AUTOCONTROLLO ED EDUCAZIONE DEL PAZIENTE DIABETICO Prof. Mirella Cilli.
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Quinto seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici
Pavia 16 dicembre 2005
Riassunti dei contributi
ANMS ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEI
MUSEI SCIENTIFICI ORTI BOTANICI GIARDINI ZOOLOGICI ED ACQUARI
S t o r i a N a t u r a l e
Uftverata jeg Studi
MUSEO DI STORIA NATURALE UNIVERSITAgrave FIRENZE
museale di ateneo
UNIVERSITAgrave DEGLI STUDI DI PAVIA SISTEMA MUSEALE DATENEO MUSEO DI STORIA NATURALE
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici
Pavia - 16 dicembre 2005 (Palazzo Botta Aula Maffo Vialli)
PROGRAMMA
Ore 1000 Apertura dei lavori Saluto delle Autoritagrave
Ore 1030 Introduzione del Presidente dellANMS Giacomo Giacobini
Ore 1045 Da cose a Beni Culturali la conservazione dei reperti naturalistici alla luce delle recenti normative Fausto Barbagli
Ore 1125 Musealizzazione di mammiferi marini spiaggiati nei litorali della Toscana meridionale Andrea Benocci amp Fabrizio Cancelli
Ore 1205 Raccolta conservazione e gestione dei campioni negli erbari lichenologici Stefano Martellos
Ore 1245 Pranzo a buffet
Ore 1430 La conservazione delle collezioni geopaleontologiche considerazioni generali e il caso particolare dei fossili piritizzati
Letizia Del Favero Mariagabriella Fornasiero amp Michele Maritan
S E S S I O N E LIBERA
Ore 1510 Ricerca di uno standard di conservazione per le foglie fossili della Formazione di Piagravenico (Pleistocene Medio-Prealpi Lombarde) Barbara Leidi amp Franco Valoti
Ore 1530 Preparazione e conservazione di materiale paleontologico i reperti di Ursus spelaeus Federico Confortini Matteo Malzanni amp Anna Paganoni
Ore 1550 II trattamento conservativo delle pelli di uccelli tramite concia e fissaggio di Eulan Maurizio Gattabria
Ore 1610 Gestione delle collezioni microteriologiche
Stefano Mazzetti
Ore 1630 Discussione generale e dibattito
Ore 1800 Chiusura dei lavori
Enti organizzatori S i s t e m a M u s e a l e di A teneo d e l l U n i v e r s i t agrave di Pavia Sez ione M u s e o di Stor ia N a t u r a l e A s s o c i a z i o n e Naz iona l e dei Muse i sc ient i f ic i Or t i bo tan ic i Giard in i z o o l o g i c i ed A c q u a r i Museo di Storia Naturale del l Univers i tagrave di Firenze Comitato organizzatore F a u s t o Barbag l i G i a c o m o Giacob in i Stefano Mare t t i Edoa rdo Razze t t i C l e m e n t i n a Rova t i Coordinamento scientifico F a u s t o Barbag l i Hanno contribuito D i p a r t i m e n t o di Biologia A n ima le d e l l U n i v e r s i t agrave di Pavia C o m u n e di Pav ia A z i e n d a di P r o m o z i o n e Tur i s t i ca del Pavese Ringraziamenti S i a m o grat i per il p rez ioso loro a iu to a E l i sabe t t a Be rnuzz i Let iz ia B r u n o Cr i s t ina Ci l l i M o n i c a L u c c i n i G ianca r l a Male rba V i t t o r io M o n a s t e r o l o Giuseppe Sangu in i
1
Riassunti delle comunicazioni
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Da cose a Beni Culturali la conservazione dei reperti naturalistici alla luce delle recenti normative
FAUSTO BARBAGLI
Museo di Storia Naturale dellUniversitagrave Se Zoologica La Specola Via Romana 17 50125mdash Firenze
fausto barbagliunijiit
Negli ultimi anni si egrave assistito allentrata in vigore di normative che nel settore naturalistico
hanno affermato il significato culturale dei reperti e piugrave in generale hanno portato al
riconoscimento del Museo quale Istituto
Questi importanti cambiamenti investono significativamente anche gli aspetti conservativi delle
collezioni naturalistiche
Il nuovo Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio con gli articoli 10 11 e Allegato A ha
riconosciuto il valore di Beni Culturali anche ai reperti naturalistici appartenenti a istituzioni
pubbliche
Lo stesso Codice stabilisce tra laltro particolari norme anche per la conservazione il restauro
e altre delle comuni operazioni di gestione delle collezioni Ciograve di conseguenza richiede un
aggiornamento di alcune delle procedure di chi opera nella gestione delle collezioni
naturalistiche
Importanti indicazioni sulla cura e sulla gestione del materiale naturalistico si trovano anche
nellambito VI dellAtto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di
funzionamento e sviluppo dei musei (art 150 comma 6 dL n 1121998)
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Musealizzazione di mammiferi marini spiaggiati nei litorali della Toscana meridionale
ANDREA BENOCCI amp FABRIZIO CANCELLI
Museo di Storia Naturale dellAccademia dei Fisiocritici di Siena Segone Zoologica - Fialetta Silvio Gigli 2-53100 Siena
fisiocriticiunisi it
La Sezione Zoologica del Museo di Storia Naturale dellAccademia dei Fisiocritici conduce da
oltre 30 anni attivitagrave legate al recupero e alla musealizzazione di cetacei spiaggiati nella Toscana
meridionale finalizzate ad incrementare le collezioni osteologiche del museo e a raccogliere
reperti da utilizzare a scopo didattico-scientifico
A partire dal 1970 con il contributo di Baccio Baccetti (tuttoggi Sovrintendente della Sezione
Zoologica) il museo riprese le attivitagrave di raccolta di reperti dopo un lungo periodo di stasi e nel
1974 fu recuperato il primo mammifero marino Nel 1985 con ladesione al programma
nazionale del Centro Studi Cetacei iniziograve una regolare attivitagrave di recupero di esemplari
spiaggiati ad opera di Fabrizio Cancelli e di alcuni collaboratori esterni (Nicola Baccetti
Tommaso Renieri e dal 2004 Andrea Benocci) Complessivamente dal 1974 ad oggi sono stati
recuperati 92 esemplari appartenenti a 9 specie diverse
Gli interventi comprendono varie fasi dalla segnalazione dello spiaggiamento allinclusione dei
campioni nelle collezioni Prima del recupero si raccolgono le informazioni necessarie dalle
autoritagrave locali durante il successivo sopralluogo in base alle dimensioni dellesemplare si
decide se trasportarlo subito in laboratorio o se operare la dissezione in loco il trasporto viene
poi di norma effettuato con macchine private
Con le informazioni raccolte si compilano le apposite schede fornite dal CSC si realizza anche
una documentazione fotografica Successivamente il corpo dellanimale viene suddiviso in vari
tronconi separando le singole componenti scheletriche Ogni troncone dopo una prima
operazione di scarnificazione viene inserito in buste di fibra artificiale Nel frattempo si
effettuano prelievi di organi e tessuti (per analisi genetiche ed ecotossicologiche) e si cercano
parassiti e elementi che possano indicare le cause del decesso Le singole parti anatomiche
vengono poi inserite in bidoni dacqua calda per accelerare la macerazione della carne dopo
circa 30 giorni le ossa sono giagrave completamente scarnificate I denti nel frattempo rimossi dalle
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperu naturalistici Pavia 16XII2005
arcate vengono puliti separatamente e incollati su fogli di carta mantenendone la disposizione
originaria
Le ossa a macerazione avvenuta vengono tolte dai bidoni e lasciate asciugare Quando tutte le
componenti sono asciutte vengono inserite in buste di plastica allinterno di scatoloni di cartone
insieme alle relative schede Questi preparati vengono poi conservati in deposito a scopi
didattici e di ricerca (non montati per mancanza di spazi espositivi) Solo in pochi casi i cetacei
recuperati sono andati ad arricchire le collezioni esposte
Fino al 01062005 gli esemplari raccolti venivano processati nel vecchio laboratorio o nel
cortile dellaccademia in spazi angusti e non attrezzati A partire da allora invece
linaugurazione di un nuovo laboratorio di tassidermia appositamente attrezzato ha agevolato la
loro preparazione Limportanza del lavoro svolto in questi anni ha infatti ottenuto un
riconoscimento il Presidente dellAccademia dei Fisiocritici Sara Ferri ha premiato limpegno
della Sezione Zoologica concedendo un nuovo spazio attrezzato idoneo alle attivitagrave da svolgere
nel corso di questi interventi oggi egrave quindi possibile lavorare in condizioni ottimali senza
interferire con le ordinarie attivitagrave dellAccademia
(V bullW ltbullraquoraquo
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Preparazione e conservazione di materiale paleontologico i reperti di Ursus spelaeus
FEDERICO CONFORTINI MATTEO MALZANNI amp ANNA PAGANONI
Museo Civico di Sciente Naturali E Caffi di Bergamo - Istituto di Geologia e Paleontologia Piatta Cittadella 10 - 24129 Bergamo mdash email museogeocomunebgit
Il contributo vuol evidenziare alcuni problemi che si sono incontrati durante la preparazione ed
il restauro per la conservazione di reperti ossei fossili recuperati nel corso di scavi in grotta
allinterno di sedimenti saturi dacqua
La grotta di Tri Fradegravei (Lo BG3748) situata a 1200 m di quota sul versante meridionale del
Pizzo di Menna in Comune di Oltre il Colle (BG) contiene un deposito costituito da livelli di
sabbie limose e brecce a clasti carbonatici da centimetrici a decimetrici con allinterno numerosi
resti scheletrici non in connessione anatomica
Il Museo Civico di Scienze Naturali di Bergamo su concessione ministeriale ha realizzato dal
1989 al 1997 una serie di campagne di scavo Le ricerche che hanno riguardato solo il 50 del
deposito lasciandone intatta la parte restante per approfondimenti futuri hanno coinvolto una
superficie di 24 metri quadri per una profonditagrave massima di 2 metri
Il giacimento paleontologico egrave costituito per il 98 da reperti appartenenti Ursus spelaeus
riferibili a oltre 150 individui rappresentati prevalentemente da femmine adulte e giovani in ogni
fascia di etagrave (dal feto a tre anni) mentre raramente si incontrano resti di marmotta volpe e
micromammiferi Sporadici ma significativi i rinvenimenti di alcuni strumenti litici e microlitici
in selce e manufatti in osso
Nel corso dello scavo stratigrafico durante le operazioni di recupero dei macroresti riconosciuti
in situ si egrave svolta contemporaneamente anche la raccolta del sedimento asportato che in sacchi
siglati e sigillati veniva successivamente lavato e setacciato parte in loco e parte in museo per il
recupero dei resti minuti come frammenti ossei denti semi etc
Il trasporto dei fossili fino al laboratorio egrave avvenuto previo opportuni rinforzi ed imballaggi con
involucri in polietilene cosigrave da mantenere le condizioni di idratazione originali ed evitare
traumi
Nei nostri laboratori la preparazione dei macroresti egrave avvenuta in piugrave fasi registrate su apposita
scheda di intervento seguendo le procedure di seguito elencate
bull pulizia dei reperti dalla matrice inglobante e relativa sua vagliatura
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
bull disidratazione controllata dei reperti effettuata contemporaneamente ad un loro
consolidamento tramite prodotti reversibili quali resine acriliche e soluzioni viniliche
bull eventuale unione delle parti mancanti rinvenute nel corso della vagliatura e nel materiale di
setaccia tura
bull periodico controllo del lavoro con verifica della stabilizzazione ed eventuale operazione di
interventi conservativi
In questa esposizione vengono presentati alcuni esempi esplicativi delle tipologie dintervento
bull S13771805 - Cranio di adulto (recupero disimballo pulizia disidratazione e
consolidamento)
bull S13771980 - Cranio di giovane (restauro ed assemblaggio)
bull S13772423 - Canino di adulto (restauro)
bull S 1377157 - Mandibola di adulto (restauro riproduzione e predisposizione per
lesposizione)
r+i
r r^m
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
La conservazione delle collezioni geopaleontologiche considerazioni generali e il caso particolare dei fossili piritizzati
LETIZIA DEL FA VERO MARLGABRIELLA FORNASIERO amp MICHELE iexclLARITAN
Museo di Geologia e Paleontologia Universitagrave degli Studi di Padova - Via Giotto 1 mdash 35137 Padova
museopalgeol unipd it
Per conservazione preventiva intendiamo linsieme di procedureprotocolli che prevedono
perlopiugrave interventi indiretti sui reperti volti a prolungarne la durata mantenendone stabili nel
tempo le condizioni Ciograve si attua bloccando evitando o minimizzando i potenziali agenti di
deterioramento Fanno pertanto parte della conservazione preventiva il controllo del
microclima (temperatura e umiditagrave relativa) il controllo dellilluminazione e dellirradiazione in
genere quello degli agenti inquinanti degli shock meccanici e cosigrave via
Le linee guida della conservazione di rocce e di fossili dettate dal MIBAC (dm 2572000 e
1052001) non soddisfano appieno le esigenze delle collezioni geopaleontologiche in
particolare di quelle environmental sensitive Inoltre i documenti ministeriali non tengono
nella dovuta considerazione la sensibilitagrave alla luce di molti reperti In questi casi egrave opportuno
pertanto seguire le indicazioni fornite da altre autorevoli istituzioni che si occupano piugrave nello
specifico della conservazione del materiale geopaleontologico Tra esse si segnalano il
Geological Curation Group (UK) il Canadian Conservation Institut (Canada) e il National Park
Service (USA)
Rocce e fossili contenenti solfuri sono un tipico caso di reperti environmental sensitive Nei
fossili i solfuri piugrave comuni sono la pirite e la marcasite (Fe2S) la cui reazione di ossidazione che
si sviluppa in presenza di umiditagrave causa la produzione continua da parte del fossile di acido
solforico E un processo spesso repentino altamente distruttivo e autoalimentante che una
volta iniziato egrave irreversibile e puograve portare alla completa distruzione del reperto La principale
misura di prevenzione del degrado consiste nella conservazione dei reperti in ambiente a RH lt
30 (qualche autore suggerisce il piugrave bassa possibile altri lt 40) unita al controllo della
temperatura e delle radiazioni luminose
Nella seconda parte verranno descritti due possibili trattamenti ai quali sottoporre i fossili
piritizzati uno dei quali eseguito su mammiferi fossili del Museo di Geologia e Paleontologia
dellUniversitagrave di Padova che presentavano tracce evidenti dellossidazione di solfuri di ferro
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Si egrave proceduto a trattare i fossili con i vapori di idrossido di ammonio (ammoniaca in soluzione
acquosa al 30) allo scopo di preservarli da future alterazioni dei solfuri Questo metodo si
basa sullesposizione dei reperti a vapori di idrossido di ammonio questultimo base forte
neutralizza gli acidi prodotti dallossidazione della pirite e converte i prodotti di ossidazione in
composti piugrave stabili prevenendo il processo degradativo Una possibile e valida alternativa per
il trattamento dei fossili piritizzati egrave il metodo della chelazione del ferro mediante lutilizzo
delletanolammina tiogliocolato diluita al 5 in isopropanolo (oppure etanolo) Letanolammina
egrave una base forte che neutralizza gli acidi derivanti dallalterazione della pirite mentre il
tioglicolato agisce chelando i composti (solubili e insolubili) del ferro Questo metodo rispetto
al trattamento con i vapori di ammonio risulta piugrave facilmente controllabile e adatto anche al
trattamento di grandi fossili Per contro egrave senzaltro piugrave costoso e necessita di piugrave tempo e
perizia Inoltre poicheacute asporta i prodotti dellalterazione aumenta il rischio di cedimento dei
reperti
Dopo i trattamenti sopra descritti egrave doveroso applicare in maniera attenta le indicazioni relative
ai parametri ambientali Infatti tutti i trattamenti si rivelano inutili se in seguito non si attua un
rigido protocollo di conservazione dei reperti
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W fJ
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Quinto Seminano sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Il trattamento conservativo delle pelli di uccelli tramite concia e fissaggio di Eulan
MAURIZIO GATTABRIA
Museo civico di Zoologia Via UlisseAldrovandi 18-00197Roma
mgattabriacomuneromait
Il processo piugrave antico e semplice per prevenire la decomposizione della pelle e quindi di
conservarla egrave la disidratazione
Lestrazione dellacqua attraverso lutilizzo di agenti disseccanti blocca la decomposizione ma
lascia la pelle secca dura sensibile alle variazioni dellumiditagrave ed estremamente appetibile agli
insetti
Lutilizzo di pomate a base di sapone arsenico o borace allo scopo di ammorbidire e di
avvelenare le pelli si egrave rivelato nel corso del tempo insoddisfacente
Per ovviare a questi inconvenienti dalla fine degli anni ottanta si procede anche per le pelli di
uccelli alla concia vera seguita dal trattamento con Eulan
Nel corso degli anni sono stati testate diverse sostanze e metodi fino ad arrivare a un protocollo
da considerarsi ottimale per la preparazione degli uccelli da ostensione
Nellintervento vengono esposte criticamente le tappe significative di questo percorso
J r^J rm nj rj
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Ricerca di uno standard di conservazione per le foglie fossili della Formazione di Piagravenico (Pleistocene Medio- Prealpi Lombarde)
BARBARALEIDI amp FRANCO VALOTI
Collaboratori dellIstituto di Geologia e Paleontologia del Museo Civico di Sciente Naturali E Caffi di Bergamo Piazza Cittadella 10 - 24129 Bergamo
wwwmuseosdenebergamoit - e-mail museogeocomunebgit
Nel 2001 a Sovere (Bergamo) il Museo Civico di Scienze Naturali ECaffi ha intrapreso uno
scavo demergenza per lestrazione di un vertebrato fossile Il reperto egrave inglobato in sedimenti
lacustri attribuiti alla Formazione di Piagravenico costituiti da alternanze di silt argillosi finemente
laminati Lo scavo stratigrafico ha consentito il recupero di circa 1600 reperti fossili associati al
vertebrato semi porzioni di tronchi rami foglie insetti e denti Caratteristica comune a tutti
questi fossili egrave che la matrice rocciosa proveniente da questi depositi quaternari egrave in condizioni
di saturazione A contatto con laria labrusca disidratazione deteriora rapidamente matrice e
fossili favorendo anche lo sviluppo di muffe Gli interventi conservativi precedentemente
applicati avevano permesso solo la conservazione dei reperti piugrave resistenti in occasione di una
campagna di ricerca sistematica e vista la necessitagrave di conservare una gran mole di nuovi
reperti si egrave dovuto sviluppare una nuova modalitagrave di intervento efficace e rapida che blocchi i
veloci processi degenerativi Obiettivo principale e critico di questo processo conservativo
erano i reperti piugrave fragili le foglie La nuova tecnica conservativa sperimentata su 160 reperti di
latifoglie voleva inoltre conciliare le necessitagrave di integritagrave per lo studio dei reperti stessi
conservando il rapporto con la matrice inglobante Con procedimenti meccanici e chimici si egrave
proceduto alla pulitura delle superfici fogliari e allapplicazione di soluzioni consolidanti per la
preparazione a condizioni di umiditagrave controllata E stata eliminata meccanicamente la parte piugrave
grossolana di matrice che ricopre il reperto e per eliminare le particelle piugrave piccole ancora
attaccate al reperto senza danneggiarlo si egrave intervenuto con una blanda azione chimica
sfruttando una soluzione di acido acetico al 25 Grazie allesperienza maturata dal laboratorio
di geologia del museo e agli scambi con collaboratori e colleghi sono state messe a punto
diverse soluzioni La scelta conclusiva adottata dopo la sperimentazione egrave stata quella di
utilizzare soluzioni che consentissero una conservazione a lungo termine tramite controllo della
disidratazione I reperti sono stati collocati in casse in PVC munite di coperchio sotto il quale
viene posizionato un foglio di multiball Lo scopo di questo intervento egrave quello di limitare
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
ma non impedire il passaggio di aria fondamentale per permettere ai pezzi di asciugare molto
lentamente I reperti vengono poi adagiati allinterno delle casse con il lato sul quale cegrave il
reperto appoggiato sul fondo della cassa Questa postura permette cosigrave allacqua contenuta nel
reperto di evaporare senza che la foglia venga attraversata dallumiditagrave Unitamente il peso
stesso della matrice sul reperto agevola la presa tra lembo fogliare e matrice della sostanza
consolidante Anche se questa metodolpgia deve ancora essere testata su tempi piugrave lunghi ad
un anno dal trattamento i reperti sono risultati stabili ai controlli mensili
n+j r+s r+raquos rgts laquo^ r^s
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Raccolta conservazione e gestione dei campioni negli erbari lichenologici
STEFANO MARTELLOS
Sistema Museale dAteneo dellUniversitagrave di Trieste Dipartimento di biologia - Via Giorgieri 10-34100 Trieste
martelstuniv trieste it
La lichenologia in Italia ha avuto il suo periodo doro tra la seconda metagrave dell800 ed i primi
anni del 900 e a questo periodo risale una parte importante di tutte le raccolte lichenologiche
oggi esistenti Lo studio di questa materia e la raccolta di campioni sono riprese con una certa
intensitagrave solo dalla fine degli anni 7 0 dello scorso secolo In alcuni dei principali erbari
lichenologici italiani vi egrave quindi la necessitagrave di gestire al contempo materiale storico e moderno
I campioni raccolti negli erbari possono essere conservati in buste contenute in scatole o fissate
su fogli derbario oppure incollati ai fogli stessi Di frequente viene conservata anche parte del
substrato per limpossibilitagrave di separarlo dal campione Luso di scatole in plastica o in cartone egrave
a volte richiesto in conseguenza della fragilitagrave del substrato come avviene per molti campioni
raccolti al suolo I campioni possono andare incontro ad analisi di tipo morfo-anatomico
chimico o genetico (questo solo nel caso di campioni recenti) Il materiale derivante da tali
analisi (vetrini provette) deve a sua volta venire conservato assieme al campione I dati relativi
alla raccolta allidentificazione ed a eventuali revisioni sono di estrema importanza la loro
accuratezza egrave fondamentale e devono sempre accompagnare il campione Una attenta
digitalizzazione puograve renderne molto piugrave agevole la consultazione La corretta gestione di un
erbario inoltre non puograve prescindere da adeguate strutture di conservazione e climatizzazione
per prevenire fenomeni come linfestazione da parte di insetti
-w r^j nraquoj r^j rj nj
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Gestione delle collezioni microteriologiche
STEFANO MAZZOTTI
Museo Civico di Storia Naturale Via De Pisis 24 -44100 Ferrara
Le raccolte di piccoli mammiferi sono fra le piugrave diffuse collezioni zoologiche Esse
costituiscono un notevole serbatoio di informazioni tassonomiche ecologiche ed ambientali
Viene trattato largomento sottolineando le problematiche di acquisizione e preparazione dei
materiali In particolare si identificano due categorie di reperti 1) Materiali ossei provenienti da
boli di Strigiformi 2) Animali catturati mediante trappolaggi che presentano la componente in
pelle le parti scheletriche ed il corpo Si esaminano successivamente le tecniche di collocazione
e conservazione dei reperti proponendo tipi di conservazioni differenziate dei campioni per
dare la possibilitagrave di fruizione anche per analisi molecolari Si evidenza anche limportanza della
scelta del metodo di catalogazione rilevando le necessitagrave di fruizione per studi di tassonomia e
ambientali
ri nmdash ri
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Elenco degli iscritti Stefano Aguzzi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Fausto Barbagli Museo di Storia Naturale dellUniversitagrave Sez Zoologica La Specola Via Romana 17 50125 Firenze Giorgio Bardelli Museo civico di Storia Naturale di Milano Corso Venezia 55 20121 Milano
Andrea Benocci Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Elisabetta Bernuzzi Sistema Museale dAteneo Museo di Storia Naturale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Enrico Borgo Museo Civico di Storia Naturale GDoria Via Brigata Liguria 9 16121 Genova
Stefano Bovero Museo Regionale Scienze Naturali Viao Giolitti 36 10123 Torino
Athos Callegari Dipartimento di Scienze della Terra Universitagrave degli Studi di Pavia Via Ferrata 1 27100 Pavia
Fabrizio Cancelli Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Marta Coloberti
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Federico Confortini
Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo
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Riccardo Carini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Maria Chiara Deflorian Museo Tridentino di Scienze Naturali Via Calepina 14 38100 Trento
Letizia Del Favero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Anna Donazzan Comune di Valstagna
Via Cima Mandriollo 1 36016 Bassano del Grappa (VI)
Mina Farris
Museo Aquilegia di Assemini Via San Mauro 5 09127 Cagliari Mariagabriella Fornasiero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Bernardo Fratello Sezione Musei Anatomici Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Berengario 14 41100 Modena
Maurizio Gattabria Museo Civico di Zoologia Via Ulisse Aldrovandi 18 00197 Roma
Paolo Guaschi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Barbara Leidi Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo Monica Luccini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Luigi Maffettone Orto botanico universitario Viale Caduti in Guerra 127 41100 Modena
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Clementina Rovati Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Luigi Sala Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Campi 213D 41100 Modena
Roberta Salmaso Museo Civico di Storia Naturale Lungadige Porta Vittoria 9 37129 Verona
Giuseppe Sanguini Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Monica Scomazzon Museo civico di Bassano del Grappa Via Lughi 2A 36067 Cassola (VI)
Monica Siviero Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Carlo Violarli Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Vincenzo Vomero Musei Scientifici della Sovraintendenza Comunale di Roma
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici
Pavia - 16 dicembre 2005 (Palazzo Botta Aula Maffo Vialli)
PROGRAMMA
Ore 1000 Apertura dei lavori Saluto delle Autoritagrave
Ore 1030 Introduzione del Presidente dellANMS Giacomo Giacobini
Ore 1045 Da cose a Beni Culturali la conservazione dei reperti naturalistici alla luce delle recenti normative Fausto Barbagli
Ore 1125 Musealizzazione di mammiferi marini spiaggiati nei litorali della Toscana meridionale Andrea Benocci amp Fabrizio Cancelli
Ore 1205 Raccolta conservazione e gestione dei campioni negli erbari lichenologici Stefano Martellos
Ore 1245 Pranzo a buffet
Ore 1430 La conservazione delle collezioni geopaleontologiche considerazioni generali e il caso particolare dei fossili piritizzati
Letizia Del Favero Mariagabriella Fornasiero amp Michele Maritan
S E S S I O N E LIBERA
Ore 1510 Ricerca di uno standard di conservazione per le foglie fossili della Formazione di Piagravenico (Pleistocene Medio-Prealpi Lombarde) Barbara Leidi amp Franco Valoti
Ore 1530 Preparazione e conservazione di materiale paleontologico i reperti di Ursus spelaeus Federico Confortini Matteo Malzanni amp Anna Paganoni
Ore 1550 II trattamento conservativo delle pelli di uccelli tramite concia e fissaggio di Eulan Maurizio Gattabria
Ore 1610 Gestione delle collezioni microteriologiche
Stefano Mazzetti
Ore 1630 Discussione generale e dibattito
Ore 1800 Chiusura dei lavori
Enti organizzatori S i s t e m a M u s e a l e di A teneo d e l l U n i v e r s i t agrave di Pavia Sez ione M u s e o di Stor ia N a t u r a l e A s s o c i a z i o n e Naz iona l e dei Muse i sc ient i f ic i Or t i bo tan ic i Giard in i z o o l o g i c i ed A c q u a r i Museo di Storia Naturale del l Univers i tagrave di Firenze Comitato organizzatore F a u s t o Barbag l i G i a c o m o Giacob in i Stefano Mare t t i Edoa rdo Razze t t i C l e m e n t i n a Rova t i Coordinamento scientifico F a u s t o Barbag l i Hanno contribuito D i p a r t i m e n t o di Biologia A n ima le d e l l U n i v e r s i t agrave di Pavia C o m u n e di Pav ia A z i e n d a di P r o m o z i o n e Tur i s t i ca del Pavese Ringraziamenti S i a m o grat i per il p rez ioso loro a iu to a E l i sabe t t a Be rnuzz i Let iz ia B r u n o Cr i s t ina Ci l l i M o n i c a L u c c i n i G ianca r l a Male rba V i t t o r io M o n a s t e r o l o Giuseppe Sangu in i
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Riassunti delle comunicazioni
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Da cose a Beni Culturali la conservazione dei reperti naturalistici alla luce delle recenti normative
FAUSTO BARBAGLI
Museo di Storia Naturale dellUniversitagrave Se Zoologica La Specola Via Romana 17 50125mdash Firenze
fausto barbagliunijiit
Negli ultimi anni si egrave assistito allentrata in vigore di normative che nel settore naturalistico
hanno affermato il significato culturale dei reperti e piugrave in generale hanno portato al
riconoscimento del Museo quale Istituto
Questi importanti cambiamenti investono significativamente anche gli aspetti conservativi delle
collezioni naturalistiche
Il nuovo Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio con gli articoli 10 11 e Allegato A ha
riconosciuto il valore di Beni Culturali anche ai reperti naturalistici appartenenti a istituzioni
pubbliche
Lo stesso Codice stabilisce tra laltro particolari norme anche per la conservazione il restauro
e altre delle comuni operazioni di gestione delle collezioni Ciograve di conseguenza richiede un
aggiornamento di alcune delle procedure di chi opera nella gestione delle collezioni
naturalistiche
Importanti indicazioni sulla cura e sulla gestione del materiale naturalistico si trovano anche
nellambito VI dellAtto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di
