Parte Terza Lezione n. 8 Leconomia giapponese nel dopoguerra fino alla metà degli anni Novanta.

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Parte Terza Lezione n. 8 L’economia giapponese nel dopoguerra fino alla metà degli anni Novanta

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Parte Terza

Lezione n. 8

L’economia giapponese nel dopoguerra fino alla metà degli anni Novanta

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SUPERFICIE: 378 Mila Kmq PREFETTURE (Ken): 47POPOLAZIONE: 127,5 Milioni (2009) DENSITA’: 336 Ab./Kmq

INDICATORI ECONOMICI (2009): 

PIL PRO-CAPITE: 39.731 $CRESCITA ANNUA DEL PIL: - 5,2%INDICE PRODUZIONE AGRICOLA (1999-01= 100): 98 (2007)INDICE PRODUZIONE INDUSTRIALE (2005= 100): 81,1 (2009)INDICE DI DISOCCUPAZIONE: 5,1%CONSUMO DI ENERGIA /ABITANTE(2008): 8.475 kWhESPORTAZIONI HI-TECH (2008): 17,9% dei manufatti esportatiTURISMO INGRESSI (2008): 8,3 milioni

INDICATORI DI ‘SVILUPPO’ (2009): 

INDICE URBANO: 80%INDICE DI MORTALITA’ INFANTILE (X 000): 2,5SPERANZA DI VITA: M = 79,4 F = 86,5COMPUTER: 676 ogni 1.000 ab.INTERNET: 768 utenti ogni 1.000 ab.CELLULARI: 904 ogni 1.000 ab.INDICE DI MOTORIZZAZIONE: 620 autovetture/1000 ab. SPESA PUBBLICA PER R&S: 3,5% del PILSPESA PUBBLICA PER ISTRUZIONE: 3,4% del PILSPESA PUBBLICA PER LA SANITA’: 6,5% del PILSPESA DELLO STATO PER PROTEZIONE SOCIALE: 34% delle Spese totali (2006)EMISSIONI DI CO2 (t/Ab.): 9,5 tRICICLAGGIO DEL VETRO: 85%RICICLAGGIO DELLA CARTA: 75%AREE PROTETTE: 9,5%

INDICE DI SVILUPPO UMANO: 0,960 (10° posto)

Tav. 1 – Giappone: Scheda Paese

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Fig. 3 – L’evoluzione della Struttura Professionale del Giappone, 1960-1985

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ANNI SESSANTA: IMPORTAZIONE DI MATERIE PRIME   POLI INDUSTRIALI DELL’INDUSTRIA PESANTE  DOMANDA DI CONSUMO: BENI DI QUANTITA’   ANNI SETTANTA: PASSAGGIO DALL’INDUSTRIA PESANTE A QUELLA LEGGERA (Elettrica- Elettronica,…)  ROBOTISTICA  DOMANDA DI CONSUMO: BENI DI QUALITA’   ANNI OTTANTA: RISTRUTTURAZIONE INDUSTRIALE E SVILUPPO DELL’INDUSTRIA AD ALTA TECNOLOGIA E A MAGGIORE VALORE AGGIUNTO  TRANSPLANTS E JOINT-VENTURES  DOMANDA DI CONSUMO: BENI DI LUSSO E PRODOTTI DUREVOLI (Tv A schermo piatto o al plasma, ad alta definizione, lavatrici silenziose, elettrodomestici a basso consumo energetico, etc.)

Tav. 2 – Le fasi del “Miracolo” economico giapponese nel dopoguerra

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Fig. 12 – Il grado di dipendenza del Giappone dall’importazione di materie prime, 1960-1988

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Fig. 30 – La distanza economica delle Tigri dal Giappone nel 1992

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-5,2

2,2 1,92,2 2

1,9

-6

-5

-4

-3

-2

-1

0

1

2

3

2003 2005 2006 2007 2008 2009

Fig. 10 – L’andamento del PIL giapponese dal 2003 al 2009

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Fig. 14 – Il numero dei Robots industriali dal 2002 al 2008

Source: UNECE, 2004,2005 e 2009Fonte: UNECE, 2004,2005 e 2009

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Settore Primario3%

Settore Secondario

22%

Settore Terziario75%

Fig. 19 – La struttura professionale del Giappone nel 2009

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Fig. 20 – La “Pacific Belt” giapponese

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Fig. 21 – La diffuzione di alcuni beni durevoli di consumo in Giappone (1960-2004)

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Lezione n. 10

I problemi ambientali in Asia

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Tav. 1 – Crescita economica e problemi ambientali

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  1 - DEFORESTAZIONE 2 - RISORSE IDRICHE 3 - EROSIONE DEI SUOLI E DESERTIFICAZIONE 4 - RISORSE ENERGETICHE 5 - INQUINAMENTO (ATMOSFERICO- IDRICO- ACUSTICO- ELETTRO-MAGNETICO E SCARICHI INDUSTRIALI) 6 - CARENZA DI ALLOGGI 7 - RIFIUTI SOLIDI URBANI

