PASSATO, PRESENTE, FUTURO - baronacom.it · silenzio, oltre il rumore che assedia la nostra...

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8/9 2017 Stampato in data 14.08.2017 I l nostro nuovo anno di attività comincia con un an- niversario, il venticinquesimo della Consacra- zione della Chiesa di Santa Bernardetta, che ca- drà esattamente il 27 di settembre e che festeg- geremo in vari modi a partire dalla settimana che precede la data (il programma dettagliato ovvia- mente sarà diffuso in altra sede). Mi fa riflettere questa circostanza, proprio la ripar- tenza della vita della Comunità, che quindi si volge verso il futuro, ai prossimi mesi, alle prossime inizia- tive, può trarre motivi di riflessione e di fiducia ricor- dando il suo passato, le sue origini, le sue radici. Perché? Non certo per fare della retorica sul “come erava- mo”, “come era bello” eccetera che lascia il tempo che trova, come si dice. Raramente infatti la retori- ca ci fa pensare. Neppure perché questa circostanza ci offre l’occa- sione già pronta per fare qualcosa di diverso che rompa le abitudini, magari noiose, degli impegni già numerosi in queste settimane. Questo appuntamento può essere invece significa- tivo perché ci aiuta a tenere maggiormente uniti passato, presente e futuro, e così a dare più consi- stenza alla nostra identità di Comunità cristiana e di singoli credenti. Viviamo nella cultura delle situazio- ni “limited edition”, delle strutture “temporary” dove tutto appare e sparisce in un baleno, senza lasciare traccia. Dove spesso ci sembra di ritrovarci in un mondo evanescente, in perenne rapidissimo cambiamento, fatto di troppe apparenze e precarietà. La nostra ricorrenza invece ci aiuta a recuperare il senso profondo della presenza della Comunità, del- la nostra presenza, del nostro cammino. Ci ricorda che la Comunità c’è stata, c’è e potrà esserci. Da qui la forza e il desiderio di andare avanti con fidu- cia e passione anche quest’anno, con l’aiuto di Dio. Buon cammino a tutti. Don Gian Piero Il fenomeno delle migrazioni a pagina 2 Un giorno di stupore in quel di Cemmo a pagina 5 Delpini nuovo vescovo di Milano a pagina 4 PASSATO, PASSATO, PRESENTE, PRESENTE, FUTURO FUTURO

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8/92017

Stampato in data 14.08.2017

Il nostro nuovo anno di attività comincia con un an-niversario, il venticinquesimo della Consacra-

zione della Chiesa di Santa Bernardetta, che ca-

drà esattamente il 27 di settembre e che festeg-geremo in vari modi a partire dalla settimana cheprecede la data (il programma dettagliato ovvia-mente sarà diffuso in altra sede).Mi fa riflettere questa circostanza, proprio la ripar-tenza della vita della Comunità, che quindi si volgeverso il futuro, ai prossimi mesi, alle prossime inizia-tive, può trarre motivi di riflessione e di fiducia ricor-dando il suo passato, le sue origini, le sue radici.Perché?Non certo per fare della retorica sul “come erava-mo”, “come era bello” eccetera che lascia il tempoche trova, come si dice. Raramente infatti la retori-ca ci fa pensare. Neppure perché questa circostanza ci offre l’occa-sione già pronta per fare qualcosa di diverso cherompa le abitudini, magari noiose, degli impegni già

numerosi in queste settimane.Questo appuntamento può essere invece significa-tivo perché ci aiuta a tenere maggiormente unitipassato, presente e futuro, e così a dare più consi-stenza alla nostra identità di Comunità cristiana e disingoli credenti. Viviamo nella cultura delle situazio-ni “limited edition”, delle strutture “temporary” dovetutto appare e sparisce in un baleno, senza lasciaretraccia. Dove spesso ci sembra di ritrovarci in un mondoevanescente, in perenne rapidissimo cambiamento,fatto di troppe apparenze e precarietà.La nostra ricorrenza invece ci aiuta a recuperare ilsenso profondo della presenza della Comunità, del-la nostra presenza, del nostro cammino. Ci ricordache la Comunità c’è stata, c’è e potrà esserci. Daqui la forza e il desiderio di andare avanti con fidu-cia e passione anche quest’anno, con l’aiuto di Dio.Buon cammino a tutti.

