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Comune di Concordia Sagittaria PROVINCIA DI VENEZIA RELAZIONE AGRONOMICA Settembre 2013 P.A.T. Piano di Assetto del Territorio Progettisti PAT arch. Leopoldo SACCON urb. Roberto ROSSETTO urb. Francesco FINOTTO Responsabile degli studi specialistici Proteco Redazione dello studio agronomico dott. for. Stefano Reniero Sindaco Marco GEROMIN Ufficio tecnico arch. Riccardo PICCOLO Elaborato: A01

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Comune di Concordia Sagittaria

PROVINCIA DI VENEZIA

RELAZIONE

AGRONOMICA

Settembre 2013

P.A.T.Piano di Assetto del Territorio

Progettisti PAT

arch. Leopoldo SACCON

urb. Roberto ROSSETTO

urb. Francesco FINOTTO

Responsabile degli studi specialistici

Proteco

Redazione dello studio agronomico

dott. for. Stefano Reniero

Sindaco

Marco GEROMIN

Ufficio tecnico

arch. Riccardo PICCOLO

Elaborato: A01

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INDICE

1 ASPETTI PIANIFICATORI IN AMBITO RURALE ............ .................................. 3

1.1 Premessa ....................................................................................................... 3

2 L’ANALISI DEL TERRITORIO .......................... ................................................. 5

2.1 Inquadramento territoriale ............................................................................... 5

2.2 Inquadramento litologico, geomorfologico ...................................................... 8

2.2.1 Carta dei suoli della Provincia di Venezia .............................................. 11

2.3 Aspetti climatici ............................................................................................. 16

2.3.1 Precipitazione ......................................................................................... 16

2.3.2 Temperatura ........................................................................................... 18

2.3.3 Umidità relativa ....................................................................................... 19

2.3.4 Anemologia ............................................................................................ 20

2.3.5 Radiazione solare ................................................................................... 21

2.4 Qualità dell’aria ............................................................................................. 22

2.5 Fiumi e torrenti .............................................................................................. 24

2.6 Gli strumenti di pianificazione sovracomunale .............................................. 26

2.6.1 Rete Natura 2000 ................................................................................... 26

2.6.2 P.T.R.C. vigente ..................................................................................... 28

2.6.3 P.T.R.C. adottato .................................................................................... 28

2.6.4 P.T.C.P. Venezia .................................................................................... 30

3 IL SETTORE PRODUTTIVO AGRICOLO .................... .................................... 32

3.1 L’evoluzione dell’agricoltura sul territorio ...................................................... 32

3.1.1 Le strutture produttive ............................................................................ 32

3.1.2 Le risorse umane .................................................................................... 34

3.1.3 Le tipologie colturali ................................................................................ 36

3.1.4 Il sistema irriguo ..................................................................................... 37

3.1.5 Gli allevamenti zootecnici ....................................................................... 41

3.2 L’attuale sistema agricolo ............................................................................. 43

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3.2.1 Analisi ed elaborazione della Carta dell’Uso del suolo ........................... 43

3.2.2 Analisi ed elaborazione della Carta della SAU ....................................... 47

3.2.3 La trasformabilità della SAU ................................................................... 49

3.2.4 Individuazione degli allevamenti zootecnici ............................................ 50

3.2.5 Indagine sui prodotti di qualità ................................................................ 53

4 PROPOSTE DI SVILUPPO .............................................................................. 59

4.1 Settore agricolo: stato attuale e tendenze future .......................................... 59

4.2 Multifunzionalità dell’azienda agricola ........................................................... 61

4.3 Analisi della Carta della Trasformabilità (Tav. 4) .......................................... 64

5 CONCLUSIONI ................................................................................................. 70

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1 ASPETTI PIANIFICATORI IN AMBITO RURALE

1.1 Premessa

La maggiore attenzione riscontrabile tanto sul piano culturale che normativo, rispetto ai rapporti tra l’espansione urbana, la diffusione degli insediamenti, l’uso delle risorse naturali ed i nuovi assetti produttivi del settore agricolo, definisce nuove prospettive nella pianificazione e nella tutela del territorio rurale.

Nelle aree agricole si vuole perseguire da un lato la salvaguardia del territorio e dall’altro il miglioramento delle condizioni operative delle attività economiche presenti.

Si avverte infatti da tempo, la necessità di interpretare il sistema rurale considerando sia gli aspetti economico-produttivi, sia quelli ambientali, culturali e paesaggistici.

Lo sviluppo del territorio agricolo risulta correlato sia alla produttività dei suoli sia alla funzione di conservazione del paesaggio aperto, inteso non solo come aspetto percepibile dell’ecosistema, ma anche come risultato dell’azione modificatrice dell’uomo. Azione questa intesa a plasmare lo spazio per soddisfare i bisogni materiali e spirituali propri delle popolazioni che abitano quel territorio.

Il nuovo Piano di Assetto del Territorio è l’occasione per riprendere contatto con le risorse e le ricchezze del territorio comunale. A volte si tratta di rivalutare elementi già noti, a volte di vere e proprie nuove scoperte, emerse percorrendo il territorio comunale in tutte le direzioni.

L’approccio all’ambito agricolo e naturale prende le mosse dai dati già noti, allargandosi a una rivisitazione del territorio che pone particolare attenzione alle componenti ambientali e paesaggistiche delle formazioni locali, alla scoperta dei biotopi e delle aree da valorizzare per la tutela della biodiversità e dell’ambiente in generale. Le aree agricole, infatti, non sono più viste solamente nella loro funzione produttiva, anzi essa sembra quasi assumere un’importanza minore rispetto alle funzioni di tutela del paesaggio e dell’integrità del territorio, di cui beneficiano non solo la frazione minoritaria della popolazione direttamente impiegata in agricoltura, ma tutti i cittadini dentro e fuori il comune.

Si tratta di benefici legati alla difesa del suolo ed alla regimazione delle acque, alla qualità degli acquiferi, alla qualità dell’aria, alla mitigazione dei disagi dovuti al rumore, alla riduzione degli inquinanti, alla riduzione degli sbalzi termici, all’assorbimento di anidride carbonica, alla conservazione delle risorse naturali non riproducibili, alla vivibilità degli spazi e alla disponibilità di ambienti che garantiscano una migliore “qualità della vita”, alla conservazione del paesaggio, alla conservazione

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delle specie animali e vegetali con la loro variabilità genetica che rappresenta una ricchezza e una risorsa per il futuro del mondo. In tale prospettiva la tutela del settore agricolo non è soltanto fine a se stessa, ma diventa ancora più importante in una prospettiva di tutela globale del territorio.

La recente legislazione urbanistica regionale (L.R. 11/2004) dà ampio respiro all’Analisi conoscitiva iniziale, con la definizione di numerose matrici codificate per la raccolta omogenea dei dati e delle informazioni in tutta la regione, e pone particolare attenzione a salvaguardare e valorizzare il territorio riducendo al minimo il suo consumo, indicando nella tutela della sua integrità un obiettivo prioritario della pianificazione territoriale. Il presente studio si colloca all’interno dell’analisi conoscitiva iniziale del Piano di Assetto del Territorio e si propone di fornire all’Amministrazione comunale informazioni raccolte su basi corrette ed oggettive, idonee ad una pianificazione del territorio che tenga conto della globalità e della complessità in cui ci si trova ad operare, consapevole di quanto sia alta la posta in gioco, la responsabilità e il peso delle scelte che vanno ad incidere sull’uso del territorio.

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2 L’ANALISI DEL TERRITORIO

2.1 Inquadramento territoriale

Il territorio comunale di Concordia Sagittaria si localizza all’interno dell’area orientale della Provincia di Venezia, tra il sistema abitato del nodo di Portogruaro a nord, e le prime valli della laguna di Caorle a sud (Figura 1).

Si tratta di un territorio pianeggiante, con alcune aree depresse, con altezze contenute rispetto al livello del mare – da -2 a 2 m s.l.m. - in considerazione delle opere di bonifica che hanno caratterizzato l’area del Veneto orientale. Il territorio, che ha un’estensione di 66,6 Kmq, confina a nord ed est con il comune di Portogruaro, a sud con Caorle e ad ovest con San Stino di Livenza. L’abitato si concentra nell’area nordorientale del territorio comunale, formando un tessuto continuo con l’abitato di Portogruaro.

Sono presenti all’interno del territorio altri nuclei minori, con caratteristiche e storie differenti, quali: Marango, Teson, Case Dal Moro, Sindacale (Figura 2). Il sistema insediativo si concentra nell’aerea settentrionale del territorio, laddove si sviluppa il nucleo urbano del sistema Portogruarese, ambito attraversato dalle infrastrutture principali, quali A4, SS14 e linea ferroviaria Ve-Ts. Il comune di Concordia Sagittaria è percorso da nord a sud dalle SP67 e SP68 (quest’ultima corre parallela al fiume Lemene); a sud, invece, dalla SP42.

Il rimanente territorio è ad uso agricolo, interessato da numerosi corsi d’acqua legati alle opere di bonifica. Il corso d’acqua principale che attraversa il territorio comunale, da nord a sud, e il centro abitato stesso, è il Lemene. Di particolare interesse sono anche il canale Cavanella e il fiume Loncon, che definisce il confine occidentale del comune. Peculiare e ricco di valore è il territorio prossimo all’abitato, quanto il nucleo insediativo stesso, data la ricchezza del patrimonio storico e archeologico che qui si trova. Significative sono le testimonianze di epoca romana e le stratificazioni storiche che hanno strutturato il nucleo urbano.

Attualmente il terreno bonificato di Concordia Sagittaria è coltivato a seminativi con una limitata presenza del vigneto nella parte del comune appartenente alla zona della DOC Lison Pramaggiore.

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Figura 1. Inquadramento territoriale (Fonte: elabor azione Proteco-Nexteco)

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Figura 2. Inquadramento territoriale di Concordia S agittaria (Elaborazioni Proteco-Nexteco)

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2.2 Inquadramento litologico, geomorfologico

Il territorio di Concordia Sagittaria è situato nell’area del primo entroterra del Veneto orientale, caratterizzato da un andamento altimetrico pianeggiante con quote che variano attorno allo zero. Nell’area più settentrionale del territorio comunale sono presenti terreni di origine alluvionale depositati dai sistemi del megaconoide del Tagliamento, un sistema caratterizzato da divagazione di corsi d’acqua che scendevano a valle aprendosi a ventaglio nell’area più prossima al mare. L’area più meridionale è invece il risultato di azioni di bonifica di ambiti lagunari e palustri attuate tra il XIX e XX sec.

Il comune di Concordia Sagittaria è caratterizzato dalla presenza degli esempi più evidenti di valli fluviali fossili di tutta la pianura veneta, che si sviluppano a valle delle risorgive e sono attualmente occupate dai fiumi Reghena e Lemene. Si tratta di due bassure incise dal fiume Tagliamento tra il tardoglaciale e l’inizio dell’Olocene (15.000-6.000 a.C.) che circondano l’area sulla quale successivamente è sorta la città romana di Concordia Sagittaria.

Successivamente le bassure sono state riempite dalla ghiaia alluvionale del fiume Tagliamento che, presso il comune di Concordia, raggiungono una profondità di 10-11 m ed hanno uno spessore di circa 10 m.

Al di sopra di questi sedimenti grossolani, fino a 4 m dal piano di campagna, si riconoscono alternanze di torbe, argille e limi di ambiente lagunare prima e palustre poi, depositatisi fra 7.000 e 2.000 anni fa.

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Figura 3. Sezione stratigrafica dell’incisione che l imita verso est l’area di Concordia Sagittaria (Font ana,

2006)

Infatti, in seguito alla copertura delle incisioni con materiale grossolano, le acque di falda e i corsi di risorgiva hanno invaso tali aree portando alla formazione di un ambiente palustre la cui testimonianza è rappresentata da uno spessore di 1-1,5 m di torbe e depositi organici che ricoprono le ghiaie. Attorno a 7.000 anni fa ci fu la risalita delle acque salmastre fino all’altezza di Portogruaro. La città di Concordia, originariamente corrispondente ad un terrazzo fluviale, divenne quindi un’isola lagunare e mantenne questo assetto ambientale fino all’epoca romana. Ciò è testimoniato dalla presenza di 4-6 m di depositi limoso argillosi con intrusioni di torbe e sedimenti organici, tipiche di un ambiente palustre.

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Figura 4. Modello Modello digitale del terreno dell ’area di Concordia attualmente, a sinistra, e nel I

Millennio a.C., a destra (Fontana, 2006).

Tra il VI e l’VIII secolo d.C. il Tagliamento riprese la direzione dell’attuale Lemene e con i suoi sedimenti riempì completamente l’antica bassura seppellendo anche buona parte della città romana con limi sabbiosi e sabbie. Le antiche bassure sono diventate quindi delle valli fossili, sepolte dai sedimenti che le hanno colmate attualmente.

L’ambito attualmente interessato dal corso del Lemene è caratterizzato da quote di maggior rilievo, in particolare nell’ambito in cui si localizzano gli abitati di Concordia e Portogruaro, in relazione ai depositi trasportati dai corsi d’acqua che hanno conformato un dosso che si allunga verso sud, all’altezza della prima ansa del Lemene.

Ad ovest del centro di Concordia si individuano alcuni dossi, di dimensioni più contenute, testimonianza di divagazioni fluviali. Ben visibili appaiono inoltre tracce di paleoalvei sia ad est sia ad ovest del Lemene.

Le azioni di bonifica hanno definito una tessitura dei terreni regolare, tipica delle bonifiche più recenti, che interessa tutta l’area del Veneto orientale. Tale maglia è meglio identificabile nell’area meridionale del territorio, ricompresa all’interno della fascia di transizione tra il tessuto più urbanizzato che si sviluppa lungo il sistema infrastrutturale della A4, SS14 e linea ferroviaria Ts-Ve, e la linea litoranea.

