Passeri e Storni · 2013-03-14 · castana, la gola nera e le guance biancastre. La femmina ed i...
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Lezione Parte Specifica Passeri e Storni
Sistematica, distribuzione e morfologia
Sistematica
PASSERIFORMI
ALAUDIDI STURNIDI CORVIDI TURDIDI FRINGILLIDI PLOCEIDI
Corvidi cacciabiliCorvo
Cornacchia grigia Cornacchia nera
GazzaGhiandaiaTaccola
STORNOALLODOLA
Turdidi cacciabiliMerlo
CesenaTordo bottaccioTordo sassello
FringuelloPeppola
Cardellinoverdone
PASSERIPassera d’Italia
Passera OltremontanaPassera Mattugia
Passera Sarda
• A prima vista possono sembrare tutti uguali, soprattutto perché essendo uccelletti estremamente comuni non li consideriamo mai più di tanto; ma se li osserviamo più attentamente noteremo che tra di loro ci sono delle differenze di colorazione del piumaggio. Si possono osservare comunemente nel nostro territorio fino a tre specie diverse di Passeri, lungo la costa anche quattro.
Passer domesticus
• Identificazione: taglia 14,5 cm. Peso 20-30gr. Forse l’uccello più familiare . Il maschio si riconosce per il vertice grigio scuro, la nuca castana, la gola nera e le guance biancastre. La femmina ed i giovani non hanno la gola nera e sono bruno sporco di sopra e bianco grigiastro di sotto, senza segni di riconoscimento. Il maschio della Passera d’Italia, il cosidetto P.d. italiae ( ora considerato un ibrido fra la Passera Oltremontana e la P. Sarda).
Passer domesticus• Voce: Garrula e
variata. Un forte cipp, cissis e varie note grattate e cinguettate.
• Habitat:Aree coltivate e zone con costruzioni, raramente lontano dalle abitazioni. Nidifica nei buchi e nelle fenditure dei fabbricati, nell’edera ecc.
Passer domesticus
• Passera Oltremontana Femmina• Passera Oltremontana Maschio
Passer domesticus
• Passera Oltremontana Maschio disegno• Passera Oltremontana Maschio
Passer domesticus
• Passera Oltremontana Maschio e Femmina• Passera Oltremontana Maschio
Passer domesticus
Passer italiae• Identificazione: taglia 15-16 cm. Peso 22-35gr.
Somiglia alla P. Oltremontana ( tanto da essere considerata da molti Autori una sottospecie: P. domesticus italiae), ma il maschio, in piumaggio nuziale ha colorazione più brillante con il vertice castano rosso acceso ( non grigio ) e parti inferiori e guance più bianche. Il piumaggio è piùopaco e grigio, d’inverno. La femmina ed i giovani non si distinguono, in libertà, da quelli della passera oltremontana. Comportamento, voce ed Habitat come quelli della P.Oltremontana
Passer italiae
• Passera d’Italia Maschio• Passera d’Italia Maschio imbalsamato
Passer italiae
• Passera d’Italia Maschio• Distribuzione della Passera d’Italia
Passer italiae
Passer hispaniolensis• Identificazione: taglia 15 cm. Peso 22-35gr. Il
maschio ha il vertice rosso castano, come nella P. d’Italia, ma si riconosce da questa e dalla Passera Oltremontana per il nero alla gola e dell’alto petto molto più esteso, fianchi striati di nero e dorso molto più fortemente marcato. La femmina ed i giovani sono indistinguibili, in libertà, da quelli della P. oltremontana, sebbene le guance siano più bianche e le parti superiori più scure. Comportamneto e volo più o meno come quelli della passera oltremontana ma più spesso si vede in folti gruppi lontano dalle abitazioni
Passer hispaniolensis
• Passera Sarda Maschio, particolare del dorso• Passera Sarda Maschio
Passer hispaniolensis
• Passera Sarda Maschio• Distribuzione della Passera Sarda
Passer hispaniolensis
Passer.hispaniolensiscanto
Passer montanus
• Identificazione: taglia 13,5 cm. Peso 19-25gr. Sessi simili. Si distingue dal maschio della P. Oltremontana per il vertice bruno cioccolato carico e per la macchia nera sulle copritrici auricolari bianco puro, quasi a formare un collare bianco. Più ritirata della p. Oltremontana.
• Voce: Più acuta di quella della P. Oltremontana. Un breve metallico cick o ciop. Un ripetuto cit tciup ed un rapido gorgheggio. Il richiamo, in volo, è inconfondibile: tek-teck
Passer montanusHabitat: Più rurale della
P. Oltremontana; nell’Europa occidentale, nei paesi orientali e meridionali si trova anche vicino alle abitazioni e nel Nord si trova anche nella tundra. Nidifica nei buchi degli alberi, specialmente salici capitozzati, cassette nido, covoni, ecc.
Passer montanus
• Passera Mattugia detta in dialetto romagnolo anche “Zàlgot”
Passer montanus
• Passera Mattugia detta in dialetto romagnolo anche “Zàlgot”
Passer montanus
• Coppia di Passera Mattugia • Disegno di Passera Mattugia
Passer.montanuscanto
• Sagoma dalle forme compatte e raccolte, abbastanza aggraziate nonostante siano un po’tozze. Lunghezza 21-23 cm. Peso 75-95 gr. Sessi quasi simili, il maschio si distingue per le macchioline sul petto ( a forma di cuore ) piùpiccole e per la maggior presenza di riflessi iridescenti ( soprattutto nel periodo riproduttivo). Adulti: colorazione generale nero-lucida con riflessi iridescenti verdi, porporini e violetti; soprattutto su testa, collo, mantello, petto e fianchi. Le penne di queste parti sono lanceolate con macchie apicali.