Tav. 2 – I principali problemi ambientali dell’Asia contemporanea

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Fig. 13 – L’inaridimento del Lago d’Aral,1960-1989

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Tav. 4 – I principali problemi ambientali delle Metropoli asiatiche

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Lezione n. 11

Problemi ambietali e strategie di intervento in Cina

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1 - Deforestazione (Le foreste coprono il 13% del territorio)

2 - Desertificazione (Tempeste di sabbia)

3 - Carenza Idrica (300 milioni di Cinesi non hanno accesso all’acqua potabile)

4 - Problema Energetico (Uso del Carbone. Sono 40 le Centrali nucleari in costruzione)

5 - Inquinamento Urbano ( Delle 20 città più inquinate del mondo ben 16 son in Cina)

Tav. 1 – I principali problemi ambientali della Cina

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1955-1988: Ampliamento delle Foreste costiere da 346 mila a oltre 5,3 milioni di ettari

1978-2050: “3 Ns” Shelterbelt Network Project 3 Fasi volte a riforestare 35 milioni di ha creando la cosiddetta “Grande Muraglia Verde” (lunga Km 7000 e larga da 400-1.700 Km) contro l’avanzata del Deserto in13 Province del Nord-Nordest e Nordovest:

1989-2010: Coastal Protection Forest System Construction Project per riforestare 3,5 milioni di ettari in 11Province

1994-2050: Mount Taihang Area Afforestation Project per riforestare oltre 3,5 milioni di ettari nella Central China Plain

1995: China’s 21st Centrury Agenda: Forestry Action Program per estendere la copertura forestale sul 17% del territorio nel 2010

1996-2010: National Cross-Century Green Project I° Fase (1996-2000) : 1.591 progetti per riforestare le grandi pianure agricole.

2007: “Lunga Marcia Verde” per promuovere la riforestazione coinvolgendo gli studenti di 43 Atenei cinesi

Tav. 2 – I principali progetti cinesi di riforestazione

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Beijing 2008 Olympic Games Big Committee (BOBICO)

Adozione del GREEN OLYMPICS ACTION PLAN per:

1- Migliorare la qualità ambientale e la struttura urbana di Pechino

2- Migliorare la qualità della vita dei residenti

3- Promuovere una Metropoli sostenibile

A- Per ridurre l’inquinamento atmosferico:

1- Ha potenziato i progetti di riforestazione contro le tempeste di sabbia

2- Incentivato il controllo sugli scarichi industriali (dal 2000 è in corso lo spostamento dalla Capitale della grande acciaieria Capital Iron and Steel Works, nota come Shougang, che impegna 120 mila addetti)

3- Promosso la costruzione di impianti olimpici con materiali eco-compatibili a limitato impatto ambientale

4- Incoraggiato la raccolta differenziata

Tav. 3 – Gli obiettivi ambientali promossi dal BOBICO

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B- Per il controllo dell’inquinamento dell’aria:

1- Ha accresciuto l’uso del gas naturale con la costruzione di un lungo gasdotto e potenziato la rete di distribuzione urbana

2- Riconvertito i vecchi bruciatori a carbone per gli usi domestici e riscaldamento

C- Per combattere il Traffico urbano:

1- Ha promosso il trasporto pubblico con la costruzione di grandi infrastrutture viarie come gli assi stradali a scorrimento veloce (è in costruzione il 5° Ring Road) e nuove linee di metropolitane

2- Convertito entro il 2007 il 90% degli autobus urbani e il 70% di taxi alla benzina verde

3- Istituito un “permesso” preventivo per l’acquisto dell’autovettura

Tav. 3.1 – Gli obiettivi ambientali promossi dal BOBICO

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1972: Partecipazione alla Conferenza di Stoccolma delle Nazioni Unite

1973: Prima Conferenza Nazionale sull’Ambiente ed elaborazione del Documento ufficiale

“Decisioni in materia di protezione e miglioramento dell’ambiente” nel quale vengono

indicati 32 principi guida in materia di rifiuti, pianificazione comprensiva,

partecipazione pubblica, benefici sociali e modalità di iniziative collettive

1975: Istituzione dello “Environmental Protection Group “

1979: Emanazione (in prova) della “Legge-base” (in prova, ma che avrà piena efficacia

giuridica nel 1989) che definisce i principi chiave della politica ambientale del Governo:

1- quello delle “tre simultaneità o tre sincronizzazioni” (che sottolinea la necessità di

“armonizzare” i diversi aspetti dello sviluppo nei processi decisionali

2- quello della Valutazione dell’Impatto Ambientale dei progetti di sviluppo (rafforzato

nel 2003) 3- quello di “chi inquina paga”

Tav. 4 – La politica ambientale cinese

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1980s: Cresce l’attenzione del Governo per l’impatto della crescita economica sull’ambiente

1982: Nella Costituzione cinese si legge che il Governo si impegna a: Proteggere l’ambiente e le risorse naturali controllando l’inquinamento e il suo impatto sociale

Assicurare l’uso sostenibile delle risorse naturali

Preservare animali e piante rare

1983: Seconda Conferenza Nazionale sull’Ambiente.

