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1906 PASSIONE GRANATA magazine

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1906P A S S I O N E G R A N A T A

m a g a z i n e

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3P A S S I O N E G R A N A T A

P A S S I O N E G R A N A T AE D I T O R I A L E

Si è parlato per giorni, settimane, del confronto tra l’ex capitano ed il Toro, ma a Bologna sono stati i granata ad intascare l’intera posta dopo un incontro abbastanza nervoso e che sarebbe po-tuto terminare con un puntreggio ancora più lar-go per la formazione di Ventura, se solo Cerci e compagni avessero chiuso a dovere uno dei tanti micidiali contropiedi.Rossoblu nervosi per la mancanza di risultati e rimasti in dieci nell’intervallo per l’espulsione di un altro ex, Cesare Natali, tra l’altro autore del pareggio dopo la rete iniziale di D’Ambrosio e che nella ripresa avrebbero dovuto recuperare il rigore di Cerci.Il Toro ha vinto senza soffrire più di tanto, se non il patema di subire il pari magari su un tocco ro-cambolesco o una “caduta” che avrebbe potuto innescare il piedino magico di un Diamanti che però aveva le polveri bagnate o resi imprecisi da un nervosismo davvero eccessivo.Certo il Bologna è parso la brutta copia della squadra della passata stagione; Bianchi non è Gilardino, non è riuscito a gestire l’attacco con l’aiuto del barbuto Moscardelli e meno che mai lo ha fatto una volta rimasto solo a battersi con un Glik che nella ripresa, in un contatto fisico, è

parso una roccia contro un fuscello. Può essere che l’emozione abbia giocato un brutto scher-zo a Rolando, ma la brutta prestazione odierna è stata il seguito in fotocopia di quelle di inizio stagione e chiamare in causa l’emozione ci pare quindi voler dare un alibi di cartapesta all’ex ca-pitano granata.Se Bianchi aveva delle rivincite da prendersi do-vrà attendere la prossima occasione, mentre da parte granata si comincia a pensare che il Toro non è poi così brutto come lo si dipingeva poche settimane fa; si gioca in undici, portiere compre-so, e pur se non sono attivati Floro Flores-Messi e qualche altro fenomeno più virtualchiacchierato che reale il futuro non necessariamente dovrà essere così nero.I conti si fanno sempre alla fine (magari il 18 maggio 2014), dando i giusti tempi per assimi-lare un modulo nuovo (anche su quello, dopo un anno passato ad invocarlo perchè tutto d’un tratto è diventato inadatto e brutto?) e trovare l’amalgama con compagni appena arrivati, ma-gari accorgendosi che non sempre gli “scarti” degli altri sono davvero così inutili.

Maurizio Vigliani

Il “fantasma” Bianchi non ferma il Toro

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EditoreAntonio Feliziani

Direttore responsabileAngelo Perfetti

Direttore editorialeMarco Castoro

Progetto e direzione esecutivaAntonio Feliziani

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Relazioni esterneFederica Balbo

Crediti fotografici

Claudio Benedetto

Grafica e impaginazioneValentina Biondi

Hanno collaboratoDaniele Lerario

Maurizio ViglianiAlberto Gallo Stampino

uff.stampa in media

5 editoriale

Settembre 2013Periodico gratuito

di informazione sportiva

6 Aspettando il Derby

10 Le interviste

20 Settore Giovanile

22 Le Interviste

28 Amarcord

26 Club Story

Tutto il materiale cartaceo e fotografico inviato non viene restituitoTutte le collaborazioni ed articoli o servizi sono a titolo gratuitoLa riproduzione di testi ed immagini anche parziale deve essere autorizzata dall’editore

S O M M A R I O

14 Ritratto

24 Italia ai Mondiali

12 Toro News

Ales

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Az. Agr. Pezzuto F.lli. -Via San Carlo, 19 Borgonuovo di Vezza d’Alba 12040 (CN) - PiemonteTel. 017365445 fax 017365627 - www.malot.it - [email protected]

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Aspettando il Derby...di Daniele Lerario

TUTTI I NUMERI DEL

DERBY

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I l derby della Mole è la stra-cittadina più antica d’Italia. Era il lontano 13 Gennaio 1907 quando Torino e Ju-ventus si affrontarono per la

prima volta. E tale incontro coincise anche con la prima partita ufficiale giocata dal Toro. La rivalità sin dagli albori fu caratterizzata dall’origine stessa della compagine granata, nata nel 1906 in seguito alla rifondazione del “Football Club Torinese” proprio per merito di alcuni soci dissiden-ti juventini, tra cui l’ex presidente bianconero Alfredo Dick. Le crona-che di quel primo derby narrano di un gustoso aneddoto: per “vendetta” qualcuno riuscì a chiudere a chiave Dick negli spogliatoi, costringendo-lo così ad intuire l’andamento del match dai commenti del pubblico presente alla partita.Il match si disputò al “Velodromo Umberto I”, uno dei primi velodromi costruiti in Italia nel 1895 e adattato nel 1898 per ospitare il primo cam-pionato italiano di calcio. L’incontro terminò con la vittoria granata per 2-1, con reti di Ferrari-Orsi e dello svizzero Kampfer. Dovettero passare 3 derby per registrare la prima vitto-ria bianconera, un 3-1 allo “Stadio di Corso Sebastopoli”.Da quei sbiaditi e lontani ricordi in bianco e nero, il derby della Mole ha acquisito sempre maggior pre-stigio, soprattutto a livello nazionale nel corso del dopoguerra. A partire dagli anni sessanta, con la massiccia

