PATENTE NAUTICA - frangente.com · 79 dalla rv alla prora bussola - le 3 fasi A79 1 fase: la...
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Miriam Lettori
SESTA EDIZIONE
a vela e a motore
PATENTENAUTICA
ENTRO 12 MIGLIADALLA COSTA
1. NORMATIVA
2. LA BARCA
26 classificazione e caratteristiche delle unità da diporto 26 lunghezza
26 dislocamento 26 stazza
26 portata 27 carena 27 protezione dello scafo e della carena
28 parti principali dello scafo 29 attrezzatura di coperta 30 struttura dello scafo in legno
32 lo scafo
33 assetto di navigazione
34 trasmissione e linea d’asse 35 motore 37 raffreddamento 38 irregolarità di funzionamento dei motori marini 40 elica 43 effetto evolutivo dell’elica 45 timone
46 effetti del timone sul moto dell’imbarcazione
47 effetti combinati elica-timone
10 programma ministeriale 11 patente nautica 12 imbarcazioni 13 natanti 14 licenza di navigazione
14 bollino blu
14 obblighi e doveri del comandante
16 piano di navigazione 16 calcolo dei consumi
16 navigazione in prossimità della costa
17 norme antinquinamento e protezione dell’ambiente marino 18 aree marine protette 19 autorità marittima 20 attività sportive 20 acquascooter
20 sci nautico 21 sub
22 pesca sportiva in acque libere 23 uso commerciale delle unità da diporto: locazione e noleggio
24 obblighi per tutte le unità
24 le principali sanzioni amministrative
4. CARTEGGIO E NAVIGAZIONE
76 orientamento
77 bussola
79 dalla rv alla prora bussola - le 3 fasi 79 1A fase: la progettazione di rotta, il nord vero e la rotta vera = rv
80 2A fase: nord magnetico, declinazione, prora magnetica = pm
80 IL magnetismo i poli magnetici terrestri
83 3A fase: deviazione, prora bussola = pb
86 utilizzo della parallela
87 utilizzo delle squadrette
3. CARTOGRAFIA E PUBBLICAZIONI
54 coordinate terrestri 54 reticolo 57 lettura delle scale
58 leggere sulla carta le coordinate di un punto 59 riportare in carta le coordinate di un punto 60 scale carte nautiche 61 documenti nautici - carte nautiche
61 aggiornamenti degli aann (avvisi ai naviganti)
62 lettura delle carte nautiche
63 documenti nautici - pubblicazioni
63 carta 1111 int 1
64 il portolano
64 radioservizi per la navigazione
64 carta i.i. 1050
65 segnalamenti marittimi
65 fari
67 le tre portate dei fari
68 fanali: sistema di segnalamento aism-iala 71 navigazione fluviale 72 proiezione (rappresentazione) di mercatore 73 rotta lossodromica 74 proiezione gnomonica
48 ormeggi (attracchi) in banchina
49 ancora
50 regole per l’ancoraggio
51 ancoraggi 52 ancora galleggiante 52 scandagli
6. SICUREZZA
124 dotazioni di sicurezza 128 il triangolo del fuoco
129 norme antincendio 129 incendio a bordo (evento straordinario)
130 falla (evento straordinario) 130 abbandono dell’imbarcazione (evento straordinario)
131 incaglio (evento straordinario)
131 uomo a mare (evento straordinario)
132 radio trasmissioni 133 le tre chiamate
135 g.p.s. (global positioning system)
135 navigazione in cattive condizioni meteomarine
137 il bon ton del navigante 138 bimbi a bordo
5. PREVENZIONE DEGLI ABBORDI IN MARE
106 fanaleria (Regola 20)
107 fanali navi in navigazione a motore 108 fanali navi in navigazione a vela 113 norme di precedenza e gerarchia delle precedenze (Regola 18)
113 NAVIGAZIONE NEI PORTI 114 norme di precedenza unità a motore 116 norme di precedenza unità a vela
117 valutazione rischio di collisione
118 segnalazioni acustiche e luminose 120 quesiti di navigazione notturna e diurna da quiz ministeriali 122 c.i.s. codice internazionale dei segnali
88 rotta e prora
89 corrente e deriva vento e scarroccio effetti sul moto e sulla velocità
90 navigazione stimata
90 calcolo: miglia - velocità - tempo
91 log (contamiglia o solcometro)
91 log moderni 91 basi misurate
92 calcolo delle miglia 93 calcolo della velocità
94 calcolo del tempo (ora d’arrivo e.t.a. Estimated Time of Arrival)