funzionamento e sviluppo dei musei (art 150 comma 6 dL n 1121998)
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Musealizzazione di mammiferi marini spiaggiati nei litorali della Toscana meridionale
ANDREA BENOCCI amp FABRIZIO CANCELLI
Museo di Storia Naturale dellAccademia dei Fisiocritici di Siena Segone Zoologica - Fialetta Silvio Gigli 2-53100 Siena
fisiocriticiunisi it
La Sezione Zoologica del Museo di Storia Naturale dellAccademia dei Fisiocritici conduce da
oltre 30 anni attivitagrave legate al recupero e alla musealizzazione di cetacei spiaggiati nella Toscana
meridionale finalizzate ad incrementare le collezioni osteologiche del museo e a raccogliere
reperti da utilizzare a scopo didattico-scientifico
A partire dal 1970 con il contributo di Baccio Baccetti (tuttoggi Sovrintendente della Sezione
Zoologica) il museo riprese le attivitagrave di raccolta di reperti dopo un lungo periodo di stasi e nel
1974 fu recuperato il primo mammifero marino Nel 1985 con ladesione al programma
nazionale del Centro Studi Cetacei iniziograve una regolare attivitagrave di recupero di esemplari
spiaggiati ad opera di Fabrizio Cancelli e di alcuni collaboratori esterni (Nicola Baccetti
Tommaso Renieri e dal 2004 Andrea Benocci) Complessivamente dal 1974 ad oggi sono stati
recuperati 92 esemplari appartenenti a 9 specie diverse
Gli interventi comprendono varie fasi dalla segnalazione dello spiaggiamento allinclusione dei
campioni nelle collezioni Prima del recupero si raccolgono le informazioni necessarie dalle
autoritagrave locali durante il successivo sopralluogo in base alle dimensioni dellesemplare si
decide se trasportarlo subito in laboratorio o se operare la dissezione in loco il trasporto viene
poi di norma effettuato con macchine private
Con le informazioni raccolte si compilano le apposite schede fornite dal CSC si realizza anche
una documentazione fotografica Successivamente il corpo dellanimale viene suddiviso in vari
tronconi separando le singole componenti scheletriche Ogni troncone dopo una prima
operazione di scarnificazione viene inserito in buste di fibra artificiale Nel frattempo si
effettuano prelievi di organi e tessuti (per analisi genetiche ed ecotossicologiche) e si cercano
parassiti e elementi che possano indicare le cause del decesso Le singole parti anatomiche
vengono poi inserite in bidoni dacqua calda per accelerare la macerazione della carne dopo
circa 30 giorni le ossa sono giagrave completamente scarnificate I denti nel frattempo rimossi dalle
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperu naturalistici Pavia 16XII2005
arcate vengono puliti separatamente e incollati su fogli di carta mantenendone la disposizione
originaria
Le ossa a macerazione avvenuta vengono tolte dai bidoni e lasciate asciugare Quando tutte le
componenti sono asciutte vengono inserite in buste di plastica allinterno di scatoloni di cartone
insieme alle relative schede Questi preparati vengono poi conservati in deposito a scopi
didattici e di ricerca (non montati per mancanza di spazi espositivi) Solo in pochi casi i cetacei
recuperati sono andati ad arricchire le collezioni esposte
Fino al 01062005 gli esemplari raccolti venivano processati nel vecchio laboratorio o nel
cortile dellaccademia in spazi angusti e non attrezzati A partire da allora invece
linaugurazione di un nuovo laboratorio di tassidermia appositamente attrezzato ha agevolato la
loro preparazione Limportanza del lavoro svolto in questi anni ha infatti ottenuto un
riconoscimento il Presidente dellAccademia dei Fisiocritici Sara Ferri ha premiato limpegno
della Sezione Zoologica concedendo un nuovo spazio attrezzato idoneo alle attivitagrave da svolgere
nel corso di questi interventi oggi egrave quindi possibile lavorare in condizioni ottimali senza
interferire con le ordinarie attivitagrave dellAccademia
(V bullW ltbullraquoraquo
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Preparazione e conservazione di materiale paleontologico i reperti di Ursus spelaeus
FEDERICO CONFORTINI MATTEO MALZANNI amp ANNA PAGANONI
Museo Civico di Sciente Naturali E Caffi di Bergamo - Istituto di Geologia e Paleontologia Piatta Cittadella 10 - 24129 Bergamo mdash email museogeocomunebgit
Il contributo vuol evidenziare alcuni problemi che si sono incontrati durante la preparazione ed
il restauro per la conservazione di reperti ossei fossili recuperati nel corso di scavi in grotta
allinterno di sedimenti saturi dacqua
La grotta di Tri Fradegravei (Lo BG3748) situata a 1200 m di quota sul versante meridionale del
Pizzo di Menna in Comune di Oltre il Colle (BG) contiene un deposito costituito da livelli di
sabbie limose e brecce a clasti carbonatici da centimetrici a decimetrici con allinterno numerosi
resti scheletrici non in connessione anatomica
Il Museo Civico di Scienze Naturali di Bergamo su concessione ministeriale ha realizzato dal
1989 al 1997 una serie di campagne di scavo Le ricerche che hanno riguardato solo il 50 del
deposito lasciandone intatta la parte restante per approfondimenti futuri hanno coinvolto una
superficie di 24 metri quadri per una profonditagrave massima di 2 metri
Il giacimento paleontologico egrave costituito per il 98 da reperti appartenenti Ursus spelaeus
riferibili a oltre 150 individui rappresentati prevalentemente da femmine adulte e giovani in ogni
fascia di etagrave (dal feto a tre anni) mentre raramente si incontrano resti di marmotta volpe e
micromammiferi Sporadici ma significativi i rinvenimenti di alcuni strumenti litici e microlitici
in selce e manufatti in osso
Nel corso dello scavo stratigrafico durante le operazioni di recupero dei macroresti riconosciuti
in situ si egrave svolta contemporaneamente anche la raccolta del sedimento asportato che in sacchi
siglati e sigillati veniva successivamente lavato e setacciato parte in loco e parte in museo per il
recupero dei resti minuti come frammenti ossei denti semi etc
Il trasporto dei fossili fino al laboratorio egrave avvenuto previo opportuni rinforzi ed imballaggi con
involucri in polietilene cosigrave da mantenere le condizioni di idratazione originali ed evitare
traumi
Nei nostri laboratori la preparazione dei macroresti egrave avvenuta in piugrave fasi registrate su apposita
scheda di intervento seguendo le procedure di seguito elencate
bull pulizia dei reperti dalla matrice inglobante e relativa sua vagliatura
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
bull disidratazione controllata dei reperti effettuata contemporaneamente ad un loro
consolidamento tramite prodotti reversibili quali resine acriliche e soluzioni viniliche
bull eventuale unione delle parti mancanti rinvenute nel corso della vagliatura e nel materiale di
setaccia tura
bull periodico controllo del lavoro con verifica della stabilizzazione ed eventuale operazione di
interventi conservativi
In questa esposizione vengono presentati alcuni esempi esplicativi delle tipologie dintervento
bull S13771805 - Cranio di adulto (recupero disimballo pulizia disidratazione e
consolidamento)
bull S13771980 - Cranio di giovane (restauro ed assemblaggio)
bull S13772423 - Canino di adulto (restauro)
bull S 1377157 - Mandibola di adulto (restauro riproduzione e predisposizione per
lesposizione)
r+i
r r^m
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
La conservazione delle collezioni geopaleontologiche considerazioni generali e il caso particolare dei fossili piritizzati
LETIZIA DEL FA VERO MARLGABRIELLA FORNASIERO amp MICHELE iexclLARITAN
Museo di Geologia e Paleontologia Universitagrave degli Studi di Padova - Via Giotto 1 mdash 35137 Padova
museopalgeol unipd it
Per conservazione preventiva intendiamo linsieme di procedureprotocolli che prevedono
perlopiugrave interventi indiretti sui reperti volti a prolungarne la durata mantenendone stabili nel
tempo le condizioni Ciograve si attua bloccando evitando o minimizzando i potenziali agenti di
deterioramento Fanno pertanto parte della conservazione preventiva il controllo del
microclima (temperatura e umiditagrave relativa) il controllo dellilluminazione e dellirradiazione in
genere quello degli agenti inquinanti degli shock meccanici e cosigrave via
Le linee guida della conservazione di rocce e di fossili dettate dal MIBAC (dm 2572000 e
1052001) non soddisfano appieno le esigenze delle collezioni geopaleontologiche in
particolare di quelle environmental sensitive Inoltre i documenti ministeriali non tengono
nella dovuta considerazione la sensibilitagrave alla luce di molti reperti In questi casi egrave opportuno
pertanto seguire le indicazioni fornite da altre autorevoli istituzioni che si occupano piugrave nello
specifico della conservazione del materiale geopaleontologico Tra esse si segnalano il
Geological Curation Group (UK) il Canadian Conservation Institut (Canada) e il National Park
Service (USA)
Rocce e fossili contenenti solfuri sono un tipico caso di reperti environmental sensitive Nei
fossili i solfuri piugrave comuni sono la pirite e la marcasite (Fe2S) la cui reazione di ossidazione che
si sviluppa in presenza di umiditagrave causa la produzione continua da parte del fossile di acido
solforico E un processo spesso repentino altamente distruttivo e autoalimentante che una
volta iniziato egrave irreversibile e puograve portare alla completa distruzione del reperto La principale
misura di prevenzione del degrado consiste nella conservazione dei reperti in ambiente a RH lt
30 (qualche autore suggerisce il piugrave bassa possibile altri lt 40) unita al controllo della
temperatura e delle radiazioni luminose
Nella seconda parte verranno descritti due possibili trattamenti ai quali sottoporre i fossili
piritizzati uno dei quali eseguito su mammiferi fossili del Museo di Geologia e Paleontologia
dellUniversitagrave di Padova che presentavano tracce evidenti dellossidazione di solfuri di ferro
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Si egrave proceduto a trattare i fossili con i vapori di idrossido di ammonio (ammoniaca in soluzione
acquosa al 30) allo scopo di preservarli da future alterazioni dei solfuri Questo metodo si
basa sullesposizione dei reperti a vapori di idrossido di ammonio questultimo base forte
neutralizza gli acidi prodotti dallossidazione della pirite e converte i prodotti di ossidazione in
composti piugrave stabili prevenendo il processo degradativo Una possibile e valida alternativa per
il trattamento dei fossili piritizzati egrave il metodo della chelazione del ferro mediante lutilizzo
delletanolammina tiogliocolato diluita al 5 in isopropanolo (oppure etanolo) Letanolammina
egrave una base forte che neutralizza gli acidi derivanti dallalterazione della pirite mentre il
tioglicolato agisce chelando i composti (solubili e insolubili) del ferro Questo metodo rispetto
al trattamento con i vapori di ammonio risulta piugrave facilmente controllabile e adatto anche al
trattamento di grandi fossili Per contro egrave senzaltro piugrave costoso e necessita di piugrave tempo e
perizia Inoltre poicheacute asporta i prodotti dellalterazione aumenta il rischio di cedimento dei
reperti
Dopo i trattamenti sopra descritti egrave doveroso applicare in maniera attenta le indicazioni relative
ai parametri ambientali Infatti tutti i trattamenti si rivelano inutili se in seguito non si attua un
rigido protocollo di conservazione dei reperti
nj
W fJ
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Quinto Seminano sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Il trattamento conservativo delle pelli di uccelli tramite concia e fissaggio di Eulan
MAURIZIO GATTABRIA
Museo civico di Zoologia Via UlisseAldrovandi 18-00197Roma
mgattabriacomuneromait
Il processo piugrave antico e semplice per prevenire la decomposizione della pelle e quindi di
conservarla egrave la disidratazione
Lestrazione dellacqua attraverso lutilizzo di agenti disseccanti blocca la decomposizione ma
lascia la pelle secca dura sensibile alle variazioni dellumiditagrave ed estremamente appetibile agli
insetti
Lutilizzo di pomate a base di sapone arsenico o borace allo scopo di ammorbidire e di
avvelenare le pelli si egrave rivelato nel corso del tempo insoddisfacente
Per ovviare a questi inconvenienti dalla fine degli anni ottanta si procede anche per le pelli di
uccelli alla concia vera seguita dal trattamento con Eulan
Nel corso degli anni sono stati testate diverse sostanze e metodi fino ad arrivare a un protocollo
da considerarsi ottimale per la preparazione degli uccelli da ostensione
Nellintervento vengono esposte criticamente le tappe significative di questo percorso
J r^J rm nj rj
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Ricerca di uno standard di conservazione per le foglie fossili della Formazione di Piagravenico (Pleistocene Medio- Prealpi Lombarde)
BARBARALEIDI amp FRANCO VALOTI
Collaboratori dellIstituto di Geologia e Paleontologia del Museo Civico di Sciente Naturali E Caffi di Bergamo Piazza Cittadella 10 - 24129 Bergamo
wwwmuseosdenebergamoit - e-mail museogeocomunebgit
Nel 2001 a Sovere (Bergamo) il Museo Civico di Scienze Naturali ECaffi ha intrapreso uno
scavo demergenza per lestrazione di un vertebrato fossile Il reperto egrave inglobato in sedimenti
lacustri attribuiti alla Formazione di Piagravenico costituiti da alternanze di silt argillosi finemente
laminati Lo scavo stratigrafico ha consentito il recupero di circa 1600 reperti fossili associati al
vertebrato semi porzioni di tronchi rami foglie insetti e denti Caratteristica comune a tutti
questi fossili egrave che la matrice rocciosa proveniente da questi depositi quaternari egrave in condizioni
di saturazione A contatto con laria labrusca disidratazione deteriora rapidamente matrice e
fossili favorendo anche lo sviluppo di muffe Gli interventi conservativi precedentemente
applicati avevano permesso solo la conservazione dei reperti piugrave resistenti in occasione di una
campagna di ricerca sistematica e vista la necessitagrave di conservare una gran mole di nuovi
reperti si egrave dovuto sviluppare una nuova modalitagrave di intervento efficace e rapida che blocchi i
veloci processi degenerativi Obiettivo principale e critico di questo processo conservativo
erano i reperti piugrave fragili le foglie La nuova tecnica conservativa sperimentata su 160 reperti di
latifoglie voleva inoltre conciliare le necessitagrave di integritagrave per lo studio dei reperti stessi
conservando il rapporto con la matrice inglobante Con procedimenti meccanici e chimici si egrave
proceduto alla pulitura delle superfici fogliari e allapplicazione di soluzioni consolidanti per la
preparazione a condizioni di umiditagrave controllata E stata eliminata meccanicamente la parte piugrave
grossolana di matrice che ricopre il reperto e per eliminare le particelle piugrave piccole ancora
attaccate al reperto senza danneggiarlo si egrave intervenuto con una blanda azione chimica
sfruttando una soluzione di acido acetico al 25 Grazie allesperienza maturata dal laboratorio
di geologia del museo e agli scambi con collaboratori e colleghi sono state messe a punto
diverse soluzioni La scelta conclusiva adottata dopo la sperimentazione egrave stata quella di
utilizzare soluzioni che consentissero una conservazione a lungo termine tramite controllo della
disidratazione I reperti sono stati collocati in casse in PVC munite di coperchio sotto il quale
viene posizionato un foglio di multiball Lo scopo di questo intervento egrave quello di limitare
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
ma non impedire il passaggio di aria fondamentale per permettere ai pezzi di asciugare molto
lentamente I reperti vengono poi adagiati allinterno delle casse con il lato sul quale cegrave il
reperto appoggiato sul fondo della cassa Questa postura permette cosigrave allacqua contenuta nel
reperto di evaporare senza che la foglia venga attraversata dallumiditagrave Unitamente il peso
stesso della matrice sul reperto agevola la presa tra lembo fogliare e matrice della sostanza
consolidante Anche se questa metodolpgia deve ancora essere testata su tempi piugrave lunghi ad
un anno dal trattamento i reperti sono risultati stabili ai controlli mensili
n+j r+s r+raquos rgts laquo^ r^s
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Raccolta conservazione e gestione dei campioni negli erbari lichenologici
STEFANO MARTELLOS
Sistema Museale dAteneo dellUniversitagrave di Trieste Dipartimento di biologia - Via Giorgieri 10-34100 Trieste
martelstuniv trieste it
La lichenologia in Italia ha avuto il suo periodo doro tra la seconda metagrave dell800 ed i primi
anni del 900 e a questo periodo risale una parte importante di tutte le raccolte lichenologiche
oggi esistenti Lo studio di questa materia e la raccolta di campioni sono riprese con una certa
intensitagrave solo dalla fine degli anni 7 0 dello scorso secolo In alcuni dei principali erbari
lichenologici italiani vi egrave quindi la necessitagrave di gestire al contempo materiale storico e moderno
I campioni raccolti negli erbari possono essere conservati in buste contenute in scatole o fissate
su fogli derbario oppure incollati ai fogli stessi Di frequente viene conservata anche parte del
substrato per limpossibilitagrave di separarlo dal campione Luso di scatole in plastica o in cartone egrave
a volte richiesto in conseguenza della fragilitagrave del substrato come avviene per molti campioni
raccolti al suolo I campioni possono andare incontro ad analisi di tipo morfo-anatomico
chimico o genetico (questo solo nel caso di campioni recenti) Il materiale derivante da tali
analisi (vetrini provette) deve a sua volta venire conservato assieme al campione I dati relativi
alla raccolta allidentificazione ed a eventuali revisioni sono di estrema importanza la loro
accuratezza egrave fondamentale e devono sempre accompagnare il campione Una attenta
digitalizzazione puograve renderne molto piugrave agevole la consultazione La corretta gestione di un
erbario inoltre non puograve prescindere da adeguate strutture di conservazione e climatizzazione
per prevenire fenomeni come linfestazione da parte di insetti
-w r^j nraquoj r^j rj nj
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Gestione delle collezioni microteriologiche
STEFANO MAZZOTTI
Museo Civico di Storia Naturale Via De Pisis 24 -44100 Ferrara
Le raccolte di piccoli mammiferi sono fra le piugrave diffuse collezioni zoologiche Esse
costituiscono un notevole serbatoio di informazioni tassonomiche ecologiche ed ambientali
Viene trattato largomento sottolineando le problematiche di acquisizione e preparazione dei
materiali In particolare si identificano due categorie di reperti 1) Materiali ossei provenienti da
boli di Strigiformi 2) Animali catturati mediante trappolaggi che presentano la componente in
pelle le parti scheletriche ed il corpo Si esaminano successivamente le tecniche di collocazione
e conservazione dei reperti proponendo tipi di conservazioni differenziate dei campioni per
dare la possibilitagrave di fruizione anche per analisi molecolari Si evidenza anche limportanza della
scelta del metodo di catalogazione rilevando le necessitagrave di fruizione per studi di tassonomia e
ambientali
ri nmdash ri
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Elenco degli iscritti Stefano Aguzzi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Fausto Barbagli Museo di Storia Naturale dellUniversitagrave Sez Zoologica La Specola Via Romana 17 50125 Firenze Giorgio Bardelli Museo civico di Storia Naturale di Milano Corso Venezia 55 20121 Milano
Andrea Benocci Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Elisabetta Bernuzzi Sistema Museale dAteneo Museo di Storia Naturale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Enrico Borgo Museo Civico di Storia Naturale GDoria Via Brigata Liguria 9 16121 Genova
Stefano Bovero Museo Regionale Scienze Naturali Viao Giolitti 36 10123 Torino
Athos Callegari Dipartimento di Scienze della Terra Universitagrave degli Studi di Pavia Via Ferrata 1 27100 Pavia
Fabrizio Cancelli Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Marta Coloberti
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Federico Confortini
Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Riccardo Carini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Maria Chiara Deflorian Museo Tridentino di Scienze Naturali Via Calepina 14 38100 Trento
Letizia Del Favero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Anna Donazzan Comune di Valstagna
Via Cima Mandriollo 1 36016 Bassano del Grappa (VI)
Mina Farris
Museo Aquilegia di Assemini Via San Mauro 5 09127 Cagliari Mariagabriella Fornasiero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Bernardo Fratello Sezione Musei Anatomici Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Berengario 14 41100 Modena
Maurizio Gattabria Museo Civico di Zoologia Via Ulisse Aldrovandi 18 00197 Roma
Paolo Guaschi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Barbara Leidi Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo Monica Luccini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Luigi Maffettone Orto botanico universitario Viale Caduti in Guerra 127 41100 Modena
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Clementina Rovati Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Luigi Sala Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Campi 213D 41100 Modena
Roberta Salmaso Museo Civico di Storia Naturale Lungadige Porta Vittoria 9 37129 Verona
Giuseppe Sanguini Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Monica Scomazzon Museo civico di Bassano del Grappa Via Lughi 2A 36067 Cassola (VI)
Monica Siviero Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Carlo Violarli Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Vincenzo Vomero Musei Scientifici della Sovraintendenza Comunale di Roma
Riassunti delle comunicazioni
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Da cose a Beni Culturali la conservazione dei reperti naturalistici alla luce delle recenti normative
FAUSTO BARBAGLI
Museo di Storia Naturale dellUniversitagrave Se Zoologica La Specola Via Romana 17 50125mdash Firenze
fausto barbagliunijiit
Negli ultimi anni si egrave assistito allentrata in vigore di normative che nel settore naturalistico
hanno affermato il significato culturale dei reperti e piugrave in generale hanno portato al
riconoscimento del Museo quale Istituto
Questi importanti cambiamenti investono significativamente anche gli aspetti conservativi delle
collezioni naturalistiche
Il nuovo Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio con gli articoli 10 11 e Allegato A ha
riconosciuto il valore di Beni Culturali anche ai reperti naturalistici appartenenti a istituzioni
pubbliche
Lo stesso Codice stabilisce tra laltro particolari norme anche per la conservazione il restauro
e altre delle comuni operazioni di gestione delle collezioni Ciograve di conseguenza richiede un
aggiornamento di alcune delle procedure di chi opera nella gestione delle collezioni
naturalistiche
Importanti indicazioni sulla cura e sulla gestione del materiale naturalistico si trovano anche
nellambito VI dellAtto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di
funzionamento e sviluppo dei musei (art 150 comma 6 dL n 1121998)
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Musealizzazione di mammiferi marini spiaggiati nei litorali della Toscana meridionale
ANDREA BENOCCI amp FABRIZIO CANCELLI
Museo di Storia Naturale dellAccademia dei Fisiocritici di Siena Segone Zoologica - Fialetta Silvio Gigli 2-53100 Siena
fisiocriticiunisi it
La Sezione Zoologica del Museo di Storia Naturale dellAccademia dei Fisiocritici conduce da
oltre 30 anni attivitagrave legate al recupero e alla musealizzazione di cetacei spiaggiati nella Toscana
meridionale finalizzate ad incrementare le collezioni osteologiche del museo e a raccogliere
reperti da utilizzare a scopo didattico-scientifico
A partire dal 1970 con il contributo di Baccio Baccetti (tuttoggi Sovrintendente della Sezione
Zoologica) il museo riprese le attivitagrave di raccolta di reperti dopo un lungo periodo di stasi e nel
1974 fu recuperato il primo mammifero marino Nel 1985 con ladesione al programma
nazionale del Centro Studi Cetacei iniziograve una regolare attivitagrave di recupero di esemplari
spiaggiati ad opera di Fabrizio Cancelli e di alcuni collaboratori esterni (Nicola Baccetti
Tommaso Renieri e dal 2004 Andrea Benocci) Complessivamente dal 1974 ad oggi sono stati
recuperati 92 esemplari appartenenti a 9 specie diverse
Gli interventi comprendono varie fasi dalla segnalazione dello spiaggiamento allinclusione dei
campioni nelle collezioni Prima del recupero si raccolgono le informazioni necessarie dalle
autoritagrave locali durante il successivo sopralluogo in base alle dimensioni dellesemplare si
decide se trasportarlo subito in laboratorio o se operare la dissezione in loco il trasporto viene
poi di norma effettuato con macchine private
Con le informazioni raccolte si compilano le apposite schede fornite dal CSC si realizza anche
una documentazione fotografica Successivamente il corpo dellanimale viene suddiviso in vari
tronconi separando le singole componenti scheletriche Ogni troncone dopo una prima
operazione di scarnificazione viene inserito in buste di fibra artificiale Nel frattempo si
effettuano prelievi di organi e tessuti (per analisi genetiche ed ecotossicologiche) e si cercano
parassiti e elementi che possano indicare le cause del decesso Le singole parti anatomiche
vengono poi inserite in bidoni dacqua calda per accelerare la macerazione della carne dopo
circa 30 giorni le ossa sono giagrave completamente scarnificate I denti nel frattempo rimossi dalle
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperu naturalistici Pavia 16XII2005
arcate vengono puliti separatamente e incollati su fogli di carta mantenendone la disposizione
originaria
Le ossa a macerazione avvenuta vengono tolte dai bidoni e lasciate asciugare Quando tutte le
componenti sono asciutte vengono inserite in buste di plastica allinterno di scatoloni di cartone
insieme alle relative schede Questi preparati vengono poi conservati in deposito a scopi
didattici e di ricerca (non montati per mancanza di spazi espositivi) Solo in pochi casi i cetacei
recuperati sono andati ad arricchire le collezioni esposte
Fino al 01062005 gli esemplari raccolti venivano processati nel vecchio laboratorio o nel
cortile dellaccademia in spazi angusti e non attrezzati A partire da allora invece
linaugurazione di un nuovo laboratorio di tassidermia appositamente attrezzato ha agevolato la
loro preparazione Limportanza del lavoro svolto in questi anni ha infatti ottenuto un
riconoscimento il Presidente dellAccademia dei Fisiocritici Sara Ferri ha premiato limpegno
della Sezione Zoologica concedendo un nuovo spazio attrezzato idoneo alle attivitagrave da svolgere
nel corso di questi interventi oggi egrave quindi possibile lavorare in condizioni ottimali senza
interferire con le ordinarie attivitagrave dellAccademia
(V bullW ltbullraquoraquo
- 5 -
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Preparazione e conservazione di materiale paleontologico i reperti di Ursus spelaeus
FEDERICO CONFORTINI MATTEO MALZANNI amp ANNA PAGANONI
Museo Civico di Sciente Naturali E Caffi di Bergamo - Istituto di Geologia e Paleontologia Piatta Cittadella 10 - 24129 Bergamo mdash email museogeocomunebgit
Il contributo vuol evidenziare alcuni problemi che si sono incontrati durante la preparazione ed
il restauro per la conservazione di reperti ossei fossili recuperati nel corso di scavi in grotta
allinterno di sedimenti saturi dacqua
La grotta di Tri Fradegravei (Lo BG3748) situata a 1200 m di quota sul versante meridionale del
Pizzo di Menna in Comune di Oltre il Colle (BG) contiene un deposito costituito da livelli di
sabbie limose e brecce a clasti carbonatici da centimetrici a decimetrici con allinterno numerosi
resti scheletrici non in connessione anatomica
Il Museo Civico di Scienze Naturali di Bergamo su concessione ministeriale ha realizzato dal
1989 al 1997 una serie di campagne di scavo Le ricerche che hanno riguardato solo il 50 del
deposito lasciandone intatta la parte restante per approfondimenti futuri hanno coinvolto una
superficie di 24 metri quadri per una profonditagrave massima di 2 metri
Il giacimento paleontologico egrave costituito per il 98 da reperti appartenenti Ursus spelaeus
riferibili a oltre 150 individui rappresentati prevalentemente da femmine adulte e giovani in ogni
fascia di etagrave (dal feto a tre anni) mentre raramente si incontrano resti di marmotta volpe e
micromammiferi Sporadici ma significativi i rinvenimenti di alcuni strumenti litici e microlitici
in selce e manufatti in osso
Nel corso dello scavo stratigrafico durante le operazioni di recupero dei macroresti riconosciuti
in situ si egrave svolta contemporaneamente anche la raccolta del sedimento asportato che in sacchi
siglati e sigillati veniva successivamente lavato e setacciato parte in loco e parte in museo per il
recupero dei resti minuti come frammenti ossei denti semi etc
Il trasporto dei fossili fino al laboratorio egrave avvenuto previo opportuni rinforzi ed imballaggi con
involucri in polietilene cosigrave da mantenere le condizioni di idratazione originali ed evitare
traumi
Nei nostri laboratori la preparazione dei macroresti egrave avvenuta in piugrave fasi registrate su apposita
scheda di intervento seguendo le procedure di seguito elencate
bull pulizia dei reperti dalla matrice inglobante e relativa sua vagliatura
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
bull disidratazione controllata dei reperti effettuata contemporaneamente ad un loro
consolidamento tramite prodotti reversibili quali resine acriliche e soluzioni viniliche
bull eventuale unione delle parti mancanti rinvenute nel corso della vagliatura e nel materiale di
setaccia tura
bull periodico controllo del lavoro con verifica della stabilizzazione ed eventuale operazione di