immigrazione meridionale a Torino, arrivarono dal sud tantissimi tifosi della “Vecchia Signora”, vista per questo come “squadra della FIAT”, mentre la società granata sembrò in-tenzionata a continuare a rappresen-tare lo spirito originario piemontese, con l’intento di ergersi a difesa della più pura “torinesità”.Quello odierno sarà il 186° derby ufficiale tra le due compagini, con un bilancio nei 186 precedenti che vede in vantaggio i bianconeri con 77 successi contro i 55 granata e 54 pareggi. Il computo riguardante i 136 incontri di serie A vede comun-que in vantaggio i bianconeri con 61 vittorie contro le 34 del Toro e 41 pa-reggi.Marcatori – Il miglior marcatore assoluto nella storia dei derby è lo juventino Giampiero Boniperti, con ben 14 marcature. Segue a quota 12 reti Guglielmo Gabetto, il quale ve-stì le maglie di entrambe le squadre torinesi, andando a segno 7 volte con quella bianconera e 5 con quella granata. Miglior marcatore del Toro è Paolino Pulici, autore di ben 9 reti nel corso della sua lunga carriera con la maglia granata.Hans Kampfer – Fu il primo gioca-tore e finora unico a realizzare un po-ker di reti in un derby con la maglia del Toro: Juventus-Torino 1-4 del 3 Febbraio 1907.13 – Sono le stagioni nelle quali non si è disputato il derby, per le dodici stagioni in serie B del Toro e l’unica

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Aspettando il DerbyP A S S I O N E G R A N A T A 1906 P A S S I O N E G R A N A T A1906

1979, durante il quale il Tori-no restò imbattuto per ben 10 incontri e stabilì il record di 4 vittorie consecutive a cavallo tra il 1975 e il 1976.Goleade – Appartiene alla squadra granata il record della vittoria più larga in am-bito di punteggio mai regi-strato nella stracittadina della Mole. Lo scarto maggiore si ebbe in un match del 1912, che si concluse con la vittoria in trasferta del Toro per 8-0; il derby successivo vide un ulteriore successo casalingo dei granata, con il pirotecni-co punteggio finale di 8-6 (la sfida che registrò il maggior

numero di reti realizzate – 14). Il maggior scarto a favore dei bianconeri fu invece un 6-0 del lontano 1952.Rimonte – Il cosiddetto “cuo-re granata” è stato alla base di memorabili rimonte con-dotte ai danni dei biancone-ri che, nonostante il maggior blasone, hanno spesso subito la grande animosità e aggres-sività del Toro. Emblematici sono stati il derby del 27 Mar-zo 1983, quando il Toro, sotto di 2-0, rimontò il risultato se-gnando tre reti in poco più di tre minuti per il 3-2 finale; e del 14 Ottobre 2001, in cui i granata, in svantaggio per 3-0

nel primo tempo, rimonta-rono fino al 3-3 (approfittan-do anche di un rigore fallito da Salas, reso famoso dalla “buca” di Maspero che fece un solco sul dischetto).Che sia proprio l’indomito e orgoglioso spirito granata a far sì che il Toro riesca a in-vertire questo trand negativo. I derby non si vincono solo in campo, ma prima di tutto sugli spalti, con l’ardore del proprio tifo. E il popolo granata vuole conquistare entrambe le par-tite per liberare un urlo che resta strozzato in gola da 18 interminabili anni.

della Juventus, dopo “Calcio-poli”. Curiosità – La squadra gra-nata non vince un derby dal lontano 9 Aprile 1995 (Juven-tus-Torino 1-2). Da allora si sono disputati 14 incontri, ter-minati con 10 successi bian-coneri e 4 pari. Tale striscia negativa supera quella che va dal 13 Febbraio 1949 (Torino-Juventus 3-1) al 4 Marzo 1956 (Juventus-Torino 0-2); anche in quell’occasione i 13 derby intercorsi tra le due vittorie granata videro un bilancio di 9 successi per la Juventus e 4 pareggi.15 – La peggior serie nega-

tiva granata è però di ben 15 derby, un digiuno lungo 101 mesi tra il 6 Maggio 1928 (Juventus-Torino 1-4) e il 4 Ot-tobre 1936 (Juventus-Torino 0-1), con il bilancio di 10 vit-torie bianconere e 5 pari.24 Febbraio 2002 – La data a cui risale l’ultimo gol granata in un derby. Il marcatore di quella rete fu Benoit Cauet. Da quel gol sono stati giocati ben 730 minuti, oltre otto der-by.93 – Sono le partite conse-cutive senza sconfitte allo “Stadio Filadelfia”. La lunga striscia di imbattibilità inter-na del Toro va proprio dal

derby del 31 Gennaio 1943 (Torino-Juventus 2-0) a quello del 6 Novembre 1949 (Torino-Juventus 1-3).Coppa Italia – Il derby di To-rino ha deciso anche una fi-nale di Coppa Italia: nell’edi-zione 1937-1938, infatti, la Juventus si aggiudicò il trofeo sconfiggendo i granata sia all’andata sia al ritorno.Gli anni ’70 – Furono uno dei decenni maggiormente favo-revoli ai granata, tant’è che fecero registrare il più lungo digiuno di vittorie nel derby per i bianconeri: un periodo di quasi sei anni tra il 9 Di-cembre 1973 e il 25 Marzo

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empo di derby, tempo di brividi quali solo la stracittadina sa dare, anche se da ormai troppi anni