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2.2.1 Carta dei suoli della Provincia di Venezia

Dall’analisi delle cartografie tematiche derivate dalla Carta dei Suoli della provincia di Venezia del 2008, a cura della Provincia di Venezia e dell’ARPAV, sono state estrapolate le seguenti immagini che ricoprono la superficie comunale di Concordia Sagittaria.

Queste 3 carte sono strettamente connesse alla geopedologia e di conseguenza anche al sistema agronomico dell’area in esame.

2.2.1.1 La Carta della permeabilità dei suoli

La Carta della permeabilità dei suoli indica l’attitudine di un suolo ad essere attraversato dall’acqua; è un valore stimato sulla base dell’osservazione di tessitura, struttura e porosità. La permeabilità è comunemente misurata in termini di flusso di acqua attraverso il suolo in un determinato intervallo di tempo espressa in µm/s o in cm/h.

Il comune di Concordia è caratterizzato, nella porzione orientale, da una prevalente classe di permeabilità moderatamente bassa (Ksat = 0,1-1 µm/s) mentre, nella parte occidentale, da una permeabilità variabile da bassa (Ksat = 0,01-0,1 µm/s) a moderatamente alta (Ksat = 1-10 µm/s) a causa, rispettivamente, della presenza alternata di ex aree palustri e di aree di dosso.

Figura 5. Estratto della Carta della permeabilità de i suoli della provincia di Venezia (ARPAV, 2008)

2.2.1.2 La Carta della riserva idrica dei suoli

L’acqua disponibile per le piante (AWC – Available Water Content), espressa dalla Carta della riserva idrica , è alta (225-300 mm) nella maggior parte del territorio

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comunale mentre, per alcune piccole aree dotate di tessitura a maggiore componente sabbiosa, è moderata (150-225 mm) (Figura 6).

Figura 6. Estratto della Carta della riserva idrica dei suoli della provincia di Venezia (ARPAV, 2008)

2.2.1.3 La Classificazione agronomica dei suoli dei suoli

La classificazione agronomica dei suoli del comune di Concordia Sagittaria viene definita dalla “Carta della capacità d’uso dei suoli”.

A ciascuna unità cartografica, così come individuata e descritta nella carta dei suoli, è assegnata una classe di capacità d’uso dei suoli a fini agro-forestali (Land Capability Calssification - LCC).

La capacità d’uso del suolo viene definita come “la potenzialità del suolo ad ospitare e favorire l’accrescimento di piante coltivate e spontanee” (Giordano, 1999), valutata in base a:

• capacità di produrre biomassa;

• possibilità di riferirsi ad un largo spettro colturale;

• ridotto rischio di degradazione del suolo.

Per l’attribuzione alla classe di capacità d’uso, si considerano 13 caratteri limitanti:

• relativi al suolo: profondità utile alle radici, lavorabilità, rocciosità, pietrosità superficiale, fertilità chimica, salinità;

• relativi alle condizioni idriche: drenaggio e rischio di inondazione;

• relativi al rischio di erosione: pendenza, franosità, stima dell’erosione attuale;

• relativi al clima: rischio di deficit idrico e interferenza climatica.

La classe di capacità d’uso del suolo viene individuata in base al fattore più limitante.

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Tabella 1. Criteri impiegati per la definizione del la classe di capacità d’uso dei suoli (Giordano, 19 99)

Tabella 2. Definizione delle classi di capacità d’u so dei suoli (Giordano, 1999)

Dall’estratto della Carta della capacità d’uso dei suoli della provincia di Venezia si nota che nel comune di Concordia la classe più diffusa è la seconda (suoli che non presentano particolari limitazioni alla scelta colturale oppure che richiedono moderate

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pratiche di conservazione); invece nel tratto meridionale, dove compaiono i suoli tipici dell’ambiente lagunare e costiero caratterizzati da drenaggio lento, predomina la classe terza (suoli con severe limitazioni che riducono la scelta colturale e/o richiedono particolari pratiche di conservazione).

Si segnala la presenza di un’area non classificabile a fini agronomici: si tratta della “Valle Zignago”, sita tra i Comuni di Caorle e di Concordia Sagittaria, zona umida salmastra di origine antropica, in cui l'attività ittica estensiva ha garantito una plurisecolare conservazione ambientale.

Tale area comprende principalmente i seguenti usi del suolo:

51110 – Fiumi, torrenti e fossi

51120 – Canali e idrovie

Si riporta di seguito la cartografia rappresentante la classificazione agronomica di Concordia.

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Figura 7. Classificazione agronomica del comune di Concordia Sagittaria (fonte: ARPAV, 2008; Elaborazi oni Proteco-Nexteco)

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2.3 Aspetti climatici

Dal punto di vista climatico il territorio della Regione Veneto, pur compreso nella zona a clima mediterraneo, presenta peculiarità legate soprattutto alla sua posizione climatologica di transizione, sottoposta quindi a vari influssi quali l’azione mitigatrice delle acque mediterranee, l’effetto orografico della catena alpina e la continentalità dell’area centro-europea. Mancano in tal senso alcune caratteristiche tipicamente mediterranee quali l’inverno mite e la siccità estiva, interrotta dai frequenti temporali di tipo termoconvettivo. Il comune di Concordia Sagittaria si trova all’interno della zona climatica della pianura veneta: presenta un clima prevalentemente continentale, con inverni relativamente rigidi e nebbiosi, ed estati calde e afose, e un clima generalmente umido durante tutti i mesi dell’anno.

2.3.1 Precipitazione

I dati sulle precipitazioni sono stati ricavati dal monitoraggio del quadro climatico regionale condotto dall’ARPAV. In particolare, per il comune di Concordia Sagittaria sono stati utilizzati i dati pervenuti dalle stazioni meteorologiche di Portogruaro-Lison, Fossalta di Portogruaro, Lugugnana di Portogruaro ed Eraclea. Per maggiore completezza si riporta la distanza del comune dalle stazioni prese come riferimento per l’estrazione dei dati sul clima, in modo tale che si abbia un’indicazione sulla reale rappresentatività degli stessi. Per semplicità, si è calcolata la distanza prendendo come punto di partenza e punto finale i centri del paese.

Tabella 3. Stazioni agrometeorologiche di riferiment o (ARPAV, 2008 – elaborazione Proteco)

I valori di partenza dai quali sono state ricavate le serie medie mensili sono state pertanto ottenuti dalla media dei valori registrati nelle quattro stazioni meteorologiche. Come si evince dall’andamento della serie media mensile - a sua volta ricavata dalla media delle precipitazioni mensili degli anni 1996-2007 – le precipitazioni presentano sostanzialmente due periodi di massima in corrispondenza

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della stagione primaverile (aprile, con circa 97 mm) e del periodo di fine estate - autunno (circa 110 mm). La stagione meno piovosa è quella invernale, con un minimo nel mese di febbraio (39,7 mm) mentre in estate si registrano precipitazioni intorno ai 60 mm.

Figura 8. Andamento medio delle precipitazioni negl i anni 1996 – 2007 (ARPAV, 2008 – elaborazione

Proteco)

Per quanto riguarda, invece, la distribuzione dei giorni piovosi nell’anno, la media mensile – ottenuta anche in questo caso dalla media dei giorni calcolati negli anni 1996-2007 – rivela come i mesi con il più alto numero di giorni piovosi siano aprile e novembre (circa 9 giorni di pioggia); il mese in assoluto meno piovoso è febbraio, con in media circa 4 giorni piovosi. È opportuno ricordare che un giorno si considera piovoso quando il valore di pioggia giornaliero è ≥ 1 mm.

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Figura 9. Andamento medio dei giorni piovosi negli anni 1996 – 2007 (ARPAV, 2008 – elaborazione

Proteco)

2.3.2 Temperatura

Sulla base dei dati ARPAV relativi alle temperature rilevate, sono state considerate le medie delle minime giornaliere, le medie delle massime e le medie delle temperature medie, rilevate durante l’intervallo di tempo 1996-2007. Le temperature seguono, come di norma, l’andamento stagionale: si rilevano le più alte durante il periodo estivo, con una media di 28°C e le più basse tra di cembre e gennaio, con una media di 3-4°C. Più significativo è il trend della curva verde che, rappresentando il trend delle medie delle temperature medie per le quattro stazioni meteorologiche di riferimento, fornisce un’informazione precisa sull’andamento reale delle temperature durante l’arco temporale dell’anno solare. La temperatura media più bassa si registra nel mese di gennaio (3°C) per poi crescere nei mesi successivi fino a raggiungere il massimo durante i mesi di luglio e agosto, con temperature intorno ai 23°C. La temperatura decresce poi dal mese di settembre fino a raggiungere i 4°C nel mese di dicembre.

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Figura 10. Medie delle temperature minime, medie e massime, negli anni 1996-

2007 (ARPAV, 2008 – elaborazione Proteco)

2.3.3 Umidità relativa

Per la valutazione del clima si prende in considerazione anche il parametro dell’umidità relativa: più significativo dell’umidità assoluta - valore che dipende dalla temperatura dell’aria - questo parametro è dato dal rapporto tra umidità assoluta e umidità di saturazione; da esso dipende la formazione delle nubi, delle nebbie e delle precipitazioni.

Figura 11. Andamento delle medie dell’umidità relat iva (ARPAV, 2008 – elaborazione Proteco)

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Osservando il grafico si nota come i valori più bassi di umidità relativa si registrino nei periodi estivi (media del 45%) mentre nei mesi invernali i valori minimi di umidità relativa sono sempre superiori al 60%. Tali dati sono a conferma del fenomeno della nebbia, il quale si manifesta con maggior frequenza nei mesi più freddi. I valori medi dell’umidità relativa sono, durante l’intero arco dell’anno, superiori al 75%. In quanto alle massime, in tutti i periodi dell’anno sono stati raggiunti valori di umidità relativa vicini al 100%.

2.3.4 Anemologia

I dati sulla ventosità del luogo si riferiscono al periodo 2001 – 2007, in riferimento alla stazione di Portogruaro-Lison, non essendo disponibili dati a riguardo per le altre tre stazioni di riferimento. In quanto al regime dei venti, le direzioni di provenienza del vento sono state aggregate in settori di 22,5° cias cuno, centrati sulla direzione riportata sulla rosa dei venti. I dati sono così sintetizzati:

Tabella 4. Direzione e distribuzione del vento (ARP AV – elaborazione Proteco)

Come evidenziato nella figura seguente, i venti prevalenti, durante tutto l’arco dell’anno, spirano in massima parte da Nord.

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Figura 12. Andamento annuale della direzione dei ve nti (ARPAV – elaborazione Proteco)

In quanto all’intensità dei venti, essi detengono una velocità maggiore durante i mesi primaverili, con una media di circa 2 m/s. Nel resto dell’anno, i venti spirano a una velocità media di 1,5 m/s.

Figura 13. Intensità del vento (ARPAV – elaborazione Proteco)

2.3.5 Radiazione solare

I valori di radiazione solare globale per il comune di Concordia Sagittaria sono il risultato, ancora una volta, della media dei valori misurati nelle stazioni

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meteorologiche di Portogruaro, Fossalta di Portogruaro, Lugugnana di Portogruaro ed Eraclea.

Il mese più assolato dell’anno è giugno, con una radiazione solare globale media di circa 670 MJ/m2; quello con il minore irradiamento è invece dicembre, con circa 120 MJ/m2. Nella media dell’intero arco dell’anno, l’irraggiamento è di circa 388 MJ/m2.

Figura 14. Andamento medio mensile della radiazione solare globale (ARPAV, 2008 – elaborazione

Proteco)

2.4 Qualità dell’aria

Per definire la qualità della componente aria nel comune di Concordia Sagittaria è stato preso in esame il Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera (PRTRA). Tale piano deve provvedere, secondo quanto previsto dal D.Lgs.n. 351/99 «Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e gestione della qualità dell’aria ambiente» all’individuazione delle zone nelle quali i livelli di uno o più inquinanti comportano il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme. Gli inquinanti principali presi in esame sono i seguenti: PM10, biossido di azoto (NO2), IPA (idrocarburi policiclici aromatici), ozono (O3), benzene (C6H6), biossido di zolfo (SO2) e monossido di carbonio (CO). Sulla base dei valori rilevati, al comune è stata assegnata una determinata classificazione alla quale corrisponde uno specifico piano da adottare per il raggiungimento/mantenimento delle concentrazioni ammesse dalle normative vigenti.

Come sopra detto, con Deliberazione della Giunta Regionale n. 3195 del 17/10/2006 si determina una nuova classificazione del territorio regionale, basata sulla densità emissiva (quantità di inquinante su unità di superficie) di PM10 primario e secondario

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di ciascun comune. La componente secondaria del PM10 è stata stimata a partire dalle emissioni dei gas precursori (ossidi di azoto NOx, ammoniaca NH3, ossidi di zolfo SOX, composti organici volatili COV, protossido d’azoto N2O) moltiplicati per opportuni coefficienti che quantificano il contributo ai fini della formazione di PM10 secondario.

È stata definita poi la seguente classificazione:

Tabella 5. Classi di densità emissiva (ARPAV, 2010)

In corrispondenza a ciascuna tipologia di area devono essere applicate specifiche misure volte a riportare lo stato della qualità dell’aria entro livelli di non pericolosità per la salute umana.

La nuova metodologia e la zonizzazione sono state approvate con Delibera della Giunta Regionale del Veneto n. 3195 del 17.10.2006.

La figura che segue riporta l’applicazione della metodologia con l’attribuzione dei comuni alle specifiche zone a seconda della densità emissiva di PM10.