Don Gian Piero

Il fenomenodelle migrazioni

a pagina 2

Un giorno di stuporein quel di Cemmo

a pagina 5

Delpini nuovovescovo di Milano

a pagina 4

PASSATO,PASSATO,PRESENTE,PRESENTE,

FUTUROFUTURO

Le migrazioni rappresentano una costante nella sto-ria dell’umanità, dal momento che da sempre i

popoli hanno cercato condizioni di vita più favorevoli,spostandosi dai luoghi di origine verso i paesi dove leopportunità di “stare meglio” erano o sembravano es-sere migliori.Tutti noi, a scuola, abbiamo studiato che l’imperoromano, la più grande e ricca potenza del mondo anti-co, due millenni fa fu oggetto delle invasioni barbari-che da parte di Goti, Visigoti, Unni e altri popoli chefuggivano la povertà dei loro paesi, attratti dalla ric-chezza di Roma e del suo impero. Questo è avvenutoanche in Lombardia che ha conservato il nome delpopolo barbaro invasore, i Longobardi.

Le migrazioni si sono ripetute innumerevolivolte nella storia dell’umanità, perché da sem-pre esistono forti dislivelli economici, che vedo-

no, da una parte ricchezza ed abbondanza e dall’altramiseria e povertà. La storia italiana del Novecento haconosciuto questo fenomeno in direzione contraria; inquegli anni milioni di italiani sono emigrati, cioè sonopartiti per stabilirsi in altri paesi. Pensiamo alle grandimigrazioni verso l’America (specialmente verso l’Ar-gentina) nel periodo tra le due guerre mondiali e aquelle del secondo dopoguerra, quando centinaia emigliaia di italiani emigrarono soprattutto verso Fran-cia e Germania. Anche la famiglia di papa Francesco èemigrata in Argentina in cerca di fortuna, dopo averlasciato il Piemonte molto povero negli anni 30 delNovecento.Negli ultimi anni la situazione si è rovesciata: l’Italia ela Grecia vedono l’arrivo di quantità rilevanti di migran-ti in fuga dai conflitti che caratterizzano molti paesidell’Asia e dell’Africa, in quanto sono le porte di in-gresso dell’Europa. In Grecia sono arrivati moltissimimigranti provenienti dall’Asia mentre in Italia sonosbarcati i migranti provenienti dall’Africa, dato che lecoste calabresi e siciliane non distano molto dalla Li-bia.Questo fenomeno, ovviamente, crea problemi rilevan-ti in quanto siamo di fronte all’arrivo di decine dimigliaia di profughi che hanno bisogno di tutto.Un fenomeno del genere non è facile da gestire da unaparte perché sia in Grecia sia in Italia (ma anche in altripaesi d’Europa) l’accoglienza degli stranieri è moltoimpegnativo e dall’altra perché ci sono forze politicheche si oppongono all’accoglienza dei profughi, ali-mentando le paure quasi sempre ingiustificate.Un po’ tutti, comunque, siamo interpellati da questofenomeno. Dentro di noi nascono spontaneamentemolte domande. Domandiamoci anche:” se i profughifossimo noi, come lo sono stati milioni di italiani qual-che decennio fa, come ci piacerebbe essere trattati?”

Il fenomenodelle migrazioni

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Alcune iniziative conoscitive della nostra Comunità

tera comunità ha sfogliato il “Vangelo della carità”.Nel pomeriggio di domenica 28 maggio, durante lafesta patronale di Santa Bernardetta, abbiamo cono-sciuto un altro volto delle migrazioni. Abbiamo invitatoun gruppo folcloristico composto da immigrati peru-viani che ci hanno allietato con le danze caratteristichedel loro paese indossando dei coloratissimi costumi.Si tratta di uomini, donne e bambini che vivono inmezzo a noi da molti anni e intendono custodire leloro tradizioni, non perdere le loro radici.Nel contempo due signore, una proveniente dall’E-cuador e l’altra dal Perù, che vivono e lavorano da anniin mezzo a noi, hanno offerto gratuitamente ai presen-ti piccoli assaggi di dolci tradizionale dei loro paesi.Come tutti sanno per esperienza, nel territorio dellaBarona sono presenti persone e famiglie che proven-gono da tutti i continenti: Africa, Asia, Europa, Ame-rica. I filippini, ad esempio, sono numerosi.Esistono e si incontrano anche intere comunità comequella copta di via Lago di Nemi. Nei locali della par-rocchia di San Giovanni Bono si riunisce ogni meseun gruppo di immigrati provenienti dallo Sri Lanka,una comunità molto unita che vede la presenza di ungruppo di cattolici molto motivati. Sarebbe bello chealle feste della nostra Comunità Pastorale partecipas-sero anche immigrati di altri paesi presenti e attiviaccanto a noi. Sarebbe un’occasione per cominciarea conoscerci meglio e così favorire la loropiena integrazione.