è l’avversaria del Toro a gioire ed il popolo granata deve trangugiare bocconi amari, troppo indigesti.Certo non è stato sempre così, il Toro ha dato grandi gioie, grandi emozioni, specie quando a vestire la maglia granata c’era lui: Paolo Pulici, detto PUPI o PULICICLONE, cannoniere granata assoluto e del derby; uno che ancora oggi, al solo nominarlo, fa scendere un brivido lungo la schiena ai tifosi granata.Nove sono le reti d Paolo finite alle spalle del numero uno bianconero di turno, da Tancredi a Zoff; in qualunque modo, di testa, piede o su rigore, anche se quella più famosa resta il pallonetto infilato quasi da metà campo al portierone mondiale.Ci facciamo raccontare quel gol dallo stesso Paolo: “c’è

un rilancio, la palla è mia, incollata ai miei piedi, nessuno può prendermela; vedo Dino fuori porta, penso che si è suicidatoe fatti pochi passi scaglio un pallonetto lungo, incrociando la porta. La curva bianconera sparisce, c’è solo il granata!”Uno tra i più duri avversari di Paolo, nel derby, è stato un “vecchio pirata” Francesco Morini, detto Morgan, stopper di quelli che quando ci incrociavi i tacchetti venivano fuori scintille!Morini ha una teoria su quei duelli ed è “il militare per anni nella stessa formazione, magari già dalle giovanili; affrontare avversari con cui incrociavi i tacchetti in sfide incredibili, piene di odio sportivo, bonario, dove però non mancava quella cattiveria agonistica che oggi non c’è più; quella carica che solo anni di militanza con la medesima maglia ti davano”.Per Pulici “il derby era LA PARTITA, sentita oltre ogni idea; la partita che iniziavi a

sentire prima che arrivasse la fatidica settimana; tanto che l’incontro precedente sembrava più un allenamento pre derby, il modo migliore per prepararsi al meglio ad affrontare la stracittadina”.Anche per i compagni di Pupi quella era l’occasione principale della stagione: difficilmente si lottava per il titolo, ma la supremazia cittadina spesso serviva a compensare il non potersi cucire sul petto il triangolo tricolore, e se poi vincere il derby voleva dire far perdere lo scudetto ai bianconeri, beh, è difficile non immaginare la soddisfazione di un popolo sanguigno come quello torinista.Cereser, Rampanti, Castellini, erano tranquilli con Paolo là davanti e lo raccontano con passione anche oggi, dopo decenni; mentre Morini e Furino ancora ricordano quella furia che dava grattacapi come nessuno, imprevedibile dall’inizio alla fine.Poco importava che non

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i DERBY del CANNONIERE

Le interviste ...a cura Maurizio Vigliani P A S S I O N E G R A N A T A 1906 P A S S I O N E G R A N A T A1906

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toccasse palla, che lo si bloccasse in qualsiasi modo, come ricorda ancora Morini: “perchè bastava un attimo e ti fregava, anche se gli eri appiccicato addosso come una sanguisuga, se gli toglievi il fiato”.Sarà pure cambiato tutto in questi anni: il calcio, il mondo, quello che vogliamo, ma per noi il derby non può cambiare,

resta “LA PARTITA” e se è impossibile tornare indietro, se non con la mente ed i ricordi, guardare avanti vuol dire inseguire la vittoria al di là della forza granata e del potere bianconero; perchè alla fine ha ragione Eraldo Pecci “Il Toro non può perdere”, mai ed in ogni caso e torneremo a sorridere, vincere, magari già da oggi.

Le interviste

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Toro News

Toro NewsP A S S I O N E G R A N A T A

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TORINO - L’ultima Torino-Milan è una di quelle partite che si prospettano dai lun-ghissimi strascichi di pole-miche, che in men che non si dica si esauriscono però nel giro di una settimana, forse meno, con la Champions alle porte. Certo è che le emozio-ni non sono mancate, con un clamoroso vantaggio grana-ta dilapidato nel finale, con giocatori a terra e mancate sostituzioni, un rigore inecce-pibile ed una rimonta caval-leresca.ARTIGLIO DEL DIAVO-LO - Erba medica salutare in molti casi, usata molto in Africa ma in diffusione negli ultimi tempi anche in Europa, grazie all’omeopatia che sta prendendo piede, rischia di diventare un pericolosissimo mezzo di offesa, dato che, se usato male, ha il potere di ustionare la parte di pelle con cui entra in contatto. Così il Milan, non per nulla “amico” del Diavolo, nominalmente e cromaticamente parlando: partita in salita, docile rimon-ta, cinica conclusione, con un Toro ustionato dalla testa ai piedi.CERCI vs KAKA’ - Per la

serie “Si fosse chiamato Cer-cinho adesso sarebbe al Bar-cellona“: Bocciato da Roma e Fiorentina, a Torino Cerci ha ritrovato se stesso, forse di più, con un allenatore spre-giudicato ed esperto come Ventura che ha saputo pla-smargli intorno la squadra perfetta. Tutti pendono dalle sue labbra, il pubblico vuole la giocata, i compagni bra-mano passargli ogni pallone, e lui illumina, brilla, svetta su tutti. Anche su Kakà? Sì, an-che su di lui, alla prima nella nuova avventura rossonera. Non basta essere brasiliani e possedere un nome mediati-camente importante: ha vinto Cerci, ed è facile che vinca sempre, fino alla fine della stagione, dimostrando di es-sere uno degli azzurri più in forma e qualitativamente mi-gliori in circolazione. Per la cronaca, il granata ha anche siglato il 2-0 provvisorio.TUTTO NELLA RIPRESA - Il primo tempo lo si può facil-mente archiviare, con appe-na un tiro in porta di Mon-tolivo che, sfortunatamente per i rossoneri, si infortuna poco prima del rientro negli spogliatoi. Il Torino gestisce,