Ad ogni zona è stato associato uno specifico colore per agevolare la lettura della cartina.

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Figura 15. Zonizzazione a seconda della densità emi ssiva di PM10 (ARPAV, 2006)

Sulla base della classificazione sopra riportata, il comune di Concordia rientra nella classe A2 Provincia ovvero fa parte di quei comuni con densità emissiva di PM10 <7 tonn/anno kmq.

2.5 Fiumi e torrenti

Il sistema idrografico che caratterizza il Comune di Concordia Sagittaria appartiene al bacino idrografico minore tra Tagliamento e Livenza (Figura 16). La gestione del sistema idrico è affidata quindi al Consorzio di Bonifica del Veneto Orientale, in cui si fondono il consorzio Basso Piave e il consorzio Pianura Veneta tra Livenza e Tagliamento, che si estende su una superficie di 57.355 ha.

La rete idrografica che caratterizza il territorio è costituita da alcuni elementi principali che corrono in direzione nord-sud, quali: Lemene, canale Cavanella, fiume Loncon e rio Taù. Nell’area più meridionale del territorio comunale corre, in direzione est-ovest, il canale Maranghetto che mette in comunicazione il fiume Lemene con il sistema della Laguna di Caorle, definendo anche il confine comunale sud di Concordia.

Osservando in particolare il sistema della rete secondaria, risulta evidente l’apporto umano: infatti il territorio comunale, in larga parte agricolo, è interessato da un sistema di canalizzazioni risultato di azioni di bonifica anche piuttosto recenti di corsi

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d’acqua minori che si intersecano perpendicolarmente tra loro. Il sistema è funzionale alla regolazione e deflusso delle acque superficiali del territorio, che per larga parte si trova a livello del mare o sotto tale quota.

Figura 16. Carta dei Corpi Idrici e dei Bacini Idro grafici (Regione Veneto e ARPAV, 2006)

Figura 17. Schema idrografico (Elaborazione Proteco-Ne xteco)

Fiume Lemene

Fiume Reghena

Canale Cavanetta

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2.6 Gli strumenti di pianificazione sovracomunale

2.6.1 Rete Natura 2000

Natura 2000 è il sistema organizzato ("rete") di aree (“siti”) destinate alla conservazione della biodiversità presente nel territorio dell'Unione Europea e in particolare alla tutela di habitat e di specie animali e vegetali rari e minacciati. L'individuazione dei siti è stata realizzata da ciascuna regione per il proprio territorio, con il coordinamento del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, insieme alle Aree protette (Parchi e Riserve naturali statali e regionali).

I siti di Rete Natura 2000 costituiscono un vero e proprio sistema di tutela del patrimonio naturale, destinato principalmente alla conservazione degli habitat (foreste, praterie, ambienti rocciosi, zone umide) e delle specie animali e vegetali classificati tra i più importanti e significativi per la natura di ogni regione, da evidenziare nel contesto nazionale ed europeo.

Rete Natura 2000 nasce dalle due Direttive comunitarie "Uccelli" (1979) e "Habitat" (1992), profondamente innovative per quanto riguarda la conservazione della natura: non solo semplice tutela di piante, animali e aree ma conservazione organizzata di habitat e specie.

È definita la biodiversità come oggetto fondamentale della tutela, attraverso la protezione di specie e degli habitat che le ospitano, e si mira a costituire una rete funzionale di aree dedicate allo scopo, un insieme armonico di ambienti biotici ed abiotici rappresentativi per l’intera Europa; non un semplice insieme di territori isolati tra loro ma un sistema di siti studiato per ridurre l’isolamento di habitat e di popolazioni e per agevolare gli scambi e i collegamenti ecologici.

Sono di particolare interesse le aree ad alta naturalità e i territori contigui che collegano ambiente antropico ed ambiente naturale, soprattutto con funzione di corridoio ecologico e si individuano i territori utili a mettere in relazione aree distanti spazialmente ma vicine per funzionalità ecologica.

Le due Direttive comunitarie tendono a ricucire gli strappi di un territorio che ha subito così tante frammentazioni degli ambienti naturali a favore dell'urbanizzazione, dell'attività industriale, dell'agricoltura intensiva e delle infrastrutture. Garantire la sopravvivenza di molte specie significa tutelarne l’area minima vitale e ripristinare le possibilità di comunicazione tra queste aree, promuovendo interventi che rimuovano le minacce alle specie e agli habitat e che diano concretezza alle potenzialità di rinaturalizzazione. Il fine ultimo di assicurare il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat naturali e delle condizioni di vita delle specie, è perseguito concretamente, sia mediante l’applicazione di specifiche direttive ed indirizzi - oltre che di opportune modalità di verifica della loro attuazione

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per la gestione, per la conservazione e per il monitoraggio dei medesimi habitat e specie - sia attraverso lo studio e la valutazione di incidenza, vincolanti per piani, progetti ed interventi da realizzare all'interno o nelle adiacenze degli stessi Siti della Rete Natura 2000.

Il territorio comunale di Concordia Sagittaria è interessato dalla presenza di alcune aree di pregio naturalistico, come classificate dalla Rete Natura 2000.

La prima è il SIC IT3250044 “Fiumi Reghena e Lemene – Canale Taglio e rogge limitrofe – Cave di Cinto Caomaggiore” che, contenendo interamente la ZPS IT32350012 “Ambiti fluviali del Reghena e del Lemene – Cave di Cinto Caomaggiore”, con 640 ettari di estensione interessa i territori dei comuni di Cinto Caomaggiore, Fossalta di Portogruaro, Gruaro, Portogruaro, San Michele al Tagliamento e Teglio Veneto, oltre a Concordia Sagittaria.

La seconda area di pregio naturalistico presente all’interno del territorio comunale è il SIC IT3250033 “Laguna di Caorle – Foce del Tagliamento”, in parziale sovrapposizione con la ZPS IT3250042 “Valli Zignago – Perera – Franchetti – Nova”.

Figura 18. Localizzazione dei siti Natura 2000 risp etto ai confini amministrativi del comune di Concor dia

Sagittaria (Elaborazioni Proteco-Nexteco )

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2.6.2 P.T.R.C. vigente

Il PTRC vigente, approvato nel 1992, risponde all'obbligo emerso con la legge n. 431 dell’8 agosto 1985 di salvaguardare le zone di particolare interesse ambientale attraverso l'individuazione, il rilevamento e la tutela di un'ampia gamma di categorie di beni culturali e ambientali.

Il PTRC si articola per piani di area, previsti dalla legge 61/85, che ne sviluppano le tematiche e approfondiscono, su ambiti territoriali definiti, le questioni connesse all'organizzazione della struttura insediativa e alla sua compatibilità con la risorsa ambiente.

2.6.3 P.T.R.C. adottato

Il P.T.R.C., adottato con delibera di G.R. n° 372 d el 17.02.2009, considera le diverse componenti fisiche e strutturali che costituiscono il sistema regionale, identificando i seguenti sistemi:

• paesaggio, elemento utile al fine di comprendere le relazioni storiche e culturali che si sono sviluppate tra territorio e uomo, come strumento necessario a garantire un corretto sviluppo, e all’interpretazione dei fenomeni insediativi e sociali;

• città, considerando il tessuto urbano come complesso di funzioni e relazioni che risentono non solo della dimensione spaziale, ma anche di quella funzionale e relazionale, tenendo conto delle dinamiche sociali ed economiche;

• montagna, non vista più come un elemento fisico di margine destinato alla sola tutela, ma come un luogo di sviluppo e riacquisizione di una centralità che si è in parte perduta, considerando sia aspetti fisici sia socio-economici;

• uso del suolo, considerando la protezione degli spazi aperti, tutelando il patrimonio disponibile con limitazioni allo sfruttamento laddove non risulti compatibile con la salvaguardia di questo;

• biodiversità, si considera il potenziamento della componente fisica e sistemica non solo per quanto riguarda gli elementi eco relazionali in senso stretto, ma anche il contesto più generale che può giocare un ruolo all’interno del sistema;

• energia e altre risorse naturali, nell’ottica della riduzione dell’inquinamento e della conservazione delle risorse energetiche, anche su scala più vasta, si considera la razionalizzazione dell’uso del territorio, delle risorse e delle modalità di sviluppo secondo i principi di sviluppo sostenibile e compatibile;

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• mobilità, razionalizzare il sistema della mobilità in funzione delle necessità di relazioni e potenzialità della rete infrastrutturale, incentivando modelli di trasporto che coniughino funzionalità e compatibilità ambientale;

• sviluppo economico, dare il via a processi capaci di giocare sulla competitività su scala nazionale e internazionale, dando risposte alle richieste di scala locale, cogliendo le diverse opportunità che il territorio può esprimere;

• crescita socio-culturale, cogliere le particolarità dei luoghi e dei sistemi territoriali, captandone i segni storici e i processi base su cui si è venuto a stratificare il sistema base, percependone le motivazioni, le relazioni spaziali e temporali.

Emerge come uno dei problemi a cui il Piano deve rispondere sia quello della forte erosione di superficie agricola utilizzata, causata soprattutto dall’accentuato sviluppo insediativo che caratterizza il Veneto. Forte è quindi la conflittualità tra l’attività agricola e lo sviluppo insediativo, sia nelle aree in cui si concentra l’agricoltura specializzata sia in quelle con una spiccata prerogativa residenziale.

Il Piano suddivide quindi le aree rurali in categorie, funzionali al rapporto tra città e campagna, diversamente normate, che sono:

• aree di agricoltura periurbana, ovvero aree agricole marginali che contornano i poli metropolitani regionali, con funzione di «cuscinetto» tra i margini urbani, l’attività agricola produttiva, i frammenti del paesaggio agrario storico e le aree aperte residuali;

• aree agropolitane in pianura, aree ad agricoltura specializzata in presenza di una forte utilizzazione extra-agricola del territorio, con forte utilizzo del territorio da parte di infrastrutture, residenza e sistema produttivo;

• aree ad elevata utilizzazione agricola (terre fertili) ovvero aree con attività agricola consolidata, caratterizzate da contesti figurativi di valore paesaggistico e dell’identità locale;

• aree ad agricoltura mista a naturalità diffusa, in cui l’attività agricola svolge un ruolo indispensabile nella manutenzione e nel presidio del territorio.

Nello specifico del territorio di Concordia, il Piano classifica la quasi totalità del territorio comunale come area ad alta utilizzazione agricola, in ragione della produttività fondiaria e del consolidamento dell’utilizzo del territorio dal punto di vista produttivo primario. Particolare significatività ha l’ampia estensione di aree agricole caratterizzate da un basso grado di interferenza insediativa.

Nella Tavola 3 del Piano -“Integrità del territorio agricolo” - il territorio concordiese risulta “ambito con buona integrità”, per il quale lo strumento urbanistico prevede di evitare interventi che comportino un’alterazione irreversibile dei suoli agricoli.

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2.6.4 P.T.C.P. Venezia

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) adottato dal Consiglio Provinciale con Deliberazione n. 2008/104 del 05/12/2008, in applicazione della L.R. 11/2004, è stato elaborato con un vasto processo di partecipazione e ha assunto, da subito, un forte carattere sperimentale, legato a una legge innovativa nei modi e nei soggetti che ha determinato un processo interpretativo e formativo continuo.

Quello veneziano, infatti, più di altri territori, per la sua intrinseca fragilità e la sua stessa artificialità e per la rilevanza universale dei valori in gioco, per effetto dei cambiamenti climatici globali è esposto al rischio di aggravamenti delle condizioni ambientali. Rilevanti sono i cambiamenti che si prospettano anche in campo economico e sociale, con lo spostamento dall’industria di base verso nuove forme dell’economia della cultura e della conoscenza; ancora maggiore l’evoluzione in campo infrastrutturale, data dal totale riassetto dei trasporti che è stato causato in parte dal Passante di Mestre, in parte dal progresso della portualità e della nautica, connesse anche agli sviluppi del turismo. Le risposte del Piano si collocano perciò all’interno di un quadro normativo in movimento, a scala internazionale – con le politiche comunitarie collegate al Piano di sviluppo rurale e agli indirizzi di valorizzazione promossi dalla Convenzione Europea del Paesaggio - a scala nazionale, con le integrazioni al Codice dei Beni Culturali e del paesaggio e il Codice dell’Ambiente, e con i nuovi processi di governance del territorio, e a scala regionale, proprio con la sperimentazione applicativa della LR 11/2004.

Nella sua accezione strategica, il PTCP si basa su quattro condizioni generali:

a. l’assunzione dell’adattamento al cambio climatico globale, nella declinazione adeguata ai caratteri strutturali e alle criticità del proprio territorio, riconosciute dalla comunità come valori;

b. l’assunzione di una scala vasta adeguata a collocare la provincia del Capoluogo come strategica nella regione e nel Nordest, con riguardo allo spazio europeo (Espon e Adria-Po Valley);

c. la conseguente determinazione di trattare la provincia come unità forte;

d. l’assunzione di una prospettiva di lungo periodo che superi le pressioni e le contingenze e prefiguri uno scenario evolutivo sostenibile per le future generazioni.

Alla luce degli scenari evolutivi del territorio e dell’ambiente del contesto regionale il Piano si sviluppa considerando le diverse componenti che caratterizzano il tessuto territoriale e sociale della provincia di Venezia, articolandosi poi in relazione alle aree territoriali che costituiscono la provincia stessa. Il Piano considera, quindi, lo stato di fatto attuale dei diversi contesti e delle dinamiche che si sono sviluppate nei tempi più recenti.

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Obiettivi primari sono:

• la difesa del suolo, legata alla valorizzazione del territorio naturale ed agricolo;

• la formazione di parchi e riserve naturali legate a una rete di connessione;

• la tutela e l’utilizzo al meglio delle risorse antropiche e culturali, nonché lo sviluppo dei diversi settori economico-produttivi in relazione al contesto di riferimento e alle potenzialità espresse, umane e materiali.