Enzo Pontarollo

sù Cristo si è lasciato ai cristiani indue modi: nel Vangelo e nell'Eucari-stia. Nell'Eucaristia è cibo e forza, nelVangelo è luce e verità”. Riccardi fon-datore della comunità di S. Egidio ri-lancia:”In un tempo di alfabetizza-zione generale è inaccettabile che icristiani restino analfabeti della Bib-bia.La giornata ci stimola ad imparare adialogare con l'Invisibile, esso stessosilenzio, oltre il rumore che assedia lanostra esistenza dove ci vengonorubati pure i pensieri. La riflessione ela meditazione della Parola che fa“riscoprire il silenzio pacificante e ri-generatore della meditazione del Van-gelo che conduce verso una meta ric-ca di bellezza, di splendore, e di gio-ia” (papa Francesco Angelus del 6agosto). La Domenica della Parola diventacosì un'occasione preziosa per rilan-ciare non solo la conoscenza dellaBibbia, ma anche la gioia di leggerla ericonoscerla come guida nel cammi-no della vita di ognuno.

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Domenica 24 settembre si celebra ladomenica della Parola nata dall'inizia-tiva dei Paolini e della Comunità di S.Egidio su suggerimento di Papa Fran-cesco. Infatti nella lettera Apostolica“Misericordia et Misera” pubblicata aconclusione dell'Anno Santo della Mi-sericordia il santo Padre consiglia:“Sarebbe opportuno che ogni comu-

nità potesse rinnovare l'impegno per

la diffusione, la conoscenza e l'appro-

fondimento della Sacra Scrittura: una

domenica dedicata interamente alla

Parola di Dio per comprendere l'ine-

sauribile ricchezza che proviene da

quel dialogo costante di Dio con il suo

popolo”.

L'iniziativa della domenica della Paro-la è un'occasione speciale per rac-cogliere il popolo di Dio attorno allaBibbia, come ci invita a fare papaFrancesco. Una giornata di festa e celebrazioneper rimettere al centro della vita,accanto all'Eucaristia, l'ascolto dellaSacra Scrittura, attraverso esperienzee momenti di lettura , approfondimen-

to e riflessione spirituale da vivere incomunità.Il beato Giacomo Alberione, fonda-tore dei Paolini, in una campagna didiffusione della Bibbia spiegava: “Ge-

La domenica della parola La domenica della parola

A partire da queste considerazioni, per cominciare, laComunità Pastorale Giovanni XXIII ha organizzato tremomenti di incontro il 7, il 14 e il 28 maggio, in occa-sione delle feste patronali delle parrocchie.Il primo incontro si è tenuto nel pomeriggio di domeni-ca 7 maggio in San Nazaro e Celso e ha visto l’ inter-vento di Fiorenzo De Molli, della Caritas Ambrosiana.Fiorenzo ha illustrato le dimensioni del fenomeno e lesue cause (che sono la fame e la povertà di milioni dipersone) e ha raccontato il lavoro che la Caritas Am-brosiana e la Casa della Carità stanno svolgendo perrendere più umana la condizione dei profughi e perfavorirne l’integrazione.Domenica 14 maggio, nel salone di San Giovanni Bo-no, abbiamo incontrato don Paolo accompagnato daalcuni collaboratori che ci hanno raccontato il lavorodi accoglienza che la comunità parrocchiale diBruzzano insieme a quella di Affori ha svolto nel 2015e nel 2016, nella fase più acuta degli arrivi, ospitandonelle strutture parrocchiali, ma anche presso famigliedisponibili, I profughi in arrivo, a gruppi di 80/100 per-sone alla volta. Il lavoro dei volontari della parrocchia(circa 150 persone) è stato molto intenso: registrazio-ne degli ospiti, servizio alla mensa, pulizia, guardarobae assistenza medico-sanitaria.L’ ospitalità, durata 40 giorni in ognuno dei due anni,ha dato una scossa molto forte alle parrocchie diBruzzano e di Affori, trasformando la paura dell’altro inun atteggiamento di solidarietà. Don Paolo ha dettoche nei 40 giorni di aiuto e di sostegno ai profughi l’in-