il Milan studia l’avversario, troppo imballato per pungere la retroguardia di casa. Nella ripresa la storia cambia con D’Ambrosio che, con velleità funamboliche, brucia Zaccar-do e sul primo palo castiga Abbiati. Il resto parla del rad-doppio di Cerci, abile a sfrut-tare un pallone perso da Poli sulla trequarti avversaria, e di bolidi di Balotelli, che però non riesce a concretizzarli.GRAFFIO FATALE - Che gli artigli di quel diavolo fossero avvelenati? Può essere, per-chè all’86° Muntari affonda le unghie nella carne calda e pulsante del Toro, infliggen-dogli una sorta di paralisi: squadra bloccata, ora inca-pace di gestire il possesso palla. Poi solo paroloni da bar sport, una storia ormai da chiudere nei cassetti dei ri-cordi, con Larrondo a terra e la panchina granata a chiede-re un cambio che non viene effettuato, l’arbitro che non si sincera delle sue condizioni e Pasquale che stende Poli. Po-trà mai Balotelli sbagliare un rigore? E’ 2-2, il Toro scalpita ancora, è ferito ma non morto, il Diavolo ha un sorriso bef-fardo, ce l’ha fatta ancora.

...a cura Alberto Gallo Stampino

L’ARTIGLIO DEL DIAvOLO fERISCE IL TORO:

2-2 CON POLEMIChE

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K amil Jacek Glik (Jastrzębie-Zdrój, 3 febbraio 1988) è un calciatore polacco, difensore

del Torino, di cui è il capitano e della Nazionale polacca.Caratteristiche tecniche È un longilineo difensore centrale solido fisicamente, dotato di grande concentrazione ed agilitàCARRIERA Club Gli esordi in Polonia, Real Madrid C e Piast GliwiceHa iniziato la carriera nelle giovanili di MOSiR Jastrzębie Zdrój e WSP Wodzisław Śląski, e in seguito è passato allo Silesia Lubomia.Segue un’esperienza in Spagna, nell’Horadada, che gli permette di essere notato dal Real Madrid e di venir tesserato per la squadra “C” delle merengues. Qui milita per due stagioni, fin quando nel 2008 non fa ritorno nel suo paese accasandosi con il Piast Gliwice.Nella prima stagione disputa 26 partite di campionato, mentre nella stagione 2009-2010, invece, segna 2 reti nelle 28 partite, ben distinguendosi. PALERMOAl termine della stagione i dirigenti del Piast Gliwice lo offrono agli italiani del Palermo e il 7 luglio 2010 viene ufficialmente ingaggiato dai siciliani, che acquistano il giocatore a titolo definitivo facendogli sottoscrivere un contratto quinquennale; l’acquisto è stato perfezionato presso la Lega Serie A sette giorni dopo.Esordisce con la maglia rosanero nell’andata dei play-off di Europa League contro gli sloveni del Maribor (vittoria per 3-0), giocando titolare. Per lui si è trattato dell’esordio in una competizione internazionale per

Ritratto ...a cura della Redazione P A S S I O N E G R A N A T A 1906 P A S S I O N E G R A N A T A1906

14 Ritratto

club. In seguito non viene quasi mai inserito fra i 18 giocatori che compongono la distinta, e fino alla pausa invernale colleziona solamente altre tre presenze nella fase a gironi di Europa League, non riuscendo dunque a debuttare nel massimo campionato italiano con la maglia rosanero.BARIPochi giorni prima della riapertura ufficiale del calciomercato, il Palermo concede una deroga al giocatore permettendogli di allenarsi - già alla ripresa fissata per il 28 dicembre - con la sua nuova squadra, il Bari. Si trasferisce così in prestito fino al termine della stagione, fortemente voluto dall’allenatore Giampiero Ventura. Il contratto viene depositato il 4 gennaio 2011 e alla ripresa del campionato, il 6 gennaio, viene schierato titolare nel derby Lecce-Bari (0-1), in cui ben figura, debuttando quindi nel massimo campionato italiano. Dei Galletti è un titolare, giocando 16 partite in campionato ed una in Coppa Italia. Alla 35ª giornata, in Bari-Roma (2-3), rimedia un cartellino rosso ed una conseguente squalifica di tre giornate che di fatto gli fanno concludere anzitempo la stagione: la sua ultima partita con il Bari è dunque quella contro i giallorossi Finito il prestito, ritorna al Palermo, ma non viene convocato per il ritiro estivo, venendo quindi messo sul mercato. TorinoIl 12 luglio 2011, dopo aver sostenuto già degli allenamenti, passa in compartecipazione al Torino, in Serie B per 300.000 euroEsordisce in maglia granata il 13 agosto in Torino-Lumezzane (1-0) del secondo turno di Coppa Italia, giocando titolare. Segna il primo gol alla 34ª giornata, nella partita Torino-Reggina sbloccata dalla