interventi conservativi
In questa esposizione vengono presentati alcuni esempi esplicativi delle tipologie dintervento
bull S13771805 - Cranio di adulto (recupero disimballo pulizia disidratazione e
consolidamento)
bull S13771980 - Cranio di giovane (restauro ed assemblaggio)
bull S13772423 - Canino di adulto (restauro)
bull S 1377157 - Mandibola di adulto (restauro riproduzione e predisposizione per
lesposizione)
r+i
r r^m
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
La conservazione delle collezioni geopaleontologiche considerazioni generali e il caso particolare dei fossili piritizzati
LETIZIA DEL FA VERO MARLGABRIELLA FORNASIERO amp MICHELE iexclLARITAN
Museo di Geologia e Paleontologia Universitagrave degli Studi di Padova - Via Giotto 1 mdash 35137 Padova
museopalgeol unipd it
Per conservazione preventiva intendiamo linsieme di procedureprotocolli che prevedono
perlopiugrave interventi indiretti sui reperti volti a prolungarne la durata mantenendone stabili nel
tempo le condizioni Ciograve si attua bloccando evitando o minimizzando i potenziali agenti di
deterioramento Fanno pertanto parte della conservazione preventiva il controllo del
microclima (temperatura e umiditagrave relativa) il controllo dellilluminazione e dellirradiazione in
genere quello degli agenti inquinanti degli shock meccanici e cosigrave via
Le linee guida della conservazione di rocce e di fossili dettate dal MIBAC (dm 2572000 e
1052001) non soddisfano appieno le esigenze delle collezioni geopaleontologiche in
particolare di quelle environmental sensitive Inoltre i documenti ministeriali non tengono
nella dovuta considerazione la sensibilitagrave alla luce di molti reperti In questi casi egrave opportuno
pertanto seguire le indicazioni fornite da altre autorevoli istituzioni che si occupano piugrave nello
specifico della conservazione del materiale geopaleontologico Tra esse si segnalano il
Geological Curation Group (UK) il Canadian Conservation Institut (Canada) e il National Park
Service (USA)
Rocce e fossili contenenti solfuri sono un tipico caso di reperti environmental sensitive Nei
fossili i solfuri piugrave comuni sono la pirite e la marcasite (Fe2S) la cui reazione di ossidazione che
si sviluppa in presenza di umiditagrave causa la produzione continua da parte del fossile di acido
solforico E un processo spesso repentino altamente distruttivo e autoalimentante che una
volta iniziato egrave irreversibile e puograve portare alla completa distruzione del reperto La principale
misura di prevenzione del degrado consiste nella conservazione dei reperti in ambiente a RH lt
30 (qualche autore suggerisce il piugrave bassa possibile altri lt 40) unita al controllo della
temperatura e delle radiazioni luminose
Nella seconda parte verranno descritti due possibili trattamenti ai quali sottoporre i fossili
piritizzati uno dei quali eseguito su mammiferi fossili del Museo di Geologia e Paleontologia
dellUniversitagrave di Padova che presentavano tracce evidenti dellossidazione di solfuri di ferro
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Si egrave proceduto a trattare i fossili con i vapori di idrossido di ammonio (ammoniaca in soluzione
acquosa al 30) allo scopo di preservarli da future alterazioni dei solfuri Questo metodo si
basa sullesposizione dei reperti a vapori di idrossido di ammonio questultimo base forte
neutralizza gli acidi prodotti dallossidazione della pirite e converte i prodotti di ossidazione in
composti piugrave stabili prevenendo il processo degradativo Una possibile e valida alternativa per
il trattamento dei fossili piritizzati egrave il metodo della chelazione del ferro mediante lutilizzo
delletanolammina tiogliocolato diluita al 5 in isopropanolo (oppure etanolo) Letanolammina
egrave una base forte che neutralizza gli acidi derivanti dallalterazione della pirite mentre il
tioglicolato agisce chelando i composti (solubili e insolubili) del ferro Questo metodo rispetto
al trattamento con i vapori di ammonio risulta piugrave facilmente controllabile e adatto anche al
trattamento di grandi fossili Per contro egrave senzaltro piugrave costoso e necessita di piugrave tempo e
perizia Inoltre poicheacute asporta i prodotti dellalterazione aumenta il rischio di cedimento dei
reperti
Dopo i trattamenti sopra descritti egrave doveroso applicare in maniera attenta le indicazioni relative
ai parametri ambientali Infatti tutti i trattamenti si rivelano inutili se in seguito non si attua un
rigido protocollo di conservazione dei reperti
nj
W fJ
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Quinto Seminano sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Il trattamento conservativo delle pelli di uccelli tramite concia e fissaggio di Eulan
MAURIZIO GATTABRIA
Museo civico di Zoologia Via UlisseAldrovandi 18-00197Roma
mgattabriacomuneromait
Il processo piugrave antico e semplice per prevenire la decomposizione della pelle e quindi di
conservarla egrave la disidratazione
Lestrazione dellacqua attraverso lutilizzo di agenti disseccanti blocca la decomposizione ma
lascia la pelle secca dura sensibile alle variazioni dellumiditagrave ed estremamente appetibile agli
insetti
Lutilizzo di pomate a base di sapone arsenico o borace allo scopo di ammorbidire e di
avvelenare le pelli si egrave rivelato nel corso del tempo insoddisfacente
Per ovviare a questi inconvenienti dalla fine degli anni ottanta si procede anche per le pelli di
uccelli alla concia vera seguita dal trattamento con Eulan
Nel corso degli anni sono stati testate diverse sostanze e metodi fino ad arrivare a un protocollo
da considerarsi ottimale per la preparazione degli uccelli da ostensione
Nellintervento vengono esposte criticamente le tappe significative di questo percorso
J r^J rm nj rj
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Ricerca di uno standard di conservazione per le foglie fossili della Formazione di Piagravenico (Pleistocene Medio- Prealpi Lombarde)
BARBARALEIDI amp FRANCO VALOTI
Collaboratori dellIstituto di Geologia e Paleontologia del Museo Civico di Sciente Naturali E Caffi di Bergamo Piazza Cittadella 10 - 24129 Bergamo
wwwmuseosdenebergamoit - e-mail museogeocomunebgit
Nel 2001 a Sovere (Bergamo) il Museo Civico di Scienze Naturali ECaffi ha intrapreso uno
scavo demergenza per lestrazione di un vertebrato fossile Il reperto egrave inglobato in sedimenti
lacustri attribuiti alla Formazione di Piagravenico costituiti da alternanze di silt argillosi finemente
laminati Lo scavo stratigrafico ha consentito il recupero di circa 1600 reperti fossili associati al
vertebrato semi porzioni di tronchi rami foglie insetti e denti Caratteristica comune a tutti
questi fossili egrave che la matrice rocciosa proveniente da questi depositi quaternari egrave in condizioni
di saturazione A contatto con laria labrusca disidratazione deteriora rapidamente matrice e
fossili favorendo anche lo sviluppo di muffe Gli interventi conservativi precedentemente
applicati avevano permesso solo la conservazione dei reperti piugrave resistenti in occasione di una
campagna di ricerca sistematica e vista la necessitagrave di conservare una gran mole di nuovi
reperti si egrave dovuto sviluppare una nuova modalitagrave di intervento efficace e rapida che blocchi i
veloci processi degenerativi Obiettivo principale e critico di questo processo conservativo
erano i reperti piugrave fragili le foglie La nuova tecnica conservativa sperimentata su 160 reperti di
latifoglie voleva inoltre conciliare le necessitagrave di integritagrave per lo studio dei reperti stessi
conservando il rapporto con la matrice inglobante Con procedimenti meccanici e chimici si egrave
proceduto alla pulitura delle superfici fogliari e allapplicazione di soluzioni consolidanti per la
preparazione a condizioni di umiditagrave controllata E stata eliminata meccanicamente la parte piugrave
grossolana di matrice che ricopre il reperto e per eliminare le particelle piugrave piccole ancora
attaccate al reperto senza danneggiarlo si egrave intervenuto con una blanda azione chimica
sfruttando una soluzione di acido acetico al 25 Grazie allesperienza maturata dal laboratorio
di geologia del museo e agli scambi con collaboratori e colleghi sono state messe a punto
diverse soluzioni La scelta conclusiva adottata dopo la sperimentazione egrave stata quella di
utilizzare soluzioni che consentissero una conservazione a lungo termine tramite controllo della
disidratazione I reperti sono stati collocati in casse in PVC munite di coperchio sotto il quale
viene posizionato un foglio di multiball Lo scopo di questo intervento egrave quello di limitare
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
ma non impedire il passaggio di aria fondamentale per permettere ai pezzi di asciugare molto
lentamente I reperti vengono poi adagiati allinterno delle casse con il lato sul quale cegrave il
reperto appoggiato sul fondo della cassa Questa postura permette cosigrave allacqua contenuta nel
reperto di evaporare senza che la foglia venga attraversata dallumiditagrave Unitamente il peso
stesso della matrice sul reperto agevola la presa tra lembo fogliare e matrice della sostanza
consolidante Anche se questa metodolpgia deve ancora essere testata su tempi piugrave lunghi ad
un anno dal trattamento i reperti sono risultati stabili ai controlli mensili
n+j r+s r+raquos rgts laquo^ r^s
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Raccolta conservazione e gestione dei campioni negli erbari lichenologici
STEFANO MARTELLOS
Sistema Museale dAteneo dellUniversitagrave di Trieste Dipartimento di biologia - Via Giorgieri 10-34100 Trieste
martelstuniv trieste it
La lichenologia in Italia ha avuto il suo periodo doro tra la seconda metagrave dell800 ed i primi
anni del 900 e a questo periodo risale una parte importante di tutte le raccolte lichenologiche
oggi esistenti Lo studio di questa materia e la raccolta di campioni sono riprese con una certa
intensitagrave solo dalla fine degli anni 7 0 dello scorso secolo In alcuni dei principali erbari
lichenologici italiani vi egrave quindi la necessitagrave di gestire al contempo materiale storico e moderno
I campioni raccolti negli erbari possono essere conservati in buste contenute in scatole o fissate
su fogli derbario oppure incollati ai fogli stessi Di frequente viene conservata anche parte del
substrato per limpossibilitagrave di separarlo dal campione Luso di scatole in plastica o in cartone egrave
a volte richiesto in conseguenza della fragilitagrave del substrato come avviene per molti campioni
raccolti al suolo I campioni possono andare incontro ad analisi di tipo morfo-anatomico
chimico o genetico (questo solo nel caso di campioni recenti) Il materiale derivante da tali
analisi (vetrini provette) deve a sua volta venire conservato assieme al campione I dati relativi
alla raccolta allidentificazione ed a eventuali revisioni sono di estrema importanza la loro
accuratezza egrave fondamentale e devono sempre accompagnare il campione Una attenta
digitalizzazione puograve renderne molto piugrave agevole la consultazione La corretta gestione di un
erbario inoltre non puograve prescindere da adeguate strutture di conservazione e climatizzazione
per prevenire fenomeni come linfestazione da parte di insetti
-w r^j nraquoj r^j rj nj
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Gestione delle collezioni microteriologiche
STEFANO MAZZOTTI
Museo Civico di Storia Naturale Via De Pisis 24 -44100 Ferrara
Le raccolte di piccoli mammiferi sono fra le piugrave diffuse collezioni zoologiche Esse
costituiscono un notevole serbatoio di informazioni tassonomiche ecologiche ed ambientali
Viene trattato largomento sottolineando le problematiche di acquisizione e preparazione dei
materiali In particolare si identificano due categorie di reperti 1) Materiali ossei provenienti da
boli di Strigiformi 2) Animali catturati mediante trappolaggi che presentano la componente in
pelle le parti scheletriche ed il corpo Si esaminano successivamente le tecniche di collocazione
e conservazione dei reperti proponendo tipi di conservazioni differenziate dei campioni per
dare la possibilitagrave di fruizione anche per analisi molecolari Si evidenza anche limportanza della
scelta del metodo di catalogazione rilevando le necessitagrave di fruizione per studi di tassonomia e
ambientali
ri nmdash ri
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Elenco degli iscritti Stefano Aguzzi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Fausto Barbagli Museo di Storia Naturale dellUniversitagrave Sez Zoologica La Specola Via Romana 17 50125 Firenze Giorgio Bardelli Museo civico di Storia Naturale di Milano Corso Venezia 55 20121 Milano
Andrea Benocci Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Elisabetta Bernuzzi Sistema Museale dAteneo Museo di Storia Naturale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Enrico Borgo Museo Civico di Storia Naturale GDoria Via Brigata Liguria 9 16121 Genova
Stefano Bovero Museo Regionale Scienze Naturali Viao Giolitti 36 10123 Torino
Athos Callegari Dipartimento di Scienze della Terra Universitagrave degli Studi di Pavia Via Ferrata 1 27100 Pavia
Fabrizio Cancelli Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Marta Coloberti
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Federico Confortini
Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Riccardo Carini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Maria Chiara Deflorian Museo Tridentino di Scienze Naturali Via Calepina 14 38100 Trento
Letizia Del Favero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Anna Donazzan Comune di Valstagna
Via Cima Mandriollo 1 36016 Bassano del Grappa (VI)
Mina Farris
Museo Aquilegia di Assemini Via San Mauro 5 09127 Cagliari Mariagabriella Fornasiero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Bernardo Fratello Sezione Musei Anatomici Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Berengario 14 41100 Modena
Maurizio Gattabria Museo Civico di Zoologia Via Ulisse Aldrovandi 18 00197 Roma
Paolo Guaschi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Barbara Leidi Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo Monica Luccini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Luigi Maffettone Orto botanico universitario Viale Caduti in Guerra 127 41100 Modena
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Clementina Rovati Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Luigi Sala Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Campi 213D 41100 Modena
Roberta Salmaso Museo Civico di Storia Naturale Lungadige Porta Vittoria 9 37129 Verona
Giuseppe Sanguini Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Monica Scomazzon Museo civico di Bassano del Grappa Via Lughi 2A 36067 Cassola (VI)
Monica Siviero Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Carlo Violarli Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Vincenzo Vomero Musei Scientifici della Sovraintendenza Comunale di Roma
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Da cose a Beni Culturali la conservazione dei reperti naturalistici alla luce delle recenti normative
FAUSTO BARBAGLI
Museo di Storia Naturale dellUniversitagrave Se Zoologica La Specola Via Romana 17 50125mdash Firenze
fausto barbagliunijiit
Negli ultimi anni si egrave assistito allentrata in vigore di normative che nel settore naturalistico
hanno affermato il significato culturale dei reperti e piugrave in generale hanno portato al
riconoscimento del Museo quale Istituto
Questi importanti cambiamenti investono significativamente anche gli aspetti conservativi delle
collezioni naturalistiche
Il nuovo Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio con gli articoli 10 11 e Allegato A ha
riconosciuto il valore di Beni Culturali anche ai reperti naturalistici appartenenti a istituzioni
pubbliche
Lo stesso Codice stabilisce tra laltro particolari norme anche per la conservazione il restauro
e altre delle comuni operazioni di gestione delle collezioni Ciograve di conseguenza richiede un
aggiornamento di alcune delle procedure di chi opera nella gestione delle collezioni
naturalistiche
Importanti indicazioni sulla cura e sulla gestione del materiale naturalistico si trovano anche
nellambito VI dellAtto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di
funzionamento e sviluppo dei musei (art 150 comma 6 dL n 1121998)
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Musealizzazione di mammiferi marini spiaggiati nei litorali della Toscana meridionale
ANDREA BENOCCI amp FABRIZIO CANCELLI
Museo di Storia Naturale dellAccademia dei Fisiocritici di Siena Segone Zoologica - Fialetta Silvio Gigli 2-53100 Siena
fisiocriticiunisi it
La Sezione Zoologica del Museo di Storia Naturale dellAccademia dei Fisiocritici conduce da
oltre 30 anni attivitagrave legate al recupero e alla musealizzazione di cetacei spiaggiati nella Toscana
meridionale finalizzate ad incrementare le collezioni osteologiche del museo e a raccogliere
reperti da utilizzare a scopo didattico-scientifico
A partire dal 1970 con il contributo di Baccio Baccetti (tuttoggi Sovrintendente della Sezione
Zoologica) il museo riprese le attivitagrave di raccolta di reperti dopo un lungo periodo di stasi e nel
1974 fu recuperato il primo mammifero marino Nel 1985 con ladesione al programma
nazionale del Centro Studi Cetacei iniziograve una regolare attivitagrave di recupero di esemplari
spiaggiati ad opera di Fabrizio Cancelli e di alcuni collaboratori esterni (Nicola Baccetti
Tommaso Renieri e dal 2004 Andrea Benocci) Complessivamente dal 1974 ad oggi sono stati
recuperati 92 esemplari appartenenti a 9 specie diverse
Gli interventi comprendono varie fasi dalla segnalazione dello spiaggiamento allinclusione dei
campioni nelle collezioni Prima del recupero si raccolgono le informazioni necessarie dalle
autoritagrave locali durante il successivo sopralluogo in base alle dimensioni dellesemplare si
decide se trasportarlo subito in laboratorio o se operare la dissezione in loco il trasporto viene
poi di norma effettuato con macchine private
Con le informazioni raccolte si compilano le apposite schede fornite dal CSC si realizza anche
una documentazione fotografica Successivamente il corpo dellanimale viene suddiviso in vari
tronconi separando le singole componenti scheletriche Ogni troncone dopo una prima
operazione di scarnificazione viene inserito in buste di fibra artificiale Nel frattempo si
effettuano prelievi di organi e tessuti (per analisi genetiche ed ecotossicologiche) e si cercano
parassiti e elementi che possano indicare le cause del decesso Le singole parti anatomiche
vengono poi inserite in bidoni dacqua calda per accelerare la macerazione della carne dopo
circa 30 giorni le ossa sono giagrave completamente scarnificate I denti nel frattempo rimossi dalle
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperu naturalistici Pavia 16XII2005
arcate vengono puliti separatamente e incollati su fogli di carta mantenendone la disposizione
originaria
Le ossa a macerazione avvenuta vengono tolte dai bidoni e lasciate asciugare Quando tutte le
componenti sono asciutte vengono inserite in buste di plastica allinterno di scatoloni di cartone
insieme alle relative schede Questi preparati vengono poi conservati in deposito a scopi
didattici e di ricerca (non montati per mancanza di spazi espositivi) Solo in pochi casi i cetacei
recuperati sono andati ad arricchire le collezioni esposte
Fino al 01062005 gli esemplari raccolti venivano processati nel vecchio laboratorio o nel
cortile dellaccademia in spazi angusti e non attrezzati A partire da allora invece
linaugurazione di un nuovo laboratorio di tassidermia appositamente attrezzato ha agevolato la
loro preparazione Limportanza del lavoro svolto in questi anni ha infatti ottenuto un
riconoscimento il Presidente dellAccademia dei Fisiocritici Sara Ferri ha premiato limpegno
della Sezione Zoologica concedendo un nuovo spazio attrezzato idoneo alle attivitagrave da svolgere
nel corso di questi interventi oggi egrave quindi possibile lavorare in condizioni ottimali senza
interferire con le ordinarie attivitagrave dellAccademia
(V bullW ltbullraquoraquo
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Preparazione e conservazione di materiale paleontologico i reperti di Ursus spelaeus
FEDERICO CONFORTINI MATTEO MALZANNI amp ANNA PAGANONI
Museo Civico di Sciente Naturali E Caffi di Bergamo - Istituto di Geologia e Paleontologia Piatta Cittadella 10 - 24129 Bergamo mdash email museogeocomunebgit
Il contributo vuol evidenziare alcuni problemi che si sono incontrati durante la preparazione ed
il restauro per la conservazione di reperti ossei fossili recuperati nel corso di scavi in grotta
allinterno di sedimenti saturi dacqua
La grotta di Tri Fradegravei (Lo BG3748) situata a 1200 m di quota sul versante meridionale del
Pizzo di Menna in Comune di Oltre il Colle (BG) contiene un deposito costituito da livelli di
sabbie limose e brecce a clasti carbonatici da centimetrici a decimetrici con allinterno numerosi
resti scheletrici non in connessione anatomica
Il Museo Civico di Scienze Naturali di Bergamo su concessione ministeriale ha realizzato dal
1989 al 1997 una serie di campagne di scavo Le ricerche che hanno riguardato solo il 50 del
deposito lasciandone intatta la parte restante per approfondimenti futuri hanno coinvolto una
superficie di 24 metri quadri per una profonditagrave massima di 2 metri
Il giacimento paleontologico egrave costituito per il 98 da reperti appartenenti Ursus spelaeus
riferibili a oltre 150 individui rappresentati prevalentemente da femmine adulte e giovani in ogni
fascia di etagrave (dal feto a tre anni) mentre raramente si incontrano resti di marmotta volpe e
micromammiferi Sporadici ma significativi i rinvenimenti di alcuni strumenti litici e microlitici
in selce e manufatti in osso
Nel corso dello scavo stratigrafico durante le operazioni di recupero dei macroresti riconosciuti
in situ si egrave svolta contemporaneamente anche la raccolta del sedimento asportato che in sacchi
siglati e sigillati veniva successivamente lavato e setacciato parte in loco e parte in museo per il
recupero dei resti minuti come frammenti ossei denti semi etc
Il trasporto dei fossili fino al laboratorio egrave avvenuto previo opportuni rinforzi ed imballaggi con
involucri in polietilene cosigrave da mantenere le condizioni di idratazione originali ed evitare
traumi
Nei nostri laboratori la preparazione dei macroresti egrave avvenuta in piugrave fasi registrate su apposita
scheda di intervento seguendo le procedure di seguito elencate
bull pulizia dei reperti dalla matrice inglobante e relativa sua vagliatura
- 6 -
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
bull disidratazione controllata dei reperti effettuata contemporaneamente ad un loro
consolidamento tramite prodotti reversibili quali resine acriliche e soluzioni viniliche
bull eventuale unione delle parti mancanti rinvenute nel corso della vagliatura e nel materiale di
setaccia tura
bull periodico controllo del lavoro con verifica della stabilizzazione ed eventuale operazione di
interventi conservativi
In questa esposizione vengono presentati alcuni esempi esplicativi delle tipologie dintervento
bull S13771805 - Cranio di adulto (recupero disimballo pulizia disidratazione e
consolidamento)
bull S13771980 - Cranio di giovane (restauro ed assemblaggio)
bull S13772423 - Canino di adulto (restauro)
bull S 1377157 - Mandibola di adulto (restauro riproduzione e predisposizione per
lesposizione)
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
La conservazione delle collezioni geopaleontologiche considerazioni generali e il caso particolare dei fossili piritizzati
LETIZIA DEL FA VERO MARLGABRIELLA FORNASIERO amp MICHELE iexclLARITAN
Museo di Geologia e Paleontologia Universitagrave degli Studi di Padova - Via Giotto 1 mdash 35137 Padova
museopalgeol unipd it
Per conservazione preventiva intendiamo linsieme di procedureprotocolli che prevedono
perlopiugrave interventi indiretti sui reperti volti a prolungarne la durata mantenendone stabili nel
tempo le condizioni Ciograve si attua bloccando evitando o minimizzando i potenziali agenti di
deterioramento Fanno pertanto parte della conservazione preventiva il controllo del
microclima (temperatura e umiditagrave relativa) il controllo dellilluminazione e dellirradiazione in
genere quello degli agenti inquinanti degli shock meccanici e cosigrave via
Le linee guida della conservazione di rocce e di fossili dettate dal MIBAC (dm 2572000 e
1052001) non soddisfano appieno le esigenze delle collezioni geopaleontologiche in
particolare di quelle environmental sensitive Inoltre i documenti ministeriali non tengono
nella dovuta considerazione la sensibilitagrave alla luce di molti reperti In questi casi egrave opportuno
pertanto seguire le indicazioni fornite da altre autorevoli istituzioni che si occupano piugrave nello
specifico della conservazione del materiale geopaleontologico Tra esse si segnalano il
Geological Curation Group (UK) il Canadian Conservation Institut (Canada) e il National Park
Service (USA)
Rocce e fossili contenenti solfuri sono un tipico caso di reperti environmental sensitive Nei
fossili i solfuri piugrave comuni sono la pirite e la marcasite (Fe2S) la cui reazione di ossidazione che
si sviluppa in presenza di umiditagrave causa la produzione continua da parte del fossile di acido
solforico E un processo spesso repentino altamente distruttivo e autoalimentante che una
volta iniziato egrave irreversibile e puograve portare alla completa distruzione del reperto La principale
misura di prevenzione del degrado consiste nella conservazione dei reperti in ambiente a RH lt
30 (qualche autore suggerisce il piugrave bassa possibile altri lt 40) unita al controllo della
temperatura e delle radiazioni luminose
Nella seconda parte verranno descritti due possibili trattamenti ai quali sottoporre i fossili
piritizzati uno dei quali eseguito su mammiferi fossili del Museo di Geologia e Paleontologia
dellUniversitagrave di Padova che presentavano tracce evidenti dellossidazione di solfuri di ferro
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Si egrave proceduto a trattare i fossili con i vapori di idrossido di ammonio (ammoniaca in soluzione
acquosa al 30) allo scopo di preservarli da future alterazioni dei solfuri Questo metodo si
basa sullesposizione dei reperti a vapori di idrossido di ammonio questultimo base forte
neutralizza gli acidi prodotti dallossidazione della pirite e converte i prodotti di ossidazione in
composti piugrave stabili prevenendo il processo degradativo Una possibile e valida alternativa per
il trattamento dei fossili piritizzati egrave il metodo della chelazione del ferro mediante lutilizzo
delletanolammina tiogliocolato diluita al 5 in isopropanolo (oppure etanolo) Letanolammina
egrave una base forte che neutralizza gli acidi derivanti dallalterazione della pirite mentre il
tioglicolato agisce chelando i composti (solubili e insolubili) del ferro Questo metodo rispetto
al trattamento con i vapori di ammonio risulta piugrave facilmente controllabile e adatto anche al
trattamento di grandi fossili Per contro egrave senzaltro piugrave costoso e necessita di piugrave tempo e
perizia Inoltre poicheacute asporta i prodotti dellalterazione aumenta il rischio di cedimento dei
reperti
Dopo i trattamenti sopra descritti egrave doveroso applicare in maniera attenta le indicazioni relative
ai parametri ambientali Infatti tutti i trattamenti si rivelano inutili se in seguito non si attua un
rigido protocollo di conservazione dei reperti
nj
W fJ
- 9 -
Quinto Seminano sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Il trattamento conservativo delle pelli di uccelli tramite concia e fissaggio di Eulan
MAURIZIO GATTABRIA
Museo civico di Zoologia Via UlisseAldrovandi 18-00197Roma
mgattabriacomuneromait
Il processo piugrave antico e semplice per prevenire la decomposizione della pelle e quindi di
conservarla egrave la disidratazione
Lestrazione dellacqua attraverso lutilizzo di agenti disseccanti blocca la decomposizione ma
lascia la pelle secca dura sensibile alle variazioni dellumiditagrave ed estremamente appetibile agli
insetti
Lutilizzo di pomate a base di sapone arsenico o borace allo scopo di ammorbidire e di
avvelenare le pelli si egrave rivelato nel corso del tempo insoddisfacente
Per ovviare a questi inconvenienti dalla fine degli anni ottanta si procede anche per le pelli di
uccelli alla concia vera seguita dal trattamento con Eulan
Nel corso degli anni sono stati testate diverse sostanze e metodi fino ad arrivare a un protocollo
da considerarsi ottimale per la preparazione degli uccelli da ostensione
Nellintervento vengono esposte criticamente le tappe significative di questo percorso
J r^J rm nj rj
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Ricerca di uno standard di conservazione per le foglie fossili della Formazione di Piagravenico (Pleistocene Medio- Prealpi Lombarde)
BARBARALEIDI amp FRANCO VALOTI
Collaboratori dellIstituto di Geologia e Paleontologia del Museo Civico di Sciente Naturali E Caffi di Bergamo Piazza Cittadella 10 - 24129 Bergamo
wwwmuseosdenebergamoit - e-mail museogeocomunebgit
Nel 2001 a Sovere (Bergamo) il Museo Civico di Scienze Naturali ECaffi ha intrapreso uno
scavo demergenza per lestrazione di un vertebrato fossile Il reperto egrave inglobato in sedimenti
lacustri attribuiti alla Formazione di Piagravenico costituiti da alternanze di silt argillosi finemente
laminati Lo scavo stratigrafico ha consentito il recupero di circa 1600 reperti fossili associati al
vertebrato semi porzioni di tronchi rami foglie insetti e denti Caratteristica comune a tutti
questi fossili egrave che la matrice rocciosa proveniente da questi depositi quaternari egrave in condizioni
di saturazione A contatto con laria labrusca disidratazione deteriora rapidamente matrice e
fossili favorendo anche lo sviluppo di muffe Gli interventi conservativi precedentemente