“Certo che chiamarlo “nuovo” que-sto Arcivescovo...!”. Almanaccavocosì a pochi istanti dalla buonanuova del nuovo Arcivescovo Ma-rio. Ero contento certamente, maconsideravo che per tutti noi preti,ad ogni buon conto ancora costi-tuenti pur sempre il nerbo dellamanovalanza diocesana, Don Marioera tutto tranne che nuovo. Nel ca-so mio, l'avevo avuto per, nell'ordi-ne: rettore di Ginnasio; rettore diLiceo; rettore di Teologia e rettoremaggiore. Tutto questo solo in Se-minario. Il mio amico don Flavio, che era sta-to destinato ad Abbiategrasso, sel'era ritrovato pure come vicario dizona; infine tutti noi di nuovo l'ave-vamo salutato come Vicario Gene-rale.Santi numi! Grand'uomo senz'altroma certamente “nuovo”, diamine,proprio no.D'altronde l'Eccellentissimo strappaun sorriso a tutti i sacerdoti che l'ab-biano conosciuto in special modo inSeminario. L'ironia è tra le sue cor-de più tipiche. Quando vestiva pan-ni in cui, nella qualità indiscussa diogni suo servizio, poteva anche unpo' di più “divertirsi”, ammollo tragiovinastri che sognavano grandiimprese in tonaca e stola, cioè adesempio quando faceva il professo-re di greco in Seminario, l'allora DonMario scrisse alcune tra le paginepiù comiche di tutta la storia del

glorioso istituto Pio XI; comequella volta che sfoggiandouna magistrale quanto giulla-

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interpretazione dell'allora rettoreDon Mario nei panni di Tiresia l'in-dovino, declamante un memorabileprologo da lui stesso composto perla sofoclea tragedia di Filottete.Potremmo intrattenere più d'unaserata con le mille arguzie o la vèrveparadossale e sottile nel contempodel poliedrico rettore, poi vicario,poi vescovo ausiliare. Non fosseche poi lo incontravamo in chiesa,raccolto in una preghiera arresa edardente che ci educava al sologuardarla, l'avremmo preso, sghi-gnazzando, per un giullare, un folle,un visionario. Certo che lo era. Madi Dio. Don Mario ha Dio. Ce l'hadentro nel cuore ed è Signore indi-scusso della sua vita, senza se esenza ma. Don Mario, capivamo,sdrammatizzava i momenti duri delcammino; liberava sorrisi; relativiz-zava seriosità inopportune: questofaceva, in mezzo a quei ragazzi cheserviva come fossero Gesù stesso.Oggi sappiamo che farà lo stesso.Come Arcivescovo.Sdrammatizzerà i momenti duri.Libererà sorrisi. Relativizzerà serio-sità inopportune.Perché i discepoli autentici di Gesùdel resto sono un po' così: lieti, sal-vati; e godono, allegri, del piacere diannunciarlo a tutti.E se lo vedremo in questi giorni unpo' compito e compunto, potremoimmaginarcelo a Venegono che, unpo' accigliato, offre ad un giovaneseminarista dalla folta criniera attor-no al viso un po' troppo barbuto ilproprio portafoglio, esortando: “Mate lo pago io, Francesco Barbieri, ilparrucchiere, se non hai i soldi!”.

Don Matteo

resca disperazione per l'ottusa i-gnoranza dei suoi discepoli avevasconvolto l'austero silenzio di Vene-gono urlando come un matto, in pie-di sul davanzale della finestra del-l'aula: “Bastaaaaa! Io mi butto!!!!Questi sono troppo ignoranti!!!!”. Quando, ormai rettore, la professo-ressa di greco si dava malata, luisovente faceva da supplente, ederano ore, quelle, di spasso assicu-rato: il repertorio di recitata dispera-zione e finti scandali da ignoranzaera ormai classico e noi gongolava-mo perché sapevamo che da alloraavremmo potuto dire: “Io c'ero!”.Più tardi, negli anni, ebbi la fortunadi recitare qualcosina sul palco illu-stre del leggendario teatro di Vene-gono. Ricordo ancora la magistrale

I Santi ridono

di questo paesino sono a misura dellepersone che vi ci abitano, non biso-gna quindi stupirsi nell’arrivare allachiesa e vederla piccola se si pensa atutte le persone che sono lì per i giu-bilei di consacrazione, ma ciò cheinvece stupisce è come nonostante leprime impressioni ci siamo stati tutti,nessuno escluso, perché alla fine era-vamo tutti lì per un momento di gioiaper il quale vale la pena stare ancheun po’ strettini.Sta per iniziare la messa e su-