96 navigazione costiera rilevamenti veri
99 rilevamento polare il grafometro
99 la stella polare
100 i rilevamenti e il punto nave
8. VELA
147 nomenclatura 148 piano velico
148 alberatura 149 manovre
151 vele 151 lati e angoli delle vele
152 armare le vele
153 azione del vento sulle vele
154 avanzamento e scarroccio
154 andature
156 regolazione delle vele
158 virata 159 abbattuta 160 terzaroli
161 vento apparente e vento reale 162 centro velico e centro di deriva
163 presa di gavitello e recupero uomo a mare
164 navigazione in cappa
165 alberature e vele 166 nodi
7. METEOROLOGIA
140 temperatura umidità e pressione
140 barometro aneroide
140 tendenza barometrica
141 venti
141 nomi dei venti
142 scala beaufort 142 brezze
143 mare e onde
143 scala douglas 144 bollettini meteo 144 articolazione del bollettino meteomar
Prefazione
Per questa sesta edizione l’aggiornamento è stato adattato alle esigen-ze dei quiz previsti dal nuovo sistema d’esame ministeriale che dal 1° marzo 2016 è stato adottato da tutte le sedi d’esame delle motoriz-zazioni civili d’Italia e dalla quasi totalità degli uffici dell’Autorità marittima. Ho dunque apportato le necessarie modifiche inserendo nuovi testi e immagini fedelmente coerenti ai quiz. Come al solito ho cercato di esporre tutto con un preciso ordine logico nell’intento di facilitare la memorizzazione degli argomenti e fornire un concreto ausilio all’allievo per superare agevolmente l’esame.
La parte relativa all’esame di carteggio prevede l’utilizzo della carta 5D dell’Istituto Idrografico della Marina. Pertanto consiglio all’allie-vo di esercitarsi sul testo Esercizi di carteggio ministeriali nel quale sono raccolti i 50 esercizi d’esame, completi di soluzione grafica. Fondamentale anche il testo Quiz ministeriali in cui sono riuniti i 1152 quiz che ho riorganizzato allo scopo di seguire la stessa sequen-za degli argomenti trattati nel presente testo.
Come sempre, invito gli aspiranti comandanti ad un attento studio del manuale, che consentirà, con il relativo impegno, di superare brillantemente l’esame, sperando possa anche servire da stimolo per mantenersi costantemente aggiornati e informati, non sottovalutan-do la responsabilità di cui si faranno carico al comando delle unità da diporto, per godere appieno della vacanza in barca, che deve essere un periodo di svago e di serenità in totale consapevolezza e sicurezza.
Ogni aggiornamento o revisionie nel contenuto del presente testo è pubblicato e gratuitamente scaricabile sul sito dell’editore: www.frangente.com
Miriam Lettori
Bergamo, ottobre 2016
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CLASSIFICAZIONE E CARATTERISTICHE DELLE UNITÀ DA DIPORTO
Un’unità viene classificata, in base al tipo di propulsione, in unità a motore o unità a vela. Le principali caratteristiche sono: LUNGHEZZA La lunghezza si indica con l’acronimo LFT = Lunghezza Fuori Tutto (vedi p. 28).BAGLIO MASSIMO Esprime la larghezza massima dello scafo (vedi p. 30).PESCAGGIO Corrisponde all’altezza dello scafo immerso (vedi p. 29).
LUNGHEZZA
DISLOCAMENTO Il dislocamento è il peso totale della nave espresso in tonnellate di peso. Per il principio di Archimede, il dislocamento corrisponde al peso del volume dell’acqua spostata dalla parte immersa dello scafo (Principio di Archimede: un corpo immerso in un liquido subisce una spinta dal basso verso l’alto, pari al peso del volume del liquido spostato). Dati: V = volume carena in m3 γ = peso specifico dell’acqua in tonnellatte al m3
Dislocamento → D = V · γ
STAZZASi definisce STAZZA la somma dei volumi degli spazi interni ermeticamente chiusi all’acqua: viene espressa in TONNELLATE DI STAZZA.1 TONNELLATA DI STAZZA = 2,83 m3 ≅ 100 piedi cubi (volume di una balla di cotone) PORTATASi definisce PORTATA la capacità di carico di una unità ed esprime il peso massimo, in ton-nellate, che l’unità può traspostare.