applicati avevano permesso solo la conservazione dei reperti piugrave resistenti in occasione di una
campagna di ricerca sistematica e vista la necessitagrave di conservare una gran mole di nuovi
reperti si egrave dovuto sviluppare una nuova modalitagrave di intervento efficace e rapida che blocchi i
veloci processi degenerativi Obiettivo principale e critico di questo processo conservativo
erano i reperti piugrave fragili le foglie La nuova tecnica conservativa sperimentata su 160 reperti di
latifoglie voleva inoltre conciliare le necessitagrave di integritagrave per lo studio dei reperti stessi
conservando il rapporto con la matrice inglobante Con procedimenti meccanici e chimici si egrave
proceduto alla pulitura delle superfici fogliari e allapplicazione di soluzioni consolidanti per la
preparazione a condizioni di umiditagrave controllata E stata eliminata meccanicamente la parte piugrave
grossolana di matrice che ricopre il reperto e per eliminare le particelle piugrave piccole ancora
attaccate al reperto senza danneggiarlo si egrave intervenuto con una blanda azione chimica
sfruttando una soluzione di acido acetico al 25 Grazie allesperienza maturata dal laboratorio
di geologia del museo e agli scambi con collaboratori e colleghi sono state messe a punto
diverse soluzioni La scelta conclusiva adottata dopo la sperimentazione egrave stata quella di
utilizzare soluzioni che consentissero una conservazione a lungo termine tramite controllo della
disidratazione I reperti sono stati collocati in casse in PVC munite di coperchio sotto il quale
viene posizionato un foglio di multiball Lo scopo di questo intervento egrave quello di limitare
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
ma non impedire il passaggio di aria fondamentale per permettere ai pezzi di asciugare molto
lentamente I reperti vengono poi adagiati allinterno delle casse con il lato sul quale cegrave il
reperto appoggiato sul fondo della cassa Questa postura permette cosigrave allacqua contenuta nel
reperto di evaporare senza che la foglia venga attraversata dallumiditagrave Unitamente il peso
stesso della matrice sul reperto agevola la presa tra lembo fogliare e matrice della sostanza
consolidante Anche se questa metodolpgia deve ancora essere testata su tempi piugrave lunghi ad
un anno dal trattamento i reperti sono risultati stabili ai controlli mensili
n+j r+s r+raquos rgts laquo^ r^s
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Raccolta conservazione e gestione dei campioni negli erbari lichenologici
STEFANO MARTELLOS
Sistema Museale dAteneo dellUniversitagrave di Trieste Dipartimento di biologia - Via Giorgieri 10-34100 Trieste
martelstuniv trieste it
La lichenologia in Italia ha avuto il suo periodo doro tra la seconda metagrave dell800 ed i primi
anni del 900 e a questo periodo risale una parte importante di tutte le raccolte lichenologiche
oggi esistenti Lo studio di questa materia e la raccolta di campioni sono riprese con una certa
intensitagrave solo dalla fine degli anni 7 0 dello scorso secolo In alcuni dei principali erbari
lichenologici italiani vi egrave quindi la necessitagrave di gestire al contempo materiale storico e moderno
I campioni raccolti negli erbari possono essere conservati in buste contenute in scatole o fissate
su fogli derbario oppure incollati ai fogli stessi Di frequente viene conservata anche parte del
substrato per limpossibilitagrave di separarlo dal campione Luso di scatole in plastica o in cartone egrave
a volte richiesto in conseguenza della fragilitagrave del substrato come avviene per molti campioni
raccolti al suolo I campioni possono andare incontro ad analisi di tipo morfo-anatomico
chimico o genetico (questo solo nel caso di campioni recenti) Il materiale derivante da tali
analisi (vetrini provette) deve a sua volta venire conservato assieme al campione I dati relativi
alla raccolta allidentificazione ed a eventuali revisioni sono di estrema importanza la loro
accuratezza egrave fondamentale e devono sempre accompagnare il campione Una attenta
digitalizzazione puograve renderne molto piugrave agevole la consultazione La corretta gestione di un
erbario inoltre non puograve prescindere da adeguate strutture di conservazione e climatizzazione
per prevenire fenomeni come linfestazione da parte di insetti
-w r^j nraquoj r^j rj nj
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Gestione delle collezioni microteriologiche
STEFANO MAZZOTTI
Museo Civico di Storia Naturale Via De Pisis 24 -44100 Ferrara
Le raccolte di piccoli mammiferi sono fra le piugrave diffuse collezioni zoologiche Esse
costituiscono un notevole serbatoio di informazioni tassonomiche ecologiche ed ambientali
Viene trattato largomento sottolineando le problematiche di acquisizione e preparazione dei
materiali In particolare si identificano due categorie di reperti 1) Materiali ossei provenienti da
boli di Strigiformi 2) Animali catturati mediante trappolaggi che presentano la componente in
pelle le parti scheletriche ed il corpo Si esaminano successivamente le tecniche di collocazione
e conservazione dei reperti proponendo tipi di conservazioni differenziate dei campioni per
dare la possibilitagrave di fruizione anche per analisi molecolari Si evidenza anche limportanza della
scelta del metodo di catalogazione rilevando le necessitagrave di fruizione per studi di tassonomia e
ambientali
ri nmdash ri
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Elenco degli iscritti Stefano Aguzzi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Fausto Barbagli Museo di Storia Naturale dellUniversitagrave Sez Zoologica La Specola Via Romana 17 50125 Firenze Giorgio Bardelli Museo civico di Storia Naturale di Milano Corso Venezia 55 20121 Milano
Andrea Benocci Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Elisabetta Bernuzzi Sistema Museale dAteneo Museo di Storia Naturale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Enrico Borgo Museo Civico di Storia Naturale GDoria Via Brigata Liguria 9 16121 Genova
Stefano Bovero Museo Regionale Scienze Naturali Viao Giolitti 36 10123 Torino
Athos Callegari Dipartimento di Scienze della Terra Universitagrave degli Studi di Pavia Via Ferrata 1 27100 Pavia
Fabrizio Cancelli Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Marta Coloberti
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Federico Confortini
Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo
- 15 -
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Riccardo Carini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Maria Chiara Deflorian Museo Tridentino di Scienze Naturali Via Calepina 14 38100 Trento
Letizia Del Favero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Anna Donazzan Comune di Valstagna
Via Cima Mandriollo 1 36016 Bassano del Grappa (VI)
Mina Farris
Museo Aquilegia di Assemini Via San Mauro 5 09127 Cagliari Mariagabriella Fornasiero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Bernardo Fratello Sezione Musei Anatomici Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Berengario 14 41100 Modena
Maurizio Gattabria Museo Civico di Zoologia Via Ulisse Aldrovandi 18 00197 Roma
Paolo Guaschi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Barbara Leidi Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo Monica Luccini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Luigi Maffettone Orto botanico universitario Viale Caduti in Guerra 127 41100 Modena
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Clementina Rovati Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Luigi Sala Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Campi 213D 41100 Modena
Roberta Salmaso Museo Civico di Storia Naturale Lungadige Porta Vittoria 9 37129 Verona
Giuseppe Sanguini Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Monica Scomazzon Museo civico di Bassano del Grappa Via Lughi 2A 36067 Cassola (VI)
Monica Siviero Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Carlo Violarli Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Vincenzo Vomero Musei Scientifici della Sovraintendenza Comunale di Roma
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Musealizzazione di mammiferi marini spiaggiati nei litorali della Toscana meridionale
ANDREA BENOCCI amp FABRIZIO CANCELLI
Museo di Storia Naturale dellAccademia dei Fisiocritici di Siena Segone Zoologica - Fialetta Silvio Gigli 2-53100 Siena
fisiocriticiunisi it
La Sezione Zoologica del Museo di Storia Naturale dellAccademia dei Fisiocritici conduce da
oltre 30 anni attivitagrave legate al recupero e alla musealizzazione di cetacei spiaggiati nella Toscana
meridionale finalizzate ad incrementare le collezioni osteologiche del museo e a raccogliere
reperti da utilizzare a scopo didattico-scientifico
A partire dal 1970 con il contributo di Baccio Baccetti (tuttoggi Sovrintendente della Sezione
Zoologica) il museo riprese le attivitagrave di raccolta di reperti dopo un lungo periodo di stasi e nel
1974 fu recuperato il primo mammifero marino Nel 1985 con ladesione al programma
nazionale del Centro Studi Cetacei iniziograve una regolare attivitagrave di recupero di esemplari
spiaggiati ad opera di Fabrizio Cancelli e di alcuni collaboratori esterni (Nicola Baccetti
Tommaso Renieri e dal 2004 Andrea Benocci) Complessivamente dal 1974 ad oggi sono stati
recuperati 92 esemplari appartenenti a 9 specie diverse
Gli interventi comprendono varie fasi dalla segnalazione dello spiaggiamento allinclusione dei
campioni nelle collezioni Prima del recupero si raccolgono le informazioni necessarie dalle
autoritagrave locali durante il successivo sopralluogo in base alle dimensioni dellesemplare si
decide se trasportarlo subito in laboratorio o se operare la dissezione in loco il trasporto viene
poi di norma effettuato con macchine private
Con le informazioni raccolte si compilano le apposite schede fornite dal CSC si realizza anche
una documentazione fotografica Successivamente il corpo dellanimale viene suddiviso in vari
tronconi separando le singole componenti scheletriche Ogni troncone dopo una prima
operazione di scarnificazione viene inserito in buste di fibra artificiale Nel frattempo si
effettuano prelievi di organi e tessuti (per analisi genetiche ed ecotossicologiche) e si cercano
parassiti e elementi che possano indicare le cause del decesso Le singole parti anatomiche
vengono poi inserite in bidoni dacqua calda per accelerare la macerazione della carne dopo
circa 30 giorni le ossa sono giagrave completamente scarnificate I denti nel frattempo rimossi dalle
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperu naturalistici Pavia 16XII2005
arcate vengono puliti separatamente e incollati su fogli di carta mantenendone la disposizione
originaria
Le ossa a macerazione avvenuta vengono tolte dai bidoni e lasciate asciugare Quando tutte le
componenti sono asciutte vengono inserite in buste di plastica allinterno di scatoloni di cartone
insieme alle relative schede Questi preparati vengono poi conservati in deposito a scopi
didattici e di ricerca (non montati per mancanza di spazi espositivi) Solo in pochi casi i cetacei
recuperati sono andati ad arricchire le collezioni esposte
Fino al 01062005 gli esemplari raccolti venivano processati nel vecchio laboratorio o nel
cortile dellaccademia in spazi angusti e non attrezzati A partire da allora invece
linaugurazione di un nuovo laboratorio di tassidermia appositamente attrezzato ha agevolato la
loro preparazione Limportanza del lavoro svolto in questi anni ha infatti ottenuto un
riconoscimento il Presidente dellAccademia dei Fisiocritici Sara Ferri ha premiato limpegno
della Sezione Zoologica concedendo un nuovo spazio attrezzato idoneo alle attivitagrave da svolgere
nel corso di questi interventi oggi egrave quindi possibile lavorare in condizioni ottimali senza
interferire con le ordinarie attivitagrave dellAccademia
(V bullW ltbullraquoraquo
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Preparazione e conservazione di materiale paleontologico i reperti di Ursus spelaeus
FEDERICO CONFORTINI MATTEO MALZANNI amp ANNA PAGANONI
Museo Civico di Sciente Naturali E Caffi di Bergamo - Istituto di Geologia e Paleontologia Piatta Cittadella 10 - 24129 Bergamo mdash email museogeocomunebgit
Il contributo vuol evidenziare alcuni problemi che si sono incontrati durante la preparazione ed
il restauro per la conservazione di reperti ossei fossili recuperati nel corso di scavi in grotta
allinterno di sedimenti saturi dacqua
La grotta di Tri Fradegravei (Lo BG3748) situata a 1200 m di quota sul versante meridionale del
Pizzo di Menna in Comune di Oltre il Colle (BG) contiene un deposito costituito da livelli di
sabbie limose e brecce a clasti carbonatici da centimetrici a decimetrici con allinterno numerosi
resti scheletrici non in connessione anatomica
Il Museo Civico di Scienze Naturali di Bergamo su concessione ministeriale ha realizzato dal
1989 al 1997 una serie di campagne di scavo Le ricerche che hanno riguardato solo il 50 del
deposito lasciandone intatta la parte restante per approfondimenti futuri hanno coinvolto una
superficie di 24 metri quadri per una profonditagrave massima di 2 metri
Il giacimento paleontologico egrave costituito per il 98 da reperti appartenenti Ursus spelaeus
riferibili a oltre 150 individui rappresentati prevalentemente da femmine adulte e giovani in ogni
fascia di etagrave (dal feto a tre anni) mentre raramente si incontrano resti di marmotta volpe e
micromammiferi Sporadici ma significativi i rinvenimenti di alcuni strumenti litici e microlitici
in selce e manufatti in osso
Nel corso dello scavo stratigrafico durante le operazioni di recupero dei macroresti riconosciuti
in situ si egrave svolta contemporaneamente anche la raccolta del sedimento asportato che in sacchi
siglati e sigillati veniva successivamente lavato e setacciato parte in loco e parte in museo per il
recupero dei resti minuti come frammenti ossei denti semi etc
Il trasporto dei fossili fino al laboratorio egrave avvenuto previo opportuni rinforzi ed imballaggi con
involucri in polietilene cosigrave da mantenere le condizioni di idratazione originali ed evitare
traumi
Nei nostri laboratori la preparazione dei macroresti egrave avvenuta in piugrave fasi registrate su apposita
scheda di intervento seguendo le procedure di seguito elencate
bull pulizia dei reperti dalla matrice inglobante e relativa sua vagliatura
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
bull disidratazione controllata dei reperti effettuata contemporaneamente ad un loro
consolidamento tramite prodotti reversibili quali resine acriliche e soluzioni viniliche
bull eventuale unione delle parti mancanti rinvenute nel corso della vagliatura e nel materiale di
setaccia tura
bull periodico controllo del lavoro con verifica della stabilizzazione ed eventuale operazione di
interventi conservativi
In questa esposizione vengono presentati alcuni esempi esplicativi delle tipologie dintervento
bull S13771805 - Cranio di adulto (recupero disimballo pulizia disidratazione e
consolidamento)
bull S13771980 - Cranio di giovane (restauro ed assemblaggio)
bull S13772423 - Canino di adulto (restauro)
bull S 1377157 - Mandibola di adulto (restauro riproduzione e predisposizione per
lesposizione)
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La conservazione delle collezioni geopaleontologiche considerazioni generali e il caso particolare dei fossili piritizzati
LETIZIA DEL FA VERO MARLGABRIELLA FORNASIERO amp MICHELE iexclLARITAN
Museo di Geologia e Paleontologia Universitagrave degli Studi di Padova - Via Giotto 1 mdash 35137 Padova
museopalgeol unipd it
Per conservazione preventiva intendiamo linsieme di procedureprotocolli che prevedono
perlopiugrave interventi indiretti sui reperti volti a prolungarne la durata mantenendone stabili nel
tempo le condizioni Ciograve si attua bloccando evitando o minimizzando i potenziali agenti di
deterioramento Fanno pertanto parte della conservazione preventiva il controllo del
microclima (temperatura e umiditagrave relativa) il controllo dellilluminazione e dellirradiazione in
genere quello degli agenti inquinanti degli shock meccanici e cosigrave via
Le linee guida della conservazione di rocce e di fossili dettate dal MIBAC (dm 2572000 e
1052001) non soddisfano appieno le esigenze delle collezioni geopaleontologiche in
particolare di quelle environmental sensitive Inoltre i documenti ministeriali non tengono
nella dovuta considerazione la sensibilitagrave alla luce di molti reperti In questi casi egrave opportuno
pertanto seguire le indicazioni fornite da altre autorevoli istituzioni che si occupano piugrave nello
specifico della conservazione del materiale geopaleontologico Tra esse si segnalano il
Geological Curation Group (UK) il Canadian Conservation Institut (Canada) e il National Park
Service (USA)
Rocce e fossili contenenti solfuri sono un tipico caso di reperti environmental sensitive Nei
fossili i solfuri piugrave comuni sono la pirite e la marcasite (Fe2S) la cui reazione di ossidazione che
si sviluppa in presenza di umiditagrave causa la produzione continua da parte del fossile di acido
solforico E un processo spesso repentino altamente distruttivo e autoalimentante che una
volta iniziato egrave irreversibile e puograve portare alla completa distruzione del reperto La principale
misura di prevenzione del degrado consiste nella conservazione dei reperti in ambiente a RH lt
30 (qualche autore suggerisce il piugrave bassa possibile altri lt 40) unita al controllo della
temperatura e delle radiazioni luminose
Nella seconda parte verranno descritti due possibili trattamenti ai quali sottoporre i fossili
piritizzati uno dei quali eseguito su mammiferi fossili del Museo di Geologia e Paleontologia
dellUniversitagrave di Padova che presentavano tracce evidenti dellossidazione di solfuri di ferro
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Si egrave proceduto a trattare i fossili con i vapori di idrossido di ammonio (ammoniaca in soluzione
acquosa al 30) allo scopo di preservarli da future alterazioni dei solfuri Questo metodo si
basa sullesposizione dei reperti a vapori di idrossido di ammonio questultimo base forte
neutralizza gli acidi prodotti dallossidazione della pirite e converte i prodotti di ossidazione in
composti piugrave stabili prevenendo il processo degradativo Una possibile e valida alternativa per
il trattamento dei fossili piritizzati egrave il metodo della chelazione del ferro mediante lutilizzo
delletanolammina tiogliocolato diluita al 5 in isopropanolo (oppure etanolo) Letanolammina
egrave una base forte che neutralizza gli acidi derivanti dallalterazione della pirite mentre il
tioglicolato agisce chelando i composti (solubili e insolubili) del ferro Questo metodo rispetto
al trattamento con i vapori di ammonio risulta piugrave facilmente controllabile e adatto anche al
trattamento di grandi fossili Per contro egrave senzaltro piugrave costoso e necessita di piugrave tempo e
perizia Inoltre poicheacute asporta i prodotti dellalterazione aumenta il rischio di cedimento dei
reperti
Dopo i trattamenti sopra descritti egrave doveroso applicare in maniera attenta le indicazioni relative
ai parametri ambientali Infatti tutti i trattamenti si rivelano inutili se in seguito non si attua un
rigido protocollo di conservazione dei reperti
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Quinto Seminano sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Il trattamento conservativo delle pelli di uccelli tramite concia e fissaggio di Eulan
MAURIZIO GATTABRIA
Museo civico di Zoologia Via UlisseAldrovandi 18-00197Roma
mgattabriacomuneromait
Il processo piugrave antico e semplice per prevenire la decomposizione della pelle e quindi di
conservarla egrave la disidratazione
Lestrazione dellacqua attraverso lutilizzo di agenti disseccanti blocca la decomposizione ma
lascia la pelle secca dura sensibile alle variazioni dellumiditagrave ed estremamente appetibile agli
insetti
Lutilizzo di pomate a base di sapone arsenico o borace allo scopo di ammorbidire e di
avvelenare le pelli si egrave rivelato nel corso del tempo insoddisfacente
Per ovviare a questi inconvenienti dalla fine degli anni ottanta si procede anche per le pelli di
uccelli alla concia vera seguita dal trattamento con Eulan
Nel corso degli anni sono stati testate diverse sostanze e metodi fino ad arrivare a un protocollo
da considerarsi ottimale per la preparazione degli uccelli da ostensione
Nellintervento vengono esposte criticamente le tappe significative di questo percorso
J r^J rm nj rj
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Ricerca di uno standard di conservazione per le foglie fossili della Formazione di Piagravenico (Pleistocene Medio- Prealpi Lombarde)
BARBARALEIDI amp FRANCO VALOTI
Collaboratori dellIstituto di Geologia e Paleontologia del Museo Civico di Sciente Naturali E Caffi di Bergamo Piazza Cittadella 10 - 24129 Bergamo
wwwmuseosdenebergamoit - e-mail museogeocomunebgit
Nel 2001 a Sovere (Bergamo) il Museo Civico di Scienze Naturali ECaffi ha intrapreso uno
scavo demergenza per lestrazione di un vertebrato fossile Il reperto egrave inglobato in sedimenti
lacustri attribuiti alla Formazione di Piagravenico costituiti da alternanze di silt argillosi finemente
laminati Lo scavo stratigrafico ha consentito il recupero di circa 1600 reperti fossili associati al
vertebrato semi porzioni di tronchi rami foglie insetti e denti Caratteristica comune a tutti
questi fossili egrave che la matrice rocciosa proveniente da questi depositi quaternari egrave in condizioni
di saturazione A contatto con laria labrusca disidratazione deteriora rapidamente matrice e
fossili favorendo anche lo sviluppo di muffe Gli interventi conservativi precedentemente
applicati avevano permesso solo la conservazione dei reperti piugrave resistenti in occasione di una
campagna di ricerca sistematica e vista la necessitagrave di conservare una gran mole di nuovi
reperti si egrave dovuto sviluppare una nuova modalitagrave di intervento efficace e rapida che blocchi i
veloci processi degenerativi Obiettivo principale e critico di questo processo conservativo
erano i reperti piugrave fragili le foglie La nuova tecnica conservativa sperimentata su 160 reperti di
latifoglie voleva inoltre conciliare le necessitagrave di integritagrave per lo studio dei reperti stessi
conservando il rapporto con la matrice inglobante Con procedimenti meccanici e chimici si egrave
proceduto alla pulitura delle superfici fogliari e allapplicazione di soluzioni consolidanti per la
preparazione a condizioni di umiditagrave controllata E stata eliminata meccanicamente la parte piugrave
grossolana di matrice che ricopre il reperto e per eliminare le particelle piugrave piccole ancora
attaccate al reperto senza danneggiarlo si egrave intervenuto con una blanda azione chimica
sfruttando una soluzione di acido acetico al 25 Grazie allesperienza maturata dal laboratorio
di geologia del museo e agli scambi con collaboratori e colleghi sono state messe a punto
diverse soluzioni La scelta conclusiva adottata dopo la sperimentazione egrave stata quella di
utilizzare soluzioni che consentissero una conservazione a lungo termine tramite controllo della
disidratazione I reperti sono stati collocati in casse in PVC munite di coperchio sotto il quale
viene posizionato un foglio di multiball Lo scopo di questo intervento egrave quello di limitare
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ma non impedire il passaggio di aria fondamentale per permettere ai pezzi di asciugare molto
lentamente I reperti vengono poi adagiati allinterno delle casse con il lato sul quale cegrave il
reperto appoggiato sul fondo della cassa Questa postura permette cosigrave allacqua contenuta nel
reperto di evaporare senza che la foglia venga attraversata dallumiditagrave Unitamente il peso
stesso della matrice sul reperto agevola la presa tra lembo fogliare e matrice della sostanza
consolidante Anche se questa metodolpgia deve ancora essere testata su tempi piugrave lunghi ad
un anno dal trattamento i reperti sono risultati stabili ai controlli mensili
n+j r+s r+raquos rgts laquo^ r^s
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Raccolta conservazione e gestione dei campioni negli erbari lichenologici
STEFANO MARTELLOS
Sistema Museale dAteneo dellUniversitagrave di Trieste Dipartimento di biologia - Via Giorgieri 10-34100 Trieste
martelstuniv trieste it
La lichenologia in Italia ha avuto il suo periodo doro tra la seconda metagrave dell800 ed i primi
anni del 900 e a questo periodo risale una parte importante di tutte le raccolte lichenologiche
oggi esistenti Lo studio di questa materia e la raccolta di campioni sono riprese con una certa
intensitagrave solo dalla fine degli anni 7 0 dello scorso secolo In alcuni dei principali erbari
lichenologici italiani vi egrave quindi la necessitagrave di gestire al contempo materiale storico e moderno
I campioni raccolti negli erbari possono essere conservati in buste contenute in scatole o fissate
su fogli derbario oppure incollati ai fogli stessi Di frequente viene conservata anche parte del
substrato per limpossibilitagrave di separarlo dal campione Luso di scatole in plastica o in cartone egrave
a volte richiesto in conseguenza della fragilitagrave del substrato come avviene per molti campioni
raccolti al suolo I campioni possono andare incontro ad analisi di tipo morfo-anatomico
chimico o genetico (questo solo nel caso di campioni recenti) Il materiale derivante da tali
analisi (vetrini provette) deve a sua volta venire conservato assieme al campione I dati relativi
alla raccolta allidentificazione ed a eventuali revisioni sono di estrema importanza la loro
accuratezza egrave fondamentale e devono sempre accompagnare il campione Una attenta
digitalizzazione puograve renderne molto piugrave agevole la consultazione La corretta gestione di un
erbario inoltre non puograve prescindere da adeguate strutture di conservazione e climatizzazione
per prevenire fenomeni come linfestazione da parte di insetti
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Gestione delle collezioni microteriologiche
STEFANO MAZZOTTI
Museo Civico di Storia Naturale Via De Pisis 24 -44100 Ferrara
Le raccolte di piccoli mammiferi sono fra le piugrave diffuse collezioni zoologiche Esse
costituiscono un notevole serbatoio di informazioni tassonomiche ecologiche ed ambientali
Viene trattato largomento sottolineando le problematiche di acquisizione e preparazione dei
materiali In particolare si identificano due categorie di reperti 1) Materiali ossei provenienti da
boli di Strigiformi 2) Animali catturati mediante trappolaggi che presentano la componente in
pelle le parti scheletriche ed il corpo Si esaminano successivamente le tecniche di collocazione
e conservazione dei reperti proponendo tipi di conservazioni differenziate dei campioni per
dare la possibilitagrave di fruizione anche per analisi molecolari Si evidenza anche limportanza della
scelta del metodo di catalogazione rilevando le necessitagrave di fruizione per studi di tassonomia e
ambientali
ri nmdash ri
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Elenco degli iscritti Stefano Aguzzi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Fausto Barbagli Museo di Storia Naturale dellUniversitagrave Sez Zoologica La Specola Via Romana 17 50125 Firenze Giorgio Bardelli Museo civico di Storia Naturale di Milano Corso Venezia 55 20121 Milano
Andrea Benocci Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Elisabetta Bernuzzi Sistema Museale dAteneo Museo di Storia Naturale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Enrico Borgo Museo Civico di Storia Naturale GDoria Via Brigata Liguria 9 16121 Genova
Stefano Bovero Museo Regionale Scienze Naturali Viao Giolitti 36 10123 Torino
Athos Callegari Dipartimento di Scienze della Terra Universitagrave degli Studi di Pavia Via Ferrata 1 27100 Pavia
Fabrizio Cancelli Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Marta Coloberti
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Federico Confortini
Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo
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Riccardo Carini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Maria Chiara Deflorian Museo Tridentino di Scienze Naturali Via Calepina 14 38100 Trento
Letizia Del Favero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Anna Donazzan Comune di Valstagna
Via Cima Mandriollo 1 36016 Bassano del Grappa (VI)
Mina Farris
Museo Aquilegia di Assemini Via San Mauro 5 09127 Cagliari Mariagabriella Fornasiero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Bernardo Fratello Sezione Musei Anatomici Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Berengario 14 41100 Modena
Maurizio Gattabria Museo Civico di Zoologia Via Ulisse Aldrovandi 18 00197 Roma
Paolo Guaschi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Barbara Leidi Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo Monica Luccini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Luigi Maffettone Orto botanico universitario Viale Caduti in Guerra 127 41100 Modena
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Clementina Rovati Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Luigi Sala Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Campi 213D 41100 Modena
Roberta Salmaso Museo Civico di Storia Naturale Lungadige Porta Vittoria 9 37129 Verona
Giuseppe Sanguini Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Monica Scomazzon Museo civico di Bassano del Grappa Via Lughi 2A 36067 Cassola (VI)
Monica Siviero Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Carlo Violarli Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Vincenzo Vomero Musei Scientifici della Sovraintendenza Comunale di Roma
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperu naturalistici Pavia 16XII2005