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Temù. Basta la parola per rievocare nella mente dei nostri prea-dolescenti un’esperienza indimenticabile. Le premesse c'eranotutte: 54 ragazzi iscritti provenienti dai nostri tre oratori e lasplendida cornice del parco dell’Adamello. Così siamo partiti, il28 agosto, in direzione della Val Camonica (provincia di Brescia).Don Francesco, suor Deborah e gli educatori hanno impreziositola settimana di vacanza con la presenza di Maria Grazia, Daniela,Dario e Gianni: non solo quattro cuochi meravigliosi, ma molto dipiù. Tanti gli ospiti: da don Matteo e don Gianpiero a Bernard e ilsig. Marco, tutti attirati dal grande entusiasmo del gruppo medie,vero e proprio cuore pulsante della nostra comunità.La casa che ci ha ospitato ci ha garantito ampi spazi e un pano-rama unico con vista diretta sulle vette dell’Adamello. Da lì sipartiva per le nostre innumerevoli attività: abbiamo camminatotanto, preso la seggiovia, noleggiato mountain bike, visitato ilmuseo della “guerra bianca” (qui si è combattuta ferocementela prima guerra mondiale), immerso i piedi nel fiume Oglio esiamo persino andati in piscina. Momenti liberi? Pochi. Si sonoorganizzati tornei, si è cantato, si sono visti film (la saga di“Ritorno al futuro” da cui sono stati presi diversi spunti di rifles-sione), ci si è divertiti dopo cena con i giochi insieme (indimen-ticabile la “notte del giallo”).

Eppure tutto questo nonsarebbe bastato. Ogni tanto occorreva fer-marsi, entrare in contattocon se stessi, con i proprilimiti e le proprie risorseche la convivenza prolun-gata con gli altri ci ponedavanti agli occhi. I ragaz-zi sanno trovare meglio dinoi adulti il coraggio dimettersi in gioco, di espri-mere i propri sentimenti, di

confrontarsi. E’ stato un viaggio durato sette giorni e nessuno ètornato uguale a come è partito. I momenti di preghiera e diriflessione, qualche rimprovero, molti incoraggiamenti, il met-tersi al servizio del prossimo hanno creato le condizioni per unclima di comunità vera e autentica.E così il rito di “passaggio” dei ragazzi di terza media al grup-po “ADO” dell’ultima sera è stato vissuto da quelli di prima eseconda con grande commozione. Altrettanto difficile è stato ilritorno a Milano, si sarebbe voluto che la baita non finisse mai.Sul gruppo di WhatsApp ancora riaffiorano i ricordi di questasplendida esperienza. Ma nulla è finito, anzi, è solo l’inizio. E inbaita ci torneremo presto, ovviamente sempre a Temù!Sulla via del ritorno ci siamo fermati a Cemmo per parteciparealla messa e festeggiare con un momento conviviale i 60 annidi vita religiosa della nostra suor Angelica a cui vanno i nostripiù sentiti auguri!

Luca Bonfiglio

LA MERAVIGLIOSA LA MERAVIGLIOSA ESPERIENZA A TEMÙESPERIENZA A TEMÙ

Che cos’è Cemmo? Certo, ormaiche siamo una comunità e conoscia-mo quasi tutti le nostre suore che,essendo delle Dorotee di Cemmo,sappiamo avere la Casa Madre inquella frazione di Capo di Ponte in ValCamonica, ma che cosa sia realmen-te questo posto lo si scopre solo an-dandoi. E quest’anno noi del GruppoMedie, al termine della Baita, e ungruppetto della nostra comunità,venuto direttamente da Milano, ab-biamo deciso di andarci per festeg-giare Suor Angelica ed i suoi ses-sant’anni di consacrazione religiosa. Subito, appena arrivati, quello che sinota è un po’ di stupore sulle facce dichi, venuto per partecipare ai giubileidi altre suore, vede occupare il picco-lo parcheggio alle porte di Cemmo dadue pullman, stupore che cresce,anche sul volto di suor Angelica,quando da uno di questi due pullmansi vedono scendere una cinquantinadi ragazzi.Non sappiamo dove andare e quindiseguiamo le varie suore che sono lìper l’occasione e ci dirigiamo tutti,adulti e ragazzi, al convento dove leDorotee, tra il preoccupato e lo stupi-to nel vedere così tanti ragazzi, ciaccolgono lasciando subito che lapreoccupazione si trasformi in gioia