In considerazione di tali indirizzi sono individuati i poli e i nuclei territoriali che definiscono le centralità provinciali. Concordia è vista in relazione al sistema insediativo di Portogruaro, strutturando un tessuto unico e continuo. In modo particolare, il polo produttivo posto ad ovest dell’abitato di Concordia viene letto in continuità con quello di Portogruaro, definendo il polo produttivo della “città del Lemene”.

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3 IL SETTORE PRODUTTIVO AGRICOLO

3.1 L’evoluzione dell’agricoltura sul territorio

3.1.1 Le strutture produttive

L’agricoltura utilizza degli spazi che può trarre dal territorio, per lo svolgimento delle sue attività, in relazione di esigenze che tendono a variare in funzione del livello generale di sviluppo e del progresso delle tecniche produttive agricole. Per tali motivi, con il tempo, la parte di territorio nazionale destinata ai fini agricoli tende, fisiologicamente a contrarsi e collocarsi diversamente, ritirandosi dalle aree più difficili per concentrarsi in quelle, ove è più agevole vivere e lavorare. Nel caso specifico si può affermare che l’ambito di pianura estesa, di recente bonifica, del territorio comunale oggetto d’indagine agronomica rispecchia le esigenze della moderna agricoltura. La parte di territorio comunale utilizzabile ai fini agricoli si identifica con la cosiddetta Superficie Agricola Totale (SAT) che secondo l’ISTAT è “l’area complessiva dei terreni dell’azienda destinata a colture erbacee e/o legnose agrarie, inclusi i boschi, la superficie agraria non utilizzata, nonché l’area occupata da parchi e giardini ornamentali, fabbricati, stagni, canali, eccetera, situati entro il perimetro dei terreni che costituiscono l’azienda”.

È evidente che si tratta di uno spazio che, solo potenzialmente, può essere considerato agricolo a tutti gli effetti, in quanto, al suo interno, possono coesistere situazioni anche molto diverse, in funzione delle caratteristiche delle imprese agricole che lo gestiscono. In ragione di ciò, sempre a fini statistici, si è ritenuto utile individuare un’altra grandezza, la superficie agraria utilizzata (SAU) che in questo caso l’ISTAT identifica come “l’insieme dei terreni investiti a seminativi, orti familiari, prati permanenti e pascoli, coltivazioni legnose agrarie e castagneti da frutto” e che rende conto della misura in cui le aziende agricole utilizzano le superfici di cui singolarmente hanno disponibilità.

La distribuzione a livello sia territoriale sia aziendale della SAT e della SAU rappresenta un utile indicatore per valutare la difficoltà ed il grado di impegno degli agricoltori rispetto all’utilizzo della terra cui dispongono, fornendo di conseguenza il grado di coltivazione di un territorio e l’entità di interazione delle attività agricole con l’ambiente naturale.

A tal proposito, il Grafico 1 evidenzia una progressiva diminuzione della SAT ma un progressivo aumento della SAU dal 1982 al 2000. Osservando l’andamento del numero di aziende agricole, invece, si nota una drastica diminuzione: nel decennio 2000 – 2010, si è passati dalle 714 alle 498 unità (circa -30%), un trend negativo generalizzato in questo settore (in realtà il trend, molto probabilmente, non è così

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netto: i dati del 2000 sono forvianti in quanto le metodologie di calcolo durante i vari censimenti ISTAT sono state modificate e per tale motivo una comparazione appare inadeguata).

I dati sulla SAU, letti congiuntamente ai dati sulle aziende agricole, portano ad ipotizzare un progressivo accentramento delle stesse a causa della diffusione di un’agricoltura di tipo estensivo, orientata alla coltivazione di seminativi.

5306,83

4175,89

1192

5425

4277,24

1023

5164,62

4201,15

714

5212,44

4346,27

498

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

3500

4000

4500

5000

5500

1982 1990 2000 2010

SAT

SAU

N aziende

Grafico 1. Evoluzione della superficie agricola tota le e utilizzata in ettari e delle aziende agricole dal 1982

al 2010. Fonte: elaborazione Proteco su dati ISTAT

A Concordia Sagittaria nel 2010 l’agricoltura registra la maggior percentuale di aziende sul totale comunale, attestandosi come settore trainante dell’economia locale, e si inserisce tra le realtà che contano un maggior peso nella provincia veneziana. Con il 26,6% di imprese agricole sul totale, infatti, Concordia è tra i comuni più impegnati nell’attività. Seguono, a pari merito, le imprese impegnate nei settori del commercio e delle costruzioni che ammontano a circa il 21% delle imprese totali comunali (Tabella 6). Il confronto con l’anno 2009 evidenzia una diminuzione delle imprese agricole pari a circa il 4%.

Tabella 6. Sedi di impresa e unità locali a Concord ia Sagittaria (fonte: Camera di Commercio di Venezia

2010)

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Considerando i dati relativi alle aziende del settore primario suddivise in funzioni delle diverse classi dimensionali di SAU, si deduce che il comune di Concordia Sagittaria rispecchia la tradizionale caratterizzazione dell’agricoltura italiana, quale realtà particolarmente frammentata in cui prevalgono le piccole aziende agricole (vi sono ben 141 aziende su 498 con SAU inferiore all’ettaro) (la Tabella 7 esprime la somma degli appezzamenti di proprietà della medesima azienda agricola).

Tabella 7. Aziende per classi dimensionali riferite al censimento ISTAT del 2010

Classi dimensionali

SAU

0 ettari

0,01 -

0,99 ettari

1-1,99 ettari

2-2,99 ettari

3-4,99 ettari

5-9,99 ettari

10-19,99 ettari

20-29,99 ettari

30-49,99 ettari

50-99,99 ettari

100 ettari e più

Tot.

Numero di aziende 4 137 113 70 49 49 38 15 7 10 6 498

3.1.2 Le risorse umane

L’agricoltura, come detto precedentemente, rappresenta il principale settore economico del comune di Concordia. Tuttavia, la significativa diminuzione delle imprese agricole che è stata osservata negli ultimi decenni e la consistente frazione di aziende di piccole dimensioni tra quelle oggi presenti (circa il 28%), porta ad ipotizzare una progressiva perdita di queste ultime nel tempo.

Tale andamento determina direttamente effetti sulla componente umana impiegata e, in particolare, su alcuni parametri inerenti: la numerosità degli occupati, l’età dei conduttori e la possibilità di ricambio generazionale o, meglio, di rinnovamento e di qualificazione delle risorse umane impiegate in agricoltura.

Il peso dell’occupazione in agricoltura rispetto al totale dell’economia tende come noto a ridursi, a seguito dell’avanzamento dei processi economici. Ne consegue che, all’interno di uno stesso Paese possono trovarsi regioni con incidenze anche molto diverse del tasso di occupazione agricola sul totale, senza che ciò sia da porre in relazione con il peso agricolo delle regioni medesime. A confermare ciò, si consideri che, ai fini di determinare il valore aggiunto agricolo, le regioni del Nord pesano il

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42% e quelle del Sud per il 40,5%; mentre per quanto riguarda il lavoro il 46,9% degli occupati in agricoltura si concentra nel Mezzogiorno. Nell’ultimo decennio, in Italia, l’occupazione agricola ha fatto registrare, in continuità con gli anni precedenti, una chiara tendenza alla riduzione che, sebbene con diversa intensità, ha coinvolto tutte le regioni italiane. Si rileva tuttavia, con il censimento del 2010, che tale tendenza si è attenuata fino ad evidenziare una lieve inversione: +3,1% al Sud e +2% al Nord.

Per quanto riguarda l’impiego della manodopera, la quasi totalità delle aziende agricole italiane presenta un’impostazione di tipo tradizionale, fondata sul coinvolgimento della famiglia del conduttore. Questo fenomeno è riscontrabile, attraverso la lettura delle tabelle riportate di seguito, anche nel comune di Concordia Sagittaria dove quasi il 47% delle giornate di lavoro necessarie per le attività agricole sono fornite dai famigliari del conduttore.

Tabella 8. Giornate di lavoro per categoria di mano dopera. Dati ISTAT 2010

TOT. Giornate di lavoro

Categoria di manodopera

Conduttore Coniuge Parenti Altri familiari

Manodopera a tempo

indeterminato

83.866 32.900 2.795 3.548 39.243 5.380

L’agricoltura italiana, anche a causa del suo tradizionale assetto, fondato sulla presenza di numerose aziende di piccole dimensioni è stata esposta a fenomeni di progressiva marginalizzazione delle realtà meno favorite che, spesso, non hanno avuto altra prospettiva che attendere la cessazione delle attività, per sopraggiunti limiti di età del conduttore. In queste condizioni appare evidente come sia difficile parlare di ricambio generazionale ma anche solo di permanenza dei giovani sul territorio. Tali fattori incideranno direttamente sulle dinamiche anagrafiche dell’agricoltura nazionale che risulta essere una delle più vecchie di tutta Europa. Anche i dati censuari relativi al comune in oggetto di studio dimostrano quanto già affermato, ovvero che la maggior parte delle aziende, circa il 76%, sono condotte da persone con più di 50 anni di età; addirittura, si sottolinea come circa il 22% del totale possegga conduttori con età maggiore dei 75 anni.

Tabella 9. Età media dei conduttori delle aziende ag ricole. Dati ISTAT 2010

Classi d'età

fino a 19

anni

20-24

anni

25-29

anni

30-34

anni

35-39

anni

40-44

anni

45-49

anni

50-54

anni

55-59

anni

60-64

anni

65-69

anni

70-74

anni

75 anni e più

Tot.

Numero di aziende .. 2 5 13 21 29 50 45 51 61 48 62 111 498

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L’agricoltura continua, pertanto, ad essere caratterizzata, non solo dalla rilevante incidenza di conduttori anziani, ma anche da un evidente processo di invecchiamento, sostanzialmente, senza ricambio generazionale. Altro importante elemento da considerare, per meglio comprendere le caratteristiche delle risorse umane impiegate in agricoltura, è il grado d’istruzione dei capoazienda. Dal censimento del 2010 si può riscontrare, proporzionalmente alla diminuzione del numero di aziende agricole, un leggero innalzamento del livello medio d’istruzione rispetto alla precedente rilevazione censuaria. Tale dato può essere l’effetto della fuoriuscita dal settore di molti agricoltori anziani, conduttori di piccole aziende, ossia di una categoria che era, tradizionalmente, caratterizzata da un grado di scolarità medio-bassa. Ad oggi prevalgono i conduttori possessori di licenza media, che rappresentano circa il 47% del totale.

Tabella 10. Livello di scolarizzazione dei capi azi enda. Dati ISTAT 2010

nessun titolo

licenza elementare

licenza media

diploma di qualifica (2-3 anni) agrario

diploma di qualifica (2-3 anni) diverso da agrario

diploma di scuola media superiore agrario

diploma di scuola media superiore diverso agrario

laurea o diploma universitario agrario

laurea o diploma universitario non agrario

Tot.

17 172 236 .. 7 10 34 4 18 498

3.1.3 Le tipologie colturali

Nella tabella sottostante sono riportate le tipologie colturali più presenti all’interno della superficie comunale di Concordia, rilevate durante il 6° Censimento dell’Agricoltura.

I dati confermano che Concordia rappresenta un territorio caratterizzato dai seminativi di pianura di tipo estensivo, tipici dei comuni con scarsa urbanizzazione: nel comune in oggetto i seminativi ricoprono circa 4.230 ha, corrispondenti all’87,38% della superficie agricola territoriale (ben il 96% della SAU). Si tratta di colture di tipo irriguo, primo fra tutti il mais per la produzione di granella, che rappresenta più del 60% dei seminativi, quindi seguono la soia e infine i cereali.

Le coltivazioni legnose agrarie, complessivamente, coprono appena il 2,34% della SAT (e il 2,58% della SAU) e sono rappresentate quasi esclusivamente dai vigneti che ammontano al 1,85% della SAT (ed al 2,04% della SAU).

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Infine, i prati permanenti e i pascoli occupano poco meno dell’1% della superficie agricola (lo 0,94% della SAT e l’1,04% della SAU) e gli orti familiari sono pressoché irrisori rispetto alle altre tipologie colturali.

Osservando il numero complessivo delle aziende, pari a 1.066, si evidenzia che il dato è discordante rispetto a quello precedentemente indicato, pari a 498. Tale discordanza è dovuta al fatto che un’azienda può essere interessata da più di una tipologia colturale, quindi nella tabella sottostante una medesima azienda può essere ripetuta più volte.

E’ interessante notare che, sebbene le superfici a vigneto rappresentino solamente il 2% circa della SAU, le aziende impegnate nel settore vitivinicolo rappresentano una componente significativa.

Tabella 11. Superficie agraria utilizzata nel comune di Concordia Sagittaria (Censimento agricoltura 201 0.

Dati ISTAT)

Area (ha) Area (%) Numero aziende

SAT (= 4.841,17 ha)

SAU (= 4.390,85 ha)

seminativi 4.230,15 87,38 441 vite 89,55 1,85 129 coltivazioni legnose agrarie, escluso vite

23,93 0,49 8

orti familiari 1,75 0,04 59 prati permanenti e pascoli 45,47 0,94 5

arboricoltura da legno annessa ad aziende agricole 0,73 0,02 3

boschi annessi ad aziende agricole 35,79 0,74 17

superficie agricola non utilizzata e altra superficie 413,80 8,55 404

Analisi più dettagliate per quanto riguarda le quantità di superficie destinate alle varie tipologie colturali verranno proposte nei successivi capitoli.

