quella che adesso è casa sua. Paz, nata a Siviglia da una famiglia di toreri, ordina il caffè in un inglese perfetto, appena sporcato dal suo accento. Ormai ha scelto di abi-tare a Los Angeles con tutta la famiglia: il marito Orson, che le fa da manager, e i loro tre bambini: Orson Jr, che ha qua-si 5 anni, Ava, 2, e Lenon, 1. L’accento fa sempre comodo: infatti Paz ha appe-na dato la voce a un personaggio di spa-gnola di Madagascar 3: Europe’s Most Wanted, il cartoon che verrà presentato al prossimo Festival di Cannes. Espatriata e felice, si allontana solo quando ha lavoro all’estero, come è ca-pitato per la lavorazione di Maria di Na-zaret, miniserie per Rai uno, girata in Tu-nisia, in onda il 1° e il 2 aprile, e in cui lei interpreta Maria Maddalena. Paz è vivace e chiacchierona, da pas-sarci un pomeriggio intero. A un certo punto dell’incontro s’interrompe e mi dice, con l’aria di scusarsi: «Yo hablo de-masiado! Parlo troppo! Poi ci pensa lei a metterlo giù in bella, vero?». Il sogno di ogni intervistatore.

È per la carriera che ha deciso di trasfe-rirsi stabilmente in America?«No, l’ho fatto per i bambini. Il clima, lo stile di vita, le scuole: qui tutto è più adatto a loro. E loro sono la priorità».Lei è molto giovane e ha già tre figli. «Non sono così giovane! Ho 36 anni, in altre epoche sarei anzianotta».Ha sempre avuto in mente di metter su una famiglia numerosa?«Mai, prima di incontrare mio marito, 12 anni fa. Fino a quel momento, la pa-

«ho 36 anni, in altre epoche sarei considerata

anzianotta»

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to dalla bontà dell’uomo, ma non vado a messa, nonostante provenga da una famiglia praticante e abbia frequentato una scuola religiosa fino ai 18 anni». Si è sposata in chiesa?«No. E non ho nemmeno battezzato i miei figli. Preferisco che decidano loro quando farlo, da grandi, come del resto avviene in una bellissima scena di Ma-ria di Nazaret che ho girato. Alle origi-ni, il battesimo era il rito che sanciva la scelta di una persona adulta di entrare in una comunità che condivide gli stes-si valori religiosi. Non credo che un neo-nato possa avere una simile consapevo-lezza. Però mi sento pronta a risponde-re alle loro domande, quando me ne fa-ranno: chi è Dio, chi è Gesù, che cosa si-gnifica essere cattolico».Che cosa significa lavorare con suo marito?«Mi conosce bene, dice che mi cono-sce meglio di quanto io conosca me stessa. Non so se sia vero, ma per me è un grande sollievo sapere che ci sono molte cose di cui non mi devo preoc-cupare, che i momenti sgradevoli, per esempio nelle trattative, se li sbriga lui. Io leggo i copioni, vado ai provini, sul set con questa tranquillità di avere una persona di fiducia che è sempre dalla mia parte».Non tutti gli uomini amano fare il prin-cipe consorte.«A Orson è sempre piaciuto stare dietro le quinte. È la sua dimensione, mentre io amo i riflettori, altrimenti non avrei fatto l’attrice. Insomma, ci completia-mo. Non potrei chiedere di più. Maga-ri un quarto figlio, ecco».

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«non ho battezzato i miei figli: decideranno

loro, da grandi»

rola “figli” per me era sinonimo di per-dita di libertà, di intralcio. Ero un’at-trice agli inizi, le cose cominciavano ad andare bene (Lucía y el sexo, il film che l’ha lanciata, è del 2001, ndr), ma il giorno dopo aver conosciuto Orson ho pensato: “Quest’uomo sarà il padre dei miei figli”. Credo che succeda a tutte noi quando abbiamo la fortuna di tro-vare l’uomo della vita. Per un po’ ci sia-mo goduti l’amore, i viaggi, abbiamo costruito la nostra coppia, finché abbia-mo sentito – in perfetta sintonia – che era arrivato il momento di agire».Un «momento» subito ripetuto.«La gravidanza è stata meravigliosa e ci siamo resi conto che la nostra casa si era riempita di una luce nuova, al punto che ci siamo chiesti come avessimo fat-to a stare soli per tanti anni. Così è arri-vata la bambina. Il terzo, a dir la verità, non era programmato così presto, ma siamo felicissimi che si sia imbucato al-la festa. E non sarà l’ultimo, spero».Una tribù modello Angelina Jolie? «Più figli hai, più ti dimentichi di te stes-so. Non che io abbia qualche problema da dimenticare, ma da quando ci sono loro vivo meglio: occupandomene, so-no una persona migliore. Prima, ero tutta “io, io, io”. Il mio lavoro era mol-to importante, anche troppo».È soddisfatta dei risultati che ha ottenu-to come attrice?«Non mi pongo mai la domanda: ho scelto la famiglia. Sono soddisfatta del-la mia vita, riesco a campare del mio lavoro e sto attenta a cogliere quelle che mi sembrano buone opportunità. Ma non ho obiettivi stellari, mi va be-ne quello che ho».Noi ci siamo conosciute cinque anni fa, in Bulgaria, dove stava girando La mas-seria delle allodole con i fratelli Taviani. Adesso è meno ambiziosa di allora? «Sì. Relativizzo tutto. Un provino an-dato male non è la fine del mondo. Un film pazzesco che però ti porta a stare troppo tempo lontano da casa diventa solo un film che non farai, non la gran-de occasione perduta».

Molte attrici portano i figli sul set.«Non è sempre la soluzione ideale. I bambini hanno bisogno di routine e certezze. Preferisco evitare di sbatter-li tra aerei, alberghi, case in affitto, ta-te sempre diverse. Se questo significa rinunciare a qualcosa per me, va be-ne così».I bambini sanno che mamma fa l’attrice?«No. Quando mi vedono truccata e con i tacchi, dico: “Faccio una foto e tor-no”. È così. Ieri sera c’è stato un even-to con red carpet. Sono andata, mi sono fatta fare le foto e poco dopo ero a casa. Il più grande ha partecipato a uno spot in Spagna con me, si è divertito, ma non è rimasto particolarmente colpito».A proposito di Spagna. Qualche mese fa, lei ha posato coperta solo di un ve-lo di pizzo nero per un calendario. Le foto erano state scattate in una chiesa di Siviglia, il che ha scatenato un po’ di polemiche. «Non capisco perché. In quelle imma-gini, a parte che non si vede nulla, so-no ripresa nell’atto di pregare. Non c’è niente di blasfemo o scandaloso. Trovo assurdo che nel 2012 un corpo seminu-do faccia ancora rumore. Capisco che in Spagna ci siano molti credenti e li ri-spetto, ma quel calendario era solo per il mercato tedesco, quante storie!».Lei non è credente?«Lo sono nel senso che credo in Dio, soprattutto nel Dio che è rappresenta-

In Maria di Nazaret, Paz Vega è Maria Maddalena, accanto al gesù interpretato (sopra, a sinistra) dal tedesco Andreas Pietschmann, 43 anni.

La miniserie è diretta (sopra, a destra) da giacomo Campiotti, 54.

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