quando Suor Deborah ci presentatutti dicendo che eravamo lì per fe-steggiare Suor Angelica. È un conti-nuo di saluti, di abbracci, di gente cheentra nella piccolissima corte all’in-gresso del convento e tutto questoavviene quasi di corsa perché sta periniziare la messa di ringraziamentonella chiesa del paese (Chiesa di S.Stefano), ma ecco che quando stiamoper incamminarci, ci braccano dellesuore e ci chiedono di andare a pren-dere degli sgabelli perché altrimenti inchiesa non ci saremmo stati.Come tanti posti di montagna, i luoghi

Un giorno di stupore in quel di CemmoUn giorno di stupore in quel di Cemmo

Baita medie 2017

(continua a pag.7)

INDETTI BANDI PER NUOVI SERVIZI SOCIALI IN BARONA

Cascina Monterobbio

Obiettivi del bando, indetto dalComune, riqualificare l’antica cascinacomunale, recuperandone la strutturadal punto di vista architettonico e rivi-talizzandola con l’insediamento difunzioni di carattere pubblico e priva-to che garantiscano un utilizzo ottima-le di tutte le aree del complesso. LaCascina Monterobbio, compresa nelperimetro del parco Agricolo Sud, èuna preziosa struttura risalente al XVI-XVII secolo, testimonianza concretadella tradizione agricola della nostracittà e vogliamo recuperare la struttu-ra in disuso, rigenerando i terreni etrasformando gli spazi in luoghi disocialità per tutto il quartiere, senza rinunciare alla sua identità originaria”. Il bando si inserisce nell'ambito delle politichedi rigenerazione urbana delle cascine in disuso incentivate negli ultimi anni dall’Amministrazione comunale attraverso lastipula di contratti di lunga durata (tra i 30 e i 90 anni) con i soggetti cui vengono affidati gli spazi, in modo da consenti-re loro di effettuare gli investimenti necessari per il recupero della struttura e la sua ri-funzionalizzazione. Alla gara per ilrecupero di Cascina Monterobbio hanno partecipato operatori e soggetti appartenenti al terzo settore come cooperativesociali senza scopo di lucro, associazioni ambientaliste e di promozione sociale, fondazioni con finalità sociali, formativeed educative, consorzi o Raggruppamenti Temporanei di Scopo costituiti da associazioni di promozione sociale, orga-nizzazioni di volontariato, cooperative sociali e consorzi, fondazioni, aziende agricole e soggetti no profit.

Ex negozio di via San Vigilio 45

Il Municipio 6 ha pubblicato, nel mesedi aprile, un avviso pubblico di sele-zione per l'assegnazione in conces-sione dello spazio, di proprietà comu-nale, di via S. Vigilio 45 ad enti senzafine di lucro per la realizzazione di un“centro solidale multiservizi in funzio-ne del contrasto alla povertà e al disa-gio sociale”. La Caritas ha vinto ilbando: il Centro sarà un luogo dove icittadini in stato di disagio potrannoessere accolti e ascoltati, esplicitare ipropri bisogni, trovare conforto esostegno attraverso risposte quali, la distribuzione dei beni e generi di prima necessità, a prezzi fortemente calmierati oa titolo gratuito, incluso farmaci, e l’assistenza agli anziani, bambini, malati, invalidi. L’assegnazione avverrà appenasaranno risolte alcune formalità, dovute a pendenze contrattuali con il precedente affittuario.

Ex anagrafe di via Faenza 29

La delegata del Sindaco alle PariOpportunità, Daria Colombo, ha pre-sentato al Municipio 6 il progettoCDM (CASA DELLE DONNE) che pre-vede l’apertura in ogni municipio diuno sportello di supporto e indirizzo,informazione e sostegno per le donne,sotto diversi aspetti quali il lavoro, lasalute, la protezione contro la violen-za, l’integrazione, la socialità. All’in-terno del Centro dovranno realizzarsiiniziative e servizi, con l’aiuto delle

associazioni già operanti sulterritorio. I CDM potranno al-tresì fungere da osservatorio6