3.1.4 Il sistema irriguo

Il paesaggio del comune di Concordia, trattandosi di un’area interessata dalle grandi opere di bonifica che hanno trasformato un vasto territorio umido e paludoso in campi coltivabili, è caratterizzato dalla presenza di diverse testimonianze delle opere di bonifica, sia manufatti che opere idrauliche.

Tali opere sono state censite nel 2011 nell’ambito dell’analisi del patrimonio rurale del Veneto Orientale (Programma di Sviluppo Locale (PSL) “Itinerari, paesaggi e prodotti della terra” approvato e finanziato dalla Regione del Veneto con Deliberazione n. 545 del 10 marzo 2009), in applicazione all’Azione 1 “Realizzazione

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di studi e censimenti” della misura 323/A “Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale – Patrimonio rurale” del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) Veneto, valevole per il periodo 2007/2013.

Nel comune di Concordia sono stati censiti i seguenti manufatti idraulici:

- Idrovora Vencher, in via Spareda, di proprietà del Consorzio di bonifica;

- Idrovora Sindacale, in loc. Sindacale, di proprietà privata;

- Idrovora Franzona, Via Lame 48, loc. Lame, di proprietà del Consorzio di bonifica.

Il territorio rurale comunale risulta altamente semplificato, costituito da appezzamenti di medio-grandi dimensioni (fino a qualche ettaro), disegnati da una fitta rete di canali di bonifica. Osservando la cartografia delle rete idrica superficiale, si vede che il territorio comunale rientra nella zona della Venezia orientale facilmente individuabile proprio grazie al caratteristico andamento dei canali di bonifica: paralleli tra loro, a distanza costante ed intersecati da canali di maggiori dimensioni che drenano verso un corso d’acqua principale. La rete dei canali di bonifica, utilizzata secondo la stagione sia come rete di drenaggio che come rete per l’irrigazione, non presenta una valenza ambientale in quanto sugli argini di questi canali artificiali non sono presenti fasce di vegetazione, se non in alcune aree dove sono stati svolti interventi di rinaturalizzazione.

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Figura 19. Rete di canali di bonifica nel comune di Concordia (fonte: QC Regione Veneto; Elaborazioni

Proteco-Nexteco)

La gestione idrica del comune di Concordia è in mano al Consorzio di Bonifica “Veneto Orientale” (comprensorio n. 10), istituito dalla L.R. n. 12/2009.

Essendo un territorio con altezze contenute rispetto al livello del mare, da -2 a 2 m s.l.m., e con alcune aree depresse, è sottoposto integralmente a scolo meccanico delle acque.

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Figura 20. Quote altimetriche nel comprensorio di b onifica “Veneto Orientale” (fonte: Consorzio di

bonifica “Veneto Orientale”)

Secondo i dati del 6° Censimento dell’Agricoltura 2 010, la superficie irrigabile del comune è raddoppiata nell’arco di 20 anni ma il numero di aziende con superficie irrigabile è rimasto pressoché lo stesso: si passa, infatti dai 329,51 ha e 35 aziende del 1990, ai 620,76 ha e 30 aziende del 2010. Questo è un dato significativo se si considera che negli ultimi anni il comune è stato interessato dalla diffusione di un’agricoltura di tipo estensivo, dedita alla coltivazione soprattutto di seminativi in aree irrigue (principalmente mais, soia e cereali).

Infine, considerando i dati inerenti le fonti di approvvigionamento idrico irriguo, è emerso che:

• circa la metà delle superfici irrigabili fa riferimento ad aziende agricole che utilizzano l’acqua proveniente da acquedotto, da consorzio di irrigazione e bonifica o da altro ente irriguo con consegna a domanda (44,19%);

• l’altra metà, circa, fa riferimento ad aziende che utilizzano acque superficiali al di fuori dell'azienda (laghi, fiumi o corsi d'acqua) (42,52%). Si ricorda che Concordia è interessata da una fitta rete di canalizzazioni irrigue;

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• la restante percentuale di superfici irrigabili (13,29%) è servita da approvvigionamenti da acque sotterranee o da altre fonti.

Il totale delle superfici irrigabili e delle aziende con superfici irrigabili è discordante con i dati sopra riportati, in riferimento all’anno 2010, in quanto una medesima azienda può servirsi da differenti fonti di approvvigionamento.

Tabella 12. Superficie irrigua e numero di aziende s uddivise per fonte di approvvigionamento dell’acqua

irrigua

Fonte di approvvigionamento

dell'acqua irrigua

acque sotterranee all'interno o

nelle vicinanze

dell'azienda

acque superficiali al di fuori

dell'azienda (laghi, fiumi

o corsi d'acqua)

acquedotto, consorzio

di irrigazione e bonifica o altro ente irriguo con consegna a

turno

acquedotto, consorzio

di irrigazione e bonifica o altro ente irriguo con consegna a domanda

altra fonte

tutte le voci

Area (ha) 21,89 489,05 24,85 508,16 106,10 1.150,05 Superficie irriga bile

suddivisa per tipologia di

approvigionamento (%) 1,90 42,52 2,16 44,19 9,23 100

Numero di aziende 8 26 2 28 5 69

3.1.5 Gli allevamenti zootecnici

Dal censimento dell’agricoltura del 2010 si calcolano 18 centri aziendali dedicati alla zootecnia, per un totale di 6.548 capi, suddivisi in varie tipologie di allevamento riportate nella tabella seguente. Nello specifico, all’interno del territorio comunale, si trovano 8 aziende dedicate all’allevamento di bovini con 1.594 capi totali e 6 allevamenti di equini con soli 7 capi. I dati ISTAT 2010 indicano, infine, altre poche realtà dedite all’allevamento suinicolo, avicolo e cunicolo.

In realtà, come riportato al §3.2.4.1, i dati complessivi forniti dai Servizi veterinari (ULSS) e i dati regionali (SISP) individuano per il comune in oggetto un numero di allevamenti per le diverse tipologie e valori di consistenza per allevamento discordanti da quelli sotto riportati. Questi ultimi dati sono da ritenersi più aggiornati ed affidabili.

Tabella 13. Numero di aziende e quantità di capi al levati per tipologia di allevamento (Censimento

agricoltura 2010. Dati ISTAT)

Tipo allevamento N aziende N capi Avicoli 2 3.300

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Tipo allevamento N aziende N capi Suini 1 1.643 Bovini 8 1.594 Equini 6 7 Conigli 1 4

TOT. 18 6.548

Tabella 14. Numero di aziende e quantità di capi al levati per tipologia di allevamento (fonte: dati UL SS e

SISP)

Tipo allevamento N aziende N capi Avicoli 72 3.396 Suini 32 1.001 Bovini 12 1.855 Equini 22 41 Conigli 79 26.311

TOT. 217 32.604

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3.2 L’attuale sistema agricolo

3.2.1 Analisi ed elaborazione della Carta dell’Uso del su olo

Per evidenziare i reali utilizzi del suolo nel territorio comunale, è stata realizzata la Carta della copertura del suolo del territorio comunale sulla base della Carta Tecnica Regionale (CTR), della fotointerpretazione da ortofoto (anno 2010) e della Carta della copertura del suolo della Regione Veneto (anno 2007). Queste informazioni sono state elaborate ed integrate con numerosi e puntuali rilievi di campagna, allo scopo di caratterizzare e restituire l’effettiva utilizzazione del territorio.

Nella seguente tabella si riportano le diverse utilizzazioni del suolo rilevate nel territorio comunale evidenziando la superficie assoluta e relativa delle medesime.

Tabella 15. Ripartizione colturale della superficie comunale secondo Ia codificazione Corine Land Cove r

Codice Legenda Area (ha) Area (%)

11200 Tessuto urbano discontinuo 2,92 0,04%

11210 Tessuto urbano discontinuo denso con uso misto (Sup. Art. 50%-80%) 122,34 1,84%

11220 Tessuto urbano discontinuo medio, principalmente residenziale (Sup. Art. 30%-50%) 139,53 2,10%

11230 Tessuto urbano discontinuo rado, principalmente residenziale (Sup. Art. 10%-30%) 12,54 0,19%

11300 Classi di tessuto urbano speciali 0,34 0,01% 11310 Complessi residenziali comprensivi di area verde 1,37 0,02% 11320 Strutture residenziali isolate 78,07 1,17% 12100 Aree industriali, commerciali e dei servizi pubblici e privati 6,18 0,09% 12110 Aree destinate ad attività industriali 70,41 1,06% 12120 Aree destinate ad attività commerciali 1,25 0,02% 12130 Aree destinate a servizi pubblici, militari e privati 15,33 0,23% 12200 Reti stradali, ferroviarie, opere d’arte e infrastrutture tecniche 0,01 0,00% 12220 Rete stradale secondaria con territori associati 138,52 2,08% 13300 Aree in costruzione 5,12 0,08% 13400 Aree in attesa di una destinazione d'uso 7,90 0,12% 14100 Aree verdi urbane 5,72 0,09% 14200 Aree destinate ad attività sportive ricreative 10,20 0,15% 21111 Mais in aree non irrigue 0,21 0,00% 21112 Soia in aree non irrigue 17,38 0,26% 21113 Barbabietola in aree non irrigue 35,40 0,53% 21121 Cereali in aree non irrigue 22,52 0,34% 21200 Terreni arabili in aree irrigue 197,57 2,97% 21211 Mais in aree irrigue 2622,97 39,43%

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21212 Soia in aree irrigue 1437,00 21,60% 21213 Barbabietola in aree irrigue 197,66 2,97% 21214 Girasole in aree irrigue 7,92 0,12% 21216 Foraggere in aree irrigue 21,67 0,33% 21221 Cereali in aree irrigue 649,77 9,77% 21230 Vivai in aree irrigue 9,40 0,14% 21241 Orticole in pieno campo in aree irrigue 5,15 0,08% 21242 Orticole in serra o sotto plastica in aree irrigue 0,72 0,01% 21280 Superfici a riposo in aree irrigue 274,24 4,12% 22100 Vigneti 90,31 1,36% 22200 Frutteti 3,57 0,05% 22400 Altre colture permanenti 28,17 0,42% 22410 Pioppeti 0,70 0,01%

23100 Superfici a copertura erbacea: graminacee non soggette a rotazione 27,82 0,42%

23200 Superfici a prato permanente ad inerbimento spontaneo, comunemente non lavorata 13,86 0,21%

24200 Sistemi colturali e particellari complessi 11,75 0,18% 31100 Bosco di latifoglie 6,56 0,10% 51110 Fiumi, torrenti e fossi 274,77 4,13% 51120 Canali e idrovie 78,26 1,18%

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L’individuazione della Copertura del suolo costituisce un passo propedeutico alle successive analisi multidisciplinari. In tale sede, emergono spesso peculiarità del territorio che a prima vista tendono a non essere considerate. In questo specifico caso si ottiene una evidenza della coltivazione di tipo estensivo che caratterizza il comune: gli usi del suolo prevalenti, infatti, sono costituiti dal mais in aree irrigue (quasi il 40%) e dalla soia in aree irrigue (circa il 21%); seguono i cereali in aree irrigue che raggiungono quasi il 10% del territorio comunale. Si osserva che il comune, pur ricadendo parzialmente all’interno dell’area a DOC Lison Pramaggiore, presenta solo l’1,36% del territorio coltivato a vigneto. Infine si sottolinea che i cosiddetti “boschi di pianura” sono pressoché assenti (solo lo 0,11% tra pioppeti e boschi di latifoglie).

Queste tipologie colturali sono ancor meglio definite dalle indagini sulla copertura del suolo agricolo e in quelle destinate alla determinazione della SAU.

Di seguito si riportano immagini e tabelle che riassumono per ognuna delle colture presenti la superficie ad esse destinata.

Il territorio è poi caratterizzato da un’urbanizzazione che si concentra in prossimità del centro di Portogruaro e relegata lungo le principali infrastrutture viarie, lungo le quali si sviluppano le stesse frazioni comunali. Si tratta perlopiù di tessuto urbano discontinuo, principalmente residenziale e secondariamente ad uso misto. Significativa è anche la presenza di strutture residenziali isolate.

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Figura 21: Carta della copertura del suolo agricolo e relativa legenda (Elaborazioni Tepco-Nexteco)

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3.2.2 Analisi ed elaborazione della Carta della SAU

La SAU è la superficie agricola utilizzata, ovvero quella impiegata per l’utilizzazione agricola dei terreni e per le attività connesse che si riscontrano. Il suo valore è di fondamentale importanza nella determinazione della potenzialità di sviluppo edificatorio del territorio comunale secondo il metodo di calcolo definito dalla Regione Veneto. La sua determinazione è avvenuta attraverso misurazioni analitiche sulla base di ortofoto e di rilievi in campo.

I dati di SAU rilevati con il Censimento ISTAT dell’Agricoltura del 2010, benché determinati in modo conforme agli atti d’indirizzo della L.R. 11/04 e s.m.i., discostano dai risultati forniti con la metodologia di rilievo diretto della SAU, in quanto il Censimento non considera le eventuali aziende agricole di proprietà domiciliate al di fuori del comune o i fondi agricoli extra comunali riconducibili alle aziende. Quindi, ad alcune superfici, non corrisponde l’azienda agricola di riferimento.

La metodologia adottata, invece, procede alla misurazione dell’effettiva superficie agricola utilizzabile esistente attraverso il riscontro oggettivo dei dati di foto aeree, a prescindere dall’identificazione del complesso aziendale.

Il confronto della superficie agricola utilizzata derivata dal 6° Censimento generale dell’agricoltura del 2010 (SAU = 4.346,27 ha), rispetto a quella cartografata direttamente dalle Ortofoto del 2008 (SAU = 5.675,73 ha) evidenzia una elevata differenza in termini di superficie, pari a 1.329,46 ha.