KAMIL GLIK

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sua rete e sospesa per maltempo all’intervallo (la conclusione della partita ha lasciato invariato tale risultato). A fine stagione ottiene la promozione in Serie A, dopo aver giocato 23 partite in campionato (con 2 gol) e una in Coppa Italia.Il 22 giugno 2012 Palermo e Torino si accordano per il rinnovo della compartecipazione. Il 31 ottobre 2012 segna il suo primo gol in Serie A, nella decima giornata di campionato in casa della Lazio, aprendo le marcature segnando di testa su calcio d’angolo l’1-1 finale. Il 20 giugno il Torino acquisisce l’intero cartellino del giocatore risolvendo a proprio favore la compartecipazione con il PalermoPer la stagione 2013-2014 è il capitano della squadra dopo la partenza di Rolando Bianchi. NAzIONALEDopo aver disputato 14 partite e segnato 3 reti con la Nazionale polacca Under-21, nel 2010 ha esordito in Nazionale maggiore, dopo la convocazione senza esordio per una partita del 18 dicembre 2009: è stata la prima volta che un tesserato del Piast Gliwice, squadra con una lunga storia, è stato convocato nella Nazionale polacca. La gara del debutto è stata quella del 20 gennaio 2010 contro la Thailandia nella King’s Cup, partita vinta per 3-1 nella quale ha segnato la sua prima rete internazionale nei 43 minuti giocati, sbloccando il risultato.La prima partita ufficiale in Nazionale da lui disputata è quella del 3 marzo contro la Bulgaria vinta per 2-0.Il 17 ottobre 2012 realizza di testa il gol del definitivo pareggio nella gara casalinga di Qualificazione ai Mondiali 2014 contro l’Inghilterra.

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Giovanili Granata

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Settore Giovanile...a cura di Maurizio Vigliani P A S S I O N E G R A N A T A 1906 P A S S I O N E G R A N A T A1906

20 Settore Giovanile

no degli argomenti che da sempre appassiona la gente granata è quello relativo ai giovani, a quel

pezzo della Società che per anni ne è stato il fiore all’occhiello, la “miniera” da cui uscivano gioielli tra i più fulgidi del calcio italiano.Ora, a noi piacerebbe raccontarvi qualcosa di questo Settore Giovanile, ma non in chiave di risultati o resoconti di partite, no, non di quelle; a noi piacerebbe parlare degli uomini, di coloro che fanno parte di questa porzione di Torino, di coloro ai quali è affidato il compito di crescere dei campioni, ma prima ancora di aiutare il cammino di bambini nel diventare uomini.Prima di fare questo vogliamo però raccontarvi una cosa

successa per la prima volta dopo quasi 107 anni di vita del Toro: la presentazione delle principali formazioni del Settore Giovanile Granata, dalla primavera ai Giovanissimi, con tanto di sfilata davanti al pubblico, di applausi, di dichiarazioni orgogliose.Tutto questo è successo a Cantalupa, alle porte di Pinerolo, sede del ritiro delle formazioni coinvolte, grazie al lavoro di persone che al Torino vogliono bene: le amministrazioni comunali di Cantalupa e Frossasco, naturalmente il Torino ed il Toro Club “Ermanno Eandi” di Frossasco, guidato dal suo Presidente, Paolo Dora.Gran cerimoniere delle tre serate è stato il poeta e cantore granata Ermanno eandi, affiancato di volta in volta dalle CheerleaderItalia,

dal gruppo “Antico Borgo di San Donato” di Frossasco e dai “granatini” del TC Frossasco.Non è mai troppo tardi per le novità, per vedere cose belle che accompagnano il cammino granata, ed è stato un piacere che a condividere questi appuntamenti speciali siano stati presenti il Responsabile Tecnico del Settore Giovanile, Massimo BAVA, ed il neo Segretario, Vincenzo D’Ambrosio; così come belle sono state le loro parole, semplici e dirette, senza demagogia e promesse, se non quella dell’impegno nel lavoro cui sono chiamati.Moreno LONGO (Primavera), Roberto FOGLI (Berretti), Andrea MENGHINI (Allievi Nazionali), Christian FIORATTI (Allievi Nazionali B), Luca MEZZANO (Giovanissimi Nazionali) ed i

rispettivi staff tecnici hanno accompagnato i loro ragazzi, quelli cui è affidato il futuro del Torino, quelli su cui sono riposte le speranze per un domani tinto di granata.Non ci resta quindi che sottolineare come l’entusiasmo e l’emozione l’abbiano fatta da padrone in questi appuntamenti, nuovi ma così belli ed a cui sarà difficile rinunciare negli anni a venire; specie se quanto costruito in questi ultimi difficili momenti saprà dare i frutti da tutti auspicati.

Responsabile Tecnico, Massimo Bava Segretario settore giovanile, Vincenzo D’Ambrosio

Allenatore Allievi Nazionali, Andrea Menghini Allenatore Allievi Nazionali B, Andrea Fioratti

Allenatore Giovanissimi Nazionali B, Luca Mezzano Allenatore Primavera, Moreno Longo

Allenatore Berretti, Roberto Fogli

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ed appuntamento a prossime occasioni per seguire le vostre partite e far conoscere anche i tuoi compagni ed i dirigenti a tutti i tifosi che seguono 1906 Passione Granata.r - Grazie a voi, grazie al magazine e sarà un piacereincontrarci nuovamente anche sul campo di calcio.Il Torino F.D. è una realtà di persone che nulla hanno di diverso da coloro che vengono definiti “normodotati”,

compresa la voglia di fare calcio, di divertirsi correndo dietro ad un pallone.Per fare questo hanno bisogno del nostro aiuto, magari anche solo della presenza e dell’incitamento sugli spalti; perche SOLIDARIETA’ non è, come molti credono, riempirsi la bocca di belle parole fini a se stesse, SOLIDARIETA’ è impegnarsi a fare qualcosa di concreto, di tangibile, per gli altri.