arcate vengono puliti separatamente e incollati su fogli di carta mantenendone la disposizione
originaria
Le ossa a macerazione avvenuta vengono tolte dai bidoni e lasciate asciugare Quando tutte le
componenti sono asciutte vengono inserite in buste di plastica allinterno di scatoloni di cartone
insieme alle relative schede Questi preparati vengono poi conservati in deposito a scopi
didattici e di ricerca (non montati per mancanza di spazi espositivi) Solo in pochi casi i cetacei
recuperati sono andati ad arricchire le collezioni esposte
Fino al 01062005 gli esemplari raccolti venivano processati nel vecchio laboratorio o nel
cortile dellaccademia in spazi angusti e non attrezzati A partire da allora invece
linaugurazione di un nuovo laboratorio di tassidermia appositamente attrezzato ha agevolato la
loro preparazione Limportanza del lavoro svolto in questi anni ha infatti ottenuto un
riconoscimento il Presidente dellAccademia dei Fisiocritici Sara Ferri ha premiato limpegno
della Sezione Zoologica concedendo un nuovo spazio attrezzato idoneo alle attivitagrave da svolgere
nel corso di questi interventi oggi egrave quindi possibile lavorare in condizioni ottimali senza
interferire con le ordinarie attivitagrave dellAccademia
(V bullW ltbullraquoraquo
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Preparazione e conservazione di materiale paleontologico i reperti di Ursus spelaeus
FEDERICO CONFORTINI MATTEO MALZANNI amp ANNA PAGANONI
Museo Civico di Sciente Naturali E Caffi di Bergamo - Istituto di Geologia e Paleontologia Piatta Cittadella 10 - 24129 Bergamo mdash email museogeocomunebgit
Il contributo vuol evidenziare alcuni problemi che si sono incontrati durante la preparazione ed
il restauro per la conservazione di reperti ossei fossili recuperati nel corso di scavi in grotta
allinterno di sedimenti saturi dacqua
La grotta di Tri Fradegravei (Lo BG3748) situata a 1200 m di quota sul versante meridionale del
Pizzo di Menna in Comune di Oltre il Colle (BG) contiene un deposito costituito da livelli di
sabbie limose e brecce a clasti carbonatici da centimetrici a decimetrici con allinterno numerosi
resti scheletrici non in connessione anatomica
Il Museo Civico di Scienze Naturali di Bergamo su concessione ministeriale ha realizzato dal
1989 al 1997 una serie di campagne di scavo Le ricerche che hanno riguardato solo il 50 del
deposito lasciandone intatta la parte restante per approfondimenti futuri hanno coinvolto una
superficie di 24 metri quadri per una profonditagrave massima di 2 metri
Il giacimento paleontologico egrave costituito per il 98 da reperti appartenenti Ursus spelaeus
riferibili a oltre 150 individui rappresentati prevalentemente da femmine adulte e giovani in ogni
fascia di etagrave (dal feto a tre anni) mentre raramente si incontrano resti di marmotta volpe e
micromammiferi Sporadici ma significativi i rinvenimenti di alcuni strumenti litici e microlitici
in selce e manufatti in osso
Nel corso dello scavo stratigrafico durante le operazioni di recupero dei macroresti riconosciuti
in situ si egrave svolta contemporaneamente anche la raccolta del sedimento asportato che in sacchi
siglati e sigillati veniva successivamente lavato e setacciato parte in loco e parte in museo per il
recupero dei resti minuti come frammenti ossei denti semi etc
Il trasporto dei fossili fino al laboratorio egrave avvenuto previo opportuni rinforzi ed imballaggi con
involucri in polietilene cosigrave da mantenere le condizioni di idratazione originali ed evitare
traumi
Nei nostri laboratori la preparazione dei macroresti egrave avvenuta in piugrave fasi registrate su apposita
scheda di intervento seguendo le procedure di seguito elencate
bull pulizia dei reperti dalla matrice inglobante e relativa sua vagliatura
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
bull disidratazione controllata dei reperti effettuata contemporaneamente ad un loro
consolidamento tramite prodotti reversibili quali resine acriliche e soluzioni viniliche
bull eventuale unione delle parti mancanti rinvenute nel corso della vagliatura e nel materiale di
setaccia tura
bull periodico controllo del lavoro con verifica della stabilizzazione ed eventuale operazione di
interventi conservativi
In questa esposizione vengono presentati alcuni esempi esplicativi delle tipologie dintervento
bull S13771805 - Cranio di adulto (recupero disimballo pulizia disidratazione e
consolidamento)
bull S13771980 - Cranio di giovane (restauro ed assemblaggio)
bull S13772423 - Canino di adulto (restauro)
bull S 1377157 - Mandibola di adulto (restauro riproduzione e predisposizione per
lesposizione)
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
La conservazione delle collezioni geopaleontologiche considerazioni generali e il caso particolare dei fossili piritizzati
LETIZIA DEL FA VERO MARLGABRIELLA FORNASIERO amp MICHELE iexclLARITAN
Museo di Geologia e Paleontologia Universitagrave degli Studi di Padova - Via Giotto 1 mdash 35137 Padova
museopalgeol unipd it
Per conservazione preventiva intendiamo linsieme di procedureprotocolli che prevedono
perlopiugrave interventi indiretti sui reperti volti a prolungarne la durata mantenendone stabili nel
tempo le condizioni Ciograve si attua bloccando evitando o minimizzando i potenziali agenti di
deterioramento Fanno pertanto parte della conservazione preventiva il controllo del
microclima (temperatura e umiditagrave relativa) il controllo dellilluminazione e dellirradiazione in
genere quello degli agenti inquinanti degli shock meccanici e cosigrave via
Le linee guida della conservazione di rocce e di fossili dettate dal MIBAC (dm 2572000 e
1052001) non soddisfano appieno le esigenze delle collezioni geopaleontologiche in
particolare di quelle environmental sensitive Inoltre i documenti ministeriali non tengono
nella dovuta considerazione la sensibilitagrave alla luce di molti reperti In questi casi egrave opportuno
pertanto seguire le indicazioni fornite da altre autorevoli istituzioni che si occupano piugrave nello
specifico della conservazione del materiale geopaleontologico Tra esse si segnalano il
Geological Curation Group (UK) il Canadian Conservation Institut (Canada) e il National Park
Service (USA)
Rocce e fossili contenenti solfuri sono un tipico caso di reperti environmental sensitive Nei
fossili i solfuri piugrave comuni sono la pirite e la marcasite (Fe2S) la cui reazione di ossidazione che
si sviluppa in presenza di umiditagrave causa la produzione continua da parte del fossile di acido
solforico E un processo spesso repentino altamente distruttivo e autoalimentante che una
volta iniziato egrave irreversibile e puograve portare alla completa distruzione del reperto La principale
misura di prevenzione del degrado consiste nella conservazione dei reperti in ambiente a RH lt
30 (qualche autore suggerisce il piugrave bassa possibile altri lt 40) unita al controllo della
temperatura e delle radiazioni luminose
Nella seconda parte verranno descritti due possibili trattamenti ai quali sottoporre i fossili
piritizzati uno dei quali eseguito su mammiferi fossili del Museo di Geologia e Paleontologia
dellUniversitagrave di Padova che presentavano tracce evidenti dellossidazione di solfuri di ferro
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Si egrave proceduto a trattare i fossili con i vapori di idrossido di ammonio (ammoniaca in soluzione
acquosa al 30) allo scopo di preservarli da future alterazioni dei solfuri Questo metodo si
basa sullesposizione dei reperti a vapori di idrossido di ammonio questultimo base forte
neutralizza gli acidi prodotti dallossidazione della pirite e converte i prodotti di ossidazione in
composti piugrave stabili prevenendo il processo degradativo Una possibile e valida alternativa per
il trattamento dei fossili piritizzati egrave il metodo della chelazione del ferro mediante lutilizzo
delletanolammina tiogliocolato diluita al 5 in isopropanolo (oppure etanolo) Letanolammina
egrave una base forte che neutralizza gli acidi derivanti dallalterazione della pirite mentre il
tioglicolato agisce chelando i composti (solubili e insolubili) del ferro Questo metodo rispetto
al trattamento con i vapori di ammonio risulta piugrave facilmente controllabile e adatto anche al
trattamento di grandi fossili Per contro egrave senzaltro piugrave costoso e necessita di piugrave tempo e
perizia Inoltre poicheacute asporta i prodotti dellalterazione aumenta il rischio di cedimento dei
reperti
Dopo i trattamenti sopra descritti egrave doveroso applicare in maniera attenta le indicazioni relative
ai parametri ambientali Infatti tutti i trattamenti si rivelano inutili se in seguito non si attua un
rigido protocollo di conservazione dei reperti
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W fJ
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Quinto Seminano sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Il trattamento conservativo delle pelli di uccelli tramite concia e fissaggio di Eulan
MAURIZIO GATTABRIA
Museo civico di Zoologia Via UlisseAldrovandi 18-00197Roma
mgattabriacomuneromait
Il processo piugrave antico e semplice per prevenire la decomposizione della pelle e quindi di
conservarla egrave la disidratazione
Lestrazione dellacqua attraverso lutilizzo di agenti disseccanti blocca la decomposizione ma
lascia la pelle secca dura sensibile alle variazioni dellumiditagrave ed estremamente appetibile agli
insetti
Lutilizzo di pomate a base di sapone arsenico o borace allo scopo di ammorbidire e di
avvelenare le pelli si egrave rivelato nel corso del tempo insoddisfacente
Per ovviare a questi inconvenienti dalla fine degli anni ottanta si procede anche per le pelli di
uccelli alla concia vera seguita dal trattamento con Eulan
Nel corso degli anni sono stati testate diverse sostanze e metodi fino ad arrivare a un protocollo
da considerarsi ottimale per la preparazione degli uccelli da ostensione
Nellintervento vengono esposte criticamente le tappe significative di questo percorso
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Ricerca di uno standard di conservazione per le foglie fossili della Formazione di Piagravenico (Pleistocene Medio- Prealpi Lombarde)
BARBARALEIDI amp FRANCO VALOTI
Collaboratori dellIstituto di Geologia e Paleontologia del Museo Civico di Sciente Naturali E Caffi di Bergamo Piazza Cittadella 10 - 24129 Bergamo
wwwmuseosdenebergamoit - e-mail museogeocomunebgit
Nel 2001 a Sovere (Bergamo) il Museo Civico di Scienze Naturali ECaffi ha intrapreso uno
scavo demergenza per lestrazione di un vertebrato fossile Il reperto egrave inglobato in sedimenti
lacustri attribuiti alla Formazione di Piagravenico costituiti da alternanze di silt argillosi finemente
laminati Lo scavo stratigrafico ha consentito il recupero di circa 1600 reperti fossili associati al
vertebrato semi porzioni di tronchi rami foglie insetti e denti Caratteristica comune a tutti
questi fossili egrave che la matrice rocciosa proveniente da questi depositi quaternari egrave in condizioni
di saturazione A contatto con laria labrusca disidratazione deteriora rapidamente matrice e
fossili favorendo anche lo sviluppo di muffe Gli interventi conservativi precedentemente
applicati avevano permesso solo la conservazione dei reperti piugrave resistenti in occasione di una
campagna di ricerca sistematica e vista la necessitagrave di conservare una gran mole di nuovi
reperti si egrave dovuto sviluppare una nuova modalitagrave di intervento efficace e rapida che blocchi i
veloci processi degenerativi Obiettivo principale e critico di questo processo conservativo
erano i reperti piugrave fragili le foglie La nuova tecnica conservativa sperimentata su 160 reperti di
latifoglie voleva inoltre conciliare le necessitagrave di integritagrave per lo studio dei reperti stessi
conservando il rapporto con la matrice inglobante Con procedimenti meccanici e chimici si egrave
proceduto alla pulitura delle superfici fogliari e allapplicazione di soluzioni consolidanti per la
preparazione a condizioni di umiditagrave controllata E stata eliminata meccanicamente la parte piugrave
grossolana di matrice che ricopre il reperto e per eliminare le particelle piugrave piccole ancora
attaccate al reperto senza danneggiarlo si egrave intervenuto con una blanda azione chimica
sfruttando una soluzione di acido acetico al 25 Grazie allesperienza maturata dal laboratorio
di geologia del museo e agli scambi con collaboratori e colleghi sono state messe a punto
diverse soluzioni La scelta conclusiva adottata dopo la sperimentazione egrave stata quella di
utilizzare soluzioni che consentissero una conservazione a lungo termine tramite controllo della
disidratazione I reperti sono stati collocati in casse in PVC munite di coperchio sotto il quale
viene posizionato un foglio di multiball Lo scopo di questo intervento egrave quello di limitare
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
ma non impedire il passaggio di aria fondamentale per permettere ai pezzi di asciugare molto
lentamente I reperti vengono poi adagiati allinterno delle casse con il lato sul quale cegrave il
reperto appoggiato sul fondo della cassa Questa postura permette cosigrave allacqua contenuta nel
reperto di evaporare senza che la foglia venga attraversata dallumiditagrave Unitamente il peso
stesso della matrice sul reperto agevola la presa tra lembo fogliare e matrice della sostanza
consolidante Anche se questa metodolpgia deve ancora essere testata su tempi piugrave lunghi ad
un anno dal trattamento i reperti sono risultati stabili ai controlli mensili
n+j r+s r+raquos rgts laquo^ r^s
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Raccolta conservazione e gestione dei campioni negli erbari lichenologici
STEFANO MARTELLOS
Sistema Museale dAteneo dellUniversitagrave di Trieste Dipartimento di biologia - Via Giorgieri 10-34100 Trieste
martelstuniv trieste it
La lichenologia in Italia ha avuto il suo periodo doro tra la seconda metagrave dell800 ed i primi
anni del 900 e a questo periodo risale una parte importante di tutte le raccolte lichenologiche
oggi esistenti Lo studio di questa materia e la raccolta di campioni sono riprese con una certa
intensitagrave solo dalla fine degli anni 7 0 dello scorso secolo In alcuni dei principali erbari
lichenologici italiani vi egrave quindi la necessitagrave di gestire al contempo materiale storico e moderno
I campioni raccolti negli erbari possono essere conservati in buste contenute in scatole o fissate
su fogli derbario oppure incollati ai fogli stessi Di frequente viene conservata anche parte del
substrato per limpossibilitagrave di separarlo dal campione Luso di scatole in plastica o in cartone egrave
a volte richiesto in conseguenza della fragilitagrave del substrato come avviene per molti campioni
raccolti al suolo I campioni possono andare incontro ad analisi di tipo morfo-anatomico
chimico o genetico (questo solo nel caso di campioni recenti) Il materiale derivante da tali
analisi (vetrini provette) deve a sua volta venire conservato assieme al campione I dati relativi
alla raccolta allidentificazione ed a eventuali revisioni sono di estrema importanza la loro
accuratezza egrave fondamentale e devono sempre accompagnare il campione Una attenta
digitalizzazione puograve renderne molto piugrave agevole la consultazione La corretta gestione di un
erbario inoltre non puograve prescindere da adeguate strutture di conservazione e climatizzazione
per prevenire fenomeni come linfestazione da parte di insetti
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Gestione delle collezioni microteriologiche
STEFANO MAZZOTTI
Museo Civico di Storia Naturale Via De Pisis 24 -44100 Ferrara
Le raccolte di piccoli mammiferi sono fra le piugrave diffuse collezioni zoologiche Esse
costituiscono un notevole serbatoio di informazioni tassonomiche ecologiche ed ambientali
Viene trattato largomento sottolineando le problematiche di acquisizione e preparazione dei
materiali In particolare si identificano due categorie di reperti 1) Materiali ossei provenienti da
boli di Strigiformi 2) Animali catturati mediante trappolaggi che presentano la componente in
pelle le parti scheletriche ed il corpo Si esaminano successivamente le tecniche di collocazione
e conservazione dei reperti proponendo tipi di conservazioni differenziate dei campioni per
dare la possibilitagrave di fruizione anche per analisi molecolari Si evidenza anche limportanza della
scelta del metodo di catalogazione rilevando le necessitagrave di fruizione per studi di tassonomia e
ambientali
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Elenco degli iscritti Stefano Aguzzi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Fausto Barbagli Museo di Storia Naturale dellUniversitagrave Sez Zoologica La Specola Via Romana 17 50125 Firenze Giorgio Bardelli Museo civico di Storia Naturale di Milano Corso Venezia 55 20121 Milano
Andrea Benocci Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Elisabetta Bernuzzi Sistema Museale dAteneo Museo di Storia Naturale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Enrico Borgo Museo Civico di Storia Naturale GDoria Via Brigata Liguria 9 16121 Genova
Stefano Bovero Museo Regionale Scienze Naturali Viao Giolitti 36 10123 Torino
Athos Callegari Dipartimento di Scienze della Terra Universitagrave degli Studi di Pavia Via Ferrata 1 27100 Pavia
Fabrizio Cancelli Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Marta Coloberti
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Federico Confortini
Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo
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Riccardo Carini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Maria Chiara Deflorian Museo Tridentino di Scienze Naturali Via Calepina 14 38100 Trento
Letizia Del Favero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Anna Donazzan Comune di Valstagna
Via Cima Mandriollo 1 36016 Bassano del Grappa (VI)
Mina Farris
Museo Aquilegia di Assemini Via San Mauro 5 09127 Cagliari Mariagabriella Fornasiero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Bernardo Fratello Sezione Musei Anatomici Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Berengario 14 41100 Modena
Maurizio Gattabria Museo Civico di Zoologia Via Ulisse Aldrovandi 18 00197 Roma
Paolo Guaschi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Barbara Leidi Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo Monica Luccini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Luigi Maffettone Orto botanico universitario Viale Caduti in Guerra 127 41100 Modena
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Clementina Rovati Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Luigi Sala Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Campi 213D 41100 Modena
Roberta Salmaso Museo Civico di Storia Naturale Lungadige Porta Vittoria 9 37129 Verona
Giuseppe Sanguini Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Monica Scomazzon Museo civico di Bassano del Grappa Via Lughi 2A 36067 Cassola (VI)
Monica Siviero Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Carlo Violarli Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Vincenzo Vomero Musei Scientifici della Sovraintendenza Comunale di Roma
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Preparazione e conservazione di materiale paleontologico i reperti di Ursus spelaeus
FEDERICO CONFORTINI MATTEO MALZANNI amp ANNA PAGANONI
Museo Civico di Sciente Naturali E Caffi di Bergamo - Istituto di Geologia e Paleontologia Piatta Cittadella 10 - 24129 Bergamo mdash email museogeocomunebgit
Il contributo vuol evidenziare alcuni problemi che si sono incontrati durante la preparazione ed
il restauro per la conservazione di reperti ossei fossili recuperati nel corso di scavi in grotta
allinterno di sedimenti saturi dacqua
La grotta di Tri Fradegravei (Lo BG3748) situata a 1200 m di quota sul versante meridionale del
Pizzo di Menna in Comune di Oltre il Colle (BG) contiene un deposito costituito da livelli di
sabbie limose e brecce a clasti carbonatici da centimetrici a decimetrici con allinterno numerosi
resti scheletrici non in connessione anatomica
Il Museo Civico di Scienze Naturali di Bergamo su concessione ministeriale ha realizzato dal
1989 al 1997 una serie di campagne di scavo Le ricerche che hanno riguardato solo il 50 del
deposito lasciandone intatta la parte restante per approfondimenti futuri hanno coinvolto una
superficie di 24 metri quadri per una profonditagrave massima di 2 metri
Il giacimento paleontologico egrave costituito per il 98 da reperti appartenenti Ursus spelaeus
riferibili a oltre 150 individui rappresentati prevalentemente da femmine adulte e giovani in ogni
fascia di etagrave (dal feto a tre anni) mentre raramente si incontrano resti di marmotta volpe e
micromammiferi Sporadici ma significativi i rinvenimenti di alcuni strumenti litici e microlitici
in selce e manufatti in osso
Nel corso dello scavo stratigrafico durante le operazioni di recupero dei macroresti riconosciuti
in situ si egrave svolta contemporaneamente anche la raccolta del sedimento asportato che in sacchi
siglati e sigillati veniva successivamente lavato e setacciato parte in loco e parte in museo per il
recupero dei resti minuti come frammenti ossei denti semi etc
Il trasporto dei fossili fino al laboratorio egrave avvenuto previo opportuni rinforzi ed imballaggi con
involucri in polietilene cosigrave da mantenere le condizioni di idratazione originali ed evitare
traumi
Nei nostri laboratori la preparazione dei macroresti egrave avvenuta in piugrave fasi registrate su apposita
scheda di intervento seguendo le procedure di seguito elencate
bull pulizia dei reperti dalla matrice inglobante e relativa sua vagliatura
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
bull disidratazione controllata dei reperti effettuata contemporaneamente ad un loro
consolidamento tramite prodotti reversibili quali resine acriliche e soluzioni viniliche
bull eventuale unione delle parti mancanti rinvenute nel corso della vagliatura e nel materiale di
setaccia tura
bull periodico controllo del lavoro con verifica della stabilizzazione ed eventuale operazione di
interventi conservativi
In questa esposizione vengono presentati alcuni esempi esplicativi delle tipologie dintervento
bull S13771805 - Cranio di adulto (recupero disimballo pulizia disidratazione e
consolidamento)
bull S13771980 - Cranio di giovane (restauro ed assemblaggio)
bull S13772423 - Canino di adulto (restauro)
bull S 1377157 - Mandibola di adulto (restauro riproduzione e predisposizione per
lesposizione)
r+i
r r^m
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
La conservazione delle collezioni geopaleontologiche considerazioni generali e il caso particolare dei fossili piritizzati
LETIZIA DEL FA VERO MARLGABRIELLA FORNASIERO amp MICHELE iexclLARITAN
Museo di Geologia e Paleontologia Universitagrave degli Studi di Padova - Via Giotto 1 mdash 35137 Padova
museopalgeol unipd it
Per conservazione preventiva intendiamo linsieme di procedureprotocolli che prevedono
perlopiugrave interventi indiretti sui reperti volti a prolungarne la durata mantenendone stabili nel
tempo le condizioni Ciograve si attua bloccando evitando o minimizzando i potenziali agenti di
deterioramento Fanno pertanto parte della conservazione preventiva il controllo del
microclima (temperatura e umiditagrave relativa) il controllo dellilluminazione e dellirradiazione in
genere quello degli agenti inquinanti degli shock meccanici e cosigrave via
Le linee guida della conservazione di rocce e di fossili dettate dal MIBAC (dm 2572000 e
1052001) non soddisfano appieno le esigenze delle collezioni geopaleontologiche in
particolare di quelle environmental sensitive Inoltre i documenti ministeriali non tengono
nella dovuta considerazione la sensibilitagrave alla luce di molti reperti In questi casi egrave opportuno
pertanto seguire le indicazioni fornite da altre autorevoli istituzioni che si occupano piugrave nello
specifico della conservazione del materiale geopaleontologico Tra esse si segnalano il
Geological Curation Group (UK) il Canadian Conservation Institut (Canada) e il National Park
Service (USA)
Rocce e fossili contenenti solfuri sono un tipico caso di reperti environmental sensitive Nei
fossili i solfuri piugrave comuni sono la pirite e la marcasite (Fe2S) la cui reazione di ossidazione che
si sviluppa in presenza di umiditagrave causa la produzione continua da parte del fossile di acido
solforico E un processo spesso repentino altamente distruttivo e autoalimentante che una
volta iniziato egrave irreversibile e puograve portare alla completa distruzione del reperto La principale
misura di prevenzione del degrado consiste nella conservazione dei reperti in ambiente a RH lt
30 (qualche autore suggerisce il piugrave bassa possibile altri lt 40) unita al controllo della
temperatura e delle radiazioni luminose
Nella seconda parte verranno descritti due possibili trattamenti ai quali sottoporre i fossili
piritizzati uno dei quali eseguito su mammiferi fossili del Museo di Geologia e Paleontologia
dellUniversitagrave di Padova che presentavano tracce evidenti dellossidazione di solfuri di ferro
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Si egrave proceduto a trattare i fossili con i vapori di idrossido di ammonio (ammoniaca in soluzione
acquosa al 30) allo scopo di preservarli da future alterazioni dei solfuri Questo metodo si
basa sullesposizione dei reperti a vapori di idrossido di ammonio questultimo base forte
neutralizza gli acidi prodotti dallossidazione della pirite e converte i prodotti di ossidazione in
composti piugrave stabili prevenendo il processo degradativo Una possibile e valida alternativa per
il trattamento dei fossili piritizzati egrave il metodo della chelazione del ferro mediante lutilizzo
delletanolammina tiogliocolato diluita al 5 in isopropanolo (oppure etanolo) Letanolammina
egrave una base forte che neutralizza gli acidi derivanti dallalterazione della pirite mentre il
tioglicolato agisce chelando i composti (solubili e insolubili) del ferro Questo metodo rispetto
al trattamento con i vapori di ammonio risulta piugrave facilmente controllabile e adatto anche al
trattamento di grandi fossili Per contro egrave senzaltro piugrave costoso e necessita di piugrave tempo e
perizia Inoltre poicheacute asporta i prodotti dellalterazione aumenta il rischio di cedimento dei
reperti
Dopo i trattamenti sopra descritti egrave doveroso applicare in maniera attenta le indicazioni relative
ai parametri ambientali Infatti tutti i trattamenti si rivelano inutili se in seguito non si attua un
rigido protocollo di conservazione dei reperti
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Quinto Seminano sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Il trattamento conservativo delle pelli di uccelli tramite concia e fissaggio di Eulan
MAURIZIO GATTABRIA
Museo civico di Zoologia Via UlisseAldrovandi 18-00197Roma
mgattabriacomuneromait
Il processo piugrave antico e semplice per prevenire la decomposizione della pelle e quindi di
conservarla egrave la disidratazione
Lestrazione dellacqua attraverso lutilizzo di agenti disseccanti blocca la decomposizione ma
lascia la pelle secca dura sensibile alle variazioni dellumiditagrave ed estremamente appetibile agli
insetti
Lutilizzo di pomate a base di sapone arsenico o borace allo scopo di ammorbidire e di
avvelenare le pelli si egrave rivelato nel corso del tempo insoddisfacente
Per ovviare a questi inconvenienti dalla fine degli anni ottanta si procede anche per le pelli di
uccelli alla concia vera seguita dal trattamento con Eulan
Nel corso degli anni sono stati testate diverse sostanze e metodi fino ad arrivare a un protocollo
da considerarsi ottimale per la preparazione degli uccelli da ostensione
Nellintervento vengono esposte criticamente le tappe significative di questo percorso
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Ricerca di uno standard di conservazione per le foglie fossili della Formazione di Piagravenico (Pleistocene Medio- Prealpi Lombarde)
BARBARALEIDI amp FRANCO VALOTI
Collaboratori dellIstituto di Geologia e Paleontologia del Museo Civico di Sciente Naturali E Caffi di Bergamo Piazza Cittadella 10 - 24129 Bergamo
wwwmuseosdenebergamoit - e-mail museogeocomunebgit
Nel 2001 a Sovere (Bergamo) il Museo Civico di Scienze Naturali ECaffi ha intrapreso uno
scavo demergenza per lestrazione di un vertebrato fossile Il reperto egrave inglobato in sedimenti
lacustri attribuiti alla Formazione di Piagravenico costituiti da alternanze di silt argillosi finemente
laminati Lo scavo stratigrafico ha consentito il recupero di circa 1600 reperti fossili associati al
vertebrato semi porzioni di tronchi rami foglie insetti e denti Caratteristica comune a tutti
questi fossili egrave che la matrice rocciosa proveniente da questi depositi quaternari egrave in condizioni
di saturazione A contatto con laria labrusca disidratazione deteriora rapidamente matrice e
fossili favorendo anche lo sviluppo di muffe Gli interventi conservativi precedentemente
applicati avevano permesso solo la conservazione dei reperti piugrave resistenti in occasione di una
campagna di ricerca sistematica e vista la necessitagrave di conservare una gran mole di nuovi
reperti si egrave dovuto sviluppare una nuova modalitagrave di intervento efficace e rapida che blocchi i
veloci processi degenerativi Obiettivo principale e critico di questo processo conservativo
erano i reperti piugrave fragili le foglie La nuova tecnica conservativa sperimentata su 160 reperti di
latifoglie voleva inoltre conciliare le necessitagrave di integritagrave per lo studio dei reperti stessi
conservando il rapporto con la matrice inglobante Con procedimenti meccanici e chimici si egrave
proceduto alla pulitura delle superfici fogliari e allapplicazione di soluzioni consolidanti per la
preparazione a condizioni di umiditagrave controllata E stata eliminata meccanicamente la parte piugrave
