Patronato da rivalutare - Sandrigo30 · 2018. 10. 23. · Patronato di Sandrigo che, grazie anche...

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Periodico dell’Associazione Sandrigo Trenta Anno XXXVII - n° 2 Febbraio 2016 Sped. in A. P. - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, NE/VI www.sandrigo30.lindaver.org continua a pag. 2 Capita a volte, in un mon- do metamorfico e dalle molte facce, che anche le realtà più tradizionali escano di moda, ora travolte da un cambiamen- to di costumi, ora irrigidite dall’incapacità di vestire panni nuovi: ciò che rimane inerte ed intorpidito non sopravvi- ve quasi mai al mutare delle generazioni, dei bisogni, degli interessi e alla inevitabile tra- sformazione (buona o cattiva che sia) dei valori. Non è di certo il caso del Patronato di Sandrigo che, grazie anche all’egregio lavoro degli ultimi consigli pastorali, sembra permanere assoluta- Patronato da rivalutare mente come fulcro vitale del paese, come luogo di incon- tro e di educazione per l’intera comunità, come luce di mez- zo dal punto di vista religioso, sociale ed umano. Tuttavia, dopo il rinnovamento del con- siglio nello scorso ottobre e le repentine quanto inaspetta- te dimissioni del presidente Cason (sostituito da Christian Benetti), è resa necessaria una presa di consapevolezza riguardo ai bisogni di un pae- se volubile e sfaccettato, nei confronti del quale il Patrona- to deve preservare il proprio ruolo di saldo riferimento. Se da una parte il consiglio si è già mostrato operativo con l’organizzazione della festa di carnevale, deve essere d’altra parte esortato a corroborare i gruppi giovanili, a ricostitui- re un’attiva animazione del Patronato e a proporre ini- ziative che fuggano il rischio di una “desertificazione” del centro parrocchiale tanto noci- va quanto preoccupante. La rivalutazione degli spazi e delle potenzialità così come il ripri- stino dei tornei estivi possono divenire importanti occasioni di aggregazione, destinate a rinvigorire la centralità di un Patronato che, essendo da anni un bene della comunità, deve saper diventare un bene per la comunità, riflettendo le inclinazioni e le necessità di Sandrigo. La missione che il nuovo consiglio pastorale è chiamato ad intraprendere è forse la più ostica e impegnati- va: difendere la storica identità del Patronato con mezzi nuovi, riplasmarsi ed autoriconoscer- si, giovare al paese con nuovo vigore, archiviando vani scre- zi e le autoreferenzialità. Un lavoro arduo al quale l’intera comunità ha la possibilità e il dovere di contribuire così da creare, rivalutandolo e vivaciz- zandolo, un bene per il paese. Nicola Pozzato Il Vescovo incontra la Comunità Negli ultimi giorni di gennaio si è svolta nel nostro paese la visita pastorale del Vescovo, mons. Benia- mino Pizziol. Il Ministero episcopale prevede che periodicamente chi lo ricopre visiti le realtà delle singo- le parrocchie che compongono la diocesi, portando un messaggio di speranza e di vicinanza alla comu- nità tutta, con particolare riguardo ai bisognosi, ai poveri, ai malati, e compiendo assieme ai fedeli la cele- brazione eucaristica e il sacramento della confermazione per quanti lo chiedano. A fronte della particolare estensione della diocesi di Vicen- za, l’evento costituisce una rarità all’interno delle singole parrocchie in quanto avviene una volta ogni quindici o vent’anni, a seconda degli impegni e della buona volontà di chi ricopre il Ministero. Nei suoi tre giorni di visita, il 29, 30 e 31 gennaio, mons. Pizziol ha incontrato le diverse realtà che compongono la nostra comuni- tà, cercando di comprenderne la struttura e i bisogni e accogliendo, spesso con animo manifestamente compiaciuto, la vocazione e la mis- sione dei singoli gruppi: quelli che operano in ambito socio-culturale, quelli che lavorano all’interno della parrocchia e quelli che si spendo- no nel campo educativo, solo per citarne alcuni dei tanti che hanno avuto l’occasione di essere ascoltati dal Vescovo. Non sono mancati poi gli incontri con i giovani dei gruppi parrocchiali di Sandrigo, Ancignano e Lupia e i ragazzi delle scuole di Sandrigo. Ad essi mons. Beniamino ha saputo riservare parole di affetto e di vici- nanza presentandosi come testi- mone del messaggio di semplicità e di povertà del Vangelo, centrale nel pontificato di Papa Francesco. Attraverso la sua testimonianza di cammino nella Fede i nostri ragazzi hanno colto il significato più umano dell’essere cristiani; nel senso pro- fondo della visita pastorale hanno capito che Credere significa anche credere nelle persone, stare in mez- zo a loro, consigliarle ed accompa- gnarle, proprio come ha fatto il Vescovo con la nostra comunità in quei giorni. Come ha sostenuto mons. Pizziol in una breve intervista concessami in un momento di particolare tran- quillità, le priorità di una comunità nell’ambito sociale sono il soste- gno e l’educazione dei giovani, che devono essere i primi destinatari dell’opera formativa di un paese. Essa deve avvenire anche alla luce dell’esempio di Gesù, il quale è uomo autentico che manifesta in pienezza il messaggio evangelico e che, racchiudendo in sé tutti i valori umani, riesce ad entrare nelle nostre storie di vita. La formazione È mancato il maestro Rigoni Scomparso l’ultimo vecchio maestro di Sandrigo, combattente e partigiano, sindaco di Sandrigo e modello di senso civico. È mancato il 3 gennaio scorso a 93 anni Giovanni Rigoni, per quarant’anni maestro elementare e sindaco di Sandrigo dal 1970 al 1975. I funerali celebrati in duomo martedì 5 gennaio hanno reso omaggio al sindaco che ha costruito l’acquedotto e le nuove poste e ristrutturato la casa di riposo e le scuole medie. Nato nel 1922 ad Asiago, Giovanni Rigoni si è trasferito anco- ra giovane a Bressanvido e poi a Sandrigo dopo il matrimonio con la collega maestra Gabriel- la Cuman, dalla cui unione sono nati i figli Mariantonietta ed Ippolito. Combattente nella seconda guerra mondiale come guardia di frontiera a Zegar, nella ex Jugoslavia, partigiano dopo l’armistizio dell’8 settembre ’43, Rigoni ha sempre dimostra- to nella scuola, in famiglia e nelle istituzioni pubbliche i valori civili per i quali ha sacrificato tanta parte della sua giovinezza. Nell’amministrazione pubblica è stato anche consigliere ed asses- sore comunale; poi, dopo il quinquennio da primo cittadino, è stato anche giudice di pace, amministratore dell’ospedale san- dricense e membro dell’ufficio affari economici della parrocchia. Di lui si ricordano soprattutto il senso civico e la vocazione all’insegnamento e l’educazione, esercitata anche fuori della scuola. La sua figura, sempre ammirevole per il contegno e la dignità, è rimasta nel cuore di diverse generazioni di scolari sandricensi. G.D.

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  • Periodico dell’Associazione Sandrigo Trenta

    Anno XXXVII - n° 2 Febbraio 2016

    Sped. in A. P. - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1, comma 1, NE/VI

    www.sandrigo30.lindaver.org

    continua a pag. 2

    Capita a volte, in un mon-do metamorfico e dalle molte facce, che anche le realtà più tradizionali escano di moda, ora travolte da un cambiamen-to di costumi, ora irrigidite dall’incapacità di vestire panni nuovi: ciò che rimane inerte ed intorpidito non sopravvi-ve quasi mai al mutare delle generazioni, dei bisogni, degli interessi e alla inevitabile tra-sformazione (buona o cattiva che sia) dei valori.