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TORINO f.D.

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Le interviste ...a cura di Maurizio Vigliani P A S S I O N E G R A N A T A 1906 P A S S I O N E G R A N A T A1906

22 Le interviste

assione Granata ha incontrato Claudio Girardi, fondatore e Presidente del Torino F.D.

d - Claudio, come e quando è nata la “favola” del Torino F.D.?r - Tutto è partito dall’aver organizzato, nel 2009, una partita di beneficenza contro le Vecchie Glorie del Torino; insieme a me ha giocato un ragazzo disabile di Reggio Emilia, Daniele Braglia, che mi ha invitato nella sua città dove esisteva una formazione di disabili. Ho fatto qualche allenamento con loro e sono stato invitato a partecipare ad un torneo

internazionale in Svezia; lì ho incontrato realtà a me sconosciute: il Chelsea, il Monaco, l’Everton ed altre formazioni, tutte riconosciute dalle rispettive Società professionistiche.Così mi è venuta l’idea di contattare il Torino ed il presidente Cairo, per il riconoscimento di una nuova realtà che stava per nascere e, passati alcuni per contatti anche con il Comitato Paralimpico, è nato il Torino F.D., riconosciuto dalla Società granatache ci ha fornito il materiale tecnico e l’appoggio mediatico, oltre al campo d’allenamento.d - E qui la favola è divenuta

realtà! Quali sono stati i primi approcci, i primi avversari?r - Sopratutto formazioni straniere, perchè nel Nord Europa l’organizzazione è molto più avanzata, ed anche nell’Est europeo, in Russia ed Ucraina per citare alcuni esempi, c’è una sorta di semi professionismo a favorire l’attività calcistica per disabili.d - Poi avete fatto il salto ed avete disputato il campionato UISP regionale.r - Si, perchè giocare contro formazioni di normodotati non è un problema ed i risultati, anche i pareggi o le vittorie, non sono stati “regali”, ma sono arrivati grazie alla volontà ed anche alla bravura.

d - Cosa serve per la crescita del movimento?r - intanto che le Società professionistiche seguano la via del Torino FC, supportando la nascita di nuove formazioni che permettano la nostra crescita; poi serve che ci sia l’aiuto del Comitato Paralimpico e del CONI, per poter unire le varie categorie di disabilità, permettendo di formare squadre anche disomogenee.Qualcosa è già stato fatto, specie a livello di bambini con la creazione di vere e proprie scuole calcio, ma serve tanto lavoro, iniziativa e buona volontà per riunire realtà oggi parecchio frammentate.d - Passiamo all’attività del Torino F.D.r - La difficoltà maggiore è quella di ritrovarsi per gli allenamenti, perchè molti dei componenti la squadra abitano in giro per il Piemonte o addirittura in altre Regioni. Si sta lavorando comunque per la nascita di campionati Interregionali, con finali nazionali; stiamo lavorando per questo anche come Torino F.D. e speriamo di poter iniziare fin dal prossimo ottobre.d - Come si finanzia il Torino F.D.?r - Con donazioni, sponsor diciamo istituzionali ed un piccolo aiuto finanziario del Torino FC, oltre all’intervento di fan e sponsor occasionali, che ci permettono comunque l’attività.d - Cladio, grazie per ora del tempo che ci hai dedicato

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i s s i o n e c o m p i u t a per Cesare Prandelli e la Nazionale di calcio,

che proprio a Torino contro la Repubblica Ceca, stacca il biglietto per il Mondiale brasiliano del 2014.L’unico granata convocato, Alessio Cerci, ha seguito l’incontro comodamente seduto

in tribuna, dati i problemi muscolari che l’attaccante si è portato dietro nel doppio impegno degli azzurri.Molto meglio non rischiare di peggiorare un problema di poco conto che però potrebbe causare ad Alessio ed al Toro guai di enorme portata.Cerci è troppo importante per Ventura, specie in questo momento della stagione, dove c’è da migliorare l’intesa con i

nuovi compagni e, sopratutto, un modulo che ancora è da perfezionare da parte della pattuglia granata.Il cambio di posizione, dopo le prime perplessità, non ha impedito a Cerci di dimostrare di saper andare a rete con una certa continuità e chissà che non sia un vantaggio in più quando verrà stilato l’elenco degli uomini da portare in Brasile.

Italia ai Mondiali...a cura di Maurizio Vigliani P A S S I O N E G R A N A T A

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Club Story ...di Maurizio Vigliani P A S S I O N E G R A N A T A 1906 P A S S I O N E G R A N A T A1906

egni particolari? Granata, verrebbe da dire, ma trattandosi di un Toro Club, anche il granata più granata

che c’è risulterebbe banale, e allora?SIMPATICI, ecco l’aggettivo giusto per gli amici del Toro Club “Roberto Rosato” di Chieri, che siamo andati a trovare per farci raccontare di loro, della loro storia, della fede granata che li accomuna. Singolare la nascita del Club, avvenuta nel 2010, grazie all’idea lanciata, guarda caso a tavola, da uno che di Toro se ne intende eccome, don Aldo Rabino: “Chieri è feudo granata da sempre e dopo anni d’assenza è ora che torni ad