grossolana di matrice che ricopre il reperto e per eliminare le particelle piugrave piccole ancora
attaccate al reperto senza danneggiarlo si egrave intervenuto con una blanda azione chimica
sfruttando una soluzione di acido acetico al 25 Grazie allesperienza maturata dal laboratorio
di geologia del museo e agli scambi con collaboratori e colleghi sono state messe a punto
diverse soluzioni La scelta conclusiva adottata dopo la sperimentazione egrave stata quella di
utilizzare soluzioni che consentissero una conservazione a lungo termine tramite controllo della
disidratazione I reperti sono stati collocati in casse in PVC munite di coperchio sotto il quale
viene posizionato un foglio di multiball Lo scopo di questo intervento egrave quello di limitare
- 11 -
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
ma non impedire il passaggio di aria fondamentale per permettere ai pezzi di asciugare molto
lentamente I reperti vengono poi adagiati allinterno delle casse con il lato sul quale cegrave il
reperto appoggiato sul fondo della cassa Questa postura permette cosigrave allacqua contenuta nel
reperto di evaporare senza che la foglia venga attraversata dallumiditagrave Unitamente il peso
stesso della matrice sul reperto agevola la presa tra lembo fogliare e matrice della sostanza
consolidante Anche se questa metodolpgia deve ancora essere testata su tempi piugrave lunghi ad
un anno dal trattamento i reperti sono risultati stabili ai controlli mensili
n+j r+s r+raquos rgts laquo^ r^s
- 1 2 -
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Raccolta conservazione e gestione dei campioni negli erbari lichenologici
STEFANO MARTELLOS
Sistema Museale dAteneo dellUniversitagrave di Trieste Dipartimento di biologia - Via Giorgieri 10-34100 Trieste
martelstuniv trieste it
La lichenologia in Italia ha avuto il suo periodo doro tra la seconda metagrave dell800 ed i primi
anni del 900 e a questo periodo risale una parte importante di tutte le raccolte lichenologiche
oggi esistenti Lo studio di questa materia e la raccolta di campioni sono riprese con una certa
intensitagrave solo dalla fine degli anni 7 0 dello scorso secolo In alcuni dei principali erbari
lichenologici italiani vi egrave quindi la necessitagrave di gestire al contempo materiale storico e moderno
I campioni raccolti negli erbari possono essere conservati in buste contenute in scatole o fissate
su fogli derbario oppure incollati ai fogli stessi Di frequente viene conservata anche parte del
substrato per limpossibilitagrave di separarlo dal campione Luso di scatole in plastica o in cartone egrave
a volte richiesto in conseguenza della fragilitagrave del substrato come avviene per molti campioni
raccolti al suolo I campioni possono andare incontro ad analisi di tipo morfo-anatomico
chimico o genetico (questo solo nel caso di campioni recenti) Il materiale derivante da tali
analisi (vetrini provette) deve a sua volta venire conservato assieme al campione I dati relativi
alla raccolta allidentificazione ed a eventuali revisioni sono di estrema importanza la loro
accuratezza egrave fondamentale e devono sempre accompagnare il campione Una attenta
digitalizzazione puograve renderne molto piugrave agevole la consultazione La corretta gestione di un
erbario inoltre non puograve prescindere da adeguate strutture di conservazione e climatizzazione
per prevenire fenomeni come linfestazione da parte di insetti
-w r^j nraquoj r^j rj nj
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Gestione delle collezioni microteriologiche
STEFANO MAZZOTTI
Museo Civico di Storia Naturale Via De Pisis 24 -44100 Ferrara
Le raccolte di piccoli mammiferi sono fra le piugrave diffuse collezioni zoologiche Esse
costituiscono un notevole serbatoio di informazioni tassonomiche ecologiche ed ambientali
Viene trattato largomento sottolineando le problematiche di acquisizione e preparazione dei
materiali In particolare si identificano due categorie di reperti 1) Materiali ossei provenienti da
boli di Strigiformi 2) Animali catturati mediante trappolaggi che presentano la componente in
pelle le parti scheletriche ed il corpo Si esaminano successivamente le tecniche di collocazione
e conservazione dei reperti proponendo tipi di conservazioni differenziate dei campioni per
dare la possibilitagrave di fruizione anche per analisi molecolari Si evidenza anche limportanza della
scelta del metodo di catalogazione rilevando le necessitagrave di fruizione per studi di tassonomia e
ambientali
ri nmdash ri
- 1 4 -
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Elenco degli iscritti Stefano Aguzzi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Fausto Barbagli Museo di Storia Naturale dellUniversitagrave Sez Zoologica La Specola Via Romana 17 50125 Firenze Giorgio Bardelli Museo civico di Storia Naturale di Milano Corso Venezia 55 20121 Milano
Andrea Benocci Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Elisabetta Bernuzzi Sistema Museale dAteneo Museo di Storia Naturale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Enrico Borgo Museo Civico di Storia Naturale GDoria Via Brigata Liguria 9 16121 Genova
Stefano Bovero Museo Regionale Scienze Naturali Viao Giolitti 36 10123 Torino
Athos Callegari Dipartimento di Scienze della Terra Universitagrave degli Studi di Pavia Via Ferrata 1 27100 Pavia
Fabrizio Cancelli Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Marta Coloberti
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Federico Confortini
Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo
- 15 -
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Riccardo Carini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Maria Chiara Deflorian Museo Tridentino di Scienze Naturali Via Calepina 14 38100 Trento
Letizia Del Favero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Anna Donazzan Comune di Valstagna
Via Cima Mandriollo 1 36016 Bassano del Grappa (VI)
Mina Farris
Museo Aquilegia di Assemini Via San Mauro 5 09127 Cagliari Mariagabriella Fornasiero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Bernardo Fratello Sezione Musei Anatomici Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Berengario 14 41100 Modena
Maurizio Gattabria Museo Civico di Zoologia Via Ulisse Aldrovandi 18 00197 Roma
Paolo Guaschi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Barbara Leidi Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo Monica Luccini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Luigi Maffettone Orto botanico universitario Viale Caduti in Guerra 127 41100 Modena
- 1 6 -
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Clementina Rovati Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Luigi Sala Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Campi 213D 41100 Modena
Roberta Salmaso Museo Civico di Storia Naturale Lungadige Porta Vittoria 9 37129 Verona
Giuseppe Sanguini Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Monica Scomazzon Museo civico di Bassano del Grappa Via Lughi 2A 36067 Cassola (VI)
Monica Siviero Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Carlo Violarli Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Vincenzo Vomero Musei Scientifici della Sovraintendenza Comunale di Roma
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
bull disidratazione controllata dei reperti effettuata contemporaneamente ad un loro
consolidamento tramite prodotti reversibili quali resine acriliche e soluzioni viniliche
bull eventuale unione delle parti mancanti rinvenute nel corso della vagliatura e nel materiale di
setaccia tura
bull periodico controllo del lavoro con verifica della stabilizzazione ed eventuale operazione di
interventi conservativi
In questa esposizione vengono presentati alcuni esempi esplicativi delle tipologie dintervento
bull S13771805 - Cranio di adulto (recupero disimballo pulizia disidratazione e
consolidamento)
bull S13771980 - Cranio di giovane (restauro ed assemblaggio)
bull S13772423 - Canino di adulto (restauro)
bull S 1377157 - Mandibola di adulto (restauro riproduzione e predisposizione per
lesposizione)
r+i
r r^m
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
La conservazione delle collezioni geopaleontologiche considerazioni generali e il caso particolare dei fossili piritizzati
LETIZIA DEL FA VERO MARLGABRIELLA FORNASIERO amp MICHELE iexclLARITAN
Museo di Geologia e Paleontologia Universitagrave degli Studi di Padova - Via Giotto 1 mdash 35137 Padova
museopalgeol unipd it
Per conservazione preventiva intendiamo linsieme di procedureprotocolli che prevedono
perlopiugrave interventi indiretti sui reperti volti a prolungarne la durata mantenendone stabili nel
tempo le condizioni Ciograve si attua bloccando evitando o minimizzando i potenziali agenti di
deterioramento Fanno pertanto parte della conservazione preventiva il controllo del
microclima (temperatura e umiditagrave relativa) il controllo dellilluminazione e dellirradiazione in
genere quello degli agenti inquinanti degli shock meccanici e cosigrave via
Le linee guida della conservazione di rocce e di fossili dettate dal MIBAC (dm 2572000 e
1052001) non soddisfano appieno le esigenze delle collezioni geopaleontologiche in
particolare di quelle environmental sensitive Inoltre i documenti ministeriali non tengono
nella dovuta considerazione la sensibilitagrave alla luce di molti reperti In questi casi egrave opportuno
pertanto seguire le indicazioni fornite da altre autorevoli istituzioni che si occupano piugrave nello
specifico della conservazione del materiale geopaleontologico Tra esse si segnalano il
Geological Curation Group (UK) il Canadian Conservation Institut (Canada) e il National Park
Service (USA)
Rocce e fossili contenenti solfuri sono un tipico caso di reperti environmental sensitive Nei
fossili i solfuri piugrave comuni sono la pirite e la marcasite (Fe2S) la cui reazione di ossidazione che
si sviluppa in presenza di umiditagrave causa la produzione continua da parte del fossile di acido
solforico E un processo spesso repentino altamente distruttivo e autoalimentante che una
volta iniziato egrave irreversibile e puograve portare alla completa distruzione del reperto La principale
misura di prevenzione del degrado consiste nella conservazione dei reperti in ambiente a RH lt
30 (qualche autore suggerisce il piugrave bassa possibile altri lt 40) unita al controllo della
temperatura e delle radiazioni luminose
Nella seconda parte verranno descritti due possibili trattamenti ai quali sottoporre i fossili
piritizzati uno dei quali eseguito su mammiferi fossili del Museo di Geologia e Paleontologia
dellUniversitagrave di Padova che presentavano tracce evidenti dellossidazione di solfuri di ferro
- 8 -
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Si egrave proceduto a trattare i fossili con i vapori di idrossido di ammonio (ammoniaca in soluzione
acquosa al 30) allo scopo di preservarli da future alterazioni dei solfuri Questo metodo si
basa sullesposizione dei reperti a vapori di idrossido di ammonio questultimo base forte
neutralizza gli acidi prodotti dallossidazione della pirite e converte i prodotti di ossidazione in
composti piugrave stabili prevenendo il processo degradativo Una possibile e valida alternativa per
il trattamento dei fossili piritizzati egrave il metodo della chelazione del ferro mediante lutilizzo
delletanolammina tiogliocolato diluita al 5 in isopropanolo (oppure etanolo) Letanolammina
egrave una base forte che neutralizza gli acidi derivanti dallalterazione della pirite mentre il
tioglicolato agisce chelando i composti (solubili e insolubili) del ferro Questo metodo rispetto
al trattamento con i vapori di ammonio risulta piugrave facilmente controllabile e adatto anche al
trattamento di grandi fossili Per contro egrave senzaltro piugrave costoso e necessita di piugrave tempo e
perizia Inoltre poicheacute asporta i prodotti dellalterazione aumenta il rischio di cedimento dei
reperti
Dopo i trattamenti sopra descritti egrave doveroso applicare in maniera attenta le indicazioni relative
ai parametri ambientali Infatti tutti i trattamenti si rivelano inutili se in seguito non si attua un
rigido protocollo di conservazione dei reperti
nj
W fJ
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Quinto Seminano sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Il trattamento conservativo delle pelli di uccelli tramite concia e fissaggio di Eulan
MAURIZIO GATTABRIA
Museo civico di Zoologia Via UlisseAldrovandi 18-00197Roma
mgattabriacomuneromait
Il processo piugrave antico e semplice per prevenire la decomposizione della pelle e quindi di
conservarla egrave la disidratazione
Lestrazione dellacqua attraverso lutilizzo di agenti disseccanti blocca la decomposizione ma
lascia la pelle secca dura sensibile alle variazioni dellumiditagrave ed estremamente appetibile agli
insetti
Lutilizzo di pomate a base di sapone arsenico o borace allo scopo di ammorbidire e di
avvelenare le pelli si egrave rivelato nel corso del tempo insoddisfacente
Per ovviare a questi inconvenienti dalla fine degli anni ottanta si procede anche per le pelli di
uccelli alla concia vera seguita dal trattamento con Eulan
Nel corso degli anni sono stati testate diverse sostanze e metodi fino ad arrivare a un protocollo
da considerarsi ottimale per la preparazione degli uccelli da ostensione
Nellintervento vengono esposte criticamente le tappe significative di questo percorso
J r^J rm nj rj
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Ricerca di uno standard di conservazione per le foglie fossili della Formazione di Piagravenico (Pleistocene Medio- Prealpi Lombarde)
BARBARALEIDI amp FRANCO VALOTI
Collaboratori dellIstituto di Geologia e Paleontologia del Museo Civico di Sciente Naturali E Caffi di Bergamo Piazza Cittadella 10 - 24129 Bergamo
wwwmuseosdenebergamoit - e-mail museogeocomunebgit
Nel 2001 a Sovere (Bergamo) il Museo Civico di Scienze Naturali ECaffi ha intrapreso uno
scavo demergenza per lestrazione di un vertebrato fossile Il reperto egrave inglobato in sedimenti
lacustri attribuiti alla Formazione di Piagravenico costituiti da alternanze di silt argillosi finemente
laminati Lo scavo stratigrafico ha consentito il recupero di circa 1600 reperti fossili associati al
vertebrato semi porzioni di tronchi rami foglie insetti e denti Caratteristica comune a tutti
questi fossili egrave che la matrice rocciosa proveniente da questi depositi quaternari egrave in condizioni
di saturazione A contatto con laria labrusca disidratazione deteriora rapidamente matrice e
fossili favorendo anche lo sviluppo di muffe Gli interventi conservativi precedentemente
applicati avevano permesso solo la conservazione dei reperti piugrave resistenti in occasione di una
campagna di ricerca sistematica e vista la necessitagrave di conservare una gran mole di nuovi
reperti si egrave dovuto sviluppare una nuova modalitagrave di intervento efficace e rapida che blocchi i
veloci processi degenerativi Obiettivo principale e critico di questo processo conservativo
erano i reperti piugrave fragili le foglie La nuova tecnica conservativa sperimentata su 160 reperti di
latifoglie voleva inoltre conciliare le necessitagrave di integritagrave per lo studio dei reperti stessi
conservando il rapporto con la matrice inglobante Con procedimenti meccanici e chimici si egrave
proceduto alla pulitura delle superfici fogliari e allapplicazione di soluzioni consolidanti per la
preparazione a condizioni di umiditagrave controllata E stata eliminata meccanicamente la parte piugrave
grossolana di matrice che ricopre il reperto e per eliminare le particelle piugrave piccole ancora
attaccate al reperto senza danneggiarlo si egrave intervenuto con una blanda azione chimica
sfruttando una soluzione di acido acetico al 25 Grazie allesperienza maturata dal laboratorio
di geologia del museo e agli scambi con collaboratori e colleghi sono state messe a punto
diverse soluzioni La scelta conclusiva adottata dopo la sperimentazione egrave stata quella di
utilizzare soluzioni che consentissero una conservazione a lungo termine tramite controllo della
disidratazione I reperti sono stati collocati in casse in PVC munite di coperchio sotto il quale
viene posizionato un foglio di multiball Lo scopo di questo intervento egrave quello di limitare
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
ma non impedire il passaggio di aria fondamentale per permettere ai pezzi di asciugare molto
lentamente I reperti vengono poi adagiati allinterno delle casse con il lato sul quale cegrave il
reperto appoggiato sul fondo della cassa Questa postura permette cosigrave allacqua contenuta nel
reperto di evaporare senza che la foglia venga attraversata dallumiditagrave Unitamente il peso
stesso della matrice sul reperto agevola la presa tra lembo fogliare e matrice della sostanza
consolidante Anche se questa metodolpgia deve ancora essere testata su tempi piugrave lunghi ad
un anno dal trattamento i reperti sono risultati stabili ai controlli mensili
n+j r+s r+raquos rgts laquo^ r^s
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Raccolta conservazione e gestione dei campioni negli erbari lichenologici
STEFANO MARTELLOS
Sistema Museale dAteneo dellUniversitagrave di Trieste Dipartimento di biologia - Via Giorgieri 10-34100 Trieste
martelstuniv trieste it
La lichenologia in Italia ha avuto il suo periodo doro tra la seconda metagrave dell800 ed i primi
anni del 900 e a questo periodo risale una parte importante di tutte le raccolte lichenologiche
oggi esistenti Lo studio di questa materia e la raccolta di campioni sono riprese con una certa
intensitagrave solo dalla fine degli anni 7 0 dello scorso secolo In alcuni dei principali erbari
lichenologici italiani vi egrave quindi la necessitagrave di gestire al contempo materiale storico e moderno
I campioni raccolti negli erbari possono essere conservati in buste contenute in scatole o fissate
su fogli derbario oppure incollati ai fogli stessi Di frequente viene conservata anche parte del
substrato per limpossibilitagrave di separarlo dal campione Luso di scatole in plastica o in cartone egrave
a volte richiesto in conseguenza della fragilitagrave del substrato come avviene per molti campioni
raccolti al suolo I campioni possono andare incontro ad analisi di tipo morfo-anatomico
chimico o genetico (questo solo nel caso di campioni recenti) Il materiale derivante da tali
analisi (vetrini provette) deve a sua volta venire conservato assieme al campione I dati relativi
alla raccolta allidentificazione ed a eventuali revisioni sono di estrema importanza la loro
accuratezza egrave fondamentale e devono sempre accompagnare il campione Una attenta
digitalizzazione puograve renderne molto piugrave agevole la consultazione La corretta gestione di un
erbario inoltre non puograve prescindere da adeguate strutture di conservazione e climatizzazione
per prevenire fenomeni come linfestazione da parte di insetti
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Gestione delle collezioni microteriologiche
STEFANO MAZZOTTI
Museo Civico di Storia Naturale Via De Pisis 24 -44100 Ferrara
Le raccolte di piccoli mammiferi sono fra le piugrave diffuse collezioni zoologiche Esse
costituiscono un notevole serbatoio di informazioni tassonomiche ecologiche ed ambientali
Viene trattato largomento sottolineando le problematiche di acquisizione e preparazione dei
materiali In particolare si identificano due categorie di reperti 1) Materiali ossei provenienti da
boli di Strigiformi 2) Animali catturati mediante trappolaggi che presentano la componente in
pelle le parti scheletriche ed il corpo Si esaminano successivamente le tecniche di collocazione
e conservazione dei reperti proponendo tipi di conservazioni differenziate dei campioni per
dare la possibilitagrave di fruizione anche per analisi molecolari Si evidenza anche limportanza della
scelta del metodo di catalogazione rilevando le necessitagrave di fruizione per studi di tassonomia e
ambientali
ri nmdash ri
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Elenco degli iscritti Stefano Aguzzi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Fausto Barbagli Museo di Storia Naturale dellUniversitagrave Sez Zoologica La Specola Via Romana 17 50125 Firenze Giorgio Bardelli Museo civico di Storia Naturale di Milano Corso Venezia 55 20121 Milano
Andrea Benocci Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Elisabetta Bernuzzi Sistema Museale dAteneo Museo di Storia Naturale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Enrico Borgo Museo Civico di Storia Naturale GDoria Via Brigata Liguria 9 16121 Genova
Stefano Bovero Museo Regionale Scienze Naturali Viao Giolitti 36 10123 Torino
Athos Callegari Dipartimento di Scienze della Terra Universitagrave degli Studi di Pavia Via Ferrata 1 27100 Pavia
Fabrizio Cancelli Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Marta Coloberti
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Federico Confortini
Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo
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Riccardo Carini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Maria Chiara Deflorian Museo Tridentino di Scienze Naturali Via Calepina 14 38100 Trento
Letizia Del Favero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Anna Donazzan Comune di Valstagna
Via Cima Mandriollo 1 36016 Bassano del Grappa (VI)
Mina Farris
Museo Aquilegia di Assemini Via San Mauro 5 09127 Cagliari Mariagabriella Fornasiero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Bernardo Fratello Sezione Musei Anatomici Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Berengario 14 41100 Modena
Maurizio Gattabria Museo Civico di Zoologia Via Ulisse Aldrovandi 18 00197 Roma
Paolo Guaschi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Barbara Leidi Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo Monica Luccini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Luigi Maffettone Orto botanico universitario Viale Caduti in Guerra 127 41100 Modena
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Clementina Rovati Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Luigi Sala Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Campi 213D 41100 Modena
Roberta Salmaso Museo Civico di Storia Naturale Lungadige Porta Vittoria 9 37129 Verona
Giuseppe Sanguini Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Monica Scomazzon Museo civico di Bassano del Grappa Via Lughi 2A 36067 Cassola (VI)
Monica Siviero Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Carlo Violarli Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Vincenzo Vomero Musei Scientifici della Sovraintendenza Comunale di Roma
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
La conservazione delle collezioni geopaleontologiche considerazioni generali e il caso particolare dei fossili piritizzati
LETIZIA DEL FA VERO MARLGABRIELLA FORNASIERO amp MICHELE iexclLARITAN
Museo di Geologia e Paleontologia Universitagrave degli Studi di Padova - Via Giotto 1 mdash 35137 Padova
museopalgeol unipd it
Per conservazione preventiva intendiamo linsieme di procedureprotocolli che prevedono
perlopiugrave interventi indiretti sui reperti volti a prolungarne la durata mantenendone stabili nel
tempo le condizioni Ciograve si attua bloccando evitando o minimizzando i potenziali agenti di
deterioramento Fanno pertanto parte della conservazione preventiva il controllo del
microclima (temperatura e umiditagrave relativa) il controllo dellilluminazione e dellirradiazione in
genere quello degli agenti inquinanti degli shock meccanici e cosigrave via
Le linee guida della conservazione di rocce e di fossili dettate dal MIBAC (dm 2572000 e
1052001) non soddisfano appieno le esigenze delle collezioni geopaleontologiche in
particolare di quelle environmental sensitive Inoltre i documenti ministeriali non tengono
nella dovuta considerazione la sensibilitagrave alla luce di molti reperti In questi casi egrave opportuno
pertanto seguire le indicazioni fornite da altre autorevoli istituzioni che si occupano piugrave nello
specifico della conservazione del materiale geopaleontologico Tra esse si segnalano il
Geological Curation Group (UK) il Canadian Conservation Institut (Canada) e il National Park
Service (USA)
Rocce e fossili contenenti solfuri sono un tipico caso di reperti environmental sensitive Nei
fossili i solfuri piugrave comuni sono la pirite e la marcasite (Fe2S) la cui reazione di ossidazione che
si sviluppa in presenza di umiditagrave causa la produzione continua da parte del fossile di acido
solforico E un processo spesso repentino altamente distruttivo e autoalimentante che una
volta iniziato egrave irreversibile e puograve portare alla completa distruzione del reperto La principale
misura di prevenzione del degrado consiste nella conservazione dei reperti in ambiente a RH lt
30 (qualche autore suggerisce il piugrave bassa possibile altri lt 40) unita al controllo della
temperatura e delle radiazioni luminose
Nella seconda parte verranno descritti due possibili trattamenti ai quali sottoporre i fossili
piritizzati uno dei quali eseguito su mammiferi fossili del Museo di Geologia e Paleontologia
dellUniversitagrave di Padova che presentavano tracce evidenti dellossidazione di solfuri di ferro
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Si egrave proceduto a trattare i fossili con i vapori di idrossido di ammonio (ammoniaca in soluzione
acquosa al 30) allo scopo di preservarli da future alterazioni dei solfuri Questo metodo si
basa sullesposizione dei reperti a vapori di idrossido di ammonio questultimo base forte
neutralizza gli acidi prodotti dallossidazione della pirite e converte i prodotti di ossidazione in
composti piugrave stabili prevenendo il processo degradativo Una possibile e valida alternativa per
il trattamento dei fossili piritizzati egrave il metodo della chelazione del ferro mediante lutilizzo
delletanolammina tiogliocolato diluita al 5 in isopropanolo (oppure etanolo) Letanolammina
egrave una base forte che neutralizza gli acidi derivanti dallalterazione della pirite mentre il
tioglicolato agisce chelando i composti (solubili e insolubili) del ferro Questo metodo rispetto
al trattamento con i vapori di ammonio risulta piugrave facilmente controllabile e adatto anche al
trattamento di grandi fossili Per contro egrave senzaltro piugrave costoso e necessita di piugrave tempo e
perizia Inoltre poicheacute asporta i prodotti dellalterazione aumenta il rischio di cedimento dei
reperti
Dopo i trattamenti sopra descritti egrave doveroso applicare in maniera attenta le indicazioni relative
ai parametri ambientali Infatti tutti i trattamenti si rivelano inutili se in seguito non si attua un
rigido protocollo di conservazione dei reperti
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Quinto Seminano sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Il trattamento conservativo delle pelli di uccelli tramite concia e fissaggio di Eulan
MAURIZIO GATTABRIA
Museo civico di Zoologia Via UlisseAldrovandi 18-00197Roma
mgattabriacomuneromait
Il processo piugrave antico e semplice per prevenire la decomposizione della pelle e quindi di
conservarla egrave la disidratazione
Lestrazione dellacqua attraverso lutilizzo di agenti disseccanti blocca la decomposizione ma
lascia la pelle secca dura sensibile alle variazioni dellumiditagrave ed estremamente appetibile agli
insetti
Lutilizzo di pomate a base di sapone arsenico o borace allo scopo di ammorbidire e di
avvelenare le pelli si egrave rivelato nel corso del tempo insoddisfacente
Per ovviare a questi inconvenienti dalla fine degli anni ottanta si procede anche per le pelli di
uccelli alla concia vera seguita dal trattamento con Eulan
Nel corso degli anni sono stati testate diverse sostanze e metodi fino ad arrivare a un protocollo
da considerarsi ottimale per la preparazione degli uccelli da ostensione
Nellintervento vengono esposte criticamente le tappe significative di questo percorso
J r^J rm nj rj
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Ricerca di uno standard di conservazione per le foglie fossili della Formazione di Piagravenico (Pleistocene Medio- Prealpi Lombarde)
BARBARALEIDI amp FRANCO VALOTI
Collaboratori dellIstituto di Geologia e Paleontologia del Museo Civico di Sciente Naturali E Caffi di Bergamo Piazza Cittadella 10 - 24129 Bergamo
wwwmuseosdenebergamoit - e-mail museogeocomunebgit
Nel 2001 a Sovere (Bergamo) il Museo Civico di Scienze Naturali ECaffi ha intrapreso uno
scavo demergenza per lestrazione di un vertebrato fossile Il reperto egrave inglobato in sedimenti
lacustri attribuiti alla Formazione di Piagravenico costituiti da alternanze di silt argillosi finemente
laminati Lo scavo stratigrafico ha consentito il recupero di circa 1600 reperti fossili associati al
vertebrato semi porzioni di tronchi rami foglie insetti e denti Caratteristica comune a tutti
questi fossili egrave che la matrice rocciosa proveniente da questi depositi quaternari egrave in condizioni
di saturazione A contatto con laria labrusca disidratazione deteriora rapidamente matrice e
fossili favorendo anche lo sviluppo di muffe Gli interventi conservativi precedentemente
applicati avevano permesso solo la conservazione dei reperti piugrave resistenti in occasione di una
campagna di ricerca sistematica e vista la necessitagrave di conservare una gran mole di nuovi
reperti si egrave dovuto sviluppare una nuova modalitagrave di intervento efficace e rapida che blocchi i
veloci processi degenerativi Obiettivo principale e critico di questo processo conservativo
erano i reperti piugrave fragili le foglie La nuova tecnica conservativa sperimentata su 160 reperti di
latifoglie voleva inoltre conciliare le necessitagrave di integritagrave per lo studio dei reperti stessi
conservando il rapporto con la matrice inglobante Con procedimenti meccanici e chimici si egrave
proceduto alla pulitura delle superfici fogliari e allapplicazione di soluzioni consolidanti per la