La sostanziale differenza è da attribuire alla diversa metodologia di calcolo e di imputazione delle superfici che fanno SAU: difatti, mentre il Censimento generale dell’agricoltura si basa sulla semplice dichiarazione della SAU in proprietà alle varie aziende, il calcolo della stessa a livello di PAT è eseguito cartograficamente con specifici strumenti informatici e di georeferenziazione. Attualmente per la formazione dei PAT, il metodo di calcolo della superficie agraria deriva dalle specifiche tecniche DGR 3811 del 9 dicembre 2009, BUR del 12 gennaio 2010, in adeguamento al parere della seconda Commissione Consiliare del 12 ottobre 2009 prot. N. 12848, legate a questioni pianificatorie e di redazione dello stesso strumento urbanistico.

In particolare, le voci che rientrano nel computo della SAU vengono riportate nella tabella seguente. Come previsto da normativa il livello 51200 Bacini d'acqua in questo caso non è stato considerato essendo riconducibile alle valli da pesca.

Per tali motivi, i valori attuali non si ritengono comparabili con quelli dei Censimenti nazionali in quanto derivati da metodi di calcolo diversi.

I dati dimostrano che il comune di Concordia, come tutti i comuni dell’alto portogruarese, è particolarmente vocata all’agricoltura. In particolare, vi è una certa

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propensione alle colture a seminativo: il mais in aree irrigue raggiunge il 46%, la soia in aree irrigue il 25% e i cereali in aree irrigue l’11% circa.

Il comune si differenzia da quelli più a nord come Annone, particolarmente dedicati alla vite, inserendosi, invece, tra le amministrazioni di centro del portogruarese dedite a colture di semina.

Tabella 16. Tipologie di uso del suolo che definisc ono la Superficie Agricola Utilizzata

Codice Descrizione Area (ha) Area (%)

21111 Mais in aree non irrigue 0,209 0,004%

21112 Soia in aree non irrigue 17,375 0,306%

21113 Barbabietola in aree non irrigue 35,402 0,624%

21121 Cereali in aree non irrigue 22,517 0,397%

21200 Terreni arabili in aree irrigue 197,565 3,481%

21211 Mais in aree irrigue 2.622,963 46,214%

21212 Soia in aree irrigue 1.437,008 25,318%

21213 Barbabietola in aree irrigue 197,654 3,482%

21214 Girasole in aree irrigue 7,922 0,140%

21216 Foraggere in aree irrigue 21,666 0,382%

21221 Cereali in aree irrigue 649,765 11,448%

21230 Vivai in aree irrigue 9,398 0,166%

21241 Orticole in pieno campo in aree irrigue 5,152 0,091%

21242 Orticole in serra o sotto plastica in aree irrigue 0,720 0,013%

21280 Superfici a riposo in aree irrigue 274,233 4,832%

22100 Vigneti 90,311 1,591%

22200 Frutteti 3,574 0,063%

22400 Altre colture permanenti 28,167 0,496%

22410 Pioppeti 0,701 0,012%

23100 Superfici a copertura erbacea: graminacee non soggette a rotazione 27,824 0,490%

23200

Superfici a prato permanente ad inerbimento spontaneo,

comunemente non lavorata 13,855 0,244%

24200 Sistemi colturali e particellari complessi 11,747 0,207%

TOTALE 5.675,725 100%

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3.2.3 La trasformabilità della SAU

In base alle considerazioni effettuate, all’analisi dell’uso del suolo, al conseguente ricavo della Superficie Agricola Utilizzata, il PAT determina all’art. 24 comma 22 delle NTA il limite quantitativo massimo della zona agricola trasformabile in zone con destinazione diversa da quella agricola, in conformità all’art. 13, comma 1, lettera f) della L.R. 11/04:

Superficie Agricola Utilizzata (S.A.U.) rilevata al 2012: 5.675,73 ha

Superficie Territoriale Comunale (S.T.C.): 6.652 ha

Rapporto S.A.U. / S.T.C.= (5.675,73 / 6.652)*100 = 85,32%

Nell’Allegato A della DGR n. 3650/2008 per definire la superficie massima di SAU trasformabile nel decennio (durata del Piano) viene definito il coefficiente che deve essere utilizzato per calcolare questo parametro in funzione del contesto di appartenenza cui appartiene il comune (pianura, collina, montagna) e il valore determinato dal rapporto SAU/STC.

Per i comuni di Pianura, il valore soglia del rapporto SAU/STC è del 61,3%. Il citato rapporto SAU/STC per il comune di Concordia Sagittaria è superiore al 61,3%, (85,3%) pertanto il coefficiente da utilizzare è di 0,013 (1,3%).

Ne consegue che:

SAU trasformabile =5.675,73 x 0,013 = 73,784 ha

All’art. 24 comma 23 delle NTA del PAT viene stabilito che, in sede di PI, la quantità massima di zona agricola trasformabile potrà subire un incremento massimo di 7,38 ettari (pari al 10%) per la realizzazione di servizi pubblici ovvero per interventi previsti mediante accordo di pianificazione in applicazione del principio di perequazione urbanistica.

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3.2.4 Individuazione degli allevamenti zootecnici

3.2.4.1 Analisi degli allevamenti eccedenti autoconsumo

La legislazione regionale, con la L.R. 11/2004, ha confermato la distinzione tra gli allevamenti in connessione funzionale con il fondo agricolo, definendoli “strutture agricolo-produttive destinate all’allevamento”, e quelli privi di tale connessione funzionale, definiti “allevamenti zootecnici intensivi”.

Nello specifico, si è fatto riferimento alla DGR n. 134 del 21 aprile 2008 dove si dà significato ai piccoli allevamenti di tipo familiare di cui alla lettera q) comma 1 art. 2 della DGR n. 2495 del 7 agosto 2006: “insediamenti aventi come scopo il consumo familiare, con consistenza zootecnica complessiva inferiore ai 500 capi per le varie specie di piccoli animali da cortile e meno di 2 t di peso vivo per specie (equini, bovini, suini, ovicaprini, ecc.), con un massimo di 5 t di peso vivo complessivo”.

Per la determinazione degli allevamenti eccedenti l’autoconsumo è stato considerato l’elenco completo degli allevamenti presenti nel comune fornito dai Servizi veterinari (ULSS). All’occorrenza si è fatto riferimento anche ai dati regionali (SISP).

Si precisa che i dati forniti da SISP, a differenza di quelli provenienti dall’ULSS, si riferiscono alle aziende con sede legale o con allevamento o con superfici utilizzate per lo spandimento degli effluenti zootecnici localizzati nel comune in oggetto. Tra questi, sono state considerate solamente le aziende che possiedono la sede aziendale (l’allevamento) all’interno del confine comunale di Concordia Sagittaria.

La tabella seguente consente di avere un quadro generale degli allevamenti eccedenti l’autoconsumo fornendo, oltre alla ragione sociale, l’indirizzo e la tipologia di animali allevati.

Tabella 17. Elenco allevamenti eccedenti l’autoconsu mo

Num. RAGIONE SOCIALE INDIRIZZO SEDE AZIENDALE

TIPOLOGIA DI ALLEVAMENTO

1 FALCOMER EMANUELA VIA FRASSINE, 49 CONIGLI

2 FURLAN LUCIA VIA FRASSINE, 49 CONIGLI

3 AZ. AGR. TONIN PAOLA E DANIELA VIA AQUILEIA, 487 AVICOLI

4 COOPERATIVA AGRICOLA A.C.L.I. S. BIAGIO S.C.R.L.

VIA LEVADA , 589 AVICOLI

5 AIRONE SOCIETA' AGRICOLA S.R.L. VIA MARANGO, 17 BOVINI

RIPRODUZIONE

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Num. RAGIONE SOCIALE INDIRIZZO SEDE AZIENDALE

TIPOLOGIA DI ALLEVAMENTO

6

AGRIALLEVA DI ANDRETTA CASIMIRO R. & C. S.S.

VIA BANDOQUERELLE 360

BOVINI DA CARNE

7 COELI GAETANO VIA BANDOQUERELLE SUINI DA INGRASSO

Si precisa che, da verifica presso la Camera di Commercio, la ditta Coeli Gaetano risulta cessata in data 28/02/2011. L’allevamento è in fase di ristrutturazione da parte della Società Agricola Agricamp.

Nella tabella sottostante è possibile consultare in dettaglio la consistenza e la quantità annua di nitrati prodotti dagli allevamenti 5 e 6, che risultano quelli potenzialmente generatori di vincolo ambientale. Questi due allevamenti sono individuati nella Tavola n. 1 del PAT del comune di Concordia Sagittaria, denominata “Carta dei vincoli e della Pianificazione Territoriale”. È opportuno che la loro situazione venga monitorata nel tempo dagli uffici comunali competenti.

Tabella 18. Dettaglio relativo agli allevamenti 5 e 6

Num. TIPOLOGIA DI ALLEVAMENTO CONSISTENZA Kg N/anno

5 BOVINI RIPRODUZIONE 280 vacche da latte 150 vacche da rimonta 60 vitelli

29.360

6 BOVINI DA CARNE 1.105 vitelloni da carne 37.128

L’art. 8 comma k delle NTA del PAT definisce che il PI preciserà quali tra gli allevamenti individuati come eccedenti l’autoconsumo familiare sono eventualmente da ritenersi “intensivi”, definendo le distanze minime reciproche degli insediamenti zootecnici dai limiti della zona agricola, le distanze minime da residenze singole sparse e concentrate (centri abitati), ai sensi della D.G.R. 22 dicembre 1989 n. 7949 e s.m.i..

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Figura 22. Individuazione degli allevamenti ecceden ti l’autoconsumo (Elaborazioni Proteco-Nexteco)

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3.2.4.2 Impianti di biogas

Si segnala la presenza di due impianti di biogas, uno attivo e uno in costruzione, che rappresentano una fonte di energia alternativa ottenuta a partire da biomassa vegetale (seminativi, mais in particolare) e reflui zootecnici ma che richiedono la messa a coltura di seminativi non destinati né al consumo animale né umano.

L’impianto di biogas attivo è di proprietà della Società Agricola Concordia Biogas s.r.l., ubicata in via Possidenza a Concordia Sagittaria. La ditta utilizza come substrati liquami e letami provenienti da allevamenti extra aziendali di vitelloni da ingrasso (1.400 t/anno) e colture energetiche di provenienza aziendale ed extra aziendale (in totale 19.425 t/anno). Il biogas prodotto viene utilizzato all’interno dello stesso impianto per alimentare un cogeneratore per la produzione di energia elettrica e termica. L’impianto consente alla ditta di contribuire alla produzione di energia da fonti rinnovabili (1.000 kwh) e di impiegare il digestato in sostituzione delle concimazioni minerali azotate. Complessivamente, l’azienda è in grado di soddisfare il bisogno dell’impianto per circa il 52%.

L’impianto di biogas in progettazione è di proprietà della Società Agricola Agrialleva S.S. e la sua ubicazione è prevista sull’area confinante con l’allevamento di bovini da ingrasso, sempre in comune di Concordia Sagittaria, per consentire un agevole utilizzo dei reflui zootecnici. La ditta ha previsto di destinare una superficie di 125 ha alla produzione di biomasse vegetali per l’alimentazione dell’impianto, mentre la restante superficie sarà occupata da colture per il bestiame allevato. L’impianto, totalmente alimentato dalle biomasse prodotte dall’azienda, genererà 15.435 kwatt/giorno di energia elettrica. La quasi totalità sarà ceduta al gestore di rete.

3.2.5 Indagine sui prodotti di qualità

Il grande patrimonio di prodotti tipici italiani viene da tempo valorizzato con diversi marchi di qualità, noti e condivisi a livello nazionale ma anche europeo. Lo scopo di questi marchi è quello di promuovere prodotti di qualità legati al territorio, tutelando nel contempo sia i produttori iscritti che rispettano il disciplinare, sia il consumatore.

Le verifiche sono eseguite da autorità di controllo e/o da organismi privati autorizzati dallo Stato Membro secondo la norma europea EN 45011; in termini economici sono a carico dei produttori che utilizzano la denominazione.

L'Unione europea ha realizzato un sistema di marchi per promuovere e proteggere la denominazione dei prodotti agricoli e alimentari di qualità. Si tratta di tre marchi:

• Denominazione di Origine Protetta Reg. (CE 2081/92)

• Indicazione Geografica protetta (Reg. CE 2081/92)

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• Specialità Tradizionale Garantita (Reg. CE 2082/92)

Questo sistema di marchi permette, in tutti gli stati membri dell'Unione europea, di tutelare la diversificazione dei prodotti agricoli, di proteggere la diversa denominazione dei prodotti alimentari contro le imitazioni e i plagi e di aiutare il consumatore, informandolo sulle caratteristiche specifiche dei prodotti. A livello nazionale esistono ulteriori tipologie di riconoscimento dei prodotti agroalimentari quali:

• Prodotti Agroalimentari Tradizionali (Decreto Legislativo 173/98)

• Denominazione di Origine Controllata e Garantita

• Denominazione di Origine Controllata

• Indicazione Geografica Tipica

Fonti normative sono da riferirsi al Regolamento CE n. 823-1987, alla Legge 10 febbraio 1992 n. 164 e al D.P.R. n. 348-94.

Altro marchio di qualità europeo è rappresentato dal BIO, il Marchio Biologico che contraddistingue quegli alimenti per i quali il processo di lavorazione non prevede l'utilizzo di pesticidi e fertilizzanti ed avviene con tecniche di coltivazione e allevamento rispettose dell'ambiente. La fertilizzazione del terreno viene praticata mediante la rotazione delle colture e l'utilizzo di concimi organici e minerali naturali mentre, per difendere i raccolti dai parassiti si adoperano prodotti non nocivi all'ambiente. I prodotti provenienti dall’agricoltura biologica sono disciplinati dal regolamento CEE 2092/91 del 24 giugno 1991 (Ministero dello Sviluppo Economico).