La preservazione ambientale viene eletta a obiettivo prioritario del Governo:

Avvio della I° Campagna contro l’inquinamento (Chiusura di molti impianti industriali inquinanti)

Adozione di nuove leggi di protezione ambientale nei settori dei rifiuti solidi urbani, rumore,

inquinamento atmosferico ed idrico

1984: Nasce il National Environmental Protectio Bureau (NEPB) all’interno del Ministero delle Costruzioni, incaricato di funzioni formali sui temi ambientali 1984-1998: Promulgazione di Leggi quadro e settoriali per la protezione ambientale Legge

Tav. 4.1 – La politica ambientale cinese

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1989 – Il NEPB viene trasformato nella National Environmental Protection Agency (NEPA)

- Terza Conferenza Nazionale sull’Ambiente

- Promulgazione della versione definitiva della “Legge-base”

1991: Ratifica del Protocollo di Kyoto

1993: Viene istituito il “Comitato per la Conservazione delle Risorse Naturali e per la

Protezione dell’Ambiente” (EPNRCC) con funzioni di promozioni di nuove leggi

1994: Approvazione del documento programmatico “White Paper on China’s Population,

Environment and Development in the 21st Century” (Agenda 21 Nazionale)

1996-2005: IX (1996-2000) e X Piano Quinquennale (2001-2005) che prestano grande

attenzione alla protezione dell’ambiente e all’uso razionale delle risorse.

1996: “Nono Piano per la Protezione dell’Ambiente e gli Obiettivi a Lungo Termine per

l’Anno 2010”

2001: “Decimo Piano Quinquennale per la Protezione dell’Ambiente”

Tav. 4.2 – La politica ambientale cinese

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1998: Nasce la “State Environmental Protection Administration” (SEPA) , come Dipartimento subordinato direttamente al Consiglio di Stato con più forti funzioni di coordinamento e controllo in materia ambientale.

2002: Ratifica del protocollo di Kyoto

30 giugno 2004: Approvazione di The Interim Mechanism for Operation and Management of Clean Development Mechanism Projects”, entrato in vigore il 12 ottobre 2005. Sulla base di questo Regolamento i progetti prioritari sono quelli relativi al miglioramento dell’efficienza energetica, allo sviluppo delle risorse rinnovabili, all’uso del metano. (Al febbraio 2009 i progetti realizzati in Cina sono circa 400, pari al 29% dei progetti in corso a livello mondiale)

Marzo 2008: La SEPA acquisisce lo status di Ministero alle dirette dipendenze del Consiglio di Stato. Ha potere di implementare politiche,leggi e regolamenti ambientali.

Tav. 4.3 – la politica ambientale cinese

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5/6/2005: “Libro Bianco sulla Protezione Ambientale in Cina (1996-2005)” dell’Ufficio Stampa del Dipartimento di Stato della Cina Popolare

A partire dal 1996 il Governo cinese per migliorare l’ambiente ha:

Adottato o revisionato oltre 50 Decreti legislativi ed emanato numerose disposizioni normative

Multato tutte le aziende che, in violazione della Legge, per 3 anni avevano contribuito ad aggravare l’inquinamento

Avviato 75.000 casi giudiziari per violazione delle normative in materia di protezione dell’ambiente

Chiuso oltre 16.000 impianti industriali inquinanti

Esaminato oltre 10.000 cause di inquinamento ambientale

Sottoscritto gli “Accordi ONU sui Cambiamenti Climatici”, “Protocollo di Kyoto”, “Trattato di Montreal relativo al Buco dell’Ozono”, oltre 50 Trattati internazionali in materia di protezione ambientale

Tav. 4.4 – La politica ambientale cinese

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Obiettivi

Proteggere la Sua Sovranità

Ottenere l’aiuto finanziario e la l’assistenza tecnica straniera (la Cina è il più grande beneficiario di aiuti per l’ambiente concessi dalla World Bank e riceve finanziamenti dalle Agenzie Internazionali pari all’80% del suo Budget ambientale). Promuovere la Crescita economica

Risultati

I benefici di quest’azione restano modesti nonostante il rafforzamento delle Leggi ambientali. Difatti, la loro efficacia è ostacolata dalla Carenza di risorse finanziarie adeguate, dalla complessa struttura istituzionale operante in campo ambientale nonché dalla dilagante corruzione.

Tav. 4.5 – La politica ambientale cinese