NOTIZIE DALLA ZONA

stessi gesti che noi conosciamo bene!Terminata la celebrazione, tra lo stupore di qualcheragazzo per il diverso rito della messa (non tutti cono-scevano il rito Romano), ci ridirigiamo verso il conventocon gli sgabelli in spalla e dopo averli rimessi a posto cispostiamo verso un piccolo cortiletto nel quale è statoorganizzato un rinfresco per gli invitati di Suor Angelica.Purtroppo il tempo stringe: è ora di ritornare a casa equindi ci dirigiamo tutti verso i pullman, quei due pullmanche all’inizio avevano destato tanto stupore ora ci aspet-tavano per ritornare a casa.Insomma, che cos’è Cemmo? Penso che una delle rispo-ste l’ha data una suora durante la messa dicendo cheCemmo una volta aveva le mura, ora invece non le ha piùcosì da poter accogliere meglio chiunque arrivi, anche seil paesino sembra piccolo, perché in fondo a volte bastastringersi un po’, magari su un piccolo sgabello per staretutti insieme a condividere un momento di gioia.

Daniele Oppedisano

RIAPERTURA DEL CAMPO DI CALCIO “APRILE 81”

Nel Centro Sportivo “Greppi Dajelli”, sono giunti al termine i lavori del nuovo campo di calcio ell’Associazione SportivaDilettantistica Aprile 81. Il nuovo campo è una vera innovazione tecnologica. E’ il primo a livello dilettantistico in Italia, realizzato con la posa diun prato super sintetico, sopra uno strato antinfortunistico di 2,5 cm e tre strati di ghiaia di diverse dimensioni, anzichéla solita ghiaietta di fiume che cede e poi s’ingobbisce giocandoci sopra. Questo tappeto migliora i rimbalzi del pallonee soprattutto ha una caratteristica – come dicevamo – antinfortunistica: riduce di molto le possibilità di distorsioni, lesio-ni e stiramenti, frequenti su altri campi artificiali. Il fornitore è una ditta tedesca che ha già realizzato campi con questomateriale, per alcune squadre di serie A e B. Inoltre è stato realizzato un moderno impianto d’illuminazione a led, per par-tite in notturna. Purtroppo però c’è stato un lungo contenzioso sul tipo di ghiaia da utilizzare, fra la ditta tedesca e l’im-presa che la doveva posare e così per mesi sono rimasti sul posto i rotoli del tappeto sintetico. Ora, dopo tanti sacrifici,anche economici, la squadra di prima categoria e quella juniores, torneranno a giocare in Barona. Nei mesi di cantiere,infatti, hanno dovuto disputare le partite sul campo dell’ASD La Spezia e anche a Corsico. Potranno anche tornare adallenarsi e giocare, i circa 200 bambini del settore giovanile, durante la settimana, e di sera otto squadre amatoriali dellacittà e dell’hinterland. Il Centro Sportivo, oltre al campo di calcio principale a 11, che avrà la possibilità, con una rete scor-revole, di essere trasformato in due campi a 7, avrà anche 2 nuovi campi di calcetto a 5 con erba sintetica, di cui sonogià previsti lavori. Il parco con alberi e giardini attrezzati saranno riqualificati, come pure le panchine e giochi per i bam-bini.

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per l’Amministrazione centrale. Per la nostra zona è stata individuata la sede dell’ex-Anagrafe di via Faenza 29. IlMunicipio 6 gestirà e coordinerà i servizi e deciderà a quali associazioni affidare le diverse attività. Il Comune metterà adisposizione di ogni Municipio, un operatore responsabile del presidio e risorse economiche per l’rogazione dei servizi.

NUOVO EDIFICIO UNIVERSITARIO NEL COLLEGIO DI VIA OVADA

Il nuovo edificio, di quattro piani, saràcostruito, su area comunale, e gestitodalla Fondazione Collegio delle Uni-versità Milanesi. Il piano terra è desti-nato a servizi comuni della residenzauniversitaria e il resto dei piani ad al-loggi per studenti. Il Municipio 6 hadeliberato di proporre la progettazio-ne degli spazi comuni al piano terra, erelativi accessi, in modo da renderepossibile il loro futuro utilizzo ancheper incontri occasionali anche apertialla cittadinanza, da concordare fra ilMunicipio e la Fondazione.Dopo la ristrutturazione della Cascina Moncucco da parte dello IULM, la nostra zona si arricchisce quindi di nuovi spaziper i giovani che vengono a Milano per studiare, contribuendo a colmare la carenza di abitazioni a loro destinate.