NATANTEUnità a motore o a vela
con lft ≤ 10 m
IMBARCAZIONEUnità a motore o a vela con lft > 10 m < 24 m
NAVEUnità a motore o a vela
con lft > 24 m
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2. BARCA
CARENACarena: parte dello scafo immerso; ne determina le prestazioni. La forma della carena e il peso dell’unità sono caratteristiche determinanti per la qualità della stabilità di uno scafo. Le carene più diffuse sono:
PROTEZIONE DELLO SCAFO E DELLA CARENATutti gli scafi, indipendentemente dal materiale di costruzione, vetroresina, metallo o legno, devono essere protetti con un doppio sistema:
1. VERNICE ANTIVEGETATIVA: protegge lo scafo dal diretto contatto dell’acqua ed evita che sull’opera viva, sulla carena, si formino incrostazioni animali e vegetali.
2. ANODI SACRIFICALI: in acqua, soprattutto in acqua di mare con maggiore conducibilità elettrica, tra metalli con diverso potenziale elettrico si originano delle correnti galvaniche che mettono a rischio le parti metalliche della barca, si danneggiano per corrosione. Per evitare il problema si fissano sulla carena a diretto contatto con le parti metalliche stesse gli anodi sacrificali che, non verniciati, attraggono le correnti galvaniche e si corrodono.
DISLOCANTE TONDA PLANANTE SEMIDISLOCANTE A V
Scafo lento ma con ottima stabilità e tenuta di rotta; rima-nendo immerso durante la navigazione anche con acque agitate è l’ideale in mare.
Scafo molto veloce ma meno stabile; poco adatto per mare.
Scafo con buone doti di stabi-lità e di velocità; rappresenta il miglior compromesso ed è il più diffuso.
SCAFI IN METALLO Anodi in lega di ALLUMINIO
SCAFI IN ACQUA DOLCE
Anodi in lega di MAGNESIO
SCAFI IN ACQUA SALATA
Anodi in lega di ZINCO
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PARTI PRINCIPALI DELLO SCAFO
PRUA o PRORA: parte anteriore della barca.*
DRITTO DI PRUA e RUOTA DI PRUA: prolungamenti della chiglia a rinforzo della prora.
POPPA: parte posteriore della nave.
DRITTO DI POPPA: struttura disposta sull’estremità poppiera costituendone un prolungamento.
SPECCHIO DI POPPA: la parte di poppa al di sopra del dritto di poppa, estremità posteriore della chiglia.
LINEA DI GALLEGGIAMENTO: divide lo scafo in opera viva e opera morta; linea del “pelo dell’acqua” sullo scafo.
SCAFO: guscio comprensivo di opera viva e opera morta. * N.B. Si definisce Prora anche l’orientamento della prua di un’unità in navigazione che non corrisponde necessariamente alla Rotta, cioè al percorso effettuato (vedi p. 88).
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2. BARCA
MURATA: fiancata dello scafo; rispetto alla linea di galleggiamento si divide in opera viva e opera morta. Sulle grandi navi i parapetti costituiti dai prolungamenti verticali delle murate si chiamano IMPAVESATE.
OPERA VIVA, CARENA O PESCAGGIO: parte immersa dello scafo, distanza verticale tra linea di galleggiamento, e il punto inferiore estremo della chiglia.
OPERA MORTA o BORDO LIBERO: parte emersa dello scafo.
BAGNASCIUGA: zona di scafo compresa tra le due linee di galleggiamento relative a scafo carico e scafo scarico.
ASSE LONGITUDINALE*: divide lo scafo in lato di dritta e lato di sinistra.
MASCONE*: ognuna delle due parti laterali delle murate (fiancate) a dritta e a sinistra della prora.
GIARDINETTO*: ognuna delle due parti laterali delle murate a dritta e a sinistra verso poppa.
ASSE TRASVERSALE*: divide lo scafo in parte a proravia e parte a poppavia.
PULPITO DI PRUA E PULPITO DI POPPA: ringhiere rigide di protezione al termine del tienti-bene.