    Non è di certo il caso del Patronato di Sandrigo che, grazie anche all’egregio lavoro degli ultimi consigli pastorali, sembra permanere assoluta-

    Patronato da rivalutaremente come fulcro vitale del paese, come luogo di incon-tro e di educazione per l’intera comunità, come luce di mez-zo dal punto di vista religioso, sociale ed umano. Tuttavia, dopo il rinnovamento del con-siglio nello scorso ottobre e le repentine quanto inaspetta-te dimissioni del presidente Cason (sostituito da Christian Benetti), è resa necessaria una presa di consapevolezza riguardo ai bisogni di un pae-se volubile e sfaccettato, nei confronti del quale il Patrona-to deve preservare il proprio ruolo di saldo riferimento. Se da una parte il consiglio si è

    già mostrato operativo con l’organizzazione della festa di carnevale, deve essere d’altra parte esortato a corroborare i gruppi giovanili, a ricostitui-re un’attiva animazione del Patronato e a proporre ini-ziative che fuggano il rischio di una “desertificazione” del centro parrocchiale tanto noci-va quanto preoccupante. La rivalutazione degli spazi e delle potenzialità così come il ripri-stino dei tornei estivi possono divenire importanti occasioni di aggregazione, destinate a rinvigorire la centralità di un Patronato che, essendo da anni un bene della comunità,

    deve saper diventare un bene per la comunità, riflettendo le inclinazioni e le necessità di Sandrigo. La missione che il nuovo consiglio pastorale è chiamato ad intraprendere è forse la più ostica e impegnati-va: difendere la storica identità del Patronato con mezzi nuovi, riplasmarsi ed autoriconoscer-

    si, giovare al paese con nuovo vigore, archiviando vani scre-zi e le autoreferenzialità. Un lavoro arduo al quale l’intera comunità ha la possibilità e il dovere di contribuire così da creare, rivalutandolo e vivaciz-zandolo, un bene per il paese.

    Nicola Pozzato

    Il Vescovo incontra la ComunitàNegli ultimi giorni di gennaio si

    è svolta nel nostro paese la visita pastorale del Vescovo, mons. Benia-mino Pizziol. Il Ministero episcopale prevede che periodicamente chi lo ricopre visiti le realtà delle singo-le parrocchie che compongono la diocesi, portando un messaggio di speranza e di vicinanza alla comu-nità tutta, con particolare riguardo ai bisognosi, ai poveri, ai malati, e compiendo assieme ai fedeli la cele-brazione eucaristica e il sacramento della confermazione per quanti lo chiedano. A fronte della particolare estensione della diocesi di Vicen-za, l’evento costituisce una rarità all’interno delle singole parrocchie in quanto avviene una volta ogni quindici o vent’anni, a seconda degli impegni e della buona volontà di chi ricopre il Ministero.

    Nei suoi tre giorni di visita, il 29, 30 e 31 gennaio, mons. Pizziol ha incontrato le diverse realtà che

    compongono la nostra comuni-tà, cercando di comprenderne la struttura e i bisogni e accogliendo, spesso con animo manifestamente compiaciuto, la vocazione e la mis-sione dei singoli gruppi: quelli che operano in ambito socio-culturale, quelli che lavorano all’interno della parrocchia e quelli che si spendo-no nel campo educativo, solo per citarne alcuni dei tanti che hanno avuto l’occasione di essere ascoltati dal Vescovo.

    Non sono mancati poi gli incontri con i giovani dei gruppi parrocchiali di Sandrigo, Ancignano e Lupia e i ragazzi delle scuole di Sandrigo. Ad essi mons. Beniamino ha saputo riservare parole di affetto e di vici-nanza presentandosi come testi-mone del messaggio di semplicità e di povertà del Vangelo, centrale nel pontificato di Papa Francesco. Attraverso la sua testimonianza di cammino nella Fede i nostri ragazzi

    hanno colto il significato più umano dell’essere cristiani; nel senso pro-fondo della visita pastorale hanno capito che Credere significa anche credere nelle persone, stare in mez-zo a loro, consigliarle ed accompa-gnarle, proprio come ha fatto il Vescovo con la nostra comunità in quei giorni.

    Come ha sostenuto mons. Pizziol in una breve intervista concessami in un momento di particolare tran-quillità, le priorità di una comunità nell’ambito sociale sono il soste-gno e l’educazione dei giovani, che devono essere i primi destinatari dell’opera formativa di un paese. Essa deve avvenire anche alla luce dell’esempio di Gesù, il quale è uomo autentico che manifesta in pienezza il messaggio evangelico e che, racchiudendo in sé tutti i valori umani, riesce ad entrare nelle nostre storie di vita. La formazione

    È mancato il maestro Rigoni

    Scomparso l’ultimo vecchio maestro di Sandrigo, combattente e partigiano, sindaco di Sandrigo e modello di senso civico. È mancato il 3 gennaio scorso a 93 anni Giovanni Rigoni, per quarant’anni maestro elementare e sindaco di Sandrigo dal 1970 al 1975. I funerali celebrati in duomo martedì 5 gennaio hanno reso omaggio al sindaco che ha costruito l’acquedotto e le nuove poste e ristrutturato la casa di riposo e le scuole medie.Nato nel 1922 ad Asiago, Giovanni Rigoni si è trasferito anco-ra giovane a Bressanvido e poi a Sandrigo dopo il matrimonio con la collega maestra Gabriel-la Cuman, dalla cui unione sono nati i figli Mariantonietta ed Ippolito. Combattente nella seconda guerra mondiale come guardia di frontiera a Zegar, nella ex Jugoslavia, partigiano dopo l’armistizio dell’8 settembre ’43, Rigoni ha sempre dimostra-to nella scuola, in famiglia e nelle istituzioni pubbliche i valori civili per i quali ha sacrificato tanta parte della sua giovinezza. Nell’amministrazione pubblica è stato anche consigliere ed asses-sore comunale; poi, dopo il quinquennio da primo cittadino, è stato anche giudice di pace, amministratore dell’ospedale san-dricense e membro dell’ufficio affari economici della parrocchia.Di lui si ricordano soprattutto il senso civico e la vocazione all’insegnamento e l’educazione, esercitata anche fuori della scuola. La sua figura, sempre ammirevole per il contegno e la dignità, è rimasta nel cuore di diverse generazioni di scolari sandricensi.

    G.D.

  • pag. 2Febbraio 2016 - pag. 2

    E’ un periodico informativo - politico - culturale dell’Associazione

    «Sandrigo 30» fondato nel 1974

    diretto daarnaldo pozzato

    Direttore Responsabilegiulia armeni

    Capo Redattoregiuseppe savio

    Edito da: Associazione "Sandrigo 30"

    Presidentegiuseppe savio

    Sede e Redazione: Piazza Garibaldi, 5 - 36066 Sandrigo (VI)Autorizzazione del Tribunale di Vicenza n. 798 del 23 maggio 1994 (1^ autorizza-zione n. 311 del 04 settembre 1974)Tipografia: G.N.G. srl - SandrigoSpedizione in Abbonamento Postale Pub-blicità inferiore al 45% - Taxe PerçueConto Corrente postale: N° 13982368Per pubblicità: 0444 659858Gli articoli firmati rispecchiano il pensiero dell’autore e non coinvolgono in alcun modo la redazione e la proprietà della testata.

    Ai sensi del D.L. 196/2003, informiamo i nostri lettori che i loro dati in nostro possesso saranno utilizzati esclusivamente per inviare il nostro giornale. Questi dati saranno custoditi presso i nostri archivi informatici. I nostri lettori hanno il diritto di accedere liberamente alle informazioni che li riguardano per aggiornarle o modificarle rivolgendosi al responsabile o presso la sede.