preparazione a condizioni di umiditagrave controllata E stata eliminata meccanicamente la parte piugrave
grossolana di matrice che ricopre il reperto e per eliminare le particelle piugrave piccole ancora
attaccate al reperto senza danneggiarlo si egrave intervenuto con una blanda azione chimica
sfruttando una soluzione di acido acetico al 25 Grazie allesperienza maturata dal laboratorio
di geologia del museo e agli scambi con collaboratori e colleghi sono state messe a punto
diverse soluzioni La scelta conclusiva adottata dopo la sperimentazione egrave stata quella di
utilizzare soluzioni che consentissero una conservazione a lungo termine tramite controllo della
disidratazione I reperti sono stati collocati in casse in PVC munite di coperchio sotto il quale
viene posizionato un foglio di multiball Lo scopo di questo intervento egrave quello di limitare
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
ma non impedire il passaggio di aria fondamentale per permettere ai pezzi di asciugare molto
lentamente I reperti vengono poi adagiati allinterno delle casse con il lato sul quale cegrave il
reperto appoggiato sul fondo della cassa Questa postura permette cosigrave allacqua contenuta nel
reperto di evaporare senza che la foglia venga attraversata dallumiditagrave Unitamente il peso
stesso della matrice sul reperto agevola la presa tra lembo fogliare e matrice della sostanza
consolidante Anche se questa metodolpgia deve ancora essere testata su tempi piugrave lunghi ad
un anno dal trattamento i reperti sono risultati stabili ai controlli mensili
n+j r+s r+raquos rgts laquo^ r^s
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Raccolta conservazione e gestione dei campioni negli erbari lichenologici
STEFANO MARTELLOS
Sistema Museale dAteneo dellUniversitagrave di Trieste Dipartimento di biologia - Via Giorgieri 10-34100 Trieste
martelstuniv trieste it
La lichenologia in Italia ha avuto il suo periodo doro tra la seconda metagrave dell800 ed i primi
anni del 900 e a questo periodo risale una parte importante di tutte le raccolte lichenologiche
oggi esistenti Lo studio di questa materia e la raccolta di campioni sono riprese con una certa
intensitagrave solo dalla fine degli anni 7 0 dello scorso secolo In alcuni dei principali erbari
lichenologici italiani vi egrave quindi la necessitagrave di gestire al contempo materiale storico e moderno
I campioni raccolti negli erbari possono essere conservati in buste contenute in scatole o fissate
su fogli derbario oppure incollati ai fogli stessi Di frequente viene conservata anche parte del
substrato per limpossibilitagrave di separarlo dal campione Luso di scatole in plastica o in cartone egrave
a volte richiesto in conseguenza della fragilitagrave del substrato come avviene per molti campioni
raccolti al suolo I campioni possono andare incontro ad analisi di tipo morfo-anatomico
chimico o genetico (questo solo nel caso di campioni recenti) Il materiale derivante da tali
analisi (vetrini provette) deve a sua volta venire conservato assieme al campione I dati relativi
alla raccolta allidentificazione ed a eventuali revisioni sono di estrema importanza la loro
accuratezza egrave fondamentale e devono sempre accompagnare il campione Una attenta
digitalizzazione puograve renderne molto piugrave agevole la consultazione La corretta gestione di un
erbario inoltre non puograve prescindere da adeguate strutture di conservazione e climatizzazione
per prevenire fenomeni come linfestazione da parte di insetti
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Gestione delle collezioni microteriologiche
STEFANO MAZZOTTI
Museo Civico di Storia Naturale Via De Pisis 24 -44100 Ferrara
Le raccolte di piccoli mammiferi sono fra le piugrave diffuse collezioni zoologiche Esse
costituiscono un notevole serbatoio di informazioni tassonomiche ecologiche ed ambientali
Viene trattato largomento sottolineando le problematiche di acquisizione e preparazione dei
materiali In particolare si identificano due categorie di reperti 1) Materiali ossei provenienti da
boli di Strigiformi 2) Animali catturati mediante trappolaggi che presentano la componente in
pelle le parti scheletriche ed il corpo Si esaminano successivamente le tecniche di collocazione
e conservazione dei reperti proponendo tipi di conservazioni differenziate dei campioni per
dare la possibilitagrave di fruizione anche per analisi molecolari Si evidenza anche limportanza della
scelta del metodo di catalogazione rilevando le necessitagrave di fruizione per studi di tassonomia e
ambientali
ri nmdash ri
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Elenco degli iscritti Stefano Aguzzi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Fausto Barbagli Museo di Storia Naturale dellUniversitagrave Sez Zoologica La Specola Via Romana 17 50125 Firenze Giorgio Bardelli Museo civico di Storia Naturale di Milano Corso Venezia 55 20121 Milano
Andrea Benocci Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Elisabetta Bernuzzi Sistema Museale dAteneo Museo di Storia Naturale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Enrico Borgo Museo Civico di Storia Naturale GDoria Via Brigata Liguria 9 16121 Genova
Stefano Bovero Museo Regionale Scienze Naturali Viao Giolitti 36 10123 Torino
Athos Callegari Dipartimento di Scienze della Terra Universitagrave degli Studi di Pavia Via Ferrata 1 27100 Pavia
Fabrizio Cancelli Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Marta Coloberti
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Federico Confortini
Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo
- 15 -
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Riccardo Carini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Maria Chiara Deflorian Museo Tridentino di Scienze Naturali Via Calepina 14 38100 Trento
Letizia Del Favero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Anna Donazzan Comune di Valstagna
Via Cima Mandriollo 1 36016 Bassano del Grappa (VI)
Mina Farris
Museo Aquilegia di Assemini Via San Mauro 5 09127 Cagliari Mariagabriella Fornasiero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Bernardo Fratello Sezione Musei Anatomici Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Berengario 14 41100 Modena
Maurizio Gattabria Museo Civico di Zoologia Via Ulisse Aldrovandi 18 00197 Roma
Paolo Guaschi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Barbara Leidi Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo Monica Luccini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Luigi Maffettone Orto botanico universitario Viale Caduti in Guerra 127 41100 Modena
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Clementina Rovati Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Luigi Sala Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Campi 213D 41100 Modena
Roberta Salmaso Museo Civico di Storia Naturale Lungadige Porta Vittoria 9 37129 Verona
Giuseppe Sanguini Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Monica Scomazzon Museo civico di Bassano del Grappa Via Lughi 2A 36067 Cassola (VI)
Monica Siviero Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Carlo Violarli Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Vincenzo Vomero Musei Scientifici della Sovraintendenza Comunale di Roma
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Si egrave proceduto a trattare i fossili con i vapori di idrossido di ammonio (ammoniaca in soluzione
acquosa al 30) allo scopo di preservarli da future alterazioni dei solfuri Questo metodo si
basa sullesposizione dei reperti a vapori di idrossido di ammonio questultimo base forte
neutralizza gli acidi prodotti dallossidazione della pirite e converte i prodotti di ossidazione in
composti piugrave stabili prevenendo il processo degradativo Una possibile e valida alternativa per
il trattamento dei fossili piritizzati egrave il metodo della chelazione del ferro mediante lutilizzo
delletanolammina tiogliocolato diluita al 5 in isopropanolo (oppure etanolo) Letanolammina
egrave una base forte che neutralizza gli acidi derivanti dallalterazione della pirite mentre il
tioglicolato agisce chelando i composti (solubili e insolubili) del ferro Questo metodo rispetto
al trattamento con i vapori di ammonio risulta piugrave facilmente controllabile e adatto anche al
trattamento di grandi fossili Per contro egrave senzaltro piugrave costoso e necessita di piugrave tempo e
perizia Inoltre poicheacute asporta i prodotti dellalterazione aumenta il rischio di cedimento dei
reperti
Dopo i trattamenti sopra descritti egrave doveroso applicare in maniera attenta le indicazioni relative
ai parametri ambientali Infatti tutti i trattamenti si rivelano inutili se in seguito non si attua un
rigido protocollo di conservazione dei reperti
nj
W fJ
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Quinto Seminano sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Il trattamento conservativo delle pelli di uccelli tramite concia e fissaggio di Eulan
MAURIZIO GATTABRIA
Museo civico di Zoologia Via UlisseAldrovandi 18-00197Roma
mgattabriacomuneromait
Il processo piugrave antico e semplice per prevenire la decomposizione della pelle e quindi di
conservarla egrave la disidratazione
Lestrazione dellacqua attraverso lutilizzo di agenti disseccanti blocca la decomposizione ma
lascia la pelle secca dura sensibile alle variazioni dellumiditagrave ed estremamente appetibile agli
insetti
Lutilizzo di pomate a base di sapone arsenico o borace allo scopo di ammorbidire e di
avvelenare le pelli si egrave rivelato nel corso del tempo insoddisfacente
Per ovviare a questi inconvenienti dalla fine degli anni ottanta si procede anche per le pelli di
uccelli alla concia vera seguita dal trattamento con Eulan
Nel corso degli anni sono stati testate diverse sostanze e metodi fino ad arrivare a un protocollo
da considerarsi ottimale per la preparazione degli uccelli da ostensione
Nellintervento vengono esposte criticamente le tappe significative di questo percorso
J r^J rm nj rj
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Ricerca di uno standard di conservazione per le foglie fossili della Formazione di Piagravenico (Pleistocene Medio- Prealpi Lombarde)
BARBARALEIDI amp FRANCO VALOTI
Collaboratori dellIstituto di Geologia e Paleontologia del Museo Civico di Sciente Naturali E Caffi di Bergamo Piazza Cittadella 10 - 24129 Bergamo
wwwmuseosdenebergamoit - e-mail museogeocomunebgit
Nel 2001 a Sovere (Bergamo) il Museo Civico di Scienze Naturali ECaffi ha intrapreso uno
scavo demergenza per lestrazione di un vertebrato fossile Il reperto egrave inglobato in sedimenti
lacustri attribuiti alla Formazione di Piagravenico costituiti da alternanze di silt argillosi finemente
laminati Lo scavo stratigrafico ha consentito il recupero di circa 1600 reperti fossili associati al
vertebrato semi porzioni di tronchi rami foglie insetti e denti Caratteristica comune a tutti
questi fossili egrave che la matrice rocciosa proveniente da questi depositi quaternari egrave in condizioni
di saturazione A contatto con laria labrusca disidratazione deteriora rapidamente matrice e
fossili favorendo anche lo sviluppo di muffe Gli interventi conservativi precedentemente
applicati avevano permesso solo la conservazione dei reperti piugrave resistenti in occasione di una
campagna di ricerca sistematica e vista la necessitagrave di conservare una gran mole di nuovi
reperti si egrave dovuto sviluppare una nuova modalitagrave di intervento efficace e rapida che blocchi i
veloci processi degenerativi Obiettivo principale e critico di questo processo conservativo
erano i reperti piugrave fragili le foglie La nuova tecnica conservativa sperimentata su 160 reperti di
latifoglie voleva inoltre conciliare le necessitagrave di integritagrave per lo studio dei reperti stessi
conservando il rapporto con la matrice inglobante Con procedimenti meccanici e chimici si egrave
proceduto alla pulitura delle superfici fogliari e allapplicazione di soluzioni consolidanti per la
preparazione a condizioni di umiditagrave controllata E stata eliminata meccanicamente la parte piugrave
grossolana di matrice che ricopre il reperto e per eliminare le particelle piugrave piccole ancora
attaccate al reperto senza danneggiarlo si egrave intervenuto con una blanda azione chimica
sfruttando una soluzione di acido acetico al 25 Grazie allesperienza maturata dal laboratorio
di geologia del museo e agli scambi con collaboratori e colleghi sono state messe a punto
diverse soluzioni La scelta conclusiva adottata dopo la sperimentazione egrave stata quella di
utilizzare soluzioni che consentissero una conservazione a lungo termine tramite controllo della
disidratazione I reperti sono stati collocati in casse in PVC munite di coperchio sotto il quale
viene posizionato un foglio di multiball Lo scopo di questo intervento egrave quello di limitare
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
ma non impedire il passaggio di aria fondamentale per permettere ai pezzi di asciugare molto
lentamente I reperti vengono poi adagiati allinterno delle casse con il lato sul quale cegrave il
reperto appoggiato sul fondo della cassa Questa postura permette cosigrave allacqua contenuta nel
reperto di evaporare senza che la foglia venga attraversata dallumiditagrave Unitamente il peso
stesso della matrice sul reperto agevola la presa tra lembo fogliare e matrice della sostanza
consolidante Anche se questa metodolpgia deve ancora essere testata su tempi piugrave lunghi ad
un anno dal trattamento i reperti sono risultati stabili ai controlli mensili
n+j r+s r+raquos rgts laquo^ r^s
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Raccolta conservazione e gestione dei campioni negli erbari lichenologici
STEFANO MARTELLOS
Sistema Museale dAteneo dellUniversitagrave di Trieste Dipartimento di biologia - Via Giorgieri 10-34100 Trieste
martelstuniv trieste it
La lichenologia in Italia ha avuto il suo periodo doro tra la seconda metagrave dell800 ed i primi
anni del 900 e a questo periodo risale una parte importante di tutte le raccolte lichenologiche
oggi esistenti Lo studio di questa materia e la raccolta di campioni sono riprese con una certa
intensitagrave solo dalla fine degli anni 7 0 dello scorso secolo In alcuni dei principali erbari
lichenologici italiani vi egrave quindi la necessitagrave di gestire al contempo materiale storico e moderno
I campioni raccolti negli erbari possono essere conservati in buste contenute in scatole o fissate
su fogli derbario oppure incollati ai fogli stessi Di frequente viene conservata anche parte del
substrato per limpossibilitagrave di separarlo dal campione Luso di scatole in plastica o in cartone egrave
a volte richiesto in conseguenza della fragilitagrave del substrato come avviene per molti campioni
raccolti al suolo I campioni possono andare incontro ad analisi di tipo morfo-anatomico
chimico o genetico (questo solo nel caso di campioni recenti) Il materiale derivante da tali
analisi (vetrini provette) deve a sua volta venire conservato assieme al campione I dati relativi
alla raccolta allidentificazione ed a eventuali revisioni sono di estrema importanza la loro
accuratezza egrave fondamentale e devono sempre accompagnare il campione Una attenta
digitalizzazione puograve renderne molto piugrave agevole la consultazione La corretta gestione di un
erbario inoltre non puograve prescindere da adeguate strutture di conservazione e climatizzazione
per prevenire fenomeni come linfestazione da parte di insetti
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Gestione delle collezioni microteriologiche
STEFANO MAZZOTTI
Museo Civico di Storia Naturale Via De Pisis 24 -44100 Ferrara
Le raccolte di piccoli mammiferi sono fra le piugrave diffuse collezioni zoologiche Esse
costituiscono un notevole serbatoio di informazioni tassonomiche ecologiche ed ambientali
Viene trattato largomento sottolineando le problematiche di acquisizione e preparazione dei
materiali In particolare si identificano due categorie di reperti 1) Materiali ossei provenienti da
boli di Strigiformi 2) Animali catturati mediante trappolaggi che presentano la componente in
pelle le parti scheletriche ed il corpo Si esaminano successivamente le tecniche di collocazione
e conservazione dei reperti proponendo tipi di conservazioni differenziate dei campioni per
dare la possibilitagrave di fruizione anche per analisi molecolari Si evidenza anche limportanza della
scelta del metodo di catalogazione rilevando le necessitagrave di fruizione per studi di tassonomia e
ambientali
ri nmdash ri
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Elenco degli iscritti Stefano Aguzzi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Fausto Barbagli Museo di Storia Naturale dellUniversitagrave Sez Zoologica La Specola Via Romana 17 50125 Firenze Giorgio Bardelli Museo civico di Storia Naturale di Milano Corso Venezia 55 20121 Milano
Andrea Benocci Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Elisabetta Bernuzzi Sistema Museale dAteneo Museo di Storia Naturale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Enrico Borgo Museo Civico di Storia Naturale GDoria Via Brigata Liguria 9 16121 Genova
Stefano Bovero Museo Regionale Scienze Naturali Viao Giolitti 36 10123 Torino
Athos Callegari Dipartimento di Scienze della Terra Universitagrave degli Studi di Pavia Via Ferrata 1 27100 Pavia
Fabrizio Cancelli Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Marta Coloberti
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Federico Confortini
Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Riccardo Carini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Maria Chiara Deflorian Museo Tridentino di Scienze Naturali Via Calepina 14 38100 Trento
Letizia Del Favero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Anna Donazzan Comune di Valstagna
Via Cima Mandriollo 1 36016 Bassano del Grappa (VI)
Mina Farris
Museo Aquilegia di Assemini Via San Mauro 5 09127 Cagliari Mariagabriella Fornasiero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Bernardo Fratello Sezione Musei Anatomici Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Berengario 14 41100 Modena
Maurizio Gattabria Museo Civico di Zoologia Via Ulisse Aldrovandi 18 00197 Roma
Paolo Guaschi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Barbara Leidi Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo Monica Luccini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Luigi Maffettone Orto botanico universitario Viale Caduti in Guerra 127 41100 Modena
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Clementina Rovati Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Luigi Sala Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Campi 213D 41100 Modena
Roberta Salmaso Museo Civico di Storia Naturale Lungadige Porta Vittoria 9 37129 Verona
Giuseppe Sanguini Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Monica Scomazzon Museo civico di Bassano del Grappa Via Lughi 2A 36067 Cassola (VI)
Monica Siviero Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Carlo Violarli Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Vincenzo Vomero Musei Scientifici della Sovraintendenza Comunale di Roma
Quinto Seminano sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Il trattamento conservativo delle pelli di uccelli tramite concia e fissaggio di Eulan
MAURIZIO GATTABRIA
Museo civico di Zoologia Via UlisseAldrovandi 18-00197Roma
mgattabriacomuneromait
Il processo piugrave antico e semplice per prevenire la decomposizione della pelle e quindi di
conservarla egrave la disidratazione
Lestrazione dellacqua attraverso lutilizzo di agenti disseccanti blocca la decomposizione ma
lascia la pelle secca dura sensibile alle variazioni dellumiditagrave ed estremamente appetibile agli
insetti
Lutilizzo di pomate a base di sapone arsenico o borace allo scopo di ammorbidire e di
avvelenare le pelli si egrave rivelato nel corso del tempo insoddisfacente
Per ovviare a questi inconvenienti dalla fine degli anni ottanta si procede anche per le pelli di
uccelli alla concia vera seguita dal trattamento con Eulan
Nel corso degli anni sono stati testate diverse sostanze e metodi fino ad arrivare a un protocollo
da considerarsi ottimale per la preparazione degli uccelli da ostensione
Nellintervento vengono esposte criticamente le tappe significative di questo percorso
J r^J rm nj rj
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Ricerca di uno standard di conservazione per le foglie fossili della Formazione di Piagravenico (Pleistocene Medio- Prealpi Lombarde)
BARBARALEIDI amp FRANCO VALOTI
Collaboratori dellIstituto di Geologia e Paleontologia del Museo Civico di Sciente Naturali E Caffi di Bergamo Piazza Cittadella 10 - 24129 Bergamo
wwwmuseosdenebergamoit - e-mail museogeocomunebgit
Nel 2001 a Sovere (Bergamo) il Museo Civico di Scienze Naturali ECaffi ha intrapreso uno
scavo demergenza per lestrazione di un vertebrato fossile Il reperto egrave inglobato in sedimenti
lacustri attribuiti alla Formazione di Piagravenico costituiti da alternanze di silt argillosi finemente
laminati Lo scavo stratigrafico ha consentito il recupero di circa 1600 reperti fossili associati al
vertebrato semi porzioni di tronchi rami foglie insetti e denti Caratteristica comune a tutti
questi fossili egrave che la matrice rocciosa proveniente da questi depositi quaternari egrave in condizioni
di saturazione A contatto con laria labrusca disidratazione deteriora rapidamente matrice e
fossili favorendo anche lo sviluppo di muffe Gli interventi conservativi precedentemente
applicati avevano permesso solo la conservazione dei reperti piugrave resistenti in occasione di una
campagna di ricerca sistematica e vista la necessitagrave di conservare una gran mole di nuovi
reperti si egrave dovuto sviluppare una nuova modalitagrave di intervento efficace e rapida che blocchi i
veloci processi degenerativi Obiettivo principale e critico di questo processo conservativo
erano i reperti piugrave fragili le foglie La nuova tecnica conservativa sperimentata su 160 reperti di
latifoglie voleva inoltre conciliare le necessitagrave di integritagrave per lo studio dei reperti stessi
conservando il rapporto con la matrice inglobante Con procedimenti meccanici e chimici si egrave
proceduto alla pulitura delle superfici fogliari e allapplicazione di soluzioni consolidanti per la
preparazione a condizioni di umiditagrave controllata E stata eliminata meccanicamente la parte piugrave
grossolana di matrice che ricopre il reperto e per eliminare le particelle piugrave piccole ancora
attaccate al reperto senza danneggiarlo si egrave intervenuto con una blanda azione chimica
sfruttando una soluzione di acido acetico al 25 Grazie allesperienza maturata dal laboratorio
di geologia del museo e agli scambi con collaboratori e colleghi sono state messe a punto
diverse soluzioni La scelta conclusiva adottata dopo la sperimentazione egrave stata quella di
utilizzare soluzioni che consentissero una conservazione a lungo termine tramite controllo della
disidratazione I reperti sono stati collocati in casse in PVC munite di coperchio sotto il quale
viene posizionato un foglio di multiball Lo scopo di questo intervento egrave quello di limitare
- 11 -
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
ma non impedire il passaggio di aria fondamentale per permettere ai pezzi di asciugare molto
lentamente I reperti vengono poi adagiati allinterno delle casse con il lato sul quale cegrave il
reperto appoggiato sul fondo della cassa Questa postura permette cosigrave allacqua contenuta nel
reperto di evaporare senza che la foglia venga attraversata dallumiditagrave Unitamente il peso
stesso della matrice sul reperto agevola la presa tra lembo fogliare e matrice della sostanza
consolidante Anche se questa metodolpgia deve ancora essere testata su tempi piugrave lunghi ad
un anno dal trattamento i reperti sono risultati stabili ai controlli mensili
n+j r+s r+raquos rgts laquo^ r^s
- 1 2 -
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Raccolta conservazione e gestione dei campioni negli erbari lichenologici
STEFANO MARTELLOS
Sistema Museale dAteneo dellUniversitagrave di Trieste Dipartimento di biologia - Via Giorgieri 10-34100 Trieste
martelstuniv trieste it
La lichenologia in Italia ha avuto il suo periodo doro tra la seconda metagrave dell800 ed i primi
anni del 900 e a questo periodo risale una parte importante di tutte le raccolte lichenologiche
oggi esistenti Lo studio di questa materia e la raccolta di campioni sono riprese con una certa
intensitagrave solo dalla fine degli anni 7 0 dello scorso secolo In alcuni dei principali erbari
lichenologici italiani vi egrave quindi la necessitagrave di gestire al contempo materiale storico e moderno
I campioni raccolti negli erbari possono essere conservati in buste contenute in scatole o fissate
su fogli derbario oppure incollati ai fogli stessi Di frequente viene conservata anche parte del
substrato per limpossibilitagrave di separarlo dal campione Luso di scatole in plastica o in cartone egrave
a volte richiesto in conseguenza della fragilitagrave del substrato come avviene per molti campioni
raccolti al suolo I campioni possono andare incontro ad analisi di tipo morfo-anatomico
chimico o genetico (questo solo nel caso di campioni recenti) Il materiale derivante da tali
analisi (vetrini provette) deve a sua volta venire conservato assieme al campione I dati relativi
alla raccolta allidentificazione ed a eventuali revisioni sono di estrema importanza la loro
accuratezza egrave fondamentale e devono sempre accompagnare il campione Una attenta
digitalizzazione puograve renderne molto piugrave agevole la consultazione La corretta gestione di un
erbario inoltre non puograve prescindere da adeguate strutture di conservazione e climatizzazione
per prevenire fenomeni come linfestazione da parte di insetti
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Gestione delle collezioni microteriologiche
STEFANO MAZZOTTI
Museo Civico di Storia Naturale Via De Pisis 24 -44100 Ferrara
Le raccolte di piccoli mammiferi sono fra le piugrave diffuse collezioni zoologiche Esse
costituiscono un notevole serbatoio di informazioni tassonomiche ecologiche ed ambientali
Viene trattato largomento sottolineando le problematiche di acquisizione e preparazione dei
materiali In particolare si identificano due categorie di reperti 1) Materiali ossei provenienti da
boli di Strigiformi 2) Animali catturati mediante trappolaggi che presentano la componente in
pelle le parti scheletriche ed il corpo Si esaminano successivamente le tecniche di collocazione
e conservazione dei reperti proponendo tipi di conservazioni differenziate dei campioni per
dare la possibilitagrave di fruizione anche per analisi molecolari Si evidenza anche limportanza della
scelta del metodo di catalogazione rilevando le necessitagrave di fruizione per studi di tassonomia e
ambientali
ri nmdash ri
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Elenco degli iscritti Stefano Aguzzi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Fausto Barbagli Museo di Storia Naturale dellUniversitagrave Sez Zoologica La Specola Via Romana 17 50125 Firenze Giorgio Bardelli Museo civico di Storia Naturale di Milano Corso Venezia 55 20121 Milano
Andrea Benocci Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Elisabetta Bernuzzi Sistema Museale dAteneo Museo di Storia Naturale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Enrico Borgo Museo Civico di Storia Naturale GDoria Via Brigata Liguria 9 16121 Genova
Stefano Bovero Museo Regionale Scienze Naturali Viao Giolitti 36 10123 Torino
Athos Callegari Dipartimento di Scienze della Terra Universitagrave degli Studi di Pavia Via Ferrata 1 27100 Pavia
Fabrizio Cancelli Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Marta Coloberti
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Federico Confortini
Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo
- 15 -
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Riccardo Carini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Maria Chiara Deflorian Museo Tridentino di Scienze Naturali Via Calepina 14 38100 Trento
Letizia Del Favero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Anna Donazzan Comune di Valstagna
Via Cima Mandriollo 1 36016 Bassano del Grappa (VI)
Mina Farris
Museo Aquilegia di Assemini Via San Mauro 5 09127 Cagliari Mariagabriella Fornasiero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Bernardo Fratello Sezione Musei Anatomici Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Berengario 14 41100 Modena
Maurizio Gattabria Museo Civico di Zoologia Via Ulisse Aldrovandi 18 00197 Roma
Paolo Guaschi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Barbara Leidi Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo Monica Luccini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Luigi Maffettone Orto botanico universitario Viale Caduti in Guerra 127 41100 Modena
- 1 6 -
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Clementina Rovati Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Luigi Sala Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Campi 213D 41100 Modena
Roberta Salmaso Museo Civico di Storia Naturale Lungadige Porta Vittoria 9 37129 Verona
Giuseppe Sanguini Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Monica Scomazzon Museo civico di Bassano del Grappa Via Lughi 2A 36067 Cassola (VI)
Monica Siviero Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Carlo Violarli Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Vincenzo Vomero Musei Scientifici della Sovraintendenza Comunale di Roma
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Ricerca di uno standard di conservazione per le foglie fossili della Formazione di Piagravenico (Pleistocene Medio- Prealpi Lombarde)
BARBARALEIDI amp FRANCO VALOTI
Collaboratori dellIstituto di Geologia e Paleontologia del Museo Civico di Sciente Naturali E Caffi di Bergamo Piazza Cittadella 10 - 24129 Bergamo