TIENTIBENE: prende il nome di BATTAGLIOLA, soprattutto sugli scafi a vela, quando è composto da DRAGLIE (cavi metallici tesi in orizzontale e CANDELIERI (montanti metallici verticali).
GAVONI: vani ripostigli, sono presenti sia a prua che a poppa (es. a poppa in pozzetto, a prua per l’ancora).
TUGA: sovrastruttura elevata sulla coperta (su unità con ponte unico), che non si estende per tutta la larghezza. Le sovrastrutture sono adibite ad alloggio o destinate al carico.
ATTREZZATURA DI COPERTA
GALLOCCESulle gallocce si da volta alle
cime di ormeggio e di manovra.
BITTESulle bitte generalmente
vengono fissate le cime di ormeggio; grosse bitte si trovano anche sulle
banchine dei porti.
PASSACAVIEvitano l’usura delle cime
in tensionepreservando anche lo scafo
da eventuali danni provocati da sfregamenti.
*(vedi p. 32)
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STRUTTURA DELLO SCAFO IN LEGNO
CONTROCHIGLIA: controtrave di rinforzo longitudinale posizionata sotto la chiglia a scopo di protezione.
CHIGLIA: elemento più importante dell’ossatura dell’imbarcazione, consiste in una robusta trave longitudinale che si prolunga da prua a poppa, conferendo rigidità longitudinale allo scafo, sulla quale si collegano le costole.
PARAMEZZALE: trave longitudinale a rinforzo della chiglia che serra le ordinate sulla chiglia stessa.
CONTROPARAMEZZALE: trave posta sopra il paramezzale a rinforzo dello stesso. Generalmente sul controparamezzale appoggiano i motori e gli alberi di alcune unità a vela.
PUNTALE: elementi verticali situati tra la chiglia e i bagli atti a sostenere il ponte. Nelle unità da diporto, il puntale è l’elemento utile per indicare l’altezza sotto coperta.
ANGUILLA: travetto longitudinale di rinforzo della coperta posto tra bagli e puntali.
BAGLIO: elementi strutturali trasversali leggermente convessi, favoriscono lo scorrimento dell’acqua dal ponte di coperta dal centro verso i lati. Chiudono superiormente l’ossatura dello scafo e, fissando e irrobustendo le ordinate, contrastano la spinta orizzontale e sosten-gono il peso del ponte. Con il termine BAGLIO MASSIMO si intende la LARGHEZZA massima dello scafo.
FASCIAME DEL PONTE: assi a copertura del ponte calpestabile o del ponte di COPERTA (I ponti sono strutture che dividono in senso orizzontale le grandi unità; quello di coperta è il ponte superiore continuo che va da poppa a prua; le assi più esterne del ponte di coperta prendono il nome di TRINCARINI).
FALCHETTA: bordo superiore verticale sporgente dal ponte posizionato lungo tutto il perime-tro della coperta, generalmente in legno o alluminio spesso forato (con ombrinali) per fare defluire l’acqua dai ponti. Utile anche perché serve da appoggio e fermo per i piedi evitando la caduta in mare di oggetti o persone.
OMBRINALI: fori presenti non solo sulla falchetta ma anche nei pozzetti e negli scafi auto-svuotanti, utili per scaricare l’acqua in caso di mare mosso, pioggia o durante il lavaggio della coperta.
DORMIENTE: travi longitudinali su cui si appoggiano le teste dei bagli per sorreggerli.
SOTTODORMIENTE: trave di rinforzo del dormiente.
BRACCIOLI: strutture atte a fissare i bagli.
ORDINATA o COSTOLA: elemento trasversale dell’ossatura. Viene fissata alla chiglia per mezzo dei madieri; conferisce rigidità trasversale e la sua sagoma, a forma di U o V, stabilisce la forma dello scafo.
ORDINATA MAESTRA: generalmente si trova a centro nave sul piano della sezione maestra, in corrispondenza del baglio massimo dove la larghezza dello scafo è massima, SEZIONE MAESTRA.
MADIERE: elemento terminale delle ordinate, viene incastrato nella chiglia. Nel madiere vi sono delle aperture dette BISCE o FORI DI BISCIA utili per far defluire i liquidi nel punto più basso della sentina.
SERRETTE: traverse longitudinali fissate alle ordinate, a rinforzo delle stesse, fanno parte del fasciame interno.