    Tiratura 3.500 copieSandrigo, Febbraio 2016

    www.sandrigo30.lindaver.org

    Il Vescovo incontra la comunitàsegue da pag. 1dei giovani mediante la figura di Cri-sto diventa ancora più importante oggi, che ci troviamo davanti alla realtà nuova dell’unità pastorale, alla quale ha dato vita l’unione delle tre parrocchie di Sandrigo, Ancigna-no e Lupia.

    Realtà estese richiamano mag-giori responsabilità nel prendersi cura di esse e dunque oggi, più che mai, siamo chiamati a colla-borare tra di noi, a creare ponti (e non muri) tra i diversi gruppi che, come sottolinea il Vescovo, rendono bella e solida la nostra comunità. E’ anche con questa finalità che è stato indetto quest’anno il Giubileo della Misericordia. Forte della sua esperienza in passato come parroco, mons. Pizziol conosce da vicino le comunità parrocchiali ed è consa-pevole della frequente esistenza di divisioni e rancori all’interno di esse: se nell’anno della Misericordia si riuscirà a risolvere queste situazio-ni di conflitto che minano l’essenza stessa del vivere sociale allora sarà possibile fare un’esperienza di libe-razione che permetterà alle nostre parrocchie di essere autenticamente delle comunità che crescono.

    Infine, nel giorno di domenica, si è celebrata la messa con il sacramento della Confermazione degli adulti, momento importante in quanto segna l’entrata di nuovi fedeli nella comunità cristiana attraverso l’ac-coglimento pieno e definitivo del cammino di fede.

    Per concludere, mons. Beniamino ha constatato come la recente scom-parsa di don Venanzio ha generato nelle persone un maggior senso di responsabilità e di Fede. L’esistenza di realtà consolidate come il cate-chismo, gli operatori della carità, del sociale, della liturgia e altre sono non solo il frutto della presenza per più di vent’anni del ministero di don

    Venanzio nelle nostre parrocchie, ma rappresentano anche la rispo-sta seria e costante della gente ai bisogni della comunità, che in ciò si rivela essere una comunità di gran-de maturità cristiana.

    Nel ringraziare le numerose per-sone che si sono spese per la rea-lizzazione della visita pastorale, il Vescovo invita tutti coloro che ope-rano nelle comunità di Sandrigo, Ancignano e Lupia a portare avanti il loro impegno nel segno della col-laborazione e del reciproco aiuto senza perdere le proprie identità che rendono il loro contributo così unico e insostituibile.

    Alessandro Garziera

    ariafredda

    Gli ostinati !Gli ostinati della sosta contromano!In un numero scorso di Sandrigo 30 abbiamo già parlato del problema dei veicoli che nelle vie centrali sostano contromano; si tratta di una manovra molto pericolosa nel momento della immissione in circola-zione, che il Codice della Strada vieta e che, giustamente, la Polizia Locale sanziona.Nonostante le multe, però, diversi automobilisti se ne infischiano di codice e contravvenzioni e, imperterriti, continuano a sostare a sinistra a tutte le ore del giorno e della sera, festività comprese.Una domenica di fine 2015 ho osservato le macchine in sosta in via 4 Novembre:ore 16,30 , su 12 auto parcheggiate 7 erano contromano;ore 17,00, su 11 auto 5 contromano;ore 18,00, c’erano 8 auto parcheggiate delle quali ben 5 contromano.Nel nuovo anno sembra che il fenomeno si stia riducendo, anche se non in maniera rilevante.Forse i “ furbetti” della sosta cominciano a comportarsi civilmente, rispettando i regolamenti.Ma è più probabile che il loro ritrovato senso civico sia solo conseguenza del timore di multe.Non resta che invitare i Vigili a persistere nei controlli... contribuendo a rimpinguare le magre casse del Comune.

    a. p.

    Sempre più ritornano utili i luoghi di ritrovo e questa Amministrazione Comunale, in particolare, ha ritenu-to importante mettere a disposizione stabili di proprietà che altrimenti, in breve tempo, sarebbero andati in decadenza. Lo si sta facendo cercando di coinvolgere quei gruppi ed associa-zioni che si occupano di impegnare il tempo libero per far crescere le attivi-tà sociali, che altrimenti rischiano di essere sempre più di difficile gestione.

    È quanto è accaduto con la struttura che ospitava le Ex scuole di Ancigna-no.

    Vista l’importanza di avere una pre-minente sinergia con la Protezione Civile, circa un anno fa è stato deciso e condiviso con il gruppo dei volontari di protezione civile di portare la loro sede all’interno dello stabile comunale, lasciando così l’edificio delle ex scuole di Ancignano di nuovo libero e per questo, idealmente, (non che prima non lo fosse), di nuovo a disposizione di tutto il paese.

    Questo però non sarebbe possibile senza qualcuno in grado di mante-nerlo funzionante ed effettivamente utilizzato a favore dell’intera comunità sandricense.

    Si cercava una realtà che fosse radi-cata e operativa in quel territorio e così è stata individuata l’associazione “Fiera del Verde”, che negli ultimi anni ha saputo tener il paese Ancignano unito e attivo come tutti immaginano debba essere un paese o una frazione. L’Amministrazione Comunale ha così chiesto ed ottenuto la disponibilità dell’associazione a gestire lo stabile che siamo convinti tornerà ad essere un punto di riferimento per Ancignano.

    Grazie a questa disponibilità, è sta-

    Ex scuole elementari di Ancignano

    Nuove opportunitàto possibile realizzare un particolare spazio che da anni a Sandrigo si atten-deva, ma per ovvi motivi di gestione e di congiunture varie, mai, prima di adesso, si era potuto avere.

    Al piano superiore, nell’arco degli ultimi 2 anni grazie ad una gestione oculata e attenta del bilancio comu-nale e con l’insostituibile aiuto di offerte da parte di generosi cittadini, si è riusciti a recuperare il tanto che basta per insonorizzare e dipingere la stanza ed acquistare il necessario materiale fonico.

    In questo modo Sandrigo può final-mente vantare un luogo che abbiamo voluto chiamare “sala prove”, anche se in forma semplice e “fai-da-te”.

    Questo grazie al la sensibil ità dell’Amministrazione con la quale ha collaborato anche il consigliere di minoranza Simone Contro.

    Una volta resa effettivamente ope-rativa, la stanza consterà di una bat-teria, di un amplificatore per chitarra e basso, un impianto voce e mixer. Il tutto sarà in gestione all’ Associazione Fiera del Verde che, una volta preso effettivo “possesso” dello stabile, dovrà adottare un regolamento, condiviso con l’Amministrazione Comunale, attraverso cui definire nel modo più agevole possibile uso e gestione dello stabile e della “sala prove”, prevedendo orari consoni alla normale vita asso-ciativa.

    Per chi ha avuto l’esperienza di fre-quentare sale prove, qui non troverà un ambiente studiato per la musica, ma una stanza adattata ad ospitarla, e un’associazione di volontari che per il bene della comunità la gestisce.

    E.B.

    Festival del San BortoloSabato 5 marzo alle 20:30 Sala Arena di Sandrigo

    Medici, infermieri e personale del nostro Ospedale si tolgono camici e divise per vestire i panni del cantante, del comico e del ballerino.Presenti anche il Gruppo musicabarettista “SevenGnoms”, il cabarettista Antonio “Peo” Pegoraro e i musicisti “BABATA” con Jose Borgo.L’obiettivo è quello di raccogliere fondi per migliorare gli spazi, i macchinari e i servizi del nostro ospedale.Questa volta il ricavato sarà destinato alla chirurgia e alla medi-cina, i reparti più sovraffollati perché accolgono i pazienti che non sono inquadrabili nelle aree specialistiche.

    10 € per sostenere la qualità del nostro ospedaleGrazie a tutti i Sandricensi che sosterranno questa iniziativa!