wwwmuseosdenebergamoit - e-mail museogeocomunebgit
Nel 2001 a Sovere (Bergamo) il Museo Civico di Scienze Naturali ECaffi ha intrapreso uno
scavo demergenza per lestrazione di un vertebrato fossile Il reperto egrave inglobato in sedimenti
lacustri attribuiti alla Formazione di Piagravenico costituiti da alternanze di silt argillosi finemente
laminati Lo scavo stratigrafico ha consentito il recupero di circa 1600 reperti fossili associati al
vertebrato semi porzioni di tronchi rami foglie insetti e denti Caratteristica comune a tutti
questi fossili egrave che la matrice rocciosa proveniente da questi depositi quaternari egrave in condizioni
di saturazione A contatto con laria labrusca disidratazione deteriora rapidamente matrice e
fossili favorendo anche lo sviluppo di muffe Gli interventi conservativi precedentemente
applicati avevano permesso solo la conservazione dei reperti piugrave resistenti in occasione di una
campagna di ricerca sistematica e vista la necessitagrave di conservare una gran mole di nuovi
reperti si egrave dovuto sviluppare una nuova modalitagrave di intervento efficace e rapida che blocchi i
veloci processi degenerativi Obiettivo principale e critico di questo processo conservativo
erano i reperti piugrave fragili le foglie La nuova tecnica conservativa sperimentata su 160 reperti di
latifoglie voleva inoltre conciliare le necessitagrave di integritagrave per lo studio dei reperti stessi
conservando il rapporto con la matrice inglobante Con procedimenti meccanici e chimici si egrave
proceduto alla pulitura delle superfici fogliari e allapplicazione di soluzioni consolidanti per la
preparazione a condizioni di umiditagrave controllata E stata eliminata meccanicamente la parte piugrave
grossolana di matrice che ricopre il reperto e per eliminare le particelle piugrave piccole ancora
attaccate al reperto senza danneggiarlo si egrave intervenuto con una blanda azione chimica
sfruttando una soluzione di acido acetico al 25 Grazie allesperienza maturata dal laboratorio
di geologia del museo e agli scambi con collaboratori e colleghi sono state messe a punto
diverse soluzioni La scelta conclusiva adottata dopo la sperimentazione egrave stata quella di
utilizzare soluzioni che consentissero una conservazione a lungo termine tramite controllo della
disidratazione I reperti sono stati collocati in casse in PVC munite di coperchio sotto il quale
viene posizionato un foglio di multiball Lo scopo di questo intervento egrave quello di limitare
- 11 -
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
ma non impedire il passaggio di aria fondamentale per permettere ai pezzi di asciugare molto
lentamente I reperti vengono poi adagiati allinterno delle casse con il lato sul quale cegrave il
reperto appoggiato sul fondo della cassa Questa postura permette cosigrave allacqua contenuta nel
reperto di evaporare senza che la foglia venga attraversata dallumiditagrave Unitamente il peso
stesso della matrice sul reperto agevola la presa tra lembo fogliare e matrice della sostanza
consolidante Anche se questa metodolpgia deve ancora essere testata su tempi piugrave lunghi ad
un anno dal trattamento i reperti sono risultati stabili ai controlli mensili
n+j r+s r+raquos rgts laquo^ r^s
- 1 2 -
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Raccolta conservazione e gestione dei campioni negli erbari lichenologici
STEFANO MARTELLOS
Sistema Museale dAteneo dellUniversitagrave di Trieste Dipartimento di biologia - Via Giorgieri 10-34100 Trieste
martelstuniv trieste it
La lichenologia in Italia ha avuto il suo periodo doro tra la seconda metagrave dell800 ed i primi
anni del 900 e a questo periodo risale una parte importante di tutte le raccolte lichenologiche
oggi esistenti Lo studio di questa materia e la raccolta di campioni sono riprese con una certa
intensitagrave solo dalla fine degli anni 7 0 dello scorso secolo In alcuni dei principali erbari
lichenologici italiani vi egrave quindi la necessitagrave di gestire al contempo materiale storico e moderno
I campioni raccolti negli erbari possono essere conservati in buste contenute in scatole o fissate
su fogli derbario oppure incollati ai fogli stessi Di frequente viene conservata anche parte del
substrato per limpossibilitagrave di separarlo dal campione Luso di scatole in plastica o in cartone egrave
a volte richiesto in conseguenza della fragilitagrave del substrato come avviene per molti campioni
raccolti al suolo I campioni possono andare incontro ad analisi di tipo morfo-anatomico
chimico o genetico (questo solo nel caso di campioni recenti) Il materiale derivante da tali
analisi (vetrini provette) deve a sua volta venire conservato assieme al campione I dati relativi
alla raccolta allidentificazione ed a eventuali revisioni sono di estrema importanza la loro
accuratezza egrave fondamentale e devono sempre accompagnare il campione Una attenta
digitalizzazione puograve renderne molto piugrave agevole la consultazione La corretta gestione di un
erbario inoltre non puograve prescindere da adeguate strutture di conservazione e climatizzazione
per prevenire fenomeni come linfestazione da parte di insetti
-w r^j nraquoj r^j rj nj
- 13 -
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Gestione delle collezioni microteriologiche
STEFANO MAZZOTTI
Museo Civico di Storia Naturale Via De Pisis 24 -44100 Ferrara
Le raccolte di piccoli mammiferi sono fra le piugrave diffuse collezioni zoologiche Esse
costituiscono un notevole serbatoio di informazioni tassonomiche ecologiche ed ambientali
Viene trattato largomento sottolineando le problematiche di acquisizione e preparazione dei
materiali In particolare si identificano due categorie di reperti 1) Materiali ossei provenienti da
boli di Strigiformi 2) Animali catturati mediante trappolaggi che presentano la componente in
pelle le parti scheletriche ed il corpo Si esaminano successivamente le tecniche di collocazione
e conservazione dei reperti proponendo tipi di conservazioni differenziate dei campioni per
dare la possibilitagrave di fruizione anche per analisi molecolari Si evidenza anche limportanza della
scelta del metodo di catalogazione rilevando le necessitagrave di fruizione per studi di tassonomia e
ambientali
ri nmdash ri
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Elenco degli iscritti Stefano Aguzzi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Fausto Barbagli Museo di Storia Naturale dellUniversitagrave Sez Zoologica La Specola Via Romana 17 50125 Firenze Giorgio Bardelli Museo civico di Storia Naturale di Milano Corso Venezia 55 20121 Milano
Andrea Benocci Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Elisabetta Bernuzzi Sistema Museale dAteneo Museo di Storia Naturale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Enrico Borgo Museo Civico di Storia Naturale GDoria Via Brigata Liguria 9 16121 Genova
Stefano Bovero Museo Regionale Scienze Naturali Viao Giolitti 36 10123 Torino
Athos Callegari Dipartimento di Scienze della Terra Universitagrave degli Studi di Pavia Via Ferrata 1 27100 Pavia
Fabrizio Cancelli Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Marta Coloberti
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Federico Confortini
Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo
- 15 -
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Riccardo Carini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Maria Chiara Deflorian Museo Tridentino di Scienze Naturali Via Calepina 14 38100 Trento
Letizia Del Favero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Anna Donazzan Comune di Valstagna
Via Cima Mandriollo 1 36016 Bassano del Grappa (VI)
Mina Farris
Museo Aquilegia di Assemini Via San Mauro 5 09127 Cagliari Mariagabriella Fornasiero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Bernardo Fratello Sezione Musei Anatomici Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Berengario 14 41100 Modena
Maurizio Gattabria Museo Civico di Zoologia Via Ulisse Aldrovandi 18 00197 Roma
Paolo Guaschi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Barbara Leidi Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo Monica Luccini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Luigi Maffettone Orto botanico universitario Viale Caduti in Guerra 127 41100 Modena
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Clementina Rovati Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Luigi Sala Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Campi 213D 41100 Modena
Roberta Salmaso Museo Civico di Storia Naturale Lungadige Porta Vittoria 9 37129 Verona
Giuseppe Sanguini Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Monica Scomazzon Museo civico di Bassano del Grappa Via Lughi 2A 36067 Cassola (VI)
Monica Siviero Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Carlo Violarli Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Vincenzo Vomero Musei Scientifici della Sovraintendenza Comunale di Roma
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
ma non impedire il passaggio di aria fondamentale per permettere ai pezzi di asciugare molto
lentamente I reperti vengono poi adagiati allinterno delle casse con il lato sul quale cegrave il
reperto appoggiato sul fondo della cassa Questa postura permette cosigrave allacqua contenuta nel
reperto di evaporare senza che la foglia venga attraversata dallumiditagrave Unitamente il peso
stesso della matrice sul reperto agevola la presa tra lembo fogliare e matrice della sostanza
consolidante Anche se questa metodolpgia deve ancora essere testata su tempi piugrave lunghi ad
un anno dal trattamento i reperti sono risultati stabili ai controlli mensili
n+j r+s r+raquos rgts laquo^ r^s
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Raccolta conservazione e gestione dei campioni negli erbari lichenologici
STEFANO MARTELLOS
Sistema Museale dAteneo dellUniversitagrave di Trieste Dipartimento di biologia - Via Giorgieri 10-34100 Trieste
martelstuniv trieste it
La lichenologia in Italia ha avuto il suo periodo doro tra la seconda metagrave dell800 ed i primi
anni del 900 e a questo periodo risale una parte importante di tutte le raccolte lichenologiche
oggi esistenti Lo studio di questa materia e la raccolta di campioni sono riprese con una certa
intensitagrave solo dalla fine degli anni 7 0 dello scorso secolo In alcuni dei principali erbari
lichenologici italiani vi egrave quindi la necessitagrave di gestire al contempo materiale storico e moderno
I campioni raccolti negli erbari possono essere conservati in buste contenute in scatole o fissate
su fogli derbario oppure incollati ai fogli stessi Di frequente viene conservata anche parte del
substrato per limpossibilitagrave di separarlo dal campione Luso di scatole in plastica o in cartone egrave
a volte richiesto in conseguenza della fragilitagrave del substrato come avviene per molti campioni
raccolti al suolo I campioni possono andare incontro ad analisi di tipo morfo-anatomico
chimico o genetico (questo solo nel caso di campioni recenti) Il materiale derivante da tali
analisi (vetrini provette) deve a sua volta venire conservato assieme al campione I dati relativi
alla raccolta allidentificazione ed a eventuali revisioni sono di estrema importanza la loro
accuratezza egrave fondamentale e devono sempre accompagnare il campione Una attenta
digitalizzazione puograve renderne molto piugrave agevole la consultazione La corretta gestione di un
erbario inoltre non puograve prescindere da adeguate strutture di conservazione e climatizzazione
per prevenire fenomeni come linfestazione da parte di insetti
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Gestione delle collezioni microteriologiche
STEFANO MAZZOTTI
Museo Civico di Storia Naturale Via De Pisis 24 -44100 Ferrara
Le raccolte di piccoli mammiferi sono fra le piugrave diffuse collezioni zoologiche Esse
costituiscono un notevole serbatoio di informazioni tassonomiche ecologiche ed ambientali
Viene trattato largomento sottolineando le problematiche di acquisizione e preparazione dei
materiali In particolare si identificano due categorie di reperti 1) Materiali ossei provenienti da
boli di Strigiformi 2) Animali catturati mediante trappolaggi che presentano la componente in
pelle le parti scheletriche ed il corpo Si esaminano successivamente le tecniche di collocazione
e conservazione dei reperti proponendo tipi di conservazioni differenziate dei campioni per
dare la possibilitagrave di fruizione anche per analisi molecolari Si evidenza anche limportanza della
scelta del metodo di catalogazione rilevando le necessitagrave di fruizione per studi di tassonomia e
ambientali
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Elenco degli iscritti Stefano Aguzzi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Fausto Barbagli Museo di Storia Naturale dellUniversitagrave Sez Zoologica La Specola Via Romana 17 50125 Firenze Giorgio Bardelli Museo civico di Storia Naturale di Milano Corso Venezia 55 20121 Milano
Andrea Benocci Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Elisabetta Bernuzzi Sistema Museale dAteneo Museo di Storia Naturale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Enrico Borgo Museo Civico di Storia Naturale GDoria Via Brigata Liguria 9 16121 Genova
Stefano Bovero Museo Regionale Scienze Naturali Viao Giolitti 36 10123 Torino
Athos Callegari Dipartimento di Scienze della Terra Universitagrave degli Studi di Pavia Via Ferrata 1 27100 Pavia
Fabrizio Cancelli Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Marta Coloberti
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Federico Confortini
Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo
- 15 -
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Riccardo Carini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Maria Chiara Deflorian Museo Tridentino di Scienze Naturali Via Calepina 14 38100 Trento
Letizia Del Favero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Anna Donazzan Comune di Valstagna
Via Cima Mandriollo 1 36016 Bassano del Grappa (VI)
Mina Farris
Museo Aquilegia di Assemini Via San Mauro 5 09127 Cagliari Mariagabriella Fornasiero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Bernardo Fratello Sezione Musei Anatomici Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Berengario 14 41100 Modena
Maurizio Gattabria Museo Civico di Zoologia Via Ulisse Aldrovandi 18 00197 Roma
Paolo Guaschi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Barbara Leidi Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo Monica Luccini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Luigi Maffettone Orto botanico universitario Viale Caduti in Guerra 127 41100 Modena
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Clementina Rovati Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Luigi Sala Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Campi 213D 41100 Modena
Roberta Salmaso Museo Civico di Storia Naturale Lungadige Porta Vittoria 9 37129 Verona
Giuseppe Sanguini Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Monica Scomazzon Museo civico di Bassano del Grappa Via Lughi 2A 36067 Cassola (VI)
Monica Siviero Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Carlo Violarli Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Vincenzo Vomero Musei Scientifici della Sovraintendenza Comunale di Roma
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Raccolta conservazione e gestione dei campioni negli erbari lichenologici
STEFANO MARTELLOS
Sistema Museale dAteneo dellUniversitagrave di Trieste Dipartimento di biologia - Via Giorgieri 10-34100 Trieste
martelstuniv trieste it
La lichenologia in Italia ha avuto il suo periodo doro tra la seconda metagrave dell800 ed i primi
anni del 900 e a questo periodo risale una parte importante di tutte le raccolte lichenologiche
oggi esistenti Lo studio di questa materia e la raccolta di campioni sono riprese con una certa
intensitagrave solo dalla fine degli anni 7 0 dello scorso secolo In alcuni dei principali erbari
lichenologici italiani vi egrave quindi la necessitagrave di gestire al contempo materiale storico e moderno
I campioni raccolti negli erbari possono essere conservati in buste contenute in scatole o fissate
su fogli derbario oppure incollati ai fogli stessi Di frequente viene conservata anche parte del
substrato per limpossibilitagrave di separarlo dal campione Luso di scatole in plastica o in cartone egrave
a volte richiesto in conseguenza della fragilitagrave del substrato come avviene per molti campioni
raccolti al suolo I campioni possono andare incontro ad analisi di tipo morfo-anatomico
chimico o genetico (questo solo nel caso di campioni recenti) Il materiale derivante da tali
analisi (vetrini provette) deve a sua volta venire conservato assieme al campione I dati relativi
alla raccolta allidentificazione ed a eventuali revisioni sono di estrema importanza la loro
accuratezza egrave fondamentale e devono sempre accompagnare il campione Una attenta
digitalizzazione puograve renderne molto piugrave agevole la consultazione La corretta gestione di un
erbario inoltre non puograve prescindere da adeguate strutture di conservazione e climatizzazione
per prevenire fenomeni come linfestazione da parte di insetti
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Gestione delle collezioni microteriologiche
STEFANO MAZZOTTI
Museo Civico di Storia Naturale Via De Pisis 24 -44100 Ferrara
Le raccolte di piccoli mammiferi sono fra le piugrave diffuse collezioni zoologiche Esse
costituiscono un notevole serbatoio di informazioni tassonomiche ecologiche ed ambientali
Viene trattato largomento sottolineando le problematiche di acquisizione e preparazione dei
materiali In particolare si identificano due categorie di reperti 1) Materiali ossei provenienti da
boli di Strigiformi 2) Animali catturati mediante trappolaggi che presentano la componente in
pelle le parti scheletriche ed il corpo Si esaminano successivamente le tecniche di collocazione
e conservazione dei reperti proponendo tipi di conservazioni differenziate dei campioni per
dare la possibilitagrave di fruizione anche per analisi molecolari Si evidenza anche limportanza della
scelta del metodo di catalogazione rilevando le necessitagrave di fruizione per studi di tassonomia e
ambientali
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Elenco degli iscritti Stefano Aguzzi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Fausto Barbagli Museo di Storia Naturale dellUniversitagrave Sez Zoologica La Specola Via Romana 17 50125 Firenze Giorgio Bardelli Museo civico di Storia Naturale di Milano Corso Venezia 55 20121 Milano
Andrea Benocci Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Elisabetta Bernuzzi Sistema Museale dAteneo Museo di Storia Naturale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Enrico Borgo Museo Civico di Storia Naturale GDoria Via Brigata Liguria 9 16121 Genova
Stefano Bovero Museo Regionale Scienze Naturali Viao Giolitti 36 10123 Torino
Athos Callegari Dipartimento di Scienze della Terra Universitagrave degli Studi di Pavia Via Ferrata 1 27100 Pavia
Fabrizio Cancelli Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Marta Coloberti
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Federico Confortini
Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Riccardo Carini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Maria Chiara Deflorian Museo Tridentino di Scienze Naturali Via Calepina 14 38100 Trento
Letizia Del Favero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Anna Donazzan Comune di Valstagna
Via Cima Mandriollo 1 36016 Bassano del Grappa (VI)
Mina Farris
Museo Aquilegia di Assemini Via San Mauro 5 09127 Cagliari Mariagabriella Fornasiero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Bernardo Fratello Sezione Musei Anatomici Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Berengario 14 41100 Modena
Maurizio Gattabria Museo Civico di Zoologia Via Ulisse Aldrovandi 18 00197 Roma
Paolo Guaschi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Barbara Leidi Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo Monica Luccini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Luigi Maffettone Orto botanico universitario Viale Caduti in Guerra 127 41100 Modena
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Clementina Rovati Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Luigi Sala Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Campi 213D 41100 Modena
Roberta Salmaso Museo Civico di Storia Naturale Lungadige Porta Vittoria 9 37129 Verona
Giuseppe Sanguini Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Monica Scomazzon Museo civico di Bassano del Grappa Via Lughi 2A 36067 Cassola (VI)
Monica Siviero Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Carlo Violarli Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Vincenzo Vomero Musei Scientifici della Sovraintendenza Comunale di Roma
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Gestione delle collezioni microteriologiche
STEFANO MAZZOTTI
Museo Civico di Storia Naturale Via De Pisis 24 -44100 Ferrara
Le raccolte di piccoli mammiferi sono fra le piugrave diffuse collezioni zoologiche Esse
costituiscono un notevole serbatoio di informazioni tassonomiche ecologiche ed ambientali
Viene trattato largomento sottolineando le problematiche di acquisizione e preparazione dei
materiali In particolare si identificano due categorie di reperti 1) Materiali ossei provenienti da
boli di Strigiformi 2) Animali catturati mediante trappolaggi che presentano la componente in
pelle le parti scheletriche ed il corpo Si esaminano successivamente le tecniche di collocazione
e conservazione dei reperti proponendo tipi di conservazioni differenziate dei campioni per
dare la possibilitagrave di fruizione anche per analisi molecolari Si evidenza anche limportanza della
scelta del metodo di catalogazione rilevando le necessitagrave di fruizione per studi di tassonomia e
ambientali
ri nmdash ri
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Elenco degli iscritti Stefano Aguzzi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Fausto Barbagli Museo di Storia Naturale dellUniversitagrave Sez Zoologica La Specola Via Romana 17 50125 Firenze Giorgio Bardelli Museo civico di Storia Naturale di Milano Corso Venezia 55 20121 Milano
Andrea Benocci Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Elisabetta Bernuzzi Sistema Museale dAteneo Museo di Storia Naturale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Enrico Borgo Museo Civico di Storia Naturale GDoria Via Brigata Liguria 9 16121 Genova
Stefano Bovero Museo Regionale Scienze Naturali Viao Giolitti 36 10123 Torino
Athos Callegari Dipartimento di Scienze della Terra Universitagrave degli Studi di Pavia Via Ferrata 1 27100 Pavia
Fabrizio Cancelli Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Marta Coloberti
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Federico Confortini
Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo
- 15 -
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Riccardo Carini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Maria Chiara Deflorian Museo Tridentino di Scienze Naturali Via Calepina 14 38100 Trento
Letizia Del Favero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Anna Donazzan Comune di Valstagna
Via Cima Mandriollo 1 36016 Bassano del Grappa (VI)
Mina Farris
Museo Aquilegia di Assemini Via San Mauro 5 09127 Cagliari Mariagabriella Fornasiero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Bernardo Fratello Sezione Musei Anatomici Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Berengario 14 41100 Modena
Maurizio Gattabria Museo Civico di Zoologia Via Ulisse Aldrovandi 18 00197 Roma
Paolo Guaschi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Barbara Leidi Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo Monica Luccini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Luigi Maffettone Orto botanico universitario Viale Caduti in Guerra 127 41100 Modena
- 1 6 -
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Clementina Rovati Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Luigi Sala Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Campi 213D 41100 Modena
Roberta Salmaso Museo Civico di Storia Naturale Lungadige Porta Vittoria 9 37129 Verona
Giuseppe Sanguini Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Monica Scomazzon Museo civico di Bassano del Grappa Via Lughi 2A 36067 Cassola (VI)
Monica Siviero Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Carlo Violarli Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Vincenzo Vomero Musei Scientifici della Sovraintendenza Comunale di Roma
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Elenco degli iscritti Stefano Aguzzi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Fausto Barbagli Museo di Storia Naturale dellUniversitagrave Sez Zoologica La Specola Via Romana 17 50125 Firenze Giorgio Bardelli Museo civico di Storia Naturale di Milano Corso Venezia 55 20121 Milano
Andrea Benocci Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Elisabetta Bernuzzi Sistema Museale dAteneo Museo di Storia Naturale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Enrico Borgo Museo Civico di Storia Naturale GDoria Via Brigata Liguria 9 16121 Genova
Stefano Bovero Museo Regionale Scienze Naturali Viao Giolitti 36 10123 Torino
Athos Callegari Dipartimento di Scienze della Terra Universitagrave degli Studi di Pavia Via Ferrata 1 27100 Pavia
Fabrizio Cancelli Accademia dei Fisiocritici Onlus Prato SantAgostino 5 53100 Siena
Marta Coloberti
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Federico Confortini
Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo
- 15 -
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Riccardo Carini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Maria Chiara Deflorian Museo Tridentino di Scienze Naturali Via Calepina 14 38100 Trento
Letizia Del Favero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Anna Donazzan Comune di Valstagna
Via Cima Mandriollo 1 36016 Bassano del Grappa (VI)
Mina Farris
Museo Aquilegia di Assemini Via San Mauro 5 09127 Cagliari Mariagabriella Fornasiero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Bernardo Fratello Sezione Musei Anatomici Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Berengario 14 41100 Modena
Maurizio Gattabria Museo Civico di Zoologia Via Ulisse Aldrovandi 18 00197 Roma
Paolo Guaschi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Barbara Leidi Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo Monica Luccini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Luigi Maffettone Orto botanico universitario Viale Caduti in Guerra 127 41100 Modena
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Clementina Rovati Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Luigi Sala Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Campi 213D 41100 Modena
Roberta Salmaso Museo Civico di Storia Naturale Lungadige Porta Vittoria 9 37129 Verona
Giuseppe Sanguini Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Monica Scomazzon Museo civico di Bassano del Grappa Via Lughi 2A 36067 Cassola (VI)
Monica Siviero Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Carlo Violarli Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Vincenzo Vomero Musei Scientifici della Sovraintendenza Comunale di Roma
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Riccardo Carini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Maria Chiara Deflorian Museo Tridentino di Scienze Naturali Via Calepina 14 38100 Trento
Letizia Del Favero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Anna Donazzan Comune di Valstagna
Via Cima Mandriollo 1 36016 Bassano del Grappa (VI)
Mina Farris
Museo Aquilegia di Assemini Via San Mauro 5 09127 Cagliari Mariagabriella Fornasiero Museo di Geologia e Paleontologia - Univ Studi di Padova Via Giotto 1 35137 Padova
Bernardo Fratello Sezione Musei Anatomici Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Berengario 14 41100 Modena
Maurizio Gattabria Museo Civico di Zoologia Via Ulisse Aldrovandi 18 00197 Roma
Paolo Guaschi
Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Barbara Leidi Museo civico di Scienze Naturali E Caffi Sezione di Geologia e Paleontologia Piazza Cittadella 10 24129 Bergamo Monica Luccini Studente presso lUniversitagrave degli Studi di Pavia
Luigi Maffettone Orto botanico universitario Viale Caduti in Guerra 127 41100 Modena
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Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Clementina Rovati Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Luigi Sala Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Campi 213D 41100 Modena
Roberta Salmaso Museo Civico di Storia Naturale Lungadige Porta Vittoria 9 37129 Verona
Giuseppe Sanguini Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Monica Scomazzon Museo civico di Bassano del Grappa Via Lughi 2A 36067 Cassola (VI)
Monica Siviero Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Carlo Violarli Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Vincenzo Vomero Musei Scientifici della Sovraintendenza Comunale di Roma
Quinto Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici Pavia 16XII2005
Clementina Rovati Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Luigi Sala Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave di Modena e Reggio Emilia Via Campi 213D 41100 Modena
Roberta Salmaso Museo Civico di Storia Naturale Lungadige Porta Vittoria 9 37129 Verona
Giuseppe Sanguini Sistema Museale dAteneo - Museo di Storia Naturale -Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Monica Scomazzon Museo civico di Bassano del Grappa Via Lughi 2A 36067 Cassola (VI)
Monica Siviero Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Carlo Violarli Dipartimento di Biologia Animale Universitagrave degli Studi di Pavia Piazza Botta 9 27100 Pavia
Vincenzo Vomero Musei Scientifici della Sovraintendenza Comunale di Roma