Il comune di Concordia Sagittaria, nel periodo 2000-2006, è stato coinvolto nel progetto Tipi-Net “Rete di iniziative per la promozione dei prodotti tipici tra le Alpi e l’Adriatico”. Sono state condotte attività di studio e di ricerca, coinvolgendo il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia, con lo scopo di sviluppare strategie condivise per promuovere i prodotti agroalimentari di qualità e tipici delle aree interessate dall’iniziativa.

Nel caso del Veneto tali strategie hanno trovato applicazione all’interno della Provincia di Venezia e, in particolare, in un’area costituita da 22 comuni situati nella porzione più orientale del territorio, tra cui Concordia Sagittaria. In quest’area, in particolare, il progetto si è articolato attorno all’idea di costituire il “Parco Alimentare della Venezia Orientale”, uno spazio fisico da proporre all’attenzione dei visitatori, all’interno del quale poter apprezzare un patrimonio enogastronomico e di tradizioni locali di notevole valore.

Il comune di Concordia si inserisce tra le zone a bassa densità di popolazione nelle quali si mantiene un’agricoltura di tipo prevalentemente estensivo, con abbondanza

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di seminativi, particolarmente diffuse nelle zone “di bonifica”, ubicate lungo la linea di costa, a ridosso della fascia litoranea. Si tratta di aree dove l’agricoltura riveste un ruolo economico e sociale importante, che può vantare anche la presenza di elementi naturali di pregio quali la Valle Zignago, area umida di acqua dolce o salmastra.

Osservando la cartografia sottostante, si nota come Concordia Sagittaria sia classificata come comune avente da 2 a 3 prodotti di qualità realizzati nelle aziende censite dal catasto del progetto. Infatti, comprende la produzione delle “Pere del veneziano”, della “Farina di mais biancoperla” e del “Gambero di fiume”. Inoltre, il comune si inserisce parzialmente nell’area a DOC del “Lison-Pramaggiore” e contribuisce, quindi, alla produzione di vini certificati a denominazione.

Figura 23. Numero di prodotti di qualità (prodotti DOP, tradizionali, altri prodotti, vini DOC) realizz ati dalle

aziende censite nel catasto (fonte: progetto TIPI-NET )

L’art. 18 comma d delle NTA del PAT stabilisce che, in conformità all’art. 43 della L.R. 11/04, il PAT individua le colture tipiche dei luoghi al fine di tutelarne la presenza a fini produttivi e favorirne un corretto inserimento ambientale e paesaggistico.

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3.2.5.1 I Prodotti Tradizionali

Di seguito sono descritti i “prodotti tradizionali” presenti nel territorio di Concordia Sagittaria che fanno parte dei 366 prodotti complessivamente individuati nel Veneto, inseriti nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali, pubblicato sul Supplemento ordinario n. 169 alla “Gazzetta Ufficiale” n. 167 del 20 luglio 2006. Questi prodotti rispondono alle caratteristiche individuate dalle norme nazionali vigenti (art. 8 del D.Lgs. n. 173/1998).

I prodotti tradizionali presenti nel comune in oggetto sono:

1. Pere del veneziano

2. Farina di mais biancoperla

3. Gambero di fiume

Pere del Veneziano

L’area di produzione delle Pere del Veneziano è molto ampia e si estende principalmente in tutto il territorio della Venezia Orientale. I produttori consorziati sono circa 60 e sono ubicati principalmente lungo la fascia litoranea, in un’area che va da Jesolo fino a Bibione.

Le varietà coltivate tradizionalmente sono: William, William Rosse, Kaiser, Conference (1970-75). Sono inoltre presenti: Abate Fetel, Decana del Comizio, precoce Morettini e Santa Maria.

Si tratta di un prodotto inserito tra quelli “tradizionali” del Veneto e per il quale è in corso la procedura di riconoscimento del marchio IGP.

Farina di mais biancoperla

L’area di produzione del “mais bianco del Piave”, presidio Slow Food, è identificata nella zona del Piave a cavallo tra le province di Treviso e Venezia. Le varietà del mais bianco coltivate sono in piccola parte ancora quelle tradizionali e locali e in gran parte ibridi a granella rigorosamente bianca.

La commercializzazione si effettua sotto forma di farina o anche di polenta già pronta, nell’area tradizionale di riferimento, verso altre zone della provincia di Venezia e del Friuli.

Gambero di Fiume

Il Gambero di Fiume è tipico di alcuni comuni della provincia di Treviso e Venezia, tra cui Concordia Sagittaria. Si tratta di gamberi di acqua dolce (Austropotamobius pallipes italicus), autoctoni, pescati fin dalla prima metà dell’ottocento. Sono in via di estinzione e perciò tutelati da specifica normativa regionale mentre è concessa la

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pesca delle specie alloctone. Oggi il gambero di fiume viene allevato artigianalmente (in fiume o in vasca), a livello locale, a partire da esemplari catturati su apposita autorizzazione. Gli esemplari allevati in cattività vengono utilizzati per il ripopolamento o commercializzati.

3.2.5.2 I Prodotti DOC e DOCG

Il territorio di Concordia Sagittaria è parzialmente compreso all’interno dell’area dei vini DOC “Lison Pramaggiore”, rispondenti alle caratteristiche individuate dalle norme nazionali vigenti (legge 164/1992) che attribuiscono la denominazione di qualità DOC (Denominazione di Origine Controllata) a vini prodotti in zone limitate, recanti il loro nome geografico. Di norma il nome del vitigno segue quello della DOC e la disciplina di produzione è rigida.

In provincia di Venezia, l’area della DOC “Lison-Pramaggiore” ha il suo epicentro nei comuni di Pramaggiore e Annone Veneto, e coinvolge il comune di Concordia Sagittaria per poco più del 20%.

Figura 24. le aree DOC del Parco Alimentare (fonte: progetto TIPI-NET)

Secondo i dati del 6° Censimento dell’Agricoltura d el 2010, nel comune di Concordia, le aziende che possiedono vigneti per la produzione di vini DOC-DOCG ammontano a 64, per una superficie corrispondente pari a 51,01 ha.

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Le tipologie di vini prodotti nella DOC sono le seguenti: Merlot, Cabernet, Cabernet franc, Cabernet Sauvignon, Verduzzo, Tocai1 classico, Tocai “Lison classico”, Pinot bianco e grigio, Chardonnay, Riestling italico, Suvignon e Refosco.

Il primo riconoscimento DOC “Lison” risale al 1971, oggi il disciplinare vigente è quello pubblicato con DM del 29/5/2000 (GU n. 138 del 15/6/2000).

1 A partire dal 30 marzo 2007 l’indicazione Tocai non è stata più utilizzabile a seguito della normativa comunitaria

che riserva tale denominazione al prodotto ungherese. La nuova denominazione è diventata “Lison” per il

prodotto ottenuto nell’area della DOC Lison Pramaggiore e “Tai” per il prodotto ottenuto nelle altre aree della

regione Veneto.

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4 PROPOSTE DI SVILUPPO

4.1 Settore agricolo: stato attuale e tendenze futu re

La modernizzazione del settore agricolo, avvenuta dalla metà del 1800 ma soprattutto nel XX secolo, ha portato alla semplificazione e banalizzazione degli elementi che costituivano il territorio agrario tipico, quali siepi e filari campestri, scoli e piccoli fossati. La presenza di macchinari sempre più prestazionali ha necessitato la tendenziale presenza di monocolture al fine di poter ammortizzare più velocemente i costi per il capitale mezzi. Si è giunti, quindi, ad una semplificazione produttiva per massimizzazione del reddito aziendale e tendenza allo sfruttamento totale delle superfici agrarie, comportando più in generale ad un impoverimento del paesaggio agrario.

Nell’attuale volontà di gestione sostenibile dell’ambiente e del territorio anche il settore agricolo del comune di Concordia Sagittaria gioca un ruolo fondamentale.

Se nei secoli le forme del paesaggio sono sempre state determinate da esigenze di ordine economico, si può ritenere che ogni progetto che abbia per obiettivo la riqualificazione ambientale e paesaggistica del territorio rurale di Concordia Sagittaria, debba essere capace di proporre usi del suolo che siano comunque economicamente convenienti.

La sua trasformazione futura è, pertanto, legata ad assetti produttivi che abbiano un’intrinseca logica economica e che siano inseriti in un quadro di sostenibilità ambientale.

Gli interventi di bonifica e l’intensiva attività agricola oggi praticata nel comune hanno radicalmente cambiato le caratteristiche ambientali del comune di Concordia Sagittaria. La presenza nel territorio comunale di aree di notevole valore paesaggistico-ambientale, in particolare le aree umide di acqua dolce o salmastra come la Valle Zignago posta tra Concordia e Caorle, rendono necessari interventi specifici di salvaguardia e ripristino ambientale.

Le principali criticità ambientali di questa zona sono legate all’impatto antropico dovuto all’attività agricola intensiva che comporta una diminuzione della biodiversità presente sul territorio, anche se è doveroso riconoscere che negli ultimi anni una più accorta gestione delle attività agricole e numerosi interventi di recupero ambientale hanno portato ad un aumento del valore ambientale delle aree.

La tutela del territorio, pertanto, deve partire dal settore agricolo attraverso l’adozione di soluzioni ambientalmente sostenibili quali il ricorso a metodi di produzioni biologici (ad oggi, non sono presenti aziende biologiche a Concordia) che prevedano il

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mantenimento o la reintroduzione di quegli elementi naturali (come siepi, filari alberati, macchie boscate) che, insieme a pratiche di consociazione delle colture ed alla loro diversificazione, riescono a creare le migliori condizioni per un’agricoltura sostenibile .

Sarebbe quindi preferibile sviluppare forme d’incentivazione per un impiego più limitato di concimi di sintesi e di fitofarmaci da parte di strumenti gestionali (misure del PSR, strumenti di pianificazione, piani paesagg istici , ecc.).

Infine, si propone l’incentivazione della produzione dei prodotti tradizionali del territorio (farina di mais biancoperla, la pera del veneziano e il gambero di fiume) e dei vini a denominazione (vino DOC Lison Pramaggiore) e lo sviluppo di iniziative volte a diffondere un utilizzo alternativo del territorio agricolo (agriturismo e turismo rurale, multifunzionalità aziendale) e l’adozione di pratiche agronomiche e di allevamento a maggiore compatibilità ambientale.

Da un punto di vista normativo, diversi sono gli strumenti europei, nazionali e regionali predisposti per la modernizzazione del settore primario.

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4.2 Multifunzionalità dell’azienda agricola

Il termine “multifunzionalità” fa riferimento alle numerose funzioni che l’agricoltura svolge: dalla produzione di alimenti e fibre, alla sicurezza alimentare fino alla salvaguardia della biodiversità e dell’ambiente in genere, non trascurando il mantenimento di attività economiche in zone con ridotto insediamento.

In misura sempre maggiore, l’agricoltura multifunzionale rappresenta la risposta ad una società che richiede equilibrio nello sviluppo territoriale, salvaguardia del territorio e non meno la possibilità di posti d’impiego. Essa contribuisce sempre di più a legare le politiche agricole alle dinamiche territoriali e sociali.

Il ruolo multifunzionale dell’agricoltura in Italia, ha trovato riscontro nell’emanazione del D.Lgs. n. 228 del 18 maggio 2001 offrendo una nuova configurazione giuridica e funzionale all’impresa agricola ed ampliando quindi lo spettro delle attività che possono definirsi agricole. L’idea è stata quella di una vera e propria terziarizzazione dell’azienda agricola, in ben determinati contesti può supportare anche servizi socio-sanitari e iniziative culturali. Lo sviluppo della multifunzionalità non implica l’abbandono dell’agricoltura “produttiva” ma, al contrario, richiede la ricerca di una soluzione di compromesso efficiente tra gli obiettivi strategicamente produttivi e quelli sociali ed ambientali.

Il concetto di multifunzionalità in agricoltura permette perciò all’agricoltore di inserirsi in nuove tipologie di mercato e tra queste troviamo quella rivolta al campo delle agro-energie attraverso la creazione di filiere finalizzate a soddisfare la domanda energetica.

La filiera delle agro-energie prevede una serie di fasi che permettono, a partire dalla materia prima di origine vegetale o animale, cioè la biomassa, di soddisfare il fabbisogno energetico di uno o più utilizzatori. Queste fasi coinvolgono tre passaggi essenziali: il reperimento della biomassa, la sua trasformazione in un vettore energetico (biocombustibile) e il suo utilizzo all’interno di un sistema per la conversione di energia. Le biomasse sono il punto di partenza della filiera biomassa-energia e della progettazione di sistemi energetici per la produzione contestuale di energia elettrica e termica (cogenerazione) a fonti rinnovabili.

A differenza dei combustibili fossili, la biomassa non è distribuita omogeneamente sul territorio e ha una reperibilità discontinua e incostante durante l’anno. Un sistema cogenerativo a fonti rinnovabili può nascere quindi solo dalla concomitanza della richiesta termica e della disponibilità di biomassa.

A livello nazionale si trovano riferimenti nel D.Lgs. N. 387 del 29 dicembre 2003 e nel Decreto ministeriale del 6 agosto 2010; mentre a livello regionale, a partire dalla

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legge n. 8 del 30 giugno 2006, la Regione Veneto mette in atto una serie di iniziative di sostegno alla produzione e all’utilizzo di biomasse legnose per scopi energetici e successivamente con delibere di giunta regionale quali la DGR n. 2204 dell’8 agosto 2008 e la DGR n. 453 del 2 marzo 2010 che autorizzava e regolamentava l’installazione di impianti fotovoltaici, eolici, idroelettrici geotermici e naturalmente per la produzione di energia da biomasse.