bito, per chi non si fosse accorto di noi per le strade delpaese, ci facciamo riconoscere: sì perché tra i ragazzi delGruppo Medie e il gruppetto della nostra comunità occu-pavamo quasi un quarto della chiesa! Ecco, la celebra-zione sta iniziando con la processione guidata da duesuore che intonano canti di missione, seguite dalle suoreche festeggiavano i giubilei di consacrazione ognuna conun lume in mano a simbolo della Luce che ha illuminatola loro vita e che illumina anche quella di che sta lorointorno; terminata la processione inizia effettivamente lamessa presieduta dal vescovo di Brescia assieme ai varipreti venuti a Cemmo per l’occasione, tra cui anche DonFrancesco.Anche se particolarmente stanchi dalla settimana di baitaappena terminata, i ragazzi delle medie hanno partecipatoalla messa come se fossero in una delle nostre chiese,tanto che si sono messi di loro spontanea volontà ad ani-mare i canti, ed in particolare il Santo, così vivacementeche vedendoli, tutti i partecipanti si sono messi a fare gli

(continua da pag.7)

Un giorno di stupore in quel di Cemmo

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Orari segreteriaSS. Nazaro e Celso

via Zumbini, 19S. Giovanni Bono

via S. Paolino, 20S. Bernardettavia Boffalora, 110

Tel 02/45494500

Tel e fax 02/8438130

Tel e fax 02/89125860

Lunedì 9.30 – 11.00

Martedì 8.30 – 11.0017.00 – 19.00

Mercoledì 17.30 – 18.30 9.00 – 11.00Giovedì 15.00 – 17.00 9.00 – 11.00Venerdì 17.30 – 18.30 8.30 – 11.00 10.00 – 12.00

Orari SS. MesseSS. Nazaro e Celso S. Giovanni Bono S. Bernardetta

Lunedì 18.30 8.15 18.00Martedì 8.15 8.15 18.00Mercoledì 18.30 18.00 8.15Giovedì 8.15 18.00 15.00Venerdì 18.30 18.00 8.15Vigiliari 17.00 18.00 18.00

Domenica/festivi9.00

11.0018.00

8.3011.0018.00

9.0011.0018.30

Nei giorni festivi

9.45 Casa di riposo Famagosta

10.00 Casa di riposo Argento vivo

11.00 Cappella dell'Ospedale S. Paolo

Centro d’ascoltoSS. Nazaro e Celso - via Bitinia - Tel 342/5198719

Martedì 17.00 – 18.30

Giovedì 9.30 – 11.3017.30 – 18.30

S. Bernardetta/S. Giovanni Bono - via S. Paolino, 20Tel e fax 02/8438130 - Cell 388/6214241

Lunedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì 16.00 – 18.00

SICETSS. Nazaro e Celso - via Bitinia

Giovedì 9.30 – 12.00

Numeri di telefono utilidon Gian Piero Guidetti parroco responsabile

02/8438130 338/3902120

don Matteo Panzeri vicario parrocchiale 328/7060775

don Francesco Barbierivicario parrocchiale 333/9258508

don Piero Monaco 02/89125745

don Matteo Narciso 02/8438130

don Giancarlo Santi 02/8438130

Pietro Radaelli - diacono 02/8131482

Suore Dorotee di Cemmo comunità di S. Giovanni Bono 02/8438130

Alessandro Redaelli educatore SNEC 347/3178010

ACLIPatronato - SS. Nazaro e Celso - via Bitinia

Lunedì 17.00 – 18.30

Mercoledì 9.30 – 12.00

Patronato - S. Giovanni Bono - via S. Paolino, 20

Martedì e Venerdì 15.00 – 18.30 Tel. 02/36553215

Patronato - S. Bernardetta - via Boffalora, 110

Domenica 10.00 – 12.00 Tel. 02/89125860

Foglio mensile della Comunità Pastorale “Giovanni XXIII”Registrazione tribunale di Milano 3.6.1988 n. 385

Direttore responsabile: Giovanni Negri

Redazione: don Gian Piero Guidetti, don Matteo Panzeri, Anna Polatti, Anna Siviero, Antonio Rinaldi, Manuela Cilumbriello, Renato Montino,Tarcisio Giannini.

Chi volesse mettersi in contatto con la nostra Redazione per se-gnalazioni, suggerimenti, osser-vazioni e proposte può lasciare uno scritto nelle segreterie par-rocchiali o contattarci con una e-mail ([email protected]).

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