    I biglietti sono in prevendita presso:CUP Centro Polifunzionale di Sandrigo - Profumeria Graziella - Tabaccheria Toniolo Augusto - Edicola Basso Manuela

  • pag. 3 - Febbraio 2016

    Viviamo un mondo sempre più permeato da immagini audiovisive contenenti milioni di informazioni che variano dalla propaganda alla semplice azione ludica. La storia dell’uomo è sempre stata segnata dalle immagini: dai primi graffiti sul-la roccia alle splendide immagini dei pittori rinascimentali fino alle forti ed intense fotografie di Bresson. La nascita del cinema trasforma radi-calmente il modo di fruire l’imma-ginario con le nuove emozioni che solo il movimento delle immagini ci può donare. Ma quali possono esse-re le insidie delle nuove tecnologie, soprattutto sempre più social? Se ne parla durante il laboratorio didattico dei linguaggi visivi contemporanei “Punti di vista. La consapevolezza dell’immagine” dal 5 marzo al 21 maggio ogni sabato mattina alla Biblioteca dalle 9.30 alle 12.30 gra-zie a Puntualizziamo TV in collabo-razione con Il Mondo alla Rovescia. Relatori Diego Retis, coordinatore e telereporter, Salvatore Burgio, montatore, Roberto D’Alessandro, sociologo e regista teatrale e Mas-similiano Cracco, linguaggio della

    Comitato Attività Culturali Biblioteca

    Formazione continuacomunicazione social. Il corso sarà preceduto da un incontro aperto al pubblico mercoledì 2 marzo alle 20.30 alla Biblioteca dal titolo “Informazione e democrazia. Il ruolo delle web tv in Veneto” per un confronto tra il giornalismo e le nuove piattaforme digitali con Mar-co Morini del dipartimento di Studi politici, giuridici e scienze interna-zionali dell’Università di Padova.

    Si rinnovano gli incontri mensili ad ingresso libero del Comitato: “L’ora delle storie” del Gruppo Fia-be si tiene sabato 6 febbraio dalle 10.30 alle 11.30, mentre il Gruppo di Lettura si ritrova con il Caffè let-terario, martedì 9 febbraio alle 20.45, con una discussione aperta

    sui libri di viaggio.Ricordiamo inoltre gli altri corsi

    in partenza alla Biblioteca: Corsi di inglese base, intermedio e con-versazione chiusura delle iscrizio-ni entro venerdì 19 febbraio, corsi di spagnolo base e avanzato ini-zio lunedì 22 febbraio; a Palazzo Mocenigo, invece, corso di orti-coltura ogni mercoledì alle 20.30 dal 24 febbraio al 23 marzo. I per-corsi formativi sono a pagamento e per tutte le informazioni vi invi-tiamo a contattare la biblioteca al numero 0444 461680 o scrivere a: [email protected]

    Il Comitato si trova anche su Face-book alla pagina Comitato Cultura Sandrigo.

    Quando creatività e abilità si incontrano, possono nascere idee brillanti. È il caso della base motorizzata per telescopio inventata dal giovane sandricense Marco Girardini. Il diciottenne, iscritto all’ITIS Rossi di Vicenza, è riuscito a progettare un macchinario dotato di nuovi sensori in grado di seguire il moto delle stelle a scopi fotografici.

    Per farlo, Marco Girardini ha colto al volo l’opportunità offerta agli studenti dal Comitato Genitori dell’istituto vicentino, che per l’anno 2014/2015 ha lanciato e finanziato la prima edizione del concorso per mini Startup. L’iniziativa, oltre a incoraggiare i ragaz-zi a mettersi in gioco, permette loro di approfondire conoscenze acquisite nel corso degli anni attraverso la realizzazione di progetti concreti. Inoltre, gli studenti sono stimolati a rafforzare le compe-tenze trasversali, come l’abilità nel risolvere problemi imprevisti, necessarie per un buon inserimento nel mercato del lavoro.

    La prospettiva del Comitato è che certe idee davvero valide possano diventare realtà, com’è accaduto per l’invenzione di Marco Girardini. La montatura di precisione per telescopi ha, infatti, attirato l’attenzione dello studio brevetti Bonini, partner del concorso, che ha deciso di depositare a proprie spese il brevetto per il lavoro del giovane sandricense. Lo studio ha dimostrato interesse per l’originalità della base telescopica, in quanto questa appare innovativa e meno dispendiosa rispetto alle strumentazioni disponibili sul mercato, che possono arrivare anche ad un costo di ventottomila euro. Il successo del progetto è stato riconosciuto anche dalla rivista specialistica di astronomia “Nuovo Orione”, che questo mese ha dedicato un articolo proprio all’idea di Marco.

    L’apparecchiatura speciale, in grado di riprendere il cielo e le stelle, ha colpito nel segno, così come sono stati accolti con entu-siasmo gli altri progetti presentati il 7 novembre scorso nell’Aula Magna dell’Istituto Rossi. Nicolò Cardana ha pensato a un’appli-cazione Android per Smartwatch, Francesco Tressi e Luca Stella si sono dati da fare per costruire un alimentatore compatto ad alta efficienza, mentre Leopoldo Perizzolo e Giacomo Tombolan si sono dedicati alla realizzazione di un proiettore laser.

    In attesa di un’eventuale seconda edizione delle mini Startup, i pionieri dell’iniziativa si preparano ad affrontare l’esame di maturità, lavorando sui loro progetti come sta facendo Marco Girardini, che continua a sviluppare e apportare modifiche alla sua invenzione proprio in vista della prova finale.

    Giovani Inventori

    Da Sandrigo alla Microsoft a soli 24 anni. È il percorso in sintesi di Alessandro Segala di Sandrigo, che dopo la laurea in Economia azienda-le e management alla Bocconi è ora il più giovane consulente tecnico alle vendite della divisione Azure della nota azienda di Seattle fondata da Bill Gates.

    Un risultato eccezionale, raggiun-to dopo un apprendistato esempla-re, che testimonia il recente feno-meno dell’emigrazione di giovani laureati veneti, che trovano all’e-stero le migliori opportunità di svi-luppo del loro talento e per questo sono anche pronti ad abbandonare per sempre l’Italia.

    Dopo un’infanzia a base di video-games, la storia di Alessandro comincia ai tempi del liceo Quadri di Vicenza, indirizzo scientifico tec-nologico, quando tra una materia e l’altra trova il tempo di svolgere attività di project manager e di programmatore per delle piccole aziende.

    «È stata un’esperienza utilissima – spiega Alessandro Segala – che ho continuato anche durante gli studi universitari, un po’ perché mi ha con-sentito di pagarmi le spese, un po’ per-ché ha arricchito il mio curriculum. Ho avuto anche delle soddisfazioni, come quella di creare un app, poi seguito da diecimila utenti registrati».

    È appunto per acquisire nuove esperienze che durante il triennio universitario trascorre lunghi perio-di di studio e di ricerca a San Diego e a Vancouver, prima di laurearsi nel luglio 2013 e di essere selezionato

    Da Sandrigo alla Microsoftdall’Università di Waterloo nella regione dell’Ontario in Canada, a settanta Km da Toronto, per svol-gere l’ambito master Mbet (Master of business entrepreneurship and technology). L’ateneo lo riconosce tra i migliori allievi, gli conferisce per ben due volte la borsa di studio e nell’estate del 2014 lo manda a Lappeenranta, in Finlandia, per un’e-

    sperienza di International business. Poi, concluso il master, Alessandro lavora per alcuni mesi come pro-grammatore in una piccola azienda, ma nel frattempo invia il suo curri-culum alla Microsoft.