• Giovani: livrea inizialmente monocromatica da grigio-brunastro a nocciola-isabella. L’assunzione del piumaggio da adulti è graduale ed inizia dalla zona caudale in su. Gregario, si riunisce in stormi anche numerosissimi. Stanziale, erratico, di passo ed invernale. Passo autunnale: settembre-metà novem.Passo Primaverile: Marzo.Allegro, litigioso e garrulo. Volo rapido e dritto, ogni tanto con qualche planata.
• D’inverno e autunno sta in enormi stuoli che si riuniscono in densi e rumorosi dormitori nelle città, boschi e canneti all’imbrunire.
• Voce:Un aspro, discendente tciirr, anche una mistura di chiari e quasi umani fischi e rumori svariati, il tutto cucito in lungo canto emesso dalla cima di un comignolo o di un albero. Buon imitatore.
• Habitat:Ugualmente a suo agio in città e in campagna. Nidifica nei buchi degli alberi, nei fabbricati, cassette-nido, ecc., o nelle zone nude, anche nei buchi del terreno.
Siluette: Coda corta, ali appuntite, becco lungo e affilato
Sturnus vulgaris
• Disegno di Storni adulti e giovane• Disegno di Storno
Sturnus vulgaris
• Giovane Storno• Giovane alimentato da genitore
Sturnus vulgaris
Stormi di storni
Sturnus vulgaris
• Storno adulto Storno adulto • In livrea estiva In livrea invernale
• Il Piano di controllo, redatto ai sensi dell’art. 19 della Legge 11 febbraio 1992, n.157 e dell’art. 16 della legge regionale 15 febbraio 1994, n.8 e successive modificazioni, si propone di ridurre in maniera significativa e, per quanto possibile, prevenire i danni causati dagli storni.
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• Le azioni di controllo per, risultare realmente efficaci, devono essere effettuate nelle località e nei periodi in cui si verificano i danni alle produzioni agricole, tenendo conto delle caratteristiche fenologiche ed etologiche delle specie responsabili dei danni stessi, nonché delle attivitàantropiche suscettibili di danno.
• Necessita pertanto attivarsi per la protezione delle colture agricole direttamente interessate: “frutti rossi”, suscettibili di danni fin dalla tarda primavera, in corrispondenza della maturazione delle prime drupacee, quali ciliegie e albicocco, fino alle colture più tardive quali vite ed ulivo.
• Per ottenere risultati concreti si provvede quindi con interventi puntiformi condotti in stretta relazione ai tempi, e comunque solo in presenza dei frutti pendenti passibili di subire il danneggiamento, ed ai luoghi in cui viene segnalato il danno, esclusivamente nelle immediate adiacenze della coltura danneggiata.
• Gli interventi prevedono l’utilizzo di sistemi dissuasivi, di carattere ecologico, quale protezione meccanica con reti, dissuasione di tipo acustico, nastri olografici, sagome di rapaci, grida di allarme ecc., cui associare interventi di tipo cruento al solo scopo di aumentarne l’efficacia, impedendone la veloce e progressiva assuefazione.
• Gli interventi di tipo cruento vengono attivati su richiesta dell’ operatore agricolo ed attuati mediante abbattimento con fucile da caccia con canna ad anima liscia, caricato con munizione spezzata, dalle caratteristiche previste dall’art. 13 della legge 11 febbraio 1992, n. 157 esclusivamente in corrispondenza delle coltivazioni maggiormente sensibili, ovvero i frutteti a frutta rossa, i vigneti e gli uliveti; il prelievo può essere attuato solo in presenza di frutti pendenti passibili di subire il danneggiamento entro 50-100 mt. dalle colture senza l’impiego di qualunque forma di richiamo.
.• Come pure quando particolari pasture o dormitori causino concentrazioni di esemplari tali per cui il depositarsi del guano possa causare problemi di tipo sanitario a produzioni agricole di allevamenti zootecnici
• Gli abbattimenti, sempre strettamente controllati e preventivamente coordinati da questo settore vengono effettuati dall’alba fino ad un ora dopo il tramonto, comprese le giornate di martedì e venerdì di ogni settimana.
.• Operatori incaricati di realizzare il piano• Ai sensi dell’art. 16, della legge 15 febbraio 1994,
n.8 e successive modificazioni, i prelievi avvengono sotto la diretta responsabilità della Provincia ed attuati dai soggetti indicati al comma2 dell’ art.19 della legge statale o da operatori all’uopo espressamente autorizzati dalla Provincia, selezionati attraverso appositi corsi di preparazione alla gestione faunistica direttamente coordinati dal personale di vigilanza della Provincia.
• All’ interno delle Aziende Venatorie site sul territorio provinciale vengono autorizzati agli abbattimenti, oltre ai soggetti di cui all’art.16, 3’comma L.R. 8/94 le guardie giurate già addette alla vigilanza.
Controllo degli interventi
• I capi abbattuti vengono annotasti sul “PROSPETTO DELLE OPERAZIONI DI ABBATTIMENTO”
consegnato nominativamente ad ogni operatore incaricato e da restituire, quando esaurito, all’unità operativa caccia e pesca.
• In tale prospetto vengono riportati, la data, la località e il numero dei capi abbattuti per singolo intervento.
Destinazione delle carcasse
Le carcasse dei capi abbattuti devono essere sempre e comunque recuperate e regolarmente distrutte a carico dell’operatore stesso, ai sensi del Decreto Legislativo 14 dicembre 1992 n. 508 mediante interramento.