PAGLIOLO: costituisce il PAGLIOLATO, rivestimento interno calpestabile costituito da assi che ricoprono la sentina.
SENTINA: spazio sotto il pagliolo che ha la funzione di raccogliere le acque che possono infil-trarsi e dove vengono alloggiate le pompe di sentina che azionate manualmente o automati-camente tengono vuota la sentina stessa. Sulle grandi navi la sentina è suddivisa in CASSE che, con specifiche pompe, possono essere riempite o svuotate d’acqua per modificare l’assetto e la stabilità della nave stessa.
FASCIAME: assi esterne allo scafo fissate alle costole e sigillate con stoppa e pece (calafataggio).
TORELLO: primo corso del fasciame esterno che si incastra sulla chiglia.
OCCHIO DI CUBIA: foro attraverso il quale passa la catena dell’ancora (presente generalmen-te sulle navi e sulle grosse unità).
SCALMI: sostegni metallici o in resina atti ad accogliere i remi.
PARATIA: tramezzo verticale in legno che divide in senso trasversale lo spazio interno; in metallo pesante sono strutture di sicurezza. Sulle grandi unità ci sono: paratie di collisione a prua, paratie del pressatrecce e del locale macchine a poppa.
BOCCAPORTO: aperture del ponte di coperta atte al passaggio di cose o persone sottocoper-ta; sulle unità da diporto i boccaporti, quasi sempre quadrati e dotati di chiusura ermetica, si chiamano OSTERIGGI da non confondere con gli OBLÓ che invece sono una sorta di finestra-tura apribile o fissa che permette il passaggio della luce e/o dell’aria e che sono posizionati sui fianchi delle imbarcazioni.
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2. BARCA
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Rispetto all’ASSE TRASVERSALE lo scafo si divide in PRUA/PRORA e POPPA
Il movimento dello scafo attorno al proprioASSE TRASVERSALE si chiama BECCHEGGIO
Rispetto all’ASSE LONGITUDINALE lo scafo,visto da poppa, si divide in DRITTA e SINISTRA.
Il movimento dello scafo attorno al proprio ASSE LONGITUDINALE si chiama ROLLIO.
Le due assi, trasversale e longitudinale insie-me, definiscono 4 parti dello scafo: MASCONI e GIARDINETTI*.
Il movimento dello scafo attorno al proprio ASSE VERTICALE si chiama IMBARDATA .
*Sia il mascone che il giardinetto sono parti dello scafo che assumono una particolare importanza innavigazione con onda formata (vedi p. 137).
LO SCAFO
ASSETTO TRASVERSALE
Uno scafo sbandato trasversalmente, late-ralmente, sarà difficilmente manovrabile. L’assetto deve essere corretto spostando parte dei pesi sul lato opposto.
ASSETTO LONGITUDINALE
ASSETTO APPOPPATO
Assetto longitudinale scorretto: i pesi sono concentrati verso poppa. Il motore, anche ad alto numero di giri, non permette allo scafo di planare e di conseguenza i consu-mi aumentano. Inoltre sulle piccole unità la visibilità del conducente diminuisce in modo notevole. Ridistribuire i pesi e/o abbassare il trim.
ASSETTO APPRUATO
Assetto longitudinale scorretto: i pesi sono concentrati verso prua. Lo scafo è rallen-tato dall’eccessiva immersione. Anche in questo caso i consumi aumentano e dimi-nuisce la governabilità. Inoltre è molto pro-babile che l’elica vada in cavitazione (vedi p. 42). Ridistribuire i pesi e/o alzare il trim.
ASSETTO CORRETTO
L’ottimale distribuzione dei pesi a bordo permette il corretto assetto dello scafo e quindi una navigazione confortevole, lo scafo si muove parallelamente all’ac-qua, in sicurezza, con i giusti consumi di carburante.
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2. BARCA
ASSETTO DI NAVIGAZIONELa distribuzione dei pesi a bordo contribuisce a ottimizzare stabilità e assetto, visibile dall’o-rientamento del piano orizzontale dello scafo rispetto alla superficie dell’acqua. I motori fuori-bordo ed entro-fuoribordo (vedi p. 35) sono dotati del trim, sistema elettrico, che permette di variare l’inclinazione del piede del motore producendo una variazione dell’assetto sul piano orizzontale dello scafo; con piede alto si alza la prua con piede basso si abbassa la prua.