    «Mi hanno chiamato dopo un bel po’ – ricorda Segala – com’è tipico delle grandi aziende. Ho superato vari colloqui e infine nel luglio scorso sono stato assunto al comparto canade-

    se dell’azienda. Ora vivo a Toronto e lavoro nella divisione Azure come consulente tecnico alle vendite. Ho clienti in tutto il Canada che mi stima-no, pur rimanendo stupiti della mia giovane età. Il mio capo mi ha appena promosso a mansioni più delicate e in generale il lavoro mi soddisfa perché realizza sia gli studi di economia sia la pratica di programmatore».

    Fin dal primo giorno di lavoro alla Microsoft si è rivelato costante l’impegno nella formazione, assolu-tamente indispensabile per il man-tenimento del posto, che lo ha por-tato a conseguire due certificazioni in seguito a vari corsi nella sede di Seattle e a Orlando in Florida. Il suo team è composto anche da cinesi, indiani e scozzesi, tutti residenti a Toronto, una metropoli che con il circondario conta dieci milioni di abitanti, di cui il 40 % è straniero.

    «Lì ho trovato molto rispetto e tol-leranza – osserva il giovane sandri-cense – la società canadese è aperta e nei rapporti di lavoro è illegale chie-dere le origini di qualcuno. D’altronde ciò che conta non è da dove vieni, ma che cosa sai fare».

    Nella casa sandricense di via Trissino ha trascorso il Natale con i genitori Francesco e Maria Grazia e il fratello Christian.

    «Certo – conclude Alessandro – a Sandrigo torno sempre volentieri, ma per il mio lavoro sono pronto ad andare dovunque. Invece, quando anch’io metterò su famiglia, mi piace-rebbe abitare sulla costa del Pacifico, a Seattle oppure a Vancouver».

    Giordano Dellai

    Incontri del lunedìA febbraio ha inizio un nuovo ciclo d’incontri durante i lunedì alle 20.30

    per discutere di attualità ed economia, in collaborazione con Sandrigo30 e Pro Sandrigo. Appuntamento quindi ad ingresso libero il 22 febbraio con la presentazione del libro autobiografico Ho osato vincere con il pluricampione di ciclismo Francesco Moser, e il 29 febbraio con la conferenza dal titolo “Parigi 2015: Il problema del clima” con Pietro Furlan.

    Assemblea dei Soci, rinnovo cariche Pro Sandrigo - Serata sociale

    Villa Mascotto – venerdì 4 Marzo 2016Dalle 19.30 Elezione nuovo consiglio direttivo, presentazione del bilancio e relazione delle attivitàDalle 21.00 Cena sociale a buffet gratuita con posti a sedere al tavolo, però liberi. Intrattenimento musicaleE’ gradita cortese conferma di partecipazione alla serata

    I candidati che vorranno proporsi per far parte del nuovo Consiglio Direttivo possono presentare la propria candidatura direttamente alla segreteria della Pro Sandrigo (dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 13.30).Le candidature saranno accettate fino alle ore 19.45 di venerdì 4 marzo.All’Assemblea dei soci possono partecipare tutti i Soci in regola con la quota sociale annua 2015 e 2016.Ciascun socio può farsi rappresentare da un altro socio con dele-ga scritta. Ogni socio può essere portatore di una sola delega.

    Ringraziamo quanti hanno già inviato il loro contributo tramite il bollettino postale ed informiamo i lettori che i contributi possono essere effettuati anche tramite bonifico (allo sportello bancario o postale oppure comodamente da casa tramite l'home banking) indicando il seguente IBAN:

    IT32 U076 0111 8000 0001 3982 368Cogliamo l'occasione per ringraziare ancora una volta tutti i lettori che ci sostengono.

    La Redazione

    Pro Sandrigo

  • pag. 4Febbraio 2016 - pag. 4

    gli altri, anche se sono di un’altra religione. Se spaventi le persone, ha detto ancora Maometto, significa che non sei musulmano. Per noi è molto importante il rispetto dei vicini, non disturbarli, non fare del male, ma essere invece generosi perché i vicini sono le persone con cui siamo in contatto ogni giorno, a volte più spesso che con i nostri

    parenti.Secondo me il mondo adesso è molto bello: c’è maggior scam-bio fra paesi ric-chi e poveri, ci sono presidenti giovani come Renzi e Obama. Per questo dob-biamo vivere in Pace, essere uniti,

    andare avanti e avere fiducia in chi ci governa.

    Oumar Ly BoubacarMembro Fidas Sandrigo-Bressanvido

    che la usano per i loro scopi, che non sono scopi religiosi: la nostra religione, infatti, vieta di uccidere ed usare qualsiasi tipo di violenza.

    Maometto ha detto che un musul-mano non deve avere un aspetto che spaventi le persone, ma essere gentile, buono e rispettoso di tutti

    Volevo dire quello che penso sul terrorismo, di cui si sente tanto parlare in questo periodo.La verità è che, i primi ad esserne colpiti, siamo noi. Sapete cosa succede in Africa? I terroristi non colpiscono solo i cristiani, ma anche i musulmani!La maggior parte di loro, è nata e cre-sciuta in Europa; non hanno frequentato una scuola coranica e quindi non cono-scono le leggi del Corano, ma seguono le notizie dell’Isis su Internet.La nostra è una religione di Pace che non c’entra nulla con i terroristi,

    Angolo del Caleido

    Le grandi passioni di Giandomenico

    Giandomenico è una persona che fre-quenta il centro Caleido dal 2008. A differenza di altre persone inserite al centro con disabilità dalla nascita, Giandomenico ha una disabilità acquisita. In passato Gian-domenico era un operaio con la grande passione per la musica e per la fotografia, è stato difficile per lui adattarsi ai suoi nuo-vi limiti ma proprio grazie alle sue grandi passioni e al supporto della famiglia e degli operatori, è riuscito a ritrovare il suo equi-librio scoprendo anche nuove capacità, soprattutto nell’utilizzo del computer e

    da qualche anno ha ripreso a fare foto, come potete vedere qui sotto, ma lascio a lui raccontare la sua storia...

    Sono Giandomenico ho 60 anni abito ad Altavilla e sono ospite dal 2004 dalla sorella Rosanna a Vivaro di Dueville. Frequento il Centro Caleido della Cooperativa Margherita per 3 giorni alla settimana e usufruisco di un progetto personalizzato di vita indipendente. Le mie passioni sono la musica e la fotografia. Mi è sempre piaciuto fotografare persone sullo sfondo di bellissimi palazzi antichi come la Basilica Palladiana di Vicenza oppure Palazzo Ducale di Venezia, piazza della Signoria di Firenze e tante altre città d’Italia. Durante il periodo di Carnevale mi recavo a Venezia dove mi sbizzarrivo molto a fotografare bellissime maschere molto originali e sug-gestive.

    In Cooperativa mi occupo di piccoli lavori di segreteria, utilizzo il computer che mi per-mette di fare molte ricerche sulle mie passioni e se mi viene chiesto cerco materiale in internet per i miei compagni del Centro. Con il progetto di vita indipendente faccio inoltre delle uscite fuori dall’orario del centro Caleido con un operatore tutto per me che mi permette di andare e di fare cose a me molto gradite. Con grande soddisfazione qualche tempo fa con l’aiuto di tutta la Cooperativa siamo riusciti anche ad allestire una vera e propria mostra fotografica aperta al pubblico che ha riscosso molto successo…

    Primavera da Garden BidesePiante da orto e ornamentali, aromatiche, fiori stagionali, frutti antichi e sementi.Specialisti in prodotti per la cura del verde naturali acquistabili senza patentino.

    Vi invitiamo Giovedì 10 Marzo ore 20:30 alla conferenza “NATURALMENTE ORTO” concimazioni naturali

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    ricordi...Maggio 1951 – Le “Tose dele pesse”

    Cortile dell’Asilo Infantile allora in via San Gaetano.Funzione religiosa per le “Tose dele Pesse”, rammendatrici di tessuti Lanerossi e altri, fonte di reddito per numerose famiglie del tempo.