Per quanto riguarda questo ultimo punto, vista la diffusa presenza dei seminativi nel territorio agricolo di Concordia Sagittaria, si propone di incentivare l’adozione da parte degli agricoltori di caldaie a mais. Dal confronto con altre tipologie di combustibile, emerge che il mais possiede il minor costo di produzione energetica e un potere calorifico superiore a quello di legna e pellet (Tabella 19).

La produzione di bioenergia da mais, inoltre, potrebbe consentire alle aziende agricole di conseguire i seguenti introiti economici:

• vendita di energia elettrica alla rete di trasmissione nazionale secondo quanto previsto dalla delibera AEEG 34/05;

• vendita dei certificati verdi ai sensi del decreto MICA 11/11/1999 e successivo decreto MAP 18/03/2002;

• vendita di parte del calore cogenerato.

Tabella 19. Confronto tra diverse tipologie di comb ustibili (fonte: Associazione Italiana Energia dal l egno,

2005)

Inoltre, negli ultimi anni, grazie ai finanziamenti previsti non solo ai coltivatori diretti ma anche ad imprenditori per l’impianto di pannelli solari su terreni agricoli, si è assistito ad un consumo sempre maggiore di quei suoli che per loro natura sarebbero vocati alla produzione agro-alimentare a favore di impianti fotovoltaici.

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L’incentivazione alla produzione energetica da fonti alternative può avere riscontri positivi in termini economici per gli agricoltori che si dedicano a coltivazioni con fini bioenergetiche ma, nel caso di impianti fotovoltaici, possono provocare un consumo esagerato di suolo agricolo. Si sente perciò l’esigenza di disporre di norme che regolino gli impianti fotovoltaici a terra per preservare l’economia agricola senza però rinunciare a una tecnologia energetica così importante e in così rapido sviluppo.

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4.3 Analisi della Carta della Trasformabilità (Tav. 4)

Nella Tavola n° 4, una volta recepito il quadro dei vincoli della pianificazione vigente, stabilite le invarianti strutturali ed individuate le fragilità, vengono affrontati i temi della trasformazione del territorio, distinguendo le parti di tessuto edilizio che restano sostanzialmente confermate (urbanizzazione consolidata ed edificazione diffusa) o che necessitano di una riqualificazione locale, le parti che possono contribuire ad una riqualificazione complessiva della qualità urbana, le parti che necessitano di una radicale riconversione, le principali linee di espansione ed i corrispondenti limiti fisici e quantitativi. Queste scelte, oltre a verificare e confermare previsioni del PRG vigente non ancora attuate, introducono ex novo degli elementi in base agli scopi prefissi dal Piano.

Le scelte di Piano devono mirare alla tutela degli ambiti di buona integrità poiché sono aree a discreta valenza territoriale sia dal punto di vista dell’integrità del sistema produttivo agricolo, che dal punto di vista naturalistico, ambientale e paesaggistico.

In tali aree, dove il reticolo ecologico-naturale è più fitto e dove gli insediamenti sono più rarefatti, va ridotta al minimo l’espansione di attività extra-agricole e d’infrastrutture, mentre vanno eventualmente individuate le attività finalizzate alla realizzazione di prodotti di qualità e/o certificati. Vanno incentivati l’introduzione e lo sviluppo di attività ricreative e didattiche, con l’inserimento di strutture atte al miglioramento della qualità della vita in generale e degli aspetti paesaggistico – ambientali del territorio comunale.

Riguardo alle future trasformazioni edilizie che interesseranno tali ambiti si devono preservare gli apparati edilizi superstiti, le tecniche costruttive tradizionali, altezze degli edifici e i segni connotativi del paesaggio circostante al fine di preservare i coni visuali identificati. Devono essere idoneamente definiti i siti e le caratteristiche costruttive dei nuovi interventi, coerenti ed in armonia con quelli storici e tipici.

Di seguito si propone una elaborazione degli elementi contenuti nella Tav. 04 “Carta della trasformabilità” del PAT di Concordia Sagittaria, in cui sono evidenziati gli ambiti di tutela naturalistica.

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Figura 25. Estratto della “Carta della trasformabil ità” (Elaborazioni Proteco-Nexteco)

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Tra gli ambiti di natura ambientale, la Carta della Trasformabilità individua i seguenti “Valori e tutele naturali”:

• Aree Nucleo (Core Area): il PAT recepisce le aree nucleo appartenenti alla rete ecologica regionale e localizzate all’interno del territorio comunale, costituite dai siti della Rete Natura 2000, individuati ai sensi delle Direttive 2009/147 CEE e 92/43/CEE. In queste aree la tutela della biodiversità è perseguita attraverso misure atte a salvaguardare il sistema nel suo insieme. Sarà compito del PI promuovere interventi finalizzati alla salvaguardia e valorizzazione delle biodiversità da attuarsi di concerto con gli Enti Pubblici ed i soggetti interessati, anche mediante il supporto a pratiche agricole e di gestione rurale;

• Buffer zone: aree di connessione naturalistica mirate a ridurre i fattori di minaccia alle aree nucleo ed ai corridoi ecologici;

• Corridoi ecologici: rappresentano strutture lineari continue di una certa dimensione. I corridoi ecologici principali sono costituiti da assi fluviali principali – blue ways – ecosistemi lineari terrestri – greenways; quelli secondari, invece, sono ecosistemi lineari terrestri minori, rappresentati principalmente dalla rete idrografica minore. Anche in questo caso, il PAT recepisce i corridoi ecologici appartenenti alla rete ecologica regionale e localizzate all’interno del territorio comunale, così come individuati dal PTRC – Biodiversità (DGR n. 2357 dell’8 agosto 2008);

• Stepping stone: aree ad elevata naturalità;

• Gangli secondari: costituiscono ambiti territoriali sufficientemente vasti, caratterizzati nello scenario eco sistemico di medio periodo da una particolare densità e diversificazione di elementi naturali. Essi comprendono elementi naturali esistenti o frutto di specifiche azioni di rinaturazione;

• Fasce tampone: si tratta di siepi e alberature individuate dalla tavola in corrispondenza di elementi di pressione sul tessuto insediativo di carattere residenziale, con particolare riferimento alle zone produttive, con funzione di mitigazione e mascheratura di suddetti fattori di pressione.

L’Art. 11 “Le invarianti di natura ambientale” delle NTA del PAT definisce che in sede di PI si individueranno le tipologie d’intervento ammissibili in tali ambiti, le modalità realizzative e l'ubicazione per i nuovi interventi di edificazione nel rispetto dei valori paesaggistici ed ambientali, previa schedatura del patrimonio edilizio esistente.

Inoltre, in corrispondenza degli ambiti di tutela naturalistica suddetti, il PI provvederà a:

• conservare e salvaguardare le caratteristiche di naturalità e biodiversità dei luoghi;

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• promuovere la conoscenza degli ambiti di interesse naturalistico anche attraverso la realizzazione di percorsi didattici e/o punti di osservazione guidata, strutture didattiche o musei all’aperto;

• mitigare le pressioni antropiche in atto, o eliminando la fonte di pressione o introducendo elementi compensatori di mitigazione e di filtro.

In particolare, l’art. 18 comma 10 delle NTA del PAT stabilisce che non è ammessa la realizzazione di serre fisse né all’interno delle aree della rete ecologica (Aree nucleo, Stepping Stone, Corridoi ecologici) né in corrispondenza di quelle aree agricole caratterizzate dalla presenza di elementi lineari arboreo-arbustivi di particolare pregio nel paesaggio agrario per l’eterogeneità che le contraddistingue.

Tra gli “Ambiti di riordino in zona agricola” la tavola della Trasformabilità evidenzia tre aree, visibili nelle immagini sotto riportate. Si tratta di ambiti, compresi all’interno della zona agricola, che per dimensione, localizzazione o destinazione d’uso necessitano di interventi di riordino.

Figura 26. “Ambito di riordino in zona agricola” po sto a nord-est (fonte: Carta della trasformabilità;

Elaborazioni Proteco-Nexteco)

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Figura 27. “Ambito di riordino in zona agricola” po sto a nord-ovest (fonte: Carta della trasformabilit à;

Elaborazioni Proteco-Nexteco)

Figura 28. “Ambito di riordino in zona agricola” po sto a sud-ovest (fonte: Carta della trasformabilità ;

Elaborazioni Proteco-Nexteco)

Per tali ambiti, l’Art. 16 comma d delle NTA del PAT, stabilisce che, in sede di PI, verranno definiti i criteri, indici e modalità di intervento, perseguendo la riqualificazione paesaggistica degli stessi e il loro riuso, con destinazioni compatibili, in loco o mediante trasferimento della volumetria negli ambiti consolidati o, in subordine e con una percentuale di riuso della volumetria presso gli ambiti di edificazione diffusa di cui all’Art. 16. Fino all’avvenuta riconversione o trasferimento dell’attività in essere, il PI potrà prescrivere idonei interventi di mitigazione e schermatura delle strutture esistenti.

Gli ambiti localizzati a nord-est e sud ovest sono classificati anche come “Attività produttiva in zona impropria”. Nello specifico, il primo dei due ambiti è rappresentato da un allevamento intensivo di cunicoli posto in prossimità di un’area residenziale; quindi, molto probabilmente ricade all’interno delle “Attività da trasferire”, così definite

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dal PAT: “singole attività produttive o di allevamenti intensivi, che presentano motivi di turbativa ambientale o gravi problemi ineliminabili di inquinamento del territorio o stabilimenti in cui sono presenti sostante pericolose, classificate a Rischio di Incidente Rilevante”.

Questo ambito sarà assoggettato al PI per la disciplina dei criteri e delle modalità di trasferimento, esclusivamente verso le zone produttive classificate come ampliabili dal PAT. Il PI dovrà determinare gli incentivi atti a favorirne il trasferimento in zona propria o la riconversione ad usi compatibili sia sotto il profilo funzionale che di inserimento ambientale e paesaggistico.

Fino a quando il PI non preciserà gli aspetti di cui sopra, per le attività produttive in zona impropria continuano a valere le previsioni del P.R.G previgente.

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5 CONCLUSIONI

La L.R. 11/2004 "Norme per il governo del territorio" ha indirizzato lo svolgimento di un’analisi finalizzata ad individuare e considerare gli ambiti, i siti e le modalità di utilizzazione del territorio aperto, valutato non soltanto nella sua accezione agricolo-produttiva, quanto piuttosto per le sue qualità ambientali, cercando di individuarne le “fragilità”, le “invarianti” e le ipotesi di “trasformabilità”, facendo propri i criteri basilari della legge stessa.

Secondo le principali finalità della LR 11/2004, ovvero la promozione e realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole nel rispetto delle risorse naturali, la tutela del paesaggio rurale e delle aree di importanza naturalistica, l’utilizzo di nuove risorse territoriali solo quando non esistano alternative alla riorganizzazione e riqualificazione del tessuto insediativo esistente. Elementi quali acqua, aria, suolo, paesaggio ma soprattutto reti ecologiche ed ambiti naturali da tutelare, temi da sempre connessi alle indagini agronomiche, sono diventati elementi importanti da caratterizzare in modo esplicito per la stesura del Piano di Assetto del Territorio.

La direttrice assunta dal piano appare perseguire i principi di sostenibilità sviluppando una coerenza tra crescita insediativa e tematiche di natura ambientale e paesaggistica, con particolare attenzione all’utilizzo delle risorse materiali e immateriali presenti, spostando l’attenzione dalla crescita puramente quantitativa a quella qualitativa.

La valorizzazione del sistema ambientale si focalizza all’interno degli elementi utili alla creazione di un tessuto connettivo che interessi tutto il territorio, considerandone un ruolo più complessivo, tanto attraverso il recupero e la valorizzazione degli elementi esistenti, quanto attraverso la creazione di nuovi lembi di valenza naturalistica. Tale valorizzazione potrà rivelarsi utile anche alla mitigazione e alla compensazione di interventi di carattere strutturale e infrastrutturale.

Alcuni temi, al fine di perseguire coerentemente i principi e gli obiettivi del piano, quanto della sostenibilità, dovranno essere specificati all’interno della strumentazione di maggior dettaglio (PI) e attuativa (PUA).

Appare utile riassumere le caratteristiche salienti del paesaggio di Concordia Sagittaria e le attitudini che questo territorio ha nei confronti delle attività del settore primario.

Il comune, caratterizzato da un’altimetria variabile tra i -2 m e i 2 m s.l.m., è stato interessato in passato da interventi di bonifica e, attualmente, avviene lo scolo meccanico sull’intero territorio. La rete dei canali di bonifica ha una diffusione capillare e tipica e delimita gli appezzamenti conferendo un aspetto a griglia.

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L’agricoltura di tipo intensivo rappresenta l’elemento portante dell’economia locale; in particolare, la coltivazione dei seminativi ricopre la quasi totalità della superficie agraria utile del comune, territorio caratterizzato da appezzamenti di estensione medio-grande e per lo più irrigati. E’ da ricordare, infatti, la produzione della farina di mais biancoperla, prodotto tradizionale del territorio.

Il comune di Concordia ricade solo parzialmente all’interno dell’area a DOC Lison Pramaggiore e, infatti, i vigneti ricoprono circa il 2% della superficie agraria utile anche se sono presenti diverse aziende vitivinicole.

Infine, Concordia è caratterizzata dalla presenza di allevamenti di bovini, suini, cunicoli ed avicoli (complessivamente 7) con caratteristiche che li contraddistinguono come allevamenti eccedenti l’autoconsumo familiare.

Thiene, settembre 2013 dott. for. Stefano Reniero