esserci un Toro Club”.Detto e fatto, grazie anche alla facilità di contatto data dai social network ed alla necessaria buona volontà, Chieri ha nuovamente il proprio Club, intitolato senza tentennamenti ad un chierese e granata doc, Roberto Rosato, che proprio in quei giorni aveva ritrovato negli stadi celesti gli amici Giorgio e Gigi, a ricomporre un trio di campioni da sogno, una spina dorsale favolosa per qualsiasi compagine anche dei giorni nostri.Tre anni, tre anni di Toro da amare al di là dei risltati, da seguire in casa e trasferta, alla Sisport come a Sappada, Bormio o Mondovì; tre anni in cui gioire, fare festa o magari

smoccolare per una sconfitta, un mercato poco convincente, una promessa non mantenuta, ma sempre nei modi giusti, senza insulti.Tre anni in cui qualcuno ha lasciato la compagnia ma altri sono arrivati a rafforzare le fila; tre anni in cui non c’è stato solo il Toro, ma anche solidarietà verso chi è meno fortunato, aiuto a chi ne ha bisogno, una mano tesa nei confronti di tutti; fatti e concretezza insomma, senza tante chiacchiere e riflettori accesi, senza fare tante parole che spesso rimangono fini a se stesse.Dal Presidente, Carlo Benedicenti, al suo vice, Paolo Bertola; dai componenti il Direttivo all’ultimo iscritto, al

Club Story

TC Rosato si respira aria pura, aria che ti viene voglia non solo di condividerla ma di esserne parte, magari con una risata ed un brindisi dopo un’animata discussione su questo o quel giocatore, su questo o quell’argomento che, al centro, hanno sempre il TORO!Perchè a Chieri, come nel resto del mondo granata, ognuno ha naturalmente le proprie opinioni, i propri gusti e la “ricetta magica” per poter rivedere il Toro, quello vero, o chissà, quello di tanti sogni mai completamente esauditi.Grazie allora ed un saluto a questi amici, granatamente parlando davvero speciali.

Toro Club “Roberto Rosato” Chieri

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29P A S S I O N E G R A N A T A

ROBERTO ROSATO (Chieri, 18 agosto 1943 – Chieri, 20 giugno 2010) è stato un calciatore italiano, ha ricoperto il ruolo di difensore centrale. Campione europeo nel 1968 e finalista mondiale nel 1970 con la Nazionale italiana.Carriera Club Crebbe calcisticamente nelle giovanili del Torino, la squadra che lo fece esordire in Serie A il 2 aprile 1961 in Fiorentina-Torino (1-1). Da professionista vestì per sei stagioni la maglia granata.Soprannominato Faccia d’angelo, per via dei tratti gentili del suo viso in contrasto con i suoi modi decisi e spesso rudi in campo, Rosato era un difensore centrale di sicuro rendimento e per questo motivo

fu notato da Nereo Rocco, che lo volle al Milan, club presso il quale si trasferì nel 1966, per puntellare il reparto arretrato. Con il Milan vinse subito la Coppa Italia (1966-1967) e, in sequenza, lo scudetto e la Coppa delle Coppe nel 1968, la Coppa dei Campioni nel 1969 e la successiva Coppa Intercontinentale.Del 1972 e del 1973 sono ulteriori due Coppe Italia consecutive, più un’altra Coppa delle Coppe, l’ultimo trofeo conquistato da Rosato prima del suo trasferimento al Genoa, avvenuto nell’estate del 1973.Nel club genovese giocò quattro stagioni, scendendo una volta in Serie B e vincendo una volta il campionato cadetto. Al termine del campionato

1976-1977, Rosato si ritirò dal calcio professionistico. Continuò ancora per 2 stagioni con la maglia dell’Aosta, in Serie D, fino al ritiro definitivo nel 1979.NazionaleIn Nazionale A il 13 marzo 1965 ad Amburgo in Germania Ovest-Italia (1-1), dopo qualche partita nella selezione B e nell’Under-21. Con questa rappresentativa vinse nel settembre 1963 i Giochi del Mediterraneo di Napoli e disputò 4 gare di qualificazione (contro Turchia e Polonia) per i XVIII Giochi Olimpici di Tokyo ai quali l’Italia si qualificò. Divenne titolare fisso dopo la non positiva prestazione italiana al campionato del mondo in Inghilterra nel 1966 e

fece parte della squadra che vinse il campionato d’Europa 1968 che si tenne in Italia. Nel 1970 prese parte al nono campionato del mondo svoltosi in Messico, nel corso del quale fu tra i protagonisti della storica semifinale Italia - Germania Ovest 4-3. Giocò anche la successiva finale, persa per 4-1 contro il Brasile, venendo infine scelto come miglior stopper del torneoIn otto anni vestì complessivamente la maglia della Nazionale per 37 volte.MorteIl 20 giugno 2010 viene resa nota dai mass-media la sua morte, nel giorno in cui la Nazionale italiana affronta la Nuova Zelanda al campionato del mondo 2010; per l’occasione, gli azzurri indossano il lutto al braccio.[5] Rosato aveva combattuto per dieci anni contro il cancro[ I funerali si sono svolti il 22 giugno 2010 nel duomo di Chieri.

fACCIA D’ANGELO

Amarcord ...di Redazione P A S S I O N E G R A N A T A 1906 P A S S I O N E G R A N A T A1906

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CulturalToro P A S S I O N E G R A N A T A