    Quello che noi musulmani pensiamo del terrorismo

    Le condoglianze dei musulmani per la scomparsa di don Venanzio

    Noi, che viviamo da tanto a Sandrigo, siamo rimasti molto dispiaciuti per la perdita improvvisa di don Venanzio a cui eravamo molto legati.

    Lui ci dava spazio, partecipava alle nostre feste intervenendo dal palco, collaboravamo nel seguire i ragazzi che frequentano il Patronato, spiegando loro le regole e il comportamento da tenere.

    Dovevamo incontrarci con lui prima di Natale. Invece, noi musulmani dei dintorni, abbiamo dovuto andare in Canonica a fare le condoglianze per la sua scomparsa.

    Quegli abiti che avrei voluto vedere sul suo corpo …

    Quando hanno consentito l’ac-cesso alla camera ardente allestita nella sala “Vivaldi” della canonica di Sandrigo e ho visto il corpo dell’ar-ciprete defunto, sono stato colpito - anzitutto - dalla serenità del vol-to, ormai disteso nella quiete della morte.

    Don Venanzio, lo sanno bene quanti l’hanno conosciuto da vicino, di primo acchito suscitava un certo reverenziale timore, anzi, ti mette-va soggezione, non sapevi come esporgli ciò che volevi dirgli. Spesso era corrucciato, severo, ombroso.

    Generalmente, però, superata questa prima fase dell’incontro, il colloquio proseguiva sull’onda di una reciproca fiducia e il dialogo diventava anche piacevole.

    Nel feretro, don Venanzio mostra-va il suo volto più bello: appena appena pensoso, ma senza più la severità consueta. Un amico che ti dimostrava la gioia di aver parlato con te.

    Se questo mi ha lasciato tanta pace nel cuore, non invece il fatto di vedere la sua salma priva degli abiti liturgici che la tradizione vuole sia-no indossati dai sacerdoti defunti.

    Ci scrivono

    Una personale riflessionein occasione delle esequie di don Venanzio

    C’era appena una stoletta viola, che mi dicono essere stata aggiunta in un secondo momento, sull’abito borghese di colore blu.

    Non so i motivi di questa scelta, forse anche giustificati da ragioni che io non posso conoscere.

    Ci sono però rimasto male…Il camice, la stola, la casula, sono

    gli abiti che noi sacerdoti cattolici indossiamo quando compiamo l’a-zione più grande e più importante del nostro ministero: la celebrazione dell’Eucaristia.

    Ogni prete, a prescindere dal suo percorso esistenziale e dalle varie mansioni avute nel corso del suo servizio ministeriale, al di là dei gusti e dello stile, oltre il carattere personale, reca al mondo il tesoro più grande e più prezioso: il Figlio di Dio, che, proprio tra le mani di un prete, continua ad amarci nel segno del Corpo Sacrificato e del Sangue versato sulla Croce.

    Questa è la S. Messa, senza la quale non ha senso il sacerdozio cattolico, che sarebbe svilito a mero servizio sociale; questa è la ragion d’essere, la spinta per andare avanti nonostante le contrarietà, il disinte-resse, finanche il rifiuto e il disprezzo del mondo verso di noi sacerdoti.

    Indossare gli abiti liturgici una volta conclusa la nostra esistenza terre-na, significa riconoscere che tutta la nostra vita - nonostante le nostre infinite miserie ed i peccati senza numero - ha trovato sull’altare del sacrificio eucaristico il seme della risurrezione, quel farmaco d’immor-talità che in nessun altro modo si può avere, se non per le parole e i gesti di un prete.

    Vedere il proprio sacerdote rive-stito di quegli abiti - mentre è diste-so nella solennità della morte - è, infine, una grande catechesi per i fedeli: l’invito ad amare e onorare quell’uomo, misurando con caute-la giudizi ed impressioni su di lui, astenendosi da critiche cattive che rivelano mancanza di fede e grande povertà interiore.

    Signore Dio, dona al sacerdote Venanzio, ora che non ha più biso-gno di segni sacramentali, di godere per sempre nella contemplazione del tuo volto. E fa’ che il popolo cri-stiano consideri sempre una grazia ineffabile partecipare all’Eucaristia: mistero senza del quale non c’è giu-stizia, non c’è pace, non c’è futuro.

    Don Pierangelo Rigon

  • pag. 5 - Febbraio 2016

    L’angolo dei rimedi naturaliTempo di carciofi! Trionfano maestosi tra gli ortaggi di stagione, sin

    dall’antichità arricchiscono di sapore la nostra tavola, oltre ad essere fonte di principi attivi salutari, utili per l’organismo che ha bisogno di essere alleggerito dalle tossine che ne appesantiscono le funzioni metaboliche, per “ricaricarsi” adeguatamente in vista della primavera.

    Il carciofo Cynara scolymus L. appartenente alla famiglia delle Aste-raceae (Compositae), è una pianta presente in tutto il bacino del Medi-terraneo.

    Il suo ciclo naturale è autunno-primaverile: alle prime piogge autunnali le gemme si risvegliano ed emettono nuovi getti, i primi capolini (le parti che noi utilizziamo in cucina) sono emessi verso la fine dell’inverno, a partire dal mese di febbraio.

    Nella medicina vegetale tradizionale si utilizzano invece gli estratti delle foglie di carciofo sotto forma di capsule, tinture etc per il sollievo sinto-matico dei disturbi digestivi. I principi attivi contenuti possono favorire l’aumento della produzione della bile e, conseguentemente, la quantità di acidi biliari e colesterolo con essa eliminati, inoltre contribuiscono a ridurre la sintesi del colesterolo prodotto dal nostro organismo.

    Per questi motivi troviamo il carciofo inserito in molte preparazioni fitoterapiche utili per favorire i fisiologici processi di depurazione dell’or-ganismo, assieme ad altri principi vegetali come Tarassaco, Bardana, Cardo mariano, Ginepro, Betulla, oppure associato a Riso rosso fermen-tato per contribuire al mantenimento di livelli normali di colesterolo nel sangue.

    Cautela nell’uso dei preparati fitoterapici contenenti carciofo nei soggetti affetti da calcolosi biliare, controindicati invece nel periodo preoperatorio, in gravidanza e allattamento.

    Elisabetta dott.ssa Stocco - Farmacista

    LETTERE AL GIORNALE

    Cari parrocchiani di Ancignano, Lupia e Sandrigo,

    Dopo la morte improvvisa di don Venanzio che ci ha coinvolto e sconvolto profondamente segnando un solco di sofferenza nell’ultimo Natale, il vescovo Beniamino mi ha chiesto di assumere il compito di amministratore parrocchiale delle vostre comunità cristiane.

    Ho accettato quest’opera per me impegnativa pensando innanzitutto a don Venanzio, al suo lavoro generoso e instancabile al vostro servizio, al suo esempio di uomo di Dio che ha speso e donato tutta la propria esistenza per il Vangelo, vissuto e trasmesso come pastore che ama la sua gente e per essa offre la vita fino alla fine.

    Ho accettato pensando con affetto fraterno a don Andrea, il vostro gio-vane vicario cooperatore che all’im-provviso si è trovato sulle spalle un pesantissimo fardello.

    Ho pensato a voi, che improvvisa-mente vi trovate di fronte a diversi mesi di sede vacante, con il rischio di non avere un punto di riferimento che dia visibilità all’unità e alla conti-nuità del cammino delle comunità.

    In quanto Vicario Foraneo da qual-che mese, probabilmente sono l’unico che attualmente può svolgere questo compito, perciò ho accettato senza indugio il nuovo servizio, nonostante

    io sia già contemporaneamente sia parroco di Lisiera che responsabile di Radio Oreb, posizioni che con-tinuerò ad occupare.

    Il mio compito tra voi non sarà quello di un vero e proprio parroco, poiché svolgerò i compiti in qualità di supplente, in attesa della nomina del nuovo parroco e del suo insediamento a settembre. Nel frattempo, però, le

    Manifesto razzistaE’ un manifesto che si vede spesso nelle strut-ture sanitarie... un mes-

    saggio incoraggiante: “... perché nascondersi dietro un problema... “ e un orecchio ben disegnato, invita a sottoporsi ad esami audiometrici.Ma questo manifesto ha una varian-te e si trova all’entrata dell’Ospedale di Sandrigo: “...perché nascondersi dietro un problema... BASTA NERI “ scritto chiaro a pennarello.Non è un messaggio contro gli immigrati, una critica alle politiche migratorie che mettono a confronto punti di vista e sensibilità diverse.No, questo è un MESSAGGIO RAZ-ZISTA... chiaro, immediato, crudele nella sua sintesi.

    Vogliamo motivare la nostra indi-gnazione e sofferenza.Quando la nostra famiglia decise di adottare un bambino, il destino ci diede un figlio e fratello con la pelle scura.Io e mio marito abbiamo vissuto gli anni sessanta, il ‘68 con la sua spinta anticonformista ha cambiato i rap-porti sociali, è stato una spinta verso l’emancipazione e contro insensati pregiudizi. Fra questi quello sulle differenze razziali.Avevamo coscienza che in una Società variegata e vasta avremmo incontrato uomini e donne che mantenevano pregiudizi nei con-fronti delle persone di colore, ma le consideravamo una minoranza che si poteva affrontare con la sicurezza della nostra scelta, con l’amore che

    provavamo.La nostra generazio-ne aveva negli anni ‘80, quando è arrivato nostro figlio, le leve della politica e della cultura. Avevamo la quasi sicurezza che certi problemi non si sarebbero più presen-tati, l’emancipazione c’era stata. Ebbene, non è così, anzi.Con il tempo movi-menti razzisti e xeno-fobi, mascherati dietro partiti e gruppi politici, sulla scia delle difficoltà economiche che hanno coinvolto il mondo, hanno trovato il capro espiatorio per scaricare le loro frustrazioni.Non c’è niente di più illogico e irrazionale nell’affermare differen-ze negative dovute al colore della

    Il Premio, ideato da Giovanni Poz-zan per ricordare il padre Gino, noto e affabile cuoco e oste che rese famosa la sua “Locanda Centrale” con il cele-bre piatto di baccalà (oltre agli incompara-bili spiedi di cacciagio-ne e alle meravigliose grigliate), è giunto alla quarta edizione.

    Il dodici gennaio scorso, nella Antica Trattoria Due Spade, alla presenza di varie autorità, è stato pre-miato il pluristellato chef Massimil iano Alajmo del ristorante ”Le Calandre” di Sar-meola (Padova).

    Lo chef Massimiliano Alajmo, che oltre a dirigere “Le Calandre”, cura i menù delle cucine del “Gran Caffè

    Premio Eleganza Gino PozzanQuadri” di Piazza San Marco di Vene-zia, del ristorante “La Montecchia” di Selvazzano e del “Caffè Stern” di Parigi, è molto conosciuto e apprezzato, sia

    per essere stato il più giovane chef ad ottenere le ambite Tre Stelle della pre-stigiosa Guida Michelin, sia perché la sua cucina innovativa viene elogiata

    da tutte le guide gastronomiche.Il Premio “Eleganza”, che viene attri-

    buito alle “Eccellenze” nel mondo della enogastronomia, è già stato assegnato

    nelle precedenti edizio-ni allo chef Carlo Crac-co, all’imprenditore vinicolo Fausto Macu-lan e al giornalista e scrittore enogastrono-mo Antonio Di Lorenzo.

    Durante la simpatica serata della premia-zione, Giovanni ha presentato il neonato e primo nipotino Gio-vanni, figlio di Luigi,

    esprimendo il desiderio che un domani diventi

    anche lui cuoco, a rappresentare in cucina la sesta generazione della fami-glia Pozzan.

    a.p.

    Lettera ai parrocchianiPubblichiamo una sintesi della lettera di don Emanuele Cuccarollo

    parrocchie devono andare avanti.Certamente occorrerà ridurre le

    proposte pastorali. Non si faranno cose nuove né investimenti economici che escano dall’ordinaria amministra-zione e dalle spese vive della comunità. Per ciò che riguarda la mia presen-za tra di voi, dovendo continuare a risiedere nella canonica di Lisiera, prevedo di celebrare a turno nell’ar-co di ogni mese almeno una messa domenicale per ciascuna parrocchia dell’Unità Pastorale. Mi rendo dispo-nibile ad essere presente nell’ufficio parrocchiale (per ora solo a Sandrigo) il mercoledì dalle 10.00 alle 12.00 e

    dalle 15.00 alle 18.00. Molti sabato pomeriggio sarò disponibile a Sandri-go, per ora per il corso di fidanzati e il corso dei battesimi.

    Conto sulla vostra comprensione dei miei limiti, ma sono fiducioso perché ho visto tanta disponibilità da parte dei miei confratelli preti e ho percepito tanta amicizia da parte di molti di voi presenti in parrocchia, indispensabili per migliorare l’effi-

    cienza dei vari settori di azione. Con-to, infine, anche e soprattutto sulla vostra preghiera, perché il Signore mi doni salute, forza e tanta luce mentale e del cuore per svolgere con saggezza questo ministero che mi occuperà per buona parte del 2016. Conside-ro questa avventura un pellegrinaggio nell’anno della Misericordia.

    A tutti auguro un buon cammino...don Emanuele Cuccarollo

    Da sinistra Giovanni e Patrizia Pozzan, Massimiliano Alajmo e l’avvocato Claudio Paqualin

    pelle, è solo un colore.

    Oggi andrò all’Ospedale per can-cellare quella scritta che nella mia memoria non si cancellerà mai. La ferita guarisce, ma lascia una cicatrice, sempre.

    Pezzin Gabriella e Fausto Fabbris

    FOTO SORZATO

  • pag. 6Febbraio 2016 - pag. 6

    Liceo Quadri - Agenzie Educative - Biblioteca di Sandrigo - Sala Arena High Promotion - Comune di Sandrigo - NOI Associazione

    Teatro, musica, immagini per ricordare la Shoah

    Sabato 19 marzo 2016 - Sala Teatro Arena di Sandrigoore 20.30

    APPUNTI DI RICERCAIdeato, diretto e prodotto dai ragazzi delle classi quarte del Liceo Scientifico G.B. Quadri di Vicenza per la giornata della memoria

    - Ingresso libero -

    Voglio raccontarti una storia, cuore di nonna.