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CuriosiToro

nizia con la partenza della stagione una rubrica dedicata alla “cultura” in chiave granata, perchè la storia centenaria del Torino è stata fonte

importante per scrittori, registi, scenografi e tutti coloro che hanno voluto cimentarsi con le pagine scritte in 107 anni di storia.Quanti conoscono la storia della “Coppa Ballarin” o sanno il perchè lo stadio di Giulianova (Teramo) sia dedicato a Rubens Fadini? E quante volte il Grande Torino è sceso in campo nella formazione che ogni tifoso granata “vero” conosce a memoria e dove quella mitica compagine svolgeva il ritiro pre campionato?Ed ancora, quanti e quali sono i soprannomi di chi nel corso degli anni ha vestito la maglia granata; oppure dove, non solo in Italia (ma non a Torino), sono ricordati gli “Angeli”?Un piccolo anticipo possiamo offrirlo ai tifosi granata, svelando il perchè lo stadio di Giulianova porti il nome di Rubens Fadini, uno dei granata più giovani al momento del tremendo schianto sul colle di Superga, dato che era nato il 1 giugno 1927, uno cui erano bastate dieci sole presenze ed una rete per imporlo all’attenzione

I

...di Maurizio Vigliani

dei tifosi e degli esperti dell’epoca, cui non era stato difficile pronosticargli un futuro da fuoriclasse, tante e tali erano le qualità messe in mostra.Qual’è allora la particolarità che lega Fadini e Giulianova? Non essendoci alcun legame con la città abruzzese o la regione, è il modo della scelta ad essere del tutto singolare; perchè i nomi che passarono nella mente del presidente giuliano furono inizialmente quelli dei componenti più famosi il Torino, ma la scelta era difficile, non volendo far torto a nessuno.Ecco allora l’idea: 19 bigliettini con i nomi dei granata, un cappello a fare da urna e lasciare che fosse la sorte a decidere.Dall’urna, o meglio dal cappello, uscì il nome di Rubens Fadini, che da quel momento campeggia all’ingresso dello stadio abruzzese.Ultimo particolare curioso del racconto? Il presidente del Giulianova si chiamava... Luigi Granata!

E’ arrivato dunque il momento di svelare di cosa stiamo parlando? Ebbena si, di un libro, e più precissamente di CuriosiToro, edito dalla Bradipo Libri, curato da una “madrina” d’eccezzione qual’è Carla Maroso, scritto a otto mani da Gianpiero Zullo, Flavio Pieranni, Daniele Costelli e Davide Antonetti, in ordine alfabetico volutamente al contrario, perchè altrimenti dove sarebbe la particolarità nell’essere granata? Oltre agli autori vanno citati lo stesso Flavio Pieranni per i disegni e Max Piretta per le vignette, a partire da quella che campeggia sulla copertina.Qualcuno obietterà certamente sul duecentesimo (però, siamo sicuri siano così “pochi”?) volume granata? Conoscendo un po’ di cose granata c’è da scommerterci, ma di una cosa si può stare certi: il Toro è fonte inesauribile di novità e CuriosiToro non ne sarà l’ultimo esempio, da leggere ... naturalmente!

 

“INSIEME PER ISABEL”serata a scopo BeneficoSabato 26 Ottobre 2013 ore 20,00Ristorante Casa Casellae ChieriPiazza Caselli n° 4 Chieri (ex Piazza Trieste)

Serata dedicata ad Isabel: Una bellissima bambina nata il 12/12/04 a Moncalieri (To), ho 8 anni e otto mesi, sono ricciolina, bionda, ho due occhioni azzurri molto espressivi, con i quali trasmetto ogni mia emozione…inizio a raccontarvi la mia storia da, quando sono e come sono nata: con taglio cesareo d’urgenza ( all’ospedale Santa Croce di Moncalieri), perché la mia mamma dopo 38 ore di travaglio, si è accorta che stavo soffrendo e che il mio cuoricino quasi non batteva più.I medici hanno dovuto eseguirmi la rianimazione in sala parto, la mia mamma aveva ragione ad aver avuto paura per me…… questo anche perché non avevo un tracciato rassicurante.Nonostante tutto già alla nascita ero una bellissima bimba di 2 kg e 950 gr.Mi hanno trattenuta in ospedale per 10 giorni a causa di un’infezione alle vie urinarie e per un’iperazotemia.Dopo un felicissimo e abbondante allattamento, mia mamma si accorge che c’è qualcosa che non va, sospetta un ritardo così è constatato un ritardo nelle acquisizioni, problemi d’equilibrio e ad effettuare i passaggi posturali. Successivamente sono ricoverata per un inquadramento diagnostico presso la Neuropsichiatria infantile dell’ospedale Regina Margherita, poi eseguo

altri ricoveri e accertamenti genetici presso l’ISTITUTO SCIENTIFICO EUGENIO MEDEA, Associazione la Nostra Famiglia.E questo è solo l’inizio della lunghissima serie di giornate pesantissime in ospedale tuttora in corso alleviate dalla costante presenza della mia mamma.NEL CORSO DELLA SERATA VERRANNO RACCOLTI FONDI A FAVORE DELL’ASSOCIAZIONE “INSIEME PER ISABEL” Dall’anno di fondazione del club 2010 seguiamo la storia di isabel.

Si possono già effettuare le donazioni versando sul conto del club che poi a sua volta lo verserà sul conto dell’associazione pro isabel.codice iban: IT57Y0343130360000000676580 BANCA CARIGEAGENZIA DI CHIERI causale:insieme per isabel conto intestato al Torino club chieri Roberto RosatoDall’anno di fondazione del club luglio 2010 il club segue il caso di isabel.Per informazioni e prenotazioni della serata contattare il Sig. Bertola Paolo al seguente indirizzo email : [email protected]

http://www.insiemeperisabel.it/

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[email protected]@gmail.com

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