    “C’era una volta, c’è sempre una volta, una ragazza. Era giovane, mora, con grandi occhi verdi. Le vicissitudini della vita, l’avevano portata ad attra-versare il mare e a giungere in questo stesso paese, Sandrigo, nel quale tu vivi. No, non era facile per lei vivere lontana dalla sua isola, ma aveva un grande dolore con sé e la lontananza allontanava anche i ricordi. La gente di Sandrigo era gentile, ma parlava un dialetto quasi ostile, che a volte lei non capiva del tutto, rimediando più di qualche ridicola figura. Faceva molto freddo, a volte c’era addirittura il ghiaccio, raramente c’era il vento di maestrale a carezzarle il viso e lei sentiva spesso nostalgia delle sue onde, del suo mare, del suo sole…

    Ma, la giovinezza ha fretta, scalpita per andare avanti e la ragazza cominciò ad adattarsi alla sua nuova vita, ed i suoi occhi scrutarono più a fondo le cose, facendosi aiutare dal cuore. Impa-rò a respirare la nebbia, accarezzare i campi di “sorgo”, cercare tesori nelle barchesse abbandonate, ammirare le corti interne delle case, scoprire che il Palladio non era solo la marca del suo album da disegno delle scuole ele-mentari, trovare pissacan nei campi e cucinare la polenta. Ancora oggi dopo tanti anni, se chiude gli occhi rivede tutto quello che l’aveva accompagnata nella sua avventura: le meravigliose colline di Breganze, i tornanti per

    Ricordi e nostalgia

    Una nuova vita è sempre un miracolo

    arrivare ad Asiago che tanta nausea le creavano, il Rally Palladiano, i merca-tini in Piazza dei Signori, le gite al lago di Fimon, le primesagre del Baccalà, i bagni nell’Astego, la scalinata di Monte Berico, il profumo delle prime caldar-roste di Carolina, e tutti i personaggi che vivevano nella sua amata piazza di Sandrigo ed ai quali lei aveva dedicato delle “anonime” poesie. Si sentiva ben-voluta e aveva imparato a voler bene a tante persone.

    Spesso, d’inverno lei guardava la neve, e il freddo gelido che addensa-va il fiato delle parole…ma d’estate il caldo torrido la portava nelle vicinanze delle pompe d’acqua che abbeveravano i campi di mais, dove i suoi bambini giocavano a bagnarsi nel pulviscolo del getto fortissimo. Sì, perché quella terra, così diversa dalla sua isola le era entrata dentro, conquistandola a poco a poco, senza forzature e l’aveva forgia-ta insegnandole il rispetto del lavoro, il sacrificio delle rinunce, il rispetto della vita per la quale , quelle montagne e quelle persone avevano pagato un forte tributo.

    Se il suo cuore era spesso nostalgico, molto, intorno, le era gradito e pia-cevole: adorava il profumo dell’erba appena tagliata, lo scrosciare dell’acqua nelle roste, e … le ossa de mascio, la poenta e osei, la soppressa.

    Se anche qualcuno ancora si ostina-va a chiamarla “terrona”, pazienza… ormai tutto faceva parte del suo essere e lei si riconosceva in quella parlata

    dialettale che era propria dei suoi stessi figli e che era entrata a far parte, rassi-curante, del suo lessico familiare.

    Ma.., c’è sempre un ma, la sua isola non smise mai, neppure un giorno, di chiamarla, ricordandole del suo mare, bisbigliandole i suoi aliti di maestrale, regalandole lontani profumi di lenti-schio e ginepro. E lei, un giorno, l’a-scoltò: tornò a casa.

    Perché quella ragazza, ormai diventa-ta donna, voleva semplicemente morire là, dove era nata, fra i suoi amori di sempre.

    Nel suo cuore, tutto, proprio tutto ciò che aveva vissuto si era trasformato in un bellissimo ricordo fatto di affetti importanti, di stima profonda.

    Gli anni passano in fretta e la gio-vinezza compiuta lascia il posto alla maturità che non ha più voglia di cor-rere, anzi, volentieri rallenterebbe…la ragazza di allora è un ricordo che appartiene ad una donna conscia di avere avuto una grande possibilità e di averla vissuta fino in fondo.

    Lei ora ha una fitta raggiera di rughe intorno agli occhi, lentiggini tardive le

    Si è conclusa domenica 31 gen-naio la mostra ideata da Luca C Matteazzi dal titolo “1933–1945: Quando i cuori diventarono triango-li” e realizzata in villa Trissino. L’even-to, organizzato dal Comitato per le attività culturali della biblioteca, ha riscosso un notevole successo presso il pubblico: il numero complessivo di persone che hanno visitato la mostra si aggira intorno a 300, all’interno del quale sono ricomprese cinque classi dell’istituto comprensivo G. Zanella di Sandrigo e una classe della scuola di via Mainardi di Vicenza. Numerosi visitatori si sono registrati anche da paesi limitrofi al nostro, in partico-lar modo da Bassano. Questi ultimi, peraltro, hanno deciso di riproporre la mostra nel loro paese, vista l’im-portanza del tema e la qualità con cui esso viene trattato. L’installa-zione è stata realizzata con moda-lità interattiva sensoriale: sotto ad ogni lembo di lenzuolo, una sorta di sudario, disposto nel porticato della villa, il visitatore trovava un cuore stilizzato al punto da sembrare un triangolo e su ognuno di questi si susseguivano alcune delle testimo-nianze di sopravvissuti all’Olocau-sto. La mostra ha avuto un impatto emotivo molto forte, specialmente sui ragazzi delle classi che l’hanno visitata. Come spiega la professores-sa Monica Carta, responsabile della visita della scuola media G. Zanella, le reazioni sono state diversissime: alcune ragazze, dopo aver letto i primi triangoli si sono commosse e hanno pianto, ma hanno voluto continuare la lettura, moltissimi ragazzini hanno voluto leggere tutti i triangoli, inginocchiandosi ad ognuno in silenzio. L’atmosfera era quasi surreale. Certo la scelta del lenzuolo, la necessità di sollevare un lembo e quindi di inginocchiarsi è stata una modalità “interattiva” che ha coinvolto moltissimo i ragazzi. Tutti, proprio tutti, hanno apprez-zato la visita e il ritorno in classe ha permesso di rielaborare le forti emo-zioni che hanno provato. La qualità e il coinvolgimento emotivo di questa installazione hanno dunque permes-so a chi l’ha visitata di soffermarsi davvero a riflettere sull’importanza della memoria, specialmente per coloro che, più giovani, non sono al corrente di ciò che è stato e per coloro che ancora oggi negano il

    Il ricordo di Sandrigo nella Giornata della Memoria

    passato. Inoltre, sempre sul tema della

    Shoah sabato 19 marzo avrà luogo in sala Arena lo spettacolo intitolato “Questione di coscienza”, ideato e realizzato dalle classi quarte del liceo scientifico Quadri di Vicenza. La rap-presentazione è frutto di una ricerca sui fatti dell’olocausto compiuta in occasione delle celebrazioni per la giornata della memoria e successiva-mente tradotta dai ragazzi in teatro, musica e immagini. Lo spettacolo è già stato rappresentato presso il liceo Quadri incantando, coinvolgen-do ed emozionando tutto il pubbli-

    co presente e viene riproposto ora a Sandrigo per offrire a coloro che vorranno partecipare l’occasione di soffermarsi e riflettere sui terribili avvenimenti di quegli anni. Si invita la cittadinanza a partecipare anche a questo evento, non solo per onorare la memoria del passato ma anche per riflettere sulle tragedie moderne che questo nostro presente ci pone davanti: troppe volte le dimenti-chiamo perché pensiamo che non ci appartengano ed invece spesso è solo… questione di coscienza.

    Alessandro Garziera

    colorano la pelle del viso e delle mani, ma il suo sguardo è limpido, sereno e ancora percorre veloce la sua piazza, dove l’alto campanile l’ha vista tante volte passare, scruta le vie fra le case di pietra, ammira i campi e le colline e trova ancora i suoi amici omaggiati con le poesie e non.

    Amici di sempre.Amici per sempre.”E’ la stessa piazza dove tu vivrai, Vit-

    toria, e sarà una bellissima vita.Ecco, cuore di nonna, non so se poi

    vissero davvero tutti felici e conten-ti come in ogni storia che si rispetti, perché questa storia deve ancora fini-re… ma nella sua casa sull’isola dove il maestrale disturba gli ulivi e fa cadere le arance sull’erba, dove la brezza del mare racconta di piccole conchiglie e di spuma d’onda bianca, la ragazza di una volta aspetta e sempre aspetterà la sua piccola bambina, e cullandola in un antico, immenso abbraccio d’amore senza confini le racconterà… “c’era una volta…”

    Nonna Elisabetta